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295 • ANNO LII • N. 4 LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019 SI CRESCE INSIEME

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295 • ANNO LII • N. 4LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

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2 LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

Rivista della ParrocchiaS. Giovanni Battista alla Creta

MilanoANNO LII - N. 4 (295)

LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE2019

Costo annuo di redazione,stampa e distribuzione: euro 20,00

Redazione: Clara Damele, Paolo ScolamacchiaImpaginazione: Bruno Maggi

Direttore responsabile:Massimiliano Taroni

Reg. Trib. di Milano, 22.1.1968 - n. 17Con approvazione ecclesiastica

e dell’Ordine

StampaOlivares srl - Robecco sul Naviglio (MI)

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 Milanoe-mail: [email protected] • http://www.creta.altervista.org/

Questi i numeri di telefono:Fraternità francescana 02.41.72.66Ufficio parrocchiale 02.41.72.67Oratorio (segreteria) 02.41.50.053Oratorio (cellulare) 371.3659540Cinema-Teatro 02.41.53.404Fax e tel. Centro di ascolto 02.41.50.611

La comunità religiosa è composta da:

Fra’ Paolo Ferrario guardiano e parroco

Fra’ Alessandro Corradini vicario parrocchiale

Fra’ Pierino Rubaga collaboratore parrocchiale

Fra’ Gabriele Trivellin

La chiesa è aperta:- nei giorni festivi dalle 8 alle 19.30- nei giorni feriali dalle 7 alle 19.30

Le messe sono celebrate:- nei giorni festivi alle 8.30 - 10 - 11.30 e 18 (vigiliare alle 18)

in estate alle 8.30 - 11 e 18 (vigiliare alle 18)

- nei giorni feriali alle 8 e 18

I confessori sono disponibili:

tutti i giorni, a chiesa aperta: suonando il campanello appositodomenica e festivi: nella mezzora che precede ogni messa

Informazioni e indirizzi utili:La Segreteria parrocchiale (per certificati e documenti) è apertada lunedì a venerdì: dalle 9 alle 11.30martedì e venerdì: dalle 15 alle 17.30

Il Centro di ascoltoriceve ogni lunedì: dalle 9.30 alle 11distribuzione viveri e indumenti: martedì dalle 16 alle 17

Circolo A.C.L.I. "Oscar Romero" 02.36.53.01.01

Centro Diurno Educativo Creta 02.48.300.093

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3LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

Cari parrocchianiper la Festa di apertura degli

oratori 2019, il nostro arcivescovo ha scritto il suomessaggio per i ragazzi e gli adulti.

Perché hai preso le scarpe?Ci sono alcuni che comprano le scarpe solo perchéci sono i saldi. Hanno le scarpe per la montagna,perché erano quasi gratis, ma non vanno in montagna.Hanno le scarpe con i tacchetti, ma non hanno ancoradeciso se iscriversi a calcio. Hanno le scarpe per ladanza classica, ma con i balletti si annoiano. Ci sono,invece, quelli che prendono le scarpe perché hannoricevuto una specie di chiamata e si affrettano a pro-curarsi quello che serve: è stata organizzata la con-quista di una vetta e sono attesi, sono stati convocatiper una partita e vogliono far parte della squadra.L’Oratorio rivolge un invito a mettersi in cammino.Fai parte di una squadra, sei atteso e apprezzato.Procurati le scarpe. Cioè non perdere l’occasioneper essere dei nostri: un’impresa affascinante ciaspetta.

Dov’è la meta?Ci sono anche quelli che corrono per tenersi inesercizio: non vanno da nessuna parte. Però ognigiorno dedicano del tempo a correre: più o menosempre lo stesso percorso, lo stesso tempo, la stessagente. Poi, a un certo punto lasciano perdere: perchéfare tutti i giorni questa fatica?Ci sono quelli che corrono perallenarsi. Fanno esercizi ma sistancano, talora si innervosi-scono perché l’allenatore hapretese e non risparmia rim-proveri. Accettano però la fa-tica. Si preparano alla partitao alla corsa. Ma, se dopo tantoallenamento non sono convo-cati, si arrabbiano e hanno l’im-pressione di aver perso tempo:l’allenamento non è servito aniente! Ci sono quelli che cor-rono perché hanno una metain cui sanno di essere attesi,non vogliono arrivare tardialla festa. La meta non è un ri-sultato, la meta non è un suc-cesso; la meta è dove è bellostare: l’amicizia che merita diessere coltivata, la vita che me-rita di essere vissuta, il benedi cui si può essere fieri, la

salvezza desiderata, dove si può riposare, viverefelici e sereni.

Chi ci crede?Mi capita di incontrare adulti che con i loro discorsisembrano scoraggiati e inducono allo scoraggiamento.Sembra che l’impresa di educare sia un investimentofallimentare: i ragazzi oggi sono distratti, irrequietie non ascoltano, le famiglie oggi sono indaffarate inuna vita frenetica e non hanno tempo né energie pereducare i figli. Il mondo d’oggi è insidioso, invadente,prepotente e dispone di mezzi enormi per attrarre igiovani, noi siamo così pochi e così sprovveduti dirisorse che non abbiamo speranza. Ammiro invececoloro che ci credono: credono che il Signore continuiad attrarre tutti, credono che l’oratorio e la propostaeducativa cristiana abbiano delle risorse straordinarie,credono che i ragazzi d’oggi, come quelli di ieri,siano come un terreno promettente che attende unseminatore per produrre molto frutto.Il “Messaggio per la Festa di apertura degli oratori”di quest’anno chiama i ragazzi a considerare labellezza della meta e a procurarsi scarpe adatte al-l’impresa e chiede agli adulti di credere nel Signoree di aver fiducia nei ragazzi e nelle ragazze che, inverità, sono chiamati alla pienezza della gioia, lagioia di Dio. La Chiesa di Milano lancia questo mes-saggio per i ragazzi, le ragazze e per i loro genitori:«C’è la meta, sei attrezzato, c’è chi ti sta accanto e ti

incoraggia: ora corri!».

Concludo questa pagina conuna comunicazione. Come ognianno per la Festa del Perdonod’Assisi noi frati abbiamo rice-vuto le nuove obbedienze. Sonoancora vostro parroco: portatepazienza con me! E insieme afr. Pierino e fr. Alessandro ciprenderemo cura della Creta.è arrivato tra noi fr. Gabrieledal convento di Venezia. Fr. Lu-cio è stato trasferito nel nostroconvento di Cles in Trentino efr. Pietro in quello di Sant’An-tonio qui a Milano in via Farini.Anche per noi vale l’auguriodell’arcivescovo: ora corri! E voiallora pregate per noi, perché ilSignore ci aiuti ad essere sempre,qui e altrove, frati fedeli e felici.

fr. Paoloparroco

LA VOCE DEL PARROCO«Ora corri!»

PREGHIERA PER L’ORATORIO 2019/2020

Padre, come possiamo condividere la gioia di chiamarti “Padre”?Donaci la grazia di ritrovarci in oratorioper imparare a pregare, a sognare, a servire nel tuo nome:Padre, sia santificato il tuo nome!Padre, che cosa possiamo sperare?Donaci la grazia di vivere in oratorioamicizie, feste, solidarietà con chi soffre ed è solo,per coltivare i segni del tuo regno:Padre, venga il tuo regno!Padre, che senso ha la nostra vita?Donaci la grazia di trovare in oratoriola tua parola vivente, le buone ragioni per aver stima di noi stessi,la presenza di giovani e adulti, uomini e donne di fede,perché ci aiutino a riconoscereche tu ci chiami alla pienezza della gioia:Padre, sia fatta la tua volontà!

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Cristiani non si nasce, si di-venta. Eppure la maggiorparte di noi, compresa la

sottoscritta, si dimentica ben pre-sto di come l’essere cristiani siauna vita nuova che ci è stata do-nata, e che non bisogna mai smet-tere di coltivare. Molto spessopurtroppo mancano le occasioniper approfondire i contenuti dellanostra fede, oppure mancano iltempo o la volontà, o ancora nonsi sa da dove iniziare, o ripren-dere questo cammino. I Dieci Comandamenti sono labase della vita cristiana, pertantosono il punto di partenza idealeda cui iniziare se si vuole cercareDio con tutto il cuore. Ebbene, inun giorno di fine settembre del2018 alcuni miei amici mi dannola lieta notizia: «C’è un percorsosu Le Dieci Parole che parte adessoper tutto l’anno nella parrocchiadi San Giovanni Battista allaCreta!». E da lì è iniziata la miabella avventura. nonostante unpaio di anni passati come catechi-sta presso la mia parrocchia edaltre esperienze di fede, nonavevo mai colto nel profondo ilsignificato che si celava dietroogni singola Parola. Ognuna diesse è un amoroso e responsabi-lizzante dialogo con Dio, che ci in-vita in una relazione d’amore cheEgli ha sognato dall’eternità. Ilpopolo d’Israele è stato il primodestinatario di quest’Alleanzad’Amore. Perché l’Alleanza altronon è che questo: una relazioneda vivere, non una lista di freddiprecetti da applicare. Proprio per questo cambio diprospettiva ho sperimentatoanche forti difficoltà: poiché tutto

porta l’impronta della relazionecon Dio, nulla può veramenteprescindere dal rapporto con Lui.è un continuo cammino dentro lecircostanze della vita, certi dellaSua fedeltà, ed è anche una conti-nua sfida verso la propria menta-lità, abbandonandoci a Lui inmodo talmente totalizzante da ri-cordarci di non essere noi i pa-

droni della nostra vita. Il gruppo di persone con cui hofatto questo percorso era eteroge-neo per età e per esperienze pre-cedenti di vita. Tutto ciò ha solopermesso di renderci tutti più si-mili, di scoprirci veramente fra-telli perché abbiamo condiviso lastessa strada. E abbiamo speri-mentato un cambiamento nellanostra vita, tanto da volerlo con-sigliare a tutti. «Ho iniziato le 10 parole grazie alracconto entusiasta di amici e per-sone che lo avevano già sperimentato- racconta una di noi - spaventatadal fatto che avrei dovuto rinunciareper un anno alle domeniche sera eanche a qualche sabato! Ma vivendo

4 LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

Percorso «Le Dieci Parole»

Sulla tuaParola

questo percorso si è alimentato in meil desiderio e il piacere di ritrovarsi adascoltare una Parola che ti cambia.D’ora in poi l’ascolto della Parolaavrà una risonanza nuova». Una coppia sposata che ha se-guito insieme il percorso afferma:«Non si finisce mai di crescere, a qua-lunque età si sia giunti! Si accumu-lano esperienze, gioie e fallimenti. Datutto ciò si può imparare a prose-guire, oppure a svoltare, in ogni casoa migliorare. Quale “metro” usareper interpretare ciò che vediamoquando guardiamo noi stessi e la no-stra vita? Questo “metro” è già lìpronto a nostra disposizione: i 10 Co-mandamenti!». E una volta supe-rata la fatica iniziale, ci si scopredestinatari e protagonisti di que-sto meraviglioso dialogo con Dio. Un’altra nostra amica del gruppoci dice: «Ad ogni incontro Dio parla,non urla, dà valore alle parole e midice “Ascolta e Mi vedrai!” Dio dun-que cerca con me una relazione per ilmio bene. Proseguo nelle catechesinon senza difficoltà e con la certezzadi sentire che nella fatica c’è una ve-rità: Gesù. E capisco quanto sia im-portante farmi guardare da Luiperché mi ama così come sono, mi haamata per primo, dà un senso allavita riempiendola di verità e diamore. “Ama il Signore Dio tuo, amail prossimo tuo come te stesso!”.Penso: è il segreto della felicita! En-trarci dentro in queste 10 Parole è untragitto faticoso, ma è medicina. Iosono la Porta - dice il nostro Pastore- e stare fuori nella vita di ogni giornoè pascolo abbondante se stiamo conCristo. Un cammino di entrata euscita dove mi metto in gioco, buttola rete come san Pietro per vivere lavita con nutrimento e con la pescamiracolosa metto in discussione lamia esistenza. La cambio con l’Acquache mi sommerge (Ezechiele 47), conil desiderio di stare con il mio Dio,che mi ha liberato dall’Egitto, mi haamato così tanto da donare Suo Figlioche ha dato la Sua vita per me: e cosìcomincia la vita Eterna a cui ten-diamo».Ed è ciò che auguriamo anche atutti voi che state per intrapren-dere questo percorso.

Inizia un nuovo cammino DIECI PAROLE

PER GIOVANI E ADULTIproposto dalla nostra

parrocchia

Domenica 20 ottobre alle ore 20,00

presso le aule del convento

PEr InFOrMAzIOnI:f. Pierino 333-5471406

f. Alessandro 338-2807598

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5LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

Esortazione apostolica «Christus vivit» - 2

Proprioper i giovani

Continua la sintesi del testodell’Esortazione apostolica«Cristo vive», indirizzato «ai

giovani e a tutto il popolo di Dio»,dove il papa raccoglie la ricchezzadelle riflessioni e dei dialoghi delSinodo dei giovani.

Terzo capitolo: «Voi siete l’adesso di Dio»nella seconda parte di questo ca-pitolo l’esortazione si sofferma sultema dell’ambiente digitale, che hacreato «un nuovo modo di comunicare»e che «può facilitare la circolazione diinformazione indipendente». In moltiPaesi, il web e i social networksono «ormai un luogo irrinunciabileper raggiungere e coinvolgere i giovani».Ma «è anche un territorio di solitudine,manipolazione e violenza, possonoesporre al rischio di dipendenza, diisolamento e di progressiva perdita dicontatto con la realtà concreta, diven-tando canale di diffusione della por-nografia, del cyberbullismo, del giocod’azzardo. Ci sono circuiti chiusi che«facilitano la diffusione di informazionie notizie false, fomentando pregiudizie odio, capaci di creare manipolazionedelle coscienze...».Il Papa presenta poi «i migranticome paradigma del nostro tempo», ericorda i tanti giovani spesso mi-nori coinvolti nelle migrazioni.«che fuggono dalla guerra, dalla vio-lenza, dalla persecuzione politica oreligiosa, dai disastri naturali e dallapovertà estrema»: sono alla ricerca diun’opportunità e un futuro migliore,ma spesso cadono vittime di trafficantisenza scrupolo che sfruttano la lorodebolezza... In molti Paesi il loro arrivosuscita allarme e paure, e si va diffon-dendo una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento

su se stessi, a cui occorre reagire.»

Quarto capitolo: «Il grande an-nuncio per tutti i giovani» A tutti i giovani il papa ricorda tregrandi verità: 1) «Dio ti ama e puoigettarti in tutta sicurezza nelle bracciadi tuo Padre: non è un “disco rigido”che registra e archivia tutti i nostridati, la sua memoria è un cuore tenerodi compassione, che gioisce nel cancellaredefinitivamente ogni nostra traccia dimale... E il suo amore sa più di risaliteche di cadute, di riconciliazione che diproibizione, di dare nuova opportunitàche di condannare, più aperto al futuroche prigioniero del passato». 2) «Cristoti salva e torna a caricarci sulle suespalle una volta dopo l’altra. Il suoamore è più grande di tutte le nostrecontraddizioni, di tutte le nostre fragilitàe di tutte le nostre meschinità». 3)«Egli vive! Occorre ricordarlo, perchécorriamo il rischio di prendere GesùCristo solo come un buon esempio delpassato, come un ricordo. Se Egli vive,questo è una garanzia che il bene puòfarsi strada nella nostra vita». Perquesto il papa fa una raccoman-dazione ai giovani: «Invoca ognigiorno lo Spirito Santo: non perdinulla ed Egli può cambiare la tua vita,può illuminarla e darle una rotta mi-gliore. Non ti toglie niente, anzi, tiaiuta a trovare ciò di cui hai bisognonel modo migliore».

Quinto capitolo: «Percorsi di gioventù» Pensando a un giovane il Papavede colui che tiene i piedi sempreuno davanti all’altro, pronto perpartire, per scattare, sempre lanciatoin avanti. La giovinezza «è l’età dellescelte in ambito professionale, sociale,politico e anche nella scelta del partner

o nell’avere i primi figli». Francescoinvita i giovani a non osservare lavita dal balcone, a non passare lavita davanti a uno schermo e anon guardare il mondo da turisti:«Fatevi sentire! Scacciate le paure chevi paralizzano, vivete!». Li invita a«vivere il presente » godendo congratitudine di ogni piccolo donodella vita senza «essere insaziabili»e «ossessionati da piaceri senza fine».Vivere il presente infatti «non si-gnifica lanciarsi in una dissolutezzairresponsabile che ci lascia vuoti e in-soddisfatti… non conoscerai la verapienezza dell’essere giovane, se nonvivi l’amicizia con Gesù». L’amiciziacon Lui è indissolubile perché nonci abbandona e così come con l’ami-co «parliamo, condividiamo anche lecose più segrete, pregando gli facciamospazio perché Egli possa entrare e agirenella nostra vita. Non privare la tuagiovinezza di questa amicizia, vivraila bella esperienza di saperti sempreaccompagnato» come i discepoli diEmmaus. Per la vera maturazioneil papa indica l’importanza di cer-care «uno sviluppo spirituale, cercareil Signore e custodire la sua Parola permantenere la “connessione” con Gesù…» e propone percorsi di fraternità«per vivere la fede insieme ed esprimereil nostro amore in una vita comunitariae con quell’allegria che si vive nella co-munione fraterna». Qui Francescoinvita i giovani, soprattutto quelli“impegnati”, ad evitare «il rischiodi chiudersi in piccoli gruppi e saperandare oltre i gruppi di amici e costruiree cercare il bene comune». A questoproposito il papa cita l’esempio po-sitivo dei giovani che «hanno l’abi-tudine di andare a fare compagnia aglianziani e agli ammalati, o di visitare iquartieri poveri». I giovani sono chiamati ad essere«missionari coraggiosi», testimo-niando ovunque il Vangelo con lapropria vita, il che non significa«parlare della verità, ma viverla». Laparola, però, non deve essere messaa tacere: «Il Vangelo è per tutti e nonper alcuni. Non è solo per quelli che cisembrano più vicini, più ricettivi, piùaccoglienti. È per tutti». E non ci sipuò aspettare che «la missione siafacile e comoda». (continua)

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LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 20196

Dove c’è una chiesa c’è unoratorio, e c’è un campettodi calcio e c’è un pallone

che rotola e ci sono i ragazzetti acorrergli appresso e poi... sorrisi,perché a Gesù piace così. Il cam-panile sale verso il cielo e quelcielo lo porta un po’ giù, sullaterra, nella vita delle donne edegli uomini. E c’è anche da gio-care dopo tante corse quotidiane,magari senza un gol.Allora alla Polisportiva Assisi c’èun torneo di calcio. è il TorneoHaitiamoli. Comincia in maggioe termina quando l’aria profumagià d’estate. riunisce tante squa-dre e tanti colori, dai piccolissimiai più grandicelli, che si sfidanonei tornei a sette e a cinque gio-catori. Gli spazi della Polisportiva, in-sieme a quelli dell’oratorio dellaParrocchia di San Giovanni Batti-

sta alla Creta, in una sinergiaunita nello spirito e nel fisico dichi ci mette l’anima per far sì chetutto funzioni bene, si farcisconodi energia; di palloni che viag-giano verso le porte e di sala-melle che viaggiano verso legriglie.

Dalle sette alle undici si gioca, simangia e si sta insieme. Tutti vogliono esserci, parteci-pare, e nessuno vuole andare

via, soprattutto quando il cielosopra l’oratorio, magari dopo untemporale, è una stellata lumi-nosa. L’ottava edizione, quella di que-sto 2019, iniziata il 7 maggio, si èconclusa il 7 giugno e ha portatoin dono ad Haiti, solo que-st’anno, millecinquecento euro.nella foto la targa con cui il CSIha voluto insignire la Polispor-

tiva Assisi e che riassume ilsenso del torneo: stare insiemenello sport, con lo sport, con lamano e lo sguardo verso chi èmeno fortunato, verso chi abitale periferie del mondo. Poi è accaduto che camminavotra nonni e zie, i nostri frati e igenitori, sorelline e fratelli, cal-ciatori e arbitri, allenatori e ad-detti alla griglia, ed eranopassate le dieci di sera da un belpezzo, quando una mamma si èavvicinata al figlio ancora orgo-glioso nella divisa della suasquadra e gli ha detto: “è tardi,andiamo!”. risposta: “no!”. Perché il mottodell’Haitiamoli è “Andiamo sì”,per partecipare; “Andiamo no”,per rientrare a casa.

Luigi TuneriAllenatore Calcio Under 11

ASD Polisportiva Assisi

Torneo Haitiamoli 2019

Andiamo sì,andiamo no!

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7LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

Presentiamo di seguito una sintesidi alcuni degli incontri proposti du-rante i Giorni della Creta.

PAROLA E PANE

Il primo incontro è stato con donMario Antonelli, vicario del Ve-scovo. Don Mario si occupa dimolte cose: dell’iniziazione cri-stiana, del catecumenato, deglioratori, della pastorale liturgica,della pastorale universitaria, dellapastorale giovanile e familiare, edi quella dei migranti.In questa serata, don Mario guidal’approfondimento sulla venera-zione del Corpo del Signore. Cispiega che la venerazione per ilCorpo scritturistico del SignoreGesù non deve essere minore ri-spetto alla venerazione che riser-viamo al Corpo Eucaristico. nellaPasqua domenicale il pane dellaParola nutre la coscienza del cre-dente, per questo non può esseretrascurata nella sua proclama-zione e spiegazione. nel momen-to dell’Eucaristia, grazie allo Spi-rito, dovremmo giungere a co-gliere il mistero del Corpo offertodi Gesù per ritrovarci come unsolo corpo e un solo spirito. L’uomo con il suo corpo di carneè conformato dallo Spirito al cor-po di Gesù. La traduzione delSalmo 40 “un corpo mi hai donato”,affiancata a quella ebraica “mihai scavato l’orecchio”ci suggerisceche occorre aprirsi completamenteall’ascolto della Parola di Dio Pa-dre, perché da qui nasce la fede!E la fede opera, agisce, per mezzodella carità, che è il corpo offerto!(Galati 5) Ma se è la fede l’animadella carità, la fede ha come suo

principio l’ascolto (romani 10).non c’è corpo offerto che non siainnervato, e quindi alimentato,dall’orecchio che ascolta! La ce-lebrazione eucaristica per comenoi la realizziamo, presieduta danoi e dai sacerdoti, è una cele-brazione dove davvero viene arealizzarsi questo ascolto dellaParola che propizia l’offerta delCorpo di Gesù.Chi partecipa al sacramento delSacrificio di Cristo? Coloro chesono ammaestrati dalla SacraScrittura. Altrimenti rischieremmoun idealismo che toglie alla Chiesale azioni concrete. Se noi nonascoltiamo nella celebrazione laSacra Scrittura, e in particolarese non ascoltiamo il testo evan-gelico, accade che non conoscia-mo le movenze del corpo di Cri-sto. no Parola, no Pane! nellaParola ascoltata veniamo a farememoria commossa e grata dicome Gesù dona il corpo in tuttigli episodi del Vangelo. Il Vangeloti spiazza, ma anche ti attrae. Al-lora ascoltando veramente vai afare la comunione consapevol-mente.Don Mario ci ha scaldato il cuoree confermato nella fede. Sono se-guite delle interessanti domandee riflessioni e un tenero invito arivederci a settembre andandoda lui in piazza Fontana. Un in-vito che accogliamo volentieri econ gratitudine perché questasera abbiamo vissuto il clima fra-terno dell’essere Chiesa!

LA PAROLA AL CENTRO

Il secondo incontro è stato «LaParola al centro», con fra’ Andrea

Ferrari, che negli ultimi tre anniè stato assistente dell’oratorio.nel salone si sono radunate circauna sessantina di persone, tra cuimolti giovani, ancora molto legatia tutto il bene fatto insieme.L’intervento di fra’ Andrea hapreso spunto dall’episodio del-l’eunuco etiope, dagli Atti degliApostoli (At 8,25-40), in cui ilprotagonista è una persona chela vita «ha reso sterile» ma chedopo aver incontrato la Paroladi Dio attraverso Filippo - chegli si avvicina per impulso delloSpirito - se ne va «pieno di gioia».Concretamente nella vita dell’eu-nuco nulla è cambiato, dato cheegli rimane tale, inoltre rimaneescluso dalla liturgia del popoloebraico in quanto non ebreo einfine, rimane amministratore dibeni altrui senza poterne usu-fruire. Filippo non dà solo im-portanza alla spiegazione dellalettura del profeta Isaia, ma faattenzione anche all’impatto chetale racconto profetico ha sul-l’eunuco, il quale vede rispec-chiato nella narrazionedell’«agnello umiliato, e condottoal macello» la sua stessa condi-zione di dolore e di privazione.nel suo annuncio di Gesù pos-siamo immaginare che l’eunucovenga invitato a superare la suaaridità e il suo dolore, senza faredel dolore un idolo, così comeciascuno di noi quando passiamoattraverso aridità e fallimenti.nell’incontro frate Andrea haproposto anche un breve con-fronto a coppie, cercando di ri-spondere alla domanda «qualeParola ha illuminato la tua vita echi ti ha aiutato nel leggerla»? Ciha poi ricordato che la parola diDio non è solo la scrittura, ma simanifesta negli incontri, nellepersone, nelle varie espressionidelle forme d’arte, ma che so-prattutto, il «centro della Paroladi Dio» è proprio Gesù in croce.

PRODIGUS

Tra le varie proposte abbiamoavuto il piacere di assistere allo

I Giorni della Creta 2019

«La tua Parolami fa vivere»

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8 LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

spettacolo “Prodigus” ovvero laParola al centro della scena. Giàil titolo ci ha fatto pensare aduna delle pagine più rassicurantidel Vangelo, in cui il Padre mi-sericordioso si fa in quattro perriportare i due figli alla certezzadi essere amati. Sulla scena duesoli attori, i due figli, ci hannofatto ritrovare tante delle dina-miche complesse che possono in-nescarsi fra fratelli e fra genitorie figli... Il Padre non lo si vedemai, è presente attraverso i ricordie le discussioni dei due figli.L’inizio è molto coinvolgente: idue fratelli sono insieme, sottola pioggia, ed assistono alla rie-sumazione del corpo del padre egià si capisce che i rapporti nonsono stati ancora sanati soprattut-to dentro ognuno di loro. Da lìparte una rievocazione, attraversodiverse scene, di quelli che sonostati episodi cardine dell’incom-prensione che li divide. Matteo èil figlio che è sempre stato ligioal dovere di mandare avantil’azienda vinicola della famiglia,Luca è il figlio minore che se n’èandato per seguire il sogno diessere un attore affermato. I duefratelli si parlano attraverso l’on-nipresente cellulare che non sem-bra essere, però, un vero stru-mento di comunicazione né, tantomeno, di relazione. “Correggi iricordi” è il filo rosso che unisceil racconto. I ricordi non sonosemplicemente raccontare un epi-sodio accaduto tempo prima, maprovare a pensare che quel ri-cordo ha segnato chi, di quelfatto, porta ancora un segno do-loroso e condizionante. Se Lucanon ricorda quanto Matteo glista ricordando è perché quel fatto,per lui, è stato un avvenimentocome tanti altri, mentre Matteone è stato segnato. L’altro senti-mento che serpeggia fra di loroè l’invidia. Da una parte per laconsiderazione che il padre avevaper la responsabilità dell’altrofratello, e dall’altra per il coraggiodi una libertà nel perseguire ipropri sogni, libertà mai assapo-rata perché prigioniero nel cercare

Atempo perso e per dilettoscrivo libri, cioè metto periscritto pensieri e parole che

nascono quando mi fermo e mi in-trattengo con le verità che abitano lamia anima, e ne parlo con sr, Nadia-maria, clarissa di Lovere. Così sononati i libri che abbiamo scritto fi-nora, anche l’ultimo, uscito lo scorsomaggio e dedicato ad un tema impe-gnativo e affascinante, messo comesottotitolo: «Uno sguardo cristianoverso la nostra ultima Mèta». Eccouna breve descrizione.

DedicaA mio papà Pinuccio: tanti annifa mi ha dato alla vita, / ognigiorno mi ha fatto crescere, /adesso / mi precede e mi attende/ Nello splendore del Giorno Ottav.o

DataHo terminato di scrivere questolibro il 16 febbraio 2019, giornobenedetto e felice / del mio com-pleanno: un tempo in più / pergustare la vita, uno spazio inmeno / per arrivare alla Mèta.

PresentazioneTutte le strade dell’umano cam-mino, le più disparate e disperateesistenze di ogni uomo conver-gono alla fine in un’unica dire-

zione, verso la medesima mètache si profila all’orizzonte pertutto ciò che esiste: il Giorno Otta-vo! Che cos’è il Giorno Ottavo?è il nostro futuro, è l’oggetto delnostro desiderio più vero e piùsanto. è la nostra segreta attesa,è la nostra luminosa speranza. IlGiorno Ottavo è un giorno di-verso dai nostri giorni: è il Giornoche il Signore ha fatto per noi, èil felice compimento della crea-zione in cui i redenti contemplanoi cieli nuovi e la terra nuova.Tutta la vita dell’uomo sulla terrasupplica un’eternità di luce: ilGiorno Ottavo è la risposta diDio a questo profondo anelitodell’uomo. Il Giorno Ottavo è ungiorno nuovo: non è scandito dainostri orologi, né riempito dallenostre occupazioni e preoccupa-zioni. Ed è vissuto in un luogoche non può essere descritto dallenostre parole né misurato con inostri criteri. nella fede, sappiamoche esiste questo Giorno. E questoci basta per cantare una scintilladel Mistero che ci ha già raggiuntoe che ci fa vivere. Le pagine diquesto libro, scritte alla scuoladella genuina fede cristiana cheha in Cristo risorto il suo solidofondamento e suggerite dalla spe-ranza certa che le sue promesse

di conquistare l’amore del padre.Ma l’amore del padre è incondi-zionato sia per Luca che per Mat-teo che, quando torna, viene ac-colto dal padre ormai malato chesi alza e percorre il corridoi del-l’ospedale per andargli incontro.Dopo questo ritornare ai ricordi,finalmente corretti, la scena ri-

torna al cimitero dove i due fratellisi scambiano il posto sulla pan-china e si scambiano un abbraccio.La commozione era palpabileperchè ognuno ha ritrovato inscena qualcuno dei grovigli fa-miliari e in quell’abbraccio la cer-tezza, o la speranza, che i groviglisi possano sciogliere.

Ultimo libro di fra’ Paolo

Nello splendoredel Giorno Ottavo

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9LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

si compiranno, vogliono osaretanto! Cercheranno cioè di ac-compagnarci al limite che fa daconfine tra la vita e la morte perfarci comprendere, per quanto èpossibile agli uomini e sebbenein modo impreciso e imperfetto,ciò che sarà la nostra esistenzaquando compiremo il “beato tran-sito” che ci condurrà dalla terraal Cielo, che trasformerà la vitadi questo mondo in quella eterna,che ci separerà per sempre dallaquotidiana esistenza tra le coseumane per introdurci nella pienacomunione con Dio. Ci vuole unafede grande per credere a tuttoquesto. Ci vuole un amore ancorapiù grande per spalancare il cuorea un Dio che verrà. Io questafede ce l’ho, anche se non semprecosì grande! E anche questo cuorepalpita in me, anche se non sem-pre ha radici così in alto!Sostenuto e incoraggiato da chista scrivendo queste pagine in-sieme a me, cercherò ugualmentedi scoprire ciò che l’apostolo Paolodefinisce così: «Quelle cose che oc-chio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,Dio le ha preparate per coloro che loamano» (1Cor 2,9). E cercherò dioffrire una sosta al continuo ele-varsi della nostra anima versoquella dimensione futura dove,come dice san Francesco nellasua Parafrasi del Padre nostro, «lavisione di Te è senza veli, l’amore diTe è perfetto, la comunione con Te èbeata, il godimento di Te senza fine»(FF269). Possano queste pagine regalarci,sebbene ancora in modo incom-pleto e solo attraverso piccoli ac-cenni e intuizioni, uno sguardocristiano verso la nostra ultima Mèta,dove la nostra vita sarà trasfigu-rata e beata nELLO SPLEnDOrEDEL GIOrnO OTTAVO.

IndiceL’intero testo si articola in quattrocapitoli: 1) nello splendore delGiorno Ottavo. I primi inviti: testidella Scrittura, appunti della dottrina,voci della preghiera 2) nell’attesadel Suo ritorno. Un ritratto: Icona

della sposa alla destra del re 3)Alle sorgenti della vita. Un canticonuovo: Inno Akathistos nello stuporee nello splendore del Giorno Ottavo.4) Ecco il Giorno Ottavo Transitibeati: l’esperienza di san Francescoe di santa Chiara.

CongedoA conclusione di queste pagineche ci hanno regalato in ante-prima uno sguardo cristianosulla nostra ultima Mèta pos-siamo riprendere la vita di ognigiorno sereni nonostante le no-stre tante fatiche, ugualmente fi-duciosi sebbene tante voltesconfitti, consolati anche nellenostre pene più grandi.Ci attende tutti il Giorno Ottavo,con il suo splendore, con la suapace, con la sua pienezza di vita.E scrivendo quest’ultima paginapenso ancora a mio papà, che ègià arrivato alla Mèta e ormai sapiù di me che cos’è il GiornoOttavo. Immagino i santi e lesante dei quali ho conosciuto lavita e le opere, ma che restanosempre degli sconosciuti, ancoratutti da scoprire. Mi ritornano alla mente coloroche ho conosciuto e che ancoraincontrerò e sono tanti: bimbiche hanno aperto gli occhi primain Cielo che sulla terra, ragazzi eragazze cresciuti in fretta e arrivati

a Casa prima del previsto, uominie donne che mi hanno regalatoqualcosa della loro vita e dellaloro amicizia, persone mai cono-sciute prima e prese per manosolo nel giorno del loro funerale,oppure veri compagni di viaggioche hanno condiviso con me lafamiglia o la vocazione o l’impe-gno per il bene. E mi resta il ri-cordo indelebile di qualcuno, dicui talvolta sento la mancanza,velando per un attimo il mio cuo-re di nostalgia, nonostante la cer-tezza che vive ancora e che stameglio di me, in una pace piùperfetta di quella che possiamotrovare noi. Mi piace concluderetutto quello che ho scritto fin oracon un ultimo saluto, che dia an-cora voce alla preghiera e allafede nELLO SPLEnDOrE DELGIOrnO OTTAVO.

Ultimo saluto Splendore del Giorno Ottavo, ioringrazio che tu esista davvero etalvolta ti penso con un po’ diapprensione e tanta speranza.Splendore del Giorno Ottavo, nel-lo scorrere dei miei giorni inse-gnami a camminare incontro ate, con passo leggero e sicuro,confidente e lieto. Splendore delGiorno Ottavo, giorno primo edultimo del trionfo di Cristo e delnostro umano vivere, brilla sulnostro orizzonte con l’attesa deltuo sorgere. Splendore del GiornoOttavo, insegnami a cantare aDio come faceva Francesco: «Lau-dato si’, mi Signore, per sora nostramorte corporale». E con meno pau-ra la incontrerò. Splendore delGiorno Ottavo, insegnami a gri-dare al Signore, come supplicavaChiara «Attirami a Te, dietro a tecorreremo, finché ci introdurrai nellatua stanza». E con questa speranzacontinuerò a vivere. Splendoredel Giorno Ottavo, quel giorno,quando verrai, non mi farai piùalcun male, perché ormai ti co-nosco e un po’ ti attendo, perchéso che mi regalerai tutto il bene:quello vero e perfetto, quello eter-no e sarà «pace e bene» per sem-pre.

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celebrazione con la comunità.Durante la Liturgia della Parolal’attività si sposta nella cappelladi sant’Antonio dove il Vangelodel giorno viene spiegato ai bam-bini con parole semplici e vieneproposto un lavoretto inerente(fare un cartellone con dei dise-gni) da esporre sull’altare du-rante l’offertorio. Infine si con-clude la celebrazione in chiesatutti insieme con l’intera assem-blea dei fedeli. Il progetto è statomolto apprezzato sia dai bambiniche dai genitori: i bambini hannoiniziato a sentirsi parte di una co-munità e a capire il senso dell’an-dare a Messa mentre i genitorihanno potuto partecipare sere-namente alla celebrazione senzadoversi preoccupare dei lorobambini. Ma un altro esito im-portante di questo progetto èstato che nel corso dell’anno unamamma, Francesca, interessataall’attività si è affiancata a me esubito dopo hanno preso a par-tecipare attivamente anche sei ra-gazze di terza media: Francescaz., Sofia, Irene, Francesca P.,Alessia e Francesca M. Alcune diloro hanno deciso, come impe-gno personale, di proseguire

Nell’estate 2018 mi èstata fatta la propo-sta di aderire al pro-

getto “Giovani Insieme” diFOM. Il progetto, natodalla collaborazione traDiocesi, regione Lombar-dia e Parrocchie, permettedi impiegare giovani tra i20 e 30 anni come educa-tori non professionali inOratorio per 400 ore di la-voro retribuito. In accordocon fra’ Paolo, fra’ Alessandro eClaudio, l’educatore professio-nale del nostro oratorio, ho ac-cettato questa sfida e mi sono im-pegnata su diversi fronti.La prima attività è stato un con-tinuum del percorso iniziatocome volontaria con i ragazzi diterza media. Questa è un’espe-rienza che tutti dovrebbero pro-vare! Incontro dopo incontro,campo dopo campo, sono cre-sciuta: chi non ha fatto l’espe-rienza di educatore non può im-maginare, quanto il percorsosvolto sia importante per gli edu-catori stessi! Continuerò il per-corso quest’anno come volonta-ria. Parteciperò con loro ancoraai campi perché credo che sianoun’esperienza importante e for-matrice oltre che estremamentedivertente per tutti.Con fra’ Alessandro e Claudioabbiamo analizzato le necessitàdel nostro oratorio e da qui l’ideadi intrattenere i bambini piccolidurante la celebrazione della do-menica mattina, rendendoli piùpartecipi. La mia seconda attivitàsi basa quindi sull’accoglienzadei bambini in chiesa e la succes-siva processione per iniziare la

questo servizio prossimamente.La terza attività è un’esperienzaa me molto cara. Ho sempre fattol’animatrice al Grest e quando miè stato proposto di occuparmiancora dell’oratorio estivo è statoper me emozionante. In questocaso non come semplice anima-trice ma come coordinatrice deicirca ottanta animatori. è stata laparte più faticosa del lavoro di

quest’anno, soprattutto fi-sicamente. Coordinare glianimatori vuol dire fare inmodo che tutto sia pronto,far funzionare l’insiemedelle attività organizzatenei modi e tempi stabiliti,aiutare gli animatori ad af-frontare le diverse situa-zioni. è stata però unagrande soddisfazione ve-der crescere in un solomese molti dei ragazzi chefacevano volontariato, ve-

derli più responsabili e più ma-turi.

Insomma, “Giovani Insieme” èstata un’esperienza molto impor-tante: mi ha reso più consapevoledelle dinamiche oratoriane e dellerelative responsabilità. Mi ha fattoprovare molte emozioni, dallafelicità alla fatica, ed è stato bellopotermi mettere in gioco in ciòche mi piace. Ha aperto uno spi-raglio sul mio futuro lavorativo:sono infatti al secondo anno diScienze dell’Educazione e questolavoro ha confermato la mia scel-ta. Spero di aver aiutato qualcunodurante questo anno di servizio:un bimbo, un ragazzo o un adul-to. ne basterebbe uno per poterdire che il mio lavoro è stato utilealla comunità. Questo progettonon finirà con la mia esperienza,continuerà con un’altra persona,che si occuperà di altre attività.Secondo me “Giovani Insieme”è importante perché dà la possi-bilità ai giovani di mettersi ingioco personalmente nella rea-lizzazione di progetti nuovi ecreati apposta per il proprio ora-torio.

Virginia

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Progetto «Giovani Insieme»

Mettere a fruttoi propri talenti

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Dal 15 al 20 luglio i ragazzidelle medie del nostro ora-torio, insieme a quelli del-

l’oratorio San Vito e ai loro edu-catori, hanno trascorso insiemeuna vacanza a Passo del Gavia(BS) a ben 2652 metri di altitudinepresso la “Casa Alpina don Eu-genio Bussa”, circondati dallemontagne e da un clima moltofresco, quasi invernale!Partiti da Milano con un po’ dipioggia e arrivati al Gavia conun sole tiepido, una volta siste-mati in casa abbiamo subito fattoamicizia grazie ad alcuni mo-menti di gioco e di reciproca co-noscenza. Le gite che abbiamo fatto insiemeerano camminate più o menolunghe verso le vette vicino anoi, dalle quali si potevano am-mirare splendidi panorami epercepire la bellezza della naturae del creato nei quali eravamoimmersi. In particolare, abbiamocamminato verso il ghiacciaioSan Matteo, il monte Gaviola, ilvallone del Passo Gavia, il lagonero e ancora verso una piccolafattoria dove il pastore che viabita ci ha spiegato come si pre-para il formaggio, che abbiamopoi avuto il piacere di assaggiare!Qui abbiamo anche visto sorvo-lare un gipeto, un raro rapacemolto particolare e pericoloso,che si occupa principalmente dicacciare tutto ciò che pesa menodi 50kg! Durante queste passeg-giate non sono mancati momentidi fatica, ma con un po’ di buonavolontà e allegria siamo sempreriusciti a raggiungere il traguardotutti insieme.

Per la catechesi durante questavacanza, invece, il nostro riferi-mento è stato san Paolo. Abbiamoripercorso la sua vita facendoluce sugli episodi più importantidi questo santo, grande missio-nario e viaggiatore, uomo moltocoraggioso e appassionato, in tut-ta la sua vita. In particolare, cisiamo soffermati sugli episodidella persecuzione contro i cri-stiani, della sua conversione edell’apostolato, fino alla prigioniae alla sua condanna a morte. Inognuno di questi argomenti, glieducatori hanno affrontato, in-sieme ai ragazzi, attività che lifacessero riflettere su questi av-venimenti, cercando di collegarlianche alla vita quotidiana. Unasera in particolare abbiamo vis-suto la “serata con Gesù”, in cui,quest’anno, abbiamo assistito atre testimonianze forti e signifi-cative, precedute da una Messae seguite da una lunga veglia eu-caristica. La prima testimonianzaha riguardato Giulia, un’educa-trice di San Vito che ci ha rac-contato il suo percorso verso la

fede cristiana, iniziato due annifa, che l’ha portata a ricevere ilBattesimo, la Comunione e laCresima il giorno di Pasqua diquest’anno. La seconda ci è stataofferta da Claudio, l’educatoreprofessionale del nostro Oratorio,che ci ha spiegato come la sceltadi seguire il Signore l’abbia por-tato prima ad entrare nell’Ordinedei Frati Minori, e successiva-mente ad intraprendere un’altrastrada fino a sposarsi con suamoglie, nevine. L’ultima testi-monianza l’abbiamo ascoltata dalnostro fra’ Alessandro, da cui ab-biamo appreso il suo percorsodi adolescente poco vicino allaChiesa fino alla decisione di di-ventare frate e, poi, sacerdote.Tutte le tre testimonianze ci hannofatto riflettere su quanto sianomisteriose e importanti le scelteche ognuno di noi prende, e quan-to sia importante fare scelte giusteche facciano stare bene noi stessie anche gli altri, in pace e comu-nione con il Signore Gesù.Arrivato l’ultimo giorno di questasettimana, ognuno ha contribuitoa renderlo speciale: tra chi ha cu-cinato e chi ha apparecchiato eaddobbato il refettorio, il tuttocondito con molta allegria! Laserata si è conclusa con un’ottimacena e momenti di balli e diver-timento intorno ad un falò conla degustazione di dolci mar-shmallow! Di questa settimana, ci porteremoil ricordo della gioia che siamoriusciti a trasmettere ai ragazzi!

Matteo

Campo estivo Adolescenti 2019 - Levanto

Servire in letiziaDal 22 al 28 luglio i ragazzi

delle superiori del nostrooratorio, insieme a quelli

dell’oratorio San Vito e ai loroeducatori, hanno vissuto una set-timana di vacanza a Levanto,

ospitati nel convento france-scano della città. Siamo partiti in treno la mattinadi lunedì 22, carichi ed entusiastidi trascorrere insieme questa va-canza. Una volta arrivati a Le-

Campo estivo medie 2019 - Passo del Gavia

Insieme con gioia

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12 LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

vanto, ci siamo sistemati in casae abbiamo subito passato un belpomeriggio tra di noi in spiag-gia. La sera, dopo cena, abbiamoavuto modo di conoscerci meglioe di essere introdotti nella va-canza che avremmo vissuto.La settimana era così impostata:alla mattina, un piccolo gruppodi ragazzi svolgeva serviziopresso la Mensadei Poveri di LaSpezia, occu-pandosi di ap-parecchiare itavoli e prepa-rare tutto ciòche era necessa-rio per servirechi veniva allamensa, mentre ilresto del grupporimaneva a casaper varie attivitàe la catechesi; ilpomeriggio, in-vece, lo trascor-revamo tuttiinsieme al mare. Il lavoro di vo-lontariato pressola mensa non èstato faticoso; ciha permesso difare l'esperienzadi tendere lamano al pros-simo mettendoci al suo servizioe ci ha permesso di toccare conmano la realtà dei poveri. nellamensa, che non conta più di unaventina di posti, abbiamo incon-trato sia adulti che bambini.Per questa settimana, la catechesiera incentrata sulla vita di sanPaolo, in particolare su diversiepisodi che hanno caratterizzatol’esistenza di questo santo, comela persecuzione contro i cristiani,la conversione e l’apostolato finoalla prigionia e alla sua con-danna a morte. Gli educatori hanno affrontatoquesti temi con alcune attivitàche noi ragazzi svolgevamo percollegarci alla vita di san Paoloattraverso esperienze personali.

Una testimonianza che abbiamoascoltato è stata quella diArianna, una nostra educatrice,che ci ha raccontato la sua espe-rienza in Bangladesh al serviziodel prossimo, facendoci quindiriflettere sulle scelte che pren-diamo e sulle loro conseguenze. Dopo i momenti di catechesi, noiragazzi svolgevamo alcuni lavoridi pulizia all’interno e all’esterno

del convento. Se a volte questi lavori risulta-vano noiosi o faticosi, avevamotutti la consapevolezza chequello che facevamo, anche senon destinato a noi, va fatto sem-pre con molta cura e attenzione,e se fatto in compagnia può ri-sultare anche divertente! I pomeriggi trascorsi in spiaggiasono sempre stati all’insegnadello svago: una gita che ab-biamo fatto è stata quella a Bo-nassola, dove l’acqua cristallina ele nuotate insieme hanno ripa-gato la fatica della camminataverso questa piccola località nonmolto distante da dove alloggia-vamo noi.Una sera abbiamo trascorso la

“serata con Gesù”, durante laquale abbiamo vissuto insiemeuna S. Messa e una successivaveglia notturna, in cui ognuno dinoi, a turno, poteva sostare da-vanti all’Eucaristia ed entrare inun uno stato di profonda pre-ghiera e di silenzio, per permet-terci di “parlare” con Dio e distaccare dalla frenetica vita quo-tidiana.

Un’altra bella serata che vo-gliamo ricordare, è quella che ab-biamo trascorso tutti insieme incittà, in occasione della festa pa-tronale di San Giacomo, dove ab-biamo girato Levanto “by night”e assistito ad un magnifico spet-tacolo di fuochi d’artificio!Anche l’ultimo giorno trascorsoinsieme é stato speciale: dopoaver celebrato ed animato laMessa con canti e letture, ab-biamo trascorso una piacevoleserata in compagnia con giochi eballi, fino a tarda notte, felici egioiosi di aver trascorso insiemequesta vacanza...nella speranzache momenti come questi pos-sano ripetersi presto!

Matteo

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13LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

Quest’estate noi del novi-ziato Milano 31 siamo statipartecipi di una fantastica

avventura nella quale abbiamocoinvolto fra’ Alessandro. Questaavventura si chiama “route” chesignifica sette giorni di cammino(circa sei ore al giorno) sotto unozaino con un peso compreso trai 10 e i 15 kg... ma presentata cosìnon sembra molto divertente,no? Perciò è necessario raccon-tarla per bene. Infatti la “route”non è solo cammino ma ancheamicizia, riflessione e avventura. L’amicizia è stata sempre pre-sente fra noi ragazzi (e anche coni capi) già da prima della routema, come ha commentato fra’Ale, durante la route il nostroaffiatamento è parso particolar-

mente evidente perché ci sono si-tuazioni in cui non si può evitaredi collaborare, come quando ar-rivi sfinito al rifugio Mezzalamae devi cucinare o anche quandosi affronta un sentiero particolar-mente arduo: raccontando bar-zellette sembrerà più facile! Penso inoltre che non esistano ri-flessioni più profonde di quellefatte quando si arriva in cima aduna vetta guardando il creato epensando a se stessi ed alla pro-pria vita, alla propria fede o non:lì si concentrano tutte le emo-zioni raccolte durante il cam-mino della giornata. Durante la nostra route un mo-mento particolarmente intenso èstato quello in cui, sulla via peril pizzo Bianco, ci siamo fermati

nei pressi di un corso d’acqua perrinnovare il nostro battesimo. In-fine l’avventura che è scaturitadalla montagna sulla quale ab-biamo svolto il nostro cammino:il Monte rosa con le sue fanta-stiche creste, cime e sentieri ci hafatto provare emozioni uniche,dalla gioia perché era pronta lacena, fino alla gratitudine peruna ristoratrice di nome Enricadel rifugio Gabiet che si è fer-mata oltre l’orario di chiusurasolo per noi, per prepararci lacena più buona della route dopouna giornata molto intensa. Mal’emozione più grande è semprequella di arrivare in un posto sa-pendo quanto hai sudato per ar-rivare lì e che il giorno dopo saraiancora più in alto. «è sempremolto bello arrivare, sentire diaver vinto delle difficoltà, di aversuperato degli ostacoli ed esseregiunti ad un punto sicuro e pre-ciso. La strada concede questa soddi-sfazione, questa gioia, che di-venta tanto più profonda quantopiù duro e costoso è stato losforzo compiuto. Ma non si ar-riva se non per ripartire. Si pianta la tenda, si cerca illuogo più adatto per riposare, cisi ambienta e quasi si familia-rizza con il paesaggio e a sera sidialoga con le stelle. Ma poi,quando fa giorno, si riparte. Latenda viene ripiegata, si cancellaogni traccia e si va, portando nelcuore quella ricchezza di cose epersone che si è vissuta. «Guai achi pensa di essere arrivato!» diceun famoso proverbio della Spiri-tualità della strada. nella nostra route ci siamo ri-trovati in sandali, abbiamo cam-minato sotto la pioggia e siamoarrivati ad un’altezza massima di3215 metri, il dislivello totaledella route è stato di circa 1500metri ma non ci siamo mai persid’animo grazie a questi tre puntifondamentali del nostro spiritoall’interno del cammino che l’-hanno resa un’esperienza indi-menticabile: Amicizia, riflessionie Avventura.

Estate Scout

Non si èmai arrivati!

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14 LA VOCE - LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2019

Quest’estate alcuni parroc-chiani hanno vissuto il pelle-grinaggio in Terra Santa.

Ecco tre diverse e belle testimo-nianze.

UNA GRANDE EMOZIONE

Era da tempo che desideravo vi-sitare la Terra Santa ma dubitavoche questo mio desiderio si po-tesse esaudire. Ma eccoci al 2agosto: siamo in nove e partiamoda Malpensa per Tel Aviv, dovealloggeremo. Iniziamo il nostropellegrinaggio visitando Jaffa, ilporto più antico del mondo “ba-gnato“ da episodi biblici. Poi sia-mo ad Acri, città che porta i segnidi molte vite, con il porto che ful’approdo dei crociati in TerraSanta. Qui iniziò 800 anni fa laprima presenza dei frati france-scani che ancora oggi portanoavanti la custodia dei luoghi dellaredenzione. Poi siamo a Cafar-nao, dove Gesù inizia la sua vitapubblica e al lago di Tiberiade.Proseguiamo per nazareth, dovecominciò il grande mistero chetutti conosciamo. A pochi chilo-metri da nazareth saliamo sulMonte Tabor e siamo colmi diemozione per essere lì proprio il6 agosto, esattamente nella ricor-renza della Trasfigurazione diGesù. E’ davvero difficile descri-vere l’emozione che abbiamo pro-vato: dalla vetta del Monte Taborlo sguardo domina l’intera vallatasottostante, e pensi che Gesù ave-va avuto negli occhi quegli stessiorizzonti. Là abbiamo pregatoper tutti i fratelli. Qualche giornodi pausa e poi, il 9 agosto, cimuoviamo verso Betlemme. Pas-

Scendiamo a Gerusalemme, alMuro Occidentale che noi chia-miamo “Il muro del pianto” perpoi risalire alla Spianata delleMoschee. Superiamo gli enormimercati che caratterizzano le tantestrade della Gerusalemme sotto-stante e raggiungiamo la Chiesadella condanna e il luogo dellaflagellazione di Gesù, poco di-stanti l’uno dall’altro. Attraversola Via Dolorosa, le enormi cupolescure che si stagliano nel cieloazzurro ci confermano che stiamoper raggiungere il Golgota e ilSanto Sepolcro. Il cuore si stringe,impossibile non percepire la soffe-renza che qui si è consumata,l’agonia di Cristo in Croce cheha commosso anche i ragazzi.Una sofferenza diversa ma nonmeno intensa è quella che abbia-mo percepito allo Yad Vashem,il “Monumento al nome”, il mu-seo dell’Olocausto, sofferenza cheviene appena lenita all’uscita delmuseo, dall’enorme terrazzo chedomina un rigoglioso bosco diulivi, il Giardino dei Giusti.Ci siamo poi spinti a Qumran,luogo di ritrovamento dei rotolidel Mar Morto e dove pare cheGiovanni Battista abbia soggior-nato due anni presso la comunitàdegli Esseni. Da Qumran conti-nuiamo verso sud fino a Masada,costruita da Erode e la cui di-struzione ad opera dei romaninel 70 d.C. sancisce la sconfittadefinitiva del popolo ebraico.Proseguiamo a sud nel desertodel negev: la strada scende finoa 400 metri sotto il livello delmare e la temperatura sale fino a55° C. raggiungiamo l’estremosud del Mar Morto dove ci con-cediamo un bagno in queste ac-que bollenti e salatissime, dovesi galleggia con tanta facilità daleggere il giornale in acqua comese si fosse in poltrona! Si fa serae torniamo a Tel Aviv. Abbiamopercorso circa 2.300 chilometri eil contapassi ci informa che ab-biamo fatto ben 98.000 passi. Misembra incredibile averlo fatto emi domando come ci sia riuscita:solo Dio lo sa. Ora ripercorro

sando uno alla volta da una portamolto stretta, arriviamo alla grottadove nacque il Salvatore del mon-do. non finiremo mai di stupircidi fronte ad un mistero così gran-de: qui si raccolgono tutti i nostrisentimenti di tenerezza e di amoreper il re bambino. Lasciata Be-tlemme ritorniamo in Israele escendiamo al fiume Giordano,entriamo nell’acqua pensandoche in quelle acque Gesù ha rice-vuto il Battesimo come un mor-tale. Dal Giordano andiamo aGerico, al sicomoro di zaccheo,poi a Betania per la tomba diLazzaro. Il giorno seguente ri-partiamo per Cana, e visitiamola chiesa della moltiplicazionedel pane e dei pesci, saliamo almonte delle Beatitudini e al San-tuario del primato di Pietro. Sullastrada del ritorno a Tel Aviv cifermiamo a naim, una piccolacittà oggi musulmana. Lì sorgeuna chiesetta dimenticata a ri-cordo del luogo dove Gesù ri-svegliò dalla morte il figlio unicodi una povera vedova e dove,ancora oggi e nonostante una di-versa fede, i bimbi vengono se-polti nel cimitero cristiano. Dopoqualche giorno di riposo ripar-tiamo per Gerusalemme, cittàmartoriata e sacra per le tre reli-gioni monoteistiche. Per com-prenderne la forma ed abbracciareGerusalemme in uno sguardo sa-liamo al Monte degli Ulivi e dalì al Giardino del Getsemani. Allacappella dedicata al “Dominusflevit” mi sono commossa ricor-dando Gesù che da quel luogoha pianto, profetizzando che diquel tempio caro agli Ebrei «nonsarebbe rimasta pietra su pietra».

Ricordi dei pellegrini

Vivere laTerra Santa

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ogni luogo con la mente e con ilcuore. La Terra Santa ti entradentro e ti lascia senza fiato. Cal-pestando tutte queste strade doveGesù stesso ha camminato capisciche la strada da percorrere è dovec’è misericordia, speranza, el’amore di Dio. non dimenticheròmai questa terra dove il Verbo siè fatto carne; in ogni situazione,anche negativa, Dio c’è e credoche ci abbia accompagnato anchenel nostro viaggio. ringrazio tuttiper le attenzioni che mi hannoriservato e grazie a Gesù per es-sere stato con noi!

Anna

SULLE ORME DI GESù

Il nostro pellegrinaggio parroc-chiale in Terra Santa con frateAlessandro è stata un’esperienzaintensissima. Abbiamo visitatomolti posti dove Gesù è vissuto(Betlemme, nazareth, Gerusalem-me) e molte località legate al suoministero intorno al Mare di Ga-lilea (il Monte delle Beatitudini,il luogo in cui avvenne la molti-plicazione dei pani e dei pesci equello in cui chiamò i primi di-scepoli). Vedere quello che Gesùaveva visto e trovarsi dove Lui siera trovato ha suscitato in noiemozioni forti. Siamo entrati nella“Sua” terra come a casa di unamico e lo abbiamo sentito piùvicino e al termine di questo viag-gio qualcosa è cambiato in ognunodi noi! La lettura dei brani delVangelo nei luoghi in cui sono

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accaduti episodi importanti e lacelebrazione della Messa nei luo-ghi santi ci ha offerto l’opportu-nità di conoscere più da vicino levicende di Gesù e la storia, masoprattutto ci ha toccati nel pro-fondo del cuore: tutti avremmovoluto rimanere in quel luogodove la sua luce è sempre viva eluminosa, ma come Gesù ci hainsegnato attraverso il brano dellaTrasfigurazione, non dobbiamopiantare le nostre “tende” ma in-camminarci verso la pianura perannunciare con gioia e forza la”Buona novella” e per ricordarciche la Sua Presenza è ovunquenoi siamo: in parrocchia, sul la-voro, in famiglia, nei fratelli piùbisognosi, nella natura e nel si-lenzio del nostro cuore… Bastasaperlo accogliere ed abbracciarecon gioia feconda!

Elisabetta

LA FORZA DEL SORRISO

«Sempre col sorriso, dalla par-tenza al rientro nonostante la fa-tica, nonostante tutto».Tutto pronto si parte, è ora diiniziare! Siamo dieci giovani dellaparrocchia della Creta e di SanVito accompagnati da don Gia-como, uno più carico dell’altro enon vediamo l’ora di partire. na-zareth, zababdeh, Taybe, Gerico,Gerusalemme, queste sono le tap-pe del nostro viaggio in compa-gnia di Gesù. nella prima partedel pellegrinaggio ripercorriamoi luoghi del giovane Gesù, i primimiracoli e l’incontro con gli apo-stoli. Poi dopo il deserto, luogodi fatica, silenzio, caldo, un postoche ci permette di scoprirci dipiù e di conoscere meglio cia-scuno di noi. E poi ancora l’arrivoa Gerusalemme, la Città Santa.L’impatto è molto significativo,fa strano vedere che ebrei, mu-sulmani e cristiani condividonola stessa città, spesso in manieraconflittuale. Vivere questa città,anche solo per pochi giorni, èun’esperienza molto importante,unica nella vita di ogni cristiano,fa capire molte cose e ci permettedi conoscere ancora meglio il no-stro amico Gesù. A Gerusalemme noi pellegrini,siamo guidati dal contesto a farconto con la nostra Fede. Il SantoSepolcro, il Monte degli Ulivi etutti i Luoghi Sacri ci portano a

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pensare, a riflettere, nel silenziodella preghiera, a che punto siamonella nostra vita e alle personeche ci stanno vicino ogni giorno. Vivere l’esperienza del pellegri-naggio nella Terra di Gesù, co-noscere i Luoghi Santi attraversola lettura della Parola di Dio,escursioni a piedi, momenti dipreghiera, ma anche momenti digioia e di incontro con la realtàdella popolazione locale èun’esperienza che porteremo nelcuore, sempre!

Ilaria e Matteo

Due concerti di valore

Il gusto dellabella musicaAbbiamo iniziato il nuovo

anno pastorale con due im-portanti proposta musicali.

Domenica 8 settembre per ilquarto anno consecutivo la no-stra chiesa ha ospitato la rasse-gna musicale MiTo 2019 con lapartecipazione dei Piccoli Mu-sici di Casazza diretti da maestroMario Mora e Luigi Panzeri al-

l’organo. Questo coro si è costi-tuito nel 1986 e nella sua intensaattività artistica si è esibito in im-portanti festival e ha preso partea prestigiosi concorsi nazionali einternazionali ottenendo nume-rosi primi premi. Ha partecipatoa concerti trasmessi da rai, Me-diaset, radio e Tv Svizzera. Dal 2007 è il Coro ufficiale del

Concerto di natale della Basilicadi Assisi trasmesso in Eurovi-sione. Ha preso parte agli allesti-menti di numerose opere lirichedi autori classici e contemporaneie ha realizzato numerose inci-sioni discografiche Per l’OnU hacantato a Ginevra alla presenzadei rappresentanti di 186 nazioniin occasione del 10° anniversariodella Convenzione sui diritti deifanciulli e a Milano alla presenzadell’allora Presidente della re-pubblica Giorgio napolitano peril 150° dall’Unità d’Italia.

Domenica 13 ottobre ci è stataregalata la presenza di due coriprestigiosi e la partecipazionestraordinaria delle soliste AmorLilia Pèrez (mezzo - soprano) eLourdes Martìnez (soprano), chehanno eseguito il Gloria di An-tonio Vivaldi e la Missa brevis diJacob de Haan. Il Coro Orlandodi Lasso di Milano nasce nel 1987con l’obiettivo di promuovere ilcanto corale a livello amatoriale,e attualmente conta venti elementied esegue prevalentemente mu-sica classica, ma ha anche unalunga tradizione di apertura allamusica popolare. Il Coro Polifonico Pieve d’Isoladi Ossuccio si è costituito nel1996 ed è composto da circa ven-ticinque elementi. Si è dedicato,fin dall’inizio, allo studio dellamusica sacra polifonica, sia a cap-pella che con accompagnamentostrumentale.

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Una bella esperienza

Che cos’è Lourdes?

C’è chi sa che è un luogo diculto, ma il perché, chi losa davvero? nel febbraio

1858 Bernadette Soubirous, ra-gazza giovane e povera, e senzaquasi istruzione, si reca con suasorella e un’amica alla grotta diMassabielle, a pochi passi dal-l’abitato di Lourdes, che ve-niva usata come discaricadall’ospedale ed era piena diossa, cerotti, garze, legna.Bernadette era una debole disalute, quindi, visto che perraggiungere la grotta biso-gnava attraversare il freddofiume Gave, lei attese le suecompagne sulla riva. Ad uncerto punto sente un soffiodi vento e ammaliata dallavista di una “bella signoravestita di bianco” si inginoc-chia. La “bella signora” lefece una richiesta: tornarealla grotta per i successiviquindici giorni, e così feceBernadette. nelle diciassetteapparizioni seguenti rice-vette altre richieste, comescavare con le mani nellaterra della grotta e bere l’ac-qua che vi avrebbe trovato.Questa sorgente e la grotta,sono tutt’oggi esistenti ed è in-credibile quanta fede dimostrinole persone col voler passare lamano su quella pietra. Ora in-torno alla grotta è stato costruitoun santuario, sempre su richiestadella “bella signora”. è un luogoveramente speciale, carico di spi-ritualità, emozioni e tante storiedifferenti, ed è pieno di personeche vengono da tutto il mondoper lodare Maria, Madre anchedi ognuno di noi. Tutte queste

persone così diverse, sono peròaccomunate da una fede e unasperanza uniche. Lourdes è lamessa in pratica della fede. Peruna settimana è come se ti iso-lassi dal resto del mondo: vivi to-talmente immerso nella spiritua-lità, nella vita degli altri, nel

servizio e nell’aiuto del prossimodimenticando i tuoi problemi ele tue preoccupazioni.Vivere Lourdes e fare servizio tiriempie completamente il cuoree ti spinge ad essere migliore an-che nel tuo quotidiano.noi tre ragazzi, siamo partiti peril secondo anno di fila in treno:appena arrivati in stazione, conle dame già in divisa, ti senti su-bito accolto in un ambiente fami-liare. Qui ha inizio il pellegrinag-

gio. raggiunta Lourdes si partesubito: dame che servono i pasti,infermieri e medici volontari, chifa servizio in sala, chi invece se-gue le necessità dei pellegrini edei malati durante le funzioni:insomma, non si sta mai “con lemani in mano”! Le giornate pa-iono molto lunghe visto che ci sisveglia presto e si va a dormirerelativamente tardi; magari ilprimo giorno ti pesa, ma dal se-condo quella stanchezza la vivigià diversamente: la trasformi innutrimento per il cuore. Duranteil giorno incontri tante personeed ognuna di quelle lascerà unpiccolo segno nella tua anima.Basta una parola, una carezza,uno scherzo o magari anche una

risposta brusca, ma unadelle parti più belle del pel-legrinaggio è appunto que-sta: ogni cosa che fai, che siaper te o per gli altri, serve atutti in un modo o nell’altro.relazionarsi, ascoltare, co-noscere, essere disponibile,lasciarsi trasportare sono unpo’ le “istruzioni” da se-guire per vivere appienoquesto pellegrinaggio. La fede è un ingrediente im-portante, ma non indispen-sabile: abbiamo conosciutoun ragazzo, Simone, chenon è mosso dalla fede, madalla voglia di vivere ognianno questo spirito di altrui-smo e solidarietà che dasenso alla sua vita. «Non vi-vrò più un solo istante senzapassarlo amando» è il propo-sito al quale Bernadette halegato il suo cammino di

santità: aiutare, sostenere, accom-pagnare con Fede e Amore i pel-legrini e i malati è la traduzionepratica di questa frase da partedi chi fa servizio a Lourdes. Il no-stro invito è rivolto a tutti coloroche hanno il coraggio di dedi-carsi al prossimo, vivere l’altrui-smo, la gioia di fare del bene emettersi in gioco per sé stessi eper l’altro.

Alice e Valentina Vergani, Pietro Fraticelli

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Quando cinque anni fa, par-tecipai per la prima voltaalla festa delle Stimmate

rimasi un po’ sconcertata, di-giuna com’ero della vicenda ac-caduta a san Francesco, appunto,la notte delle stimmate. La miaprima domanda fu: “Come èpossibile che un Dio buono e mi-sericordioso possa infliggeretanta sofferenza a un essereumano?.” Allora non capivo, sa-pevo poco o niente della vicendaspirituale di san Francesco. Fra’Paolo mi indirizzò: “Dice il bio-grafo di Francesco - Così il veraceamore di Cristo aveva trasfor-mato l’amante nell’immaginestessa dell’Amato - tutto qui ilmistero delle stimmate”. Da lìiniziò il mio studio per appro-fondire sempre più la cono-scenza e il mistero della vita diFrancesco con la lettura intensae serrata, la partecipazione ai “sa-bati francescani” tenuti allaCreta, ai pellegrinaggi in terrad’Umbria, in lungo e in largosulle orme di Francesco. Uno deiprimi libri che mi appassionò, ol-tre agli scritti di Francesco, è statoNostro fratello d’Assisi, storia diun’esperienza di Dio, di IgnacioLarranaga; leggendo più volte al-cuni capitoli, tra cui quello dedi-cato alla notte delle stimmate, miritrovavo gli occhi pieni di la-crime. Pian piano cominciai acomprendere. Il Signore ha messo un seme nelcuore di questo scapestrato ra-gazzo dell’“Assisi-bene” di queltempo e non fu assolutamente fa-cile per Francesco capire il pro-getto immenso che Dio gli riser-vava. Fino ad arrivare a quella

deva sul poverello. Francesco si sen-tiva prossimo alla morte, all’estremodella vita. Improvvisamente provòl’impressione che gli fosse caduto unfulmine sul corpo, diede un gridostraziante, poco dopo un secondo ful-mine si abbatté con la forza del fuocosul suo corpo e questo si rinnovò peraltre tre volte successive. Francescopensò che fosse arrivata la sua ultimaora e di essere già ridotto in cenere.“Mio Gesù crocifisso - disse - scaricasenza pietà su di me tutti i dolori.Ancora, Signore, ancora perché vo-glio porre fine a tutti i dolori degliuomini, trasformandoli in Amore!”.Ma non ce n’era bisogno. Tutto eracompiuto. Francesco era crocifisso».nella veglia di preghiera di mar-tedì 17 settembre, animata dallafraternità dell’Ordine france-scano Secolare della Creta, ab-biamo fatto tesoro di un altro in-segnamento: dopo aver ricevutole stimmate, Francesco non vollemanifestare quasi a nessuno ilsuo straordinario segreto e di-ceva spesso a chi gli chiedevaconto: «Il mio segreto è per me, ilmio segreto è di Dio! Beato quelservo che custodisce nel suo cuore isegreti del Gran Re!». In un tempoin cui è ormai d’uso comune“mettere tutto in piazza” su so-cial e forum o semplicementeparlare ad alta voce al cellularein pubblico, impariamo da Fran-cesco a custodire le “nostre stim-mate”, molto più piccole natu-ralmente, ma intime e segrete,deponendole nel cuore e nellemani del Gran re.

notte di settembre del 1224: Fran-cesco è nel buio totale della suavita spirituale e fisica e chiede alsuo Signore di farsi sentire, disvelarsi in qualche modo; l’au-tore Larranaga immagina un col-loquio spirituale di Francescocon Gesù Crocifisso che, forse,non si discosta molto da quel cherealmente avvenne e che fa ve-nire i brividi. «Francesco pregavae diceva: “Vorrei dirti questa notte,mio Signore, le parole più profondeche all’uomo è concesso di pronun-ciare. Gesù crocifisso, la mia terra èpronta a ricevere qualsiasi tempesta.Puoi scaricare su di essa tutti i lampie fulmini che tu credi convenienti.Vorrei “essere” te. Manda, Gesù, peril torrente del mio sangue il tuo tor-rente d’amore. Fa della mia carne unrogo di dolore e del mio spirito unfuoco d’amore. Mi piacerebbe, Gesùcrocifisso, salire fino a quella croce,strapparti i chiodi e mettermi, al-meno per un momento, al tuo posto.Da quel posto vorrei abbracciare ilmondo, amare tutti gli uomini,amare e soffrire per loro. In questanotte vorrei, da lì sopra coprire ilmondo con il manto della pace.Gesù, venga su di me tutto il doloredel mondo perché possa essere tra-sformato in amore totale e che nes-suno più sia visitato dal dolore e cheil mondo sia avvolto dalle bracciadella dolcezza”. Così passò la notte.Quando i primi albori annunziaronoil nuovo giorno, ci fu come uno scop-pio, fu un accordo fatto di dolore edi amore che entrò come una tempe-sta nelle arterie di Francesco. Dalcielo discese come una meteora in-candescente l’amato Gesù crocifisso.L’aria si riempì di dolcezza, Gesù erafuoco, energia, dolore, gioia che ca-

A proposito di Francesco...

La notte delle Stimmate

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Con il battesimo

sono nati

alla vita cristiana

16 16/06/2019 Eva CAPUTO17 29/06/2019 Tommaso ORSINI18 28/08/2019 Ethan STASI19 15/09/2019 Arianna PRADELLA

In nome di Dio

si sono uniti

in matrimonio

3 30/08/2019 Marco PACILETTI Sara MOUSSA 4 07/09/2019 Tommaso GAIFAMI Beatrice CANTONI 5 13/09/2019 Mattia SPALIVIERO Valentina FORCHETTA 6 21/09/2019 Domenico PACIELLO Chiara VIGANÒ 7 23/09/2019 Pietro MASURI Filomena CACCIOPPOLI

Sono tornati

alla casa

del Padre

48 16/06/2019 Angela GUELI Via Capinera, 6 - anni 9249 16/06/2019 Luciano ALOISIO Via Zurigo, 22 - anni 7050 24/06/2019 Roberto PINAZZI Via Zurigo, 20 - anni 7951 26/06/2019 Salvatore DI FINIZIO Cilavegna - anni 8452 08/07/2019 Roberta GUISLIERI Via Gonin, 25/B - anni 5053 14/07/2019 Ida FERRARI Via Pantigliate, 7 - anni 8654 14/07/2019 Carla Giovanna STUCCHI Via Berna, 21 - anni 9055 19/07/2019 Esterina GIUDA Via Inganni, 64 - anni 9656 20/07/2019 Paolo Sigfrido FRONTORI Via Zurigo, 24 - anni 91

57 21/07/2019 Raffaele CONTI Via Lucca, 24 - anni 8158 25/07/2019 Iris TORRIGIANI Via Capinera, 6 - anni 8859 29/07/2019 Teresa GHIZZONI Via Carozzi, 5 - anni 8560 31/07/2019 Margherita MESSA Via Inganni, 64 - anni 9261 09/08/2019 Mario Giuseppe INZIRILLO Via Capinera, 5 - anni 8562 13/08/2019 Mario GIORDANO Via Carozzi, 5 - anni 8763 26/08/2019 Stefano DE MARIA Via Inganni, 78 - anni 8864 17/08/2019 Maria CATTANEO Via Usignolo, 1 - anni 8365 21/08/2019 Laura Adele DE BIASI P.za S. G. B. Creta, 2 - anni 9866 21/08/2019 Paolo MARIANI Via La Valle, 9 - anni 9067 22/08/2019 Francesco GAMMINO Via Inganni, 52 - anni 6868 30/08/2019 Mirella BOFFA Via Pettirosso, 10 anni 9169 28/08/2019 Fabrizio FUSCO Via Zurigo, 65 - anni 4770 03/09/2019 Riccardo PASSERI Via degli Astri, 22 - anni 8171 08/09/2019 Carla RIGAMONTI Via Ciclamini, 6 - anni 9072 11/09/2019 Marisa AVALTRONI Via B. D’Alviano, 78 - anni 8073 12/09/2019 Giancarla FRIGERIO Via Ciclamini, 11 - anni 8074 13/09/2019 Concetta Diana Iolanda FALLÙ Settimo Milanese - anni 7075 19/09/2019 Tommaso DEL DUCA Via Saint Bon, 34 - anni 8576 21/09/2019 Giuseppa CAPELLETTI Via Zurigo, 24/4 - anni 9077 24/09/2019 Enrico RIZZI Via Berna, 21 - anni 9078 24/09/2019 Salvatore MANGIONE Via Berna, 21 - anni 78

vori siano terminati.Finalmente il governo ha ricono-sciuto l’ospedale come “Istitu-zione di carità”. Il camion vaavanti e indietro dalla capitalecon tonnellate di medicine che laDr.ssa Manuela, a fatica, acqui-sta un po’ da tutte le parti. Il lagodella turbina che produce ener-gia elettrica deve essere dragatoperché pieno di fango. Oggi gli ammalati come sempresono tanti e il reparto donne è alcollasso. La banca del sangue è

quasi vuota e ci sono 12 pazientiche necessitano di essere operatiurgentemente. Tante cose, tanteattività, tanti problemi e anchetante responsabilità. A volte il capogiro… ma an-diamo avanti un passo alla voltae con la piena fiducia nella Ma-donna e nella Provvidenza. Perdonatemi la lunga lettera, madesideravo condividere con voiqualcosa di Ikonda.Un caro saluto a tutti.

Padre Sandro

ULTIME DA IKONDA

Carissimi amici,la vita procede

come sempre qui al Consolatanonostante le piogge non dianotregua. Anche con le piogge ter-ribili e le strade impraticabili gliammalati giungono numerosiqui all’ospedale. In queste ultimesettimane abbiamo i reparti so-vraffollati con oltre 400 ricoveratial giorno. Gli ammalati arrivanoa tutte le ore del giorno e anchedella notte. Chi non ha visto nonpuò immaginare cosa vediamoqui.Spesso siamo testimoni di scenee di fatti che toccano veramenteil cuore. Uno fra i tanti è il casodi una bambina di 2 anni morsi-cata da un serpente ad un brac-cio. Dopo 15 giorni, la mamma,visto che la bambina non miglio-rava e che nell’ospedale dove eraricoverata volevano amputarle ilbraccio, ha intrapreso un viaggiodi oltre 450 km. Per giungere aIkonda. Ora la bambina è in tera-pia intensiva e si spera non solodi salvarle il braccio, ma anche lavita. Sono davvero tantissimi icasi da raccontare….I lavori di asfaltatura della stradasono bloccati per le piogge, e ledue compagnie cinesi che hannoin appalto i 110 km. di strada cheda njombe portano a Maketepassando per Ikonda, a causadelle piogge, hanno sospeso i la-vori e hanno dovuto creare unastrada alternativa per evitare al-cuni chilometri che erano impra-ticabili, e per questo abbiamoconcesso il passaggio nella pro-prietà dell’ospedale. Ci vorrannoalmeno 3-4 anni prima che i la-

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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 MilanoTel. 02.41.72.66 • Ufficio parrocchiale: tel. 02.41.72.67

DICEVA GIOVANNI ALLA FOLLA: «IN MEZZO A VOI C’È UNO CHE VOI NON CONOSCETE»

LA GIOIA DI METTERSI

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