serenamente magazine n4

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SERENA...MENTE magazine SERENA | numero 4 | anno 2010 S N E E R A

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E R N E SERENA...MENTE magazine SERENA | numero 4 | anno 2010 25.731 23.952 25.282 24.565 26.764 26.376 28.232 27.292 32.299 29.314 28.431 28.896 327.131 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre TOTALI TOTALE ORE ASSISTENZA anno 2009 080.5423300 Assistenza Domiciliare 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno Staff Serena Bari

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SERENA...MENTEmagazine SERENA | numero 4 | anno 2010

SN E

ERA

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2 Editoriale: I “Numeri”….. di SerenaAmo molto raccontare le sfide e i successi del gruppo Serena Assi-stenza non solo per dire scherzo-samente che siamo dei “grandi” ma soprattutto per premiare la de-dizione, la fedeltà e l’impegno che migliaia di persone dedicano ogni giorno al settore dell’assistenza domiciliare. Orgogliosa di far par-te del gruppo Serena da oltre 15 anni posso testimoniare la crescita e l’evoluzione che il gruppo ha ot-tenuto in questo periodo e diventa allora doveroso oltre che raccon-tare “chi siamo” e “cosa facciamo” parlare anche dei “Numeri” di Sere-na, una rubrica che avrà uno speci-fico spazio dal prossimo periodico e che evidenzierà ogni trimestre l’andamento delle nostre attività in termini di impegno. Il gruppo si è affermato da subito come ope-ratore qualificato di servizi di as-sistenza domiciliare e ha allargato il proprio raggio di azione con la copertura di altre sedi nel terri-torio nazionale e precisamente a Foggia Andria Trani Napoli Roma Vicenza e Torino. I servizi offerti dal gruppo coprono tutte le possi-bili esigenze legate alla condizio-

ne della terza età: dall’assistenza medica, specialistica, paramedica, ai servizi di collaborazione dome-stica, di assistenza generica alla persona, alla fornitura di parruc-chieri, massaggiatori e quant’altro necessario per garantire benessere e serenità all’anziano 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. I nostri operato-ri, i nostri volontari e tante figure professionali inserite nel gruppo, garantiscono con il loro impegno diurno notturno feriale e festivo la loro presenza assidua e costante al domicilio dell’anziano o del di-sabile.Da un dato approssimativo nella sola sede di Bari nell’anno 2009 sono state organizzate 327.000 ore di assistenza con una media giornaliera di 900 ore che riguar-dano l’impegno di assistenza rife-rito a 200 anziani e disabili. Que-sti numeri per noi sono solo uno stimolo a fare sempre meglio e sempre di più. E una serena terza età diven-ta allora possibile proprio grazie all’assistenza altamente qualifica-ta svolta da operatori e volontari che per l’impegno la dedizione la

condivisione del senso di respon-sabilità ogni anno sono premiati in occasione della Festa della di-sponibilità. Naturalmente la Festa della Disponibilità è solo uno dei tanti momenti di incontro, abbia-mo creato tante iniziative, tanti eventi e tanti ne promuoveremo, sono infatti per esempio di nuo-vo operativi i corsi di formazione organizzati in collaborazione con l’Associazione Alzheimer Bari ( vedi pag 21) e abbiamo in pro-gramma nell’immediato: la Festa in occasione dell’anniversario di Villa Maria Martina, le feste in oc-casione del Santo Natale e l’Even-to Musicale alla Basilica di San Ni-cola il 19 dicembre del quale però vi daremo maggiori informazioni nel prossimo numero…L’entusiasmo è sempre forte, la voglia di progettare e continuare a crescere anche ma quello che più mi riscalda il cuore sono i ringra-ziamenti continui che riceviamo ogni giorno per il nostro impegno e l’unità che il gruppo Serena Assi-stenza ha raggiunto.

Anna Ragone Coordinatrice Nazionale

Gruppo Serena AssistenzaDirettrice Villa Maria Martina

anno 2009 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre TOTALI TOTALE ORE ASSISTENZA 25.731 23.952 25.282 24.565 26.764 26.376 28.232 27.292 32.299 29.314 28.431 28.896

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Staff Serena Bari

080.5423300Assistenza Domiciliare24 ore su 24 per 365 giorni all’anno

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4 Villa Mariamartinaassistenza residenziale

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5Serena Assistenzaassistenza domiciliare

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Gruppo Serena Assistenzaassistenza domiciliare

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SERENA

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La pensione si gode da vecchi, ma si costruisce da giovani. È impen-sabile, dopo una certa età, presi dal panico per l’imminente età post-lavorativa, cercare di farsi una previdenza complementare. Nella frenesia della professione e immersi nel vortice del lavoro, spesso si è distratti dal pensiero del futuro, che guarda lontano, ma che purtroppo giunge velocemen-te.Inoltre in questi ultimi anni sono notevolmente cambiate le regole previdenziali e l’ombrello sociale ormai ha molti buchi. Purtroppo le pensioni sono un debito di va-luta e non di valore e, col passare degli anni, perdono il loro potere di acquisto essendo irrisoria e ben lungi dalla reale svalutazione mo-netaria la perequazione automati-ca annuale.D’altra parte la pensione non è e non può nè deve essere un regalo. È, invece, una prestazione econo-mica nell’età postlavorativa che consegue, e tale deve essere, a un sacrificio contributivo durante tutta la vita lavorativa. In altri ter-mini è una retribuzione differita e accantonata nel corso della vita lavorativa, finalizzata a garanti-re al lavoratore un’indipendenza economica al momento della ces-sazione dell’attività.Ma come il lavoratore può difen-dere, quando sarà pensionato, una sua indipendente dignità econo-mica?Iniziamo questo cammino illu-strando dapprima il pianeta pen-sionistico e, in seguito, esporremo, il più schematicamente possibile, le varie problematiche, onde cia-scuno possa scegliere con cogni-zione la strada che reputa per lui percorribile e più adatta alle pro-prie aspettativa.

DAL REDDITO ALLA PENSIO-NE O A UN CAPITALE

Nel 1995 viene approvata la ri-

forma del sistema pensionistico, introducendo, accanto al regime obbligatorio, un sistema di previ-denza complementare integrativa su base collettiva o individuale.Questo provvedimento (legge 8 agosto 1995 numero 335) inse-risce importanti novità: in par-ticolare, nella dipendenza pub-blica (INPDAP) e privata (INPS) un nuovo metodo di calcolo delle pensioni e l’armonizzazione dei vari regimi previdenziali, superan-do sperequazioni e privilegi.Nelle future pensioni della dipen-denza pubblica e privata (dopo una fase di transizione) verrà adottato il metodo di calcolo contributivo che lega la prestazione a quanto effettivamente versato negli anni, col risultato che quanti più contri-buti si pagano nel corso della vita lavorativa tanto maggiore sarà la pensione. La riforma sfiora an-che le Casse privatizzate che però mantengono la loro autonomia ge-stionale.

CHE COSA È LA PENSIONE?

La pensione è una prestazione pe-riodica di danaro a carattere vita-lizio a chi ne abbia conseguito il diritto in relazione al cessato rap-porto di servizio (fa eccezione la pensione del Fondo generale che viene erogata a partire dal com-pimento del 65esimo anno indi-pendentemente dal proseguire o meno l’esercizio professionale), di impiego o di lavoro, cioè uno strumento di garanzia del reddito nell’età anziana postlavorativa.La pensione quindi non è un asse-gno elargito dallo Stato, o da altri Enti, ma è una prestazione assicu-rativa previdenziale, con aspetti mutualistici, pagata dal lavoratore con sacrifici contributivi a valore reale durante l’attività lavorativa, commisurata ai versamenti effet-tuati.

QUANDO SI MATURA IL DIRIT-TO ALLA PENSIONE?

Il diritto alla pensione viene rico-nosciuto quando i requisiti con-tributivi e assicurativi risultano pienamente soddisfatti nella ri-spettiva gestione. In particolare, cessando l’attività lavorativa (fa eccezione la pensione del Fondo generale ENPAM) con un minimo di anni di contribuzione dopo aver raggiunto l’età anagrafica richiesta nel rispettivo fondo.Va tenuto presente che il diritto a pensione si trasforma in diritto soggettivo perfetto, cioè irrevo-cabile, solo quando il dipendente lo ha effettivamente conseguito dopo il suo collocamento a ripo-so, anche perchè il legislatore ben può introdurre sul trattamento di quiescenza non ancora acquisito, innovazioni normative che posso-no addirittura incidere sulle aspet-tative del diritto stesso.

COME PUO’ ESSERE LA PEN-SIONE?

La pensione può essere “a capita-lizzazione” quando i contributi versati durante l’attività lavorati-va vanno a costituire il fondo per la futura pensione oppure “a ri-partizione” quando i contributivi versati dai lavoratori servono per pagare le pensioni correnti.

SISTEMA A CAPITALIZZAZIO-NE

Ricordiamo che si parla anche di “capitalizzazione bilanciata”, ove la pensioni non sono pagate solo con gli interessi o il fruttifero dei versamenti contributivi effettuati, ma anche erodendo parzialmente lo stesso capitale secondo le previ-sioni di vita calcolate in base a cal-coli attuariali. Infatti se la pensio-ne fosse pagata solo col fruttifero del capitale, alla morte del pen-sionato o, in caso di reversibilità,

Economia: Cosa bisogna sapere sulle nostre pensioni...

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degli aventi diritto, rimanendo alla Cassa del fondo previdenzia-le l’intero capitale, si avrebbe un indebito arricchimento da parte dell’Ente gestore del trattamento di pensione.

COME PUO’ ESSERE IL CALCO-LO PER LA PENSIONE?

Il calcolo della pensione può es-sere “su base contributiva” se il calcolo viene fatto in base ai con-tributi versati durante tutta o una parte delle vita lavorativa, oppure “su base retributiva” se il calcolo viene fatto in base all’ultima o alle ultime retribuzioni prima della cessazione del rapporto di lavoro.Il calcolo del trattamento econo-mico è in funzione non solo della contribuzione versata, ma anche degli anni di contribuzione o del coefficiente di rendimento corre-lato all’età anagrafica.

COME POSSONO ESSERE I CONTRIBUTI?

I contributi possono essere:· CONTRIBUTI EFFETTIVI - Sono quelli versati in costanza di rap-porto di lavoro, di convenzione o di iscrizione· CONTRIBUTI VOLONTARI - Sono i versamenti su base volon-taria per migliorare la posizione previdenziale; quasi tutti i fondi hanno abolito questa forma con-tributiva.· CONTRIBUTO DI RISCATTO - Sono le somme richieste per il riconoscimento previdenziale di determinati servizi o periodi, cal-colate in relazione all’età, al sesso e alla retribuzione alla data della domanda, atte a garantire la riser-va matematica per l’erogazione fu-tura dei benefici economici· CONTRIBUTI FIGURATIVI - Sono i contributi fittizi per alcuni particolari tipi di assenza dal lavo-ro riconosciuti gratuitamente· CONTRIBUTI RICONGIUNTI -

Sono i contributi trasferiti da altro ente previdenziale ai fini di una unica posizione previdenziale.

QUALI SONO LE VARIE TIPO-LOGIE DEI TRATTAMENTI DI PENSIONE?

Le pensioni possono essere:· PENSIONE DI VECCHIAIA - La pensione che si consegue al com-pimento dell’età pensionabile;· PENSIONE DI ANZIANITA’ - La pensione che si consegue ha matu-rati i requisiti, prima dell’età pen-sionabile;Inoltre distinguiamo:· la PENSIONE DIRETTA che è il trattamento conseguito dal lavo-ratore;· la PENSIONE INDIRETTA che è il trattamento che va agli eredi aventi diritto per decesso del lavo-ratore;· la PENSIONE DI REVERSIBILI-TA’ che è il trattamento che va agli eredi aventi diritto per decesso del pensionato;· la PENSIONE INVALIDITA’ che è il trattamento che viene erogato per inabilità del lavoratore;· la PENSIONE DI PRIVILEGIO che è il trattamento che viene ero-gato al lavoratore, pubblico o pri-vato, divenuto inabile per motivi di servizio.

CHE COSA È IL RISCATTO?

Il riscatto è quell’istituto che, me-diante una richiesta dell’interes-sato e il pagamento o meno di un contributo, permette di riconosce-re ulteriori periodi utili alla pen-sione, sia per conseguire il diritto, sia per maturare una maggiore an-zianità ai fini della liquidazione e del trattamento economico.

CHE COSA È LA RICONGIUN-ZIONE?

La ricongiunzione è la possibilità di riunire presso un unico fondo

previdenziale tutti i periodi prece-denti di contribuzione obbligato-ria, volontaria e figurativa, matu-rati presso altre forme o fondi di previdenza, che non hanno dato luogo a trattamento di quiescen-za sia sotto forma di pensione o indennità una tantum o assegno vitalizio, ai fini del conseguimen-to del diritto, dell’anzianità e del calcolo di un’unica pensione. La ricongiunzione può essere onero-sa. se i contributi da ricongiunge-re non sono sufficienti a coprire la riserva matematica del maggior trattamento economico di pensio-ne.

CHE COSA È LA TOTALIZZA-ZIONE?

La totalizzazione è la facoltà per il lavoratore iscritto a due o più ge-stioni previdenziali, che non sia già titolare di trattamento pensio-nistico autonomo presso una delle gestioni previdenziali, di cumulare (sommare) gratuitamente i pe-riodi assicurativi non coincidenti (nell’attuale normativa di durata non inferiore a sei anni) al fine di conseguire un unico trattamento pensionistico.

CHE COSA SIGNIFICA “TASSO DI SOSTITUZIONE”?

Il tasso di sostituzione è il rappor-to tra la retribuzione all’atto del-la quiescenza e la pensione che si matura.

Gerardo CancellaroDottore Commercialista

via Amendola 174/4 int.A70125 Bari

tel. 080.5421184fax. 080.5474784

[email protected]

Economia: Cosa bisogna sapere sulle nostre pensioni...

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La rapida crescita della popolazione e il sensibile aumento dell’aspettativa di vita negli ultimi decenni hanno comportato un aumento delle malattie correlate all’età. La demenza senile è così diventata una delle più im-portanti emergenze per il sistema sanitario. L’Alzheimer, malattia cronica che ha effetti sulla memoria e sulle facoltà mentali in generale, è una delle più diffuse forme di demenza in Italia e nel mondo: colpisce circa il 5 percento delle persone con più di 60 anni; in Italia ne soffrono circa 800 mila anziani. La rete di assistenza necessaria spesso supera i confini domestici, ma non può prescindere dagli affetti, dall’ascolto, dalla conoscen-za, dal dialogo e dal confronto di esperienze tra familiari. Di questo si è parlato a Bari, nel convegno intito-lato “Il malato di Alzheimer e la sua famiglia. In viaggio con una malattia che disorienta”. L’iniziativa è stata promossa dal Rotary club di Putignano, dal’associazione Alzheimer di Bari e Alberobello, dall’associazione Serena e dalla Residenza socio-sanitaria assistita “Villa Maria Martina” di Valenzano. Specialisti neurologi, psicologi, personale sanitario quotidianamente impegnato nel trattamento di questa patologia hanno sotto-lineato l’importanza di riconoscere per tempo la malattia ed intervenire sul paziente. L’assistenza domiciliare è importante, ma oggi anche il soggiorno in Residenza socio-sanitaria assistita rappresenta una valida alter-nativa. Il contatto quotidiano con altri pazienti elimina il problema dell’isolamento e la presenza di personale altamente qualificato permette trattamenti specifici di sostegno e rallentamento della inevitabile perdita di autonomia che si associa alla patologia.

Evento Serena: Convegno Alzheimer

Rotary International - Distretto 2120 Puglia e BasilicataAssociazione Alzheimer BARI - AlberobelloAssociazione Serena Onlus Villa Maria Martina R.S.S.A

...Il malato di Alzheimer e la sua famiglia. In viaggio con una malattia che disorienta...

presentanoConvegno

Sabato 5 giugno 2010ore 8.30 / 13.30Presso la Sala Consiliare della Provincia (Lungomare - Bari)

La cittadinanza è invitata

ingresso liberoinfo: 080.5423300

Assistenza Domiciliare 24 ore su 24Via Amendola 174/A - Baritel. 080.5423300www.assistenzaserena.eu

BARI la forza di non essere soli

Associazione Alzheimer BariLargo Ciaia 3 - Bari

tel. 080.3994455www.alzheimerbari.com

Villa Maria Martina R.S.S.AVia Vecchia per Ceglie - Valenzano

tel. 080.4675008 - 080.5423300www.assistenzaserena.eu

Fondazione Rotary Club PutignanoPresidente Alberto Cosma

2˚ CICLO TURISTICA ROTARIANADomenica 6 Giugno 2010"2 ruote per l'Alzheimer"

info: Pietro Rotolo - 338.8710354Rotary Club di Putignano

Gli interventi saranno intervallati da momenti musicali a cura del pianista Mario Rotundo e dalle voci del Baritono Michele De Gennaro e della cantante Marinella Milella

Mini mostra personale a cura di Anna Montaruli

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Stare seduti composti a tavola, salutare educatamente quando incontriamo qualcuno, mangiare con le posate, non interrompere chi ci parla, avere rispetto delle cose altrui, inibire comportamenti sconvenienti in pubblico, non ur-lare, non disturbare e non invade-re gli spazi degli altri … Ci sono state insegnate piccole at-tenzioni da avere e poche regole da osservare necessariamente per poter vivere in maniera funziona-le e adattiva. Si trascorre molto tempo, sin da piccoli, a imparare, riconoscere e interiorizzare le co-siddette “buone maniere”..ogni giorno è un’occasione per appren-dere le convenzioni che regolano i rapporti umani e i modi più ade-guati per affrontare ogni singola situazione. Basta una patologia, esaurientemente definita come “la malattia che ruba la mente”, a depennare tutto in modo insidio-so e improvviso..come un rapido e impreciso colpo di cancellino sulla lavagna.Nell’ampio corollario dei sintomi della malattia di Alzheimer e del-le altre demenze, i più evidenti, ad un occhio clinico e non, sono i disturbi comportamentali, i quali rendono particolarmente com-plessa la gestione quotidiana del paziente. Sebbene siano diversi da paziente a paziente, dipendano dall’area del cervello danneggia-ta e comportino manifestazioni differenti a seconda del grado di deterioramento, i disturbi com-portamentali della demenza sono riconducibili generalmente ad al-terazioni del pensiero, dell’umore e del comportamento. Facilmente ci si ritrova a stupirsi di chi ci sta di fronte e di quanto quella perso-na sia evidentemente cambiata e spaventosamente diversa e, inevi-tabilmente, ci si ritrova a chiedersi come mai compie strani e inspie-gabili movimenti, perchè mai fac-cia cose che non avrebbe mai fatto e dica frasi che non si sarebbe mai

sognata di dire. Infatti, non è raro vedere il pazien-te che, incapace di orientarsi an-che in ambienti del tutto familia-ri, vaga incessantemente e senza meta, almeno apparente, o segue costantemente un operatore o un familiare. Questo irrefrenabile im-pulso di camminare, il forte desi-derio di andare..chissà dove..verso mete sconosciute, o, molto pro-babilmente, presto dimenticate, è quello che viene definito vagabon-daggio o wandering. È altrettanto comune assistere ad episodi in cui il soggetto agisce in maniera impulsiva e inappropria-ta e adotta comportamenti scon-venienti, strani e imbarazzanti. Il soggetto può invadere gli spazi altrui, risultare maleducato, la-sciarsi andare a considerazioni of-fensive in pubblico, talvolta anche di natura sessuale, o ad apprezza-menti pesanti verso estranei. Spesso potrebbe accadere che il paziente si mostri aggressivo ver-balmente, che utilizzi, cioè, un lin-guaggio scurrile, bestemmi, lanci insulti e maledizioni o, talvolta, che palesi aggressività fisica, op-ponendo resistenza, picchiando, graffiando, mordendo o scalcian-do.Altrettanto spesso problemi di percezione possono favorire la comparsa di deliri, disturbi che rendono il paziente fermamente convinto di qualcosa che risulta non essere vero..per cui può es-serci qualcuno che lo tradisce, i familiari vogliono abbandonarlo, denuncia che qualcuno vuole fargli del male o che lo stia derubando, rifiuta un farmaco per il terrore di essere avvelenato e tutti risultano ladri e bugiardi. I deliri possono associarsi anche a fenomeni alluci-natori: il malato ascolta voci o per-cepisce cose e persone inesistenti. Inoltre, tipica scena che dipinge la malattia è quella del paziente che cammina su e giù, poi si mette a sedere solo per qualche istante,

così si rialza, ricomincia a cammi-nare, magari rovista nei cassetti o nell’armadio, sposta oggetti da una parte all’altra, cammina anco-ra avanti e indietro, compie azioni ripetitive, sembra vada alla ricerca di qualcosa e trascorre le sue gior-nate in questo turbinio di movi-mento e irrequietezza. Soprattutto nelle prime fasi del-la patologia, quando il paziente è consapevole della sua condizione e delle progressive perdite a cui andrà incontro, si può presentare uno stato di profonda tristezza che può sfociare in una vera e pro-pria depressione.Anche l’instabilità emotiva è ca-ratteristica della demenza …può accadere che, durante una delle più comuni attività di vita quoti-diana, nel giro di pochi secondi, il soggetto passi da uno stato di gioia estrema alla tristezza più profonda o da una condizione di serenità assoluta ad uno stato di incontenibile agitazione. I disturbi comportamentali sono osservabili anche in relazione al cibo e al sonno ... il paziente si alimenta poco oppure chiede cibo continuamente, a tavola ci gioca, li mescola, li manipola...mangia con voracità oppure rifiuta di ali-mentarsi e serra la bocca … tende a stare sveglio durante la notte o dorme poche ore, ha difficoltà ad addormentarsi, dorme di giorno, a volte si alza prima, chiede di uscire in piena notte o di svolgere un’atti-vità oppure rimane a letto, parla a voce alta e traffica con le lenzuola.È chiaro che qualsiasi espressione assumano, di qualunque gravi-tà e intensità siano, i disturbi del comportamento del paziente af-fetto da demenza costituiscono il problema più pesante e maggior-mente complesso… la più gran-de difficoltà e il continuo, spesso irrisolto, dilemma di chi quoti-dianamente si prende cura di lui. Tuttavia, precisi accorgimenti, una buona informazione sulla pa-

I disturbi comportamentali nelle demenze

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tologia e sulle sue caratteristiche e la conseguente acquisizione delle dovute consapevolezze in merito, possono, se non alleviare, quanto-meno rendere funzionale il carico gestionale. Bisogna tenere continuamente presente che dietro i comporta-menti dei pazienti non vi è alcuna intenzionalità e che si tratta di un modo, se non l’unico, per esprime-re un disagio, perchè i loro deficit nella decodifica di stimoli, mes-saggi e situazioni non permette loro di comprendere pienamente ciò che gli accade intorno, e ancora meno di controllarlo.Non bisogna, inoltre, dimenticare che la maggior parte delle volte i disturbi non sono l’effetto diretto del deterioramento cerebrale, ma che, purtroppo, dipendono dai fattori sociali, da un cattivo am-biente e da un inadeguato, spesso improvvisato, approccio ai suoi deficit. E, inevitabilmente, finisco-no per diventare fattori aggravan-ti della patologia e conducono al cosiddetto “eccesso di disabilità”. In definitiva, l’ambiente in cui il malato vive, inteso non solo stret-tamente come ambiente fisico, ma anche, e soprattutto, in termini umani, va particolarmente e con-sapevolmente curato, partendo dall’imprescindibile considerazio-ne che siamo noi a dover incon-trare l’anziano e la sua patologia e non viceversa, perchè è indubbio che “nessuno è folle se ci adeguia-mo ai suoi pensieri”…

Dott.ssa Anna Santoruvopsicologa di Villa Maria Martina Per info e prenotazioni

tel. 080.4675008VILLA MARIAMARTINACasa protetta - Casa di riposovia Vecchia per Ceglie 70010 Valenzano (BA) oppure tel. 080.5423300Linea Cuore del Gruppo Serena Assistenza Onluswww.assistenzaserena.eu

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Un pensiero e un ringraziamen-to agli ospiti di Villa Maria Mar-tina che non ci sono più.

Diciamo sempre che la morte fa parte del naturale percorso della vita e invece non siamo mai prepa-rati, non siamo preparati quando accade a conoscenti, non siamo preparati quando accade agli ami-ci, non siamo preparati quando accade ai nostri familiari, come si può essere preparati quando ac-cade a nostri ospiti? Ospiti ? Una terminologia che usiamo sempre nel linguaggio quotidiano per identificare gli anziani di Villa Ma-ria Martina ? Ma sono solo questo per noi? Solo ospiti? I nostri anziani fanno parte del-la nostra vita, sono persone delle quali ci occupiamo a volte per po-chi giorni a volte per mesi ma sono persone che nella quotidianità dei nostri rapporti impariamo ad amare …Occupandomi della direzione di Villa Maria Martina sono in strut-tura tutti giorni sicuramente per dirigere ma altrettanto sicura-mente o forse prioritariamente per vedere crescere e migliorare la meravigliosa famiglia esistente a Villa Maria Martina ….“ famiglia “ può sembrare un eufemismo ma è quello che si respira e si vive ogni giorno tra quelle mura, impariamo a conoscere i nostri ospiti nei loro desideri, nei loro racconti, nelle loro abitudini, nelle loro necessi-tà, curiamo le loro esigenze di vita (mediche, infermieristiche, assi-stenziali) ma quello che ci riesce meglio e che ci viene spontaneo è curare soprattutto la loro sfera af-fettiva e relazionale.Non abbiamo la presunzione di volerci sostituire a familiari, anzi siamo timidamente al loro fianco ma il nostro voler loro cosi bene, il nostro amore cosi spontaneo cre-do rassereni quanti, accompagna-no i propri cari a volte con il ma-

gone dettato dal fatto di doverli lasciare da noi per impossibilità e difficoltà di gestirli a casa…e allora quando vivi ogni giorno: lo stare bene, la sofferenza, la gioia, il do-lore, la vita di ogni singolo anzia-no e l’anziano viene a mancare, ti porti dentro un dolore cosi grande che può sembrare inverosimile se raccontato a chi ci circonda, per-chè dovremmo essere preparati, perchè dovrebbe essere lavoro, perchè sappiamo che fa parte della la vita.. e invece ? e invece insieme a loro va via parte di noi e ci ritro-viamo a piangere come se fossero davvero nostri nonni. È una esperienza nuova, una espe-rienza forte, perchè insieme alla vita dobbiamo imparare a convi-vere con il dolore e con la morte e quando questo accade ci ritrovia-mo impotenti e pensiamo che tut-to quello che abbiamo fatto non è stato sufficiente e ci intristiamo ma poi basta ritornare a Villa Ma-ria Martina e avere un pensiero dalla sig.ra Nunzia che dice che ogni volta che mi vede e come se vedesse un angelo, o dal sig Fran-cesco che ti dice che ti vuol bene, o dalla signora Marianna che dice che non le abbiamo dato niente da mangiare mentre sta mangiando… e ritrovi in te stesso e in loro la for-za di ricominciare e pensi solo alle cose belle e ai racconti che anche le persone che non ci sono più ti hanno dato…. Ringrazio e porto sempre nel mio cuore il ricordo degli ospiti di Vil-la Maria Martina che non ci sono più.

Anna Ragone Coordinatrice Nazionale

Gruppo Serena AssistenzaDirettrice Villa Maria Martina

Ringraziamenti

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13La mia regolaÈ quasi un anno che Villa Maria Martina ed io collaboriamo al ser-vizio dell’anziano facendo accanto ad esso presenza attenta e autenti-camente responsabile nel rispetto della specificità generazionale ed in questo lasso di tempo ho verifi-cato l’importanza esclusiva e inso-stituibile del supporto psicologico per aiutare il delicato equilibrio della persona. In questa fase del-la vita a scapito di questo valore e dell’importanza riconosciutami, ho potuto verificare, al contrario, che esiste un forte sistema, con-trapposto che tende ad annullare il valore reale dell’essere anziano dal punto di vista psicologico; “Vec-chio, diranno che sei vecchio” can-tava anni or sono Renato Zero che ha appena compiuto sessant’an-ni e di saggezza nei suoi brani ne esprime in maniera proporzionale all’età… “vecchio”, spesso relegato ad una logica di sopportazione. Devo dire che questa denuncia non mai manifesta tra gli opera-tori del nostro settore nascon-de amarezza e conduce, a volte, alla consapevolezza che il lavoro di psicologo - musicoterapeuta, come quello che svolgo a sostegno del benessere psicosomatico della persona in avanti con gli anni vie-ne a distruggersi in poco tempo a causa dell’azione di un sistema che considera l’anziano un peso in una società che si basa sulla legge del profitto, dei grandi numeri rap-porto costi e benefici. Piccole attenzioni, sguardi attenti, momenti musicali, amore e com-prensione come di un figlio nei confronti della propria madre…….una meravigliosa opera si infrange nel sistema che non appartiene al significato profondo di armonia esistenziale che regola la vita e che distrugge la vita di chi non può più essere produttivo secondo una lo-gica alienante l’essere uomo. Polemica e accusa “qui prodest?”,

a nulla e ad alcuno, ma esprimere il dispiacere e l’amarezza che ne conseguono conducono alla diffi-coltà a riprendere, innanzitutto dentro sè, il valore primo della vita: il senso dell’essere, dell’esser-ci, del vivere. Un valore presente in quanto la vita è, un valore che non può esse-re eliminato. Ebbene l’anziano subisce questa azione: viene sottratto del suo senso profondo nell’ essere e nell’ esserci:.. come decidere di tagliare le fondazioni da un vecchio edifi-cio... Anziano subente detta azione di squalifica, sottratto del senso inti-mo e profondo, peso troppo one-roso per una società che corre, e tanto. In questa corsa la domanda spon-tanea è: “ Ma dove corriamo ? “ Qual è la meta? “. Non ci sono ri-sposte… spesso è solo una corsa verso un punto ignoto, oscuro e lontano dal senso dell’esserci, del-la gioia di vivere, del farsi amore del ricordo della vita. Anziano che non corri sei fuori e non fai parte di questa società senza freni.Ascoltare il mare è non perdere il senso della vita, del fluire degli eventi, l’andirivieni delle onde e delle maree la voce del mare, im-portante sosta per chiedersi se il sentiero è quello giusto. Unica regola da rispettare è il ri-scontro psicosomatico… dentro sè, attorno a sè; benessere psico-somatico come risultato dell’ azio-ne terapeutica, unico obiettivo di un lavoro coerente all’intenziona-lità professionale.Sorriso ritrovato di donna anzia-na, risultato psicosomatico di la-voro certosino: “ terapeia ”, cura dell’essere. Sorriso preannuncian-te la voglia di esserci, e ancora; la forza del desiderio di fare ancora e di vivere. Riscontro quindi, e non solo psi-

chico, ma anche somatico, eviden-ziato da piccoli gesti e lenti passi in avanti del ritrovato cammino. Messaggio? Certo: ridare luce e risalto all’azione umana che non si vede, perchè non è osservabile e catalogabile nella metodologia di cura tradizionale, invito a con-siderare la vita anziana dell’essere umano fatta di cellule che devono e possono ritrovare, in ogni mo-mento, sinergia e sintonia, e l’ar-monia.Nel titolo di questo scritto ho vo-luto raccogliere una provocazione di Madre Teresa che nel suo libro “ La mia regola ” ed Piemme affer-ma che la sofferenza più grande è quella di sentirsi soli, indesiderati e non amati, di aver dimentica-to cosa significa un vero contatto umano, l’amore umano.

Sabino Martiradonnapsicologo - musicoterapeuta

Villa Maria Martina

080.5423300Assistenza Domiciliare24 ore su 24 per 365 giorni all’anno

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Stato di confusione, frequenti dimenticanze, disorientamento spaziale e temporale, difficoltà di attenzione e di concentrazione, perdita della memoria, difficoltà ad usare o a capire il linguaggio, difficoltà a riconoscere persone ed oggetti, perdita della capacità di eseguire gesti e sequenze di azio-ni, cambiamenti di personalità, modificazioni comportamentali, depressione, deliri, allucinazioni, perdita della capacità di autono-mia rappresentano i principali sintomi che caratterizzano i qua-dri clinici delle demenze. Ad oggi è ampiamente diffusa e condivisa, tra gli esperti del campo e non, la convinzione che la malat-tia di Alzheimer sia “la” demenza, l’unica forma di demenza che col-pisce, con frequenza sempre mag-giore, le persone anziane. Così, quando si parla di demenza si utilizza, in maniera impropria e indistinta, il termine “Alzheimer”, identificando con esso qualsiasi forma e tipologia. In ambito specialistico, da anni ormai è noto che la demenza di Alzheimer, per quanto sia la più comune e diffusa, non rappre-senta l’unica forma di demenza. Sarebbe, pertanto, maggiormente corretto parlare di demenze, più che di demenza, ossia di quadri clinici che, sebbene accomunati da una sintomatologia clinica per certi versi simile, si differenziano tra loro per modalità di esordio, decorso, prognosi, caratteristiche neuro-anatomiche ed aspetti neu-ropsicologici e comportamentali correlati. Una prima distinzione si può ope-rare tra le demenze degenerative, vale a dire forme incurabili ed ir-reversibili, e le demenze non de-generative, sottoponibili a tratta-mento.Tra le demenze degenerative si possono annoverare la demenza di Alzheimer, la malattia di Pick e la demenza fronto-temporale, la ma-

lattia a Corpi di Lewy, il morbo di Parkinson, la malattia di Hunting-ton e la demenza vascolare. La malattia di Alzheimer prende il nome da un noto psichiatra tede-sco, Alois Alzheimer, che la iden-tificò per primo nel lontano 1901, intervistando una sua paziente che presentava prevalentemen-te marcati deficit di memoria. Si caratterizza per un esordio lento ed insidioso ed un decorso pro-gressivamente ingravescente. Ini-zialmente il paziente ha difficoltà a ricordare gli avvenimenti della propria vita, presenta incapacità ad apprendere informazioni nuove e/o a recuperare fatti precedente-mente appresi, difficoltà di atten-zione e concentrazione, deficit nel recupero delle parole e diminuzio-ne della fluenza linguistica, perdi-ta di iniziativa e di motivazione, sintomi depressivi ad esordio len-to. Con il procedere della malattia i sintomi vanno progressivamente aggravandosi, fino a quando il pa-ziente raggiunge uno stato vegeta-tivo. La malattia di Pick, descritta da Pick intorno alla metà del XIX se-colo, è così denominata in quanto si caratterizza per la presenza di cellule di Pick, ossia neuroni che contengono materiale proteico de-generato a livello dei lobi tempora-le e frontale. Anche questa forma di demenza presenta un esordio insidioso ed un andamento pro-gressivo, con insorgenza tra i 50 e i 60 anni di età. L’aspetto peculiare che la carat-terizza, fin dalle primissime fasi della malattia, è l’alterazione del-le caratteristiche di personalità, accompagnata da modificazioni a carico del comportamento, che si manifestano con euforia, disini-bizione, irrequietezza, aggressivi-tà, perdita delle abilità sociali ed inadeguatezza della condotta so-ciale e personale, e modificazioni emotive che si caratterizzano per la presenza di appiattimento af-

fettivo prima ed apatia in stadio avanzato. Dal punto di vista cognitivo, inve-ce, il paziente mostra precocemen-te peculiari disturbi del linguaggio e, successivamente, difficoltà di at-tenzione, memoria, ragionamento e nel compiere gesti e sequenze di movimenti. La demenza fronto-temporale, così chiamata per la presenza di degenerazione a livello del lobo frontale e temporale, si presenta prevalentemente in una range di età compresa tra i 50 e gli 85 anni. L’esordio precoce connota quadri aggressivi, mentre quello tardivo si associa ad una sintomatologia clinica meno grave, più sfumata e più difficile da diagnosticare, in quanto le alterazioni comporta-mentali che la contraddistinguono posso essere facilmente ed errone-amente interpretate come disturbi del comportamento tipicamente associati alla vecchiaia. Tale tipologia di demenza, per-tanto, presenta disturbi della per-sonalità, compromissione del lin-guaggio e delle condotte sociali e, in maniera meno rilevante, distur-bi a carico delle funzioni cognitive. Tre le demenza sottocorticali vi è la malattia da Corpi di Lewy dif-fusi, caratterizzata da un quadro clinico simile ed in parte sovrap-ponibile a quello della demenza di Alzheimer. I primi sintomi comprendono dif-ficoltà di memoria, di attenzione e nel mantenere un ordine logico del pensiero. Successivamente, si associano mo-dificazioni della personalità del paziente, difficoltà linguistiche, di riconoscimento degli oggetti e del-le persone familiari e non, disturbi del calcolo, disorientamento spa-ziale e disturbi del comportamen-to durante il sonno. Il morbo di Parkinson, descritto per la prima volta da James Par-kinson nel 1817, è caratterizza-to principalmente da disturbi di

Non solo Alzheimer

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tipo motorio, in quanto colpisce le strutture cerebrali deputate al controllo del movimento. I sinto-mi principali comprendono rallen-tamento motorio, che causa il tipi-co sguardo amimico, tremore che colpisce gli arti, la mandibola e la lingua, rigidità muscolare, difficol-tà ad iniziare i movimenti, perdita di coordinazione, micrografia, dif-ficoltà di articolazione del linguag-gio. Il tremore in questi pazienti si presenta “a riposo”, mentre scompare nel corso di movimen-ti volontari e nel sonno. Inoltre, questi pazienti devono continua-mente aggiustare la posizione e la postura in quanto presentano un’andatura incerta e strascicata che li porta a camminare a piccoli passi per evitare di cadere. Solo nel 10-40% possono essere presenti anche dei disturbi cognitivi e svi-lupparsi una demenza.Un’ulteriore forma di demenza è la malattia di Huntington, una demenza genetica rara identifica-ta per la priva volta nel 1872 da George Huntington, caratterizza-ta da esordio precoce che si pre-senta tra i 35 ed i 45 anni di età, con un decorso più benigno per i casi in cui esordisce tardivamente. Nel quadro clinico si manifestano caratteristici movimenti involon-tari, spasmodici e tortuosi a cari-co delle dita, dei piedi, del tronco e del viso, posture con alterazioni della flessione e dell’estensione degli arti che diventano progres-sivamente ingravescenti. I primi sintomi possono essere l’irrequie-tezza progressiva, bruschi cam-biamenti dell’umore, indifferenza verso il mondo circostante, rabbia e depressione. Infine, le demenze vascolari identi-ficano quadri clinici di decadimen-to cognitivo dovuto ad un danno cerebrale che può conseguire a lesioni ischemiche, infarti singoli o multipli, emorragie o a rottura di aneurismi. Il tipo e l’entità dei disturbi che ne derivano dipende-

ranno dalla zona cerebrale in cui si localizza il danno e dall’estensio-ne dello stesso, pertanto a livello cognitivo si possono riscontrare deficit molto vari e diversificati tra i pazienti che presentano disturbi cerebrali vascolari e una stretta contiguità temporale tra l’esordio della demenza e l’evidenza di segni neurologici circoscritti ad aree più o meno estese del cervello. In ge-nere, l’esordio si presenta in forma acuta, con un declino improvviso delle funzioni cognitive, mentre il decorso è caratterizzato da un an-damento a scalini, con alternanza di fasi di stabilizzazione e fasi di peggioramento. Più di frequente risulta relati-vamente preservata la memoria lungo termine, mentre si rilevano deficit nel recupero delle infor-mazioni, nella fluenza linguistica, nell’attenzione e nella concentra-zione, nelle capacità di ragiona-mento e di flessibilità del pensiero, nel controllo dei movimenti fini e nel corretto recupero delle parole. Alla luce di quanto esposto si evin-ce la necessità, dal punto di vista psicologico, di trattare il tema del-la demenza in termini complessi-vi, infatti oltre alle caratteristiche peculiari delle varie tipologie di demenze, il quadro di base è carat-terizzato dalla perdita progressiva delle capacità mentali che incido-no sulla personalità del paziente, sul suo tono dell’umore e sui suoi comportamenti, modificando di fatto la qualità della sua vita. Infatti, l’esito del processo patolo-gico, quale che sia la forma di de-menza, è una perdita sempre più grave dell’autonomia del soggetto, alla quale consegue un aumento del bisogno assistenziale.Appare, inoltre, cruciale un in-quadramento diagnostico attento, approfondito ed accurato, nonchè una lettura psicologica del quadro clinico che permetta di sviluppare modelli di intervento differenziali, mirati e costruiti ad hoc sulla base

delle problematiche che di volta in volta presenta il malato, tenu-to conto anche delle sue specifiche esigenze, attenuando così il senso di impotenza e di sfiducia che una condizione ingravescente ed irre-versibile può generare.

Dott.ssa Rosaria Nocitapsicologa di Villa Maria Martina

Per info e prenotazionitel. 080.4675008VILLA MARIAMARTINACasa protetta - Casa di riposovia Vecchia per Ceglie 70010 Valenzano (BA) oppure tel. 080.5423300Linea Cuore del Gruppo Serena Assistenza Onluswww.assistenzaserena.eu

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Clarissa MonteleoneMauro PappagalloValter BuganzaBarile Leonardo

Giuseppe Castelluccio Alla Direzione ed a tutti i dipendenti

di Villa MariaMartina

Vi ringraziamo per l’umanità e l’amore mostrati nei confronti di nostro padre-Michele in questi ultimi giorni di vita

Con profonda sincerità Clarissa Monteleone

Anno2010

Ho trovato una bellissima famiglia con tante belle persone che prendono cura di me e degli altri.

Barile Leonardo

Mi trovo bene qui con voi perchè non ho nessuno che si prende cura di me.

Giuseppe Castelluccio

Dicono di Noi

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Op. Mauro PappagalloDa quando sono entrato a far parte di questo team, ho trovato la mia giusta strada, sono molto afezzio-nato agli ospiti presenti in questa struttura, ognuno con una storia di vita diversa e quello che mi tra-smette è qualcosa di inspiegabile, perchè ti insegna ad andar avanti e a superare le difficoltà.Ringrazio il mio collega Luciano Marzulli e la mia direttrice per la pazienza e dedizione per questo lavoro.

Un Abbraccio infinitoil vostro operatore

Mauro Pappagallo

Con la presente desideriamo sottolineare l’efficen-za del personale la professionalità e la cortesia della

signorea Francesca,che con breve preavviso ha saputo trovare soluzione alle esigenze di assistenza a favore di mio padre, impossibilitato a muoversi causa il suo stato di invalidità, affiancadogli una persona

di grandi doti umane e professionali.Cordialità

Valter Buganza

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18 L’angolo della poesiaL’anziano ha un cuore dolce,

immenso e pieno d’amore Se ti siedi accanto a lui

ti racconta delle cose stupende che ti rimangono in mente

È un vecchio insopportabile bron-tolone ma è tanto buono

nel profondo del suo cuore. Se si sente triste,

solo e stanco, basta un nostro gesto

una sola parola e sul suo viso riappare il sorriso.

Il tempo è passato e l’anziano un bambino è tornato.

Amore

È bello donarsi senza nulla aspettarsi,

è bello guardarechi felice ti appare.

Un sorriso, una frasesembra quasi donare

un cielo stellatoo un mondo dorato.

Vittoria Del Giudice14 marzo 2010

Pensiamo a loro che con i loro consigli...sono il nostro passato...

il nostro presente...il nostro futuro...

La Nonna

Tra tutti quei riccioli al vento, tra tutti quei biondi corimbi,

sembrava, quel capo d’argento, dicesse col tremito, bimbi,

sì... piccoli, sì... E i bimbi cercavano in festa,

talora, con grido giulivo, le tremule mani e la testa che avevano solo di vivo

quel povero sì. Sì, solo; sì, sempre, dal canto del fuoco, dall’umile trono;

sì, per ogni scoppio di pianto, per ogni preghiera: perdono,

sì... voglio, sì... sì! Sì, pure al lettino del bimbo

malato... La Morte guardava, La Morte presente in un nimbo...

La tremula testa dell’ava diceva sì! sì!

Sì, sempre; sì, solo; le notti lunghissime, altissime! Nera

moveva, ai lamenti interrotti, la Morte da un angolo... C’era

quel tremulo sì, quel sì, presso il letto... E sì, prese

la nonna, la prese, lasciandole vivere il bimbo. Si tese

quel capo in un brivido blando, nell’ultimo sì.

Giovanni Pascoli

080.5423300Assistenza Domiciliare24 ore su 24 per 365 giorni all’anno

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Mi chiamo Michelangelo e colla-boro nella struttura di Villa Maria Martina da circa sei mesi come fi-sioterapista.Vorrei condividere con voi le belle esperienze che qui sto trascorren-do.La frase che più volte mi sento dire dai miei “nonnini” e dalle mie “nonnine” durante la giornata è: “mi devi fare camminare ?!? ”.L’evoluzione ha portato l’uomo e la donna a distaccarsi dalla terra. L’essere umano si distingue dagli animali che strisciano, che nuo-tano, che saltano o corrono sulle quattro zampe per elevarsi sulle sue gambe e ammirare il mondo da una posizione privilegiata. Questo processo però subisce ancora in ogni vita il ricordo della sua evo-luzione: il cucciolo d’uomo deve imparare a farlo cadendo e con l’aiuto dei suoi genitori; l’anziano al contrario ne disimpara l’anda-tura. La sedia allora raccoglie ogni immobilità, ogni difficoltà di mo-vimento, ogni scusa alla stanchez-za. Muoversi e camminare è vita! Camminare ci permette di non avere bisogno degli altri, dimostra la propria indipendenza e soprat-tutto di guardare il mondo ogni secondo da una posizione diver-sa. Quando uno dei “miei nonni”, stanco e addormentato, dalla sua sedia mi invita a farlo camminare sono contento, perchè nonostante i muscoli irrigiditi, la circolazione difettosa o chissà che altro ancora ha negli occhi la voglia di combat-tere, di non lasciarsi andare. Sono gli occhi questi di chi ancora oggi avrebbe il coraggio di rifare tutto da capo, di partire in guerra, di sposarsi, di far crescere figli, di co-struire una vita migliore.

MichelangeloFisioterapista

di Villa Maria Martina

L’esperienza di Michelangelo

Per info e prenotazionitel. 080.4675008VILLA MARIAMARTINACasa protetta - Casa di riposovia Vecchia per Ceglie 70010 Valenzano (BA) oppure tel. 080.5423300Linea Cuore del Gruppo Serena Assistenza Onluswww.assistenzaserena.eu

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20 L’avvocato...risponde

Avv. Antonio D’AddosioPresidente ASSOCIAZIONE SE.DI. Separati e Divorziati

Via Casamassima, 51 – 70010 CAPURSO BA

tel. 080.4507036 fax 080.4559653

cell. [email protected]

Egregio Avvocato, il mio rapporto matrimoniale è in gravissima crisi . Ho deciso di separarmi. Amici e conoscenti mi hanno un po’ confuso le idee sulle decisioni da prendere. Può consi-gliarmi come orientarmi?

Gentile Sig.raNel momento in cui un rapporto matrimoniale è in una crisi irre-versibile, e si decide di separarsi, si va necessariamente incontro ad un periodo di incertezza e stress emotivo. È necessario, pertanto, rivolgersi ad un avvocato per decidere con-giuntamente il tipo di separazione che si intende intraprendere. Esistono due tipi di separazione.

La SEPARAZIONE CONSENSUALE e quella GIUDIZIALE.

La separazione consensuale, più celere e meno costosa, si basa su un accordo tra le parti che viene formalizzato in una convenzione, la quale – unitamente al ricorso sottoscritto congiuntamente dal-le parti, viene depositata innanzi al Tribunale. Nella predetta con-venzione si fissano le modalità di separazione in ordine all’affida-mento e mantenimento dei figli, le visite da parte del coniuge non affidatario, l’assegno di manteni-mento in favore del coniuge sprov-visto di redditi propri.Il Presidente del Tribunale fissa la data di comparizione dei coniugi (solitamente circa a tre/quattro mesi dalla presentazione del ricor-so). All’udienza fissata i coniugi con-fermano la loro volontà di sepa-rarsi alle condizioni concordate. Successivamente il Tribunale ve-rifica se le modalità di separazio-ne espresse nella convenzione sottoscritta sono conformi alla normativa vigente, e, in caso po-sitivo, OMOLOGA la separazione consensuale, cioè conferisce piena

efficacia agli accordi.

La separazione giudiziale è meno celere e più costosa. Infatti si instaura un vero e proprio pro-cedimento civile, con tutte le im-maginabili conseguenze.Solitamente si inoltra il giudizio di separazione giudiziale allorquan-do l’altro coniuge non intende separarsi o si vuol far valere la co-siddetta “addebitabilità” della se-parazione; cioè uno dei due coniu-gi chiede al Tribunale di dichiarare l’altro coniuge come unico respon-sabile del fallimento coniugale. Infatti l’art. 151 del codice civile stabilisce che “il giudice dichiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto, a quale dei due coniugi sia addebitabile la sepa-razione, in considerazione del suo comportamento contrario ai dove-ri che derivano dal matrimonio”.Anche nella separazione giudizia-le è prevista l’udienza innanzi al Presidente del Tribunale, il quale adotta i provvedimenti tempora-nei ed urgenti nell’interesse dei coniugi e dei figli, cioè i provvedi-menti in ordine all’affidamento e mantenimento dei figli, assegna-zione della casa coniugale, all’asse-gno di mantenimento per i figli ed in favore del coniuge sprovvisto di adeguati redditi propri.Dopo l’udienza presidenziale, il giudizio si incanala nelle forme del giudizio ordinario e si conclude, dopo qualche anno, con una sen-tenza.Va ricordato, infine, che una se-parazione giudiziale, in corso di causa, può essere trasformata - in qualsiasi momento - in separazio-ne consensuale.

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TECNICHE DI AIUTO NELLA MALATTIA DI ALZHEIMERcorso organizzato in collabora-zione con l’Associazione Alzhei-mer Bari

CORSO DI PRIMO SOCCORSOcorso organizzato in collabora-zione con Croce Rossa Italiana

Tra il Sapere e il saper “fare”

Nell’ambito delle diverse attività svolte dall’Associazione Serena Assistenza, particolare impegno è dedicato alla Formazione Profes-sionale di operatori in ambito socio sanitario e assistenziale, sul territo-rio locale. L’impiego di risorse umane com-petenti, qualificate e motivate rap-presenta per ogni tipo di organiz-zazione l’elemento fondamentale che fa la differenza in termini di efficienza e qualità, ancor più nel settore dei servizi alla persona e, in particolare, dell’assistenza do-miciliare dove il fattore umano è indiscutibilmente l’elemento base per la realizzazione delle finalità sociali perseguite.Gli interventi formativi realizzati dall’Associazione Serena rientrano nel quadro di un impegno program-matico assunto dall’Organizzazio-ne e sono finalizzati alla diffusione e all’aggiornamento delle cono-scenze teoriche e al potenziamento delle competenze pratiche in ambi-to di assistenza domiciliare e, più in generale, di “tutela della salute”.Serena Assistenza si prende cura della “formazione continua” dei propri operatori/associati e del pe-riodico aggiornamento delle loro competenze professionali, moti-vandoli nel contempo a compren-dere pienamente il proprio ruolo, le finalità dei propri sforzi. Grazie alla disponibilità di ampi e confortevoli spazi idonei presso la propria sede, Serena Assistenza organizza corsi di formazione spe-cifici e a vari livelli aperti a tutti e, in particolar modo, rivolti a coloro che intendono accostarsi al mondo dell’assistenza e del volontariato, nonchè a soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione e nel sostegno fisico e morale degli anziani e/o delle persone non autosufficienti.L’operatore che si occupa di assi-stenza deve essere in grado di ge-stire a domicilio qualsiasi assisti-

to: dal disabile, all’autonomo, dal paziente lucido al paziente affetto da Alzheimer ed essere in grado di fornire risposte sempre più ade-guate e misurate alle contingenti realtà, disponendo, nel patrimo-nio delle proprie conoscenze e ca-pacità, del giusto connubio tra il “sapere”…e il “saper fare”..

Marilena Stufano

NUOVO CORSO:TECNICHE DI RIABILITAZIONE PER IL PAZIENTE CON MALAT-TIA DI ALZHEIMER

Per informazioni rivolgersi a:

Serena Gruppo AssistenzaDirezione Organizzativavia Amendola 174/A70126 Baritel. [email protected]

Associazione Alzheimer Barilargo Ciaia 3tel. [email protected]

Formazione professionale

ALZHEIMER ITALIA BARIla forza di non essere soli

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22 Castel Del Monte: messaggio di Pace...... Perdono e Felicità.Amici, mi chiamo Marco Bonifacio Di Marzo, sono nato e cresciuto a Bari (Japigia) ma vivo e lavoro a Londra da oltre 10 anni; la mia passione per la matematica non poteva non condurmi nel cimen-tarmi in una spiegazione, o per-lomeno, una possibile interpreta-zione, personale, ma pur sempre oggettiva, di Castel Del Monte; di cui, peraltro si  è recentemente ipotizzato che fosse stato disegna-to dal mitico matematico pisano Leonardo  Fibonacci. Orbene, prima di esporvi le mie ipotesi, una breve premessa ri-guardo la   planimetria, per chi non la conoscesse, e la geometria di tale  costruzione.  Non lontano dalla costa adriatica, in  Bari, nell’ entroterra della Mur-gia, si trova Castel Del Monte,  una imponente   costruzione con for-ma di ottagono <regolare>,con, al suo interno,un patio ottagonale, ed otto torri, anch’ esse ottago-nali, adiacenti la costruzione, si-tuate negli otto punti che forma-no l ‘ottagono esterno; vi è   una sola entrata, ad est, preceduta da due   scalinate separate; le torri esterne sono pochi metri più alte dell ‘ottagono   perimetrale; un altra particolarità: Le torri, e le stanze   interne al perimetro, non s ‘ incontrano mai tra di loro, nel senso che, una volta <scelto> uno dei due percorsi interni, non si po-trà mai incrociare o capitare in una stanza, o torre,dell ‘altro <percor-so>. Procederò, ordunque,nell ‘esporre la mia tesi, premettendo che, pur potendo essere   ancora lontano dalla verità,   ammesso che ce ne fosse una, potrò almeno   offrire varie et svariate chiavi di lettu-ra, le quali, se  prese come punto di partenza, potrebbero, magari, portare a qualcosa di molto più in-teressante. Castel Del Monte rappresenta il nostro Sistema Solare, in più,viene inoltre   indicato  un preciso mo-

mento in cui il nostro Sistema Solare formerà una particolare di-sposizione.Procedendo un passo alla volta, Castel Del Monte rappresenta quindi il nostro Sistema Solare in cui: -L‘ottagono interno inferiore rap-presenta  il Pianeta Terra.

-L‘ottagono interno superiore rap-presenta  il Cielo.

-L‘ottagono esterno perimetrale rappresenta  il Sole. 

-Le otto torri ottagonali   rappre-sentano  gli altri otto pianeti . 

Per l‘ottagono regolare,inteso sia come figura geometrica,sia come una precisa indicazione temporale, suppongo di poter combinare due circostanze ap-parentemente separate:

A) le   teorie sul particolare <al-lineamento> a forma di Croce, che riguarderà la Terra et tutto  il nostro Sistema Solare il giorno 21/12/2012. 

B) i messaggi temporali et spiri-tuali riguardanti Castel Del Monte : il quale  , secondo me, esattamen-te come le tre Piramidi d Gyza,   in-dica sia un preciso messaggio, sia una  precisa indicazione tempora-le.

Poichè l’ ottagono rappresen-ta, tra le tante cose, la combi-nazione di due coppie di rette ortogonali concentriche; que-ste due coppie dovrebbero in-dicare:A) L’<allineamento> a forma di Croce in cui, più precisamen-te,  la  Terra si troverà <al centro>, i pianeti Saturno et Marte, si tro-veranno, equidistanti, ai lati della Terra, la Luna si troverà   in dire-zione verso il Sole, sull’asse Terra-

Sole; e tutti gli altri Pianeti <die-tro> la Terra,in fila, per così dire, sullo stesso asse Terra-Luna-Sole . Intersezione ortogonale  tra  asse terrestre/equatore galattico .Quindi, durante questo particola-re arco di tempo, quello cioè rap-presentato  dall ‘ottagono    , biso-gnerebbe scegliere quale percorso intraprendere, poichè, una volta <entrati>   nel castello si puo de-cidere di rimanere nel perimetro interno, di raggiungere una torre ( alcune chiuse,altre portano sul terrazzo), oppure di raggiungere il patio interno all’ aperto .  Potrebbe essere che, metaforica-mente parlando, fino ad un certo tempo fa  stavamo tutti  fuori dal castello,ad un certo punto ci sia-mo trovati sulle scale   , per poi, una volta entrati nel castel-lo, prenderemo la decisione( e qualcuno,forse, l’ ha già presa) se:A)restare nel perimetro ottagona-le  interno. 

B)recarsi in una torre: per poi, re-stare nel suo interno, od invece, uscire sul terrazzo.

C)recarsi nel patio interno,all’ aperto.

Il Messaggio potrebbe essere il seguente : Colui il quale, diciamo così, non avrà la coscienza a posto, avrà quindi  paura d ‘uscire e resterà all interno.Al contrario, colui il quale, non ha niente da nascondere e da  teme-re, quindi in buona fede, andrà nel patio, sul terrazzo, o comunque si troverà, per sua decisione, all ‘aperto. Coloro i quali,  scelgano  la strada della Pace, dell’ Amore e  del Per-dono  si <salveranno>.Al contrario, ordunque, dei co-sidetti catastrofisti del 2012, la mia risposta personale, in accordo col messaggio di Ca-

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23Castel Del Monte: messaggio di Pace...... Perdono e Felicità.stel Del Monte sembra essere proprio la seguente:

Il Giusto vivrà mediante la Fede.Chi è in buona fede non ha niente da temere, anzi, dovrebbe esserne felice  e gioire per tale circostanza personale. 

Il mio pensiero liberale, rafforzato-si leggendo   Talete, Socrate,Pericle di Atene,  passando per Karl Pop-per et Voltaire et tanti altri,   mi porta ad esser curioso di sapere cosa voi, miei amici, ne pensiate di questo mio messaggio che pub-blicherò al più presto sul blog del mio amico Paolo: Eranuovail-blog.blogspot.com 

Ci saranno  di sicuro ancora tante cose da scoprire riguardo Castel Del Monte, con questo messaggio non cerco di dare risposte,bensì,creare nuove domande, nuove cuorisità e nuovi dubbi, non a caso i latini solevan dire:Ubi dubium, ibi Libertas.

Inoltre, Karl Raymund Popper dis-se: il dubbio fomenta l’ amore per la conoscenza.Io, citando nuovamente   la Sacra Bibbia, mi permetterei d’aggiun-gere:...Quando vedrete nel Cielo il Se-gno del Figlio dell’ Uomo ......Il Giusto vivrà mediante la Fede.  

Marco Bonifacio Di Marzo 10/10/10

 from South London  to Bari La città di S.Nicola

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L’Associazione Culturale Europea “Libri su misura” nasce nel 2003 con lo scopo di promuovere il libro in tutte le sue forme, quale anello di congiunzione fra società e cultura.Nei suoi primi passi si dedica a re-censioni, pubblicazioni, presenta-zioni di libri e mostre,ed alla pub-blicazione di un dvd sulla storia della nostra città , per i più piccoli.Nel 2004 realizza un progetto di scrittura, patrocinato dalla Regio-ne, Provincia e Comune di Bari, sfociato poi nella redazione di un libro, Le quattro stagioni, il cui ti-tolo non è casuale, ma scelto pro-prio per permettere al bambino che vive l’immutabilità dello scor-rere del tempo,all’interno di un reparto ospedaliero, sia pur solo idealmente, di dar vita alla loro memoria e animare suoni, colori e odori, elementi essenziali per la crescita.La diffusione di questo libro, fatta attraverso istituzioni dapprima, e in un momento successivo presso circoli privati, ci ha portato a rea-lizzare l’ulteriore progetto di una biblioteca stabile presso i reparti pediatrici dell’ospedale San Paolo e Policlinico di Bari. Questa iniziativa è da noi intesa non come un contenitore steriledi materiale cartaceo, ma come un vero e preprio laboratorio di scrit-tura creativa e lettura. I due siti sono frutto di un proget-to pilota che istituisce la “biblioteca in corsia”, operano al servizio di coloro che sono costret-ti a vivere per periodi di tempo, talvolta anche molto lunghi, in re-parto, usando criteri di imparziali-tà e rispetto delle varie opinioni e rendendo effettivo il diritto di cia-scunio alla lettura informazione e fruizione della cultura.All’interno di essa operano volon-tari che quotidianamente aprono i locali, e organizzano laboratori di scrittura assecondando le esigen-ze dei piccoli malati, affinchè pos-

sano dimenticare la loro realtà sia pure solo per un attimo.È sicuramente la realizzazione di questo progetto il nostro punto di forza, che ci motiva ad operare af-finchè avvenga la diffusione della cultura, come mezzo per la liberà dovuta ad ogni essere umano.

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Associazione libri su misura

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Una interessante scoperta verso un mondo a noi sconosciuto…il foglietto illustrativo.

Il termine bugiardino, utilizzato per indicare il foglietto illustra-tivo che accompagna i farmaci, è una formazione semanticamente e morfologicamente trasparente, sulla base dell’aggettivo bugiardo con il suffisso del diminutivo –ino, adatto sia in riferimento alle dimensioni dell’oggetto sia per attenuare con una vena di ironia l’appellativo di bugiardo. In que-sto processo si assiste al passaggio dall’aggettivo bugiardo, riferibile soltanto all’uomo come entità in grado di concepire e di dire bugie, a un sostantivo che invece indica un oggetto inanimato contenente un testo, per la precisione un te-sto informativo. Se queste restano soltanto ipotesi, non c’è dubbio in-vece che questo nome voglia pun-tare l’attenzione sulle prerogative di queste particolari “istruzioni per l’uso” che, soprattutto negli anni di boom della farmacologia, tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l’efficacia. Non erano quindi vere e proprie “bugie” quelle che vi si potevano leggere, ma nell’insieme il fogliet-to risultava un “bugiardino” che diceva piccole bugie o, meglio, ometteva informazioni importan-ti ma che potevano essere compro-mettenti per il prodotto. Consultare e naturalmente com-prendere il contenuto del bugiar-dino diventa, dunque, un atto fon-damentale di salvaguardia della propria salute. Negli ultimi anni, grazie a restrizioni legislative che hanno imposto regole più rigide per la compilazione dei foglietti illustrativi e anche grazie ad una maggiore attenzione dei consu-matori nell’assumere farmaci, sia-mo forse arrivati ad ottenere che siano riportate sul bugiardino tut-

te le notizie importanti riguardo al farmaco. Attualmente la critica più diffusa è che questi strumen-ti, rivolti ai consumatori quindi a non specialisti, restino comunque incomprensibili anche a una let-tura attenta e scrupolosa, sia per la tecnicità delle informazioni che offrono, sia per l’accumulo di noti-zie in così poco spazio. Definizioni come effetti collaterali, avvertenze e controindicazioni sono termini che abitualmente ritroviamo ogni volta che si assume un farmaco dato che sempre più si sta espan-dendo la necessità di leggere il fo-glietto illustrativo. Questo perchè un qualsiasi medicinale va preso con cautela anche quelli non pre-scritti dal medico vanno sommi-nistrati con criterio. Ad esempio i farmaci più utilizzati sono noti con il loro nome commerciale (quello inventato dall’industria produttrice) ma analizzandone la composizione è facile rendersi conto che prodotti commerciali diversi contengono il medesimo principio attivo, che è il nome del composto chimico che svolge l’azione farmacologica. Diversi, in-vece, possono essere gli eccipienti, ossia le sostanze inerti necessarie per rendere stabile e assorbibile il principio attivoAttualmente sulle confezioni e nei foglietti illustrativi che accom-pagnano le specialità medicinali sono segnate le dosi per due età: quella pediatrica (fino a 12 anni), e quella per adulti. E gli anziani?Le persone aumentano il consumo di farmaci col passare degli anni, le donne più degli uomini. In realtà un farmaco è quasi sempre una so-stanza chimica estranea all’orga-nismo che interagisce con cellule, membrane, tessuti, enzimi, me-diatori chimici ed esercita fatal-mente oltre agli effetti favorevoli che si ricercano, effetti collaterali. Di questo rapporto danno/benefi-cio si deve sempre tenere conto.

E in questo che l’anziano si diffe-renzia dal giovane: gli effetti tossi-ci sono molto più frequenti e gravi perchè un anziano non è uguale al giovane e all’adulto nè dal punto di vista del peso, nè da quello delle principali funzioni. In conclusione la categoria più debole va sempre tutelata perchè rappresenta una risorsa utile ai più giovani.

“La bellezza del volto è fuggevo-le, quella dell’intelletto, al con-trario, acquista sempre nuove attrattive col volger degli anni”. (S. Smiles)

Giusy Brescia

“Il bugiardino” come va letto??

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27Animazione a Villa Maria Martina

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SERENA...MENTEmagazine SERENA | numero 4 | anno 2010

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