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pag. 1 Numero unico di saluto e ringraziamento a don Andrea Settembre 2015 NUMERO UNICO CIAO DON ANDREA Carissimi tutti, dal 1° Settembre il nostro don Andrea è Vicario della Comu- nità Pastorale “Santi Ambro- gio e Martino Vescovi” in Pa- lazzolo di Paderno Dugnano. Il sacerdote è un Ministro di Dio e fa della sua vita un atto di “obbedienza” alla volontà del Signore che attraverso la persona del Vescovo lo chiama là dove ritiene necessaria la sua presenza, nella grande Vi- gna della Chiesa. Con questo spirito e disponibilità don Andrea ha detto il suo sì! Certo, abbiamo passato insieme otto anni indimenticabili, otto anni let- teralmente volati e siamo già ai saluti. Saluti e gratitudine che non sono legati solo al riconoscere tutto ciò che don Andrea ha fatto in mezzo alla nostra comunità, ma dal sapere che ciò che ha fatto nasceva da ciò che è

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Numero unico di saluto e ringraziamento a don Andrea

Settembre 2015 NUMERO UNICO

CIAO DON ANDREA

Carissimi tutti, dal 1° Settembre il nostro don

Andrea è Vicario della Comu-nità Pastorale “Santi Ambro-gio e Martino Vescovi” in Pa-lazzolo di Paderno Dugnano.

Il sacerdote è un Ministro di Dio e fa della sua vita un atto di “obbedienza” alla volontà del Signore che attraverso la persona del Vescovo lo chiama là dove ritiene necessaria la sua presenza, nella grande Vi-gna della Chiesa. Con questo spirito e disponibilità don Andrea ha detto il suo sì!

Certo, abbiamo passato insieme otto anni indimenticabili, otto anni let-teralmente volati e siamo già ai saluti. Saluti e gratitudine che non sono legati solo al riconoscere tutto ciò che don Andrea ha fatto in mezzo alla nostra comunità, ma dal sapere che ciò che ha fatto nasceva da ciò che è

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e da ciò che ha ricevuto nell’ordinazione sacerdotale.

In lui abbiamo riconosciuto soprat-

tutto un testimone di vita, un fratel-lo, un amico e un padre nella grande famiglia che è la parrocchia.

E allora, dire grazie a lui è dire gra-zie a Dio per essersi preso cura di questa parte di gregge che è la no-stra parrocchia, attraverso la sua persona, il suo volto, la sua voce, il suo cuore.

E’ riconoscere che il Signore non smette mai di essere presente e di farsi vicino nel cammino della vita di ognuno, dall’inizio alla fine, nelle gioie e nelle sofferenze.

GRAZIE di cuore don Andrea, per il tuo modo di esercitare il ministero, in par-ticolare per la tua capacità di ascolto che ha messo ogni persona che hai incontra-to a proprio agio, facendogli percepire che tu eri lì per lei e gli avresti dedicato tutto il tempo di cui aveva bisogno.

Grazie ha una sorella gemella nella parola GRATIS. Tu ci hai dimostrato come questa parola, spesso usata in ambito commerciale,

abbia un senso profondo, quello di spendersi senza misura, senza aspettarsi alcu-na restituzione o avanzare richieste di contraccambio. Tutti siamo stati testimoni di quante volte hai accantonato le tue stanchezze per dedicarti a chiunque incon-travi sulla tua strada, senza “se” e senza “ma”.

A questa “famigliola” si aggiunge una terza sorella GRAZIA. E’ un termine teologico che evoca bellezza, benevolenza e soprattutto dono. E’

stato un grande dono di Dio averti avuto come compagno di viaggio e aver toc-

cato con mano quotidianamente la tua capacità di attenzione per le piccole cose,

ma senza perdere di vista l’Essenziale!

don Stefano

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MI AFFIDO ALLA FEDELTÀ DI DIO

Ricordo come se fosse ieri il primo giorno in cui ho incontrato don Andrea. Era il pomeriggio del 3 ottobre 2014 e ci trovavamo nel Palazzo Arcivescovile di Mi-lano. Da lì a poco io avrei scoperto in quale parrocchia sarei stato inviato come diacono, e loro, don Andrea e don Stefano, avrebbero scoperto chi accogliere a Segrate.

Dopo aver ricevuto la destinazione ed aver preso un caffè insieme, don Andrea si è offerto di salire in auto con me per mostrarmi la strada più veloce per arriva-re in città. Durante il tragitto di circa un’ora mi ha raccontato tante cose sulla re-altà e sull’oratorio di Santo Stefano, cercando di introdurmi a questa realtà. Ed è quello che don Andrea ha fatto con me in tutti questi mesi: raccontarmi della re-altà parrocchiale ed aiutarmi pian piano ad entrarvi sempre di più.

Non sono facili i primi passi appena ordinato e inviato in luoghi sconosciuti. Ma l’accompagnamento fraterno anche di don Andrea mi ha aiutato a iniziare bene la mia vita sacerdotale. E questo lo faceva sempre con il suo stile, con paca-tezza, ma anche con la giusta fermezza. E soprattutto dimostrando tutta la pas-sione che aveva e che ha per il suo ministero e per il gregge che gli era affidato, in particolare per i giovani, i ragazzi e i bambini.

Mi piace molto la frase del Salmo 51:“Mi affido alla fedeltà di Dio, ora e per sempre” perché ci ricorda come in ogni nostra azione, scelta, cambiamento, non dobbiamo fare affidamento soprattutto sulla nostra forza e volontà, ma sulla fedeltà di Dio che non ci farà mancare niente di quanto promesso.

E visto che è Dio che ti ha chiamato a questo nuovo ministero, caro don Andrea, abbi fede che non ti lascerà mai solo e ti sosterrà con il suo Spirito.

Buon cammino in terra amatese! don Gabriele

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VOGLIAMO FARE MEMORIA

GRAZIE don Andrea! Riassumere in poche righe il cammino di otto anni che Don Andrea ha percorso

con noi giovani non solo è impossibile, ma risulterebbe un’azione sterile, fine a se stessa.

L’atteggiamento del cuore che vogliamo abiti queste righe deve invece essere quello del “fare memoria”: ricordare per custodire i passi fatti, ricordare per rafforzare le nostre radici, ricordare per slanciare le nostre vite verso nuove altezze. “Dio abita dove lo si la-scia entrare” scrive Martin Buber e sono queste le parole a cui affidiamo il senso più profondo del nostro fare memoria di tutto quanto ci è stato testimoniato da Don Andrea: coltivare una memoria grata è come aprire la porta a Dio, lasciarlo entra-re, fare spazio a Lui e riconoscere che anzitutto è Lui l’ospite atteso. In tutti que-sti anni Don Andrea ci ha invitato ad aprire quotidianamente le nostre porte a Dio e ai fratelli, a sconfinare, a non indugiare sulla porta ma ad attraversarla con decisione e amorevolezza, per andare incontro agli altri e all’Altro. Questo è stato il filo rosso che non ha mai perso di vista lungo tutto il suo ministero nella nostra parrocchia e in particolare nel suo spendersi con e per noi giovani.

Con questo stile e con questa disposizione del cuore ci ha guidato e accompa-gnato nel nostro servizio come educatori e catechisti, nelle esperienze estive, ne-gli appuntamenti formativi e di preghiera pensati e voluti per i giovani di tutte e sette le parrocchie di Segrate, nel suo farsi padre e compagno di viaggio lungo il cammino di fede di tanti giovani. In questa direzione sono state decisive anche le numerose proposte estive con lui vissute e da lui tanto desiderate, come l’esperienza della montagna, il servizio di volontariato presso alcune comunità, il cammino di Santiago, la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, fino all’ultima di poche settimane fa: il pellegrinaggio in Terra Santa.

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“Vedere, toccare, credere” sono tre inviti forti che ci sono stati consegnati in quella Terra e che siamo chiamati a fare nostri nella terra della nostra quotidianità e che desideriamo siano l’augurio più bello per Don Andrea in questa sua nuova partenza, lungo la quale continueremo ad accompagnarlo con la nostra preghiera e a ringraziare il Signore per il dono che è stato.

Allora, caro Don Andrea, grazie di cuore e buon viaggio! Sia il tuo stile simile in tutto a quello degli apostoli, chiamati ad andare, e il tuo cuore a-perto come quello di Maria, un cuore capace di donare e di non trattenere nulla per sé, come tu stesso ci hai insegnato.

Gli educatori e i giovani

SEMPRE IN PRIMA LINEA Il saluto da sempre evoca in noi, l’idea della separazione da qualcuno,

quasi come se si recidesse un rapporto. Oggi, ti stiamo per salutare, caro don Andrea, certamente tristi poiché sappiamo bene che ci mancherà la quotidianità e la continuità del rapporto con te , ma siamo certi che il Tuo esempio, la tua discreta, attiva e partecipe vicinanza rimarranno vivi in noi.

Non dimenticheremo le tante occasioni in cui insieme, nel rispetto dei ruo-li istituzionali, sei stato in prima linea con noi, alla ricerca di possibili solu-zioni di aiuto e di sostegno in favore di coloro che si trovavano a vivere si-tuazioni di pressante difficoltà e fragilità.

Poco importava se si trattava di tuoi parrocchiani, praticanti o “pecorelle smarrite”, tu sei sempre andato oltre in maniera evangelica.

Il tuo esempio è stato un dono prezioso per i tanti ragazzi che, in questi anni ti hanno conosciuto e dei quali ti sei preso cura, gioendo per i loro suc-cessi e soffrendo per le loro cadute.

Sappi che ad ognuno hai dato molto, poiché non ti sei mai risparmiato, hai saputo dare te stesso vivendo appieno la Tua missione.

Grazie don Andrea, a nome della Direzione della Segrate Servizi, degli Operatori tutti del Servizio Integrato Minori e Famiglie e mio personale, l’augurio di un nuovo inizio nella comunità che ti attende ed alla quale sa-prai dare molto.

Giovanna Cattaneo (Segrate Servizi)

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L’AFFETTO CHE I NOSTRI RAGAZZI TI PORTANO...

Carissimo Don Andrea,

spesso in Consiglio Pastorale abbiamo parlato di come in questi tempi poveri di vocazioni la nostra comunità potesse contare su ben due bravi sacerdoti.

Un dono grandissimo che ora ci viene chiesto di condividere con i fratelli di un’altra comunità. Ecco quindi che la tua partenza se da una parte ci rattrista, perché fisicamente non sarai più a Segrate, dall’altra ci tranquillizza nel sapere che sei stato “vocato” ad un compito importante che da risposta alle nostre ragio-ni.

Questi otto anni del tuo sacerdozio a Segrate hanno visto la nostra comunità crescere molto, e questo è indubbiamente anche merito del tuo operato. Il nostro oratorio è una realtà viva ed accogliente, e l’affetto che i nostri ragazzi ti portano è scritto sui loro volti sorridenti quando ti sono vicini.

Anche nel Consiglio Pastorale la tua presenza si è fatta sentire, la profondità delle tue argomentazioni, l’entusiasmo e la semplicità della loro esposizione, so-no state spesso per tutti noi, oltre che spunto di riflessione, motivo di sprono a portare il proprio contributo alla discussione.

Puoi essere certo che il nostro ricordo e la preghiera comune ci riporteranno a te durante le consuete giornate d’incontro all’inizio dell’anno pastorale. Grandi mo-menti che meritano un grosso ringraziamento a Don Stefano e a te per l‘attenta preparazione, per lo spessore dei contenuti, per l’organizzazione ma soprattutto perché propedeutici a vincere la stanchezza e ridarci la forza per affrontare ogni nuovo anno il compito al quale siamo stati chiamati.

In particolare ricorderemo la tua capacità di condurci sapientemente alla rifles-sione delle lettere guida d’inizio d’anno del nostro Cardinale, belle ma non sem-pre di immediata comprensione. Ti dobbiamo molto perché grazie a te abbiamo avuto modo di conoscerlo meglio, apprezzarlo e a volergli più bene.

Grazie Don per averci aiutato nel cercare di essere buoni consiglieri, grazie per ogni tuo sorriso, grazie per il tempo (mai lesinato) che ci hai concesso, grazie per le tue belle omelie, grazie per essere stato un buon pastore per la nostra comunità

Ti portiamo nel cuore, sarai presente nel nostro pensiero e nelle nostre preghie-re; ma soprattutto saremo sempre felici di abbracciarti di persona in ogni occasio-ne d’incontro.

Che Dio ti benedica.

Franco C.

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HAI SEMPRE LE BRACCIA APERTE

Carissimo Don, abbiamo sentito l'annuncio della tua nuova destinazione alla Santa Messa di sa-

bato prima della partenza per le vacanze estive. Ti scrivo queste poche righe per salutarti e ringraziarti per la testimonianza di fede che tu in questi anni hai dato a me e a tutta la mia famiglia.

Lavorando accanto a te come catechista ho imparato dal tuo esempio la pazien-za e l'amore del Padre che si prende cura di tutti i suoi figli, anche i più esuberan-ti! Perché tu hai sempre le braccia aperte ad accogliere in qualsiasi circostanza, anche nella correzione. Ti ho visto sempre capace di scoprire in ognuno di noi la perla preziosa che ci è stata donata.

Prego che per te non sia troppo difficile rispondere alla Sua chiamata, di certo la mia famiglia ed io ti aiuteremo con le nostre preghiere. Rimarrai sempre parte della mia vita così come gli altri sacerdoti che hanno accompagnato la mia infan-zia e la mia adolescenza.

So che sarai capace di proseguire il tuo cammino con il Signore con fede e fer-mezza e con la bontà che ti contraddistinguono.

Ancora un grandissimo grazie perché sei stato veramente riverbero per tutti noi dell'amore e dell'attenzione di nostro Signore per la vita quotidiana di tutta la mia famiglia.

Prenditi cura della tua anima e affidati al buon Dio. Buon Viaggio.

Francesca R.

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Anche l’occhio vuole la sua parte In meditazione..

“Con l’oratorio imbiancato, pure la spalata mi sono beccato”

Tante estati insieme

Sei stato contagioso per noi!

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Ieri è storia, domani è mistero, ma oggi è un dono, per questo si

chiama “presente”. Buon cammino!

L’amore è questione di tempo e di sguardo: chi ama vede prima e vede aldilà.

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E... GLI ORATORI ESTIVI!

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2008 - PASSINPIAZZA: Sei entrato a piccoli passi in mezzo a noi e fin da subito ci

hai trasmesso il tuo grande amore per Gesù GRAZIE

2009 - NASINSÙ: Con te abbiamo imparato ad alzare lo sguardo su Gesù, la

stella più luminosa che guida le nostre vite ogni giorno GRAZIE

2010 - SOTTOSOPRA: Di fronte alle difficoltà ci hai insegnato a guardare da una prospettiva diversa, riscoprendo quelle bellezze di cui a volte ci dimen-

tichiamo GRAZIE

2011 - BATTIBALENO: Ci hai regalato e donato gesti, sguardi, parole che hanno

aiutato il nostro oratorio a crescere GRAZIE

2012 - PASSPARTÙ: Ci hai indicato che la vera forza è quella di non smettere

mai di aprire il nostro cuore al Signore GRAZIE

2013 - EVERYBODY: Ti sei speso per noi, anima ma soprattutto corpo! Sei un esempio concreto per tutti i ragazzi, i giovani e le famiglie che ti hanno

incontrato GRAZIE

2014 - PIANO TERRA: Con te siamo riusciti ad aggiungere nuovi mattoncini alla nostra grande Casa, riuscendo a rendere concreti i nostri piccoli e gran-

di desideri GRAZIE

2015 - TUTTI A TAVOLA: Ci hai sempre spinti a ricercare quel gusto per la vita e quella gioia che solo una grande famiglia come la nostra è riuscita,

insieme a te, a vivere! GRAZIE

LA GRAZIA DEL SALUTO

Salutare è gesto importante, lo voglio fare bene. Passa attraverso la stretta di mano, lo sguardo, ma ha bisogno anche di parole.

Vorrei raccoglierle qui in poche righe offerte a tutti. A tutti coloro che ho avuto la grazia di incontrare in questi otto anni.

A onor del vero i primi a dare il saluto siete stati voi: don Stefano e don Gianni vennero in momenti diversi a trovarmi quando ancora ero a Rogoredo. E poco dopo, nel mese di agosto, anche qualche giovane si presentò da me, quasi ad af-frettare il mio arrivo e a farmi capire che ero atteso.

Dal modo di salutare si capiscono diverse cose. Una volta arrivato a Segrate, i ragazzi mi salutavano dandomi del Lei, non ero abituato… ho compreso allora che mi trovavo in un posto di gente molto educata e che… non avevo più vent’anni!

Col tempo mi sono accorto che anche la Parola di Dio ha delle cose da dire sul saluto. E sono cose serie! Ad esempio nel Vangelo secondo Luca si trova scritto:

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“Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada” (Lc 10,3-4) . Mi ha sempre fatto molta impressione questa intimazione. Che cosa vorrà dire? Non certo sug-gerirci di tenere comportamenti scorbutici o di chiusura; ritengo al contrario che sia un richiamo a non banalizzare il saluto, a non ridurlo a semplice formalità, a sorriso o parole di circostanza: sarebbe una perdita di tempo e uno sviamento rispetto alla missione del discepolo, che è quella di favorire l’incontro delle per-sone con Gesù.

Al termine del mio servizio pastorale tra voi penso alle tantissime occasioni in cui ci si è salutati, in oratorio, in chiesa, per strada; oso pensare, facendo passare in questi giorni tanti ricordi, che ci siano stati dei momenti di saluto evangelici: da un semplice “Ciao, come va?” si sono aperte piccole strade, momenti di confi-denza e di ascolto, in cui ci si è aiutati a guardare verso Lui, o comunque a riapri-re il cuore alla possibilità della Sua presenza.

E’ interessante e divertente andare a cercare anche altri passi in cui, soprattutto nel Nuovo Testamento si sottolinea il gesto del saluto: bellissimo l’incontro tra Maria ed Elisabetta! Il saluto di Maria che porta con sé Gesù, fa sussultare ed e-sultare la cugina. Potremmo dire, pensando a noi, che già da come salutiamo si capisce se crediamo o meno alla presenza del Risorto nella nostra vita!

Un richiamo fortissimo ci viene anche dal Discorso delle Beatitudini: “E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?“ (Mt 5,47). E qui ogni commento diventa superfluo e forse pure rischioso!

Detto questo, credo che il maestro “insuperabile” del saluto sia san Paolo. Nelle sue lettere ci sono lunghi elenchi di persone che vuole menzionare e ricordare e, quasi per ciascun nome, aggiunge una caratteristica o una benedizione o un rin-graziamento (o magari un richiamo). Vorrei imparare da lui e provare a fare anch’io la stessa cosa.

Tranquilli, non qui di se-guito, ma nel mio cuore: as-sociare al volto di tanti fra-telli e sorelle che ho incon-trato, il dono che siete stati per me.

“Il Signore della pace vi dia

la pace sempre e in ogni modo.

Il Signore sia con tutti

voi.” (2Ts 3, 16)

Don Andrea