Sguardo Di Fede Sul Corano Marcel Haddad

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SGUARDO DI FEDE SUL CORANO UNITÀ D'ISPIRAZIONE BIBLICO-CORANICA DEL DOTT. MARCEL HADDAD Questo libro è stato tradotto dall'autore dall'originale arabo. E’ indirizzato a tutti coloro che vogliono liberarsi dal giogo del fanatismo imposto da tradizioni religiose scadute e da pregiudizi arbitrari. E’ dedicato a tutti gli uomini di buona fede, assetati di verità e di giustizia, alla ricerca della fraternità. "Presentate le vostre prove, se siete sinceri." (Corano XXVII ; La Formica, 65)

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una lettura del corano

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SGUARDO DI FEDESUL CORANO

UNITÀ D'ISPIRAZIONEBIBLICO-CORANICA

DEL DOTT. MARCEL HADDAD

Questo libro è stato tradotto dall'autore dall'originale arabo. E’ indirizzato a tutti coloro chevogliono liberarsi dal giogo del fanatismo imposto da tradizioni religiose scadute e da pregiudiziarbitrari. E’ dedicato a tutti gli uomini di buona fede, assetati di verità e di giustizia, alla ricercadella fraternità.

"Presentate le vostre prove, se siete sinceri."(Corano XXVII ; La Formica, 65)

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DEDICATO

A MARIA VERGINENOSTRA MADRE E

MADRE DEL MESSIA

A FATIMAFIGLIA DI MAOMETTO

"LA MADRE DEI CREDENTI"

E

AI CREDENTI INDIPENDENTIDI OGNI RELIGIONE E RAZZA

(Traduzione dall'arabo dell'autore)

Diritti d'autore riservati

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INTRODUZIONE

La maggior parte della gente crede che vi sia differenza fra il Corano e la Bibbia. Tuttavial'ispirazione divina è unica, sia nella Bibbia sia nel Corano. Dio, che ha ispirato la Bibbia, Antico eNuovo Testamento, ha ispirato anche il Corano. Quest'ultimo attesta l'autenticità della Bibbia. Ladifferenza non è dunque nell'ispirazione ma nell'interpretazione. Dio dice nel Corano:

"Voi che avete ricevuto il Libro (la Bibbia) credete a ciò che Dio ha fatto discendere dalCielo (il Corano) che conferma quello che è presso di voi (la Bibbia)" (Corano IV; LeDonne, 50).

Questo libro è uno studio succinto del concetto autentico dell'Ispirazione divina. Invita ad aprirsicon fede all'ispirazione coranica e, attraverso questa, al Vangelo e alla Torah1, confermati dalCorano. E’ uno sguardo di fede sull'Ispirazione divina in generale per riunire i credenti per mezzodella scoperta dell'unità dell'ispirazione biblico-coranica. In effetti, il Corano conferma i suoi duepredecessori, la Torah e il Vangelo e testimonia che Dio è il solo ed unico ispiratore della Bibbia edel Corano:

"Il nostro Dio e il vostro è Uno e noi gli siamo sottomessi"2 (Corano XXIX; Ragno, 45).

Tuttavia, noi vediamo che le confessioni religiose hanno diviso cristiani e musulmani a causa delleloro tradizioni ereditate di secolo in secolo. Questa divisione, dovuta a queste tradizioni umane, nonsi è limitata alla comunità musulmana e cristiana, ma ha conquistato l'interno di queste comunitàsorelle, separando cristiani da cristiani e musulmani da musulmani. E’ per questo che io prego illettore di aprirsi con obiettività al contenuto di questo libro elevandosi al di sopra della mentalità delrito al quale appartiene, oltrepassando ogni mentalità confessionale ristretta, perchè lo scopo diquesto studio è liberarsi dallo spirito di congregazione confessionale e dal razzismo spirituale,inconsciamente infiltratosi in ognuno di noi. Possiamo liberarci da questo spirito malsano soltantoper mezzo della conoscenza di ciò che Dio ha veramente rivelato nei suoi Libri ispirati. Solo questaconoscenza è capace di liberarci dalle catene della tradizione e dai pregiudizi che ci fanno deviaredagli insegnamenti della Bibbia e del Corano.

Queste tradizioni e questi pregiudizi sono passati, col tempo nel sangue della gente e si sonotramandati di padre in figlio, accettati senza che la loro autenticità o la loro appropriatezza fosserostate discusse. Alcuni "credenti" vi si sono aggrappati al punto da uccidere ogni oppositore,considerando questi principi assolutamente intoccabili, senza nemmeno assicurarsi della loroveridicità. Noi abbiamo tutti sofferto di questa situazione, ignorando che queste tradizioni nonavevano alcun fondamento divino.

E’ dunque importante convincersi della necessità di ritornare alla Bibbia e al Corano per rendersiconto della falsità di queste dicerie sparse da certa gente per creare confusione come rivela ilCorano:

"E’ Lui che ti ha inviato il Libro (il Corano). Fra i versetti che lo compongono, alcuni sonofermamente stabiliti e contengono dei precetti: questi sono la base del libro, gli altri sonoallegorici. Quelli che hanno tendenza all'errore nel loro cuore, si attaccheranno alle allegorieper seminare la discordia e per il desiderio di interpretarli; ma Dio solo ne conoscel'interpretazione . Gli uomini consolidati nella scienza, diranno : -Noi crediamo (al

1 Il Corano impiega la parola "Torah"per l’insieme dei Libri dell’Antico Testamento.2 La parola "sottomessi"significa in arabo "musulmano". Islam significa sottomissione (a

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Corano), tutto ciò che esso racchiude viene da Dio. Solo gli uomini sensati riflettono-"(Corano III; Famiglia d'Imran, 5).

Certi capi religiosi si sono arrogati il diritto di monopolizzare l'interpretazione dell'Ispirazionedivina. Invece, l'interpretazione non é monopolio di nessun uomo. Secondo il versetto sopracitato"Dio solo ne conosce l'interpretazione ", ed è "Dio che guida" i suoi eletti, come dice ancora ilCorano nel capitolo XLII; Il Consiglio, 52.

In effetti, i sapienti religiosi ebrei si sono arrogati il diritto d'interpretare, essi soli, la Bibbia,impedendo ai credenti di applicare a Gesù le profezie messianiche- tuttavia chiare- che vi sitrovano.

Alcuni capi religiosi e teologi cristiani monopolizzano ugualmente il diritto d'interpretare ilVangelo, rifiutando di applicare le profezie esplicite che vi si trovano per denunciare l'ingiustaentità israeliana, manifestamente presa di mira da quei profeti. Questo atteggiamento colpevole -che è una contro-testimonianza verso Gesù è dovuta alla solidarietà dei Cristiani con Israele e con ilsionismo internazionale, denunciati tuttavia da S.Giovanni, essendo lo Stato di Israele l'Anticristoche deve apparire. (1 Gv.2,22)

Nello stesso modo, alcuni capi e sapienti musulmani monopolizzano il diritto d'interpretare ilCorano in favore di una tradizione cristallizzata che fa comodo a loro. Essi espongono delleinterpretazioni personali, non divine, che lasciano trasparire uno spirito fanatico e separatista. Ciòfacendo, impediscono agli uomini di comprendere i versetti coranici indipendentemente dalle lororistrette concezioni, tanto lontane dall'Intenzione divina. Si fermano davanti ai versetti "allegorici" eli interpretano a loro favore "per seminare la discordia".

Il Corano impone ai credenti di avvicinarsi ai soggetti sacri partendo dalla conoscenza dei "Libriluminosi ", poichè Dio ha ispirato questi libri come guida. L'uomo non deve dunque seguire inmaniera irrazionale ogni suggestione fatta per suscitare dissensi, senza ricorrere ad un "Libroluminoso", come raccomanda il Corano:

"Vi sono degli uomini che discutono di Dio senza conoscenza; essi seguono ogni demoneribelle…Vi sono degli uomini che discutono di Dio senza conoscenza, senza essere guidatida un Libro luminoso" (Corano XXII; Il Pellegrinaggio, 3 e 8).

Per questo, nella nostra discussione, noi abbiamo fatto ricorso a due libri luminosi : La Bibbia e ilCorano, affinchè la nostra fede non sia costruita sulle sabbie mobili delle dicerie che ci rendono"preda di ogni demone ribelle"e fanatico. Noi vogliamo costruire la nostra fede sulla roccia dellaconoscenza e della certezza. Allora noi fioriremo, perchè saremo esposti ai raggi che si sprigionanodalla sorgente divina e non sottomessi alle favole e a tradizioni solamente umane. Queste sono fatteper condannarci, dato che non hanno alcuna base nei "Libri luminosi". Per questo motivo quellesono state una sconfitta e hanno prodotto gli amari frutti della divisione tra fratelli. L'Intenzionedivina, al contrario, è di riunire i credenti per mezzo di un'ispirazione unica, non di dividerli a causadi tradizioni che essa disapprova.

"Signore fa fiorire il mio cuore "dice il Corano (XX; lettere T.H., 26). Il cuore fiorisce soltanto sesi libera dal giogo di una fede superficiale, frutto di tradizioni incartapecorite. Se aspiriamo allasalvezza, dobbiamo spogliarci di questa fede malsana, per abbracciare la fede reale, quella costruitasulla conoscenza dei "Libri luminosi". Questa conoscenza sarà la nostra guida nelle nostrediscussioni sulle questioni divine.

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Per comprendere la vera spiritualità dell'Islam dobbiamo prendere coscienza dell'abisso immensoche separa il Corano dalla maggior parte dei musulmani. Questo abisso è uguagliato soltanto daquello che separa la Bibbia dalla maggioranza degli ebrei e dei cristiani. I responsabili di questofossato sono i seguaci delle tradizioni rituali e del culto, preoccupati di salvaguardare un'ereditàreligiosa umana e un culto materiale, invece del culto "in spirito e in verità" voluto da Dio. (Gv. 4,24).

Il profeta Maometto ha detto nelle sue "Nobili Discussioni": "Verrà un tempo per gli uomini in cuinon resterà del Corano che il suo schema e dell'Islam che il suo nome. Questi si proclamano seguacidell'Islam e sono i più lontani da esso".

Il defunto Sceicco Mohamad Abdu disse anche a questo proposito : "Ciò che noi vediamo oradell'Islam, non è l'Islam. Hanno mantenuto, delle opere dell'Islam, solo un'apparenza di preghiere,di digiuno, di pellegrinaggio e poche parole deviate in parte dal loro senso. La gente è arrivata alristagno che ho menzionato a causa delle eresie e delle leggende che hanno intaccato la lororeligione e che essi considerano come religione. Che Dio ci preservi da quella gente e dalle lorocalunnie su Dio e sulla Sua religione, perchè tutto ciò che si rimprovera oggi ai musulmani nonappartiene affatto all'Islam : è qualche cosa di diverso che viene chiamato Islam." (Tradotto dal suolibro :"L'Islam e il Cristianesimo".)

Il Cristo, parimenti, ha posto la domanda ai suoi apostoli, parlando della fede alla fine dei tempi:"Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18, 8).

Egli ci avverte che l'amore di Dio sparirà dal cuore di molti uomini a causa dell'ingiustizia edall'empietà che prevarranno alla fine dei tempi (Mt 24, 12). Per questo Egli mise in guardia icredenti dicendo:

"Non è dicendomi : Signore Signore che entrerete nel regno dei cieli, ma facendo la volontàdel Padre Mio che è nei Cieli. Molti (falsi credenti) mi diranno in quel giorno (vedendomi incollera contro di loro) : "Signore, Signore, non è forse in tuo nome che noi abbiamoprofetizzato? In tuo nome che abbiamo cacciato i demoni? In tuo nome che abbiamo fattotanti miracoli? Allora io dirò loro in faccia : -Non vi ho mai conosciuti ; allontanatevi da me,voi che commettete iniquità-". (Mt 7, 21-22).

L'Apostolo Paolo certifica anch'egli, nelle sue lettere "che alla fine dei tempi sopraggiungeranno deimomenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, senzacuore…avranno l'apparenza della pietà ma ne disprezzeranno la forza". (2 Tm 3,1-5).

Cosi, l'Ispirazione divina ci mette dappertutto in guardia contro le pratiche vane e superficiali allequali sono attaccati molti credenti. Questi culti illusori sono sterili agli occhi del Giudice divino chenon accorda la sua misericordia a causa di tali atti d'ispirazione pagana, ma si lascia colpire dallabontà, dall'amore e dallo sforzo che ci vede compiere per arrivare a conoscere la verità e a praticarela giustizia.

Nell'Ispirazione evangelica, l'indice rivelatore della fede alla fine dei tempi è l'apparizione di una"Bestia" annunciata dall'apostolo Giovanni nel libro dell'Apocalisse. Questa "Bestia", cioè"l'Anticristo", è l'incarnazione delle forze del male e dell'ingiustizia nel mondo. Essa appare inPalestina, fino al cuore di Gerusalemme (Ap 11, 2 e 20, 7-9), dove essa raduna le sue armate e i suoisudditi "per la guerra"non per la pace. L'indice rivelatore della fede è il grado di entusiasmo usatoper combattere questa Bestia. Più la fede è grande, più si accresce il discernimento spirituale perriconoscere l'identità di questo mostro e s'intensifica l'impegno a combatterlo a morte. Per contro,una fede vacillante o assente conduce l'uomo a sottomettersi alla Bestia, dicendo, davanti alla sua

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apparente potenza :"Chi uguaglia la Bestia ? Chi può lottare contro di lei?" (Ap 13, 4). L'ispirazioneevangelica annuncia ai credenti la buona novella della loro vittoria sulla Bestia, l'Anticristo.

Io ho rivelato e dimostrato nel mio libro "L'Apocalisse smaschera l'Anticristo" che l'entitàisraeliana è questa "Bestia"che ha riunito le sue truppe sioniste dai quattro angoli della terra…per laguerra…in Palestina. Lo Stato d'Israele, questo prodotto artificiale formato di tanti pezzi, costruitosul delitto e sul sangue, simbolizza l'ingiustizia e il male. Esso va, però, verso la sua rovina.

I veri credenti, oggi, sono quelli che discernono l'identità della Bestia dell'Apocalisse ecomprendono che in essa s'incarna "il male assoluto", secondo l'espressione dell'Imam Musa Sard,che aggiunge: "Collaborare con Israele è un peccato". Ai nostri giorni i credenti sono quelli che sisollevano contro il nemico di Dio, il sionista insediato in Palestina occupandone tutto il territorio efacendo traboccare la sua ingiustizia fino al Libano del sud.

La Bestia apocalittica è la misura temibile per mezzo della quale Dio esamina il cuore dei credenti,per condannare coloro che collaborano con essa e benedire eternamente i cuori nobili e coraggiosiche la combattono con fede.

L'unità fra tutti i credenti si opera, oggi, per mezzo della loro unione contro lo Stato di Israele, ilnemico di Dio e del Suo Messia, Gesù di Nazareth. Il combattimento contro lo Stato di Israeleequivale ad un nuovo battesimo.

Anche l'ispirazione coranica ha annunciato l'apparizione di una "Bestia"alla fine dei tempi:"Quando la sentenza pronunciata su di loro (i non credenti) sarà presso ad essere eseguita,noi faremo uscire dalla terra una bestia che griderà : -In verità gli uomini non hanno credutofermamente nei nostri miracoli- " (Corano XXVII ; La Formica, 84).

Questa è la "Bestia" dell'Apocalisse. Maometto ha annunciato nelle sue "Nobili Discussioni"l'apparizione dell'Anticristo in Palestina, "riversandovisi da ogni luogo", come fu il caso degli ebrei.Il Profeta prosegue dicendo che essi attraverseranno il lago di Tiberiade e che questi "ciarlatani"inganneranno molti credenti. I veri credenti li combatterranno e trionferanno su di loro. Io hodimostrato nel mio libro "l'Anticristo nell'Islam", la relazione tra questo "messia ciarlatano" conl'entità di Israele, sostenendo i miei argomenti per mezzo delle "Nobili Discussioni" raccoltenell'opera dello Sceicco Sobhi Saleh "Mahnal el Waridin".

Molte false dottrine si sono infiltrate nelle fila dei credenti come tradizioni ferme e indiscutibili. Fraqueste figurano : a) la pretesa - alla quale credono numerosi cristiani- che il Corano contraddica ilVangelo, b) la pretesa - alla quale credono molti musulmani - che il Vangelo sia falsificato e che cisia una contraddizione fra i quattro Vangeli.

Certi Musulmani non prestano fede al Vangelo con il pretesto che è stato scritto dopo l'Ascensionedi Cristo. Ignorano che la potenza dell'ispirazione di Dio non si limita né alla presenza fisica delMessia nel mondo, né a un tempo o a un luogo preciso.

Tutte queste idee dimostrano l'ingenuità e l'infantilismo della gente capace di credere a tali frottole.

Noi abbiamo voluto in questo studio, entrare nel mondo dell'ispirazione per la porta del Corano.Attraverso di esso, siamo arrivati alla Bibbia. In tal modo abbiamo scoperto l'unità dell'ispirazionebiblico- coranica. Per questa ragione non comprendiamo perchè coloro che credono in uno di questidue Libri combattano coloro che credono nell'altro. E’ illogico accettare l'uno senza l'altro.

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Il Corano è il testo arabo della Bibbia

La trappola nella quale sono caduti cristiani e musulmani è l'idea che la religione del Corano siopponga a quella della Bibbia. Il Corano non è responsabile di questo equivoco. Al contrario, sipresenta come un riassunto del messaggio biblico, ispirato a Maometto in "lingua araba chiara",indirizzato agli abitanti dell'Arabia, perchè essi non avevano avuto - come i popoli della Bibbia - deimessaggeri divini per istruirli. Il Corano dice :

- "Il Corano è una rivelazione del Sovrano dell'Universo. Lo Spirito fedele l'ha fattodiscendere (dal cielo) nel tuo cuore (o Maometto), affinchè tu fossi uno degli apostoli inlingua araba chiara. Esso (Il Corano) si trova nei Libri (la Bibbia) dei primi (ebrei ecristiani ) " (Corano XXVI; I Poeti, 192-196).

Si deve notare che l'ispirazione coranica si trova già nella Bibbia che precede il Corano. Il Coranodunque non differisce dalla Bibbia poiché è emanazione della Bibbia. Esso differisce dalla Bibbiasolo per il fatto che é stato rivelato in "lingua araba chiara".

- "Così, abbiamo rivelato in arabo una Saggezza" (CoranoXIII; Il Tuono, 37)

- "Noi ti abbiamo rivelato un Libro (il Corano) in lingua araba affinchè tu ammonisca lamadre dei villaggi (la Mecca) e i suoi dintorni". (Corano XLII; Il Consiglio, 5 ).

- "Esso (il Corano) è la verità venuta dal tuo Signore, affinchè tu avvertissi un popolo chenon ha avuto profeti prima di te e perchè sia guidato sulla strada giusta". (CoranoXXXII; L'Adorazione, 2).

A dispetto di questi versetti chiari, certi fanatici desiderosi di convertire l'umanità ad un Islamintegralista si alzano per "difendere" il Corano, proclamando che non è solo per gli Arabi, ma per ilmondo intero. Dovrebbero piuttosto riferirsi ai testi coranici la cui ispirazione è indirizzata agliArabi della "Madre dei villaggi". Tuttavia, ma con uno spirito ben differente, noi sosteniamo che ilCorano è effettivamente una luce per il mondo intero, poichè il suo messaggio non è altro che ilmessaggio biblico. Ciò risulta dal versetto citato prima : "Esso (Il Corano) si trova nei Libri deiprimi" (Corano XXVI, I Poeti, 196). Maometto, come ogni profeta, fu inviato come guidauniversale, al di là di ogni confessione religiosa odierna.

La parola "Corano", in arabo, significa lettura, essendo quel libro santo una "lettura" araba dellaBibbia, il cui originale è in ebraico (per l'Antico Testamento) e in greco (per il Nuovo Testamento).Gli Arabi dell'epoca di Maometto ignoravano queste due lingue ; giustificavano la loro ignoranzadella Bibbia con il pretesto dell'incapacità di leggerla. Sostenevano anche, orgogliosamente, che seavessero potuto prendere conoscenza del messaggio biblico, sarebbero stati - per la loro intelligenzasuperiore - più eruditi degli ebrei e dei cristiani. Per tagliare corto con questi argomenti, Dio,dunque, ispirò il Corano "in lingua araba chiara", informandoli del contenuto del "Libro dei primi".Infatti Dio dice:

"Non direte più : -Due popoli (gli Ebrei e i Cristiani) hanno ricevuto le Scritture prima di noie noi eravamo incapaci di studiarle-. Non direte più : -Se ci avesse inviato un libro saremmostati più illuminati di loro-. Una dichiarazione evidente (il Corano) è dunque venuta a voi daparte del vostro Signore. Essa è la direttiva e la prova della misericordia divina. Chi è piùmalvagio di colui che considera menzogna i segni di Dio e distoglie la mente da essi ? Noipuniremo coloro che si allontanano dai nostri segni con un supplizio doloroso, perchè sisono allontanati dai nostri segni " (Corano VI; Il Gregge, 157-158).

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I versetti del Corano - che è una traduzione araba della Bibbia - sono stati "modellati"conprecisione, seguendo lo stile e la mentalità araba per essere meglio compresi dagli Arabi:

"E’ un Libro (il Corano) i cui versetti sono stati modellati (o esposti) per formare un Corano(una lettura) arabo per gli uomini che hanno intelligenza. Non ti vien detto niente(Maometto) che non fosse stato detto agli inviati (biblici) tuoi predecessori…Se avessimofatto di questo Corano un libro scritto in una lingua straniera, essi (gli Arabi) avrebberodetto :-Se almeno i versetti di questo libro fossero modellati in lingua straniera ed anche inlingua araba!- (al fine di comprenderli). Devi dire dunque (agli Arabi) : -Esso (il Corano inarabo) è un orientamento e un rimedio per coloro che credono-". (Corano XLI; VersettiEsposti Chiaramente, 2 e 43-44).

Nello stesso modo in cui il Corano è una lettura biblica modellata per gli Arabi, questa operatradotta dall'arabo dall'autore mira a presentare all'occidente il messaggio coranico modellatosecondo la mentalità occidentale. Il Corano, essendo una lettura della Bibbia, non aggiunge nientedi nuovo o di contrario a questa, poichè Dio non rivela a Maometto "niente che non sia già statodetto agli inviati, suoi predecessori", come si vede nei versetti sopra.

Il Corano, pero`, non contiene tutto il messaggio biblico, perchè Dio dice a Maometto :"Prima di te, Noi abbiamo mandato degli apostoli. Ti abbiamo raccontato la storia diqualcuno di loro e di altri non ti abbiamo detto niente…".(Corano XL; Il Credente, 78).

Gli apostoli, che sono menzionati nel Corano, lo sono anche nella Bibbia. E’ per questo che ho dettoche il Corano si presenta esso stesso come un' ispirazione riassunta della Bibbia e dunque non nedifferisce nella sua essenza.

Per questo, quando ai tempi di Maometto certi musulmani domandarono ad alcuni cristiani di farsimusulmani, essi risposero che erano già musulmani prima del Corano; la parola "Musulmano",infatti, significa in arabo « sottomesso a Dio »:

"Coloro ai quali abbiamo dato il Libro (la Bibbia) prima di esso (il Corano) ci credono;quando glielo leggono, dicono : -Ci crediamo! E’ la verità (che viene) dal nostro Signore.Noi eravamo musulmani prima della sua venuta…- Costoro riceveranno una doppiaricompensa…" (Corano XXVIII; La Storia, 52 e 54).

Notare l'espressione: "Noi eravamo musulmani prima della sua venuta" che significa che queicristiani non esitarono a dichiararsi musulmani, ossia sottomessi a Dio, prima della rivelazione delCorano. L'atteggiamento del Corano e di Maometto è di concedere una "doppia ricompensa" aquei credenti che, senza rinunciare al cristianesimo, si riconoscevano senza riserva tanto musulmaniquanto cristiani. La conclusione logica che deriva da questi versetti è che l'Islam, nell'ottica delCorano, è solo un altro nome del cristianesimo. Questo è confermato dal Corano stesso : "…Egli(Dio) vi ha prescelti e non vi ha imposto nella religione che vi ha dato, nulla di gravoso ; essa era lareligione del padre vostro Abramo ; Egli vi ha chiamati Muslim già in passato e qui (nel Corano),affinché l’Apostolo (Maometto) sia testimone contro di voi e voi siate testimoni contro gli altriuomini …"(Corano XXII; Pellegrinaggio, 77/78).

Facendo visita a una società sedicente musulmana, io fui coinvolto in una discussione nel corsodella quale dissi : "Io sono musulmano da prima del Corano". Uno degli integralisti presenti siadiro’ e disse : "Queste parole sono bestemmie !". Io risposi : "La differenza fra il Corano e voi èche voi giudicate le mie parole bestemmie mentre il Corano, al contrario, mi benedice perchè le hodette e mi dà una doppia ricompensa". Questo è solo uno dei molteplici esempi vissuti negli

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ambienti cosiddetti cristiani e musulmani. Queste esperienze mi hanno insegnato a discernere fra lavera fede e il fanatismo religioso.

In testimonianza dell'unità dell'Islam e del Cristianesimo, citiamo questi esempi:

- Il Corano considera musulmani3 gli apostoli di Gesù venuti al mondo sette secoli prima diesso: "E quando rivelai agli apostoli: "Credete in Me e nel mio Messaggero" (Gesù),risposero: "Noi crediamo e sii pure testimone che noi siamo musulmani"" (Corano V; LaTavola, 111).

- Abramo, venuto ventisette secoli prima del Corano, viene da esso considerato comemusulmano: "Abramo non era né ebreo, né nazareno (cristiano), ma era un veromusulmano (sottomesso)" (Corano III; La famiglia d'Imran, 60).

- Il profeta Maometto dice nel Corano: "Io sono il primo dei musulmani" (Corano VI; IlGregge, 163). L'interpretazione ufficiale riportata dal commento "Al Jalalein"4 spiega cheMaometto è il primo musulmano fra gli Arabi .

Il Corano consola il cuore di ogni credente con i versetti sopracitati della sura XXVIII; Il Racconto,rivelando l'apertura dei cristiani dell'epoca al Corano e la doppia benedizione elargita dal Coranoad essi. Dove trovare, oggi, in un mondo reso fanatico dai diversi culti e riti, una pari grandezzad'animo, dall'una e dall'altra parte? Se un cristiano osasse affermare di essere un musulmano primadel Corano, susciterebbe contro di sè la collera di moltissimi cristiani e musulmani tradizionalisti.Qui si vede l'abisso fra il disegno originale di Dio e le tradizioni umane deviate.

Il Corano dice agli Arabi : "Non fate controversie contro i popoli del Libro (La Bibbia) se non con ilmigliore (degli argomenti) a meno che essi non siano degli uomini ingiusti. Dite loro : Noicrediamo a ciò che ci è stato inviato (Il Corano) come a ciò che vi è stato inviato (La Bibbia). Ilnostro Dio e il Vostro Dio è Uno e noi gli siamo musulmani (sottomessi)", (Corano XXIX; IlRagno, 45). Il musulmano deve dunque credere nella Bibbia. Si deve sforzare senza sosta e concuore puro a scoprire "il migliore degli argomenti" per sostenere questa fede. È questa "la ViaRetta" (Corano I; La Aprente il Libro, 5).

Cristiano e musulmano sono due appellativi di una stessa verità. Infatti, essere cristiano significatestimoniare che Gesù è veramente il Messia . Il Corano attesta la stessa cosa. Essere musulmanosignifica abbandonarsi a Dio : questa è la disposizione che deve avere ogni cristiano.

Noi ci meravigliamo del comportamento di certi Arabi che escludono la Bibbia e la mettono fuoridalle loro frontiere. Ignorano forse che il Corano li condanna? Il Corano non predica un'altrareligione e non rivela un altro Dio diverso da Colui che ha ispirato la Bibbia. Chi è capace dicomprendere questa semplice verità compie un passo da gigante nella Via di Dio.

Alcuni pensano che il Corano dispensi dalla Bibbia e arrivano fino a disprezzarla. Altri dicono che èsufficente la Bibbia e disdegnano il Corano. Gli uni e gli altri hanno i loro argomenti e i loropretesti. Tutti cadono così nella trappola del razzismo religioso, disubbidendo così agli ordini di Dioin tutti i suoi Libri ispirati.

Il Corano non ha mai preteso di sostituirsi alla Scritture bibliche e anzi avvicina ad esse il lettoreebreo o cristiano: "Dì alla gente del Libro (la Bibbia): -Voi non vi appoggerete mai a niente disolido finchè non obbedirete alla Torah e al Vangelo-" (Corano V; La Tavola, 72). Il Corano spingeanche gli Arabi a conoscere la Bibbia ; Dio dice a Maometto :

3 Questa parola viene tradotta ora come "sottomesso" ora come "rassegnato"4 L’interpretazione del Corano "Al Jalalein" ufficialmente ammesso dal mondo arabo e musulmano come fa

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"Tu non sapevi cosa fosse il Libro (la Bibbia) nè la fede; Noi abbiamo fatto una sorgente diluce con l'aiuto della quale guidiamo coloro che fra i nostri servi ci piace guidare" (CoranoXLII; Il Consiglio, 52).

Nonostante la testimonianza più volte ripetuta del Corano in favore della Bibbia, molti dottimusulmani hanno interpretato i versetti del Corano senza ricorrere alla Bibbia. Per questo motivo leloro interpretazioni sono estranee allo spirito e alla logica dell'ispirazione divina e portano i germidella discordia e della separazione fra i credenti. L'ispirazione coranica si trova nei "Libri dei primi"e per conseguenza non è isolata dall' ispirazione biblica. Il profeta Maometto ignorava "la Bibbia ela fede", Dio perciò gli rivelò il Corano, per istruirlo nel messaggio biblico in lingua araba.

Ogni persona che legge la Bibbia e il Corano con obiettività, senza pregiudizi, si rende conto dellaparità dei due messaggi e delle due ispirazioni e crescerà in saggezza e perspicacia.

Certe storie raccontate nella Bibbia si ritrovano nel Corano e il Corano riporta unicamente storiebibliche, dalla Creazione fino alla fine dei tempi, passando da Noè, da Abramo, dalle dodici tribù,dalla rottura dell'alleanza da parte degli ebrei al Messia Gesù, figlio di Maria. Perchè dunqueallontanarsi da uno di questi due Libri, dato che la Bibbia dona un accrescimento di luce,rischiarando l'ispirazione coranica?

Un gran numero di persone discutono di religione e vi si dedicano con entusiasmo, ma questoentusiasmo ignorante non è rischiarato dal contenuto dei Libri ispirati. Essi, in tal modo, sismarriscono nelle trappole del fanatismo. Un atteggiamento come questo è un abominio agli occhidi Dio e dei suoi profeti.

Chi vuole discutere di religione deve saper prendere distanza e consultare la Bibbia e il Corano davicino, prima di lanciarsi in un dialogo che i fanatici trasformano in sfida e battaglia. L'ispirazionedivina, al contrario, comanda di discutere "per mezzo del migliore" degli argomenti e deicomportamenti. Quanti responsabili della religione calpestano questo comandamento del Corano,ignorando i Libri e tenendosi lontani dall'ispirazione con il pretesto di rispettarla? In tal modo essiseminano la discordia tra i fratelli credenti.

Seguendo questa riflessione, noi comprendiamo l'essenza dell'Islam partendo dalla definizione chene dà il Corano. La spogliamo così delle sovrastrutture tradizionaliste - aggiunte come parassitilungo il corso dei secoli e degli eventi - che hanno sfigurato la purezza dei suoi tratti.

Noi abbiamo perfettamente capito che agli occhi del Corano il musulmano è "colui che volge la suafaccia verso Dio e opera il bene. Costui ha afferrato un'ansa saldissima" (Corano XXXI; Luqman,21). Tale è l'essenza dell'Islam coranico. Ora, questo è il bene che si fa girando la faccia verso laBibbia, perchè Dio vi si trova come nel Corano. Felici gli uomini che si abbandonano a Dio,leggendo i suoi Libri, anche se questi uomini fossero credenti di qualsiasi religione: "Hannoafferrato un'ansa saldissima".

Bisogna dar rilievo al seguente fatto : gli Arabi prima di Maometto erano nell'impossibilità distudiare la Bibbia perchè era scritta in ebraico e in greco. Oggi la Bibbia è tradotta in arabo e inaltre lingue comprese dagli arabi (come l'inglese). Essi quindi non hanno più scuse per ignorarla.

Nello spirito di ciò che fu detto alle genti della Bibbia, noi diciamo oggi alle genti del Corano :"Non vi appoggerete a niente di solido finchè non osserverete la Torah e il Vangelo" perchè senzadi loro non afferrerete lo Spirito divino nel Corano (Corano V; La Tavola, 72).

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La pienezza dello spirito coranico non si può comprendere senza ricorrere alla Bibbia, che è la suasorgente. Noi crediamo che il Giudaismo della Torah, il Cristianesimo del Vangelo e l'Islam delCorano hanno una sola e unica sorgente. Non esitiamo a proclamare la nostra fede nell'Islam e nelsuo nobile profeta, Maometto. Noi gli siamo pure riconoscenti di avere fortificato la nostratestimonianza verso Dio, il Messia e il Vangelo.

Con questo studio, vogliamo inculcare senza compromessi lo spirito di mutua comprensione e diarmonia fra i veri credenti di tutte le confessioni, spiegando l'accordo totale che c'è fra la Bibbia e ilCorano.

I miei compagni ed io stesso, ben coscienti delle difficoltà e delle persecuzioni alle quali andremoincontro da parte dei fanatici delle diverse confessioni, abbiamo nondimeno giurato di andare avanticon pazienza e determinazione. Nel nome di Dio noi andiamo avanti, trascurando tutte leinterpretazioni strozzate e stiracchiate dei creatori di disordine. Ci siamo sforzati instancabilmentedi trovare "il migliore degli argomenti" e non lo perderemo di vista, perchè vogliamo soddisfaresolo Dio e la nostra coscienza, camminando così in questa "Via Retta" della salvezza spirituale.

I credenti di tutte le confessioni che giungeranno a liberarsi di tutti i pregiudizi verso i Libri santi,scopriranno con gioia che sono figli di uno stesso Dio, che sono fratelli e amici, dopo aver credutoper tanto tempo di essere nemici mortali.

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CAPITOLO I

I principi dello studio

Il nostro studio sull'Ispirazione divina è fondato sui seguenti principi immutabili:

1. Il ritorno al testo coranico stesso.2. La ricerca del senso spirituale del testo.3. La pedagogia divina dell'ispirazione.4. L'unità dell'ispirazione.

Rispettando questi principi nello studio dell'ispirazione biblico-coranica, giungeremo acomprendere l'Intenzione divina per scoprire finalmente l'unità delle due ispirazioni.

1. Il ritorno al testo coranico.

Dio esige dai credenti la prudenza nella ricerca della verità spirituale. Egli domanda loro diappoggiarsi sempre sui libri ispirati e di ignorare le dicerie propagate dai creatori di disordini. Dioci mette in guardia dicendo :

"Vi sono degli uomini che discutono di Dio senza averne conoscenza, senza aver ricevutonessuna direttiva, senza essere guidati da un Libro luminoso" (Corano XXII; IlPellegrinaggio, 8 ).

Il Libro luminoso al quale noi siamo ricorsi per comprendere lo spirito del Corano è il Coranostesso; noi confermiamo i nostri argomenti per mezzo di quel Libro ispirato e per mezzo dellaBibbia, allo scopo di manifestare l'unità che esiste fra i Libri ispirati. E noi di proposito nonprestiamo nessuna attenzione alla vane proteste di coloro che si compiacciono di controversiesuperficiali, risparmiando così il loro tempo e il nostro.

Questa necessità di ricorrere a un Libro luminoso fu sentita dagli stessi apostoli del Messia, perconvincere gli ebrei che Gesù era veramente il Messia annunciato dai profeti dell'AnticoTestamento. Infatti, l'ispirazione evangelica dice che gli ebrei che hanno creduto al Messia hanno :"… accolto la Parola (annunciata dagli apostoli) con gioia, e scrutavano quotidianamente ciò cheera stato scritto nei Libri, allo scopo di assicurarsi dell'esattezza di ciò che udivano". (At 17,11).

Il Messia aveva agito nello stesso modo con i suoi Apostoli dopo la sua resurrezione : " Egli spiego’loro, in tutte le Scritture, cominciando da Mosè e passando per tutti i profeti, cio’ che si riferiva aLui." (Lc 24,27).

Il credente avveduto deve dunque costantemente riferirsi ai Libri luminosi se cerca una direzionesicura, per fondare la sua fede sulla conoscenza, secondo l'esempio degli apostoli, suoi predecessori.

2. La ricerca del senso spirituale del testo

Dio ci ha comandato di cercare sempre il senso spirituale dei testi ispirati e ci ha messo in guardiacontro il trabocchetto dell'interpretazione letterale e ristretta, che fa deviare dall'Intenzione divina.L' ispirazione divina ha lo scopo di infiammare i nostri cuori e stimolare il nostro interesse per lavita spirituale eterna, che supera oltre misura la vita corporale. Per questo il Corano, dopo il

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Vangelo e la Torah, ci incita a diventare sensibili e ad aderire allo spirito attraverso la lettera. IlCorano dice :

"Vi sono alcuni che servono Dio, ma alla lettera. Se tocca loro un bene, prendono coraggio,ma se tocca un male, cadono faccia a terra, perdendo questo mondo e l'altro. Eccomanifestamente i perdenti " (Corano XXII; Il Pellegrinaggio, 11).

Ritroviamo il medesimo avvertimento nel Vangelo in uno stile differente : "La lettera uccide, loSpirito vivifica." (2 Corinzi 3,6). Il Messia ci raccomanda di non capire l'ispirazione alla lettera e dinon attardarci sul senso letterale, ma di elevarci verso l'Intenzione divina che si manifesta nelleparole profetiche, dicendo : "E’ lo Spirito che vivifica, la carne non serve a niente. Le Parole che iovi ho detto sono spirito e sono vita ". (Gv 6, 63).

Anche l'Antico Testamento ci invita a superare la lettera per raggiungere lo Spirito. Citiamo comeesempio la circoncisione e il digiuno. Il profeta Geremia (VI secolo AC) disse : "Circoncidetevi perJahvè, tagliatevi il prepuzio del vostro cuore" (Ger 4, 4).

Questo grande profeta aveva, dunque, capito che l'Intenzione divina nella circoncisione intendeva lapurificazione del cuore, non l'asportazione del prepuzio : un atto spirituale, non fisico, per lavarel'anima dai pensieri e dalle tendenze impure. E’ perciò che S. Paolo dice, sempre su questoargomento : "La circoncisione non significa niente, niente più della non- circoncisione; quello checonta, è osservare i comandamenti di Dio " (1 Cor 7,19). In effetti, coloro che osservano icomandamenti di Dio sono stati "circoncisi" con una circoncisione, non per mano di un uomo, mache si esplica nell'intero spogliarsi del corpo carnale" (Col 2, 11). Tale è la circoncisione spiritualeper mano di Dio, per purificare l'anima con il pentimento e la grazia. Questa non può essereparagonata alla circoncisione fisica, fatta da mano d'uomo, incapace di lavare l'anima dalle sozzure.

La circoncisione, il digiuno, i sacrifici, il pellegrinaggio… etc sono tutti dei simboli"allegorici" che evocano delle realtà spirituali; fanno parte delle "allegorie" che devonoessere interpretate spiritualmente, non letteralmente, come continuano a fare "quelli chehanno tendenza all'errore nel loro cuore, si attaccheranno alle allegorie per seminare ladiscordia e per il desiderio di interpretarli; ma Dio solo ne conosce l'interpretazione. Gliuomini consolidati nella scienza, diranno : -Noi crediamo, tutto ciò che esso racchiude vieneda Dio. Solo gli uomini sensati riflettono-" (Corano III; Famiglia d'Imran, 5).

Il Corano rivela che l'interpretazione delle "allegorie" è conosciuta solo da Dio. Come dunquealcuni osano interpretarle in una maniera e in uno stile che suscitano la zizzania e la divisione trafratelli? Noi però non presentiamo un' interpretazione personale ma abbiamo fatto ricorso allaParola di Dio nella Bibbia, e particolarmente nei libri del Vangelo. Lì abbiamo trovatol'interpretazione di Dio stesso concernenti le "allegorie" e ciò dalla sua stessa "Parola deposta inMaria" (Corano IV; Le Donne, 169). La parola di Dio s'incarnò in Lei per illuminare il mondoriguardo all'intenzione di Dio nella sua ispirazione. Questa Parola benedetta non sbaglia mai, superae confonde ogni interpretazione umana. Solo "gli uomini sensati che riflettono", che sono apertiliberamente e senza costrizioni sull'insieme dell'ispirazione biblico-coranica, perverranno a istruirsidi questa Parola Divina. Tutti coloro che sono caduti nelle reti del fanatismo possono liberarsi diquesta schiavitù infernale se si lasciano guidare dalla Parola totale di Dio. Eviteranno così ilgiudizio severo di Dio e glorificheranno allora la sua santa ispirazione biblico-coranica ripetendocon il Corano: "Ci crediamo, tutto ciò che esso racchiude viene da Dio".

Quanto al digiuno, il profeta Isaia (VIII secolo A.C.) l'aveva da tempo spiegato dicendo chel'Intenzione divina non mirava al bere e al mangiare, ma alle opere di giustizia. "Voi non sapetequal’è il digiuno che mi è gradito? Oracolo del Signore Jahvè ! Rompere le catene ingiuste,sciogliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, spezzare tutti i gioghi, dividere il tuo

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pane con l'affamato, accogliere i poveri senza tetto, vestire colui che vedi nudo e non allontanartidavanti a colui che è carne della tua carne " (Is 58, 6-7).

Sì, in effetti noi crediamo che il vero digiuno sia trattenere la lingua dalle parole vane, dallecalunnie che portano danno agli uomini; astenersi dal divorare i beni altrui. Questo è il nutrimentodal quale bisogna astenersi, come aveva detto il Messia : "Ascoltate e comprendete : non è ciò cheentra nella bocca a rendere l'uomo impuro, ma ciò che esce dalla bocca e proviene dal cuore; questorende l'uomo impuro. Dal cuore infatti, vengono disegni malvagi, omicidi, adulteri, stravizi, furti,false testimonianze, diffamazioni. Ecco le cose che rendono l'uomo inpuro. " (Mt 15, 10-20.)

Il Corano, ispirato per confermare il Vangelo, conferma queste parole sconvolgenti del Messia.Infatti, nella sura della Famiglia d'Imran sono riportate le parole del Messia indirizzate agli ebrei:" Io sono venuto a voi con un Segno del vostro Signore…che conferma cio’ che si trova nella Torahe per rendervi lecito una parte di cio’ che vi era stato interdetto". ( Corano III; La Famigliad'Imran, 44).

I discepoli di Dio capirono che nessun cibo è vietato né considerato impuro da Dio. La Torah e ilCorano menzionano questi divieti solo per preparare al concetto del puro e dell'impuro nelle azionie nei comportamenti umani, indirizzandosi a degli uomini che ignoravano Dio, il bene e il male.Per questa ragione, Dio ritorna su questo soggetto e chiarisce la sua intenzione sul puro esull'impuro nella sura La Tavola, spiegando che:

"Oggi, vi sono permesse le buone cose, il cibo di coloro a cui é stato dato il Libro ( laBibbia) é lecito anche a voi, come i vostri alimenti sono leciti anche ad essi ". ( Corano V;La Tavola, 5).

Dio conferma ancora questa Sua intenzione più avanti nella stessa sura:" O voi che credete, non dichiarate proibito il cibo buono di cui Dio vi ha permesso l’uso.Non divenite trasgressori. Dio non ama i trasgressori. Mangiate cio’ che Dio vi ha concessocome lecito e buono" ( Corano V; La Tavola, 89-90).

Bisogna costatare che questo comandamento si indirizza a coloro che credono, "O voi checredete", e non ai non credenti che trasgrediscono la volontà di Dio, non praticandolo. Siamo diquelli che credono alle parole del Messia che ha dichiarato " lecito una parte di ciò che era proibito"del cibo, come spiegato prima. Non siamo dei trasgressori. Noi crediamo anche in Maometto, il suocompagno di missione celeste, che fu inviato per confermare il Vangelo e le parole del Messia chevi si trovano.

In virtù di questa fede che è la nostra, siamo decisi a non vietare ciò che Dio dichiara lecito, perchèDio dice ancora nella sura La Tavola:

" Non vi è alcuna colpa per quelli che credono e fanno opere buone riguardo a cibi cheabbiano preso, quando temono Dio, credono e praticano le opere buone..." ( Corano V ; LaTavola, 94).

Fare il bene! E’ questo il puro che Dio prescrive. Fare il male! Ecco l'impuro che Dio proibisce.Così nella sura VI; I Greggi, Dio chiede a Maometto di dire:

" Venite, perchè io reciti a voi cio’ che il vostro Signore vi ha proibito : non associate a Luialtri dei...Allontanatevi dai peccati abominevoli…Non uccidete nessuno ingiustamente ; Diove lo ha proibito…Ecco cio’ che Dio vi ha ordinato : non toccate le sostanzedell’orfano…Date la misura esatta e il peso secondo giustizia…Quando pronunciate ungiudizio siate giusti ; cio’ Dio vi comanda perchè voi riflettiate. Sappiate che questo è la miaVia Retta ; seguitela e non seguite altre vie…" ( Corano VI; Il Gregge, 151-153).

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Da notare che non è una questione di cibo puro e impuro in queste prescrizione divine della ViaRetta. Bisogna dunque attualmente superare queste proibizioni culinarie e materiali, per mettere inpratica ciò che il Messia dice nel Vangelo di Matteo e nella sura La Famiglia d'Imran. Solo un cuorematurato nella sana fede all'ascolto delle direttive di Dio giunge a liberarsi per lanciarsi nella "ViaRetta" prescritta dal Corano.

L'ispirazione coranica sottolinea anche che il digiuno consiste nell'astenersi dall'ascoltare discorsimenzogneri e dal divorare il denaro degli altri:

"Coloro che Dio non avrà purificato nel cuore saranno coperti d'obrobrio in questo mondo esoffriranno nell'altro un castigo terribile: Gli ascoltatori di menzogne e i divoratori deldenaro illecito" (Corano V ; La Tavola, 40 e 46).

Dio dice anche nel suo Libro Santo :"Non consumate fra voi le vostre sostanze in cose vane, né offritele ai giudici perappropiarveli e consumare parte delle sostanze degli altri ingiustamente, sapendo il peccatoche commettete " (Corano II; La Vacca, 184).

Da questi versetti appare chiaro che la purificazione voluta è quella del cuore e il digiuno apparecome il dovere di astenersi dall'ascoltare le menzogne e dal "mangiare" il denaro ingiustamentesenza mai saziarsi e non di astenersi dal mangiare dei cibi materiali per un tempo limitato.

Mosè ha dato agli ebrei una legge, la Torah. Certuni testardi insistono anche ai nostri tempi aconsiderare questa legge alla lettera, rifiutando di aprirsi all'Intenzione divina. Questa preclusione liha isolati da Dio ed è il motivo principale del rifiuto di Gesù come Messia da parte degli ebrei. Essiattendevano un Messia guerriero, un politico autoritario e un economista geniale. Invece il Messia èvenuto a parlare di pentimento, d'amore verso gli altri e non di combattimento armato, del disprezzodelle richezze, non della loro importanza. Inoltre ha spiegato il concetto spirituale dell'abluzione(purificazione fisica per mezzo dell'acqua), del digiuno, del riposo del sabato e della legge mosaicain generale. I giudei fanatici, però, si sono aggrappati alla lettera alla legge e non al suo spirito eperciò hanno rifiutato di riconoscere quel Messia che li invitava a lavarsi alla sorgente delle acquespirituali, non materiali, ossia alle sorgenti del pentimento, le sole capaci di purificare il cuore dalleimpurità reali.

Ecco perchè Dio ci invita, nel Corano, a un esame serio di coscienza. Questo giustifica o condannaciascuno di noi. E’ riportato nella sura di Giona:

" Dì loro : -Avete visto i beni che Dio ha fatto scendere sopra di voi ? Voi ne avetedichiarato alcuni leciti e altri illeciti-. Dì :-E’ Dio che vi ha permesso di dire queste cose ovoi invece avete inventato questa menzogna contro Dio ? Cosa penseranno quelli cheinventano le menzogne contro Dio il giorno della Resurrezione ? Dio dona grazie agliuomini, ma la maggior parte di essi non gli è riconoscente." ( Corano X; Giona, 60-61).

Questi versetti sconvolgenti rivelano che è stato l'uomo, nella sua sciocchezza, che ha distinto"contro Dio", il permesso e il proibito. Quale sarà la risposta di ognuno di noi a questa domandafatta dal Corano ? E’ Dio che distingue fra ciò che è permesso e ciò che è proibito nei beni che Eglistesso ci dispensa o e’ lo spirito costretto dei cattivi credenti che attribuiscono questa menzogna aDio?

D'altronde e in ogni maniera, il Corano rivela che Dio è libero di cancellare ciò che Egli vuole neiLibri rivelati:

" Un libro fu mandato per ogni epoca ben determinata. Dio cancella o conferma cio’ cheEgli vuole. La madre del Libro si trova presso di Lui" .( Corano XIII; Il Tuono, 38-39.)

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Così, abbiamo visto che il Messia ha dichiarato "mondi tutti gli alimenti" ( Mc 7,19). In seguitoDio, riferendosi a tutti gli animali, ripetè a Pietro tre volte: "Ciò che Dio ha purificato, tu, nonchiamarlo più profano" ( Att 10,15-16). Anche Paolo ha chiarito la questione sul puro e sull'impurodicendo : " Non distruggere l'opera di Dio, per una questione di cibo. Tutto è puro, sicuramente…".( Ro 14,21). Conferma ancora questa verità al suo discepolo Tito : "Tutto è puro per i puri, ma per icontaminati e gli infedeli nulla è puro, sono contaminate la loro mente e la loro coscienza.Dichiarano di conoscere Dio, ma Lo rinnegano con i fatti …" ( Ti 1,15-16).

Il conflitto fra l'interpretazione letterale e quella spirituale è permanente. Dio non ci domanda diavere semplicemente fede nella Sua ispirazione, ma buona fede : cioè quella che si sottomette allaSua Intenzione. Dio è spirito e desidera l'elevazione del nostro spirito. Senza ciò noi non potremmomai, qualsiasi cosa facessimo per purificare il corpo, elevarci verso Dio. L'abluzione fisica fa partedelle "allegorie" e non è che il simbolo della necessità di una purificazione spirituale, ma è incapacedi produrla. Questa purificazione si ottiene tramite la fede e le opere buone.

I credenti che cercano il senso spirituale dell'ispirazione raggiungeranno il sommo della vitaspirituale; al contrario, coloro che si attaccano al significato letterale sono dei nani che "cadono afaccia in giù perdendo questo mondo e l'eternità." (Corano XXII; Il pellegrinaggio, 11). Come fa,dunque, il credente attaccato al significato letterale a non cadere "a faccia in giù ", confuso esconvolto, quando due frasi della medesima ispirazione sono contradditorie?. In verità questacontraddizione è solo apparente e resta sul piano letterale, ma questi stessi testi concordano sulpiano spirituale e nell'Intenzione di Dio.

Così, elevarsi verso l'intenzione spirituale è una necessità di salvezza, senza la quale si è sommersinella palude del significato letterale, impantanandosi nel fanatismo e nell'ignoranza, come è il caso,ahimè, di molta gente. Questa necessità di elevarsi verso l'Intenzione divina e il senso spirituale deitesti appare, in due passaggi sulla creazione, in apparenza dissimili :

"…Egli ha creato il cielo e la terra e tutto quanto si trova in essi nello spazio di sei giorni;poi si sedette sul Suo Trono." (Corano XXV; La Furquan, 60) (Furquan=Rivelazione)

Qui si parla di una creazione in sei giorni. In un altro capitolo troviamo :"Dì loro : -Non credete voi in Colui che ha creato la terra in due giorni …-". (Corano XLI;Versetti Esposti Chiaramente, 8).

Le interpretazioni che si sforzano di conciliare la creazione in sei giorni con quella in due giornisono comiche e fantasiose. Aggrovigliando vani ragionamenti sono oscure e non riescono aconvincere l'uomo riflessivo, dotato di una mentalità matura e accorta. Si allontanano, così,certamente dall'Intenzione di Dio nella Sua ispirazione.

Anche nell'Antico Testamento si trovano due storie sulla creazione. Il primo racconto parla dellacreazione in sei giorni, dove Dio creò Adamo ed Eva il sesto giorno, dopo aver creato gli animali ele piante (Genesi 1). Il secondo racconto dice esattamente il contrario : Dio creò Adamo daprincipio e lo pose nel paradiso da solo, poi creò il resto degli animali e infine creò Eva da unacostola di Adamo. Il racconto non fa menzione di nessun numero di giorni per la creazione (Gn 2).

Dunque, c'è contraddizione nell'ispirazione? No ! L'Ispirazione divina non si contraddice mai. Noidobbiamo comprendere che Dio, per mezzo di questi racconti, vuole semplicemente rivelareall'uomo politeista l'esistenza di un Creatore unico. Questa semplice verità, da sola ha suscitatol'odio contro coloro che l'hanno predicata. Lo scopo dei testi, pero’, è di rivelare all'uomo laconoscenza dell’unico Creatore e di mettere fine alla vana adorazione di idoli e al culto verso imolteplici dei della mitologia.

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Questo Dio unico, ci invita con la diversità dei racconti sulla creazione e le loro differenze letterali,a oltrepassare la lettera e ad elevarsi per raggiungere lo Spirito. L'importante non è sapere come fucreato l'universo, ma è sapere che c'è un solo Dio creatore da adorare. Non si tratta di soddisfare unacuriosità scientifica, ricercando nei testi sacri delle verità di ordine numerico (numero di giorni dellacreazione ecc…) e temporale, ma di comprendere il messaggio spirituale: l'esistenza di un Diounico e del modo di adorarLo. E’ proprio questo che l'ispirazione ci rivela.

3. La pedagogia divina nell'ispirazione.

Dio, come un padre verso i suoi figli, ha sempre fatto ricorso alla pedagogia nell'ispirazione perguidare i credenti, conducendoli gradualmente dal punto in cui si trovano fino alla maturitàpsicologica e spirituale dove Egli li vuole. Ogni credente accorto e perspicace constata che nelCorano Dio usa una pedagogia verso gli Arabi del VII secolo D.C. Questa stessa pedagogia fuapplicata da Dio agli ebrei e ai cristiani nell'Antico e nel Nuovo Testamento.

Gli Arabi della penisola araba non conoscevano la vita spirituale a causa della loro ignoranza sulleverità divine rivelate. Prima dell'apparizione del profeta Maometto, essi adoravano a La Mecca piùdi 360 idoli riuniti nella Qàaba, monumento cubico che contiene la "Pietra Nera ", che gli Arabicredono discesa dal Cielo.

Questi dei della mitologia araba mangiavano, si sposavano tra di loro e procreavano. Gli Arabicredevano dunque in una mitologia paragonabile a quella dei Greci prima della penetrazione delCristianesimo in Europa.

Non era possibile dare agli Arabi la pienezza della luce in un solo momento, a causa della lorolontananza totale dalla Verità divina. Nello stesso modo non è possibile all'occhio umano, che siarimasto per lungo tempo al buio, di aprirsi subito alla luce del sole senza esserne abbagliato, ossiaaccecato. Analogamente, occorreva dare gradualmente la Luce divina a costoro, che erano rimastiper tanto tempo nelle tenebre.

Dio, secondo la sua abitudine, agisce con saggezza per rivelarsi agli Arabi, non solo "in linguaaraba chiara," ma anche progressivamente. Fa come il maestro che istruisce il suo allievo a scuola,guidandolo attraverso le elementari e le medie fino al diploma di scuola superiore.

Il Creatore aveva seguito questo stesso metodo con Abramo, Mosè e gli ebrei della Torah, poi con icristiani nel Vangelo, rivelando a poco a poco l'essenza del suo Essere unico e spirituale. Questapedagogia si ritrova nel Corano, dove Dio rivela agli Arabi le verità bibliche con una finezza e unadelicatezza infinite, come un padre che educhi suo figlio verso la maturità. Per spiegare questo,esporremo due esempi della pedagogia divina, uno sui sacrifici degli animali e l'altro sulmatrimonio.

I sacrifici

Al tempo di Mosè, gli ebrei erano corrotti in Egitto dall'idolatria. Adoravano gli dei egiziani eoffrivano loro sacrifici su sacrifici. Per allontanarli da queste pratiche pagane alle quali si eranoabituati durante più di quattro secoli e per riavvicinarli gradatamente al Dio unico, Mosè, nellaTorah, diede loro un culto che consisteva in sacrifici fatti non agli dei egiziani, ma al Dio unico cheessi avevano dimenticato. Lo scopo di questi sacrifici non era di accontentare Dio, ma di allontanarei giudei dall'adorazione degli idoli. Fu il primo che doveva avvicinarli alla vera adorazione.

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Mosè non era capace nè di annullare bruscamente e definitivamente la pratica dei sacrifici, nè diconvincere gli ebrei della loro incapacità ad ottenere la misericordia divina. Essi, a quei tempi, nonpotevano comprendere l'essenza del pentimento, che consiste nell'avvicinarsi a Dio col perdono enon con i sacrifici.

Il secondo passo ebbe luogo più di cinque secoli dopo la partenza degli ebrei, quando Dio ispirò aisuoi profeti la vanità dei sacrifici e degli olocausti di animali, dichiarando che l'unico sacrificiogradito è quello spirituale. La vera offerta che è gradita a Dio è un'anima pentita che si rassegnainteramente alla Volontà divina. Davide, il re profeta, si rivolge così a Dio nel Salmo 51 (50):"Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la Tua lode; perchè non gradisci il sacrificio e,se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato,Dio, tu non disprezzi" (Sal 51(50), 17-19). In un altro Salmo Dio dice ancora: "Mangerò forse lacarne dei tori, berrò forse il sangue dei capri? Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all'Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno della sventura: ti salverò e tu mi darai gloria" (Sal 50(49), 13-15).

Nella Bibbia, Dio dichiarò per mezzo del profeta Geremia (VI secolo A.C) che Egli non aveva maipreteso sacrifici e olocausti, ma che desiderava che si seguissero i Suoi comandamenti. Infatti,Geremia così dice agli ebrei :

"Così parla Yahvè Sabaoth, il Dio di Israele : Aggiungete pure i vostri olocausti ai vostrisacrifici e mangiatene la carne ! Perchè Io non ho detto niente, nè prescritto nulla aivostri padri, quando Io li feci uscire dall'Egitto, riguardo all'olocausto e al sacrificio.Ecco invece quello che ho ordinato loro : Ascoltate la mia voce e allora Io sarò il vostro Dioe voi sarete il mio popolo. Seguite in tutto la via che Io vi prescrissi per la vostra felicità."(Gr 7,21-23).

Anche il profeta Michea, nel secolo VIII A.C aveva denunciato la vanità dei sacrifici dicendo :"Ti hanno fatto sapere, o uomo, ciò che è bene, ciò che Dio reclama da te : niente altro chedi compiere azioni secondo giustizia, amare con tenerezza e camminare umilmente col tuoDio" (Mi 6,6-8)

Il Corano a sua volta ci invita a superare i sacrifici di animali e a comprendere la reale Intenzione diDio: parlando dei sacrifici, dice:

"Dio non si commuove né per la loro carne, né per il loro sangue, ma si commuove per lavostra devozione" (Corano XXII; Il Pellegrinaggio, 38)

A dispetto di ciò, vediamo i "credenti" accorere a milioni versi quei luoghi di pellegrinaggio dovesono offerti un numero incalcolabile di montoni e d'altri animali a Dio che non è commosso "né perla loro carne, né per il loro sangue". Questo costume è più di natura sociale, che non spirituale emira molto spesso a soddisfare una società ipocrita che disprezza ogni vera religiosità nella vitaquotidiana.

Il matrimonio

Il matrimonio poligamico, presso gli Arabi dell'antichità era anarchico, allo stesso modo deldivorzio. Dominato dal capriccio degli uomini e dai loro istinti, il matrimonio esponeva la donnaalla più grande insicurezza ed a molti pericoli, poichè il divorzio era libero, la donna non ricevevanessuna indennità. Il ruolo indegno della donna negli Harem dell'Oriente arabo antico, non necessitadi commento.

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Il Corano, in una prima tappa, riduce il numero delle mogli e mette una legge sul divorzio, in virtùdella quale l'uomo deve risarcire la donna divorziata. Il matrimonio è limitato a quattro moglilegittime, a condizione tuttavia che il marito sappia essere giusto verso di loro, diversamente, nedeve sposare una sola. Qui appare la pedagogia divina, perchè la limitazione del matrimonio è in sèuna grande evoluzione per l'uomo arabo di quel tempo, evoluzione attraverso la quale erano giàpassati i popoli della Bibbia. Il Corano dice :

"Se voi temete d'essere ingiusti verso gli orfani, sposate poche donne: due, tre o quattro; mase temete di essere (ingiusti verso di loro) sposatene una sola… e assegnate alle donne(mogli) le loro doti di buon grado" (Corano IV; Le Donne, 3-4)

Si noti che il primo versetto comincia con l'attirare l'attenzione sugli orfani, aprendo così una viaverso l'altruismo. Poi, parlando del matrimonio, il Corano non solo lo limita, ma impone altresìall'uomo una dote da dare ad ogni sposa. Da una parte, questo fatto non incoraggia la poligamia,dall’altra innalza la posizione della donna esigendo che la dote la dia il marito, non la moglie, comesi faceva da lungo tempo, anche nell'occidente cristiano. Il Corano permette alle mogli di rinunciareliberamente a questa dote, in favore del marito:

"Assegnate alle donne le loro doti di buon grado e se esse preferiscono lasciarvene unaparte, disponetene comodamente a vostro agio" (Corano IV; Le Donne, 4)

Dopo aver limitato il matrimonio, il Corano raccomanda la monogamia. Riprendendo più tardi lostesso soggetto, esso presenta la monogamia come il solo mezzo per evitare ogni ingiustizia verso lemogli:

"Voi non riuscirete mai ad essere giusti verso le vostre mogli, neanche se ci state attenti."(Corano IV; Le Donne, 128).

E’ chiaro che Dio, con questo versetto, invita l'uomo alla monogamia. Dopo averloprogressivamente condotto dall'unione senza regola con la donna, passando attraverso il matrimoniocondizionato all'uguaglianza verso le quattro mogli, Dio alla fine gli prescrive la monogamia perchènon riuscirà mai ad essere giusto verso più mogli, "neanche se ci sta attento". Ogni credentesincero, che cerca di soddisfare Dio, e non i propri desideri, comprenderà questa pedagogia divina,se è maturo nella fede.

Così, vediamo con quanta finezza e delicatezza il Creatore introduce la monogamia nella mentalitàdegli Arabi. Tuttavia, la prima impressione, che resta ancora predominante in molti musulmani, èche la poligamia sia permessa dal Corano. In verità, è solo tollerata, finchè gli uomini nonraggiungano una certa maturità psicologica e spirituale. Dio concede così all'uomo, questa creaturach'Egli sa tanto fragile, il tempo sufficiente di comprendere, con l'esperienza, l'importanza dellamonogamia nella vita spirituale e temporale.

Osservando la società araba moderna, constatiamo la riuscita del piano pedagogico di Dio nellapratica della monogamia. La grande maggioranza degli Arabi, oggi, ha una moglie sola e lapoligamia è biasimata. Parimenti, il divorzio è disprezzato nella maggior parte delle famiglie arabee costituisce in generale l'ultimo rimedio nei casi molto gravi e seri. Grande è la differenza fra lasocietà islamica d'oggi e la società preislamica, dopo il passaggio del soffio vivificante del Corano.

Anche il Vangelo, adotta la stessa posizione pedagogica verso il matrimonio e il divorzio: i fariseiche praticavano liberamente il divorzio, interrogarono il Messia a questo proposito, per metterlo allaprova:

"E`permesso ripudiare (divorziare) la moglie per qualche motivo? Egli rispose : -Non aveteletto che il Creatore, fin dal principio, li creò uomo e donna- e disse : -così dunque l'uomoabbandonerà suo padre e sua madre per vivere con sua moglie e saranno due in una solacarne? Così essi non sono più due, ma una sola carne. Ebbene ciò che Dio ha unito, l'uomo

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non lo deve separare-. -Perchè dunque-, gli chiesero, -Mosé ha prescritto di dare alla moglieun atto di divorzio, quando la si ripudia?- E, rispose loro, -è per la durezza del vostro cuoreche Mosé vi ha permesso di ripudiare le vostre moglie, ma in origine non fu così …" (Mt 19,3-8 ).

Bisogna sottolineare l' atteggiamento infastidito degli apostoli quando ascoltarono queste parole.Essi dissero :

"Se questa è la condizione dell'uomo verso la donna, non conviene sposarsi. Egli rispose:Non tutti comprendono questo linguaggio, ma solamente coloro ai quali è concesso. Vi sonoinfatti degli eunuchi che sono nati così dal seno della madre, degli eunuchi che sono divenutitali per opera dell'uomo e degli eunuchi che si sono resi tali in vista del Regno dei Cieli.Comprenda chi puo’ comprendere !" (Mt 19, 10-12).

Da questa storia risultano due fatti importanti: il primo è che fu Mosé a permettere di dare l’atto didivorzio, non Dio. Mosé autorizzò questo come un passo pedagogico, una concessione temporanea,a causa dell'immaturità psicologica degli uomini di quel tempo, concessione che bisognavasuperare, più tardi, per ritornare allo stato d'origine come fu voluto da Dio e come l'ha spiegato ilMessia. Gli ebrei si attaccarono al senso letterale, rifiutando di elevarsi fino all'Intenzione divina.

Il secondo fatto da ricordare è che il Messia, partendo dal discorso sul divorzio e sul matrimonio, èarrivato più lontano, lodando la castità di coloro "che si sono resi eunuchi da soli per possedere ilRegno di Dio".

Questa espressione non implica un' operazione chirurgica né un celibato perpetuo, ma unmatrimonio improntato su sentimenti profondi e spirituali. Non si tratta più di appagare gli istintipuramente sessuali, ma di dominarli, fino all'incontro con il compagno o la compagna scelti da Dio.Essi si fanno così spiritualmente "eunuchi", che significa casti e fedeli nel matrimonio unico pertutta la vita.

Anche il Corano parla di castità quando dice : "Coloro che non possono trovare un coniuge, vivanonella continenza finchè Dio non li benefichi col suo favore (mandando lo sposo o la sposa)"(Corano XXIV; La Luce, 33).

Gli Arabi, al tempo dell'anarchia, disprezzavano la continenza e la castità prematrimoniale. Questavirtù era ignorata, ossia disprezzata al punto che quelli che la praticavano erano accusati dimancanza di virilità, come succede ancora oggi nei paesi cosiddetti cristiani.

Gli insegnamenti coranici hanno portato buoni frutti nei cuori di molti Arabi. Il Corano è l'ispiratoredell'evoluzione della società islamica, anche se alcuni dei suoi insegnamenti sono rimasti infruttuosipresso parecchi musulmani che si sono chiusi al vero spirito coranico. Ugualmente, il Vangelo nonha portato i suoi frutti nel cuore dei molti cristiani che disprezzavano la castità e la santità delmatrimonio.

4. L'unità dell'ispirazione.

L'ispirazione nella Bibbia e nel Corano è unica. Essa proviene da un solo Dio che si è rivelatoEgli stesso, manifestando la sua esistenza nei Libri dell'Antico e del Nuovo Testamento e nelCorano. E’ ciò che il Corano afferma, dicendo al popolo della Bibbia:

"Il nostro Dio e il vostro Dio è Uno e noi gli siamo sottomessi (musulmani )…" (CoranoXXIX; Il Ragno, 45).

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Da un unico Dio emana un'unica ispirazione immutabile e senza falsificazioni. Chi afferma ilcontrario è un bestemmiatore.

Per scoprire l'unità dell'ispirazione dei versetti biblici e coranici, bisogna superare le espressioni egli stili letterali diversi per cogliere il significato profondo spirituale, penetrando così nello Spiritodi Dio. Compreso questo punto importante, potremo essere testimoni del monoteismo, perchè non èné logico, né conveniente, testimoniare l'esistenza di un solo Dio senza essere testimoni dell'unitàdell'ispirazione.

Certi fanatici cercano di dividere quest'ispirazione spargendo rumori che mirano a suscitare odio econtrasti. I principali rumori sono i seguenti:

• Il Corano non è ispirato da Dio.• Il Corano abolisce la Bibbia.• Il Vangelo è falsificato.• Il Vangelo si contraddice a causa di pretese differenze fra i quattroVangeli,ecc…

Queste calunnie non hanno alcun fondamento nel Corano. Molti studiosi onesti hanno denunciatoquesti rumori. Fra questi, il defunto Sceicco Mohamed Abdo, antico capo della moschea El-Azharin Egitto. Egli certificò più di una volta l'autenticità del testo biblico.

Per scoprire l'unità dell'ispirazione bisogna rispettare due principi:

A) Ricollocare l'ispirazione nel suo contesto storico, geografico e sociale.B) Discutere per mezzo del "migliore" argomento, come dice il Corano.

Le migliori interpretazioni del Corano sono quelle che confermano la Bibbia. Tale è la "Via Retta"(Corano I; La Aprente il Libro, 5). Per contro, le interpretazioni coraniche che contraddicono lospirito biblico devono essere respinte, perchè sono in contraddizione con il Corano che proclamaautentiche le Scritture bibliche apparse prima di lui ; queste false interpretazioni sono la stradatortuosa che prendono coloro "che, errando, attirano l'ira di Dio" (Corano I; La Aprente il Libro 7 ).

A) Ricollocare l'ispirazione nel suo contesto.

Per compredere un'ispirazione, sia biblica, sia coranica, bisogna conoscere il profeta al quale Dioha ispirato il messaggio, la ragione per la quale questo messaggio è stato dato e il suo contestosociale e storico. Infatti, Dio dice nel Corano :

"Tutti i nostri apostoli sono stati mandati parlando la lingua dei popoli ai quali essipredicavano, per rendersi comprensibili. (Corano XIV; Abramo, 4).

Perciò bisogna conoscere il popolo, il tempo, la lingua di ogni profeta e la società in mezzo allaquale fu mandato, come pure il contesto storico, per comprendere la portata del messaggio ispirato.

Nel caso del Corano l'ispirazione fu data nella penisola araba, per informare i suoi abitantidell'esistenza di un Dio unico e dell'inesistenza dei lori dei mitologici. Il Corano annuncia agliArabi che quello stesso Dio si era fatto conoscere precedentemente ai popoli della Bibbia e chetramite il Corano, si presenta Egli stesso a loro e gli presenta la Bibbia in "lingua" o "lettura arabachiara" perchè essi seguano lo stesso cammino dei loro predecessori (ebrei e cristiani).

"Dio vuole spiegarvi chiaramente le Sue volontà e guidarvi nel cammino di coloro che vihanno preceduto…" (Corano IV, Le Donne, 31)

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Il cammino dell’Islam è dunque quello della Bibbia. Perciò Dio invita gli Arabi a credere non solonel Corano, ma anche nella Bibbia. Qui si manifesta l'unità dell'ispirazione.

"Credete in Dio, nel suo apostolo (Maometto), nel Libro che gli ha mandato (Il Corano) enelle Scritture discese prima di lui (La Torah e il Vangelo)…" (Corano IV; Le Donne, 135).

Credere nella Bibbia e nel Corano è una condizione per la fede monoteista e per realizzarel'unificazione dell'ispirazione. Credendo nell'autenticità della Bibbia, noi scopriamol'interpretazione corretta del Corano, dato che questo attesta l'autenticità della Bibbia.

Come mai alcuni vogliono affermare che la Bibbia e in particolare i Vangeli sono falsi, mentre ilCorano stesso afferma il contrario? Infatti il Corano dice:

"Coloro ai quali abbiamo dato il Libro (La Bibbia) lo leggono correttamente e ci credono equelli che non ci credono saranno votati alla perdizione " (Corano II; La Vacca, 115).

La nostra fede nell'unità dell'Ispirazione divina e nella protezione di Dio ci impone una fede nellaBibbia e nel Corano che deriva da essa. I partigiani della falsificazione della Bibbia contraddicono ilCorano. Infatti, come abbiamo visto, Dio dice:

"Coloro che non ci crederanno saranno votati alla perdizione." (Corano II; La Vacca, 115).

Noi vogliamo attirare l'attenzione del lettore sul fatto che il Corano testimonia in favore della lettura"corretta" del Vangelo, cioè "come è stato ispirato", secondo l'interpretazione coranica del"Jalalein". Il fatto che il profeta Maometto abbia sempre fatto ricorso a "coloro che leggono leScritture" (la Bibbia) quando gli veniva qualche dubbio sulla sua missione, aumenta ancora lanostra fede. Dio stesso lo guidava verso "i popoli della Bibbia", dato che il Corano nota:

"Se tu (o Maometto) sei nel dubbio su ciò che ti è stato inviato dall'Alto, interroga coloroche leggono le Scritture inviate prima di te. La verità da parte di Dio è scesa su di te; nonessere di coloro che dubitano" (Corano X ; Giona, 94).

Noi abbiamo provato a limitarci al Corano nella nostra ricerca della Verità, ma esso ci invita e cispinge a riferirci al Vangelo, dicendo :

"Dì : O gente del Libro: Voi non vi appoggierete su niente, finchè non osserverete laTorah e il Vangelo".(Corano V; La Tavola, 72).

Partendo dalla testimonianza del Corano in favore della Bibbia ci siamo fissati lo scopo dimanifestare l'unità dell'ispirazione in questi due Libri ispirati. Ci siamo sforzati senza sosta ditrovare il punto d'incontro fra il Corano e la Bibbia e, grazie a Dio, ci siamo riusciti.

B) La discussione per mezzo del "migliore degli argomenti"

Nel corso del nostro studio, siamo giunti alla seguente conclusione: ogni interpretazione coranicacontraria alla Bibbia si oppone allo spirito del Corano e deve essere scartata, poichè il Corano vieneper confermare la Bibbia e non per contraddirla.

Esistono 15 versetti coranici che rivelano che il Corano è stato ispirato per confermare la Bibbia ;di seguito 2 esempi:

1) " e credete in quello che rivelo (il Corano) che conferma la Rivelazione che è presso di voi (laBibbia)". (Corano II; La Vacca, 38. Vedere anche Corano II; La Vacca, 89, 91, 97, 101 nel testoinglese).

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2) "Egli ha fatto scendere a te, secondo verità, il Libro, confermando quello che Egli ha fattoscendere prima di esso (la Bibbia), ha fatto scendere la Torah e il Vangelo, prima del Corano,come guida per gli uomini". (Corano III; La Famiglia d'Imran, 2. Vedere anche Corano III; LaFamiglia d'Imran, 81/ Corano IV; Le Donne, 47/ Corano V; La Tavola, 48/ Corano VI; Ilgregge; 92/ Corano X; Giona, 37/ Corano XII; Giuseppe, 111/ Corano XXXV; Gli Angeli, 31/Corano XLVI; Al-Ahqaf, 12,30).

La nostra linea di condotta si ispira al comandamento coranico luminoso: "Non discutere se non permezzo del migliore degli argomenti" (Corano XXIX ; Ragno, 45). Ora il "migliore" degli argomentiè quello che dimostra che il Corano conferma la Bibbia e esso risiede nella scoperta dell'unitàdell'ispirazione biblico-coranica. Tale è la "Retta Via" degli eletti (Corano I; La Aprente il Libro,5) e "l'Ansa Saldissima" (Corano II; La Vacca, 257). Inoltre, ci siamo sforzati di trattare i temi conla massima circospezione, per non cadere nella trappola delle controversie per mezzo del peggioredegli argomenti, come fanno molti. Questi sono responsabili dell'allontanamento di molte personedal Corano a causa dei loro comportamenti insensati e fanatici. Essi sfigurano il vero volto e lapurezza dell'Islam e si caricano della responsabilità del traviamento delle anime, della divisione deigruppi. Questi dovranno rispondere del loro atteggiamento colpevole, nel Giorno del Giudizio,davanti al Trono di Dio, perchè si sono lanciati nel cammino tortuoso che prendono coloro "che,errando, attirano l'ira di Dio" (Corano I; La Aprente il Libro, 7).

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Commenti:

Il Corano ripete il comandamento biblico rivolto alla gente della Bibbia, Giudei e Cristiani, perdiffondere la conoscenza della Bibbia e non per seppellirla:

"Dio ricevette il patto di quelli ai quali fu dato il Libro (la Bibbia) dicendo:- Voi dichiarereteesso apertamente agli uomini e non lo terrete nascosto. Essi lo gettarono dietro le loro spalle,lo vendettero per un prezzo meschino; pero' ben triste è cio' che essi hanno acquistato-".(Corano III; La famiglia d'Imran, 184.)

Le guide dei popoli della Bibbia hanno ignorato il comandamento di diffondere la Luce Divinacontenuta in essa. Hanno tenuto questo Messaggio Divino ermeticamente nascosto, non spiegato, inmodo tale che gli uomini credono senza capire il motivo della loro fede, nè le profezie di cuiaddirittura ignorano l'esistenza. Il Corano certamente condanna queste guide, ebraiche e cristiane.

Ad ogni modo, cosa dobbiamo pensare delle guide religiose islamiche e arabe, che fanno finta dicredere nel Corano, e tuttavia hanno esiliato la Bibbia fuori dalle loro frontiere? Il Corano, pero',comanda esplicitamente "Voi dichiarerete esso apertamente agli uomini e non lo terrete nascosto",e dichiara che Dio maledice coloro che lo tengono nascosto:

Sura II; La Vacca, 159: "Coloro che nascondono i segni chiari che abbiamo inviato, e anchela Guida, dopo cio' che abbiamo manifestato alla gente nel Libro, Dio li maledice e limaledicono coloro che (in giustizia) maledicono".

Sura II; La Vacca, 174: "Coloro che tengono celata la rivelazione contenuta nel Libro eottengono con cio' un vantaggio infimo, quelli non introducono nei loro ventri se non ilfuoco; Dio non parlerà loro il giorno della Resurrezione, nè li purificherà e ad essi toccheràun castigo doloroso".

Ogni altro commento è superfluo.

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CAPITOLO II

I punti di controversia

In questo capitolo esamineremo i punti di controversia più importanti, oggetto di discussione fra ledifferenti confessioni. Queste affrontano, senza un sincero sforzo, la ricerca dell'unitàdell'ispirazione biblico-coranica. Ci dispiace che si trovino dei responsabili religiosi che siaffrettano a parlare delle verità rivelate senza conoscenza da parte loro, in maniera superficiale einfantile, sprovvisti di ogni pudore e di ogni maturità spirituale.

I principali argomenti e pregiudizi ai quali fanno ricorso alcuni cristiani fanatici per rifiutare ilCorano e il suo nobile Profeta, sono i seguenti:

1) Il Corano contraddice alcune verità evangeliche.2) La vita di Maometto (poligamia e guerre) dimostra che egli non è un profeta.

Noi daremo le prove che il Corano non si oppone a nessuna delle dottrine evangeliche. Un grannumero di cristiani è stato condotto a credere in questi errori a causa della falsa interpretazionepresentata da certi musulmani di alcuni testi coranici.

A partire dai principi d'interpretazione menzionati nel primo capitolo, scopriremo nelle pagineseguenti il pieno accordo e l'unità dell'ispirazione biblico-coranica. I cristiani perciò non hannoalcuna ragione giustificabile di rifiutare il Corano, come i musulmani di disprezzare la Bibbia. Inseguito, presenteremo la vita di Maometto a grandi linee, dimostrando che egli è innocente di tuttele false accuse scagliate contro di lui.

Abbiamo già menzionato succintamente le ragioni che hanno allontanato molti cristiani dal Corano;ecco ora i punti salienti sui quali si appoggiano certi musulmani per attaccare il cristianesimo:

1. La Trinità, cioè Dio Uno in Tre "Persone".2. Il titolo di Figlio di Dio attribuito al Messia.3. La divinità del Messia.4. La crocifissione e la messa a morte del Messia.5. La falsificazione della Bibbia (Antico e Nuovo Testamento).

L'importante in questi argomenti è sapere cosa ne dice l'ispirazione divina, perchè la nostradiscussione si appoggia su un "Libro luminoso", base solida, come consiglia il Corano. Seritroveremo questi punti in un Libro ispirato, ci crederemo, se no li rigetteremo. Dopo aver rispostoa ciascuno di questi punti, avremo, per questo fatto stesso, confutato gli argomenti presentati dacerti cristiani per rifiutare il Corano.

1. La Trinità

Dio si è rivelato nell'Antico Testamento come l'unico Creatore, nessun altro dio fuori che Lui. IlVangelo viene a confermare questa verità, aggiungendovi una sfumatura più profonda. Dio è unico,ma non è isolato da Se stesso e solitario. In compagnia della Propria Persona, Egli si rivela Uno inTre "Persone": Il Padre, la sua Parola ossia il Figlio e il suo Spirito. Infatti, San Giovanni dice alprincipio del suo Vangelo:

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"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era al principiocon Dio. Tutto fu fatto per mezzo di Lui e senza di Lui non fu fatto nulla…e il Verbo si èfatto carne ed ha abitato fra di noi" (Gv 1, 1-14).

Tali sono le parole dell'ispirazione evangelica. Esse ci fanno sapere che Dio ha una Parola, che èDio stesso. Dio e la sua Parola sono dunque una sola essenza, così come l'uomo e la sua parola sonouna sola persona. La Parola che si è fatta carne è Gesù il Messia, conosciuto anche dal Corano come"La Parola di Dio".

Nel Vangelo, il Messia ha raccomandato ai suoi apostoli di battezzare i credenti in Nome del Padre,del Figlio (la Parola di Dio) e dello Spirito Santo:

"Andate dunque, fate dei discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli in Nome del Padre, delFiglio e dello Spirito Santo" (Mt 28, 19).

Notate che il Messia non ha detto di battezzare « nei Nomi » al plurale, ma al singolare : « nelNome ». Dio è Unico e il Suo Nome è menzionato al singolare non al plurale. Ogni credenteconclude da queste parole che Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, o in altre parole, Dio – la SuaParola – il Suo Spirito.

Il Messia, prima di lasciare questo mondo, vedendo i suoi apostoli tristi al pensiero di questaseparazione, disse che avrebbe mandato loro lo Spirito Consolatore che L'avrebbe sostituto comeCompagno permanente:

"Io pregherò il Padre ed Egli vi donerà un altro Consolatore (lo Spirito Santo) perchè sia convoi sempre : lo Spirito di Verità….Io non vi lascerò orfani, tornerò da voi. " (Gv 14, 16-18).

I credenti compresero da queste parole che il Consolatore che doveva venire dopo l'Ascensione diGesù era lo Spirito di Dio, che è anche lo Spirito di Gesù: Dio Stesso. Per questo il Messia avevadetto : "Non vi lascerò orfani, tornerò da voi.", vale a dire sotto forma del Suo Spirito Consolatore.Egli voleva far comprendere che questo Spirito e Egli Stesso sono uno. Per questo, il Messia èriconosciuto dall'Islam come "la Parola di Dio" e "lo Spirito di Dio" :

"Il Messia Gesù figlio di Maria è l'apostolo di Dio e la sua Parola, ch'Egli depositò inMaria. Egli è uno Spirito che viene da Dio" (Corano IV; Le Donne, 169).

Certi credenti pensano che questo Spirito Consolatore promesso dal Messia ai suoi apostoli non siaaltro che il profeta Maometto. Questa interpretazione, pero’, è in disaccordo con il Corano e ilVangelo. Infatti, l'ispirazione evangelica dice che dieci giorni prima della sua Ascensione, Gesùmandò lo Spirito Santo sugli apostoli e "tutti allora ripieni di Spirito Santo cominciarono a parlarein altre lingue." (Atti 2, 4).

Questo versetto e altri versetti evangelici e coranici che riguardano lo Spirito Santo, non possonoessere applicati al profeta Maometto. Inoltre, il Vangelo e il Corano rivelano che lo Spirito Santo siposò su Maria, la Vergine, affinchè ella divenisse incinta del Messia:

- "L'angelo rispose (a Maria) : lo Spirito Santo verrà sopra di te e la potenza dell'Altissimoti prenderà sotto la Sua ombra…" (Lc 1, 35)

- "Il Messia Gesù, figlio di Maria, è l'apostolo di Dio e la Sua Parola ch'Egli depose inMaria. Egli è uno Spirito da Dio ". (Corano IV ; Le Donne, 169)

- "Noi inviammo verso di Lei (Maria) il nostro Spirito che si presentò a Lei sotto forma diuna creatura umana perfetta". (Corano XIX ; Maria, 17)

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Questo Spirito non può essere Maometto, che non era ancora nato. Questa falsa interpretazionesenza fondamento nelle scritture, non può dunque essere conservata.

Nell'Antico-Testamento, Dio rivelo’ la Trinità in un modo che non fu compreso se non con laRivelazione evangelica. Il libro della Genesi racconta l'apparizione di Dio ad Abramo sotto la formadi Tre Persone:

"Yahvé gli apparve alla Quercia di Mambre mentre egli era seduto all'entrata della tenda,nell'ora più calda del giorno. Avendo levato gli occhi, ecco che egli vide Tre Persone chestavano in piedi davanti a lui; non appena Le vide, corse all'ingresso della tenda adincontrarLi e si prostrò a terra. Egli disse: Mio Signore, ti prego (al singolare), se hotrovato grazia davanti ai tuoi (al singolare) occhi, non voler passare vicino al tuo (alsingolare) servo senza fermarti. Si porti un pò d'acqua e vi (al plurale) laverete i piedi e poivi stenderete sotto l'albero…"(Gn 18, 1-51).

Il fatto strano, in questa storia biblica, è che Abramo parla a queste tre "Persone" ora al singolare,ora al plurale, e sembra sbalordito davanti a questa visione trinitaria di Dio. Molti cristiani, all'albadel Cristianesimo, fecero confusione fra la Trinità (un solo Dio in tre Persone ) e il Triteismo (tredei).

Nell'ispirazione Evangelica, Dio ci invita a discernere la Sua Parola e il Suo Spirito nella suaessenza divina. L'essere divino è Dio, ovvero il Padre, la Parola che emana o nasce da Lui e in Lui(spiritualmente beninteso) è il Figlio e la mentalità di Dio (il suo stato di Spirito) è lo Spirito Santo.Questa "Parola" e questo "Spirito" sono la Parola e lo Spirito di Dio, non la parola e lo spirito dialtri dei. Questo è la Trinità: un solo Dio in tre "Persone", queste persone possono essere dinstinte,ma non separate.

Certa gente si domanda perchè tutte queste distinzioni e queste parole complicate. Rispondiamo:"E’ Dio che ha preso l'iniziativa di farsi conoscere, d'informarci di ciò che Egli crede utile, aproposito del suo essere divino. Il nostro dovere è di sforzarci di comprendere per riconoscere,infine, che non è poi così complicato come si pensa". Quanto al Triteismo è una dottrina chedifferisce totalmente dalla Trinità, poichè insegna l'esistenza di tre dei in tre persone divinedifferenti, nelle quali ciascun dio ha la propria essenza; come dire il dio del bene, il dio del male, eil dio del castigo, tutti e tre eterni e separati l’uno dall’altro. Questa, ben inteso, è un'eresiacondannata dagli apostoli, dai capi cristiani dei primi secoli e dal Corano. I Mormoni come anchealcune sette indiane credono nel triteismo.

Certi giudei di mala fede combatterono il cristianesimo fin dagli inizi, dividendo i gruppi per mezzodi eresie, una delle quali è il triteismo. Altre eresie sostenevano perfino che Maria, la madre delMessia, fosse una delle tre divinità. Questo triteismo, amalgama di cristianesimo corrotto e dipaganesimo, si sparse nei primi secoli della nostra era. Per questo, il Corano condanna questaapostasia, dicendo:

"E’ infedele colui che dice: Dio è un terzo di tre (interpretazione di "Jalalein": "Dio è uno diquesti tre. Gli altri due sono Gesù e sua madre. Una parte dei cristiani pensa questo") Nonc'è altro dio che il Dio unico." (Corano V; La tavola, 77)

Considerate che solo una parte dei cristiani sono presi di mira nel Corano. Il Corano spiega ancorache i tre adorati da questa setta sono Dio, Gesù e Maria:

- "Dio domandò: Oh Gesù, figlio di Maria, hai tu mai detto agli uomini: prendete come deimia madre, piuttosto che il Dio unico? Lodato sia tu, io non dico ciò che non è vero"(Corano V ; La Tavola, 116).

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- "O Popoli del Libro (la Bibbia); non passate i limiti della vostra religione: non dite diDio nient'altro che ciò che è vero: il Messia, Gesù, figlio di Maria, è l'apostolo di Dio e lasua Parola, che Egli depose in Maria: Egli è uno Spirito che viene da Dio. Credetedunque in Dio, ai suoi inviati e non dite che ve ne sono tre. (Dio, Gesù e Maria come perJalalein). Cessate (di dire ciò ). Sarà meglio per voi, giacchè Dio è uno solo. Che Egli sialodato." (Corano IV; Le Donne, 169).

Oggi, nessuna confessione cristiana crede che Maria sia una dea, nè che Dio sia un terzo di tre.Queste parole sono eretiche. Il vangelo non ha mai insegnato che Dio è un terzo di tre, poichè nonvi è che un solo Dio, l'essenza del quale è Dio, la sua Parola e il suo Spirito. Questo non significatre dei, ma un Dio in tre "Persone". Tutti coloro che arrivano a distinguere la differenza fra Trinità etriteismo, dimostrano di aver raggiunto una grande maturità di riflessione.

Ogni cristiano è d'accordo con il Corano nel dire:"Infedele è chi dice: Dio è un terzo di tre. Non c'è Dio, se non il Dio unico". (Corano V; LaTavola, 77).

Nessun cristiano degno di questo nome può dire tali parole eretiche. Al contrario deve reprimerequesto genere di pensieri, perchè Dio non è né "terzo", né "secondo", né "primo" di tre: Dio è uno enon vi è altro dio, se non Lui. Che Egli sia lodato! Noi siamo tutti con il Corano per respingere iltriteismo. Se il Corano avesse avuto l'intenzione di negare la Trinità, avrebbe detto : "Infedeli sonotutti coloro che dicono: Dio è Uno in Tre". Che i cristiani sappiano dunque che il Corano non liaccusa affatto di bestemmia a motivo della loro fede, né li prende di mira nei versetti citati prima.Che i musulmani sappiano anche questo del Corano e dei loro fratelli cristiani. Perchè dunquequesta repulsione reciproca, quando vi è accordo fra le Sacre Scritture?

Ecco uno chiarimento semplice sulla Trinità: l'uomo e la sua parola sono una medesima essenza,come lo sono l'uomo e il suo spirito. Dunque, l'uomo, la sua parola e il suo spirito sono unamedesima essenza. In maniera simile, Dio, la sua Parola e il suo Spirito sono Uno. L'uomo che dà lasua parola, dà se stesso totalmente: la sua parola, il suo spirito e la sua anima. Come l'uomo, la suaparola e il suo spirito sono uno, anche Dio, la sua Parola e il suo Spirito sono uno. Aggiungendol'uomo alla sua parola e al suo spirito, non si ottengono tre uomini ma un solo uomo nei suoi treaspetti. Anche l'uomo è dunque una trinità ed un' immagine ridotta della Trinità Divina. Non c'èniente di strano in questo poichè Dio creò l'uomo a Sua Immagine.

Esiste nell'uomo un movimento spirituale vitale fra lui e sé stesso: egli si consulta, esamina il suospirito e s'interroga ragionando. A volte è d'accordo con le proprie azioni, a volte le ripudia. L'uomonon è isolato dal suo pensiero, a meno che non sia in conflitto con sé stesso, colpito da malattiepsicologiche che rendono schizofrenica la sua personalità e lasciano vedere i segni dello squilibrio.L'uomo è una trinità, questo movimento spirituale che si nota in lui è perfettamente in armonia inDio.

L'ispirazione evangelica ci ha insegnato che il Creatore è Uno, ma non separato dalla suaPersonalità. Aperto verso Sé Stesso, è in compagnia della sua propria Persona, perfettamente inarmonia e in pace con Se Stesso, pienamente cosciente del suo Essere. Dio si ama perché sa diessere la Bellezza senza imperfezione. Tutti coloro che meditano su Dio con purezza di cuorerisentono dell'armonia infinita dell'Essere divino e scoprono il triplice movimento della Sua EssenzaUnica infinitamente amabile.

Dio, il Pensiero che Egli ha di Sé stesso e l'Amore del suo Essere perfetto, sono chiamati nelVangelo: il Padre (Dio), il Figlio (la sua Parola ovvero il suo Pensiero in Sé stesso) e lo Spirito(l'ambiente d'amore nel quale è immerso).

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Il Corano ci invita alla meditazione profonda sull'Essere divino, al fine di scoprire la sua Essenza.Coloro che rispondono all'appello spogliandosi totalmente di sé arrivano a discernere fra Trinità etriteismo e compiono un passo psicologico e spirituale gigantesco, che li rende adatti ad unirsieternamente a Dio, prendendo parte al suo Amore e alla sua Vita senza fine.

2. Il Messia e il suo titolo di Figlio di Dio

Molti sono urtati dal titolo di "Figlio di Dio" attribuito a Gesù, perchè dicono che Dio non ha figli,come gli uomini. Ora, la qualità di Figlio di Dio legata al Messia significa che Egli non ha un padreumano. Alla domanda : "Chi è la madre del Messia" ? La risposta è "Maria", invece "chi è ilpadre" ? La Bibbia e il Corano sono d'accordo nel dire che, poichè nessun uomo ha conosciutoMaria, nessuno ha il diritto di arrogarsi la paternità fisica del Messia. Vangelo e Corano sonod'accordo nel riconoscere questo fatto. Tale è l'intenzione del Vangelo nel dire che il Messia èFiglio di Dio, poichè Giuseppe era soltanto il padre adottivo.

Questa verità è confermata dall'Antico-Testamento e da molti profeti. Nel X secolo, prima dellanostra era, Dio inviò il profeta Nathan dal re Davide per annunciargli che sarebbe nato il Messiadalla sua discendenza. Dio dice a questo proposito:

"Io sarò per Lui un Padre ed Egli sarà per Me un figlio" (2 Samuele 7, 14 ).

Nell VIII secolo A.C. il profeta Isaia annunciò :"Ecco, la fanciulla (vergine) è incinta e partorirà un figlio" (Is 7, 14).

Queste profezie furono comprese solo con la nascita del Messia, Gesu’, dalla giovane vergineMaria.

Il Vangelo racconta che l'Angelo Gabriele annunciò a Maria che essa avrebbe dato alla luce unfiglio maschio. Essa si stupì domandando:"Come può accadere questo, se io non conosco nessunuomo? " L'Angelo le rispose: "Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti prenderà sotto laSua ombra; è per questo motivo che l'essere santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio "(Lc 1, 34-35).

Bisogna esaminare attentamente le parole dell'angelo che rivela la ragione per la quale il Messia èchiamato "Figlio di Dio", spiegando che lo "Spirito Santo" verrà su Maria, "è per questo motivoche Gesù sarà chiamato Figlio di Dio" non essendo figlio di nessun uomo.

Il Vangelo di Matteo ci fa sapere che l'angelo, apparsogli in sogno, certificò la verginità di Maria aGiuseppe che ne dubitava, dicendogli:

"Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere nella tua casa Maria, la tua sposa,perchè ciò che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lochiamerai con il nome di Gesù…Ora tutto questo avviene perchè si compia quell'oracoloprofetico del Signore: Ecco che la vergine concepirà e partorirà un figlio" (Mt 1, 20-23).

Dio ispirò questo fatto anche nel Corano, attestando la nascita miracolosa del Messia dalla vergineMaria per mezzo di un'azione divina, non umana:

"Come, ella (Maria) rispose, avrò un figlio? Nessun uomo mi si è avvicinato e io non sonouna dissoluta. Egli (l'angelo) rispose: accadrà così. Il tuo Signore ha detto: Questo è facileper me. Questo sarà il nostro Segno di fronte agli uomini e la prova della nostra

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misericordia. Il decreto è già stabilito. Essa divenne incinta del fanciullo e si ritirò in luogoisolato." (Corano XIX; Maria, 20-23).

Così il Corano certificò agli Arabi che la madre del Messia è vergine, poichè mise al mondo unfiglio senza intervento umano, ma su iniziativa e intervento divino. Questo caso unico nella storiadegli uomini ha valso al Messia, solo a Lui, il titolo di "Figlio di Dio", perchè ogni altro uomo ha unpadre e una madre. C' è solo l'eccezione di Adamo: Gesù aveva una madre mentre Adamo fu creato,dice la Bibbia, con del fango e della polvere. Adamo non ha né padre, né madre.

Come comprendere allora ciò che il Corano rivela nella sura dell'Unità di Dio:"Devi dire: Dio è uno, é il Dio eterno, non ha avuto figli e non è stato generato. Egli non haeguali". (Corano CXII; Il Culto Puro, 1-4).

Nostra risposta: Queste parole sono indirizzate ai pagani de La Mecca a proposito dei loro deimitologici, non ai cristiani a proposito del Messia. Infatti, questi pagani credevano che i loro deimangiassero, si sposassero e generassero figli. Il Corano viene per dire a questi, che Dio non è comei loro idoli, ma è eterno, non generato, né genitore di un altro dio, con l'aiuto di una compagna,anch’essa dea, che divida la sua divinità, come nella mitologia.

Il Corano stesso ci spinge a spiegare questi versetti come l'abbiamo fatto perchè rivela che Dio nonha delle compagne con le quali dorme per avere figli, come era il caso degli dei de La Mecca:

"Il Creatore del cielo e della terra, come avrebbe dei figli, Lui che non ha compagna, checrea tutte le cose e sa tutto? " (Corano VI; Il Gregge, 101).

Questo versetto coranico non mira a Gesù ma a coloro che hanno "attribuito a Dio delle condivinità:i "djinns" (spiriti e dei mitologici arabi), ma è Lui (Dio) che li ha creati! Gli hanno affibbiato deifigli e delle figlie (mitologici), senza sapere (che sono nell'errore)! Gloria a Lui! Egli è più grandedi ciò che descrivono!" (Coran VI; Il Gregge, 100). Per questa ragione, Maometto dice ancora nelCorano: "Se il misericordioso avesse un figlio, io sarei il primo ad adorarlo" (Corano XLIII;Ornamenti d'oro, 81). L'intenzione divina evidente in questi versetti mira ai figli dei "djinns", non alMessia nato dalla Parola del Dio unico del quale Maometto fu "il primo adoratore", essendo stato "ilprimo musulmano" della penisola araba come spiega il Corano.

Era difficile per gli Arabi dell’epoca preislamica comprendere le verità spirituali del Vangelo. Essierano immersi nei piaceri dei sensi e nei ragionamenti semplici, al punto di credere che i loro dei sisposassero e avessero delle concubine come essi stessi e anche "dei figli e delle figlie" come lorivela il capitolo "Il Bestiame". Il Corano viene a spiegare nella loro lingua e nella loro mentalità,mettendosi al loro livello, l'esistenza di un Dio unico che ha creato tutte le cose. Questo Dio non haaffatto bisogno di concubine per generare un figlio con un atto sessuale, poichè la sua potenzaspirituale è tale che con una sola parola crea ciò che vuole.

Gli Arabi non erano preparati a comprendere e ad accettare una creazione fatta per ordine divino.Dio viene a presentare questo fatto attraverso il Corano e spiega loro la differenza fra ilcomportamento dei loro dei e quello dell' unico Dio creatore:

"Dio non ha bisogno di avere dei figli (per mezzo di rapporti fisici come gli dei de LaMecca). Che Egli sia lodato ! Quando vuole una cosa dice : Sii ! Ed essa è." (Corano XIX;Maria, 36).

Il Corano dice ancora nella sura "Le Schiere" :" Se Dio avesse voluto avere un figlio, avrebbe scelto, fra cio’ che Egli ha creato quel chevoleva." ( Corano XXXIX; Le Schiere, 6 ).

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Ora, il Corano rivela che Dio ha scelto Maria allo scopo di avere un figlio:" Gli angeli dissero a Maria : "o Maria, Dio ti ha scelta in verità, ti ha resa pura e ti haprescelta tra tutte le donne dell’universo." ( Corano III ; La Famiglia d'Imran, 37)

" …L'Angelo disse a Maria: "Sono solo l'inviato del tuo Signore, incaricato di dare a te unbimbo puro" . Disse Maria : "Come avro’ io un bimbo se non mi ha toccato uomo ...?"Disse Gabriele : "Il Tuo Signore ha detto: questo è per me facile…e Noi faremo di Lui unSegno per gli uomini. Il decreto è già stabilito". Ella divenne incinta del fanciullo." ( CoranoXIX; Maria, 19-22)

E’ esattamente quello che è successo con il Messia: il Corano testimonia, come abbiamo visto, cheDio ha scelto la Vergine Maria per creare, nel suo seno e, attraverso la Sua Parola, il Suo Messiabenedetto. E’ li’ dunque, nel seno di Maria, che Dio dice al Messia "Sii !"ed Egli fu. Subito laVergine scelta fu incinta della Parola di Dio, come rivela la sura "La Famiglia di Imran":

"Gli angeli dissero a Maria: il Signore ti annuncia una sua Parola. Il suo nome è il Messia"(Corano III ; La Famiglia d'Imran, 40).

Così, il Corano viene a confermare la rivelazione evangelica a proposito del Messia:" E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi vedemmo la sua gloria,gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità." ( Gv 1, 14).

Spieghiamo infine quest'ultimo versetto coranico :"I giudei dicono : Uzair (Esdra) è il figlio di Dio, e i Cristiani dicono: 'il Messia è il figlio diDio'; questo è cio' che essi dicono con le loro bocche, imitando i detti di coloro che prima diloro non credettero; Dio li combatta! quanto vanno errati!" (Corano IX; Il Pentimento, 30)

Dobbiamo comprendere questo versetto, considerando il fatto che il Corano conferma la Bibbia enon la contraddice mai. Comportarsi in un altro modo significa deviare verso il peggiore degliargomenti e non verso il migliore, che rappresenta la "Retta Via" prescritta dal Corano. In questastrada luminosa noi comprendiamo il versetto nel modo seguente. Essi dicono : "Il Messia è il figliodi Dio, ma queste parole escono solo dalla loro bocca", cio' non è radicato profondamente nei lorocuori e non ha un effetto positivo sul loro comportamento spirituale quotidiano. Continuano avivere come pagani. Se queste parole provenissero dal profondo del loro cuore, essi avrebberocambiato la loro vita. Invece, si comportano come i pagani politeisti. Ripetono, ahimè, usando ilnome del Messia, cio' che i pagani dicevano prima di loro riguardo i loro dei mitologici chegeneravano figli e figlie. Questi "perversi" sono in tutto come pagani e meriteranno la stessacondanna. Anche al giorno d'oggi, non possiamo che notare la decadenza morale della maggiorparte dei cosiddetti Cristiani che dicono "il Messia è il figlio di Dio con la loro bocca", ma sicomportanocome figli del diavolo.

Il Messia stesso ha denunciato con forza nel Vangelo questi falsi credenti : "Ipocriti, bene profeto'di voi Isaia, quando dice : 'Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da Me; èvano il culto che essi mi rendono, impartendo insegnamenti che sono precetti di uomini" (Mt 15, 7-9).

L'intenzione dell'ispirazione divina nel dare al Messia il titolo di "Figlio di Dio" è dunque chiara:significa che Egli non ha padre umano. Questo è il vero senso spirituale confermato dalla Bibbia edal Corano. Chi vuole discutere in maniera fanatica, divide i credenti e ne porta intera laresponsabilità davanti al Trono di Dio. Quanto a noi, ingaggiati sulla "Via Retta", abbiamodimostrato, grazie alle Scritture, la vera Intenzione divina e l'unità dell'ispirazione, impiegando così"il migliore " degli argomenti che unisce i credenti.

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3. La divinità del Messia

Nessuno immaginava che Dio si potesse abbassare al punto di assumere la natura umana, perapparire in questo mondo e parlare all'uomo che Egli aveva creato, sotto forma umana, come Lui.L'essere umano, preda dell'orgoglio, rifiuta spesso di credere che la Maestà divina si abbassi allivello dell'essere creato.

Cosa dice l'ispirazione biblico-coranica a proposito dell'incarnazione divina?

L'Antico Testamento prepara i credenti a questa verità in due tappe: nella prima tappa, la Torahrivela la verità sull'esistenza del Dio Unico ; nella seconda, Dio parla ai profeti del Messia che Eglistava per mandare, presentandolo con caratteristiche soprannaturali d'eccezione.

Gli uomini prima della Bibbia, adoravano con paura e apprensione degli dei mitologici dittatori.

Nella prima tappa, la Bibbia ci presenta un Dio unico, tenero, misericordioso, che perdona ipeccati a chi si pente. (Es 34, 5-7). Egli è apparso ad Abramo e gli ha parlato, anche a Mosé e aiprofeti, mentre gli uomini che adoravano gli idoli tremavano di paura davanti ai loro dei e siannientavano davanti ad essi per manifestare la loro sottomissione.

Nella Bibbia, invece, Dio insegna agli uomini ad amarLo come un padre che veglia sui propri figli;nello stesso modo insegnò loro a temerLo solo se erano ingiusti : "Yahvé, Yahvé, Diomisericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore permille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senzapunizione…" (Es 34, 5-7). Il Corano, dopo la Bibbia, conferma questa verità rivelando che "Dio èbuono e misericordioso".

In una seconda tappa, Dio promette nella Bibbia d'inviare il Messia, come Segno della Suamisericordia, per strappare l'uomo all'inferno del fanatismo, dell'egoismo e dell'orgoglio. Egliannunciò ai suoi profeti la venuta di un Messia umile, ma in questa umilità risiedeva la suagrandezza. Dio ha attribuito al Messia dei nomi simbolici che rivelano la sua vera natura divina e lasua personalità umana eccezionale. Isaia (VIII secoli A.C) dice a proposito:

"Il Signore stesso vi darà un Segno: Ecco, la giovane ragazza (vergine) è incinta, partoriràun figlio e lo chiamerà Emmanuele." (Is. 7, 14).

Il nome "Emmanuele" significa: "Dio con noi". Così, con il Messia, Dio stesso è con noi. Isaiaattribuisce a questo bambino altri nomi eccezionali:

"Giacchè un bambino è nato, un figlio ci è stato donato; Egli ha ricevuto il potere sullespalle e lo chiamano Consigliere meraviglioso, Dio Forte, Padre Eterno, Principe dellaPace". (Is 9, 5).

Dio non ha mai dato il nome di "Dio Forte " e di "Padre Eterno" a un altro profeta. Nessun uomoragionevole oserebbe portare questi nomi. Al contario, noi troviamo nel mondo musulmano deinomi come: Abdallah, che significa "Schiavo di Dio", Abdulmassih, "Schiavo del Messia",Abdulnabbi, "Schiavo del Profeta". Per mezzo dei nomi divini dati al Messia, nell'AnticoTestamento Dio rivela la Sua propria venuta nella Persona del Messia.

La necessità dell'incarnazione di Dio appare nel grido che Isaia Gli rivolge, invitandoLo a venireEgli Stesso sulla Terra : "Ah! Se tu squarciassi i cieli e scendessi! " (Is. 63, 19).

Altre profezie, specialmente quella del profeta Michea (VIII secolo A.C.) annunciano la nascità delMessia a Betlemme. Michea dice anche che le sue origini sono eterne:

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"E tu Betlemme Efrata, il più piccolo fra i villaggi della Giudea, da te nascerà colui chedovrà regnare su Israele; le sue origini risalgono al tempo passato, al giorno dell'eternità."(Mi 5, 1).

Come fa il Messia, nato 750 anni dopo Michea, ad avere origini eterne? Questa profezia non fucompresa finchè non si compì. In effetti, Gesù in una viva discussione con gli ebrei, dichiarò :

"In verità, in verità vi dico : prima che Abramo fosse, io Sono" (Gv 8, 58).

Noi sappiamo che Abramo ha preceduto il Messia sulla terra di duemila anni. Come dunque puòaffermare di esistere prima di Abramo, se non è, come dice Michea, perchè le sue origini sonoeterne? Questa eternità appare ugualmente quando Gesù, pregando apertamente davanti ai suoiapostoli, diceva a suo Padre:

"Io ti ho glorificato sopra la terra. Ed ora, Padre, glorificami della gloria che avevo davanti aTe prima che esistesse il mondo " (Gv 17, 4-5).

Il Messia si rivolge al Padre ad alta voce per insegnare con quale spirito ci si deve rivolgere a Dio,con tenerezza e delicatezza. Egli rivela ugualmente la sua essenza divina, Egli che esisteva pressoDio "prima che esistesse il mondo".

Nell'ispirazione evangelica, molti versetti menzionano l'eternità dello Spirito del Messia, non delsuo corpo umano, certamente, il quale, come ogni carne, fu creato nel mondo. Alcuni si stupisconodell'incarnazione divina e si pongono delle domande con una mentalità totalmente materialista: "SeDio si è incarnato nel Messia, come poteva, dopo, dirigere il mondo e le stelle dal cielo?" Questa èuna visione ingenua, puerile e ristretta dell'Onnipotenza di Dio: Dio non ha bisogno di allontanarsidal cielo per apparire sulla terra.

Ai tempi nostri questo fatto è più comprensibile che nel passato: la psicologia, infatti, ha scoperto lepotenze sconosciute e insospettabili dello spirito umano. Un uomo spirituale può spostarsi con lospirito e apparire a migliaia di chilometri lontano dal suo corpo. Nello stesso modo, alcune personepossono controllare a distanza il pensiero altrui, ossia influenzare a distanza individui e collettività.Se tale è la potenza dello spirito umano creato, che non ha ancora scoperto tutte le sue facoltà, cosapossiamo dire dello Spirito Creatore, della cui Potenza non comprendiamo ancora l'estensioneinfinita? Dio può, infatti, incarnarsi sulla terra senza per questo lasciare il Cielo.

Quello che ci interessa nell'ispirazione non è ciò che ne dicono i propagatori della fede, ma ciò cheDio ha rivelato ai suoi profeti. Noi crediamo al piano di Dio rivelato da Dio stesso, anche quandociò scandalizza la gente di fede materialista e di spirito ottuso che non riesce a comprendere idisegni divini.

Cosa dice il Corano a proposito del Messia? Dice che Egli è la Parola di Dio e il suo Spirito:"Gli angeli dissero a Maria: Dio t'annuncia una Parola che viene da Lui ; il suo nome è ilMessia, Gesù figlio di Maria". (Corano III; La Famiglia d'Imran, 40).

Notate che il nome di questa Parola divina è "Gesù il Messia " che significa che il Messia è laParola di Dio. Ora, la Parola di Dio è continuamente con Lui, poichè é essenza divina, come èrivelato nel Vangelo di San Giovanni:

"In principio era il Verbo (la Parola) e il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio…E il Verbosi è fatto carne" (Gv 1, 1-14).

Il Corano ci rivela che il Messia è anche lo Spirito di Dio:"Il Messia, Gesù, figlio di Maria, è l'Inviato da Dio e la sua Parola depositata in Maria; Egliè uno Spirito che viene da Dio." (Corano IV; Le Donne, 169).

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Dato che non possiamo separare la parola dalla persona, nello stesso modo non possiamo separarnelo spirito. La Parola di Dio è Dio, lo Spirito di Dio è anch'Egli Dio, è la Trinità divina riferitadall'ispirazione evangelica.

Alcuni discutono su questo soggetto ricorrendo ad argomenti futili, dicendo, per esempio, che visono dei capi religiosi che portano il nome di "Spirito di Dio" (Ruh Allah) senza avere per questol'essenza divina. La risposta è che tradizioni umane hanno attribuito agli uomini tali titoli;L'ispirazione divina non c'entra niente. I Libri celesti non hanno mai detto di un profeta, qualunquefosse la sua grandezza, che fosse la Parola o lo Spirito Di Dio. Qui appare il deviazionismo delletradizioni umane e noi lo denunciamo.

Dio ha impiegato i mezzi migliori per rivelare gradualmente agli Arabi la verità sulla natura delMessia, usando, secondo la sua abitudine, una saggia pedagogia. Chi desidera approfondire le veritàispirate, deve fare ricorso alla Bibbia. Deve leggerla armandosi dello Spirito di Dio, allo scopo dinon interpretarla con uno spirito puramente umano o filosofico che celi le verità spirituali.L'importante non è la semplice lettura dei Libri ispirati, ma lo spirito col quale questi Libri celestivengono letti.

Se il Corano non nega la divinità del Messia, come possiamo spiegare il seguente versetto?:"Hanno bestemmiato coloro che dicono: Dio è il Messia, figlio di Maria. Ma non ha forsedetto lo stesso Messia queste parole: O figli d'Israele, adorate Dio che è il Mio Signore e ilvostro Signore? Chiunque associa a Dio altri dei, Dio gli proibirà l'entrata del paradiso e lasua dimora sarà il fuoco". (Corano V; La Tavola, 76).

Il Corano prende di mira qui una certa categoria di cristiani considerati come infedeli a causa delleloro malvage azioni. Notate che il versetto non dice : "Tutti coloro che dicono che Dio è il Messiabestemmiano, ma "hanno bestemmiato coloro che dicono Dio è il Messia", bisogna sapere, icristiani conosciuti come coloro che dicono che "Dio è il Messia". La frase va cosi’ interpretata : "icristiani hanno bestemmiato".

Perchè hanno bestemmiato? Forse perchè hanno detto: "Dio è il Messia? Se tale fosse l'Intenzionedivina, allora il versetto sarebbe stato ispirato in forma incontestabile, dissipando ogni malinteso,come: "Tutti coloro che dicono che Dio è il Messia, bestemmiano" o ancora "quelli che dicono cheDio è il Messia bestemmiano".

Invece il Corano non considera tutti i cristiani come bestemmiatori. Al contrario, loda le virtù dimolti cristiani, pur sapendo che essi dicono: "Dio, è il Messia". Dio ispirò anche a Maometto iversetti seguenti:

- "Tu troverai che coloro che amano di più i credenti (al Corano, i musulmani) sono quelliche dicono: siamo cristiani e questo perchè essi hanno dei preti e dei monaci privi diogni orgoglio".(Corano V; La Tavola, 85)

Si deve notare che queste preti e monaci credono che Dio è il Messia, pertanto il Corano li loda.

- "Coloro che hanno creduto, coloro che seguono la religione giudaica, i cristiani, i sabei echiunque avrà creduto in Dio e nel giudizio finale e avrà praticato il bene, tutti questiriceveranno una ricompensa dal loro Signore; essi non hanno nulla da temere e nonsaranno afflitti". (Corano II; La Vacca, 59).

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- "Coloro ai quali noi abbiamo dato il Libro (La Bibbia) prima di Esso (Il Corano), cicredono e quando lo si legge, loro dicono : "Noi ci crediamo. E' la verità (che viene) dalnostro Dio. Noi eravamo musulmani (sottomessi a Dio ) prima di Esso! Costororiceveranno una doppia ricompensa, perchè soffrono con pazienza, perchè respingono ilmale per mezzo del bene e sono generosi con quei beni che noi abbiamo loro accordati.Quando sentono un discorso frivolo, se ne allontanano" (Corano XXVIII; La Storia, 52-55).

Noi ne deduciamo che il Corano non condanna affatto globalmente quelli che dicono : "Dio è ilMessia" per aver detto queste parole. Altrimenti Dio avrebbe condannato in blocco tutti i cristiani.L'intenzione reale di Dio, in questi versetti, era di condannare una categoria di cristiani che, per leloro cattive azioni, hanno bestemmiato e sono diventati infedeli. Altri versetti coranici, nei qualiDio loda i cristiani fedeli in merito delle loro buone azioni, appoggiano questa interpretazione. Eglili tranquillizza dicendo : "Non hanno niente da temere e non saranno afflitti. Essi hanno in mezzo aloro dei sacerdoti e dei monaci esenti da ogni orgoglio" (Corano II ; La Vacca, 59 e Corano V ; LaTavola, 85).

Il Corano distingue, dunque, fra due categorie di cristiani: quella che segue la Retta Via e quella chesi smarrisce. Quest'ultima è accusata dal Corano, a ragione, di essere costituita da bestemmiatori.

Il Corano dice:

"Non tutti sono uguali ; vi sono, tra la gente del Libro, alcuni il cui animo è retto, cherecitano i versetti di Dio nella notte e si prostrano pregando. Essi credono in Dio enell’ultimo Giorno ordinano cio’ che è lodevole e proibiscono cio’ che è riprovevole egareggiano di zelo nel fare il bene ; quelli sono fra i buoni. Quello che fanno di bene non glisarà contestato, poiché Dio conosce quelli che lo temono." ( Corano III; La Famigliad'Imran, 109-111).

"Una parte di coloro che hanno ricevute le Scritture vorebbe indurvi in errore; ma nonfanno che cadere in errore essi stessi e non se ne accorgono". (Corano III; La Famigliad'Imran, 62).

"Fra quelli che hanno ricevuto le Scritture ve ne sono alcuni ai quali tu puoi affidare lasomma di un talento (33 Kg d'oro ) e te lo restituiranno intatto e altri che non ti restituirannonemmeno il deposito di un denaro, se non li costringi". (Corano III; La Famiglia d'Imran,68).

La distinzione fatta dal Corano fra le due categorie dei popoli del Libro è messa in rilievochiaramente da questi versetti. La categoria di quelli che sono nell' errore è denunciata dal Corano,non a motivo della loro credenza nella divinità del Messia, ma a causa delle loro cattive azioni,specialmente del furto delle sostanze altrui. Poichè il Corano loda una parte dei preti e dei monaci,mentre ne fustiga altri :

"O voi che credete ! Un gran numero di dottori e di monaci mangia il denaro della genteingiustamente." (Corano IX; Il Pentimento, 34).

Ora "mangiare il denaro della gente" equivale, secondo l'ispirazione evangelica, all'idolatria.Ugualmente, ogni cattiva azione viene considerata nel Vangelo come idolatria. Così, San Paolodice:

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"Sappiatelo bene, né il fornicatore, né l'impudico, nè il cupido -che è un idolotra- hannodiritto all'eredità nel Regno del Messia e di Dio " (Ef 5, 5).

Gesù, il Messia, ha detto :"Nessuno può servire due padroni: o egli odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si attaccheràall'uno e disprezzerà l'altro. Voi non potete servire Dio e il denaro" (Mt 6, 24).

A dispetto di questo, molti cristiani sostengono di appartenere al Messia, mentre non sono in verità,che degli idolatri, poichè hanno associato all'adorazione di Dio l'adorazione del denaro e dei piaceri.

Non è dunque strano che il Corano, dopo il Vangelo, denunci la categoria dei cristiani empi chedicono che Dio è il Messia. Questi cristiani sono dunque accusati d'idolatria a causa del loro amoreper il denaro e il piacere, e non perchè dicono che Dio è il Messia.

Tale è la nostra interpretazione.

Sì, anche noi, insieme al Corano affermiamo : "Hanno bestemmiato coloro che dicono: Dio è ilMessia". Tuttavia, noi siamo fra coloro che dicono che Dio è il Messia. Lo affermiamo senzainquietudine, confidando di "non aver nulla da temere e di non essere afflitti".(Corano II; La Vacca,59). Sappiamo, infatti, che le nostre buone azioni ci classificheranno in mezzo ai benedetti, non inmezzo ai bestemmiatori.

Tuttavia - e per essere ancor più chiari- noi affermiamo: "Hanno bestemmiato coloro che hannodetto che Maometto è il profeta di Dio". Però noi crediamo che Maometto è un degno profeta diDio. Speriamo di non essere cacciati a causa della nostre cattive azioni, in mezzo ai bestemmiatori.Molti di quelli che dicono che Maometto è il profeta di Dio, si sono nei fatti allontanati dai principie dai nobili comandamenti del Corano, respingendo lo spirito di apertura coranico. Essi sonoschierati fra i bestemmiatori.

Allo stesso modo, noi diciamo: "Hanno bestemmiato coloro che dicono che Mosé è profeta di Dio".Tuttavia noi crediamo che Mosé è profeta di Dio, ma denunciamo il sionismo e i suoi addetticriminali che dicono che Mosé è profeta di Dio.

L'incarnazione divina risponde a una necessità assoluta, dato che l'umanità era immersa nella piùfitta tenebra. Gli stessi profeti non erano capaci di salvare l' uomo. Quest'incapacità traspare dalleparole del profeta Isaia :

"Noi tutti eravamo smarriti…" (Is 53, 6).

Solo Dio non si smarrisce e solo Lui è tale da liberare l'uomo dalle tenebre. Per questo:"Il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi" (Gv 1, 14).

Dio ha esaudito il grido straziante del profeta Isaia:"Ah! Se Tu squarciassi i Cieli e scendessi !" (Is 63, 19).

4. La crocifissione del Messia

La Bibbia nell'Antico Testamento, annuncia che il Messia sarà disprezzato e messo a morte dagliebrei. Il profeta Isaia (VIII secoli A.C.) aveva detto a proposito del Messia:

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"Egli è oggetto di disprezzo e rifiuto dell'umanità, uomo di dolore e visitato dalla sofferenza,egli veniva disprezzato e malconsiderato. Egli ha sopportato le nostre sofferenze e i nostridolori, dai quali era oppresso. E noi lo giudicavamo castigato, colpito da Dio e umiliato.Egli è stato trafitto a causa dei nostri peccati, schiacciato a causa dei nostri delitti. Su di Luiè il castigo che rende la pace a noi, e noi siamo guariti grazie alle sue piaghe. Eravamo tuttismarriti come pecore e Dio ha fatto ricadere su di Lui i delitti di tutti noi. Orribilmentetrattato, egli si umiliava, non apriva bocca…E’ stato eliminato dalla terra dei viventi, per inostri peccati è stato colpito a morte. Hanno collocato la sua sepoltura in mezzo agli empi,mentre Egli non aveva mai fatto alcun torto, né proferito menzogna con la sua bocca. Dio siè compiaciuto di schiacciarlo sotto la sofferenza. Se Egli offre la sua vita in espiazione,vedrà la posterità, prolungherà i suoi giorni e ciò che piace a Yahvé si compirà per mezzosuo". (Is 53,1-10).

Tale è la descrizione fatta dall'Antico Testamento del dramma del Messia e della sua condanna amorte, otto secoli prima che si compisse. Se oggi dovessimo descrivere le sofferenze del Messia,non ci riusciremmo meglio di Isaia.

Qual'è il senso di questa profezia divina: "Egli è stato trafitto per i nostri peccati. E tutti noieravamo smarriti? ". Quali sono i peccati e da quale smarrimento furono presi gli ebrei? Si tratta delcrimine del sionismo e del suo smarrimento. In effetti, lo spirito sionista s'infiltrò nel popolo ebraicodi secolo in secolo e questo spirito fu condannato con forza dai profeti dell'Antico Testamento e dalMessia. "Tutti eravamo smarriti" ha detto il profeta Isaia, e questo smarrimento risiede nellapoliticizzazione del giudaismo, che i sionisti vedono come religione e come Stato di Israele, ma cheDio ha voluto come fede e pentimento per tutta l’umanità.

Gli ebrei sionisti di oggi, seguono i passi dei loro antenati e si smarriscono nell'illusione delsionismo. Dopo aver occupato la Palestina, la maggior parte degli israeliani sogna ancora il GrandeIsraele, l'impero israeliano che si dovrebbe estendere dal Nilo all'Eufrate. Il dramma del MedioOriente ha per causa il sionismo e riproduce nel XX secolo il dramma del Messia, che denunciò ilsionismo fino alla croce.

Il male sionista aveva raggiunto anche gli apostoli di Gesù. Essi attendevano - come tutti gli altriebrei - un Messia militare che avrebbe dovuto mettersi alla testa di un movimento di liberazione,impegnandosi in una campagna espansionista violenta e armata contro i romani e i paesi vicini allaPalestina. Lo scopo di questo movimento messianico militare sarebbe stato la costituzione di unimpero sionista. Questa è la ragione per cui il Messia, invece di parlare loro di una gloria militare, liprepara gradualmente al pensiero della sua condanna a morte, sostituendo così una visione spiritualedi salvezza alle loro ambizioni politiche e razziste.

Infatti, dopo la professione di fede nel Messia, fatta dagli Apostoli, Matteo aggiunge subito:"A cominciare da quel giorno Gesù cominciò a dimostrare agli apostoli che era necessarioche Egli andasse a Gerusalemme, vi soffrisse molto ad opera degli anziani, dei gransacerdoti e degli scribi, fosse condannato a morte e risuscitasse il terzo giorno" (Mt 16, 21).

La reazione spontanea degli Apostoli fu di delusione; Pietro respinse questa visione non politica e siaffrettò a dire:

"Dio te ne preservi, Signore ! No, questo non succederà affatto" (Mt 16, 22).

Il Messia lo rimproverò e continuò a ripetere agli apostoli che era necessario che Egli fossecrocifisso e messo a morte.

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Lo spirito sionista aveva talmente invaso la mentalità ebraica che gli apostoli stessi provaronoun'immensa difficoltà a liberarsene. Il Vangelo ricorda che il Messia, anche dopo la sua morte erisurrezione, dovette apparire a due dei suoi discepoli per spiegare loro le profezie dell'AnticoTestamento riguardanti le Sue sofferenze. Egli disse loro:

"O spiriti senza intelligenza, lenti a credere tutto ciò che hanno annunciato i profeti! Nonbisognava dunque che il Messia sopportasse queste sofferenze, per entrare nella sua gloria?Iniziando da Mosé e seguitando attraverso tutti i profeti, egli spiego’ loro quello cuialludevano le Scritture, ciò che si riferiva a Lui". (Lc 24, 25-27).

Il Messia è entrato nella Sua gloria, gloria spirituale, non mondana e politica, per la porta delmartirio. Il martirio per la giustizia è, agli occhi di Dio, una gloria e una dignità, non unavergogna, come pensano certuni. Il Messia non ha affatto disprezzato il martirio e chiunque loconsidera come una cosa disonorevole non è guidato dallo Spirito Santo di Dio. Gli Apostoliimpiegarono molto tempo a comprendere questa maniera di pensare ed alcuni avevano perfinovergogna di quello che San Paolo, nella sua lettera, chiama "lo scandalo della croce". (I Cor 1, 23).

Molti hanno disprezzato Gesù a causa della sua crocifissione. Gli apostoli, invece, non si sonovergognati per il modo in cui Egli è morto, perchè Egli, dopo la Sua resurrezione, ha spiegato loro ilsenso profondo della croce. Essi allora hanno compreso l'intenzione di Dio e la Sua sapienza e sisono rassegnati ad esse. San Paolo scrive nella prima lettera ai Corinzi 1, 23:

"Noi predichiamo un Messia crocifisso, scandalo per gli ebrei e follia per i pagani".

Dio ha voluto, con la morte del Messia, stabilire un criterio di fede per separare i veri credenti daisionisti che rifiutarono di seguirlo a causa del loro attaccamento alla politica e alla gloria temporale.Il Corano fa allusione a questi ultimi, che, dopo aver creduto in Gesù, come Messia sionista,rinunziarono a seguirlo dopo la sua morte, perchè avevano compreso che Egli non avrebbesoddisfatto il loro sogno di dominio:

"In mezzo alla Gente del Libro (gli ebrei), alcuni hanno voluto credere in lui (nel Messia)prima della sua morte e il giorno della Resurrezione Egli testimonierà contro di loro"(Corano IV ; Le Donne, 157).

Questo versetto dimostra chiaramente, che il Messia è stato veramente messo a morte.

Se tale fu l'attegiamento del popolo della Bibbia, di ebrei, scribi e farisei, già iniziati alle profezie-davanti al Messia crocifisso, immaginiamo come, a maggior ragione, Dio doveva preparare gliArabi di quei tempi, incapaci di assimilare questi fatti. Gli Arabi dell’epoca preislamica nonpotevano concepire né accettare un Messia apparamente sconfitto, appeso a una croce e messo amorte da uomini - gli ebrei- che si pensava dovessero essere suoi sostenitori.

Perchè il Messia doveva essere messo a morte? Per abolire lo spirito sionista nella mentalità deisuoi seguaci. Essi, vedendo sulla croce Gesù, che avevano creduto essere il Messia politico,compresero che il sionismo era un errore e un'illusione alla quale bisognava definitivamenterinunciare.

Se il Messia non fosse stato crocifisso, i suoi discepoli non avrebbero compreso il loro errore eavrebbero continuato a domandargli di stabilire il regno sionista d'Israele. Per mezzo della croce, ilMessia ha messo fine all' ideologia e alle speranze sioniste.

Gesù è il Salvatore, perchè salva coloro che credono in Lui, non solo dalle catene sioniste, ma ancheda ogni simile ideale illusiorio, da ogni mentalità materialista, anche se questa si nasconde sotto un'apparenza religiosa, come è il caso dell'Islam e del Cristianesimo politico e nazionalista. Ognitentativo di politicizzare la religione, qualunque religione, è un altro sionismo mascherato sotto un

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altro nome. Il Vaticano, proclamandosi "Stato" nel 1929, simile agli altri stati, è caduto nella stessatrappola del sionismo.

Come già abbiamo detto, era impossibile per gli Arabi dei tempi preislamici comprendere ilmessaggio di un Messia in apparenza vinto. Per ciò il Corano- da buon pedagogo- presenta lorogradualmente la Verità e i fatti del Vangelo. Bisogna anche tenere conto del fatto che, a quell'epoca,gli Arabi valutavano l'uomo per la sua forza fisica, la sua valenza e la sua bravura nel maneggiare laspada, non per qualità quali la tenerezza, l'umiltà e il martirio per la Giustizia. Questa mentalitàprevale ancora oggi in molte società; moltissimi non hanno imparato niente dall'Ispirazione divina econtinuano a disprezzare gli umili e quelli che usano la dolcezza, tranttandoli da deboli. Similicomportamenti caratterizzano lo spirito sionista, vinto da Gesù su un'umile croce.

Il Corano ha preparato gli Arabi con molto tatto e finezza a comprendere la saggezza del martiriodel Messia. Ciò può essere scoperto solo dal ricercatore diligente e bene intenzionato. Giacchè ilCorano dice degli ebrei, condannandoli :

"Essi hanno rotto l'Alleanza, hanno bestemmiato contro i Segni di Dio, hanno messoingiustamente i profeti a morte. Hanno bestemmiato, inventando contro Maria delle calunnieatroci. Hanno detto: noi abbiamo messo a morte il Messia Gesù, figlio di Maria, l'inviato diDio. No: non l'hanno ucciso, non l'hanno crocifisso. Ma è sembrato a loro di farlo… Ma Diol'ha fatto ascendere a sè" (Corano IV ; Le Donne, 154-156).

Alcuni credenti superficiali si affrettano a pensare che questi versetti coranici neghino lacrocifissione e l'uccisione fisica del Messia. Trascinati dal loro entusiasmo, si lanciano in un attaccoin regola contro il Vangelo, affermando che questo - poichè racconta che Gesù fu crocifisso- siafalsificato. Con le loro conclusioni affrettate, contraddicono il Corano, che dice di confermare ilVangelo. Prendendo le distanze per consultare con calma e senza fanatismo il Corano, avrebberoscoperto che esso parla - in un altro versetto- della messa a morte del Messia.

Qui si vede l'importanza della ricerca dell'unità d'ispirazione e la necessità di un approfondimentodello studio coranico, per raggiungere l'intenzione divina. Così, guidati da "un Libro luminoso",potremo evitare la trappola dell'interpretazione letterale, che allontana dall'intenzione divina. IlCorano stesso ci incoraggia a seguire questa via, con una dichiarazione franca sulla morte delMessia nella quale Gesù Bambino dice:

"La pace è su di me nel giorno in cui nacqui, nel giorno in cui morrò e nel giorno in cui saròresuscitato". (Corano XIX; Maria, 34).

Il Corano parla dunque della morte del Messia e della sua risurrezione, confermando in questo ilVangelo. Alcuni credenti superficiali pensano che questi versetti riguardino il ritorno del Messiaalla fine dei tempi. E’ solo allora che il Messia sarà - secondo loro - messo a morte. L'ispirazionedivina non fornisce alcun fondamento a queste elucubrazioni. Noi non comprendiamo affatto leragioni per cui questi "credenti" accettino l'idea della morte del Messia alla fine dei tempi, mentre larifiutino nella sua prima venuta. Il Corano menziona ugualmente la morte del Messia anche neiversetti seguenti, in cui Gesù, parlando a Dio dopo la sua morte, dice a proposito degli ebrei cherinunciarono a Lui dopo la crocifissione:

"Io ero testimone contro di loro quando vivevo in mezzo a loro. Poi, quando Tu mi hai fattomorire , sei stato Tu stesso testimone contro di loro e Tu sei Testimone di tutte le cose".(Corano V; La Tavola, 117).

Abbiamo già visto che il Corano condanna la gente del Libro (gli ebrei) che cessarono di credere inGesù dopo la sua morte:

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"Fra la gente del Libro (gli ebrei) alcuni hanno creduto in Lui (solo) prima della sua morteed Egli il Giorno della Sua Resurrezione testimonierà contro di loro" (Corano IV; Le Donne,157 ).

La morte del Messia è anche riferita nel versetto seguente, che dice a proposito degli ebrei:"Essi (gli ebrei) hanno usato l'astuzia contro Gesù (cioè per ammazzarlo). Ma anche Dio hausato l'astuzia e Dio è il più fine degli astuti. Giacchè egli disse a Gesù : Ti farò subire lamorte e poi Ti eleverò a Me; ti libererò dai bestemmiatori (cioè dagli ebrei che tirinnegano) ed eleverò quelli che ti hanno seguito al di sopra di quelli che non credono in Te,fino al Giorno della Risurrezione" (Corano III ; La Famiglia d'Imran, 47-48).

Come conciliare i versetti coranici dove Dio Stesso annuncia l'uccisione di Gesù e quelli dove GesùStesso dichiara la Sua morte nel versetto 156 della sura Le Donne che dice:

"Essi non l'hanno ucciso, non l'hanno crocifisso; ma ciò è sembrato ad essi"?

L'Ispirazione coranica si contraddice? Certamente no.

Coloro che si arrestano all'interpretazione letterale traballano e, come dice il Corano, a proposito diquelli che adorano Dio alla lettera: "essi, cadono con la testa a faccia in giù in questo mondo enell'altro. Ecco manifestamente i perdenti" (Corano XXII; Il Pellegrinaggio, 11).

Noi, elevandoci al livello dell'Intenzione divina nell'ispirazione, per comprenderne lo Spirito nonsolo la lettera, non vedremo, nel versetto 156 della sura Le Donne (Corano IV) una negazione dellacrocifissione e della morte fisica del Messia. L' Intenzione divina è di farci comprendere che gliebrei, mettendo a morte il Messia, non hanno messo fine al suo messaggio. "E’ solo sembrato adessi" che uccidendolo avrebbero potuto fare abortire la sua missione appena nata; invece il suomessaggio, dopo la sua morte, si è sparso come il fuoco fra la paglia, fino ai confini della terra.Gli ebrei temevano il messaggio del Messia che si opponeva al sionismo, ancor più della suapersona. Ecco invece il suo messaggio, ch'essi avevano preso di mira nell'ucciderLo, si spande nelmondo, proprio a causa di questa crocifissione. Così Dio, "il più fine degli astuti", ha trionfatosull'astuzia degli ebrei. (Corano III ; La Famiglia d'Imran, 47- 48).

Alcuni pensano che "l'astuzia" di Dio è stata più fine di quella degli ebrei nel senso che Egli abbiafatto ascendere il Messia a sé evitandogli la morte. Questa interpretazione contraddice, pero’,l'ispirazione biblico-coranica e perciò non possiamo accettarla. Noi invece crediamo che "l'astuzia"di Dio abbia trionfato su quella degli ebrei, perchè la morte del Messia è stata la disfatta delsionismo. Dio, dopo la morte del Messia, L'ha fatto resuscitare e ascendere a sé, mentre gli ebreipensavano di averLo fatto precipitare nel più profondo inferno. La vittoria divina sugli ebrei non siarresta con l'elevazione del Messia: il Creatore confonde ancora più gli ebrei elevando eternamenteal di sopra di essi, i discepoli del suo Messia:

"Dio disse a Gesù: Io innalzerò quelli che ti hanno seguito al di sopra di quelli che noncredono in te fino al giorno della risurrezione" (Corano III ; La Famiglia d'Imran, 48).

Nessuna giustificazione può essere concessa a chi nega la crocifissione del Messia con il pretesto diglorificarLo: il martirio per la causa di Dio, non è una vergogna. Dio risponde nel Corano a tuttiquelli che pensano di glorificarlo negando la sua crocifissione:

"Rispondi loro (o Maometto): Chi potrebbe arrestare il braccio del Signore se volesseannientare il Messia, figlio di Maria, e sua madre, e tutti gli esseri della terra?" (Corano V ;La Tavola, 19).

Ora, come abbiamo visto precedentemente, la Bibbia ci rivela tramite il profeta Isaia VIII secoliA.C. che Dio aveva già deciso di annientare il Messia: "… E’ stato eliminato dalla terra dei

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viventi, per i nostri peccati è stato colpito a morte… Dio si è compiaciuto di schiacciarlo sotto lasofferenza". (Is 53,8-10)

La nostra convinzione è ferma: nessuno può arrestare il braccio di Dio che agisce secondo il suopiano e la sua saggezza spesso incompresi dagli uomini. Dio ha veramente annientato fisicamente ilMessia, come era stato profetizzato nell'Antico Testamento e come il Messia stesso ha fattoconoscere nel Vangelo. Il Corano non fa che testimoniarlo. Tuttavia, se Dio ha voluto annientarecorporalmente il Messia, l'ha fatto allo scopo di glorificarlo spiritualmente. Ciò si realizzerà tramitela distruzione prossima e definitiva del sionismo incarnato oggi nello Stato d'Israele.

Credere che il Messia non sia stato messo a morte equivale a credere in un Messia glorificatopoliticamente e materialmente. Questa è un'altra forma di sionismo. Il Messia doveva passareattraverso la morte per cambiare la mentalità degli uomini di buona fede che erano caduti nelletrappole del materialismo.

In seguito a queste riflessioni, si impone una conclusione semplice e veritiera: il credere nellacrocifissione del Messia non contraddice il Corano, se i suoi versetti sono interpretatispiritualmente, secondo il nostro principo, valevole per tutti i Libri ispirati. Viceversa, la negazionedella crocifissione del Messia spinge gli interpreti del Corano a cercare delle spiegazioni contorteper adattarle ai versetti coranici che parlano della sua condanna a morte. Essi finiscono, anzi, con ilcontraddire il Vangelo, invece che confermarlo, come lo vuole il Corano in cui dicono di credere.Questo comportamento colpevole non è né "il migliore dei argomenti" né la "Via Retta" consigliatadal Corano.

Morire martiri per Dio è una gloria infinita : nessuno la potrà rapire al Messia Gesù, il primo deimartiri. Chi ha compreso questa verità smetterà di voler allontanare dal Messia la vergogna dellacroce. Morire per Dio è vivere eternamente, come rivela il Corano:

"Non dite che quelli che sono stati uccisi sulla strada di Dio sono morti. No, essi vivono, mavoi non lo capite" (Corano II; La Vacca, 149).

Il corano è logico con sè stesso: non considera i martiri di Dio morti, ma viventi. Perciò, dato cherispetta i propri principi, non si ferma alla condanna a morte del Messia, ma, come martire, lodichiara vivente in eterno. Gli ebrei non l'hanno fatto morire, perchè Dio, "il più fine degli astuti",l'ha fatto rivivere eternamente, ma essi "non lo capiscono". Il Corano dice anche, su questo punto:

"Non crediate che coloro che sono stati uccisi sul sentiero di Dio siano morti : Essi vivonopresso Dio, e ricevono da Lui il loro nutrimento." (Corano III; La Familia d'Imran, 163)

Noi che crediamo nella crocifissione, morte e risurrezione del Messia, diciamo : "Il Messia èvivente, essi non L'hanno ucciso, non L'hanno crocifisso, ma questo è sembrato loro."

5. La Falsificazione della Bibbia

A) Le prove coraniche dell'autenticità della Bibbia

Nel corso dei secoli, gli ebrei hanno sparso la voce della falsificazione della Bibbia e in particolaredel Vangelo, per opera di alcuni cristiani. Il loro scopo era di convincere che i Libri dei Profeti, suiquali si appoggiano i cristiani per credere in Gesù come il Messia, siano falsificati e che nonesistevano nell'Antico Testamento - per lo meno nella forma presentata dai cristiani - Cioè questiavrebbero manipolato i testi biblici per adattarli a Gesù.

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Molti hanno creduto a questa calunnia e l'hanno propagata fino ai nostri giorni, disprezzando così laBibbia e in particolare il Vangelo. Certi Arabi arrivano al punto d'impedire che il Vangelo entri neiloro paesi e nelle loro case, mentre, paradossalmente, aprono le porte a libri e riviste immorali.

Sostenere che la Bibbia sia falsificata è un' eresia ispirata dal Diavolo che, come dice il Corano:"suggerisce i cattivi pensieri e soffia il male nel cuore degli uomini" (Corano CXIV; Gli Uomini, 5).Nel Corano non si trova nessun versetto che metta in guardia il credente dalle falsificazioni dellaBibbia. Al contrario, il Corano dice che viene per autenticare la Bibbia, autenticherebbe forse untesto biblico falsificato?

Come potrebbe il Corano mettere in guardia contro la Bibbia, dato che l'Ispirazione è unica? Dio èonnipotente per difendere la sua Ispirazione e non permette la falsificazione di un Libro che haispirato Egli stesso. Come potremmo, altrimenti, fare ricorso a un "Libro luminoso" che ci deveguidare nella Retta Via? E che riferimenti avremmo? Chi diffama la Bibbia, sostenendo che èfalsificata, diffama il Corano che ne certifica l'autenticità.

Una delle differenze fondamentali fra l'ispirazione coranica e molti musulmani tradizionalisti sta nelfatto che il Corano autentica la Bibbia mentre essi la calunniano. Il Corano dice:

"Coloro ai quali Noi (Dio) abbiamo dato il Libro (La Bibbia), Lo leggono correttamente.Essi vi credono e quelli che invece non credono sono votati alla perdizione". (Corano II; LaVacca, 115).

La spiegazione data dal commento "Al- Jalalein" in arabo del Corano per l'espressione "Lo leggonocorrettamente" è questa: "Ciò significa che lo leggono come è stato ispirato". Noi adottiamo questainterpretazione corretta che ha il merito di esprimere l'Intenzione del Signore.

La testimonianza del Corano in favore dell'autenticità del Vecchio e del Nuovo Testamento rendeinutile per noi ogni discussione. Ci domandiamo come alcuni possano sostenere di credere nelCorano, mentre affermano che la Bibbia sia falsificata. Calunniando la Bibbia, dimostrano di noncredere nel Corano, nonostante il Corano dica esplicitamente riguardo alla Bibbia che: "Quelli chenon ci credono sono votati alla perdizione".

Il Corano, testimoniando il Vangelo, dice ancora:"Che i popoli del Vangelo giudichino secondo ciò che Dio ha ispirato e quelli che nongiudicano secondo ciò che Dio ha ispirato sono infedeli" (Corano V ; La Tavola, 51).

Il Corano, dunque, incita i popoli del Vangelo a giudicare in virtù di ciò che Dio ha ispirato in essoper guidarli, non è forse questa attestazione coranica in favore del vangelo una testimonianza sicuradella sua autenticità e del dovere di ricorrervi? Malgrado ciò vi sono ebrei, musulmani e cristiani ingran numero che affermano il contrario. Quale sarà il giudizio di Dio su questi "infedeli", come liqualifica il Corano?

Coloro che sostengono che il Vangelo sia "falsificato" non manifestano certo una fede assoluta nelCorano, ma un cieco fanatismo. In realtà, quegli individui nascondono sotto una maschera il loroodio per ogni Ispirazione divina. La stessa osservazione vale per coloro che disprezzano il Coranosotto il pretesto di credere nel Vangelo.

Ogni musulmano che pensa che il Vangelo sia falsificato, è contro il Corano. Ogni cristiano checombatte il Corano è contro lo spirito evangelico. Chi ha veramente compreso lo spirito delVangelo non può che aderire al Corano.

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Il Corano si appoggia incessantemente sulla Bibbia come su una referenza sicura e fedele. Dioconsiglia a Maometto di rivolgersi ai lettori della Bibbia, se dubita delle parole divine che gli sonoispirate:

"Se tu dubiti di ciò che ti è stato inviato dall'Alto, interroga coloro che leggono le Scrittureinviate prima di te" (CoranoX; Giona, 94).

Noi saremmo felici di vedere ogni musulmano mettere in pratica lo spirito del Corano e ognicristiano mettere in pratica lo spirito del Vangelo, per spezzare le catene del fanatismo che conducealla perdizione. Che ogni musulmano dunque imiti il Profeta dell'Islam che ha sempre riempito ilsuo cuore di espressioni di religiosità e di rispetto per la Bibbia:

"Noi (Dio) abbiamo ispirato la Torah, nella quale si trova la luce e la direttiva perchè iprofeti giudichino secondo il suo contenuto… E sui loro passi Noi abbiamo mandato Gesù,figlio di Maria, per confermare la Torah. Gli abbiamo dato il Vangelo che contiene la buonadirezione e la luce ed esso conferma la Torah. Che i popoli del Vangelo giudichino secondociò che Dio vi ha ispirato" (Corano V; La Tavola, 49-51 ).

C'è forse un solo versetto coranico che il credente nel Vangelo possa respingere con il pretesto checontrasti con il Vangelo? No. Non si trova nel Corano nessun versetto che contraddica il vangelo e isuoi insegnamenti, a condizione tuttavia che l'interpretazione prenda in considerazione il "Miglioredegli Argomenti", cioè quello che conferma il Vangelo e non quello che lo contraddice.

Ogni interpretazione coranica contraria al Vangelo è una falsa testimonianza rivolta contro ilCorano. Noi siamo costernati davanti a quelli che presentano delle false interpretazioni coraniche epoi giustificano le loro affermazioni errate sostenendo che il Vangelo sia falsificato. Questagiustificazione è più condannabile dello stesso errore. Il Corano stesso denuncia e giudica costoro.

Nello stesso modo, siamo costernati davanti a coloro che rifiutano il Corano con il pretesto che siacontrario al Vangelo. Quest'affermazione è falsa, giacchè il Corano attesta il Vangelo e lo conferma.Perchè, dunque, respingerlo con un falso pretesto? Non è, invece, più onesto e più semplice credereal Corano, dato che testimonia in favore del Vangelo? Il Corano dice ai popoli della Bibbia :

"Voi che avete ricevuto il Libro (la Bibbia), credete a quello che Dio ha fatto discendere dalCielo (il Corano)che conferma ciò che è presso di voi (la Bibbia)"(Corano IV;Le Donne,50)

Per questo i popoli della Bibbia devono sforzarsi di cercare l'interpretazione coranica che confermala Bibbia "che è presso di loro". Se agiranno con amore e saggezza, giungeranno a riunire le file e amettere fine all'odio confessionale.Il Corano indirizza ugualmente questo comando ai musulmani,dicendo :

"O credenti ! Credete in Dio, nel suo apostolo (Maometto), nel Libro che Egli gli ha inviato(il Corano), nelle Scritture discese prima di lui (la Bibbia). Colui che non crede in Dio,nei suoi Angeli, nei suoi Libri (l'Antico, il Nuovo Testamento e il Corano), nei suoi apostolie nel giorno finale, è in un errore abissale. (Corano IV; Le Donne, 135).

Non tocca a noi giudicare quelli che non credono nei Libri Santi dell'Antico e del NuovoTestamento nel loro testo attuale, né tocca a noi condannarli più fermamente di quanto abbiadichiarato Dio stesso nel Corano con la frase "Sono in errore abissale".

Noi esortiamo dunque a credere nel testo attuale della Bibbia, perchè è questo il testo che haconosciuto il profeta Maometto. L'Ispirazione divina nel Corano designa appunto questo testo,perchè le prove, anche scientifiche, della sua autenticità sono molteplici e distruggono ogniargomentazione contraria.

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Non esiste, invece, nessuna prova scientifica della falsificazione della Bibbia. Se una personaconvinta di questa falsificazione arriverà a presentare una prova scientifica di ciò che sostiene,gliene sarò molto grato e diventerò suo discepolo.

B) Le prove scientifiche dell'autenticità della Bibbia

Dio non ha ispirato la Bibbia per abbandonarla ai capricci e alle malizie degli uomini. Ecco leprincipali prove scientifiche - frutto dell'archeologia moderna - che, insieme al Corano, attestanol'autenticità della Bibbia:

1. I rotoli del "Mar Morto"scoperti nel 1947 a Qumran (vicino al Mar Morto) dimostranol'autenticità dell'Antico Testamento. Risalgono a 200 anni A.C.

2. Il papiro "Ryland", del 125 D.C; contiene una parte del capitolo 18 del Vangelo di S.Giovanni. Esso concorda con il testo attuale.

3. I papiri chiamati "Chester Beatty", contenenti molte parti del Nuovo Testamento, sonodel III secolo D.C. Questo testo concorda ugualmente con l' attuale e si trova nel Museodel Mitchigan (U.S.A).

4. La Bibbia detta "Vaticana" risalente al IV secolo D.C., contiene tutta la Bibbia in latino:si trova nel Museo del Vaticano.

5. La Bibbia detta "Sinaitica"- perchè è stata scoperta nel convento di Santa Caterina sulmonte Sinai - che si trova nel British Museum. E’ la Bibbia in greco e risale anch'essa alIV secolo D.C.

6. Una prova logica dell'autenticità della Bibbia: le moltiplici confessioni cristiane hanno ilmedesimo testo biblico. Questo testo esiste in lingue differenti e concorda con i testioriginali.

7. Molti dotti musulmani negano che la Bibbia sia falsificata. I principali sono i due grandisceicchi (defunti ) ben conosciuti: Afghani e Mohammed Abdo.

Secondo una favola diffusa da certi "credenti", il vangelo sarebbe stato assunto in Cielo insieme alMessia e non si troverebbe più sulla terra. A queste persone noi rivolgiamo la seguente domanda :Quale parte di verità racchiudono questi discorsi, dato che il Corano dice di coloro che leggono laBibbia "essi la leggono correttamente"? Ma come potrebbero leggerla correttamente, se non sitrovasse più sulla terra?

Queste elucubrazioni sono ancora più ridicole, perchè il Corano raccomanda ai popoli del Vangelodi giudicare secondo ciò che Dio ha ispirato in esso. Può forse Dio, nel Corano, raccomandare digiudicare in base a un Libro che non esiste più?

Noi abbiamo dimostrato che il Corano è una lettura araba della Bibbia che, al tempo delpaganesimo arabo, esisteva solo in due lingue: l'ebraico e il greco. Questa è una prova

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inconfutabile, sostenuta dalle scoperte dell'archeologia moderna, della presenza sulla terra dellaBibbia in quell'epoca. Dunque non era stata elevata in Cielo insieme al Messia !

La tradizione musulmana riporta ugualmente nelle "Nobili Discussioni " del profeta Maometto5 unfatto d'importanza fondamentale: dopo l'apparizione a Maometto dell'Angelo Gabriele che gliannunciava la sua missione, il Profeta fu turbato. Egli lasciò subito il suo luogo abituale dimeditazione e raccontò il fatto a Kadigia, sua moglie. Per tranquillizzarlo, essa lo accompagnòdirettamente a casa di Waraka ibn Nofal, cugino di Kadigia e zio di Maometto. Bokhari informa cheWaraka era uno scriba arabo convertito al cristianesimo, che redigeva "il Vangelo in ebraico". LaBibbia esisteva dunque "sulla Terra ", ai tempi di Maometto, nella stessa penisola araba.

Le prove scritturali presentate in questo paragrafo dimostrano l'autenticità della Bibbia emanifestano da un lato l'abisso immenso fra le parole del Corano e del suo Profeta che concernonola Bibbia e dall' altro le calunnie di certi credenti tradizionalisti. Da parte nostra, prestiamo fede allatestimonianza del Corano e del suo Profeta in favore della Bibbia; questa testimonianza ci basta.

Alcuni credono che il Vangelo sia stato falsificato dopo l'ispirazione Coranica. Questo è il peggioredegli argomenti e rivela una cattiva fede. Noi abbiamo presentato delle prove scientificheinconfutabili circa l'autenticità del testo evangelico d'oggi, che è identico a quello ispirato nelpassato, prima di Maometto. Ed è in favore di questo medesimo testo che il Corano rendetestimonianza.

1) Il "vangelo" di Barnaba

Molti musulmani credono nello pseudo-vangelo di Barnaba. Questo "vangelo" è una parodia dellavita del Messia, accettata disgraziatamente da molti musulmani. Ogni musulmano degno di questonome non può fare a meno di riggettare questo "vangelo", per la semplice ragione che Gesù vi èpresentato non come il Messia, ma come il predecessore del Messia. Secondo questo "vangelo"menzognero, il Messia sarebbe Maometto. Ecco qui qualche estratto di questo "vangelo":

"Il sacerdote disse a Gesù: Alzati Gesù, perché noi dobbiamo sapere di te chi tu sia; è scrittonel Libro di Mosé che Dio ci manderà il Messia che ci informerà riguardo la volontà di Dio.Per questo ti prego di dirci la verità: sei tu il Messia che noi aspettiamo? Gesù rispose: évero che Dio ci ha promesso questo, ma io non sono il Messia, perché Egli é stato creatoprima di me e verrà dopo di me".(Cap. 96, 1-5)

Il capitolo 97, 13-17 riporta allo stesso modo :"Il sacerdote disse a Gesù: e come si chiamerà il Messia? Gesù rispose : Il nome del Messiaè ammirabile, perchè Dio stesso gli ha dato un nome quando creò la sua anima e lo pose inuna beatitudine celeste. Dio disse: aspetta, o Maometto! Il suo nome benedetto èMaometto".

Questi versetti sono in contraddizione flagrante con l'Ispirazione divina che è nel Vangelo e nelCorano, che testimoniano entrambi che Gesù è veramente il Messia.

Inoltre, Maometto non ha mai sostenuto di essere il Messia, né ha detto che Gesù non lo fosse. Nonha mai dichiarato di essere stato creato prima di Gesù. Gli insegnamenti del Corano sono contrarialle volgari mistificazioni del "vangelo" di Barnaba e confermano che Gesù è il vero Messia.

5 Queste discussioni - Hadith in arabo- sono riferite dallo studioso Bokhari

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Lo scopo degli autori di questo "vangelo"- che nasconde male la mano sionista- era di suscitare unaseparazione fra i cristiani e i musulmani applicando il principio di "dividere per regnare". Essihanno giocato sull'affetto dei musulmani per Maometto, presentandolo più grande di Gesù. Icredenti superficiali sono caduti ciecamente in questa trappola senza afferrare la base del problema.Non hanno capito che negando il messianismo di Gesù e attribuendolo a Maometto, si sonotrasformati in testimoni avversi al messaggio del Corano a cui invece pretendono di appartenere.

2) Il Corano parla forse di falsificazione?

I propagatori delle voci di falsificazione della Bibbia si appoggiano su alcunii versetti coranici.Dimenticano che il Corano si presenta come testimone della Bibbia. Noi menzioneremo alcuniversetti coranici ai quali si riferiscono i sostenitori della falsificazione e dimostreremo chel'intenzione del Corano è denunciare coloro che falsificano non i versetti biblici, ma la lorointerpretazione. Il Corano dice :

- "Vorreste ora, o musulmani, che gli ebrei diventassero credenti a causa vostra? Un certonumero di questi tuttavia obbediva alla parola di Dio (La Bibbia), ma in seguitol'alterarono coscientemente, dopo averla compresa:" (Corano II ; La Vacca, 70).

- "Coloro ai quali demmo il Libro lo conoscono come conoscono i propri figli ; invero,alcuni di essi tengono celata le verità, coscientemente". (Corano II; La Vacca, 141).

Questi interpreti mal intenzionati alterarono volontariamente, con piena coscienza di causa, il sensodei versetti biblici, "dopo averli compresi". Si è trattata di una falsificazione dell'interpretazionedella parola di Dio. Altrove il Corano rivela anche :

"Alcuni di loro distorcono le parole del Libro con la loro lingua, per farvi credere che ciòche dicono si trovi nel Libro. Essi dicono : "Questo viene da Dio". Ma, quello non viene daDio. Essi dicono coscientemente delle menzogne contro Dio (Corano III; La Famigliad'Imran, 72).

Notate che quelle persone "distorcono con la loro lingua", non falsificano i testi biblici."Distorcendo con le loro lingue", presentano delle false interpretazioni - che fanno comodo a loro- per far credere che ciò che dicono viene da Dio. "Ma questo non viene da Dio".

Tale è la nostra interpretazione dei versetti sopra citati, versetti che gente malintenzionata vuole"distorcere" per calunniare il Vangelo. Il Corano accusa specialmente gli ebrei di aver fatto ricorsoa questa pratica:

"Fra i giudei, alcuni distorcono il senso delle Parole (delle Scritture)" (Corano IV; LeDonne, 48).

"Quelli che distorcono il senso delle parole "delle Scritture" le distorcono dal senso voluto da Dio,presentandone una falsa interpretazione. Il Corano dice ancora a questo proposito :

"Essi (gli ebrei) hanno violato il patto concluso e noi li abbiamo maledetti. Noi abbiamoindurito il loro cuore. Essi spostano le parole delle Scritture dal loro posto e dimenticanouna parte di ciò che fu loro insegnato". (Corano V; La Tavola, 16)

E’ chiaro che "la deviazione della parola" significa qui la falsa interpretazione dell'Intenzionedivina. Il Corano accusa gli ebrei di questa pratica ingannevole e condannabile.

Il Corano non è il solo a denunciare gli scribi ebrei. Nell'Antico Testamento, il profeta Geremiainsorge già contro di loro per la medesima ragione:

"Come potete dire: noi siamo saggi e abbiamo la legge di Yahvé! Veramente la pennamenzognera degli scribi l'ha cambiata in menzogna!". (Ger 8, 8).

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E’ importante meditare queste parole ispirate di Geremia per raggiungere l'Intenzione divina che viè espressa: Smascherare gli scribi ebrei che sfigurano il messaggio biblico con la loro falsainterpretazione. Noi abbiamo dimostrato che il testo biblico è autentico. In altri termini, il testoattualmente nelle nostre mani corrisponde perfettamente al testo conosciuto prima di Cristo edimostrato dai Rotoli del "Mar Morto". Questo è il testo che hanno conosciuto il Messia e il profetaMaometto.

Non vi si trova nessuna falsificazione. Nessuna mano umana può falsificarlo, perchè Dio, nella suainfinita saggezza, vuole che il testo intero dell'Ispirazione divina arrivi fino a noi. La ragione è cheDio vuole informarci del suo piano di salvezza per l'umanità intera e dell'influenza nefasta dellospirito sionista sui capi e sugli scribi biblici.

Gli scribi, in effetti, trascrivendo la Bibbia, hanno aggiunto, in favore del piano sionista, molti testifalsamente attribuiti a Dio, come ha sottolineato il Corano. Questi testi si trovano ancora ai nostrigiorni nella Bibbia. Dio, nella sua saggezza, ha permesso che vi rimanessero per rivelare la manosionista che li ha introdotti allo scopo di giustificare, nel nome di Dio, delle tradizioni umane nonvolute da Dio. Questi versetti sono altrettanti parassiti facilmente individuabili da ogni personapreparata.

Gesù non ha mancato di denunciare questi scribi e farisei colpevoli:"Perchè trasgredite al comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?…Voi aveteannullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti!" (Mt 15, 3-7).

Bisogna dunque sottolineare che la Bibbia ci invita essa stessa a discernere fra l'Ispirazione divina el'ispirazione sionista che in essa si trovano. Il credente non si deve allontanare dalla Bibbia a causadi questa infiltrazione sionista. Al contrario, questa deve incitare i cuori forti a scrutare la Bibbia perestrarne i tesori a dispetto degli ostacoli. Così agirono Geremia, Gesù e Maometto.

Del resto, il rispetto del profeta Maometto verso la Bibbia è una garanzia supplementare esufficiente per tutti i musulmani che vogliano riccorervi. Giacchè Dio dice a Maometto, nel Corano:

"Dì loro (agli Arabi che disprezzavano la Bibbia): portate dunque un altro libro da parte diDio che sia una guida migliore di quei due (La Torah e il Vangelo) e io lo seguirò." (CoranoXXVIII ; La Storia, 49.)

Quale migliore testimonianza in favore della Bibbia si può domandare a questo nobile profetaarabo. E’ chiaro che nel pensiero del Profeta dell'Islam la Bibbia è davvero ispirata da Dio evogliamo sottolinearlo: la Bibbia nel suo testo attuale è proprio quel testo che Maometto avevaconosciuto.

Nel versetto citato sopra, Dio ha reso Maometto apostolo non solo del Corano, ma anche dellaBibbia, poichè il Corano è un'ispirazione araba della Bibbia. Questa è la ragione per cui Dio, nelCorano, domanda a Maometto di non esigere dai popoli della Bibbia di fare ricorso a lui comegiudice, perchè essi hanno la parola di Dio nella Bibbia:

"Ma come ti prenderanno come giudice, dato che essi hanno la Bibbia, dove sonoracchiusi i precetti del Signore? Che i popoli del Vangelo giudichino secondo ciò che Dio viha ispirato e quelli che non giudicano secondo ciò che Dio ha ispirato, sono infedeli."(CoranoV; La Tavola, 49 e 51).

Il profeta Maometto invita tutti i credenti arabi a seguire la via "di coloro che li hanno preceduti"nella fede, gli ebrei e i cristiani fedeli, maturi nelle Sorgenti spirituali della Bibbia. Il Corano dice:

"Dio vuole spiegarvi chiaramente la sua volontà e guidarvi nel cammino di quelli che vihanno preceduto… O credenti (arabi) ! Credete in Dio, nel suo apostolo (Maometto), nel

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Libro (il Corano) che Dio gli ha inviato e nel Libro (Bibbia) disceso prima di lui. Chi noncrede in Dio, ai suoi angeli, ai suoi libri, ai suoi apostoli e all' ultimo giorno si trova in unaprofonda perdizione" (Corano IV; Le donne, 31 e 135).

Tale è il comandamento del Corano: credere non solo a Maometto e al Corano, ma anche alleScritture ispirate da Dio prima del Corano : La Torah e il Vangelo nel loro testo attuale.

Ogni vero credente, giudeo, cristiano o musulmano, non può fare a meno di credere nella totalitàdell'Ispirazione biblico-coranica. Che Dio Onnipotente riunisca gli eletti, tutti i cuori sinceri, tuttigli uomini di buona fede, intorno alla Sua Ispirazione biblico-coranica, una e indivisibile, affinchèessi formino una sola comunità di fronte alle potenze del male che cercano di disgregarla.

6. La vita del profeta Maometto.

Certi orientalisti rimproverano al profeta Maometto le sue numerose mogli e il gran numero delleguerre che Egli fece.

I matrimoni di Maometto

Uno dei rimproveri riguarda il matrimonio di Maometto con Zaynab, figlia di Jahsh. Zaynab era lamoglie di Zaid, il figlio adottivo di Maometto. Dopo il suo divorzio, Maometto ha dovuto sposarla.I musulmani non fanno alcuno sforzo per presentare la spiegazione migliore di questo matrimonio.Quella che noi daremo più avanti si adatta perfettamente al carattere e alla vita integra del profetaMaometto. In effetti, certe interpretazioni islamiche ufficiali di questo matrimonio hanno perconseguenza l'allontanamento degli orientalisti -e di molti cristiani- dal Corano e dal profetaMaometto. I dotti musulmani l'interpretano così :

"Dopo il matrimonio di Zaynab con Zayd, lo sguardo del Profeta si arrestò su Zaynab el'amore per lei invase il suo cuore".

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Questa spiegazione non è né certa né definitiva; é frutto di una mentalità particolare degli interpretiarabi dell'epoca. Ora, la ricerca dell'interpretazione resta aperta. Questo tipo di ricerca è conosciutanell'Islam soto il nome di "Ijtihad" che significa "sforzo", perchè si tratta di sforzarsi di cercare lamigliore interpretazione. E’ quello che noi abbiamo fatto e pensiamo di averla trovata. In seguito laspiegheremo, dopo avere esposto brevemente la vita del Profeta.

Maometto è nato nel 570 d.c., a La Mecca. E’ morto l'otto giugno del 632 D.C. Suo padre,Abdallah, morì qualche mese dopo la sua nascita e sua madre, Amena, morì quando egli aveva circacinque anni. Orfano, fu preso in carico da suo nonno, Abd El-Mutalleb. Quest'ultimo morì tre annidopo, lasciando Maometto alle cure di suo figlio, Abi Taleb, zio paterno di Maometto, che amavamolto il Profeta per la rettitudine dei suoi costumi.

Abi-Talib era padre di Ali’, il cugino prediletto di Maometto e suo fedele amico per tutta la vita.Ali’ sposò poi Fatima, figlia prediletta di Maometto. Abd-El Mutalleb, nonno di Maometto, era unnotabile della famiglia di Bani-Hashim della tribù di Qoraish di La Mecca. Aveva dieci figli, fra cuiAballah (padre di Maometto), Abi Taleb (zio che lo ospito’ e lo adotto’). Hamza (che credette inMaometto), Abu-Lahab e Abu-Jahl (che lo combatterono entrambi).

Amena, la madre di Maometto, era sorella di Waraka-Ibn-Nofal, del quale abbiamo già parlato.Quest'ultimo era cugino di Khadija, la prima moglie di Maometto. Maometto passò la suagiovinezza a La Mecca e fu conosciuto per la sua integrità, la sua castità e la rettitudine dei suoicostumi. Amava l'isolamento e la meditazione e non condivideva con gli altri giovani della sua età ilgusto per la vita mondana. Gli abitanti de La Mecca lo chiamavano "l'Onesto", (in arabo: "ElAmin") a causa della sua fedeltà e della sua onestà. Il suo amore per la preghiera e la meditazione loconducevano spesso nelle grotte delle montagne sovrastanti La Mecca, dovo egli fuggiva il tumultodella città per approfondire la ricerca della spiritualità.

Ciò non gli impediva, però, di partecipare alla vita commerciale di La Mecca: si occupava dellecarovane dei mercanti che transitavano fra lo Yemen e la Siria; era impiegato presso sua cuginaKadigia vedova di un ricco commerciante di La Mecca. Kadigia fu attirata dalla sua onestà senzacedimenti e gli mandò Abi Taleb (zio di Maometto) per parlagli di matrimonio. Maometto accettò.Aveva allora 25 anni e Kadigia ne aveva 40.

Il loro matrimonio fu felice fino alla fine. Essi ebberò tre figli, morti in tenera età e quattro figlie:Rokaya, Zeinab, Om-Kalthoum e Fatima, la favorita di Maometto.

Durante i suoi numerosi viaggi in Siria, Maometto conobbe molti monaci cristiani, fra cui il famosomonaco Bohaira al quale Maometto si legò con una profonda amicizia. Bohaira aveva ammiratol'alta moralità di Maometto e gli parlava spesso dei profeti e del Messia. Così Dio preparava giàMaometto, a sua insaputa, a una grande missione.

Quando l'anima di Maometto fu resa matura dalla contemplazione, all'età di 40 anni, il Cielo gli simanifestò. L'Angelo Gabriele gli apparve mentre stava in solitudine in una grotta presso La Meccachiamata "Harraa". Il Profeta, terminata la visione, corse inquieto dalla sua sposa Kadigia e leraccontò il fatto. Lo riferiamo, così come lo ha raccontato Bokhari :

"Gabriele si presentò a me e mi disse: leggi (Da sottintendere: leggi la Bibbia). Io gli risposi:non so leggere -(Maometto era infatti analfabeta)-. L'Angelo mi prese e mi tenne copertofinchè ritrovai la calma, poi mi disse. Leggi ! Io risposi: non so leggere. Egli mi prese, micoprì una seconda volta finchè non ritrovai la calma e mi disse: leggi. Io risposi: non soleggere. Egli mi coprì una terza volta e mi lasciò andare dicendo: leggi in nome del tuo Dio

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che ha creato. Egli creò l'uomo dal sangue coagulato. Leggi, poichè Dio è generoso6. IlProfeta tornò con queste parole impresse dentro di sè e con il cuore tremante, presso Kadigiae le riferì tutto ciò che era successo. Le disse: ho avuto paura per la mia persona."

Questa fu la prima visione di Maometto. Egli tremò come avevano tremato prima di lui Mosé,Geremia, Daniele ed altri profeti. Kadigia decise di andare con Maometto a casa di Waraka-Ibn-Nofal, suo cugino,che lo tranquillizzò dicendogli che questo corrispondeva al messaggio di Mosè, almessaggio biblico. Bokhari racconta la storia così :

"Maometto si recò dunque con Kadigia a casa di Waraka-Ibn-Nofal che era divenutovecchio e cieco. Kadigia gli disse: cugino ascolta cio’ che tuo nipote (Maometto) desideracomunicarti. Waraka gli disse: nipote mio, cosa c'è? Il Profeta allora lo informò della suavisione. Waraka gli disse: ma è la Legge di Mosè, che Dio ha fatto discendere su di te. Ah!Perchè non posso restare in vita per partecipare a questa missione! Perchè non possorimanere in vita quando il popolo ti rinnegherà! Il profeta Maometto esclamò: mirinnegherà? Egli rispose: si! Nessuno può donare ciò che tu stai per donare senza avere deinemici. Se ciò mi sarà concesso, io ti sosterrò fino alla tua vittoria. Waraka non tardò amorire".

Così Waraka confermò l'autenticità della visione, certificando che era un messaggio biblico. Ilmessaggio è dunque uno e la missione è la medesima. E’ importante che ciò sia messo in rilievo.

La profezia di Waraka si compì, perchè gli abitanti di La Mecca e la tribù di Qoraish, la tribùprincipale della Mecca, combatterono selvaggiamente contro il Profeta.

Da principio e per molto tempo, solo un piccolo gruppo aveva creduto in Maometto. Kadigia, suamoglie, fu la prima dei credenti. La nuova religione che cominciava a sorgere a La Mecca inquietò imercanti di idoli e i potenti della citta, che esigevano tasse e approfittavano dei pellegrinaggi paganiche vi giungevano. La fede monoteista rappresentava un gran danno per i loro commerci, il loropotere e la loro egemonia. Essi si trasformarono perciò in nemici giurati di Maometto e dei suoidiscepoli e li perseguitarono fortemente.

Il Profeta sopportò coraggiosamente i penosi pesi della sua missione e seppe pazientare, benchè ciògli costasse denaro e fatica. Rifiutò di opporsi con le armi ai suoi nemici armati, astenendosi perfinodal portare una spada per difendersi. Consigliò ai suoi discepoli di fuggire da La Mecca e ditrasferirsi in Etiopia, paese cristiano.

Dodici dei suoi discepoli si recarono dal Negus, l'imperatore d'Etiopia, che li accolse concedendoloro il diritto di rifugio e assicurando un soggiorno tranquillo.

Per dieci anni Maometto sopportò la persecuzione a La Mecca, predicandovi invano il monoteismoe non avendo intorno a sè che un numero ristretto di fedeli. L'opposizione della tribù Qoraishaumentava con violenza al punto di minacciare la vita di Maometto e dei suoi discepoli. Ci fu più diun attentato contro la sua vita. Maometto dovette finalmente rassegnarsi a fuggire da La Mecca e sirecò a Yathreb che in seguito prese il nome di "Al Medina", che in arabo significa "La Città", cioèLa Città del Profeta. In questa citta, numerosi seguaci lo proteggevano e solo gli ebrei della cittàcostituivano un minaccia per lui.

Maometto aveva lasciato La Mecca segretamente, di notte e Alì, suo cugino, si era sostituito a lui incasa e perfino nel letto, per simulare la sua presenza, salvandogli cosi’ la vita.

6 Questi versetti si trovano nel Corano XCVI; Il Sangue Coagulato, 1-3

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Prima della fuga a Yathreb, due avvenimenti dolorosi colpirono Maometto: la morte dello zio che loaveva protetto, Abu-Taleb, e quella della cara moglie Khadija, compagna fedele della sua vita, dellasua missione e suo appoggio spirituale. Aveva sorretto la sua fede e gli aveva dato fiducia in sèstesso. L'anno della morte di queste due persone care a Maometto fu detto "l'anno della tristezza".

La gente della tribù di Qoraish, spinta dal notabile Abi-Sifian, tentò di corrompere Maometto. Essimandarono una delegazione a suo zio Abi-Taleb, poco prima che morisse, quando era già a lettomalato, per ottenere il suo intervento su Moametto. Gli proposero denaro, gloria e perfino la coronareale, a condizione che rinunciasse al monoteismo. Gli dissero: "se è tua intenzione predicare perricavarne denaro, te lo daremo noi: metteremo insieme il nostro denaro, in modo che tu sia il piùricco fra noi. Se desideri l'onore, ti eleggeremo come capo e niente si farà senza il tuo consenso. Sevuoi il regno, ti faremo nostro re. Ma quanto al Dio unico: "No !"

Ascoltando queste parole, il Profeta si attaccò ancora di più alla sua missione e disse: "Per Dio,anche se mi date il sole nella mano destra e la luna nella sinistra per farmi rinunciare a questocompito io non vi rinuncerei ". Alla morte di suo zio Abi-Taleb, che cercava di mitigare le questionifra la gente di Qoraish e Maometto, la tensione arrivò all’estremo.

Poco prima della sua fuga a Yathreb (Al Medina), Moametto visse il miracolo del "ViaggioMistico" riferito nella sura XVII, detto "Il Viaggio Notturno ". Quest'esperienza mistica e storica émolto importante nella vita di Maometto e dei suoi discepoli e costituisce una tappa decisiva dellasua missione. In quella notte, Maometto era in casa di sua cugina Hind, sorella di Ali, figlio di Abi-Taleb. Maometto vide l'Angelo Gabriele presentarsi a lui per portarlo in visione su un cavallochiamato "Al Boraq" (fulmine) sul monte Sinai, là dove Dio parlò a Mosé. Poi lo portò a Betlemme,culla del Messia e poi a Gerusalemme, nel luogo del Tempio. Da lì lo innalzò al Cielo, poi lo riportòa Gerusalemme, dove egli riprese il suo cavallo, per tornare nella casa di sua cugina Hind. La suraincomincia così :

"Lode a Colui che ha trasportato durante la notte, il suo servitore dal sacro tempio di LaMecca, al lontano tempio di Gerusalemme, di cui Noi abbiamo benedetto il recinto per farglivedere le nostre meraviglie" (Corano XVII; Trasportò, 1).

Gli abitanti di Qoraish si rifiutarono di credere a questa visione. Perfino molti dei suoi discepolirifiutarono di prestargli fede e rinunciarono a seguirlo. Dopo questa esperienza, l'animosità a LaMecca aumentò ancora nei suoi riguardi e l'isolamento del Profeta divenne quasi totale. Il 24Settembre 622, Maometto decise di fuggire da La Mecca per andare a Yathreb. Qui comincia ilprimo anno dell’ « Hijra » che significa fuga.

Dopo la partenza, Maometto prese molte mogli, non per amore delle donne, come pensano molticristiani, ma per unificare le tribù arabe con dei legami di parentela. La prima sposa di Maometto fuSawda, vedova di uno dei suoi dodici discepoli partito per l'Etiopia, per fuggire alla persecuzione.Sawda non era più giovane ed era madre di parecchi bambini. Maometto la sposò per riconoscenza,per proteggerla e per aiutarla a mantenere i bambini, perchè ella e suo marito erano stati fra i suoiprimi discepoli.

Sposò ugualmente anche Aysha, la figlia di uno dei suoi primi discepoli, Abu-Bakr, per rinforzare ilegami con quest' amico intimo e fedele. Aysha aveva solo 7 anni, ma rimase nella casa di suo padre2 anni, prima di far parte della casa del Profeta. Maometto sposò anche Hafsa, figlia di Omar Ibn-El-Khattab, il secondo dei 4 Califfi che gli succedettero dopo la morte.

Sempre per la preoccupazione di unificare le tribu’ arabe, il Profeta diede in matrimonio le suefiglie a uomini scelti. Osman-Ibn-hafan, uno dei suoi fedeli discepoli, che divenne il terzo califfo,sposò le sue figlie Rokaya e Om-Kalthoum. Alì, suo cugino, sposò Fatima, la figlia prediletta di

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Maometto. Egli poi diede sua figlia Zeinab in matrimonio a Khaled-Ibn-El-Walid, uno degliufficiali nemici, che l'aveva vinto nella battaglia di Uhud, ma che in seguito divenne credente.Maometto a sua volta sposò la zia di Khaled per rinforzare, per mezzo di legami matrimoniali, lacomunità dei primi credenti. Maometto sposò inoltre due donne di una certa età, Zaynab e Salma,perchè erano vedove di due martiri caduti in combattimento.

Quanto al matrimonio di Maometto con Zaynab, figlia di Jahsh, che prima era stata sposa del suofiglio adottivo Zayd, gli interpreti musulmani, a nostro avviso, fanno un errore presentando questofatto come legame d'amore umano.

Noi citiamo qui i versetti del Corano su questo argomento, aggiungendo il commento di "Jalalein"-interpretazione ufficiale e generalmente ammessa che noi disapproviamo -. Poi presentiamo lanostra interpretazione che dimostra la nobiltà dell'intenzione del Profeta nello sposare Zaynab. IlCorano dice a questo proposito:

"Non conviene a un credente e ad una credente di seguire la propria scelta, se Dio e il suoapostolo hanno deciso diversamente. Chiunque disobbedisce a Dio e al suo apostolo è in unosmarrimento manifesto ". (Corano XXXIII; I Confederati, 36).

Spiegazione di "Jalalein":Questo versetto è stato ispirato a proposito di Abdallah-Ibn-Jahsh e di sua sorella Zaynab. Il Profetaaveva intenzione di dare Zaynab come sposa a suo figlio adottivo Zayd. Quando, pero’, arrivarono acasa del Profeta, Abdallah e Zaynab furono delusi apprendendo l'intenzione di Maometto, perchèavevano creduto che egli stesso volesse sposare Zaynab e non che volesse darla a suo figlioadottivo. Tuttavia, si sottomisero al giudizio del Profeta quando Gli fu ispirato questo versetto:

"Chiunque disobbedisce a Dio e al suo apostolo è in uno smarrimento manifesto." (CoranoXXXIII; I Confederati, 36).

Interpretazione di "Jalalein" :Il Profeta fece sposare Zaynab a Zayd, ma in seguito il suo sgardo si fermò su di lei e il suo cuores'infiammò d'amore per lei e Zayd la prese in odio. Egli disse al Profeta : "Voglio divorziare da lei".Il Profeta, invece, gli rispose: "Conserva la tua sposa presso di te".

Interpretazione nostra :Il profeta Maometto non provò un amore passionale per Zaynab. Per questo, non volle che Zayddivorziasse, tanto più che Maometto stesso aveva invitato Zaynab e suo fratello alla celebrazionedel loro matrimonio. Questo matrimonio ebbe luogo, nonostante l'obiezione iniziale di Zaynab e disuo fratello. In seguito, l'intenzione di divorziare da parte dello sposo metteva il Profeta in unevidente imbarazzo ed esponeva Zaynab al disonore e all'infamia. La gente avrebbe detto: "Il figliodel Profeta l'ha ripudiata." Era come metterla al bando dalla società con la conseguenza diun’inimicizia fra Maometto e tutta la parentela di Jahsh. Non restava a Maometto che una via diuscita: sposare, a malincuore, Zaynab, affinchè si dicesse: "L’ha sposata il Profeta". Era un modoper elevarla di dignità invece che abbassarla.

Maometto temeva tuttavia l'incompresione della società: molti avrebbero detto che aveva sposato lamoglie di suo figlio sedotto da lei. Questa fu la ragione per cui aveva insistito presso Zayd perimpedire il divorzio.

Zayd era uno schiavo, prima di conoscere Maometto. Questi lo liberò prima di cominciare la suamissione e Zayd, poi, credette nell'Islam. Dunque, gli era stata accordata una doppia grazia: quelladell'affrancamento e quella della fede. Per questa ragione Dio, dopo il versetto 36, prosegue dicendoa Maometto:

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"Tu stai dicendo a quest'uomo (Zayd) che Dio ha gratificato (per mezzo dell'Islam) e che tuhai gratificato (per mezzo della liberazione): Conserva la tua sposa e abbi timor di Dio e tunascondi nel tuo cuore ciò che Dio vede." (Corano XXXIII; I Confederati, 37).

Interpretazione di "Jalalein":"Tu nascondi nel tuo cuore" l'amore per Zaynab e l'intenzione di sposarla se Zayd la ripudia.

Interpretazione nostra:Il Profeta non nasconde nel suo cuore l'amore per Zaynab, ma nasconde la sua preoccupazione,essendo cosciente della gravità della situazione, comprendendo che, in caso di divorzio da Zayd,sarebbe stato obbligato a sposarla egli stesso per non farle un disonore e che la gente avrebbeinterpretato male il suo gesto:

"E tu temi gli uomini (perchè possono dire ch'egli ha sposato la moglie di suo figlio). E’Dio, piuttosto che devi temere !". (Corano XXXIII; I Confederati, 37).

Interpretazione di "Jalalein":Sposala dunque senza curarti dei discorsi della gente.

Interpretazione nostra:Il Profeta deve agire saggiamente davanti a Dio, ignorando, in effetti, le parole della gente; eglideve modellare il suo comportamento in funzione del meglio e non cercare il modo di piacere allagente, nemmeno se dovesse essere calunniato di avere sposato Zaynab per passione. Deve tenerconto solo del giudizio di Dio che conosce la sua intenzione nascosta: sposare Zaynab per evitarle ildisonore e per evitare che sorgano discordie fra gli Arabi.

Questa interpretazione si armonizza con tutta la vita del Profeta, particolarmente con ciò checoncerne le motivazioni nobili e profonde dei suoi matrimoni.

Le principali battaglie del profeta Maometto

Ad Al Medina, la "Città del Profeta", la "Città Luminosa" come fu chiamata in seguito, Maomettoaveva molti discepoli fra i quali le due tribù "Al Aws" e "Al Khazraj". Come nemici aveva solo gliebrei che si erano alleati con gli idolatri di La Mecca. E’ la ragione per la quale il Corano dice :

"Tu constaterai che i più grandi nemici di coloro che hanno creduto sono gli ebrei e gliidolatri di La Mecca e che quelli che amano di più i credenti (nel Corano) sono coloro chedicono: noi siamo cristiani. Questo avviene perchè essi hanno dei preti e dei monaci esentida ogni orgoglio." (Corano V; La Tavola, 85).

Dopo la fuga ad Al Medina, gli idolatri di La Mecca continuarono a combatterlo incitati dagli ebreidella città. Il Profeta, fino a quel momento, si era rifiutato di portare armi, ma questa persecuzionelo obbligò a ricorrervi, per legittima difesa. Aveva il dovere di difendere i suoi discepoli, la primacomunità di credenti, e la propria vita contro i nemici che attaccavano Al Medina. Essi avevano giàinvaso le case dei credenti a La Mecca e li avevano costretti all'esilio. Il Corano allude a ciò nelversetto seguente:

"Coloro che sono stati ingiustamente cacciati dai loro focolari, solo perchè hanno detto: Ilnostro Signore è il Dio unico." (Corano XXII; Il Pellegrinaggio, 41).

Per questa ragione Maometto decise che bisognava difendersi ad Al Medina. La legittima difesa ènon solo un diritto, ma anche un dovere. Dio autorizza, dunque, il suo Profeta a combattere:

- "Dio ha permesso a quelli che hanno subito un'ingiustizia di combattere i loro nemici.Dio è capace di dar loro la vittoria".(Corano XXII; Il Pellegrinaggio, 41).

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- "Combatteteli finchè non vi sia piu’ opposizione e che il culto sia reso totalmente a Dio ."(Corano VIII; Il Bottino, 40)

Prima di parlare delle battaglie, è importante sottolineare che Maometto, secondo i versetti coranicicitati, non prese mai l'iniziativa di una battaglia, ma si trovò sempre in situazioni di difesa. In certecircostanze Maometto fu accusato di aver preso l'iniziativa, ma fu una provocazione del nemico, uncombattimento che ne portò a compimento un altro.

1) L'invasione di Badr

Durante questa prima battaglia, i musulmani affrontarono, in numero di 300 solamente, gli idolatridi Qoraish di La Mecca, che erano 1000. Malgrado il loro numero ridotto, i musulmani trionfaronosugli idolatri e questo fu per loro una gran gioia e un grande segno. Questa battaglia ebbe luogonell'anno II dell'Egira.

2) L'invasione di Uhud

Gli idolatri della tribù di Qoraish di La Mecca, incitati dagli ebrei di Al Medina, attaccaronoMaometto a Uhud, un sobborgo di Al Medina. I Qoraishiti, appoggiati da un'alleanza segreta con gliebrei, erano condotti dal capo dell'armata, Khaled-Ibn-El-Walid, che in seguito si convertì all'Islam.Questa battaglia terminò con la disfatta dei musulmani e con la morte di Hamza, lo zio prediletto diMaometto. Durante quest'invasione il Profeta si accorse dell’alleanza segreta tra gli ebrei di AlMedina e gli idolatri di Qoraish e decise di porre fine alla potenza ebraica.

3) L'invasione delle "Trincee"

Quest'invasione fu chiamata così perchè fu scavata una trincea intorno ad Al Medina, per impedireai Qoraishiti di potervi entrare. Gli ebrei, di nuovo, esortarono gli idolatri di La Mecca a combatterecontro i musulmani. Quelli di La Mecca accerchiarono, così, Al Medina con un esercitoconsiderevole: diecimila uomini. Maometto aveva al suo fianco un ex-guerriero persiano, Salmane.Egli era un militare cristiano, esperto nel combattimento. Egli consigliò a Maometto di scavare unatrincea attorno ad Al Medina e, infatti, i cavalli di La Mecca non riuscirono a invadere la città.Questo salvò Maometto e i suoi. Questa battaglia ebbe luogo nell'anno V dell'Egira. Quelli di LaMecca avevano creduto in una vittoria facile, invece furono bloccati nel deserto con il cibo chediminuiva e un freddo glaciale; perciò furono costretti a ritirarsi.

4) L'invasione di Bani-Qorayza

L'invasione del villaggio ebreo di Bani-Qorayza fece seguito alla guerra delle Trincee. Maomettoaveva nel frattempo scoperto il complotto degli ebrei contro di lui e il loro ruolo determinantenell'invasione delle Trincee. Allora decise di combatterli. Gli ebrei erano fuggiti nel villaggio diBani-Qorayza dove egli li attaccò e li sconfisse. I sopravvissuti raggiunsero la città di Khaybar, unafortezza ebraica, il loro ultimo rifugio nella penisola araba. Fu in questo luogo che si svolse l'ultimocombattimento di Maometto contro gli ebrei.

Dopo l'invasione delle Trincee e di Bani-Qorayza, le posizioni dell'Islam nella penisola arabafurono consolidate e Maometto conobbe un periodo di pace. Gli Arabi cominciarono a temerlo ecercarono di stabilire dei legami pacifici con lui.

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Il patto di Hudaybiyya

Sei anni dopo la partenza del Profeta e dei suoi discepoli da La Mecca, questi ultimi volleroritornarvi in pellegrinaggio. Il Profeta si mise alla testa di una marcia pacifica verso La Mecca. Sifermarono in un luogo nei dintorni di La Mecca, chiamato Hudaybiyya. La gente di Qoraish rifiutòai musulmani il permesso di entrare come pellegrini a La Mecca. Furono organizzate delle trattativeche si conclusero con il patto di Hudaybiyya, in virtù del quale fu proclamata una tregua di diecianni. Questo patto permetteva ai musulmani di andare in pellegrinaggio a La Mecca l'anno seguentee per un periodo di tre giorni solamente.

I pellegrini e Maometto, dunque, ritornarono tre settimane più tardi ad Al Medina. Il patto diHudaybiyya permise a Maometto di spargere il suo messaggio in tutta la penisola araba e contribuìa diffondere il volto pacifico dell'islamismo. Un buon numero di Arabi abbracciarono la religionemonoteista e si affiancarono al Profeta. In questo tempo l'alto ufficiale Khaled-Ibn-El-Walid,convertitosi all’Islam, sposò Zaynab, figlia del Profeta, dopo aver combattuto i musulmani a Uhud.A sua volta, Maometto sposò Maymuna, la zia di Khaled, consolidando in tal modo l'unità fra diloro.

Emissari di Maometto ai RePoichè la situazione nella penisola araba si era calmata, Maometto inviò degli emissari con lettere aiprincipali sovrani, domandando loro di aderire alla sua fede e al suo messaggio. I re interpellatifurono: Eracle, re bizantino, Serse, re dei persiani, il Negus di Etiopia e il capo della comunità coptad’Egitto. Nel capitolo seguente riproduciamo il contenuto della lettera inviata al re Eracle.

5) L'invasione di Khaybar

La pace si era estesa in tutta la penisola araba, non restava davanti a Maometto che una minaccia:gli ebrei ritiratisi a Khaybar. Un mese dopo la pace di Hudaybyya, Moametto uscì, egli stesso, allatesta di un’armata musulmana e accerchiò la città e la fortezza. I musulmani si lanciaronovalorosamente nella battaglia senza paura della morte e trionfarono dopo un combattimentoaccanito e selvaggio. Era il settimo anno dell' Egira (623 D.C.).

Dieci anni dopo l'Egira, la luce dell 'Islam si era sparsa nella totalità della penisola araba, dovemusulmani e cristiani vivevano in pace. Maometto fece un'entrata trionfale e pacifica a La Meccasenza incontrare resistenza. Entrò per la porta della "Kaaba"e ne distrusse gli idoli. Pronunciò alloraqueste parole :

"Dì: la verità è venuta e la menzogna è svanita. La menzogna è destinata a svanire" (CoranoXVII; Viaggio Notturno, 83).

Maometto perdonò generosamente i suoi nemici - Abu Sifian e tutti quelli che avevano preso learmi contro di lui - e non cercò di vendicarsi.

Il Profeta morì nell' undicesimo anno dell' Egira, nel 632 d.c, ad Al Medina, dove si trovaattualmente la sua tomba. Aveva circa 60 anni.

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CAPITOLO III

I principali punti d'incontro fra il Corano e il Vangelo.

La principale testimonianza del Corano in favore del Vangelo è l'attestato che Gesù è veramente ilMessia. Se il Corano non avesse attestato questa Verità evangelica fondamentale, non sarebbe statoné sincero, né veritiero. Questa testimonianza ha offeso gli ebrei e ha suscitato il loro odio controMaometto, tanto più che il Corano si presenta come una conferma del Messaggio evangelico nellasua totalità. Ora, il Vangelo è un Libro bandito dagli ebrei.

Se il Corano avesse affermato che Gesù non era il Messia, gli ebrei non avrebbero combattutoMaometto e ciò avrebbe giustificato, ancor di piu’, la loro attesa di un Messia sionista. Questo"Messia" sionista è conosciuto nel Vangelo come l'Anticristo. Noi affronteremo questo argomentoparlando del Messia.

I principali punti d'incontro fra il Corano e il Vangelo sono i seguenti:

1) Il Messia2) La Vergine Maria.3) La Tavola Celeste (l'Eucarestia).4) Lo Spirito.

1. Il Messia

La prima e grande Verità rivelata dal Corano agli Arabi è l'esistenza di un solo Dio.

La seconda grande Verità è che Gesù è veramente il Messia inviato da Dio e annunciato dai profetidell'Antico Testamento. Come abbiamo già detto, fu la rivelazione di questa verità nel Corano cheirritò gli ebrei e impedisce loro di aderire al Corano, perché allora essi dovrebbero rinunciareall'attesa di un Messia sionista.

Di seguito i versetti coranici che attestano che Gesu' è veramente il Messia:

1) "Ricorda pure, quando gli angeli dissero a Maria: -"O Mria, Dio ti annunzia il Suo Verbo, il cuinome sarà il Messia, Gesu' figlio di Maria". (Corano III; La Famiglia d'Imran, 40 o 45).

2) "E per aver essi (gli Ebrei) detto; -in verità, noi uccidemmo il Messia, Gesu' figlio di Maria,l'apostolo di Dio-". (Corano IV; Le Donne, 156 o 157).

3) "O gente del Libro, non eccedete nella vostra religione, nè dite, riguardo a Dio se non la verità,certo il Messia, Gesu', figlio di Maria, è l'apostolo di Dio, il Suo verbo, che Egli getto' inMaria, e uno spirito, proveniente da Lui". (Corano IV; Le Donne, 169 o 171).

4) "Chi potrebbe opporsi minimamente a Dio, se Egli volesse annientare il Messia, figlio diMaria …". (Corano V; La Tavola, 19 o 17).

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5) "Essi hanno preso i loro dottori e i loro monaci per loro signori, al posto di Dio e del Messia,figlio di Maria ". (Corano IX; Il Pentimento, 31).

(N.B. Alcuni traduttori del Corano presentano una traduzione falsa del versetto sopra citato, invertendo le frasi,sfigurando cosi' completamente il suo significato autentico. Cosi' è come sfortunatamente vengono spesso tradotti iversetti della Sura IX; Il Pentimento, 31: "Essi hanno preso i loro dottori e i loro monaci e il Messia, figlio di Maria, perloro signori, all'infuori di Dio…", con l'intenzione di negare la divinità del Messia. Il testo arabo originale riporta, pero',le frasi nell'ordine in cui è stato tradotto sopra, in favore della divinità di Gesu'. "Invero, alcuni di essi contorcono leparole del Libro, perchè voi crediate che cio' che essi dicono faccia parte del Libro; esso invece non fa parte del Libro.Essi dicono : 'cio' viene da Dio', mentre non viene da Dio, e dicono , scientemente, una menzogna contro Dio" (CoranoIII ; La Famiglia d'Imran, 72). Da notare bene: sono gli ingannatori che "contorcono le parole del Libro" e non i testiche sono stati falsificati, nè nel Corano, nè nei Vangeli, come alcuni pretendono.)

Se gli ebrei accettassero il messianismo di Gesù, non attenderebbero più il loro Messia sionista erinuncerebbero, di colpo, al sionismo e allo Stato d'Israele che incarna il sionismo. Gli ebrei hannorespinto Gesù come Messia perché condannava la realizzazione di un'entità politica in nome delGiudaismo. Egli rifiutò di essere re temporale di un regno israeliano, come ha rivelato San Giovanninel suo Vangelo (Gv.6, 15), insegnando che il Regno di Dio è dentro di noi (Lc.17, 20-21) e nonall'esterno di noi, nel mondo politico, come credevano tutti gli ebrei del suo tempo e come credonoancora quelli di oggi.

Dodici secoli prima di Gesù, Gedeone aveva nello stesso modo rifiutato il regno (Giudici 8, 22). Inseguito, il profeta Samuele aveva annunciato che Dio rigettava uno Stato israeliano (1 Sam.8). Gliebrei, pero’, da lungo tempo aspiravano a un'egemonia temporale per mezzo d'un regno israeliano.Essi rifiutavano i comandi di Dio e la sua volontà proclamati per mezzo del profeta Samuele.(1 Sam.8, 19)

Rifiutando la creazione di uno Stato israeliano, Gesù rivela lo scopo spirituale, non politico, dellareligione ebraica e di ogni religione. Questo non esclude un'attività politica da parte dei credenti. Alcontrario é preferibile che i credenti prendano le redini del potere, per instaurare delle riformesociali e morali al servizio della società. Politicizzare, pero’, lo spirituale creando in nome dellareligione un nuovo stato, come vogliono gli ebrei, è contrario al piano di Dio. Perchè Dio è per icredenti, ma lo stato é per tutti, credenti e non credenti e, come dice il Corano :"Nessun obbligonella religione" (Corano II; La Vacca, 257).

La fede in Gesù come Messia è il sommo dell'insegnamento evangelico:- "Nessuno può dire: "Gesù è Signore (cioè il Messia ) se non sotto l'azione dello Spirito

Santo." (I Co 12, 3).

- "Chiunque crede che Gesù è il Messia, è nato da Dio" (I Gv 5, 1).

Il Messia stesso disse agli ebrei che complottavano contro di lui:"Se non credete che Io sono (il Messia), voi morrete nei vostri peccati" (Gv 8,24).

D’altronde, l'ispirazione evangelica ci mette in guardia dall'apparizione del falso Messia sionistachiamato Anticristo, da S. Giovanni:

"Voi avete sentito dire che deve venire un Anticristo. Egli nega che Gesù sia il Cristo:eccolo, l'Anticristo." (1 Gv 2, 18-22).

Noi sappiamo che solo gli ebrei increduli negano che Gesù sia il Cristo, l'unico Messia di Dio.

Cosa concludere riguardo queste parole evangeliche?

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Primo: Maometto, riconoscendo Gesù come il Messia è ispirato dallo Spirito Santo, ed è nato daDio.

Secondo: coloro che negano che Gesù sia il Messia, ossia gli ebrei, che lo rifiutano attendendo unaltro Messia, formano insieme la persona morale dell'Anticristo. Insomma, lo Stato modernod'Israele incarna le potenze dell'Anticristo.

L'ispirazione evangelica rivela che Gesù annienterà Egli stesso l'Anticristo, quando costui apparirà.Secondo S.Paolo (2 Tes 2, 3-12) l'avvento del Messia sarà preceduto dall'apparizione dell'"UomoEmpio", del "Nemico" che Gesù, il Messia, annienterà con lo splendore della sua venuta. L'empietàannunciata da S.Paolo è il comportamento sionista e razzista, dato che Dio è universale e nonrazzista. L'"Uomo Empio", il "Figlio della Perdizione" e "il Nemico" di cui parla S.Paolo è l'uomosionista, nemico di Gesù , di Dio e dell'umanità. La sua concretizzazione è lo Stato anticristod'Israele. Questo stato è il cuore pulsante dello spirito del male che rifiuta Gesù.

Nel passato gli ebrei sionisti hanno lavorato segretamente per fondare lo Stato d'Israele. Ora, lafondazione di questo stato permette loro di agire apertamente e con più potenza di prima perestendere la loro influenza. Oggi, questa potenza anticristiana è armata da alleati che dicono diessere testimoni del Messia Gesù. In questo consiste la seduzione della fine dei tempi predetta dalVangelo.

Il profeta Maometto ha parlato nelle sue "Nobili Discussioni" dell'apparizione di questa forzad'empietà, dicendo che l'Anticristo avrà scritto sulla fronte tre lettere. "K.F.R". Queste lettere inarabo formano la parola "Kufr" che significa empietà o bestemmia. Nell'Ispirazione evangelica noitroviamo queste medesime bestemmie sulla fronte della "Bestia" dell'Apocalisse:

"Io vidi… una bestia scarlatta, coperta di parole blasfeme…sulla fronte aveva scritto unnome misterioso…" (Ap 17, 3-5).

Il profeta Maometto ha ugualmente fatto notare che quando apparirà l'Anticristo, Gesù e i suoi elettisi leveranno per combatterlo e distruggerlo. I discepoli di Gesù, oggi, secondo l'intenzionedell'ispirazione e delle profezie divine, non sono i cristiani tradizionalisti che collaborano conIsraele e lo sostengono. Questo sostegno cristiano a Israele è stato ugualmente profetizzato, datoche, secondo il Vangelo, l'Anticristo seduttore riuscirà a sedurre i falsi discepoli di Gesù (Mt 24). Ainostri giorni i veri credenti sono gli assetati di giustizia, che subiscono il peso dell'iniquità sionista,resistendo a Israele e al sionismo internazionale.

Secondo le profezie evangeliche e quelle del profeta Maometto, lo Stato d'Israele sparirà. La suacaduta sarà il simbolo del fallimento del sionismo e di ogni mentalità materialistica equivalente. Daquesto avvenimento molti comprenderanno che Gesù è veramente il Messia e che il suo regno è benstabilito sulla terra, secondo l'annuncio dei profeti.

2. La Vergine Maria

Il Corano contiene i versetti più belli a proposito della Vergine Maria. Esso pone la Madre di Cristoal più alto vertice della santità:

"Gli angeli dissero: O Maria! Dio ti ha scelta, ti ha purificato da ogni impurità, ti ha eletta aldi sopra delle donne dell'universo" (Corano III; La Famiglia d'Imran, 37).

Questa testimonianza condanna gli ebrei che, come ha rivelato il Corano, hanno inventato controMaria calunnie atroci (Corano IV; Le Donne, 155). Dio, nell'ispirazione coranica, attesta ciò che haispirato nel Vangelo, a proposito di Maria:

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"Tu sei benedetta fra tutte le donne" (Lc 1, 42).

Il Corano rivela ugualmente l'eccezionale purezza di Maria e la sua Immacolata Concezione, comepure quella di Gesù. Nei versetti seguenti, la moglie d'Imran, cioè la madre di Maria (la Famigliad'Imran sono i genitori di Maria) dice:

"Signore, io Ti ho consacrato in voto il frutto del mio seno: gradiscilo, perchè Tu ascolti econosci tutto. Quando essa ebbe partorito, disse: Signore, ho messo al mondo una figlia el'ho chiamata Mariam (Maria), metto sotto la Tua protezione essa e la sua discendenza(Gesù), affinchè Tu li preservi dalle astuzie di Satana" (Corano III; La Famiglia d'Imran, 31)

Dio ha ascoltato la preghiera della madre di Maria e ha esaudito il suo voto: Maria e Gesù furono isoli protetti contro il demonio, come dichiara Maometto nelle sue "Nobili Discussioni "

"Nessun uomo nasce senza che il diavolo lo tocchi fin dalla sua nascita ed egli grida a causadi questo tocco satanico, ad eccezione di Maria e di suo Figlio".

Questo versetto delle "Nobili Discussioni" si trova nell'interpretazione di "Jalalein", dopo il versetto31 della sura La Famiglia d'Imran. Queste parole, accettate da tutto il mondo musulmano, sono unriconoscimento dell'Immacolata Concezione di Maria.

A questo proposito il profeta Maometto ci insegna che ogni uomo, compresi i profeti e egli stesso,nascono con questa tara, ad eccezione dell'Immacolata Maria e, naturalmente, di suo Figlio.

3. La Tavola Celeste

Il Corano ci rivela che Dio fece discendere dal Cielo una "Tavola" imbandita per nutrire gli apostolidi Gesù, il Messia. Questo cibo celeste è un punto comune fra la Bibbia e il Corano, ignorato dallamaggioranza dei credenti. Si tratta della comunione al Corpo e al Sangue del Messia, Tavolaspirituale di Dio. Infatti, il Corano riporta con pedagogia, sotto una forma simbolica e condensata,l'ultima Cena di Pasqua che Gesù ebbe con i suoi apostoli e nel corso del quale istituì la Cenaspirituale tramite il Suo Corpo e il Suo Sangue. Questo fatto é raccontato nel Corano in un modopedagogico, ma sottile, rispettando l'ignoranza del mondo arabo dell'epoca nei confronti delVangelo. Troviamo questo fatto raccontato nella sura La Tavola:

"Gli apostoli dissero: O Gesù, figlio di Maria, può il tuo Signore farci discendere dal Cielouna Tavola (imbandita)? Egli rispose: temete Dio, se siete credenti. Essi dissero: nevorremmo mangiare e tranquillizzare i nostri cuori e sapere che Tu ci hai predicato la veritàe ne saremo testimoni (testimoni della Tavola). Gesù, figlio di Maria, disse: O Dio nostroSignore, fà discendere su di noi una Tavola (imbandita) dal Cielo. Che sia per noi una festa,per il primo e per l'ultimo dei nostri, e un Segno da parte tua e nutrici, Tu sei il piùgeneroso dei dispensatori. Dio disse: Io la faccio discendere sopra di voi, ma guai a chi, fradi voi, sarà incredulo. Io gli farò allora patire una sofferenza che non ho mai fatto subire aqualcuno nel mondo" (Corano V; La Tavola, 112-115).

Di quale Tavola (imbandita) discesa dal Cielo si tratta? Conoscere il vero senso è di un’importanzacapitale, perchè gli apostoli hanno promesso di "esserne testimoni". Inoltre, questa testimonianza sideve estendere fino all'ultimo credente sulla Terra, perchè Gesù la chiede a Dio e sarà "una festa peril primo e per l'ultimo fra di noi". Allora Dio la fece discendere, minacciando gli increduli del piùduro castigo. Certi interpreti hanno visto in questa Tavola un nutrimento materiale a base di pesce.Hanno confuso fra il miracolo materiale della moltiplicazione dei pani e dei pesci riportato dalVangelo (Gv 6) ed operato da Gesù e il miracolo del Cibo spirituale, quello della Tavola spirituale"che discende dal Cielo" rivelato dal Corano.

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Il Vangelo riporta al capitolo 6 di S.Giovanni le parole del Messia a proposito di questo Cibospirituale. Egli aveva detto che "la sua carne e il suo sangue" erano cibo e bevanda spirituali chedonavano "la Vita Eterna" ai credenti. Molti dei suoi discepoli, ascoltando queste parole, letrovarono "troppo forti" e si allontanarono da Lui (Gv 6, 60-66).

Gli ebrei, dopo secoli di preparazione, non poterono comprendere Gesù. Molti cosiddetti cristiani,ancora oggi, non capiscono il senso profondo di queste parole. Come si poteva, dunque, spiegarequesto Pasto Spirituale, questa Tavola imbandita agli Arabi della penisola araba che ignoravanotutto della Bibbia? Il Corano doveva perciò presentare questo fatto con allusioni e parabole, alloscopo di suscitare negli Arabi, desiderosi di verità, una santa curiosità, che li spingesse alla ricercanel Vangelo del senso profondo di questo messaggio. Lì, troveranno la pienezza della luce sulmistero della Tavola coranica che scende dal Cielo.

Alcuni interpreti pretendono che questa Tavola imbandita non sia ancora stata inviata da Dio. Ciònon corrisponde alle parole del Corano: Dio dice "La faccio discendere sopra di voi", Dio l'hadunque già fatta discendere sugli apostoli nel passato, minacciando perfino che gli incredulisarebbero stati puniti come non mai. Inoltre, Gesù la domandò a Dio perchè ne potesserotestimoniare "il primo e l'ultimo" dei credenti. I primi apostoli vi avevano, dunque, già partecipato.Deve rimanere fino alla fine dei tempi, perchè possano testimoniare anche gli ultimi credenti sullaTerra.

Il Messia ha dato agli apostoli questa "Tavola" imbandita che discende dal Cielo. Essa é quel Panedi vita che discende anche esso dal Cielo (Gv 6, 32-36). Gesù ha dato questo Pane del Cielo unanno dopo averne parlato. Questo fatto é accaduto durante l'ultima Cena di Pasqua che Egli ebbecon i suoi apostoli, quando, prendendo del pane, lo diede loro dicendo "Prendete e mangiate questoè il mio Corpo". Poi prese il calice lo diede loro dicendo: "Bevetene tutti, questo è il mio Sangue, ilSangue della Nuova Alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati." (Mt 26, 26-29).

Gli apostoli compresero, allora, e i credenti dopo di loro, come il Messia si diede loro sotto forma dicibo e bevanda. Il Cibo, la Tavola imbandita, che il Messia offre ai "primi e agli ultimi" credenti èlo Spirito Santo che dimora nel cuore dei credenti tramite questo Pane che mangiano e questo Vinoche bevono. Questa Bevanda celeste e divina è quella menzionata ancora nel Corano nella suraLXXXIII; “I non riempienti la misura”. Coloro che ne bevono sono i puri, gli eletti da Dio, coloroche rifiutano di berlo sono i dannati:

"I puri saranno fra delizie; adagiati sui letti elevati, staranno a guardare attorno, ravviseraisui loro volti lo splendore della felicità, verrà dato loro da bere del Vino sigillato, il cuisigillo sarà di muschio; qui devono entrare in competizione gli aspiranti alla felicità!L’Acqua mescolata in esso sarà quella di Tasnim, una sorgente (celeste) dalla qualeberranno gli avvicinati (da Dio). I malvagi (coloro che rifiutano di berne) si burlano diquelli che credono… " (Corano LXXXIII; “I non riempienti la misura”, 22-29).

Il Corano, offrendo ai credenti questo "Vino sigillato", testimonia in favore delle parole di Gesù nelVangelo di Giovanni a proposito del pane sigillato, il cibo marcato da Dio, che discende dal Cielo,Gesù stesso, "perchè su di Lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo" (Gv 6, 27).

Ricordiamo ciò che Gesù dice nella sura La Tavola (imbandita):"O Dio, nostro Signore, fà discendere su di noi una Tavola (imbandita) dal Cielo.

Che sia per noi una festa per il primo e per l'ultimo dei nostri." (Corano V; La Tavola, 114).

Questo significa che la Tavola discesa dal Cielo non fu solo per gli apostoli; continua a scendereogni giorno e in tutti luoghi, per essere una festa "per il primo per l'ultimo ", dunque per i credentidi tutti i luoghi e di tutti i tempi, fino all'ultimo credente, fino al giorno della Resurrezione. Essa

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testimonierà eternamente davanti a Dio in favore di coloro che avranno testimoniato per Essa sullaTerra.

La Tavola imbandita e questo vino celeste che discendono dal Cielo hanno per scopo separarel'umanità in due: da una parte gli eletti di Dio, coloro che si nutrono di questa Tavola e, dall'altra, idannati che rifiutano di nutrirsene e si burlano di coloro che ci credono.

Infine, bisogna segnalare un fatto importantissimo da sapere: il divino Corano incita il credente allacompetizione, alla gara verso questo Vino misterioso e vivificante che discende dal Cielo (CoranoLXXXIII; “I non riempienti la misura”, 26). Questo differisce totalmente delle bevande alcolichedel mondo di quaggiù. Che tutti quelli che rifiutano questo Vino divino, si armino piuttosto disaggezza. Che coloro che si burlano dei credenti che si precipitano a questo vino in "competizione",si ravvisino, prima che sia, per loro, troppo tardi.

4. Lo Spirito

Il mondo islamico ha dello "Spirito" solo una nozione indefinita. Questa parola ritorna spesso nelCorano senza che la sua essenza sia chiarificata. Così, i credenti sono portati a chiedersi cosasignifichi esattamente quest’espressione. Troviamo nella sura XVII, Trasportò :

"Ti chiedono a proposito dello Spirito. Di’: lo Spirito è affare del mio Signore, voi non avetericevuto (nel Corano) che poca scienza" (Corano XVII; Trasportò, 87).

E’ secondo una saggezza divina, che il Corano nasconde ai musulmani, ciò che è lo Spirito. Dio havoluto che la sua rivelazione coranica fosse una porta aperta e un passaggio verso la Bibbia, comeha voluto che il Corano fosse un testimone attestando la veridicità della rivelazione biblica, comespiegato prima.

Nel Corano, la questione dello Spirito è uguale a quello della "Tavola (imbandita)" che Dio fecediscendere dal Cielo sui suoi apostoli: il credente può capire il suo significato, solo ricorrendo allaBibbia. Infatti, il Corano stesso incita il credente a consultare la Bibbia e la gente della Bibbia.Leggiamo nella sura "Giona":

"Se dunque dubiti di cio’ che noi abbiamo fatto scendere sopra di te, interroga coloro cheleggono il Libro ( la Bibbia) prima di te. Certamente la Verità è venuta a te dal tuo Signore.Non dubitare dunque" (Corano X; Giona, 94).

Il Corano apparve dunque come un passaggio verso la Bibbia. In Essa i credenti trovano ilchiarimento di ciò che è stato parzialmente rivelato nel Corano. Quest'ultimo infatti dicechiaramente che offre agli Arabi, ignoranti all'epoca, solamente una parte della scienza, cioè "pocascienza" il complemento della quale si trova nella Bibbia:

"Voi non avete ricevuto (nel Corano) che poca scienza." (Corano XVII; Trasportò, 87).

Coloro che denigrano la Bibbia, fanno parte di "coloro che dubitano" (Corano X; Giona, 94). Ma ilcredente, che si vuole aperto all'insieme della Rivelazione divina, troverà nella Rivelazione biblicala risposta al significato della parola "Spirito": é lo Spirito Santo di Dio, Dio stesso, che mandò ilsuo Spirito eterno ai profeti, da Abramo in poi, e si è incarnato nel seno della Vergine Maria, comeDio ha rivelato nella Bibbia e nel Corano. Infatti, il vangelo riporta:

"…Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo?" Le risposel'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la Suaombra; perciò Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio." (Lc 1, 34-35).

Così leggiamo anche nel Corano:

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- "Il Messia, figlio di Maria é l’Inviato di Dio e la Sua Parola deposta in Maria e unoSpirito proveniente da Lui." (Corano IV; Le Donne, 169).

- "Poi Maria prese per nascondersi da essi un velo e Noi le inviammo il Nostro Spirito cheprese in essa in tutto la forma di un uomo perfetto." (Corano XIX; Maria, 17).

D'altronde, quando gli inviati dal profeta Maometto si presentarono davanti al Negus per spiegargligli insegnamenti del Profeta Maometto, Jaafar Ibn-Abi-Taleb rispose che Gesù "è il servitore diDio, il suo inviato, il suo Spirito e la sua Parola deposta nella Vergine Maria".

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CAPITOLO IV

Invito alla riflessione

Quest'ultimo capitolo invita il lettore a riflettere su due punti:

1. La lettera d'invito alla fede indirizzata da Maometto all'imperatore Eracle.2. L'accoglienza riservata dal Negus d'Etiopia ai musulmani venuti presso di lui, dopo la loro fuga

da La Mecca.

1. La lettera a Eracle

Ecco la traduzione di questa lettera.

"In nome di Dio misericordioso. Da Maometto, servitore di Dio, a Eracle, Grande Re dei Bizantini.Salute a coloro che seguono la buona direzione. Ora io t'invito a ricevere il messaggio dell'Islam.Accetta l'Islam: sarai salvo e Dio ti darà una doppia ricompensa. Se tu rifiuti, l'empietà degliariani sarà su di te. O popoli del Libro, venite, discutiamo e siamo d'accordo sul fatto che noiadoriamo un solo Dio, senza associargli niente altro e senza proclamare fra di noi dei signori,eccetto Dio. Se voi accettate, dite: "Testimoniate che siamo musulmani".

Due punti ci interessano in questa lettera:

A) La doppia ricompensa

Il profeta Maometto dice a Eracle: Dio ti darà una "doppia ricompensa". Il Profeta ripete qui questadoppia ricompensa promessa da Dio ai cristiani che avevano proclamato la loro fede nell'islam,dicendo: "Noi siamo musulmani prima di Lui (Il Corano)". Dio risponde loro, nel Corano: "Essiriceveranno una doppia ricompensa". (Corano XXVIII; La Storia, 53-54). La prima ricompensaderiva dalla loro fede nel Messia e nel Vangelo, la seconda risulta dalla loro fede nel Corano chetestimonia in favore della Bibbia e del Vangelo.

Quale deve essere l'atteggiamento dei cristiani d'oggi che credono nel Vangelo e nel Corano?Secondo il profeta Maometto - e contrariamente al parere di molti musulmani tradizionalisti - essinon devono rinunciare ad alcun insegnamento evangelico, poichè Maometto domanda loro solo didire: "Noi siamo musulmani" (cioè sottomessi a Dio ). Secondo la sura La Storia, citata sopra, essierano già musulmani, sottomessi a Dio, prima del Corano.

Quando il Negus d'Etiopia, in compagnia dei patriarchi copti, ascoltò per la prima volta ilmessaggio musulmano, i patriarchi dissero: "Ma queste parole vengono dalla medesima sorgentedelle parole del nostro Signore Gesù, il Messia".

Parimenti, il Corano insegna che l'Islam esisteva prima della rivelazione coranica:"Gesù si accorse ben presto dell'infedeltà (degli ebrei). Egli gridò: "Chi mi assisterà nelsentiero di Dio? Gli apostoli risposero: "Siamo noi che ti aiuteremo nel sentiero di Dio e tutestimonirai che noi siamo musulmani (sottomessi)." (Corano III; La Famiglia d'Imran, 45).

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Dio dice, anche, in un altro versetto :"Io ho detto agli apostoli: Credete in me e nel mio inviato (Gesù). Essi risposero: Noicrediamo e Tu sei testimone che noi siamo musulmani" (Corano V; La Tavola, 111).

Così, nel concetto coranico gli apostoli di Gesù erano già musulmani prima dell'Islam, e chiunquecrede che Gesù è il Messia è già musulmano, già "sottomesso" a Dio accettando il Vangelo.

Dopo la venuta del profeta Maometto confermando il Vangelo, coloro che negano Maomettonegano il Vangelo, e coloro che credono in Maometto testimoniano con lui l'autenticità del Vangeloe ottengono una "doppia ricompensa". Allo stesso modo, colui che crede nel Corano e in Maometto,se si sottomette al Vangelo nel suo testo attuale, ne è testimone con il Corano. Se, però, rinnega ilVangelo, diventa un falso testimone del Vangelo e del Corano e l'empietà degli ariani sarà su di lui.

B) L'empietà degli ariani

Il secondo punto degno di interesse in questa lettera è la menzione dell'empietà "ariana", conosciutain occidente col nome di "arianesimo". L'arianesimo apparve ad Alessandria nel III secolo D.C. Unprete cristiano di nome Ario negò la divinità del Messia ed ebbe molti discepoli, conosciuti con ilnome di Ariani (da non confondere con la razza ariana). Il concilio di Nicea tenutosi nel 325 D.C.condannò l'arianesimo. Questa eresia, ben conosciuta nella storia del Cristianesimo, persistettelungo tempo dopo il concilio. Si sparse in oriente fino al tempo del profeta Maometto e anche inseguito.

Quando menziona questa empietà, Maometto dimostra una saggezza e un'intelligenza checolpiscono ogni spirito avveduto, giacchè il Profeta dimostra così, a partire dal suo ambiente araboe desertico, che le decisioni del concilio di Nicea, che condannava l'arianesimo, sono giustificate edegli le approva pienamente. Questa empietà era la negazione della Divinità di Gesù e dellaTrinità Divina . Non è forse, da parte di Maometto, un riconoscimento implicito di queste dueVerità divine?

2. Il rifugio dei musulmani in Etiopia

I musulmani si rifugiarono in Etiopia in due gruppi successivi. Quando il primo gruppo arrivò inEtiopia, la tribù di Bani-Qoraish de La Mecca, feroce nemica di Maometto, inviò due messaggeri,Amru-Ibn-El-Ass - che in seguito divenne musulmano - e Abdallah-Ibn-Abi-Rabiah, con regalipreziosi da offrire al Negus "Ahmassa", reclamando l'estradizione dei rifugiati musulmani, accusatidi essere malintenzionati, d'aver abbandonato la religione del loro popolo e di opporsi alla religionedel Negus. Questa gente, secondo i messaggeri di Qoraish, avevano inventato una religione nuova,sconosciuta, contraria a quella del Negus e degli Arabi.

Il Negus rifiutò di consegnare i rifugiati prima di averli ascoltati. Uno di essi, chiamato Giafar Ibn-Abi-Taleb prese parola in presenza del Negus e dei patriarchi etiopici:"O Re, noi eravamo un popolo ignorante che adorava gli idoli, finchè Dio non ha inviato un Profetadi cui noi conosciamo l'origine, l'onestà e la fedeltà. Egli ci ha insegnato a credere in Dio e adadorarlo".

Il Negus rispose : "Puoi leggerci un testo scritto da quest'uomo, da parte di Dio? "Giafar rispose : "Si" e gli recitò tutto il capitolo coranico di Maria fino al versetto dove Gesù dice:

"Pace su di me nel giorno in cui nacqui, nel giorno in cui morirò e nel giorno in cui verròrisuscitato." (Corano XIX; Maria, 34).

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Quando i patriarchi udirono quel versetto dissero: "ma queste parole provengono della stessasorgente delle parole del nostro Signore Gesù il Messia !". Il Negus lo confermò, dicendo ai duemessaggeri: "Le parole di questa gente e le parole di Mosé derivano della stessa sorgente. Partite !In nome di Dio, io non vi consegnerò questa gente."

I due messaggeri non rinunciarono affatto al loro progetto. Ritornarono dal Negus per dire: "Imusulmani fanno dei brutti discorsi su Gesù, Figlio di Maria. Mandali a cercare e interrogali aquesto proposito". Quando essi furono arrivati davanti al Negus, Giafar gli rispose:"noi diciamo ciòche il nostro Profeta ci ha insegnato: Gesù è il servitore di Dio e il suo Inviato, il suo Spirito e la suaParola, inviato alla Vergine Maria."

Questi musulmani avevano compreso, dunque, che Gesù solo era lo Spirito e la Parola di Dio.Quando il Negus ascoltò ciò, prese il bastone e disegnò una linea per terra dicendo: "fra noi e voinon c'è che questa linea di separazione".

Se il Negus avesse conosciuto personalmente Maometto e avesse ascoltato gli insegnamenti dallasua stessa bocca, e se i due messaggeri di La Mecca non avessero avvelenato l'atmosfera, il Negusnon avrebbe certamente tracciato quella linea fra i credenti. Il profeta Maometto non ha maiimmaginato né voluto una simile linea di separazione. Non era forse stato ispirato egli stesso, ilProfeta, a dire ai popoli del Libro:

"Il nostro Dio e il vostro Dio è uno." (Corano XXIX; Il Ragno, 45).

Dov'è dunque, nella mentalità di Maometto, questa linea? Non esiste. E’ tempo ormai, per tutti icredenti maturi nella fede, di superare le linee e gli ostacoli artificiali creati dal fanatismo umano,nel corso dei secoli. E’ venuto il momento in cui il credente ritrovi e abbracci il fratello credente.

Non ci sono più musulmani, non ci sono piu’ cristiani. Siamo tutti musulmani, siamo tutti cristiani acondizione tuttavia di superare la lettera per abbracciarci nello Spirito e nell'Intenzione di Dio."Giudichiamo da noi stessi ciò che è giusto" come lo raccomanda il Messia (Lc 12,57). Ciò è la"Via Retta" del Corano.

Dobbiamo essere credenti indipendenti.

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CONCLUSIONE

Perchè ho chiamato questo libro "Sguardo di fede sul Corano"? La ragione è semplice: agli occhidegli uomini io sono cristiano e, a loro parere, un cristiano non crede nel Corano. Tuttavia, il miocristianesimo è più fedele all'Islam di quanto non lo siano parecchi musulmani. Il Corano e il suodegno profeta Maometto testimoniano in mio favore e mi concedono una doppia ricompensa.

Il Corano, come la Bibbia, non è monopolio di nessuno. E’ un'ispirazione divina indirizzata a tutticoloro che amano la vita spirituale e aspirano a sublimare i loro pensieri per sedere accanto alCreatore e vivere eternamente del suo Respiro vivificante e della sua compagnia.

Io credo in Dio, in Abramo, in Gesù, il Messia di Dio e in Maometto, il profeta di Dio. Sono uncredente indipendente. Io non sono né ebreo, né cristiano, né musulmano. Sono, però, ebreo,cristiano e musulmano. Perchè io credo che esistano solo due comunità e che non ve ne sia unaterza: la comunità dei credenti benedetti e la comunità dei fanatici esclusi appartenenti a tutti ipopoli, nazioni e religioni.

Anzi, concludo con questo versetto coranico luminoso:"Ci sono fra le genti del Libro" -della quale faccio parte- "delle persone che credono in Dio,a ciò che vi è stato rivelato (il Corano) e a ciò che è stato rivelato a loro (la Bibbia). Umilidavanti a Dio, non hanno venduto a poco prezzo i Segni di Dio, coloro hanno la lororicompensa presso il loro Signore" (Corano III; La Famiglia d'Imram, 198 e 199).

Un credente indipendente: Dr. Marcel Haddad

Prima stampa:13 ottobre 1984Beirut - Libano

Seconda stampa:8 Dicembre 2000

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INDICE GENERALE

INTRODUZIONE .....................................................................................................................................................................3

IL CORANO È UN TESTO ARABO DELLA BIBBIA .......................................................................................................................7

CAPITOLO I............................................................................................................................................................................12

I PRINCIPI DELLO STUDIO.......................................................................................................................................................121. IL RITORNO AL TESTO CORANICO. .....................................................................................................................................122. LA RICERCA DEL SENSO SPIRITUALE DEL TESTO...............................................................................................................123. LA PEDAGOGIA DIVINA NELL'ISPIRAZIONE........................................................................................................................17

I sacrifici ............................................................................................................................................................................17Il matrimonio .....................................................................................................................................................................18

4. L'UNITÀ DELL 'ISPIRAZIONE................................................................................................................................................20A) Ricollocare l'ispirazione nel suo contesto. ..................................................................................................................21B) La discussione per mezzo del "migliore degli argomenti"..........................................................................................22

CAPITOLO II ..........................................................................................................................................................................24

I PUNTI DI CONTROVERSIA.....................................................................................................................................................241. La Trinità.......................................................................................................................................................................242. Il Cristo e il suo titolo di Figlio di Dio.........................................................................................................................283. La divinità del Messia ...................................................................................................................................................304. La crocifissione del Messia...........................................................................................................................................355. La Falsificazione della Bibbia......................................................................................................................................40

A) Le prove coraniche dell'autenticità della Bibbia .........................................................................................................................40B) Le prove scientifiche dell'autenticità della Bibbia ......................................................................................................................42

1) Il "vangelo"di Barnaba.........................................................................................................................................................432) Il Corano parla forse di falsificazione? ...............................................................................................................................44

6. La vita del profeta Maometto........................................................................................................................................46I matrimoni di Maometto...................................................................................................................................................................46Le principale battaglie del profeta Maometto...................................................................................................................................51

1) L'invasione di Badr ..............................................................................................................................................................522) L'invasione di Uhud. ............................................................................................................................................................523) L'invasione delle "trincee"...................................................................................................................................................524) L'invasione di Bani-Qorayza. ..............................................................................................................................................52

Il patto di Hudaybiyya..............................................................................................................................................................53Emissari di Maometto ai Re.....................................................................................................................................................53

5) L'invasione di Khaybar ........................................................................................................................................................53

CAPITOLO III ........................................................................................................................................................................54

I PRINCIPALI PUNTI D'INCONTRO FRA IL CORANO E IL VANGELO..........................................................................................541. IL MESSIA.......................................................................................................................................................................542. LA VERGINE MARIA ......................................................................................................................................................563. LA TAVOLA (CELESTE ).................................................................................................................................................564. LO SPIRITO.....................................................................................................................................................................58

CAPITOLO IV.........................................................................................................................................................................60

INVITO ALLA REFLESSIONE....................................................................................................................................................601. LA LETTERA A ERACLE..................................................................................................................................................60

A) La doppia ricompensa ..........................................................................................................................................60B) L'empietà degli ariani...........................................................................................................................................61

2. IL RIFUGIO DEI MUSULMANI IN ETIOPIA........................................................................................................................61

CONCLUSIONE......................................................................................................................................................................63

INDICE GENERALE .............................................................................................................................................................64