SENATODELLAREPUBBLICAsipassa da299delgennaio a231,7deldi-cembre, con un andamento sovrapponibile...

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SENATO DELLA REPUBBLICA IV LEGISLATURA 588& SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO .... GIOVEDI 16 MARZO 1967 (Antimeridiana) Presidenza del Vice Presidente SPATARO INDICE DISEGNI DI LEGGE Annunzio di presentazione . Pago 31563 Per !'iscrizione :1ll'ordine disegno di legge n. 938: PRESIDENTE . o . o . . Lussu . . . o . . . . del giorno del 31596, 31597 31596, 31597 Discussione e approvazione: «Conversione in legge, con modificazlOni, del decreto-Iegge 4 febbraio 1967, no 8, con~ cernente: "Riapertura dell'ufficio della Con~ servatoria dei registri immobiliari di Fi~ renze"}) (2122) (Approvato dalla Camera dei deputati) (Procedura urgentissima): PRESIDENTE 31594, 31595 ARTOM o ........ 31592, 31594, 31595 FENOALTEA o . o . . . .. o o o o Pago 31593 MISASI, Sottosegretario di Stato per la gra~ zia e giustizia. 31593, 31595 POET, relatore oo. . o . . . . 31591, 31594 Seguito della discussione: « Convel sione in legge del decreto-Iegge 21 febbraio 1967, n. 22, concernente nuove di- sposizioni in materia di ritenuta d'accon~ to o d'imposta sugli utili distribuiti dalle società}) (2084): ARTOM. o . . o BERTONE, relatore . CONTI . . o . o MACCARRONEo . o PRETI, Ministro delle finanze . o 31571 . 31580 . 31578 o 31563 o 31584 TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200)

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SENATO DELLA REPUBBLICAIV LEGISLATURA

588& SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

....

GIOVEDI 16 MARZO 1967(Antimeridiana)

Presidenza del Vice Presidente SPATARO

INDICE

DISEGNI DI LEGGEAnnunzio di presentazione . Pago 31563

Per !'iscrizione :1ll'ordinedisegno di legge n. 938:

PRESIDENTE . o . o . .Lussu . . . o . . . .

del giorno del

31596, 3159731596, 31597

Discussione e approvazione:

«Conversione in legge, con modificazlOni,del decreto-Iegge 4 febbraio 1967, no 8, con~cernente: "Riapertura dell'ufficio della Con~servatoria dei registri immobiliari di Fi~renze"}) (2122) (Approvato dalla Cameradei deputati) (Procedura urgentissima):

PRESIDENTE 31594, 31595ARTOM o . . . . . . . . 31592,31594,31595

FENOALTEAo . o . . . .. o o o o Pago 31593

MISASI, Sottosegretario di Stato per la gra~zia e giustizia. 31593, 31595POET,relatore o o . . o . . . . 31591, 31594

Seguito della discussione:

« Convel sione in legge del decreto-Iegge 21febbraio 1967, n. 22, concernente nuove di-sposizioni in materia di ritenuta d'accon~to o d'imposta sugli utili distribuiti dallesocietà}) (2084):

ARTOM. o . . oBERTONE, relatore .

CONTI . . o . oMACCARRONEo . oPRETI, Ministro delle finanze .

o 31571

. 31580

. 31578o 31563

o 31584

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200)

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IV LegislaturaSenato della Repubblica ~ 31563 ~

16 MARZO 1967588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del Vice Presidente SP ATARO

P RES I D E N T E. La seduta è aper~ta (ore 10).

Si dia lettura del processo verbale.

S I M O N U C C I, Segretario, dà lettu~ra del processo verbale della seduta antime~ridiana del 14 marzo.

P RES I D E N T E. Non essendoviosservazioni, il processo verbale è appro~vato.

Annunzio di presentazionedi disegni di legge

P RES I D E N T E. Comunico che sonostati presentati i seguenti disegni di leggedi iniziativa dei senatori:

PERRINO. ~ « Modifica dell'artkolo 110 deltesto unico delle leggi sanitarie, approvatocon regio dec:reto 27 luglio 1934, n. 1265»(2130);

MILITERNI, BERLINGIERI e SPASARI. ~ « Au~torizzazione a vendere a trattativa privata,in favore dell'Ordine dei £rati minimi diS. Francesco di Paola, l'edificio patrimonialedisponibile dello Stato costituente l'ex Ca~serma "Domenico Moro" in Cosenza»(2131).

Seguito della discussione del disegno di leg-ge: «Conversione in legge del decreto-legge 21 febbraio 1967, n. 22, concernentenuove disposizioni in materia di ritenutad'acconto o di imposta sugli utili distri-buiti dalle società» (2084)

P RES I D E N T E. L'ordine delgiorno reca il seguito della discussione deldisegno di legge: «Conversione in leggedel decreto~legge 21 febbraio 1967, n. 22,concernente nuove disposizioni in materia

di ritenuta d'acconto o di imposta sugli uti-li distribuiti dalle società ».

È iscritto a parlare il senatore Maccarro~ne. Ne ha facoltà.

M A C C A R R O N E. Signor Presiden~te, onorevole rappresentante del Governo,onorevoli colleghi, il ritorno alla ritenutad'acconto, cioè alla normativa sostanzialedella legge del 29 dicembre 1962, è consi-derato da noi un fatto positivo. È noto chenel 1964, quando il Governo modificò, conun decreto~legge presentato assieme ad ungruppo di provvedimenti cosiddetti anticon~giunturali, il regime della cedolare, preve~dendo la possibilità del pagamento di unaimposta secca del 30 per cento e l'esclusionedell'obbligo della denuncia degli utili azio~nari ai fini dell'imposta complementare pro~gressiva sul reddito, abbiamo definito quel-l'atto una supina e irragionevole accettazio~ne del ricatto del grande capitale e abbiamoaspramente criticato, in linea tecnica e inlinea politica, il provvedimento adottato.

Che fossimo nel giusto lo dimostranol'andamento del dibattito parlamentare, ilcontenuto stesso della relazione di maggio-ranza governativa (il relatore Salari ha am-messo che il provvedimento veniva accet-tato come una necessità, obtorto collo) e gliinterventi anche dei colleghi della maggio-ranza. Il collega Cenini dette allora il pro~prio consenso nè con piacere, nè con entu~siasmo, ma costretto, come egli disse, dal-la constatazione dello stato degli investi-menti che passavano in gran parte attraver-so il meccanismo degli impieghi azionari.

A questo proposito il presidente Parri ri-cordava a coloro che invocavano questa ne-cessità come condizionante per l'adozionedi un provvedimento così assurdo e inaccet-tabile, le condizioni patologiche nelle qualifunzionano i mercati dei valori mobiliari,divenuti ormai centri di affari, di manovre,di speculazioni, il cui andamento non ha

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Senato della Repubblica IV Legislatura~ 31564 ~

16 MARZO 1967588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

più sostanzialmente alcun riferimento conl'economia reale del Paese, ma serve solocome mezzo polemico e giornalistico e comestrumento di pressione, dei ceti capitalistie del capitale finanziario che direttamenteinfluenza le borse, sui gruppi dirigenti poli-tici e sul Governo.

Si dice che la borsa sia il termometro del-l'economia, un termometro sensibile al qua-le tutti dovremmo guardare per avere indi-cazioni sull'andamento dell'economia delPaese. Il tono della borsa, le contrattazioni,il corso dei titoli sarebbero tutti indici del-l'andamento economico del Paese.

La realtà è che i corsi dei titoli di borsaseguono sollecitazioni che solo indirettamen-te si ricollegano all'andamento dell'econo-mia reale, se è vero, come è vero, che il no-stro Paese si trova attualmente, per ricono-scimento diffuso dei dirigenti politici, delGoverno e dei dirigenti dell' economia, in una;fase di ripresa, mentre da alcune settimane

~ otto o dieci ~ !'indice dei titoli azionariè crollato e continua a calare con una diffe-renza valutata intorno al 30 per cento.

I corsi dei titoli sono influenzati diretta-mente dalle manovre speculative, dai colpial rialzo e al ribasso assestati dai gruppi dispeculatori, da veri e propri giocatori diazzardo ben individuabili, che con voci, connotizie, con altri mezzi determinano le con-dizioni per i loro lucrosi guadagni, per veree proprie spoliazioni di piccoli risparmiato-ri ignari e impotenti di fronte ad un mecca-nismo che non controllano e non possono,allo stato attuale, in nessun modo control-lare.

Il collega Bonaldi e la destra politica han-no portato allora nella discussione sullacedolare secca la voce soddisfatta della de-stra economica. Il collega Bonaldi definì lacedolare secca assai favorevole per il rispar-miatore, capace di indurre effetti positivisul meccanismo borsistico. In effetti, seben ricordate, l'euforia della borsa duròassai poco e in generale l'andamento non sipresentò affatto migliore di quello deglianni precedenti. Seguendo l'andamento del-la borsa prima e dopo la modificazione del-la cedolare sulla base delle quotazioni mediemensili, fatta uguale a cento la media per il

1953, si ha nel 1960 391,2, nel 1961 446,8, nel1962 379, nel 1963 327,6, nel 1964 251,4. E,più particolarmente, nel 1963, dal gennaioal dicembre, si passa da 354,6 a 319,2, conuna diminuzione costante, mentre nel 1964si passa da 299 del gennaio a 231,7 del di-cembre, con un andamento sovrapponibilea quello del 1963.

Del ref\to gli studiosi di cose economichepiù seri avevano risposto esplicitamente, re-spingendole, alle tesi messe in circola-zione dagli ambienti interessat~ secondo cuil'adozione della cedolare secca del 30per cento sarebbe stata una misura oppor-tuna che avrebbe tonificato i corsi e provo-cato un nuovo clima borsistico. E il Forte,in un saggio redatto alla fine del 1963, e pre-sentato ad un convegno del National Bureauof Economic Research a Washington, nel-l'esame di varie proposte in tema di rifor-ma della cedolare, aveva preso in considel a-zione anche la proposta dell'istituzione diuna cedolare secca opzionale, sostenendo cheil provvedimento non avrebbe avuto nessuneffetto tonificante sulle borse italiane.

Se però la cedolare secca non ha avutogli effetti dichiarati in quella occasione dal-l'onorevole Tremelloni, e cioè il ravvivamen-to del mercato azionario, la formazione dirisparmio, !'incremento percentuale degli 111-vestimenti, se esso non è stato, come inveceha sostenuto l'onorevole Moro in Senato, unprovvedimento atto ad avviare il ristabili-mento dell'equilibrio del mercato dei capi-tali favorendo la formazione di risparmioe il suo afflusso al mercato dei capitali stes-si, si è però rivelato un provvedimento prov-videnziale per gli evasori fiscali. Il caso diun cittadino di Torino, certo Agnelli Gianni,laureato in giurisprudenza e di professioneindustriale, un fatto clamoroso per le pro-porzioni della evasione, per la notorietà delsoggetto, per !'impudenza delle argomenta-zioni con cui è stata giustificata la scan-dalosa evasione, mi pare abbastanza pro-bante per dare corpo alle denunde fattedal .nostro Gruppo al momento dell'istitu-zione della cedolare secca, e non certo, ono-revoli colleghi, per preconcetta posizione dicritica verso tutto quello che viene o chenon viene dal Governo di centro-sinistra, ma

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per obiettiva valutazione degli effetti pre-vedibili di una certa politica.

Il collega Maier giudicò allora con trop-pa severità, ma anche in modo eccessivamen-te frettoloso, l'accusa fatta dal banchi delnostro settore dal collega Pesenti. Credoperò che sarebbe assai utile al collega Maiere a tutti noi poter documentare analitica-mente, e non solo in termini di gettito glo-bale, che cosa ha significato in realtà, intermini di minori tassazioni di utili azionariin sede di complementare, l'adozione dellacedolare secca. Questa statistica è abbastan-za facile a realizzare, onorevole rappresen-tante del Governo, e credo che il Ministroamabilmente, come è sua abitudine, non civorrà privare nella sua replica del piacere '

di ascoltare notizie sull'entità del regalofatto in questi tre anni di regime secco aigrossi capitalisti del nostro Paese.

Infatti chi ha scelto di pagare il 30 percento pur di sottrarre, come legittimamen-te era autorizzato a sottrarre, alle denunciein complementare gli utili azionari non ècerto nè il piccolo risparmiatore, nè il pic-colo possidente, nè il percettore di un red-dito medio: è il grossissimo azionista che,pagando la cedolare secca, poteva ottenereuno sgravio di imposta assai considerevole.E vi risparmio l'esemplificazione e la dimo-strazione del gioco delle aliquote differenzia-li per sostenere questo assunto.

Dunque il vantaggio di una cedolare sec-ca del 30 per cento era riservato a contri-buenti con redditi personali altissimi, nonalla massa degli altri risparmiatori che, sidiceva, dovevano essere incoraggiati a con-vogliare i loro risparmi verso i mercati mo-biliari e in particolare verso il mercato azio-nario. E dunque, giustamente dal loro pun-to di vista, i redattori e i commentatori delgiornale confindustriale «24 Ore» hannocondotto una campagna contro il ritornoal regime normale della cedolare d'accontoed hanno insistito per la proroga della « sec-ca opzionale », consigliando di badare mol-to all'atteggiamento psicologico degli ita-liani piuttosto che al rispetto di princìpiinformati a formule astratte di progressione.

« Si tratta di governare un popolo secon-do i propri caratteri »: è quanto in sostanzaconsigliano questi commentatori! Quanto

« popolo» facciano i grossi detentori di pac-chetti azionari lo lascio immaginare a tuttivoi!

Il Governo è stato accusato di demagogiae di cedimento sotto la preoccupazione diragioni elettoralistiche alla pressante richie-sta delle ali sinistre; nè sono mancati gli elo-gi all'onorevole Preti, alle sue lungimirantiresistenze ed a quelle dell'onorevole Colom-bo, che, per giustificare la sua non eccessivarigidezza, ha fatto sapere che la decisione dinon prorogare il regime secco è stata politi-ca e non tecnica, dando evidentemente al-l'aggettivo «politico» un senso di conve-nienza dispregiativa, in contrapposto allapiù equilibrata conclusione che poteva ave-re la vicenda se fosse stata vista più saggia-mente dai tecnici.

Preoccupato di non dare fastidi politicial Governo, il Presidente della Confindustriaha espresso un giudizio più moderato, delresto presente anche nell'atteggiamento inCommissione dell'onorevole Basso, esponen-te autorevole della Confindustria. Il presi-dente Costa chiede un nuovo regime fiscaleche abolisca le sperequazioni esistenti, manega che provvedimenti come quello chestiamo discutendo siano tali da lasciare bensperare. Può essere giusto, egli afferma, conbuona pace dei chiosatori di «24 Ore », innome della progressività delle imposte, abo-lire la cedolare secca; ma per essere onesta-mente conseguenti bisognerebbe abolire ognidifferenziazione di trattamento tra titoliazionari e titoli di Stato e obbligazionari.Egli preferisce insistere sulla richiesta dimodificazioni e aggiustamenti che compen-sino gli svantaggi della cessazione del regi-me secco, e insiste molto sulla necessità,perduta la battaglia sul fronte della cedo-lare secca, di ottenere modificazioni all'in-terno del sistema, specie per quanto riguardale agevolazioni a favore di capitali esteri ocosiddetti «esteri », che tra l'altro rappre-sentano una delle larghe maglie della cedo-lare d'acconto, attraverso cui sono passati epasseranno, come vedremo, i pesci grossidella grande speculazione e dell' evasioneprofessionistica.

Bisogna dare atto, anche se ciò è unaconferma di quanto prima abbiamo riferito,ai compagni della sinistra socialista della

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IV Legislatura

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coerenza e della decisione con cui è statacondotta da loro, all'interno della maggioran-za, la battaglia per l'abolizione della cedola-re secca opzionale. Bisogna riconoscere,compagni socialisti, che l'appoggio avutodall'opinione pubblica e la campagna da noicondotta insieme a voi su questa questionehanno avuto il loro effetto e sono convintoche altre battaglie importanti potrebberoessere condotte su numerose questioni deci-sive della vita del Paese, condotte e conclu-se con successo, se vi fosse sempre nelloschieramento di sinistra della maggioranzacoerenza e fermezza, se la battaglia condottaall'interno della maggioranza fosse collegataanche con le aspirazioni e le istanze di cuinoi, opposizione di sinistra, siamo portatorie se, senza confusioni e senza equivoci, macon le distinzioni e le differenziazioni real-mente esistenti, le nostre forze potesserosempre concorrere alla formazione della ne-cessaria volontà politica nel Parlamento enel Paese.

Nè sembri superfluo ricordare ciò se siconsidera che il provvedimento che stiamoesaminando richiede proprio una decisionee un risolutivo apporto di forze per esseremigliorato, per evitare che un atto sostan-zialmente positivo sia svuotato e snaturatodalla introduzione in esso, in modo apertoo surrettizio, di norme inaccettabili; perchèonorevoli colleghi, il ritorno puro e semplicealla legge del 1962 non sarebbe stato ugual-mente soddisfacente. È da ricordare comeessa fu definita allora qui in Senato. Il col-lega Roda, dopo aver definito il provvedi-mento astruso e complicato, affermava chein ogni caso sarebbe stata una legge-crivel-lo dalla quale paradossalmente sarebberosfuggiti i pesci grossi, mentre sarebbero ri-masti intrappolati i piccoli. Il collega Ma-riotti riteneva che tutto il congegno di attua-zione del tributo offrisse enormi possibilitàdi evasioni. Il collega Trabucchi, pur nellaveste di Ministro delle finanze, riconoscevache indubbiamente si sarebbero avuti deitentativi di frode, indiscutibilmente la ne-cessità di tornare altre volte davanti al Par-lamento per chiudere le porte che l'esperien-za ci avrebbe fatto vedere che sarebbero ri-maste aperte. Il nostro presidente Bertone,

anche allora relatore, definì la legge un pri-mo tentativo, una legge nuova che, cometutte le cose nuove, avrebbe avuto bisognodi essere sperimentata, provata e quindi per-fezionata.

Onorevole rappresentante del Governo, emi dispiace di non potermi rivolgere al mi-nistro Preti che probabilmente ha esauritotutta la sua pazienza nella seduta di ieripomeriggio...

C O L O M B O, Sottosegretario di Statoper le finanze. Il ministro Preti non è anco-ra venuto, ma non tarderà. Comunque gliriferirò esattamente sul suo discorso.

M A C C A R R O N E. Grazie. Ono-revole Sottosegretario, il Governo e lamaggioranza di centro-sinistra in qual con-to hanno tenuto questi giudizi, tutti pro-venienti non da parte nostra, ma dall'inter-no stesso della maggioranza (quindi giudizinon sospetti)? Il Governo, dopo poco piùdi un anno di applicazione di quella legge,anzichè proporre i perfezionamenti che era-no stati riconosciuti necessari, anzi ovvi,molti dei quali suggeriti con ampiezza diformulazione e con concretezza dalla no-stra parte che con numerosi emendamenti,oltre che con un chiaro e fondamentale di-scorso del collega Pesenti, cercò di contri-buire al miglioramento ulteriore della leg-ge, è andato proprio nella direzione oppo-sta a quella indicata dal Parlamento, ha ap-plicato la cedolare secca che, è vero,facilita il sistema d~lla riscossione, evi-ta i rimborsi, ma che, come ha afferma-to nella sua relazione al disegno di leggedel 1962 con tanta autorità e con tanta chia-rezza il presidente Bertone, urta duramentecontro il principio che sta alla base dellanostra legislazione e cioè contro il carat-tere progressivo dell'imposta generale, im-pone violazioni di princìpi fondamentali del-la nostra legislazione. La secca ~ si disse an-cora allora ~ sacrifica i detentori di piccolipacchetti, favorisce il disinvestimento dicapitali e la tendenza a cercare beni di ri-fugio specie nel settore delle aree fabbrica-bili. Il ritorno alla cedolare d'acconto però,onorevoli colleghi, se da un lato è un fatto

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positivo perchè elimina la scandalosa situa~zione creata dal regIme opzionale introdottonel 1964 e dall'inammissibile evasione lega~lizzata dal pagamento della complementarein virtù dell'articolo 2 di quel decreto~legge,se ripropone, con ancora quattro anni diritardo rispetto al momento in cui era sta~ta introdotta nella nostra legislazione unanormativa più precisa con lo scopo di col-pire gli evasori, il problema della tassazionediretta ed in partIcolare il problema dellatassazione della ricchezza mobiliare, segnatuttavia e sottolinea davanti a tutto il Paeseil fallimento della politica tributaria delcentro-sinistra, fallimento di cui siete co~scienti, ma che non tentate nemmeno diattenuare come avreste potuto, cercando diintrodurre nel decreto che stiamo esamina~do le correzioni che vi avevamo proposto,che l'opinione pubblica democrativa avevacondiviso, che studiosi autorevoli avevanosuggerito e prospettato; fallimento docu-mentato dalle vostre stesse analisi sull'in-giustizia sostanziale del nostro sistema tri~butario, sull'incapacità di far fronte, allostato attuale, ai bisogni che si sono manife:stati in tutto il settore dell'amministrazionelocale, sui limiti per la parte contributivadel sistema di far fronte alle necessità stessedel sistema previdenziale, sull'eccessivo pe~so dell'imposizione indiretta (nel 1963: 56,9per cento; nel 1964: 58 per cento; nel 1965:58,8 per cento; nel 1966: 58,4 per cento) neiconfronti di quella diretta (nel 1963: 22,2per cento; nel 1964: 19,9 per cento; nel 1965:19,4 per cento; nel 1966, dati di previsione,21,1 per cento), sulla constatazione di unostato veramente scandaloso e consideratonormale e diffuso di evasione fiscale.

Di questo sistema nulla è stato modificatoin questi anni e nulla verrà modificato en~tro questa legislatura, se si eccettua la vo-stra intenzione di inasprire le imposte diconsumo per far fronte ad alcune parzialinecessità della finanza locale, e inasprireancora le imposte indirette con una pres-sione ulteriore del torchio tributario. Forsevi ripromettete ancora qualche vantaggionel gettito della complementare, tassandoal millesimo e con le aliquote elevate chetutti sappiamo i redditi fiscali subordinati

che non fuggono all' occhia acuta del fisco,anche perchè non vi è segreto per i libri-paga dove sono segnati i modesti guadagnidi chi lavora, mentre ancora vi è un segretogeloso e intangibile sui libri delle aziendedi credito che amministrano e custodisconoi depositi dei detentori dei capitali.

In questo ritorno alla legge del 1962 per-tanto qualche correzione si rende necessa-ria, come, ad esempio, indubbiamente quel-la che riguarda il cosiddetto smantellamen-to dell'articolo 17 della legge 5 gennaio 1956,operazione definita realistica dall'onorevo-le Alpino alla Camera dei deputati e chetrovò tanti consensi anche nella destra del~l'Assemblea qui in Senato. Con esso si è in~ferto un grave colpo alla nominatività deititoli, perchè si è consentito di evitare la re-gistrazione dei vari movimenti dei titoli pri-ma e dopo !'incasso della cedola, per cuila nominatività non è completa, non serve,come invece dovrebbe servire, anche ai finidel pagamento di altre imposte oltre la com-plementare. Per la modifica dell'articolo 17'si sono addotte varie ragioni, tutte però cir-coscrivibili alla difficoltà della rilevazioneda parte dello schedario centrale dei nume-rosi passaggi, agli oneri materiali indotti su-gli operatori tanto da scoraggiare l'aliena~zione a titolo temporaneo. In éffetti l'artico~lo 17 era già stato reso inefficace dall' ano-revole Andreotti con una circolare che ave~va autorizzato a non considerare soggettoa denunzia il cosiddetto riporto staccato,cioè una specie di riporto settimanale con-siderato quasi come un contratto a contan-ti. In realtà questo riporto, come quello inuso prima dell'entrata in vigore della leggedel 1956, veniva prorogato di settimana insettimana operando ai fini dello schedariogenerale come un vero e proprio cantrattoa contanti.

Ma è proprio vero che con i sistemi elet-tronici oggi introdotti per la formazione el'aggiornamento dello schedario dei titoliesistono ancora difficoltà, esistono ancoragli inconvenienti che esistevano all'epoca incui le registraziani erano fatte a mano (contutti gli inconvenienti e le possibilità di er-rore) o con il sistema meccanografico? Noiriteniamo di no, riteniamo anzi che sia

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l V Legislatura

588a SEDUTA (antime.rid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

profondamente ingiusto rinunciare a un con-trollo sui passaggi dei titoli, quindi all'effet-tiva nominatività dei titoli, limitando laregistrazione soltanto al momento della ri-scossione degli utili. Riteniamo che con ciòsi rinunci a un controllo effettivo e quindialla tassazione sui guadagni in capitale cherappresentano l'obiettivo e il risultato delletransazioni di borsa e dell'attività specula-tiva della generalità degli operatori, guada-gni che si ha interesse a controllare nonsolo ai fini fiscali, ma anche per introdurreuna remora alla libertà sfrenata di specula-zione che oggi domina la borsa.

Opportuno e necessario, secondo noi, è ilripristino della norma in base alla qualevenivano esonerati dal pagamento, dell'ac-conto i modesti risparmiatori possessori dititali azionari, ma con reddito, inferiore allimite di tassabilità per la complementare.Opportuna è l'equiparazione dei titoli al por-tatore emessi in borsa per disposizione del-le regioni a statuto speciale ai titali al por-tatore degli stranieri, anche se a questo pro-posito vi è da aprire un lungo discorso lacui sostanza è un invito al Ministro delle fi-nanze a mantenere oggi !'impegno assun-to dai suoi predecessori per impedire, contutti i mezzi a sua disposizione o promuoven-do le norme idonee, che sotto il nome di ca-pitali di persone non residenti in effetti sicelino, come si sono celati in passato, capi-tali di cittadini italiani. Infatti il pagamen-to di una cedolare secca del 30 per cento èconsiderato favorevole e sarà ricercato datutti coloro che, come hanno fatto nel passa-to con grande facilità, vorranno ancora sot-trarre al controllo del fisco italiano il red-dito dei loro capitali, non soltanto con ilcontrabbando di valuta e l'acquista in Sviz-zera o nel Liechtenstein, satta nome stra-niero, di una società straniera apportuna-mente costituita a di una banca straniera,dei titoli venduti in Italia, ma anche lucran-do sui saldi tra prezzi di importazione gon-fiati e prezzi di esportazione tenuti eccessi-vamente bassi, oppure utilizzando il flussodi valuta del turismo. Mezzi tutti facilmen-te riconoscibili nell'andamento della bilan-cia can l'estero, in questi ultimi anni, pereffetto, diretto della manovra di capitali ese-guita per evadere il fisco,.

Il presidente della Confindustria è dalsuo punto di vista allarmato per il tratta-mento riservato al capitale estero. Egli vuoleagevolazioni ed attenuazioni, perchè sa, do-po avere accettato in tesi di essere sconfit-to sulla linea della cedolare secca, che que-sta della « esterificazione dei capitali italia-ni» reintrodotti in Italia sotto nome diver-so rappresenta la via agevole che gli evasoridell'alta finanza italiana possono percorreree percorreranno.

« Non è giusto ~ dice il presidente Co-sta ~ che i capitali esteri, oltre alle impostesul reddito realizzato in Italia, paghino unaimposta surrogatoria di imposte personaliche i cittadini stranieri devono pagare nelproprio Paese, allo stesso modo che i cit-tadini italiani devono pagare Ìin Italia le

I imposte personali per i redditi realizzati al-l'estero. È strano che, mentre si colpisce ol-tre il limite del giusto il capitale estero chesi investe in Italia, si facciano agevolazionieccessive a favore di ditte straniere che conun minimo di capitale si radicano in Italia.Dobbiamo rallegrarci che aziende straniereportino capitali ed esperienze di lavoro nelnostro Paese; radicate in Italia, è giusto cheesse godano gli stessi diritti delle aziendeitaliane, ma un proporzionato apporto dicapitale dovrebbe essere richiesto per con-cedere ad esse il beneficio di leggi speciali.L'azione combinata in senso contrario dilarghe facilitazioni ad aziende straniere chevengono in Italia e di forte tassazione suiredditi ricavati, non può non avere altro ri-sultato che ridurre al minimo l'apporto dicapitale che sarebbe invece auspicabile nel-la piÙ elevata misura ».

Quali. garanzie può dare il Governo a que-sto proposito? Quali novità, quali perfezio-namenti dei meccanismi in atto, imperfettie deludenti, possono essere apportati perevitare che tutto ciò si verifichi? Da questopunto di vista il decreto che esaminiamo,non attenua affatto le nostro preoccupazio-ni, anzi fa crescere le nostre perplessità pro-prio perchè ormai non si tratta piÙ di ipo-tesi, di illazioni, ma di realtà, di fatti che sisono verificati e che si verificano, di feno-meni largamente studiati.

Ma se nulla di nuovo vi è, a questo propo-iito, nel decreto in eiame, qualcosa di nuova

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vi è pure su cui occorre soffermare un mo-mento l'attenzione. Con l'articolo 6 del de-creto-legge in esame si è aggiunto infatti al-l'articolo 10 della legge 29 dicembre 1962,n. 1775, un articolo lO-bis con il quale siintroduce una esenzione dalla cedolare sec-ca per gli utili spettanti a persone giuridi-che pubbliche o fondazioni, esenti dall'im-posta sulle società, che hanno esclusivamen-te scopo di beneficenza, educazione, istruzio-ne, studio e ricerca scientifica; sotto alcunecondizioni limitative che attengono alla pro-cedura da seguire per ottenere l'esonero.

La relazione non dice molto sulla porta-ta di questa norma; ma, dopo averla de-finita conforme al sistema generale già inatto per queste istituzioni, avverte con sag-gia prudenza ~ e non poteva essere diversa-mente dato che relatore è il presidente Berto-ne ~ che evidentemente essa è da attuarsicon tutte le cautele e le norme nece~sarie adimpedire frodi che privati potrebbero ten-tare con trapassi provvisori dei loro titolia tali en ti.

Noi abbiamo posto con chiarezza e consenso di responsabilità, nell'esame in Com-missione e riproponiamo qui in Aula, il pro-blema della portata di questa esenzione,perchè se è vero ~ come autorevolmente faosservare la rivista ufficiale del Ministerodelle finanze ~ che «il prelievo fiscale at-tualmente sottrae mezzi finanziari alle fina-lità sociali e assistenziali delle istituzioni in-teressate e può indurre al disinvestimentodi notevoli capitali dal settore azionario »,non meno vera, e per noi più interessante,è la successiva ammissione che la contribu-zione richiesta alle istituzioni ed enti è pie-namente giustificata dal principio dell'asso-luta generalità della ritenuta e dalla necessi-tà di non creare zone franche di tributo,verso cui si sarebbero sicuramente convo-gliati, a fini evasivi, notevoli possessi azio-nari.

Da queste considerazioni riferite, emergequalche cosa di più della responsabile esaggia cautela del nostro relatore; emergela certezza che si creeranno sacche di con-fluenza di possessi azionari col fine di sot-trarsi alla imposizione fiscale. Si intuisceanche che g1i attuali capitali azionari, esen-

tati dalla cedolare secca in base all'articolo6, sarebbero notevoli. Dunque non un'esen-zione marginale che interessa pochi casidi istituzioni ben note nelle finalità e nelfunzionamento, ma una categoria di enti lacui vastità e varietà è ben conosciuta, i cuipossessi attuali sono notevoli e che, preve-dibilmente, incrementeranno, per evidenti enon lecite ragioni, i loro capitali.

Credo che il Ministro dovrà direi, ancheperchè gli è stato chiesto, le dimensioniquantitative, la portata reale di questa pro-posta e, certamente, meglio sarebbe statose il Senato avesse potuto conoscere giàanaliticamente l'area di operatività dellanorma. In particolare sarebbe stato oppor-tuno precisare, già nella norma o nella re-lazione, quanto il Ministro ha già precisatosu nostra richiesta in Commissione, che gliutili da esonerare non sono solo quelli de-gli enti specificati all'articolo 6, ma anchequelli di altri enti a questi assimilati dal-l'articolo 29 lettera h) del Concordato checosl recita: «Ferme restando le agevola-zioni tributarie già stabilite a favore deglienti ecclesiastici dalle leggi italiane fin quivigenti, il fine di culto e di religione è atutti gli effetti tributari equiparato ai finidi beneficenza e di istruzione ».

Qui, come si vede, l'orizzonte si allargae non è prevedibile di quanto, non è preve-dibile quali siano i confini di questo esoneronerchè, se varia e numerosa è la famigliadelle persone giuridiche pubbliche e dellefondazioni di beneficenza, educazione, istru-zione, studio, ricerca scientifica inserite nelnostro ordinamento giuridico, altrettantovaria e ben più numerosa è la famiglia deglienti ecclesiastici ad esse assimilati, non sol-tanto in forza dell'articolo 29 lettera h) peri fini di culto e di religione che sono, in ognicaso, incontestabilmente i fini propri di ogniente ecclesiastico, ma anche per la loro stes-sa natura giuridica.

Afferma Jemolo nelle lezioni di diritto ec-clesiastico 1959. p. 213: «L'ente ecclesiasticosarà persona giuridica, riconosciuta tale daldiritto dello Stato, che sia inquadrata nellacostituzione della Chiesa, riconosciuta daquesta come una sua cellula. E, data la strut-tura gerarchica della Chiesa cattolica, con

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rigorosi controlli e stretta subordinazione aisuperiori, non potranno esserci dubbi sulsussistere o meno di questo inquadra-mento ».

E soggiunge ancora a pago 212 delle stesselezioni: «Questa personalità giuridica è ri~vendicata soprattutto al fine di assicurareche in nessun caso beni od interessi perti-nenti a finalità ecclesiastiche, rimangano sen~za un titolare. Sarebbe peraltro difficile ri-scontrare in fatto dei beni che siano dellapersona giuridica Chiesa.. I beni (e gli interes~si giuridici) fanno invece capo nei casi che siriscontrano ad una od all'altra delle svariatepersone giuridiche ecclesiastiche; e nellaChiesa vige poi quel tipico sistema benefi~ciario per il quale ad ogni ufficio suole essereunita una fondazione destinata a fornire imezzi di sostentamento al titolare dell'uffi~cio, che è al tempo stesso il destinatario,l'amministratore e il rappresentante dellafondazione ».

E si badi bene che per gli enti ecclesiasti~ci non può farsi luogo ad un elenco, nè puòritenersi 1'esistenza di un limite nel nostroordinamento, se non in casi eccezionalissi~mi, sia per motivi ovviamente intuibili diopportunità politica che per ragioni giuridi~che. A questo proposito il Del Giudice (Ma-nuale di diritto ecclesiastico 1959, p. 238) di~ce testualmente: «Nell'attuale legislazionequalunque istituto ecclesiastico, ove non sitrovi già provveduto di personalità giuridicadvile, può conseguirla con apposito provve~dimento dell'autorità dvile qualora sia inpossesso di requisiti ai quali il diritto co~mune e le norme speciali condizionano laconcessione di tali capacità ».

Questo principio è contenuto nell'artico-lo 3 del Concordato il quale dispone, da unpunto di vista generale: «L'erezione di nuo~vi enti ecclesiastici o associazioni religiosesarà fatta dall'autorità ecclesiastica e il lo-ro riconoscimento agli effetti civili sarà fat~to dall'autorità civile », senza alcun limiteed eccezione, perchè all'articolo 29, letterad, è statuito che « sono ammesse le fonda~zioni di culto di qualsiasi specie ».

Nè d interessa, evidentemente, discuteresulla natura di ente pubblico dell'ente eccle~siastico, questione sulla quale la dottrina è

divisa, ammettendosi da taluni e negando sida altri, poichè qui ci interessa l'ammissi~bilità dell'esenzione fiscale per gli enti eccksiastici, sulla quale il Ministro non ha dub~bi e sembra non aver dubbi la maggioranzadella Commissione.

Dirò subito che noi siamo assolutamentecontrari ad aprire una ferita così grave edalle conseguenze così imprevedibili nel si-stema di norme della legge 29 dicembre1962. Non è estranea alla nostra contrarietàl'esistenza di una controversa questione,quella della cosiddetta « cedolare vaticana »

aperta da una circolare ministeriale di dub~bia opportunità e oggetto di scambi di note,tra il nostro Paese e la Santa Sede, sottopo~ste all'approvazione ed esecuzione della Ca~mera dei deputati con disegno di leg!!e nu~mero 1773 presentato dal Governo il 26 ot-tobre 1964 e non ancora discusso.

La sostanza del problema, che va sotto nnome di « cedolare vaticana » è, com'è noto,la richiesta di esonero dal pagamento dellaritenuta d'acconto o di imposta istituita conlegge 29 dicembre 1962, n. 1745 ~ quelladi cui stiamo discutendo ~ « sugli utili inqualsiasi forma e sotto qualsiasi denomina~zione distribuiti dalle società e spettanti al-la Santa Sede »; denominazione Questa nel~la quale debbono comprendersi il SommoPontefice e le Sacre congregazioni, i tribu-nali e gli uffici centrali e una serie assailunga di aJtre istituzioni, forse incompleta~mente riferita nelle stesse circolari mini~steriali esnIicative dell'articolo 29, lettera a),del Concordato.

A parte la questione sollevata acutamen~te da Jemolo, a commento dell'articolo Ildel Trattato del Laterano, e secondo il Qualepuò discutersi se gli enti centrali della Chie~sa ivi indicati debbano o non considerarsienti italiani (auestione che lasciamo alla di-scussione di dottrina) sembra necessario di-re che sussiste una delicata questione di ca~rattere politico e di correttezza che il Se~nato deve anprezzare poichè. pur essendoformalmente diverse le questioni che sonooO'P'etto del disegno di legge n. 1773 e auellec'!1e formano oggetto della nostra discussio~ne. nella sostanza si tratta di esentare nel~

l'un caso e nell'aJtro dall'assoggettamento

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ad un determinato regime tributario benidella Chiesa, cioè dei singoli enti ecclesiasti~ci che compongono la Chiesa universale che,com'è noto, non possiede direttamente maproprio a mezzo di enti ecclesiastici.

Sembra quasi di trovarsi, onorevoli col~leghi, di fronte ad una moneta con due fac~ce identiche che consenta a chi la lanci inaria di vincere sempre il giuoco, poichè nonv'è dubbio, dal punto di vista sostanzialee comunque venga risolta la questione diprincipio, che gli utili spettanti ai capitalidella Chiesa investiti nelle società potrannoessere esentati vuoi che i titoli, intestati al~la Santa Sede e agli uffici centrali, sianoesentati in forza della ratifica dello scam~bio di note, vuoi che i titoli intestati o daintestare agli enti ecclesiastici di cui al~l'articolo 29, lettere a) e b) del Concordato,e agli altri che possono essere promossi ericonosciuti dallo Stato, siano esentati, inforza dell'articolo 6 del presente decreto,per analogia.

In ogni caso e concludendo, onorevoli col~leghi, a noi sembra opportuno che il Senatonon sia posto di fronte, direttamente o in~direttamente, ad una situazione pericolosae contraddittoria poichè di questa questio~ne, nella sua sostanza, si sta occupando laCamera dei deputati ed è opportuno e giu-sto che essa sia affrontata e risolta nellasede più consona e nei modi più diretti; poi-chè questa questione verrebbe da noi valu~tata di riflesso per l'estensione analogicadell'applicazione di una norma non sappia~ma quanto applicabile nel senso detto dalGoverno, e soprattutto i cui effetti è difficileconoscere e prevedere; poichè mi pare op-portuno, in materia tributaria e di esenzionitributarie, non emanare norme i cui effet~ti siano difficilmente prevedibili e valuta~bili.

A noi sembra opportuno e preferibile chel'esame e il voto su questo disegno di leggesi conduca e si concluda con molta chiarez~za e con l'assunzione di precise responsabi-lità nella valutazione della legge nel suo in-sieme e nelle singole parti; valutazione chenon potrebbe essere serena e completa setutti noi non fossimo posti in grado di di-scutere e giudicare, dopo aver sgombrato ilterreno da questioni interposte in modo sur~

rettizio e indiretto, per chiudere con il voto,come mi auguro che avvenga, la triste paren~tesi aperta con la cedolare secca del 1964.(V ivi applausi dall' estrema sinistra. Congra~tulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatOl'e Artom. Ne ha facoltà.

A R T O M. Signor Presidente, onorevolerappres1entante del Governo, onorevoli cone>-ghi, pochi giorni prima del 21 febbraio, palr-lando in quest'Aula, io osservavo ai colleghidi parte comunista, che avevano lamentatol'uso e l'abuso dei decreti-legge fatto dal Go-verno di rcentro~sinistra e ne avevano sotto-lineato i pericoli, come non fosse possibileprevedere che il Governo cessasse da questoUJsoed abuso perchè, se la formula di centro~sinistra è certamente una forma monoliticache rappresenta una insdndibile unità, in ta~le inscindibile unità vi sono delle pkcole cre-pe, delle piccole differenziazioni, ragion percui i partiti che compongono il cerrtro~sini~stra usano litigare su ogni questione che ab~bia una certa importanza e questa lite pro-lungano fino a quando non vi sia una sca-denza che imponga una soluzione: allo~a illpiù debole tra i due <litiganti oede.

Se mi sono permesso di fare ,cosa pocoelegant1e, citando me ,stesso, è perchè que~sto richiamo può servire a spiegare i mo'tiviper cui io non posso associarmi a quantohanno detto i colleghi Roda e Nencioni, chehanno quasi prospettato una complkità delGoverno in materia di aggiotaggio, quasi chel'implrovvisa decisione, presa dopo tante in~certezze, dopo tanto silenzio, dopo tan'te vo-ci corse in un senso e nell'al1Jro, fosse stataadottata proprio per provocare una crisi diborsa favorevole a medt1e, ,f,acili speculazio-ni e io non credo che sia stato così.

È mia convinzione che il ricorso ai de-cretiJlegge, alla vigilia delle scadenze e sol-tanto quando le scadenze impongono assolu-'tamente una decisione, costituisca una debo-lezza del sistema politico che ci governa, enon uno strumento inteso a mascheirare spe-culazioni illecite.

Resta però il fatto, giustamente iCOnstatatodai colleghi, che questa incapacità del Go-verno di coordinare e di contemperare le due

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forze, nel cui contrasto si esprime la v1tapolitica del Governo ,steslso, porta a 1Javorkegli aggiotaggi, le speculazioni illecite, e quin~di soprattUltto porta ,a facilitare guadagninon giustificati, moralmente illeciti. Casì,con la sua inca.pacità di decidere, di conldur~re una Isola polit>ica unitar'~a, questo Gover~nOi si ,as,sume de!lle gr(jsse responsabilità.

Noi abbiamo visto in tema di fiscalizza~zione degli oneri sociali il Ministro del teso-ro presentarsi alla grande assemblea dellaCanfindustria, a solennemente annunciareche questa provvedimento, inizialmente pre-'So :per ["ag~aTIiidi congiuntura, in formaprovVisoria con un finanzi:amento transito-rio, sarebbe diventato un rprovvedimel11to acara.ttere definitivo, definitivamente illlseriltonel nostro complesS'oleg~slativo per dIare'Ulnalinea nuova, una car3itterizZJazione nuo-va a tutto il sistema delle ,lleggi socia;1Ii.Ah~biamo vi'sto, dopo queste dichiaraziani cosìsolenni, casì gmvi, cOlsìfor:mal~, ,seguire unadecisiane del Consig~io de!i ministri alppro-V'ante un bilancio nel qùale la fisca1izzazia-ne degli oneri ,socia!Liem lespressamente pre-veduta, così da formare !per ,i dttadini, insede dii caLcolo Idei cOSlNed in sede di con~elusioni di contratti eoHettivi, un principioed una base su cui ,di'scU'tere, un punto fer-mo da 'tener pvesente in tutte que11e chesono le ,preV1Ì<siani!per l'avvenire.

Poi è intervenuta la scadenza del 31 dicem-bre: il provvedimento promesso e predispo-sta non è stato preso, gli oneri abrogati so-no stati ripristinati e le parole del Minis'trodel tesora e le decisioni del Cansiglia deiministri sono cadute nel nulla: di sorpresa.

Se io ho citato ora il precedente degli one~ri fiscali, il preoe.dente doè delJa detfis>Oalizza~zione degli oneri sociali, è perchè nan si puònon porre quella decisione in relaziane conquesta che sta a base del decreto~legge cheIci oocupa.

Non sarebbe sufficiente il s,emplice fattodell'abolizione della cedalare secca per deiter-miDJar,euna così profonda cr~si di borsa. Cer-tamente la speculazione si può scatenare adagni pretesta che venga dato; certamente vi èuna certa serie di persone che hanno lascia-to intestati al propria nome dei titoli con-tando di paterli sottrarre .con la cedolare sec-

ea alle possibili conseguenze fiscali e .cheoggi desiderana alleggerirsene; ma non sa-rebbero sufficienti questi fatti a creare unaemaziane casÌ viva in tutto il mercata finan-ziaria, a creare una 'CO'sÌp~ofonda reazionein troppi 'Ceti di lrisparmiatari.

La verità è che questa secondo provvedi-mento, carne il prima, impasto dal Partitasacialista alla Democrazia cristiana, o per10 meno a determinate oonenti detLa Demo-crazia 'Cristiana, assume il carattere di indi-ce di una determinata linea politica che haun significato particolare, e che ha quin-di particolari riflessi sull'andamento del mer-,cato finanziaria, in quanto accenna ad unadeterminata linea futura di cui nessuno cheabbia responsabilità finanziarie, può non te-ner canta.

Questa realtà, materialmente indicata dal-la successiva adoziane di questi due provve-dimenti, attuata in con'trasta alla propagan-da palitica del Tesoro e alle dichiarazioni delMinistro del tesaro, secando una stessa li-nea pol'itica ugualmente seguìta in due ma-menti diversi e in due diverse circastanze,ma con una 'Particolare iCoor,dinazione tra'loro e ,can partic'01a!1e coerenza di p!1OIp'0~siti, ha avuto una sua jlllUtstr,azione in unadichi,arazione mcente che il Presidente delConsigl,io ha fatto 'in un mamento p'artico~lare ed in UIl1aparticoI.are occasione, quan~da doè ha illustrato l'ultimo v,ertice tenutodal oentrOi-<sinistra.

In quell'occasione, commentanda le dichia-mzioni del c(jsiddetto vertke, f onorevoleMoro ha ,d:,ehiarato: {( Le disponibilità che ilsistema tributaria o il me!1cato fina[lz~ariooffrono devono essere sOlpraHutto des1inatead espandere gli inv,estimenti dello Sta'Ìoe degli enti 10ca:1iin opere pubbHche e so-cia'lii».

Questa dkMaraziane, in coincidenza conquesto deareto, a poca distanza dal prece-dente decreto sugli aneri sociali, ha dal pun~ta di vista del mercata finanziario il signifi-cata che il Governo intende assorbio:-e tuttii mezzi finanziari indirizzanda le Icorrenti didsparmio 'e i flussi di disponibilità, esistenH'Oggi o lin avvenire, in un ,solo senso, quellodetetminato, venso gl,i impieghi obhtigazio-nari. Questa è H sala significato ammissibile

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della dichiarazione specifica che ha fMto ilPl'esidente de.! Cansiglio dei ,ministri. V,ela dp,eto pel1chè ha un'importanza fcmda"mentale, pl1edsa: «Le dispombilità che ilsistema tributario e .il meJ:1cato finanziariooffrono devono essere soprattutto destinatead espandere gli investimenti dello Stato ».

Si ,tratta di investimenti deHo Stato, e de-gli Enti pubblici, non degli investimenti pro-duttivi delle imprese private; non al merca~to azionario quindi deve essere dato incorag-giamento, ma soltanto ed esclusivamente almercato obbligazionario.

E. questo il tema della discussione odierna;è una linea politica Iche è sta'ta adottata ed èuna linea politka che indica una s-celta; scel.ta che da una parte può essere approvata eda un' al tra può non essere é1iPprova:ta; chepuò av'e~e argomenti a favorie e argamenticontrari, 'ma che è, in 'Ogni ca'so, una partko~lare scelta che viene presentata come giàIcompiuta; che è una determinata scelta dicui gli operatori economici non possono nontener !Conto.

Si tratta d'altra parte di una cosa grave,moralmente. Nel proporre questo provvedi~mento, se ne è sattolineato il ,significaJto dimoralizzazione tributaria; se ne sano spie~gati l' oocasione, le ,ragioni e i motivi can lavolontà di nan permettere deHe evasiani fi~scali, di non permeUere che redditi di ric~chezze mobiliari passano essere Isattratti alfisca. L'ampio settore obbliigazio!I1ario tuttocomposto di tiwli al portatare, libero daogni peso fisClale ,si allarga sia nel momentoin cui si svolgono ahri avvenimenti fuolf'i daQgni ,Ìinoidenza nella progressività tributaria.Ed allara si spiega che autorevoli !parla"mentari della maggioranza passana aver fM-to richiamo al ritorno aIrartico.lo 17 deilaIlegge del 1956 a ,cui faceva cenno anche ilsenatolìe Maccarrane; aHona si ,spiega chenei corridoi delle BoI1se si pensi ai provv,e-dimenti più ,stmni e più inverasimili, aHarasi spiega che ritorni il fantasma dell'impo--sta patI1imoniale.

Io non so Se il ministro Preti abbia fattobene o male a fare la smentita dell'impostapa'trimaniale. Personalmente lritengo che ab~bia fatto male, perchè in generale quandoun Ministro, soprattutto delle finanze, smen~

tisce la introduzione di una nuov'a impostao quando un Ministro del tesoro parla del~l'assoluta, irremovibile salidità della sua mo-neta, in base a larghi e ripetuti precedenti,il pubblico si convince che si tratti propriadi preannunci di provvedimenti contrari.Questa Ivolta non lo Isono; :10 sappiamo. be-nissimo, ma sa~ehbe 'Stato .meglio non par~lare di queste ,COlsee lasciar oorrerie le vooi,senza f~e deUe Isolenni smenHte che trop~pa ,gente può consider.ar,e come d~lle con-ferme.

Così noi ci troviamo di fronte ad una leg~ge che ha il signifi:aato ed i,l ¥alore di ac-centuare la scelta palitica Ifatt<a dal GOIv.er~no cedendo aLle pressioni del partito socia-lLsta; di ritonnare a quel1a che era stata lapolitica del oentro~sinistm SOltto H primoMinistem Fanfani, sotto il Minis.tero cheaveva creato :la legge Idell 1962, che aveva,prima adattato :questo sistema e che ha poli.eSleguito La nazionalizzazione deU'industriaeLettrica.

E. logico quindi che di fronte a questa scel-ta si determini un panico; è logico che inquesto clima le voci più allarmistiche, piùperturbatrid passano !trovare orecchio favo~revole, uedulità se volet,e. E. una situazionepsicologica che deve esselre presente agli spi-riti degli uomini di Governo e che esige da-gli uomini di Governo dichiarazioni che di~oano con chiarezza, con onestà, quel10 che èvero e quello che non è vero, se sia vero onOi,doè, che il Governo abbia scelta questanuova particolare linea politi<ca.

Io ISO'benissimo che .le parale deg1li uomi-ni di Governo hanno un valore relativo,hanno ciaè valore non soltanta in quantoespressione della convinzione di colui che ledice, ma anche in quan'to esse siano aocettatedall'opinione pubblica, come veJ:1ee sincere.Per questo bisogna che il Governo si ricordi,in questa momento, che quando varrà affron~tare pubbliicamente, favorevolmente o sfavo-revalmente non importa, il problema !Cheioho posto se daè sia vera a meno che questalegge abbia lil significato di cOInf,ermare l'ado-zione deLla nuova linea pol'Ì!tka, che io chia~merò la Hnea 1962, nan basterà diJ:1esì o no.Bisognerà £aJ:1equai1che cosa d'ahm. Slaràinutile che il dottor Panglass Emilio Colom-

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ho oontinui a girare per le più diversle riu~nioni neUe 'varie città iltaHanea ['i'COiDdarela ne:ces,sità deglli inVìestimenti nei settoriproduttiv~ e ad asskuml'e che il Gover~nO' favarirà questa determinata linea di in~vestimenti, quando, in cantlrasta a tale poli~tica, esiste la decisione su cui discutiamO'oggi quandO' agenzie ufìfidali fannO' slapereche l'atteggiamentO' del da'ttor Pangloss Emi~lia Calombo, a favare di questa incentiva-zione, per ,aLlontanare ,i tlimori, per escluderel'esistenza di particolari politiche, nonchè l,eir,esistenze che egli appone ai sUOlicolleghi edalle lorO' pasizioni su questi tlemi, sono de.stinati a <cadere di fronte a una precisa scel-Ita politica già fatta, cui hanno aderito ilPresidente del Consiglio e gli esponenti del-l'altlra partita di maggioranza e che il Pre-,sidente del Consiglio ha annundato formal~mente e pubblkamente.

Bisogna, se si vuole contrastare questostato di cose, se si vuole reagire a questaandata di disfattismo di cui la crisi di borsaè l'esempio, che vi sia qualche cosa d'altro;bisogna che vi siano dei fatti che conferminocancretamente e positivamente una volontàdiversa da quella che il 'concorso di due prov~vedimenti suocedutisi a iCosì breve distanzae il commento, che a ques'ti è stato fattodalla dichiarazione rilasciata alla stampa dalPresidente del Consiglio all'indomani delvertice, stanno a delineare con assoluta pre-cisione. È questo il motivo per cui nelladiscussione di questo disegno di legge nonci si può fermare soltanto a quello che è ilsuo contenuto, che può essere anche astrat-tamente approvato, ma si deve considerarlainvece, anche e soprattutto, nel quadro dellasituazione politica e nel quadro della situa~Zlione ecanornka, slPedaJlmente per rgli ef-fetti, per le ripercussioni, per le r:eazioni cheesso ,determina. Non ~o si può vag}~a1I'eastraeiIldo daHa reaLtà concreta ideI momen-to, sem!',a esaminarlo invece nel compl,essodella vkenda polLitica.

Noi abbiamo avuto una legge nel 1962 cheha provocato determinate 'conseguenze e cheha avuto determinati effetti. Li avrebbe avutiforse minori in un altro momen'to; avrebbeavuto minori ripeI"cussioni in un periododi maggiore calma, di maggiore ser,enità eco-

nomica, di maggiore fiducia nei mercati. Co-munque queste conseguenze le ha avute an-che se non possono essere accertate con datiprecisi, come s'empre avvi,ene quando, nellaformazione di un dato clima politico e nelladeterminazione di una data situazione finan-ziaria, <concorrono moltç e diverse compo-nenti.

Se guardiamO' gli avvenimen'ti del 1962,nel lara camplessa, certamente è difficile ,di-re quale delle 10['0 camponenti abbia più in-fluita sui mercati, quale abbia più concorsaad allontanare dai settori produttivi i flussidel risparmio, se l'introduzione della cedo-lare secca a la nazianalizzazione dell'indu~stria elettrica. Ma indubbiamente una dellecamponenti di ques'ta :crisi di fiducia, unadelle camponenti che hannO' fatto prelCÌpi~tare il valore dei titali in barsa, una delleiCamponenti saprattutto che hanno allonta~nato il risparmio dagli investimenti nei 'ti~toli azionari è stata !'imposta cedolare. Equesta convinzione è :stata così viva e oosìprofonda che noi abbiamo visto il Governodi centro-sinistra e i partiti ,che formano lamaggioPanza di ,centro~sinistIia accettare la.legge del 1964: una Il,eggeche Vliene vo,tata...

M A C C A R R O N E. Se ci fosse quil'onorevole Colombo la 'chiamerebbe mon~sieur de Lapalisse, perchè l'analogia mi pareevidente; dire che quei fenomeni hanno de.terminato quella situazione significa che queifenomeni hanno dato. . .

A R T O M. Questi fenameni hanno avu-ta un indubbio effettO' psicologico che ha in~fluito profondamente sui settori dell'opinio~ne pubblica ed hanno avuto delle reazioniche sono state gravissime. Nessuno puòescludere che una certa tensione nella situa-ziO'ne ecanomica esistesse già prima dell'ul-timo Ministero Fanfani, ma ,indubbiamenteproprio perchè era un mO'me:nto di parti-colar,e delicatezza, p:mpdo perchè in quelmomento le statistiche tendevanO' a !rivelareche già stava cessando quel surplus di atti~vità che aveva finanziato il bO'om econo-mico, che quel surplus di attivi'tà nella bi~landa dei pagaJmenti, determiuaJllite un fluslsodi capitali provenient<i dall'estero a finan~

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z~are ,i nostri investimen.ti industriali, stavaoessando e che invece di un surplus si profi-lava un pareggio, proprio !perchè quel mo-mento era un momento di tensione, l'averinfluito così pesantemente con l'adozione diuna politica nuova, mirante a ,colpire gli in-vestimenti azionari, a colpire le scelte che i.l1Ì,sparmiatori potevano fare...

BER T O L I. Colpiva le evasioni! Voidimenticate che la cedolare d'acconto col-pisce le evasioni, non altro. Dimenticate que-sto e, facendovi difensori di altri tipi di leg-ge, voi difendete. . .

A R T O M. Io non difendo la cedolare,io constato gli effetti che questi provvedi-menti hanno avuto. E se mi lascia parlarele spiegherò meglio il mio pensiero.

BER T O L I. Fate l'apologia delle eva-sioni, questo dovete capire!

A R T O M. L'apologia delle evasioni inquesto momento è fatta dalla emissione dititoli che sfuggono ad ogni tassazione. Il fait-to è ,che in questo momento vengono messisul mercato 1.000 miliardi circa di obbliga-zioni che non saranno colpiti da nessunatassazione, nè cedolare d'acconto nè tassasull'articolo 17 . . . (Interruzione del senatoreRoda).

B E (R.T O L I . Evasione signi'fica eva-sione aille leggi esistenti! È una esenzione,non una evasione.

R O D A. Senatore Altom, le obbliga-zioni sono colpite Icon il 10 per cento. . .

P RES I D E N T E. Onorevoli :colleghi,lascino <continuare il senatore Artom.

A R T O M. Lasciamo andare e torniamodunque al ragionamento. In quel momento,dunque si sono determinate altre reazioni,morali o non morali: la borsa lI'eagisce co.me :erede; ma certo in quel momento si èritenuto oppolI'tuno di far così.

Ricordiamo qual era il momento del feb.braio 1964: era il momento che ha proce-

duto quella drammatica settimana di marzo,quando ~ in una sola settimana ~ la fuo-ruscita dei <capitali era giunta alla cifra di150 miliardi. In quel momento è \intervenu-ta !'introduzione della oedolar,e secca ed ha,concorso a rallentare queste evasioni, que-sta fuga.

Bisogna 'tener conto anche delle reazionipskologiche.

Le reazioni psicologiche non sono deter-minate soltanto dal contenuto e dal valoredel singolo provvedimento, ma sono deter-minate anche e più dal significato che que-sti provvedimenti assumono, dalla indicazio-ne di una intenzione, dalla indicazione diquello che è lo Slcopo e la finalità che reonquel provvedimento si perseguono.

Per questo, se oggi si è ritenuto cessatolo stato di congiuntura che aveva consiglia-;to l'adozione deUa legge del 1964, bisognavaalmeno che questo provv,edimento fossepreannunciato, che l'opinione pubbHca fos-se preparata pruma.

Nessuna responsabilità in questo ha l'ono-revole Preti il quale, fin dall'autunno prece-dente, non aveva nascosto la sua preferenzaper l'abrogazione della legge. Ma il fatto chetanti mesi siano passati dopo che, sia purprivatamente, l'onorevole Preti aveva mani-f.estato questa ,intenzione, e 'non vi sia statonessun altro aocenno in proposito; il fattoche si sia parlato di proroga, Iche si sia par-lato di compromesso tra tendenze diverse,che ne abbiano accennato Ministri e personevicine ai Ministri, <che si sia creato questodima di attesa, e quindi si sia preparato que-sto clima di delusione, è evidentemente unagrossa responsabilità per il Governo. Ed èindubbiamente l'espressione di una situa-zione pd1itica rehe indica il prelValere, 'controresistenze consapevoli, di una determinataiCorrente politica non Icerto favorevole agli,investimenti produttivi, non certo favore-vole agli investimenti in capitali di lrischio,di una corrente che prevale nel Governo eche ha il crisma dell'accettazione e dell'ap-provazione da parte del Presidente del Con-siglio dei minis'tri all'indomani del vertice;in un momento quindi in cui il Presidentedel Consiglio non esprime un'opinione pro-pria ma annuncia !'intervenuto accordo tra

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i partiti su una determinata linea politica.Si vuole smentire questo? Non serviranno

parole: occorrono fatti. Non andremo certoa chiedere il ripristino della cedolwre secca,ma chiederemo che altri provvedimenti sia-no presi e possano servire a riparare i dan-ni che le reazioni a questo provvedimentopossono provoca1Te.

Il senatore Roda, che nO'n è oertamenteun difensore di interessi capitalistici e chenon è certamente un amicO' di questo Go-verno, ricordava che da mO'lti mesi, direi damolti anni, pende davanti alla Sa Commis~siO'ne il disegno di legge sui fondi di inve~stimento.

Io ho manifestatO' più volte il mio scetti-cismo sul successo che questa iniziativaavrebbe in, Italia, ma riconosco che essaavrebbe un signifi'c.ato particolare, se appro~vata: il significato di favO'rire l'accesso almercato azionario ,ed agli investimenti incapitali di rischio per impieghi produttivi,dei piocoli risparmiatori Iche oggi sono al~lontanati dal mercato di borsa da incertezzee da paure e che dal provvedimento di oggi,dal crollo dei titoli in questo momento, nesarann,o più che mai allontanati.

Il cercare di troval'e uno strumento chepermetta il ritorno di questi Icapitali allaborsa, !'ingresso di nuovi capit,ald produtti~vi, la formazione di un piccolo azionariatoche possa investire i propri risparmi, sispera, in impieghi salvaguardati dal perico-lo dell'inflazione, sarebbe cosa Iche avrebbepskologicamente un notevole valore: cheavrebbe avuto un, maggiore vaIall'e se unprovvedimento del genere fosse stato pre-sentato contemporaneamente a questo de-creto, che tende a colpire i grossi rispar~miatori, più che i pkcoli. Insieme il Go-verno avrebbe dovuto presentare il disegnodi legge sulle società per azioni perchè oggiil fatto che non compaia ancora nel suo testodefin.itivo, il fatto che di esso si parli da in-finito tempo, e Iche diversissime forn1UIe sisuccedano e vengano presentate ed esposte,fa sì che si crei uno stato di estrema incer-tezza, uno s'tato di paura sulle conseguenzedi una t'al,e legge in 'tema così ,de!licato.

Qualunque sia la legge sulle società perazioni, quali che si'ano le disposizioni che

essa contenga, è sempre meglio che essa as-suma la forma di un disegno di legge pre-sentato al Parlamento e conosciuto da tutti,di modo che tutti si possano regolare, poi-chè i pericoli attuali sono sempre inferioriai pericoli temuti e alle minacce prospettateoscuramente, che sembrano tanto più graviquanto più il provvedimento ritarda e quan~to più vi sono incertezze sul suo contenuto.

Noi crediamo che l'adozione di questiprovvedimenti, o per lo meno l'adozione, senon altro, del sistema delle azioni di rispar-mio, pos,sa esser,e pr,es,entata alla pubblicaopinione in modo da incoraggiare i rispar-miatori a ricorrere ancora agli impieghi dirischio, poichè il danno che deriva da unfatto di borsa come quello che ci oocupa,non Ista nel fatto che a'kune persone abbia~no realizzato improvvisi guadagni ed altreabbiano subìto perdite imprevi,s'te, ma con~siste nella paura che si è creata nei rispar~miatori e nell'indirizzo che in conseguenzaessi preferiranno, scegliendo altre forme diinvestimento, cercando altri lidi per colloca-l',e i pl'opri ris:pa,rmi con sicurezza, privandole iniziative per investimenti produttivi deicapitali necessari.

Il contenuto del decreto~legge meritereb-be forse più ampi commenti, meriterebbeforse che la critica venisse fatta con le stesseparole con cui il Comitato dei sostituti deirappresentanti permanenti a Bruxelles hacommentato e spiegato le ragioni di una di-rettiva che viene proposta al Consiglio deiministri in senso opposto a quelilo dell prov-vedimento che discutiamo oggi. Io non pos-so violare il segreto di un documento a miadisposizione; non posso nè voglio fare del~le indiscrezioni gravi. (Interruzione del mi~nistro Preti).

Certo, ci sono tante persone che non con-dividono le mie idee e le mi,e paure, tantoè vero ,che esse hanno oper,ato per determi.nare questo stato di cose, pur essendo d'ac-cordo nel ritenere n~oessario evitarlo; 1antoè v,ero che fors,e lei stesso, ,sllgnor Ministro,Inon credeva, almeno da quanto l,ei ha dettoa:lla t,elevisione, che questo provvedimento'avrebbe determinatorea:zJioni così g:mvi.

Io considero il provvedimento nella suaportata politica, nei suoi effetti finanziari e

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per questo non credo che sia il caso di fer-marmi a lungo sulle sue disposizioni parti-colari.

In questa discussione ci siamo soffermatiinvece largamente sui punti che forse hannominore importanza.

Vi è una passione politica che ha portatomolti colleghi a fermarsi sulle norme rela-tive alle cedole del Vaticano. Giustamente ilcollega Maier ha ricordato ieri la distinzio-ne che deve essere fatta tra le cedole di pro~prietà 'delila Santa Sede e delle congI1egazioni,che sono oggetto di un particolare tmttalto in-ternazionale, e le cedole che possono esserepresentate da singole istituzioni religiose.

Sul primo punto io devo ricordare che untrattato internazionale non è perfetto sinoa quando il Parlamento non l'abbia ratifi~cato e non può essere posto in esecuzionefino a quando l'atto con cui il Presidentedella Repubblica promulga il provvedimen-to ratificato dal Parlamento non sia statocomunicato alla controparte. Se quindi oggila Santa Sede non paga alcuna tassa sullecedole di sua proprietà ~ anche se ciò av-viene non per virtù dello scambio di noteSaragat-Cicognani (o Piccioni~Cicognani, nonricOI"do bene) ma per un'interpretazione delprecedente trattato confermato con quellenote ~ questa sospensi.one di pagamenti haindubbiamente carattere provvisorio. È: perquesto che la discussione e la decisione suldisegno di legge relativo all'approvazionedelle due note richiede immediatezza di at-tuazione. È: necessario che si esca da unostato di incertezza; è necessario che, anchea questo proposito, il Govel1no si persuadache nel mondo economico e nel mondo po-litico non vi è nulla di peggio 'Che lasciarel'opinione pubblica nell'incertezza per quan~to riguarda il regime legislativo disciplinan-te determinati fenomeni.

Io posso avere dei dubbi sull'utilità o me~no dell'esenzione fiscale a favore delle isti~tuzioni di culto soltanto per il fatto che neè meno facile il controllo. Penso però chel'emendamento presentato dai colleghi delPSIUP tendente a sopprimere l'articolo 6non possa assolutamente essere accettato.Non è ammissibile, a mio avviso, che per

timore di favorire determinati organismi sicolpiscano delle istituzioni culturali o di be~neficenza (laiche o non laiche, non mi im~porta) che sono vigilate dalle autorità gover-native, i cui atti fanno fede, i cui documentisono tali da permettere al fisco le più com~plete ispezioni e i più precisi e penetrantiaccertamenti.

Non dobbiamo dimenticare ~ e permettal'onorevole Ministro che una volta tanto laopposizione lodi una sua decisione ~ chenegli anni dell'inflazione innumerevoli entidi beneficenza sono stati polverizzati dall'in-flazione che ha ridotto a zero i loro patri~mani. Se quindi le opere pie trovano degliinvestimenti che possono temperare il ri~schio della svalutazione monetaria; se pos~sono, sia pure in misura più o meno mo-desta ed entro i limiti precisati dalle autoritàdi tutela, conconrere all'ch'esse ,agLi investi-menti economici; se i grossi possessori dititoli possono essere incoraggiati a fare do-nazioni ad enti di beneficenza di titoli dicui essi perdono il controllo e la disposizio-ne, credo che questa sia cosa estremamenteutile dal punto di vista morale e sociale.

Non mi pare che si pos1sa TÌ1nunC1Ìareaquesto benefiaio.

VuoI dire che, per quanto riguarda gli entidi cultura e di beneficenza, l'autorità fiscalepotrà, ad evitare che questi enti possanofarsi prestanome per coprire non lecite spe-culazioni, sostituire gli attuali strumenti diaccertamento e di garanzia con provvedi-menti di carattere amministrativo, con quel-le ispezioni fiscali che il disegno di leggeprevede.

Semmai. se 'Una .osservazione a questo ar-ticolo 6 va fatta, è sulla circostanza nonspiegabile ,che il beneficio concesso conquesta legge da oggi alle istituzioni di be-neficenza debba avere effetto soltanto pergli incassi che questi stessi enti faranno nelJ968, essendo stati esclus.i da questo bene~ficio i dividendi incassati nel 1967. Più sem-plice cosa sarebbe poter ammettere questienti a dare prova del possesso dei loro titolida data anteriOl1e a queIJa ddl'autunno pre-cedente, cioè a fare oggi, con una dimostra-zione a posteriori, l'accertamento di queifatti che nel 1968 saTà possibile a,coer~

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tare a priori secondo le disposizioni dellalegge.

Io non credo, signor Presidente, di avereeoceduto dai limiti di tempo assegnatimi equindi posso concludere con serena coscien-za di non aver troppo stancato il Senato edi avere onestamente richiamato l'attenzio-ne del Governo. ideI Parlamento e del P,aesesu quello che è il pericolo vero del provve-dimento che è stato adottato, delle reazioniche questo provvedimento ha suscitato, del-le dichiarazioni che queste ultime reazionihanno giustificato in un secondo tempo.

Io credo che questo fatto imponga al Go-verno di meditare sulla sua linea di condot-ta e di ricordarsi che è suo dovere anzituttoe soprattutto di informare tempestivamente,lealmente e serenamente il Paese su quelleche sono le sue intenzioni, anche se per que-sto i partiti dovranno cercare di trovare unasoluzione ai loro problemi interni, rapida- ,mente, senza trascinare le loro discussioniin vane polemiche intestine al punto di crea-re un'impotenza di Governo.

Eo necessario che il Paese sappia qual èla linea che il Governo intende seguire,quali sono i provvedimenti che intende adot-tane; è necessario che il IP,aesenon sia tenuto,in per.petuo 'stato di attesa ,SlUQueHi che sa-ranno gli aVVienimenti futuri. Nessuno puòavere certezza delll'avvenire, ma nessuno puòcontinuare a vivere tranquillamente Quandoquesta incertezza assume carattere di cosìprofonda gravità, di così profonda intensità.

Vorrei, infine, che il Governo nella sua per-sona, signor Ministro, si ricordasse di unaverità che gli avvenimenti di oggi dimostra-no, e cioè che le intenzioni del Governo nonsii rivelano soltanto con le dkhiaJ1azionidei Ministri, soprattutto quando i Ministri~ come può avvenire in Governi di coali-zione ~ rappresentano se stessi e il loropartito e non !'intero Governo. È necessarioche le intenzioni del Governo si traducanollin atti re in fatti, pokhè il Paese giudicail Governo, sceglie le proprie vie e determi-na il proprio atteggiamento in base ai fatti enon in base alle parole, in base ai fatti e allereazioni che essi suscitano, a quanto i fattirivelano e dimoSitrano, a quanto li fatti pos-sono portare nel presente e ancor più nel-

l'avvenire. In altre parole, bisogna che traGoverno e Paese si ristabilisca quella fiduciache Vanoni voleva creare tra contribuenti efisco, ma che non esiste oggi tra Governo ePaese, come non esiste purtroppo tra fisco econtribuenti. (Applausi dal centro-destra).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Conti. Ne ha facoltà.

C O N T I. Onorevole Presidente, signorMinistro, onorevoli colleghi, sarò realmen-te brevissimo. Non era affatto mia intenzio-ne di parlare, ma il mio intervento è statodeterminato da quanto ha affermato, al ter-mine del suo dire, il collega Maccarrone; delche mi compiaccio, perchè !'intervento delsenatore Maccarrone, a parte le tesi dallostesso sostenute, è stato di una serenità, diuna obiettività, di una razionalità che nonsempre costituiscono la motivazione e la spi-na dorsale degli interventi nostri in sede didiscussione.

Ma devo anche riconoscere che questostato d'animo non è stato esclusivamentealla base dell'intervento del senatore Mac.carrone, ma anche di quelli del senatoreNencioni e dell'ultimo senatore intervenuto.del collega Artom.

È a questa linea di ordine, direi, psico-logico, che io mi voglio assolutamente atte-nere. Devo ringraziare particolarmente ilsenatore Artom per la sua affermazioneche dà la dimostrazione matematica delpunto esclusivo ~ sul quale in tratterò icolleghi ~ dell'argomento che io andròesponendo, il che d'altronde è nella linealogica di alcuni nostri colleghi che hannopresentato due emendamenti: l'emenda-mento soppressivo all'articolo 6 dal testodel quale discutiamo, a firma Roda, Lussu,Schiavetti, Di Prisco. . .

R O D A. Ecco perchè sono il reprobo.

C O N T I ...e l'emendamento dei sena.tori IFortunati, 'Pellegrino e BertoE, dello stec;.so tenore. Vi rendo atto ~ e ne dirò il per.chè ~ del fatto che con questa domanda disoppressione siete pienamente logici. Nonpotrebbe essere diversamente. Voi ricorde-

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rete che se io ex abrupto, con tono un po'diverso, sono intervenuto in sede di Com-missione, è perchè un altro collega, con al-tra forma, con altra voce, aveva chiesto inuna forma indiretta, attraverso una nostradichiarazione, che il principio sancito nellaprima parte dell'articolo 6 non fosse appli-cato agli enti di natura ecclesiastica; il cheè decisamente in contrasto con una normarecepita dalHa nostm Carta costituzionale.

Il senatore Artom dice: noi non dob~biamo avviarci alla soppressione dell'arti-colo 'per fare dispetto all'altra parte, ma sda~ma costretti ad avviarci alla soppressionedell'articolo perchè soltanto così riuscia-mo ad ottenere l'intento che ci prefiggiamo.

Ciò premesso, cerchiamo di essere più se-reni e piil obiettivi. Riferiamoci per il mo-mento al testo del decreto, all'articolo 6.

Voi sapete quale è la premessa, l'oggettodell'articolo 6; sapete quali sono gli entiche hanno esclusivamente scopi di benefi-cenza, di educazione, di istruzione, di stu-dio, di ricerca scientifica che possono esse-re esenti, verificandosi le condizioni di cuial seguito dell'articolo. Sapete, perchè loha chiaramente spiegato il Ministro dellefinanze nell'ambito della nostra Commis-sione, che soltanto attraverso la richiestadi vari esponenti di questi enti si è trovatatale formula al fine di alleggerirli dalle spe-se e dall'onere dei pagamenti di questi tri-buti. . .

BER T O L I. Quanti sono e quali so-no? Se lei me ne fa un elenco. farà un pia-oere a me e credo a 'tutto il Senato.

C O 'N T I . Non è mio comnito. rnè melo assumo in forma volontaristica, obbeden-do per un atto di gentilezza al suo sugge-rimento.

Sta di fatto che noi dobbiamo prendereil testo dell'articolo 6 sgombri da aualsiasialtra preoccupazione. Sappiamo che aue-sti enti sono meritevoli di queste particola-ri attenzioni; sappiamo che è doveroso daparte nostra andare incontro a Questi entimediante tali particolari precise disnosizio-ni in loro favore; noi obbediamo all'impe-rativo categorico dettato da questa situa-

zione creando la norma a tutela di ciò. Poiavvenga quel che avvenga.

Noi non dobbiamo discutere, non è no-stra materia, quanto sarà oggetto della di-scussione all'altro ramo del Parlamento equando lo sarà. Giustamente il collega Ar-tom ha fatto un rilievo opportuno in meri-to al disegno di legge n. 1773 presentato al-l'altro ramo del Parlamento per l'esecuzio-ne degli scambi di note intervenute tra l'Ita-lia e Ia Santa Sede (ambedue StaN sovmni)ricordando la prima parte dell'articolo 6. Co-munque un esame, sia pure di carattere mar~ginale, sul tema, per quanto non assoluta-mente necessario per la nostra discussione,conviene farlo.

Non citerò la dottrina che giustamente èstata citata dal collega Maccarrone e glie-ne ho reso già atto; non Citerò Io .remolo,autore noto a noi tutti; non cIterò il Morta-ti e gli altri. Citerò un autore non a noi vi-cino, a noi an7li -lontano. Neil Cornmentariosistematico alla Costituzione italiana, di-retto da Piero Calamandrei e da Alessan-dro Levi, noi abbiamo uno studio del profes-sar Pietro AQ'ostino D'Avack sui rannortitra Stato e Chiesa. A questo punto l'affer-mazione che io mi permetterò di richiamare,da un punto di vista di imuostazione teeni-cO-Q'iuridica, a me sembra perfetta ed èaueIta che io imnlicitamente ho richiamatonel mio intervento in sede di discussionenell'ambito della nostra Commissione. Es-'<;aenuncia i prindoi 'ai quali noi nm1 DOS-siamo assolutamente sottrarci; Io vedrà co-munaue l'altro ramo del Parlamento quan-òo dovrà discutere Quel certo progetto dile!!p'e che io ho or ora richiamato.

Sta di fatto che il testo sul aua~,e noi dob-"h18mo norre l,a nostra atltenzione è l'ar-ticolo 6 del decreto. e io dico unicamenteed esclusivamente l'articolo 6. Ma se vo-Q'Harno richiamare la lettera h) dell'articolo29 del Concordato ~ non trattato. come eroroneamente è stato detto da aualche altro ~~

sappiamo che vi è la possibilità di estende-re Questa disposizione sopraggiunta a de-terminate ipotesi; ma io vi risparmio unnaco di tempo e non vi leggerò queste ipo-tesi contenute nel primo comma della let-tera h). ~ anche vero, però, che non possia-

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ma assolutamente prescindere dal princi-pio stabilito nel secondo comma dell'arti-colo 7 della nostra Carta costituzionale.Noi sappiamo, infatti, che i rapporti traStato e Chiesa cattolica sono regolati dai,Patti lateranensi. Le modificazioni dei Pat-ti, accettate dalle due parti, non richiedonoprocedimento di revisione costituzionale.

Dice in proposito uno dei primi autore~volissimi commentatori, uomo non di par~te nostra, che questo può avvenire soltan~to attraverso una regolamentazione bilate-rale pattizia anzichè con una disciplina uni-laterale sovrana. E dice ancora che se que~sto dovesse verificarsi si avrebbero dellenorme anticostituzionali. Leggo a pagina 110del primo volume del Commentario siste~matico alla Costituzione italiana.

Ciò dunque è qualcosa di infinitamentediverso da quello che poteva essere l'obiet-tivo che il collega Bonacina voleva raggiun-gere attraverso una nostra dichiarazione insede di Commissione. Anche una norma didiritto pubblico nostro, interno, non po-trebbe avere efficacia perchè sarebbe deci-samente una norma anticostituzionale.

Allora, tutto ciò premesso, abbandonia-mo la polemica. Ritorniamo ed esclusiva-mente al testo del decreto che ci occupa; ri-torniamo ed esclusivamente allo spirito eall'obiettivo che si vuoI raggiungere, nonrinnegando per dispetto l'articolo 6 del de-creto, facendo buon viso alla formula deldecreto, approvandola, convertendola, pen-sando in questo modo di servire gli inte-ressi superiori del nostro Paese e non gliinteressi di una certa parte che è governatada una presa di posizione di ordine ideologi~co dalla quale non sa mai, in ogni caso, as-solutamente distaccarsi. (Applausi dalcentro ).

P RES I D E N T E. Non essendovialtri iscritti a parlare, dichiaro chiusa ladLscussione generale. Ha facoltà 'di parlarel'onorevole relatore.

BER T O N E, relatore. Signor Pre-sidente, onorevole Ministro, onorevoli col-leghi, la lunga età impone la breve parola;non tanto breve, però, che non vi trovi 1'0-

sto almeno un ringraziamento a tutti i col-leghi che sono intervenuti nella discussionee che hanno avuto per me parole benevoleoltre ogni merito.

Noi ritomiamo dalla oed01are secca allaoedOllare di 'acconto. Di questo tutta LaCommissione .si è oompiaciuta, e io :perso~nalmente in particolare me ne oompiaccio,perchè ricordo il travagllio duri,ssimo cheho dovuto sopportare e soffrilr,e nel 1962quando si approvò l'a legge 29 dicembre1962 sulla cedo'lare di acconto.

Noi abbiamo ritenuto allora, e io in par~tic alare ho ritenuto, e riteniamo oggi, didover essere ossequienti all'articolo 53 del~la Costituzione che impone che ciascunoconcorra, in proporzione delle proprie ric~chezze, al sostentamento della Nazione ea tutti gli oneri relativi e impone soprat-tutto che !'imposta, che il carico tributarioabbia carattere progressivo, il che è possi-bile con la cedolare di acconto e non sareb-be possibile con la cedolare secca.

Questa, dopo un anno appena dall'intro~duzione della legge del 1962, fu approvatacon relazione del nostro bravissimo collegaSalari per ragioni contingenti, di congiun-tura, perchè in quel momento era necessariofare affluire capitali in ogni modo al siste-ma economico nazionale. La legge fu appro-vata per la durata di tre anni ed il Gover-no ha mantenuto la parola: alla scadenzadei tre :anni la legge ha oessato di esistereed il Governo è intervenuto con una nuovalegge che è quella che è sottoposta al no-stro giudizio.

Ritorniamo così alla cedolare di acconto.In proposito sono state fatte delle osserva-zioni interessantissime e gravi sul pericoloche harappresentamto Ila cedolare secca nellimMe 'del 30 per oento, così come fu stabi-lito. Io desidero rilevare e far presente atutti gli onorevoli colleghi che forse siamostati spaventati più del necessario da que~sta introduzione della cedolare secca del 30per cento. Dico questo perchè ho volutopersonalmente fare un'indagline diretta negliuffici del Ministero delle finanze per quan-to riguarda questa ma,teria. per vedere cioèquale sia stato il risultato degli incassi perla ceddlare secca del 30 per cento, c quale

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il risultato degli incassi per la loedolaI1e diaoconto del 5 per oento. Ho ,trovato le se--guenti cifre che, a mio giudizio, sonocon~fortevoli, perchè vengono a coinai:delìe colproposito che è hene 'che sia mruntenuta Iso.lola cedola]1c di aoconto, e si sV'i'luppi SUioces~,sivamente.

Nel 1964 gli utili deliberati da tutte lesocietà furono complessivamente di 345 mi-liardi; gli utili riscossi in base alla cedo-lare del 5 per cento furono 235 miliardi ecioè il 70,70 per cento degli utili deliberati;gli utili riscossi in base alla cedolare del 30per cento furono soltanto di 78 miliardi conuna pe-rcentual'e del 22,56 'per cento; gli esen~ti, coloro che per la legge in vigore non so~no tenuti (mi riferisco all'articolo 151 deltesto unico delle imposte dirette) al paga-mento, hanno rappresentato .la ,cifra di 18,7miliardi con una percentuale soltanto del5,66 per cento.

Questo, per l'esercizio 1964. Per l'eser-cizio 1965 abbiamo cifre su per giù uguali.Gli utili riscossi con la cedolare del 5 percento furono 242 miliardi, e rappresentaro~no il 70 per cento degli utili deliberati dal-le società. Gli utili riscossi con la cedolaredel 30 per cento furono 79 miliardi, con unaperoentuale del 'Solo 23,30 per cento. Gli u1Jirli esenti furono soltanto miliardi 19,6 conla percentuale del 5,80 per cento.

Ho voluto rilevare ques,te cifre i'n quantoci damno la sensazione esatta e precisa chela oedolar,e di a'coonto del 5 per cento vabene, perchè è attuata in gmn parte dai pic~coIi e medi pe]1cipienti,da ,coloro che 'Possie~dono titoli non in g,randequantità. .In ISO~stanza circa 11'80per cento de~li uNl,i esattie denunciati lo sono in base alla cedolare del5 per cento. Questa mi pare sia una consi~derazione da tener,e presente.

Quanto ai titoli esenti, essi sono stati,nel 1964, appena i15,66 per cento,le ne11965il 5,80 percellto. Ora è bene che i colLeghi,sappiano chi sono gli esenti dalilai denuniOÌae dalla tassaZJione.

Secondo l'articolo 151 del testo unicosulle imposte dirette del 1958, approvatodal Parlamento e sul quale non vi è maistata alcuna discussione, i titoli esenti so-no quelli posseduti dalle società cooperati~

ve di lavoro e consumo, dalle società coope~rative a responsabilità illimitata che for-niscano beni e servizi, eccetera, dalle regio~ni, daUe proV'incie,dai comuni e relativiconsorzi, dalle came~e di commercio, dalleaziende di Stato di cui agli articoli 145 e146 del regolamento di contabilità, dai con~sorzi di bonifica, di miglioramento e di irri-gazione per opere idrauliche, eccetera, dallepartecipazioni ad università agra]11e, dal~l'Istituto nazionale per le case degli im~piegati statali, la gestione dell'INA-Casa, da-gli istituti autonomi per le case popolari,dalle aziende autonome case popolari dipen-denti da regioni, provincie e comuni e rela-tivi consorzi, dalle opere pie, dagli enti e isti~tuti di previdenza e di assistenza sociale, dal-le società di mutuo soccorso, dagli istitutidi istruzione che non hanno scopo di lucro,dai corpi scientifici, dalle accademie, dallefondazioni e associazioni artistiche, lettera-rie e scientifiche, eccetera. Infine l'articolo151 alla lettera i) indica gli enti il cui fine èequiparato per Ilegge al fini di beneficenzja odi istruzione.

Ora, pensate che tutti questi enti hannorappresentato, nel 1964 e nel 1965, una quo-ta modesta, del 5 per cento, su tutti gli utiliindistintamente.

B O N A C I N A. Non è così, perchè leesenzioni dalla cedolare sono cosa diversadalle esenzioni dall'imposta sulle società.Non si può fare un'illazione di questo ge-nere.

BER T O N E, relatore. ~ per l'equi~parazione. Non dico che siano uguali. Lo di-co come riferimento, per dimostrare chegli utili. distribuiti che hanno fatto capoagli enti diversi, hanno 'rappresentato unaquota minima in confronto a quella che èstata esatta in base alla cedolare del 5 percento e alla cedolare secca del 30 per cento.

Quindi mi sembra che le preoccupazioniper gli interventi degli enti religiosi non ab-biano ragion d'essere, e che la soppressionedell'articolo 6 che viene chiesta nell'emen-damento presentato dal senatore Roda edai colleghi comunisti sia pericolosa per lo-ro stessi. Io mi auguro che la ritiriate. Non

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16 MARZO 1967

IV Legislatura

5883 SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

lo dico per interesse o per una questionedi parte, lo dico obiettivamente. Se vienesoppresso l'articolo 6, tutte le esenzioni da-te alle opere pie, alle istituzioni di caratterescientifico, eccetera, scadono.

R O D A. C'è un grossissimo «però» chefa riferimento alla legge del 1954...

BER T O N E, relatore. L'articolo 6del decreto-legge dice: ({ Gli utili spettantia persone giuridiche pubbliche o fondazio-ni, esenti dall'imposta sulle società, che han-no esclusivamente scopo di beneficenza, edu-cazione, istruzione, studio e ricerca scien-tifica sono esonerati dalla ritenuta previ-sta dall'articolo 10 della presente legge. . . ».~ evidente quindi che se si sopprime l'ar-ticolo 6 questa disposizione a favore deglienti in questione cade.

R O D A. Siamo consapevoli di questo.

BER T O N E, relatore. E allora tuttigli istituti scientifici, eccetera, devono esse-re privati di questo beneficio? Si dice chequesta soppressione si richiede affinchè Que-sto esonero non sia esteso agli enti religio-si; ma l'articolo 6 non parla degli enti reli-,:dosi, non dice una sola parola su di essi.Gli enti religiosi si appigliano ad un'altra1e~ge, all'a~ticolo 29, Iettem h), del Concor-dato ed all'articolo 151 del testo unico sul-le imposte dirette che alla lettera i) dice:« Gli enti il cui fine è equiparato per leggeai fini di beneficenza e di istruzione... ».Pertanto gli enti religiosi avranno diritto diinvocare questo articolo finchè non verràrevocato.

Intendiamoci bene, personalmente io so-no d'avviso che se l'articolo 6 non fosse sta-to inserito nella legge non ne sarebbe deri-vato alcun guaio. Ma dal momento che èstato posto nella legge, eliminarlo e quinditogliere questo beneficio a tutti gli enti dibeneficenza, di assistenza, di educazione, diistruzione e di ricerca scientifica mi pareche possa portare a delle conseguenze peri-colose e forse non volute da coloro che so-<;tengono questo punto di vista

BER T O L I Senatore Bertone, miconsenta una brevissima interruzione. Biso-gna tener conto che prima l'articolo 6 nonesisteva; questi enti sono esenti per altreragioni.

BER T O N E, relatore. Io dico sem-plicemente che l'emendamento tende a sop-primere l'articolo 6 e che sopprimendo l'ar-ticolo 6 si sopprimono tutte le agevolazionie le concessioni a favore degli enti scienti-fici, di educazione, di beneficenza, eccetera,a favore dei quali anche voi vi siete battuti.Io faccio presente questa contraddizione equesto pericolo.

BER T O L I. Bisogna stare attenti:per esempio nel 1964 fra gli utili riscossi equelli deliberati ci sono circa 110 miliardidi differenza.

BER T O N E, relatore. Non è cost Gliutili riscossi nel 1964 sono stati 235 mi-liardi. . .

BERTOLI E quelli deliberati?

BER T O N E, relatore. Quelli delibe-rati sono stati 345 miliardi. Sono stati ri-scossi 235 miliardi da coloro che hannousufruito della cedolare d'acconto e 78 mi-liardi da coloro che hanno usufruito dellacedolare secca del 30 per cento. I dati sonoQuesti. Nel 1965 sono Quasi uguali: 242 mi-liardi riscossi in base al 5 per cento e 79 ri-scossi in base al 30 per cento.

Io imposto la questione dell'articolo 6 insenso assolutamente obiettivo, perchè iostesso sarei preoccupato che istituzioni dibeneficenza, di istruzione, di educazione, diricerca scientifica, per le quali tutti ci sia-mo battuti, si trovassero in difficoltà a cau-sa della soppressione dell'articolo 6.

Mi pare che non siano state fatte altregrosse obiezioni: tutto si è appuntato sulperic010 che gli enN r~MQ1iJosipossano cau-sare una limitazione del gettito dell'impo-sta che dovrebbe andare allo Stato. Si èanche osservato da Qualche parte che que-sta legge 'ha portato un sommovimento inborsa. Infatti. i dati dei primi giorni del1e

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Senato della Rernlbblict], IV Legislatura~ 31583 ~

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borse italiane, e specialmente della borsadi Milano che è quella tipo, hanno messo inrilievo un notevole ribasso di una certaquota di titoli. Personalmente, a chi mi in~terrogava al riguardo, io ho espresso la miaforse ingenua, ma sincera e convinta opi~nione che si trattava di movimenti più chealtro speculativi che sarebbero durati po-co tempo. Infatti, proprio oggi il giornale« Sole-24 ore », che è tra i più qualificati inmateria e che nei primi giorni accennava alpericolo eLi una specie di dbastro, scriveche, dopo tanti tagli e decurtazioni, Iloscrol~Lane di ieri ha avuto il ,potere 'di produrrela tanto attesa reazione, aggiungendo chesi tratta di una reazione benefica, positiva,che continuerà anche dn avvenire, onde sipuò ritenere che 'la criJsi, sotto questo aspet~,to, sia superata.

Si è anche detto che il GO'Vemo avrebbedovuto avvertiJ1e in pliecedenza il mondofinanziario e ra:r canaS/cere prima questoprovvedimento. Io credo che .questa sia unamateI1Ìa da trattare ,come quella dei decreti~catenaccio, in quanto Se Ie cose '&i fannoconoscere prima non si sa qudIo che puòaccadere. Se il Governo av:es'se detto quat~tra .o cinque giorni ,prima che aveva nnten~zione di adottar,e questo o altro IJJrovvedi~mento, pensate quali ,soonvol,genti conse~guenzesi saI'ebbero veri(ficClitenelle borseitaliane, dove ci sono 00101'0 che non aS'Pet~tana che questi momenti per fare i bra af~£ari ,in pochi giomi oonsecutivi.

Se mi consentite, onorevoli colleghi, vo~glio ricordare un episodio che molto si at-taglia alla materia in discussione, episodioche riguarda l'emanazione di un decreto~catenaccio del 1920, quando io ero Sotto~segretario alle finanze nel Governo Giolitti.A quell'epoca il monopolio del caffè era eser~citato dallo Stato e tutte le importazionidel prodotto venivano fatte dallo Stato;ma, così come tutte le cose fatte dallo Sta~to nel campo commerciale e industriale tal~volta determinano difficoltà, anche in quelsettore erano allora insorte delle complica~zioni; per cui il Presidente den Consiglio, ono~l'evo le Giolitti, mi convocò di urgenza e miincaricò di preparare una relazione per l'abo~lizione del monopolio del caffè, aggiungendo

la r:a:ccomandaZJione più assoluta ed iTh-transigente che detta relazione gli fosse con-segnata personalmente senza che nessunone avesse avuto in precedenza la benchèminima conoscenza. Stando così le cose,se io a'V,essi prepamto quella Delazionenel mio ufficio, facendola prima steno~gl'afare e poi dattiloscrive:re, certamen~te sarebbero trapelate delle notizie e gli af~fari che si sarebbero potuti concludere intre o quattro giorni forse avrebbero rag~giunto una notevolissima entità. Allora io(confesso che è la prima volta che narroquesto episodio, fino ad oggi assolutamen~te inedito, della mia vita) ho lavorato tuttala notte con la mia famiglia facendo copia-re la relazione dai miei figliuoli. All'indoma~ni ho portato quell'unico documento perso-nalmente al Presidente Giolitti che pocodopo pubblicava il decreto-catenaccio, ondeil monopolio del caffè ebbe termine senzache ci fosse stata in precedenza la minimaindiscrezione e il minimo accenno di spe-culazione.

Ho portato questo ricordo per dimo~strare che queste cose debbono avvenire im-provvisamente, nella discrezione, nel segre~to più assoluto. Anche in questo caso cheriguarda le borse credo sia stato opportunocbe il Governo non abbia detto in precedenzache cosa aveva intenzione di fare, perchè ciòavrebbe scatenato la speculazione. Ritengoouindi che, sotto ouesto profilo, dato an-che il fatto che la borsa sta riprendendosi,non ci sia motivo di essere preoccupati.

Signor Presidente, non credo di dover ag~giun!!ere altro. Il punto principale era Quel-lo dell'articolo 6 riguardante gli enti reli~giosi. Faccio presente che gli enti religiosinon si atltaccano a.ll'articolo 6 ma semmaiall'articolo 29 del Concordato e all'articolo151, [ettera i) del testo unieo sulle impostedirette, che è una legge che esiste, aHa qua-le tutti dobbiamo obbedire. Ca:so per casosarà l'ufficio fiscale competente a non am~mettere at beneficio questo o quell'altro en-te se non risponde alle regole stabilite. In~fatti, come io stesso ho detto nella relazio~ne e il senatore Maccarrone ha notato, sonostate stabilite determi.nate cautele che do~vranno essere osservate. Sarà quindi caso

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Senato della Repubblica IV Legislatura~ 31584 ~

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per caso che si dovrà decidere, ma noi evi~dentemente non possiamo farle man bas:sadelle leggi esils>1enti in materta, avanti ri~corcta:te.

Non credo di dover aggiungere altro. Nel1962, quando si è chiusa la discussione sul~la cedolare di acconto, io ho avuto il pia~cere di sentire il consenso quasi unanimedell'Assemblea e le dichiarazioni di voto re~se dal senatore Bertoli per i comunisti, dalsenatore Bergamasco per i liberali, dal se~natore Roda per ,i socialisti che allom eranounificati. Tutti sono stati concordi nell'ap~provare la relaz10ne che io avevo Is,teso, nelfarmene un immeritato elogio e nel dichia-rare che votavano a favore. Oggi le cose so~no come allora e quindi non capirei chequel Iconsenso che c'lè [stato aE1or:a non cidebba esser,e anche oggi.

R O D A. Per via di quell'articolo 6 chenella legge di allora non c'era.

BER T O N E, relatore. Ma questanorma è stata introdotta per favorire le as-sociazioni pie, culturali e scientifiche. Vole~te toglierla? Toglietela, ma pensate a quel~lo che fate. Non è che io voglia intervenirea favore di un ente particolare, ma parlo ingenerale di tutte le associazioni pie, di bene~ficenza, di ricerca scientifica, di educazio~ne, di istruzione. Ripeto, volete sopprimerel'articolo 6? Sopprimetelo, ma, ripeto, pen~sate alle conseguenze che ne deriveranno. ,Questo articolo 6 non è stato certamenteintrodotto così alla leggera nella legge, sen~za che si sia pensato quali erano la sua giu-stificazione, la sua portata e le sue conse-guenze. Per esempio, la riduzione della ce-dolare d'acconto dal 15 al 5 per cento, adot-tata dal decreto del 1966, e qui riconfer-mata, è senza ,dubbio un gius'to e doverosomiglioramento della legge del 1962. La ce-dolare al 15 per cento importava un redditodi 16 milioni circa. Ora, siccome un redditodi 16 milioni non è di tutti e forse non è dimolti, ne veniva un numero ingente di ope-razioni di rimborso che dovevano essere fat-te dagli uffici fiscali nei confronti di coloroche erano stati tassati in base al 15 percento senza che il loro reddito raggiunges~

se quella cifra. È essenzialmente per que~sto motivo, che il Ministro delle finanze haadottato l'acconto del 5 per cento, liberan-do così gli uffici finanziari da una massaenorme di operazioni di ricerca, di egua~gliamenti e di rimborsi.

Quindi io mi lusingo che, come alloraper la legge del 1962, tutti i partiti, non solodella maggioranza ma anche della minoran~za, si dichiararono d'accordo, lo siano an~che adesso che la legge è migliorata dal pun-to di vista del carico del contribuente. Con-cludo peroiò con la speranza che il Senatovoglia approvare il parere che mi san per-messo di esporre anche a nome della mag~gioranza della Commissione. (Vivissimi ap~plausi).

P RES I D E N T E. Ha facoltà di par-lare l'onorevole Ministro delle finanze.

P R E T I, Ministro delle finanze. Ringra~zio anzitutto il senatore Bertone per la suapregevole relazione e per la collaborazioneche egli ci ha dato. L'iter della nominati-vità dei titoli azionari è, come egli ben ri-cordava, assai lungo, giaochè il problemafu impostato per la prima volta da Giovan~ni Giolitti (che non era, senatore Artom,iscritto al Partito socialista, ma era un li-berale) nel 1920, quando appunto il sena-tore Bertone era Sottosegretario alle finan-ze e praticamente reggeva il Dicastero giac~chè il Ministro dell'epoca, per lI"agioni di ma~lattia, non potè mai assumere le funzioni.

Ora è significativo che egli sia relatore diquesto disegno di ratifica, che pone fine aduna controversia quasi cinquantennale e sta~bilisce il principio generalizzato della no-minatività dei titoli azionari. Praticamenteciò avviene per la prima volta, giacchè lalegge del 1962 non potè essere, in pratica,operante, in quanto, dopo poco più di unanno, per le note ragioni congiunturali, nefu approvata un'altra che stabiliva per untriennia il regime della cedolare secca.

Qualche parlamentare, tra cui il senato-re Roda, ha ricordato che, in occasione delvaro di questo decreto-legge, si è avuto delmovimento speculativo in borsa; egli, e. mipare, anche un altro senatore, hanno mos~

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so rilievi circa l'opportunità o meno del mo~mento, circa i modi e via dicendo. Ebbene,gli oppositori hanno il dovere di criticare,ma qualunque modo avessimo noi usato, inqualunque giorno avessimo noi deciso, sonocerto che dai banchi dell'opposizione sa-rebbero state mosse talune critiche. Certa-mente, si sono avuti qualche ripercussionein borsa e quaLche movimento speculativo,ma sono fatti, questi, che si verificano ognivolta che vengono adottati provvedimenti ,intale materia. Se li voleste eliminare, illustrisenatori, non vi sarebbe altro da fare cheproporre l'abolizione delle borse-valori, co-sa che ovviamente nè io nè il senatore Rodariteniamo opportuna.

Se pensiamo che in un Paese vicino, dal-la sera alla mattina, non molti giorni fa,l'indice dei titoli azionari è calato del 20per cento, mentre nel nostro la diminuzio-ne è stata complessivamente dellO per cen-to, non credo che voi oppositori abbiate ildiritto di dire che è avvenuto un terremo-to. Comunque il decreto legge lo doveva~ma varare e se ci fossimo astenuti dal farlo,proprio per le considerazioni che voi fate,avremmo pratkamente seguìto una politi-ca opposta a quella che voi postulate, cioèavremmo mantenuto la cosiddetta cedolaresecca.

Mentre ringrazio i colleghi che sono in~tervenuti per le loro osservazioni critichee per l'apporto intelligente che hanno volu-to dare a questo dibattito, rilevo che vi èun punto sul quale devo di nuovo respingerefermamente quanto è stato detto.

Onorevoli colleghi, i partiti come tali,e voi lo sapete, sono le strutture portantidel regime democratico parlamentare; e par-lo dei partiti nel loro complesso, senza di-stinguere quelli di opposizione dagli altridi Governo. Io credo che chi è fedelealla Costituzione, al suo spirito ed alle idea~lità democratiche non deve denigrare ipartiti. Ciò facendo, si finisce con l'indebo~lire anche il proprio, perchè i cittadini nondistinguono tra l'uno e l'altro quando sipongono certi problemi e si fanno certe in-sinuazioni.

Ebbene, io ,devo condannare la specula-zione politica di chi, per obiettivi di parte,

ha raccolto voci fantasiose ~ anzi ultra-fantasiose ~ ci:rca inesistenti e false spe-culazioni di qualsiasi partito; si tratta di di-cerie assurde, messe in giro da ambienti ir-responsabili, quegli stessi Iche, pochi giornifa, avevano fatto 'Circolare la notizia che noiavevamo in animo di predisporre una im-posta patrimoniale.

Come ha bene ricordato il senatore Ber-tone, se noi proponiamo al Senato la rati-fica di questo decreto-legge che abolisce lacedolare secca, è per ragioni di giustizia tri-butaria. A ragione egli si è richiamato al-l'articolo 53 della Costituzione, il quale af-ferma che ciascun cittadino deve contri-buire in rapporto al proprio reddito. Ebbe-ne, solo ponendo fine alla cedolare secca,che aveva avuto motivi di carattere congiun-turale, noi realizziamo correttamente taleprincipio.

Del resto, il fatto che, ad esempio, unapersona a reddito elevatissimo avesse rila-sciato ad un settimanale abbastanza diffusouna dichiarazione in >cui,in sostanza, si soste-neva che, se il Governo dà il modo di pagarepoche tasse, non vi è ragione per non appro-fittarne, doveva indurre a meditazioni sia ilGoverno che il Parlamento.

Noi ~ ripeto ~ abbiamo adottato que~sto provvedimento, che sottoponiamo allavostra approvazione, per ragioni di giusti-zia tributaria. Non sarebbe stato logico delresto che, ment!re venivano schedat,i all'ana-grafe tributaria i nominativi di migliaia e mi-gliaia di persone con redditi modesti o medi,non venissero registrati i proventi di cittadi-ni assai più ricchi.

Comunque il fatto che noi perseguiamoun obbiettivo di giustizia tributaria, !Comeè nostro dovere e come vuole la COSitituzio-ne, non deve ,portalre nessuno alla iIIazioneche abbiamo dei propositi punitivi ,controchicchessia. Giust,izia è proprio il contrariodi punizione. Vogliamo viceversa metteresullo stesso piano i cittadini, a cominciaredagli operatori economici.

IiI ,senatore Nencioni ha sollevato il dub-bio che, attraverso il cosiddetto riporto st~cato, le disposizioni di questa legge possanoessere violate. IProbabilmente non Isi dovreb-be parlare di riporto staccato. Fone il 'sena-

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:::Iellato della R.epubblìcCt ~ 31586 ~

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l'V Legislatura~~. ~~

588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICù

tore Nencioni avanza !'ipotesi che talun:icittadini, qualche settimana .prima delle de~libere delle società l'elatiV'e ai dividendi,v,endano i titoli e poi li dacqui,stino qualchesettimana dopo.

Credo che le norme della legge e le di~sposizioni che gli organi oompetenti, dapola sua approvazione, emaneranno, po1Jrannagarantirci da questo pericolo che veramen~te sar~bbe serio.

Voglio aggiungere, 'sempre per rispanderea,l senatore Nencioni, oheegli ha affermatocosa inesatta quando ha detto che permane-v,ano le cosiddette condizioni congiunturaliche avevano giustificata l'adozione della ce-dolare secca. Non possiamo sostenere ciòquando noi .comunichiamo al IPaese che ilreddito nazionale, nel 1966, è aumentarto dipiù del 5 per cento rispetta al 1965. Nonpossiamo padare ,di una oongiuntura eco-namlca sfav.ol'evole quando leggiamo, sena-Itare Nenciani, Iche l'Istituto .di statistica hapotuto accertaI'e che :dal gennaio 1966 algennaio 1967 il numero degli occupati è au-mentato di 320.000 unità. È vero, 'senatoreNencioni, che questo 'aumento si è veriJfìca..to soprattutto nel settore dell'industria, maciò è ovvio: in tutte le Nazioni del mandoil numero degli occupati in agrkoltura di-minuisce ,e in Gran Bretagna ,siamo ormaiscesi al 3,5 per cento.

Il fatto incontrovertibHe è che la fo:rzadi lavo:ro accupMa, come ho detto prima, èaumentata di 320.000 unità in un anno e idisoocupati sono diminuiti di 134.000. Quin-di mi .pa,re ,che abbiamo .ottenuto un risul~tato buono ,e che nan si possa più parlaredi congiuntura '~conomlca sfavol'evole.

Vorrei a,nche far osservare al senatoreNenciani che, in questi primi mesi dell'anno,è aumentata la produziane industriale. Leg-gevo Leri, ad esempio, 'su un giornale che11 numero delle automabili immatricolatein questo periodo è stato di gmn .lunga su-periare rispetto al periodo cOl'rispondentedello scorso anno.

Come ,lei sa, !'industria automobililstica èuna deUe industrie pilata che danno lavoroa tante altre attiv.ità ecanomiche. Quindi io,ritengo che, in un momenta in <cui1'econo-mia ,era ,in netta ripresa, non avevamo più

ragione di mantenere un provv,edimento .cheaveva ,carattere loongiuntu~ale.

È vero, senatore Nencioni, che nai nonpossiamo essere certi che Y'economia con-tinuerà ad andare bene negli anni futuri; mase il Governo, came noi vogliamo, limiteràle Ispese non diJ:1ettament,e produttive, se co-sì faranno gli enti pubblici, se gli operatorieconomici e le organizzazioni sindacali agi~l'anno, (come io spero e anZI, direiÌ, sonocerto), ,con 'senso di l'esponsabiHtà, non v'ènessuna ragione di dubitare che il progres~so economico del nostro Paese possa durare.

N E N ,C IOiN I . È Ila politica del nasodi Cleopatm.

P R E T I , Ministro delle finanze. Sena-tore Nenci.oni, la politica del naso di Cleo-patra nan c'entra. Oggi siamo in un periododi congiuntura suffidentemente favorevole,e se, per il futuro, l,ei fa ~aticini negativi edio positivi, non v,edo perchè io dovrei acco-gliere i,l suo punto di vista e non lei il mIO.

Atteniamoci alla situazione attual1e, che èquella che io ho prospettato.

Sono state f.atte as1servazioni e critiche aJ. ~

testo del decreto~legge. In partkolare, daparte di più di un senatare, 'è stato osserva-to che la narma relativa alla ritenuta seccaalle società di persone poteva permettere cer-ti imbrogli e certi raggi:ri.

D.opo la riuniane in Commissione, al Mi~ll1istero delle finanze, noi abbiamo rimedita-to il problema, abbiamo discuss.o la questio~ne in Itutti i 'suoi termini e siamo arrivati al~Ila conclusione che i dubbi manifestati da ta~Luni senatorì a~evano ragion d'essere, tantoè vero che noi ,accettiamo l'emendamentoproposto dal senature Lo Giudiloe.

Si è molto discusso ddl'articoIo 6 conil quale noi concediamo la esenziane alJ.epersone giuridiohe e aUe fondazioni che han-no scopo di beneficenza, educazione, i'stru~zione, studio e Viiadilcendo. Il senatore Ber~tane ha già detto ai senatori che siedonosui bandhi di sinistm che, se noi sopprimes-simo l'articolo 6, opereremmo in sensoco:n;1Jrario anche rispetto a taluni obiettiviche essi si prOiPongono e sui quali conco~da-no, perchè. ad esempio, anch'essi s.ono d'ac-

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cardo nel ritenere che dobbiamo :agevolarel,e istituzioni aventi scapo di i'struzione e distudio.

Devo dire che la dchiesta di inserire neldecreto-legge l,e norme di cuiall'a:rticola 6,d è pervenuta da fandaziani di beneficenza,da .istituti di istruzione e non assolutamenteda parte di enti di carattere ecclesiastko.Io metto tutti gli atti del Ministero dellefìnanZJe a disposizione dei senatori che ab-biano la ,curios.ità di cansultarli. Essi p0-tranno così cansltatare che nessun ente reli~gioso, nessun parlamentare o nessun mi-nistro vicino a tali ,enti si è mai sognato dichiedere a noi, vale a dire al Ministero dellefinanze, che introducessimo questa norma,la quale, viceversa, ha ob.iJettivi diveI1si, cioèquelli di favorirre gli enti di beneficenza, di,educazione e di istruzione. Ripeto formal-mente che così stanno Je cOlse.

Qualcuno aveva formulato il dubbio chequesta legge potesse appl1carsi anche allaSanta Sede o agli entiohe fanno capo adessa. Ma, !come i calleghi sanna, in Com-missione finanze e tesora, i parlamentarisano stati una!l1imi nel riconoscere che que-sta legge non può applicarsi alla Santa Sede,che è un soggetto giuridico straniero e chenon appartiene quindi a quegli enti nazio-nali che sQlno contemplati dall'articolo 6.

Dal momento che in materia di utili pe,r-cepiti daHa Santa Sede ,sano state diffusemolte vaci, assai spesso fantasiose, e dalmO'mento che taluni parlamentar;i hanno ri~volto in proposito interrogaziani ~ che pe-raltro non erano in via principale a me di-rette ~ debbo di're (e ne darò poi la prov'a)che quelle v'Od, raccolte appunto anche daautorevoli parlamentari, erano fondate sulprincipio, abbastanza usuale in ,I,talia, dimaltiplicare o di dividere per dieci i dati,a seconda dell'interesse !politica.

Ecco quali sono i dividendi lordi ri,scossinel 1965 dagli enti compresi neHa denomina~ziane di Santa Sede: Amminis~aziOiIle beniSanta Sede 340 mila lire, Istituta opere dibeneficenza 1 miliardo e 849 milioni, SacraCongregazione di propaganda fide 21 milia~ni, Sacra Congregazione fabbrica San Pietro1 mi1ionee 323 mila lire, Amministrazionespeciale Santa Sede 1 miliardo e 389 miHo-

ni, Pantiflcium Opus a Sancta Petro ApostuloCansilium superius 44 mila hre. Il tuttoper 3 miliardi e 262 milioni di utili rislCO'ssi,il che corrisponderebbe ad una cedolare del30 per cento di poca più di un miliavcla.Quando si è soritto su malti giornali che intre o quattro anni la Santa Sede avrebber,isoosso dividendi, che avr,ebbero dovlUtopartarla a pagare 40 miliardi, evidentemen-te si moltiplicava per dieci.

Né si dica che noi non abbiamo i dati,perchè se gli onaI1e,voli colleghi vaglionolegger,e una certa !Circolare di cui si è parla-ta in Commissione, potmnno ricavare che,attraveirso il disposto di alrtre .circolari, loStato italiano aveva la sicuvezza di assicu~lI'arsi il controllo di questi d1videndi, ne,lsenso di det,erminarne anche la misura.Questo deve ,essere detto a titolo di ver,ltà,se così si può dire. Naturalmente il giudi-zio politico di ciascuno resta .libero. .Del re--,sto il problema deLla ratifica o nOon>ratificadell',accordo con la 'Santa Sede è aH'esamedella Camera dei deputati dove ciascunoprenderà la sua pasizione e assumerà le pro-prie responsabilità. Ma, di frante al fat'to chesi insisteva in certe vaci fantasiose, io ho sen-t1ta il dovere di camunicare a ques'Assem-blea le esatte dimensioni del problema, chesano assai diverse rispetto a quelle di cui damolti si era parlato.

P ,E L L E G R I IN O. Ma ,quei dividen-di che stanno nel cassetto?

P R E T II, Ministro delle finanze. Hlu-'stre collega, non possiamo adesso mettereia fare una discussione sui minimi 'termini,p.ar.lando degli utili che stanno nel \cassetta;ma ,se nai.ci incontrassima a parte, per non'annoiare gli altri senatori, e discutessimodellPl'Oblema, vorr,ei che ,lei mi dimostra:ss,ecome si fa ad avere degli utili .che non ven-gono denunziati, quando c'è U!na certa Jeg~ge o una certa .circolare 'C'ne stabilisloe pr,e.dse disposizioni al 'riguar,do. Come si fa anasconderli? la capislCo che lei, per ragianidi oJ1dine politico, sia anche tenuto a farequeste affermazioni, ma vorrei di>rle cheesse sQlno destituite, di fondamento. Se leicrede, 'siccome io 'sono sempre a disposizio~

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S88a SEDUTA Cantimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

ne dei membri del Senato, posso anche for~ni:de un appunto deHagliato per dade la di-mostraziOine di >COlmecerti 'ÌI1Ucchia ,cui leiaHude non sono e non sarebbero possibili.

Noi abbiamo sentito a:lcuni oratori delPartito ,comuni!sta, ,in Commissione ,e qui inAula ~ ,e mi ,sembra anche il 'Senatore Ro~da ~ Icriticare l'articolo 6 sotto un altroaspetto. Hanno affermato !Che 'esso, poten~do applicarsi anche agli enti di culto, do~vrebbe essere soppresso. Io non vedo perquale ragione dovI1emmo dnunaiare ad age~volare enti di istruzione, di beneficenza, diriceI1ca scienti<fùcae via dicendo, 'soltanto pe['fare dispetto a quelli di ,culto. Questa mislembrerebbe una poli!tica sommamente er-'rata, con la qmde danneggeremmo delle isti-tuzioni benemerite, per fare un eventuale di.spetto ad un numero limitato di entI, III or-dine ai quali magari non tutti i parti1ti sonoconcordi nel giudizio.

A IDA M O L II. E se ,fosse illcontrario?

P R E T I, Ministro delle finanze. Sena~tOlr,eAdamoli, apprezzo la sua buona fede,ma ,lei non era presente quella 'sera in cuidiscutemmo H problema in sede di iOom~missione finanze e tesoro.

BER T O L II. Chi ha pa1nlato di di-spetto?

P R E T I, Ministro delle finanze. Inquella sede io dissi che ,LeTichiest:e prave-nivano dagli en'ti di benefitcenza, di istru-zione e via dicendo, e !Che nessun ente ec-desiastico ~e diedi la mia parola d'ono-re, che ripeto qui oggi ~ aveva mai solle-vato quel problema.

R O D A. 11 nostra nobiLe Itentativo diporre sul medesimo piano tutti i cantri~buenti lei ,le chiama dispetto?

P R E T I, Ministro delle finanze. Se~natore Roda, vi sono delLe esenzioni fisca~li Ce il primo a non esserne entusiasta, insenso generale, è ovviamente il !Ministro del-le finanze) per il Mezzagi arno, ve ne sono(e in gene,re i paI1lamell'tari le approvano),

per gli enti di beneficenza, di istruzione, dirice'r,ca scientifica. Non ,esistono quindi saloqruelle pI1eviste nell'articolo 6, ma anche al~tre. Orbene, se in tutte le altre occasienivoi avete votato a favor,e di esenzioni fisca-li, pe,rchè nel presente momento voiete ap-parvi a queste ,che vanno a favore deglienti di istruzione, di studio, di beneficenzae di ricerca scientifica? Ie veramente nanriesco a capir.1o. (Interruzione del senato~re Fortunati). Senatore Fortunati, Ise l,ei ècontrario all'esenzione anche per quesitienti.. .

FOR T U IN A T I. Non sono contra-lrieio, è contraria la legge.

P R E T ,I, Min'istro delle finanze.. . . chiederà la ,soppI1essione dell'articola 6.Si vedrà, poi, quale tesi pr,evarrà nel Senatodemocraticamente. CCommenti dall' estremasinistra. Richiami del Presidente).

L O G I U D I C E. Ma in Commis~sione l'estrema sinistra era favarevole al~,}'articolo 6.

R O D A. Ne.

L O 'G I U D I C E I comunisti sì; ilsenatore Gigliotti aV1evadichia'rato di esse~re favorevole.

R Q D A. Ma non ia. Date a Cesare quelche è di Cesare.

,p R E T I, Ministro delle finanze. E da~te a Roda quel che è di Roda. (Ilarità). La~sdatemi aggiungere che J'estensiane allepersone giuridkhe pubbliche e fondazionidi culto non la proponiamo noi con que~sta legge. Essa è aU!tomatka perchè, comebene ha ricordato 11 senatore Bertene, esi~ste una disposiziane di caratter,e generale,anzi di ,carattere costituzionale, che parificagLi enti di culto agli enti di beneficenza, edanche l'articolo 151 del testo unico sul.le imposte dirette fa cenna a questo ar.gomento. Di conseguenza qui non si trat~ta affatto di voler introdurre una esenzioneper gli enti di culto, ma semplic'emerrte di

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'pren:dere atto ohe essi nella legislazione ita~liana sono equiparati agli enti di beneficen~za. n'altro ,canto, vorrei fair osservare aicolleghi di parte comunista che, siccomeessi hanno votato a rfarvoJ.1edell'articolo 7della Costituzione c, di conseguenza, delconcordato, non mi Isembra abbiano il dirit~to di reclamare di fronte a un Ministro che,come tutto il suo partito, a quel tempo haosteggiato quello stesso articolo 7. Casomai potrebbem essere i <colleghi .che siedo~no sui banchi del Partito socialista a muo--vere obÌ<ezioni a voi ohe Isedet:e sui banchidel Partito comunista. (Commenti dal-l'estrema sinistra). Non voglio fare riferi~mento al senatore Roda perchè egli alla Co--stituente non ç'era.

R .o D A. Io no, ma il mio paptito \C'era.

P R E T I, Ministro deUe finanze. D'ac~cardo, ho detto infatti che non voglio fareun riferimento personale al senatore Roda.Ho detto che il Partito socialista in tuttele sue componenti (allora erano due partiti,ma entrambi votarono neLlo stesso senso)'assunse un atteggiamento politko diversoda quello del Pàrtito comunista. Quindi segli oratori del Partito socialista a un certomomento polemizzano con voi, che adessofate i primi della classe in questa materia,non credo che abbiano tutti i torti.

Debbo infine afjfìrontare ,l'aT~omento dellapatrimoniale, che tè stato soHevato qui an~che dal senatore Artorn, e del quale ho l'im~pressione si pa,rH un po' troppo s<pesso, no--nostante che il Governo continui a di.chia~'rare .che non int,ende alssolrutamente propor~'re, nè oggi nè domani, aLcuna imposta diquesto genere.

Un oratore deLl'opposizione si meravi-gliava iche, mentre un grande economistacome il senatore Einaudi era favorevole allepatrilJ:l'loniaH, l'onorevole Preti, che non èun ,economista come lui, sia vkever,sa con~traTio. Noi non siamo cer.tamente obbligatiad accettare come 01'0 co,lato tutto queLloche disse il senatore Einaudi, tanto più cheegli apparteneva ad un partito attualmen~te all'opposizione o per lo meno a nessunodei tre partiti di maggioranza. Ma vorrei

ricordare, proprio ,per Icommentare quellamia dichiarazione, che è stata qui criticata,lUlla drcostanza impor,tante. In Italia si eb-'hem due imposte patrimoniali, la prima del1920 e la seconda del 1947, ed erano impo-sizioni collegate diI'ettamente alla guerra: siusciva, in entrambi i casi, da lUll confLitto,da un collasso economko, e non soltantoeconomÌtCo; i J.1edditi, in quel momento, era-no minimi peJ.1chè iIPaese ,si Sitava ripren-dendo. La <Classe dirigente, tanto nel 1920quanto nel 1947, di fronte a quella catastro~fe, lritenne opportuno un prelievo sul patri~monio visto che quelli sul reddito rendevanopoco.

Ma non si può certamente pensare chenoi avremo una terza guerra mondiale (an~che perchè, tra l'altro, dopo una terza guer~l'a mondiale, non credo ,si panlerebbe piùdi imposte, in quanto nessuno di noi esi-sterebbe più). Non si pongono quindi asso~lutamente le premesse, nè oggi nè domani,per l'istituzione di una imposta patlrimoniale.Dal momento però che è stato rÌ!coI1dato ilsenatore Einaudi, per contrapporlo magariall'umilissimo Ministro delle finanze che viparla, oppure al Governo preso nel suo com~plesso, ,debbo dire che colui il quale avevala mania delle imposte patlrimoniaH non eratanto quell'illustre economista, quanto il mioquasi 'concittadino Benito Mussolini il quale,infatti, fece approvare tre imposte straordi-narie, collegate al cosiddetto {{ allineamentodella lira» del 1936, sugli immobili, sulle so--cietà per azioni e sulle aziende industrialie commeroiali, introdotte tra il 1936 e il1938. Nel 1939 si adottò poi, sempre per ini~ziativa del defunto duce del fasdsmo, unaimposta ordinaria sul patrimonio che duròsino al 1947.

La politica dunque ddle ,imposte patrimo~niali in periodi non di emergenza è la poli~tica di Benko MusiSolini, è la politica delfascismo, è la politka di un ,regime il quale,tra 1'altro, rese impossibile lo sviluppo eco~nomko del nostro Paese, condannandolo aduna .lunghissima stagnazione.

Noi del Governo di centro--sin1stra non ,ri~teniamo che una tale poHtka possa essereadottata e ri,teniamo con ciò di lessere 'Per~

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fettamente cae~enti con lo spirito e con lalettera .della Costituzione.

E poi, parliamoci.chiaro (non con voi,perchè spero che saJ:1ete tUltti c<onsen~ienti,ma con qualcuno che è fuori .del Parlamen~to e che ama faI1e delrle insrnuazioni): tutte,le imposizioni, anche queUe sul patrimonio,si pagano sul reddito, e H pagamento delleimposte straordinarie... (Interruzione delsenatore Bertoli).

Mi lasci finire, senaltore Bertali; .l,ei saquanta stima io abbia di lei e '\'edrà che lerispondo. Il pagamento, dicevo, .deLle impo~ste sul patrimonio che si ,sono avut,e in pas~sato si è diluito in una ventina di anni, ilche significa che ,si sono prarkamente t'ra~sformate in imposte sul ,reddito.

Io .credo che dopo queste espedenz,e nes-sun Governo :responsaJbHe può sentirsi diriapri:re le cateratte ~ dico le .cateratte ~

dell'imposta ,sul patrimonio, il che vOJ:1rebbedire mettere in allarme centinaia di migliaiadi soggetti, inventare congegni valutativi daapplicare ai beni oggetto dell'imposta, farfunzionare gli uffici che dovrebbero ge8tirla,creare altre condizioni difficilissime...

A D A M O L I. L'apocaHsse!

P R E T I , Ministro delle finanze. .. eptatkamente fare un grosso buco nell'ac~qua.

E pensate poi, onorevoli colLeghi che miinterrompete, che dO'vrebbero entrare inta,ssa almeno un milione e mezzo <Odue mi-liO'ni di soggetti d'imposta, e questo ,enormenumero di contribuenti non potrebbe essereaffrontato dall'Ammini,strazione finanziaria,se non a scapito della produttività !delle im~poste sUlI reddito. Quello, cioè, che si gua-dagnereblbe in moneta d'imposta sul patri~mania si perderebbe in moneta d'impostasul veddito, a tUlttO vantaggIO dei famosievasori.

Io sono talmente convinto di questo da'Pensare che, se un giorno voi d~l Partito co~munista andaste al Governo ~ non so inquale anno, forse nel 2000 ~ anche voiconsentireste sul fatto che l'impasta patri~moniale non è assolutamente varabile nelnostro Paese e non si concilia con i terminidi una finanza sana, canrerta e l1esponsabile.

Lasdatemi faI1e un'ultima osservazione,dal mO'mento che si nomina così 'spesso, espero per ,l'ultima volta, ques1ta imposta pa~trimoniale. Essa si commisura, come è no-to, al valore dei oespiti patdmoniali mede~simi, indipendenvemente dal reddito che £Qlr~niscono. P,er quest'a ragione entrano in ta'S~sa anche i beni che non danno prov,enti edè chiaro, pertantO', che una parte rilevantedei soggetti d'imposta dovr,ebhe pr,i.varsi diakuni beni per pagare .l'imposta medesima.Ma se questi beni non tll'ovassero ,aoqui~l'enti, come facilmente si potrebbe verifica~De, sarebbe l'int/era economia del Paese ariceverne un grave colpo.

P E L L E G R I N O. La Ifranchigia di240 mila Hire per ogni italiano colpisce nelpane, leva H pane!

P R E T I, (Ministro delle finanze. Leiha posto un problema, onorevole senatore,che esiste, ma ho !'impressione che non siamolto pertinente con la discussione sullacedolare. Comunque, se lei lo crede, sonosempJ:1edisposto a discutere questo ed ahriproblemi. Ritengo però che in materia di'imposta patrimonia:le tUittf i Gruppi parla~mental'i, dal Gruppo comunista a quello delMovimento socia,le, nonostante i precedentidi Mussolini, dovrebbero essere d'accordosull'im,postazione deJ Governo.

Del J:1estopoi ~ e .con questo vogHo con~eludere ~ qualsiasi imposta patrimonia,lecontraddirebbe, nel modo più chiaro, all'in~tendimento, più volte comunicato dal Gover-no, di realizzare la riforma tlributaria, il cuitesto è già pronto, anche se non è ancorastato approvato dal Consiglio dei ministri,per.chè esso si propone di 'sempHficare ilcongegno in materia di imposizione diretta.Infatti, Icome voi sapete, la riforma prevedel'imposta unica sul reddito comprDensiva del~la 'Complementa,re, dell'imposta di famigHa,deH'imposta di ricchezza mobile re via di~cendo. Non si lV,ede come run Governo, ilqual,e marcia in questa direzione, che èquella giusta, e che vuole dare un oI'dina-mento più moderno in mat'eria fiscale a,lPaese, potJ:1ebbe ascolltare le suggestioni diquegli uomini di fanta:sia che parlano diimposta patrimoniale.

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IV Legislatura

588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Onorevoli senatori, io vi ,ringrazio di aver~mi ascoltato e voglio concludere questo miointervento riaffermando che il Governo, sot~toponendo alla ra'tifka del Senato que-sto decreto~legge, ha s'empliOémente volutoagiJ1e suna base della Costitu,dane, ha sem~plkemente voluto dare la dimastrazione de~gli 'Obiettivi di giustizia trilbutaria che essopersegue, obiettivi che si inquadmno nellapolitica saciaIe del Governo di centro-sini~stra riaffel1mata anche nel l'e cent'e v,erticedei pat-titi. In questa direziane manceremocon serietà e consensa di responsabilità.(Vivi applausi dal centro e dalla sinistra).

P RES I D E N T E. Rinvia i,l seguitodella discussione alla seduta pomeridiana.

Discussione e approvazione del disegno dilegge: «Conversione in legge, con modirfi-cazioni, del decreto-legge 4 febbraio 1967,n. 8, concernente: "Riapertura dell'Ufficiodella Conservatoria dei registri immobi-liari di Firenze"» (2122) (Approvatadalla Camera dei deputati) (Proceduraurgentissima)

P RES I D E N T E. L'Ol'dine del gior~no reca la discussiane del disegno di legge:«Conversione in legge, con modilfÌ!caziani,del decreto-legge 4 febbraio 1967, n. 8, con-cernente: "Ri~pertura dell'Ufficio del,laCons,ervatoria dei registri immobiliari di Fi~l'enze" », già appravato dalla Camera dei de-putati e per il quale il Senato ha approvatola pracedura urgentissima.

Invito quindi l' 'Onorevole relatore a riferire'Oralmente.

P O E T, relatore. Signor Presidente,'Onorevoli colleghi, signori ,rappresentantidel Governo, il disegno di legge al nostroesame prevede la conversione in legge deldecreta.Jlegge 4 febbraia 1967, n. 8, cancer-nente la riapertura dell'Ufficia della Can~servataria dei lìegistri ÌIillmobiHari di Fi-renze.

Il decreto~ legge ha subìta delle madifica-ziani da parte della Camera dei deputati edè stata trasmesso alla nasiÌra P,residenza il

15 marza 1967. PoiChè la conversione diquesta ,declìeto-legge deve lavvenire entro il5 aprile, è evidente a tutti ,che i tel1mini sa~no malta bJ:1evi,iin considerazione anche del-,J'imminente inizia del periada di vacanzepasquali.

In Cammissiane nai avévama prospelt1tata,io almeno av,eva pros(pettata, ,l'appartuni,tàdi appartare malte modi:fiche a questa de~creta rispetta al testo che ci è sltatatr'a~smessa dalla Camera, attese le sue insuffi~denze. Abbiama però tutti rCanvenuta sullanecessità di una rapilda conversione di que~sta pravvedimenta in legge per nan correreil J1ischio che esso passa decadere, e consi-deranda anche l'altteggi,amenta negativa delGaverna rispetta aUe madifiche pJ1Opaste.Standa :casì le case, e seguenda il suggeri-mento del Presildente della Cammissiane,questa ha rCancretato, in un ordine del gio<r~

n'O,le 'Osservazioni che ,patevano essere enun~date in un dacumento di tale natma. L'ar~dine del giarno, che abbiama compilata,è del seguente tenare:

« Il Senata,

nell'approvare il disegna di legge dicanv,ersiane del decreto~legge 4 febbraio1967, n. 8, rileva:

, a) che nella diziane "DegistlI1ì" CO:Ilte~nuta nell'articala 2, .devana int,ender-si cam~presi anche gLi atti nan danneggiati a Te~staurati;

b) che, del pruri, sempre all'aJ1ticaJa 2,la ricasHtuziane della farmalità ivi accen-nata Siiintende dferita anche agli estremi diclassificazione, nelle tavale alfaibetiche, deiconti individuali e delle aperaziani riparta~te nei n~:pertari;

c) che i termini di cui aU'articala 2 deldecI'eta legislathra luogotenenziale 5 atta~bre 1945, n. 770, richiamato all'arti,oola 2~bisdel decreta~l'egge in esame, nan devana can~sidemrsi termini di decadenza;

d) che ,la nata ~ più prapr,iamente da-manda ~ di cui al quarta comma dell'aJr~tioola 3, deve intendeI'si carne terza capiadella d'Ornando. stessa, J1i:lasciata dal Conser-v:atol'e, in quanta delle due damande esibitedalla parte a te'l1mini di Ilegge, una deve es~

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16 MARZO 1967

IV Legislatura

588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

sere 'Conservata dall'Ufficio e l'altra :resti-tuita alla parte con la certificazione dellaeseguita annotazione, dopo che questa saràstata materialmente fatta;

e) che la domanda di parte interessata,di cui all'aTticalo S, ,pdmo comma, potrà es-sere presentata in oarta semplice e che incalce ,a:d essa il Conservatore potrà .esegui-re ,l'attestazione;

!Yileva, altresì, l"dpportunità che il Go-verno emani deUe naI1me regolamentari perla caI1retta applicaziO'ne della legge ».

Qualche peI1Plessità ml1evamo sollevato inCommissione in ordine alla disposizione perla quale il conservatare deve cansentire lavisura delle tavole a}fabetkhe in pvesenzadi un .dipendente ldella COllservatOTi1a, e ciòin deroga 'alla legge 25 giugno 1943, n. 540,la quale dispone che queste tavole alfabeti-che sono ,registl1i iÌsti:tuiti ad uso esclusivointerno delLa Cansel'vatoria. A noi non ap-pariva, nè appare, appartuno che ques'tetavole alfabetiche sianO' messe nelle manidel pubblico, sQprattutto considerando ches-i t'l'atta di tavale che sono state 'danneg-giate per effetto deU'alluvione.

La formulazione della narma è anche cm-tkabile nella parte che consente l'ispezionedeUe tavole sotto il contrano di un dipen-dente della Cons,ervatoria, essendO' evidenteche questo dipendente verrà distratto dallasua attività d'uffi'CÌo per Icontrollave questeispezioni.

Comunque, ,per i motivi che abbiamo pri-ma acoennato, cioè esclusiViamente per .rur-genza, ci è paTsa opportuno non apportareemendamenti neanche a questa 'riguardo.

Altri rilievi potrebbero essere sollevati edanche di maggiar importanza ma, allo statodelle cose, possia:mo soltanto concluderecon 1a raccomandazione al Governo di ema-nare delle norme regolamentari per la 1001'-retta applicazione della legge. E: in altre evi-dente che, se nell'applicaziO'ne di questa leggedov,essero sorgere dubbi a difficoltà, ,il Par-lamento potrà sempre interve11Jire per 'ema-naTe una ulteTiO're legge correttilV'a.

Per questi motivi 'raccomaudiamo all'As-semblea l'approvaziO'ne del disegno di legge.

P RES I D E N T E. Dichiara aperta !adiscussione generale. E: iSlcritta a parlare iJsenatore Artom. Ne ha facO'ltà.

A R T O M. ConcO'rdo eon quanto ha det-to il relatare sulla necessità che il provvedi-mento venga approvata per impedire la suadecadenza.

VOI1rei soltanto chiedere se sia passibileaggiungere alcuni punti all'mdine del giarnache è stata presentatO'. Il primo puntO' è ilpiù importante, e riguarda la ciocastanza cheil decreta limita il rilascia degli atti saltan-to ai registri in esso indicati, mentre unaparte dei registri non indkati è suscettibiledi visura ed anche di dar luogo a certifilCa-zioni.

L'autorità amministrativa avrebbe dato di-spasiziani nel senso che, mentre la visura deiregistri indicati nel decreto è abbliga~ariaed è abbligatO'ria la certificazione in base adessi, per gli altri registri è lasciata la faICO'ttàal conservatore, senza stabilire un divieto.

Questa punta sarebbe opportuna inserirenell'ordine del giornO', quantunque abbia giàdato luogo ad una ciJ:1calare ministeriale. Mipare però che sarebbe giusto dare ad esso lamaggiare autorità di un voto parlamentare.

Il seconda problema è di es'trema gravità,e riguarda più il Ministero di grazia e giusti-zia che non quello delle finanze. Si tratta delfatta ,che in questo decreto, quandO' è entratoin vigOlre, nan sona sta'te dettate narme chemodificasserO' le disposizioni esistenti in fat-,tO'di precedenza di iscrizione a di trascrizia-ne. I nO'tai fiarentini, can molto spirito dipraticità, hannO' cancordata la presentazio-ne di tutti gli aUi da trascrivere, in modache anche l'ordine è stata cancOlrdato tra diessi. Ma, per quanta riguarda le iscriziani,questo accorda non si è pO'tuta realizzare eda qui nascono dei problemi e delle difficaltàdi estrema delicatezza. Sarebbe opportunache il MinistrO' di grazia e giusti:zia facessepro1cedere ad un esame della situazione e in-tervenisse con un provvedimentO' legislativoa correggere quelle che possano essere lestarture e le incangruenze.

la non credo che si sia verificato nessun!Casadi doppia vendita di stessi immobili, main quanto alle iscrizioni ipotecarie e alle iscri-

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zioni di precetti il problema si impone. Quin~di raccomando çhe venga l,egislativamente af~frontato, previa accertamento dei dati di fat-to. Grazie.

P RES I D E N T E Poichè nessunaltro domanda di parlare, dkhiaro çhiusala discussione ,generale.

Ha faooltà di parlare l' onor,evole Sottose-gretario di Stato per la grazia e la giustizia.

M I S A IS I, Sottosegretario di Statoper la grazia e giustizia. Signor Presiden-te, onorevoli senatori, sul merito del prov-vedimento non ho nulla da aggiungerea quanto già ,è stato detto ampiamente daln~Iatore, sopr1attutto per quanto concernel'urgenza con çui anche il Governo racco-manda al Senato di approvare il provvedi-mento, a causa dell'incombere delle scadenze.

Nel merito sono stati avanzati dei ,rildeviche !però OIPportunamente non sono statitrasfusi in emendamenti, bensì espressi inun ordine del giorno .che dichiaro subho dip'Oter accettare come rac.comandazione. Dicocome ralocomandazione pevchè alcuni diquest,i rilievi, a nostro avviso, non sono ne-cessari in quanto già impJ.i.ciH :nel sistemadel provvedimento che abbiamo presentato.

Così per quanto riguarda il punto a) del-l'ordine del giorno nel quale ,si dioe chenella dizione « r,egisrri» .contenuta nell'ar-ticolo 2 devono intendersi compresi anchegli atti non danneggiati .o l'estaurati; cosìsoprattutto per quanto riguarda i,l punto b)che afferma çhe la rkostituzione delle for-malità si intende lìÌferita anche ag1f estre-mi di classificazione, neUe tavole alfabeti-che, dei contirndividuali e delLe OIperazi<miriportate nei repertori. PJ:',oprio J'accennoal1e formalità, secondo H Governo, si n~chiama a questo.

Anche il punto c) dell'ordine del giornoè abbastanza pacifico perchè è evidente chei termini di cui al decreto luogotenenzialenon sono altro che termini oJ1dinatori e,quindi tal,i che ,la loro inosservanza, ove giu-stificata da concreti impedimenti ~ e cer~tamente nel caso eccezionale questo puòessere aocaduto ~, non dà luogo a nullitào a responsabilità. Il fatto però che noi ri~

chiamiamo nel pl'ovvedimento la norma deldecTeto luogotenenzi'a,le si ,spiega ,con i,l fat-to che sembra 'Opportuno indircare sin d'orala prooedura diricostituzione.

Anche gli altri punt~ deU'oTidine del gior-no sono a mio avviso accettabili a titolodi raccomandazione perchè, come ho giàdetto, sono impHciti. Così per quanto ri-guarda il punto d), la terza copia deJla do-manda, che la Commissione nell'ondine rielgiorno propone Idebba esistere, in realtà puòessere nè piÙ nè meno che quella copia incart,a selD1Plioeprevista all'articolo 5 derl no-stro provvedimento in tutti i Icasi in cui,per causa di forza maggior,e IM.eribi1e al-l'evento calamita so di cui all'articolo 1, ilconservatore dei registlri immobiliari non!possa provy;edeJ1e ,agli radempimenti ri~chiesti.

Il punto e) è del tutto pacifico, anche senel testo del nostro prI'ovvedimento c'è unadiversità di dizione tm .il primo e il secon~do comma dell'articolo 5, là dov'e si parlanel pr,irrno comma di «,caJ:'ta ,semplice» enerI.secondo .comma di « carta non bollata »;è evidente 'Che si tratta appunto di cartasemplice. Quindi questi punti espressi nel-l'ordine del giorno sono, ad avviso del Go"verno, già ,sufficientemente ohiariti; comun~que,se fosse necessario ,un chiarimento, iocredo che si potrebbe provvedene con circo-l.are. Questo mi pare voglia dire l'ultimaIfaccomandazione, di emanare norme regola-mentari per la corretta applicazione dellalegge che io accolgo come raccomandazionein questi termini, ove fosse necessario.

F ,E N O A L T E A. Domando di par...lare.

P RES I D E N T E. Ne ha facol.tà.

F E N O A L T E A. Si'gnor Presidente,paichè si t'l'atta di un ordine del giomoIpuramente interpretativo, la Commissioneritiene necessario che l'Assemblea si pro-nunci con un voto.

P RES I D E N T E. Si dia allora 1et~tU['a dell'ordine del giorno presentato dallaCommissione.

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16 MARZO 1967

IV Legislatura

588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

B O N A F I N I, Segre,tario: B O N A F I N I, Segretario:

« Il SenatO',

nell'appravare il disegna di legge di can-versiane del decreta-legge 4 febbraiO' 1967,n. 8, rileva:

a) che nella diziane "iI'egistri" cante-nuta nell'artkola 2, devanO' intendersi com-presi anche gli atti nan danneggiati a restau-rati;

b) che, del pari, sempre all'artkala 2,la ricastituziane delle farmalità ivi accen-nata si intende riferita anche agli estremidi dassificaziane, nelle tavale alfabetiche,dei canti individuali e delle operaziani ri-portate nei lI'epertari;

c) che i termini di cui all' articala 2 deldecreta legislativa luagatenenziale 5 attabre1945, n. 770, richiamata all'articala 2-bis deldecreta~legge in esame, nan devono consi-derarsi termini di decadenza;

d) che la nota ~ più prapriamente do-manda ~ di cui al quarto comma dell'ar-ticalo 3, deve intendersi came terza copiadella damanda stessa, rilasciata dal Conser-vatore, in quanta delle due domande esibi-te dalla parte a termini di legge, una deveessere conservata dall'Ufficio e l'altra resti-tuita alla parte con la certificaziane dellaeseguita annotazione, dopO' che questa saràstata materialmente fatta;

e) che la damanda di parte interessata,di cui all'articola 5, primo comma, potrà es-sere presentata in carta semplice e che incalce ad essa il Conservatare potrà eseguirel'attestaziane;

rileva, altresì, l'opportunità che il Go-verno emani delle norme regolamentari perla corretta applicaziane della legge ».

P RES I D E N T E. Metto ai votiqueSito ordine del giolmo. Chi l'approva èpregato di al:zja:rsi.

E approvato.

Comunico che il senatme Artom ha p'r&sentato un o:rdine del giorno. Se ne diaJettura.

«Il SenatO',

raocamanda che il Canservatare dei re-gistri immabiliari di Firenze possa consen-tire visUlre e rilasciare certificati ave possi-bile e satta la sua responsabilità anche perregistri non campresi nell' elenca di cui al-

I l'articala 2 ».

P RES I D E N T E. Invito la Com~missione ad esprimere il suo av.viso su que~sto oDdine del giorno.

P .o E T, relatore. Se non erro, conquesto ordine del giorno si vuole consentiTeal Conservatore delle ipoteche di dare invisione, sotto la sua Despansa!bilità, anche i1ibri che non sono completamente restau~rati.

È una facoltà del conservatore: io alme-no lo intendo in questo senso. Non so seil GOVierno possa inv1tareil conservatorea dare in visione sotto la sua responsabilitàe, se lo crede, questi r.egistri.

A R T O M. Lo ha già fatto.

P O E T, renatore. ,Allora, se lo ha giàfatto, ripeta questa raccomandazione.

P RES I D E N T E . Senatore Poet, lamodifica che lei proporrebbe per dare il suoparere favorevale saiI'ebbe la seguentel: « Rac-comanda al Governo di segnalare al Conser-vatore dei I1egistri immobiliari la possibi-lità . . . ».

P O E T , relatore. ,Io però 'ÌogHereil'espressiane: «sotto la sua Iresponsabilità ».Comunque mi I1imetto all'Assemblea.

P RES I D E N T E. Invito l'onorrevo~le Sottos'egretario di Stato per la grazia ela giustizia ad esprimere l'avviso del Go-verno. Se non .sbaglio, nei .oonfronH di que-st'ordine del giorno, c'è anohe una questio-ne idi forma, oltre 'che di soslanza.

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16 MARZO. 1967

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588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCo.NTo. STENOGRAFICO

M ,I S A SI, Sottasegretaria di Statoper la grazia e giustizia. Per quanto riguar-da la forma, non so se l'ordine del giornopossa essere accettato in questi termini,poichè non mi pare che sia ortodosso parla~re di raccomandazione del Senato al Con~servatore o di raccomandazione del Gover-no al Conservatore.

P,er quanto rigua:r'1Ciala sostanza il pro-blema che l'ordine del gio.rno del senatoreArtom pone è stato ,già affl1Ontato, se malnon ricordo, ,con una ci:t1caIaI'e (!purtroppo,la questione è improvvisa e qU!indi non so~no in grado di dacumentare le mie affer~mazioni) ,che regola il camportamento delConservatore nella situazione eccezionale ohesi è ve:rificata a Firenze.

Mi sembrava che la preoccupazione delsenatore Artom potesse rient'rane nel gene~rko Tiferimento dell'ordine del giarna, cheil Senato. ha già votato, lall'uso di quei po~teri l'egolamentari di 'Cui il Gavemo puòservirsi nel ,caso che sia necessa'rio chiarIreo nel ,caso che sia necessario sopperire asituazioni particolari, lasciando nel genericol'affermazio.ne e lasciandoci quindi ,la facoltàdi giudiJcar,e oaso per 'Caso ,come stiano lelOose. Se comuI1lque il senator,e Artom insi-Me, pUI'chè 'Sia carretta ,la farma, sempl'e atitolo di raccomandazione, penso di iPotel'eaccettare il suo andine del gioJ'na.

P RES I D E N T E. Così come è fDr'~

mulato il testo di quest'ordine del gio.rno,non posso metterlo lin vo.ta:zJione.Mi pare chedopo la dichiarazio.ne 'fatta dal SottosegTe-tario di Stato, il senatare Artom si possadichiarare soddisfatto. Il GoveI'no poi, selo :riterrà, con sue circolari, nell'ambito deisuoi poteri, potrà dare istruzioni al Conser-vatare delle ipoteche.

A R T O M. D'accaIido, signor Presidente.

P RES I D E N T E . Passiamo ora alladiscussione dell'articolo unica. Se ne d:iJalettura.

B .o N A F I N I , Segretario:

Articala unica.

È canvertita in legge il decreta-legge 4 feb~braia 1967, n. 8, concernente: {( Riaperturadell'Ufficio. della Co.nservatar:ia dei registriimmo.biliari di Firenze », can le seguenti mo-di.ficaziani:

L'articala 2 è sastituita dal seguente:{( Per gli effetti di cui agli articoli seguen~

ti è pubbHcata, unitamente al presente deae~to, l'elenco dei registri ,che risultano non dan~neggiati dall'alluviane del 3 novembre 1966.

Con successivi decreti del Ministro di gra-zia e giustizia verranno. pubblicati gli elen-chi dei registri restaUlrati, in essi compresianche quelli nei quali nan sia stata passibi,lela ricostituziane di tutte le farmalità a curadel Canservatare ».

Dapa l'articala 2 è inserita il seguente arti-cala 2-bis:

« Per la ricostituziane dei registri, deglia:tti e delle formalità dist'rutte o deteriaratein conseguenza dell'alluviane del3 novembre1966 si applkano le narme di !Cuial decretolegislativo luagotenenziale 5 attobre 1945,n. 770, in quanto compatibili con il presentedecreto ».

All'articala 3 il terza camma è sastituitadal seguente:

« Per le farmalità, invece, da eseguire suiregistri non ancara ,campletamente utilizza-bili, procederà all'annatazione della daman-da sul registro generale d'ordine rimandan-do l'esecuzione della farmalità al momentoin cui detti registri potranno essere utiliz-zabili ».

Il quinto camma è sastituita dal seguente:

« Il Conservatare deve, inoltre, rilasciarecertificazioni, dkhiarazioni e copie, eseguirele menzioni previste dalla legge e consentirele ispezioni di cui al comma secondo dell'ar-ticolo 2673 del ,codice civile, limitatamenteai 'registri di cui all'articola 2. Dovrà, altresì,

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consentire la visura delle tavole alfabetitchein presenza di un dipendente della Conserva-toria dei registri immobiliari ».

E aggiunto in fine il seguente comma:{( Gli effetti giuridid delle formalità rkhie-

ste decorrono dalla loro annotazione sul re.gistro generale d'ordine ».

L'articolo 4 è sostituito dal seguente:{( Per le rinnovaziani di ipoteche che il Con-

servatore dei regis~ri immobiliari è tenuto adeseguire d'ufficio, il termine previsto dall'ar-ticolo 2847 del codke civile è sospeso perun anno dalla data di entrata in vigore delpresente decreto ».

P RES I D E N T rE . Poichè nessUIllOtdomanda di parLare, metto ai voti il dise>-gno di legge, camposto di un artkolo unico.Chi lo approva è pregato di alzars'i.

È approvato.

Per l'iscrizione all'ordine del giornodel disegno di legge n. 938

L U S SU. Domando di iP,adare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

L U S SU. l'O avanzo una richiesta inrifeJ1imento all'articolo 32, comma 2, del no-stro &egolamenta. Oltre due anni fa, esatta-mente il giorno precedente alla eleziO'ne delnostro attuale Presidente delLa Repubblica,il senatore Schiavetti ed iO'abbiamo 'PTesen-tato un disegno Idi legge, n. 93S, che è emen-damentO' all'articolO' 85, 10camma, della Co-stituzione. Si tratta in Isostan:oa di un dise-gno di legge .che tende a far sì che la du-rata nella magistratura del PreSlidente dellaRepubblica da sette anni soenda a sei in se-guito alle riforme che già si sO'no avute, peravere, casì, una razional,e ripartizione delladurata Oamera.:Senato-,Pre,sidenza della Re>-pubbliÌCa.

L'articolO' 32 del Regolamento, a cui ho fat-to testè riferimento, dice: {( Scaduto il ter-mine, il disegno di legge V'iene ilscritt'Ù al-

l'ardine del gi'Ùrno e discusso sul testo delpropanente, salvo che il Senato, su richiestadella Commissione, non conceda un nuovotermine... ».

la ho fatto più volte richtesta al solerte eattivo Presidente della Commissi'Ùne compe-tente perchè ,questo disegno di l'egge, chenan cO'mpOlrta'Slpese, che non .com'Parta nep-pure un lungo dibattito, che è sempl1icisslÌmo,fossle messo all'esame della Commissione.Non è stato fatto; la ,relazione nO'n è statapresentata. Chiedo che si attui il Regolamen-to e che il disegno di legge sia iscriÌtto al-l'ordine del giarno.

PRESIDENTE. La PI1esidenza in-terpellerà il Piresidente della la Commissianein merito 'all'esame del disegno di legge cuilei ha fatto riferimento.

L U S SU. Permetta, signor Pcresidente.Io l'ho già chiesto più valte al P,residentedella Commissione, il quale non mi ha datorisposta. Domando che il Senato decida inquesto momento. Abbiamo molto tempo da~vanti a nO'i; si può avere una dilazione anchedi due mesi; sono prossime le vacanze pa~squali. Chiedo !Cheil disegnO' di legge, liscrit-to all'ordine del gi'Orno, poss'a discutersia metà maggio, almeno due anni e mezzo do-po la sua presentaziane.

Chiedo ,che decida il Senato. l'O faccio unariohiesta in Aul1ae nOln per isovitto.

P RES I D E N T E . Senatore Lussu,le do assicurazione che la Presidenza prov-vederà ad interpellare il Presidente della1a Commiss'ione, per sentire se intende t:hie-dere la pJ:O'rO'ga,dopo di che H disegno dilegge sarà iscritto all'ordine del giorno. Og-gi non pO'ssiamo decidere altro ohe questo.

L U S SU. Vi sono dei precedenti: è inAuLa che s,i decide, quando è presentata inAula una istanza in riferimento al Regola-mento.

P RES I D E N T E . SenatoJ:e Lussu,io devo interpeLlare prima la CO'mmissione,La quale in questo momento nO'n è qui pre-sente.

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588a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

L U S SU. L'ho già interpellata io,la Commissione.

P RES I D E N T E . Lei l'ha interpella~ta, senatore Lussu, ma l'Ufficio di Presi-denza non ha !rivolto questo invi'to al sena-tme Schiavone. Oggi egli non è presente...

L U S SU. Anche se non è presente, ioposso porre la questione in Aula.

P RES I D E N T E . Sono molti i se-natori che non sono presenti. La mia rispo.sta non deve essere interpretata come untentativo di dilazione. InteI1pelleremo imme-diatamente il senatore Schiavone e poi ilSenato stabilirà la data.

L U S SU. Nella seduta pomeridiana?

P RES I D E N T E . ,Il tempo materialeper trovare il senatore Schiavune e interpel-larlo. È un Presidente di Commissione: unmin~mo di riguardo, secondo la nostra con-suetudine, dobbiamo concederlo. Questo nonvuoI significar,e un rinvio sine die. La pre-go, senatore Lussu, di aver fiducia che la

Presidenza del Senato terrà in conto lasua preghiera ed oggi stesso prenderà con-tatto con il senatore Schiavone.

L U S SU. Ho troppo rispetto per lei,,signor Presidente, per insistere. Se io hofatto questa riohiesta, dopo Lunghi anni divita parlamentare, significa che essa è le-gittima agli effetti di una discrussione in Au~la. Una questione, come quel1a che io hosollevato in Aula, deve essere risolta inAula. Comunque, ripeto, rispet,to troppola sua persona, come è mio dovere, per in-sistere. Le chiedo però di infoI1mare il P're~sidente della 1a Commissione, !in modoche nella seduta pomeridiana la questionevenga decisa.

P RES I D E N T E . Senatore Lussu,l'Ufficio di Presidenza stesso, dopo aver in-terpellato la Commissione, provvederà adiscI1ivere il disegno di legge all'ordine delgiorno.

L U S SU. Sta bene.

P RES I D E N T E . Il Senato tome-rà a riunirsi in seduta puibblica oggi, alleore 16,30, con l'ordine del giorno già di~stribuito.

La seduta è tolta (ore 13,20).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dAi resoconti parlamentari