Sezione 3 Attuatori e valvole di regolazione Prof. Ing ... e... · 3 Organi di intercettazione e...
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Sezione 3
Attuatori e valvole di regolazione
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna
Viale del Risorgimento 2, 40136, Bologna – Italy
Corso di Automazione Industriale:
Modulo 2: Strumentazione e Automazione Industriale
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Organi di intercettazione e regolazione
Valvole di regolazione
Agenda
Attuatori
Dimensionamento della valvola di regolazione
Valvole termostatiche
3
Organi di intercettazione e regolazione
Organi di intercettazione e regolazione (valvole)
Col nome di organi di intercettazione e regolazione si intendono tutti quei
dispositivi, detti comunemente valvole, che hanno la funzione di intercettare o
regolare il flusso dei fluidi nelle tubazioni.
Questi dispositivi sono realizzati nelle forme e nei materiali più svariati ed è
quindi importante sceglierne il tipo più adatto in relazione alle caratteristiche
d'impiego.
Nello sviluppo di un progetto di impianto questa scelta occupa un posto quanto
mai importante perché la conduzione dell'impianto, essendo effettuata in gran
parte mediante manovre eseguite dalle valvole installate sul piping, dipende
essenzialmente dalle loro prestazioni.
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Organi di intercettazione e regolazioneComponenti principali valvola manuale Corpo valvola: è la struttura principale della valvola, in
cui sono ricavati i passaggi destinati allo scorrimento del
fluido.
Cappello: chiude l'apertura attraverso la quale vengono
introdotti nel corpo valvola gli organi interni della valvola
(otturatore e sede di tenuta) e gli organi destinati al
comando dell'otturatore.
Stelo: è l’elemento di comando dell'otturatore. Passa
attraverso il cappello e deve essere dotato di un sistema
di tenuta (treccia e premistoppa).
Otturatore: è il componente mobile, solidale allo stelo,
che modifica la sezione di passaggio del fluido fino a
chiuderla/aprirla totalmente.
Sede di tenuta: componente solidale col corpo della
valvola (al quale è collegato solitamente mediante
filettatura). Al termine della sua corsa l'otturatore si
appoggia sulla sede di tenuta, determinando la
intercettazione del flusso attraverso la valvola.
Attuatore: dispositivo atto a generare il movimento dello
stelo. In Figura è mostrato un attuatore manuale
(volantino), ma l’attuatore può anche essere di tipo
automatico (ad esempio, penumatico, elettrico, …).
Attuatore (manuale)
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Classificazione valvole
A seconda del tipo di attuatore le valvole si possono distinguere in:
- Valvola manuale;
- Valvola automatica: attuatore di tipo elettrico, pneumatico,
elettropneumatico, elettroidraulico, ad azione diretta del fluido (valvola di non
ritorno a clapet);
Le valvole possono essere classificate anche per il tipo di funzione:
- Valvola di intercettazione: la funzione è quella di favorire il completo
passaggio del fluido (valvola aperta) o l’arresto del fluido (valvola chiusa).
- Valvola di regolazione: l’otturatore varia la propria posizione tra quelle di
chiusura e apertura. Così facendo, è possibile variare pressione e portata del
fluido.
- Altre valvole: Valvola unidirezionale (valvola di non ritorno)
Valvola di sicurezza
…
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Organi di intercettazione e regolazione
Valvole di regolazione
Agenda
Attuatori
Dimensionamento della valvola di regolazione
Valvole termostatiche
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Coefficiente di perdita concentrata: relazione con l’alzata dell’otturatore
Valvole di regolazione
Variando x si va a variare
ξ: quindi, regolando x
posso regolare la
velocità V (e quindi la
portata volumetrica) e/o
la perdita di carico Δp (e
quindi la pressione).
∆𝒑 = ξ𝝆𝑽𝟐
𝟐
x: alzata dell’otturatore
d: diametro interno della tubazione
ξ: coefficiente perdita concentrata
Δp: perdita di carico sulla valvola
V: velocità del fluido
ρ: densità del fluido
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Valvola a flusso avviato
In questo tipo di valvola il movimento dell'otturatore è
perpendicolare alla direzione di passaggio convenzionale
del fluido nella valvola.
A tale scopo i condotti interni della valvola sono sagomati
in modo da guidare il fluido verso la parte inferiore
dell'otturatore, cioè con senso dal basso verso l'alto,
oppure verso la parte superiore, cioè con senso dall’alto
verso il basso, facendogli comunque compiere una curva
di circa 120° ed inviarlo con un'altra curva di 120°, verso
la sezione di uscita.
Pertanto, le valvole a flusso avviato presentano un
percorso del fluido sinuoso e con frequenti cambiamenti
dell'area della sezione di passaggio. D’altro canto, la
valvola risulta compatta ed ha ridotti ingombri in senso
longitudinale alla tubazione.
Valvole di regolazione
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Valvola a flusso libero
In questo tipo di valvole il movimento dell'otturatore
è inclinato a 45° rispetto al senso di passaggio
convenzionale del fluido nella valvola.
Questa soluzione, applicabile solo a valvole a via
diritta, consente di ridurre in misura rilevante le
perdite di carico, evitando totalmente i cambiamenti
di direzione e riducendo le variazioni di sezione. A
completa apertura, le valvole di questo tipo
presentano un passaggio pressoché rettilineo.
Ciò offre anche la possibilità di ispezionare la linea
oltre la valvola senza doverla rimuovere e di poter
introdurre sonde o altri attrezzi attraverso la valvola
stessa.
Di contro, la presenza dell’otturatore inclinato
aumenta notevolmente l’ingombro della valvola in
senso longitudinale alla tubazione.
Valvole di regolazione
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Valvola a flusso avviato vs. Valvola a flusso libero
Valvole di regolazione
Valvola a flusso avviato
ξ = 3-4
Valvola a flusso libero
ξ = 1-2
Sezione passaggio: S=π*d*H
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Valvole di regolazione
Forma dell’otturatore
La valvola si può distinguere anche in base alla forma dell’otturatore. Le due
principali tipologie di otturatore sono:
Sagomando opportunamente la geometria dell’otturatore è possibile
determinare la caratteristica di regolazione della valvola, che, ricordiamo, è
determinata dalla variazione della portata (o della perdita di carico) in funzione
della corsa dell’otturatore. Di seguito sarà illustrato come la geometria
dell’otturatore vada ad influenzare la capacità di regolazione della valvola.
- Otturatore a disco: rappresenta il tipo più diffuso, e
consente una buona regolazione.
- Otturatore a spillo (o ad ago): questa tipologia, largamente
impiegata solo per piccoli diametri e per regolazioni precise,
è caratterizzata dalla forma conica o tronco conica
dell'otturatore. La forma dell'otturatore permette di ottenere
piccole variazioni della sezione di strozzamento della valvola
con grandi spostamenti dell'otturatore.
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Valvole di regolazione
Otturatore a piattello – apertura rapida
L’incremento della portata avviene quasi esclusivamente nella prima porzione di
apertura dell’otturatore dopo di che ulteriori incrementi della corsa determinano
aumenti di portata quasi trascurabili. Per questo motivo l’otturatore a piattello
viene anche detto otturatore ad apertura rapida. Viene generalmente usato per
controlli tutto-niente, in cui si desidera una portata più o meno costante oltre un
certo grado di apertura della valvola.
∆𝒑 = ξ𝝆𝑽𝟐
𝟐
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Valvole di regolazione
Otturatore lineare
Con questo otturatore si ottiene la linearità tra la corsa dell’otturatore e la
portata che quindi risulta proporzionale al grado di apertura della valvola. Gli
otturatori a caratteristica lineare si usano quando la pressione differenziale in
esercizio non subisce apprezzabili variazioni oppure in processi con limitate
variazioni di portata. Il profilo dell’otturatore è normalmente di tipo parabolico.
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Valvole di regolazione
Otturatore equipercentuale
Con questo otturatore ad uguali incrementi della corsa di apertura corrisponde una
percentuale costante di aumento della portata a parità di pressione differenziale. Ad
esempio, passando da 37,5 a 55% (+17,5% corsa valvola), si passa dal 10 al 20% (portata)
cioè un incremento del 100%; da 55% a 72,5 % (ancora +17,5% corsa valvola) vado da 20
a 40% (+100%). La valvola eroga così la maggior parte della portata nell’ultima frazione di
apertura. Gli otturatori equipercentuali vengono usati nelle applicazioni in cui si ritiene
opportuno, per motivi di sicurezza, lasciare all’ultimo tratto di apertura della valvola gran
parte dell’incremento di portata.
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Valvole di regolazione
Caratteristiche tecniche
E’ necessario un accurato dimensionamento del corpo valvola e dei vari organi
per prevenire dannose deformazioni causate dalla temperatura e dalla pressione
del fluido oltreché dagli sforzi meccanici trasmessi alla valvola dalle tubazioni. Il
dimensionamento delle parti viene effettuato anche in funzione delle dilatazioni
termiche onde garantire esatti accoppiamenti degli organi in movimento alle
diverse temperature di esercizio e compensare adeguatamente i diversi
coefficienti di dilatazione del corpo rispetto all’otturatore.
La resistenza all’usura nella sezione ristretta di passaggio tra otturatore e sede
di tenuta, dove il fluido può raggiungere velocità soniche, si ottiene con la
stellitatura (lega cobalto-cromo) delle superfici o con l’impiego di materiali di
grande durezza come acciaio inossidabile AISI 440C, carburo di tungsteno e
altre leghe speciali. Sono inoltre previste esecuzioni speciali utilizzabili in
presenza di fenomeni di cavitazione o per funzionamento con gas e vapori umidi
responsabili di una rapida erosione delle superfici.
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Valvole di regolazione
Il corpo valvola
Si cerca di costruire gli orifici interni di diametro uguale al diametro nominale
della valvola (attacco flange) per avere una portata maggiore possibile.
Si possono, tuttavia, trovare valvole con un corpo ed attacchi di diametro
superiore a quello richiesto per la sede dell’otturatore. Queste valvole si dicono
a passaggio ridotto ed il loro impiego può essere determinato dall’esigenza di
una maggiore resistenza meccanica alle sollecitazioni esterne (tubazioni, flange,
ecc…), minore velocità del fluido in ingresso e uscita, nonché dalla previsione
di aumentare la potenzialità dell’impianto, per il quale sarà sufficiente sostituire
gli organi interni con altri di maggior diametro. Comunemente i minimi diametri
di sede applicabili corrispondono al 50% del diametro nominale di valvola.
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Valvole di regolazione
Il corpo valvola
I tipi fondamentali dei corpi valvola sono due: i) a seggio singolo e ii) a doppio
seggio.
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Valvole di regolazione
Il corpo valvola
Doppio seggio: Nelle valvola a doppio seggio le spinte esercitate sui due funghi
dalla differenza di pressione del fluido si annullano quasi totalmente per cui è
richiesta una forza minima di comando. D’altro canto, a causa della differenza
delle dilatazioni termiche tra corpo e otturatore nonché delle deformazioni
elastiche dovute alla pressione, diventa difficile ottenere una tenuta perfetta su
entrambi i funghi a valvola chiusa con normali superfici metalliche. Per le
valvole a doppio seggio è ammesso un trafilamento dello 0,5% della portata di
progetto.
Poiché l’otturatore a doppio fungo bilancia quasi interamente gli squilibri dovuti
al differenziale di pressione del fluido, le valvole a doppio seggio generalmente
non richiedono servomotori maggiorati anche con alte pressioni differenziali.
Pertanto, qualora venga richiesta la tenuta perfetta, e tuttavia, a causa del forte
differenziale di pressione, i servomotori disponibili non hanno potenza
sufficiente ad azionare valvole a seggio singolo, si dovranno impiegare valvole
a doppio seggio nelle quali la tenuta viene migliorata con inserti di materiale atti
a sigillare il contatto sede-otturatore, sempreché la temperatura e la pressione
di esercizio lo permettano.
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Valvole di regolazione
Il corpo valvola
Seggio singolo: Quando è richiesta una ottima tenuta è necessario impiegare
valvole a seggio singolo, per le quali la perdita di fluido a valvola chiusa è
inferiore allo 0,01% della capacità nominale.
Nelle valvole a seggio singolo sorge però il problema dello squilibrio provocato
sull’otturatore dal differenziale di pressione che normalmente viene calcolato
moltiplicando l’area del seggio per le differenza massima di pressione tra
l’ingresso e l’uscita della valvola. Sovente le spinte esercitate dalla differenza di
pressione sull’otturatore sono in tale entità che il servomotore standard non
può superarle.
Per le valvole che devono chiudersi in mancanza di aria (azione inversa)
vengono previste molle di forza sufficiente a contrastare la spinta che la
pressione d’ingresso esercita sull’otturatore. Per evitare il fenomeno del
trascinamento ed urto in chiusura le valvole a seggio singolo vengono installate
con flusso tendente ad aprire l’otturatore.
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Valvole di regolazione
Premistoppa
Il premistoppa deve garantire una tenuta perfetta nei confronti dei prodotti che
percorrono una valvola.
Il premistoppa di una valvola viene guarnito con materiali diversi in base alle condizioni
di esercizio:
• Anelli in Teflon (standard). Questa
guarnitura non richiede il
lubrificatore e può essere impiegata
con fluidi alla temperatura massima
di 230°C
• Anello grafitato costituito da una
serie di anelli impregnati di grafite,
adatto per temperature fino a 280°C;
è richiesto il lubrificatore.
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Valvole di regolazione
Premistoppa
• Fibre per alta temperature (sostitutive
dell’amianto).
• La fibra di carbonio e la grafite espansa
sono utilizzate nelle applicazioni dove si
possono raggiungere alte temperature
fino a 450 °C ed oltre.
• Per basse temperature (inferiori a -5°C).
Si usa una prolunga distanziatrice di
lunghezza adeguata per permetter
coibentazioni di grande spessore sulla
tubazione e l’eventuale riscaldamento
del premistoppa mediante appositi
serpentini a vapore od altri elementi
riscaldanti
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Valvole di regolazione
Premistoppa
• Per fluidi pericolosi, tossici ed esplosivi
e comunque quando si voglia garantire
l’assenza di gocciolii anche in mancanza
di manutenzione, si impiegano soffietti
metallici di tenuta sullo stelo, onde
evitare in modo assoluto perdite di fluido
attraverso il premistoppa.
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Organi di intercettazione e regolazione
Valvole di regolazione
Agenda
Attuatori
Dimensionamento della valvola di regolazione
Valvole termostatiche
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Elementi costruttivi dei servomotori
pneumatici
Il servomotore o testata pneumatica ha la funzione di
trasformare il segnale pneumatico in un movimento
uniforme e lineare dell’otturatore della valvola.
Il servomotore è costituito da:
• Diaframma. In Perbunan internamente intessuta di
nylon per garantire la massima flessibilità e
resistenza anche a bassa temperatura
• Coperchi superiore ed inferiore della camera del
diaframma. In acciaio stampato con superfici
interne ed esterne sottoposte a trattamento
antiossidante prima della verniciatura.
• Molle. In acciaio al silicio manganese, con
colorazioni di identificazione secondo le
caratteristiche ed i campi di lavoro. I campi normali
delle molle sono 3-15 psi e 6-30 psi; sono inoltre
disponibili campi ridotti per interventi sequenziali.
• Castello. In ghisa ad alta resistenza (in acciaio fuso
a richiesta), disponibile, in varie grandezze e
predisposto per il montaggio degli accessori come
posizionatore, filtroriduttore, relè di blocco
psi è l'acronimo di pound-force per square inch,
locuzione inglese che significa libbre per pollice
quadrato, ed è l'unità di misura della pressione nel
sistema anglosassone.
1 psi = 68,95 mbar
Attuatori
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Elementi costruttivi dei servomotori pneumatici
• Collegamento tra stelo e asta del diaframma. Tale
collegamento avviene mediante avvitamento diretto con
dado di bloccaggio in modo da poter agevolmente
variare la lunghezza dello stelo durante l’aggiustaggio
della corsa. Lo stelo trasferisce il movimento del
diaframma all’otturatore.
• Asta del diaframma, vite di aggiustaggio della molla e
vite di regolazione del premistoppa. Sono realizzati in
acciaio sottoposto a trattamento galvanico antiossidante
che conferisce all’acciaio una particolare colorazione
simile all’ottone.
• Disco indicatore della corsa. È realizzato in acciaio
inossidabile.
• Piastrina indicatrice della corsa. È realizzata in alluminio
anodizzato antiacido con graduazioni millimetriche e
con indicazione della posizione di apertura e chiusura
della valvola.
• Targhetta di identificazione. È realizzata in alluminio
anodizzato con i dati caratteristici della valvola, le sigle
di riferimento ed il numero di matricola.
Attuatori
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Attuatori
Servomotore a diaframma – azionamento pneumatico
Il servomotore o testata pneumatica ha la funzione di trasformare il segnale
pneumatico in un movimento uniforme e lineare dell’otturatore della valvola.
Viene costruito in due versioni: testata diretta e testata rovescia.
Testata diretta: l’aumento della pressione dell’aria sul
diaframma provoca il movimento dello stelo verso il basso
comprimendo la molla di contrasto. In mancanza di aria la
molla spinge lo stelo verso l’alto.
Testata inversa: la pressione dell’aria esercita una spinta al
disotto del diaframma e solleva lo stelo vincendo l’azione
della molla. Speciali guarnizioni “O-ring” che non
richiedono lubrificazione, garantiscono la perfetta tenuta di
aria in corrispondenza dell’asta di comando.
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Attuatori
Servomotore a diaframma – azionamento pneumatico
La scelta del servomotore a testata diretta o rovescia
non vincola le condizioni normali della valvola.
Infatti, per entrambe le tipologie di servomotore si può
avere un otturatore aperto (Fig. 1A) o chiuso (Fig. 1B e
2A).
Nel caso di testata diretta, in mancanza di aria
l’otturatore si alza trascinato dalla molla di contrasto.
Nel caso, invece, di testata rovescia, in mancanza di
aria l’otturatore si abbassa, sempre per effetto della
presenza della molla di contrasto.
La scelta della testata definisce il verso del
movimento dell’otturatore all’interno della sede.
Come opero la scelta? Dipende dalla applicazione!
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Attuatori
Servomotore a diaframma – azionamento pneumatico
Caso 1. Servomotore a testata diretta: otturatore che
chiude abbassandosi
La presenza di aria in pressione sul servomotore
provoca il movimento dello stelo verso il basso.
Poiché l’otturatore chiude abbassandosi, in queste
condizioni la valvola è chiusa.
Invece, in assenza di aria (condizione normale) la
molla di contrasto trascina verso l’alto l’otturatore,
lasciando libera la sede al passaggio del fluido di
processo.
Di conseguenza, poiché in condizioni normali la
valvola è aperta, questa è una valvola normalmente
aperta (NA o NO)
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Attuatori
Servomotore a diaframma – azionamento pneumatico
Caso 2. Servomotore a testata rovescia: otturatore
che chiude abbassandosi
La presenza di aria in pressione sul servomotore
provoca il movimento dello stelo verso l’alto. Poiché
l’otturatore chiude abbassandosi, in queste condizioni
la valvola è aperta.
Invece, in assenza di aria (condizione normale) la
molla di contrasto trascina verso il basso l’otturatore,
intercettando il passaggio del fluido di processo
attraverso la sede della valvola.
Di conseguenza, poiché in condizioni normali la
valvola è chiusa, questa è una valvola normalmente
chiusa (NC)
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Attuatori
Servomotore a diaframma – azionamento pneumatico
Caso 3. Servomotore a testata diretta: otturatore che
apre abbassandosi
La presenza di aria in pressione sul servomotore
provoca il movimento dello stelo verso il basso.
Poiché l’otturatore apre abbassandosi, in queste
condizioni la valvola è aperta.
Invece, in assenza di aria (condizione normale) la
molla di contrasto trascina verso l’alto l’otturatore,
intercettando il passaggio del fluido di processo
attraverso la sede della valvola.
Di conseguenza, poiché in condizioni normali la
valvola è chiusa, questa è una valvola normalmente
chiusa (NC)
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Attuatori
Servomotore a diaframma – azionamento pneumatico
Caso 4. Servomotore a testata rovescia: otturatore
che apre abbassandosi
La presenza di aria in pressione sul servomotore
provoca il movimento dello stelo verso l’alto. Poiché
l’otturatore apre abbassandosi, in queste condizioni la
valvola è chiusa.
Invece, in assenza di aria (condizione normale) la
molla di contrasto trascina verso il basso l’otturatore,
lasciando libero il passaggio del fluido di processo
attraverso la sede della valvola.
Di conseguenza, poiché in condizioni normali la
valvola è aperta, questa è una valvola normalmente
aperta (NA o NO)
Valvola a sede doppia
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Attuatori
Servomotore a diaframma – azionamento pneumatico
http://www2.spiraxsarco.com/resources/steam-engineering-tutorials/control-hardware-el-pn-actuation/control-valve-actuators-and-positioners.asp
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Attuatori
Servomotore elettroidraulico
(Testata diretta, Valvola normalmente chiusa => Valvola solenoide (5) normalmente aperta)
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Attuatori
Valvola a tre vie: deviatrici e miscelatrici
Testata diretta
(Se manca l’aria apro
la via diretta e chiudo
la via squadra)
Testata inversa
(Se manca l’aria
chiudo la via diretta e
apro la via squadra)
Testata diretta
(Se manca l’aria
chiudo la via diretta e
apro la via squadra)
Testata inversa
(Se manca l’aria apro
la via diretta e chiudo
la via squadra)
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Organi di intercettazione e regolazione
Valvole di regolazione
Agenda
Attuatori
Dimensionamento della valvola di regolazione
Valvole termostatiche
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Dimensionamento della valvola di regolazione
1) Scelta dell’otturatore
Si sceglie l’otturatore avente caratteristica che meglio si adatta al tipo di regolazione richiesto.
In figura sono riportate le tipologie di otturatori con le rispettive caratteristiche (curve corsa-portata)
1a Otturatore parabolico lineare (PL)
1b e 1c Otturatore di tipo equipercentuale profilato (EQP);
1d e 1e Otturatore di tipo equipercentuale a V (EPV);
1f, 1m e 1n Otturatori parabolici lineari (LV)
1g e 1h Otturatori a piattello (PT);
1i Otturatore di tipo microflusso profilato (MFP);
1l Otturatore di tipo microflusso a sgusci (MFS).
1a
1b
1c
1d
1e
1f1h
1g1m
1n
1l1i
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2) Scelta del corpo valvola
La scelta viene effettuata usando il coefficiente di portata.
CV: in unità americane, rappresenta la quantità di acqua a 15 °C in galloni USA
che passa in un minuto attraverso la valvola aperta con una pressione
differenziale di 1 psi (1 gallone = 3,785 x10-3 m3, 1 psi = 703,1 mm c.a.).
KV: nel sistema di misura internazionale, definito come la portata di acqua a
15°C in metri cubi che passa in 1 ora attraverso la valvola aperta con una
pressione differenziale di 1 bar.
KV=0,86 CV
Dimensionamento della valvola di regolazione
44
Determinazione del coefficiente KV (per fluidi incomprimibili)
Q: portata in m3/h;
Δp: differenza di pressione in bar.
Con KVS si indica il valore di KV fra quelli disponibili a catalogo.
Dimensionamento della valvola di regolazione
𝑲𝑽 =𝑸
∆𝒑
H, a
lte
zza
co
lon
na d
’acqu
a, [m
] 𝑯 =𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎
𝝆𝒈=
𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎
𝟗, 𝟖𝟎𝟔𝟕 × 𝟏𝟎𝟎𝟎= 𝟏𝟎, 𝟐 𝒎
45
Determinazione del coefficiente KV (fluidi comprimibili)
Vapor d’acqua saturo, P2>58%P1
m: portata in kg/h;
Δp: differenza di pressione in bar;
P1: pressione assoluta del vapore in ingresso in bar;
P2: pressione assoluta del vapore in uscita in bar.
Dimensionamento della valvola di regolazione
𝑲𝑽 =𝒎
∆𝒑 ∙ 𝑷𝟏∙
𝟏
𝟏𝟖, 𝟎𝟓
Vapor d’acqua saturo, P2<58%P1
m: portata in kg/h;
P1: pressione assoluta del vapore in ingresso in bar;
P2: pressione assoluta del vapore in uscita in bar.
𝑲𝑽 =𝒎
𝟏𝟏, 𝟕 ∙ 𝑷𝟏
Vapor d’acqua surriscaldato, P2>55%P1
m: portata in kg/h;
FS: fattore di correzione;
Δp: differenza di pressione in bar;
P1: pressione assoluta del vapore in ingresso in bar;
P2: pressione assoluta del vapore in uscita in bar.
𝑲𝑽 =𝒎
∆𝒑 ∙ 𝑷𝟏∙
𝑭𝑺𝟏𝟕, 𝟒𝟒
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Determinazione del coefficiente KV (fluidi comprimibili)
Dimensionamento della valvola di regolazione
Vapor d’acqua surriscaldato, P2<55%P1
m: portata in kg/h;
FS: fattore di correzione;
P1: pressione assoluta del vapore in ingresso in bar;
P2: pressione assoluta del vapore in uscita in bar.
𝑲𝑽 =𝒎
𝑷𝟏∙𝑭𝑺𝟏𝟏, 𝟕
Aria e gas, P2>53%P1
Qn: portata in Nm3/h;
Δp: differenza di pressione in bar;
k: densità relativa all’aria (aria=1);
T: temperatura assoluta del fluido in K;
P1: pressione assoluta del vapore in ingresso in bar;
P2: pressione assoluta del vapore in uscita in bar.
𝑲𝑽 =𝑸𝒏
∆𝒑 ∙ 𝑷𝟐∙𝑻 ∙ 𝒌
𝟒𝟖𝟎, 𝟒
Aria e gas, P2<53%P1
Qn: portata in Nm3/h;
k: densità relativa all’aria (aria=1);
T: temperatura assoluta del fluido in K;
P1: pressione assoluta del vapore in ingresso in bar;
P2: pressione assoluta del vapore in uscita in bar.
𝑲𝑽 =𝑸𝒏
𝑷𝟏∙𝑻 ∙ 𝒌
𝟐𝟑𝟗, 𝟖
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Dimensionamento della valvola di regolazione
Calcolo del CV della valvola
• Liquidi. La seguente formula vale per i liquidi che non presentano fenomeni di
rievaporazione.
𝑪𝑽 = 𝟏, 𝟏𝟕𝑸𝒅
∆𝒑
Dove:
• 𝑸 è la portata in m3/h alla temperatura di esercizio
• 𝒅 è il peso specifico del liquido in kg/dm3 alla temperatura di esercizio (acqua 1 a 15 °C)
• ∆𝒑 pressione differenziale in bar
Nel caso di utilizzo di liquidi viscosi occorre moltiplicare il CV ottenuto dalla correlazione
sopra per un fattore correttivo che dipende dalla viscosità del fluido in gradi Engler; il
fattore è riportato nella tabella sottostante:
Viscosità, [°E] Fattore di correzione
2 1,06
5 1,18
10 1,28
15 1,32
Viscosità, [°E] Fattore di correzione
30 1,38
50 1,47
100 1,60
150 1,68
48
Dimensionamento della valvola di regolazione
Calcolo del CV della valvola
• Vapori. Nel caso di vapori occorre distinguere due casi:
• Caso 1. Pressione assoluta a valle superiore al 50% della pressione assoluta di ingresso nella valvola
𝑪𝑽 =𝑸
𝟏𝟔 ∆𝒑 𝑷𝟏
• Caso 2. Pressione assoluta a valle inferiore al 50% della pressione assoluta di ingresso nella valvola
(efflusso critico)
𝑪𝑽 =𝑸
𝟏𝟎𝑷𝟏Dove:
• 𝑸 è la portata in kg/h
• 𝑷𝟏 è la pressione assoluta del vapore all’ingresso della valvola in bar
• ∆𝒑 è la pressione differenziale in bar
Le formule di calcolo indicate si riferiscono a vapore saturo. Nel caso di utilizzo di vapore surriscaldato i CV
calcolati devono essere moltiplicati per un coefficiente che tiene conto della temperatura di surriscaldamento.
Temperatura di
surriscaldamento, [°C]
Coefficiente
25 1,03
50 1,06
100 1,12
150 1,18
Temperatura di
surriscaldamento, [°C]
Coefficiente
200 1,24
250 1,30
300 1,36
350 1,42
49
Dimensionamento della valvola di regolazione
Calcolo del CV della valvola
• Gas. Nel caso di gas occorre distinguere due casi:
• Caso 1. Pressione assoluta a valle superiore al 50% della pressione assoluta di ingresso nella valvola
𝑪𝑽 =𝑸
𝟑𝟖𝟎
𝒅 × 𝑻
∆𝒑 × 𝑷𝟐
• Caso 2. Pressione assoluta a valle inferiore al 50% della pressione assoluta di ingresso nella valvola
(efflusso critico)
𝑪𝑽 =𝑸
𝟐𝟎𝟓 𝑷𝟏𝒅 × 𝑻
Dove:
• 𝑸 è la portata in Nm3/h
• 𝑷𝟏 è la pressione assoluta del gas all’ingresso della valvola in bar
• 𝑷𝟐 è la pressione assoluta del gas a valle della valvola in bar
• d è il peso specifico del gas relativo all’aria (aria = 1; metano = 0,5545)
• T è la temperatura assoluta (t + 273) in °C
• ∆𝒑 è la pressione differenziale in bar
50
Dimensionamento della valvola di regolazione
Una volta note la caratteristica del corpo
valvola (sede semplice, sede doppia, tre
vie miscelatrici, etc.), il tipo di otturatore
e il CV della valvola è possibile
attraverso schede tecniche, come la
tabella riportata, individuare il diametro
nominale del seggio della valvola.
Nota tale informazione e nota la
pressione differenziale sul seggio è
possibile calcolare la spinta massima
sullo stelo esercitata dal fluido e quindi
dimensionare il servomotore a
diaframma.
Dimensionamento seggio della valvola
Legenda:
• EQP = equipercentuale profilato;
• PL = parabolico lineare;
• PT = piattello (apertura rapida);
• MFP = microflussoprofilato;
• MFS = microflusso a sgusci;
• LV = otturatore parabolico lineare a V
51
Dimensionamento della valvola di regolazioneDimensionamento servomotori a diaframma
Le tabelle sotto riportate evidenziano le caratteristiche di nove servomotori, sempre di produzione della Jucker.
Nota la pressione differenziale sull’otturatore, e l’area nominale del seggio, è nota la forza che agisce sullo stelo.
Occorrerà effettuare una verifica relativa alla resistenza dello stelo. È nota anche la forza necessaria per chiudere
completamente la valvola. Attraverso questa informazione è possibile dimensionare il servomotore in funzione
delle pressioni di comando, area utile del diaframma, forza della molla di contrasto, etc…
52
Dimensionamento della valvola di regolazioneDimensionamento servomotori a diaframma
I cataloghi riportano per ogni tipo di valvola
tabelle del tipo di quella riportata a lato, che
fornisce utili indicazioni per una corretta
scelta della valvola stessa.
I valori riportati come quelli nella tabella a
lato si possono riferire a valvole di un certo
tipo, e sono comunque definiti dal
costruttore. Nel caso in oggetto i valori si
riferiscono a valvole montate con flusso
tendente ad aprire l’otturatore e con tenuta
metallica tra seggio ed otturatore (massima
perdita pari a 0,01% del CV e della valvola). Il
costruttore della valvola, tuttavia, indica
come correggere tali valori per altre tipologie
di valvole.
53
Dimensionamento della valvola di regolazione
Dimensionamento di una valvola a sede semplice,
N.A. con otturatore P.L. che chiude abbassandosi
(servomotore a testata diretta) per una condotta di
acqua alle seguenti condizioni di progetto:
1) Portata, Q: 100 m3/h.
2) Densità (alla temperatura di progetto t = 15°C), d = 1 kg/dm3
3) Pressione differenziale, Δp = 8 bar
Essendo un liquido:
𝑪𝑽 = 𝟏, 𝟏𝟕𝑸𝒅
∆𝒑= 𝟏, 𝟏𝟕 ∗ 𝟏𝟎𝟎 ∗
𝟏
𝟖= 𝟒𝟏, 𝟒
Dalla tabella a fianco si vede che non si trova
esattamente il valore 41,4. Si sceglie allora il Cv
immediatamente superiore Cv = 48.
Il diametro nominale del seggio risulta essere 2”,
ossia 60 mm.
Esempio: Dimensionamento servomotori a diaframma
54
Dimensionamento della valvola di regolazione
Noto il diametro nominale del seggio è possibile calcolarne l’area:
𝑨 =𝝅𝑫𝟐
𝟒= 𝟐𝟖, 𝟑 𝒄𝒎𝟐
La spinta massima sullo stelo esercitata dal fluido, essendo presente una
caduta di pressione di 8 bar vale 226 kg (28,3 x 8).
Dalla tabella 1 si evince che il servomotore più piccolo utilizzabile è quello
300/1, poiché la massima pressione differenziale ammissibile per un
diametro di seggio pari a 2’’ è 9 bar, maggiore del ∆𝒑 di progetto.
Esempio: Dimensionamento servomotori a diaframma
Occorre ricordare che la pressione di
comando varia fra 3÷15 psi, ovvero fra
0,21÷1,05 bar
Verifiche:
1. Il carico ammissibile sullo stelo è 630
kg > 226 kg (dovuto al processo).
2. La spinta massima del servomotore
sull’otturatore è: 1,05 bar x 440 𝒄𝒎𝟐 ≅462 kg> 226
Riassumendo
Per la scelta della corretta valvola si adotta il seguente procedimento:
55
Dimensionamento della valvola di regolazione
56
Organi di intercettazione e regolazione
Valvole di regolazione
Agenda
Attuatori
Dimensionamento della valvola di regolazione
Valvole termostatiche
57
Valvole termostatiche
La valvola termostatica: un esempio di valvola di
regolazione
Le valvole termostatiche sono utilizzate per la regolazione
proporzionale della portata in base alle impostazioni e alla
temperatura del sensore.
La gamma di valvole termostatiche comprende versioni per
la regolazione sia nei sistemi di raffreddamento che in
quelli di riscaldamento. Le valvole funzionano senza
bisogno di alimentazione ausiliare come elettricità o aria
compressa.
La temperatura desiderata viene mantenuta costante senza
spreco di: i) acqua di raffreddamento in sistemi di
refrigerazione, ii) acqua calda o vapore in sistemi di
riscaldamento. L'economia di esercizio e l'efficienza sono
ottimizzati.
61
Esempi tipici di applicazione: impianto aria compressa
Valvole termostatiche
P&I impianto aria compressa
# Descrizione
SA Serbatoio di accumulo
VT Valvola termostatica
C Compressore a due stadi
F Filtro
SC Scaricatore di condensa
S Separatore di condensa
Pm Pressostato di minima
PM Pressostato di massima
PS Pressostato di sicurezza
VS Valvola di sicurezza
PS (10 bar)
F
VTF
S
F
C
S
F
SC
VT
F
VT
F
SA
PM (8 bar)
Pm (5 bar)
F
SC
SC
VS
62
Esempi tipici di applicazione: impianto aria compressa
Valvole termostatiche
Raffreddamento camicie
compressore
In Figura uno schema di raffreddamento delle
camicie del compressore con circolazione a
ciclo aperto su compressore a due stadi.
In questo caso, lo scopo della regolazione
automatica di temperatura è quello di evitare un
eccessivo raffreddamento, che potrebbe causare
condensazioni all’interno del cilindro e
peggiorare le condizioni di lubrificazione, oltre a
evitare un inutile spreco di acqua.
E’ importante che il regolatore (valvola
termostatica) non intercetti mai completamente
il flusso dell’acqua di raffreddamento, onde
evitare la formazione di una «sacca» di acqua
stagnante intorno al bulbo (elemento
termostatico), che quindi potrebbe raffreddarsi e
non dare più luogo all’apertura della valvola.
Alcune valvole termostatiche garantiscono un
minimo di flusso; in alternativa, occorre
realizzare un by-pass con valvola manuale.
Poiché avviene un innalzamento della temperatura dell’aria quando viene compressa, si rende
necessario provvedere ad un raffreddamento, in modo che la temperatura risultante del
compressore non sia tanto alta da impedire una soddisfacente lubrificazione.
Valvola termostatica
Elemento
termostatico
63
Esempi tipici di applicazione: impianto aria compressa
Valvole termostatiche
Raffreddamento aria compressa
Valvola termostatica
Elemento
termostatico
Un intercooler è applicato tra gli stadi in un compressore multistadio. Lo scopo è quello di
raffreddare l’aria tra uno stadio ed il successivo, per ridurne il volume e limitare la temperatura
dell’aria compressa. Inoltre, il raffreddamento favorisce la condensazione del vapor d’acqua
contenuto nell’aria e che, se passasse al successivo stadio di compressione, potrebbe condensare
sulle pareti del cilindro, con conseguenti danni al compressore.
In Figura uno schema di
raffreddamento dell’aria tra due
stadi di compressione, in cui la
portata di fluido di raffreddamento
viene regolata tramite una valvola
termostatica, installata sul ramo
caldo del fluido di raffreddamento.
La condensa prodotta dal
raffreddamento dell’aria viene
allontanata dal circuito tramite un
separatore con scaricatore di
condensa.
64
Esempi tipici di applicazione: impianto frigorifero
La valvola di laminazione agisce come un dispositivo di regolazione fra il lato
alta pressione ed il lato bassa pressione di un impianto frigorifero e garantisce
che la quantità di refrigerante che fluisce nell’evaporatore sia identica alla
quantità di liquido refrigerante che evapora nell’evaporatore stesso (regolazione
portata).
Valvole termostatiche
65
Esempi tipici di applicazione: impianto frigorifero
La valvola di laminazione può essere realizzata con una valvola di espansione
termostatica con orificio tarato.
L’elemento termostatico è il motore della valvola; un bulbo sensibile è collegato al
gruppo diaframma mediante un tubo capillare che trasmette la pressione presente
all’interno del bulbo alla camera superiore del gruppo diaframma. La pressione presente
all’interno del bulbo è direttamente correlata alla temperatura. Quando aumenta la
pressione della carica termostatica il diaframma si deforma, trasferendo questo
spostamento all’otturatore che si allontana dalla sua sede e permette al liquido di
passare. Una molla di contrasto agisce in opposizione alla spinta del diaframma ed il suo
carico può essere variato con una vite di regolazione laterale (asta di regolazione).
Valvole termostatiche
66
Esempi tipici di applicazione: impianto frigorifero
Il gruppo orificio intercambiabile assicura un’ampia gamma di potenzialità. La molla tiene
l’otturatore stabilmente a contatto con la sede per minimizzare il trafilamento attraverso
la valvola; per garantire una chiusura totale è però richiesta l’installazione di una valvola
solenoide a monte della valvola d’espansione termostatica.
Valvole termostatiche
67
Esempi tipici di applicazione: impianto frigorifero
Valvole termostatiche
2
3
4
5
1. Elemento termostatico
2. Membrana
3. Insieme orificio intercambiabile
4. Corpo valvola
5. Asta di regolazione 1
Valvola di espansione termostatica
con orificio tarato
68
TR: Ton of RefrigerationIt is defined as the heat of fusion absorbed by melting
1 short ton (i.e. 2000 pounds) of pure ice at 0°C in 24
hours. 1 TR = circa 3,5 kW.
Valvole termostatiche
I codici riportati sulle prime due colonne
sono specifici per ogni singolo
produttore, come identificativo del
prodotto. La valvola è poi caratterizzata
da una potenza frigorifera che è
funzione del fluido frigorifero utilizzato,
secondo le sue caratteristiche
specifiche.
A partire dall’1/1/15 non è più possibile
in Europa utilizzare il refrigerante R-22
per ricaricare o riparare qualsiasi tipo
impianto frigorifero.
Le valvole termostatiche sono testate
secondo la normativa ANSI/ASHRAE
17.
I valori derivano da test effettuati nelle
seguenti condizioni:
• Liquido con titolo x=0;
• Temperatura di condensazione pari a
37,8 C;
• Temperatura di evaporazione pari a
-17,8 C.
69
Dimensionamento della valvola termostatica
Al momento della selezione della valvola, la cosa più importante è che questa
sia in grado di fornire, in ogni momento, la quantità necessaria di fluido di
raffreddamento, a prescindere dal carico.
Per poter scegliere la valvola più idonea è essenziale conoscere l'esatta quantità
di potenza di raffreddamento richiesta. Inoltre, per evitare regolazioni instabili
(oscillazioni), le valvole non dovranno essere troppo grandi. Il tipo di carica
dovrà essere scelto in base alla temperatura da mantenere e sulla valutazione
delle caratteristiche di ciascun modello.
L'obiettivo principale è quello di selezionare la valvola più piccola in grado di
assicurare il flusso necessario. È inoltre opportuno che la temperatura richiesta
per il sensore sia al centro del campo di temperatura prescelto. Si consiglia,
inoltre, di collocare un termometro vicino al sensore per una regolazione
precisa della valvola.
Valvole termostatiche
70
Esempio di dimensionamento
Valvola di raffreddamento ad acqua per regolare la temperatura di una pompa
per il vuoto.
Dati:
- Refrigerazione a piano carico: 10 kW
- Set point temperatura: 45°C
- Pressione acqua raffr (p1): 3 bar g (ipotesi)
- Scarico acqua (p3): 0 bar g
- Temperatura acqua raffr (T1): 20°C
- Temperatura scarico (T2): 30°C
Valvole termostatiche
71
Esempio di dimensionamento
ΔT = T2 – T1 = 30°C – 20°C = 10°C
P = 10 kW
Dalla curva: portata Q=0,85 m3/h
Ho determinato la portata: per
calcolare il KV manca la perdita di
carico Δp nell’attraversamento
della valvola.
Valvole termostatiche
72
Esempio di dimensionamento
Per calcolare il KV devo fare una valutazione della perdita di carico ammissibile
sulla valvola. Solitamente, con la valvola completamente aperta, la perdita di
carico deve essere circa il 50% della caduta di pressione totale in tutto
l’impianto (stimata in 3 bar, valvola compresa): in questa maniera è possibile, da
un lato, consentire una regolazione efficace e, dall’altro, limitare le perdite di
carico (costi di pompaggio).
Valvole termostatiche
p1-p3 [bar]
Q [m3/h]
Caratteristica pompa
Resistenza impianto + valvola
0,85 m3/h
3 bar
Resistenza impianto
Resistenza valvola
73
Esempio di dimensionamento Ipotizzo la perdita di
carico sulla valvola pari
al 50% del carico
dell’impianto.
Δp= p1 - p2 = 1,5 bar
Dalla curva: 0,6<KV<0,8
Dalla formula:
KV=Q/Δp0,5
KV=0,85/(1,5)0,5=0,694
Valvole termostatiche
Esempio di dimensionamento
La valvola deve essere selezionata in modo che il valore KV desiderato si trovi
più o meno «al centro» del campo di regolazione. La valvola AVTA 10 è la valvola
prescelta.
Nota: la banda nera indica l’intervallo di regolazione in cui ogni valvola può
operare con un Δp pari ad 1 bar.74
Valvole termostatiche
Esempio di dimensionamento
75
Valvole termostatiche
AVTA 10: perdita di carico a valvola aperta in
condizioni di portata nominale Q pari a:
Q=0,85 m3/h => Δp=0,35 bar (<< 1,5 bar ipotizzati)
Perdita impianto: 1,5 bar
Perdita valvola: 0,35 bar
Perdita valvola = 19% Perdita totale (vs. 50%)
con la valvola totalmente aperta ed una portata di
circa 1,7 m3/h (il doppio della portata nominale), la
perdita di carico raggiunge gli 1,5 bar. Pertanto,
impiegando un otturatore lineare, è possibile
regolare tra una portata max (valvola aperta al 100%)
pari al doppio del nominale e portata nulla. La
portata nominale desiderata si trova con una
apertura della valvola pari a circa il 50%.
Sezione 3
Attuatori e valvole di regolazione
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna
Viale del Risorgimento 2, 40136, Bologna – Italy
Corso di Automazione Industriale:
Modulo 2: Strumentazione e Automazione Industriale