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SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Procedura di sicurezza Impiego in sicurezza di gas compressi in bombole Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” di Potenza Ospedale “San Carlo” di Potenza 1 SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE MANUALE PER LA SICUREZZA NELL’UTILIZZO DI GAS COMPRESSI

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Impiego in sicurezza di gas compressi in bombole

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MANUALE PER LA SICUREZZA NELL’UTILIZZO DI GAS COMPRESSI

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1. Sommario 2. OGGETTO E SCOPO .................................................................................................................................... 3

3. CAMPO DI APPLICAZIONE .......................................................................................................................... 3

4. RESPONSABILITÀ ........................................................................................................................................ 3

5. DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI .................................................................................................................. 3

6. IDENTIFICAZIONE DEI GAS ......................................................................................................................... 4

6.1 Colorazione dell’ogiva della bombola ............................................................................................... 5

6.2 Etichettatura ...................................................................................................................................... 8

7. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO................................................................................................................... 8

8. MODALITÀ OPERATIVE .............................................................................................................................. 9

8.1 PROCEDURE DI SICUREZZA ........................................................................................................................ 9

8.1.1 Movimentazione delle bombole.................................................................................................. 10

8.1.2 Utilizzazione (Uso) delle bombole ............................................................................................... 11

8.1.3 Stoccaggio e deposito delle bombole .......................................................................................... 13

8.1.4 Caratteristiche dei locali adibiti allo stoccaggio delle bombole nei reparti ................................ 14

8.2 INTERAZIONE DEI GAS CON L’AMBIENTE DI LAVORO ............................................................................. 14

8.3 SEGNALETICA ........................................................................................................................................... 15

8.4 INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO DI GAS IN BOMBOLA ...................................................................... 15

8.5 PRESCRIZIONI DI SICUREZZA SPECIFICHE NELL’IMPIEGO DEI GAS .......................................................... 16

8.5.1 IMPIEGO DI OSSIGENO MEDICINALE IN BOMBOLE ..................................................................... 16

8.5.2 PRESCRIZIONI DI SICUREZZA SPECIFICHE NELL’IMPIEGO DI ANIDRIDE CARBONICA IN BOMBOLE

16

8.5.3 IMPIEGO DI ACETILENE ................................................................................................................ 17

8.5.4 IMPIEGO DI GAS LIQUEFATTI ....................................................................................................... 17

8.6 MODALITA’ DI DISTRIBUZIONE DELLE BOMBOLE DI GAS MEDICALI ....................................................... 19

9. REGOLE DI COMPORTAMENTO PER IL LAVORATORE.............................................................................. 20

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2. OGGETTO E SCOPO

Gli scopi della presente procedura sono:

• definire ed uniformare i comportamenti degli operatori al fine di garantire l’impiego in sicurezza delle bombole dei gas compressi all’interno delle Unità Operative.

• fornire informazioni chiare alle ditte esterne che a vario titolo possono utilizzare bombole in azienda.

• la presente procedura non sostituisce le informazioni contenute nelle schede di sicurezza dei singoli prodotti.

3. CAMPO DI APPLICAZIONE

La procedura è applicata dal personale delle Unità Operative e dei Servizi dove vengono utilizzate, immagazzinate, distribuite e trasportate bombole di gas compressi e non dalle Ditte esterne che a vario titolo possono utilizzare bombole di gas compressi.

4. RESPONSABILITÀ

Gli obblighi dell’applicazione della presente procedura sono in capo alle figure citate al punto 2. L’adozione delle indicazioni di sicurezza descritte nel presente documento deve avvenire sistematicamente da parte di tutto il personale sanitario e non (medici, infermieri e personale di supporto, tecnici non sanitari, ecc.), nel rispetto delle specifiche competenze. La gestione dei gas medicinali in bombola è a cura del Servizio di Farmacia. Al Direttore e al Coordinatore di ogni U.O. è demandata la divulgazione dei contenuti della procedura e la verifica periodica che il personale si attenga alle disposizioni contenute nella procedura stessa e nelle schede di sicurezza dei prodotti. Ai lavoratori è fatto obbligo adottare e rispettare i contenuti della presente procedura e nelle schede di sicurezza dei prodotti.

5. DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI

� GAS MEDICINALE: ogni medicinale costituito da una o più sostanze attive gassose miscelate o meno ad eccipienti gassosi secondo il titolo 1, art. 1 comma oo) – Definizioni Decreto Legislativo n° 219, 24 aprile 2006.

� GAS COMPRESSO: un gas che, quando è imballato sotto pressione, è completamente gassoso a -50 °C (questa categoria comprende i gas dell’aria, che hanno una pressione di riempimento delle bombole di 200 bar).

� GAS LIQUEFATTI: un gas che, quando è imballato sotto pressione, è parzialmente liquido a temperature superiori a -50°C (questa categoria comprende i gas come CO2 e N2O, che hanno una pressione di riempimento delle bombole di 50 bar ca.).

� GAS DISCIOLTI: un gas che, quando è imballato sotto pressione, è disciolto in un solvente in fase liquida (es. acetilene, pressione di riempimento 20 bar ca.).

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� BOMBOLA: recipiente destinato a contenere gas tecnici o medicinali (gas compressi, liquefatti e disciolti), costituito in un unico pezzo senza saldatura longitudinale e di capacità compresa tra 5 e 150 litri.

6. IDENTIFICAZIONE DEI GAS

I gas possono essere suddivisi in tre categorie:

� Gas Comburenti: (es. aria, ossigeno, protossido di azoto) sono gas che facilitano e attivano la combustione delle sostanze combustibili.

� Gas Combustibili: (es. idrogeno, acetilene, ecc..) sono gas che bruciano in presenza di aria (o ossigeno) se miscelate in certe proporzioni.

� Gas Inerti: (azoto, elio, anidride carbonica, ecc..) sono gas che non bruciano e non consentono la combustione.

Ai fini della sicurezza è essenziale l’identificazione certa del gas e tal proposito due sono i parametri principali per l’identificazione:

1. Punzonatura del nome commerciale sull’ogiva della bombola (per le miscele alla punzonatura “miscela” si deve accompagnare la composizione);

2. Colore dell’ogiva che identifica il rischio principale associato al gas (Vedi tabelle delle pagine seguenti).

La funzione del cappellotto (fisso o rimovibile) che racchiude la valvola di erogazione è quella di proteggere la valvola di erogazione stessa, che è il punto più debole della bombola, da rotture in caso di ribaltamenti o urti accidentali. Il contenuto della bombola si identifica in due modi:

� dal colore dell'ogiva che identifica il rischio principale associato al gas; � dall'etichettatura dove è scritto il nome del gas.

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� RAL = termine oggi usato quasi esclusivamente per definire una scala di colori normalizzata usata principalmente nell'ambito delle vernici e dei rivestimenti.

� Etichettatura (vedi paragrafo successivo). Con Decreto Ministeriale del 7 gennaio 1999 il Ministero dei Trasporti, ravvisando l'opportunità di uniformare le colorazioni distintive delle bombole nei Paesi CE, ha disposto l'applicazione della norma UNI EN 1089-3 che prevede un sistema di identificazione delle bombole con codici di colore delle ogive diverso da quello precedentemente usato in Italia. Il nuovo sistema di identificazione è divenuto obbligatorio il 10 agosto 1999 per le bombole nuove ma fino al 30 giugno del 2006 il vecchio sistema di colorazione potrà essere ancora utilizzato per le bombole già in circolazione alla data di entrata in vigore del suddetto decreto. L’eventuale modifica del colore secondo la nuova normativa è segnalato attraverso l’apposizione della lettera maiuscola "N" riportata in 2 posizioni diametralmente opposte sull'ogiva. Si ricorda che la codifica dei colori riguarda solo l'ogiva delle bombole, in generale il corpo della bombola può essere dipinto di qualsiasi colore che non comporti il pericolo di erronee interpretazioni.

6.1 COLORAZIONE DELL’OGIVA DELLA BOMBOLA

In generale la colorazione dell'ogiva della bombola non identifica il gas ma solo il rischio principale associato al gas:

TIPO DI PERICOLO VECCHIA COLORAZIONE NUOVA COLORAZIONE

inerte alluminio verde brillante

infiammabile alluminio rosso

ossidante alluminio blu chiaro

tossico e/o corrosivo giallo giallo

tossico e infiammabile giallo giallo+rosso

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tossico o ossidante giallo giallo+blu chiaro

Solo per i gas più comuni sono previsti colori specifici:

TIPO DI GAS VECCHIA COLORAZIONE NUOVA COLORAZIONE

acetilene

C2H2 arancione marrone rossiccio

ammoniaca

NH3 verde giallo

argon

Ar amaranto verde scuro

azoto

N2 nero nero

biossido di carbonio

CO2 grigio chiaro grigio

cloro

Cl2 giallo giallo

elio

He marrone marrone

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idrogeno

H2 rosso rosso

ossigeno

O2 bianco bianco

protossido d'azoto

N2O blu blu

La tabella sottostastante riporta il colore identificativo di altri gas:

TIPO DI GAS VECCHIA COLORAZIONE NUOVA COLORAZIONE

aria ad uso industriale bianco+nero verde brillante

aria respirabile bianco+nero bianco+nero

miscela elio-ossigeno

ad uso respiratorio alluminio bianco+marrone

Il raccordo filettato della valvola normalmente presenta caratteristiche diverse in funzione del tipo di gas contenuto nella bombola, ma non può costituire un sicuro parametro di identificazione in quanto tali caratteristiche non sono sempre specifiche. Sull’ogiva si riscontrano, inoltre, altre descrizioni quali il numero di matricola, la data dell’ultimo collaudo ISPESL, ecc..; quest’ultimo dato va tenuto attentamente sotto controllo in quanto, a termini di legge, bombole scadute di collaudo non devono essere usate, né trasportate piene né tanto meno riempite. Qualora si accerti che la data di scadenza del collaudo sia prossima, allora è necessario prestare attenzione affinché l’uso sia effettuato solo entro i termini prescritti, oltre i quali deve essere immediatamente contattata la ditta fornitrice per la restituzione del recipiente.

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6.2 ETICHETTATURA

Importanti informazioni circa la natura del gas sono riportate anche nell'etichettatura della bombola. Riportiamo un esempio di etichetta a titolo indicativo:

7. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

� DM 19/03/2015 “Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private di cui al decreto 18/09/2002”.

� DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 - Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

� Decreto Legislativo 3 agosto 2009 n. 106. Disposizioni integrative e correttive del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

� Decreto Legislativo 24 aprile 2006, n. 219 "Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 142 del 21 giugno 2006 - Supplemento Ordinario n. 153.

� Norma UNI EN 1089 - 3 dell'ottobre 1997.

� DVR 01 Documento di Valutazione dei Rischi Generale Introduttivo Art. 28 D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i.

� Schede di Sicurezza dei gas compressi in bombole.

� Foglietti illustrativi per i gas medicinali dotati di AIC (Autorizzazione Immissione al Commercio).

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8. MODALITÀ OPERATIVE

Le bombole contenenti gas medicinali e/o terapeutici sono soggette, oltre alle norme di sicurezza generali, ad altre normative specifiche e più restrittive destinate a tutelare la salute degli utilizzatori dei gas. In particolare tutte le bombole destinate al trasporto di gas e miscele per uso medicinale o terapeutico, di qualunque capacità, devono essere munite di valvole con attacchi/raccordi particolari al fine di impedire lo scambio involontario con bombole contenenti altri tipi di gas. Inoltre ogni bombola contenente gas medicale deve essere provvista di disco in acciaio inossidabile riportante la scritta “per uso medico” per poter essere impiegato sull’uomo. Di norma le bombole per gas compressi, disciolti o liquefatti sono recipienti dotati di un elevato grado di affidabilità a condizione che vengano sempre rispettate le precauzioni particolari per la conservazione e le procedure per la movimentazione e l’uso. Infatti, possono diventare recipienti con pericolo di esplosione quando vengono sottoposte a riscaldamento eccessivo (compreso l’irraggiamento solare) e quando vengono lambite da fiamme. In caso di urti/cadute accidentali della bombola si potrebbero verificare infortuni, rotture o fessurazioni della valvola di erogazione che permetterebbe al gas di uscire a fortissima velocità e, a causa della grande pressione interna, la valvola e i suoi frammenti potrebbero diventare proiettili pericolosi per gli operatori e i pazienti che sono nelle vicinanze. Potrebbe anche verificarsi una perdita di gas, attraverso il collegamento valvola/bocchello o attraverso il raccordo di erogazione del gas (ad esempio per una guarnizione di tenuta non più efficiente), molto piccola e non facilmente percettibile che potrebbe saturare l’aria del locale dove viene conservata la bombola stessa. Per questo motivo le bombole non devono mai essere conservate in locali sotterranei, confinati o non ben ventilati.

8.1 PROCEDURE DI SICUREZZA

Le presenti procedure vengono distinte in funzione delle principali situazioni (movimento, uso e deposito) e in ciascuna delle quali sono riepilogati i comportamenti suddivisi a loro volta tra prescrizioni e divieti (“cose da fare” e “cose da non fare”). E’ necessario che il Direttore e il Coordinatore dell’Unità Operativa illustri al proprio personale (medici, infermieri, OSS, tecnici, ecc.) i rischi connessi alla manipolazione di gas e le misure messe in atto per ridurre i rischi stessi, nonché la necessità di adottare le regole di comportamento sicuro sintetizzate nelle procedure sottoriportate. Tali procedure devono essere affisse nell’Unità Operativa, previa eventuale modifica ed integrazione da parte del Direttore o del Coordinatore della stessa, che le sottoscrive e vigila sulla loro applicazione da parte degli utilizzatori del reparto.

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8.1.1 MOVIMENTAZIONE DELLE BOMBOLE

Cose da fare

� Tutte le bombole devono essere provviste dell'apposito cappellotto di protezione delle valvole, che deve rimanere sempre avvitato tranne quando il recipiente è in uso, o di altra idonea protezione, ad esempio maniglione.

� Le bombole devono essere maneggiate con cautela evitando gli urti violenti tra di loro o contro altre superfici, cadute od altre sollecitazioni meccaniche che possano comprometterne l'integrità e la resistenza.

� La movimentazione delle bombole, anche per brevi distanze, deve avvenire mediante carrello a mano od altro opportuno mezzo di trasporto.

� I carrelli porta bombola devono essere puliti, funzionanti e con le cinghie/catenelle di fissaggio della bombola integre altrimenti è necessario richiederne la sostituzione/riparazione.

� Eventuali sollevamenti a mezzo gru, paranchi o carrelli elevatori devono essere effettuati impiegando esclusivamente le apposite gabbie, o cestelli metallici, o appositi pallets.

Cose da non fare

� Le bombole non devono essere sollevate dal cappellotto, né trascinate, né fatte rotolare o scivolare sul pavimento. Se il cappellotto è del tipo fisso, non deve mai essere rimosso.

� Per sollevare le bombole non devono essere usati elevatori magnetici né imbracature con funi o catene.

� Le bombole non devono essere maneggiate con le mani o con guanti unti d'olio o di grasso: questa norma è particolarmente importante quando si movimentano bombole che contengono gas ossidanti.

� Una bombola contenete gas tossico non deve mai essere spostata se non è equipaggiata del suo tappo di sicurezza e del suo cappellotto di protezione della valvola. Il personale incaricato di queste movimentazioni dovrà essere equipaggiato di appositi dispositivi di protezione individuale (scarpe e guanti).

� I carrelli difettosi o guasti non devono essere utilizzati al fine di evitare infortuni agli operatori.

� Non utilizzare i cappellotti mobili come recipienti occasionali.

� Non chiudere mai i fori di sfogo presenti nei cappellotti mobili

� Non utilizzare mai le bombole, piene o vuote, come rulli, supporti, ecc.

Le bombole scadute di collaudo non devono essere usate, né trasportate piene né tanto meno riempite.

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8.1.2 UTILIZZAZIONE (USO) DELLE BOMBOLE

Cose da fare

� Una bombola di gas deve essere messa in uso solo se il suo contenuto risulta chiaramente identificabile. Il contenuto viene identificato, come già detto, nei modi seguenti:

a) colorazione dell'ogiva, secondo il colore codificato dalla normativa di legge;

b) nome commerciale del gas punzonato sull'ogiva a tutte lettere o abbreviato, quando esso sia molto lungo;

c) scritte indelebili, etichette autoadesive, decalcomanie poste sul corpo della bombola, oppure cartellini di identificazione attaccati alla valvola od al cappellotto di protezione;

d) tipologia del raccordo di uscita della valvola, in accordo alle normative di legge;

e) tipologie e caratteristiche dei recipienti.

� Prima dell’utilizzo verificare l’assenza di evidenti difetti o anomalie.

� Prima dell’utilizzo verificare che tra la valvola e la ghiera di tutte le bombole destinate a contenere gas medicinali deve essere inserito un disco in acciaio inossidabile recante la scritta “per uso medico” ed una indicazione che permetta di identificare il proprietario della bombola (n° partita IVA o codice fiscale); deve inoltre riportare l’identificazione del numero di lotto.

� Prima di avviare l’erogazione di un gas, prendere conoscenza delle proprietà del fluido contenuto nel recipiente; in particolare verificare di avere a disposizione quanto serve per fronteggiare situazioni di emergenza.

� Prima di collegare il riduttore di pressione assicurarsi che il raccordo di uscita dalla valvola e il riduttore stesso siano esenti da sporcizia, grassi, oli, ecc.

� Durante l’uso le bombole devono essere tenute in posizione verticale. Prima di utilizzare una bombola è necessario assicurarla alla parete, ad un palco o ad un qualsiasi supporto solido, mediante catenelle o con altri arresti efficaci, salvo che la forma della bombola ne assicuri la stabilità. Una volta assicurato la bombola si può togliere il cappellotto di protezione alla valvola.

� Le bombole devono essere protette contro qualsiasi tipo di manomissione provocato da personale non autorizzato.

� Le valvole delle bombole devono essere sempre tenute chiuse, tranne quando la bombola è in utilizzo. L'apertura delle valvole delle bombole a pressione deve avvenire gradualmente e lentamente. Si ricorda che la sequenza da seguire nell’apertura delle valvole è la seguente:

1. aprire in senso anti-orario la valvola posta sulla bombola;

2. aprire in senso orario la valvola a spillo del riduttore;

3. aprire in senso anti-orario la manopola di regolazione della pressione.

� Prima di restituire una bombola vuota, l'utilizzatore deve assicurarsi che la valvola sia ben chiusa, quindi avvitare l'eventuale tappo cieco sul bocchello della valvola ed infine rimettere il cappellotto di protezione. Si consiglia di lasciare sempre una leggera pressione positiva all'interno della bombola.

� Dopo ogni utilizzo, chiudere la valvola.

� Mantenere, nella unità operativa, i soli quantitativi minimi necessari all’espletamento delle attività.

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Cose da non fare

� Durante qualsiasi operazione riguardante le bombole è assolutamente vietato FUMARE, USARE FIAMME LIBERE E PRODURRE SCINTILLE.

� Le bombole contenenti gas non devono essere esposte all'azione diretta dei raggi del sole, né tenute vicino a sorgenti di calore o comunque in ambienti in cui la temperatura possa raggiungere o superare i 50°C.

� Le bombole non devono mai essere collocate dove potrebbero diventare parte di un circuito elettrico. Quando una bombola viene usata in collegamento con una saldatrice elettrica, non deve essere messa a terra (questa precauzione impedisce alla bombola di essere incendiata dall'arco elettrico).

� Le bombole non devono mai essere riscaldate a temperatura superiore ai 50ºC. È assolutamente vietato portare una fiamma al diretto contatto con la bombola.

� Le bombole non devono essere raffreddate artificialmente a temperature molto basse (molti tipi di acciaio perdono duttilità e infragiliscono a bassa temperatura).

� Le bombole non devono essere usate come rullo, incudine, sostegno o per qualsiasi altro scopo che non sia quello di contenere il gas per il quale sono state costruite e collaudate.

� L'utilizzatore non deve cancellare o rendere illeggibili le scritte, né asportare le etichette, le decalcomanie, I cartellini applicati sulle bombole dal fornitore per l'identificazione del gas contenuto.

� L'utilizzatore non deve cambiare, modificare, manomettere, tappare i dispositivi di sicurezza eventualmente presenti, né in caso di perdite di gas, eseguire riparazioni sulle bombole piene e sulle valvole.

� Non devono essere montati riduttori di pressione, manometri, manichette od altre apparecchiature previste per un particolare gas o gruppo di gas su bombole contenenti gas con proprietà chimiche diverse e incompatibili.

� Non effettuare operazioni di collegamento del riduttore di pressione in presenza di pazienti o persone non addette.

� Non utilizzare il gas erogandolo attraverso la valvola in flusso laminare, ma utilizzare gli appositi riduttori di pressione.

� Non usare mai chiavi od altri attrezzi per aprire o chiudere valvole munite di volantino. Per le valvole dure ad aprirsi o grippate per motivi di corrosione, contattare il fornitore per istruzioni.

� La lubrificazione delle valvole non è necessaria. È assolutamente vietato usare olio, grasso od altri lubrificanti combustibili sulle valvole delle bombole contenenti ossigeno e altri gas ossidanti.

� Non tentare mai di stringere raccordi mentre sono in pressione.

� Per verificare la tenuta di valvole, raccordi, ecc., non usare mai una fiamma ma utilizzare acqua saponata o un liquido tensioattivo.

� Non tentare mai di riparare o smontare una valvola.

� Non conservare bombole non più in uso.

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8.1.3 STOCCAGGIO E DEPOSITO DELLE BOMBOLE

Cose da fare

� Le bombole devono essere protette da ogni oggetto che possa provocare tagli od altre abrasioni sulla superficie del metallo.

� I locali di deposito devono essere asciutti, freschi, ben ventilati e privi di sorgenti di calore, quali tubazioni di vapore, radiatori, ecc.

� I locali di deposito, devono essere contraddistinti con il nome del gas posto in stoccaggio. Se in uno stesso deposito sono presenti gas diversi ma compatibili tra loro, le bombole devono essere raggruppate secondo il tipo di gas contenuto.

� È necessario altresì evitare lo stoccaggio delle bombole in locali ove si trovino materiali combustili o sostanze infiammabili.

� Nei locali di deposito devono essere tenuti separati le bombole piene da quelle vuote, utilizzando adatti cartelli murali per contraddistinguere i rispettivi depositi di appartenenza.

� Nei locali di deposito le bombole devono essere tenute in posizione verticale ed assicurate alle pareti con catenelle od altro mezzo idoneo, per evitarne il ribaltamento, quando la forma del recipiente non sia già tale da garantirne la stabilità.

� I locali di deposito di bombole contenenti gas pericolosi e nocivi (infiammabili, tossici, corrosivi) devono essere sufficientemente isolate da altri locali o luoghi di lavoro e di passaggio ed adeguatamente separati gli uni dagli altri.

� I locali di deposito di bombole contenenti gas pericolosi e nocivi devono essere dotati di adeguati sistemi di ventilazione. In mancanza di ventilazione adeguata, devono essere installati apparecchi indicatori e avvisatori automatici atti a segnalare il raggiungimento delle concentrazioni o delle condizioni pericolose. Ove ciò non sia possibile, devono essere eseguiti frequenti controlli e misurazioni.

� Nei locali di deposito di bombole contenenti gas pericolosi e nocivi devono essere affisse norme di sicurezza concernenti le operazioni che si svolgono nel deposito (per esempio: movimentazione, trasporto, ecc.), evidenziando in modo particolare i divieti, i mezzi di protezione generali ed individuali da utilizzare e gli interventi di emergenza da adottare in caso di incidente.

� Nei locali di deposito di bombole contenenti gas asfissianti, tossici ed irritanti deve essere tenuto in luogo adatto e noto al personale un adeguato numero di maschere respiratorie o di altri apparecchi protettori da usarsi in caso di emergenza.

� I locali di deposito di bombole contenenti gas infiammabili devono rispondere, per quanto riguarda gli impianti elettrici a sicurezza, i sistemi antincendio, la protezione contro le scariche atmosferiche, alle specifiche norme vigenti.

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Cose da non fare

� E’ vietato costituire depositi nei locali sotterranei.

� Le bombole contenenti gas non devono essere esposte all'azione diretta dei raggi del sole, né tenute vicino a sorgenti di calore o comunque in ambienti in cui la temperatura possa raggiungere o superare I 50°C.

� Le bombole non devono essere esposte ad una umidità eccessiva, né ad agenti chimici corrosivi. La ruggine danneggia il mantello del recipiente e provoca il bloccaggio del cappellotto.

� È vietato lasciare le bombole vicino a montacarichi sotto passerelle, o in luoghi dove oggetti pesanti in movimento possano urtarli e provocarne la caduta.

� È vietato immagazzinare in uno stesso locale bombole contenenti gas tra loro incompatibili (per esempio: gas infiammabili con gas ossidanti) e ciò per evitare, in caso di perdite, reazioni pericolose, quali esplosioni od incendi.

8.1.4 CARATTERISTICHE DEI LOCALI ADIBITI ALLO STOCCAGGIO DELLE BOMBOLE NEI REPARTI

I locali destinati allo stoccaggio delle bombole devono essere: � destinati ad esclusivo stoccaggio delle bombole e di nessun altro prodotto o materiale. � Non è consentito l’immagazzinamento in locali sotterranei. � Asciutti e ben aerati. � Freschi, le bombole devono essere conservate e impiegate a temperature comprese tra –20 e + 50

°C: temperature inferiori possono rendere fragile il metallo del contenitore; temperature superiori possono produrre esplosioni.

� Lontani da fonti di calore (tubazioni di vapore, ecc.) e da combustibili. � I pavimenti devono essere pianeggianti e privi di asperità. � Se i gas compressi sono combustibili, la porta del deposito deve aprirsi dall’interno verso l’esterno.

In caso di stazionamento degli operatori all’interno del deposito è vietato chiudersi a chiave. � Nelle zone di stoccaggio delle bombole devono essere installati, in maniera ben visibile e tenuti

sempre in efficienza, i mezzi di estinzione idonei. � È vietato fumare, usare fiamme libere e produrre scintille nelle zone di stoccaggio. � Sulla porta del deposito deve essere indicato il nome del gas immagazzinato e deve essere apposta

la relativa segnaletica di sicurezza (esempio: gas infiammabili – vietato fumare – non utilizzare fiamme libere – ecc.).

� L’accesso al deposito deve essere limitato ai soli addetti. � È vietato immagazzinare nello stesso locale gas incompatibili, al fine di evitare in caso di fughe,

reazioni pericolose.

8.2 INTERAZIONE DEI GAS CON L’AMBIENTE DI LAVORO

I gas a differenza delle sostanze solide e/o liquide, non sono accatastabili, impilabili o segregabili in fusti. Essi vengono prodotti e utilizzati in circuiti chiusi. Pertanto i rilasci di gas non voluti provengono o da difetti di tenuta delle tubazioni e dei contenitori o da rotture degli stessi per cedimenti alla pressione e alle sovrapressioni generate da accensioni interne. Questi gas possono interagire con l’ambiente di lavoro creando rischi potenziali di diversa natura.

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Fughe di gas dovute a rottura della valvola, ad esempio durante le operazioni di trasporto o per mancato fissaggio della bombola durante l’utilizzo, possono provocare danni a persone o cose causate dal moto violento della bombola dovuta alla forza di reazione generata. Atmosfere sotto ossigenate: si formano in seguito a rilasci e accumuli di gas diversi dall’ossigeno soprattutto negli spazi male o non aerati, per cui l’atmosfera non è più idonea alla respirazione (limite di sicurezza dell’ossigeno: 18%). Atmosfere sovra ossigenate: si formano in seguito a rilasci e accumuli di ossigeno soprattutto negli spazi male o non aerati. L’aumento del tenore di ossigeno può provocare fenomeni di incendio e/o esplosione (limite di sicurezza dell’ossigeno: 23%). Atmosfere esplosive: si formano in seguito a rilasci e accumuli di gas infiammabili quando superano i limiti di infiammabilità. Atmosfere tossiche: si formano in seguito a rilasci e accumuli di gas tossici mettendo a repentaglio la salubrità dell’ambiente di lavoro. Le bombole vanno controllate costantemente e sottoposte regolarmente alle verifiche prescritte (collaudo). Non devono essere caricate a pressione superiore a quella indicata su di esse. Tutte le bombole utilizzate in Risonanza Magnetica devono essere AMAGNETICHE.

8.3 SEGNALETICA

Nei luoghi di immagazzinamento e deposito delle bombole deve essere presente: � cartello indicante la natura del gas; � cartello indicante il divieto di accesso al personale non autorizzato; � cartello indicante il divieto di fumo e di uso di fiamme libere.

8.4 INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO DI GAS IN BOMBOLA

Nel caso in cui avvengano delle fughe di gas da una bombola è necessario cercare di eliminare la perdita agendo sulle apposite valvole di intercettazione.Se questo non fosse possibile perché l’incendio interessa le valvole stesse, è necessario attenersi a quanto previsto dai Piani di Emergenza dell’Azienda e comunque prima di intervenire si dovrà considerare che ad estinzione terminata il gas in fuga invaderà l’ambiente in cui si trova la bombola, con possibilità di raggiungere concentrazioni pericolose che possono condurre ad una esplosione; pertanto è necessario portare nel più breve tempo possibile la bombola in luogo aperto. Nel caso in cui l’incendio si verifichi in corrispondenza delle valvole di erogazione potrebbe essere necessario raffreddare la bombola con acqua e raffreddare la valvola stessa ad estinzione avvenuta per poterla manovrare in chiusura, superando il possibile grippaggio provocato dal calore. Spegnendo la fiamma di gas con l’estintore è necessario erogare il getto in modo che la sostanza estinguente segua la stessa direzione della fiamma. Non si deve tagliare orizzontalmente o frontalmente la fiamma.

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8.5 PRESCRIZIONI DI SICUREZZA SPECIFICHE NELL’IMPIEGO DEI GAS

8.5.1 IMPIEGO DI OSSIGENO MEDICINALE IN BOMBOLE

L’OSSIGENO è uno dei gas più comuni: al 21%, insieme all’azoto (78%), all’anidride carbonica (1%) e a tracce di argon, costituisce l’atmosfera che respiriamo. Allo stato gassoso è incolore, inodore ed insapore; essendo un componente dell’aria ha un comportamento neutro, quindi un eventuale aumento della sua presenza in aria non può essere rilevato dai nostri sensi. Questo gas, all’interno di una struttura sanitaria, è utilizzato per svolgere funzioni medicali e terapeutiche. Si ricorda che le bombole di ossigeno poste all’interno della zona controllata della Risonanza Magnetica devono essere in materiale amagnetico. Quando è necessario somministrare ossigeno a un paziente e ci si trova nell’impossibilità di utilizzare i punti di erogazione appositamente predisposti a capo letto si ricorda che occorre:

� Controllare il riempimento della bombola leggendo l’indicazione del manometro. � Portare, su un apposito carrello porta-bombola, la bombola di ossigeno vicino al letto del paziente. � Fissarla subito in modo che non possa cadere, lasciandola sul carrello o legandola al muro con

l’apposita catenella. � Svitare il cappellotto di protezione; dopo essersi assicurati della presenza della guarnizione avvitare

il riduttore di pressione sul raccordo della valvola della bombola. � Attenersi ad eventuali istruzioni del fornitore/produttore

L’ossigeno è un gas comburente con potere ossidante pertanto è elemento fondamentale per lo sviluppo di un incendio. Pertanto la presenza di ossigeno è sì la componente fondamentale per lo sviluppo dell’incendio ma, per il suo mantenimento, deve essere presente un materiale che sia infiammabile e che lo alimenti. Proprio quest’ultimo materiale caratterizza il tipo di incendio e quindi il mezzo di estinzione più idoneo da usare per lo spegnimento. Si deve perciò far riferimento a ciò che è in uso nel luogo dove sia presente la situazione di pericolo di incendio e comportarsi secondo le indicazioni fornite dalla Scheda di Sicurezza del prodotto. Nel caso di fuoriuscita accidentale con Rischio di elevate concentrazioni di ossigeno, provvedere immediatamente alla ventilazione e al ricambio dell’aria ed eliminare le eventuali fonti di ignizione prestando particolare attenzione alla presenza di fiamme libere e/o di possibili inneschi anche se in condizioni normali questi potrebbero non presentare alcun rischio. Allontanare il prima possibile la bombola che perde e richiederne la sostituzione. Attenersi alle indicazioni fornite dalla Scheda di Sicurezza del prodotto.

8.5.2 PRESCRIZIONI DI SICUREZZA SPECIFICHE NELL’IMPIEGO DI ANIDRIDE CARBONICA IN BOMBOLE

L’anidride carbonica si presenta come gas incolore ed inodore; è considerata un gas inerte con proprietà, asfissianti per cui a concentrazioni dell’1% produce già un lieve aumento del ritmo respiratorio e a concentrazioni del 10% porta in brevissimo tempo a perdita di conoscenza e morte per asfissia. Questo gas e utilizzato nei servizi sanitari, e anche come sostanza estinguente (estintori) per alcuni tipi d’incendi. Per quanto riguarda il rischio di infiammabilità, l’anidride carbonica non presenta problemi essendo un gas che inibisce la propagazione dell’incendio. Infatti, essa costituisce uno delle sostanze estinguenti più diffuse ed utilizzate. Essendo poi il principale prodotto delle combustioni, la sua inalazione in quantità rilevanti può provocare stati di asfissia che si manifestano con perdita della mobilità o perdita dei sensi.

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In caso di fuoriuscita accidentale da una bombola, la rapida espansione del gas produce una forte diminuzione della temperatura con conseguente rischio di ustioni se si viene investiti dal getto di gas. Attenersi alle indicazioni fornite dalla Scheda di Sicurezza del prodotto.

8.5.3 IMPIEGO DI ACETILENE

Le bombole di acetilene devono essere sia immagazzinate che usate in posizione verticale, contrariamente può verificarsi la fuoriuscita dell’acetone dalla valvola con conseguente perdita sia di acetone che di acetilene. Durante la saldatura tale eventualità, rallentando il flusso di acetilene, può dar luogo a ritorno di fiamma. Se una bombola di acetilene perde a causa di una valvola difettosa è necessario trasferirla subito all’aperto, lontana da sorgenti di calore, aprire di poco la valvola e far uscire lentamente il gas Questa manovra dovrà essere effettuata in presenza di due operatori, di cui uno dedicato a non far avvicinare nessuno con sigarette accese, fiamme libere o simili, l’area in cui avviene la manovra dovrà essere segnalata con idonei cartelli di pericolo. Se una bombola di acetilene viene esposta ad alte temperature (es. a causa di incendio) deve essere raffreddata con acqua. Se una bombola ha la tendenza a sviluppare calore spontaneamente (per la decomposizione dell’acetilene) occorrerà metterla in acqua per diversi giorni sino a quando non produca più calore.

8.5.4 IMPIEGO DI GAS LIQUEFATTI

I liquidi criogenici ovvero gas liquefatti refrigerati come ossigeno, azoto, argon hanno in comune due proprietà: la temperatura estremamente bassa ed il notevole aumento di volume che accompagnano la vaporizzazione. L'utilizzo dei liquidi criogenici nei laboratori “prevede l'adozione, oltre che delle norme generali riguardante l’uso di bombole di gas compressi, anche delle seguenti regole comportamentali:

� seguire le indicazioni riportate nelle schede di sicurezza dei gas liquefatti fornite dalla Ditta produttrice;

� utilizzare solo contenitori e chiusure progettati e certificati specificatamente per l'uso richiesto; � quando si carica un contenitore "caldo" stare lontani dai vapori che si sviluppano; � indossare i Dispositivi di Protezione Individuale idonei (ad esempio, guanti termici, visiera, occhiali,

calzature protettive); � mantenere pulite le superfici su cui l’aria si condensa, soprattutto in prossimità delle valvole e degli

sfiati, dove può essere presente olio o altro lubrificante (l’aria condensata è arricchita di ossigeno) dove un’elevata concentrazione di ossigeno può accrescere il rischio di incendio;

� in caso di perdite con formazione di nubi di vapore, l'operatore deve allontanarsi (azoto, argon e elio, in quantità eccessiva, riducono la concentrazione di ossigeno nell'aria e possono determinare asfissia);

� mantenere sempre pulite le superfici dei contenitori contenenti liquidi criogenici, per evitare che l’aria condensata (arricchita di ossigeno), sui bordi del recipiente, venga intrappolata nel contenitore al momento della chiusura, con successivo pericolo di scoppio dello stesso;

� l'accesso ai locali dove sono utilizzati liquidi criogenici, deve essere limitato al personale

autorizzato; � il trasporto in ascensore di contenitori con liquidi criogenici deve essere fatto disponendo il

contenitore in ascensore e richiamando quest’ultimo dal piano di destinazione; nessuna persona deve essere presente in ascensore insieme ai contenitori di liquidi criogenici;

� le operazioni di travaso devono essere fatte da operatori opportunamente informati sui rischi potenziali associati alla manipolazione”.

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In particolare prima e durante le operazioni di travaso: � controllare che il sensore di monitoraggio dell’ossigeno, ove presente, sia correttamente

funzionante; � controllare la pressione su entrambi i contenitori: quello che viene svuotato e quello che viene

riempito; � indossare i dispositivi di protezione idonei quali guanti resistenti al freddo e se necessario visiera o

occhiali; � evitare ogni contatto diretto con le sostanze criogeniche; mantenere attivo l’impianto di areazione

o spalancate le aperture/finestre verso l’esterno; � nel caso in cui una persona si sentisse intontita o perdesse i sensi, trasportarla immediatamente in

un’area ben ventilata; � nel caso di ustione da contatto della cute con liquidi criogenici o con gas evaporato è necessario

recarsi immediatamente al Pronto Soccorso.

SOTTOSSIGENAZIONE: Porre molta attenzione allo scopo di evitare la formazione di una atmosfera sotto ossigenata dovuta ad evaporazione eccessiva di liquido criogenico, sia durante il suo normale utilizzo che a seguito di evenienze accidentali dovute ad esempio a spandimenti di liquido al di fuori degli adatti contenitori”. In merito alla sottossigenazione è necessario:

� accertarsi che il locale sia sufficientemente aerato e che sia garantito un buon ricambio d’aria, sia naturale, attraverso apertura di porte e finestre, sia forzato, attraverso aspiratori o mezzi di ventilazione meccanica capaci di prevenire accumuli di gas specialmente nelle parti più basse del locale;

� quando non possano essere evitati la manipolazione e l’uso di liquidi criogenici in ambienti scarsamente aerati, è indispensabile l'utilizzo di analizzatori (ossimetri), con segnalatore di allarme acustico-luminoso (accertarsi che sia correttamente funzionante prima dell’inizio di qualsiasi operazione) tarati in modo da entrare in funzione quando la concentrazione di ossigeno scende a livelli inferiori al 19 %. Tale sistema deve segnalare anche il livello di attenzione, ossia l’eventuale eccessiva concentrazione di ossigeno (livello massimo pari al 25%)”.

In caso di sottossigenazione si deve: � abbandonare rapidamente il locale; � attendere un certo periodo prima di rientrare; � effettuare l’operazione di rientro alla presenza almeno di un altro operatore all’esterno del locale e

pronto ad intervenire”; � se sono presenti persone che si sentono intontite o hanno perso i sensi, è necessario portarle in

un’area ben ventilata ed trasportarle in pronto soccorso;

I PERICOLI più comuni sono: � ustioni dovute alle basse temperature; � congelamenti dovuti a esposizioni prolungate; � danneggiamento dei polmoni in seguito all’inalazione di vapori a basse temperature; � lesioni oculari dovuti a liquidi e vapori criogenici; � lacerazioni della cute in seguito a contatto di superfici molto fredde; � asfissia.

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RISCHI DA CONTATTO

Alcune semplici misure di prevenzione possono aiutarci a evitare il pericoloso contatto con il liquido o vapori freddi. Contatto che può essere dovuto, ad esempio, “a spruzzi sul viso o altre parti del corpo di liquido durante le operazioni di travaso o riempimento di un contenitore”, al “contatto accidentale delle mani o altre parti del corpo con tubazioni fredde non isolate”, alla penetrazione di liquido all'interno delle calzature, ecc. Per evitare questi contatti si deve:

� maneggiare i recipienti lentamente e con cautela onde evitare sobbalzi e schizzi”; � usare occhiali o visiere facciali durante le operazioni per le quali si prevede la possibilità di spruzzi di

liquido (travasi e altro); � indossare appositi guanti diatermici molto larghi in modo da poterli sfilare facilmente; � usare tenaglie o altri attrezzi per immergere o estrarre materiali dal criogenico non conduttori ad

esempio in materiali plastico o legno; � indossare camice e pantaloni lunghi o tuta contro gli spruzzi alle gambe o altre parti del corpo

(pantaloni non infilati nelle scarpe e senza risvolti); � non indossare scarpe aperte o porose”.

8.6 MODALITA’ DI DISTRIBUZIONE DELLE BOMBOLE DI GAS MEDICALI

La distribuzione dei gas medicali in bombole ai vari reparti della sede ospedaliera “San Carlo” di Potenza, viene effettuato dalla De Vivo nell’ambito del contratto di esercizio e manutenzione degli impianti tecnologici a servizio della stessa.

Il servizio comprende la consegna delle bombole gas medicali presso le UU.OO richiedenti e il ritiro dei vuoti.

Il servizio prevede anche la consegna, presso i vari laboratori, di bombole contenenti gas tecnici.

La distribuzione e la gestione delle bombole in questione viene eseguita in accordo a quanto stabilito dall’art. 17.1 c.2 dell’Allegato I al D.M. 19/03/2015 e nello specifico:

a) il montaggio e lo smontaggio dei riduttori è effettuato da personale specializzato e adeguatamente formato. Le bombole piene vengono consegnate dalla Ditta fornitrice già corredate di valvola riduttrice, nessuna operazione di travaso viene eseguita in reparto;

b) i riduttori e i flussometri sono protetti dalle azioni meccaniche;

c) le bombole vengono consegnate direttamente in reparto al personale sanitario e mai depositate, neanche temporaneamente, lungo le vie di esodo;

d) le bombole sono stoccate in luoghi idonei allo scopo.

ATTIVITA’ DESCRIZIONE

Accesso alle strutture sanitarie: reparti di degenza, sale operatorie, SAR, UCC, TIN, Laboratori, ecc..

Gli accessi per effettuare gli interventi dovranno essere preventivamente concordati/ autorizzati con il Direttore di struttura e il Coordinatore/preposto

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Accesso nelle zone sorvegliate e controllate (radiologie, RM, ecc.)

Gli accessi per effettuare gli interventi dovranno essere preventivamente concordati/ autorizzati con il Direttore di struttura, il Coordinatore/preposto e l’Esperto Qualificato.

9. REGOLE DI COMPORTAMENTO PER IL LAVORATORE

In base ai rischi sopra elencati, al fine di prevenirli è opportuno che i lavoratori, e le figure ad essi equiparati si attengano ai principi seguenti:

� Essere sempre in possesso delle relative schede di sicurezza.

� Conservare le bombole in luoghi aerati.

� Tenere separati i recipienti dei combustibili da quelli dei comburenti.

� Verificare la tenuta delle valvole (con acqua saponata).

� Depositare le bombole lontano da materiali infiammabili.

� Non fumare o usare fiamme libere.

� Evitare esposizione a basse o alte temperature (per legge le bombole non possono

esser esposte direttamente al sole né a temperature >50°. Per evitare fenomeni di

infragilimento i recipienti non devono essere esposti a temperature < -20°)

� Tenere le bombole affiancate (in posizione verticale) e su pavimenti pianeggianti.

� Assicurare le bombole con catene a pareti o altri supporti consoni.

� Utilizzare per la movimentazione carrelli ad Hoc.

� Utilizzare dove previsto i DPI adatti al tipo di gas in uso.

Per quanto riguarda poi nello specifico l’uso di gas criogenici, come precauzione dai pericoli citati precedentemente si devono prendere le ulteriori seguenti precauzioni:

� Uso DPI adatti alle basse temperature: occhiali, guanti non assorbenti (rapidi da

togliere), scarpe (pantaloni non infilati nelle scarpe e senza risvolti)i.

� Lavoro senza contatto: usare tenaglie o altri attrezzi per immergere o estrarre materiali

dal criogenico (schizzi). Per il travaso utilizzare sempre idonee attrezzature tenendo

conto che l’evaporazione spontanea è normalmente sufficiente a creare la pressione

necessaria per il travaso del liquido.

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� Contenitori: utilizzare solo contenitori (dewar) progettati e costruiti appositamente per

contenere gas criogenici liquefatti.

� Accumulo e concentrazioni: evitare spillamenti, dispersioni o scarichi dei liquidi in

ambienti ristretti e/o poco ventilati.

Tenere sempre presente la possibilità di accumulo di vapori freddi in cunicoli, fosse, ecc.. assicurandone la ventilazione.