sedentarietà

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R SALUTE/ la Repubblica MARTEDÌ 24 MARZO 2015 40 LA MEDICINA MARIA RITA MONTEBELLI G LI americani ormai la chiama- no la “sitting disease”, la “ma- lattia dell’uomo seduto”, an- che se in realtà, più che una malattia vera e propria, è un nuovo fattore di rischio per la salute del cuore, che si va ad aggiungere a quelli già noti. Mentre è ormai appurato da tempo che fare attività fisica aerobica fa bene alla sa- lute di cuore e vasi, di recente si è fatta stra- da anche un’altra verità: stare troppo se- duti indurisce le arterie. Per questo, ridurre il tempo trascorso in poltrona o seduti dietro una scrivania an- che di un’ora o due, può fare la differenza sulla salute del cuore e dei vasi. E uno studio presentato al congresso dei cardiologi americani (American College of Cardiology), da poco con- cluso a San Diego, conferma appun- to questo dato. La ricerca, condotta nell’ambito del Dallas Heart Study, ha interes- sato oltre 2000 persone senza ma- lattie cardiovascolari note e di 50 anni d’età media. A tutti i parteci- panti è stato fatto indossare un acce- lerometro da polso, per misurare il li- vello di attività per 7 giorni di seguito. È una differenza importante rispetto ad altri studi del genere condotti in passato e ba- sati solo sulle dichiarazioni dei partecipan- ti, perché l’accelerometro consente di mi- surare con accuratezza e in modo oggetti- vo il grado di sedentarietà o di attività. Tutti i partecipanti venivano inoltre sot- toposti a cardio-TAC, per misurare la quan- tità di calcificazioni a livello delle corona- rie, le arterie che nutrono il cuore. L’au- mento di depositi di calcio nell’albero co- ronarico rappresenta un biomarcatore di cardiopatia ischemica, anche se non anco- ra clinicamente evidente, e si associa dun- que ad un maggior rischio di infarto. L’analisi dei dati ha evidenziato che i partecipanti allo studio trascorrevano in media ogni giorno 5 ore da “sedentari” (con punte che andavano da un minimo di 2 ad un massimo di 12 ore). I più sedentari sono risultati quelli più avanti negli anni, più sovrappeso, quelli affetti da diabete e da ipertensione. I ricercatori americani hanno calcolato che per ogni ora in più trascorsa da seden- tari, il rischio di calcificazioni coronariche rilevate alla cardioTAC, aumentava del 14%. Un’associazione questa che è risulta- ta indipendente dal fatto che i soggetti pra- ticassero o meno sport e che non è risulta- ta influenzata da altri fattori di rischio per cardiopatia ischemica. La cosa interessante scaturita da questo studio infatti è proprio che il rischio com- portato dall’eccessiva sedentarietà non viene controbilanciato dalla quantità di at- tività fisica svolta da un individuo. È, in- somma, come se, sul rischio di sviluppare calcificazioni coronariche, pesasse più l’ec- cessiva sedentarietà che il fatto di essere dediti a qualche attività sportiva. Un’ora di corsa o di palestra non bastano a bilancia- re il rischio comportato dallo stare fermi troppe ore al giorno. «È chiaro che l’attività fisica è impor- tante per ridurre il rischio di malattie car- diovascolari e migliorare il livello di fitness — spiega Jacquelyn Kulinski, professore di medicina cardiovascolare al Medical Col- lege of Wisconsin e primo autore dello stu- dio — ma questa ricerca suggerisce che li- mitare il tempo trascorso seduti rappre- senta una nuova strategia di prevenzione, insieme a quella tradizionale dell’esercizio fisico, per aiutare le persone a ridurre il ri- schio cardiovascolare». Lo studio conferma i risultati di altre re- centi ricerche che hanno messo in relazio- ne l’eccesso di sedentarietà con l’aumento di rischio di malattie cardiovascolari, dia- bete, cancro e mortalità precoce. Ma lo studio presentato a San Diego fa un passo avanti e dimostra che trascorrere troppo tempo da seduti si associa ad un marcatore precoce di cardiopatia ischemi- ca, l’accumulo di calcificazioni coronari- che appunto, gettando così le basi per suc- cessive ricerche, che dovranno dimostrare se, il cambiare questa abitudine possa poi portare effettivamente a cancellare il dan- no e prima che si traduca in malattia con- clamata. Il consiglio che viene intanto dai ricer- catori americani è quello di cercare di muo- versi il più possibile durante il giorno, ad esempio facendo una passeggiata nella pausa pranzo, camminando mentre si sta al telefono, facendo le scale anziché pren- dere l’ascensore e usando un pedometro per monitorare i passi fatti ogni giorno. In più, chi fa un lavoro sedentario, dovrebbe evitare di andare a casa e finire il giorno se- duto davanti al televisore. Parte della solu- zione potrebbe venire anche dalle cosid- dette scrivanie “verticali”, sempre più di moda, soprattutto negli Stati Uniti, ma an- cora prive di una “certificazione di effica- cia” che può arrivare solo da uno studio cli- nico controllato. Infine, per chi non riesce proprio a rinunciare ai videogiochi, il con- siglio è di scegliere quelli d’azione, che coinvolgano tutti i muscoli del corpo, anzi- ché solo quelli del pollice. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cuore. Uno studio presentato al congresso dei cardiologi americani. La sindrome della sedia fa ammalare le arterie Diminuire il tempo trascorso seduti, anche di due ore al giorno, riduce il rischio d’infarto. Il fare attività fisica non compensa i danni indotti dalla sedentarietà Ogni ora passata in poltrona fa aumentare il rischio di calcificazioni SA PER NE DI PIÙ Colesterolo Alirocumab ed evolocumab, nuova generazione di farmaci anticolesterolo, si somministrano sottocute 2 volte al mese e sono potentissimi contro il colesterolo “cattivo”. Due studi appena completati confermano la loro efficacia (la maggior parte dei pazienti trattati raggiunge valori LDL inferiori a 70 mg/dl) e sicurezza. Ma soprattutto, i dati preliminari suggeriscono che sono in grado di abbattere il numero di infarti, ictus e decessi per cause cardiovascolari, già dopo un anno di trattamento. (mr. mont.) Aritmia Bruciare con uno speciale cateterino all’interno del cuore le vie elettriche impazzite che generano la fibrillazione atriale, è una strategia 2,5 volte più efficace di farmaci come l’amiodarone, nell’eliminare in modo duraturo l’aritmia. Lo dimostra lo studio AATAC del prof. Luigi Di Biase che evidenzia un dimezzamento di ricoveri e mortalità nell’arco di due anni, nei pazienti sottoposti ad ablazione transcatetere. (mr. mont.) Farmaco Il warfarin è l’anticoagulante orale più usato da 60 anni, ma uno studio dell’università di Harvard rivela che nei portatori di due varianti genetiche (CYP2C9 e VKORC1), aumenta di oltre 5 volte il rischio di gravi emorragie. Gli autori suggeriscono di fare il test genetico per individuare i pazienti troppo “sensibili” al warfarin e dirottarli verso i nuovi anticoagulanti orali. (mr. mont.) © RIPRODUZIONE RISERVATA .

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  • RSALUTE/ la RepubblicaMARTED 24 MARZO 2015 40LA MEDICINA

    MARIA RITA MONTEBELLI

    GLIamericani ormai la chiama-no la sitting disease, la ma-lattia delluomo seduto, an-che se in realt, pi che unamalattia vera e propria, un

    nuovo fattore di rischio per la salute delcuore, che si va ad aggiungere a quelli gi

    noti.Mentre ormai appurato da tempo che

    fare attivit fisica aerobica fa bene alla sa-lute di cuore e vasi, di recente si fatta stra-da anche unaltra verit: stare troppo se-duti indurisce le arterie.

    Per questo, ridurre il tempo trascorso inpoltrona o seduti dietro una scrivania an-che di unora o due, pu fare la differenza

    sulla salute del cuore e dei vasi.E uno studio presentato al congresso

    dei cardiologi americani (AmericanCollege of Cardiology), da poco con-cluso a San Diego, conferma appun-to questo dato.

    La ricerca, condotta nellambitodel Dallas Heart Study, ha interes-sato oltre 2000 persone senza ma-lattie cardiovascolari note e di 50anni det media. A tutti i parteci-panti stato fatto indossare un acce-lerometro da polso, per misurare il li-vello di attivit per 7 giorni di seguito. una differenza importante rispetto ad altristudi del genere condotti in passato e ba-sati solo sulle dichiarazioni dei partecipan-ti, perch laccelerometro consente di mi-surare con accuratezza e in modo oggetti-vo il grado di sedentariet o di attivit.

    Tutti i partecipanti venivano inoltre sot-toposti a cardio-TAC, per misurare la quan-

    tit di calcificazioni a livello delle corona-rie, le arterie che nutrono il cuore. Lau-mento di depositi di calcio nellalbero co-ronarico rappresenta un biomarcatore dicardiopatia ischemica, anche se non anco-ra clinicamente evidente, e si associa dun-que ad un maggior rischio di infarto.

    Lanalisi dei dati ha evidenziato che ipartecipanti allo studio trascorrevano inmedia ogni giorno 5 ore da sedentari(con punte che andavano da un minimo di2 ad un massimo di 12 ore). I pi sedentarisono risultati quelli pi avanti negli anni,pi sovrappeso, quelli affetti da diabete eda ipertensione.

    I ricercatori americani hanno calcolatoche per ogni ora in pi trascorsa da seden-tari, il rischio di calcificazioni coronaricherilevate alla cardioTAC, aumentava del14%. Unassociazione questa che risulta-ta indipendente dal fatto che i soggetti pra-ticassero o meno sport e che non risulta-ta influenzata da altri fattori di rischio percardiopatia ischemica.

    La cosa interessante scaturita da questostudio infatti proprio che il rischio com-portato dalleccessiva sedentariet nonviene controbilanciato dalla quantit di at-tivit fisica svolta da un individuo. , in-somma, come se, sul rischio di svilupparecalcificazioni coronariche, pesasse pi lec-cessiva sedentariet che il fatto di esseredediti a qualche attivit sportiva. Unora dicorsa o di palestra non bastano a bilancia-re il rischio comportato dallo stare fermitroppe ore al giorno.

    chiaro che lattivit fisica impor-tante per ridurre il rischio di malattie car-diovascolari e migliorare il livello di fitness spiega Jacquelyn Kulinski, professore di

    medicina cardiovascolare al Medical Col-lege of Wisconsin e primo autore dello stu-dio ma questa ricerca suggerisce che li-mitare il tempo trascorso seduti rappre-senta una nuova strategia di prevenzione,insieme a quella tradizionale delleserciziofisico, per aiutare le persone a ridurre il ri-schio cardiovascolare.

    Lo studio conferma i risultati di altre re-centi ricerche che hanno messo in relazio-ne leccesso di sedentariet con laumentodi rischio di malattie cardiovascolari, dia-bete, cancro e mortalit precoce.

    Ma lo studio presentato a San Diego faun passo avanti e dimostra che trascorreretroppo tempo da seduti si associa ad unmarcatore precoce di cardiopatia ischemi-ca, laccumulo di calcificazioni coronari-che appunto, gettando cos le basi per suc-cessive ricerche, che dovranno dimostrarese, il cambiare questa abitudine possa poiportare effettivamente a cancellare il dan-no e prima che si traduca in malattia con-clamata.

    Il consiglio che viene intanto dai ricer-catori americani quello di cercare di muo-versi il pi possibile durante il giorno, adesempio facendo una passeggiata nellapausa pranzo, camminando mentre si staal telefono, facendo le scale anzich pren-dere lascensore e usando un pedometroper monitorare i passi fatti ogni giorno. Inpi, chi fa un lavoro sedentario, dovrebbeevitare di andare a casa e finire il giorno se-duto davanti al televisore. Parte della solu-zione potrebbe venire anche dalle cosid-dette scrivanie verticali, sempre pi dimoda, soprattutto negli Stati Uniti, ma an-cora prive di una certificazione di effica-cia che pu arrivare solo da uno studio cli-nico controllato. Infine, per chi non riesceproprio a rinunciare ai videogiochi, il con-siglio di scegliere quelli dazione, checoinvolgano tutti i muscoli del corpo, anzi-ch solo quelli del pollice.

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    Cuore. Uno studio presentato al congresso dei cardiologi americani.

    La sindrome della sediafa ammalare le arterie

    Diminuire il tempo trascorso seduti, anche di due ore al giorno, riduce il rischiodinfarto. Il fare attivit fisica non compensa i danni indotti dalla sedentariet

    Ogni ora passata inpoltrona fa aumentareil rischio di calcificazioni

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    NEDI PI

    ColesteroloAlirocumab edevolocumab, nuovagenerazione difarmacianticolesterolo, sisomministranosottocute 2 volte al mese e sonopotentissimi contro ilcolesterolo cattivo.Due studi appenacompletaticonfermano la loroefficacia (la maggiorparte dei pazientitrattati raggiungevalori LDL inferiori a70 mg/dl) e sicurezza.Ma soprattutto, i datipreliminarisuggeriscono chesono in grado diabbattere il numerodi infarti, ictus edecessi per causecardiovascolari, gidopo un anno ditrattamento.

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    AritmiaBruciare con unospeciale cateterinoallinterno del cuorele vie elettricheimpazzite chegenerano lafibrillazione atriale, una strategia 2,5volte pi efficace difarmaci comelamiodarone,nelleliminare inmodo duraturolaritmia. Lo dimostralo studio AATAC delprof. Luigi Di Biaseche evidenzia undimezzamento diricoveri e mortalitnellarco di due anni,nei pazientisottoposti adablazionetranscatetere.

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    FarmacoIl warfarin lanticoagulanteorale pi usato da 60anni, ma uno studiodelluniversit diHarvard rivela chenei portatori di duevarianti genetiche(CYP2C9 e VKORC1),aumenta di oltre 5volte il rischio di graviemorragie. Gli autorisuggeriscono di fareil test genetico perindividuare i pazientitroppo sensibili alwarfarin e dirottarliverso i nuovianticoagulanti orali.

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