Settore Metalli MANUALE

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METALLIPREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONEe MANUALE DI APPLICAZIONE

Sommario

• pag. 5 L’arte dei metalli. Cenni storici• pag. 8 Parte I – Metalli preziosi

Gioielleria, oreficeria e lavorazioni affiniDisciplinare di produzionepremessa – obiettivi

• pag. 9 strumento – riconoscimentoart. 1 - percorsi culturaliart. 2 - definizione del settore

• pag. 10 2.1 artigianato tipico tradizionale e di qualità2.2 artigianato artistico

• pag. 11 art. 3 - fasi produttive3.1 utilizzo dei semilavorati3.2 manualità

art. 4 - tecnologia• pag.12 4.1 tecnologie innovative

4.2 tecnologie tradizionaliart. 5 - materie prime

. 5.1 materiali innovativi5.2 materiali tradizionali

art.6 - prodotto• pag. 13 6.1 prodotti innovativi

6.2 prodotti tradizionaliart. 7 - tipicitàart. 8 - requisiti e soggetti

• pag. 14 8.1 norme di ammissione8.2 accettazione delle domande

• pag. 15 8.3 possesso di licenza di vendita8.4 titolarità del riconoscimento

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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8.5 cancellazione del riconoscimento8.6 iter procedurale

• pag. 16 art. 9 denominazione

art. 10 botteghe scuolaart. 11 controlli• pag. 17 Gioielleria, oreficeria e lavorazioni affini

Manuale di applicazione premessa

• pag. 18 A. Produzione• pag. 19 Tabella dei metalli interessanti l’oreficeria• pag. 20 A.1. – lavorazione dei metalli preziosi

 A.1.1. OreficeriaFusione

Modellazione• pag. 21 Laminatura e trafilatura

SaldaturaImbianchimento

 Tecniche applicate alla lastra• pag. 22 a) Traforo e cut-card

b) Foraturac) Canna vuotad) Lastra doublé

• pag. 23 e) Martellaturaf) Niello e ageminag) Finitura con la lima.Filigrana

 Tecnica “del filo”• pag. 24 Tecnica del tessuto e della maglia

Granulazione A.1.2. Incassatura, incastratura, incastonatura

 A.1.2.1. Incassatura a lastra• pag. 25 A.1.2.2. Altri tipi di incassatura

 A.1.3. Sbalzo, cesellatura, incisione, preparazionedi stampi per oreficeria

• pag. 26 A.1.4. Smaltatura• pag. 28 A.1.5. Pulitura e lucidatura

 A.1.6. Pietre preziose, semipreziose, dure,corallo, perle, madreperla, conchiglie da cammeo

 A.1.6.1. Il taglio delle pietre• pag. 29 A.1.6.2. Il corallo• pag. 30 A.1.6.3. Le perle

 A.1.6.4. La madreperla A.1.6.5. Le conchiglie da cammeo 

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 A.1.7. Tecniche di produzione di argenteria A.1.7.1. Fusione A.1.7.2. Laminazione

• pag. 31 A.1.7.3. Tornitura A.1.7.4. Stampaggio A.1.7.5. Assemblaggio A.1.7.6. Cesello A.1.7.7. Sbalzo A.1.7.8. Incisione A.1.7.9. Pulitura A.1.7.10. Argentatura

• pag. 32 B. RestauroB.1. Principi generali

B.2. Parametri di valutazioneB.3. Restauro di manufatti in metalli preziosi(ori, argenti, gioielli)

• pag. 36 Parte II – Metalli comuniDisciplinare di produzionepresentazionepremessa – obiettivi

• pag. 37 strumento – riconoscimentoart. 1 - percorsi culturali

• pag. 38 art. 2 - definizione del settore2.1 artigianato tipico tradizionale e di qualità• pag. 39 2.2 artigianato artistico

art. 3 fasi produttive• pag. 40 3.1 utilizzo dei semilavorati

3.2 manualitàart. 4 tecnologia

• pag. 41 4.1 tecnologie innovative4.2 tecnologie tradizionali

art. 5 materie prime. 5.1 materiali innovativi

5.2 materiali tradizionaliart. 6 prodotto

6.1 prodotti innovativi• pag. 42 6.2 prodotti tradizionali

art. 7 tipicitàart. 8 requisiti e soggetti

• pag. 43 8.1 norme di ammissione8.2 accettazione delle domande

8.3 possesso di licenza di vendita• pag. 44 8.4 titolarità del riconoscimento

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8.5 cancellazione del riconoscimento8.6 iter procedurale

art. 9 denominazione

• pag. 45 art. 10 botteghe scuolaart. 11 controlli• pag. 46 Manuale di applicazione 

premessa - definizione del settore• pag. 47 A. Produzione

 A.1. – tecniche di lavorazione dei metalli comuni A.1.1. Lavorazione del ferro

• pag. 48 A.1.2. Lavorazione del rame• pag. 49 A.1.3. Lavorazione del bronzo• pag. 51 B. Restauro

B.1. Principi generali• pag. 52 B.2. Parametri di valutazione

B.3. Restauro di manufatti in metalli comuniB.3.1. Restauro dei manufatti in bronzo

• pag. 55 Nota bibliografica.

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L’ARTE DEI METALLI

CENNI STORICI 

La lavorazione dei metalli preziosi a Roma Nei secoli scorsi l’oreficeria è sempre stata molto florida a Roma, soprattutto

grazie alla diffusa presenza di chiese e della corte papale. In alcuni periodi storiciebbe però una particolare fortuna. Lo sfarzo imperante nel Cinque-Seicentodiede ad esempio un forte impulso all’attività, la cui committenza erarappresentata essenzialmente dalle alte gerarchie ecclesiastiche e dalle famiglienobili. La produzione romana – realizzata anche da valenti maestranze

“straniere” operanti nella città, in particolare toscane e lombarde – fu ovviamenteindirizzata in notevole misura verso oggetti sacri e rituali, incrementandosi quindiin concomitanza con particolari eventi quali gli Anni Santi.

Nella Roma dei secoli scorsi orefici e argentieri erano concentrati in via delPellegrino. Nel 1680 per questi artigiani-artisti divenne addirittura un obbligo,imposto dalle autorità, quello di «habitare ed havere le botteghe nel Pellegrino e

 vicoli annessi». Il provvedimento suscitò però una serie di proteste, e alcuni orafiinviarono al papa una supplica, nella quale chiedevano di non essere «tantoaggravati nella mutatione dell’habitatione dalle gravezze di nove pigioni

esorbitante nelle case del Pellegrino», sottolineando che non vi si recavano «di lorspontanea volontà ma per obedire prontamente alla S.tà V.ra», e chiedendo che«almeno i più bisognosi e poverelli siano esentati d’andar ad habitare in dettastrada».

Gli orefici, inizialmente organizzati in una corporazione che comprendevaanche ferrari e sellari, nel 1508 fondarono una propria Università, alla qualeaderirono gli altri lavoranti di metalli e pietre preziose. Una regolamentazionescritta dell’attività si trova già negli Statuti di Roma del 1358, nei quali si stabilivaper l’argento un “punzone” di garanzia, cioè un bollo. Forme più severe dicontrollo si ebbero però solo dagli inizi del Cinquecento. Da allora orefici eargentieri furono obbligati ad apporre su tutti gli oggetti prodotti una bollaturadel titolo, controllata poi da una commissione chiamata a individuare lecontraffazioni, e valutare, oltre alla qualità delle opere, anche l’abilità degliaspiranti maestri orafi, nella prova che si svolgeva dopo un tirocinio a Roma dialmeno tre anni.

Ogni orefice aveva un proprio “segno”, impresso su una placchetta. Glioriginali, registrati e depositati, si trovano ancora oggi nell’Archivio di Sant’Eligio,insieme ad altri documenti di antichi orafi e argentieri romani. Le alte gerarchieecclesiastiche garantivano però talvolta ai “loro” artigiani l’esenzione dalla

bollatura, e quindi dalle tasse, circostanza che rende oggi difficile l’individuazionedegli autori di alcune opere.

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Nelle fiorenti botteghe della città dei papi, dove abili maestri applicavano erielaboravano i canoni impartiti dalle arti monumentali, giunsero anche celebriartisti o apprendisti del calibro dell’avventuroso e inquieto Benvenuto Cellini, il

cui soggiorno romano è ricordato da una targa in largo Tassoni. Delle sueproduzioni rimane però soltanto, a Vienna, una saliera realizzata per Francesco I.Il problema della distruzione, nel tempo, delle opere di oreficeria è purtroppo

molto diffuso, e riguarda principalmente gli oggetti profani, perché quellicerimoniali, conservati in chiese e musei, hanno avuto in molti casi una sortemigliore. Quasi tutti i lavori appartenuti alle famiglie nobili sono andati persi,rifusi per il mutamento del gusto, riconvertiti in moneta, finiti nelle requisizionieseguite durante il pontificato di Pio  VI prima e l’occupazione delle truppenapoleoniche poi.

  Tra le pregevoli testimonianze di orafi operanti a Roma si può ricordare la

coppia di candelieri eseguita da Antonio Gentili su commissione del cardinale Alessandro Farnese e donata nel 1582 alla Basilica di San Pietro, dove si trovaanche il grande medaglione in bronzo del monumento funebre di Cristina diSvezia, realizzato dal maestro argentiere Giardini.

Dopo un periodo di decadenza, l’arte orafa romana ritrovò il suo splendorecon il Liberty. Nella città operarono infatti artisti di rilievo quali Renato Brozzi,Duilio Cambellotti, Michele Guerrisi.

Numerosi sono oggi a Roma i laboratori storici di orefici, gioiellieri eargentieri, che proseguono una tradizione familiare ultracentenaria, tramandata di

generazione in generazione. Nei pressi di via Giulia, annessa alla piccola chiesa diSant’Eligio degli Orefici, è tuttora attiva l’Università e Nobil Collegio di Sant’Eligio. L’associazione, erede dello storico sodalizio di mestiere, organizza corsi,conferenze e premi per apprendisti.

I metalli comuni Una lunga tradizione ha a Roma anche la lavorazione di metalli comuni - per la

produzione di manufatti di uso quotidiano, armi e oggetti ornamentali - oggiquasi totalmente industrializzata.

Il ferro battuto, caduto in disuso perché sostituito da materiali quali la ghisa,ebbe un particolare sviluppo nel periodo barocco, come tuttora ricordano icancelli di alcuni palazzi e chiese. Il rame, un tempo considerato metallo preziosoperché raro, si diffuse nella seconda metà del Settecento grazie alle importazioni.Da allora fu molto usato per scopi domestici. Oggi rimane una limitataproduzione artigianale di oggetti decorativi soprattutto nei piccoli centri dellaprovincia.

La crisi del settore non è cosa recente, come appare da questo amaro sonetto,dedicato al ferraro, scritto nel 1834 da Giuseppe Gioacchino Belli: «Pe mmantenèmmi mojje, du’ sorelle, / e cquattro fijji io so c’a sta fuscina / comincio co le

stelle la matina / e ffinisco la sera co le stelle. / E cquanno ho mmesso a rrisico lapelle / e nnun m’areggo ppiù ssopr’a la schina, / cos’ho abbuscato? Ar zommo

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una trentina / de bbajjocchi da empicce le bbudelle. / Eccolo er mi’ discorzo, sor Vincenzo: / Quer chi ttanto e cchi ggnente è ‘na commedia / che mm’addanno oggni vorta che cce penzo. / Come!, io dico, tu ssudi er zangue tuo, / e trattanto un

Zovrano s’una ssedia / co ddu’ schizzi de penna è tutto suo!».Un mestiere scomparsoQualche mestiere legato alla lavorazione dei metalli si è invece completamente

estinto. Già alla metà degli anni Ottanta del Novecento Antonello Trombadoriscriveva: «A Roma nun ze fanno più campane / e la Ditta Lucenti in Borgo Pio /cor vecchio tornio e quer che ciarimàne / ar lavoro ja detto guasi addio». Daallora, nei dieci anni successivi, la crisi si è fatta sempre più pesante, e alla fine lastorica fonderia, l’unica della città specializzata nella fusione delle campane, dopoquasi quattro secoli e mezzo di attività ha chiuso i battenti dei suoi ultimi locali,

situati in vicolo del Farinone presso il Passetto di Borgo. L’ingegner CamilloLucenti, che ha trascorso circa cinquant’anni all’interno della fonderia, èsopravvissuto soltanto un brevissimo periodo alla fine di quella sua officinarimasta immutata negli anni, dove la fioca luce filtrata dal lucernario illuminavadebolmente gli antichi strumenti da lavoro disposti intorno alla grande fornace.L’ultima campana, in questo locale particolare e un po’ fuori dal tempo, è statafusa nel 1993. Il figlio Francesco, pur non abbandonando il mestiere, si èspecializzato in un’attività certo meno affascinante di quella dei suoi antenati masicuramente più in linea con i tempi, la riparazione degli impianti elettrici dei

campanili, ormai quasi ovunque sostituiti alle storiche campane che, per secoli,hanno scandito la vita cittadina.

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PARTE I

GIOIELLERIA, OREFICERIA ELAVORAZIONI AFFINI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

PREMESSA 

La stesura del presente Disciplinare di Produzione si inserisce nel Programmadel progetto per la valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza eQualità della provincia di Latina, predisposto dalla CCIAA di Latina e dallaCNA di Latina, per la tutela e la valorizzazione delle lavorazioni tradizionali,tipiche e di qualità, nonché le lavorazioni artistiche e creative di settore.

OBIETTIVI

    Tutela dei requisiti di professionalità e di origine delle produzioni

dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità.  Qualificazione ed innovazione delle lavorazioni attuate sotto il profilostilistico, tradizionale, tipico, tecnologico, dei materiali e dei processi utilizzati.   Valorizzazione delle produzioni realizzate, sia sul mercato interno che suquello internazionale.  Divulgazione e diffusione della conoscenza delle tecniche, delle produzionirealizzate e dei requisiti di manualità e professionalità proprie delle lavorazionidell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità.   Acquisizione di documentazioni concernenti le origini lo sviluppo storico-

stilistico e i percorsi evolutivi delle lavorazioni.  Sostegno alla creazione ed allo sviluppo di nuove imprese tramite progettidi recupero e rivitalizzazione di attività tradizionali e tipiche.  Favorire la partecipazione ad eventi e manifestazioni collettive di carattereculturale e fieristico che potranno essere organizzate.  Creare le condizioni per la trasmissione del “saper fare” da parte degliartigiani alle nuove generazioni attraverso una formazione pratica.

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STRUMENTO

Strumento specifico è la predisposizione del Disciplinare di Produzione che sipropone di fornire regole, descrivere caratteri e comportamenti, definire tecniche

produttive adottate, materiali impiegati e quant’altro occorra ad individuare especificare le lavorazioni in essere, per le lavorazioni dell’Artigianato Artistico diEccellenza e Qualità.

RICONOSCIMENTO

Potranno ottenere il riconoscimento di Eccellenza artigiana provincia di Latina- Settore gioielleria, oreficeria e lavorazioni affini, le imprese artigiane della

provincia di Latina che avranno dimostrato: la compatibilità delle proprielavorazioni con il presente Disciplinare di Produzione, la volontà di essere parteintegrante di un importante progetto di sviluppo del settore, la capacità,l’esperienza , la fantasia, la creatività.

 Art. 1. PERCORSI CULTURALI

L’impresa deve saper riconoscere e collocare criticamente la propria attività nelrispetto dei percorsi culturali che hanno prodotto le esperienze storiche

dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità. Devono essere considerati qualicaratteristiche peculiari dell’impresa che opera nel settore:  Il richiamo alla tradizione, inteso come capacità acquisita di una culturaspecifica, non solo materiale, appartenente ad un ambito operativo.  L’innovazione, intesa come volontà di ricercare nuovi modelli dicomportamento e sperimentare nuovi fenomeni all’interno di un territoriosenza più confini tra arte, design, e manualità.  L’aggiornamento professionale, ovvero la disponibilità a recepire stimoli esollecitazioni provenienti dalle istituzioni preposte o che svolgono attività di

tutela, ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale.  Il legame con le nuove generazioni, vale a dire la disponibilità ad offrirereali opportunità di formazione ed apprendimento.

 Art. 2. DEFINIZIONE DEL SETTORE 

Il presente Disciplinare riguarda la produzione di oggetti preziosi; dalla piùampia definizione di “Settore gioielleria, oreficeria e lavorazioni affini”, sarannoidentificati i Comparti in cui operano maggiormente le imprese della provincia di

Latina riconosciute (alta oreficeria, gioielleria, argenteria, alta bigiotteria) e

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definite le tecniche e delle pratiche atte alla realizzazione del manufatto(oreficeria, incassatura o incastonatura, sbalzo, cesello, incisione e martellatura,smaltatura, pulitura, taglio delle gemme, pietre preziose, semi-preziose e dure,

modellazione, restauro, argenteria, ecc.).Per ogni Comparto valgono le regole generali dettate dal presente Disciplinaredi Produzione, con l’adeguata interpretazione relativa alla produzione (ad altocontenuto di manualità, realizzazioni con impiego di oro, platino, argento,palladio, uso di semilavorati purché delle stesse materie prime sopra citate, intesacome mera minuteria, intesa come oggetto in solo metallo prezioso o combinatocon gemme, pietre preziose, semi-preziose, dure, ecc.); pertanto per manufatto siintenderà “il prodotto finito della lavorazione di propria competenza” in pezziunici e/o serie limitata, purché permangano le stesse caratteristiche di manualità edi professionalità che contraddistinguono il pezzo unico.

Le imprese potranno, qualora ne posseggano i requisiti, essere annotatecontemporaneamente in più Settori o Comparti dell’Eccellenza artigiana provinciadi Latina.

È inoltre identificata la produzione Tradizionale e Tipica, per lavorazioni conl’utilizzo di materiali impiegati e di tecniche di lavorazione, legata alle tradizionidei luoghi di origine ed alla cultura locale.

  A tal fine sarà approntato, anche grazie alla collaborazione delle aziendericonosciute, un documento all’interno del quale saranno elencati e descritti tutti iComparti che caratterizzano maggiormente le produzioni della provincia di

Latina e i relativi Manuali delle lavorazioni.

2.1 Art ig ianato t ip ico , t radizionale e di qual i tà   Tipica è la realizzazione di un lavoro che contiene uno o più caratteri tecnici e

formali, peculiari e nel tempo divenuti comuni, realizzati nella medesima zonageografica; l’oggetto, quindi, grazie a questi suoi caratteri propri e costanti, è essostesso riconoscibile e la sua origine identificabile.

  Tradizionale è il prodotto che rispetta e ripropone una tradizione tecnica eformale che si è conformata nel corso del tempo, in un particolare contestostorico e culturale.

  Artigianato di qualità si definisce il prodotto che possiede meriti tecnici,estetici o bontà d’ideazione e di fattura, cioè che per essa, da parte dell’artigiano,sia stata adottata un’attenzione particolare nella scelta della forma e dei materiali enell’applicazione delle tecniche esecutive.

2.2 Art ig ianato art is t i co Con riferimento a quanto sopra citato, potrà dirsi artistica la realizzazione di

un esemplare unico o in serie limitata, in metallo prezioso con o senza pietre

(preziose, semi-preziose o dure), gemme e/o qualsivoglia materiale il cui utilizzoè dettato da una esigenza estetica, che sia eccellente da un punto di vista tecnico

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ed abbia valenza formale innovativa ed autonoma, ovvero comunichi una sceltastilistica, esprima il linguaggio proprio del suo creatore, sia un esempio diperfezione esecutiva, proponga a livello sperimentale nuove procedure di

realizzazione.

 Art. 3. FASI PRODUTTIVE 

Le fasi produttive e la tecnica impiegata devono assicurare che il prodottofinito mantenga inalterate tutte le caratteristiche peculiari delle tipologiemerceologiche.

Le lavorazioni devono essere eseguite all’interno dei locali dell’azienda.Fasi di lavorazione di tipo accessorio e complementare, potranno essere

commissionate ad artigiani esterni, solo se anch’essi riconosciuti come “Impresadell’Eccellenza artigiana”, fermo restando che le lavorazioni dovranno essereeseguite nel rispetto dei criteri del presente Disciplinare.

3.1 Uti l izzo de i semilavorat i Non è assolutamente consentito rifinire, completare o utilizzare beni acquistati

come semilavorati presso aziende che non possono dimostrare la loroappartenenza all’Eccellenza artigiana - Settore gioielleria, oreficeria e lavorazioniaffini.

3.2 Manual i tà La percentuale di manualità nel processo produttivo deve essere

preponderante in tutti i prodotti e processi di lavorazione.

L’utilizzo dei macchinari è consentito in tutti quei casi in cui normative vigentinon consentono, per motivi di salvaguardia della salute dei lavoratori, gli originarie tradizionali sistemi di produzione.

Il titolare dell’azienda, od il socio titolare del riconoscimento, devono peròsaper dimostrare la loro completa competenza anche delle lavorazioni in disuso

in quanto proprie e tipiche del Settore di appartenenza.

 Art. 4. TECNOLOGIA  

La tecnologia deve essere di aiuto all’Artigianato Artistico di Eccellenza eQualità soltanto in quei frangenti in cui si richieda la salvaguardia personale deilavoratori, viene migliorata la qualità delle lavorazioni eseguite, oppure nei casi incui il prodotto finale abbia fasi di lavorazioni iniziali o intermedie, nelle qualil’utilizzo dei macchinari (anche ad alto contenuto tecnologico) portiesclusivamente ad una velocizzazione di certe procedure senza nulla togliere alla

definizione finale del manufatto.

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4.1 Tecno logie innovat ive  Sono consentite tecnologie che assolvano alle esigenze di progetto e di ricerca

estetica.

4.2 Tecno logie t radizional i  Sono consentite tecnologie che riproducono le modalità realizzative proprie

della tradizione storica

 Art. 5. MATERIE PRIME 

È necessario che sia sempre garantito l’utilizzo dei materiali più idonei allarealizzazione dei manufatti.

5.1 Mater ia l i innovat ivi  È consentito l’utilizzo di altri materiali che assolvano alle esigenze di progetto.Materiali diversi potranno essere utilizzati in aggiunta, partendo da

considerazioni di ricerca di una nuova diversa estetica o per la realizzazione dielementi in cui sia richiesta una particolare funzione dettata da esigenzeprogettuali.

5.2 Mater ia l i t radizional i  È indispensabile, per la salvaguardia delle tradizioni, l’utilizzo di materie prime,

materiali e tecniche che rispettino fedelmente e/o si ispirino a modelli, forme,stili e decori propri di espressioni artistiche riconosciute storicamente.

 Art. 6. PRODOTTO 

La produzione dell’Eccellenza artigiana provincia di Latina dovrà esserecaratterizzato dalla qualità dell’esecuzione con una particolare attenzione alla

 valenza estetico-formale, ai materiali, alle tecniche di lavorazione, alle rifiniture edalle decorazioni.

Non potranno essere considerate opere dell’Eccellenza artigiana provincia diLatina, quei manufatti che, acquistati come semilavorati siano solo stati finiti,rifiniti o completati.

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6.1 Prodot t i innovat ivi  Sono da considerarsi tali quei prodotti che, insieme alle materie prime,

utilizzano materiali e tecnologie diverse da quelle tradizionali laddove siano

necessarie per particolari esigenze di progetto e di ricerca estetica.6.2 Prodot t i t radizional i  Si ritiene indispensabile per la salvaguardia delle tradizioni, l’utilizzo delle

materie prime, materiali e tecniche che rispettino fedelmente e/o si ispirino amodelli, forme, stili e decori propri di espressioni artistiche riconosciutestoricamente e riscontrabili con gli archetipi presenti nei musei e nellepubblicazioni accreditate.

 Art. 7. TIPICITÀ  

È riconosciuta la tipicità delle produzioni legate a particolari tradizioni locali,pertanto l’Artigianato Tradizionale e Tipico deve avere uno stretto collegamentocon la zona di produzione.

La produzione Tradizionale e Tipica deve rispondere a criteri produttivi ditradizione storica, tali da consentire il raggiungimento di risultati facilmenteapprezzati e riconoscibili.

 Art. 8. REQUISITI E SOGGETTI 

Potranno essere riconosciute solamente le imprese che producono manufattifiniti per le proprie competenze e che hanno la capacità di realizzare prodotti sudisegno, su commessa o su progetto proprio.

Il titolare dell’azienda riconosciuta deve avere un’approfondita conoscenza deldisegno per poter interpretare e tradurre eventuali progetti eseguiti anche daprofessionisti esterni, una perfetta conoscenza di tutte le tecniche di lavorazionetradizionali, dei sistemi produttivi, dei materiali e deve essere in grado dipartecipare direttamente alle fasi produttive.

È richiesta un’esperienza di almeno 7 (sette) anni nel settore, salvo comprovatacapacità.

Per quanto concerne il “Comparto - Restauro Gioielli”, l’impresa, qualunquesiano le sue dimensioni, deve richiamarsi a principi di etica professionale chepongono la consapevolezza dell’operare su beni unici e irripetibili qualefondamento dell’attività lavorativa e si ritiene fondamentale, inoltre, che ilrestauratore possegga un’ottima conoscenza dei materiali e dei loro componentiper procedere alle fasi del restauro dei manufatti preziosi (smontaggio, pulitura,protezione, consolidamento, integrazione); il restauratore, quando è chiamato al

restauro di reperti archeologici, antichi, moderni e di recente fattura, deve esserein grado di riconoscere il vero dal falso, cioè discernere l’originale dalla copia o

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imitazione anche se di ottima fattura, perciò deve conoscere l’epoca, lo stile,l’ambito di esecuzione o l’esecutore del manufatto al fine di individuarecorrettamente le tecniche esecutive, di costruzione e di montaggio, come pure

deve individuare la presenza di precedenti interventi di restauro e chiarirne l’iteresecutivo, ed ancora avere pertinenza artistica degli ornati e delle partiiconografiche per riuscire a riconoscere assemblaggi di epoche diverse omanomissioni di quelle originali.

Per le aziende di nuova formazione, salvo comprovate capacità, saràdeterminante sia l’aver svolto attività produttive nel settore, anche se dadipendente, con mansioni lavorative adeguate, come operaio o coadiuvante,presso un’impresa già operante e qualificata nell’ambito dello specifico settore,per almeno 7 (sette) anni che una formazione specifica presso scuole diformazione accreditate, oppure diplomi di Maestro d’Arte o Maturità specifica; in

ogni caso verrà richiesta una prova d’ingresso conoscitiva.

8.1 Norme di ammiss ione

Le imprese artigiane dovranno provare la propria capacità compilando ilquestionario predisposto, allegando un curriculum dettagliato in cui evidenziareesperienze produttive, partecipazione ad esposizioni, partecipazione attiva ad

  Associazioni di categoria ed allegando documentazione fotografica dei prodotti

realizzati.

8.2 Acce t tazione de l l e domande

Il riconoscimento viene effettuato dalla Commissione, costituita all’internodella CCIAA di Latina supportata eventualmente da esperti in materia, che saràl’organo competente riguardo l’ammissibilità dell’impresa al progetto per la

 valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità della provincia diLatina.

La Commissione, esaminate le domande e le documentazioni prodotte, potràrichiedere specificazioni, documentazioni aggiuntive, colloqui diretti e faresopralluoghi presso le aziende dei richiedenti.

Nel caso di imprese costituite da un tempo inferiore ai 2 (due) anni e nel casodi imprese che volendo iniziare l’attività non sono ancora in possesso delladocumentazione necessaria, sono ritenuti indispensabili dei colloqui e, adiscrezione della Commissione esaminatrice, eventuali sopralluoghi nei siti diproduzione.

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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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8.3 Possesso di l i c enza di vendita  

Potranno essere riconosciute le aziende artigiane munite di regolare licenza per

il commercio a patto che l’attività commerciale sia secondaria e che non possagenerare confusione tra il manufatto regolarmente prodotto in azienda e quellocommercializzato.

8.4 Tito lar i tà de l r i conosc imento 

Referente per il riconoscimento è il titolare dell’azienda ed in caso di società,almeno uno dei soci deve essere in possesso dei requisiti.

Nel caso di scioglimento o di modifica della compagine sociale, nel caso in cui

il socio in possesso dei requisiti non ne faccia più parte, decadrà ilriconoscimento che potrà comunque essere nuovamente concesso previadomanda.

8.5 Cance l lazione de l r i conosc imento  

Per la cancellazione del riconoscimento valgono i requisiti descritti nelpresente Disciplinare.

Rimane a discrezione della Commissione la revoca e/o la cancellazione delriconoscimento per motivi non espressamente indicati, ma ritenuti talmente gravida screditare l’etica, l’immagine e le produzioni delle imprese ammesse alprogetto per la valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualitàdella provincia di Latina.

Per questo motivo sarà approntato un documento, che dovrà esseresottoscritto dalle aziende riconosciute, con il quale saranno regolamentati irapporti e i comportamenti tra le imprese ammesse al progetto stesso.

8.6 It er procedurale  

  Al fine di poter riassumere e di chiarire meglio quanto finora espresso, sievidenziano le procedure di riconoscimento come di seguito:

- Compilazione della domanda-questionario- Primo grado di valutazione delle imprese dall’analisi del questionario- Approfondimento eventuale con richiesta di colloquio- Predisposizione di controlli in azienda- Previsione della possibilità di ricorso.

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e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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 Art. 9. DENOMINAZIONE 

È stata individuata la denominazione Eccellenza artigiana provincia di Latina  daattribuire alle imprese della provincia di Latina che hanno ottenuto il

riconoscimento.L’uso, lo sviluppo e la diffusione di tale marchio (che sarà un marchio

registrato), sarà disciplinato da regolamento e che sarà approvato dallaCommissione della CCIAA di Latina; le imprese riconosciute potrannoutilizzarlo: in ogni documento ufficiale, in ogni iniziativa commerciale opubblicitaria, negli stand presso fiere ed esposizioni, come dicitura nelle insegnedei propri laboratori.

I concessionari utilizzatori della denominazione in oggetto e dei rispettivielementi identificativi, si impegnano a proteggere il marchio e la sua immagine e a

compiere ogni sforzo per promuoverlo; le imprese riconosciute dovranno farcorrispondere la posa, la misura e il colore dei caratteri alle indicazioni previstedal Manuale di Applicazione che sarà redatto e, in caso di dubbio, si potràricorrere all’approvazione della Commissione della CCIAA di Latina persalvaguardare il rispetto dell’immagine del marchio.

In ogni caso, proprietario esclusivo del marchio è la Camera di CommercioIndustria Artigianato Agricoltura di Latina.

 Art. 10. BOTTEGHE SCUOLA  

  Ai fini della costituzione delle “Botteghe Scuola”, le imprese sarannoriconosciute sulla base dei criteri previsti nel presente Disciplinare e di quelli chesaranno stabiliti da altri Enti Istituzionali preposti.

 Art. 11. CONTROLLI 

La CCIAA di Latina potrà, nell’ambito delle proprie funzioni e responsabilità,attuare procedure al fine di verificare il persistere dei requisiti delle impreseartigiane.

L’impresa si impegna a dare alla CCIAA di Latina ogni facoltà perché essapossa procedere, di volta in volta, a controlli di accertamento dei requisiti di“impresa artigiana”; l’impresa, inoltre, si impegna a dare spiegazione ed arilasciare ogni documento giustificativo necessario (fatture, registri, beniammortizzabili, libri acquisti/vendite, ecc).

La Commissione della CCIAA di Latina, in qualsiasi momento lo ritenesseopportuno, potrà svolgere indagini ed ispezioni per assicurarsi sulla validità esulla continuità di quanto dichiarato nella domanda di iscrizione.

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e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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GIOIELLERIA, OREFICERIAE L AVORAZIONI AFFINI

 MANUALE DI APPLICAZIONEDEL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

PREMESSA 

Il presente Manuale di applicazione si inserisce nel Progetto per la

  valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità della provincia di Latina e fa riferimento ai Disciplinari di produzione depositati agliatti della CCIAA di Latina. È costituito da un inventario di regole su materiali etecniche produttive realizzato dalla CCIAA di Latina e dalla CNA di Latina perdefinire e individuare le lavorazioni artigiane che presentino elevati requisiti ditipo artistico o esprimano caratteristiche saldamente collegate alla tradizionelocale, al fine di predisporre, in generale, un programma di tutela e valorizzazionedi tali attività e, nello specifico, un marchio registrato di “Eccellenza artigianaprovincia di Latina” alle imprese della provincia di Latina che otterranno ilriconoscimento.

Il Manuale di Applicazione del Disciplinare si rivolge all’impresa che devesaper riconoscere e collocare criticamente la propria attività nel contestoproduttivo tipico che l’ha vista nascere, nel pieno rispetto del percorso storico-culturale che l’ha condotta a produrre l’esperienza di artigianato artistico etradizionale di qualità.

L’impresa che opera nel campo del restauro, qualsiasi siano le sue dimensioni,deve richiamarsi a principi di etica professionale che pongono quale fondamentodell’attività lavorativa la consapevolezza dell’operare su beni unici e irripetibili.

Deve inoltre possedere la capacità di provare le proprie attitudini e conoscenze,dimostrando di agire in base a un corretto approccio metodologico e dipadroneggiare gli strumenti di analisi necessari ad affrontare qualsiasi interventoche un restauro potrebbe richiedere.

Si precisa che le tecniche di lavorazione descritte nel presente Manuale, oltreche essere patrimonio della conoscenza e della capacità professionale e manualedell’azienda, dovranno essere utilizzate correntemente per la produzione da partedel soggetto che richieda il riconoscimento.

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PRODUZIONE

 A. PRODUZIONE

La distinzione comune tra oreficeria e gioielleria consiste nella diversapredominanza tra il metallo e la pietra preziosa conferita al manufatto.

L’oreficeria valorizza la lavorazione del metallo, in assenza o con pietrepreziose, le quali, ove presenti, fanno parte integrante dell’estetica generaledell’oggetto prodotto.

La gioielleria predilige invece la pietra preziosa, e il metallo è totalmentefunzionale alla migliore percezione possibile del taglio e della luce della pietrapreziosa esaltandone al massimo le qualità.

L’argenteria è specificatamente rivolta alla produzione di oggetti in argento, neiquali spesso il senso estetico è accompagnato da funzioni di utilizzo quotidiano.

Le tecniche di lavorazione sono in gran parte comuni ai tre comparti in cui viene tradizionalmente divisa la produzione di oggetti preziosi. Evidentemente lecaratteristiche peculiari dei tre rami comportano l’incidenza maggiore di alcuneprocedure rispetto ad altre, che non sottrae però il maestro artigiano alla necessitàdella conoscenza dell’insieme delle tecniche di lavorazione dei metalli, delle pietre

preziose, dure e semidure, e di tutte le forme di decorazione collegate allaproduzione di oggetti preziosi.

 Accanto ai maestri orafi, gioiellieri e argentieri si sono create nel tempo figurespecializzate la cui alta professionalità ha delineato rami autonomi di maestriaartigiana quali cesellatori, sbalzatori e incisori, tagliatori di gemme, restauratori.

L’oreficeria adopera non soltanto i metalli preziosi ma anche metalli comuni inlega con i primi per migliorare le proprietà meccaniche dei manufatti, mentre altrimetalli non nobili sono comunemente usati nell’utensileria, nei supporti earmature di particolari gioielli, per motivi meccanici, a supporto di lavorazioni di

lastre metalliche, ecc.

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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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Tabella dei metalli interessanti l’oreficeria

Metallo Simbolo Peso

atomico

Massa

 volumetrica

Punto di

Fusione

Punto di

ebollizione  Alluminio Al 13 2,699 659°7 1800°  Argento Ag 47 10,5 961°9 1950°Cobalto Co 27 8,9 1495° 2900°Ferro Fe 26 7,86 1535° 3000°Iridio Ir 77 22,421 2440° ± 1 4400°Mercurio Hg 80 13,594 - 38°87 356°58Oro Au 79 19,3

17 allo stato

fuso

1064°5 2600°

Palladio Pd 46 11,97 a 0°11,4 a 22°

1549°4 2540°

Piombo Pb 82 11,34 327°43 2613°Platino Pt 78 21,45 1173°5 4300°Rame Cu 29 8,92 1083° 2310°Rodio Rh 45 12,1 1966° 2500°Stagno Sn 50 5,75 grigio

7,35 bianco231°9 2270°

  Tantalio Ta 16,6 2996°± 50 ≈ 6000°  Titanio Ti 22 4,5 1660°± 10 oltre 3000°Zinco Zn 30 7,14 419°4 907°

Si richiede all’artigiano una perfetta conoscenza delle composizioni delle leghemaggiormente utilizzate in oreficeria: leghe di argento, oro, platino ecc. e dellecomposizioni delle leghe colorate.

È inoltre necessario che l’artigiano conosca la legislazione italiana in merito alrispetto del Titolo in oreficeria. Non è ammessa alcuna discordanza tra il reale e ildichiarato.

È richiesta la conoscenza perfetta delle scale adottate per la misurazione delfino e del peso totale delle leghe dei metalli preziosi, sia con misurazione a caratisia a millesimi.

È altresì necessaria la conoscenza delle scale per il calcolo del titolo delleimpurità, sia “ppm” (scala milionesima) che “ppb” (scala bilionesima omiliardesima).

In oreficeria e gioielleria ha grande importanza la conoscenza delle proprietàfisiche dei corpi, basti pensare alle pietre preziose, agli utensili e agli abrasivi. Èquindi necessaria una conoscenza approfondita di proprietà quali: durezza

(resistenza alla scalfittura - scala di Mohs); durezza (resistenza alla penetrazione – scale di Brinell, Vickers e Rockwell); isotropia (eguaglianze di proprietà

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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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qualunque sia la direzione considerata del corpo); anisotropia (eguaglianze diproprietà diverse al cambiare la direzione); resilienza (resistenza alla rottura perurto); lucidabilità e levigatezza (in particolare rispetto al grado di riflessione delle

leghe); dilatazione termica (variabilità della lunghezza e dello spessore di un corpoin conseguenza del cambiamento di temperatura); duttilità (capacità di un corpo aessere ridotto in fili senza rompersi); omogeneità; compattezza; malleabilità(capacità di un corpo a essere ridotto in lamine senza rompersi); fragilità;sonorità; temperabilità; resistenza; elasticità; massa volumetrica (peso specifico).

 A.1. LAVORAZIONE DEI METALLI PREZIOSI

A.1.1. Ore f i c er ia

Per oreficeria si intende l’insieme delle tecniche e delle pratiche atte a realizzarela struttura metallica del gioiello: dalla preparazione del metallo prezioso in lastrae fili alla esecuzione della struttura metallica (montatura).

Di seguito si elencano le principali tecniche:

FusioneQuesto termine indica sia la fase preliminare di lavorazione (tipica di un

artigianato di servizio) che serve alla preparazione del metallo legato, lastre o fili,a diverse titolazioni (secondo la vigente normativa) e differenti colori, sia la

fabbricazione di manufatti mediante fusioni per getto.Il metallo liquido viene versato in staffe o lingottiere di ferro per ottenere lalastra o il filo, oppure in osso di seppia e in cilindri di scagliola predisposti perottenere elementi tridimensionali (fusione a cera persa o microfusione). Qualoral’oggetto sia il risultato di una fusione a cera persa o in osso di seppia, vasottoposto anche a sgrossatura, attraverso l’utilizzo di lime di varia misura, cartasmeriglio, frese e seghetti.

ModellazioneLa modellazione nel settore orafo-argentiero costituisce la base degli elementi

di costruzione dei manufatti. È quella fase di lavorazione che permette di tradurrein opera il modello grafico (disegno). La modellazione del prototipo può esserefatta con metodi tradizionali, in metalli, preziosi, o vili, o in cera, oppureservendosi di moderne tecnologie (sistemi computerizzati, CAD 3D). Inquest’ultimo caso rimane sottinteso che la formazione e la manualità delmodellista devono inserirsi nel percorso della tradizione orafa.

Laminatura e trafilaturaPer ottenere la lastra dello spessore desiderato il lingotto viene ripetutamente

passato nel laminatoio.

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Per ottenere il filo invece, sempre dalla fusione in staffa o in lingottiere, sipassa il lingotto in laminatoio dai cilindri sagomati. Il filo ottenuto, di sezioneottagonale, viene successivamente passato in trafile di varie sezioni e diametro.

Nella trasformazione della materia prima (il metallo) in forme adatte ad esserelavorate (lingotto, lastra o filo) sono attualmente usate tecnologie che, rispetto alpassato, velocizzano la lavorazione senza incidere sulla qualità del prodotto finale.

SaldaturaÈ l’unione di due parti metalliche ottenuta per riscaldamento fino a fusione di

una lega interposta (con temperatura di fusione minore rispetto ai metalli chedevono essere saldati), foggiata in lamina o in filo. La saldatura non devemodificare il titolo del metallo lavorato.

La saldatura può essere dolce o forte. La prima, basata su una lega di piombo e

stagno, non viene più usata in oreficeria se non in casi eccezionali come ilrestauro di oggetti antichi, dove la presenza di smalti, pietre, coralli non permetteun riscaldamento elevato. Nella saldatura forte va posta una particolareattenzione alle proprietà dei saldanti (malleabilità, durezza, colore), che devonoessere il più possibile vicine a quelle della lega costituente l’oggetto da saldare.

È richiesta una conoscenza approfondita delle proprietà dei fondenti piùcomuni.

Imbianchimento

Le procedure di rimozione degli ossidi prodotti dal riscaldamento dei metalli edai residui lasciati dai fondenti adoperati per saldare prendono il nome diimbianchimento.

  Alcune tecniche di rimozione degli ossidi sono cadute in disuso per la loropericolosità. In ogni caso per esercitare le operazioni di imbiancatura è necessarioil rispetto delle norme previste dalla normativa vigente in materia di sicurezza.

Tecniche applicate alla lastraSono le tecniche che, tramite l’uso di vari utensili (lime, frese, martelli e molti

altri) conferiscono alla lastra la forma e/o il decoro desiderati.

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Esse comprendono:

a) Traforo e cut-card 

La tecnica del traforo è in genere utilizzata in oreficeria per la creazione dimotivi decorativi e ornamentali “a giorno”. Tale tecnica rende inoltre menopesante l’oggetto di oreficeria.La lavorazione consiste nel traforare il metallo sulla base di un disegnoprestabilito e quindi asportandone una parte. Con tale tecnica è possibileottenere trame di grande pregio estetico e stilisticoEvoluzione del traforo è la tecnica definita dagli inglesi del cut-card , nata nellaseconda metà del Seicento. Consiste nell’applicazione di alcuni elementi“ritagliati” su un fondo in metallo. Se eseguita a regola d’arte, spesso non la siriesce a distinguere dalle decorazioni applicate fuse o cesellate e necessita di

una grande abilità nell’esercizio della saldatura, poiché nei punti di connessionela lega saldante non deve invadere gli spazi risparmiati dal traforo.

b) Foratura Consiste nella preparazione della sede entro cui andrà incastonata la pietra.

  Tale operazione precede le tecniche di incassatura di seguito citate e inparticolare l’incassatura a lastra.

c) Canna vuota 

Per l’esecuzione della cosiddetta canna vuota, occorre rivestire un filo di rame(di sezione variabile secondo necessità) con una lamina o fodera di oro moltoaderente e ciò si fa attraverso la trafilatura. Si potrà così, attraverso ripetutecotture, dare forma a motivi decorativi curvilinei, intrecciati e variamenteannodati. Successivamente il modello verrà immerso in acido nitrico chescioglie il rame, trasformandolo in sale solubile, lasciando intatto ilrivestimento di oro, inattaccabile dagli acidi. Una variante è il cosiddetto “tubogas” ottenuto con una tecnica particolare di avvolgimento del filo mezzotondo o piatto attorno a un’anima di metallo (oro, acciaio o rame) didimensione e spessore variabile, che serve da supporto e mantiene l’elasticità.

d) Lastra doublé Si intende una lastra composta da una “foglia d’oro”, sottoposta e aderente auna lastra di argento. La lastra doublé può essere ottenuta attraverso duepratiche principali:

1.  unendo le due lastre per pressione, utilizzando presse elaminatoi, in vari passaggi, alternati alla cottura del metallo.

2.  bagnando la lastra con borace, spargendo polvere finissimad’argento e anche d’oro e procedendo secondo i passaggi già

descritti.

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e) Martellatura Con il termine martellatura (o modellazione della lastra a martello) si intende ilprocedimento che permette di imbutire manualmente una lastra, quindi

modellarla e conferirgli forma e volume.f) Niello e agemina È la tecnica usata per riempire a caldo disegni ornamentali incisi sul metallocon uno speciale amalgama detto “niello”. Il riempimento dei solchi avviene indue distinti modi: attraverso la colata diretta dell’amalgama fuso oppure dandofuoco direttamente alla polvere depositata all’interno delle incisioni. In questocaso all’amalgama in polvere si aggiunge grafite. A freddo si compie larifinitura eliminando dai solchi le parti eccedenti e lucidando la superficie.L’agemina consiste nel riempire con fili, piccole lastre o foglie di argento, oro,

rame o altri metalli colorati, solchi decorativi scavati nella lastra di oro od’argento con un largo bulino o scalpello. Tale lavoro si compie a freddo conopera di ribattitura e una levigatura finale.

g) Finitura con la lima .Grazie ai procedimenti tecnologici innovativi e al continuo perfesionamentodelle macchine, la lima va perdendo importanza nei processi di finitura inmetallo. Paradossalmente nel settore orafo-argentiero accade l’esatto contrario.Per i prodotti creati con tecnologia Cad-cam la finitura decisiva – che garantirà

la qualità finale del manufatto – è realizzata proprio con la lima. Sono circa venti i tipi di lima usati nell’oreficeria.

FiligranaÈ eseguita con fili singoli, doppi, a volte tripli, lisci, perlinati o attorcigliati tra

loro a sezione piatta, rotonda, quadrata o di spessore variabile. Il filo avvolto inriccioli, cerchi, spirali, può essere saldato alla lastra o saldato senza supporto, inmodo da ottenere un effetto a pizzo.

Tecnica “del filo”Con tale tecnica di lavorazione, seguendo un’idea o un disegno, si crea un

oggetto o parte di esso, impiegando esclusivamente o prevalentemente del filo,solitamente tondo di diametro relativamente piccolo. Sul manufatto sonoeseguite, con la stessa tecnica, anche le sedi che dovranno essere incastonate conpietre preziose e gemme. Il filo è altresì utilizzato per realizzare su altri manufattigambi, snodi, parti di rinforzo, anelli di congiunzione e applicata a nastriprecedentemente svuotati per fare le sedi di carré , baguette e tapered .

Tecnica del tessuto e della maglia

La tecnica del tessuto implica l’incrocio di trame e ordito di fili piatti di variocolore, spessore e metallo (anche in tonalità diverse), incisi, decorati,

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eventualmente ritorti. Il tessuto così ottenuto, una volta modellato secondo leforme volute, e rinforzato con strutture rigide, viene lavorato come una normalelastra metallica.

Con la tecnica della maglia invece, il filo, di sezione e diametro variabile e concolori differenti, viene avvolto ottenendo una spirale.Successivamente viene intrecciata con alte serie di spirali, fino a raggiungere le

dimensioni volute e realizzando un manufatto che, similarmente a un tessutofilato di maglia, è caratterizzato da una morbida flessibilità.

GranulazioneÈ una tecnica decorativa che prevede l’utilizzo solo dell’oro giallo sotto forma

di minutissime sfere applicate alla lastra. Le microsfere, ottenute da una fusionedi frammenti aurei in polvere di carbone, sono saldate alla lastra grazie all’utilizzo

della cosiddetta saldatura colloidale forte.

A.1.2. Incassatura, incast ratura, incastonaturaSi definisce incastonatura la sistemazione di gemme nei castoni, incassatura

quella in cavità a forma di cassa, ad esempio per le baguette . L’incastratura (termineusato in genere in Campania come sinonimo di incassatura) è invece utilizzataquando si adoperano le griffe .

L’incassatura a notte è stata utilizzata anche in gioielleria fino agli inizi delNovecento, attualmente viene utilizzata solo l’incassatura a giorno. Quella a notte

è ancora usata in bigiotteria.Si richiede all’artigiano la conoscenza e la capacità di usare gli strumentitradizionali e moderni.

 Vi sono vari tipi di incassatura. Di seguito si elencano i principali:

A.1.2.1. Incassatura a las t raSi identificano con questo termine tutte quelle tecniche di incastonatura delle

pietre dove il metallo viene tagliato con il bulino. Dal taglio si ottengono così le“grane” (piccole porzioni di metallo utilizzate per la francatura della pietra) con lequali successivamente verranno fermate le pietre. Questo termine comprende

  varie tecniche: ad esempio incastonatura a pavé e a stella , incassatura all’antica , a striscetta , a foglia , a quadretto.

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A.1.2.2. Altr i t ip i di incassatura Vi sono inoltre l’incastonatura:

-  a castone ribattuto o a bastina ribattuta  (della anche “castone alla romana”,

impiegata in genere nell’incassatura di pietre medio grandi posizionate sucastoni o bastine);-  con puntine o riccetti (incassatura all’inglese   ). La tecnica viene usata per

fermare pietre di piccole e medie dimensioni. La pietra incassate vienefermata con ricci o puntine, dopo aver eseguito un taglio lucido intornoalla pietra;

-  a binario. Viene realizzata un’unica sede per più pietre generalmente ditaglio baguette  (rettangolare) e carré  (quadrato) a formare un nastro conpareti laterali Tale tecnica viene usata anche con pietre di taglio rotondoo tapered (trapezoidale);

-  a griffes . Si realizza una sede con la forma della pietra, su cui (o intorno acui) si saldano a fuoco serie di punte a sezioni diverse (triangolari,circolari, rettangolari, ecc.);

-  invisibile . Viene così definito il tipo di incastonatura dove l’effetto finale èun mosaico di pietre preziose tagliate in forma quadrata senza alcunapparente sostegno di metallo.

  A tutte queste tecniche possono aggiungersi quelle nuove tipologie che,rispettando le indicazioni della “scuola classica”, utilizzano altri schemi estetici

frutto della creatività dell’artigiano

A.1.3. Sbalzo , c ese l latura, inc is ione , preparazione di s tampi perore f i c er ia

Sbalzo e cesellatura sono due tecniche che normalmente in oreficeriacompaiono abbinate. Lo sbalzo viene praticato sul rovescio della lastraprecedentemente disegnata, mentre la cesellatura si pratica sul diritto.

La lavorazione a sbalzo è una tecnica antichissima per mezzo della quale ildisegno, tracciato sulla lastra di metallo, viene ottenuto in rilievo con l’uso del

cesello e di una mazzetta. La lastra in metallo da lavorare viene posta su un pianodi lavoro, in genere una semisfera sulla quale si applica uno strato di pece perrendere più duttile il supporto. Il cesellatore, battendo sul retro della lastra conceselli di diversa grandezza crea un bassorilievo, oppure rifinisce oggetti d’arteprecedentemente fusi. La tecnica della cesellatura viene in genere usata perrifinire il lavoro di sbalzo.

L’incisione è una tecnica totalmente diversa dallo sbalzo e dal cesello, purdando come risultato l’apparire di un motivo o decoro su una lastra di metallo.Eseguita con attrezzi a punta o taglienti detti bulini, consiste nell’ottenerefigurazioni e decori mediante asportazione del metallo. È generalmente applicata

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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su castoni di anelli, medaglioni, ecc., ma può essere anche usata per ricavare,sempre asportando del metallo, figure e adornati in positivo.

Nella preparazione di stampi per oreficeria il disegno o il decoro vengono

intagliati in positivo e in negativo sull’attrezzo diviso in due parti: “maschio” e“femmina”. Successivamente nell’operazione dello stampo, fra “maschio” e“femmina”, fissati in perfetta corrispondenza e perpendicolarità, viene interpostauna lamina di metallo.

Esercitando una pressione, con bilanciere o pressa, lo stampo “maschio”comprime la lastra di metallo, che entra nello stampo “femmina”; il risultato ditale tecnica è che così compressa la lastra assumerà il decoro, sia in rilievo, sia adincavo.

La tranciatura è analoga allo stampo, ma il “blocchetto” di metallo anzichéessere intagliato, è completamente svuotato nel suo contorno.

La godronatura è una tecnica di lavorazione particolare che viene fatta susuperfici di metallo con un utensile montato su tornio o in oreficeria anche sulaminatoi che portano cilindri intercambiabili e che hanno, in positivo e innegativo, impronte e decorazioni. Passando la lastra tra i due cilindri sulla stessa

 vengono stampate le impronte.La lapidatura è un’operazione di rifinitura ottenuta con un particolare

macchinario consistente in un disco rotante cosparso di pasta abrasiva elucidante. Si possono ottenere superfici piane lucide, spigolature vive esfaccettature.

A.1.4. SmaltaturaNel presente Disciplinare viene considerata solo la tecnica di smaltatura vitrea

a caldo, che può essere effettuata a giorno, cioè visibile in trasparenza, o a notte ,cioè applicata su fondo cieco. Sono escluse smaltature che usano resine sintetichelavorate a temperatura ambiente, usate generalmente in bigiotteria.

La smaltatura è la tecnica che permette di rivestire superfici metalliche o partidi esse con copertura di materia vetrosa, trasparente oppure opaca, generalmentecolorata detta smalto. Le diverse colorazioni sono determinate dai vari ossidimetallici aggiunti al composto.

Questa tecnica, applicata tradizionalmente ad argenteria, oreficeria e gioielleria,consente effetti decorativi vari e pregevoli. Essa prevede diverse fasi dilavorazione:

-  preparazione delle polveri vitree;-  preparazione delle superfici con il decapaggio;-  applicazione dell’amalgama di polveri sulle superfici;-  passaggio ripetuto in muffola o forno per il trattamento termico di

liquefazione e di solidificazione;-  rifinitura con abrasivi e acido fluoridico.

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Nella tipologia della smaltatura a caldo rientrano le seguenti tecniche:a.  tecnica cloisonné  (o ad alveoli, o tramezzato). La polvere di smalto è

collocata in alveoli ( cloisons   ), realizzati dall’orefice mediante la saldatura di

segmenti di filo metallico sulla lastra di fondo. Generalmente l’oggetto o lasuperficie hanno una struttura piana e il motivo iconografico ha un andamentosemplificato ed essenziale. Si utilizzano generalmente smalti opachi.

b.  tecnica champlevé (o a incisione, o a incavo). Prevede, come sedi dellosmalto, depressioni o cavità prodotte dall’incisione su lastra, che seguono unmotivo decorativo. L’abbassamento della superficie metallica da decorare puòessere anche ottenuto nei seguenti modi: con scalpello, per corrosione, confrese, per microfusione. Nell’effetto cromatico finale, con l’utilizzo contestualedi smalti opachi e di smalti trasparenti, si avrà una netta divisione per

campiture.

c.  tecnica ronde bosse  (o tutto-tondo). Lo smalto viene applicato susuperfici a tutto tondo in oggetti ottenuti, nella parte metallica, per fusione.Dal punto di vista operativo si tratta di un procedimento che richiede moltaattenzione e la cui buona riuscita dipende:

-  dal decapaggio della base metallica;-  dal titolo del metallo;-  dalla stesura dello smalto.

d.  smalti da miniatura (miniatura a smalto o smalto dipinto). Sidifferenziano dagli altri in quanto più fini nei granuli e perché uniti da olio.Con pennelli molto sottili e pennino vengono applicate raffigurazioni su unasuperficie di base precedentemente smaltata.

e.  tecnica grisaille . In questa tecnica sul fondo nero vengono stesi strati variabili di bianco ottenendo effetti chiaroscurali che ricordano le incisioni distampa. I contorni del disegno vengono incisi nello smalto bianco prima della

cottura, portando alla luce lo strato inferiore dello smalto nero. Per evidenziaremaggiormente l’effetto chiaroscurale si usa sottolineare con lo smalto nero icontorni disegnati. Nell’applicare questa tecnica bisogna sempre effettuare lacontrosmaltatura per compensare gli effetti negativi della dilatazione e delrestringimento del metallo di supporto per effetto del calore.

f. tecnica del translucido. Consiste nel lavorare una lamina a sbalzo o aincavo; le superfici vengono coperte da smalti policromi, i quali acquisterannoun tono cromatico diverso a seconda dello sbalzo o della profonditàdell’incavo.

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g.  tecnica del paillons . Consiste in una rifinitura che permette di inserirefra i diversi strati di smalto piccole applicazioni ornamentali in lamine d’oro

h. 

tecnica  guilloche . Consiste nella stesura dello smalto sul fondometallico inciso con il sistema del “guilloche” (tecnica di incisione meccanica).

i.  tecnica plique-a-jour (o a cattedrale  ). Questa tecnica è applicata in spaziricavati con traforo. Lo smalto utilizzato è trasparente e l’effetto che se neottiene è quello di una vetrata policroma.

 Altre tecniche sono la smaltatura su modellato e quella filigranata.

A.1.5. Pul i tura e luc idatura

Per pulitura si intendono quelle fasi di rifinitura del manufatto che avvengonoesclusivamente attraverso l’uso di paste abrasive applicate con delle spazzole, didiverso tipo.

Si distinguono essenzialmente due fasi: una prima fase di “ripulitura generale”dell’oggetto, terminato dall’orafo e non ancora incassato, che comprende anche lapulizia dei piccoli trafori, interstizi vari e dell’interno dei castoni.

La seconda fase, terminata l’incassatura dell’oggetto, consiste nello sgrassare elucidare il gioiello, attraverso l’uso degli stessi presidi ma cambiando il tipo dispazzole, che devono essere più morbide e le paste meno abrasive e comunque

adatte al tipo di pietre già incassate.L’obiettivo è quello di fare acquisire al gioiello la giusta brillantezza per esaltarele rifiniture e i volumi, perciò è indispensabile una grande sensibilità manualedell’operatore.

È da escludersi, ai fini del riconoscimento, l’utilizzo dei buratti meccanici.

A.1.6. Pie t re preziose , s emipreziose , dure , coral lo , per le , madreper la ,conchig l i e da cammeo

A.1.6.1. I l tag l io de l l e pie t re

L’operazione che trasforma la pietra grezza in pietra sfaccettata è fruttodella grandissima abilità ed esperienza di tecnici che possiedono la più altaconoscenza delle proprietà cristallografiche dei minerali e in particolare deipiani di sfaldatura. Il taglio delle pietre o lapidatura prevede il rispetto di treaspetti fondamentali: il peso, il colore, la purezza. Il taglio ottimale di unagemma non ne può prescindere.

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Fasi di lavorazione:  Clivaggio: prima impostazione della forma, mediante la quale

 vengono staccate dalla massa le parti superflue; 

Segaggio: trasforma un minerale nelle dimensioni e forme desiderate(ad esempio lastre, blocchi, ecc.);  Sgrossatura (sbozzatura):  tramite lavorazione manuale, porta la pietra

quasi alle dimensioni definitive, utilizzando mole abrasive in generediamantate;

  Taglio e sfaccettatura:  si blocca la pietra da tagliare sul DOP, unabacchetta di acciaio di circa 5 mm. di diametro e di lunghezza

  variabile, che sostituisce l’antico impasto di piombo e stagno. Lapietra sfrega sulle mole diamantate, bagnate costantemente conacqua. L’abrasione che ne segue determina la sfaccettatura. Altri tipidi taglio delle pietre si possono effettuare tramite frese abrasive congambo, che vengono montate su motori fissi oppure su trapani amanipolo. In questi casi è possibile abbellire le pietre con motividecorativi incisi, solchi, scanalature e anche cavità per consentiretecniche di intarsio;

  Foratura: può avvenire con trapani a colonna e punte diamantate cheforano con l’ausilio di un getto d’acqua continua, oppure a manoattraverso l’uso dei trapani con manipolo, montanti frese abrasivecon gambo, inumidite con acqua durante l’utilizzo;

  Lucidatura: le tecniche di lucidatura sono differenti secondo il tipo digemma e il taglio. Una pietra sfaccettata viene normalmente lucidatasu dischi in metallo cosparsi da polveri lucidanti.

A.1.6.2. I l coral loDi origine animale, il corallo si presenta sotto forma di alberelli. Data la poca

resistenza al calore si lavora in acqua. Si distingue la lavorazione liscia, o in tondo,e la lavorazione incisa.

I metodi antichi utilizzavano due tecniche di taglio: al “banco per tagliare”

con la tenaglia e con il disco rotante. Ora viene comunemente utilizzato il taglioal diamante, estendendo così al corallo le tecniche utilizzate per le pietre dure.Le altre operazioni che riguardano la lavorazione del corallo sono la foratura,

per la quale vengono utilizzate ancora oggi tecniche tradizionali, la sagomatura, lalevigatura e la lucidatura.

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A.1.6.3. Le per leProdotte da molluschi in forma accidentale per le naturali, e sollecitata

artificialmente per le coltivate, le perle hanno una presenza costante nel settore

dei preziosi. Sono composte di materia organica (carbonato di calcio econchiolina).

A.1.6.4. La madreper laStrato interno della conchiglia di alcuni molluschi, viene lavorata con le stesse

tecniche del corallo. È utilizzata in gran parte per la fabbricazione dei bottoni.

A.1.6.5. Le conchig l i e da cammeoPer la produzione dei cammei, figure scolpite in rilievo su materiali con due

strati di colore diverso, vengono usate pietre dure, corallo o conchiglie da

cammeo. Queste ultime sono lavorate tramite il taglio, in genere di formatriangolare. La molatura, che normalmente le rende ovali ed ellittiche, allontana laparte dura esterna scoprendo il primo strato bianco. Questo viene lavoratodall’incisore che imprime il disegno, per farlo risaltare sul fondo colorato, poiasporta materiale fino a scoprire il secondo strato colorato della conchiglia. Sipuò anche procedere al contrario, incidendo il disegno sulla parte colorata, cheperò è meno tenera di quella bianca.

La finitura è simile a quella eseguita per i coralli. La lucidatura viene ottenutatramite immersione in una soluzione calda al 2% di acido cloridrico, e si completa

con un bastoncino di legno e pomice, con bianchetto, acido solforico e olio.

A.1.7. Tecniche di produzione di argenter iaLe tecniche di produzione dell’argenteria sono in gran parte simili a quelle

usate in oreficeria.Segue un elenco di alcune delle lavorazioni principali.

A.1.7.1. FusioneÈ la preparazione del metallo legato composto da argento puro e rame. Il

titolo italiano è 800/°°°, ma è sempre meno usato. Più diffuso il titolo di 925/°°°.

A.1.7.2. LaminazioneLe verghe ottenute dalle staffe di fusione vengono sgrossate al laminatoio sino

a raggiungere lo spessore desiderato.

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A.1.7.3. TornituraCon opportuni ferri detti “castagne”, la lastra viene fatta aderire alle forme di

tornitura, in legno o acciaio. Si possono così ottenere forme tonde e ovali come

 vasi, piatti, caffettiere, vasellame vario, ecc.A.1.7.4. StampaggioSotto l’azione di presse o bilancieri, tramite l’utilizzo di due stampi

rispettivamente detti “maschio” e “femmina”, la lastra viene formata e decorata.

A.1.7.5. AssemblaggioÈ la fase della lavorazione durante la quale gli oggetti semilavorati che

provengono dalla tornitura e dallo stampaggio vengono saldati, limati e fresatisino a divenire corpo unico con fasi di saldatura.

A.1.7.6. Cese l lo  Tramite punzoni (ceselli) arrotondati, smussati o a lama, spesso costruiti

direttamente dall’artigiano, si creano decorazioni su metallo. Per evitare che ilmetallo ceda sotto i colpi del cesello, l’interno dell’oggetto viene in genereriempito di pece.

A.1.7.7. Sbalzo  Tecnica di lavorazione per realizzare una forma o un decoro in basso o

altorilievo su una lastra di metallo, lavorando dal rovescio o dall’interno.

A.1.7.8. Inc is ioneÈ ottenuta con una punta di acciaio tagliente, chiamata bulino. Con la

pressione della mano, forma linee di diverso spessore asportando trucioli dallasuperficie e creando un effetto chiaroscurale (bassorilievo). Tecnica tipica per larealizzazione di piatti decorati sul fondo e sulla lastra.

A.1.7.9. Pul i tura È la fase di preparazione degli oggetti finiti per l’argentatura. Si utilizzano

macchine pulitrici e paste abrasive grasse che eliminano le ossidazioni.

A.1.7.10. ArgentaturaGli oggetti puliti vengono sgrassati in vasche a ultrasuoni e successivamente in

 vasche contenenti solventi galvanici. Poi in un bagno galvanico sono ricoperti diuno strato di argento puro che li preserva dalle ossidazioni e che, ravvivato, dàall’argento l’effetto a specchio. Ossidando invece con polisolfuro di potassio eschiarendo con pietra pomice in polvere si ottiene la colorazione antichizzata.

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RESTAURO

B. RESTAURO

B.1. PRINCIPI GENERALII principi generali enunciati nella Carta 1987 della Conservazione e del Restauro

  vanno osservati in ogni intervento di restauro. Tale documento deve quindiessere approfonditamente studiato dal titolare di un’impresa che opera nelsettore. È altresì indispensabile che ogni operatore sia a conoscenza delle nuovemetodologie di analisi e di diagnosi affinché l’intervento non sia mai casuale, masempre dettato da precise esigenze progettuali.

Mentre per le norme specifiche da seguire si rinvia ai disciplinari dei singolimateriali, sono enunciati qui di seguito alcuni principi generali, ripresi in massimaparte dalla Carta 1987 della Conservazione e del Restauro, dalla quale sono tratte tuttele frasi virgolettate. 

Il restauro è un intervento conservativo che non ha il compito di riportare ilmanufatto al suo aspetto originale. Esso deve puntare a mantenere l’integrità del

  valore documentario, storico e culturale dell’oggetto, senza compromettere o

annullare le tracce del passaggio del tempo.L’operazione di restauro deve essere eseguita sulla base di previe indagini

conoscitive e dunque di tutte quelle analisi scientifiche e storico-artistiche chepermettano di apprendere quanto più possibile dal manufatto, affinché si possaapprontare un intervento adeguato e studiato nei particolari.

Per conservazione vanno intesi tutti «gli atti di prevenzione e salvaguardiarivolti ad assicurare una durata tendenzialmente illimitata alla configurazionemateriale dell’oggetto».

Sono da considerare come tassative e irrinunciabili la riconoscibilità, la

removibilità (o reversibilità) e la compatibilità dell’intervento e dei materialiutilizzati.Riconoscibilità : qualsiasi parte o reintegrazione aggiunta durante un intervento di

restauro deve risultare distinguibile dall’originale a distanza ravvicinata per nondisturbare la visione d’insieme del manufatto.

Removibilità : ogni materiale impiegato e ogni intervento eseguito devono poteressere rimossi senza danneggiare l’originale.

Compatibilità : i materiali utilizzati per il restauro non devono arrecareall’originale un danno chimico-fisico-meccanico, ma neanche estetico. Il loroutilizzo deve essere supportato da un’esperienza coerente alla tradizione storica, e

corredata da una valutazione scientifica che ne attesti le qualità e l’efficacia nel

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tempo. L’intervento deve inoltre essere compatibile con le finalità e gli obiettividella conservazione, ossia garantire caratteri di reversibilità.

Le ricostruzioni di parti mancanti devono avvenire solo nell’ambito della

certezza (ad esempio decorazioni modulari frammentarie, parti di panneggi, mamai visi, mani e altri particolari). Non sono ammessi «completamenti in stile oanalogici, anche in forme semplificate, sia pure in presenza di documenti grafici oplastici che possano indicare quale fosse stato o dovesse apparire l’aspettodell’opera finita».

Sono ammesse «aggiunte di parti accessorie in funzione statica e reintegrazionidi piccole parti storicamente accertate, marcando in modo chiaro aggiunte ereintegrazioni pur senza eccedere nella segnalazione di esse, onde prevaricarel’armonia del contesto».

Le puliture non dovranno mai arrivare alla nuda superficie della materia e «per

le pitture e le sculture policrome, non devono mai giungere alla sostanzapigmentale del colore rispettando la “patina” ed eventuali vernici antiche».

Non sono ammesse «alterazioni o rimozioni delle patine, sempre che non siaanaliticamente dimostrato che esse sono irreversibilmente compromessedall’alterazione del materiale superficiale».

Il manufatto da restaurare deve essere fotografato prima, durante e dopo le  varie fasi di intervento. Andrà inoltre redatta una scheda descrittiva chedocumenti il metodo utilizzato, le materie impiegate ed eventuali informazioni dicarattere storico.

B.2. PARAMETRI DI VALUTAZIONE  Ai fini dell’iscrizione all’Eccellenza artigiana i parametri di riconoscimento

delle capacità acquisite dall’impresa dovranno essere coerenti con gli assuntiteorici e di etica professionale fin qui espressi, e in particolare dovranno valutare:

-  la consapevolezza dell’impresa di operare su beni unici e irripetibili;-  la conoscenza degli aspetti teorici e pratici di approccio

metodologico al restauro;- 

il possesso delle nozioni scientifiche e delle tecniche di realizzazionedi un’opera;-  la conoscenza della storia intesa sia come contestualità di una cultura

sia come fatto materiale di vita.

B.3. RESTAURO DI MANUFATTI IN METALLI PREZIOSI (ORI, ARGENTI, GIOIELLI)

Il restauro dei manufatti in metalli preziosi (argenti, ori, gioielli) in Italia non èancora configurato come disciplina. Non esiste quindi ufficialmente la figura del

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restauratore di tali opere. Nonostante ciò, chi effettua un restauro di manufatti inmetalli preziosi deve operare con una precisa coscienza deontologica.

Il restauratore – che può essere chiamato a intervenire su reperti archeologici,

antichi, moderni o di recente fattura – deve essere in grado di riconoscerel’autentico dal falso, saper discernere un originale da una copia o imitazione,anche se di ottima fattura.

È quindi necessario che sia capace di riconoscere l’epoca, lo stile, l’ambito diesecuzione o l’esecutore del manufatto, al fine di individuare correttamente letecniche esecutive, di costruzione e di montaggio.

Deve inoltre identificare la presenza di precedenti interventi di restauro,chiarirne l’iter esecutivo in modo da poter riconoscere manomissioni oassemblaggi di epoche diverse.

 Al termine dell’analisi preliminare il restauratore deve stabilire se il reperto è

recuperabile, ovvero se il degrado strutturale può essere arrestato, valutando ilrischio di un possibile ulteriore deterioramento provocato dalla manipolazione,che potrebbe condurre a un danno irreversibile.

Il restauratore deve essere dotato di gusto, spiccata manualità e avereconoscenze base di disegno ornamentale. È inoltre necessario che sappia eseguirele principali tecniche orafe (fusione, sbalzo e cesello, incisione, traforo, tecnica afilo, ecc.) secondo le norme stabilite nel settore A del presente Disciplinare.

Il compito del restauratore non è quello di tentare di riportare l’oggetto allostato originale annullando le tracce del passaggio del tempo, ma quello di

ripristinare “l’unità potenziale” del manufatto realizzando integrazioni che sianoriconoscibili e reversibili, ovvero eliminabili senza alcuna alterazione dellastruttura cristallina originaria del reperto. La ricottura e la saldatura forte sono adesempio sconsigliate dalla teoria della conservazione delle opere d’arte.

È quindi necessaria da parte del tecnico specialista una certa ingegnositàmeccanica, ma anche artistica, per individuare e realizzare manualmente sistemi diricostruzione efficaci, stabili ed esteticamente compatibili.

È fondamentale che il restauratore possieda una conoscenza non solo empiricadei materiali e dei loro componenti, compresi quelli impiegati nel restauro, inmodo particolare nelle fasi della pulitura e della protezione dei metalli, nonché neltrattamento di tutti i materiali complementari (ad esempio smalti, avorio, osso,corallo, ecc.).

Le fasi del restauro dei manufatti preziosi sono:

  Smontaggio: solo raramente i sistemi di assemblaggio dei manufattipreziosi sono irreversibili. L’operazione è molto delicata, perché puòcomportare una rottura nell’oggetto. Pertanto si richiede al restauratoreuna grande abilità e la consapevolezza dei limiti del proprio operare;

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  Pulitura : nei metalli nobili l’unica patina che il restauratore si troverà adover rimuovere sarà l’ossidazione naturale. La pulitura,preferibilmente, dovrà essere manuale; in ogni caso per evitare di

entrare in contraddizione visiva con l’insieme la patina non andràrimossa totalmente. Non sono ammesse le deposizioni elettrolitiche, equindi artificiali, di patine metalliche che alterino in modo irreversibile lesuperfici (ad esempio le patine al rodio);

  Protezione:  consiste nell’isolare la superficie sottoposta a pulitura con  vernici trasparenti neutre e solubili allo scopo di mantenere labrillantezza del metallo ottenuta. La protezione è prevista soprattuttoper manufatti argentei, se musealizzati o sottoposti a un uso saltuario;

  Consolidamento:  è la fase fondamentale del restauro. In questa fase iltecnico deve possedere una notevole versatilità ideativa, poiché lagamma degli interventi che gli possono essere richiesti è molto ampia.La sua opera deve però seguire norme ben precise, quali l’assolutareversibilità delle parti aggiunte, e l’utilizzo del fuoco o del calore solonei casi in cui non vi siano possibilità alternative;

  Integrazione:  le integrazioni, che devono in ogni caso essere reversibili,possono essere di due tipi: di manutenzione (risarcimenti della strutturadel manufatto che garantiscono il recupero della stabilità compromessa),oppure estetiche (risarcimento di parti ornamentali mancanti conconseguente recupero dell’unità estetica del manufatto. Le parti aggiunte

devono comunque essere riconoscibili).

Il mercato antiquario spesso richiede un tipo di restauro non consono aiprincipi della conservazione, con interventi di completo reintegro delle forme edell’ornato, che mascherano le condizioni originarie del manufatto. In questocaso le parti mancanti sui pezzi ricostruiti sono colmate con interventi di tipo“mimetico” e con l’uso di materiali scelti dall’operatore sulla base della propriaesperienza. Per il restauratore iscritto all’Eccellenza artigiana è doverososconsigliare questo genere di interventi.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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PARTE II

METALLI COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

PRESENTAZIONE

Nel tempo, l’arte della lavorazione dei metalli, specialmente nel caso delleproduzioni artistiche, non ha registrato cambiamenti significativi dal punto di  vista della tecnica produttiva: ancora adesso un buon manufatto concaratteristiche di originalità non può prescindere dall’intervento prettamentemanuale dell’artigiano.

La produzione di oggetti con un forte significato artistico, dalla fusione dellecampane in bronzo a complementi d’arredo in ferro battuto, dai paioli in rame aisottopiatti cesellati in ottone, prevedono determinate peculiarità quali, la forza dibraccia, la capacità tecnica e la sensibilità artistica, che continuano ad esseretuttora i fattori fondamentali su cui si basa l’esecuzione di un manufatto

considerato artistico.

PREMESSA  

La stesura del presente Disciplinare di Produzione si inserisce nel Programmadel progetto per la valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza eQualità della provincia di Latina, predisposto dalla CCIAA di Latina e dallaC.N.A. di Latina, per la tutela e la valorizzazione delle lavorazioni tradizionali,

tipiche e di qualità, nonché le lavorazioni artistiche e creative di settore.

OBIETTIVI    Tutela dei requisiti di professionalità e di origine delle produzionidell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità.  Qualificazione ed innovazione delle lavorazioni attuate sotto il profilostilistico, tradizionale, tipico, tecnologico, dei materiali e dei processi utilizzati.   Valorizzazione delle produzioni realizzate, sia sul mercato interno che suquello internazionale.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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  Divulgazione e diffusione della conoscenza delle tecniche, delle produzionirealizzate e dei requisiti di manualità e professionalità proprie delle lavorazionidell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità. 

 Acquisizione di documentazioni concernenti le origini lo sviluppo storico-stilistico ed i percorsi evolutivi delle lavorazioni.  Sostegno alla creazione ed allo sviluppo di nuove imprese tramite progettidi recupero e rivitalizzazione di attività tradizionali e tipiche.  Favorire la partecipazione ad eventi e manifestazioni collettive di carattereculturale e fieristico che potranno essere organizzate.  Creare le condizioni per la trasmissione del “saper fare” da parte degliartigiani alle nuove generazioni attraverso una formazione pratica.

STRUMENTO

Strumento specifico è la predisposizione del Disciplinare di Produzione per lalavorazione dei Metalli Comuni che si propone di fornire regole, descriverecaratteri e requisiti, definire tecniche produttive adottate, materiali impiegati equant’altro occorra ad individuare e specificare le lavorazioni in essere, per lelavorazioni dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità.

RICONOSCIMENTO

Potranno ottenere il riconoscimento di Eccellenza Artigiana provincia diLatina - Settore Metalli Comuni, le imprese artigiane della provincia di Latina cheavranno dimostrato: la compatibilità delle proprie lavorazioni con il presenteDisciplinare di Produzione, la volontà di essere parte integrante di un importanteprogetto di sviluppo del settore, la capacità, l’esperienza, la fantasia, la creatività.

 Art. 1. PERCORSI CULTURALI

L’impresa deve saper riconoscere e collocare criticamente la propria attività nelrispetto dei percorsi culturali che hanno prodotto le esperienze storichedell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità. Devono essere considerati qualicaratteristiche peculiari dell’impresa che opera nel settore:

  Il richiamo alla tradizione, inteso come capacità acquisita di una culturaspecifica, non solo materiale, appartenente ad un ambito operativo eterritoriale.  L’innovazione, intesa come volontà di ricercare nuovi modelli e

sperimentare nuove tecniche all’interno di un territorio, senza stravolgere ilegami con la tradizione.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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  L’aggiornamento professionale, ovvero la disponibilità a recepire stimoli esollecitazioni provenienti dalle istituzioni preposte o che svolgono attività ditutela, ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale. 

Il legame con le nuove generazioni, vale a dire la disponibilità ad offrirereali opportunità di formazione ed apprendimento.

 Art. 2. DEFINIZIONE DEL SETTORE 

Dalla più ampia definizione di “Settore Metalli Comuni”, saranno identificati iComparti in cui operano maggiormente le imprese della provincia di Latinariconosciute (lavorazione del ferro battuto, lavorazione del rame, lavorazionedell’ottone, fusione artistica del bronzo e dell’ottone, fusione artistica della ghisa,

lavorazione di altri metalli, restauro) e definite le tecniche e delle pratiche atte allarealizzazione del manufatto (forgiatura, tempra, martellatura, cesellatura, sbalzo,stampaggio, saldatura e giunzione, rifinitura e sistemi decorativi, imbutitura,pulitura, stagnatura, fusione a cera persa, a staffa, fusione delle campane, ecc.).

Per ogni Comparto valgono le regole generali dettate dal presente Disciplinaredi Produzione, con l’adeguata interpretazione relativa alla produzione(innovazioni di stili, forme, materiali, funzioni, ecc...); pertanto per manufatto siintenderà “il prodotto finito della lavorazione di propria competenza” in pezziunici e/o serie limitata, purché permangano le stesse caratteristiche di manualità edi professionalità che contraddistinguono il pezzo unico.

Le imprese potranno, qualora ne posseggano i requisiti, essere annotatecontemporaneamente in più Settori o Comparti dell’Eccellenza artigiana provinciadi Latina.

È inoltre identificata la produzione Tradizionale e Tipica, per lavorazioni conl’utilizzo di materiali impiegati e di tecniche di lavorazione, legata alle tradizionidei luoghi di origine ed alla cultura locale.

  A tal fine sarà approntato, anche grazie alla collaborazione delle aziendericonosciute, un documento all’interno del quale saranno elencati e descritti tutti iComparti che caratterizzano maggiormente le produzioni della provincia di

Latina e i relativi Manuali delle lavorazioni.

2.1 Art ig ianato t ip ico , t radizionale e di qual i tà   Tipica è la realizzazione di un lavoro che contiene uno o più caratteri tecnici e

formali, peculiari e nel tempo divenuti comuni, realizzati nella medesima zonageografica; l’oggetto, quindi, grazie a questi suoi caratteri propri e costanti, è essostesso riconoscibile e la sua origine identificabile.

  Tradizionale è il prodotto che rispetta e ripropone una tradizione tecnica eformale che si è conformata nel corso del tempo, in un particolare contesto

storico e culturale; il prodotto tradizionale deve utilizzare materiali e tecniche cherispettino fedelmente modelli, forme, stili e decori, riscontrabili con gli archetipi

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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presenti nei musei e nelle pubblicazioni più accreditate. Per la produzione dimanufatti tradizionali non è consentita la lavorazione e l’uso di materiali diversida quelli tramandati dalla tradizione.

  Artigianato di qualità si definisce il prodotto che possiede meriti tecnici,estetici o bontà d’ideazione e di fattura, cioè che per essa, da parte dell’artigiano,sia stata adottata un’attenzione particolare nella scelta della forma e dei materiali enell’applicazione delle tecniche esecutive.

2.2 Art ig ianato art is t i co e innovat ivo  È definita artistica e innovativa la realizzazione di un esemplare unico o in

serie limitata, che sia eccellente da un punto di vista tecnico e comunichi unascelta stilistica che esprima originalità e la personalità del suo autore, o proponga,a livello sperimentale, nuove procedure di realizzazione con l’utilizzo e la

combinazione di materiali diversi da quelli convenzionali, dando origine a nuovimanufatti di alta professionalità e creatività.

Nella lavorazione artistica e innovativa è consentito l’utilizzo di ogni tipo dimateriale comunque riconducibile ai metalli comuni che assolva alle esigenze diprogetto; materiali innovativi o loro sperimentali combinazioni, potranno essereutilizzati partendo da considerazioni di ricerca di nuova e diversa estetica o per larealizzazione di elementi a cui è richiesta una particolare funzione dettata daesigenze progettuali.

 Art. 3. FASI PRODUTTIVE 

Le fasi produttive e la tecnica impiegata, devono assicurare che il prodottofinito mantenga inalterate tutte le caratteristiche peculiari delle tipologiemerceologiche.

Le lavorazioni devono essere eseguite all’interno dei locali dell’azienda.Fasi di lavorazione di tipo accessorio e complementare, potranno essere

commissionate ad artigiani esterni, solo se anch’essi riconosciuti come “Impresadell’Eccellenza artigiana”, fermo restando che le lavorazioni dovranno essere

eseguite nel rispetto dei criteri del presente Disciplinare.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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3.1 Uti l izzo de i semilavorat i Non è assolutamente consentito rifinire, completare o utilizzare beni acquistati

come semilavorati presso aziende che non possono dimostrare la loro

appartenenza all’Eccellenza artigiana - Settore Metalli Comuni.Non è contemplato l’utilizzo di elementi realizzati con criteri industriali, fattaeccezione che per gli accessori di assemblaggio (es.: viterie, cerniere, serrature,manici, applique ornamentali in ottone, guarnizioni, mostrine, ecc.).

3.2 Manual i tà La percentuale di manualità nel processo produttivo deve essere

preponderante in tutti i prodotti e processi di lavorazione.La rifinitura del manufatto deve essere effettuata interamente a mano; la

preponderanza di lavorazioni seriali o di puro assemblaggio di elementi finiti, non

sono da considerarsi ai fini del riconoscimento.La manualità rappresenta l’elemento distintivo che consente di differenziare

l’impresa dell’Eccellenza artigiana dall’impresa industriale: durante le fasi ditrasformazione è quindi indispensabile che la manualità sia non solo presente, madeterminante per la qualità finale del prodotto.

L’utilizzo dei macchinari e degli strumenti tecnologici deve essere di aiutoall’artigiano non solo in quei frangenti in cui si richieda la salvaguardia della salutedei lavoratori, ma anche nei casi in cui il prodotto finale abbia fasi di lavorazioniiniziali o intermedie nelle quali l’utilizzo dei macchinari, anche ad alto contenuto

tecnologico, porti ad una velocizzazione di certe procedure senza rendere serialela produzione e senza peraltro stravolgere gli originari e tradizionali sistemi dilavorazione.

Il titolare dell’azienda, od il socio titolare del riconoscimento, devono peròsaper dimostrare la loro completa competenza anche delle lavorazioni in disusoin quanto proprie e tipiche del Settore di appartenenza.

 Art. 4. TECNOLOGIA  

La tecnologia deve essere di aiuto all’Artigianato Artistico di Eccellenza eQualità soltanto in quei frangenti in cui si richieda la salvaguardia personale deilavoratori, viene migliorata la qualità delle lavorazioni eseguite, oppure nei casi incui il prodotto finale abbia fasi di lavorazioni iniziali o intermedie, nelle qualil’utilizzo dei macchinari (anche ad alto contenuto tecnologico) portiesclusivamente ad una velocizzazione di certe procedure senza nulla togliere alladefinizione finale del manufatto.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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4.1 Tecno logie innovat ive  Sono consentite tecnologie che assolvano alle esigenze di progetto e di ricerca

estetica.

4.2 Tecno logie t radizional i  Sono consentite tecnologie che riproducono le modalità realizzative proprie

della tradizione storica

 Art. 5. MATERIE PRIME 

È necessario che sia sempre garantito l’utilizzo dei materiali più idonei allarealizzazione dei manufatti.

5.1 Mater ia l i innovat ivi  È consentito l’utilizzo di altri materiali che assolvano alle esigenze di progetto.Materiali diversi potranno essere utilizzati in aggiunta, partendo da

considerazioni di ricerca di una nuova diversa estetica o per la realizzazione dielementi in cui sia richiesta una particolare funzione dettata da esigenzeprogettuali.

5.2 Mater ia l i t radizional i  È indispensabile, per la salvaguardia delle tradizioni, l’utilizzo di materie prime,

materiali e tecniche che rispettino fedelmente e/o si ispirino a modelli, forme,stili e decori propri di espressioni artistiche riconosciute storicamente.

 Art. 6. PRODOTTO 

La produzione dell’Eccellenza artigiana provincia di Latina dovrà esserecaratterizzato dalla qualità dell’esecuzione con una particolare attenzione alla

 valenza estetico-formale, ai materiali, alle tecniche di lavorazione, alle rifiniture ealle decorazioni.

Non potranno essere considerate opere dell’Eccellenza artigiana provincia diLatina quei manufatti che, acquistati come semilavorati siano solo stati finiti,rifiniti o completati.

6.1 Prodot t i innovat ivi  Sono da considerarsi tali quei prodotti che, insieme alle materie prime,

utilizzano materiali e tecnologie diverse da quelle tradizionali laddove sianonecessarie per particolari esigenze di progetto e di ricerca estetica.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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6.2 Prodot t i t radizional i  Si ritiene indispensabile per la salvaguardia delle tradizioni, l’utilizzo delle

materie prime, materiali e tecniche che rispettino fedelmente e/o si ispirino a

modelli, forme, stili e decori propri di espressioni artistiche riconosciutestoricamente e riscontrabili con gli archetipi presenti nei musei e nellepubblicazioni accreditate.

 Art. 7. TIPICITÀ  

È riconosciuta la tipicità delle produzioni legate a particolari tradizioni locali,pertanto l’Artigianato Tradizionale e Tipico deve avere uno stretto collegamentocon la zona di produzione.

La produzione Tradizionale e Tipica deve rispondere a criteri produttivi ditradizione storica, tali da consentire il raggiungimento di risultati facilmenteapprezzati e riconoscibili.

 Art. 8. REQUISITI E SOGGETTI 

Potranno essere riconosciute solamente le imprese che producono manufattifiniti per le proprie competenze e che hanno la capacità di realizzare prodotti sudisegno, su commessa o su progetto proprio.

Il titolare dell’azienda riconosciuta deve avere un’approfondita conoscenza deldisegno per poter interpretare e tradurre eventuali progetti eseguiti anche daprofessionisti esterni, una perfetta conoscenza di tutte le tecniche di lavorazionetradizionali, dei sistemi produttivi, dei materiali e deve essere in grado dipartecipare direttamente alle fasi produttive.

È richiesta un’esperienza di almeno 5 (cinque) anni nel settore, salvocomprovata capacità.

Per quanto concerne il “Comparto - Restauro Metalli Comuni”, l’impresa,qualunque siano le sue dimensioni, deve richiamarsi a principi di eticaprofessionale che pongono la consapevolezza dell’operare su beni unici eirripetibili quale fondamento dell’attività lavorativa e si ritiene fondamentale,inoltre, che il restauratore possegga un’ottima conoscenza dei materiali e dei lorocomponenti per procedere alle fasi del restauro dei manufatti (cancellate,ringhiere, recinzioni, lampioni, chiavi e serrature, reperti archeologici, monete esuppellettili, statue, monumenti, fontane e arredo urbano, anfore, piatti e

  vasellame, lampade e lampadari, armature e armi antiche, bianche e da sparo,modernariato, biciclette e auto d’epoca, ecc.); il restauratore, quando è chiamatoal restauro di reperti antichi, moderni e di recente fattura, deve essere in grado diriconoscere il vero dal falso, cioè discernere l’originale dalla copia o imitazione

anche se di ottima fattura, perciò deve conoscere l’epoca, lo stile, l’ambito diesecuzione o l’esecutore del manufatto al fine di individuare correttamente le

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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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tecniche esecutive, di costruzione e di montaggio, come pure deve individuare lapresenza di precedenti interventi di restauro, chiarirne l’iter esecutivo, riuscire ariconoscere assemblaggi di epoche diverse o manomissioni di quelle originali.

Per le aziende di nuova formazione, salvo comprovate capacità, saràdeterminante sia l’aver svolto attività produttive nel settore, anche se dadipendente, con mansioni lavorative adeguate, come operaio o coadiuvante,presso un’impresa già operante e qualificata nell’ambito dello specifico settore,per almeno 5 (cinque) anni che una formazione specifica presso scuole diformazione accreditate, oppure diplomi di Maestro d’Arte o Maturità specifica; inogni caso verrà richiesta una prova d’ingresso conoscitiva.

8.1 Norme di ammiss ione  Le imprese artigiane dovranno provare la propria capacità compilando il

questionario predisposto, allegando un curriculum dettagliato in cui evidenziareesperienze produttive, partecipazione ad esposizioni, mostre, rassegne di settore,partecipazione attiva ad Associazioni di categoria ed allegando documentazionefotografica dei prodotti realizzati.

8.2 Acce t tazione de l l e domande  Il riconoscimento viene effettuato dalla Commissione, costituita all’interno

della CCIAA di Latina supportata eventualmente da esperti in materia, che saràl’organo competente riguardo l’ammissibilità dell’impresa al progetto per la

 valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità della provincia diLatina.La Commissione, esaminate le domande e le documentazioni prodotte, potrà

richiedere specificazioni, documentazioni aggiuntive, colloqui diretti e faresopralluoghi presso le aziende dei richiedenti.

Nel caso di imprese costituite da un tempo inferiore ai 2 (due) anni e nel casodi imprese che volendo iniziare l’attività non sono ancora in possesso delladocumentazione necessaria, sono ritenuti indispensabili dei colloqui e, adiscrezione della Commissione esaminatrice, eventuali sopralluoghi nei siti diproduzione.

8.3 Possesso di l i c enza di vendita  Potranno essere riconosciute le aziende artigiane munite di regolare licenza per

il commercio a patto che l’attività commerciale sia secondaria e che non possagenerare confusione tra il manufatto regolarmente prodotto in azienda e quellocommercializzato.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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8.4 Tito lar i tà de l r i conosc imento Referente per il riconoscimento è il titolare dell’azienda ed in caso di società,

almeno uno dei soci deve essere in possesso dei requisiti.

Nel caso di scioglimento o di modifica della compagine sociale, nel caso in cuiil socio in possesso dei requisiti non ne faccia più parte, decadrà ilriconoscimento che potrà comunque essere nuovamente concesso previadomanda.

8.5 Cance l lazione de l r i conosc imento  Per la cancellazione del riconoscimento valgono i requisiti descritti nel

presente Disciplinare.Rimane a discrezione della Commissione la revoca e/o la cancellazione del

riconoscimento per motivi non espressamente indicati, ma ritenuti talmente gravi

da screditare l’etica, l’immagine e le produzioni delle imprese ammesse alprogetto per la valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualitàdella provincia di Latina.

Per questo motivo sarà approntato un documento, che dovrà esseresottoscritto dalle aziende riconosciute, con il quale saranno regolamentati irapporti e i comportamenti tra le imprese ammesse al progetto stesso.

8.6 It er procedurale  

  Al fine di poter riassumere e di chiarire meglio quanto finora espresso, sievidenziano le procedure di riconoscimento come di seguito:- Compilazione della domanda-questionario- Primo grado di valutazione delle imprese dall’analisi del questionario- Approfondimento eventuale con richiesta di colloquio- Predisposizione di controlli in azienda- Previsione della possibilità di ricorso.

 Art. 9. DENOMINAZIONE È stata individuata la denominazione Eccellenza artigiana provincia di Latina

da attribuire alle imprese della provincia di Latina che hanno ottenuto ilriconoscimento.

L’uso, lo sviluppo e la diffusione di tale marchio (che sarà un marchioregistrato), sarà disciplinato da regolamento e che sarà approvato dallaCommissione della CCIAA di Latina; le imprese riconosciute potrannoutilizzarlo: in ogni documento ufficiale, in ogni iniziativa commerciale opubblicitaria, negli stand presso fiere ed esposizioni, come dicitura nelle insegne

dei propri laboratori.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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I concessionari utilizzatori della denominazione in oggetto e dei rispettivielementi identificativi, si impegnano a proteggere il marchio e la sua immagine e acompiere ogni sforzo per promuoverlo; le imprese riconosciute dovranno far

corrispondere la posa, la misura e il colore dei caratteri alle indicazioni previstedal Manuale di Applicazione che sarà redatto e, in caso di dubbio, si potràricorrere all’approvazione della Commissione della CCIAA di Latina persalvaguardare il rispetto dell’immagine del marchio.

In ogni caso, proprietario esclusivo del marchio è la Camera di CommercioIndustria Artigianato Agricoltura di Latina.

 Art. 10. BOTTEGHE SCUOLA  

  Ai fini della costituzione delle “Botteghe Scuola”, le imprese sarannoriconosciute sulla base dei criteri previsti nel presente Disciplinare e di quelli chesaranno stabiliti da altri Enti Istituzionali preposti.

 Art. 11. CONTROLLI 

La CCIAA di Latina potrà, nell’ambito delle proprie funzioni e responsabilità,attuare procedure al fine di verificare il persistere dei requisiti delle impreseartigiane.

L’impresa si impegna a dare alla CCIAA di Latina ogni facoltà perché essapossa procedere, di volta in volta, a controlli di accertamento dei requisiti di“impresa artigiana”; l’impresa, inoltre, si impegna a dare spiegazione ed arilasciare ogni documento giustificativo necessario (fatture, registri, beniammortizzabili, libri acquisti/vendite, ecc.).

La Commissione della CCIAA di Latina, in qualsiasi momento lo ritenesseopportuno, potrà svolgere indagini ed ispezioni per assicurarsi sulla validità esulla continuità di quanto dichiarato nella domanda di iscrizione.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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METALLI COMUNI

 MANUALE DI APPLICAZIONEDEL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

PREMESSA 

Il presente Manuale di applicazione si inserisce nel Progetto per la  valorizzazione dell’Artigianato Artistico di Eccellenza e Qualità della

 provincia di Latina e fa riferimento ai Disciplinari di produzione depositati agliatti della CCIAA di Latina. È costituito da un inventario di regole su materiali etecniche produttive realizzato dalla CCIAA di Latina e dalla CNA di Latina perdefinire e individuare le lavorazioni artigiane che presentino elevati requisiti ditipo artistico o esprimano caratteristiche saldamente collegate alla tradizionelocale, al fine di predisporre, in generale, un programma di tutela e valorizzazionedi tali attività e, nello specifico, un marchio registrato di “Eccellenza artigianaprovincia di Latina” alle imprese della provincia di Latina che otterranno ilriconoscimento.

Il Manuale di Applicazione del Disciplinare si rivolge all’impresa che devesaper riconoscere e collocare criticamente la propria attività nel contestoproduttivo tipico che l’ha vista nascere, nel pieno rispetto del percorso storico-culturale che l’ha condotta a produrre l’esperienza di artigianato artistico etradizionale di qualità.

L’impresa che opera nel campo del restauro, qualsiasi siano le sue dimensioni,deve richiamarsi a principi di etica professionale che pongono quale fondamentodell’attività lavorativa la consapevolezza dell’operare su beni unici e irripetibili.Deve inoltre possedere la capacità di provare le proprie attitudini e conoscenze,

dimostrando di agire in base a un corretto approccio metodologico e dipadroneggiare gli strumenti di analisi necessari ad affrontare qualsiasi interventoche un restauro potrebbe richiedere.

Si precisa che le tecniche di lavorazione descritte nel presente Manuale, oltreche essere patrimonio della conoscenza e della capacità professionale e manualedell’azienda, dovranno essere utilizzate correntemente per la produzione da partedel soggetto che richieda il riconoscimento.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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PRODUZIONE

 A. PRODUZIONE

Nella storia dell’artigianato tradizionale e artistico dei metalli non nobili unruolo importante hanno avuto fabbri, ramai e artigiani del bronzo. Oggi a Romasono rimaste alcune fonderie d’arte, che eseguono prevalentemente opere discultura su commissione, mentre la lavorazione del ferro e del rame ha avutonegli ultimi anni nuovi sviluppi grazie all’opera di artigiani appartenenti apopolazioni Rom. Per la città non è una cosa nuova, dal momento che già neglielenchi degli iscritti dell’antica Università dei Calderai sono menzionati alcunizingari. Più diffusi sono a tutt’oggi i fabbri d’arte, che continuano a utilizzaremetodi tradizionali di lavorazione.

 A.1. TECNICHE DI LAVORAZIONE DEI METALLI COMUNI

A.1.1. Lavorazione de l f erroIl ferro è un metallo non prezioso estratto dai giacimenti mediante fusione. La

sua scoperta è avvenuta in epoca relativamente recente ( II millennio a.C.).Inizialmente fu impiegato per la produzione di armi, utensili, strumenti d’usoquotidiano e, solo più tardi, per oggetti ornamentali.

La tecnica di lavorazione più diffusa è quella del ferro battuto, in cui il metallo  viene reso malleabile sulla forgia e poi martellato sull’incudine fino a fargliassumere la forma desiderata.

  Altre tecniche di lavorazione sono: il martellamento a caldo entro coniifigurati, le fusioni entro forme, la cesellatura a freddo con l’ausilio della sega.

Per la realizzazione di manufatti in ferro è richiesta la conoscenza di elementibase del disegno tecnico e ornamentale e delle varie tecniche di lavorazione.Per la lavorazione in ferro battuto, dopo il taglio è necessario che le barre di

metallo vengano collocate all’interno della forgia (forno aperto a carbon coke incui la combustione è ravvivata per mezzo di mantici o ventilatori) e riscaldatefino a temperature prossime a 1000°C.

La battitura del metallo deve essere effettuata a mano con il martello o con ilmaglio. È assolutamente da escludere l’uso di macchine curvatrici.

Per l’assemblaggio dei pezzi deve essere utilizzato il sistema tradizionale dellachiodatura o delle fascette.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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Lo stampaggio può essere realizzato dallo stesso artigiano facendo entrare, acolpi di martello, il ferro scaldato a rosso in un piccolo stampo fissatonell’incudine.

Per il cesello e l’incisione devono essere utilizzate le tecniche tradizionalieseguite a scalpello o mediante l’uso di acidi.È necessario che il prodotto, una volta ultimato, sia sottoposto alle operazioni

di finitura: sabbiatura, verniciatura e zincatura.L’artigiano è responsabile di tutte le operazioni di montaggio dei manufatti da

lui realizzati (cancelli, grate, balaustre, infissi in genere, ecc.).

A.1.2. Lavorazione de l rame«Il rame è un metallo di colore rosso, non molto duro e molto duttile. Insieme

all’oro è tra i metalli più antichi lavorati dall’uomo, per il fatto appunto di essere

facilmente malleabile e anche perché, come l’oro, si trova talvolta in uno statorelativamente puro in pepite che possono essere lavorate senza venir fuse. Findall’antichità è stato comunque estratto anche dai minerali mediante il processodella fusione. Per ovviare alla sua scarsa durezza, al rame viene spesso aggiunto lostagno, formando così il bronzo. In lega con lo zinco produce l’ottone, con ilpiombo e lo stagno il peltro e con il nichel e lo zinco l’alpacca per gli oggettielettroplaccati.

Non fonde bene allo stato puro, ma fu largamente usato in lastre, sbalzato abulino, martellato o tornito, sia allo stato naturale, sia dorato o argentato, per

produrre diversissimi tipi di oggetti, da quelli di uso quotidiano a quelliornamentali, nell’ambito domestico e liturgico (piatti, vasi, candelieri, vasellamed’uso comune, bruciaprofumi, bacili, bracieri, mescitoi, stoviglie, ecc.). Con iltempo acquista una patina dal riflesso caldo e rossastro».

(testo tratto dal Grande dizionario di antiquariato e restauro, Milano 1996)

La tecnica di lavorazione più comune del rame è quella della lamina indurita acaldo, e poi martellata e sbalzata. Molto diffusa è anche la lavorazione in oggetti“ageminati” (in solchi incisi nella lamina vengono inserite strisce di altri metalli, ingenere preziosi).

Il rame ha la caratteristica di legare bene con il vetro fuso. Altra tecnica dilavorazione diffusa è quella degli smalti.

È necessario che l’artigiano conosca i vari metodi di lavorazione del rame, deimateriali e degli utensili prevalentemente usati (bulini, ceselli, ecc.) che, qualoraoccorra, deve essere in grado di creare.

Per la realizzazione di oggetti martellati e sbalzati è necessaria la conoscenza dibase del disegno ornamentale.

La lavorazione a sbalzo può essere eseguita fissando la lamina di rame su unsupporto di mastice per sbalzo (in genere costituito da una composizione

prevalentemente a base di pece).

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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Per la lavorazione a smalto è previsto esclusivamente l’uso di pasta di vetrocolorato, polverizzato e applicato a fuoco. Sono da escludere smalti sintetici,plastici o epossidici.

Per la produzione di oggetti d’uso quotidiano, la lavorazione più diffusa èquella tramite modellazione al tornio, seguita dalla martellatura (da effettuareesclusivamente a mano).

Il metallo prevalentemente usato per le saldature è lo stagno, il cui punto difusione è più basso di quello del rame.

La pulitura dell’oggetto finito deve essere effettuata anch’essa a mano e senzal’ausilio di prodotti chimici.

Per gli oggetti destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari ènecessaria l’osservanza delle norme vigenti in materia.

A.1.3. Lavorazione de l bronzoIl bronzo è una lega composta da un’alta percentuale di rame (tra il 70% e il

90%), da stagno e in minima parte da altri metalli (zinco, piombo, ferro).  Aumentando la percentuale di rame, la lega diventa più fluida allo stato difusione, ma anche più dura e fragile allo stato solido. I bronzi che contengonoun’alta percentuale di rame (più del 90%) possono essere lavorati in lamine,sbalzati e scolpiti a freddo con scalpelli e ceselli. Presentando però uno scarsogrado di fluidità allo stato di fusione, possono dare origine a getti eterogenei etecnicamente difettosi.

«Al contrario avviene con le leghe che contengono alte percentuali di stagno odi zinco: esse presentano, allo stato di fusione, un alto grado di fluidità che neconsente la perfetta circolazione all’interno della forma e l’adesione alle paretiinterne della forma stessa, di cui riproducono tutte le più piccole particolarità; maforniscono getti così duri e fragili da poter essere corretti e rilavorati a freddosoltanto con estrema difficoltà.

Nel primo caso, terminata la fusione, è necessaria un’opera di intaglio sulmetallo, come se il bronzo fosse un blocco di pietra da cui asportare porzioni dimateriale per mettere in evidenza l’immagine; nel secondo caso l’opera finitacostituisce la copia esatta del modello, e quindi ripete le caratteristiche di unascultura plasmata in un materiale morbido e malleabile, come la cera o l’argilla».

(testo tratto da Le tecniche artistiche , Milano 1973)

 Aumentando la percentuale di stagno (tra il 20% e il 30%), il bronzo acquistaanche una caratteristica sonorità. Per questo motivo tale tipo di lega vieneutilizzata, dal Medioevo, per la fusione delle campane.

Per effettuare la tecnica della fusione del bronzo è richiesta la conoscenza, nonsolo empirica, dei materiali, della loro composizione e dei punti di fusione,

nonché delle varie tecniche di preparazione dei modelli e delle forme.

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METALLI PREZIOSI E COMUNI

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

e MANUALE DI APPLICAZIONE 

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La preparazione del modello rappresenta il momento più importantedell’intero processo di fusione. I materiali che possono essere utilizzati sono glistessi impiegati nella scultura: creta, stucco, gesso o cera.

Per la realizzazione di oggetti fusi a cera persa, il modello in cera, se non dipiccole dimensioni, è bene sia modellato su un nucleo di argilla rafforzato daun’armatura in ferro. Sul modello finito vanno applicati bastoncini di cera checostituiranno gli sfiatatoi di deflusso.

È necessario conoscere la tecnica della formatura a tasselli (in gesso o conmateriali innovativi: resine sintetiche, siliconi, ecc.).

Il fonditore deve essere in grado di correggere eventuali imperfezioni, colmarelacune o difetti di fusione.

La finitura del getto può avvenire con seghe, scalpelli (rimozione di sporgenze,canali, sfiati), ceselli, bulini, lime, raschiatoi e punzoni di diverse forme.

Il manufatto finito può essere patinato per immersione in bagni di sostanzediverse (solfidrato di ammoniaca, acido acetico, acido pirogallico e ossido diferro, ecc.) o tramite riscaldamento al fuoco.

Le riproduzioni di oggetti antichi devono essere chiaramente riconoscibili.

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RESTAURO

B. RESTAURO

B.1. PRINCIPI GENERALII principi generali enunciati nella Carta 1987 della Conservazione e del Restauro

  vanno osservati in ogni intervento di restauro. Tale documento deve quindiessere approfonditamente studiato dal titolare di un’impresa che opera nelsettore. È altresì indispensabile che ogni operatore sia a conoscenza delle nuovemetodologie di analisi e di diagnosi affinché l’intervento non sia mai casuale, masempre dettato da precise esigenze progettuali.

Mentre per le norme specifiche da seguire si rinvia ai disciplinari dei singolimateriali, sono enunciati qui di seguito alcuni principi generali, ripresi in massimaparte dalla Carta 1987 della Conservazione e del Restauro, dalla quale sono trattetutte le frasi virgolettate.

Il restauro è un intervento conservativo che non ha il compito di riportare ilmanufatto al suo aspetto originale. Esso deve puntare a mantenere l’integrità del

  valore documentario, storico e culturale dell’oggetto, senza compromettere o

annullare le tracce del passaggio del tempo.L’operazione di restauro deve essere eseguita sulla base di previe indagini

conoscitive e dunque di tutte quelle analisi scientifiche e storico-artistiche chepermettano di apprendere quanto più possibile dal manufatto, affinché si possaapprontare un intervento adeguato e studiato nei particolari.

Per conservazione vanno intesi tutti «gli atti di prevenzione e salvaguardiarivolti ad assicurare una durata tendenzialmente illimitata alla configurazionemateriale dell’oggetto».

Sono da considerare come tassative e irrinunciabili la riconoscibilità, la

removibilità (o reversibilità) e la compatibilità dell’intervento e dei materialiutilizzati.Riconoscibilità : qualsiasi parte o reintegrazione aggiunta durante un intervento di

restauro deve risultare distinguibile dall’originale a distanza ravvicinata per nondisturbare la visione d’insieme del manufatto.

Removibilità : ogni materiale impiegato e ogni intervento eseguito devono poteressere rimossi senza danneggiare l’originale.

Compatibilità : i materiali utilizzati per il restauro non devono arrecareall’originale un danno chimico-fisico-meccanico, ma neanche estetico. Il loroutilizzo deve essere supportato da un’esperienza coerente alla tradizione storica, e

corredata da una valutazione scientifica che ne attesti le qualità e l’efficacia nel

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tempo. L’intervento deve inoltre essere compatibile con le finalità e gli obiettividella conservazione, ossia garantire caratteri di reversibilità.

Le ricostruzioni di parti mancanti devono avvenire solo nell’ambito della

certezza (ad esempio decorazioni modulari frammentarie, parti di panneggi, mamai visi, mani e altri particolari). Non sono ammessi «completamenti in stile oanalogici, anche in forme semplificate, sia pure in presenza di documenti grafici oplastici che possano indicare quale fosse stato o dovesse apparire l’aspettodell’opera finita».

Sono ammesse «aggiunte di parti accessorie in funzione statica e reintegrazionidi piccole parti storicamente accertate, marcando in modo chiaro aggiunte ereintegrazioni pur senza eccedere nella segnalazione di esse, onde prevaricarel’armonia del contesto».

Le puliture non dovranno mai arrivare alla nuda superficie della materia e «per

le pitture e le sculture policrome, non devono mai giungere alla sostanzapigmentale del colore rispettando la “patina” ed eventuali vernici antiche».

Non sono ammesse «alterazioni o rimozioni delle patine, sempre che non siaanaliticamente dimostrato che esse sono irreversibilmente compromessedall’alterazione del materiale superficiale».

Il manufatto da restaurare deve essere fotografato prima, durante e dopo le  varie fasi di intervento. Andrà inoltre redatta una scheda descrittiva chedocumenti il metodo utilizzato, le materie impiegate ed eventuali informazioni dicarattere storico.

B.2. PARAMETRI DI VALUTAZIONE  Ai fini dell’iscrizione dell’impresa all’Eccellenza artigiana i parametri di

riconoscimento delle capacità acquisite dall’impresa dovranno essere coerenti congli assunti teorici e di etica professionale fin qui espressi, e in particolaredovranno valutare:

-  la consapevolezza dell’impresa di operare su beni unici e irripetibili;-  la conoscenza degli aspetti teorici e pratici di approccio

metodologico al restauro;-  il possesso delle nozioni scientifiche e delle tecniche di realizzazionedi un’opera;

-  la conoscenza della storia intesa sia come contestualità di una culturasia come fatto materiale di vita.

B.3. RESTAURO DI MANUFATTI IN METALLI COMUNIIl restauro dei manufatti in metallo in Italia non è ancora configurato come

disciplina. Non esiste quindi ufficialmente la figura del restauratore di tali opere.

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Nonostante ciò, chi effettua un restauro di manufatti in metallo deve operare conuna precisa coscienza deontologica.

Il restauratore - che può essere chiamato a intervenire su reperti archeologici,

antichi, moderni o di recente fattura - deve essere in grado di riconoscerel’autentico dal falso, saper discernere un originale da una copia o imitazione,anche se di ottima fattura.

È quindi necessario che sia capace di riconoscere l’epoca, lo stile, l’ambito diesecuzione o l’esecutore del manufatto, al fine di individuare correttamente letecniche esecutive, di costruzione e di montaggio.

Deve inoltre identificare la presenza di precedenti interventi di restauro,chiarirne l’iter esecutivo in modo da poter riconoscere manomissioni oassemblaggi di epoche diverse.

 Al termine dell’analisi preliminare il restauratore deve stabilire se il reperto è

recuperabile, ovvero se il degrado strutturale può essere arrestato, valutando ilrischio di un possibile ulteriore deterioramento provocato dalla manipolazione,che potrebbe condurre a un danno irreversibile.

Il restauratore deve essere dotato di gusto, spiccata manualità e avereconoscenze base di disegno ornamentale. È inoltre necessario che sappia eseguirele principali tecniche di lavorazione artistica del metalli, secondo le normestabilite nel settore A del presente Disciplinare.

Il compito del restauratore non è quello di tentare di riportare l’oggetto allostato originale annullando le tracce del passaggio del tempo, ma quello di

ripristinare “l’unità potenziale” del manufatto realizzando integrazioni che sianoriconoscibili e reversibili, ovvero eliminabili senza alcuna alterazione dellastruttura cristallina originaria del reperto.

È fondamentale che il restauratore possieda una conoscenza non solo empiricadei materiali e dei loro componenti, compresi quelli impiegati nel restauro, inmodo particolare nelle fasi della pulitura e della protezione dei metalli, nonché neltrattamento di tutti i materiali complementari.

B.3.1. Restauro de i manufat t i in bronzo«Lo scopo essenziale del restauro resta quello di liberare il bronzo dalle

incrostazioni che lo rendono illeggibile, a cui va subordinato quello dellaconservazione della patina, che è parte integrante del valore estetico dell’operasolo nel caso in cui sia stata prevista dallo scultore.

Nel caso in cui si sia formata naturalmente, la patina, indipendentemente dallasua bellezza, ha soltanto un valore storico, di natura extra artistica, che in teoriapuò anche essere incompatibile con la corretta lettura dell’opera».

(testo tratto da Le tecniche artistiche, Milano 1973)

Le incrostazioni superficiali possono essere rimosse con l’uso di spazzole e

bagni di acqua o soluzioni alcaline.

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Per le incrostazioni più compatte possono essere utilizzati solventi di varianatura nonché mezzi meccanici. Solo raramente e in casi estremi si puòintervenire con il bagno elettrolitico, che però porta alla perdita della patina.

Qualora siano necessarie integrazioni di lacune, devono essere eseguite conmateriali reversibili. È preferibile usare uno stucco metallico facilmenteasportabile piuttosto che gesso colorato o lamine metalliche saldate.

L’oggetto restaurato deve esser conservato in ambienti asciutti e sani, lasciatolibero o protetto con un sottile strato di materiale trasparente, facilmenteasportabile (metalcritato). Sono da evitare materiali che possono subirealterazioni organiche (oli, cere o altri tipi di vernici).

Il mercato antiquario spesso richiede un tipo di restauro non consono aiprincipi della conservazione, con interventi di completo reintegro delle forme e

dell’ornato, che mascherano le condizioni originarie del manufatto. In questocaso le parti mancanti sui pezzi ricostruiti sono colmate con interventi di tipo“mimetico” e con l’uso di materiali scelti dall’operatore sulla base della propriaesperienza. Per il restauratore iscritto all’Eccellenza artigiana è doverososconsigliare questo genere di interventi.

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