SETTEMBRE 2013 Pregate il padrone della messe...SETTEMBRE 2013 Pregate il padrone della messe a cura...

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SETTEMBRE 2013 Pregate il padrone della messe a cura delle sorelle claustrali della diocesi Suggeriamo di iniziare la preghiera con l’esposizione di un Crocifisso, che rimanga visibile per tutti mentre si esegue il canto: CANTO D’INIZIO: ALTO E GLORIOSO DIO GUIDA: Con il mese di settembre, che conclude la stagione estiva, la Santa Madre Chiesa nella sua sapienza ci conduce, attraverso la Liturgia, a rimeditare il Mistero della nostra salvezza, ovvero il sacrificio della Croce di nostro Signore Gesù Cristo, nel quale Dio Padre ha manifestato tutto il suo amore per gli uomini. Il 14 settembre infatti è la Festa dell’ Esaltazione della santa Croce, alla quale segue la memoria della Vergine Maria Addolorata, che ci conferma che la Vergine Madre non può essere separata dall’opera redentrice del Figlio, anzi ne è cooperatrice, discepola, erede. Insieme alla Vergine Maria, tutti noi cristiani, membra del Corpo di Cristo, siamo chiamati per vocazione a collaborare all’opera iniziata da Gesù sulla Croce, portando a compimento ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella nostra carne (cf. Col 1,24), affinché si manifesti in noi la potenza della Croce. I santi di ogni epoca, uomini e donne come noi, ma follemente innamorati della Croce di Gesù Cristo, ce l ’hanno fatta e ora dal cielo ci aiutano e intercedono per tutti noi. Saranno proprio alcuni di loro, appartenenti a questi due ultimi secoli di storia, a guidare questo nostro momento di preghiera nel quale chiediamo a Dio Padre la sua grazia e Spirito di fortezza perché anche nella nostra vita e in quella di ogni fratello e sorella sia esaltata la Croce di nostro Signore Gesù Cristo. PREGHIERA dinanzi alla CROCE Donaci, Signore Gesù, di metterci davanti a Te! Donaci, almeno per una volta di non essere frettolosi, di non avere occhi superficiali o distratti. Perché se sapremo sostare di fronte a Te, in silenzio, noi potremo cogliere il fiume di tenerezza e di amore, che dalla Croce riversi sul mondo. Concedi, o Signore, che contemplandola noi ci sentiamo amati da Te, amati da Dio, così come siamo; e crediamo che per la forza della Croce nasca in noi una capacità nuova di dedicarci ai fratelli. Donaci, o Signore, di scoprire la Croce; fa’ nascere un uomo nuovo dentro di noi, un tralcio unito a Te, Signore Gesù. Amen. Breve silenzio Dal Libro dell’Apocalisse (Ap 7,9-17) [Io Giovanni] vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.

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SETTEMBRE 2013 Pregate il padrone della messe

a cura delle sorelle claustrali della diocesi

Suggeriamo di iniziare la preghiera con l’esposizione di un Crocifisso, che rimanga visibile per tutti mentre si esegue il canto:

CANTO D’INIZIO: ALTO E GLORIOSO DIO

GUIDA: Con il mese di settembre, che conclude la stagione estiva, la Santa Madre Chiesa nella sua

sapienza ci conduce, attraverso la Liturgia, a rimeditare il Mistero della nostra salvezza, ovvero il sacrificio della Croce di nostro Signore Gesù Cristo, nel quale Dio Padre ha manifestato tutto il suo amore per gli uomini. Il 14 settembre infatti è la Festa dell’ Esaltazione della santa Croce, alla quale segue la memoria della Vergine Maria Addolorata, che ci conferma che la Vergine Madre non può essere separata dall’opera redentrice del Figlio, anzi ne è cooperatrice, discepola, erede. Insieme alla Vergine Maria, tutti noi cristiani, membra del Corpo di Cristo, siamo chiamati per vocazione a collaborare all’opera iniziata da Gesù sulla Croce, portando a compimento ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella nostra carne (cf. Col 1,24), affinché si manifesti in noi la potenza della Croce. I santi di ogni epoca, uomini e donne come noi, ma follemente innamorati della Croce di Gesù Cristo, ce l’hanno fatta e ora dal cielo ci aiutano e intercedono per tutti noi. Saranno proprio alcuni di loro, appartenenti a questi due ultimi secoli di storia, a guidare questo nostro momento di preghiera nel quale chiediamo a Dio Padre la sua grazia e Spirito di fortezza perché anche nella nostra vita e in quella di ogni fratello e sorella sia esaltata la Croce di nostro Signore Gesù Cristo.

PREGHIERA dinanzi alla CROCE

Donaci, Signore Gesù, di metterci davanti a Te! Donaci, almeno per una volta di non essere frettolosi, di non avere occhi superficiali o distratti. Perché se sapremo sostare di fronte a Te, in silenzio, noi potremo cogliere il fiume di tenerezza e di amore, che dalla Croce riversi sul mondo.

Concedi, o Signore, che contemplandola noi ci sentiamo amati da Te, amati da Dio, così come siamo; e crediamo che per la forza della Croce nasca in noi una capacità nuova di dedicarci ai fratelli. Donaci, o Signore, di scoprire la Croce; fa’ nascere un uomo nuovo dentro di noi, un tralcio unito a Te, Signore Gesù. Amen.

Breve silenzio

Dal Libro dell’Apocalisse (Ap 7,9-17)

[Io Giovanni] vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».

E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».

Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.

Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.

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E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

Tratto biografico: Frate minore conventuale polacco, sacerdote, fu predicatore instancabile del Vangelo fino

in Giappone, con un amore senza limiti per la Vergine Maria, fondatore de La Milizia dell’ Immacolata. Deportato nel campo di concentramento di Auschwitz durante la seconda guerra mondiale, fu presenza rasserenante per molti. Nel 1941 padre Massimiliano Maria Kolbe chiese ed ottenne di morire al posto di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. In quell’abisso di abiezione umana che fu Auschwitz – simbolo di tutte le più atroci negazioni della dignità umana consumate nel secolo scorso - padre Kolbe con il sacrificio della sua vita irradiò una luce di speranza, che si accese nelle tenebre dell’odio e della più cinica sopraffazione dell’uomo sull’uomo.

Dall’ Epistolario di san Massimiliano Maria Kolbe (lettura a voci alternate)

Cari Figli! Sono già trascorsi parecchi mesi dal momento in cui, per volontà dell’Immacolata, vi siete sparsi in varie direzioni. Tuttavia, in qualsiasi luogo si trovi, un’anima che ama di vero cuore l’Immacolata trasfonde nell’ambiente che la circonda il proprio amore verso di lei, vale a dire conquista per lei sempre più numerose anime e in un modo sempre più perfetto. Un solo atto di amore perfetto fa rinascere l’anima; serviamoci sovente di questo mezzo. In pratica non è tanto difficile, perché l’essenza di tale atto è l’amore pronto al sacrificio; cerchiamo di piacere a Lei pagando di persona, senza preoccuparci della ricompensa o della punizione. Preghiamo, dunque, sopportiamo le piccole croci, amiamo le anime di tutti i nostri prossimi, senza alcuna eccezione, amici e nemici, e abbiamo fiducia.

Non provo odio per nessuno su questa terra. Per il mio ideale (la causa dell’Immacolata) io desidero sempre lavorare, soffrire e magari offrire in sacrificio anche la vita. L’odio non è forza creativa. Questi dolori non ci piegheranno, ma devono sempre più aiutarci ad essere forti. Sono necessari, insieme con gli altri sacrifici, perchè coloro che rimarranno dopo di noi siano felici. La natura inorridisce di fronte alla sofferenza e alle umiliazioni, ma alla luce della fede quanto sono necessarie esse per purificare la nostra anima. Nulla può avvenire senza che il buon Dio e la Vergine Immacolata lo sappiano e lo permettano.

Breve silenzio

CANTO: Adoramus Te Christe

Tratto biografico: Di nazionalità tedesca, ma di famiglia ebrea, insegnò per diversi anni filosofia spinta da

un’incessante ricerca della verità. Abbagliata finalmente dalla luce di Cristo aderì con tutta se stessa alla fede cattolica con il Battesimo e l’ingresso nella vita religiosa, facendosi carmelitana. Durante la persecuzione nazista fu costretta all’esilio in Olanda ma nel 1942 viene catturata e condotta al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia dove morì nella camera a gas, offrendo la sua vita per il Signore, in solidarietà con il suo amato popolo, Israele.

Dagli Scritti di santa Teresa Benedetta della Croce

Si giunge a possedere la scientia crucis solo quando si sperimenta fino in fondo la croce. La fede presenta Cristo allo sguardo dell’anima: povero, annientato, crocifisso, abbandonato dallo stesso Padre celeste nell’istante cruciale del supplizio. Nella sua povertà e nel suo abbandono, l’anima ritrova la propria miseria. Accettando la croce, l’anima constata per esperienza come si tratti di un giogo soave e d’un peso leggero. La croce le serve da bastone che le facilità la marcia verso la vetta. Nella passione e morte di Cristo i nostri peccati sono stati consumati dal fuoco. Se accogliamo con fede questa verità, accettando fedelmente e senza riserve il Cristo tutto intero in modo da scegliere e percorrere la via dell’imitazione di Cristo, allora attraverso la sua passione e la sua croce, egli ci condurrà alla gloria della risurrezione. La nostra perfezione, l’unione con Dio e l’azione che mira a perfezionare gli altri e ad unirli a Dio, vengono a formare un solo complesso indivisibile. Ma il passaggio obbligato è la croce. E predicare la croce sarebbe cosa vana, se non fosse in realtà espressione d’una vita vissuta in unione con il Crocifisso.

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Breve silenzio

Esprimiamo la nostra fede e l’amore che ci abita, cantando: O Christe Domine Jesu, O Christe Domine Jesu.

Tu sei il Cristo Figlio di Dio, Tu sei Colui che ci mostra il volto del Padre, il Primogenito di ogni creatura, il Fondamento di ogni cosa, Tu sei il nostro Maestro, Tu sei il Redentore. O Christe...

Tu sei il centro della storia e del mondo, Tu sei Colui che ci conosce e ci ama, Tu sei il Compagno e l’Amico della nostra vita, Tu sei il buon Pastore che conosce le sue pecorelle, Tu sei Colui che ci dona lo Spirito. O Christe....

Tu sei il Pane e la Fonte d’acqua viva per la nostra fame e la nostra sete, Tu sei la nostra consolazione, Tu sei la guida, Tu sei la Via, la Verità, la Vita! O Christe...

Tu sei il senso del nostro destino, Tu sei il segreto della nostra storia, Tu sei il Bene, tutto il Bene, il sommo Bene, Tu sei la gioia e la letizia, Tu sei la nostra speranza. O Christe...

Tratto biografico: Nata in Albania nel 1910, nel 1928 è ammessa nella Congregazione delle Suore di Nostra

Signora di Loreto. Compie il noviziato in India dove decide di trasferirsi, precisamente a Calcutta insegnando in una scuola superiore finché nel 1946 la sua vocazione prende un’altra forma: servire i poveri. Nel 1950 fonda l’Ordine delle Missionarie della Carità, dedite all’aiuto dei sofferenti. Riceve il Premio Nobel per la Pace. Muore a Calcutta il 5 settembre 1997. Madre Teresa, nonostante la diffusione mondiale della sua fama e della sua Opera, visse silenziosamente la sua notte spirituale e l’apparente assenza di Dio per lunghi anni.

Da una Intervista alla beata Teresa di Calcutta

Voglio raccontarvi la storia del piccolo pettirosso che ha visto Gesù sulla croce con il capo incoronato di spine. L’uccellino ha girato intorno a Cristo finché non ha trovato il modo di strappare una spina e strappandola si è punto. Ognuno di noi dovrebbe fare come quel pettirosso. L’uccellino ha cercato di strappare un’unica spina. Quando rivolgo lo sguardo alla croce penso a lui. Non ignorate la croce, è un luogo di grazia. Spesso guardiamo senza vedere. Riesco a vedere i poveri e i sofferenti? Tutti dobbiamo portare una croce, tutti dobbiamo accompagnare Gesù nel suo cammino verso il Calvario se vogliamo raggiungere la vetta con Lui. Per essere autentico il sacrificio deve liberarci da noi stessi. Gesù ha scelto ognuno di noi per essere il suo amore e la sua luce nel mondo. Per riuscirci dobbiamo aggrapparci a Gesù, tenerci stretti a Lui, afferrarlo e non lasciarlo andare per nessuna ragione. Dobbiamo innamorarci di Gesù.

PREGHIAMO INSIEME (1 Pt 2,21-25)

Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio,* perché ne seguiate le orme:

egli non commise peccato* e non si trovò inganno sulla sua bocca;

insultato, non rispondeva con insulti,* maltrattato, non minacciava vendetta,

ma si affidava a colui* che giudica con giustizia.

Egli portò i nostri peccati nel suo corpo* sul legno della croce,

perché, non vivendo più per il peccato,+ vivessimo per la giustizia;* dalle sue piaghe siete stati guariti.

Eravate erranti come pecore,+ ma ora siete stati ricondotti* al pastore e custode delle vostre anime.

Tratto biografico: nata nel 1984, si sposa con Enrico Petrillo nel 2008. Per ben due volte rimane incinta,

decidendo coraggiosamente di portare a termine la gravidanza nonostante fossero state diagnosticate ai figli gravissime malformazioni. Entrambi i bambini infatti muoiono subito dopo la nascita. Rimasta incinta per la terza volta, Chiara insieme al marito decide di portare a termine la gravidanza, malgrado un tumore che le viene diagnosticato in questo tempo. Dopo aver dato alla luce Francesco, bambino sanissimo, a 28 anni, il 13 giugno 2012, Chiara Corbella Petrillo muore per un carcinoma alla lingua con metastasi che si diffondono in varie parti del suo giovane corpo. Chiara e il marito Enrico ci dicono che la vita è un dono bellissimo e che solo l’amore ci rende

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capaci di vivere la sofferenza e di imitare Gesù sul cammino della croce.

La Chiesa non si è ancora pronunciata sulla santità di questa giovane donna, ma vogliamo offrirla come esempio e testimone della Croce di Gesù Cristo per tanti giovani. Dalla prima Biografia

Chiara è davvero sulla croce. Nel mese di Maggio i suoi dolori sono quelli del Calvario, e lei li vive nella fede, aggrappandosi a Gesù con tutte le forze. Le fa male l’occhio. Anche la bocca le fa male, tanto che spesso ha problemi persino ad aprirla, per via della metastasi sul collo. Come se non bastasse, l’affanno e la spossatezza aumentano sempre più e quasi ogni giorno le spunta un nuovo bozzo sul corpo là dove il giorno prima ha sentito un nuovo dolore. Non c’è disarmonia tra Chiara e il suo corpo: lei soffre, sì, ma il corpo le appartiene, perciò non lo disprezza. Per lei esiste solo il momento presente, come dovrebbe essere per tutti quelli che seguono Gesù.

[...] É il 12 giugno, Chiara è felice, bella, luminosa. Parla e ride con i presenti in un’atmosfera di straordinaria

serenità. Il Vangelo (del giorno) è quello di Matteo, l’episodio in cui Gesù dice ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” (Mt 5,13-16). Chiara sta molto male, ma il suo volto dice che il dolore è di nuovo “sollevato”, come se Qualcuno ne stesse portando il peso insieme a lei. Padre Vito (suo direttore spirituale) le chiede se questa luce del mondo che per non rimanere nascosta viene posta sul candelabro è Gesù. Chiara annuisce. Poi le chiede qual è il candelabro di Gesù. E lei ha detto: “Il candelabro di Gesù è la croce”. “Chiara, sei luminosa perché stai sul candelabro con Gesù”. E lei, che prima magari si scherniva, in quel momento ha fatto un sorriso meraviglioso e ha confermato “Sì, è così!”. L’espressione di Chiara dice “Ce l’ho fatta!”. In quelle ore tutto si compie. Chiara partecipa alla più profonda intimità con il Padre: è diventata l’amica di Dio. Con le sue sofferenze partecipa alla croce di Gesù. Come Lazzaro, entra nella vita nuova (cf. Gv 11, 1-44).

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-19)

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Tempo di silenzio e adorazione.

PREGHIAMO INSIEME E DICIAMO: Attiraci a Te, Signore

Per il Santo Padre Francesco: perché, sostenuto e consolato dallo Spirito Santo, possa perdere tutto se stesso nella volontà del Padre e diventare sempre più, sull’esempio del santo di cui porta il nome, un Alter Christus.

Per la Chiesa: perché testimoni la vittoria della Croce sul male fino agli estremi confini della terra.

Per il nostro Arcivescovo Mons. Gualtiero e per i sacerdoti e consacrati della nostra Diocesi: perché forti della fedeltà di Cristo rispondano al suo amore con il dono sempre più totale di se stessi.

Per gli ammalati: perché sappiano dare senso e fecondità alla loro sofferenza associandola sapientemente alla Passione di Gesù Cristo.

Per i governanti delle nazioni: perché siano animati nel loro servizio da spirito di carità e da un forte senso di responsabilità verso gli altri.

Per la famiglia: perché sia fondata sull’amore gratuito di Cristo in Croce capace di amare, perdonare e fare dono libero di sé all’altro.

Per i giovani, della nostra Diocesi e per tutti quelli del mondo: perché non abbiano paura a seguire Cristo ovunque li chiama ad essere testimoni del suo amore, dando gloria al Padre con la propria vita.

Per tutti noi: perché con l’aiuto della sua grazia impariamo ad imitare Gesù Cristo nel quotidiano della nostra vita, facendo scelte ispirate dalla carità e dalla pazienza che abbiamo contemplato nel mistero della Croce

Altre intenzioni particolari...

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Padre nostro

PREGHIAMO: Padre misericordioso, concedi a tutti noi tuoi figli, che contempliamo Gesù Cristo innalzato sulla Croce

per la nostra salvezza, di essere animati dalla sua stessa Carità e diventare suoi veri imitatori per dare gloria al tuo Santissimo Nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

CANTO FINALE: Servo per amore