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Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticale.

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Semiramidea Milano: i giardini pensili e il verde verticale.

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Semiramidea Milano: i giardini pensili e il verde verticale.

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Basta perdere tempo con soluzioni insensate e poco utili. L’inquinamento da PM10 e da gas nocivi per la salute delle persone è arrivato a Milano ad un livello inaccettabile.Non possiamo più sopportare questo stato delle cose, tra blocchi del traffico che non danno risultati e segnalazioni di una Lombardia come luogo più inquinato d’Europa.Milano ha bisogno di cambiare aria, di aria pura, di verde, di spazi d’incontro per la salute psicofisica delle persone.I giardini pensili sono una soluzione, una soluzione vera.Occorre un accordo istituzionale, occorre che i partiti dialoghino e condividano un percorso comune. Non è semplice mettere da parte l’ascia di guerra e pensare al bene della cittadinanza insieme con gli avversari di sempre ma è arrivato il momento di farlo. Noi ci crediamo e per questo motivo abbiamo generato una visione della città dove il verde non è più relegato come contorno ma diventa base portante della riqualificazione futura. Ci sono in essere cambiamenti urbanistici fondamentali con la ridefinizione degli scali ferroviari e l’approccio nuovo ai Navigli. Ora bisogna guardare concretamente dove possiamo operare per cambiare il volto grigio della città. Ci sono tanti tetti piani, tanti tetti a falde da rifare che potrebbero trasformarsi in giardini pensili, in terrazze da vivere. Basta essere UOMINI e CREDERE NEL FUTURO GREEN DELLA CITTA’, basta muovere le decisioni politiche in modo armonico. La città ha bisogno di scelte forti. Missione Architetto è nata per questo e Semiramide è una proposta per guardare avanti, oltre le solite inutili soluzioni non soluzioni.Allora ecco cosa chiediamo: incentiviamo e valorizziamo coloro che si impegnano a portare il verde in ogni angolo della città. Sarà la nostra salvezza non a discapito dell’architettura ma per l’architettura del paesaggio. Sono scelte IMPORTANTI che parlano di vita, di benessere, di efficienza energetica, di tecnolgia, di tutti quei valori trasmessi dalle testimonianze che portiamo in questo dibattito dal nome storico e incisivo. Portiamo a Milano Semiramide e i suoi giardini pensili, è l’impegno di SpazioMiA Milano City e di tutti i soci Pro del network di Missione Architetto. arch. Fabio Vicamini

Semiramide arriverà a Milano: l’impegno dei soci Pro di Missione Architetto.

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Missione Architetto no profit è nata l’8 novembre 2012 per condurre tutti coloro che fanno parte della filiera architettonica e che aderiscono al suo network, verso pratiche virtuose che danno luogo a progetti e realizzazioni di qualità, ecosostenibili, domotiche, emozionali, personalizzate sul cliente, capaci di considerare il tema risparmio nel modo più attento, ricchi di arte e design, pensati per il benessere psico-fisico delle persone.Questo modo di intendere l’architettura ha prodotto il Manifesto di Missione Architetto che tutti coloro che lo condividono possono entrare a far parte del sistema operativo semplicemente iscrivendosi a uno SpazioMiA territoriale. Attualmente gli SpaziMiA attivi sono: SpazioMiA Milano1, SpazioMiA Milano San Siro, SpazioMiA Milano City, SpazioMiA Monza e Brianza, SpazioMiA Vigevano ed è in fase di costituzione SpazioMiA Milano Bovisa.Le associazioni territoriali prevedono molteplici vantaggi e opportunità rivolte ai progettisti (architetti, ingegneri, geometri, tecnici, designer, che devono collaborare senza logiche di corporativismo) agli artigiani, fino alle aziende con i loro responsabili, possono aderire come soci PRO. Gli SpaziMiA propongono vantaggi anche alle persone o alle famiglie che possono associarsi come soci Ordinari. I primi hanno tutti a disposizione un un sito internet, www.missionearchitetto.it, in cui apparire, presentarsi e condividere le proprie iniziative, conoscere direttamente altri professionisti e sviluppare collaborazioni e vari strumenti informatici per collaborare tra studi (www.yammer.com/missionearchitetto,

Missione Architetto: un network di progettisti per realizzare Architettura Virtuosa.

www.infopage.com, www.organizzo.io, vari social).Il circuito prevede per il 2016 altre 10 aperture in varie parti d’Italia, tramite l’appoggio dell’iniziativa da parte di aziende sensibili ai temi trattati e la partnership di associazioni che condividono la stessa visione. L’arch. Fabio Vicamini è il presidente dell’associazione madre che sviluppa l’apertura delle associazioni territoriali. Attualmente i soci sono più di 150 quasi tutti professionisti o collegati ad aziende partner, la previsione per il 2016 è arrivare a quota 600 soci. Il tempo dell’architettura virtuosa è iniziato.

arch. Elisabetta Cegnar resp. Ufficio stampa Missione Architetto [email protected]

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Quando e da dove nasce l’idea di Missione Architetto? A quale esigenze risponde?Missione Architetto nasce nel 2012 da un incontro con alcuni progettisti interessati alla casa eco domotica da me realizzata come esempio di architettura di qualità presso lo show-room Lops arredamenti di Trezzano sul Naviglio. L’idea che ci univa era quella di divulgare, mostrando ad un pubblico il più eterogeneo possibile, concetti come quelli dell’ecosostenibilità delle abitazioni, della domotica alla portata di tutti, del benessere del vivere quotidiano, dell’emozionalità della vita casalinga, della personalizzazione attenta delle finiture, dell’attenzione massima al risparmio energetico partendo da l’involucro, della qualità italiana, che va dal bello e funzionale al piacere emotivo della tecnologia, dall’arte e al design integrando nell’architettura costruzione e arredi.L’obiettivo che ci siamo posti era quello di cercare di portare la figura dell’architetto ad essere riconosciuta come un punto di riferimento

essenziale e inderogabile nel momento in cui una famiglia aveva la necessità di ristrutturare o costruire la propria abitazione. Da questi concetti è nato il “Manifesto di Missione Architetto sull’architettura virtuosa”.

Come sta evolvendo il mondo delle professioni e dell’architettura in Italia?È in corso un cambiamento epocale. Siamo di fronte ad una crisi molto forte nel mondo delle costruzioni e si è creato un gap enorme tra domanda e offerta con un forte crollo del valore di tutte le abitazioni che non corrispondono a parametri di efficienza energetica e di benessere abitativo (80% degli immobili). In più la figura dell’architetto si è svalorizzata ulteriormente non venendo riconosciuta come elemento nodale nella definizione di un progetto ma quasi un male necessario, quasi da evitare. La situazione assomiglia molto a quella in cui si trovava il settore alimentare quando è nata Slow Food nel lontano 1986 ossia allora c’era in corso una grave crisi di settore generata da scandali come quello del metanolo e non vi era in Italia nessuna particolare valorizzazione del mestiere di chef e della qualità della filiera. Con Missione Architetto stiamo cercando di ripercorrere la stessa esperienza di Slow Food. Sappiamo che sarà un percorso lungo e molto

difficile ma ci crediamo fortemente. Il termine Missione sembra “cozzare” con il mondo del lavoro e delle professioni? Come mai avete scelto questo nome?La scelta è caduta sulla parola “missione” proprio perché c’era e c’è la necessità di differenziarsi da tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento nel settore della comunicazione sull’architettura e si voleva sottolineare che occorreva un opera nuova di divulgazione partendo dall’ABC dell’informazione. Un ritornare alla base e riconsiderare tutto il sistema architettura in Italia ripartendo da zero.L’architettura, il design e l’arte stessa non sono una materia per un’élite di eletti o un tema secondario della nostra quotidianità ma il senso stesso dell’importanza del Made in Italy e del valore del nostro paesaggio e delle nostre città. Un valore enorme ed essenziale di ciò che è l’Italia. Deve essere resa comprensibile e trasferita ad un numero sempre maggiore di persone. Deve diventare una materia di studio importante come l’italiano, scienze o la matematica e questo fin dalle scuole elementari.

Quali sono i soggetti coinvolti nel progetto? L’architettura è un lavoro di squadra, e l’architetto è come se fosse l’importante allenatore che sceglie

Missione ArchitettoL’agronomo Andrea Bucci ha intervistato l’architetto Fabio Vicamini, Presidente di Missione Architetto. L’associazione no profit è nata per costruire reti di professionisti al servizio dell’architettura di qualità. In un mercato del lavoro globale è sempre più difficile affrontare la libera professione in “solitaria”. Indispensabile costruire alleanze capaci di elaborare progetti sostenibili, originali e a beneficio della collettività.

Intervista agr. Andrea Bucci

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chi far giocare per raggiungere la massima qualità in relazione al budget a disposizione, proprio come il lavoro di uno chef o di un chirurgo deve saper utilizzare tutte le professionalità che lo circondano per raggiungere l’obiettivo del massimo ottenibile per soddisfare il proprio cliente nel rispetto di ambiente, deontologia e benessere delle persone. Senza però trascurare salute, sicurezza e disponibilità economiche. Occorre quindi considerare l’intera filiera di produzione, valorizzando nel modo giusto la professionalità.

Quali vantaggi hanno i professionisti e le aziende aderenti?Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi abbiamo scelto di percorrere la stessa strada intrapresa con i Convivi da Slow Food nel settore dei sapori e della qualità e valorizzazione dei prodotti e del territorio ossia abbiamo scelto di costruire un grande network operativo composto da associazioni territoriali di professionisti denominate SpazioMiA. Il vantaggio che vogliamo offrire è la possibilità di unirsi in un grande studio di architettura virtuosa che produca opportunità di lavoro e crescita di valore delle competenze e delle possibili opportunità da offrire a ciascun socio sia a livello di potenzialità che di economie di scala.

Che iniziative e progetti avete

curato? E per il futuro cosa ha in cantiere Missione Architetto?Nei primi tre anni di lavoro abbiamo sperimentato molto, affittando una location e costruendo eventi e iniziative le più svariate e coinvolgenti rispetto altri professionisti o clienti. Siamo passati da convegni a corsi di formazione, da trasmissioni televisive a pubblicazioni internet, da eventi stile Fuori Salone a serate dedicate alla cucina e al tango per coinvolgere target nuovi. A giugno 2015 ci siamo sentiti pronti per iniziare il percorso di apertura degli SpaziMiA e ne abbiamo aperti 5 (Milano 1, Vigevano, Milano San Siro, Milano City, Monza e Brianza) e nel 2016 l’obiettivo è arrivare a 15 associazioni territoriali con 600 soci.Ogni associazione deve porsi un tema da condividere con gli associati e proporsi sul territorio in modo unito e coinvolgente. Ad oggi abbiamo in corso 6 iniziative: Missione casa e Mach2.0 (il coworking di Missione Architetto) con SpazioMiA Milano 1, Semiramide: il giardino pensile e il verde verticale con SpazioMiA Milano City, il Coraggio che Manca con SpazioMiA Milano San Siro e SavingArt con SpazioMiA Vigevano e La casa attiva e l’albergo diffuso (ristrutturazioni a contract) con SpazioMiA Monza E Brianza.

Cosa deve fare chi vuole prendere parte al progetto “Missione Architetto”?

Le associazioni territoriali sono aperte a tutti, anche al cliente finale e aderire costa 15€ mentre i professionisti possono diventare SociPro donando a Missione Architetto no profit, la madre del progetto, almeno 140€ oltre naturalmente alla quota di 15€ per aderire all’associazione locale e possono così entrare nei CDA e utilizzare il brand partecipando attivamente ai progetti territoriali.Ogni socio Pro può diventare promotore di una nuova associazione territoriale e gli è sufficiente trovare altri 9 nuovi soci Pro disponibili a diventare soci fondatori. Missione Architetto mette a disposizione tutto ciò che occorre.Alle aziende interessate a sostenere l’iniziativa, entrando in tutte le attività standard di comunicazione di Missione Architetto, chiediamo un contributo minimo di 1.500€. abbiamo un data base di più di 10.000 professionisti. Le aziende possono aderire, sostenendolo, anche ad un progetto territoriale proposto da uno SpazioMiA oppure semplicemente aderendo come SocioPro con un proprio rappresentante ad una delle associazioni locali.A breve attiveremo sistemi di pagamento, modalità di collaborazione anche a distanza molto evolute con modelli di comunicazione molto innovativi. Insomma ci sentiamo pronti per diventare grandi.

Il logo dell’associazione, che sta diventando un lait motiv di tante iniziative dedicate alla progettazione, al benessere ambientale, alla qualità della vita e dei territori tramite le associazioni locali denominate SpazioMiA (Spazio Missione Architetto), con l’obiettivo di far confluire lavoro e opportunità concrete sugli associati PRO. Sempre nel nome della qualità e dell’architettura virtuosa.

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I GIARDINI pensili hanno una storia lunga millenni. In principio fu Babilonia, poi vennero i tetti verdi scandinavi e islandesi e ancora i terrazzamenti dei parchi italiani rinascimentali.Dopo secoli di oblio architetti, paesaggisti, botanici e naturalisti riscoprono l’antica tecnica del tetto verde che diventa un’icona progettuale tra le più frequentate della fine del Novecento e del nuovo millennio. Città e territori fortemente antropizzati, inquinamento atmosferico, verde urbano ridotto al lumicino o poco curato, riscaldamento climatico, aumento delle piogge torrenziali sono solo alcuni dei motivi che stanno incentivan l’utilizzo del giardino pensile nelle sue due forme, estensiva e intensiva, in edifici di nuova progettazione ma anche nel settore delle ristrutturazioni. Perchè SEMIRAMIDE (come abbiamo scelto) o Babilonia o Ninive? L’archetipo, come detto, fu Babilonia, una delle più note

fra le sette meraviglie del mondo antico, ampiamente rappresentata dai pittori nel corso dei secoli. Un mito messo in discussione da Stephanie Dalley, docente di assirologia a Oxford, che ha passato gli ultimi vent’anni a studiare la reale collocazione dei mitici giardini pensili dell’antichità e ha condensato tutto il suo sapere in The Mystery of the Hanging Garden of Babylon, edizioni Oxford University Press. La studiosa demolisce tutte le ipotesi tradizionali, date per acquisite da più di un secolo. I celeberrimi giardini, ha stabilito, non erano a Babilonia, al centro dell’Iraq attuale, ma 500 chilometri più a nord, a Ninive. E non furono ideati da Nabucodonosor

II, sul trono fra il 605 e il 562 avanti Cristo, bensì, un secolo prima, dal predecessore Sennacherib, costruttore del primo acquedotto al mondo, 50 chilometri di condutture dalle sorgenti di montagna a Ninive, appunto. Numerosi i documenti raccolti dall’archeologa inglese a supporto della sua tesi. Tra gli altri, un bassorilievo conservato nei depositi del British Museum che rappresenta il palazzo di Ninive durante il regno di Assurbanipal: raffigura giardini sopraelevati molto simili a quelli descritti dagli antichi storici (testo tratto da Giardini pensili, se la salvezza delle metropoli cresce sui tetti di Marco Angelillo).

Obiettivi di SemiramidePromuovere l’opinione pubblica, e coinvolgere il mondo professionale e imprenditoriale alla progettazione dei giardini pensili per trarre quei benefici “GREEN” auspicabili per una miglior qualità della vita sia urbana che extra urbana.Per mettere in rete e valorizzare le eccellenze attive sul territorio milanese, dall’altro per raccontare e far conoscere a tutti i cittadini di Milano l’obiettivo di allargare la comunità di persone che vogliono adoperarsi per una città sempre più “green” e più virtuosa. arch. Giuseppe Jonghi Lavarini

Il quartiere di Porta Nuova a Milano che utilizza il giardino pensile come correttore urbanistico, come collegamento aree urbane e come struttura edilizia residenziale e terziaria privata rende possibile il concetto di più verde, più natura, più tranquillità. Un grande parco di 90.000 mq per correre, camminare, giocare. Porta Nuova è un unico piano pedonale di oltre 160.000 mq, attraversato da 2 km di percorsi pedonali e 5 km di piste ciclabili: così “I Giardini di Porta Nuova” sono collegati al Giardino De Castillia dell’Isola, alla piazza Gae Aulenti, ai percorsi pedonali di Garibaldi e alla passerella ciclopedonale su Via Melchiorre Gioia che porta al quartiere Varesine. Inoltre, nell’area di Porta Nuova il Green deve essere uno strumento che le istituzioni devono saper agevolare e

promuovere.L’obbiettivo del Convegno SEMIRAMIDE è attivare con efficacia e consapevolmente le istituzioni a siglare un programma e redigere un nuovo regolamento edilizio che faccia del “GREEN” = il giardino pensile - un sostanziale contributo alla qualità del vivere sociale, il benessere della nostra casa / appartamento / quartiere / città. 1. L’invito alla stampa promosso dal convegno deve servire per promuovere l’opinione pubblica e renderla consapevole delle soluzioni migliori auspicabili del “ buon costruire “ 2. L’invito al mondo professionale, progettisti, costruttori, imprenditori a unirsi e a raccogliere energia e soluzioni e effettive realizzazioni

Palazzo Marino, il gonfalone di Milano e un particolare di Sala Alessi, sede del 1° Convegno: Semiramide a Milano.

senza cercare alibi o utopie non concretamente definibili. 3. L’architetto deve poter essere agevolato nel progettare realizzare il GREEN “ rendendo consapevole il committente dei vantaggi sia di qualità del costruito sia dei risparmi economici che ne derivano nel nuovo modo di progettare e costruire. 4. L’obiettivo è la creazione di nuovi posti di lavoro creando nuove occasioni imprenditoriali = aumentando sia la domanda che l’offerta per mettere in contattoLE AZIENDE che fanno del GREEN, il loro businnes con il mondo professionale degli Spazi Missione Architetto del nuovo modo di fare architettura e edilizia virtuosa.

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Come trasferire secondo lei l’esperienza fatta in Expo per una città come Milano?Tra i Valori fondamentali delle Esposizioni Universali vi è la diffusione delle conoscenze, l’innovazione e la sostenibilità. Il potenziale di una Esposizione Universale è proprio quello, ambizioso, di poter raggiungere e coinvolgere milioni di visitatori ma anche centinaia e centinaia di operatori (dai progettisti, ai designer, dalla logistica alle tecnologie per le infrastrutture ed i servizi) Attraverso lo stimolo fatto non solo di regolamenti, ma anche di lineeguide e momenti di sensibilizzazione, pensiamo di aver contribuito ad un importante aumento della conoscenza, della consapevolezza, al fine del miglioramento delle scelte e delle azioni, tanto su scala locale che globale. Il Sito dell’Esposizione Universale di Milano, con i suoi 1,1 milioni di mq e 150.000 “abitanti” medi al giorno, può essere considerato a tutti gli effetti un quartiere di una città come Milano. Ogni esperienza maturata nella preparazione e gestione di questo “quartiere”, può avere una

sua replicabilità, pur con i dovuti adattamenti.Tra gli elementi distintivi che possono sicuramente trovare applicazione in una città, si possono ricordare:• l’applicazione di nuove tecnologie smart e più sostenibili da parte dei Partner nella infrastrutturazione del Sito per distribuzione energia, TLC, mobilità, security e altri servizi che hanno migliorato le performance di sostenibilità; RSE-Gruppo GSE ha stimato una riduzione di 90 mila MWh di energia primaria da fonte fossile e di 21.000 t di CO2, minori costi di materiali e di manutenzione per 6 milioni di €, proprio grazie a queste nuove tecnologie rispetto a quelle tradizionali; • la prevenzione dello spreco alimentare con la raccolta del cibo non somministrato e la sua destinazione a strutture caritatevoli;

sono state recuperate 50 tonnellate di cibo nel semestre, per un valore di 67.000 euro;• la valorizzazione dei rifiuti con il raggiungimento del 70% di raccolta differenziata (la città di Milano è già ad un ottimo 53%) con l’impiego di mezzi e soluzioni ad alta sostenibilità;• la carbon management con il completo offsetting delle emissioni di CO2 di nostra responsabilità;• la compensazione del valore ecologico perduto con la costruzione del sito espositivo attraverso interventi locali di riqualificazione ambientale concordati localmente.

Quali sono le caratteristiche progettuali imprescindibili, dal suo punto di vista, di un progetto ecosostenibilmente verdeOvviamente, ogni progetto va studiato ad hoc. Nel caso del Sito espositivo Expo il Verde ha avuto uno

01 - L’AGRONOMOCon Expo, Gloria Zavatta, responsabile della sostenibilità, ha vissuto un’esperienza unica e totalizzante. Abbiamo ragionato con lei sugli aspetti trasferibili per un progetto futuro per la sostenibilità della Milano metropolitana.

Intervista di arch. Giorgio Ferrando

spazio rilevante, pari a circa il 20% dell’intera superficie: 250.000 m2 popolati da 12.000 alberi di cui circa 2.000 da frutto, come gelsi, meli, susini e albicocchi, 85.000 arbusti, 107.000 piante acquatiche e 150.000 essenze erbacee. Complessivamente oltre 250 specie autoctone differenti a tutela delle biodiversità. Il progetto è stato sviluppato per intrecciare modelli di paesaggio quali ambienti spontanei e costruiti, in equilibrio tra naturalità e rigore, sostenibilità e produzione, funzionalità ed estetica. E, ancora, sono state realizzate 11 vasche di fitodepurazione per una superficie complessiva di 9.000 m2, al fine di depurare le acque superficiali di prima pioggia.Inoltre, ai partecipanti che hanno realizzato la propria area espositiva abbiamo fornito delle Linee Guida (Sustainable Solution Guidelines) con degli specifici indirizzi. In particolare, con l’obiettivo di ridurre l’impermeabilizzazione per mantenere le funzioni naturali del suolo, il 30% della superficie del lotto assegnato doveva essere destinato ad area verde o aperta e non impermeabilizzata; con l’obiettivo di ridurre la domanda di energia per il raffrescamento e limitare i consumi di energia elettrica contenendo il fabbisogno energetico abbiamo richiesto di destinare il 50% della superficie coperta del lotto a verde (tetti o pareti verdi). Il risultato ottenuto a livello complessivo di Sito, oltre agli obiettivi di efficienza nell’uso delle risorse naturali, è stato un ambiente ed un paesaggio molto gradevole. Cosa si potrebbe suggerire oggi, vista la condizione delle nostre città inquinate, alla politica come dato imprescindibile e da tenere assolutamente sotto osservazione a partire da subito per il verde, per l’ecologia, per uno star bene e meglio rispetto alla salute e all’aria che respiriamo tutti insieme? Tante sono le priorità nelle nostre città, ma “le priorità tra le priorità” che a me personalmente stanno particolarmente a cuore sono la

argr. Gloria Zavatta responsabile della sostenibilità in Expo. Lavoro in fase di conclusione con lo smantellamento del sito.

salvaguardia del suolo come bene prezioso, anche ai fini della resilienza ai cambiamenti climatici, limitato e non riproducibile, nonché le risorse contenute nei rifiuti e quindi la massimizzazione della raccolta differenziata di qualità e l’invio effettivo a riciclo dei materiali raccolti.

Un’immagine del cardo, l’asse di percorrenza che portava al Padiglione Italia e all’albero della vita.

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Lei è una grande esperta di verde pensile e il Bosco Verticale, che ha realizzato come consulenza tecnico agronomica, insieme con lo studio Emanuela Borio, su progetto dello studio dell’arch. Stefano Boeri, rappresenta l’origine per l’Italia di un nuovo modello architettonico di assoluto valore internazionale. Qual è il valore più significativo che ha ricevuto da questa esperienza che ha toccato e ha fatto crescere la sua professionalità? Mi hanno spesso chiesto come sono riuscita a svolgere al meglio questo incarico quando in Italia non c’era ancora in nessun luogo, applicato realmente, un tema del genere e nemmeno avevo avuto alcuna esperienza precedente di bosco verticale. Per poter affrontare questo tema ho iniziato a girare il Mondo per capire cosa e come si stava agendo in altri paesi. Ad esempio Singapore è la patria di questi interventi. Nel settore della progettazione, in Italia, si è aperta una strada nuova, si può fare, è una realtà ormai concreta, percorribile. Ci voleva un progetto forte per prendere coscienza del fatto. Per me è stato un punto

fondamentale nella mia crescita personale il cui percorso si collegava in maniera diretta con il mio pensiero e la mia visione di città. Una visione che in molti agronomi è già presente.E’ stata un’esperienza molto bella, coinvolgente che ha avuto riconoscimenti internazionali di altissimo livello. Penso che il sapere di aver partecipato con altri professionisti all’apertura di una nuova frontiera per le nostre città sia questo il valore che sento di aver dato e ricevuto da questa esperienza.

Molti dicono che il giardino pensile concepito in questo modo “è una cosa solo per ricchi” perché vedono questo edificio sicuramente importante e di grande valore. Ma il bosco verticale è vero che è una cosa solo per ricchi? Per quanto riguarda i costi di gestione del bosco verticale, essendo l’operazione di manutenzione una gestione centralizzata, alla fine, tirando le somme, non è certo più costosa di quanto lo possa essere manutenere un proprio spazio verde anzi, al contrario, i costi diventano inferiori grazie ad una programmazione contemporanea di tante utenze.

Ci sono delle essenze arboree che richiedono meno manutenzione riseptto ad altre e ce ne sono alcune più facili da gestire? Ci sono quelle che possono vivere in un contenitore tranquillamente senza avere grossi problemi. L’albero ha delle straordinarie capacità di

adattamento, se tu ragioni pensando alle esigenze dell’albero riesci a renderlo felice, non sacrificandolo come spesso capita ai nostri alberi in città, in certi spazi angusti invasi dal cemento o dall’asfalto. Questa esperienza ha insegnato a tutti i professionisti coinvolti valori importanti di comprensione delle dinamiche di rapporto tra architettura e verde pensile, a me per prima. Il grande lavoro di squadra che ne è il risultato è davanti agli occhi di tutti.

02 - L’AGRONOMOLaura Gatti è una professionista di primario livello nel settore delle consulenze di tecnica agronomica. Con la realizzazione del Bosco Verticale, il suo profilo professionale ha preso spessore internazionale. Un mondo di opportunità si è aperto davanti ai suoi occhi.Intervista di arch. Fabio Vicamini

Due immagini suggestive della realizzazione “Il bosco verticale” progetto architettonico di Stefano Boeri con consulenza tecnico agronomica di Laura Gatti.

Laura Gatti, paesaggista e dottore agronomo

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Come influisce la presenza di verde nei confronti del clima urbano?Il verde è un elemento di mitigazione del clima urbano. L’addensamento cittadino è responsabile del fenomeno chiamato l’isola di calore. Tale fenomeno è caratterizzato da una consistente alterazione degli eventi climatici e ha notevoli influenze sulle concentrazioni degli inquinanti. L’isola di calore è definita come la differenza di temperatura tra l’ambiente urbano e quello rurale circostante. Tale gradiente termico è dovuto all’influenza che l’urbanizzazione e la presenza umana hanno sull’interazione tra gli strati d’aria più prossimi al suolo. Vi sono sostanzialmente tre elementi che influiscono sull’isola di calore urbana:- fattori fisici, legati ai materiali con cui è costruita la città;- fattori morfologici, dipendenti dalla forma della città (altezza e distribuzione orizzontale degli edifici)- fattori antropici, dipendenti dalle funzioni e dalle attività svolte all’interno delle città. La presenza di maggiori superfici a verde può contribuire ad un migliore adattamento climatico?Certamente. Le superfici urbane

influiscono sulla temperatura e l’umidità cittadina, attraverso una serie di effetti legati a tali superfici: riflessione, emissione, inerzia termica, evapotraspirazione (dalla vegetazione e dal suolo) e l’evaporazione (dalle superfici liquide). Ora se pensiamo ad un tetto verde e consideriamo l’inerzia termica, un tetto spoglio può avere una differenza termica di 100 gradi tra la temperatura massima estiva e la temperatura minima assoluta. Per un tetto con verde, invece, tale differenza si riduce a soli 30 gradi.C’è anche un ulteriore effetto benefico. Grazie alla traspirazione delle piante poste sui tetti, le masse d’aria soprastanti vengono a contatto con la superficie più fredda del materiale vegetato e, raffreddandosi, scorrono verso il suolo generando

una corrente che corre lungo la parete dell’edificio. Una volta raggiunto il suolo, tale corrente innesca una turbolenza artificiale che rimescola l’aria vicino alla strada e contribuisce sia a ridurre la concentrazione degli inquinanti sia a rinfrescare l’aria vicino al suolo. Quale l’influenza sul clima, se presente, può avere una maggiore superficie permeabile in area urbana?La presenza di alberi e vegetazione nelle città ha il vantaggio primario di ridurre la temperatura della superficie e dell’aria, ma occorre considerare anche gli effetti protettivi per quanto riguarda la gestione dell’acqua piovana in caso di fenomeni intensi e la protezione dal fenomeno dell’erosione. Anche i tetti verdi contribuiscono a mitigare le temperature oltre a ridurre il carico che grava sulla rete di smaltimento delle acque piovane che può essere invece assorbita dalle piante. Gli interventi di copertura vegetativa intorno e sopra gli edifici, oltre le pareti, aumentano la “massa termica” dell’edificio, riducendo la quantità di calore trasferita da e verso l’edificio e riducendo le escursioni termiche. Alla superficie l’involucro verde è più freddo dell’aria (su tetti normali la temperatura può superare quella dell’aria di 50°C). Le superfici verdi sugli edifici estendono anche la vita dell’edificio, catturano le particelle in sospensione, integrano l’inserimento degli edifici nel paesaggio e trattengono le acque meteoriche

03 - IL METEREOLOGOI cambiamenti di temperatura e la situazione climatica sono uno dei segnali più importanti da monitorare in modo costante per capire lo stato della situazione ambientale e gli allarmi per la popolazione metropolitana. Ne parliamo con Raffaele Salerno CEO di Epson Meteo.Intervista di ing. Alberto Lodi

evitando i picchi di scorrimento dell’acqua piovana. Quali strategie possono essere messe in atto per ottimizzare gli effetti benefici del verde urbano sul clima e l’ambiente?Un recente studio dell’EPA, l’ente di protezione ambientale degli Stati Uniti, ha mostrato l’importanza dei tetti verdi per la loro capacità di trattenere l’acqua piovana in funzione delle loro caratteristiche di spessore del substrato e la capacità specifica di trattenere l’acqua. In generale poi i tetti verdi hanno la capacità di ridurre l’acidità presente nelle acque meteoriche.Un altro studio dell’università dell’Arizona ha modellizzato l’efficacia nella riduzione delle temperature dell’aria da parte dei tetti verdi, ricoperti di vegetazione e capaci di ricreare gli effetti di raffreddamento tipico delle aree non urbane. Complessivamente, lo studio ha mostrato che gli effetti dei tetti verdi vanno oltre la riduzione della temperatura, influenzando indirettamente anche la domanda di energia. Lo studio dimostra che non esiste una soluzione valida per tutte le

Sotto, Raffaele Salerno, CEO Epson Meteo. Nella pagina a lato, il centro Epson Meteo di Milano.

situazioni e che bisogna tener conto di una serie di aspetti, tra cui i fattori geografici e l’uso dell’energia.

In conclusione quali strategie si possono mettere in atto per migliorare il benessere climatico nelle città?La presenza di aree vegetate all’interno delle città e sui tetti degli edifici contribuisce al benessere climatico e ambientale nelle aree urbane. La mitigazione dell’isola di calore permette, ad esempio, di diminuire le conseguenze delle ondate di calore estive, ma occorre anche pensare a strategie integrate che portino benefici quali la riduzione della domanda di energia e acqua, la riduzione dei consumi di energia da combustibili fossili, la riduzione dell’inquinamento e le emissioni di gas clima alteranti. Tali strategie passano attraverso una gestione intelligente dell’energia, come può avvenire, ad esempio, grazie al sistema predittivo in continuo delle condizioni meteorologiche costruito dal Centro Epson Meteo e gestite dai sistemi Blackbox Green. Tale integrazione tecnologica offre, tramite l’utilizzo dei dati meteo,

gli algoritmi costruiti sulle formule relative alla gestione dell’energia termica ed elettrica ed i sensori dedicati in campo, una corretta e completa analisi, in tempo reale via Web, di tutte le dinamiche del sistema edificio-impianto-ambiente soddisfacendo così le norme vigenti, le Linee Guida ENEA e le direttive UE. Ciò garantisce l’ottimizzazione dell’efficienza energetica oggi richiesta dalla legislazione ma in gran parte non ancora realizzata. La riduzione delle perdite di calore e l’aumento del raffreddamento naturale degli edifici nel periodo estivo, la diffusione delle aree vegetate, la modificazione della riflettività e delle capacità emissive degli elementi urbani e dei materiali edili, la gestione delle acque piovane per ridurre i fenomeni alluvionali e contribuire ulteriormente alla mitigazione dell’isola di calore fanno del tetto verde o dei giardini pensili un potente ed efficace strumento, generando così risparmio energetico, mitigazione dell’inquinamento atmosferico e sonoro, assorbimento dei gas serra, aumento della disponibilità di habitat per fauna.

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Che cosa sono i “Green Building Council” (GBC)?I Green Building Council, incluso il GBC Italia cui appartengo fin dalla sua fondazione, sono un movimento di associazioni nate dalla filiera dell’edilizia, il cui capostipite è lo U.S.GBC sorto negli USA all’incirca vent’anni fa e poi diffusosi in molti altri Paesi. I GBC oggi costituiscono una comunità molto ampia di cui fanno parte molte categorie professionali, aziende della filiera edilizia oltre che semplici cittadini. L’obiettivo che accomuna tutti i GBC del mondo, al di là delle inevitabili diversità culturali, è quello di portare nella comunità degli addetti ai lavori, e più in generale nella società, una maggiore attenzione ai fattori della sostenibilità delle costruzioni, nella pratica quotidiana del lavoro di ciascuno.

In effetti si nomina sempre più spesso, anche abusandone, il termine “sostenibilità”. Qual è la definizione che ne danno i Green Building Council?Il concetto di sostenibilità trova la propria origine recente nel “Rapporto Bruntland” del 1987 il quale dice, tra l’altro “Sustainable development

meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs”. In questa formula è contenuto, nella sostanza, il principio che il mondo non appartiene solo alle generazioni attualmente viventi, ma anche a quelle che verranno dopo di noi. E’ necessaria perciò, da parte di tutti, una grande attenzione alla economia delle risorse, soprattutto le non rinnovabili, per consentire anche agli uomini ed alle donne del futuro di disporne, in modo adeguato ai loro bisogni. Per venire ad una visione più operativa della sostenibilità, oggi riconosciamo che non esiste vera sostenibilità se non vengono presi in considerazione, in modo contemporaneo ed integrato, i fattori ambientali, sociali ed economici, dato che ognuno di questi tre aspetti tende inevitabilmente ad influenzare gli altri due.

In questo quadro internazionale che ha visto il sorgere di molti GBC nazionali, a che livello di diffusione si è arrivati e quale è stato il percorso di GBC Italia?In questo momento i membri ufficiali del World Green Building Council (WGBC) sono 73 ed altri 33 Paesi stanno potenzialmente per fare il loro ingresso. Il WGBC è la rete dei GBC oggi presenti in più di cento paesi, il che la rende la più grande organizzazione internazionale del mondo, stimolatrice del mercato dei green building.GBC Italia è stato costituito nel Gennaio 2008 a Trento, per impulso

della Provincia di Trento, un territorio che tra i primi ha mostrato sensibilità per le tematiche della sostenibilità. L’Associazione conta oggi ca. quattrocento Soci, senza contare i Professionisti associati ai Chapter regionali diffusi ormai nella maggior parte delle regioni italiane. Il Chapter Lombardia, è stato costituito nel Dicembre dello stesso anno da 12 Soci Fondatori e conta oggi più di cento aziende associate e diverse decine di professionisti.

Cosa sono i Sistemi di Rating e che posto occupa il “verde” nei sistemi di certificazione della sostenibilità?Come Segretario, fin dal 2008, del Chapter Lombardia la sezione territoriale del GBC, mi sento spesso fare questa domanda. La risposta più intuitiva è che i “rating systems” sono sistemi metrici, cioè protocolli che cercano di misurare tutti i fenomeni che hanno a che fare con la sostenibilità, più o meno spinta, dei progetti delle costruzioni. Tra i sistemi di certificazione più utilizzati possiamo senz’altro indicare il LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), come ad esempio LEED Italia ed i sistemi GBC Italia, ma anche ITACA, con la Prassi di riferimento UNI/PdR 13.0:2015 ed ENVISION, il protocollo USA di Sostenibilità delle Infrastrutture, oggi finalmente utilizzabile in Italia grazie anche ai rapporti ed agli accordi che ho personalmente curato tra il 2013 ed il 2015 con l’Institute for Sustainable Infrastructure di Washington.

04 - L’ESPERTO DI ECOSOSTENIBILITA’

Alberto Lodi, Segretario di Green Building Council chapter Lombardia, ci introduce nel mondo di questa grande rete internazionale di associazioni che operano nel settore dell’ecosostenibilità in tanti ambiti del settore delle costruzioni.

Intervista geom. Sergio Alabiso

Venendo al “verde” dobbiamo prendere in considerazione come esso viene valutato dai sistemi di rating della sostenibilità ed i parametri e le prestazioni che la presenza del verde influenza, direttamente o indirettamente, nelle costruzioni quali ad esempio: temperature delle coperture e comfort termico all’interno degli edifici, effetto isola di calore, consumi energetici relativi alla climatizzazione, regime di consumi idrici per irrigazione, controllo dello scorrimento superficiale delle acque meteoriche, benessere visivo, mantenimento/ripristino degli habitat e delle aree naturali di pregio, impatto su specie o comunità ecologiche minacciate o in pericolo di estinzione, conservazione delle zone umide e dei corpi idrici, preservazione delle risorse agricole, produzione locale di prodotti alimentari, verde stradale per generare ombra e rendere più confortevole camminare per le nostre città, gestione delle acque meteoriche nel sito per prevenire l’insorgere di aree soggette a esondazione, il verde visto come barriera acustica, riqualificazione dei siti dismessi e terreni contaminati, protezione

Sopra, l’ing. Alberto Lodi mentre informa degli studenti sugli interventi fatti a livello di certificazione della sotenibilità da GBC nelle varie nuove realizzazioni nel quartiere di Porta Nuova.Sotto la grafica degli stessi interventi.

dei versanti ripidi mediante la copertura vegetale naturale. Tutto ciò in un’ottica di prevenzione dello spreco del territorio attraverso modelli compatti di sviluppo degli insediamenti umani.

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Quando si progetta una copertura a verde pensile qual è la figura professionale che deve essere coinvolta?La progettazione di una copertura a verde pensile richiede la

compartecipazione di diverse figure professionali in funzione dei benefici e prestazioni che si vogliono ottenere.Anche l’approccio quindi può essere diverso in base alle diverse professionalità coinvolte.

Quali sono i benefici che apporta la realizzazione di un giardino pensile?Possiamo dividere i benefici in due grandi famiglie:• i benefici che ricadono su tutta la comunità urbana.• i benefici di cui gode il singolo.

05 - L’AZIENDA

HARPO è una delle aziende più complete e preparate nella realizzazione di giardini pensili. Abbiamo interpellato Maurizio Crasso, il direttore commerciale divisione verde pensile, per approfondire le principali tematiche riguardo la realizzazione di un giardino pensile. Intervista arch. Fabio Vicamini

Nel primo caso una copertura a verde verrà progettata in base alle sue proprietà di influire positivamente sul climate change, l’isola di calore urbana, i deflussi delle acque meteoriche, gli agenti inquinanti presenti nell’aria, il benessere ambientale, la biodiversità.Nel secondo caso il progettista si concentrerà maggiormente sui benefici relativi al risparmio energetico, al confort abitativo, alla fruibilità delle superfici, ai costi di manutenzione, alla durata dell’opera.Per ognuno di questi aspetti il

progettista si troverà ad affrontare nodi tecnici e a dover garantire un certo tipo di prestazioni.

Quali sono le normative e le specifiche tecniche che un team di progetto deve seguire?La tecnologia moderna del verde pensile consente e si sviluppa proprio per soddisfare le richieste di cui dicevo prima e fornire al progettista prestazioni precise e soluzioni tecnologiche ad hoc, in linea con le normative vigenti come la nuova norma UNI 11235 ed i regolamenti sempre più restrittivi dei piani urbanistici.

Sono alti i costi di realizzazione del verde pensile?Se affrontato in fase progettuale come un elemento integrato dell’edificio, un verde pensile si auto finanzia già

in fase costruttiva, poiché consente di ridurre i volumi di scavo e le strutture portanti. Le tecniche disponibili risolvono in modo semplice i nodi indotti dalle diverse destinazioni d’uso della superficie, riducendo drasticamente i rischi di una cattiva esecuzione del sistema di tenuta e consentono di semplificare gli impianti di evacuazione delle acque piovane.Un giardino pensile progettato correttamente oltre a fornire le prestazioni suddette garantisce anche una maggiore longevità del sistema di tenuta.E’ infine opportuno tener conto degli sgravi fiscali che finalmente anche nel nostro Paese iniziano a rappresentare un fattore determinante per lo sviluppo del verde in città.

In alto una realizzazione Harpo, sotto Maurizio Crasso, direttore commerciale divisione Verdepensile di Harpo SpA

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Noi di SpazioMiA Milano e il verde pensile.

Pensieri e parole dal mondo della progettazione.

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24 25Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticale Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticaleSpazioMiA Milano City SpazioMiA Milano City

01 - L’ARCHITETTO Fabio Vicamini - Presidente Missione Architetto

La natura è la nostra nascita e il nostro destino. Circondarsi di verde e belle architetture è l’insieme perfetto per una vita di qualità. Il verde deve essere diffuso, ben integrato, diventando parte sostanziosa della progettazione. Questo è il nostro percorso e la nostra proposta. I soci degli SpaziMiA sono un team affiatato, un grande studio diffuso di architettura, che è pronto per le sfide progettuali della città Metropolitana.

“Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso.”(José Ortega y Gasset)

03 - L’ARCHITETTO Stefano Bazzini

Tratto da “L’albero inquilino” – 1981 di Friedensreich Hundertwasser

Ne “L’albero inquilino”, 4° manifesto di Friedensreich, si afferma che l’albero alla stregua dell’uomo è un vero e proprio inquilino, ovvero parte integrante dell’abitazione e pintandolo un po’ dappertutto, rispettando fedelmente il suo principio secondo cui la casa deve essere in armonia con la natura: “for a more human architecture in harmony with nature”.“Se un uomo sogna da solo, è solo un sogno. Se molti sognano insieme, è

Coordinatore Associazioni Partner di Missione Architetto

l’inizio di una nuova realtà.”Era fautore di un’architettura organica, irregolare, più vicina alla natura che alla ragione perché “ilpavimento piatto è un vero pericolo per l’uomo”, perché camminando sulle superfici piane, sulcemento, sull’asfalto si perde il contatto naturale con la terra, con gravi ripercussioni sull’equilibrio fisico e mentale.

Hundertwasser House

Un giardino pensile inserito in un attico a Roma.

02 - L’ARCHITETTO Mariatersa Gosparini - Amministratore delegato SpazioMiA Milano City

Il confronto continuo tra scienza e arte è il metodo di lavoro che più apprezzo nel campo dell’architettura. Ragione e creatività in questo modo si fondono per produrre il meglio di quanto l’umana vitalità possa generare.

“Un mondo che vede l’arte e l’ingegneria come divise non sta vedendo il mondo nel suo complesso.”(Sir Edmund Happold)

Il padiglione della Repubblica Ceca in Expo 2015

04 - L’ARCHITETTO Giorgio Ferrando - Presidente SpazioMiA Milano City

“Sui monti ricchi di legno si costruirà col legno, sulle glabre montane di pietra si costruirà in pietra; in alcuni luoghi sarà più economico il mattone, in altri il cemento. Moderno è sempre il materiale più economico. Oggi c’è un errore assai diffuso tra coloro che credono feticisticamente che solo il cemento e il ferro siano dei materiali moderni.”(Adolf Loos)

Missione Architetto e gli SpaziMiA dovranno farsi carico di valorizzare le diversità di costruzione, di materiali, di ingegno, di percorso creativo. L’unica salvezza del mondo è percorrere questa strada in tutti i campi del sapere.

Giardini verticali de “Universidad del Claustro de Sor Juana”, México

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05 - L’AGRONOMO Andrea Bucci - Socio fondatore SpazioMiA Milano City

L’orticoltura urbana esplica con grande efficacia i servizi ecosistemici. Produce cibo fresco a chilometro zero, raffresca e ombreggia l’ambiente, assorbe anidride carbonica, migliora il paesaggio e consente alle persone di programmare momenti di condivisione e socialità anche in chiave terapeutica. L’orticoltura urbana è cibo per il corpo e per la mente.

“Un medico può sempre seppellire i suoi errori, ma un architetto può soltanto consigliare ai suoi clienti di piantare una vite americana.”(Frank Lloyd Wright)

“L’ idea di un architetto non è mai solo formale. Deve essere al tempo stesso sociale, scientifica e poetica.”(Renzo Piano)

Tecnica, scienza e poesia unite dalle capacità creative sono nella loro unione il senso profondo del nostro lavoro. La natura è suo complemento indispensabile e vera struttura grammaticale del linguaggio che un architetto deve dominare.

Il Padiglione di Israele ad Expo 2015

L’efficienza energetica e la lotta per tutelare i microambienti dove l’uomo vive, abita e agisce al riparo dalle intemperie sono il mio credo quotidiano. Il verde pensile rappresenta un complemento essenziale di questo credo.

“L’architettura è pura energia” (Anonimo)Una fontana del giardino Pensile del Palazzo della Provincia di Ravenna

08 - L’INGEGNERE Alberto Lodi - Socio fondatore SpazioMiA Milano City - Segretario GBC chapter Lombardia

“I materiali dell’urbanistica sono il sole, gli alberi, il cielo, l’acciaio, il cemento, in questo ordine gerarchico e indissolubile.”(Le Corbusier)

L’ingegneria accompagna il lavoro degli architetti. E’ una guida instancabile e severa ma inseparabile dal percorso. Solo il dialogo e l’attenzione reciproca tra architetto e ingegnere genera la perfetta unità di progetto.

07 - L’ARCHITETTO Laura Naj Socio Pro di Missione Architetto

06 - L’IMPRENDITORESergio Alabiso - socio fondatore SpazioMiA Milano city - titolare Blackbox

Il Padiglione del Vietnam a Expo 2015D

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Bisogna sempre procedere con una visione ottimistica del futuro perchè altrimenti ci sarebbe da fermarsi e stare a guardare il mondo dissolversi nel disastro.Con Missione Architetto vogliamo un futuro migliore per la città e ci adopereremo per ottenerlo.

11 - L’ARCHITETTOMiriam Gilardi - Tesoriere SpazioMiA Milano City

10 - L’ARCHITETTOGerry Ghioni - coordinatore commissione urbanistica di SpazioMiA Milano City

Milano ha bisogno di Architettura, ha bisogno di architetti che vedano nella città un futuro di forze e bellezza, di piacere di vivere e di emozione. Arte, natura, etica, funzione e senso del paesaggio devono diventare la chiave di lettura per una scelta urbanistica più attenta e capace di fondere le periferie con il centro, unire la campagna con la città utilizzando il paesaggio come metodologia.

“Quando mi chiedono in che cosa credo, rispondo che io credo nell’architettura. L’architettura è la madre delle arti. Mi piace credere che l’architettura collega il presente con il passato e il tangibile con l’intangibile.(Richard Meier)

“Se non fossi un ottimista, sarebbe per me impossibile essere un architetto.”(Norman Foster)

09 - L’ARCHITETTOPascal Di Fazio - Socio SpazioMiAMilano 1 - Presidente Associazione Arce

Casablanca potrebbe tornare ad essere una città verde.Attualmente con oltre 5 milioni di abitanti è la città più inquinata del Marocco. Quelli che un tempo erano i suoi famosi parchi verdi sono ormai discariche di rifiuti.Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), una città deve avere almeno 10 metri quadrati di spazio verde per abitante, mentre Casablanca ha a dir tanto un metro quadrato per abitante.In realtà non ci sono più spazi verdi in molte aree della città. Non c’è più aria pulita. Il danno che è stato fatto non potrà mai essere riparato”. I quartieri poveri della città diventano

“Rintrodurre la natura nel cuore dello spazio urbano grazie all’architettura”.(Edoard François per Casablanca)

sempre più inquinati.Tutte le persone, ma in modo particolare i bambini e gli anziani, subiranno i danni maggiori provocati dall’ambiente di Casablanca.Finalmente un progetto pilota dell’architetto Edoard François, nel nuovo quantiere d’Anfa, reintrodurrà la natura nello spazio urbano. Un parco di grande dimensione e spessore e un complesso di edifici residenziali con facciate vegetali creando dei giochi mimetici con la natura omnipresente.Al centro, una piazza erbosa washingtonia corrispondente a una foresta densa e generosa. Intorno alla piazza sorgeranno delle torri in forma organica. L’architettura degli edifici gioca con tutti i suoi colori.

I padiglioni in Expo 2015 di Bielorussia, America e Olanda hanno ampiamente beneficiato del verde pensile.

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Si può fare qualcosa contro l’inquinamento delle città metropolitane? E cosa si può fare a Milano secondo Tessa Gelisio presidente di forPlanet?Ovviamente si può sempre fare qualcosa per migliorare la vita in tutte le città metropolitane. Molti sono i settori di intervento oltre al tema dell’incremento del verde. Da una parte si possono incentivare i mezzi di trasporto pubblici, rendendoli più usufruibili e migliori, dall’altra si può facilitare la mobilità sostenibile. Le piste ciclabili negli ultimi anni sono notevolmente aumentate. Del resto Milano in questi due campi è all’avanguardia in Europa e sta continuando a migliorarsi nonostante vi siano ancora ampie possibilità di intervento soprattutto uscendo dalle zone centrali dove, se vai in bicicletta, sei ancora obbligato a salire sui marciapiedi, se non vuoi correre il rischio di rimanere schiacciata. Poi bisogna lavorare ulteriormente sulla riduzione del traffico e sull’invasione di automobili inquinanti. Un altro settore dove si può fare molto è quello del riscaldamento degli immobili con la riduzione dei sistemi di riscaldamento inquinanti. E qui bisogna fare un gran lavoro

sui condomini. Ad esempio io vivo in un condominio con una caldaia ormai obsoleta ma è ancora molto difficile mettere d’accordo tutti i condomini per sostituirla. O meglio è praticamente impossibile. Se non si agisce a livello di normative è difficile si possa uscire da queste situazioni altamente dannose per l’ambiente. O si stabilisce che chi inquina di più paga di più oppure non si riuscirà mai da questo stato di cose. Bisogna operare politicamente per disincentivare scelte non green a favore di scelte green. Bisogna inoltre coltivare la sensibilità ambientale delle persone. Far comprendere che i 100€ risparmiati oggi diventeranno 200€ in più spesi domani anche a

causa dei danni ambientali. Infine un’altra cosa utile sarebbe quella di utilizzare i nuovi asfalti che riducono l’inquinamento, piuttosto che piastrelle o nuovi materiali impiegati nella bio edilizia che aiutano a assorbire le sostanze inquinanti. Ecco Milano dovrebbe essere coperta da queste tipologie di materiali. Oltre naturalmente all’incremento del verde che svolge ben più di una funzione.

Quanto l’associazionismo può incidere sulla sensibilizzazione sui temi ambientali e cercare di intervenire sulle situazioni che sono a danno dell’ambiente?L’associazionismo è fondamentale ed è solo grazie a questa modalità

06 - L’ECOLOGISTATessa Gelisio, presentatrice e autrice televisiva, ecologista, Presidente di forPlanet onlus, ma anche donna capace di comunicare in modo semplice, diretto e brillante le molte tematiche legate all’ecosostenibilità, al piacere di vivere, al benessere e alla forza dell’entusiasmo generato da una vita sana.

Intervista di arch. Fabio Vicamini

Tessa Gelisio, Presidente di For Planet e presentatrice televisiva di molte trasmissioni di successo sull’ambiente, sul gusto e sul benessere.

di aggregazione che si è riusciti a costruire quasi tutto quanto si è fatto in ambito ambientale. È infatti grazie all’associazionismo che la sensibilità ambientale è aumentata tantissimo. È grazie all’associazionismo che tante leggi sono migliorate. Senza la forza potente di questo sistema sociale oggi saremmo persi. Ci sono sulle spalle di queste realtà ancora tante sfide da portare avanti.

Tessa Gelisio è anche un’esperta di cibo e di gusto, che importanza ha l’alimentazione a Km 0?Il concetto di km0 è un po’ fuori tempo, nel senso che è impensabile che ci sia in tutta Italia un consumo al 100% a Km0. Qui a Milano, ad esempio, se si applicasse in modo ferreo un sistema di alimentazione a Km0 praticamente mangeremmo per 4 mesi solo cavoli. Un tempo forse si poteva fare anzi si faceva. Oggi però è antistorico, nessuno lo farebbe più. Quello che è fattibile invece è innanzitutto fare il Km Italia. Trovo assurdo che dobbiamo importare le arance da altri Paesi tipo Turchia o la Spagna. Abbiamo la fortuna di avere un paese posizionato perpendicolarmente in relazione al meridiano quindi con climi molto variegati. Questo fatto climatico ci permetterebbe comunque di fare una dieta completa, equilibrata e perfetta. Poi se dovessi scegliere tra una patata cresciuta a Milano, a Piacenza o in Calabria è chiaro che bisognerebbe prediligere quella prodotta più vicino perché ha un minore impatto ambientale. Come sempre però, la scelta viene lasciata al singolo e non viene incentivata quella più sensibile alle tematiche ambientali. È chiaro che la soluzione a questo problema, come la maggior parte delle tematiche di tipo ambientale, passa dalla politica e dall’applicare delle tasse in relazione al danno ambientale generato dai prodotti in commercio. In questo modo si svilupperebbe subito un maggior consumo di prodotti a ridotto impatto ambientale con notevoli benefici per l’ambiente.

Tessa Gelisio, oltre alle tante trasmissioni televisive, su www.ecocentrica.it si occupa di carsharing, risparmio energetico, benessere, cucina e tanti suggerimenti utili nella vita di tutti i giorni mentre con forPlanet sviluppa progetti concreti per contrastare il deterioramento degli ecosistemi naturali e promuove lo sviluppo sostenibile.

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L’orticoltura è associata sempre più spesso ai contesti urbani. Milano, per esempio, ha visto una vera e propria “esplosione” di orti condivisi. L’orticoltura urbana può essere anche realizzata su terrazzi e pareti verticali?Milano da sempre ispira familiari tendenze alla produzione casalinga di “verzura” sui balconi, nei cortili, nelle pieghe nascoste dei palazzi, ma negli ultimi anni sicuramente l’organizzazione tipica del luogo ha stimolato il recupero di aree che sono diventate zone ad alta efficienza in termini di stile di vita, nate a volte senza un preciso progetto, ma sempre impostate su sani criteri di economicità. La gente sta assimilando il concetto di pulito, che sia nell’aria, che sia nelle strade e che sia ovviamente nel cibo che consuma, e si avvicina in piccole masse ai mercati di smistamento nati qua e là in comodato a strutture organiche di semplici cittadini, dove non resta nulla di avanzato a fine giornata. Ma lo spirito di conquista può arrivare sui tetti, si, sui lastrici solari improduttivi che a Milano contano almeno una ventina di ettari. Certo non siamo a Roma dove l’80% dei tetti è costituito da superfici piane,

ma la città può recuperare spazi nascosti lassù dove, come dimostrano prove ambientali, le polveri sottili non arrivano, occupando infatti la fascia di 6-8 metri a ridosso del piano stradale.

Qual è l’elemento più difficile da valutare nell’ambito dei progetti di orticoltura da terrazzo? Quali sono i fattori limitanti?Lo spazio, la luce, e poi l’organizzazione generale, l’avviamento, il progetto quindi. Ogni caso va esplorato ed analizzato in termini di “business plan” che è un termine complesso ma che facilmente avvicina al concetto di “convenienza”, dove nella voce “utile di esercizio” inseriamo valori astratti ma di grande praticità come quelli inseriti nel “benessere sociale”. Se il nostro spazio è una risorsa, in questo caso limitata, dobbiamo ottimizzare le attività che vi confluiscono secondo un Piano dettato da diverse priorità: se la destinazione è l’orto familiare o condominiale si possono mettere in fila le azioni e le reazioni, i costi e i benefici, le criticità e le rivalorizzazioni. E provare per credere affidandosi alle molte organizzazioni cittadine già in armate da alcuni anni di scarponcini, badili, piantine e tanta voglia di rendersi utili a sé stessi in modo diverso, come fanno i 700 milioni di persone sparse nel mondo che si prendono cura di un orto (FAO, 2005).

Quali sono le specie maggiormente

adatte a questo tipo di progetti? Il Piano colturale prevede un avvicendamento di frutta e verdura selezionate per la loro diffusione sulla nostra tavola, per la facilità di coltivo, per la stagione climatica, con tecnica di produzione a “letto profondo”, e con discreta competitività economica.Scartiamo patate e cipolle per la loro lenta maturazione e per la loro ampia disponibilità a basso prezzo sul mercato. La scelta è ristretta alle coltivazioni più agevoli, per questo motivo anche il cavolfiore è escluso.Le colture di base facenti parte della dieta alimentare italiana, facili ed agevoli da coltivare sono sedano, broccoli, cavoli, melanzane, insalate, cetrioli, carote, piselli, spinaci, bietole, pomodori, porri, zucchine.

07 - L’AGRONOMOOrticoltura di città e spazio urbano, essenze verdi e progetto, tecniche per il verde pensile e modalità di coltura, con Fabrizio Salto, dottore agronomo, docente in diverse facoltà e istituti privati, abbiamo toccato le principali tematiche da affrontare quando si realizza un giardino pensile. Intervista di agr. Andrea Bucci

E poi fragole e frutti di bosco, tutto a rispetto di quanto stabilito dalla Royal Horticultural Society che indica una produzione su un’ area di 10 mq sufficiente a garantire l’apporto nutrizionale autosufficiente a una famiglia di 3 persone, 5 giorni la settimana, per tutto l’anno.

La gestione ordinaria che linee guida deve seguire? Un orto può essere sostenibile anche a centinai metri di altezza?Si ritiene che un palazzo di 8 piani a 30 metri di altezza possa garantire un ambiente più sano che a piano terra, dove il movimento d’aria è inferiore e l’inquinamento si deposita più facilmente. Non serve portare in quota tonnellate di terra ma vasi in plastica, tubi in PVC per irrigazione a goccia, substrati leggeri contenenti torbe, perlite, e altre componenti che abbassano fino a 0,5 il peso specifico del coltivo, dove tutto porta a sommare non più di 150 kg/mq. Gli attrezzi da lavoro sono manuali e quindi silenziosi, convenienti e poco ingombranti.I consumi idrici sono contenuti, senza contare che un orto sul tetto di casa filtra, consuma e quindi riduce l’acqua metereologica che cade al suolo, con minori infilitrazioni nelle strutture.Sono disponibili progetti, come quello di Ecospheris, che comprendono disegno grafico, considerazioni di carattere “ambientale”, conto economico, piano colturale, piano di investimento, produttività del sistema, e anche finanziamento dell’operazione.

Ci descriva brevemente un caso studio...Si tratta di un ritorno all’antico in

L’agronomo Fabrizio Salto, è associato a STMA (Sport Turf Manager Association) e ha conseguito negli USA diversi PHD di aggiornamento scientifico sulla materia.

chiave moderna. La realizzazione di un ortogiardino – area produttiva di rilevanza economica – su terrazzi/lastrici solari piani inutilizzati consente di ottenere produzioni biologiche a filiera extra corta e controllata, con prodotto sempre fresco, di grandi qualità organolettiche, quasi sconosciute a molti, perché raccolto a maturazione.Uno stabile con un lastrico solare di circa 500 mq, regolare anche se con servitù di varia natura come camini, cabine elettriche, antenne, cablaggi vari, può destinare circa 300 mq alla produzione orticola, sufficiente a “sfamare”, nel concetto prima riferito, una trentina di famiglie. Questo è un pensiero teorico che può avvicinarsi alla realtà se si terrà conto di alcuni dettagli di carattere organizzativo dettati da un impulso primario che

è quello dato dalle persone. Solo questo potrà vincere gli ostacoli mentali di un classico condominio abituato alle solite conflittuali assemblee, dove possa prevalere un obbiettivo comune, di un orto che abbia funzione educativa, evasiva, socializzante, terapica, meditativa, aggregativa, ricreativa e di riappropriazione. Che possa dare vita a nuove occupazioni, che valorizzi l’edificio anche in termini di sostenibilità ambientale e che offra un senso di appartenenza a un gruppo che produce qualcosa in proprio secondo metodi naturali, riappropriandosi di piaceri perduti come godere di un orto-giardino e contemplare colori e odori sempre in divenire.

Un orto urbano può produrre a Km0, frutta e verdura da portare sulle nostre tavole.

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34 35Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticale Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticaleSpazioMiA Milano City SpazioMiA Milano City

Spazio pubblico e benessere soggettivo, sembra quasi proporre una contraddizione. Cosa tiene insieme questo due dimensioni?Spesso associamo l’idea di benessere a una situazione privata, condizione

che certamente si verifica, ma allo stesso tempo vi sono situazioni che ci regalano sensazioni positive, di reale benessere, in una dimensione collettiva. Che addirittura si verificano solo perché condivise. Proviamo a pensare di essere completamente soli in uno stadio o in un cinema. Sicuramente non ci godremmo lo spettacolo. Addirittura la speciale condizione di profonda condivisione di un evento ne esalta i caratteri. Sicuramente ridiamo di più vedendo uno spettacolo o un film comico in una sala cinematografica

insieme a tante altre persone che come noi si divertono.Possiamo associare a queste due condizioni edonismo e eudaimonia. Quest’ultima, rappresenta lo stato di benessere inteso in una condizione di equilibrio con quello che abbiamo intorno, contrapposta alla dimensione edonistica del piacere più riferito a una sfera solo personale e isolata. Ecco quindi che sempre più spesso una grande attenzione viene riservata al progetto di quegli spazi collettivi che ci consentono di godere la condizione di benessere nella sua

08 - L’ASSOCIAZIONESpazio pubblico e benessere soggettivo sono due facce di una medaglia. Sono il continuo confrontarsi tra esigenze della comunità e vita personale. Ne parliamo con Paolo Righetti, architetto, Presidente di Laboratorio Dagad, associazione dedicata al design e alla cultura della differenza.Intervista di arch. Fabio Vicamini

Nella pagina a lato, l’arch. Paolo Righetti. Sopra l’immagine del Padiglione Dagad, realizzato per iniziativa di Laboratorio Dagad su progetto di Mauricio Cardenas e Arup.

accezione eudaimonica. Bene avevano in mente questi concetti gli autori dei molti spazi pubblici che nel passato hanno fatto del nostro paese uno dei più interessanti proprio per le sue piazze, i suoi giardini, le sue strade destinate al passeggio.

Nel lavorare con i tuoi studenti che approccio avete rispetto allo spazio pubblico?Quando nel passato ho lavorato con studenti di architettura ci siamo concentrati soprattutto su alcuni aspetti. Quello del limite fra lo spazio pubblico e quello privato, un confine via via più labile. Oppure sul continuo evolversi del verde e dei giardini che stanno contaminando strade e piazze, e al contrario sui materiali e gli interventi che stanno

entrando nel giardino tradizionale “modificando” e arricchendo il verde tradizionale con nuovi spunti. Con gli studenti di psicologia abbiamo invece sviluppato diversi lavori di ricerca sulla percezione che le persone hanno di alcune piazze e spazi pubblici specifici, scelti fra i più importanti e caratterizzati di Milano.Abbiamo per esempio analizzato un fenomeno che sta completamente stravolgente il panorama urbano di molte città come la progressiva appropriazione da parte di banche, sale giochi, massaggi, agenzie di centinaia di metri lineari di fronti urbani, con la scomparsa di negozi e botteghe, fino a pochi anni fa linfa degli spazi urbani, luogo di confine appunto fra spazio pubblico e spazio privato.

Dalla tua esperienza cosa ritieni decreti il successo di uno spazio pubblico?E’ difficile preordinare qui tipo di risultato. Quando ho ragionato sulle due nuove piazze di Milano, quella poi dedicata a Gae Aulenti è quella del palazzo della regione, entrambe pedonali, mi ero convinto che l’esito fosse molto diverso. Il podium di porta nuova mi immaginavo penalizzasse qUello spazio, mentre la piazza a raso e bene integrata con l’intorno si sarebbe dovuta subito vitalizzare. E’successo l’esatto contrario proprio perché le variabili sono molte e non solo legate al nostro mondo.

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36 37Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticale Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticaleSpazioMiA Milano City SpazioMiA Milano City

I giardini pensili hanno attraversato e seguito l’evoluzione della storia dell’uomo da circa 2700 anni. Perché?Forse perché l’uomo ha sempre avuto la necessità di avere accanto a sè i propri paradeisos. Questi paradisi nel tempo hanno avuto alterni utilizzi, dall’estetica all’etica, sia nella loro realizzazione che nella funzione di tali spazi. I primi, furono i giardini pensili di Ninive, realizzati circa nel 400 a.C., ancor prima di quelli più celebrati di Babilonia; essi erano già esempio di realizzazioni ingegneristiche notevoli per il tempo. Le recenti realizzazioni, forse le più interessanti, sono quelle utilizzate per riqualificare parti di città da recuperare, come l’esempio della Hi-line di New-York, ex linea metropolitana, trasformata in un meraviglioso parco pensile lineare urbano.Tra questi due esempi c’è stato un mondo che è cambiato e non solo socialmente ma anche dal punto di vista ambientale.

Cosa è cambiato quindi anche nei confronti del mondo di oggi con la sua evoluzione rapida ma

dispendiosa dal punto di vista ambientale?Oggi siamo di fronte ad una svolta epocale, in cui l’ambiente deve essere il primo problema sopra ogni cosa. Il giardino pensile, nella sua accezione più tecnologica di copertura vegetale, può essere considerato una ri-evoluzione importante per la rigenerazione urbana. L’utilizzo di questi giardini hanno un impatto assolutamente positivo, sia nell’isolamento dell’edificio, che come mitigatore ambientale. Già negli anni ‘70 del novecento, vi erano studi su questo, ma l’estrema fiducia nell’inesauribilità delle risorse fossili, affossò quelle che allora erano state delle giuste intuizioni che oggi abbiamo dovuto riprendere a pieno titolo.

Dopo l’esperienza di Expo pensa che anche il giardino pensile possa avere una sua funzione?Oltre a questo, il giardino pensile, si presta ad altre applicazioni interessanti, come ad esempio le vertical farm, queste strutture, già in fase avanzata di sperimentazione, permetteranno di supplire ad un altro grave problema che attanaglia il nostro futuro che è la mancanza di terreno coltivabile. Il consumo del suolo, soprattutto quello fertile, sarà la sfida per poter garantire un domani, ormai prossimo, la

possibilità di poter continuare a sfamare miliardi di persone. Il giardino pensile è pronto ad un’altra ri-evoluzione.

09 - IL PAESAGGISTAArch. Umberto Andolfato Docente di Architettura dei Giardini in diverse scuole di specializzazione e di design di Milano, svolge attività didattica presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano tenendo seminari sui giardini e la loro storia fino alle avanguardie più attuali.

Intervista di arch. Stefano Bazzini

Un esempio di giardino pensile realizzato a Milano in zona Santa Maria delle Grazie

L’arch. Umberto Andolfato, docente di architettura dei giardini.

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38 39Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticale Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticaleSpazioMiA Milano City SpazioMiA Milano City

Lei ha studiato il rapporto tra la psicologia umana e l’ ambiente esterno, considerando in particolare l’ambiente costruito, l’architettura e la città. Quale ritiene sia l’ effetto del “verde urbano”, quale verde “artificiale”, progettato, portatore di valore estetico, sociale, ambientale ed ecologico sul comportamento dei cittadini?Occorre considerare che la nostra specie si è evoluta biologicamente in cinque milioni di anni in ambienti esclusivamente naturali. Le prime tracce di insediamenti urbani risalgono al 6000-4000 a.C. e soltanto negli ultimi 100 anni si è avuto un sorpasso fra popolazione rurale e popolazione urbana con una massiccia migrazione di popolazione nelle aree urbane. In sostanza il nostro cervello si è evoluto in un ambiente naturale e per funzionare in modo ottimale in tali ambienti. Ciò in termine tecnico viene denominato “biofilia”.Molti studi epidemiologici dimostrano chiaramente che la quantità di verde urbano è proporzionale sia alla salute fisica che a quella mentale degli abitanti. Lo studio di Mass, Verheij,

Groenevegen, de Vries, Spreeuwenberg (2006), ad esempio, ha mostrato che la percentuale di verde nel raggio di 1 km era proporzionale alla percezione di salute della popolazione residente. Molti studi di carattere sperimentale dimostrano effetti “ristorativi” del verde. Ad esempio uno studio di Ulrich condotto su pazienti in ospedali che avevano una vista su area verde o su un parcheggio ha dimostrato che la vista sull’area verde si traduceva in minore assunzione di antidolorifici o anestetici ed in tempi di ospedalizzazioni minori. Il 95% della popolazione ritiene che il contatto con la natura costituisca un antidoto efficace contro lo stress. Malgrado poi la nostra specie sia altamente sociale quando si effettuano gli studi sulle preferenze ambientali i paesaggi che ricevono i più alti gradimenti sono quelli con natura incontaminata in cui non sono presenti né uomini né manufatti umani.

Il verde urbano, nelle sue varie forme, verde attrezzato, parcheggi piantumati, viali alberati, verde verticale, giardini pensili, costituisce un’espressione dell’intervento umano sull’ambiente; Il giardino pensile costituisce anch’esso una modifica e costruzione umana ma, per il suoi contenuti tecnologico-costruttivi ed ecologico-ambientali, può essere uno strumento di compensazione e mitigazione ambientale in un contesto fortemente edificato.

Una sua maggiore applicazione nelle città, come può influire sul comportamento sociale e privato degli utenti? Può contribuire a ridurre lo stress ambientale e può modificare la percezione e l’affezione nei confronti di un contesto urbano? Le ricerche dimostrano che la quantità di verde è proporzionale al grado di attaccamento e soddisfazione residenziale degli abitanti. Per attaccamento si intende il legame affettivo che si stabilisce fra le persone ed i luoghi in cui vivono. Un buon attaccamento oltre a tradursi in una maggiore salute degli abitanti determina una maggiore cura del territorio. Il verde verticale inoltre può avere il grande vantaggio di creare delle aree schermate che creano maggiore senso di privacy. In città infatti molte terrazze, verande, balconi non vengono utilizzati e vissuti perché sono esposti alla vista di potenziali estranei e questo crea un senso psicologico di fastidio. Le schermature di verde verticale invece creano un senso di intimità e privacy che si traducono in un maggiore utilizzo degli spazi esterni.

Il giardino pensile potrebbe essere un fattore di riduzione dello stress ambientale (riduzione del rumore, dell’ inquinamento, qualità estetiche ed ecologiche); in determinati contesti, potrebbe essere luogo di applicazione dell’ ortoterapia (ospedali, ricoveri, strutture pubbliche) o di realizzazione di orti o giardini didattici (scuole). Cosa ne pensa? Il giardino pensile dà la possibilità di aumentare la quantità di verde in ambienti densamente costruiti con effetti estremamente positivi sia sul piano estetico sia sul piano funzionale. Uno degli fattori dell’estetica del paesaggio è la complessità percettiva e un utilizzo diversificato di essenze vegetali può garantire un arricchimento estetico di architetture altrimenti eccessivamente povere. Il verde ha poi il vantaggio di

10 - LO PSICOLOGOLa psicologia e il verde come ritorno alle origini primordiali, come ritrovare il senso profondo del nostro legame con la natura, come percorso verso al serenità interiore.

Intervista di arch. Mariateresa Gosparini

mutare nel tempo secondo i cicli stagionali e la progressiva crescita della vegetazione creando pertanto un “paesaggio urbano” mutevole e dinamico che risulta più interessante rispetto ad architetture fisse ed immutabili. Vorrei sottolineare che tantissimi studi scientifici hanno dimostrato l’utilità del verde negli ambienti sanitari e di cura come ospedali, case di cura, hospice, ricoveri per anziani sia per i degenti e sia per il personale. Applicazioni di verde verticale e pensile potrebbero contribuire enormemente ad “umanizzare” tali ambienti.

Nella storia dell’urbanistica e delle città abbiamo diversi esempi di concezione e di realizzazione di verde urbano : dal giardino all’ italiana, ai parchi romantici ottocenteschi, ai parchi urbani del XX° secolo, ai tetti verdi e giardini pensili, ciascuno frutto di un particolare contesto storico-culturale ed indirizzato ad un certo tipo di fruizione . In questo momento di sensibilità ecologico-ambientale e di maggiore attenzione al benessere della persona, Missione Architetto promuove l’ applicazione dei giardini pensili come strumento di riduzione dello stress ambientale e per il loro valore ecologico-ambientale e di sostenibilità. Ritiene che l’utente urbano sia pronto a cogliere questa proposta ed opportunità? E’ necessaria una maggiore divulgazione tecnica sulla realizzazione di tetti verdi o di verde verticale in quanto questi sistemi si basano su presupposti tecnici che non sono ancora sufficientemente conosciuti dalla maggior parte delle persone. Nei paesi nordici dove le esigenze di isolamento termico sono più stringenti vi è maggiore consapevolezza su queste possibilità ma in Italia vi è a volte ansia e diffidenza circa la tenuta per l’impermeabilizzazione nel caso dei tetti pensili.

Milano, nella classifica annuale del Sole 24 Ore, è stata indicata come seconda città in Italia per Qualità della vita eccellendo in tenore di vita, servizi e tempo libero (svago); gli indicatori presi in esame sono: servizi, ambiente, salute, popolazione, ordine pubblico, tempo libero, tenore di vita, affari e lavoro.L’ incentivazione del verde pensile, del verde verticale e comunque del verde urbano può contribuire a migliorare la qualità di vita nell’ambito dei servizi, ambiente, salute e tempo libero. Come si modifica la percezione e la fruizione dell’ “ambiente città” da parte dei cittadini, in questo caso milanesi?Milano come altre città ad alta densità urbana in cui l’introduzione di verde tradizionale è più problematico può trarre molto giovamento da una diffusione del verde pensile e verticale. Non dimentichiamoci che un aumento

del livello estetico del territorio si ripercuote in un aumento del valore degli immobili con ripercussioni positive dal punto di vista economico. Se nel passato la proprietà di spazi verdi in città era appannaggio della popolazione più benestante che aveva lo possibilità di dotarsi di oasi verdi all’interno di corti e cortili oggi attraverso i giardini pensili e il verde verticale si dà la possibilità ad un numero sempre crescente di persone di beneficiare degli aspetti positivi del verde.

Prof. Marco CostaProfessore associato Direttore Laboratorio di Psicologia Ambientale - Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Bologna

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Qual è il pensiero di Pietro Tattarella in qualità di Capogruppo di Forza Italia in relazione alla possibilità di inserire nella città di Milano dei giardini pensili e del verde verticale?Sono completamente in accordo con la vostra iniziativa e per questo mi sono impegnato fin da subito per darvi la possibilità di realizzare questo convegno. Gli evidenti benefici ambientali, estetici e climatici che i giardini pensili comportano sono un valore di cui Milano deve potersi garantire soprattutto visti i continui allarmi dati dall’inquinamento.

Cosa suggerisce come modalità di azione da condividere con gli altri partiti per facilitare la realizzazione di soluzioni pensili orizzontali o verticali?Sono tre le proposte d’azione che riteniamo potrebbero fin da subito essere molto utili per facilitare questa iniziativa.La prima è quella di sviluppare un’indagine, presso il Comune di Milano, di tutti gli edifici di proprietà

comunale adatti alla realizzazione di giardini pensili, per i quali proporre tale intervento, anche al fine di favorire per certe destinazioni (scuole ad esempio) la collaborazione dei cittadini per la gestione;La seconda proposta, considerata la diffusione di pannelli pubblicitari nel Comune di Milano, sia su edifici pubblici che privati, è quella di condizionare l’autorizzazione della pubblicità alla realizzazione di giardini pensili o di altra modalità di mitigazione dell’impatto con il verde.La terza soluzione che proporremo è di attivare una norma di modifica del regolamento edilizio e della normativa vigente, atta a favorire la realizzazione di giardini pensili, per esempio nei sottotetti con tetto piano da recuperare dopo 5 anni dalla fine lavori, in base alla normativa regionale, in cambio della realizzazione di giardino pensile con determinate caratteristiche per permettere il recupero dei sottotetti da subito.

Tale principio inoltre eviterebbe l’ipocrisia di attendere 5 anni e permetterebbe al Comune di Milano di incassare da subito gli oneri di costruzione. Pensa che si possa trovare un accordo con le altre forze politiche per facilitare questi interventi legislativi ?Non lo so, in politica non bisogna mai dare qualcosa per scontato, ma un’iniziativa di questo livello

di certo potrebbe, per una volta, unire pensieri politici differenti per generare qualcosa di bello e di utile per il bene comune.

. 11 - I POLITICIPietro Tattarella, Capogruppo di Forza Italia al Comune di Milano, fin da subito ha appoggiato l’iniziativa di SpazioMiA Milano City e si è adoperato per far ottenere all’associazione Sala Alessi, di Palazzo Marino, come sede del convegno.

Interviste di Marina Shafik

Il capogruppo di Forza Italia al Comune di Milano Pietro Tattarella, ritiene la proposta di SpazioMiA Milano City molto attuale e di sicura utilità per la città di Milano

Quali sono i principali contenuti di questa proposta di legge?Più che altro si tratta di inserire concettualmente nella legislazione italiana i valori dati da un giardino pensile, da un orto a km 0 e i conseguenti vantaggi dati dalla coibentazione risultante da questi interventi con i relativi benefici sulla persona nel portare il verde in prossimità delle abitazioni.Il giardino pensile riduce l’inquinamento e migliora notevolmente l’assorbimento dell’acqua meteorica, riducendo quindi l’impatto delle acque piovane sulle nostre strade.Infine questi interventi danno la possibilità di risparmiare nel tempo perchè generano un manto protettivo per la coibentazione che in questo modo ha una durata maggiore.

Si potrebbero prevedere degli incentivi per la realizzazione dei giardini pensili?Si, ci vorrebbe una prosecuzione dell’Ecobunus per almeno 3 - 4 anni in modo di dare i tempi necessari ai cittadini per attivarsi e poter usufruire dei vantaggi.Ci sono già paesi come la Francia che si stanno muovendo in questa direzione.La nostra intenzione è sensibilizzare la popolazione a spendere meglio i propri soldi a beneficio di una vita migliore.

C’è un riscontro anche per le

imprese?Per 1 miliardo di euro spesi nelle riqualificazione energetica si creano circa 18.000 posti di lavoro in più. Non mi sembra poco. I giardini pensili possono diventare uno strumento in mano allo Stato per creare nuovi posti di lavoro e allo stesso tempo produrre qualità ambientale.

Chiedete con questa proposta di legge investimenti da parte dello Stato?No assolutamente chiediamo che vengano incentivate le realtà che decidono di investire sulla realizzazione di giardini pensili e verde verticale.Sulle nostre battaglie contro il consumo di suolo abbiamo avuto molti ostracismi e ostacoli posti dagli speculatori che sul consumo di suolo vergine ottengo enormi guadagni dalle trasformazioni urbanistiche.Noi riteniamo invece che l’attenzione di tutti si debba porre sulla riqualificazione degli edifici che sono tanti e sulla sensibilizzazione delle persone su quali sono i migliori interventi per generare qualità ambientale anche nelle città.Deve diventare molto più costoso o persino impossibile distruggere i territori incontaminati in relazione alla loro posizione, mentre bisogna facilitare al massimo la riqualificazione di quelli già costruiti.

Cosa occorre fare per portare alle

persone comuni un messaggio sull’importanza del verde pensile: forse organizzare dei concorsi di progettazione?Forse…Bisogna sicuramente far conoscere alla gente la questione è far capire che il verde pensile non è solo quello rappresentato dal bosco verticale che viene considerato roba esclusiva e per ricchi ma bisogna agevolare la comprensione che sono interventi a volte molto semplici ed economici se considerati nel tempo. Certo la manutenzione costa ma se i progetti concepisco il tema del risparmio possono essere anche previste efficienze e risparmio anche in questo ambito.

Abbiamo incontrato l’on. Massimo De Rosa per capire quali sono i contenuti del suo disegno di legge presentato recentemente da 5 Stelle per inserire il tema giardino pensile nella legislazione italiana.

L’on. Massimo De Rosa, parlamentare 5 stelle che ha presentato una proposta di legge sui giardini pensili.

12 - I POLITICI

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Relativamente al verde verticale e ai giardini pensili, la città di Milano ha assunto un ruolo guida internazionale grazie al pluripremiato progetto “Bosco verticale”, ad opera dell’arch. Stefano Boeri, candidato Sindaco di Milano alle Primarie Pd e successivamente Assessore nella stessa formazione politica con l’Amministrazione Pisapia, a oggi in carica. Il “Bosco verticale” si prefigge l’obiettivo di dimostrare come anche “un fazzoletto di terra possa rappresentare un ecosistema, che porti alla moltiplicazione della bio-diversità anche in spazi urbanisticamente densi” (S. Boeri), e le due torri che lo compongono sono dotate di 21.000 essenze di 30 diverse specie tra alberi ad alto fusto, arbusti e rampicanti.

Nell’ambito delle politiche per il verde pubblici e privato, l’Assessorato competente, presieduto da Chiara Bisconti, opera in funzione della redazione di un regolamento specifico, alle cui prescrizioni saranno soggette le aree sia pubbliche che private. L’Assessora Bisconti auspica che un analogo impegno venga assunto da tutte le Amministrazioni cittadine.

Anche il Comune di Milano ha

aderito al patrocinio dell’iniziativa itinerante “Noi, gli alberi e la città”, finalizzata all’informazione circa la corretta gestione delle essenze urbane, promossa da una squadra di giovani dottori Agronomi.

Allineata sulla stessa posizione, Elena Grandi (Presidente della commissione ambiente presso il Consiglio di Zona 1), dichiara:”Il Comune di Milano sta lavorando a un nuovo Regolamento d’uso e di Tutela del verde pubblico e privato”, la cui innovazione più significativa consiste nella possibilità di regolare l’attività dei manutentori (pubblici e privati) ed evitare così abbattimenti indiscriminati”. Questo, nel rispetto della Legge 14 Gennaio 2013, n.10, “Norme per gli spazi verdi urbani” che prescrive l’istituzione di un catasto delle essenze botaniche per i comuni superiori ai 15.000 abitanti, la gestione documentata del verde, l’obbligo per l’Amministrazione Comunale di redigere un bilancio (alberi piantumati e abbattuti con relativa documentazione tecnica) a dimostrazione dell’impatto dell’Amministrazione stessa sulla quantità e la qualità del verde nell’area di competenza.Alle recenti primarie del PD il candidato Pierfrancesco Majorino

ha esplicitamente messo nel suo programma la volontà di incentivare la realizzazione di tetti verdi dichiarando sulla sua pagina facebook: “STOP a ogni forma di consumo di suolo. AVANTI con nuovi parchi e con la prima politica pubblica in Italia sui tetti verdi.”

13 - I POLITICIIl PD a Milano: poltiche e sensibilità per il verde urbano e i giardini pensili.

di arch. Alessandra Rioda

Pierfrancesco Majorino, candidato Pd alle recenti primarie ha sempre sostenuto l’importanza di una “politica dei tetti verdi”.

Ingegner Giorgio Boldini il suo curriculum è ricco di esperienze legate al verde pensile: qual è quella che ritiene più significativa?Oltre naturalmente essere Presidente dell’associazione dedicata al tema (AIVEP) sono componente del Comitato Nazionale per lo Sviluppo del Verde Urbano. Sono anche il coscrittore dell’articolo 6 della legge 10/2013 che riguarda l’inverdimento degli edifici, le coperture a verde nonché il verde verticale.

Quali sono le prospettive per rendere Milano più verde: c’è una vera e propria possibilità? Secondo me c’è una vera necessità non la considero una possibilità. Se prendiamo in considerazione i dati dell’inquinamento medio dell’anno siamo in uno degli stati più inquinati, e Milano è ai primi posti: è chiaro che il verde è diventato un urgenza.

Qual è l’attività a cui tiene maggiormente, che portate avanti con la vostra associazione?Tante volte ci capita di incontrare amministrazioni che se ne infischiano dei problemi dati delle polveri sottili

e di cercare delle soluzioni reali per risolvere il problema.Una delibera semplice, ad esempio, che noi, come associazione AIVEP sosteniamo e che anche il Comune di Milano potrebbe approvare, è una rarissima applicazione di verde verticale ossia sono le recinzioni stradali verdi. Questa modalità di realizzazione del verde è in fase di definizione con la Regione Lazio per farla a approvare a tutti i Comuni del suo territorio. Un muro di un edificio o un recinto che si affaccia sulla strada, con un banale intervento, possono trasformarsi in barriere verdi e produrre tanti benefici per contrastare le polveri sottili. Questa tipologia è molto importante perché, quando l’aria e stagnante gli alberi tendono ad assorbire poco dello smog nocivo che invece si distribuisce ad altezza persona.

Come avviene specificatamente questo tipo di assorbimento delle polveri sottili? Avviene perché le foglie hanno la capacità intrinseca di catturare le polveri sottili inquinanti, di questo loro stesse ne soffrono e spesso muoiono ma con il cambio delle foglie questo processo si può rinnovare. Le piante sono una fonte inesauribile di qualità dell’aria. Hanno una grande potenzialità di agire come filtro.

Qual è l’attività dell’associazione

per promuovere il verde pensile? È un attività di tipo informativo / divulgativo rivolta ai soci, con inoltro di mail informative e la realizzazione di alcuni convegni sul tema che riusciamo a fare appoggiati da altre associazioni o da istituzioni

Tendenzialmente quali sono i soci? Alcune aziende che operano con il pacchetto del verde pensile ovvero professionisti architetti e vari ingegneri.

L’ingegner Giorgio Boldini è Presidente AIVEP (Associazione Italiana Verde Pensile) nata nel 1997 a Bolzano. E’ un punto di riferimento di primo piano a livello nazionale per quanto riguarda il verde pensile e il verde verticale.

Intervista di arch. Fabio Vicamini

14 - L’ASSOCIAZIONE AIVEP

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15 - LA PRESIDE DI FACOLTA’Intervista a Claudia Sorlini, già Preside della ex Facoltà di Agraria di Milano e Presidente del Comitato scientifico per Expo 2015 Comune di Milano.

Interviste di agr. Andrea Bucci

“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.”Rapporto Brundtland, 1994.Oggi il termine sostenibilità è usato nei contesti più diversi. Qual è la sua definizione più attuale?Effettivamente della parola sostenibilità spesso se ne fa un uso molteplice: viene riferita di volta in volta allo sviluppo, all’alimentazione, all’agricoltura, all’alimentazione e non solo. Le definizioni suggerite dalle istituzioni europee negli anni Novanta restano generiche. Se in passato sono state utilissime per iniziare un percorso di sensibilizzazione a partire dai singoli governi nazionali, oggi il principio di sostenibilità può essere declinato più in dettaglio anche alla luce di una maggior consapevolezza dell’opinione pubblica.Se si vuole rimanere nell’ambito dei bisogni primari dell’uomo e degli effetti sugli ecosistemi sono sostenibili quei processi capaci di garantire alle genti una quantità giusta di cibo di qualità sufficiente

senza compromettere le risorse naturali quali l’acqua, la fertilità dei suoli e la biodiversità. Il cibo è il bisogno primario dell’uomo e deve essere soddisfatto non solo in termini di apporto energetico ed assunzione di tutti i principi nutritivi necessari al corpo umano (food security). Il cibo deve essere salubre perché prodotto e conservato correttamente (food safety). La grande disponibilità di un singolo alimento nello stesso territorio può comportare, per esempio, grandi difficoltà di conservazione unitamente ad una conseguente povertà della dieta.Il fattore tempo è determinante. Il principio di sostenibilità obbliga l’uomo a ragionare a medio-lungo termine.È un principio che si scopre attuale anche in Occidente dove il rapporto tra campagna e città è in continua evoluzione e oggetto di importanti studi. Si pensi a Milano che ancora oggi conserva nelle sue campagne un’estensione straordinaria di terra fertile. Penso che oggi ogni ulteriore consumo di suolo agricolo attorno a Milano sia insostenibile. Il consumo di suolo agricolo compromette per sempre la possibilità di produrre cibo.

Come declinare il principio di sostenibilità nella realtà milanese? È bene avere un senso della storia. Ricordo gli anni Sessanta e Settanta dove l’inquinamento dell’aria e delle acque era fortissimo. Ricordo fiumi e torrenti con spessi strati di schiume che uccidevano ogni forma di vita e tabelle di qualità dell’aria con valori molto più elevati degli attuali. Grazie

all’Europa gli standard ambientali di riferimento sono diventati più severi. La situazione degli ecosistemi è complessivamente molto migliorata. Fatta questa premessa, molto resta ancora da fare.In città la salute e la qualità della vita sono legate a due aspetti fondamentali: l’aria e i servizi. Definire la città sostenibile significa mettere in atto servizi di qualità e diffusi senza inquinare l’aria. È un tema di grande attualità specie a Milano dove le condizioni climatiche favoriscono l’accumulo degli inquinanti. La qualità dell’aria è condizionata dal consumo di combustibili fossili e inquinanti che devono essere sostituiti con fonti rinnovabili. In alcuni casi è necessario imporre la sostituzione degli impianti di riscaldamento. Gli investimenti pubblici devono essere prioritariamente utilizzati per questi investimenti invece di essere destinati alla cura delle malattie respiratorie. Inoltre, la fruibilità dei servizi da parte delle periferie è un passo importantissimo per ridurre gli spostamenti e migliorare la vivibilità della città su più fronti, non solo quello ambientale. Spero che nel prossimo futuro Area C sia allargata il più possibile.Tra i servizi il cibo ricopre un ruolo sempre importantissimo. L’opinione pubblica è consapevole che il cibo fresco apporta vantaggi alla salute. Questo sta assicurando una crescente domanda di alimenti a chilometro corto a vantaggio degli agricoltori di prossimità. L’orticoltura praticata nelle aree abbandonate e in tutti quegli spazi offerti dalla città quali tetti, terrazzi, aree intercluse, scali ferroviari, spazi senza vocazione non è solo un’eccezionale occasione per fare comunità, bensì è una possibilità molto concretea per integrare la spesa alimentare.

Negli ultimi anni Milano ha visto

una larga diffusione di orti e giardini condivisi. Ma è possibile raggiungere l’autosufficenza alimentare in una grande città come Milano?L’orticoltura urbana non è una moda. Nei decenni del boom economico i Navigli e le linee ferroviarie erano pacificamente occupate da una rete diffusa di orti dove gli operai delle fabbriche spesso perpetuavano la cultura rurale da cui provenivano. La tradizione si è gradualmente smarrita nelle generazioni successive per essere ripresa negli anni più recenti. Bisogna distinguere i diversi contesti. I piccoli orti che sono realizzabili sulle aree intercluse tra vecchie lottizzazioni e, oggi abbandonate all’interno della città, si prestano meglio a sviluppare la socialità delle comunità. Una socialità in cui l’educazione e l’incontro tra generazioni diverse rappresentano aspetti da valorizzare. Si pensi per esempio alla diffusione della conoscenza rispetto ai cicli vitali delle diverse piante alimentari della loro diversità biologica nelle singole varietà e cultivar.

Per quanto riguarda gli scali ferroviari abbandonati e gli spazi urbani più ampi rimasti senza alcuna vocazione, l’orticoltura rappresenta una svolta rispetto agli stili di vita. L’integrazione della spesa alimentare con prodotti freschi e capaci di regalare emozioni è una possibilità concreta. Non solo durante l’estate. Insalate, cavoli possono dare interessanti produzioni anche nei mesi più freddi con semplici strumenti di protezione. Si tratta di una prospettiva molto concreta e condivisa. Basti pensare che di recente 117 sindaci di grandi città di tutto il mondo tra cui 17 italiani, hanno sottoscritto l’Urban Food Policy: un documento politico a sostegno degli orti urbani.

Milano è una città sostenibile rispetto ad altre capitali europee?Milano è una città che nel corso degli anni ha avuto alti e bassi. Tuttavia, negli ultimi anni è nettamente migliorata. Si pensi al miglioramento del trasporto pubblico e alla restituzione alla collettività di aree di

pregio quali la Darsena, Porta Genova, Piazza Oberdan, Piazza Aulenti e altre ancora. Expo 2015 ha lasciato un segno indelebile. È vero, alcuni sponsor legati alla Grande esposizione internazionale non sono dei grandi esempi di sostenibilità. Questa è una critica che si può fare, ma questo non significa disperdere l’enorme spinta data da Expo verso l’internalizzazione e la diffusione della conoscenza. I dati sugli scambi commerciali sono molto incoraggianti in questa direzione. Penso Expo sia stata l’occasione per lasciare alle spalle gli strascichi di un localismo che certamente non favorisce l’innovazione e la ricerca. Durante Expo sono stati numerosi i momenti in cui si è dato spazio alla diffusione dei risultati della ricerca per esempio rispetto a nuove tecniche di irrigazione sempre più efficaci ed efficenti, così come alla selezione di piante coltivate più adatte a condizioni pedoclimatiche avverse. Nutrire il pianeta, energia per la vita è la miglior espressione per definire con molta pragmaticità il principio di sostenibilità.

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46 47Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticale Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticaleSpazioMiA Milano City SpazioMiA Milano City

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La proposta diMissione Architetto per Milano.

Noi di Missione Architetto, riteniamo che i GIARDINI PENSILI e il VERDE VERTICALE possano dare un contributo positivo nel migliorare la qualità della vita in città, migliorandone l’ immagine e la sua percezione e fruizione da parte dei cittadini . I GIARDINI PENSILI possono contribuire al miglioramento della qualità dell’ aria, alla riduzione dell’ inquinamento atmosferico, al miglioramento delle condizioni di comfort abitativo, alla riduzione dei consumi energetici; un tetto verde e/o giardino pensile infatti migliora l’isolamento termico della copertura, contrasta il surriscaldamento tipico delle coperture piane con guaina (isola di calore), riduce il fabbisogno di raffrescamento, permette una restituzione graduale dell’ acqua piovana alla rete fognaria, contribuisce alla purificazione dell’aria con produzione di ossigeno ed assorbimento delle polveri sottili ed esteticamente e visivamente sostituisce una superficie “dura” con uno strato più “accogliente” e fruibile e paesaggisticamente più gradevole. Il verde portato sulle coperture o sulle pareti verticali può inoltre attivare processi a favore della biodiversità anche in contesti costruiti e dunque

ambientalmente impoveriti. I GIARDINI PENSILI e il VERDE VERTICALE sono ammortizzatori ambientali che devono entrare a far parte del processo progettuale nella nuova edificazione, già proiettata verso la sostenibilità e l’ abbattimento quasi totale dei consumi energetici (edifici NZEB), e soprattutto nella riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Missione Architetto vuole sensibilizzare l’ opinione pubblica, tecnica e politica sulle potenzialità del GIARDINO PENSILE e del VERDE VERTICALE anche in una città come Milano dove le coperture piane non sono prevalenti ma la riqualificazione di quelle esistenti può avere ampie ricadute positive in ambito ambientale, architettonico, paesaggistico e sociale: i giardini pensili per il loro valore ecologico-ambientale e di sostenibilità sono anche strumento di riduzione dello stress ambientale.

Abbiamo voluto applicare questo progetto ad una porzione di città: il cuore di Milano perché la riconversione dei tetti piani in giardini pensili può partire proprio dal centro storico.

Abbiamo considerato un quadrante di 1.100 m x 800 m comprendente la piazza del Duomo, per una superficie di circa 880.000 mq nel quale sono stati individuati circa 50.000 mq di coperture piane, terrazze e lastrici solari riconvertibili in giardini pensili. Alle superfici individuate abbiamo applicato il nostro progetto “ricoprendole di verde” e quindi abbiamo rappresentato questo “metaprogetto” nell’ immagine che costituisce il “manifesto” del presente convegno: i tetti del centro di Milano sono diventati dei giardini! Provocatoriamente abbiamo convertito in giardino pensile anche il tetto del Duomo di Milano e altre superfici inespugnabili, ma questo “metaprogetto” ci permette di spiegare che nel centro di Milano, tessuto edilizio consolidato e di valore storico e architettonico, circa il 5% della superficie coperta (comprensiva di piazze, strade e marciapiedi), corrisponde a terrazze e coperture piane che possono essere convertite in giardini pensili con un contributo ambientale, ecologico e paesaggistico significativo. Questo “metaprogetto”, se esteso a tutta la città, dal centro alle aree più periferiche, potrà dare un contributo

La città di Milano ha bisogno di verde. Partendo dal centro ed espandendosi verso le periferie, possiamo generare un grande progetto verde trasformando i tetti piani e le pareti cieche degli edifici. I giardini pensili e il verde verticale non sono una chimera.

a cura di arch. Fabio Vicamini, arch. Mariateresa Gosparini, arch. Laura Naj

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significativo nella proiezione di Milano in un futuro di sostenibilità, risparmio energetico e benessere.Se a questo si aggiungesse qualche decisone politica forte che incentivasse la realizzazione di tetti pensili permettendo di intervenire rispetto ad alcune brutte e malconce falde ecco i numeri diventerebbero veramente importanti.

PROGETTO E REALIZZAZIONE DI GIARDINI PENSILILa realizzazione di un giardino pensile richiede innanzitutto una corretta e attenta progettazione.Un riferimento è costituito dalla norma UNI 11235 “Istruzioni per la progettazione, l’ esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde” entrata in vigore nel maggio 2007.Un sistema per giardino pensile deve rispondere principalmente alle seguenti esigenze fondamentali: • consentire alla copertura di espletare la propria funzione di difesa dalle intemperie con particolare riguardo alla captazione e drenaggio delle acque meteoriche; • fornire un ambiente adatto alla vita e allo sviluppo della vegetazione senza richiedere difficili e costosi interventi di manutenzione;• consentire la possibilità di manutenzione straordinaria fino al raggiungimento degli strati profondi (solaio, coibentazione e impermeabilizzazione) per la gestione degli strati sottostanti in tempi successivi alla realizzazione del giardino pensile;• rispetto dei i sovraccarichi previsti di progetto, per cui il peso del pacchetto “verde” deve essere considerato nel suo momento più sfavorevole cioè alla sua massima capacità di saturazione, oltre la quale è essenziale che l’allontanamento dell’ acqua in eccesso sia veloce e completa. Per poter rispondere a queste esigenze le varie tecnologie attualmente impiegate devono riprodurre una stratificazione composta da diversi elementi, oltre all’ elemento di

supporto strutturale (soletta, copertura) e all’ elemento di tenuta (impermeabilizzazione).Elementi della stratificazione:• vegetazione – (UNI 11235 par. 8.10) va considerata la maggiore esposizione al vento, la presenza di vetrate o pareti riflettenti che possono creare microclimi particolari, le caratteristiche geometriche e di crescita di ciascuna essenza scelta;• accessori per drenaggio e irrigazione – accessori necessari per il drenaggio e lo smaltimento delle acque meteoriche o di irrigazione;• strato colturale – (UNI 11235 par. 5.5.12 – 8.9) substrato per giardino pensile con peso ridotto , elevata capacità drenante, bilanciato rapporto aria/acqua anche in massima saturazione idrica, buona capacità di ritenzione idrica, struttura fisica e chimica stabile, ottima resistenza al gelo, ridotto compattamento nel tempo, assenza di semi infestanti, caratteristiche chimiche (salinità, PH, bilanciamento frazione minerale ed organica);• strato filtrante – (UNI 11235 par. 5.5.9 – 8.8) impedisce la discesa di particelle fini del substrato nello strato drenante e fornisce ancoraggio all’ apparato radicale. Materiale resistente a trazione, taglio, punzonamento e con idonea permeabilità idrica;• strato drenante – (UNI 11235 par. 5.5.7 – 8.6) drenaggio delle acque piovane e di irrigazione in eccesso, accumulo e riserva di acqua, aerazione degli apparati radicali, protezione aggiuntiva delle stratificazioni di impermeabilizzazioni, supporto per pavimentazioni e strutture di arredo. Può essere costituito da materiali minerali leggeri (pomice, lava, ardesia espansa, laterizio frantumato) o da elementi prefabbricati in materiale plastico (polietilene) sagomati con incavi per l’ accumulo di acqua con spessore da 2,5 a 12 cm;• strato di accumulo e protezione meccanica e strato antiradice (che può essere integrato o meno nell’ impermeabilizzazione) – (UNI

11235 par. 5.5.4 – 8.3 – 8.4) serve a proteggere l’ impermeabilizzazione sottostante e ad accumulare acqua di riserva da fornire agli apparati radicali nei momenti di stress idrico.Nel sistema GIARDINO PENSILE si distinguono due categorie di sistemi con caratteristiche d’ uso e campi di impiego diversi (UNI 11235 par. 6.1.2):• inverdimento pensile estensivo – richiede manutenzione ridotta, normalmente uno o due interventi anno ed è strutturato in modo che l’ approvvigionamento idrico e di elementi nutritivi avvenga il più possibile attraverso processi naturali. Vegetazione impiegata a sviluppo contenuto in altezza e ridotta manutenzione, veloce radicamento e copertura, resistenza alla siccità e al gelo, buona autorigenerazione – specie SEDUM. Spessore stratificazioni ridotto (< 15 cm); substrato costituito prevalentemente da componenti minerali, con peso compreso tra i 75 e i 150 Kg/mq.• inverdimento pensile intensivo – richiede regolare manutenzione (sfalci, irrigazioni, diserbi e concimazioni); è utilizzata un’ ampia gamma di specie ed associazioni vegetali (tappeti erbosi, erbacee perenni, cespugli, alberi). Spessore stratificazioni superiore a cm 15 (max 50 cm) con substrato impiegato costituito da miscela bilanciata di elementi minerali ed organici - peso superiore a 150 Kg/mq.

su www.missionearchitetto.it abbiamo pubblicato - su autorizzazione ISPRA - il manuale delle norme UNI per la realizzazione dei giardini pensili.

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Una formazione a misura di socio PRO

Missione Architetto adotta un percorso di Formazione Tecnica e Professionale oltre che Deontologica di Progettisti, Architetti, Designers atta a creare una stretta relazione tra opportunità generate dal sistema e attività degli Spazi associativi. La formazione in questo modo diventerà mirata a formare soci professionisti preparati sui temi che l’associazione di volta in volta svilupperà. . Gli obiettivi della formazione professionale sono atti a proporre a tutti i progettisti che entreranno nell’associazione le tecniche di livello medio alto inserite nei settori progettuali interessati da profonde trasformazioni e evoluzioni ambientali oltre che tecnologiche. La docenza è composta da Architetti, Ingegneri, e da esperti provenienti dal mondo della progettazione e Pianificazione ambientale del Territorio. Inoltre è programmato il coinvolgimento di operatori esterni a Missione Architetto con diverse funzioni (coordinatori, docenti, tecnici, esperti, tutor aziendali, politici ecc.), in relazione alle diverse fasi e obiettivi del percorso formativo. Altro obiettivo in dispensa è quello di favorire una condivisione culturale e professionale, infatti l’integrazione dei soggetti istituzionali con i tecnici

Con il Convegno Semiramide a Milano si apre il percorso di formazione continua di Missione Architetto che ha l’obiettivo di unire la concretezza delle sue iniziative alla formazione più completa rivolta ai soci PRO degli SpaziMiA. La prima serie di 3 convegni sarà aperta a tutti e darà la possibilità di raggiungere 15 crediti formativi se il CNAPP accetterà la domanda inoltrata.

arch. Miriam Gilardi

settoriali valorizzano il contributo in termini di competenze differenziate connesse alla programmazione dello sviluppo di idee e progetti innovativi oltre che necessari per la Comunità. I crediti formativiPer migliorare e modernizzare la professione il CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) ha accolto lo stimolo ad adeguarsi a quasi tutti i colleghi europei, approntando il “Regolamento per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale continuo” in attuazione dell’art.7 del D.P.R. 7 agosto 2012 n.137.Ottenuta l’approvazione dal Ministero della Giustizia sul Regolamento, CNAPPC ha predisposto assieme agli Ordini

provinciali le Linee guida e di coordinamento attuative al regolamento per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale continuo. Missione Architetto, quale Associazione no profit, costituita da professionisti iscritti agli albi, aderisce a tale programma richiedendo per i propri percorsi di formazione a livello Nazionale, l’accreditamento degli stessi riconoscendo a tutti i partecipanti il numero consentito per legge di crediti formativi. L’accreditamento è rilasciato ad ogni singolo partecipante con l’obbligo di presenziare per l’intera durata del convegno registrandosi all’inizio del convegno e al termine con il conseguente rilascio di attestato di partecipazione. Mach 2.0 - Via Pavese 1/3 Rozzano (Mi)

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arch. Gerry GhioniUn regolamento edilizio “a misura” di giardino pensile.Missione Architetto propone alcune integrazioni al regolamento edilizio del Comune di Milano affinché i giardini pensili trovino maggiore diffusione sulla città consolidata. Il regolamento edilizio è lo strumento che disciplina i criteri di costruzione e gestione degli edifici sul territorio comunale. È in questo ambito che i giardini pensili devono diventare un’opportunità sia per la collettività, sia per quei privati che scelgono di investire su progetti di provata qualità ambientale e paesaggistica. Missione Architetto vuole innescare un sistema di incentivazione alternativo capace di diffondere i giardini pensili (giardini orizzontali, pareti e tetti verdi) presso sottotetti, terrazzi e ultimi piani. Si propongono alcune integrazioni al Regolamento edilizio del Comune di Milano. Le proposte diminuiscono, da un lato, gli oneri di urbanizzazione per le progettazioni particolarmente performanti, e dall’altro mettono a disposizione della committenza che investe su progetti di giardino pensile una superficie lorda a pavimento aggiuntiva (bonus) che dovrà essere pertinenziale all’unità immobiliare oggetto di intervento.In dettaglio si propone di aggiungere all’art. 140 del regolamento edilizio vigente il seguente comma 7:“Negli interventi di realizzazione di giardini pensili o tetti verdi, di cui all’art. 143 scheda tecnica 6, secondo quanto previsto dalle norme UNI 11235/2007, è riconosciuto un bonus di slp pari al 15% della superficie trasformata. Per l’ottenimento del bonus è necessario allegare al titolo abilitativo atto unilaterale di asservimento tra l’unità immobiliare oggetto di intervento e la superficie oggetto di bonus. Il titolare dovrà altresi allegare alla comunicazione di fine lavori il programma di manutenzione del verde garantendo la conformità prestazionale al progetto.”Inoltre, alla scheda 6 dell’allegato del Regolamento edilizio vigente si propone di aggiungere alla fine il seguente periodo:“Il titolare dovrà garantire la manutenzione del verde in coerenza con il programma di manutenzione allegato alla comunicazione di fine lavori. In caso di inottemperanza la

sanzione sarà pari ad un minimo di euro 100 per mq. fino ad un massimo di euro 300 per mq.”Per quanto riguarda, invece, la diminuzione degli oneri di urbanizzazione si propone di aggiungere all’art.139 del Regolamento edilizio vigente il seguente comma 7.In caso di recupero abitativo dei sottotetti con realizzazione di una copertura piana, qualora sulla stessa venga realizzato un tetto giardino come da scheda 6, nulla sarà dovuto ai fini degli oneri di urbanizzazione. Relativamente al costo di costruzione, si applicheranno le seguenti categorie di contribuzione:al raggiungimento del livello“1-ES tabella 3 e punto 5 ” art . 140, è riconosciuto uno sconto di 1/3 del dovuto; al raggiungimento del livello “2-ES tabella 4 e punto 5art. 140 ” , è riconosciuto uno sconto dei 2/3 del dovuto; al raggiungimento del livello “3-ES tabella 5 e punto 5 art.140 ” della scheda requisito 1), nulla sarà dovuto.Stessa regola si applicherà in relazione alla somma di eventuale monetizzazione degli standard a parcheggio.

Un piano per la gestione condivisa del verde urbanoPianificazione, programmazione e condivisione sono i tre pilastri per scrivere un regolamento del verde all’avanguardia. Le proposte di Missione Architetto.La proposta di Regolamento d’uso e tutela del verde pubblico e privato del Comune di Milano (proposta di deliberazione del Consiglio Comunale 230) è caratterizzata da un’evoluzione positiva rispetto al regolamento preesistente in quanto recepisce e fa propri alcuni principi fondamentali dell’arboricoltura. Si evidenzia come la potatura di alberi allevati correttamente sia un’operazione di carattere straordinario e debba essere finalizzata esclusivamente alla rimozione di rami secchi e/o malati e comunque non debba comportare una rimozione della biomassa complessiva di oltre il 20%. Il principio riconosce, quindi, i danni ambientali, paesaggistici ed economici arrecati da potature energiche la cui necessità non è supportata da alcun criterio tecnico-scientifico. I danni arrecati da potature mal condotte si ripercuotono per molti anni su tutta la comunità se

si considera che i servizi ecosistemici (funzione bioclimatica, assorbimento di inquinanti, effetto paesaggistico, conservazione della biodiversità) del verde urbano sono esercitati in gran parte proprio dalle foglie e quindi dalle chiome. Serve un Piano del VerdeNella proposta di regolamento non si fa riferimento all’obbligo di stesura del Piano del Verde comprensivo di programmazione e pianificazione sia per quanto riguarda abbattimenti e sostituzioni di alberi e arbusti, sia per quanto riguarda le potature in ambito pubblico. Sebbene, non esista alcuna legge nazionale o regionale che obblighi i comuni a stendere il piano del verde, questo è un documento importantissimo per razionalizzare le operazioni di manutenzione anche in chiave di sostenibilità economica. La stesura di un piano del verde di prospettiva almeno triennale porterebbe a indubbi vantaggi rispetto alla prevenzione delle situazioni di emergenza caratterizzate da costi elevati e scelte subottimali rispetto ai criteri di efficacia ed efficienza. La comunicazione istituzionale Si sente la necessità di meccanismi di condivisione con la cittadinanza più strutturati, specie in occasione di rimozione di alberature che mostrino un insanabile conflitto con le infrastrutture o siano dichiarate pericolose. Comunicazioni e schede segnaletiche firmate da tecnici competenti affisse nell’ambito dei cantieri possono non essere sufficenti ad elaborare l’emotività che il rapporto spesso empatico, tra la cittadinanza più sensibile e gli alberi, comporta. Sono necessarie occasioni istituzionali di confronto diretto tra i diversi attori (Comune, professionisti, comitati di quartiere, associazioni, operatori privati) che se da una parte devono prevenire opposizioni ideologiche e irrazionali, dall’altro non possono diventare uno strumento di ostacolo e di ritardo dei lavori giudicati necessari nell’interesse della collettività. In questi momenti di confronto la cittadinanza deve essere messa nelle condizioni di comprendere in un arco di tempo certo e definito i motivi degli interventi previsti anche alla luce di una maggior consapevolezza rispetto alle evidenze tecnico-scientifiche che descrivono l’interazione tra degli esseri viventi quali alberi e arbusti e gli elementi inerti che compongono la città.

L’attività della commissione urbanistica di SpazioMiA Milano City.

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54 Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticale SpazioMiA Milano City

Semiramide a Milano: i giardini pensili e il verde verticaleSOMMARIO

P.3Semiramide arriverà a Milano: l’impegno dei soci Pro di Missione Architetto.arch. Fabio Vicamini

P.5Missione Architetto: un network di progettisti per realizzare l’architettura virtuosa. arch. Giorgio Ferrando

P.6-8Missione Architettoagr. Andrea Bucci

P.10-11Obiettivi di Semiramidearch. Giuseppe Jonghi Lavarini

1 L’AGRONOMOa cura arch. Giorgio Ferrandotestimone: Gloria Zavatta

2 L’AGRONOMOa cura arch. Fabio Vicaminitestimone: Laura Gatti

3 IL METEREOLOGO a cura ing. Alberto Loditestimone: Raffaele Salerno

4 L’ESPERTO DI ECOSOSTENIBILITA’a cura geom. Sergio Alabisotestimone: Alberto Lodi

5 L’AZIENDAa cura arch. Fabio Vicaminitestimone: Maurizio Crasso

P.24-31Noi di Spazio MiA Milano e il verde pensile.Pensieri e parole dal mondo della progettazione.

6 L’ECOLOGISTAa cura arch. Fabio Vicaminitestimone: Tessa Geliusio

7 L’AGRONOMOa cura arch. Andrea Buccitestimone: Fabrizio Salto

8 L’ASSOCIAZIONE a cura arch. Fabio Vicaminitestimone: arch. Paolo RighettiEconomia rapporto vegetazione e città.

9 IL PAESAGGISTAa cura arch. Stefano Bazzinitestimone: Umberto Andolfato

10 LO PSICOLOGOa cura arch. Mariateresa Gosparinitestimone: Marco Costa

11 I POLITICIa cura Marina Shafiktestimone: Pietro Tattarella - Capogruppo Forza Italia

12 I POLITICIa cura Marina Shafiktestimone: on. Massimo De Rosa - Movimento 5 stelle

13 I POLITICIa cura arch. Alessandra Riodatestimone: valutazioni sulle politiche e sensibilità sul verde urbano del PD

14 L’ASSOCIAZIONE AIVEPa cura arch. Fabio Vicaminitestimone: ing. Giorgio Boldini

15 LA PRESIDE DI FACOLTA’a cura agr. Andrea Buccitestimone: Claudia SorliniRiduzione degli inquinanti e delle allergie tossicologiche con il contributo delverdepensile.

P.46-49La proposta di Missione Architetto per Milano.a cura arch. Fabio Vicamini,arch. Mariateresa Gosparini,arch. Laura Naj

P.51Una formazione a misura di socio Proa cura arch. Miriam Gilardi

P.52L’attività della commissione urbanistica di SpazioMiA Milano Citya cura arch. Gerry Ghioni

Edizioni Bosco Alto srl per conto di Missione Architetto no profit.Direzione editoriale Fabio Vicamini, progetto grafico e impaginazione: designvalley.Hanno collaborato alla realizzazione: Giorgio Ferrando, Fabio Vicamini, Andrea Bucci, Giuseppe Jonghi Lavarini, Alberto Lodi, Sergio Alabiso, Stefano Bazzini, Mariateresa Gosparini, Laura Naj, Pascal Di Fazio, Marina Shafik, Alessandra Rioda, Miriam Gilardi, Gerry Ghioni, Elisabetta Cegnar.Si ringraziano i testimoni che si sono resi disponibili per le interviste.Tutti i diritti riservati. Le foto sono pubblicate con licenza Creative Commons