SENATODELLAREPUBBLICA«Contributo alProg):'amma delle Nazioni Unite per lo sviluppo per il...

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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 63a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO " GIOVEDI 23 GENNAIO 1969 ~"~~___M~~ ... . (Pomeridiana) Presidenza del Vice Presidente MACAGGI, indi del Presidente FANF ANI INDICE DISEGNI DI LEGGE Annunzio di presentazione. . o . o Pago 3667 Deferimento a Commissione permanente in sede deliberante 3667 MOZIONI, INTERPELLANZE E INTERRO- GAZIONI Annunzio di interrogazioni o Annunzio di mozioni. o o 3720 3718 Seguito della discussione delle mozioni nn. 7, 10, 12, 14, 15 e dello svolgimento delle inter. pellanze nn. 24, 50, 73 e 77 e delle interroga- zioni nn. 81 e 113, concernenti i problemi della giustizia: CIFARELLI o o o . . o o o o . . o o . 3699 I GALANTE GARRONE . LEONE o .. NENCIONI o TRABUCCHI Pago 3682 3685 3671 3705 PER LA MORTE DELL'ONOREVOLE RAF. FAELE PASTORE PRESIDENTE BONAZZI o o o o DINDO o o . o . GAVA, Ministro di grazia e giustizia MASCIALE . NENCIONI o STEFANELLI V ARALDO o 3670 3670 3670 3670 3669 3669 3667 3670 TIPOGRAFIA DEL SENATO (1150)

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SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

63a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

"GIOVEDI 23 GENNAIO 1969

~"~~___M~~ .. . .(Pomeridiana)

Presidenza del Vice Presidente MACAGGI,

indi del Presidente FANF ANI

INDICE

DISEGNI DI LEGGE

Annunzio di presentazione. . o . o Pago 3667

Deferimento a Commissione permanentein sede deliberante 3667

MOZIONI, INTERPELLANZE E INTERRO-GAZIONI

Annunzio di interrogazioni o

Annunzio di mozioni. o o

3720

3718

Seguito della discussione delle mozioni nn. 7,10, 12, 14, 15 e dello svolgimento delle inter.pellanze nn. 24, 50, 73 e 77 e delle interroga-zioni nn. 81 e 113, concernenti i problemidella giustizia:

CIFARELLI o o o . . o o o o . . o o . 3699I

GALANTE GARRONE .LEONE o ..

NENCIONI o

TRABUCCHI

Pago 3682

368536713705

PER LA MORTE DELL'ONOREVOLE RAF.FAELE PASTORE

PRESIDENTE

BONAZZI o o o o

DINDO o o . o .

GAVA, Ministro di grazia e giustizia

MASCIALE .

NENCIONI o

STEFANELLI

V ARALDO o

36703670367036703669366936673670

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1150)

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Senato de.[la Repubbli ,1 V Legislatura~ 3667 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSElViBLEA ~ RESOCO:-JTO STENOGRAFICO

Presidenza del Vice Presidente MACAGGI

P RES I D E N T E La seduta è aper~ta (ore 16,30).

Si dia lettura del processo verbale.

DI VITTORIO BERTI BAL~D I N A, Segretario, dà lettura deL proces~so verbale d'ella seduta del glOrno prece~dente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os~servazioni, il processo verbale è approvato.

Annunzio di presentazionedi disegni di legge

P RES I D E N T E. Comunico che so~no stati presentati i seguenti disegni di leg-ge di iniziativa dei senatori:

SOTGIU, PIRASTU, C.IPOLLA, PEGORARO, Co-

LOMBI, CHIARaMONTE, BUFALINI, COMPAGNO~

NI, BENEDETTI, LUSOLI, MAGNa, GUANTI e SA-

MARITANI. ~ « Norme per la riforma del con.

tratto di affitto pascolo in Sardegna» (423);

VENTURI. ~ « Modifica dell'articolo 40 del~

la legge 11 apnle 1955, n. 379, concernente

miglioramenti dei trattamenti di quiescenza

e modifiche agli ordinamenti degli Istituti

di previdenza presso il Ministero del teso~ro )} (424);

MARTINELLI, TRABUCCHI, ZUGNO e BELOTTI.~ « Norme complementari della legge 23 di~

cembre 1966, n. 1139, avente per oggetto:

" Condono di sanzIOni non aventi natura pe-

nale in materia tributaria" )} (425);

Russo. ~ « Collocamento nel ruolo B de~

gli insegnanti di arte applicata in servizio ne~gli istituti d'arte )} (426).

Annunzio di deferimento di disegno di leggea Commissione permanente in sede de.liberante

P RES I D E N T E Comunico che ilseguente disegno di legge è stato deferitoin sede deliberante:

alla 3a CommisslOne permanente: (Affariesteri):

« Contributo al Prog):'amma delle NazioniUnite per lo sviluppo per il 1967}} (348),previo parere della 5a Commissione.

Per la morte dell'onorevole Raffaele Pastore

S T E F A N E L L I. Domando di par~lare.

P RES I D E N T E Ne ha facoltà.

S T E F A N E L L I. SIgnor Presidente,onorevolI colleghI, nella mattinata di ieri

l'ahro ci è giunta Improvvisa la luttuosanotizia del decesso di Raffaele Pastore, di~ngente comunista ed emerito parlamentare.

Egli si è spento nella sua Spinazzola, do~v'era nato il 21 marzo 1881.

La gente del paese lo rimpiange vivamen~te e si ammanta di lutto sincero: a loro nonsembra vero che lo « zio Raffaele )}, così co~me lo chiamavano per la sua bontà e la suacomprensione dei problemi che assillano icittadim di un paese povero, non sia piùin mezzo a loro a confortarli, a consigliar~li, a incoraggiarli nella lotta quotidiana con~tro il bisogno e la disoccupazione.

Di origine contadina, Raffaele Pastore ave~va iniziato giovanissimo, nei primi anni del1900, la vita politica come consigliere co~munale democratico di Spinazzola.

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Senato della Repubblica ~ 3668 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

Entrò subito nel movimento sindacale ecooperativo orgamzzando il movimento brac-ciantile e quello cooperativo di cui si puòconsiderare il pioniere.

Nel 1904 Pastore aderì alla Federazionenazionale lavoratori della terra (Federterra)di cui fu consigliere nazionale in rappresen-tanza della Puglia, diventando così il massi-mo dirigente del movimento operaio pu-gliese.

In questa fase si iscriveva al Partito so-cialista italiano e negli anni dal 1904 al1912 era segretario regionale pugliese delPartito socialista Italiano Nel 1913 vennenominato segretario provinciale della rico-stituita Federazione socialista dei lavoratoridella terra di Ban.

Di ,ritorno dal servizio militare, con la fi~ne della prima guerra mondiale, Pastore ri-prendeva il suo posto nella lotta e nel mo-vimento operaio III Puglia fino all'avventodella dittatura fascista.

Nel 1924 aderiva al Partito comunista ita-liano e con sempre maggiore passione poli-tica si dedicava alla causa della riscossa de-mocratica della classe lavoratdce.

Fu un antifascista tenace, un combatten-te, un illuminato re della coscienza operaiache, a rischio della propria vita, quotidia~namente si oppose alla dittatura ed allasua perversione. L'odiosa persecuzione po~litica gli valse due anni di carcere e cinquedi confin'0.

Alla ripresa della vita democratica egliè alla direzione del movimento politico sin~dacale e gli ultimi meSI del 1943 lo vedonoinstancabile organizzatore in Bari della Fe-derterra nazionale di cui. fu nominato se-gretario.

Il prim'0 congresso delle organizzazionisindacali della CGIL dell'Italia liberata, te-nutosi dal 28 gennai.o allO febbraio 1945nella sala degli araZZI del Museo nazIOnaledi Napoli, lo vede relatore del rapportosull'attività dell'organizzazione sindacale nelMezzogiorno.

Raffaele Pastore conclude questo rappor-to con le seguenti parole che meritano diessere rievocate: « Perciò noi, nel saluta~re con gioia l'avvenuta fusione di tutte lecorrenti sindacali nell'ambito della Confe-

derazione generale italiana del lavoro, ab-biamo tirato un sospiro d] soddisfazione inquanto, mentre nel primo momento si era

sol'0 parlato di unità sindacale, oggi pos-siamo finalmente annunciare che l'unitàsindacale è una realtà, è un fatto compiuto.Faccio appello a tutti i congressisti per-chè, memori delle lotte passate, voglianofare per l'unità tutti quei sacrificI ~ fos-

sero pure grandi ~ che sono necessari permantenerla, giacchè l'unità è per noi l'uni-ca garanzia di successo per l'avvenire ».

Parole chiare che aumentano la nostragratitudine per l'uomo che ha dedicato tut-ta la sua esistenza interamente e con asso-luto altruismo al difficile cammino delleclasse lavoratrici per raggiungere la demo-crazia e il socialismo.

La sua competenza speÒfica dei problemide1l'agricoltura lo portò a coprire ancheposti di pubblica responsabilità' quellodi commissario del consorzio agrario diBari, indi di direttore del consorzio dellecooperative di Puglia e Lucania.

Raffaele Pastore, per il suo temperamen-to, per la sua lunga esperienza rivoluzio-naria rappresentava per il Partito comuni-sta un patrimonio rivoluzionario di grandeimportanza, e per l'organizzazione sinda-cale un conoscitore profondo delle neces~sità delle popolazioni agricole del Mezzo~gIorno.

Egli era capace di individuare l'essen-ziale dei problemi, era grande conoscitoredell'animo dei lav'0ratori ed era capace dinvolgersi ad essi con espressiom facili an-che se ncche di contenuto; chiaro, efficace,pungente nella polemica, con un intmto par-ticolare che gli permetteva di farsi subitocomprendere dalle larghe masse lavoratrici.

Anche per queste doti Raffaele Pastore,su designazione della ConfederazIone gene~rale italiana del lavoro, fu nominato dal Go-verno membro della Consulta nazionale condecreto-legge del 22 settembre 1945; cioèconsultare di quella Consulta nazionaleche, pur n'0n essendo elettiva e pur ristret-ta al limitato periodo dal 25 settembre1945 allo giugno 1946, è stata tuttavia laprima Assemblea democratica del Paesedopo tanti anni di carenza del Parlamento.

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V LegislaturaSenato della RepubbliLQ ~ 3669 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomend.) ASSEM5LEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Assegnato alla Commissione dell'agncol~tura e alimentazione, abJitata a dare pa~reri sui provvedimenti legislativi che ad essavenissero sottoposti dal Governo, il con~sultore Pastore non mancò di partecipareattivamente alla nuova attività e dagli at~ti è possibile rilevare, tra gli altri, concre~ti interventi sugli schemi di provvedimen~ti concernenti le opere pubbliche di bo~ni,fica, la concessione di contributi per ope~re di miglioramento fondiario, l'esecuzio~ne di opere irrigue nella Sicilia, la compi~lazione delle norme per l'istituzione del~l'opera dI valorizzazione della Sila, la rac~colta ed elaborazione dei dati per un'in~dagme sulla dIstribuzione della propnetàfondiaria. Fu anche relatore sul provve~dimento concernente le norme per l'ap~plicazione del decreto 19 ottobre 1944, nu~mero 279, relativo alla concessione ai con~tadini delle terre incolte

Per la sempre crescente fiducia popo~lare nel 1946 fu eletto deputato alla Co~stituente nel 25° collegio elettorale di Ba~fI, e nel 1953 senatore della Repubblicaper la circoscrizione delle Puglie. Assegna~to alla Commissione igiene e sanità si pro~àigò per migliorare le condizioni assisten~ziali dei lavoratori e del popolo, senza tra~scurare maI di interessarsi al movimentocooperativo ed alla piaga della disoccu~pazione Imperante nel Mezzogiorno. Raf~faele Pastore ha portato in quest'Aula enelle aule delle Commissioni permanentiil suo prezioso contributo lasciando traquanti lo ebbero vicino un riconoscentericordo.

Il ricordo di lui, legato anche al ricordofisico della sua nobile figura, va assai aldi là della cospicua mole di interventi cheegli consegnò agli atti parlamentan e re~sterà a lungo come quello di un uomo chefino dalla prima giovinezza, con sinceradedizione e con estremo vigore morale,sempre seppe compiere il proprio doverein ogni momento della lunga e travagliataesistenza.

Con la scomparsa del senatore RaffaelePastore il movimento operaio e la democra~zia italiana perdono uno dei paladini de]~la causa della libertà e della giustizia so~

ciale. Noi comunIsti ricordandolo voglia~mo da questa tribuna rivolgergli il nostroultimo saluto ed accomunarci al profondoorgoglio del suoi concittadini, dei braccian~ti e dei contadini di Spinazzola, della Mur~gia barese, della Puglia e del Mezzogiorno.

Ai familiari di Raffaele Pastore ed inmodo particolare alla moglie, compagnaElena, affezionata e coraggiosa, che duran~te lunghl e difficili anni ha condiviso conlui sacrifici, pene e soddisfazioni, si rivol~ge il sentimento di profondo e solidalecordoglio dei senatori comunisti.

N E N C IO N J Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

N E N C IO N I. Ho chiesto la parolaper dire che a nome del Gruppo del Mo.vimento sociale italiano mi associo allenobili parole che sono state espresse dalpunto di vista umano. Ricordiamo Pasto~re nelle passate legislature ed anche dauna trincea politica a lui avversa abbiamosempre apprezzato il suo calore nell'azioneche ha svolto e la competenza e la pun~tualità degli argomenti da lui esposti. Ri~cordiamo con tanto affetto il senatore Pa-store.

M A S C I A L E. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

M A S C I A L E. A nome del nostroGruppo mi associo alla commemorazionefatta dal collega Stefanelli per la mortedel compagno senatore Pastore che ho avu~to l'onore di conoscere personalmente ne~gli anni passati e di vedere negli ultimigiorni della sua vita È stato un uomo cheha saputo spendere la sua esistenza perla redenzione delle popolazioni pugliesi eche ha saputo dare un indirizzo alle gene~razioni giovani che si battevano per l'affer~mazione dei grandi princìpi del socialismoin Puglia.

Con la scomparsa del compagno Pasto~re il Partito comunista ha subìto una gra~ve perdita e al Gruppo del Partito comu~

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V LegIslaturaSenato della RepubblicCi ~ 3670 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

nista il Gruppa del PSIUP rivolge le piùfraterne candaglianze e l'esartaziane a se~guire la strada mdicata dal campagna Raf~faele Pastare.

BONAZZI Damanda di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facaltà.

B O N A Z Z I Mi assacia alle paraleche sana state pranunciate in ricorda delcampianta Raffaele Pastare. l'O ha inizia~

t'O la mia aziane politica e sindacale inEmilia, e fu in Emilia che malti e maltianni fa, durante le mie prime esperienzedi sindacalista, ebbi la ventura di canasce"re persanalmente Raffaele Pastore. In un'Odei primi incantri, in una delle prime as~semblee dei lavaratari della terra dellamia pravincia, dapa la liberazIOne, Pastarepartò la vace dell'arganizzaziane sindaca~le unitaria e l'esperienza delle g,randi bat~taglie sindacali dei braccianti e dei canta~dini del sua Mezzogiarno. In quest'O ma~mento di tristezza per la sua morte ricardoquesta bellissima figura di combattente'Operaio, camunista, di dirigente dei lavo~ratari della terra del Sud e mi assacio aquant'O è stata detta, a name anche delGruppa della sinistra indipendente

D IN D O. namanda di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

D I N D O. A nome del Gruppo sociali~sta mi assacio al cardaglio del Gruppo ca~munista e del Senato tutto in memariadi Raffaele Pastore Non ho avuto il pia~cere di conascere personalmente questafigura di cambattente 'Operaia, ma dalleparale dei senatori più anziani qui presen~ti ho patuta capire quale fu la passiane el'onestà di quest'uamo, quanto egli sia sta~

t'O oristallina nella sua latta diuturna afavore di una miglia re vita delle classi la~voratrici. Perciò can vero cardoglio e consincera sensa di tristezza unisca la mia va~ce di senatare nea~eletta a quella del sena~

t'Ori più anziani, per esprimere Il cordagliadel Gruppo sacialista per la scamparsa diquesto c'Ombattente

VARALDO Domanda di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facaltà.

V A R A L D O. Anche il Gruppo dellaDemacrazia cristiana si assacia nel ricar~dare il senatore Raffaele Pastare. Noi ram~mentiama qui la sua alta figura e saprat~tutt'O la passiane can cui egli difendeva lecause della sua terra e can cui parlava deiprablemi che tant'O l'O animavana. Era unanima semplice, genuina, sincera ed è perquest'O che ha meritata sempre tutta lanastra stima e il nostra apprezzamento.

P RES I D E N T E. Onarevoli cal~leghi, la Presidenza del Senata si assaciaalle cammasse parale che sana state pra~nunciate in quest'Aula in memaria di Raf~faele Pastare che fu membra della nast,raAssemblea dal 1953 al 1958 nel peri'Ododella secanda legislatura. Antesignana delmavimenta sindacale caaperativa nella re~giane pugliese, strenua combattente per lalibertà, Raffaele Pastore appartenne a quel~la eletta generazione di uomini palitici che,dalla lunga e sofferta esperienza di latta,coerentemente candotta dagli albari delsecala fina alla resistenza e alla liberazianedel Paese, seppera trarre un messaggia diesempi'O per i giavani che si affacciavan'Oalla ripresa demacratica Il Senato, canla Cansulta nazianale del 1945 e can l' As~semblea castituente del 1946, castituì l'altQtribuna palitica e saciale dell'O scamparsanell'ultim'O fecanda peri oda della sua lungaesistenza, e canserva negli atti dell' Assem~blea e nel persanale ricarda di malti dei SuOIcalleghi la stimalante testimanianza di unavita interamente dedicata all'elevazione eal pragressa delle classi lavaratrici delMezzogiorna d'Italia.

G A V A, Ministro dI grazia e gIustizia.Damanda di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

G A V A, Mmistro di grazia e gIustizia.Signor Presidente, onorevali colleghi, ilGoverno si associa alle nobili parole cheha pronuncIata il senatare Stefanelli in

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Senato della Repubblica ~ 3671 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ REsacaNTa STENaGRAFICa 23 GENNAIO 1969

commemorazione del senatore Raffaele Pa~stare. Noi che siamo qui dalla prima le~gislatura del Senato ricordIamo la figu~ra davvero nobile, austera, piena di SIm~patra di questo tipico organizzatore delcontadini e ricordiamo come egli frequen~tasse con piena diligenza le nostre sedutedel Senato e partecipasse con intelligenzaalle attività delle Commissioni e dell'As~semblea stessa.

È un altro dei nastri, della vecchia ge~nerazione dei combattenti per la libertàe per il trionfo dei diritti sociali dei lavo~ratori che ci lascia. Ed è perciò che, a pre~scindere dalle diverse posizioni, dagli spal~ti diversI sui quali noi ci siamo spesso tro~vati nel combattere per questi stessi idea~li, esprimiamo la pilenezz:a del nostro cor~doglio per la scomparsa di Raffaele Pa~store.

Seguito della discussione delle mozioninn. 7, 10, 12, 14, 15 e dello svolgimentodelle interpellanze nn. 24, 50, 73 e 77 edelle interrogazioni nn. 81 e 113, concer-nenti i problemi della giustizia

P RES I D E N T E. L'ordine delgiorno reca il seguito della discussionedelle mozioni nn. 7, 10, 12, 14, 15 e dellosvolgimento delle interpellanze nn. 24, 50,73, 77 e delle interrogazioni nn 81 e 113.

È iscritto a padare il senatore Nencioni.Ne ha facoltà.

N E N C ION I Wustre Presidente,signori del Governo onorevoli colleghi, ri~tenendo assorbite le due interpellanze nel~le mozioni che sono in discussione, prendola parola sui problemi della giustizia inun momento particolarmente difficile perl'istituto. I problemi della giustizia, infat~ti, che da anni noi abbiamO' additato inquest'Aula vuota, assente e priva di rea~zione, hanno oggi rotto i consueti riservatischemi e si sono presentati alla società ita~liana attraverso clamorose manifestazioni.

Onorevole Ministro, i problemi oggi inesame non hanno la loro origine, mediatao immediata, nel 1968: essi sono vecchi

dI anni. Solo quest'anno le Assemblee par~lamentari si sono sensibilizZiate ai proble~mi della giustizia; forse perchè si sonostrumentalmente sensibilizzate alcune com~ponenti della società in evoluzione che ma~nifestano tendenze politiche attraverso inoti, confusi movimenti di piazza che espri~mano quell'atteggiamento che ormai p'as~sa nella cronaca politica e saciale come lacontestazione globale.

Naturalmente non condivido l'opinionedel senatore Banfi, che ha tessuto questamattina l'elogio di quei movimenti scompo~sti che, col pretesto di proporre la soluzionedei problemi deMa giustizia, minano l'ordinepubblico e l'autorità dello Stato. La con~testazione denota un distacco tra il Paeselegale e il Paese reale. È un fenomeno chedeve considerarsi con molta meditazioneall'inizio di una legislatura; perchè, se ècomprensibile il fenomeno della contesta~zio ne globale e specifica sui problemi del~la giustizia, se è comprensibile il distaccodel Paese reale dal Paese legale nel corsodi una legislatura, alla fine di una legisla~tura, quando i rapportI tra i companentidella società ed i componenti delle Assem~blee sono mutati, mal lo si comprendese non ricorrendo al difetto di rappresen~tatività ed al constatato difetto del s,iste~ma. Il fenomeno poi è ancora meno com~prensibile, signori del Governo, all'iniziodi una legislatura, dopo una consultazio~ne generale che avrebbe dovuto creare unrapporto dI rappresentatività tra le com~ponenti della società e gli esponenti po~litici che si definiscono rappresentanti delpopolo ». E noi preferiamo, queste ma~nifestazioni di critica anche rovente, ri~trovarle nelle cerimonie che sono state ,re.centemente dalla stampa definite atti for~mali: «una pomposa parata, allettante al~la vista, nella quale si siano riversate pa-role, se non servili, di cauteloso omaggioal potere» o come possono essere definiteresponsabilmente in quest'Aula con paroleanche più morbide, ma con uguale signi-ficato.

In sostanza, onorevoli colleghi, che cosasi vuole, quali sono i problemi che postu~lana una soluzione immediata sostanziale?

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3672 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomend.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Si dice: è ora che la Patria del dintto(ci si riferisce in senso ironico all'Italia)diventi il Paese della giustizia (queste ulti~me parole si affermano con serietà di in~tenti). A questo punto, la Patria del dIrit~

t'O non è ancora il Paese deJla giustizia ei problemi concernenti la giustizia si pre~sentano al nostro esame con un valto mol~

t'O diverso da quello che la realtà ~ sepossiamo fare un'indagine ~ ci mostra.

Il Presidente della Repubblica ha par~lato ieri al Consiglio superiore della ma~gistratura nella sua responsabilità di Pre~si dente dell'alto consesso: «N'On è inop~partuno in questa sede ricordare che, sele responsabilità maggiori della situazioneattuale risalgono al Parlamento e al G'O~verno » ~ cioè il capo dello Stato addita nel

Parlamento e nel Governo la causa primadei mali della giustizia ~ « anche la magi~

stratura non si sottrae ad dovere di un rie~same delle responsabilità proprie, come aquesto dovere non si sottraggono quei valo~rosi collaboratori della giustizia che son'Ogli avvocati}}.

La responsabilità della situazione attua~le, pertanto, in primo piano spetta al Par~lamento secondo l'assunto del Capo delloStato e vi è poi la responsabilità dei giu~dici e di tutte le altre componenti dell'isti~tuta giudiziario.

La stessa tesi è stata sostenuta dal pro~curatore generale presso la corte di appel~lo di R'Oma: recentemente egli ha indicatoche spetta al Parlamento la responsabilitàdei mali che affliggono la giustizia.

Devo osservare che l'obiettivo a cui dob~biamo tendere, per quanto concerne i pro~blemi in discussi'One, è quella di conoscerela realtà priva dei paludamenti con i qualidi solito essa ci appare: frequentementele varie questioni si presentano a naiin mO'do artificioso e si fa ricorso adun ideale di giustizia che, se esiste nellaprospettiva, non è però riscontrabile nel~la realtà. Anche i giudici. infatti, sono uo~mini, e come tali hanno le loro alte dotied i loro gravi difetti: doti e difetti che siaocentuano quando gli istituti della giu~stizia sono obiettivamente inefficienti.

Pertanto, occorrono decisioni rapide ela volontà di raggiungere la certezza del

diritto: per quanto riguarda la rapiditàdeUe decisioni tutti «gli utenti}) della giu~stizia conoscono l'inesorabile lentocraziache presiede a tutte le manifestazioni at~traverso cui lo Stato tende all'accertamen~to della volontà delle norma giuridica nelcaso c'Oncreto. Basta avere adito una voltai tribunali (e qui n'On voglio aprire un'in~dagine sulle varie responsabilità,ma con~stato semplicemente un dato di fatto) insede penale o in sede civile, per aver sof~ferto di una lentezza esasperante sì da do~Vier giudicare l'istitut'O giudiziario comeuna macchina arrugginita, ansimante, vor~rei dire inutile perchè la giustIzia tardanon è giustizia, perchè il ritard'O è una in~giustizia forse più lesiva degli interessi de~gli utenti che non il torto giuridico percui si ricorre alla giustizia punitiva o algiudice civile.

La certezza del diritto. Qui il ragi'Ona~mento andrebbe veramente lontano, per~chè della certezza del diritto siamo respon~sabili noi e in modo specifico sono respon~sabili il Governo e la maggioranza parla~mentare più che !'istitut'O. OnoI1evoli col~leghi, è un controsenso contestare afferman~do, come hanno fatto gli avvocati, diser~tando le cerimonie di inaugurazioni del~

l'anno giudiziario: «l'incompatibilità del~la loro partecipazione ad una fastosa ce~rimonia che è solo un abituale ed inu~tile consuntivo sulle piaghe dell'ammini~strazione della giustizia }). Gli avvocati han~

no una certa responsabilità e lo affer~ma responsabilmente perchè appartengo aquesta classe. Noi avvocati in Parlamentosiamo 240 (io credo che nessuna altra com~ponente professionale sia così numerosa co~me gli avvocati in Parlamento) e, siccomenel Parlamento c'è il diritto di impulso daparte di tutti i componenti, noi avvocatidovremmo imputare a noi stessi, se i malidella giustizia provenissero solo dalla ca~renza della certezza del diritto, di non ave~re in tempo rimediato a questa situazione.

Ma le cause sono molto più pr'Ofonde emolto più lontane. C'è prima di tutto unacarenza del Governo. Il noto rapporto, noncerto di parte, del 17 maggio 1966, redat-to dal Consiglio superiore della magistra~tura a conclusione di un'indagine sul dis~

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SenatO' della Repubblica ~ 3673 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

servizio giudiziario, riconduce allo stesso ra-gionamento, onorevole Ministro, che si puòfare per la crisi della scuola o per la crisidell'università. La crisi della scuola, la cri-si dell'università è in funzione della ca-renza del Governo che, trovandosi di fron-te a vecchie e superate strutture con unapopolazione studentesca che esplode, dai30 mila studenti del 1933 ai 400 mila stu-denti del 1968) nei venti anni che precedonoil 1968 non è riuscito non dico a contene-re, non dico a prevedere (perchè per stareal Governo bisogna soprattutto essere pre-sbiti e guardare lontano almeno a 50 annise non a cento anni di distanza), ma nO'nè riuscito neppure, anche lasciando le stes-ste aule, gli stessi fabbricati, non \è riusci-to a dare alla popolazione studentesca unadisciplina, un ordinamento dell'universitào delle scuole. Tutto è ,rimasto come pri-ma, soltanto si è enormemente dilatata lapopolazione studentesca e si è più aperta,c'On l'evoluzione del1a società, la coscienzadel proprio essere e il timore per il pro-prio divenire.

E così i giudici d'Italia (dice questo rap-porto del Consiglio superiore della magi-stratura) dovranno diventare secondo gliorganici 6.882. I magistrati ora sono 600circa sotto il plenum indicato. Nel 1930i magistrati erano 4567; il lavoro giudizia-rio è aumentato, e qui ci sono delle sta-tistiche che vi risparmio, ma che vi indicos'Oltanto per adombrarvi la dilatazionequantitativa del fenomeno. Tra il 1930e il 1934 affluirono agli uffici giudiziari 423mila nuovi procedimenti civili; nel quin-quennio 1959-64 le cause sopravvenute fu-rono 431 mila, con un modesto aumentO'del 2 per cento. Tra il 1930 e il 1934 peròi procedimenti penali sO'pravvenuti furono1.236.000 e dal 1959 al 1964 i procedimentipenali sopravvenuti furono 2.334.000.

G A V A, MinistrO' di grazia e giustizia.Ci sono anche le contravvenzioni.

N E N C ION I. C'è anche la compo-nente di contravvenzione, ma anche la con-travvenzione presuppone il magistrato epresupporre un accertamento, a meno che

non si consideri ~ e questo è anche unaltro dei mali della giustizia ~ la giustiziafatta col timbro. Onarevole Ministro, noncredo che ella auspichi la giustizia fattacol tampone, come in qualche pretura av-viene di norma.

G A V A, MinistrO' di grazia e giustizia.Nell'insieme dei procedimenti vanno con-siderate anche le contravvenzioni che sonastate pO'rtate al grado di questione ammi-nistrativa; quindi c'è stata una certa depe-nalizzazione.

N E N C ION I. Se ella, 'OnorevoleMinistro, avrà la bontà di ascoltarmi arri-verò anche a parlare della depenalizzazione.

G A V A, MinistrO' di grazia e giustizia.Noi abbiamo il dovere e il piacere di ascol-tal' la, cO'me asooltiamo tutti gli oratori.

N E N C IO N I. Io mi riferisco a quelrapporto che ella conosce bene a seguitodell'indagine del Consiglio superiore dellamagistratura sui problemi della giustiziae soprattutto sulle cause del disserviziogiudiziario. Ora noi possiamo negare inlinea ideologica il diritto ~ dico in ipotesi,

io non sono di questa opinione ~ di auto-governo della magistratura, però non pos-siamo disconoscere la competenza della co-noscenza dei problemi della magistraturaa questO' organo di autogoverno.

La giustizia civile, per andare con una cer-ta logica, soffre di una lentezza per cui qual-siasi processo, anche il più semplice, richiedeuna media di oltre sei anni per arrivareaHa conclusione definitiva, quando non cisiano delle situazioni che prolunghino neltempo questo periodo. Ora, quand'O si par-la, onorevole Ministro, di fuga dalla giusti-zia, quand'O si parla di un certa sensO' disfiducia degli utenti nell'istituto e negliuO'mini, uno degli elementi determinantiquesta sfiducia nO'n può che essere la len-tezza. Pensate ad una persona che si rivO'I-ge al magistrato e che sa che il suo dirittosarà accertato nel corso minimo di sei an-ni! Mi pare a questo punto che la fuga dal-la giustizia e il <ricorso alla clausola com-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3674 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

promissoria siano una legittima autodifesadell'utente della giustizia.

Qual è la causa di questa lentezza? Lacausa di questa lentezzja è stata indicataanche questa mattina da alcuni oratori chehanno svolto le loro mozioni. Si è parlatodi sentenze di mole eccezionale; si è par~lato di diss'ertazioni giuridiche, che nonhanno nulla a che vedere con l'interpreta-zione della norma nel caso concreto; si èparlato di giudici che predicano il tempopieno ma che non occupano il tempo pienonei problemi della giustizia, impegnati co-me sono qualche volta nelle lotte di corren~te, perchè la correntocrazia ha preso :nmano anche le associazioni dei magistra~.e, oltre ad essersi divise, queste associa.zioni si sono divise all'interno e l'associazione nazionale magistrati è divisa in trecorrenti che a loro volta si frazionano esi moltiplicano.

Questo fenomeno potrebbe essere ancheun incentivo di vita e non un freno; se be~ne intesa, la dialettioa all'interno delle asso~ciazioni, potrebbe essere anche positiva, male ragioni di questa lentezza vanno ricerca-te altrove; è prima di tutto, onorevole Mi-nistro, una graduale intossicazione che èintervenuta attraverso gli ingranaggi delloistituto giudiziario nell'ambiente dei magi~strati. Ne sono una prova le amare diagno-si che essi fanno spesso della loro funzio-ne. Ha letto in questi giorni scritti e inter~viste di alcuni insigni magistrati che invi~tano ad amare considerazioni: «... vi sonodei magistrati mentalmente inadatti checontinuano a giudicare, protetti da un ma~linteso solidarismo di casta che i cittadiniscontano, ma è ,ancora peggio quando leprocure sono rette da magistrati angusti,pieni di tetraggine misoneista, pronti a fic~care dentro ogni disgraziato e ossequientinei oonfronti delle autorità pubbliche eprivate, a quando i tribunali e le corti sonopresiedute da magistrati che avviliscono sèstessi e i loro colleghi facendo ricorso adespedienti frutto di una furberia meschina,per distribuire il lavoro apparent'emente se-condo criteri organizzativi ,razionali, in real-tà seguendo calcoli politici ambigui; è unproblema assai grave»

Ora i casi sono due: o questi magistratioltraggiano gli istituti della magistratura oriferiscono una situazione reale. Se rife-riscono intorno a una situazione reale, ono-rev;ole Ministro, è inutile che la contesta-zione sia in piazza Cavour piuttosto chenelle aule dorate del Palazzo di giustizia.,È inutile andare a ricercare la colpa o del-!'istituto parlamentare o la colpa di unamaggioranza o di una minoranza. La ragio~ne prima è in una int1roflessiorre di moltimagistrati; è quell'inquinamento che è av-venuto attraverso la dialettica all'internodelle associazioni (~ adopero il termine dia~lettica per adoperare un termine molto pa~ludato); è queE'inquinamento di caratterepolitioo che qualche volta spinge settoridella magistratura ohre i confini della fun-zione giudiziaria sia pure considerata co-me la si vuole considerare oggi, di sempliceattuazione della legge, senza ricorr'ere nèai problemi del cuore, nè ai problemi dellospirito. La realtà è che nel settor,e civile lasituazione è questa: i procedimenti esisten~ti a centinaia di migliaia vedono pr:ocedi~menti sopravvenuti inferiori ai procedimen~ti che sono stati definiti. Pertanto tutto ciòporta ogni anno ad un accavallarsi del nu~mem dei procedimenti, cioè ad una dilata-zione del loro numero che poi costituiscel'aDretrato.

Malgmdo la depenalizzazione e malgradole ricorrenti amnistie, più grave è la situa~zione del settore penale.

Onorevole Ministro, non possiamo fareidelle illusioni circa il tempo che sarà ne-cessario impiegare per una riforma integra-le. Infatti si tratta di leggi: è la questionedella riforma dell'ordinamento giudiziario;della esigenza della riforma dei codici di cuinoi sentiamo parlare fin dal 1942. Infattida quando vide la luce il nuovo codice ~

che fu diviso lin libri ~ uscito il primo li-bro, si cominciò a dire: c'è esigenza deltariforma. Ed i'O non dico questo per amoredel paradosso, lo dico perchè è la realtà.

Non parliamo poi del oodice penale cheallora ha rappresentato ~ qualunque cosa

poi si possa dire dalle varie companentipolitiche ~ un monumento di scienza e di

saggezza. In pI'Oposito vorrei ricordarvi,

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3675 ~

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFJ(;O 23 GENNAIO 1969

c'Ome ho già fatto in quest'Aula in altra oc-casione in polemica con il ministro Reale,una commemorazione fatta da MarianoD'Amelio, la commemorazione di Rocca av-venuta in sede competente, nella quale siindicano, sia pure brevemente, i pregi diquesta articolazione giuridioo-penale checostituisce il nostro codice e si indica C'O-me questo sia stata d'esempi'O a tutta Eu-ropa, se non al mondo intero. Ebbene que-sto ric.onosciment'O venne fatto non soloin Italia allora, ma in tutti i congressi chesi sono svolti in Francia, nel Belgio, neiPa'esi Bassi, in Germania.

In sintesi noi dovremo attendere la ri-forma dell'istituto giudiziario, la riformadei codici, la riforma del costume e la ri-forma delle coscienze: ebbene, onorevoleMinistro, io non sono ottimista in proposi-to. Infatti non è attraverso una modificaparticolare o una novella, che precede lariforma organica dei cadici, che si può por-tare un oontributo alla soluzione della cri-si effettiva dell'istituto giudiziari'O.

Il procuratore generale presso la corted'appello di Roma diceva che, malgradociò, non è tollerabile oltre che il lunga cor-so della giustizia continui a verificarsi làdov'e, invece. il procediment'O dovI'ebbe svol-gersi rapido, là d'Ove la decisione davrebbeessere pranta, in quelle cause specialmentedel lavoro, che soffrono, come tutte le altrecause, per questo iter lunghissimo. Infattile cause di lavoro p'Ostulano una soluzionerapida perchè riflettono un rapporto di lavo-ro contingente per cui, a distanza di anni,tale soluzione può non essere più efficiente,per la vita del lavoratore, per le mutatecondizioni o anche per la scomparsa deipI'otagonisti, cioè sia del datare di lavor'Oo sia, qualche volta, dolorosamente, dellavorat.ore.

Si fa sempre più insistente e più imperio-sa la vooe della parte più informata e co-sciente del Paese, non nelle piazze, ma attra-verso le riviste giuridiche, attraverso le ri-viste politiche, attraverso l,e polemiche, at-traverso le prese di posizione sui banchidelle aule di giustizia dove ci si trova acontatto con la difficoltà concreta che .,ifrappone all'attuazione della volontà del le-

gislatove non tanto per colpa del giudLequanto a volte per la insufficienza dellanorma, per le carenze, gli arretrati, l'affol-lamento.

Qualche cosa bis'Ogna fare, 'Onorevole M;.nistr'O, anche se abbiamo la c.oscienza chetutto quanto potremo fare in questa legi-slatura lascerà ~ e questo non è un pessi-mismo di maniera ma un pessimismo sof-fert.o ~ inalterati i problemi, lascerà que-sto fardello di anni ed anni che la societàoppressa e stupita sopporta da anni.

È costruttivo spingere l'onorevole Mini-str.o e la maggioranza parlamentare all'esa-me di quel disegno di legge per la rif'Ormadel codice di procedura civile. Possiamofare delle proposte concrete, che sian.o at-tuabili, ma che costituirann'O sempre unelemento che potrà concorrere alla soluzio-ne dei pr.oblemi, ma non certo miracolisti-co. Queste potranno essere !'introduzionedel giudice unico di primo grado, la distri-buzi'One uniforme in tutto il territori'O na-zionale dei tiribunali costituiti da giudicimon.ocratici (osservando dei criteri amo.genei di ripartizione sulla base del calcolodella popolazione, del numero degli affari,della situazione terri toriale), la conserva-zi'One della collegialità soltant'O per quan-to concerne i giudizi di appello e di cassa-zione con la riduzione del numero dei c.om-ponenti dei collegi.

Questo potrebbe essere un primo passoverso la soluzione dei problemi che pre-senta l'ansimante procedere della macchinagiudiziaria. In questo modo potremmo an-che rispondere, sul piano dei prinCÌpi, a queirequisiti che sono stati ripetuti tante voltein sede dottrinaria. Ricordo che un gran-de maestro, il Chiovenda, insisteva sempresul carattere dell'immediatezza, dell'orali-tà del procedimento civile e non s'Olo delpr.ocedimento penale. Il giudice infatti de-ve vivere con l'e parti la causa per paterneessere partecipe e per poter dare il su,,giudizio in modo che il process'O di formo'zione della volontà, che p'Oi si estrinsecanel giudicato, sia qualcosa di vivo, di sen.tit.o e non qualcosa che provenga dall'alter-nanza sterile delle carte dimenticate e ri-prese, riprese e dimenticate.

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V LegislaturaSenatO' della Repubblica ~ 3676 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pO'merid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Non voglia parlar,e dei casi concreti cheincO'ntriamo ogni giorno nella nostra azio~ne professionale. Potrei parlare del fattoche una semplice sentenza emessa nel giu~gno 1968 nel tribunale di Catanzaro, chepoteva essere redatta in poco tempo è sta~ta depositata in questi giorni. Ma si puòconoepire un ritardo di mesi e mesi in untribunale come quello di Catanzaro? Cheoosa deve pensare l'ut,ente del diritto? Allacorte d'appello di Venezia ci sono rinviisemplicemente di un anno. Un anno, onore~vale Ministro! Pensate all'utente della giu-stizia che, in ipotesi, nel gennaio 1969 SIsente dire che la sua causa iè rinviata al gen~naia del 1970. Ma che cosa deve pensare,quale fiducia può avere nell'istituto dellagiustizia? Ricordo una semplice causa perun infortunio all'Hotel Danieli: sono mortitutti, gli avvocati della convenuta, i procu-ratori dell'attore, l'attore mentre la causaprocedeva. E non mi ,riferisco a casi ecce~zionali...

FRA N Z A Qui la procedura nonc'entra, c'entrano gli uO'mini...

N E N C IO N I. No, è la proceduI1ache dà determinati poteri; non vO'glio ri~COHere a nostalgie, ma debbo dire che conla pI1ecedente procedura una causa di tri~bunale ~ noi lo sappiamo, ministro Gava~ era risolta in quindici giorni. (Interruzio-ne del senatO're Franza). Ma si poteva intan~to conoscere la decisione e vi erano istitu-ti che correggevano la lentezza che ancheallora esisteva; ma allora la colpa era mag~giormente delle parti, perchè il presidentenel rito civile aveva un potere di ordinanzae non un potere di diI1ezione del procedi~mento.

Comunque non voglio ridurre i problem"della giustizia a casi concreti o esaminarliin base alla efficienza o meno di proced'~menti o di norme. Affermo però che la co~sa supera la percezIone di ogni giorno enon sarà sufficiente neanche la riforma del~la procedura civile per risO'lvere il graveproblema.

L'altra ragione che stamane è stata adom-brata rifletteva il ricorso eccessivo alleesercitazioni teoriche sulle sentenze. I giu~

dici si diffondono in problemi teorici, inproblemi di dO'ttrina. Io ritengo che, poi~chè con la novella del 1950 si è voluto ac~centuare il rimedio per il difetto di moti~vazione, quello che con la vecchia dizioneera un semplice difetto di motivazione, siè voluto accentuare la responsabilità d~lgiudice (e questa novella è stata ritenuta Indottrina e dalla giurisprudenza è stata ac-cO'lta cO'n molto favore), questa è in con~trasto con l'auspicata sentenza dove il sil-logismo giuridico abbia immediatamentela soluzione senza un'ampia motivazione:che mO'stri il processo di formazione dellavolontà del collegio a del giudice. Stiamobene attenti, perchè se all'utente della giu~stizia interessa conoscere la decisione enon il processO' di formazione della vO'lontà,che si esprime in una motivazione di carat-tere giuridico, ciò è perchè l'utente dellagiustizia nO'n è in grado di giudicare se nonil risultato. Ma il tecnico ,richiede, oltre chedi conoscere la decisione, anche di conosce~re il processo di formazione sotto il profi~lo del controllo della lO'gica della motiva-zione st,essa e ciO'è della logica del giudica-to. Ora, quando vi sono dei magistrati diprimo pianO' che scrivono: «dalle aule giu-diziarie, accademiche, dai libri e daUe rivi~ste di diritto, si leva quasi sempre unaoscura giaculatoria. uno stucchevole discor~so metafisica; il momento essenziale dellagiustizia, l'interpretazione della legge assa-

I miglia stranamente ad un rito magico; lamotivazione, anzichè rappresentare, oomedovrebbe, una garanzia di certezza, costitui-sce solo una fonte di sofismi per travolgereil sensO' delle 1eggi, una miniera di cavilliprovvidenziali per coloro che hanno torto»si ha il senso della crisi profonda che hainvestito l'ordine giudiziario.

Stiamo bene attenti, onorevoli oolleghi,di non cedere troppo alla facile demagogiadel sillogismo giuridico e della decisione aldi fuori della conoscenza esatta del prooes-so di formazione della volontà, perchè al~trimenti io non so come si pO'trebbe con~trollare la logica del giudizio, e quale fonda~mento potrebbe avere in altra sede, in sededi controllo di legittimità. il controllo dellalogica del giudice.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3677 ~~

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

L'eccesso. è sempl'e negativo, ma tale prin-cipio vale nei due sensi: con una sentenza,

sia pure ben mo.tivata, co.n richiami sia pureessenziali alla dottrina e alla più autorevolegiurisprudenza, mi sembra che si possa rag-giungere l'optimum, cioè quel livello che

sia l'utente della giustizia, sia il tecnicodel diritto possono richiedere, pretendere,desiderare.

Onorevoli coneghi, se no.i abbiamo fattodei rilievi per quanto co.ncerne la giusti-zia civile, possiamo fare dei riIieva altret-

tanto pesanti per quanto concerne la giu-stizia penale. Si presenta oosì un grossoproblema che è stato dilatato da un con~trasto clamoroso, ormai ricorrente ed evi-dente negli uomini, nei fatti e nelle deci~sioni, tm la Corte costituzionale e la su-prema Corte. Il senato.re De Nicola, nelprimo discorso che fece come Presidentedella Corte costituzionale, rico.rse ai duetermini: «vestale del diritto. e vestale del-la Costituzione »: la Corte costituzionalevestale della Costituzione e la Corte di cas-sazione vestale del diritto.

Presidenza del Presidente FANFANI

(Segue N E N C IO N I). E queste duefunzioni dovevano disarticolarsi e rico.m-porsi in armonia. Avrebbero dovuto, cosìooncepit1e, non dar luo.go a cont1rasti cosìstridenti quali la realtà ci ha offerto. Ionon voglio richiamarmi, per non andareoltre i limiti che mi sono prefisso, ai varicasi che si sono presentati. Però vogliocogliere un motivo che incide sulla certez-za del diritto: la oreazione di vuoti legi-slativi. Il Capo dello Stato credo che siain errore quando afferma «la colpa delParlamento »; avrebbe dovuto dire: «laco.lpa» (e neno stesso errore sono cadutoanch'io nell'interpellanza; ne faccio am-menda) «del Governo, la colpa della mag.gioranza parlamentare », perchè [O ed icomponenti del mio. Gruppo abbiamo lacoscienza di avere in dieci anni semprecercato di rimediare con atti di impulsoparlamentare a quei vuoti legislativi chel'attività della vestale della Costituzione la-sciava dietro di sè.

P RES I D E N T E Senatore Nen-ciani ~ mi scusi l'interruzione ~ pare che

il Capo dello Stato non abbia detto «lacolpa »; non si riferiva al passato. Pare cheabbia voluto fare un invito. (Interruzionedel senatore Pranza).

N E N C I O N I. Onorevole Presidente, iosono stato esattissimo perchè ho letto il pas-so e pertanto ho. riferito i termini precisiin cui si è espresso il Capo dello Stato. Hadetto non solo il Parlamento e il Governo,ma anche la magistratura e tutte le compo-nenti dell'istituto giudiziario.

Se noi vogliamo prendere in considerazio-ne (tralasciando il lungo contrasto per i di-ritti della difesa; cioè la Corte costituziona-le aveva ammonito circa l'osservanza dellegaranzie processuali poste dagli articoli 392,304-bis, ter, quater del codice di procedurapenale in relazione dell'articolo 24 della Co-stituzione, la Co.rte di cassazione confermòinvece la sua interpretazione, la Corte co-stituzionale ritornò sulla sua decisione e lariconfermò in termini drastici in una sen-tenza che, abbandonando parole paludate,polemizzava con la suprema Corte) l'atteg-giamento della maggioranza parlamentare,notiamo che essa ha disertato, è stata inerte.C'erano nell'altra legislatura quattro disegnidi legge diretti a risolvere il problema e laCorte costituzionale, di fronte alla carenzadella maggioranza parlamentare, ritornò sul-la sua decisione e cancellò dal novero del-l'istituto giudiziario quella norma che eradi ostacolo all'ingresso dei diritti della di-fesa.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3678 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

Oggi si ritorna alla norma contenuta nel-l'articolo 389 del >codice: la figura del pub-blico ministero ha formato oggetto di discus-sione, nella passata legislatura, in congres~si e convegni di studi; abbiamo sostenuto

~ e lo dichiariamo di nuovo per indicareuna determinata tesi che ha poi avuto, e nonpoteva essere div<ersamente, anche risultatipratici ~ che il pubblico ministero, prati-camente senza alcun controllo, poteva di-sporre del rito sommario e di quello formale.Vi sono stati clamorosi processi che hannorischiato di frantumarsi di fronte alla sen-tenza della Corte costituzionale, ma la Cor-te di cassazione ha difeso l'irretroattivitàdella sentenza della Corte costituzionale an-che contro l'evidenza del diritto. Vi sonostati dei grandi processi in cui ~ qui non

muovo una critica di carattere morale madi tecnica ~ il pubblico ministero ha esau-rito il processo e ha raccolto le prove al difuori del procedimento penale; aperto il pro-cedimento penale, il gioco era fatto.

La Corte costituzionale non rpoteva nonintervenire pesantemente contro questo si-stema che infrangeva alla base qualsiasi di-ritto nel rapporto giuridico processuale dellevarie parti. Infatti, chi giudica del giudicee chi ha giudicato finora dell'evidenza delleprove? Chi ha giudicato dell'esistenza dellealtre condizioni che impongono il ricorso alrito formale e indicano dunque l'illegittimitàdel rito sommario?

Nel disegno di legge (prontamente presentato dal Ministro perchè vi era un vuotolegislativo, di questo gliene devo dare atto,anche se non sono d'accordo sul contenutoe di questa mia di,scordanza spiegherò imotivi) e nella relazione si nota che la Cortecostituzionale (non voglio trattenermi a lun-go).. .

G A V A, Ministro di grazia e giustizia.Ne discuteremo poi.

N E N C IO N I. Lo so. Ma nella relazio-ne si dice: guardate bene che nella motiva-zione non ci si riferisce solo alla facilità dellaprova, ma ci si riferisce anche a tutte le altrecondizioni che il 389 pone, sicchè anche acco-gliendo questa norma ci si potrebbe trovare

nuovamente di fronte ad una caducazione,ad una vanificazione. Io, onorevole Ministro,non voglio parlare del disegno di legge per-chè...

G A V A, Ministro di grazia e giustizia.Se lei mi consente, in un nostro disegno dilegge abbiamo previsto non soltanto il casodella prova evidente, ma anche i reati di fa-mosi casi previsti dai commi precedenti, cioèla flagranza, la confessione, eccetera.

N E N C ION I. Io l'ho letto e studiato,credo >conmolta cura, però, se lei mi permet-te ,(e poi non ne parlo più perchè non ha ache vedere se non per incidens con i pro-blemi della giustizia), l'imputato che ritienenon sussistano i requisiti può chiedere chesi proceda con istruzione formale. E dove è ilcontrollo obiettivo? Non da parte dello zelodella difesa o della capacità dell'imputatoo del difensore di prendere una determinatavia, perchè la Corte costituzionale non haposto alternative, non ha lasciato questo pa-trimonio del diritto della difesa nella dispo-nibilità dèlle parti, delle parti private in que-sto caso. La Corte costituzionale ha dettoqualche cosa di più. Ha detto: un principioposto dalla Carta costituzionale viene infran-to. E allora: si deve rimettere allo zelo, algiudizio tecnico di una parte privata il con-trollo da parte delle altre parti delle condi-zioni che determinano il giudice naturale, ilgiudice istruttore, <Qnon deve essere qual-cosa di obiettivo che si impone attraverso unrito? E io ricordo sempre, parlando di que-sti argomenti, che il rito non è lo strumentoa disposizione della parte privata, ma è atutela dell'interesse di carattere generale. Epertanto è soltanto strumentalmente il ritoa disposizione della parte privata, ma tutelaqualche cosa che è al di sopra e al di fuoridelle parti, cioè l'interesse generale della giu-stizia, l'uguaglianza delle parti nel rapportogiuridico processuale, il principio del con-traddittorio.

E allora ci troviamo di fronte ad un rime-dio che io ho sottolineato con soddisfazionecome tempestività, perchè non ci troviamodi fronte ancora una volta ad un contrastoe 'ad un vuoto legislativ<Qlesivo degli interes-

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Senato della Repubblica ~ 3679 ~ V Legislatura

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

si delle parti; però io incidentalmente dicoche non ritengo sufficiente il rimedio che cosìtempestivamente è venuto a tentare di risol-vere questi problemi. Onorevoli colleghi, que~sto perchè ormai vi è la consuetudine delvuoto legislativo, e l'ha denunciato il Presi-dente della Corte costituzionale quando hadetto: «Considero un diritto e un dovere I

verso l'istituto e verso la Nazione affermarein questa solenne occasione che ancora piùproficui sarebbero i risultati ove la Cortepotesse essere definitivamente affrancata dal-la preoccupazione delle conseguenze nega~tive, anzichè positive per la comunità nazio~naIe, dei vuoti da essa creati nell'ordinamen-to quando non vengono prontamente colma-ti. Onde essa non può non compiacersi dellecure recentemente dedicate dalle Presidenzedelle due Assemblee perchè questo non av-venga ». Ha fatto poi presenti gli espedientidella Corte costituzionale, indicando comeespedienti le sentenze chiamate « manipola-torie », le sentenze che cercano di caducareuna interpretazione perchè, onorevoli colle-ghi, la Corte costituzionale si trova sempre difronte ad una situazione che non è agevolesuperare. Noi molte critiche le abbiamo fatte,ma non possiamo non rappresentarci cheuna norma di legge ha una sua volontà inter-na è un mondo che è racchiuso nell'ambito,angusto della norma e soffre varie interpre-tazioni. E una di queste interpretazioni puòessere in contrasto con !'interpretazione datadalla Corte costituzionale alla norma costitu-zionale, cioè può sopravvivere la norma se-condo un'altra interpretazione; ed è ricorsaanche a questo la Corte costituzionale piùvolte per evitare proprio quel vuoto legislati-vo. Ricordiamo, per quanto concerne la re-sponsabilità dei direttori di quotidiani e gior-nali in genere, quel vuoto che è avvenutodopo la senten2Ja che aveva degradato a ti-tolo di colpa la responsabilità prevista dallevarie norme, che non sto qui a ricordare.

Vi è un'esigenza ~ ed è questa la respon-sabilità della maggioranza parlamentare ~, Iprima ancora che si pronunci la Corte costi-tuzionale, di adeguamento della norma ai cri-teri della Costituzione, di provvedere o al-meno provvedere quando, caducata la nor-ma, si crea questo vuoto legislativo lesivo

degli interessi della generalità. Ma, onorevolicolleghi, non è solo questo; questa era unadelle ragioni che si sono proposte. Vi è ancheuna proposta del senatore Leone, che io ri-tengo non valida ~ benchè si richiami aduna lontana tradizione difesa anche da Or-lando ~ tendente alla moltiplicazione dellaCassazione in istituti regionali aventi com-piti di mera legittimità o compiti inerentialla carenza o al difetto di motivazione,cioè dei compiti che prescindono dalla le-gittimità, ma che si richiamano al merito.E si è immaginato, per venire incontro al-l'istituto giudiziario, anche di poter far con-vergere tutti i procedimenti a quella cheoggi è la Cassazione unica; il Presidentepoi rinvierebbe, quando la doglianza incidesolo sul difetto o carenza di motivazione,a queste cassazioni regionali.

Gon questa proposta si è richiamato allagloriosa tradizione delle cassazioni regionali,come Orlando fece molti anni or sono; que-sto, probabilmente, il senatore Leone lo haconcepita in una visione regionalistica. Mavi immaginate, oggi che noi lamentiamocome uno dei mali dell'istituto giudiziariola lentezza, questo andare e venire di proce-dimenti dalla periferia a Roma e da Romaagli istituti regionali, salvo poi, quando l'isti-tuto regionale ravvisasse che non vi è solouna carenza di motivazione ma che la Ja-mentela si richiama a motivi di legittimità,rimandare alla suprema Corte a Roma perincompetenza, e naturalmente regolamentodi competenze tra le varie cassazioni?

Onorevoli colleghi, la Cassazione deve esse~re unica per l'altra esigenza che ho detto al-l'inizio del mio dire, per la certezza del di-ritto e qui, onorevoli colleghi, si è fatta an-che dell'ironia sulla Cassazione unica, anchecon dei ricordi storici errati, perchè la Cas-sazione unica, per quanto concerne il settorepenale, senatore Bettiol, risale a epoche or-mai remote e fu concepita e attuata proprioper la certezza del diritto, perchè fosse illu-minato per il cittadino l'ambito della legit-timità della sua azione e i limiti fossero nettie si differenziassero dalle tenebre dell'illecitopenale.

E allora anche quello che è stato propostomi sembra che non sia un rimedio a cui si

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Senato della Repubblica ~ 3680 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

deve far ricorso. Il rimedio a cui si deve farricorso soprattutto, onorevoli colleghi (e vel'ho detto leggendovi un giudizio di un magi-strato sull'ambiente umano della magistra-tura), va, a mio avviso, oltre le normedi legge che devono rendere più agevole l'isti-tuta giudiziario civile e l'istituto giudiziariopenale, oltre le norme di legge che de~vano soccorrere per non lasciare dei vuotilegislativi che aprono la porta alle interpre-tazioni le più peregrine, interpretazioni si-stematiche o interpretazioni evolutive, nelgiudice.

Le carenze di tutto l'ordinamento giu-diziario, la situazione che oggi lamentia-mo risiedono nella persona del giudice.

La sentenza della Corte costituzionale 12dicembre 1963 ha detto incidentalmentequesta verità. « .,. l'indipendenza della ma-gistratura è sancita da norme della Ca,rtacostituzionale e attuata nei limiti in cui siè attuata la Carta costituzionale, ma l'in-dipendenza della magistratura non tantonella legge trova la sua prima e fondamen-tale garanzia, bensì nel senso del doveredei magistrati, nella loro obbedienza allalegge morale, che è propria dell'altissimoufficio e che consiste nel rendere impar~zialmente giustizia, princìpi questi a cUIsi è costantemente uniformata la magistra-tura italiana ». Però la Corte costituzionale,sia pure in modo paludato, ha dato un giu~dizio di carattere morale per quello che di~cevo all'inizio del mio dire e ha impostoe indicato la via luminosa nella quale de-V'ano incamminarsi tutti coloro che han-no l'onere sì, ma l'alto onore di giudicaregli altri. E purtroppo noi ci troviamooggi in una situazione abnorme per quan~to concerne anche il funzionamento pra~tico dell'istituto giudiziario. Noi abbiamosentito nel discorso di inaugurazione, neigiorni scorsi, dinanzi alla suprema Corted'appello di Roma, le amare considerazio-ni su una critica acerba, aspra nella qua-le, ha detto il procuratove generale, hannointerferito, e questo è veramente grave,alcuni settori politici che oggi si fannobanditori, molto in ritardo, onorevoli col-leghi, di questa crociata per la soluzionedei problemi della giustizia. Infatti vi so~

no stati dei procedimenti, alcuni sono an-cora in C'orso, e di essi non è questa la se-de per parlare; ma della procedura sìdene interferenze politiche sì, si può par-lare. Che le interferenze politiche siano de-gli elementi di devastazione del clima giu~diziario è pacifico.

la non voglio ora esprimere dei giudizidi carattere morale: lo ha fatto il procura-tore generale presso la suprema Corte dicassazione, l'ha fatto il procuratore gene-rale presso la corte d'appello.

Vi sono stati tre procedimenti penali chehanno dat'o la misura di come sia deleterial'interferenza politica attiva durante il cor~so di procedimento sui cancellieri, sui giu-dici, sugli ausiliari della giustizia, sull'am-biente che ruota attorno ai giudici. Mi ri-ferisco, ad esempio, al processo Scalfari-Iannuzzi, al procedimento Braibanti e alprocedimento, penso testè archiviato, Roc-ca. (Commenti del senatore Albarello).

P E T R O N E . Guarda caso, tutti so-no stati condannati!

N E N C ION I. Io non parlo del me-rita del procedimento perchè non m'inte-ressa, io parlo di interferenze politiche,pubblicamente denunciate. (Commenti delsenatore Petrone). Io non so perchè, quan-do si parla del processo Braibanti, c'è lasiniistra indipendente che diventa dipen,dente da quel processo; non so perchè, ilmotivo me lo debbo ancora ,spiegare.

I procedimenti penali devono incutere atutti un certo timore reverenziale: non sipuò giudicare un uomo fino a quando lagiustizia non abbia compiuto interamenteil suo corsa, altrimenti, se ci potesse ess'e-re l'interferenza attiva, come vi è stata perquesti procedimenti, guai all'istituto giu~diziario! Così il processo non è più sere-no; può darsi che si sia pervenuti all'as-soluzione o alla condanna: non lo so enon m'interessa, in quanto due di questiprocessi sono ancora in corso. Infatti ame non interessa il merito, interessa laforma. Il procuratore generale, per quantoconcerne il processo Rocca, ha detto delleparole gravi sulle quali occorre meditare,

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Senato della Repubblica ~ 3681 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

oltre a fare giustizia sommaria degli erro-ri di carattere procedura,le e concettualeche sono stati espressi nella critica gior~nalistica con tutti i mezzi: «Premesso chedi seguito all'atto d'ingerenza illegittimache ho ricordato ebbe a svilupparsi unaoffensiva monocolore di stampa e dI par~tito, a tuttI l lIvelli, diretta, per le suppo~ste relazlOm con l'mchiesta sul SIFAR, a tra-sformare in un giallo politico una pietosavicenda umana, il primo risultato positivofu quello di spegnere i morbosi interessie l'accammento intorno agli uffici giudi-zian di un certo giornalismo che avevaanche la pretesa di partecipare in un modoo nell'aIrro alle indagini ». Non si sono maisentite, Illustre Presidente, da parte di unprocuratore generale denunce così pesan~ti e così esplicite. A prescindere dal meri-to, vi è l'interferenza fisica sulle personedel dramma, !'interferenza fisica sullo svol-gersI del procedimt:nto in sede di istrutto~ria ove ~ lei me lo insegna, senatareLeone ~ doveva quanto meno esserci quel

naturale nspetto di un segreto che è tu-telato anche da una norma di caratterepenale. Ora, se il procuratore generale hadetto questo pubblicamente, è evidenteche quest/interferenza pesante e monoco-lore dal punta di vista politico c/è stata.E SI tratta di un fatto che occorre tenerein considerazione quand'O si parla di crisidella giustizia, quando si parla di pesantimterferenze sull'andamento naturale delpI'ocedimento

Non voglio taccare un argomento chepotrebbe suscitare delle reazioni. Si trattacomunque di una questione che ci ha la-sciati veramente rattristati. Mi riferisco aimorti di Avola. Noi esprimiamo tutto ilnostro dolore per questi lavoratori che so-no caduti e per il lutto, la miseria dellefamiglie. Vorremmo veramente che tuttoquesto si cancellasse anche dal ricorda.PermettetemI però di richiamare (lo stessovale per il caso Rocca) una situazione cheinvolge anche responsabilità di Governo.Sono stati denunciati dei lavoratori. Se co~storo Don hanno commesso alcun reato sa-ranno assolti in istruttoria e dell'episadionon si parlerà più.

M A R IS. Non è sicura che gli inno-centI vengano assolti!

N E N C ION I. Senatare Maris, leimi conosce da molti anni e sa che ia hafiducia nella giustizia; l'ha sempre avuta,in qualsiasi momento, perchè non mi sonomai travato, nè personalmente nè nellamia pratica di avvocato (e sono trentacin-que anm che esercita tale professione), difrante ad una delusione che si sia ripetutanei gradi superiori. Non ho un ricordo diquesto genere. A valte la nostra valutazio-ne del fattI sotto il profilo difensivo Cl puòanche fare intravvedere una delusione, manella meditaziane serena delle nostre co-scienze dobbiamo riconoscere che se unasituazione non SI è risolta in primo gradasi è risolta in secondo grado o in sede dicontrollo di legittimità. E se ci sono delle

I eccezioni ~ e ammetto che vi siano ~ que-

ste confermano la regola che è qttella chefa stato nelle nostre valutazioni. Ma se sivuole affermare che dal banco del Gaver~no si chiede che la magistratura paralizzila sua azione per quanto riguarda la suavalutazione e la sua indipendenza di giu-dizio non parliamo più, come ha parlatostamattina il senatore Banfi, di stato didiritto e non ricorriamo più al barane diMontesquieu o a Jean-Jacques Rousseau:lasciamo questi vecchi bagagli e conside-riamo qualche cosa di diverso. Ma lascia-mo che la magistratura nella sua indi-pendenza svolga l'azione che deve svolge~re, che altrettanto faccia l'Esecutivo e cheIl Parlamento giudichi politicamente, li-beramente, come deve giudicare, e ciascunodirà di aver fatto il proprio dovere. Nonè ammissibIle, onorevole Ministro, che unmembro del Governo si rivolga al Presi-dente del Consiglio perchè la magistratu~ra ha aperto un procedimento penale. Ve~ramente sono cose mai verificatesi, in nes-sun regime e sotto nessuna ca'ppa di piom~bo! Sano veramente delle aberrazioni, e vidico con tutta il senso morale e con tuttala valutazione dell'episadio che si è sval-to, con tutta l'amarezza delle conseguenze

che per quanto concerne il funzionamento

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Senato della Repubblica ~ 3682 ~ V Legislatura

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

de1la giustizia questa è veramente la cosaIpiù grossa...

FRANZAStato!

Manca il senso dello

N E N C ION I. Ma il senso delloStato i socialisti Than l'hanno mai avutadalla l'Oro formazione fina ad oggi; parlaredi senso dello Stato e parlare di socialismoè come voler parlare di atmosfera nellaluna, cioè una contraddizione in termini.

A M A D E I, Sottosegretario di Statoper la grazia e giustizia. Già, loro face~vano le Isentenze. . .

FRA N Z A. La sua è un'invenzione!I

D I N A R O. Queste non sono coseda Sottosegretari; dispiace che lei stia albanco del Governo. Mai sentito nulla disimile!

A M A D E I , Sottosegretario di Stato perla grazia e giustizia. Lo credo bene chenon l'avevate mai sentito! (Vivaci replichedei senatori Franza e Dinaro. Richiami delPresidente ).

N E N C ION I. Onorevoli colleghi,io ho la coscienza di aver trattato solouna minima parte dei prablemi della giu~stizia civile e penale; ho accennato alcunemie perplessità, alcune mie proposte e horilevato l'esigenza che si arrivi, sia puregradatamente, con tutte Je difficoltà che sifrappongono, a delle premesse da cui po-trà pO'i scaturire una nuova era nei rap-porti tra giudice e società, tra società egiustizia.

Onorevale ministro Gava, noi da questatrincea di opposizione per quanto concer~ne i problemi della giustizia faremo unaopposizione costruttiva, perchè nessuno alpari di noi avverte l'esigenza della soluzio-ne di questi gravi problemi che qualificanouna società. Veramente riteniamo che do~ve non c'è libertà econamica non c'è liber-tà, ma riteniamo altresì che essa manchidove non c'è giustizia, perchè la giustizia

è il fondamento della comunità nazionale.Noi dobbiamo poter dire che, qualunqueoosa accada, in uno Stato di diritto ci so-no pur slempre giudici che debbono accer-tare la volontà della legge nel caso con~creta. Dio voglia che lo possiamo dire nelpiù breve tempo possibile, per noi e perla società nazionale! (Applausi dall' estre-ma destra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-]are il senatore Galante Garrone. Ne hafacoltà.

G A L A N T E GAR R O N E. SignorPresidente, onorevoli colleghi, onorevole Mi-nistro, !'interpellanza che con altri colleghidel Gruppo della sinistra indipendente horivolto al Ministro guardasigilli e che oraintendo brevemente svolgere si articola ~

non si spaventino gli onorevoli colleghiperchè, come al solito, sarò brevissimo ~

in nove punti. Probabilmente troppI, mi sipotrà obiettare; ma io credo fermamenteche, se un errore ci si può rimproverare, èquello contrario, e cioè di non avere enu-merato tutti i mali della giustizia, vale adire di aver peocato per difetto e non pereccesso.

Penso tuttavia che i mali maggiori, queUiche richiedono pronti ed energici rimedi,siano indicati nella nostra interpellanza. Esu tutti i punti dolenm della situazione, som-mariamente accennati nella nostra enume-r:azione, io mi auguro che la rispos!a delMinistro sia ampia, meditata ed esauriente,tale in breve da soddisfare la nostra curio-sità e soprattutto da infondere un po' disperanza nel domani.

Naturalmente, onorevole Ministro, io nonsono così stolto e fazioso da voler attribuirea lei, fra l'altro guaI'dasigilli neonato, eneppure ai suoi predecessori tutte le colpee tutte le responsabilità di una situazioneamara e francamente insostenibile. Le calpee le responsabilità sono di tutti noi; e vera~mente non credo che ci sia chi possa sca-gliare la prima pietra. Sono di noi legi-slatori che nel corso di un quarto di secolonon abbiamo legiferato come avremmo po~tuta e dovuto; che abbiamo dimenticato

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Senato de.zla Repubblico ~ 3683 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

quella che, nel testo delLa nostra interpel~lanza, abbiamo definito esigenza primaria,vale a dire radeguamento di tutte le leggiai precetti della Costituzione. Sono colpe eresponsabilità soprattutto delle maggioran~ze parlamentari che nel corso di questi annisi sono susseguite, perchè non è un misteroper nessuno ~ basta scorrere gli atti par~

lamentari per esserne convinti ~ che le

sinistre hanno strenuamente combattutomolte battaglie precisamente per adeguarecodici e leggi alla Carta costituzionale. Equeste battaglie sono state perdute per quel~lo che Piero Calamandrei definiva 1'ostru-zionismo della maggioranza.

Ma sono anche colpe e responsabilità deigiudici. Ed io sono lieto che il Presidentedella Repubblica, tra gli altri tasti, abbiatoccato questo e che abbia ricordato lecolpe e le responsabilità dei giudici. Natu~ralmente, penso che il Capo dello Statoavrebbe potuto e dovuto toccare anche altritasti che involgevano altre responsabilità,anche del Consiglio superiore della magi~stratura in tUttI i suoi componenti. Ma que~sto richiamo al dovere e alla responsabilitàdei giudici mi pare un fatto estremamenteimportante, anche perchè da parte di tuttii procuratori generali è sempre mancataun'autocritica sulle colpe della magistratura.

Dicevo che sono anche colpe e responsa~bHità dei giudici. Vedete, onorevoli colle~ghi, io sono perfettamente cosciente dei ne~cessari limiti del mio intervento e so chenon posso chiedere conto al Ministro guar-dasigilli di alcune sconcertanti sentenze deinostri giudici; sentenze che veramente fan-no pensare, qualche volta, che il senso dellagiustizia sia stato smarrito in Italia. So chenon al Ministro di grazia e giustizia mi èdato chiedere come sia possibile che nel-l'anno di grazia e, a voler essere ottimisti,nell'anno di giustizia 1969 alcuni procura-tori generali nei discorsi inaugurali sianoinsorti contro i sacrosanti diritti della pub-blica opinione di commentare e criticare lesconcertanti sentenze di cui ho parlato; ecome sia possibile che in tanti di quei di~scorsi non una sola volta sia stata ricor~data la Costituzione nata dalla Resistenzae non sia stato detto chiaramente e conforza che alla Costituzione tutti, e i giudici

23 GENNAIO 1969

in primo luogo, devono essere costantemen~te fedeli.

Casuale dimenticanza? Magari così fosse!Il male è che in tante senten:z;e oggi lo spi-rito della Costituzione è ancora ignoto, cheper tanti giudici lo Statuto repubblicano èun fastidioso ,ingombro.

Tuttavia, onorevole Ministro, le colpe ele responsabilità dei legislatori e dei giudicinon possono fare dimenticare le colpe e leresponsabilità dell'Esecutivo.

Senza preconoett1i, senza faziosità, conamarezza, ma serenamente, vogliamo e pos-siamo dire questo: i problemi della giusti~zia sono stati troppo a lungo dimenticati daiGoverni, fossero di centro puro, di centro-destra o di centro~sinistra. Sono stati pre~sentati nel corso di questi anni disegni dilegge modesti, timidi, dominati in partenzadal timore di eccedere nelle novità, di favo-rire pericolosi e fantomatici salti nel buio.Codici e leggi italiane scricchiolavano datutte le parti: e invece di ricostruire dallefondamenta, che sono quelle della Costitu~zione, ci si è baloccati per anni e anni nelvano tentativo di inutili e impossibili pun-telli.

Io ricordo come una delle pagine più tri~sti e dolorose del passato ~ non me ne

vorrà il Gual1dasigilli del tempo ~ la pri-ma creazione del Consiglio superiore dellamagistratura che era veramente una sfidaalla lettera ed allo spirito deHa Costituzione.Davvero non mi sento di dire che la riformadello stesso Consiglio, successivamente at~tuata a furore di magistrati, se non di po-polo, abbia del tutto cancellato le macchieche detul'pavano quel primo edi,fioio. Ma lacolpa più grave del Governo, onorevoli col-leghi, non è tanto quella di aver voluto man~tenere nella strutturazione del Consiglio su-periore della magistratura la prevalenza del~

l'alta magistratura. Assai più grave è statala colpa dell'Esecutivo per non aver propo-sto mai, o raramente, leggi moderne, vive,coraggiose e di aver sistematicamente elusoe deluso le aspettative di quelli che sonodefiniti gli utenti effettivi o potenziali, dellagiustizia e cioè, tout court, dei cittadini.

I codici penali e Ila legge di pubblica s.icu-rezza risentono ancora, ad un quarto di se-colo dalla liberazione, dell'impronta del fa-

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Senato della Repubblicc. ~ 3684 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

scismo e non hanno oertamente cambiatoviso per effetto di alcuni insignificanti ri~tocchi; l'accento cade ancora e sempre sul.l'autorità dello Stato, anzichè sulla libertàdel cittadino. Nel codice civile predominapur sempre Ja preoccupazione ansiosa egretta di salvaguardare la proprietà mentreai più imponenti istituti e problemi dellavita moderna, ai rapporti di lavoro e allestrutture delle società di capitali è statoriservato uno sguardo distratto o indifferen-te, se non addirittura parziale, e non occorredÌire parziale a favore di chi.

Che cosa si è fatto per portare un soffiodi aria nuova, per aprire le finestre sulmondo? Attendo, attendiamo la sua rispo~sta, onorevole Ministro. Ma vorrei dirle, miconsenta, che non sarà sufficiente, per esau-dire la nostra curiosità ed alimentare lanostra speranza, un arido elenco di disegnidi legge; non bastano le etichette perchè ilvino sia riconosciuto buono.

Non è questa la sede per esaminare idisegni di legge, attualmente al nostro esa-me in Commissione, relativi, tra l'altro, allariforma del codice penale e alla difesa deinon abbienti. Mi consenta di dirle che sonoprogetti insufficienti, deboli, vorrei dire ~

mi perdoni l'espressione ~ complessati.Addirittura non si è avuto il coraggio,

tanto per fare un esempio, nel progetto diriforma nel codice penale di sopprimerel'istituto del matrimonio riparatore e di da~re via libera alla propaganda per la limi-tazione delle nascite!

Io vorrei che nel leggere questi test,i tuttinoi tenessimo sempre a portata di mano,e a fianco degli stampati distribuiti dal Se-nato, la Costituzione della Repubblica. Unabisso separa ancora un testo dall'altro. Si èfatto qualche passo per colmare questa frat-tura: è doveroso e onesto riconoscerlo, manon basta. Ci vuole un altro respiro, ono~revole Ministro. Questo è il punto essenziale,questa soltanto è la soluzione che può es~sere data ai problemi della giustizia, que-sto, e questo soltanto, il rimedio a mali cosìgrandi: il rispetto, non a parole (che costa-no poco), ma nei fatti, della Costituzione.Tutta la casistica contenuta nella nostra in-terpellanza potrà essere un filo conduttore

per la sua risposta. Ma non è strettamentenecessaria al nostro discorso e soprattuttonon ha bisogno di illustrazione perchè sicommenta da ,sè, e così mi consente, tral'altro, di non abusare eccessivamente dellavostra pazienza. Ma una cosa, per conclu~dere, dobbiamo dire: non dimentichiamo,non dimenticate che se qualche timidopasso avanti è stato compiuto in questianni e se in questi giorni si assiste ad unafioritura di iniziative e proposte che con-sentono qualche pallida Isperanza, il me~rito è soprattutto dei cittadini che hannodetto di no ad una così intollerabile situa~zione, di. alcuni giudici, soprattutto giovanigiudici, che sono insorti contro leggi anti~che e nuove incompatibili con la Costitu~zione, e della Corte costituzionale che neha accolto le istanze ed ha trasmesso a noie a voi un così ,alto monito. Tutti i problemirelativi all'organizzazione della macchinagiudiziaria, tutte le proposte dirette allaconservazione e alla cura di così delicatiingranaggi sono importanti; non saremonoi certamente a negare una così solare ve~rità se proprio ai nn. 2) 'e 3) della nostrainterpellanza anche di questo abbiamo par~lato. Ma il problema vero, onorevoli col~leghi 'e onorevole Ministro, non è un pro-blema di efficienza, di magnetofoni, di lo~cali, di attrezzature; eravamo indifferentia questo problema quando negli anni oscuridella dittatura rendevamo giustizia animatidalla speranza di un avvenire di libertà. Ilproblema vero e solo è questo: nello spiritodella Costituzione fare ogni sforzo perchèa tutti sia veramente assicurata la giustiziache la Repubblica vuole ed esige per tutti.È un compito difficile, ma è tempo di af.frontarlo, è tempo di agire; e a lei dico,onorevole Ministro, dprendendo il titolo diun suo libro, che è tempo di stare « dallaparte di Marta)} (questo significa, se nonerro, dalla parte della vita attiva, dallaparte dell'azione, e non da quella della con-templazione ).

Vorrei invitarla, onorevole Ministro, aguardare meno i sigilli e a guardare di più,nella sua opera, la concreta e dolente realtàdel Paese. Sarà un'opera difficile per tutti,che dovremo compiere tutti senza improvvi~

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Senato della Repubblica ~ 3685 ~ V Legislatura

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

sazioni ma coraggiosamente, con fedeltà as-soluta agli ideali della Resisteza e allo spi-rito della Carta costituzionale. (Vivissimi ap-plausi dall' estrema sinistra).

P RES I D E N T E. ~ iscritto a par-lare il senatore Leone. Ne ha facoltà.

L E O N E. Onorevole Presidente, ono-revoli colleghi, poichè ogni nuova esperien-za, anche se ha dietro di sè un lungo edintenso passato, induce a nuove vibrazioni,mi consentano il Presidente e il Senatoche, nel momento in cui per la prima voltaprendo la parola dal banco di senatore,vi confidi la mia profonda emozione perl'onore che mi è dato in questo momen-to. E mi è caro anche 'Che questo mio primointervento in veste di senatore sia rivoltoai problemi della giustizia, ai quali ho de-dicato tutta la mia vita dai lontani anniuniversitari in poi. La mia è un'intensa evaria esperienza, fatta non solo di studioe d'insegnamento, ma anche di vita parla-mentare e di responsabilità di Governo;desidero aggiungere che più istruttiva è sta-ta in me l'attività professionale esercitata,sì da avere avuto conoscenza di uffici giudi-ziari, di magistrati, cancellieri ed anche deipiù umili collaboratori dell'amministrazionedella giustizia.

Tre sono, in questa difficilissima tematicala quale potrebbe farci veleggiare verso am-pie e lunghe navigazioni, gli ovdini di pro-blemi che si presentano alla nostra atten-zione. Il primo concerne i problemi di ca-rattere legislativo; il secondo quelH chechiamerei di costume.

Già questa impostazione mi consente diricordare quello che ho avuto l'onore, piùvO'lte in varie sedi, di affermare, cioè lanecessità che Governo, Parlamento e clas-se politica si pongano il problema di pro-grammazione dei problemi giuddici, ag-giungendo che es,si sono il supporto fonda-mentale di ogni sviluppo della società. Dissiin altra occasione, e mi permetto ripetere inquesta sede, che siccome i problemi giu-ridici sono problemi morali, ai guasti diquesti problemi non si pone mano con lastessa facilità con la quale si riparano i

guasti dei problemi economici. Ecco la ne-cessità ~ sia pure con tanto ritardo, di cuisiamo tutti responsabili, e di qui a pO'co mipermetterò d'indi:care le maggiori responsa-bilità ~ di porre questi problemi di pro-grammazione dei problemi giuridici e di at-tivarsi per una sollecita soluzione di essi.

I problemi legislativi, in primo luogo sipongono come riforma integrale o no-vellistica di tutti i codici e delle leggi fon-damentali, una riforma integrale o no-vellistica ~ scioglierò la riserva più avan-ti ~ che si delinea in rapporto innanzi-tutto ad un ulteriore adeguamento, del-le leggi alla Costituzione, in rapporto alleesigenze tecniche che sono state avvertitedurante il lungo esperimento delle leggi vi-genti, alcune delle quali hanno anche un se-colo di esistenza e di funzionamento, ed al-tresì alle esigenze determinate dalle svoltenuove della sO'cietà.

Per quanto riguarda il primo aspetto vor-rei dire qualche cosa che è ovvia, ma chemi pare vada ribadita in questa oocasione.Abbiamo visto, e dobbiamo fame merito al-la Corte costituzionale, che l'adeguamentodel nostro ordinamento giuridico alla Costi-tuzione è avvenuto soprattutto per effettodi alcune decisive sentenze della Corte co-stituzionale, le quali sono venute in ritardoproprio per un modo di andare degli eventiche è significativo; esse cioè sono interve-nute quando la Corte costituzionale si è ac-corta che l'interpretazione giurisprudenzia-le era sempre più retriva, conservatrice, re-trograda e talvolta diretta perfino a sabo-tare le stesse timide riforme che il Par-lamento aveva attuato in passato. Se pas-siamo, per un istante soltanto, in rivistal'iter dell'atteggiamento della giurispruden-za (maggiore responsabile in proposito suquesta tema di interpretazione ddle leggivigenti, di adeguamento alla Costituzioneed anche alla nuova problematica della vi-ta sociale è la Corte di cassazione), vedre-mo come si siano andate sempre più ma-turando le condizioni perchè la Corte costi-tuzionale non indugiasse più per interve-nire con importanti decisioni, le quali han-no provocato il « terremoto» di gravissimivuoti legislativi che abbiamo il dovere di

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3686 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

riempire sollecitamente. Basterà pensare ache cosa è accaduto per il processo pena~le, che è il più caro ai miei studi per esem~pio, con la riforma del 1955. Se andiamoa ripercorrere i discorsi inaugurali dei pro~curatori generali, successivi a quella rifor~ma, vi troviamo una larga e generale opi~nione di svalutazione, di presa di posizionecontraria a quella riforma che, anche seabbastanza timida, era tuttavia di un cer~to respiro. La giurisprudenza si è via viaesasperata; esasperata prima con la sen-tenza del 1958 a sezioni unite nella quale,in una maniera veramente illogica ~ nonvorrei usare aggettivi meno riguardosi, an~

che perchè l'immunità parlamentare biso-gna esercitarla con cautela ~ direi con ar~

gomenti speciosi, si decise che la riformadel 1955 non si applicava alla istruzione som~maria. Naturalmente questa decisione fu di~gerita sia pure malamente, fu sopportata,fu sofferta; ma se ne approfittò da parte dimolti uffici di pubblici ministeri che hannoistruito in sede sommaria processi di de~cine di volumi e di complesse indagini.

Naturalmente la reazione è venuta con lasentenza della Corte costituzionale che de~terminò il noto conflitto con la Corte dicassazione. É accaduto lo stesso successiva~mente. Mi viene subito in mente un esem-pio, tra i tanti. Vi fu una sentenza della Cas~sazione, a sezione feriale, credo due estatifa, collega Galante Garrone, nella quale laCassazione fece una sortita audace e giu~stissima, mi pare in relazione ad una vicen~da giudizi aria che veniva da Torino. Si dissein quell'occasione che !'istruzione sommarianon è adeguata del tutto alla formale e chebisognava, nel momento conclusivo, elimi~nare la strozzatura attuale, per cui si deciseche si dovevano depositare gli atti per per~mettere di esercitare tempestivamente il di-ritto di difesa. La Cassazione se ne pentìimmediatamente. Sono trascorsi che bisognasubito reprimere e punire; si unirono allorai saloni nell'ufficio del vice presidente dellaCorte di cassazione dove, come scrissi in ungiornale, si elaborava la giurisprudenza atrattativa privata, e si deliberò che era me-glio tornare indietro e fu così annullata que~sta prima audace presa di posizione. Ecco

allora ~ legittima risposta ~ l'ultima sen~

tenza della Corte costituzionale che ha datoluogo a quel grave problema al quale il Go~verno, e gliene do atto, con estrema solleci-tudine sta cercando di provvedere.

Devo dire su questo provvedimento chenon è facile il rimedio, trattandosi di unrappezzo novellistico. Comunque è bene ri~solvere il problema. Dico qui, come ho dettoin Commissione, che pure avendo delle fon~date perplessità sul disegno Gava, rendoomaggio al Ministro e al Governo per lasollecitudine e ritengo ,che si possa, anchecon qualche emendamento, accettare l'impo-stazione del Governo, ferma restando sulpiano teorico una certa mia posizione per-sonale negativa.

D'altronde, ripeto, i rappezzi sono sempreapprossimativi e non sufficienti.

Si delinea anzi la grave responsabilità, dicui dobbiamo far carico alla magistratura ein particolare alla Cassaz,ione, perchè quan-do i giudici di merito, i cosiddetti giudiciinferiori, hanno cercato timidamente di af~fermare un principio, se lo sono visto stron~care dalla Cassazione. Grave responsabilità,ripeto; il legislatore e la società infatti nonsi sono trovati a fianco l'interpretazione giu-risprudenziale in quella che è la sua più no~bile espressione, !'interpretazione evolutiva.Ripeto quello che un giorno dissi ad unmagistrato: noi, professori e giuristi, sparia-mo a polvere perchè le nostre opinioni nonincidono sul corpo vivo dei rapport,i umanie, in materia penale, sulla libertà personale;l'interpretazione giurisprudenziale è quellache spara a pallettoni perchè da essa escefuori un dispositivo che decide sugli interes~si o ~ peggio ancora ~ sulla libertà penale.Ebbene, la Cassazione ha stronoato tuttoquesto impulso e, ripeto, legislatore e socie~tà non si sono visti a fianco la magistratura;anzi hanno trovato la giurisprudenza dellaCassazione in stato di prevenzione controtutte le tesi che potessero servire a riven~dicare i diritti della difesa e della libertàumana, ad ispirazione liberale ed umana.

Basterà pensare, in tema di diritto penalesostantivo, alla giurisprudenza sui proble-mi di concorso di norme o concorso di reati,(spiego per i non tecnici: una sola pena o

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somma di più pene), per i quali la Cassa-zione (un esempio può essere dato dal1alegge Merlin) ha scelto sempre la soluzionepiù pesante per !'imputato.

Questo vale a dimostrare come vi sia sta-ta una presa di posizione da parte della giu-risprudenza, specie della Cassazione; unapresa di posizione direi conservatrice nonsul piano politico (in tal caso saI'ebbe piùapprezzabile perchè si porrebbe una delimi-tazione ideologica contro la quale si puòcombattere), ma conservatrice di uno statodi interpretazione che \Certamente non è sen-sibile agli interessi dell'individuo ed allesvol te della società.

In questa situazione si impone di accele-rare sempre più il processo di riforme, cheè stato rallentato, se non del tutto accanto-nato. Ho promesso che avrei detto libera-mente, anche se non troverò probabilmenteuniversali consensi, il mio pensiero sullagraduazione delle responsabilità. La respon-sabilità maggiore è del Parlamento, non co-me istituto, onorevole Presidente, nè comeresponsabilità dei pI'esidenti, ma come re-sponsabilità deUe forze politiche e, comequalcuno ha detto, prevalentemente delleforze politiche di maggioranza espresse inParlamento.

I governi hanno fatto tempestivamente illoro dovere e lo hanno fatto altresì i singoliparlamentari con le proposte di iniziativaparlamentare. Non vorrei ricordare che ilmio primo Governo pI'esentò una legge dele-ga di riforma del codice di procedura pena-le; la ripresentò dopo un anno il GovernoMoro. La Camera dei deputati ~ sono ri-spettoso di quella assemblea che ho avutol'onore di presiedere ~ ha impiegato quat-tro anni per concludere i lavori deLla Com-missione sulla legge-delega. Di talchè comericorderete, onorevoli colleghi, quando ebbil'onore di presentare il secondo Governo,espressi la perplessità se ripresentare ono il disegno-delega, ovvero presentare lariforma integra~e del codice di procedurapenale; mi sono indotto per motivi di op-portunità, ed anche per riguardo all'altroramo del Parlamento, a presentare la leggedelega sul cui destino, quale che sarà lacelerità che vi sarà impressa dalla Camera

dei deputati e dal Senato, dobbiamo fareprevisioni di vari anni.

Così è accaduto anche per i disegni di leg-ge di carattere novelIistico. Mi dispiace didovermi occupare, ancora una volta, in sen-so critico sia pur sempre rispettoso, dellaCamera dei deputati, ricordando che il se-condo Governo da me presieduto presentò afine luglio un disegno di legge sui cosiddettidiritti della ditesa. Vi era l'illusione nel Pre-sidente di quel Governo, nel Guardasigilli,nell' opinione pubblica che quel provvedi-mento, che era applicativo di un'importantesentenza dellla Corte costituzionale, dovesseessere approvato nel luglio stesso in Com-missione alla Camera e in Commissione alSenato; ebbene è ancoI'a pendente pressola Commissione della Camera.

A M A D E I , Sottosegretario di Stato perla grazia e giustizia. È passata in Aula.

L E O N E. E allora buon viaggio perquesto lungo pelìcorso!

Onorevoli colleghi, se noi percorriamo,uscendo fuori dal processo penale, la tema-tica dei disegni di legge e delle proposte diiniziativa parlamentare, vedremo quale de-stino è stato riservato ad essi! Mi viene oraalla mente lo stesso disegno di legge ~ escusate se parlo del mio secondo Governo:si tratta di esperienze e non è questo un attodi OI1goglio ~ che noi abbiamo presentatotempestivamente, concernente i tribunali am-ministrativi di cui si occupa nella sua mozio-ne il senatore Terracini, segnalando la neces-sità di riempire urgentemente il vuoto dellesoppresse giunte provinciali. Non so qualesarà il suo destino: è lì presso la Camera deideputati. Se leggiamo poi quei famosi grossivolumi che le Presidenze delle Assembleeparlamentari pubblicano ricorrentementeper ricordard i disegni pendenti, troveremonell'altra legis1atura proposte di iniziativaparlamentare abbondantissime, anche di con-tenuto limitato, sulle quali probabilmenteavremmo potuto trovare un accordo, e cheinvece ,si sono addormentate di fronte aldesiderio nobile e generoso, ma velleitario,di provvedere ad una grande riforma inte-grale.

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23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

Pertanto si deve prendere atto che la re~sponsabilità preminente è del Parlamento,non tanto per le sue strutture sulle quali,con grande generosità, e con iniziative ap~prezzabilissime, i due Presidenti delle Assem~blee stanno cercando di incidere per quantoè possibile. Siamo tutti responsabili per avervoluto costruire questo bicameralismo, checertamente rappresenta una palla di piomboal piede per la sollecitudine dell'attività le.gislativa.

Questo fu anche atto di ingenuità, senatoreBettiol (alla Costituente ci chiamavano la« coppia criminale» giocando sul fatto cheeravamo dei criminalisti), quando insiemeponemmo le basi del bicameralismo. In pro~posito sentirò sempre il bisogno di ricoI"dare l'eccellente presidenza del senatoreTer:racini della nostra sottocommissione,quando lavoravamo attorno a questi pro~blemi. Ebbene, al bicameralismo credevamonel nostro impeto giovanile, sprovvedutodi esperienza, non avendo sperimentato dipersona il Isistema parlamentaI'e precedentealI fascismo. Peraltro allora il Senato eradi serie B, perchè non era elettivo e si di.ceva che non faceva crisi. Ebbene abbiamocreato questo sistema nel quale tutte le ini~ziative dei Presidenti si scontreranno. Tutta.via in questo ambito diamo atto ai Presiden~ti delle Assemblee degli sforzi generosi com-piuti; ma, a parte ciò, occorre attivare laforza e la volontà politica dei gruppi par.lamentari.

Bisogna tutti convenire ~ ed è dolorosoosservarlo ~ che spesso i giuristi portati

al vertice delle posizioni politiche nel no-stro Paese dimenticano l'importanza socia~le del fenomeno giuridico per accantonarloe dimenticano che il dato giuridico è pre~liminare e fondamentale per la risoluzio-ne di qualsiasi fenomeno sociale. Basteràpensare che se non si vara la legge sulle pro~cedure per la programmazione, la program~mazione andrà, come va, avanti a sforzi, abocconi ed a singhiozzi. Allora, sotto questoaspetto, necessita operare sollecitamente.Ad esempio, facendo ora una digressione, ri-cordo la recente sentenza della Corte costi~tuzionale sull'adulterio ,che si riflette sul-l'istituto della separazione personale. Infat.

ti, va bene dire al marito cornificato unasola volta che egli non ha diritto di adire ilmagistrato penale; ma per lo meno concedia-mogli il diritto di ottenere la separazionepersonale per colpa della moglie, a menoche non si voglia instaurare un regime di as-soluta esaltazione di queste deteriori formedi dissoluzione della famiglia. Bisogneràquindi disciplinare questo settore. Ebbeneresta in piedi la norma del codice civile laquale per il disconoscimento del figlio adul-terino richiede il giudicato penale. Il giudi~cato penale non si può avere perchè l'adulte-rio non è più reato. Il marito quindi si vedeaffibbiare un bellissimo bamboccio che è sta-to messo in costruzione da un altro signore eche porterà il suo nome; per liberarsi diquesta paternità questo disgraziato maritonon saprà a chi ricorrere perchè in questocampo esiste un vuoto legislativo.

Bisogna far qUallcosa vincendo anche ilcomplesso della esigenza della riforma in-tegrale. In proposito è molto probabile, anzicerto, che non troverò il vostro consenso Leriforme integrali complessive sono certa~mente auspicabili. Non vorvei contraddirmicon quello che ho detto qualche istante faquando, a proposito del disegno di legge Ga-va, ho affermato che qualunque rappezzo nonè mai esauriente. Ma quando noi d accorgia~ma che una riforma integrale, specie con ilsistema bicamerale e con il rispetto di tal uneesigenze (come quelle di tener conto delleopinioni delle magistrature, dei fori e delleuniversità), va necessariamente per le lun-ghe, facciamo per lo meno, su un piano diuna certa coerenza e consistenza, un tenta~tivo di trapianto che possa riuscire felice-mente, senza rigetto, e che possa collocarsinel 'tessuto legislativo preesistente senza pro-durre eccessivo danno. Ma bisogna operaree presto.

Per quanto riguarda il nostro compito se-gnalo in questo ambito la necessità di taluneriforme novellistiche sì che possa percorrersiil doppio binario di Ulla riforma integrale inprospettiva futura, la quale valga anche conle sue linee ,generali a proiettare la luce e se-gnare la strada a queste riforme novel.listiche.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3689 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

In particolare oocorre provvedere con ur~genza alla disciplina della libertà personaledell'imputato ed a talune garanzie proces-suali.

Onorevole Guardasigilli, onorevoli colle-ghi, è inutile che giriamo attorno ai proble-mi dei diritti della difesa quando oggi ilproblema della libertà personale è rimessoall'assoluto arbitrio del magistrato. E quisi parla di arbitrio esercitato con la mag-giore libertà ed indipendenza di coscienza.Se la cattura non è obbligatoria, non devediventarlo per l'artificiosa creazione di cir-costanze o di titoli di reato che la rendanotale. Questo è uno dei giochi più ignobiliche possano commetter si ed è non di radocommesso. Ma, çome dicevo, guardiamoalla situazione nella sua .limpidezza. Qualisono i dati per una cattura preventiva? Selo si domandasse a me che da moltissimianni ho l'onore di insegnare ,(forse ancoraper qualche giorno, perchè ci accingiamonoi parlamentari ad essere dichiarati im-meritevoli di tenere una lezione all'univer-sità) . . .

P RES I D E N T E. Andremo insieme,onorevole senatore.

L E O N E. Ci çonsoleremo insieme, ono-revole Presidente. Comunque, se domanda-ste a me quali sono gli elementi per eserci-tare il potere discrezionale della cattura pre-ventiva non saprei indicarli. Carrara, chefu uno dei più grandi criminalisti, tentò difarlo. Ma tutto in tale materia è irrazionale,emotivo. Non c'è un criterio unico e nonci sarà mai; come non ç'è per quanto ri-guarda la motivazione di fondo della sen~tenza. Ma ci deve essere per lo meno unagaranzia. E la garanzia è data da un giudicedella libertà che noi dobbiamo istituire eche deve essere diverso e distinto dal giudiceche !Conduce l'istruttoria. Il giudice cheistruisce, proprio perchè deve compiere ilsuo dovere, deve obbedire anche ad alcunetesi che deve ogni giorno sottoporre al va-glio della sua coscienza e alla critica. Ma èsempre prigioniero di una tesi della qualesaprà liberarsi solo se ha uno spirito supe-riore. Il giudice della libertà deve essere

serenamente chiamato a valutare se quellacreatura umana, che può essere innocente,debba subire l'ignominia di un carçere edanche quella dell'opinione pubblica. E dicoper inciso che !'ignominia di un carcere perdetenzione preventiva in Italia è più grave diquella della carcerazione per lespiazione dipena. Il Guardasigilli sarà d'aocordo con mesul fatto che tutti i detenuti non vorreb-bero stare a Regina Coeli ma preferirebberostare in uno dei penitenziari situati in Sar-degna o in un altro luogo, perchè lì c'è la-voro, c'è la libertà, ç'è l'aria aperta. Il chesignifica che la detenzione preventiva è qual-cosa çhe non serve soltanto per allontanaredalla società l'imputato, ma è anche puni-tiva.

Ebbene, questo è uno degli aspetti di cuibisogna tener conto, come occorre in sedenovellistica guardare a taluni problemi,molti dei quali vedo segnalati nelle variemozioni.

Ci vuole giustizia per i lavoratori e peri poveri. Occorre sollecitare il disegno dilegge per la Iprocedura delle controversiedi lavoro, che fu ripresentato anche dal Go-verno che ho avuto l'onore di presiedere. . .

G A V A, Ministro di grazia e giustizia.È all'esame, in sede legislativa, alla Cameradei deputati e sarà portato in Aula nellaprossima settimana.

L E O N E. Ne sono molto lieto; c'è que-sto impulso nuovo e lei può immaginarequanto io ne sia felice, onorevole Ministro.

P RES I D E N T E. Lei ha preferitosempre la Camera dei deputati per la pre-sentazione dei suoi disegni di legge, sena-tore Leone, ed ora si vede accontentato.

L E O N E. Siamo contenti che la Ca-mera dei deputati si occupi di tali problemi.

Altro problema è quello della giustiziaper i poveri; c'è un disegno di legge, presen-tato dal Governo çhe ho avuto l'onore di pre-siedere, che cerca in misura molto parziale,timida, di aprire un solco per tentare di ri-solvere il problema del patrocinio gratuitoin materia penale per i poveri. Allo stato

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Senato della Repubblica ~ 3690 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

odierno questa è una burla! Non arriveròall'esagerazione che lessi in un sermone diS. Giovanni da Capestrano, il quale dicevache il famoso avvocato penale che vince lacausa avvalendosi del grande prestigio dellasua parola commette un fatto immorale per~chè schiaccia l'avversario meno autorevolegrazie alla sua maggiore preparazione. Que~sto è eccessivo; ma veramente il vedere lapovera gente senza un effettivo difensoredisoJ}ora uno Stato civile. A ciò si ricol~lega quell'accenno, che ritrovo nella mo~zione Terracini ed altri, a voler considerareil problema dell'assistenza legale come unservizio sociale. Il problema riguarda piùancora i detenuti: ciascuno di noi parlamen~tari, e ancor più se si tratta di parlamentariavvocati, professori o governanti (perchèper i governanti aumenta il peso di questaamara esperienza), riceve lettere da partedi detenuti, di gente che espia gravissimepene. Costoro 'pongono problemi molto im~portanti di difficile soluzione: passaggio ingiudicato delle sentenze, impugnabilità an~cara aperta, eccetera. Vi è poi ~ cosa anco~

ra peggiore ~ gente che dal fondo del car~cere dice di avere prove della propria in~nocenza. È possibile mai che esistano ser~vizi sociali per tanti aspetti della vita e nonci sia poi la possibilità di mettere a dispo~sizione un oerto numero di tecnici per questicasi disperati? E vi prego di considerareche tale proposta viene fatta da me che nonposso essere definito un lassista, perchè peri reati più gravi sono per le pene più rigide;però quando la pena si espia essa deve es~sere accompagnata dall'assistenza dello Statoper coloro che chiedono un barlume di spe~ranza; occorre soprattutto creare un isti~tuta che sia un servizio sociale per tutti co~loro che, fondatamente o meno, illudendosio adeguandosi alla realtà, chiedono giustiziaper un errore giudiziario subìto.

A proposito di errori giudiziari, convie~ne qui ,dire qualche parola. Gli errori giu~diziari non sono solo quei pochi accertati.Ci può essere uno Spanò che ha un figlio ilquale dedica tutta la vita a rivendicare !'in~nocenza del padre, percorre tutte le stradeabbandonando ogni propria attività per ten~tare di provare questa innocenza e ci riesce;

ma quanti altri disgraziati non hanno mo~glie e figli, oppure hanno moglie e figli ci~nici non direi (perchè lo escluderei in questonostro dolce Paese), che soltanto si rasse~gnano alla fatalità e, forse col tempo, co~minciano anche a convincersi che il lorocongiunto non sia innocente! Occorre dun~que che 'Ci sia fuori un figlio, una moglie,un avvocato generoso che abbia la fortunadi trovare un testimone che possa ritrattareuna falsità a distanza di tempo. E non deveforse lo Stato, di fronte al condannato chedice di avere degli elementi a suo favore,occuparsene di ufficio?

Anche per quanto riguarda !'istituto dellagrazia, onorevole Guardasigilli, vorrei direqualche parola; ma non vorreri dire male ditutto quel complesso che si chiama il Mini~stero della giustizia. Veramente occorrereb~be che esso fosse svecchiato, non nell'etàma nella mentalità. Comincio a percorrere ilviale del tramonto, ma non mi reputo inquesta materia vecchio: è mai possibrile chele pratiche di grazia debbano attendere an~ni, mesi, debbano comportare infiniti adem~pimenti sicchè ,;,i sono povere famiglie chevanno e vengono da via delle Zoccolette peressere pietosamente ricevute e sentirsi direche la loro pratica è in corso, che è statorichiesto il parere del procuratore generale,il quale a sua volta lo richiede al procura~tore della Repubblica, il quale lo richiedeal maresciallo e via dicendo? La cosa tristein Italia è che le brevi pene sono espiateinteramente ~ non so se vi avete fatto ca~

so ~ mentre le grosse pene sono beneficiateda quel ricorrente fenomeno delle amnistie,di cui una delle cause è l'esecuzione nonumana che esiste in Italia. Infatti, se inItalia le grazie, le liberaZJioni condizionali,cioè i provvedimenti diretti, ad un certomomento dell'espiazione, a restituire liber~tà e dignità umana al cittadino e la possi~bilità di riconquistare la vita, funzionasserocon un sistema civile e umano, noi avremmomolto meno detenuti e molto meno pressio~ni per quella frequenza di amnistie che hosempre deplorato e continuo a deplorare.

Quindi occorre, anche sotto questo aspet~to che è venuto alla mia mente veleggiandoverso i collegamenti con altri istituti, molto

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Senato della Repubblica ~ 3691 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

ringiovanire, istituendo semplicità, sollecitu-dine e più umana sensibilità nella conces-sione della grazia. Una delle prassi che dalMinistero della giustizia si adatta è quellaper cui non si propone la grazia perchè !'im-putato ha già beneficiato di un condono,oppure non si propone la grazia perchè c'èun piccolo 'precedente, eccetera. Queste so-no delle cose veramente assurde. Ripetoche non sono un lassista: guardo la penacome reazione (sotto ques,to aspetto mi re-puto ancora un figlio della scuola classica);la pena è inflizione del male per tl'inflizionedel male che si è determinata. Però, nelmomento in cui scatta l'esecuzione, paral-lelamente alla espiazione della pena ~ e

questo è il significato di queHa norma pe-nale della Costituzione, senatore Bettiol, al-la quale demmo mano ambedue, resistendoagli eccessi lassisti o perlomeno impedendol'introduzione del criterio della pericolosità(e sono notevoli i suoi scritti dove si dimo-stra che quest'ultima nozione è insidiosaper la libertà della persona umana, perchènel giudizio Idi pericolosità si può annidarel'oppressione, il tormento, l'arbitrio e l'in-giustizia) ~ espiazione, che ha e deve averecarattere punitivo, deve aprirsi etlettiva-mente nell'esecuzione questa possibilità diredenzione della creatura umana.

Richiamo l'attenzione dell'Assemblea e del-la Commissione giustizia sul disegno di leg-ge di riforma novellistica del codice penale

~ sono costretto ancora una volta a par-

lare del mio secondo Governo ~ in cui cer-chiamo di introdurre il perdono giudizialeper i delinquenti primari anche maggioridegli anni 18, in cui alleggeriamo il peso au-tomatico, massacrante e ingiusto della reci-diva, in cui segniamo un solco nuovo allar-gando l'ambito del reato continuato. Questoperchè bisogna evitare quel fenomeno che èmolto frequente in Italia, per cui si vedeinfliggere per un omicidio una pena minoreo pari a quella che si infligge a colui cheabbia commesso cinque o sei falsi. Infatti,per un disgraziato che per compiere unasola cattiva azione commette un falso in attopubblico, un altro in scrittura privata, unaltro in certificazione per culminare nellatruffa se si aggiungono l'aggravante dell'ar-

ticolo 61 n. 2, del codice penale della cuivalidità non sono perfettamente convinto;ed infine un pizzico di recidiva, si veleggiaverso i 10-12-14 anni, che è la pena che si in-fligge ad un omicida a cui si concedono leattenuanti generiche.

Questa è un'aberrazione, contro la qualenon troverete contestatori, perchè non c'è daorganizzarli questi contestatori; ma al di làdelle contestazioni, molte delle quali sonoinammissibili e ingiuste, considerate questafondamentale contestazione critica che na-sce dall'anima dell'uomo e della societàitaliana.

A ciò si collega la segnalazione della ur-genza deUa riforma dell' ordinamentO' giudi-ziario.

La mozione comunista ripropone il pro-blema della giuria popO'lare. Chi conoscegli atti parlamentari, e soprattutto il pri"ma sostenitore di essa, il senatO're Terra-cini, che presiedette, come ho detto, mira-bilmente la prima sottocommissione e poil'Assemblea costituente, sa quale fu la bat-taglia di molti di noi, senatore Bettiol, con-tro la giuria popolare. E la verità è chequando perdemmo la battaglia iCon quellafamosa norma della partecipazione del po-polo all'amministrazioine della giustizia, noiottenemmo una rivincita ~ è sto:ricamente

assodato ~ imponendo l'obbligo della mo-tivazione.

Devo dire che attraverso le. amare espe-rienze ~ e non solo quelle personali ~ dellavita giudiziaria, comincio ad avere molti dub-bi se non sia preferibile il giudice popolare.Non voglio in questo momento espormi edandare oltre, rinnegando un pensiero cheho espresso per molti anni, nè vorrei essereaccusato di demagogia, perchè credo chequesta accusa non sarebbe valida ed idoneanei miei confronti. Però, quando noi ci tro-viamo di fronte al fatto per cui, con sentenze -di lunghissima e brillantissima motivazione,in prima istanza si assolve con formula pie-na un imputato e poi in seconda istanza, conun'eguale sentenza di molte pagine, delpari brillantissima e acuta, si condanna al-l'ergastolo, domando quale amarezza non de-ve restare nel fondo dell'animo dei cittadini.Qui sarei portato a pensare ad un istituto

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Senato della Repubblicc ~ 3692 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

grave, innovatore, quello della doppia con-forme, come nel processo canonico, per lacondanna, specie per reati comportanti gra-vissime pene o perlomeno per i processi in-diziari. Nessuno sottovaluterà questa osser-vazione, tranne dei 'leggeri giudici che ab-biano potuto pronunciare una sentenza e acui forse l'abito professionale ha tolto ognipalpito di umanità, di scrupolo e di preoc-cupazione.

Come si può spiegare un giudizio diffor-me di due giudici di merito di eguale estra-zione e composizione? Come si può spiegareche talvolta la Cassazione, entrando nel me-:rito, impone per Ja seconda o la terza voltala propria soluzione?

Può la società accontentarsi di questo?Il probema non è solo se può acquietarsialla giustizia il condannato (noi ci ,rasse-gniamo ai guai derivanti dalla salute perchèriteniamo che ci vengano dal cielo e per-tanto è inutile ribellarsi contro di essi;però ai guai che ci infligge la società nDinon ci rassegniamo faoilmente). Qui non èsolo il problema di rassegnazione da partedel condannato; si tratta anche di un pro-blema di mancata rassegnazione da partedella società.

Per quantO' riguarda la giuria pO'polare,sono ancora contrariO' senatore Terracini:certamente SDno contrariO' al sistema attua-le perchè bisognerebbe, per lo menD, inte-grare a tre i giudici toga ti come ho dettoin altra sede per creare una dialettica in-terna; ma non so se un giornO' non ci sipossa orientare verso il giudice popolare,mantenendo fermo l'obbligo costituziDnaledella motivazione, che certe volte potrebbeessere redatta con non minore efficacia, macon minori fronzoli, da un cittadino che siaprovveduto di una certa cultura giuridica.

Per quanto riguarda il giudice monocra-tico anche qui la nostra esperienza ci fa mo-dificare molte opinioni. Sulla scelta tra giu-dice coHegiale e monocratico sono stati scrit-ti moltissimi libri e vi sono due diverse po-sizioni: una afferma che istituire il giu-dice mDnocratico significa affinare il sensodi responsabilità del giudice. Infatti quandoin un collegio giudicante il giudice afferma:« se gli altri mi avessero fatto opposizione,

forse avrei votato per l'assoluzione dell'im-putato », egli arriva a scolorire la propriaJ:1esponsabilità. Invece quando si è soli a deci-dere, e si è di fronte solo alla propria co-scienza ed alla società si è più responsabili:il giudice monocratico che compie un'azio-ne non giusta sa che passando per le stradedeHa propria città sarà additato comeunico r,esponsabile deH'accaduto. La coHe-gialità d'altro canto dà altre garanzie; edecco perchè è sempre difficile in questi pro-blemi trovare la via giusta che, d'altra parte,nDn è il giusto mezzo come accade spesso.Qui si tratta di risolvere un'alternativa: ilgiudice collegiale offre altre garanzie, ed as-sicura la maggiore oculatezza determinatadalla convergenza di più voci e di più occhiperchè tutto ciò che sfugge ad uno dei giu-dici può venire messo in evidenza da unaltro; attraverso la dialettica che è al centrodel pensiero umano, si può raggiungere unrisultato migliore.

Mi cDnvinco però sempre più della mag-giore utilità del giudice monocratico special-mente in taluni uffici.

Abbiamo più volte detto, onor,evole Mini-stro ~ e qui basterebbe una leggina ~ cheoccorre ridimensionare i colleghi giudiziari:abbiamo 5 consiglieri in corte d'appello, 7in Cassazione e 15 a sezioni unite. Voi sa-pete in Cassazione quei 7 consiglieri a cosasi riducono? Al presidente ed al relatore,perchè gli altri 5 membri non conoscono lacausa e, se seguono la discussione quandoc'è, può darsi che percepiscano qualchepunto del dibattito. Quanti magistrati po-tremmo utilizzare con questo ridimensio-namento per il quale non occorre atten-dere il nUDVOordinamento giudiziario! Cisono diecine di proposte presentate nellealtre legislature: basterebbe cambiare sol-tanto il nome del presentatore, o, se è statorieletto, invitarlo a ripresentare tale dise-gno di legge e potrebbe varare una leggedel genere.

Sono invece contrario al giudice elettivo.Sostenemmo una battaglia alla Costituentecontro il giudice elettivo la cui figura pDtreb-be introdursi nel nostro ordinamento solose noi pensassimo in sede penale ad una spe-

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Senato della Repubblica ~ 3693 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

cie di conciliatore o di giudice di pace, chepotrebbe essere anche elettivo.

C'è poi il problema del pubblico ministe~ro non risolto da11a Costituzione, che accol~se un compromesso. Rese partecipe, comesapete, il pubblico ministero delle garanziedel giudice, ma non ne definì l' organizzazio~ne. Mi rimetto qui per brevità a quello cheho detto in tante sedi: ritengo che il pro-blema vada risolto sul piano del principiogerarchico. Il pubblico ministero ha dei po~teri che non sono di decisione, ma sono po~teri ben più importanti perchè sulla deci~sione non si può ammettere gerarchia. Lagiurisdizione, nel suo punto culminante cheè di deoisione della controversia, deve essereimmune da vincoli gerarchici. C'è una gerar~chia, che non è di magistrati, ma di fasi pro~cedurali; sono le impugnazioni, si perde inprima istanza, si va in appello e quindi incassazione. È una gerarchia obiettiva, unagerarchia di fasi procedurali, di gradi, dicia~ma noi. Ma il pubblico ministero ha bisognodi un potere gerarchico; iniziare un proce~dimento penale, attivarlo in un certo senso,compiere azioni di polizia giudiziaria sonopoteri che nessuna riforma può togliere alpubblico ministero. Noi non potremmo crea-re un pubblico ministero che sia destinatosolo a ricevere la notizia di reati ed a pas-sarla al giudice istruttore. In tal modo po~tremo sopprimerlo; utilizzeremmo altrimen-ti tanti magistrati. Quindi se il pubblicoministero deve restare, deve restare comechi riceve la notitia criminis, la arricchiscedei primi elementi e poi la presenta algiudice istruttore. Questa è la strutturaanche del futuro codice di procedura pena~le. Questo arricchire di nuovi elementi, que~sto guidare la polizia giudiziaria, questo pro~muovere l'azione penale contro l'uno o l'al-tro, questo scegliere il titolo del reato, que~sto provvedere anche alla privazione della li-bertà personale sono poteri così importantiche non possono essere esercitati da dascu~no liberamente.

Conosco le vostre posizioni, colleghi disinistra: oggi a me, domani a te. Attenti al~!'.esaltare certe posizioni che siano posizio-ni di arbitrio, di abuso e non di vincolo ge~rarchico, non di rispondenza di fronte a un

23 GENNAIO 1969

capo. Questa attività deve risalire a un ver~tice, che nella mia tesi è quello del procu-ratore generale presso la cassazione che ri~sponda innanzi al Parlamento. Perchè è ve-ramente assurdo che in questo Parlamentosi possano giudicare anche gli atti del Capodello Stato (si può mettere anche in statodi accusa, diciamolo pure a titolo esempli-ficativo, il Capo dello Stato oltre che il Go-verno); che in questo Parlamento si possadiscutere di tutta quella che è l'esplicazionee la vita della società italiana, ma non si pos~sa discutere di un atto arbitrario del pub-blico ministero.

Se rivolgessi un'interrogazione al Ministroguardasigilli, per sapere perchè un procura~tore della Repubblica ha ;proceduto controun individuo e non contro un altro, il Mi~nistro guardasigilli risponderebbe: non hoalcun potere al riguardo, non chiedetelo ame. Avrebbe sì un potere in base alla leggeTogliatti, quello d'informarsi. Ma neppurequello esercita per un complesso d'inferio-rità e di debolezza. È una serie quella deisuoi predecessori, senatore Gava, che hannocreato questa prassi. Nessuno si illude che leipossa, nonostante la vigoria del suo tempera~mento, modificare questa prassi. Lei non sipermetterà neppure di scrivere: onorevoleprocuratore della Repubblica, dovendo iorispondere al Senato, mi faccia sapere per~chè non ha promesso azione penale controx o y. Il Consiglio superiore è diventato,con tutto il rispetto agli onorevoli mem~bri e al suo vice presidente, peraltro miovecchio amico, una specie di consiglio diamministrazione che gestisce solo promozio~ni e trasferimenti e non si occupa di questiproblemi. Mi domando allora chi proteggeil cittadino nei confronti dell'eventuale ar~bitrio del pubblico ministero. Credo che sipossa fare !'ipotesi dell'arbitrio del pubbli~co ministero. Tutti possono commettere ar-bitri, quindi neanche questa ipotesi è irri~verente.

Lentamente, lungo la strada, abbiamo di-luito i poteri del procuratore generale pres-so la corte d'appello, li abbiamo ero si, kgislativamente e nella prassi; abbiamo tantipoteri quanti sono i procuratori della Re~pubblica, e se accettiamo alcune tesi ever~

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V Legislature.Senato della Repubblica ~ 3694 ~

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sive, tanti poteri quanti sono i sostituti pro~curatori della Repubblica. Infatti c'è anchela tendenza a sostenere che non si possa to-gliere il processo a un sostituto ed affidarload un altro, o avo carlo al capo dell'ufficio.Bisogna allora risolvere questo problema.Sar,emo forse in contrasto, colleghi di sini~stra, ma risolviamolo nel senso migliore.Speriamo di trovare un punto comune diintesa perchè in fondo, ripeto, quelli chepossono essere alcuni atteggiamenti che og-gi piacciono a voi, domani potrebbero pia~cere ad altri. Degli arbitri potremo esseretutti quanti vittime. Occorre perciò risolve"re il problema del pubblico ministero, crean~do l'aggancio per il controllo parlamentare.Nessuno oserà mai pensar.e che il Parlamerrto possa discutere della giustizia di una sen~tenza. Non è stato mai consentito che si di~scutesse della giustizia o della ingiustiziadi una sentenza. Esatto atteggiamento. Masi dovrà pure dover discutere e controllarela giustizia o l'ingiustizia di un atteggiamen~to di un organo del pubblico ministero.

Leggi di pubblica sicurezza. Quando, se~natore Terracini, ebbi l'onore di presentareil Governo, ella mi fece carico di non averneparlato; lo feci ~ e le do adesso una rispo~sta rispettosa a notevOlle distanza di tem~po ~ per non inasprire la polemica. Avevoletto gli atti del Senato; il Gruppo comu~nista disse, quando fu approvata la nuovalegge di pubblica sicurezza: questa riformanon ci piace ed è così ingiusta, così inca-stituzionale che è meglio che non passi.

Questo fu l'atteggiamento comunista. Ec~co perchè, di fronte ad una legge così con~traversa, un governo « balneare }} o di mezzastagione non ritenne opportuno presentareun disegno di l,egge. Però è veramente ur-gente che la legge di pubblica sicurezza siariveduta; sulla tematica noi avremo dei dis-sensi, ma bisognerà pur modificare alcunenorme della legge di pubblica sicurezza.

Una parola vorrei dire sulla polizia giudi~ziaria, per il problema particolare della pro"liferazione di organi della polizia giudiziaria.Badate che non m'illudo che si possa elimi~nare questa prOlliferazione, 'perchè in tuttigli Stati esiste. Più la società accentua il suotecnicismo, più esige organi particolari di

prevenzione e repressione; però vi sono al~cuni organi di polizia giudiziaria che godo-no di privilegi particolari. Mi riferisco allaguardia di finanza. Molti di voi ignoranoprobabilmente che per una ricerca di carat~te re tributario si può entrare in casa dichiunque senza l'autorizzazione del magi-strato e poi quando in casa di chiunquesi entra, con l'occasione o perfino con il pre-testo della ricerca di un reato tributario, cisi rivolge ad accertare un reato comune,per il quale ci sarebbe voluta una autoriz~zazione del magistrato. Può anche accadere

I che ciò avvenga in funzione ,di una vendetta

sollecitata da segnalazione anonima o da or~dine dall'alto (qui esoludo qualunque man-canza di riguardo alla guardia di finanza).Non è incostituzionale una norma che, siapure per difendere il fisco, che si è difesosempre meglio di quanto lo Stato difendala libertà e la vita dell'uomo ~ stranezzadi alcune concezioni (si difende così beneil fisco che il nostro maestro di diritto ro-mano all'università di Napoli, il Solazzi, di-ceva in tema di compensazione che l'Erarioè sempre stato in tutti i tempi un debitorestitico) ~ si consenta il mantenimento di

un potere che non è controllato, perchè nonè autorizzato dal magistrato e del quale ta-lora si abusa?

Il problema della Cassazione è stato toc-cato dal senatore Nencioni. Gli sono gratodi avere accennato ad una mia proposta,ma probabilmente questa è stata travisatain perfetta buona fede (Nencioni è quelcavalleresco collega che è). Quando ho pro-posto le cosiddette sezioni regionali dellaCassazione, miravo proprio alla certezza

del diritto: erano proposte innanzitutto di-sinteressate; chi esercita l'avvocatura in Cas~sazione a Roma, sa che questa proposta èin \danno della propria attività professiona-le. Questo dimostra il disinteresse con cuiveniva proposta. Facevo questa proposta:siccome oggi alla Cassazione pervengonoconfusi insieme, in materia penale, processidi valutazione del merito (che sono per il90 per cento) e problemi giuridici, che affo~gano negli altri, abbiamo quella confusa e

contraddittoria giurisprudenza che veramen-

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Senato della Repubblica ~ 3695 ~ V Legislatura

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te costituisce uno dei punti più sconcer-tanti del nostro sisema giudiziario.

Ebbene, la mia proposta era questa: i ri-corsi affluiscano alla Cassazione, ma questali deoentri alle sezioni regionali, quando sitratta di valutazione della motivazione, eli trattenga alla Cassazione centrale ~ se-

zioni semplici o unite che siano; non im-porta il nome, è indifferente ~ quando si

tratta di problemi in apicibus, problemi disoluzioni di carattere giuridico per i qualila Cassazione può essere uno strumento perassicurare l'uniformità di giurisprudenza.

Molto più brevemente parlerò sui proble-mi delle strutture materiali. Acoenno soltan-to ai problemi di edilizia. È veramente unasventura che le più grandi città italiane ab-biano i più puzzolenti ~ scusate l'espres-sione ~ palazzi di giustizia. Nei palazzi digiustizia di Roma si prooede alle pulizie fi-no alle ore 12 ed oltre, mentre la Cassazio-ne, con la toga di ermellino, siede solenne~mente.

I palazzi di giustizia sono spesso indecen- I

ti; è un destino ,e non si può tornare indie-tro. Non è colpa di nessuno o forse è colpadi tutti. Non vogliamo fare i processi a co-loro che sono stati a capo del Dicastero digrazia e giustizia; ma certamente bisogna congrande sollecitudine risolveI'e il problema.

Organi ausiliari. Studiamo, ancora se pos-sibile, una vecchia proposta per !'istituzionedei referendari, perchè vi siano collaborato-ri intermedi tra il magistrato e il cancelliere;e si provveda altresì agli strumenti mate-riali, alle macchine da scrivere, perfino airegistratori (per quanto non sia questo ilproblema, collega Galante Garrone), ai te-

lefoni, alla carta, ed ai mezzi di trasporto.

Problemi di rendimento. Si è accennato

in molte mozioni alle sperequazioni tra i va-ri uffici. Una soluzione radicale vorrei pro-

I

porre in questa sede, avendone parlato in

altra sede. Noi non saremo mai in grado diavere tale forza di volontà da impedire allademagogia di far proliferare gli ufficì giudi-

ziari. Siamo tutti assassini; e se andiamo a

vedere quanto è accaduto nelle passate legi-slature, vediamo che sono state istituite se-zioni di corti d'appel,lo inutili e tribunali

inutili. Credo che si possa risolvere il pro-blema con un crierio di carattere generale.

Posto che in Italia le comunicazioni sonodiffusissime e posto che si può creare il ma-gistrato ambulante, le sedi degli uffici an-drebbero stabilite con un criterio unitario ,onorevoli colleghi, di fronte al quale nessu-no potrà più combattel'e per avere la pre-tura nella propria città natale; il criterioè questo: un tribunale ed una pretura perogni provincia; una corte d'appello per ogniregione.

I mezzi di comunicazione consentano l'ac-cesso agli uffici giudizi ari dei testimoni edelle parti e quando ciò non è possibile cisiano sezioni ambulanti"

Noi raggiungeremo così l'intento di impe-dire (altrimenti non vi si riuscirà) che ci siaun pretore a redigere trenta sentenze al-l'anno (mi ricordo la statistica che fu fattadal Consiglio superiore) e un altro che neredige tremila. Inoltre si realizzerà un altrointento, quello di non isolare i magistrati.

Andate a studiare quale sia la media degliaspiranti ad entrare in magistratura. Ai mieiallievi dell'università consiglio tutti gli altritranne che il campo per la magistratura,perchè qualunque concorso abbiano a supe-rare, avranno per lo meno una sede capo-luogo di provincia. Quando poi vincono iconcorsi per le Assemblee parlamentari que-sti giovani hanno la gioia di venire a lavo-rare nel Parlamento italiano e per tutta lavita hanno assicurata ,la sede a Roma. Quin-di è il migliore dei concorsi e io ne facciopropaganda e chiedo spesso al Segretariogenerale del Senato di dare ai miei allievinotizia della possibilità di accedervi.

P RES I D E N T E. Il 6 febbraio sca-dono i termini per la presentazione delledomande del prossimo concorso.

L E O N E. Lo so, conosco il problema,che è attuale, e per questo vi ho indirizzatomolti candidati: perchè possiate sceglieretra una massa maggiore.

Orbene, il magistrato oggi è diventato ilfunzionario dello Stato che ha la sistema-zione più disagiata: preture lontane, abban-donate, senza possibilità che il magistratopossa vivere decentemente. Vi sono alcuni

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Senato della Repubblicc. ~ 3696 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

centri. in cui il magistrato si intratti.ene conil farmacista, con il pr-ete o con il segretariodella Democrazia cristiana o del Partito co~munista, e il giorno dopo arrivano SOanoni~mi al servizio di questa o di quell'altra ten~denza. Non può scambiare una opinione, nonha una biblioteca, non vive nell'ambito delcorpo giudiziario. Quindi studiamo, onore~voli colleghi, la possibilità di fissare un cri~terio generale; altrimenti noi, quale che siala promessa sincera che faremo, lungo lastrada di questa legislatura faremo solo pro-liferare qualche altra corte d'appello, qual~che altro tribunale, una decina di pretureancora.

Ruoli aperti nella magistratura. Vi è giàuna applicazione nella legge Breganze. Aquesti ruoli aperti si collega la prolif.erazio-ne di presidenti di tribunali, di corte d'ap~pello e Corte di cassazione.

Non ho voluto portare il calendario giu-diziario, ma, se voi andate a leggere trove~rete che in Cassazione ogni sezione ha quat~tro presidenti aggiunti oltre il titolare. Ba~date che 'non è critica a (quei degnissimimagistrati, perchè essi desidererebbero la~vorare di più; ma è la legge che li costringea dò; sono lì, ma siccome si tengono circav'enti udienze al mese al massimo, ogni pre-sidente terrà quattro udienze al mese. Ipresidenti di sezione di corti d'appello sonodue o tre; e presiedono cinque, sei o setteudienze. Ripeto; la Icritica non è a questivalorosi magistrati, molti dei quali hannol'anelito di lavorare, ma al sistema. È maipossibile non istituire i ruoli aperti? Noiabbiamo inflazionato l'accesso al vertice ditutte le carriere; abbiamo non so quantiquestori aggiunti, non so quanti intenden~ti di finanza; abbiamo anche aumentatoil numero dei parlamentari: è anche giu-sto che si inflazioni l'accesso al vertice ditutte le carriere. Giustissimo: perciò nonsi può guardare con rispetto e con com~prensione al magistrato che tutta la vitaserve !'ideale di giustizia, studia, combat~te e si sacrifica e che aspira ad arrivareal grado di pl'esidente di sezione di Cas~sazione.

Ebbene istituiamo i ruoli aperti. Degnis~simi magistrati potranno arrivare all'ex gra-

do terzo, continuando a prestare la loro uti-lissima funzione nell'ambito dei collegi op-pure esercitare funzioni inferiori. Avremocosì recuperato molte unità e tra le piùdegne e rispettabili della magistratura ita-liana in una funzionalità che ad essi oraè negata.

Soltanto un richiamo, prima di passarealla terza parte, al problema penitenziarioche è problema di edifici, cui ho avuto oc~casione di far cenno poc'anzi ed è proble~ma di riforma. Anche su questo tema abbia~mo dinanzi alle Camere presentato il dise-gno di legge di riforma penitenziaria, che inbreve tempo potrebbe essere approvato.

Brevissime osservazioni sul terzo aspet-to, cioè sul problema del costume. La re-sponsabilità della class-e politica per questiproblemi di costume è di carattere media~to per !'incidenza che hanno i nostri atteg-giamenti sul costume giudiziario. Il costumegiudiziario presenta un primo aspetto cheriguarda la stampa. Lungi dall'esaltare oertiatteggiamenti che sono di violazione delprincipio della difesa della dignità della per~sona umana (come ad esempio fotografare!'imputato, frugare nella sua vita, frugarenella vita dei testimoni, frugare nella vitadell'eventuale parte lesa per cui di una po-vera vittima di un omicidio il giorno doposi comincia a dubitare della capacità virile,o ad indagare sulle sue tendenze più o menointroverse, sulla sua Idoppia vita, eccetera)!Tutto questo è di una tristezza infinita: siuccide novellamente una creatura umana;pertanto non possiamo esaltare tutto ciò che,per un costume deteriore, in alcuni settoriviene assunto come prassi. Noi inv-ece dob~biamo potenziare il costume sul piano deilimiti del diritto di cronaca e dobbiamo raf~forzare, modificare il costume sul piano diun adempimento effettivo, non aggirato deldiritto di rettifica delle notizie. Infatti oggiè inutile chiedere una rettifica. Ad esempioè stato scritto che x ha ucciso il propriopadre mentre era in compagnia del signorz. Allora x scrive al direttore del gior-nale che non ha -ucciso il proprio padree che con il signor z era andato a pren~dere un caffè. Ebbene si pubblica la retti~fica, si prende atto del fatto; però si aggiun-

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V LegislaturaSenatO' de,zza Repubblica ~ 3697 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pO'merid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

ge che resta vero che x ha preso il caffè as~sieme al signor z e chi non ha letto lanotizia precedente dice che qualcosa di veroc'è. È vero o non è vero infatti che questaè diventata la rettHìca in Italia? Perchè suquesto punto non agiamo oltre che con leleggi, con il costume, ciascuno di noi facen~do quello che può fare nei confronti dellastampa di propria ispirazione?

Il secondo aspetto riguarda la libertà delmagistrato. Il magistrato ha la libertà piùassoluta per quanto attiene alla decisione,ma non ha la più assoluta libertà perquanto attiene ad atti ohe non concerno~no il potere di decisione. Quante volte ilsegreto giudiziario è stato rivelato! Percolpa o per dolo del magistrato? Infatticonosciamo casi in cui è avvenuto che ilgiornalista è stato chiamato dal giudiceo dal sostituto per vedere poi la propriafotografia sul giornale o per essere pro~babilmente candidato in avvenire in un par~tito di qualunque specie, perchè destra, si~nistra e centro lo ospiterebbero incoscien~temente! Quante volte si dice che il magi~strato ha passato la notizia!

Ancora: basterebbe, per toccare un altroproblema, impedir'e che i mandati di compa~rizione siano notificati nelle mani del portie~re il quale può leggere di che cosa è impu~tato il cittadino. Basta una circolare od unaleggina: si metta in busta raccomandata;se la carta dei tributi arriva qualche voltain busta chiusa, perlomeno stabiliamo che ilmandato al cittadino sia notificato in bustachiusa.

E per quanto riguarda il problema dellatutela della dignità umana perchè mantenereancora quei moduli stampati sui quali èscritto: «si fa ordine al signor x ". . »? Eb-bene il signor 'IXè un testimone, bisogne~rebbe quindi ringraziarlo e pregarlo «dipresentarsi alle ore 9 innanzi, eccetera ». Sidovrebbe dire: «si invita ». Poi, quandoquesto disgraziato si presenta alle nove, vie~ne interrogato alle ore 14. Allora vediamoun pò se non si deve intervenire anche inquesto settore, in quanto si tratta di un cit~tadino al quale si chiede collaborazione. Sepoi il teste non si presenta, lo si fa accom~pagnare dai carabinieri alle ore 9 e lo si fa

attendere in un corridoio oscuro, puzzolen~te, sino alle ore 12 per interrogarlo.

Tocco ara un problema più ampio; il pro~blema di educare ~ di educare anche con uncontrollo e con delle responsabilità ~ il ma~gistrato a non approfittare dell'immunitàdella toga per esprimere giudizi su istitu~zioni o su persone, specie se sono state estra~nee alla vicenda. Non è raro vedere che inuna requisitoria o in una sentenza si giudicamale una legge del Parlamento e non sulpiano tecnico. L'interprete può dire che unanorma è oscura. Ma non è raro vedere chein una requisitoria o in una sentenza si giu~dica male l'istituto parlamentare o altri isti~tuti. E non siamo neppure sul piano dellareciprocità perchè noi non giudichiamo lesentenze che sono emesse dai giudici.

Quante volte sono emessi giudizi su per~sane implicate nel processo o anche sui pro~tagonisti del processo! Ma anche questi sog~getti vanno rispettati; del pari l'imputatoe perfino il condannato, peI110meno in queimargini di dignità umana nei quali non ènecessario affondare il bisturi della giusti~zia. Ma così non avviene. Ricordo quan~do un magistrato giudicò con amare parolequel premio Nobel che si trovava in Inghil~terra, il quale rispose con un violento tele~gramma e fu processato per oltraggio al ma~gistrato. Si può dare un giudizio sugli uo~mini ed anche sui testimoni, ma questo de-ve avvenire nell'ambito ristretto, controlla~to, sentito, avvertito delle esigenze del pro~cesso per stabilire la cr,edibilità di un teste,ma non per rivangare la sua vita o il suopassato spesso con inventiva e senza aggan~ci con la realtà o con i documenti.

Noi potremmo stabilire ~ studiando uncongegno appropriato ~ la necessità di chie~dere una rettifica di un atto giudiziario quan~do vi sia una affermazione ingiusta e inutil~mente lesiva della dignità di una personaanche se protagonista della vicenda giudi~ziaria.

Bisogna anche studiare se non si debbaconfigura re una responsabilità del giudiceper l'errore giudiziario. L'unico soggetto del~la vita sociale che non risponde per i proprierrori è il giudice. Vogliamo stabilire chenon si risponde per colpa? Ma ci sono an~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3698 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICa

che delle forme di colpa grossolana, di col~pa gravissima della quale non si rispondeaffatto da parte del giudice. Ricorderete tut~ti la vicenda sconcertante del processo Gal~10. Il caso Gallo dal punto di vista dell'erro.re giudiziario era marginale, poichè questoindividuo, pur non avendo ucciso il fratel~10, aveva tentato di farlo fuori, come è statoassodato in sede di revisione; quindi gli fucomminata una pena più grave di quellache gli spettava. Ma questo processo fusconcertante per le modalità dell'errore giu~diziario. Infatti due poveri contadini dellaSicilia si presentarono dinanzi alla corte diassise e dissero che avevano visto vivo e ve~geto nel paese colui che era ritenuto morto.Ma il presidente, sulla base dell'errore delmaresciallo che aveva affermato di aver tra.vato a terra le tracce di due litri di sanguee ritenuto pertanto che costui nO'n potevaessere vivo, aveva ordinato di mettere lemanette ai due testimoni accusati di falsatestimonianza. Quei disgraziati durante lanotte che passarono nel carcere pensaronocertamente: noi abbiamo detto b, verità, mase quel signore con la toga sulle spalle, rap~pres,entante del pO'tere giudiziario, con il cro~cifisso e la scritta «La legge è uguale pertutti» dietro le spalle ha detto che il fra~tello del Gallo è morto, forse siamo degliallucinati. E così dichiararono di voler ri~tra ttare la loro dichiarazione perchè non erav,ero che avessero visto il fratello del Gallovivo. Quindi, estinto il reato per ritrattazio~ne in dibattimento, furono rimandati a ca~sa. Dopo molti, anni il Gallo tornò in circo.lazione. Ora io domando se in questo casoda parte di colui che presiedeva il dibatti~mento non vi sia stato un atteggiamentograve di violazione delle norme del processO'.Bastava approfondire la vicenda, bastava re~carsi in quel paese, chiamare il marescialloe chiedere dove era stato visto il presuntomorto. Non credo che quel mentecatto delGallo ~ figura pirande11iana ~ avesse tali

accorgimenti da potersi nascondere a tuttiquelli che potevano controllare la sua esi~stenza in vita.

Ciò che voglio dire è che noi dobbiamointrodurre un principio di responsabilità perl'errore giudiziario. È inutile limitarcì a

stracciarci le vesti quando ci accorgiamoche vi sono degli errori giudiziari che mace~rana la nostra coscienza, che offendono lanostra civiltà, che distruggono la fiducia ne1~la giustizia e che ci lasciano profondamenteamareggiati!

Onorevoli senatori, chiedo scusa se vi hoimportunati più del necessario. Vi ho pre~sentato con umiItà, ma con convinzione ecalore, alcuni aspetti, alcune modestissimeidee su tal uni dei temi della giustizia, chesono molti, vasti, infiniti, perchè il dinttoè il regolamento dei rapporti sociali e piùquesti si allargano, diventano intricati ecomplessi, più diventano raffinati e più il f~nO'meno giuridico segue questo ampliamen~to e delinea una necessità di adeguamento.Ecco perchè non risolveremo mai in un di~battito di un'ora o di una settimana questiproblemi. Credo che il valore di queste mo~zioni, che se non vado errato sono statepresentate da tutti i Gruppi panlamentari,stia nel fatto di avere ancora una volta e,con maggiore impegno del passato, prospet~tata al Parlamento, al Governo, a nai stessi,all'opinione pubblica l'esigenza di provve~dere con estrema sollecitudine, che non co~sti però la bontà della sastanza delle rifar~me, alla risaluzione dei prablemi giudiziario

Mi permetterei di dare Ull consiglio: nonsi può votare quasi nessuna di queste mo~zioni. Direi, e non lo faccio per ragioni diparte, che l'unica suscettibile di votazioneè quella del Gruppo al quale ho l'onore diappartenere perchè attiva il Governo. Lealtre prospettano prablemi, sui quali l'As~semblea non può imporre al Governo degliorientamenti; l'Assemblea può chiedere alGoverno collaborazione perchè noi abbiamoanche i nostri poteri, quelli dell'iniziativaparlamentare. Quindi più che un voto, nelquale passiamo dividerci, occorre dimostra~re al Paese, con una generale presa di posi~zione, quale sia il senso profondo di rispettoe di sensibilità che noi abbiamo per i pro~blemi della giustizia, che sono problemidi tutta la società, e specie della poveragente. Esprimiamo dunque la volontà co~mune di tutte le forze politiche, di tutti ipartiti fuori e dentro al Parlamento, perchèai problemi deLla giustizia in Italia in que~

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Senato della Repubblica ~ 3699 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

sta legislatura si ponga mano con solleci-tudine e insieme anche con senso di respon-sabilità. (VLVissimi generali applausi. Mol-tissime congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Cifarelli. Ne ha facoltà.

C I FAR E L L I. Onorevole Presidente,onorevoli colleghi, io mi trovo in particolaredifficoltà, e voi ne comprendete le ragioni,

'per il calo di attenzione provocato dall'avereascoltato un ampio e intenso discorso e perdover prendere la parola dopo un uomo del~la statura politica, della competenza e dellaschiettezza democratica del senatore Leone.Mi consentirete perciò di cominciare que-sto mio intervento, che vuole essere breve,proprio con il ringraziare il <collega Leoneper averci presentato una panoramica cosìvasta, così efficace, così vissuta in relazioneai problemi della giustizia, che egli ha con-siderato da tre punti di vista: quello del-l'uomo politico, quello del cattedratico, quel-lo dell'avvocato.

Io ho in animo di dire poche cose, tral'altro nella condizione di chi non ha volutopresentare nè interpellanze, nè interrogazio-ni, sapendo che già i documenti presentatitendono ad avvicinarsi alla consideraz,ionedi tutti gli aspetti di così vasto problema.Mi limiterò a poche notazioni, le quali peròprendono le mosse da una situazione di par-ticolare gravità, onorevoli colleghi: la con-testazione. Questo complesso fenomeno, ita-liano e non soltanto italiano, che noi abbia-mo sotto i nostri occhi, è venuto a sbatterecontro il Parlamento. I recenti episodi chehanno impegnato largamente un po' tuttigli ambienti giudiziari d'Italia, in occa-sione dell'inaugurazione dell'anno giudizia-rio, stanno a provare che è ormai chiaro nelPaese ~ diciamo le cose come stanno ~

uno stato di impazienza, se non di insoffe-renza, nei confronti degli indugi con cui ilParlamento affronta i propri compiti.

Forse sarei stato meno drastico nel direquello che sto dicendo se prima di me nonavesse parlato chi è stato per anni Presi-dente della Camera e ben due volte Presi-dente del Consiglio ed ora è senatore a

vita in questa Assemblea. Noi spl'eche<-remmo anche il tempo di questa giornatadi discussione e dell'altra che seguirà, tem-po sottratto al nostro dovere primario, in-derogabile ed urgente, che consiste nel farele leggi, discuterle e approvaIìle, se ci limi-tassimo a varie specie di considerazioni ge-neriche dalle quali poi non scaturissero al-meno indicazioni fondamentali per il nostrooperato ulteriore e per la generale politicadello Stato.

Una critica che muove dalle premesse cheho già esplicitato, una critica che possofare così, a caldo, all'intervento del senatoreLeone, è proprio questa: che egli, preso dal-l'ampio complesso delle sue esperienze edalla tematica dell'insegnamento, in realtàha finito con !'indicare, l'una dopo l'altra, inuna panoramica e con una incalzante suc-cessione, una serie di rifoI1me parziali e ge-nerali, semplici e complesse che impegne-rebbero anni di lavoro parlamentare. Eb-bene, qui mi pare che il discorso, per laparte che mi riguarda e con un accoratosenso di responsabilità, onorevole Presiden-te, nella visione della situazione attuale delnostro Paese, il quale vede che dalla mag-gioranza l'azione ancora tarda ad esplicarsiin pieno, il quale vede esitazioni e contrastinei partiti politici, con apprensioni nell'opi-nione pubblica ogni giorno crescenti, debbaessere questo: che voglia il Governo ~ eper esso qui l'onorevole Guardasigilli miascolti ~ rompere ogni indugio ed indicaresubito almeno quelle poche norme che pos-sono essere realizzate.

Io debbo dare atto al senatore Gava di es-sersi messo su questa strada per la riformadell'articolo 389 del codice di procedura pe-nale. Al Guardasigilli della precedente legi-slatura, l'onorevole Oronzo Reale, come medel Partito repubblicano italiano, debbo dareatto di uno sforzo tenacis:;,imo, che nessunopotrà disconoscere, per lo studio dei pro-blemi esistenti e per una elaborazione di so-luzioni legislative portata innanzi in varicampi, dal diritto di famiglia all'appresta-mento della legge delega per la riforma delcodice dI procedura penale, alla riforma pe-nitenziaria, a quella delle società per azioni,e così via. In Parlamento allora più che ades-

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Senato della Repubblica ~ 3700 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

so vi era una maggioranza larga e sicura asostegno del Governo di cui il ministro Rea-le faceva parte; pur tuttavia la quarta le-gislatura si è ,conclusa con scarsissime con~cretizzazioni. Ed ho avuto ragione in certemie previsioni critiche, allorchè a quell'ami-co politico dicevo: non ci illudiamo, se undisegno di legge comprende un po' più didieci articoli, stanti le condizioni di lavorodel Parlamento, è molto arduo che ottengauna tempestiva approvazione.

Bisogna guardare in faccia questa realtà,onorevoli colleghi.

Il senatore Leone ha fatto la storia, pro econtro, delle riforme novellistiche del codi-ce penale. Ebbene, noi dobbiamo rifarci ~

mi sia consentita questa immagine ~ un po'all'antica saggezza romana. Era nella mentedel pretore, era nella coscienza giuridica delpopolo, era nelle elaborazioni dei famosisuoi giuristi, l'insieme della normativa, laconsapevolezza della evoluzione del diritto,e la valutazione dell'istituto nuovo in rap-porto alla vita sociale e agli istituti preesi-stenti dello Stato. Ma anno per anno il pre-tore, concedendo l'azione in relazione a de~terminati fatti, interessi o esigenze, creavaevolutivamente una singola norma di di-ritto e non già tutto un codice.

Noi oggi non abbiamo istituzioni del ge-nere. Però, se ci illudiamo di portare innanziun disegno di legge di 90 o 100 articoli, unadelega di 100 punti, un codice nel suo com-plesso, davvero manchiamo di rispetto versonoi stessi, perchè manchiamo di rispetto allaverità quanto a valutazione delle nostre pos-sibilità di concretamento normativa.

Ancora ieri sera lo abbiamo constatato: laconversione in legge di due decreti-legge, pereccezionali provvidenze, tutta una fatica haimposto a questa Assemblea. Possiamo quin-di ~mmaginare quali fatiche si dovranno inseguito affrontare, specialmente se conti-nuerà il sistema, che non esito a criticare avoce aperta, per il quale, nulla o quasi, valeuna lunga elaborazione in sede di Commis-sione, se vengono riproposti in Aula tuttigli emendamenti, con varietà di conseguen-ze possibili, specie a carico del Tesoro del10Stato.

Io mi permetto, con tutta la deferenza chedeve avere chi, come me, per la prima legisla-tura è in quest'Aula, e con il senso di re-sponsabilità che ciascuno di noi deve averenei confronti del Parlamento e dello Stato,e che è tanto più forte quanto più lunga eimpegnativa è la propria milizia politica; mipermetto, dico, mentre tarda la necessaris-sima riforma dei Regolamenti parlamentari,di richiamare al massimo la sua attenzione,onorevole Guardasigilli, su questo criterioche mi pare fondamentale: semplici e brevidisegni di legge di concretazione particolare,massimo sforzo per vararli.

Proseguo riferendomi ad un altro aspettofondamentale del problema della giustizia,che non va discusso pensando solo alla ma-gistratura ordinaria, alle cause civili, al pro-cesso penale, ai giudizi di esecuzione. Nonmeno importante è la giustizia nei confrontidell'amministrazione pubblica: e in modocrescente quanto più vasti e più complessi sifanno i compiti e gli interventi del10 Stato.Vi è, ad esempio, una vasta esigenza di giu-stizia -che riguarda i pensionati. Quando tu-multano in piazza lo Stato tira fuori manmano svariati miliardi; quando poi bisognariconoscere al singolo il suo diritto, ecco lagiurisdizione della Corte dei conti che costi-tuisce un'altra delle strozzature nel funzio-namento del nostro sistema giuridico.

Ebbene io non so se, in stantio e formali-stico ossequio a vecchi princìpi, si vorràobiettare qualcosa a questa mia proposta,ma ecco io ritengo che bisogna abolire lagiurisdizione della Corte dei conti quantoalle pensioni. Si tratta di diritti: e per farvalere i diritti vi è il magistrato ordinario.Basta una legge, fatta di un articolo soloche comprenda i ,riferimenti a tutte le leggiparticolari sulle quali si fonda questa giu-risdizione della Corte dei conti; una leggecon la quale si escluda la competenza dellaCorte dei conti e si riconos-ca la competenzadel magistrato ordinario.

Non dobbiamo soltanto dire che bisognavenire incontro a chi è misero e debole, maidentifichiamo la maniera concreta del veni-re incontro a chi è misero e debole.

Per quanto riguarda i tribunali ammini-strativi non dirò molte parole perchè at-

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tualmente siamo veramente di fronte allanegazione del diritto, ad una situazione cheè veramente inammissibile nell'ordinato svi-luppo dello Stato.

Vorrei passare ad un'altra annotazione,non meno importante, onorevole Guardasi-gilli. Mi riferisco ad una esigenza espressain recentissimi discorsi dei procuratori ge-nerali delle nostre corti e richiamata dal-l'opinione testè espressa da un grande giuri-sta qual è il professar Leone. Con una frasecolorita voglio dire sinteticamente che il me-dico non ci ha prescritto di avere 5 consi-glieri in ogni sezione di corte di appello, 7in ogni sezione della Cassazione.

Anche qui basta una legge di un articolosolo. E insisto: o si presenta una di questeleggi e si impegna tutta la volontà della mag-gioranza, ponendo magari il Governo la que..stione di fiducia, per farla approvare o noirischiamo di impantanarci fra tante riformedell'ordinamento del nostro Stato.

Intendiamoci, non voglio al riguardo fareil Fouquier~Tinville del Parlamento, sonotante le esigenze normative che urgono: for-se non era urgente la riforma ospedaliera?Forse non urge adesso il problema dellepensioni? E c'è il finanziamento dell'ulterio-re azione contro la depressione del Mezzo-giorno, che urge approvare.

Ecco perchè per questi problemi della giu~stizia, che condizionano tutto, in quanto at-tengono all'esistenza stessa dello Stato di dI-ritto, è indispensabile che la volontà politicasi esplichi .come fa col suo bisturi il chirur-go: individuato il punto dolente, occorremodificare la situazione con un taglio pre-ciso e determinato.

Per quanto riguarda l'opera dei magistrati,vari colleghi hanno qui lamentato l'esisten-za, in talune sedi giudiziarie, di un numerolimitato di magistrati in relazione alla quan-tità di lavoro da espletare. Questa mattinail collega Banfi ci ha portato delle cifre, pe-raltro già acquisite in congressi e in studistatistici, sulla ripartizione abnorme dei ma-gistrati, quanto a sedi e quanto ad uffici.Parliamo con esperienza del nostro carissi-mo Paese, che è anche un antico Paese convecchi difetti, difficili da superare. Io qui miriferisco alla quasi impossibilità di soppri-

mere preture o tribunali e al pericolo delleproposte di nuove istituzioni di preture o ditribunali. E giungo a trarre le conclusio-ni, ma non a quella cui è pervenuto il se-natore Leone poco fa orientatosi a favo~re del giudice unico, monocratico, ancheper il tribunale, cioè per ogni giudizio diprimo grado.

Io ho avuto l'onore di essere magistrato inuna prima parte della mia vita, e voglio direche esiterei sul giudice monocratico sostitui-to al collegio a tre del tribunale. Perchè se èvero che il magistrato, come ha detto il se-natore Leone, può sfuggire alle proprie re-sponsabilità col versarle sui colleghi del col-legio, è altresì vero che tante volte occorrecontemperare l'energia di un giudice conquella di un altro e il collegio vale per riu~scire a meglio sfuggire alle esterne pressio-ni e per maturare decisioni più soddisfa-centi. Non tutti gli uomini sono eroi, e misia consentito di dire che non tutti i magi-strati sono eroi. Chi ha esperienza dei colle-gi sa che molte volte basta l'energia di unosolo per animare un intero collegio, ma chiha esperienza della vita giudiziaria sa chetalvolta l'impuntatura di un giudice mono-cratico può creare una situazione criticabile,con gravi riflessi intorno.Mi pare che non è necessario sopprimere lacollegialità nei tribunali, ma certo guada-gneremo la disponibilità di molti magistratie di fior di magistrati con il possibile alleg-gerimento, tres faciunt collegium, della col-legialità in tutti gli altri gradi di giurisdi-zione.

Quanto alla creazione, o meno, di nuovesedi giudiziarie, onorevole Guardasigilli, misia consentito un consiglio: per ancorarciad un punto abbastanza saldo, ancoriamociai dati della programmazione. Non deve es-sere più possibile creare nuovi uffici giu-diziari se non rispettando i parametri dellaprogrammazione, che sono parametri econo-mici ma anche sociali e riguardano la vitadella Nazione nel suo complesso. Chi leggeil programma nazionale (si pensi quanto tem-po e secondo me criticabilissimamente, ilParlamento ha impiegato nella precedentelegislatura per approvarlo, punto per pun-to, articolo per articolo, durante settimane

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e mesi) almeno acquisisce che esso con-sidera tutte le prospettive di sviluppo delPaese, anche le culturali oltre che le socialie le assistenziali, e va dalla politica estera aviaggi spaziali. E allora, se alla base di tuttoc'è un programma nazionale che non indicasoltanto delle prospettive di sviluppo econo-mico, ma anche l'orientamento della società,i prevedibili incrementi e della popolazionee del reddito e del livello economico e quin~di le articolazioni stesse dello Stato in fun-zione dello sviluppo, ebbene ancoriamo alprogramma le possibilità di creazione dinuove sedi giudiziarie. Sia, doè, stabilito unoptimum e ogni variazione possa avveniresoltanto in relazione a quell' optimum. E an-che per stabilire questo basta un articolo so-lo di una legge che in questo modo il Par-lamento potrà varare prontamente.

Ed anche un'altra legge varabile pron~tamente dobbiamo emanare: stabiliamo chei magistrati non possano essere addetti anessun'altra funzione che non sia quella didire il diritto nel caso concreto. Abbiamola curiosa tendenza nella nostra Italia aritenere che ogni volta che si crea una qual-siasi commissione, magari per l'assegnazionedelle case popolari (è il primo esempio que-sto che mi viene in mente), occorra una ga-ranzia di indipendenza e non vi siano altricittadini dei quali ci si possa valere se nonquei cittadini che hanno sostenuto il con-corso di magistratura e ne seguono la car-riera. Ebbene, i galantuomini, le personeleali e indipendenti esistono evidentemen-te anche al di fuori della magistratura; guaise in I talia ~ dove i magistrati sono 6 o 7 mi-

la ~ fossero soltanto 6 o 7 mila le personecapaci di presiedere un consesso, di fare ap-plicare la legge nel caso concreto e di prov~vedere lealmente nei confronti dei cittadinititolari di un diritto o di un legittimo inte-resse. Vorrei aggiungere che con le mie pro~poste si toglierebbe tutta una serie di altresfocature per l'opera dei giudici. Domandose non debba essere rivista ~ e questo è im-pegno di largo respiro ~ anche Ila proceduraarbitrale. Sa il Guardasigilli, certamente, cheoltre ad essere un parlamentare è un avvo-cato, quanto può essere accattivante il rice-vere gli incarichi dei collegi arbitrali. E qui

mi riferisco ai magistrati del Consiglio diStato, come a quelli della magistratura ordi-naria. E giaachè ho fatto cenno del Consigliodi Stato, vogliamo deciderei ~ e anche perquesto basterebbe un articolo solo ~ a sta-bilire che del1e sezioni giurisdizionali possa-no far parte soltanto i consiglieri che ven-gono dai concorsi, cioè quelli che apparten-gono alla carriera, e che essi non possanoavere a1cun altro compito nel nostro Stato?In questo modo non priveremo nè l'ammini-strazione attiva, nè gli enti della guida dipersone valide. Non ci mancherà la utiliz-zazione dei consiglieri di Stato, di nominapolitica, ma assicureremo la separazione trala funzione giurisdizionale, delicatissima ealtissima, e la funzione di consulenza perl'amministrazione attiva, che è molto com-plessa e può imporre, come la politica impo-ne, compromessi, valutazioni diverse, con-trasti. Anche per questo fine mi pare chepossiamo varare una di quelle leggi fattedi un articolo solo.

Vedo sorridere il Guardasigilli che, essen-do un veneto vivente da decenni nel Mezzo-giorno, mi pare abbia certa acutezza dei ve-neti e la capacità di sorridere dei meridio-nali.

G A V A , Ministro di grazia e giustizia. Èuna questione grossa, quella della separazio-ne della giurisdizione dalla consulenza nelConsiglio di Stato. Fare un articolo è fa-cile, ottenere i consensi è difficile.

C I FAR E L L I. Ci sono già le sezioniconsultive distinte dalle giurisdizionali. Sevenisse stabilito che chi è in una sezione giu~risdizionale è incardinato come giurisdizio-naIe e chi è in una sezione consultiva deveesplicare solo funzioni consultive, mi pareche una preziosa chiarificazione, salvo mi~glioramenti nel corso del tempo, venga adessere conseguita. Se mi è consentito, vorreiaggiungere: noi che ci occupiamo dei dtta-dini in concreto e fuori di ogni retorica, vo-gliamo fare l'unificazione e la semplifica-zione dei termini? Ricordo che in alcuneleggi è stabilita ~ ed è buona cosa ~

l'in-

dicazione della definitività di un atto ammi-nistrativo, affÌnchè il cittadino sappia quale

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3703 ~

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via debba poi seguire per la tutela dei dirit~ti e degli interessi legittimi.

Porto questo esempio per giustificare lemie istanze di una semplificazione che rimediad un curioso andamento della nastra legi~slazione. Per la Cassazione, voi me l'inse~gnate, i termini vannO' di venti in venti gior~ni; per il Consiglio di Stato, sono conside~rati i trenta e i sessanta giorni. Venne pO'ifatto il regolamento della Carte castituzio~naIe, ed ecco escogitati i dodici giarni. Hol'impressione che in Italia, in questa terrache pure ha la lingua più chiara, dove agniparola si legge can tutte le cansonanti etutte le vQicali, quando si arriva al diritto,e qui mi riferisco ai termini, abbiamo la vo~luttà del complicare e del variare.. Carne sa-rebbe utile per il cittadina sapere che, qua~le che sia l'attQi, tanto l'accertamento che gliarriva dall'ufficio delle impaste, quanto l'av-viso che gli arriva per una espropriazione ecosì via, l'impugnativa amministrativa puòfarla in tot giarni e che una vQilta superataquesta, in altri tot giorni possa ricarreregiurisdizionalmente. Bisagnasemplificare:semplificare significa andare incantra a piùche fandate ragiani di giustizia.

Siccame non intendo abusare del tempO',nè dei colleghi, nè dell'Ass,emblea nel suocomplesso, varrei aggiungere salo un'altradi quelle notazioni che mi pare passano es~sere utilmente sottaposte oggi all/attenzianedel legislatare. Mi riferisco alla tutela del~le esigenze di libertà e del diritto di difesadel cittadino, in relazione a tutta l'istrut~tarra.

La vicenda tra CassaziQine e Carte castitu~zionale è stata ricordata. Questa staria evi-dentemente ci cansiglia che si provveda al-

menO' a ciò che è più urgente, affinchè nanaccada che la Patria del diritto, carne laretarica ci parta tante valte a ripetere, ne~ghi in concreta la salvaguardia della libertàa chi è detenuta. Penso che la garanzia fon-damentale della libertà del cittadino vadacanseguita intraducendo una riforma chein Italia è campatibile con le altre partidel nastro ardinamenta. Perchè agni nfar~ma non si innesta ad libitum in un carposaciale di altissime e complesse tradizioni,qual è il nostro e altrimenti può succedere

quello che accade quandO' si fanno i trapianticardiaci e cioè il rigetto. La riforma dellaquale parlo io credo che passa essere in~trodatta. Mi riferisco al giudice della deten~ziane. A New York se un ubriacane o unqualsiasi cittadino che ha vialato la legge,è stato fermato, anche di notte, è semprepranto il giudice, di frante al quale vienesubito partata. Non è il giudice che deve pO'igiudicarlo valutando le prove; è un giudicedi frante al quale l'agente di palizia devedire: quest'uomo l'ho fermato per questaragione. E quell'uomo viene accompagnatoin carcere se il giudice lo consente: ma l'in~damani quello stesso uama deve essere ri~pO'rtata davanti allo stesso giudice il qualeadatta i debiti pravvedimenti sulla deten~zione e casì via.

Nai abbiamo avuta varie case nella nastralegislaziane, il rapporto quatidiana al pra~curatare della repubblica, la palizia giudi~ziaria sotto il controllo dei magistrati, tantesaluziani che 'sono pO'i state deludenti. Osi garantisce in questo mO'da la salvaguar~dia della libertà persanale, altrimenti riten~go che andremo incantro ad altre illusioni

e ad altre delusioni.Onarevale Guardasigilli, come vede, io

sto facendo non già uno sfarzo per graduaretutte le nastre fatiche in relaziane all'unao all'altro dei disegni di legge che SQino ri~messi all'esame della Camera dei deputatie del Senato, ma sto cercando di indicarecancretamente quelle realizzaziani che pas~sono servire a ridare fiducia al Paese, a can~trastare nei cittadini una certa innegabilefrustraziane. Parliamaci chiaramente: quan-do in Italia ci diciamo che per risalvere unproblema ci vuale una legge, nel momento incui 10 diciamO', consapevoli o incansapevaliche noi siamO' di come stanno le cose, abbia~ma un senso di frustraziO'ne, paichè dire checi vuale una legge significa dire che debbonO'trascarrere degli anni e non si sa carne nèquando quel prablema possa risalversi.

Diciamala questa amara verità, altrimentiavremO' sprecata il tempO', in questa solen~ne Aula che deve essere destinata a dibattiticastruttivi.

Debba valgere al termine, ma non passonan dire una parola sul rapporto fandamen~

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Senato della Repubblica ~ 3704 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

tale tra il Governo e l'ordine giudiziario;cioè sulla posizione della magistratura nelloStato.

Io ho sempre protestato, rispetto alle posi~zioni rinunciatarie dei rappresentanti delGoverno o dei Governi nel loro complesso,per ciò che fa il magistrato. Evidentemente!'indipendenza del magistrato è sacrosantae preziosa più dell'acqua e della luce, maaltro è il magistrato nel decidere, altro ilmagistrato che si avvia a decidere con tuttociò che egli elabora e che egli deve sentiree pensare per giudicare il caso rimesso alsuo esame, si tratti di un caso civile o pe~naIe o amministrativo. Ma ben altro è lasentenza came fatta storico, il quale vienepoi a inquadrarsi nell'estrinsecazione eti~co-poHtica della collettività nazionale, e lesentenze, come fatto starico, sono destinatead essere obietto di discussione e nulla vietache il giudizio su di esse, senza incidere nelcaso cancreto, sia da apprafondire anche inParlamento come valutazione di un orien~tamento e di una problematica.

Ancora di più; io sono rispettosissimo (elo sono per cancreta convinziane, oltre cheper il dovere che incombe a tutti e in par~ticolar modo ad un parlamentare respon~sabile) dei giudizi e degli odentamenti pre~si di recente, in seno al Consiglio superioredella magistratura, dal supremo Magistratodel nostro Stato, e cioè dal Presidente dellaRepubblica, in relazione a problemi dellagiustizia. Sul principio che il Consiglio su-periore della magistratura debba avere nonuna funzione da consiglio di amministra~zione, come dioeva poco fa il senatore Leo~ne, ma la funzione di un organo vero del-l'autogoverno della magistratura, su questonoi siamo concordi e questo ci rende felici.Però, quando vedo che si è creata una com-missione per esaminare il funzionamentodella giustizia, anche dal punto di vista del~l'organizzazione pratica e dell'adeguamentodei mezzi ai problemi e che si vorrebbe cheil Consiglio della magistratura rispondessesu tale complesso di problemi di fronte alParlamento, allora non sono d'accordo. Fi~no a 'quando non si cambia la Costituzionedella Repubblica la giustizia non è avulsadalla vita dello Stato nel suo complesso,

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dalle valutazioni generali che il Governodeve fare e IdalIa responsabilità complessivache il Governo deve assumere. O noi cam-biamo la Costituzione in mO'do che il Capodella magistratura venga ad assumere re-sponsabilità di fronte al Parlamento perl'amministrazione della giustizia, o altri~menti ~ ed io sono per questa tesi ~ èil Ministro della giustizia che deve rispon~dere dell'amministrazione della giustizia edel come tutti i suoi problemi vengono im~postati e risolti. ,Pertanto ciò che il Consi~glio superiore della magistratura può dare èuna informativa: esso può fornire utilissi-mo materiale di studio, può cr.eare un ponteaffinchè non accada che ogni organo siachiuso in un compartimento stagno, comese si trattasse non già dell'unica Repub~blica italiapa, ma di Stati diversi. Ma laresponsabilità è del Ministro della giusti~zia il quale può trovarsi, come i suoi pre-decessori hanno rischiato o come è effetti-vamente avvenuto, di fronte, per esempio,a certi atti dei magistrati che hanno com~portato pericoli per l'ordine pubblico. Ora,le evcentuali gravi oonseguenze avrebberocerto implicato la diretta responsabilità delGoverno.

Questo è un argomento di grande impor~tanza in relazione al quale mi pare che nonvada perso di vista il punto fondamentaledella unitaria responsabilità del Governo,cioè del Potere esecutivo, nel rapporto conil Parlamento che tè il supremo potere dicontrollo, in quanto organo che esprime di-rettamente la sovranità nazionale.

Vorrei aggiungere che troppe volte ~ equesto per noi è desolante ~ abbiamo sen-tito critiche rivolte alla classe palitica. Ilsenatore Nencioni, ad esempio, ha ricorda~to anche un giudizio espresso da un Mi~nistro sull'operato dei magistrati, giudizioche io stesso trovo che non doveva essereespresso da un Ministro in carica. Debboperò dir.e che possiamo e dobbiamo criti-care anche certi atteggiamenti dei magistrati.Il magistrato ~ è vecchio insegnamento ~

parla can la sentenza; il magistrato con lesue associazioni e con le sue organizzazio~ni esprime indirizzi etico~palitici, discuteproblemi tecnici, ma non è ammissibile, in

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Senato della Repubblica ~ 3705 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

uno Stato di diritto, che di fronte ad unadecisione adottata da un magistrato una oaltra associazione di magistrati intervengaa deplorarla, a protestare, ad interferire.Questo innanzitutto lede la libertà del ma-gistrato, ma lede pure l'essenza dell'ordina-mento giuridico, in quanto l'associazionedi magistrati non può sostituirsi agli organiche possono e debbono, in subiecta materia,secondo l'ordinamento giudiziario, interve-nire, giudicare e provvedere.

Una volta sono stato tentato di organiz-zare un convegno di studio, a cura dellaCommissione per i problemi dello Stato delPartito repubblicano italiano, sul tema « Li-bertà del giudice e libertà dal giudice ». Iosono per la libertà del giudice, in pieno; nondeve mai più' avvenire come nel tempo incui vestivo la toga, cioè sotto il fascismo,che, mentre noi in Tribunale pronuncia-vamo una sentenza a Roma, all'altro capodel telefono c'era la segreteria di PalazzoVenezia che voleva sapere come avessimodeciso. E noi giudici, entrando in cameradi consiglio, sapevamo che il duce volevasapere come avessimo deciso. Tutto questoè del passato, ed evidentemente non lo sideve ammettere. Ma se è sacrosanta la li-bertà del giudice, essa non può tradursi inarbitrio. Sappiamo, invero, come si con-trasta la tirannia individuale: si contrastacon la rivoluzione. Un tempo fu anche teo-rizzato il tirannicidio. La storia ci insegnacome si contrastano le assemblee oltraco-tanti: il 18 brumaio arrivano i dragoni diNapoleone Bonaparte. Noi sappiamo ~ edanche questa è triste storia ~ come si possacontrastare la tirannia della folla. La sto-ria però non ci dice come si possa contrasta-re la tirannia dei giudici, che può significareuno strapotere che si divide in frammentariarbitri, in contrasto abnorme, e che vo-gliamo giudicare assurdo, con una funzioneche è altissima e condizionante per la civiltàdello Stato, per l'ordinato sviluppo dellaNazione.

Credo, con queste notazioni, di essere riu-scito ,ad esprimere il punto di vista di noirepubblicani: è un punto di vista materiatodi consapevolezza responsabile, ma anche ~

è inutile negarlo ~ di impazienza e di ama-

rezza. Mi auguro che all'indomani di que--sto dibattito non già l'energia e la volontàdi fare dell'onorevole Guardasigilli, ma lavolontà del Governo nel suo complesso e lavolontà del Parlamento nei suoi due ramisiano talmente attivizzate da portarci al piùpresto all'attuazione di almeno alcune nor-me, le quali vincendo quella tale deleteria« frustrazione» della quale ho detto, dianoai cittadini rinnovata fiducia nell'attivitàdel Parlamento e nelle realizzazioni demo-cratiche che urgono e che tante volte sonostate promesse. (Applausi dalla sinistra e dalcentro. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. t iscritto a par-lare il senatore Trabucchi. Ne ha facoltà.

T R ABU C C H I Mi dispiace di do-ver parlare con il mio tono civilistico equasi finanziario dopo i brillanti discorsidei senatori Leone e Cifarelli. D'altra par-te è necessario che io parli oggi e quindiesonero preventivamente i colleghi che, da-ta l'ora tarda e il tono dell'oratore, avesse-ro il desiderio di andarsene fuori (megliofuori oggi, direi, che fuori ieri sera).

Il senatore Banfi, illustrando stamattinala sua mozione, ci ha offerto un dato che ionon conoscevo: quello sulla provenien-za di giudici ed avvocati dal punto di vi-sta classista. Ritengo si debba dire qual-che cosa di più. Non si tratta soltanto del-la provenienza di classe, ma della nostracomune educazione giuridica e della no-stra formazione giuridica che, senza chece ne accorgiamo, ci portano qualche vol-ta a limitare gli orizzonti del nostro pen-siero. È questa formazione che, quandoaffrontiamo il problema della giustizia inItalia, ci porta a non uscire quasi mai da-gli schemi tradizionali ed a parlare tuttipiù o meno lo stesso linguaggio. Pertantoanche questa discussione si riduce facil-mente all'indicazione di alcuni problemi le-gislativi da risolvere, di alcune soluzioniconcrete, ma non affronta neHa sua com-pleta vastità la questione di principio.

Come nello storico dibattito che si è svi-luppato l'anno scorso in materia di regioni,non ho sentito nessun oratore ~ nè degli

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638 SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

oppositori nè della maggioranza ~ discu-

tere il punto sostanziale, quello dell'ordi-namento amministrativo nel suo complesso,come un tutto unico nel quale la compe-tenza della regione non potrà che essereevidentemente coordinata con quella dei co-muni, delle provincie e dello Stato, cosìoggi mI sembra che si discuta della giusti-zia in Italia parlando solo di alcune cose,cioè del modo di interrogare parti e testi,di registrarne le deposizioni, di tenere pu-liti gli uffici, di costruire gli edifici giudi-ziari (possibilmente interpellando avvocatie giudici e non soltanto gli architetti comequalche volta avviene), ma troppo pacosi parla, di quel che si deve ottenere dallagiustizia, dei mezzi con i quali si deve agi-re pel realizzare una giustizia che sia con-sona alla struttura sociale e alle finalitàdello Stato italiano. Accade che quasi sem-pre i vari rifol1matori, i vari elaboratori

di progetti si propongono di operare den-tro il sistema, non sul sistema. Ciò accadeun po' meno a chi viene dalla cattedra, ecosì si spiega perchè questa mattina il se-natore Bettio!, che non fa proprio profes-sione di dinamitardo, ha avuto apertureche non mi è parso di sentire nè nel di-scorso del senatore Maris ~ che pure d'a-

vrebbe essere considerato una specie diuomo dell'avvenire ~ nè nel discorso del

senatore Tomassini.

Non so chi io sia, se un uomo del passa-to o un uomo dell'avvenire (ormai sono delpassato per forza!), ma credo che il mas-simo sforzo che si deve fare in questadiscussione è quello di vedere se e comeed entro quali limiti sia possibile, per unasocietà con strutture nuove, con vita nuo-va, creare un nuovo diritto e quali sìano i I

limiti che la nuova società può assegnarea chi vuole entro la stessa assicurare lagiustizia.

Ho sognato tante volte, nel mio vaga-bondare su treni e aerei, il giorno in cuiavrei potuto chiudermi in caSa per scri-vere « l'antitmbucchi }} intendendo per Tra-bucchi il trattato istituzionale su cui buo-na parte della odierna cupida legis iuven-tus ha appreso che cosa sia il diritto...

P RES I D E N T E. Ci sarà anche uncapitolo sulla cravatta? (Ilarità).

T R ABU C C H I. No, perchè l'anti-trabucchi non riguarda questo Trabucchi.

Senza ricadere nella concezione marxi-sta del diritto come complesso di normeimposte daUa classe dominante e fatte va-lere dalla forza di questa, credo che sia ne-cessario impostare il problema in un modonuovo, considerando come elemento es-senziale il fatto che l'uomo oggi vive inse-rito essenzialmente in organizzazioni socia-li multiple che vanno dalla famiglia ai sin-dacati, all'azienda, ai comuni, allo Stato,alla comunità internazionale, alla Chiesa,cercando così di determinare come, entrociascuna di queste unità sociali, lo svHup-po della personalità singola e quello dei rap-porti più complessi tra i singoli gruppi deb-bano avvenire, senza che si sopprima l'es-pressione essenziale della personalità, che sisostanzia nella libertà dell'uomo, ma in mo-do che la cooperazione di tutti gli appar-tenenti al gruppo garantisca lo sviluppo spi-rituale, morale e materiale di ciascuno.

Alla luce di questa visione ~ vi ha ac-cennato il collega Bettiol stamattina ~

si dovrà rivedere la concezione dello statodi diritto quale l'abbiamo ereditata daIladottrina liberale; alla luce di una conce-zione così diversa da quella tradizionaledovranno essere verificate anche le strut-ture giurisdizionali e si ,dovranno riesami-nare anche concetti come quello delsena-

I tore Maris, che stamattina auspicava diaffidare all'autorità giudiziaria le questionioggi di competenza della giustizia ammini-strativa, giustizia dell'amministrazione cheopera nel proprio ordine, facendo così unsaIto indietro di quasi un secolo per arri-vare al di là di quel grande discorso elet-torale di Silvio Spaventa, ohe ancora oggiè così pieno di insegnamenti per noi uo-mini politici e che si intitolò alla « Giustizianell'amministrazione ». La ricerca dovrà far-ci capire perchè oggi è sentita la crisi dellagiustizia come crisi dello Stato. Non cre-diamo che sia perchè i giudizi sono un pòpiù o meno lunghi di quanto non fosse unavolta il giudizio sentenziale; non crediamo

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23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTOSTENOGRAFICO

che ciò sia perchè i giudici, troppo distrattila sera dagli spettacoli televisivi, occupinomeno tempo per studiare testi o per redigeresentenze, o perchè avendo magari la moglieinsegnante debbano condividere con lei ilpensiero dell'andamento della casa. Questesono quisquilie; la verità è che il cittadinoche vuole giustizia non è più disposto a sen~tirsi dire che essendo il contratto scrittomancante di data certa non è opponibile,

I

o che per aver colpito con l'ese.nzione i be~ni del debitore devesi poi subire la causadel terzo rivendicante mentre sanno anchei ragazzi dei cortili che si tratta di espe~dienti di bassa lega per violare il dirittosostanziale, per alterare un rapporto che tro~va le sue radici nella natura e nella essenzadell'organizzazione sociale.

A questo proposito lasciatemi fare un pic~colo intermezzo raccontandovi cose del miomestiere. Sapete come si faa non far maiconvertire la pena pecuniaria dei contrab~bandieri in pena detentiva? Siccome la leg~ge esige che si abbia la certezza che non cisiano cose da esecutare, perchè si operi lacontroversione della pena pecuniaria il buoncontrabbandiere si fa pignorare tutto epoi fa fare la rivendicazione di un mobilesoltanto; quando sia perduta la causa perquel mobile un suo amico fa la rivendica diun altro mobile e così avanti fino a che unabuona amnistia arrivi. Con questo sistemanon c'è mai un contrabbandiere che mettala testa nella prigione.

Così il cittadino non è disposto a subi~re ~ lo dicevo stamattina al senatore Bet~

tiol ~ un processo per falso perchè hamesso in essere uno di quei mille espe~dienti ai quali bisogna ricorrere per farsì che le leggi del Parlamento trovino ap~plicazione nonostante le antiquatissime for~me della nostra amministrazione. E tantomeno è disposto a subire applicazioni rigidedi questo genere quando si sa che nel ver~baIe del giudice c'è scritto che il cancelliereera presente, mentre stava fuori, cercandodi accontentare altri cinque o sei petulantiche volevano parlare con lui. '

Così il cittadino non sopporta che, aven~do cominciato un lavoro prima di avere ildecreto che gli concede il contributo, debbaperdere il sussidio. Meno che meno capisce

perchè quando egli va a raccontare al suoavvocato il torto che ha subìto debba sentirpresentare poi la questione rivestita daipanni di Ulpiano o di Modestino. Quandopoi il cittadino è ricorso alla Corte costitu~zionale ,per farsi pagare l'onere inflitto glidalle servitù militari, ha ottenuto l'annulla~mento della norma lesiva della sua pro~prietà; ma poi viene a sapere che è statapresentata e approvata dal Parlamento unalegge che gli attribuisce per burla un prezzodi quattro soldi in relazione al reddito ca~tastale, e allora il cittadino scoppia ed ac~cusa il sistema.

Ecco perchè ho tremato il giorno in cuiil nostro Gonella è venuto nella mia e suacittà ad esporci le linee del progetto di rifor~ma del codice di procedura civile. A doman~da d, un collega avvocato se fossero previsteriduzioni di inutili preclusioni, ci siamosentiti dire, non dal Ministro per fortuna,ma da uno dei suoi collaboratori, che, anzi, le preclusioni erano state aumentateperchè così si riduceva il carico delle cau~se. Qualcuno ~ e potet,e immaginare chifosse ~ che stava seduto dietro il primo

presidente della corte veneta, gli disse:perchè mai, per far giung,ere in tempo itreni, non impediamo ai viaggiatori di sa~lil'e?

È tutto un sistema di conoepire le coseche 'ci impedisce di vedere attuata la giu~stizia, ce lo impedisce troppo sovente. Eallora si ha la grande protesta, allora si diceche è l'autorità giudiziaria che non funzio-na, allora si dice che sono gli avvocati chetirano per il lungo, allora si dicono moltecose, tutte vere, ma che tutte insieme si ri~collegano al fatto che noi siamo ancora, inmerito all'organizzazione dello Stato, al li-vello del 1865, per non dire del 1789 e ched'altra parte anche l'amministrazione dellagiustizia è compresa in questa organizzazio~ne, nella quale sentiamo che ormai nonsiamo più capaci di vivere. Non compren~diamo più poi come lo Stato, che regola lanostra vita, non possa farci giustizia ope~rando nella sostanza non entro i limiti diforme viete ed arcaiche adatte alla vita diuna organizzazione statica e rigidamenteformale.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3708 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Queste cose ho voluto premettere allealtre poche che dirò perchè non voglio sicreda che anch'io venda lo « specifico» perfar funzionare la giustizia in Italia. Lo spe~cifico è riformare tutta la struttura stata~le e nella struttura statale nuova assegnarealla giustizia la vera funzione. Devo ag-giungere, però, che non ostante tutto, èutile ciò che stiamo facendo; è utile chesia svolta questa mozione anche perchè

~ e lo sa il Presidente ~ io sono dell' opi-nione che si faccia una discussione ge-nerale sulle riforme sostanziali di cui cihanno parlato il Presidente e il nostroMinistro questa mattina prima che essesiano approvate in sede redigente, perchènon siamo poi costretti alla fine a diresi o no, senza poter dire nemmeno quel-lo che potevano affermare i padri con-cHiari quando dicevano sì entro determi-nati limiti e con determinate condizioni.(Cum modo latine loquendo).

Sia chiaro perciò che se alcune cose de-vo dire e dirò, esse valgono come indica-zione provvisoria, concreta, ma non baste-ranno.

Sono 43 anni che faccio il mestiere del~l'avvocato, da 45 anni porto carte su e giùdagli uffici e sono 45 anni che sento par-lar male della giustizia in Italia.

Ma talvolta mi diverto a leggere alcunenoterelle di cui il compianto Bigiavi illu-strava le ultime pagine della rivista di di-ritto civile: attraverso queste letture hopotuto notare che non sono 45 anni chesi parla male della giustizia, ma moltimolti di più; infatti, ogni tanto, Bigiavicitava qualche frase francese o latina dacui appariva chiaro che il problema dellagiustizia, soprattutto per i Paesi latini, èsempre stato una questione da risolvere.I latini sono degli astratti, dei logìci per-chè tendono sempre a realizzare la perfe-zione, vogliono prevedere le cose perfettee non si adattano perciò a quella giustiziadel caso concreto che è l'equità: voglionoveramente essere, o lo dirò dopo, gli eredidel diritto bizantino e non gli eredi del di~ritto romano.

Noi vecchi abbiamo visto le udienza pre-sidenziali di una volta, quelle che Carne-

lutti chiamava la borsa degli avvocati, men-tre vigeva il prooedimento sommario do-vuto alla riforma di Ludovico Mortara; era-no veramente assemblee tumultuose, in cuiil privato che veniva in aula non compren-deva nulla, non capiva come ne potesseuscire giustizia (queste udienze però servi-vano agli avvocati per scambiarsi idee, pro-poste, trattative e per discutere che cosasi sarebbe potuto fare in seguito).

Dopo il 1942 abbiamo visto le udienzedei giudici istruttori (parlo dei giudici ci-vili perchè a questo mi porta il mio mestie-re) e che cosa notiamo ? Vediamo un uomo(il giudice) sepolto da una massa di altriuomini (gli avvocati) e questi ultimi quasicome giocatori di rugby lo urtano, lo schiac-ciano, lo assalgono per chiedeI'gli firme, da-ti, provvedimenti, quasi senza educazione,comunque senza pietà, senza spesso che l'as-sediato possa capire quel che gli si dice,senza che possa vedere quali fascicoli gliportano sul tavolo o gli tolgono, mentreil buon cancelliere, dopo un giorno o due,scrive che, avanti al giudice assistito dalcancelliere sottoscritto (naturalmente assi-stito in spirito) è accaduto questo o quello,è stato deciso questo o quello: eccetera, sen-za fare alcuna menzione della lotta che siè verificata, del modo con cui le cose sonostate presentate eccetera. La borsa si è cam-biata, si è divisa in tanti piccoli ring, peròil problema è rimasto.

Prrma della riforma del 1942 ho cono~sciuto anche il sistema dell'« antico dice »,un regolamento che curia e foro del nostrotribunale si erano dati d'accordo per cer-care di mettere regola nel procedimento ci-vile che non seguiva ormai le norme dilegge. Dopo il 1942 abbiamo imparato aregolarci anche noi contro il codice; abbia~mo introdotto il 'processo scritto a base dimemorie e repliche che il codice non cono-sce, e il giudice spesso non legge; abbiamoimparato ad avvalerci del 309, (chissà per-chè, fare un 309 non costituisca commettereun reato di falso materiale per nascondereinammissibili rinvii). Due avvocati infattisono, ambedue, presenti e pronti a firmaredi aver preso conoscenza del provvedimentoche sarà preso; fare un 309, significa atte~

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63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

stare che sono tutti e due assenti, e cheperciò è necessario applicare l'articolo 309del codice di procedura civile rinviando adaltro giorno. Se questo e molto altro ac-cade, dobbiamo ben dire che è inutile chesi parli di riformare la legge. Riformiamola legge che non è stata mai applicata? Pro~viamo a vedere prima se effettivamente sipuò applicare. Così pure abbiamo imparatotutti (e ne parlava anche stamattina il col-lega Hettiol), cosa sono quegli avvisetti incarta ben economizzata (ben economizzatain quanto il cancelliere capo deve far sal-tare fuori le spese della carta dai dirittidi cancelleria, e naturalmente più è la carta,meno è il riparto trimestrale dei diritti) incui sta scritto: le udienze del giudice x sonorinviate al giorno tale. Il perchè nessuno losa. n IPovero avvocato che viene da lontano,e che ha viaggiato tutta la notte, arriva inudienza e legge il bel cartellino. Lo si po-trebbe avvisare prima? Neanche per sogno.La giustizia funziona così. Ma di quegli av~visetti non ha mai parlato il legislatore.Sono una realtà idi fatto, non di diritto.

Così abbiamo imparato ancora che nonci sono soltanto le ferie, ma ci sono l,e fe-rie, le preferie e il dopo ferie, perchè c'èil periodo in cui i giudici più avveduti van~no in ferie anticipate, considerando che,dopo, durante il periodo feriale vero, c'èda lavorare pochissimo e si può continuareil periodo delle ferie anticipate, riducendole presenze in ufficio al minimo necessarioe si entra poi nel periodo in cui i colleginon funzionano perchè mancano i giudiciche sono in ferie (posticipate). Così pur-t'roppo spesso accade che il periodo ferialesi ricollega quasi al periodo natalizio, eallora ... bisogna rinviare dopo Pasqua. Lecose accadono così ma tutto ciò non è scrit~to nel codice. Purtroppo sono cose che ab-biamo imparate, ma sempre abbiamo sen-tito dire che bisognava riformare la legge,non che bisognava applicarla. Eppure, ono-revoli colleghi, abbiamo visto dei giudiciche si ,sono proposti di conoscere le causeprima di venire in udienza e quindi di diri~gerne il corso: e ci sono riusciti. Ho vistoio pretori mettersi nella testa, e riuscirvi,di eliminare masse enormi di arretrato,

facendo promessa a sè stessi di non lasciarcorrere a vuoto le cause nuove e di liqui-dare in ogni udienza un certo numero dicause ereditate, con un sistema molto sem~plice, studiando le cause, chiamando le par~ti, convincendole a transigere o a concen-trare in punti determinanti quelli che me-ritavano discussionI e prove.

Ho conosciuto anche un pretore che diri-geva il suo enorme mandamento (mi pareche rappresenti un ottavo di tutto il Vene-to per numero di cause) con una circolareal mese nella quale additava agli altri pre-tori il numero delle cause nuove e delle pra-tiche assegnate ad ogni suo collaboratoreed a sè stesso, il numero di quelle che ognu~no aveva liquidato e il numero di quel~le che rimanevano da liquidare. Natural-mente il foglietto scritto portava in primafila l dati del consigliere dirigente il qua-le assegnava a sè più del doppio delle prati-che che assegnava a ciascuno dei suoi nonsempre collaudati collaboratori. Per la ve-rità quel pretore è andato in pensione, èvecchio e non è anco'ra morto di fatica, an-che se raggiunta l'età della pensione halavorato per molti anni facendo l'arbitro,e il consulente.

Tutto questo per dire che le leggi nonsono la sola cosa che è da riformare. Forseè l'ultima. Perchè ho sentito parlare e holetto, anche di quel famoso giudice ~ ma-

tematico del '600 ~ che si chiamava Fermat,il quale scrisse di avere scoperto la dimo-strazione di un veramente famoso teoremasui numeri primi la clli soluzione non cre-do che sia stata mai più trovata, ma con-fessò a sè stesso e ai suoi tardi lettori dinon poterla scrivere per mancanza di car-ta; si racconta che Ferrmat, ess,endo giudice,svolgesse i teoremi sui margini dei fasci-coli, evidentemente prestando attenzione« profonda }} ai discorsi delle parti e dei di-fensori!

Ma noi latini siamo abituati a riformarele leggi adattandole in qualche modo, a ciòche pensiamo sia il loro «dover essere}}ma poi non pensiamo mai a riformare gliuomini; oppure pensiamo con le leggi diimbrigliare la capacità fantastica degli uo-mini; ed allora giù, sforniamo regole su re-

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Senato della Repubblica ~ 3710 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

gole, stabiliamo di mettere segnali, paracarri,ostacoli, scivoli sulle vie della giustizia:ma poi quando si tratta delle appli.cazioni,non siamo capaci di fare funzionare i no~stri simili come si vorrebbe e siccome lalegge è comando dato agli uomini, restasulla carta e... non serve a nulla.

Signori senatori, oggi per particolari mo-tivi, la questione della giustizia è portata al-la luce della ribalta, ma non crediamo che,ancora una volta, .si possano guarire gH uo-mini con le leggi. Le rivoluzioni non si fannocon la carta bollata, ma neppure si seguonoo si fermano le -evoluzioni sociali can lecostituziani rigide. È necessario che adat-tiamo le leggi alla vita, ed è altrettantanecessario che educhiamo noi stessi, i ma-gistrati e gli avvacati, che educhiamo il pa-polo, che educhiamo veramente il cittadinoa pretendere che la legge si applichi manon tanto nella arida farma, quanta e so-prattutto in senso sostanziale. Quando ilmondo cammina, bisagna prendere attodella direzione nella quale cammina e pre-vedere e provvedere perchè la legge e gliuomini si mettano su quella strada.

Non bastano dunque le modificazioni delsistema legislativa, così come nOi11 si puòcomandare con i programmi senza pen~sare alle reazioni che, contro tutti gli or-dini, verranno da parte di coloro che vo~gliamo condannare a pensare e ad agire

in modo determinato. Ciò nO/n significa,onarevoli colleghi, che qui si discuta perniente; dobbiamo dire alcune cose, dobbia-mo dirle con la semplicità e con la profon-dità, anche se non sarà capacità mia, concui ne ha parlato il senatore Leone. Madobbiama poi affidarle al Gaverno e al Par-lamento, affidarle soprattutto a chi ha laresponsabilità dell'amministrazione giudi~

ziaria, onde si possa vedere passo per passodi arrivare verso soluzioni che superino ilsistema, arrivino al di là del sistema, arri-

vino a creare veramente una corrisponden-za maggiore tra le esigenze della collet-tività, le esigenze della struttura nuova del-

la Stato e le esigenze della giustizia.

B mia intenzione richiamare ora qualchequestione particolare.

Parliamo innanzi tutto della situaziane deigiudici, della indipendenza, del lara reclu-tamenta, delle lara funziani.

Da tempo ho rilevato che !'indipendenzadella magistratura deve essere intesa comeimpossibilità del Potere -legislativa o delPotere esecutivo di interferire direttamen-te od indirettamente sull'apera di chi devefare giustizia. Ma non ho travato scrittoin nessuna parte che l'indipendenza arrivifino alla possibilità di lavorare salo quan-do non si abbia desideria di fare qualchecosa d'altro, approfittando magari della si-tuaziane di qualche collega che sia di quelliche, per costituziane, non recalcitrana mai.Ce ne sona anche fra i padamentari deglistakanovisti! Ma l'indipendenza, onorevoli

I colleghi, va considerata veramente in unsenso più profondo; nei rigua'rdi del Pote-ve legIslativo' ed esecutivo è facile affermar-la, ma nei riguardi della stampa ~ ne haparlato anche il senatore Leone ~ nei,riguardi dell' .opinione pubblica, magari man~tata da quelli che oggi si chiamano fal-chi o colombe, c'è !'indipendenza assoluta?Che non ci sia è pacifico, che ci possa esse-re è dubbio, che nan sia mai stato fattoniente per garantirlo, che si vedano t'roppospesso scrivere notizie sui processi, sulleparti, sugli imputati, sui difensari, e nonsempre con oggettività e spesso per influi-re su giudici e testimani è anche vero; chequalche volta scappino, non si sa perchè,anche i foglietti illustrativi e le comunica-zioni anonime sulle istruttarie in corso,è ancora vero, che qualche volta il giudiceche dirige l'istruttaria quella che patrà an-che finire con l'assoluzione, veda volentierila propria effige sui lrotocalchi come quelladi chi vuole attuare a qualunque casto lagiustizia è ancara vero! Tutta ciò minaccial'indipendenza dei giudici più dell'interven-to del Potere esecutivo.

Poco fa il senatore Leone (a volte la lin-gua batte dove il dente duale) ha accenna-ta al fatto che le guardie di finanze hannolibero accessa anche in case ed uffici.

Debbo dire, per la responsabilità che hoavuto come Ministro delle finanze, che leguardie di finanza, se hanna da perquisireal di fuori dei locali addetti alle attività

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3711 ~

23 GENNAIO 196963& SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

commerciali, domandano il permesso: pos-sono accedere soltanto neUe aziende, pos-sono andare soltanto negli esercizi dove sisvolge attività impI'enditoriale e quandobloccano un telefono lo fanno con autoriz-zazione del magistrato, lo bloccano, ascol-tano e poi non riferiscono quello che hannosentito neppure al Ministro, ma solo algiudice.

Io vorrei che in tutti i rami della giusti-zia ci fosse una così profonda osservanzadel segreto istruttorio, come è nello stiledella nostra guardia di finanza: scusate seho dovuto dirIo, ma era mio dovere testi-moniarlo.

E c'è un altro discorso che qui va fatto.È conciliabile l'indipendenza del giudicecan l'assunzione fatta per concorso? Dice-vo, in un altro discorso che ho fatto qui,che SI discute dei limiti della infallibilitàpontificia. Ora, chi ha fatto un corncorso,con esami di diritto romano, chi ha fattobene un esame di procedura civile, deveforse per questo essere infallibile e per tut-ta la vita? È pur necessario che ci sia qualcuno che controlli l'uso che di questa in-fallibilità viene fatto, e lo ha detto il sena-tore Leone. Ma il Consiglio superiore dellamagistratura si è ridotto, come i consiglidi amministrazione, a guardare salo l'an-zianità, direi a prendere atto dell'anzianitàdei giudici. E dal punto di vista disciplina-re, cosa dobbiamo dire? Non perchè ci siaindisciplina in molti casi concreti, ma per-chè è indisciplina anche il non rendere,anche l'andare in ufficio alle dieci e uscirea mezzagiorno come è indisciplina anche ri-siedere a 80 chilometri di distanza dalla se-de di lavaro ed è indisciplina anche pensa,reche quello che non si fa oggi si può faredomani. Dobbiamo dire che la disciplinaviene sempre meno.

Perchè da (tutti questi punti di vista, bi-sogna dire la verità, il controllo manca. Nonche tutti pecchino, ma qualcuno che puòpeccare c'è. Ed il peccato da Eva in giù si èdimastrato male contagioso!

D'altra parte, l'assunzione per concorsoche garanzie dà alla papolazione, ai citta-dini, oltre quella di sapere che il giudicequando era ragazzo aveva studiato e poi,

essendosi visto abolire anche l'esame digiudice aggiunto, si è seduto come giudi-cante ad una sedia inamovibile? Oggi già lasedia del giudice è diventata una specie diseggiovia; in dodici anni si arriva sempreesattamente al grado di consigliere di corted'appello. Ci si arriva non c'è niente dafare; se il cordone della seggiovia non sirompe o se uno sci non si rovescia e suc-cede qualche cosa di grave, normalmentesi arriva alla fine deUa salita e ci si trovasul monte, fuori di metafora, ci si trovaaddosso dopo dodici anni la toga con i cor-doni d'oro e quella rossa per quando si vaalla inaugurazione dell'anno giudiziario.

È pur necessario direi queste cose. E direche così non si amministra la giustizia.

Allara, io vorrei dire al senatore Leone:io credo più di lui alla possibilità del giudi-ce elettivo. L'ho sempre detto e continuo adirlo e credo che in magistratura si possa,in un regime libero, pensare ad un magistrato che, dovendo pronunciarsi in nomedel popolo, debba essere, con determinateregole, con determinate esclusioni, con de-terminate inclusioni. scelto con sistemi de-mocratici.

Non è finito: vorrei dire che, se il si-stema anche oggi è quello che è, e quindiper gli organi collegiali non è dato pensarealla nomina di giudici elettivi, ci si puòben pensare per i giudici singoli e, se sipuò pensare per i giudici singoli, onorevolicolleghi, si può pensaI'e tanto più per igiudici tutelari, perchè dei ragazzi appenausciti dall'esame saranno dei bravissimigiudici, conosceranno tutto quello che hannodetto Ulpiano, Paolo e Modestino e sapran-no persino tradurre le sentenze di Paolo aprima vista; ma troppo spesso essi sono deiprincipianti per quanto riguarda il fatto disapere a quanto si debbono vendere i benidei minori o quanti trucchi bisogna fare pervivere tra gli ostacoli fiscali e gli ostacolimontati dai parenti che impostano causesu cause e cercano d'imbrogliare con rego-larità i poveri orfani. Io sarei dell'opinionedi ricorrere per scegliere dei giudici a pro-fessionisti anziani i quali potrebbero esserecompensati e potrebbero anche cessare dal-l'esercitare la professione forense, purchè

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3712 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

facessero veramente i difensori, come sidiceva una volta, delle vedove e dei pupilli.Perchè ora le vedove si difendono da sole(ilarità); ma i pupilli ancora no.

Onorevoli colleghi, in relazione a quantoho detto fin qui, serenamente penso ~ e

so che dicendo questo confesso di aver cam~biato idea ~ che non sia neanche il caso diabbandonare i giudici conciliatori. E veroche non sanno fare sentenze; il mio conci-liatore che si chiama Gugole Andrea, dettoStocker (evidentemente nel mio comune itedeschi hanno parlato la loro lingua finoa poco tempo fa, essendo arrivati dal 1200),sentenze certamente non ne saprebbe scri-vere perchè probabilmente sa scrivere cor~rettamente solo qualche lettera alla moglie,ma egli sa combinare le parti con le solitemassime di esperienza, con i soliti princìpiche hanno presa sul cuore degli uomini lesa indurre alla conciliazione; e probabil~mente se una vacca è gravida o non lo è,se un venditore ha imbrogliato il compra~tore o no, lo sa giudicare meglio di un giu-dioe appena nominato e che proviene dallaSicilia, e risiede in città dove ci sono biblio-teche e musei, anche cinematografi e barma veramente stalle poche.

Il giudice conciliatore, nei ~suoi limiti, èveramente e deve essere un giudice di pace:e lo può fare meglio il giudice di campagnadel giudice di città il quale è spesso un gio-vane avvocato che si vuoI fare la clientelaattraverso le donne di piazza o attraversogli inquilini che contestano con i loro pa-droni.

Quasi tutti gli oratori che hanno parla-to fin qui, sono venuti a dirci che bisognatogliere i giudici dalle preture lontane, daquelle preture, cioè, dove si lavora poco,dove si fanno poche sentenze (qualcuno hadetto 30 sentenze all'anno). Ebbene io co-nosco un giudice di un grosso tribunaleche non riusciva a fare più di dieci sentenzeall' anno e quando erano undici, dopo unpò, rimetteva le parti avanti di se perchèproducessero il mandato in bollo, mentre erain bollo fin dal principio ed era nel fascico-lo. Dipende qualche volta dall'uomo se lecause sono tante o sono poche, se le sen-tenze si emanano o non si emanano, se il

giudice sa spesso conciliare le parti e pre-venire i giudizi e se qualche volta sa ancheeliminare i prooessi con un'applicazione del-la legge talvolta anche bonaria, ma primadi discutere di abolire le preture vediamodi ridurre i magistrati a fare solo

'"

i ma-gistrati.

Abbiamo mai considerato quante cosefacciamo. fare ai giudici altre che emetteresentenze? la ne ha enunciato qualcuna, macertamente malte mi sana sfuggite: il giu-dice ad esempio. si interessa dei beni deiminari, savraintende alle esecuzioni ~ acosa sovraintenda io. non so, comunque perlegge la fa ~, provvede anche alla liquida-zione dei depositi in sede di esprapriazione,firmando. il decreta che il cancelliere gli haoppartunamente preparato dopo aver sologuardato i documenti o che l'avvocato, piùsemplicemente, ha portato al cancelliereaflÌnchè lo consegnasse al giudice e lo fa-oesse firmare. Comunque è il giudice chedovrebbe provvedere a controllare proprietàe libertà e poi autorizzare il pagamento; ilgiudice, inoltre, sovraintende al registro del-le società ed omologa gli atti di società. Iouna volta, illusa!, ho presentato un disegnodi legge per stabilire di tenere tutti i regi-stri commerciali alla camera di commercio.È sembrato che cascasse il mondo perchèsembra che noi lavoriamo dentro e non fuo-ri del sistema. Ma invece è evidente che latenuta dei registri commerciali non è unmestiere da giudice. Continuiamo: il giu-dice poi presiede alle procedure fallimen-tari ... con i risultati che conosciamo. Ilgiudice quasi sempre presiede le commis-sioni mandamentali e provinciali delle im-poste. Basta tutto questo? Mai più il giu-dice presiede le commisssioni elettorali,provvede ad iscrivere e cancellare elettori.Sappiamo benissimo come lo può fare, pe-rò è lui che presiede. Il giudice presiede iseggi, proclama gh eletti: (sbagliando ma~gari le somme, è lui che ha proclamato elet-ti anche noi). Recentemente la Corte di cas-sazione ha ritenuto che in questa funzioneil giudice sia addirittura organo in qualchemaniera anticipato (non si sa se si quali~fichi come una specie di procuratore alventre) del futuro Parlamento. Anche que-

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sto abbiamo imparato, non basta ancora.Ma il giudice fa anche altre cose: controllai libri di stato civile. Il pretore viene ognitre mesi a vedere se tutti gli atti sono benregistrati e guai se la firma è fatta conl'inchiostro blu invece che con quello ne~rot Il procuratore della Repubblica vieneuna volta all'anno per vedere anche luii regist'ri di stato civile Nessuno però siè mai accorto che il registro di cittadinan~za costituisce quella tal cosa così stranache non contiene niente onde un certificatodi cittadinanza non si può fare che in baseall'anagrafe. Comunque il visto anche suquel libro, c'è sempre. Ma non basta ancora.Il giudice deve fare le sentenze di rettificadi stato civile. Nel Trentino~Alto Adige ilgiudice presiede la tenuta dei libri tavolarie da noi si pronuncia contro i rifiuti di for~malità da parte dei conservatori dei registriimmobiliari ed esercita il potere discipli-nare sui notai e sui reclami contro l'ammis~sione o non ammissione dei ragionieri nel~l'albo. E poi avrà tante altre funzioni chequi non ricordo.

Ora, se noi togliessimo al giudice tuttequeste pratiche amministrative, probabil~mente egli avrebbe più tempo per giudicareo, per lo meno, avrebbe meno giustificazioniper nOIl1emettere I.e sentenze. Vi sono pOItante altl'e cure amministrative che anolnon risultano. Quarldo per il fisco bisognafare lo !spoglio delle partite in sospeso diquei libri che si chiamano del campionecivile e del campione penale e quando bi~sogna finire il rendiconto delle spese digiustizia, degli incassi, delle spese di can~celleria per cento cose si ricorre sempre aquesto benedetto giudice. Ma beati davveroi Paesi anglosassoni in cui tutto questo èpredisposto dall'amministrazione e il giudi~ce viene chiamato solo per giudicare. Il se~nato re Bettiol questa mattina diceva che inInghilterra i giudici sono in minor numeroche in Italia ma hanno dei coadiutori. Maè giusto che i giudici abbiano dei coadiu~tori. Magari ci fossero dei funzionari ~

che una volta si chiamavano di gruppo Ae che oggi si dice fanno parte della car~dera direttiva ~ debitamente laureati, chesvolgessero tutte le mansioni non stretta~

mente giudizi arie e che poi avessero la pos-sibilità di dirigere l'istruttoria là dove leparti siano concordi o non v,i sia che dastabilire il rinvio ad un giorno piuttostoche ad un altro, fino al momento in cuil'istruttoria sia pronta e si possa andare da~vanti al vero giudice perchè decida. Se siarrivasse a questa organizzazione evidente~mente tutto si svolgerebbe più velocementee non ci troveremmo a dover condannarequelli che hanno avuto la disgrazia di na~scere in un paese lontano, a fare chilometrie chilometri, in macchina o senza, con testi-moni, sottufficiali dei carabinieri e vigili peressere presenti al processo per una con-travvenziO'ne stradale neIJa sede della pre-tura, di città, soffocata dal lavoro dal mo-mento che si vorrebbero abolire tutte lepreture che svolgono poco lavora (non par-lo della mia pretura che è già stata abolitae non me ne lamento). In ,realtà si guardinon tutta l'Italia è Italia settentrionale, nontutta l'Italia è pianura; ci sono paesi del~l'Italia meridiO'nale in cui le strade sonoancora difficilmente praticabili e lunghe dapercorrere, e allora dobbiamo capire per-chè i nostri colleghi di quelle parti chiedo-no ancora che si apra qualche pretura opretendono che non se ne sopprimano altre.Dobbiamo pure capire queste cose e, primache si arrivi veramente alle soppressioni,dobbiamo anche fare i conti; infatti lo Statopaga le spese di giustizia, paga le trasferte,paga i giorni in cui i testimoni restano fuo~ri. Li paga poco, ma li paga; sommandotutto dobbiamo vedere se non convenga dicontinuare ancora, qualche volta, a teneregli uffici distaccati.

Ecco i problemi che qualche volta noiproponiamo troppo semplicemente, ma cheinvece è giusto che siano oggetto della no-stra attenzione. Sono perfettamente d'accor-do che là dove si lavora troppo pO'co o do~ve non c'è ragione alcuna per tenere uD giu~dice, questo si debba togliere, per questoil collega Leone. mi sembra, ha detto giu~stamente che si può provvedere benissimocon le cosiddette sedi staccate o periodiche.Anche queste ultime però hanno i lorodifetti, perchè i vari giudici sanno che ap~plicato alla sede periodica il magistrato ha

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diritto alle indennità di trasferta e quindibisogna distribuire i giudici dell'ufficio asse~gnandoli tre mesi per ciascuno alla sede pe-riodica. In questo caso, o le cause debbonofinire nei tre mesi o, scaduti questi, biso.gna rinnovare il giudice e istruire il nuovovenuto su quello che già col vecchio erastato concluso. Anche le sedi periodiche,che vanno bene in penale, hanno in civilegravi difetti!

Molto meglio pensare ad aumentare lecompetenze, perchè tutte le volte che noidiciamo che occorre tenere conto del valoreattuale delle cose, non siamo poi conse-guenziali considerando quali fossero unavolta le cause di pretura che oggi sono tuttedi tribunale. Tutte le redibitorie erano unavolta cause da pretura. Ora no. È la vaccache costa di più? No, è il soldo che costa dimeno. Bisogna rimettere a parte le compe~tenze partendo dal v,alare delle cose. Nonsi deve pensare solo al poverino che va intribunale, certo di avere maggiore giusti~zia; i poverini sono spesso due, uno l'atto~re e l'altro il convenuto; il poverino conve-nuto probabilmente preferisce andare intribunale, per prendere tempo ~ non per

avere più sicura giustizia ~, ma il poveri-no attore preferisce la pretura per avere lasentenza più in fretta: e per la sentenzanon accettabile semmai ci sarà l'appelloche provvede.

Onorevoli colleghi, fin qui della ammini-strazione della giustizia.

Ma non è solo di questo che dobbiamoparlare; vogliamo guardare anche nel no~stra cuore e vedere se anche noi avvocatiqualche valta non siamo dei peccaminosi?Possiamo noi dire che lavoranda nel siste-ma nan abbiamo mai approfittato di situa-zioni che magari si sono mal create, a cuisi è data volontariamente occasione per ot~tenere un rinvio o per fare in modo che

!'imputato in qualche maniera pO'tesse cam-biare giudice? O che non abbiamo trovatogiustificazioni men vere per chiedere un rin-vio perchè si pensava e si pensa, che il 1970è ormai vicino e in quell'annO' sarà impossi-bile che il giubilo della Nazione per l'unitàd'Italia raggiunta da un secolo non sia ac~campagnato dalla cancessione di un'amnistia

che il Parlamenta unanime voterà immanca~bilmente? Anche gli avvacati indubbiamenteapprofittano di situazioni criticabili e ciòpure non è giusto. Allora c'è una mancanzadi callabaraziane tra chi amministra, chideve essere strumento per l'amministrazionedella giustizia, e le parti. Infatti, se scom~mettessi che domani mattina potrei portarequi dieci testimoni che affermino che io oggisono stato tutta il giorno a Verona, dieci no,ma sicuramente cinque li troverei; cinquebrave persone indiscutibilmente sarebberoprante a giurare il falsa, perchè oggi è lamoralità che manca ed è inutile che noi pen-siamO' con la legge di mutare il castume.Quando il nostro contadino ci dice, nellasua onestà fondamentale: io non sono maistato a far da testimanio, significa che infondo egli capisce che chi è stato a far datestimonio bene o male un po' corrotto lo èstato. E quando ci dice: ma come faccio adeporre contro il tale se è lui mi ha pracu~rata l'onore di ricevere la « carta ». È chiaroche egli sente in fondo l'obbligo di corri~spandere alla fiducia di chi gli ha «man~dato la carta », che ciò gli impone quantomeno una certa benevolenza verso una par-te piuttosto che verso un'altra. E che l'ob~bligo di servire lo Stato a rendere giustizialo sente meno.

Siamo anche noi che abbiamo educatomale la nostra popolazione, se essa rispon-de male; non ci sono ardinamenti, su que-sto punto, signor Ministro ed onorevoli col~leghi, che ci salvino. Perchè la giustizia habisogno di un ambiente sano per esseresana.

Bisogna che lavoriamo in direzione del-la preparazione morale della nostra popo-lazione. Bisogna che le insegniamo ad ave-re una coscienziosità, una moralità; biso~gna che le insegniamo il rispetto della leg-ge, non del cavillo; bisagna che le insegnia-mo a nan adoperare la legge soltanto quan-dO' può servire per i cavilli.

E lasciate che qui allora dica qualcosadi più grave. Nai, signari, siamo sempre

~ lo dicevo prima ~ dei bizantineggianti.

Il senatore Cifarelli qui ricordava che peròil pretore romano non era bizantineggan-te. Il pretare, quandO' vedeva che la leggenon corrispondeva all'esigenza del caso con-

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creta, diceva: Titius heres esto, Caius bono-rum possessor; perchè? Perchè la legge do~veva essere sì rispettata, ma egli, il pretore,sentiva il dovere di provvedere diversa-mente in nome della legge vera. E così ènato ['interdictum unde vi, così è nata unaserie di possibilità di riconoscimento dei con~tratti innominati, così è nato il principio percui il pretore assicurava pacta conventa ser-vabo al di sopra delle forme, al di sopra deibizantinismi, così si creò il diritto vivo.

E dopo che questo diritto fu creato, loStato romano ha trovato la sua strutturasociale definitiva, è venuto allora Salvia Giu-liano che ha fatto il suo editto perpetuo,san venuti quelli che lo hanno commentato,poi c'è stato l'impero d'Oriente e Tribonia-no che « dalle leggi trasse il troppo e il vano »

(ma forse ci ha messo dell'altro troppo edell'altro vano). E noi, in realtà, ci siamovisti obbligati ~ ci sentiamo obbligati oggi~ sempre alla rigida applicazione dellalegge, ad una applicazione che ci preoccu-pa perchè qualche volta corrisponde non piùalla giustizia, ma all'ingiustizia. È l'applica-zione rigida che mal si concilia con una so~cietà in cammino. Questo è il male profondo.

Il senatore Leone ci ha ricordato nel cam-po penale tutti i casi in cui il codice penaleattuale arriva a sanzionare delle ingiusti~zie. Siamo d'accordo. Però, è sicuro il se-natore Leone che altri casi non si creeran-no se nOI facciamo un altro codice, chepotrebbe essere, anche quello, studiato eristudiato, ma potrebbe finire per aggiusta-re certi articoli e disaggiustarne certi altri?

Io sono scettico sulla riforma. Sono delprincipio che al giudice debba essere la-sciato più ampio campo di giudizio. Perchèquesta è l'esigenza di oggi. A questo pro-posito devo ricordare, oltre il pretore ro- ,

mano, il suo erede anglosassone; il giudiceanglosassone ha la possibilità di graduareampiamente la pena e non è obbligato aricorrere a quella insufficienza di prove chequi si vuole abolire, ma che è l'unica aper-tura attraverso la quale il giudice qualchevolta riesce a non applicare una legge ecces-siva e che sente ingiusta o a far capire che,nonostante la falsità dei testimoni, una cer-

ta colpevolezza dell'imputato c'era e che per-ciò questi non poteva essere lasciato deltutto incensurato.

Se noi daremo al giudice larga possibilitàdi essere equo, evidentemente allora il giu-dice sarà giudice del caso concreto; ed allorapotremo anche pretendere che la giustizia sifaccia più velocemente e che le sentenze simotivino meno. Si fa presto a dire infatti, inregime attuale, che è inutile fare le grandi,le lunghe motivazioni. Avviene però chequando perdiamo una causa non guardiamomai il dispositivo: guardiamo soltanto lamotivazione, leggendola come vi dico, perdritto e per rovescio, per vedere se possia-mo trovare un appiglio per rovesciare noila situazione. Questo il giudice lo sa e cercaquindi con la motivazione di aggiustare e disostenere il dispositivo. Però, se noi lascias-simo al giudice ~ ripeto ~ la possibilità

di giudicare con equità, non ci sarebbe bi-sogno di motivazione, complesse e artefatte,non si avrebbe bisogno di una corazza logi-co-astratta per difendere il giudicato. Eccoperchè, se il giudice lavorasse con un'altralibertà da quella che in Italia gli è concessa,le cose andrebbero diversamente.

Qui si è parlato anche dell'opportunitàmaggiore o minore di tenere il giudice colle-giale; bisogna dire che il giudice collegialefunziona solo se si mantiene l'oralità e segli si dà responsabilità, però i civiIisti, co-minciando da me, sono spesso stanchi didiscutere, e si comportano come i nostri vec-chi avvocati della corte di appello di Vene-zia, i quali, quando si teneva udienza a mez-zogiorno, invitavano il presidente dell'assem-blea a conchiudere al più presto la sedutaper poter tornare a casa col vaporetto chepartiva all'una.

G I A N Q U I N T O. Senatore Trabucchi,mi pare che lei esageri un po'.

T R ABU C C H I. Ma, se noi otterremoche vi sia l'oralità, questa porterà alla conte-stualità, al giudizio immediato ed alla pre-sentazione di parti e testimoni e quindi alladiscussione diretta; perciò converrà man-tenere il collegio, altrimenti, il più delle vol-te, esso servirà soltanto quando non ci si

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fida di un giudice e si va a preavvisare ilPresidente perché cerchi di vigilarlo indi-rettamente.

Ricordiamoci poi il sistema austriaco edil sistema canonico. Si era rafforzata la col-legialità nel regime dello Stato austriaco, cheera quello di un grande Stato paternalisticoabbastanza bonario, che uccideva soltantoqualche persona ogni tanto, per soli motivipolitici ma al di fuori del campo politicoera maestro di buona amministrazione. Ec'è sempre da imparare dai buoni ammini-stratori.

L'Austria aveva stabilito che i giudici delcollegio, quando erano di parere contrario,alle decisioni della maggioranza potesseroredigere il loro parere scritto; tale parerescritto si chiudeva in una busta e la cortedi appello o il Tribunale superiore avevanola facoltà di leggere il parere espresso dalgiudIce di minoranza prima di pronunciarsisulla riforma della sentenza richiesta.

In America, dove esiste il collegio, invece,il giudice di minoranza esprime direttamenteil suo parere ed in Svizzera addirittura, allaCorte suprema, si discute in presenza degliavvocati e ciascuno dei componenti il colle-gio giudicante espone la propria opinionein modo palese.

Io mi accontento del sistema austriaco,che è poi uguale a quello canonico, perchèanche i giudici del tribunale canonico, quan-do si tratta di tribunale collegiale, espri-mono per iscritto il loro parere il loro votume lo motivano, e quando si va poi dal giudicedi appello, questo legge i vota: con questisistemi è evidente che il giudice che fa partedel collegio giudicante deve stare attento nelvoto perché sa che assume determinate re-sponsabilità anche se tace ma, fin che durail sistema, al quale assistiamo, quando arri-va la dattilografa che invita il giudice, as-sorto in quella famosa partita di rugby dicui ho parlato prima, a mettere una firmasu un determinato documento che spesso èuna sentenza senza saper nulla, tale respon-sabilità non v'è e accade, come qualche vol-ta è capitato a me, per un sequestro, datocertamente male, che tra un sacco di carteuna firma possa anche scappare. Queste cosenon accadrebbero se vigesse il sistema au-

striaco o quello canonico. Certo un minimodi controllo poi ci vorrà, ma per noi basteràintanto avere la forza di imporre qualcosaal di fuori del sistema.

Vorrei dire ancora qualcosa intorno a quel-lo che ci è stato presentato qui come unatrovata speciale: la difesa ufficiale dei po-veri. C'è scritto dappertutto che deve essereun onore grandissimo da parte degli avvo-cati fare il difensore dei poveri, c'è scrittoanche nella legge sul gratuito patrocinio che,come si sa, fu, fino all'emanazione dei testiunici, un allegato della legge che ha abolito!'imposta sul macinato e che riguardava an-che altri provvedimenti finanziari. (Con i no-stri sistemi si introducono le cose più stranenei testi di legge!). In questa legge dunqueera scritto che è un onore ed un dovere fon-damentale difendere i poveretti che chiedonogiustizia. Quando allora ci sarà l'ufficio del-la giustizia dei poveri più o meno sarà lastessa cosa, non è questione di organismo,è questione di moralità. Ho provato ad es-sere avvocato di un sindacato, del sindacatodei lavoratori dell'industria, durante il fa-scismo (tanto perchè non ci siano discus-sioni), ed ho trovato in quell'ufficio soltantoun ammasso di pratiche morte! Prendeva-mo 200 lire al mese, 100 io 60100 la datti-lografa; lavorando veramente dalla mat-tina alla sera, siamo riusciti a portareavanti cause anche notevoli, e a fare affer-mare princìpi notevoli. Questo perchè c'erala buona volontà, perchè c'era un po' di en-tusiasmo per la causa dei lavoratori. Ma sequelli che saranno i futuri difensori di Statosaranno degli impiegati, allora ci sarà undoppione degli avvocati dei patronati chedifendono davanti alla Corte dei conti inmateria di pensioni. Non parliamone, nonsolo per pietà di professione, ma anche per-chè sono professionisti che si sacrificano,sono pagati male ed hanno spesso solo lagioia di sentirsi dire che hanno difeso malele cause che assumono, il che può essere an-che vero, ma non sempre.

Penso dunque che sia tutto inutile se nonsi lavora con la profondità morale, se nonsi pretende che i consigli degli ordini sianoduri nella disciplina, se non si pretende chenon si abbiano quegli scandali che si hanno

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in quello che si chiama il diritto delle assi.curazioni in materia di infortuni automobi-listici, quando si fanno fare sei gradi di giu-risdizione perchè la parte lesa, costretta allafine dalla necessità di avere qualcosa, fini-sca con il rinunciare a tutto o quasi tutto;se non ri rialzerà la dignità del giudice edell'avvocato non gioverà creare nuovi isti-tuti e nuovi organismi: solo se le cose cam-bieranno dal punto di vista morale, avre.ma anche da parte dei collaboratori attivi I

della giustizia un'altra anima, un altro mon-do. Altrimenti, che i difensori di ufficio sia-no impiegati dello Stato o non siano im-piegati dello Stato, il risultato non sarà mol- I

to diverso.

Mi sembra che sia veramente venuto ilmomento di concludere. Voglio concluderericordando qui quello che va detto su altritre argomenti in primo luogo per quel cheriguarda la giustizia amministrativa. Lo soche il disegno di legge per la creazione deitribunali amministrativi è stato presentatolo so che il Governo ha fatto il suo dovere,ma siamo noi che non l'abbiamo ancora fat-to, sia pure nell'altro ramo del Parlamento.Ma è lecito che la difesa dell'impiegato lo-cale non sia ancora in condizioni di essereesercitata perchè le giunte provinciali am-ministrative sono state soppresse ~ e nonfunzionavano poi così male ~ e non è statocreato nessun organo giudicante al loro po-sto? È lecito poi ~ e qua è carente anche

il Governo ~ che tutti i rendiconti dei co-muni, degli enti comunali di assistenza, deipatronati scolastici vadano a vagoni allaCorte dei conti ~ e fra tutti sono circa25 mila all'anno ~ e nessuno li possaguardare perchè i consigli di prefetturanon sono stati sostituiti? Non si può fa-re niente senza una legge: siamo carentinella giurisdizione locale, la Corte dei contiha ritenuto di essere competente come giu-dice contabile sommo; e noi saremo lietissi-mi che si estenda la competenza della Cortedei conti. Ma bisognerebbe creare altre dueo tre sezioni di controllo, altrimenti tra ven-t'anni verranno a domandarmi perchè, nel-l'approvare la costruzione di una strada, hospeso cento lire in più o in meno, in quantola resa dei conti si farà quando e come sarà

possibile e naturalmente finirà che si faràalle calende greche o forse si farà con unalegge che preveda una sanatoria per tutto,così come ho fatto io riferendo sui conti, delregime fascista.

Ma, signori miei, veramente qui siamo ca-renti; la giustizia amministrativa è una cosaseria.

Dal momento che parliamo di giustiziaamministrativa, parliamo anche dell'attitu-dine, dell'atteggiamento dello Stato quandosi difende. È lecito che lo Stato, quando sidifende, 99 volte su 100 si trinceri dietro ec-cezioni procedurali, dietro eccezioni di inam-missibilità, irricevibilità, tardività ed altreeccezioni del genere? O non è più giustoquello che insegnava ancora l'Austria, e cioèche lo Stato deve difendersi nel merito quan-do è accusato di aver commesso ingiustizia?Le preclusioni valgono ~ e poco assai ~ tra

cittadini e cittadini che sono sempre sul con-fine tra l'onesto e il disonesto, ma lo Statoha la sua autorità e il suo dovere di vederecome l'Amministrazione funzioni e, ovel'Amministrazione non abbia funzionato be-ne, lo Stato deve intervenire direttamente.Non può dirsi che un ricorso è irricevibileper negare giustizia. Qualora capiti poi chedi venti impiegati colpiti da un provvedi-mento uno solo, quello che si ribella, riescaad avere giustizia, mentre gli altri 19, nonavendo pensato che le proprie questioni po-tessero essere risolte con lo stesso metodo,si vedono rispondere che non hanno piùdiritti perchè non hanno presentato ricorsonel tempo dovuto, la ribellione ci vuole!Come si fa a pretendere a queste condizioniche il popolo si fidi della giustizia, quandolo Stato non attua la giustizia nei suoi rap-porti all'interno della sua Amministrazione?

Finisco, onorevoli colleghi, facendo un ac-cenno che è stato già fatto qui al processocivile sotto !'incubo fiscale. Non è vero chesia molto forte l'elemento del costo della car-ta bollata che si consuma. Dicevo ad un giu-dice una volta che in materia civile egli eraobbligato a far le sentenze perchè io pa-gavo, ma non era vero; diciamo invece quiche quello che è il cosiddetto incubo fiscalec'è, perchè ad esempio, quando si fa un con-tratto privato di compravendita immobilia-

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63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

re per evitare di produrlo non registrato,si compiono pracedure inutili e non deltutta e nan sempre giuste. Può il male di-pendere dal fatta che la giustizia sia difet-tasa, ma anche dall'attitudine del papolo anan ricanascere che bisagna essere semprefiscalmente a posta, e nan sala perchè quan-do. viene scaperta una frode l'ufficio inca-ricato deve pracedere ma anche perchè pa-gare l'imposte è un davere. L'incubo fiscaleesiste soltanto. per chi ha frodata e vuoIcanservare il frutto della frade; chi si com-

I

parta lealmente può stare tranquillo edadire tranquilla l'autorità giudiziaria ita-liana senza paure fiscali.

Mi pare, anorevoli colleghi, che sia giuntoil momento ora che passiamo andare a casaanche nai tranquilli per aver esaminato conserenità, con spregiudicatezza, se vuole, si-gnor Ministro e signal' Presidente,. . .

P RES I D E N T E. Tranquilli mastanchi.

T R ABU C C H I. ... i prablemi dellagiustizia. Ho fiducia che un uomo dell'abi-lità del nostro Ministro saprà valutare lenastre intemperanze verbali, ma, ritirata ildisegno di legge sul processa civile, presen-tare leggi che siano. veramente adatte allavita e alle esigenze del monda presente.(Applausi dal centro. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella discussione ad altra seduta.

Annunzio di mozioni

P RES I D E N T E. Si dia lettura del-le mozioni pervenute alla Presidenza.

T O R E L L I, Segretario:

MAZZOLI, SEGNANA, ZACCARI, DALVIT,NOE', SCARDACCIONE, DE VITO, BURTU-LO, VENTURI, TORELLI. ~ Il Senato,

presa atta dell'avvenuta scadenza al 31dicembre 1968 dei finanziamenti dispastican la legge del 18 gennaio. 1968, n. 13, peri territori montani;

considerato che tra gli impegni pro-grammatici del Gaverna, ribaditi anche dalPresidente del Cansiglio nella rispasta al di-battito. tenutasi al Senato, si afferma di vo-lere ({ la sviluppo di un' econamia callinaree montana realistica e per la quale, in par-ticolare, si davranno predisporre pravvi-denze adeguate che tengano conto dell'or-mai quindicennale esperienza della legisla-ziane per la montagna »;

ricardata l'avvenuta presentaziane, periniziativa dei senatari Mazzoli ed altri, deldisegno di legge n. 406, ({ Autarizzaziane dispesa per l'attuaziane di provvidenze a fa-vare dei territari mantani », presentato alfine di garantire la cantinuità dei finanzia-menti a favare della mantagna,

impegna il Gaverno a presentare al piùpresta al Parlamenta un disegno di legge afavore dei territari montani adeguato allerealtà e alle esigenze che si sano venute ma-turando nei territori medesimi ed alle con-seguenti aspettative delle papolaziani inte-ressate.

Tale disegno di legge davrà, tra l'altra,prevedere le iniziative necessarie per vala-rizzare l'ecanamia delle zone mantane, sti-malare le attività produttive, suscitare pas-sibilità di lavoro, agevolare l'esecuziane diopere pubbliche di interesse degli Enti lo-cali, promuavere l'utilizzazione di tutte lerisarse e !'impegno di tutte le energie, anchelatenti e patenziali, ai fini dello sviluppo so-ciale ed econamico dell'ambi'ente, realizzarecondizioni di vita più umane e civili per lepapalaziani.

In relaziane a tali scopi, il disegna dilegge dovrà avere carattere arganico, nonchèadeguati finanziamenti, proparzianati allagravità ed alla importanza dei prablemi daaffrantare e da risalvere, con stanziamentipluriennali, garantiti almeno per un quin-/quennia. (maz. - 18)

GERMANO', PREMOLI, BERGAMASCO,VERONESI, BONALDI, ARENA, BALBO,BIAGGI, BOSSO, CHIARIELLO, FINIZZI,MASSOBRIO, PERRI, ROBBA, D'ANDREA,PALUMBO. ~ Il Senato.,

considerata che la scuala italiana, alpari di altre scuale europee, è travagliata

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3719 ~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

da disordine didattico~amministrativo, inqualche caso trasformatosi in atti di sovver~sione che taluni tentano di strumentalizzarea fini di parte sfruttando il risentimentodegli studenti, delle loro famiglie e dei do~centi;

considerato che il rinvio sistematico diogni organica riforma della scuola e l'an~nuncio di ritocchi sporadici sono elementidi ulteriore disordine e di turbamento dellascuola,

impegna il Governo della Repubblica:

a) all'attuazione della legge sulla scuo~la materna statale, al riordinamento legi~slativo della scuola materna non statale eall'integrazione della legislazione sull'edili~zia scolastica;

b) all' adempimento dell' ob bligo previ~sto dalla legge 24 luglio 1962, n. 1073, peril quale il Ministero della pubblica istruzio~ne avrebbe dovuto presentare al Par1amen~to, entro il 30 giugno 1964, i disegni di leggerelativi alla riforma della scuola, nei qualibisogna prevedere, tra l'altro, il soddisfad~mento delle seguenti esigenze:

per i discenti:

1) assicurare agli studenti, specie del~le scuole medie superiori, ed ai loro geni~tori, le migliori e più utili possibilità di unapartectpazione responsabile alla vita dellascuola, all' organizzazione interna degli isti~tuti, alla sperimentazione di nuove formule,all'esplicazione di libere attività educative,come ad esempio la stampa scolastica;

2) limitare il numero degli alunni perogni classe a non più di 25 unità, mettendoa loro disposizione i locali necessari per leriunioni di associazioni o clubs studente-schi, per le biblioteche, discoteche e labora~tori;

3) istituire corsi di formazione, semi~nari di discussioni e di critica, laboratori dilavoro e di elaborazione, lavori di équipe,doposcuola; organizzare viaggi per la cono~scenza dei diversi Paesi; permettere altre at-tività scelte liberamente dagli alunni con lapartecipazione, come per tutte queste isti~tuzioni, degli insegnanti;

per i docenti:

1) garantire la serenità indispensabi-le per la libertà di insegnamento e per la di-fesa della dignità dei docenti;

2) normalizzare l'assunzione nei ruo~li del personale insegnante, eliminando il si~sterna del licenziamento annuale, oggi in vi-gore per circa la metà del corpo dooente,che offende la dignità degli insegnanti erinvia, talvolta per mesi, l'effettivo iniziodelle le7ioni e turba didatticamente il r,ego~lare svolgimento delle lezioni e la preparazio-ne degli alunni;

3) presentare al Parlamento il dise-gno di legge relativo allo stato giuridico, te~nendo conto delle esigenze della scuola edel personale;

4) modificare la legge-delega sul rias~setto, tenendo conto della mutata realtàdella scuola e delle esigenze del personale;

per l'organizzazione della scuola:

1) per !'istituzione di nuove scuoLe oistituti, tenere conto delle effettive esigenzedella società italiana ed europea e dello svi~luppo della cultura, anche e soprattutto perevitare che la nostra scuola continui a licen~ziare giovani diplomati e laureati senza pos~sibilità alcuna di occupazione, quali ragio~nieri, geometri, periti, maestri, professori,laureati in legge, in economia e commercio,eccetera;

2) orientare le scelte degli studi dellefamiglie e dei giovani nella giusta direzioneper fornire l'istruzione che non si appalesi,poi, inutile e superata nella società contem~poranea;

3) riorganizzare la scuola elementarecon !'istituzione di un direttore didattico inogni plesso scolastico, cui dovrebbero es-sere affidate mansioni esclusivamente didat~tiche; con la soppressione del direttore di~dattico di circolo e dell'ispettore scolasticodi circoscrizione che la farragine delle di-sposizioni vigenti ha ridotto ad organi am~ministrativi superati dal progredire inces~sante dei tempi e dei mezzi di comunica~zione; con l'impiego degli attuali direttoridi circolo e degli ispettori di circoscrizionepresso gli uffici del Provveditorato agli stu~

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Senato della Repubblica ~ 3720 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

di, affidando loro mansioni specifiche nelcampo didattico;

4) istituire corsi per insegnanti e pro-fessori al fine di sperimentare forme nuoved'insegnamento, sganciando casì la situazio.ne attuale dalla stagnaziane didattica e for.mativa;

5) coordinare didatticamente e inmodo organico gli insegnamenti di tutta }ascuola d'obbligo ed al termine di essa at-tuare UD piano di orientamento;

6) riorganizzare la scuola media disecondo grado prev,edendo, oltre le riformedi struttura, speciali disposizioni:

a) per il cont'enuto degli insegna~menti che non dovranno essere più statici,ma orientati alla formazione di una culturache contribuisca a sviluppare la personalitàdegli alunni e le loro possibilità creatrici se~condo le esigenze del mondo moderno;

b) per i metodi d'insegnamento chedovrebbero tenere conto dei probLemi con.temporanei;

c) per la valutazione degli studi chedovrebbe portare a sostituire, anche in modograduale, gli esami nozionistici can provepiù confacenti a valutare sia le attitudinidegli aLunni che la loro cultura;

d) per le misure disciplinari chedovranno essere improntate a ,regole e me-todi democratici atti ad avviare i discentialla loro formazione civica;

7) considerare la scuola come il mi.gliore strumento democratico per cui i gio.vani possano avviarsi ad una vita autonomain un ambiente sociale a rapido sviluppo.(moz. . 19)

Annunzio di interrogazioni

P RES I D E N T E. Si dia Lettura delleinterrogazioni pervenute alla Presidenza.

T O R E L L I, Segretario:

GIANQUINTO. ~ Al Ministro del lavoro

e della previdenza sociale. ~ Per sapere se

non intenda subito provvedere perchè sianoindette le elezioni del consiglio di ammini.

strazione del Consorzio produttori latte del.la provincia di Venezia ponendo casì fine al~l'attuale gestione corrnnissariale ingiustifi~cata, antiecanomica e perciò dannosa, siaper i produttori che per la generalità deicansumatori.

Detto Consorzio è gestito da un commis-sariO' governativo da oltre sei mesi, per dipiù la gestione cammissariale è stata proro.gata per altri sei mesi il 12 dicembre 1968,prima della scadenza del precedente perio.do, e qualche giorno prima della castituzio.ne del Governo Rumar, qualche giorno pri.ma, cioè, del mutamento. del titolare del Mi-nistero del lavoro e della previdenza sociale.

L'interragante chiede di conascere per.chè ciò si sia verificato e in particalare per.chè si sia voluto tagliere al nuavo Ministroil potere e il diritta di decidere in merita aduna gestione commissariale la cui esistenzainteressa saltanto l'organizzazione bono-miana.

L'interragante chiede, inaltre, di conasce-re se il Ministro sappia che il commissariogovernativa, dopo aver licenziato il diretto~re generale del ConsorziO', ha subordinato lacarresponsione dell'indennità di licenziamen~to all'impegno del direttore generale mede~simo a trasferire permanentemente la pro.pria residenza fuori della provincia di Ve-nezia.

L'interrogante chiede, infine, se il Mini-strO' non ravvisi in quest'impasiziane la pa.tente violaziane dell'articolo 16 della Costi.tuzione a, quanto meno, il delitto di violen.za privata aggravata, e quali provvedimen.ti intenda adottare per ristabilire la legalità.(int. or. - 438)

CIFARELLI. ~ Al Ministro degli affariesteri. ~ Per conoscere se e in quali modiil Governo della Repubblica intenda espri.mere la solidarietà commossa del popoloitaliano in presenza dei tragici suicidi distudenti e di operai posti in atto a Praga ein altre città della Cecoslovacchia.

Essi dimostrano drammaticamente laeroica contrapposizione dell'intero popolocecoslovacco alla crescente distruzione diogni residua libertà, sotto la ferrea occu.pazione sovietica, e il popolo italiano non

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Senato de.zla Repubblica V Legislatura~3721~

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

può non far sentire, anche nella massimaassise internazionale, cioè l'ONU, la propriavoce a sostegno della ancora indomita Ce~coslovacchIa. (int. or. ~ 439)

MADERCHI, CINCIARI RODANO Maria

Lisa, MAMMUCARI, BUFALINI, PERNA. ~

Al Mmistro dell'mterno. ~ (Già mterp. ~ 79)

(int. or. ~ 440)

ROMAGNOLI CARETTONI Tullia. ~ Al

Ministro della pubblica Istruzwne. ~ Per

conoscere:

se risponda a verità la notizia che nellaPiana di Sibari, in prossimità del luogo ovesorgeva l'antica città attualmente oggetto disondaggi e riceDche anche da parte di uni~versità straniere, stia per sorgere una zonaindustriale;

quali provvedimenti intenda prendereper salvaguardare tale plaga estremamenteimportante dal punto dI vista archeologicoe destinata a notevole sviluppo turistico.(int. or. ~ 441)

Interrogaziomcon richiesta di risposta scritta

BONAZZI. ~ Ai Ministri della dIfesa e deltesoro. ~ Per sapere se non ritengano chela lentezza con la quale procede l'espleta~mento delle pratiche riguardantI la conces~sione dell'assegno annuo ed il confenmentodell'onorificenza dell'Ordine di VIttorio Ve~neto aglI ex combattentI della guerra 1914~1918, di CUI alla legge 18 marzo 1968, n. 263,debba indurre ad impartire disposizioni agliuffici competenti affinchè si provveda ad ac~celerare al maSSImo l'evasione delle prati~che suddette. (int. SCI'. ~ 1096)

LI VIGNI. ~ Ai MinistYl dei lavoYl pub~blici e del lavoro e della previdenza sociale.~ Per conoscere la loro valutazione in ordine

alla richiesta del comitato assegnatari exINA~Casa di Ferrara di una sollecita emana~zione dei decreti intenninisteriali previstidalla legge 18 marzo ]968, n. 352, pr::r la re~golamentazione ordinaria e straordinaria eper le spese generali, nonchè di un sollecito

incontro fra le partI per una equa soluzionedei problemi relativi all'esecuzione dei lavoridi manutenzIOne straordmaria nei quartieriINA~Casa. (int. SCI'. ~ 1097)

BIAGGI, NOÈ. ~ Al Presidente del Consi-glio dei ministri. ~ Per conoscere quale sia

l'esatta situazione del progetto ELDO, perquanto concerne la partecipazione italiana,tenuto conto che il lancio F7, avvenuto il 30novembre 1968 dal poligono di Woomera,dopo alcuni rinvii per difficoltà tecniche, nonè riuscito a mettere in orbita il satellite diprova italiano STY (Satellite Test Vehicle).

Gli interroganti desiderano particolarmen~te conoscere quali Impegni finanzian abbiacontratto il nostro Governo per il prosegui-m'Bnto della partecipazione al programma equale, d'altra parte, sia l'atteggiamento deglialtri Governi associati nell'impresa.

Infine, chiedono quale SIa il bilancio pre~ventivo per gli esercizi futun nel quadro del~lo sviluppo di queste iniziatIve astronautkhee quali siano le azioni intraprese, sulla basedei recenti avvenimenti, per tutelare il per~sonale italiano impegnato presso l'organismointernazionale nonchè quello che presso l'in-dustria italiana lavora per il programma.(int. SCI'.- 1098)

VARALDO, TORELLI. ~ AL Mimstro del

lavoro e della previdenza sociale. ~ Per sa~

pere:

1) se è a conoscenza del suo Ministeroche l'INAIL, nell'applicare la legge 12 mar-zo 1968, n. 235, riguardante miglIoramential trattamento economico degli infortunatidel lavoro, già liquidati in capitale o in ren~dita vitalizia, considera come grado di in~validità quello iniziale anzichè quello attua~le, rendendo così vane le legittIme attese diuna parte dei benefici ari e la volontà delParlamento;

.

2) se non ritiene dover mtervenire ur-gentemente presso l'Istituto predetto per in~dudo ad una esatta e doverosa applicazionedella norma. (int. scr. - 1099)

FOLLI ERI. ~ Ai Ministro dei trasportte dell'aviazione civile. ~ Per conoscere se i

competenti uffici del suo Dicastero hanno

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Senato della Repubblica ~ 3722 ~ V Legislatura

23 GENNAIO 196963a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICa

avuta natizia delle gravi candiziani di disa~gia e di pericala nelle quali si svalge il ser~vizia autO'mabilistica sO'stitutiva sulla Luce~ra~Faggia e se nan ravvisi l'O'ppartunità diripristinare il serviziO' can autamatrici mar-cianti sui binari della tratta Lucera~Faggia,cO'nsiderata che l'eventuale ecanamia sullagestiane nan legittima la sO'ppressiO'ne dellalinea ferraviaria che assalve pressanti esi~genze sO'ciali che interessanO' vaste catega~rie di lavaratori, O'peratari ecanO'mici, stu~denti e prafessionisti, i quali, in numera sem~pre più rilevante, giarnalmente, per le 10'1'0attività, raggiunganO' Faggia da Lucera e dainumerasi paesi del subappennino dauna.(int. su. ~ 1100)

VARALDO, MACAGGI. ~ Al Ministro del

lavoro e della previdenza saciale. ~ Per sa~pere:

l) se sia a canascenza che l'INAIL nan

ha finara ritenuta di daveI' procedere allarivalutazlOne delle rendite già m carsa alla

data del 2 marzo 1968 a favare dei mediciradialesi e dei lorO' superstiti, interpretandO'casì la legge 30 gennaio 1968, n. 47, nel modopiù speciosa e più cantraria aHa volontà del

Parlamenta che, nell'elevare da 1 a 3 mi~.

liani dI lire la retribuzione annua da assu~

mere carne base per la liquidazione dellerendite, ha altresì provveduto ad aumenta~

re m quasi eguale percentuale la misura deipremI;

2) se nan ritenga di dover mtervenirepresso l'Istituta predetta per richiamarloall'esatta applicaziane della legge, anche alfine di evitare che si prolunghi ulteriarmen-te l'attesa legittima dei beneficiari diretti osuperstiti;

3) se, infine, in caso di reIterata resi~stenza dell'Istituto, nan giudichi necessariala presentazione immediata di una davero~sa norma interpretativa. (int. SCI'. - 1101)

ALBARELLO. ~ Al Mimstro della pubbli-ca istruziane. ~ Per conoscere se intendeintervenire per revO'care la nomina del se~gretario del PatronatO' scalastico del comu-ne slO'veno di Monrupina (Trieste).

L'interrogante fa presente, infatti, che ilProvveditare agli studi di Trieste ha prefe~rito naminare segretaria del Patranata la si~gnora Fartuna (ignara della lingua dellamaggioranza degli scalari), mentre i mem~bri del Patronato stessa avevano eletta l'in~segnante Glaoka Biteznik, che canosce, tral'altro, la lingua italiana e quella slavena.(int. SCI'. - 1102)

GUANTI. ~ Al Mimstra del lavoro e del~la prevldenza saclale. ~ Per sapere se nanintenda intervenire can idanei, tempestivipravvedimenti ande tranquillIzzare venti fa~miglie di assegnatari di case per lava rata l'iin Matera e nel cantempa accertare le re~sponsabilità in merito alla castruzione dellecase di Via Giustina Fartunata.

Can regalare banda di cancarsa e secandala graduatoria degli aventi diritto, nel 1958venivanO' assegnati in Matera gli alloggi delcantiere n. 9416 di VIa Giustina Fortunatoa venti famiglie; successivamente, a causadi infiltraziani di acqua e cedimentO' delterrena, i suddetti allaggi si reserO' inabita~bili per cui gli inquilini, nell'aprile 1965, fu~rana trasferiti negli alloggi del cantiere nu~merO' 18388 di Via Nazianale.

A distanza di tre anni e mezzo, l'Istitutoautonomo case pO'palari di Matera, in data18 navembre 1968, per conto della GESCAL,invitava le venti famiglie a ritarnare neivecchi alloggi di Via Giustino Fortunato inquanto gli stessi sarebbero l'i diventati abi~tabili a seguito dei lavari di risanamento.

Gli assegnatari non intendono ritornarenegli allO'ggi di Via Giustina Fortunata daessi ritenuti tuttara inidanei, forti in que~sta convinziane poichè alcuni tecnici ebbe-ro ad affermare, fin dal 1965. che, data lanatura franosa del terreno, i locali nan era-

nO' riattabili, ma che si rendeva necessariala loro campleta demalizione e la costru~zio ne ex nava fin dalle fandamenta.

Si rende pertantO' necessaria adattareun pravvedimenta di sanataria per rendererefinitiva l'assegnazione precaria degli al-laggi del cantiere n. 18388 di Via Nazianale,mentre una severa inchiesta davrebbe ac~certaI c le responsabilità in ordine alla co~struzione delle case del cantiere n. 9416 diVia Giustino Fortunato. (int. scr. - 1103)

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Senato della Repubblica ~ 3723 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 23 GENNAIO 1969

PEGORARO. ~ Al Ministro per gli inter~

venti straordinari nel Mezzogiorno e nellezone depresse del Centro~Nord. ~ Per ca~nascere in base a quali criteri il Camitatadei ministri ha ripartita i fandi previsti dal~la legg,e n. 614, in favare delle zone depressedel Centra~Nard, tra le provincie del Ve~neta.

Per sapere se carrispande a verità che lesamme pro capite risultanti da tale riparti-ziane sana le seguenti: pravincia di Venezia,lire 15.700; pravincia di Padava, lire 9.750;pravincia di Belluna, lire 7.850; provinciadi Raviga, lire 7.000.

Paichè la natizia di tale ripartiziane hacreata grave disagiO' e una farte preaccupa~ziane negli Enti lacali (camuni e pravin~de) e tra le papalaziani delle zone maggiar~mente depresse, l'interragante chiede al Mi~nistra una sallecita rispasta e, nel casa chela natizia carrisponda al vera, se nan ri~tenga appartuna pramuavere la revisianedi tale ripartiziane. (int. scr. ~ 1104)

ROSSI, ANTONINI. ~ Al Mmistro della

agricoltura e delle foreste. ~ Per sapere se

intende intervenire per modificare la can~dotta del sua Ministero nei confronti del.l'Ente regianale di sviluppa agricala perl'Umbria.

Tale Ente si trava, da quandO' è stata ca~stituita, in una stata di paralisi, sia per l'as~senza di una palitica agraria rifarmatrice (edè la causa prindpale), sia per il fatta che glivenganO' negati i mezzi finanziari necessaria svalgere una qualche utile attività e a giu~stificare la sua esistenza.

Tale stata di cose appare particalarmentegrave di frante al pragredire della crisi cheinteressa la regiane umbra. (int. SCL ~ 1105)

Ordine del giornoper le sedute di venerdì 24 gennaio 1969

P RES I D E N T E. Il SenatO' tarneràa riunirsi damani, venerdì 24 gennaiO', in due

sedute pubbliche, la prima alle are 9,30 ela secanda alle are 16,30, can i seguenti ar~dini del giarna:

ALLE ORE 9,30

DIscussiane del dIsegna di legge:

Canversiane in legge del decreta~legge18 dicembre 1968, n. 1234, recante narmerelative alla integraziane di prezzo pertaluni pradatti agricali (381).

ALLE ORE 16,30

L Seguita della discussiane delle mazianinn 7, 10, 12, 14, 15, della svalgimentadelle interpellanze nn. 24, 50, 73, 77 e delleinterragaziani nn. 81 e 113.

II. DIscussiane dei disegni di legge:

1. ,Appravaziane ed esecuziane dell' Ac~cardO' tra l'Italia e la Francia relativa allequestiani daganali e fiscali per la gestianedel trafara stradale del Mante Bianca,conclusa a Padgi il 7 febbraiO' 1967 (148).

2. Adesiane al Pratocallo per una nuavapraraga dell'Accarda internazianale delgrana 1962 adattata a Washingtan il 15maggiO' 1967 e sua esecuziane (149).

3. Ratifica ed esecuziane del PratacalloDer la ricanduzione dell'Accarda interna,zlOnale sull' alia d' aliva del 1963 adattataa Ginevra il 30 marzo 1967 (150).

4. CODIGNOLA ed altri. ~ Candano di

sanz}oni disciplinad cannesse can agita,ziani palitiche, sindacali e studentesche(24~Urgenza).

5. ZANNIER e BURTULO. ~ Prarogadel termine prevista dalla legge 16 dicem~bre 1961, n. 1525, relativa alle agevalazia~ni tributarie a favare degli stabilimentiindustriali del territoriO' del camune diManfalcane e del territaria della zonapartuale Aussa~Carno in pravincia dI Udi~ne (29).

MOZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO:

BANFI, ARNONE, ALBERTINI, CODIGNOLA, MANCINI, FORMICA, ROSSI DO~RIA, IANNELLI, ZUCCALA'. ~ II Senato,

cansiderata il gravissima stata di crisiin cui, da tempO', si trova il settare dell'Amministraziane della giustizia, denunciata in

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3724 ~

63a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STE'rOGRAFICO

convegni di studio, dalla stampa e da ognial tra mezzo di informazione;

preso atto che sono in corso nel Paeseagitazioni di tutte le categorie di operatoridella giustizia che rischiano di paralizzareun settore così vitale delle libere istituzionidemocratiche,

delibera:1) di invitare il Ministro di grazia e

giustizia a presentare al Senato una relazio~ne sullo stato organizzalivo dell'Amministra~zione della giustizia con la specificazione,per ogni sede giudiziaria, del numero di ma~gistrati e cancellieri in organico, di quellieffettivamente assegnati e di quelli presentiin sede, nonchè del carico gIUdiziario perogni sede giudiziaria;

2) di invitare lo stesso Ministro aprendere provvedimenti amministrativi im-mediati per affrontare i problemi più ur-genti. (moz. ~7)

FINIZZI, ARENA, BERGAMASCO, PA~LUMBO, VERONESI, BIAGGI, BONALDI,D'ANDREA, BOSSO. ~ Il Senato,

considerata la grave situazione in cuiversa l'amministrazione della giustizia inItalia, la cui crisi è stata di recente sottoli-neata dal Procuratore generale presso la Cor~te di cassazione e dai Procuratori generalidelle Corti di appello nei discorsi tenuti inoccasione della inaugurazione dell'anno giu-diziario, nonchè da numerosi ordini del gIOr-no approvati dalle assemblee degli Ordiniforensi e da manifestazioni di privati citta~dini intese a sollecitare un più fattivo inte-ressamento degli organi competenti per taleprimario settore della Pubblica Amministra~zione;

rilevata la urgente ed improrogabile ne-cessità di risolvere sollecitamente in modoorganico e completo i numerosi e gravi pro~blemi che impediscono che l'amministrazio-ne della giustizia sia pronta ed efficiente, pro-vocando con ciò un senso di sfiducia e disaginon indifferenti ai cittadini ed a quanti ope-rano nell'Amministrazione,

impegna il Governo a farsi promotoredelle iniziative necessarie a risolvere con sol~lecitudine i problemi del funzionamento del-la giustizia ed in particolare ad adottare sen~za indugio:

23 GENNAIO 1969

a) la ristrutturazione delle sedi giudi~ziarie fatta in modo da tener conto dellemutate ,esigenze della popolazione in rela~zione al suo sviluppo economico e sociale;

b) l'adeguamento del numero dei ma-gistrati, dei cancellieri e del personale ausi~liario alle effettive esigenze dei distretti giu~diziari;

c) la riduzione delle spese processualie dei relativi oneri fiscali in modo da consen~tire a tutti i cittadini di ottenere senza sacri-fici la tutela dei loro diritti;

d) l'adeguamento dei locali e del ser~vizi tecnici in relazione alle necessità di unagiustizia moderna e non anacronistica;

e) l'istituzione dei tribunali ammini~strativi locali. (moz. ~ 10)

TOMASSINI, VALORI, DI PRISCO, AL-BARELLO, MASCIALE, CUCCU, FILIPPA,LI VIGNI, MENCHINELLI, NALDINI, PEL-LICANO', PREZIOSI, RAIA. ~ Il Senato,

ritenuto -che la causa della crisi dellagiustizia è da ravvisarsi nella conservazionedi un ordinamento giuridico in contrastocon l'attuale condizione dello sviluppo so-ciale e degli interessi generali voluta dallaclasse al potere a chiari fini repressivi eautoritari e a garanzia dell'assetto economi-co della società;

ritenuto che tale crisi si manifesta nel~le norme sostanziali e in quelle processuali,nonchè nel costo e nelle arretrate ed antide-mocratiche strutture della giustizia, ed èstata denunciata clamorosamente nelle ulti-me settimane in tutta Italia da magistrati,avvocati, cancellieri ed altri ausiliari dellagiustizia, nonchè da cittadini danneggiatidall'attuale stato di cose;

ritenuto che il Governo non ha finoraprovveduto nè attualmente provvede a di~sporre e a proporre soluzioni effettive, tal-chè le stesse norme costituzionali sono ri~maste inattuate anche per questa parte, men~tre urge provvedere radicalmente,

impegna il Governo a sottoporre al piùpresto al Parlamento una precisa relazionesullo stato attuale dei problemi, allo scopodi pervenire a soluzioni improntate al finedi rendere l'esercIzio della giustizia derno~cratico ed accessibile a tutti e in partico-lare ispirate ai seguenti princìpi:

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V Legislatura~ 3725 ~

23 GENNAIO 1969

Senato della Repubblica

ASSEMELEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO63a SEDUTA (pomerid.)

a) adeguamen to delle leggi penali e

di pubblica sicurezza al principio della tute~la dei diritti del cittadino in luogo dell'asso~Iuta tutela della proprietà e dei pubblicipoteri, nonchè della persecuzione di posi~zioni e attività costituzionalmente garantite,ma sgradite alla classe dominante;

b) adeguamento della legge civile allatutela prioritaria dei diritti dei lavoratori edei diritti pubblici e privati nella famiglia enei rapporti economici, in conformità alleattuali esigenze della società;

c) garanzia di una giustizia civile ra~pida e gratuita, in particolare per le contro~versie del lavoro, e di una giustizia penalerealizzata attraverso Il processo accusato~rio, la parità tra accusa e difesa, la tuteladella libertà personale, la certezza di ade~guata difesa per tutti;

d) riforma democratica dell'ordina~mento giudiziario e dei suoi organi di auto~governo, fondata sull'eguaglianza dei magi~strati al di fuori di ogni vincolo gerarchico,in qualsiasi funzione. (moz. ~ 12)

TERRACINI, MARIS, PETRONE, TEDE~seo Giglia, TROPEANO, LUGNANO, MAC~CARRONE Pietro, GIANQUINTO, PERNA,D'ANGELOSANTE, VENANZI. ~ Il Senato,

convinto che ogni ulteriore attesa nel~l'affrontare e risolvere i gravissimi, premen~ti problemi dell'Amministrazione della giu~stizia, ormai ridotta, per inveterata e col~pevole incuria, a condizione non più tolle~rabile in una civile e democratica convi~venza di popolo, costituirebbe fonte di allar~manti processi degenerativi d'ordine moralee sociale nel Paese;

ritenuto che ciò sia essenzialmente con~seguenza della mancata attuazione dellaCostituzione e della conservazione ostinatadi strutture e leggi risalenti ai tempI pre~repubblicani e fascisti, dei quali portanonetta l'impronta ed esplicita l'ispirazione;

constatato che il dilagante discreditodelle istituzioni, nel campo specifico, insor~ge anche dal mancato accoglimento dellefondate e ripetute sollecitazioni avanzate,con particolare conoscenza di causa e vali~dlssime argomentazioni, da tutti gli opera~tori della giustizia, confortati dall'appoggiodella totalità dei cittadini;

riservata ogni maggiore iniziativa di ri~forma in connessione con il non più pro~crastinabile rinnovamento di tutta interal'Amministrazione dello Stato nelle sue va-ne articolazioni;

consapevole delle proprie responsabi~lità e deciso a farvi prontamente fronte,

indica nei punti oltre elencati le mate~ne per le quali urge legislativamente prov~vedere, avvalendosi allo scopo dell'ampiomateriale dI indagim, elaborazioni e propo~

j ste, SIa raccolto dalle commissioni ufficial~

mente insediate e operanti nel corso degliultimi 20 anni, sia offerto dalle associazioniqualIficate, nonchè da singoli studiosi edespertI:

1) un nuovo ol'dinamento giudiziarioche attui glI indirizzi democratici e costitu~zlOl1ali rappresentati dal giudice elettivo,dal giudIce monocratico, dal ridimensiona~mento del collegI della Corte d'appello edella Corte di cassazione, dal ripristino del~la giuria popolal'e nei giudizi avanti le CortidI assise e dalla ristrutturazione, con ade~guati organici, dei Tribunali per mino~renni.

2) la riforma dei codici, con la pienaattuazione del sistema accusatorio nel pro~cesso penale, la riforma della legge di pub~blica sicurezza e l'istituzione, anche in osse~quio alla sentenza della Corte costituziona~le, di organi di giustizia amministra1Jiva chenon siano giudici speciali;

3) la riforma del pl'Ocesso del lavoro edel diritto di famiglia;

4) la defisca1izzazione del processo ci~vile e del processo penale, massimamenteper quanto attiene al,le controversie che de~rivano dai rapporti di lavoro e di famiglia;

5) l'istituzione di un servizio di assi~stenza legale inteso come servizio sociale;

6) la ri£orma dell'ordinamento peniten~ziario e delle leggi di prevenzione della de~linquenza minodle;

7) l'adeguamento al numero dei magi~stratI ed all'accresciuto carico giudiziariodei cancellieri, dei segretari, del personaledel servizio sociale, dei dattilografi, degliufficiali giudiziari, nonchè dell'attrezzaturatecnica degli uffici e delle aule. (moz. ~ 14)

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Senato della RepubbhL to. ~ 3726 ~ V Legislatura

63a SEDUTA (pornerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

BETTIOL, COPPOLA, TESAURO, GIRAU-DO, MANNIRONI, FOLLIERI, BERNARDI-NETTI, VENTURI, TORELLI. ~ Il Senato,

considerate le cause vaste e profondedel disservizio e dello stato di crisi in cuiversa l'Amministrazione della giustizia, cherischiano di scuotere la fiducia dei cittadinie il prestigio della Magistratura, supremagaranzia del diritto;

considerato che la base e la premessaper la soluzione della crisi sono costituitedalla esigenza indilazionabile di adeguamen-to delle leggi fondamentali dello Stato aiprincìpi costituzionali, da una sollecita ri-forma dell'ordinamento giudiziario e dell'or-dinamento professionale forense, da una piùidonea ridistribuzione territoriale delle sedidegli uffici giudiziari, da un aumento degliorganici del personale esecutivo, nonchè dal-l'apprestamento e potenziamento di attrez-zature immobiliari e mobiliari, richieste dal-le esigenze moderne e dalla funzionale or-ganizzazione degli uffici, unitamente alla in-troduzione di strumenti legislativi che eli-minino eccessi di fiscalismo e che rendanomeno costoso, per i meno abbienti, il ricorsoalla giustizia,

invita il Ministro di grazia e giustiziaa farsene promotore. (moz. 15)

INTERPELLANZE ALL'ORDINE DEL GIORNO:

NENCIONI, CROLLALANZA, DE MARSA-NICH, DINARO, FRANZA, FILETTI, FIO-RENTINO, GRIMALDI, LATANZA, LAURO,PICARDO, TANUCCI NANNINI, TURCHI.

~ Al PresIdente del ConsiglIO del ministri

ed al Ministro dI grazia e giustizia. ~ Conriferimento alle comunicazioni del Governoin merito al proposito di « sottoporre ad unaradicale innovazione il potere dI propostadella grazia}) per « abbandonare alcuni cri-teri superati e non compatibili con una con-cezione democratica e moderna dell'esecu-zione della pena }),

si interpellano il Presidente del Consigliodei ministri ed il Ministro di grazia e giusti-zia (a parte la legittimazione dell'inoltro del-la grazia ad opera dei direttori degli istitutIdi pena) per conoscere:

1) quante domande di grazia sono stateaccolte dal gennaio 1964 al luglio 1968;

23 GENNAIO 1969

2) se non ritengano che la pratica dellagrazia, usata come metodo costante, non sitrasformi in uno strumento di Governo, di-scriminatorio e non certo ispirato alle altefinalità dell'istituto di giustizia sostanzialee umana nel caso concreto;

3) se non ritengano che debba essereriaffermata categoricamente, cioè con forzacogente e perentoriamente condizionante, laesigenza del perdono delle parti lese, cioèdelle vittime dei delitti, del risarcimento deldanno morale e materiale scaturente dal de-litto, del ravvedimento, della parziale espia-zione della pena, per evitare il ripetersi direcenti sconcertanti episodi di violazione ~

da parte del Ministro guardasigilli con !'inol-tro di provvedimenti di clemenza ~ delle

norme di legge poste a tutela dell'istituto edella società offesa. (inteI1p. - 24)

ARNONE. ~ Al Ministro di grazia e giu-stizia. ~ Per sapere:

se ritiene compatIbile con le esigenzedi un efficiente sistema giudiziario la gra-ve situazione determinatasi nelle Preture diCaltanissetta, Gela e Mazzarino e nell'Ufficiounico notifiche ed esecuzioni, le cui disfun-zioni, da tempo segnalate ad opera dellalocale classe forense, hanno costretto que-st'ultima ~ di fronte al più assoluto disin-teresse degli organi competenti ~ ad aste-

nersi dalle udienze in segno di protesta;se non ritiene che l'indicata 5>ituazione

sia stata ulteriormente aggravata dalla re-visione delle piante organiche concernentila Corte d'appello, la Procura generale, ilTrIbunale, la Procura della Repubblica ela Pretura di Caltanissetta, reviSIOne cheha comportato la riduzione dei magistratiassegnati a tali organi;

se non ritiene altresì che la predetta re-visione, oltre ad essere del tutto inoppor-tuna, non sia anche gravemente viziata permotivi di legittimità, avendola disposta ilGoverno con propr io provvedimento suc-cessivamente alla scadenza della delega con-feritagli in materia dal Parlamento;

se, di conseguenza, non ritiene di adot-tare con la massima urgenza tuUe le inizia-tive di sua competenza per la revoca di talerevisione e per la eliminazione delle disfun-zioni determinatesi nelle sopraindicate Pre-

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Senato della Repubblica V Legislatura~ 3727 ~

23 GENNAIO 1969ASOSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO63a SEDUTA (pomerid.)

ture, restituendo così la necessaria dignitàal lavoro di quanti, con abnegazione e sa~cri,fìcio, si dedicano alla amministrazionedella giustizia. (interp. ~50)

NENCIONI, CROLLALANZA, DE MARSA~NICH, DINARO, FRANZA, FILETTI, GRI~MALDI, LATANZA, PICARDO, TANUCCINANNINI, TURCHI. ~ Al Presidente delConsiglio dei ministri ed al Ministro di gra~zia e giustizia. ~ Con riferimento alla aisidella giustizia e alla esigenza di soluzioniradicali e globali, con rigetto di interventiparziali che portano solo incertezza del di~ritto e difformità interpretative;

con rHerimento ai continui interventidella Corte costituzionale che, di fronte al~l'immobilismo carente e colpevole del Par~lamento, producono vuoti legislativi checreano problemi di interpretazione sistema~tica da parte delle Procure generali costret~te a supplire con circolari a carenze legi~slative,

per conoscere quali provvedimenti in~tendano prendere per creare un'Amministra~zione giudiziaria che possa svolgere la suafunzione con celerità e prestigio, venendoincontro alle elementari esigenze della co~munità nazionale, e per riportare fiducia nelParlamento e negli organi del Potere giudi~ziario. (interp. ~ 73)

GALANTE GARRONE, PARRI, CORRAO,MARULLO. ~ Al Ministro di grazia e giusti~zia. ~ Sulla situazione attuale della giustiziain Italia.

In particolare, si desidera conoscere:

1) se e quali disegni di legge, oltre quel~li già presentati al Parlamento, siano allostudio del suo Dicastero in merito alla ri~forma dei codici, dell'ordinamento giudizia~rio e dell'ordinamento penitenziario;

2) quale sia l'attuale situazione del co~

siddetto « organico » della Magistratura, spe-cie di quella giudicante; in concreto, quantisiano i magistrati destinati all'effettivo eser~cizio dell'attività giudiziaria (e come ripar~titi per sedi, e con quale « carico » rispetti~vo di lavoro) e quanti i magistrati a tale at~tività sottratti perchè destinati all'eserciziodi attività amministrative presso i vari Mi~nisteri o presso altri organi (anche in tale

ipotesi con specifica indicazione dei dati re~lativi); se per l'esame di tale situazione eper lo studio di ogni adeguata misura peril miglioramento della situazione stessa sia~no stati adottati o siano all'esame collega~menti continui e assidui fra il Ministero digrazia e giustizia e il Consiglio superiore del~la Magistratura;

3) quali provvedimenti di carattere ur~gente si intende adottare per adeguare allereali necessità gli organici del personale de~gli uffici giudizi ari e per ammodernare le at~trezzature di questi ultimi;

4) se e quali studi siano stati iniziati osiano previsti al fine di adeguare la legisla~zione tuttora vigente ai precetti della Costi~tuzione e alle decisioni della Corte costitu~zionale;

5) se e quali provvedimenti, oltre al di~segno di legge relativo alla difesa dei nonabbienti, siano allo studio al fine di assicu~rare a tutti i cittadini, qualunque sia la lo-r') rOnòi7ione economica, l'effettiva tuteladella legge e il concreto e sollecito ricono~scimento dei loro diritti;

6) se e come si pensi di rinnovare so~stanzialmente l'istituto del difensore d'uf~ficio nei procedimenti penali;

7) se e come si intenda rinnovare,ampliandone i compiti, l'arcaica istituzionedei giudici conciliatori, sostituendola con al~tra organizzazione di «giudici di pace» de~stinati, nelle controversie civili e penali dipiù limitata portata, ad applicare la legge;

8) se e quali provvedimenti siano stati

adottati o siano allo studio per attrarre ver~so l'esercizio della Magistratura i giovani piÙpreparati, superando ogni oggettivo limitederivante dalla provenienza di classe;

9) se e quali collegamenti siano stati

adottati o siano all'esame fra il suo Dica~stero e gli Ordini forensi, per un più ampioe penetrante esame della situazione sottotutti i profili e per una conseguentementepiù valida e meditata soluzione dei proble-mi della giustizia in Italia.

È ferma convinzione degli interpellantiche la soluzione di tali problemi, la cui gra~vità è rivelata, fra l'altro, da recenti e si~gnificativi episodi, si renda necessaria e ur~gente e debba rispondere all'esigenza prima~ria di adeguare tutte le leggi e gli ordina~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3728 ~

63a SEDUTA (pomerid,) ASSEJ\1BLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

menti ai precetti, troppo a lungo obliterati,della Costituzione della Repubblica. (interp.~ 77)

INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO:

SEGRETO. ~ Al Ministro di grazia e giu~stizia. ~ Per sapere:

se è a conoscenza della grave situazionein cui versano gli uffici giudiziari del cir~condario di Sciacca, zona terremotata;

se, in pairticolare, è a conoscenza chead aggraV3Jre la stasi dell'attività giudizia~ria si aggiungono notevoli carenze, tra cuila mancata sostituzione del giudice Ortola~ni, trasferito in altra sede; la soppressionenell'organico della pretura di Sciacca delposto di uditore ~ vice pretore; il trasferi~

mento avvenuto già da tempo del pretore diBivona e quello imminente del pretore diS. Margherita Belice; la mancata assegna~zione di un segretario alla Procura della Re~pubblica e di cancellieri alle preture diS. Margherita, di Ribera e di Bivona; lamancanza di un ufficiale giudiziario e di unaiutante presso il tribunale di Sciacca; lamancanza di un ufficiale giudiziario presso]a pretura di Ribera e la pretura di Bivona;

se è a conoscenza, inoltre, che la pre~tura di S. Margherita Behce non può tene~re udienze perchè, a prescindere dal giàannunziato trasferimento del pretore e del~l'avvenuto trasferimento del cancelliere, es~sa travasi in atto installata in una scomo~da ed indecorosa balracca priva di telefo~no e sotto ogni aspetto non confacente all~la dignità ed all'efficienza di un ufficio giu~diziario, e che presso la pretura di Bivonale udienze si tengono in un corridoio delmunicipi'O di pomeriggio e cioè quando que-sto è sgombro di persone;

per sapere se, in considerazione dellanotevole mole pendente presso la preturadi Sciaoca e tuni gli altri uffici gindizia-Di del circondario, intenda promuovere pres~so ill Consiglio superiore della magistraturatutti quegli opportuni provvedimenti attiad eliminare gli inconvenienti lamentati.(int. or. ~ 8I)

AVEZZANO COMES. ~ Ai Ministri digrazia eo giustizia e del lavoro e della previ-

23 GENNAIO 1969

denza sociale. ~ Per conoscere qualì urgen-ti ed adeguati provvedimenti intendono adot~tare per ovviare al disservizio che si è venu-to a creare nell'amministrazione giudiziariapresso diversi tribunali e in particolaJ1e pres~so quelli di Roma, di Milano e di Bari, perla lungaggine delle cause aventi ad oggettocontroversie di lavoro.

In particolare, i giudizi per il riconosci~mento deUe pensioni d'invalidità presso i1tribunale di Roma vengono rinviati ad udien-ze collegi ali di oltre un anno, mentre quellidi trattazione in genere di quattro mesi inquattro mesi. A tutto questo si aggiungonoi ritardi frapposti dai consulenti medici neldeposito delle relazioni di consulenza non~chè la nomina indiscriminata di questi ul~timi che vengono dà circa un anno sceltitra medici generici assolutamente sprovve~duti nelle materire della medicina del lavo~ro e senza aloun titolo di specializzazionein medicina legale, talchè tra gli inconve..nienti dei rinvii, i ritardi dei consulenti e ledeficienze delle relazioni peritali, il lavora-tore ammalato o invalido, quindi in condi~zioni fisiche menomate e spesso senza Javo~ra, per vedersi riconosciuto il proprio dirit~to è costretto ad attendere 5 anni durantei quali, oltre a restare senza sostentamento,non è ammesso a fruire dell'assistenza ma~lattia deH'INAM.

Si chiede pertanto se non si ravvisi lanecessità:

a) di procedere con urgenza all'aumen~to degli organici dei giudici destinati alle se-zioni lavoro presso i tribunali più oberati;

b) di richiamare l'attenzione dei presi~denti dei tribunali sull'importanza umana esociale di tali giudizi che meritano, per imotivi sopra detti, precedenza di tratta-zione;

c) di costituire presso i tribunali un ag-giornato albo di consulenti medici partico~larmente specializzati in medicina del lavo-ro scelti tra quelli che hanno già dato provadi particolare competenza e di solerzia neldeposito della relazione di consulenza.(int. or. ~ 113)

La seduta è tolta (ore 21,20).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei resoconti parlamentari