secondo numero di rING

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Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora

tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea,

ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi

due idee.

(George Bernard Shaw)

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

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INDICE

[ING. TECNICA] Tecnologia della foto-rivelazione basata

su dispositivi a semiconduttore PAG. 7

Tesi di Laurea in Ingegneria Elettronica a cura di Enrico Molinari,

Università degli studi di Pisa

[SICUREZZA] Sicurezza sul lavoro PAG. 8

a cura di Giorgio Mari, www.giorgiomari.com

[ING. TECNICA] Knowledge on high containment PAG. 10

a cura di Giorgio Mari, www.giorgiomari.com

[ING. TECNICA] “Owner process engineer”

or IPPD “Integrated Plant ad Process Design” PAG. 13

a cura di Giorgio Mari, www.giorgiomari.com

[LOGISTICA] La storia delle cose PAG. 15

a cura di Nicola Cominetti

[LOGISTICA] Test: di quale Supply Chain sei? PAG. 16

a cura di Nicola Cominetti

[TRASPORTI] Stato dell'arte ed applicabilità alla realtà fiorentina

delle nuove tecnologie per la mobilità elettrica PAG. 19

a cura di Paolo Tagliaferri

[sezione: Work in Progress] Esito del sondaggio

“il tuo lavoro ti piace!? Soldi o tempo libero?” PAG. 20

a cura di Nicola Cominetti

[by rING] Esito del sondaggio “rING, cosa ne pensi?” PAG. 22

a cura di Nicola Cominetti

[by rING] Progetto Carpooling.it PAG. 24

a cura di Nicola Cominetti

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

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Storia: la fondazione della rivista

La rivista degli Ingegneri nasce dalla necessità di valorizzare il lavoro svolto nel realizzare la Tesi di

Laurea.

L'idea è nata dopo la laurea in Ingegneria Gestionale Specialistica presso l'Università di Bologna,

nel Dicembre 2010, con la Tesi di Laurea dal titolo: "Supply & Demand Chain Investigation".

Questo lavoro, nonostante fosse qualcosa di grande attualità ed interesse, sembrava essere sta-

to vano se qualcuno, qualche azienda magari, non poteva sfruttarlo. Da qui la mia prima pubbli-

cazione su una rivista di logistica e sempre da qui, qualche mese più tardi, la nascita di questo

ambizioso progetto: fondare una rivista che raccolga articoli scritti da giovani ingegneri!

La mission

Pubblicare articoli scritti da laureandi in ingegneria con lo scopo sia di promuovere e valo-

rizzare il grande lavoro che viene svolto nel realizzare la Tesi di Laurea, sia per presentare

alle aziende materiale ed informazioni sempre nuove ed aggiornate.

I valori

Crediamo nella qualità e nell'impegno profuso nel realizzare le Tesi di Laurea;

Desideriamo promuovere giovani talenti e aiutarli ad avvicinarsi alle aziende;

Siamo convinti che l’informazione sia il modo migliore per saper scegliere;

Infine, crediamo nella qualità del sistema universitario italiano in grado di dare una forma-

zione eccellente e di alta qualità.

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La rivista degli ingegneri è un ambizioso progetto nato dal desiderio di rendere veramente utile il

duro lavoro svolto nel preparare la Tesi di Laurea.

La rivista è rivolta ad Aziende, Università e agli stessi studenti come mezzo di divulgazione scienti-

fica, affinché le Tesi di qualità non restino cose di pochi (o archiviate dentro un armadio).

Scrivere un breve articolo sulla propria Tesi o su qualche altra esperienza accademica è sempli-

ce, veloce e completamente gratuito… Scopri come continuando a leggere il contenuto di

questa pagina o contattandoci per mail!

Inoltre, ciascun studente (laureando o laureato) che pubblica un articolo ha a sua comple-

ta disposizione una pagina nella quale può promuovere se stesso, il suo CV, qualche sua iniziati-

va o descrivere l’ambito professionale desiderato!

Approfittane e aiutaci a far si che la tua tesi non resti cosa di pochi!

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Tecnologia della foto-rivelazione basata su dispositivi a semiconduttore

Tesi di Laurea in Ingegneria Elettronica a cura di Enrico Molinari,

Università degli studi di Pisa

Scarica la Tesi completa su rING: http://ring.5core.it/download/25

Ing. Tecnica

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

Lo scopo di questa tesi è di descrivere gli attuali di-

spositivi microelettronici a stato solido (a semicon-

duttore inorganico) di tipo bulk, ovvero dispositivi

privi di nanostrutture confinanti per i portatori di cari-

ca mobile, come pozzi, fili e punti quantici

(“quantum wells, quantum wires, quantum dots”),

adatti a rivelare elettricamente un segnale luminoso

incidente, caratterizzato da una certa intensità e

frequenza. Presenteremo una panoramica sulle tec-

niche di fotorivelazione più utilizzate, riservando am-

plio spazio alla fisica che sta alla base dell’optoelet-

tronica ed accennando brevemente alle applica-

zioni di maggior interesse, come ad esempio le tele-

comunicazioni su fibra ottica, i rilevamenti telemetri-

ci o vari tipi di “mapping” per uso di diagnostica

medica, terminando con i fotomoltiplicatori, di ulti-

ma generazione, candidati ad essere utilizzati nella

tomografia ad emissione di positroni (in inglese PET –

“Positron Emission Tomography”). Questi ultimi sono

noti, in ambito tecnico – scientifico, con il nome di

SiPMs (“Silicon Photon Multipliers” – fotomoltiplicatori

al silicio). Dei dispositivi per fotorivelazione che pren-

deremo in esame descriveremo i principi di funzio-

namento, richiamando alcuni concetti fondamen-

tali di fisica dei semiconduttori e alcune loro proprie-

tà ottiche, le principali caratteristiche e le proprietà

in base a cui vengono classificati (ad esempio l’effi-

cienza quantica, l’efficienza di rivelazione dei fotoni,

il rapporto segnale/rumore, il guadagno, il range

dinamico, la responsività, la risoluzione temporale

ecc…) e citeremo brevemente alcune tecnologie e

passi di processo importanti che ne consentono l’in-

tegrazione a livello sub – micrometrico. Analizzere-

mo i dispositivi optoelettronici, ad omogiunzioni ed

eterogiunzioni, più utilizzati, come i PIN

(semiconduttore drogato p/semiconduttore intrinse-

co/semiconduttore drogato n), gli APDs

(“Avalanche Photo Diodes” – fotodiodi a valanga), i

SAM – APDs (“Separate Absorption and Multiplica-

tion APDs” - fotodiodi a valanga a regioni di assorbi-

mento e moltiplicazione separate), i SAGM – APDs

(“Separate Grading Absorption and Multiplication

APDs” – SAM a variazione graduale del gap di ener-

gia), i GM – APDs (“Geiger Mode APDs” – APDs fun-

zionanti in modalità Geiger) ed i SiPM. Vedremo co-

me il loro impiego consenta di risolvere alcuni dei

problemi che interessano i dispositivi a tubo (noti

come PMTs – “Photon Multipliers Tubes” - fotomolti-

plicatori a tubo), ampiamente usati in passato e

tutt’oggi. Infine, una volta chiarite la fisica e la topo-

logia dei suddetti fotorivelatori, illustreremo (in ap-

pendice D), a livello di principio, il contesto strumen-

tale nel quale vanno inseriti, al fine di acquisire im-

magini computerizzate nell’ambito della PET.

Note sull’Autore:

Ing. Enrico Molinari: Tesi di Laurea in Ingegneria Elettronica, Università degli studi di Pisa

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Sicurezza in azienda Autore: Giorgio Mari

Abstract The Safety is composed of only the following two points:

1. How the plant is designed and constructed.

2. How the workers act.

This short sentence could appear as a provocation. Actually it comes from more than 20 years of working experience

in three different kind of company:

1. manufacturing company

2. engineering company (plant design and construction)

3. governmental Institute for Safety (also with the role of inspector for the compliance with the “Major Accident Di-

rective”).

Sicurezza

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

The result is my deep convic-tion that a company gains great advantages by having an excellent level of safety.

I can consider myself very lucky because I have been in contact with companies that can be considered as leaders in safety. Sometimes I worked for that company as an employee, or I had them as a client. Other times I would visit them as a safety inspector.

I saw many different kinds of factories but the result is always the same: <<money spent for safety comes back with interest>>. This is true for all factories: small; large; continuous plants; batch plants; pharmaceuticals; chemicals; food industries; mechani-cal plants; foundries; electrochemical; storage facilities; etc.

Some of the advantages deriving from an excellent level of safety are difficult to monetize, but they are anyway very im-portant. Let’s think, for instance, to a pharmaceutical Compa-ny. They produce medicines: something for making people feel better ! In case of a safety problem, their image can suffer a dramatic damage. In fact it destroys their reputation as a company that works to improve the health of people. So they have to be very careful that nothing happens to their workers (injuries or occupational diseases) or to their neighbours or to the surrounding environment.

In conclusion, they have to permanently keep a level of safety and environmental compliance much better than the average of other kind of industries.

Other economic advantages produced by safety are evi-dent and I report here only a partial list of them:

lower insurance rates; less days of work lost by workers; less damage to be repaired; less production lost due to plant outages; less money spent in legal litigation; etc.

In this short presentation, I’d like to touch on a few points.

1. “How the plant is made”, means that the plant was designed according to safety principles and it is properly constructed and well main-tained in order to keep the initial features.

2. “How the workers act” , means that employees and con-tractors are properly educated and trained and, importantly they effectively follow procedures.

In order to achieve the two above mentioned results it’s enough to “copy” the Lead Safety Companies. High safety standards are reached through a deep study of the bibliog-raphy and, first, learning by experience.

The “near miss” method is very effective. It must be extensive-ly applied so that it gives a large number of “cases” to be dis-cussed. This is easier for large companies because they can exchange information among many plants. Smaller companies must group together in, as much as possible, homogeneous industrial sectors. Information on Safety must be “filtered” for privacy reasons and then shared within the group without reservation.

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A good study of the bibliography and a systematic collection of experiences are essential for building good procedures and engineering standards. Fortunately some of the methods in-vented by lead companies were then shared among the rest of the world.

Now, after having developed good procedures and a good plant we have to run it!

The attitude of the management is essential for getting people working safely. Management must, first of all, believe in their Safety System. They must allocate the right priority and budg-et to safety. Contrasting messages disorient workers and, sooner or later, result in the Safety Management System fail-ing.

The concepts I write here are derived by my direct experience. During some inspection visits I saw factories with a perfect “paper” safety system but, in reality, the plant and the behav-iour of the people was completely different.

Also the pharmaceutical industry had sometimes some prob-lems. Good Manufacturing Practices (GMP) seldom conflict with Safety. In these cases a technical solution to comply both GMP and Safety is often possible.

In conclusion, most of the above mentioned points were dis-cussed by me during conferences, congresses, seminaries and university lessons.

Note sull’Autore:

Giorgio Mari

e-mail: [email protected]

web: www.giorgiomari.com -------- http://it.linkedin.com/pub/giorgio-mari/9/b00/604

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Knowledge on high containment

Autore: Giorgio Mari

Abstract

My expertise on the “high containment” topic was acquired in three different kind of organization:

1. Pharmaceutical production company

2. Engineering company

3. Governmental Institute for the safety (Italian National Institute for Safety and Health).

These different working situations allowed me to see the “containment” problem from different

points of view and in a wide range of applications.

The pharmaceutical industry is developing an increasing variety of “highly active ingredients” and,

in addition, there is an increasing attention to industrial hygiene problems. These two factors made

the “containment” topic more and more important in the recent years.

Ing. Tecnica

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

First of all, I was involved in the design of both types

of isolators: for personnel protection and for

product sterility preservation. I also saw some situa-

tions where both problems had to be considered

at the same time.

In applications in the pharmaceutical industry I was

on the design team for both kinds of

production: Active Pharmaceutical Ingredients (API,

bulk) and Fill and Finishing (Secondary).

In the API field some examples of the “high contain-

ment” technology applications are: loading of

highly active powders into reactors; centrifuges and

dryers unloading; filter-dryer unloading;

dispensing of reactants and intermediate; products

delumping, weighing and packaging; containers

washing.

Also, in the fill and finishing field there are many unit

operations where potent drugs are to be

handled: dispensing; granulation; vial filling; tablet

and capsule manufacturing; lyophilizator

loading/unloading; container washing; and many

others.

In the Research and Development field there are

also many situations where the use of an increased

level of containment is required. In fact the matter

of the research (molecules, microorganisms) is

often unknown because it is under development.

Very often the data on the long term effects of the

new ingredients are not available. This forces com-

panies to implement the best available

containment level.

Another recent use of the “high containment” tech-

nologies is for the security forces (Army, Police,

Fire Brigades). Due to the increased terrorist threat,

the security forces personnel is sometimes

required to perform analysis of unknown samples

taken where an

attack is feared.

In this case the

analysis can be

done in a safe

way for the ope-

rators only by

using the “high

containment”

technologies and

following suitable

procedures.

I had the opportunity to cooperate with the Italian

Army and with the Fire Brigades Dept. in Rome.

I wrote the technical specification of the isolators

and other important parts of their mobile

laboratories for the NBC (Nuclear, Biological, Chemi-

cal) emergencies. I was involved in this job

because the Institute I’m working for supplies techni-

cal assistance to all the governmental

institutions about problems of safety. I also was the

speaker for the mobile laboratories presentation

in conferences dealing with safety and security

(Orlando-USA, Potsdasm-D, Pisa-I).

About the technology itself, I try to summarize here

some relevant points on isolators.

Isolators and their accessories are the most impor-

tant pieces of equipment in order to get a high

level of containment. There are many kinds of isola-

tors so a deep and detailed study on the process

has to be done in order to choose the best alternati-

ve. There are “flexible” isolators (done in plastic)

suitable for temporary utilization or for production in

short “campaign”. In case of more “stable”

processes or with large quantities of material to be

handled, the “classical” solution of an isolator

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constructed of metal sheet is preferable.

The kind of process to be performed also affects the

choice for the number of “chambers” of the

isolator. A single box isolator is simpler and cheaper.

On the other hand, it is also more “rigid” in

the utilisation because it cannot be opened until it is

completely cleaned. If the process requires

frequent exchange of materials a dual chamber

isolator is to be adopted. The additional box allows

the insertion or removal of material without cleaning

all the isolator. Only the material to be

transferred must be decontaminated.

In order to help transfer operations, some accesso-

ries were invented: Rapid Transport Port; special

containers; continuous plastic film; etc…

The cleaning and sterilizing procedures are also criti-

cal. These operations often influence the design

of the isolator itself. In fact, each part of the inter-

nals must be easily reachable by the

decontaminating agent and stagnation of the li-

quor has to be avoided. The above mentioned rea-

sons

often require the isolator internals to have rounded

edges and polished surfaces. The supply and the

disposal of the cleaning liquids and liquors can be

dedicated to each isolator or distributed to the

rest of the plant.

The diffusion of Vaporized Hydrogen Peroxide (VHP)

is one of the more utilised system for the

sterilization of the isolator volume. This method also

has the advantage to being compatible with

electrical and electronic devices.

The isolator borders a well defined volume. This si-

tuation allows also solves another problem. A

nitrogen flow can be guaranteed inside the volume

of the isolator, so the oxygen concentration can

be kept below a maximum level. This prevents pro-

blems with powders and vapours that are

potentially explosive.

The isolator technology uses many technical solu-

tions and many construction details. It is not

possible to discuss all of them. But I would like to

mention the “push through” system for the vent

filters replacement. This allows replacement of an

exhausted filter cartridge to be done safely. In

fact, the “dirty” cartridge drops inside the isolator

and can be safely handled and disposed off.

As a consequence of my employment in the Italian

Safety Institute, I did a deep study on the

regulation of “high containment” technology. Both

legal and technical regulation were examined.

About the legal compliance, one of the strongest

points of the isolator technology is that the

dangerous agent is caught immediately at its sour-

ce. The potentially dangerous agents are not

spread in the working environment and operators

don’t need protective devices. This complies with

the request of the European Directive for working

safety.

In conclusion, most of the above mentioned points

were discussed by me during conferences,

congresses, seminaries and university lessons.

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Note sull’Autore:

Giorgio Mari

e-mail: [email protected]

web: www.giorgiomari.com -------- http://it.linkedin.com/pub/giorgio-mari/9/b00/604

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“Owner process engineer” or IPPD “Integrated Plant ad Process

Design”

Autore: Giorgio Mari

Abstract

In the production of Active Pharmaceutical Ingredients, several different kinds of professionals are need-

ed. I'd like to focus on the “owner process engineer” and describe his role and how he helps the Produc-

tion Company get the kind of plant it really needs.

Ing. Tecnica

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

Summarizing, he stands between the inventors of the

molecule (scientists, biologists, chemists) and the

multidisciplinary team of engineers that make the

detail design of the plant.

He is usually a chemical engineer and an employee

of the Production Company. This is primarily be-

cause he must know a large amount of confidential

pieces of information about products and process-

es, which constitute the core of the know-how of the

Company.

Furthermore he has to prepare documents to allow

the Engineering Company to perform the design of

the production plant.

The owner process engineer has to “condense” the

confidential process data of the several products of

the Production Company into a package of infor-

mation, translating the product/process needs into a

set of unit operation/pieces of equipment of the

plant, which is no longer “confidential” because it

doesn't contain any longer the data related to the

products.

During this development and transfer of information

the owner process engineer must know the

“languages” and “styles” of both the Production

Company and the Engineering Company.

I'd like to look in more details into the tasks of the

owner process engineer.

The innovation team must provide the owner pro-

cess engineer with product and process information.

All the key parameters which effectively define the

process must be known: raw materials; chemicals;

catalysts; solvents; chemical reactions; separation

steps; concentrations; temperatures; pressures; pH;

yields; etc.

The Production Company normally doesn't want to

disclose this sensitive package of information to out-

side parties.

The owner process engineer has to develop a mass

balance for each product that the Production Com-

pany want to manufacture. From the mass balanc-

es, the unit operations are defined: storage; reac-

tion; crystallization; centrifugation; drying; etc.

For each main piece of equipment he must know

which kind of industrial equipment is available on

the market. When a direct scale-up from the labora-

tory scale to a production plant is not possible, he

must know how to perform pilot scale tests in the

machinery suppliers workshops.

During this design phase, it could be necessary to re-

discuss some process parameter with the scientists.

Once again, it is important that the owner process

engineer belongs to the Production Company be-

cause the “sensitive” data is part of that discussion.

The scale-up design phase is very strategic for the

Production Company because future products must

also be taken in consideration. The plant must be

“flexible” enough to allow for process innovation,

production of similar products with only small chang-

es or allow for capacity increases when applicable.

For example, some pieces of equipment could be

designed in order to allow the future installation of a

glove box for loading/unloading powders in case

the Production Company wants to produce highly

active ingredients in the future.

After this development the kind of information to be

disclosed to outside parties is no longer highly

“confidential”. The information is no longer directly

correlated to the products. In fact, this package of

data is relevant to the plant. At this point, the infor-

mation that the Production Company discloses to

the designers and constructors of the plant is not

enough to manufacture the products, even if the

information falls in the hands of a potential competi-

tor.

Some examples of the above mentioned data are:

volume of reactors; surface of condensers; cooling

power of the refrigerating plants; flowrate of pumps;

volume of storages; filtering surfaces of centrifuges

or filter dryers; dryers’ volumes.

This data is added to the preliminary Process Flow

Diagram and preliminary Layouts where the mass

balances of the products are hidden.

Using the package of data above mentioned the

Engineering Company can design the plant follow-

ing their usual method (detailed equipment specifi-

cations; detailed P&ID's; detailed Layouts; Project

scheduling; etc.). Each engineering “discipline” de-

signs its part of the plant (Process, Civil, Air condition-

ing, Electrical, Instrumental, Safety, Validation, etc.)

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In conclusion, to summarize the benefit that a Pro-

duction Company has by assigning to an own em-

ployee the role of “owner process engineer” (IPPD):

mass balances of products are not to be disclosed

to the Engineering Company;

other confidential process data is not to be dis-

closed;

in case the whole project is managed by different

Engineering Companies, data is not shared

each time;

someone within the Company takes the ownership

of the deliverables of the new plant being built

(quality, costs, capacity, etc.) - very seldom an

engineering company accepts these responsi-

bilities, as they are never the “owner” of a pro-

duction process and their final result depends

on the quality of the data received by the pro-

ject owner.

Note sull’Autore:

Giorgio Mari

e-mail: [email protected]

web: www.giorgiomari.com -------- http://it.linkedin.com/pub/giorgio-mari/9/b00/604

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La storia delle cose

Per approfondimenti cerca su YouTube “The story of stuff” di Annie Leonard

O vai su: http://www.storyofstuff.com/

Logistica

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

Descrizione:

La Supply Chain è un processo all’interno del quale

un numero variabile di soggetti economici (fornitori,

trasformatori, distributori…) lavorano insieme con

l’obiettivo di acquisire materie prime, convertirle in

prodotti finiti e infine trasferire i prodotti finiti ai distri-

butori e negozi.

Lungo questo flusso fisico le materie prime prendo-

no forma, vengono combinate tra loro, trasformate

e assemblate fino a diventare spesso e volentieri

qualcosa di nuovo, a maggior valore aggiunto. Gli

stadi intermedi con le quali i prodotti finiti giungono

al cliente finale, in un mercato globale come quello

attuale possono essere molti, collocati in zone geo-

grafiche diverse e a grande distanza tra di loro.

Conoscere le attività che avvengono in ogni stadio

della filiera, i costi sostenuti, le condizioni lavorative

locali, l’impatto ambientale…non solo è motivo di

interesse industriale per migliorare le potenzialità

della Supply Chain, ma dovrebbe essere di grande

attrattiva anche per i consumatori, ovvero tutti noi!

Questa ricerca, per essere completa ed affidabile

non può che essere compiuta sul campo, viaggian-

do da stabilimento a stabilimento, da paese a pae-

se per indagare attività svolte: dall’estrazione delle

materie prime alle attività di trasporto, trasformazio-

ne, confezionamento…

Con competenze derivanti dalla Laurea in Ingegne-

ria Gestionale, con abilità “extra-lavorative” nate

dallo scoutismo e da capacità alpinistiche e con

grande voglia di scoprire il mondo viaggiando in-

tendo col vostro aiuto realizzare questo documen-

tario il quale permetterà a tutti noi di conoscere

meglio “la storia delle cose”.

Targets:

Sociale: conoscere le condizioni lavorative in

paesi del terzo mondo, scoprire da dove

provengono prodotti familiari e di uso quo-

tidiano;

Ambientale: alcuni prodotti compiono lunghi

viaggi prima di giungere nei supermercati,

perché e a quale scopo? Non solo le attività

di estrazione e lavorazione impattano

sull’ambiente circostante ma anche il tra-

sporto.

Culturale: prodotti eco-solidali, sono davvero

solidali? Prodotti ecologici rispettano dav-

vero l’ambiente? Perché alcuni prodotti cos-

tano molto meno o molti di più di altri

prodotti simili?

Scientifico: come sono fatti I beni che acquistia-

mo ed utilizziamo? Impariamo a conoscere il

loro “ciclo di vita” dalla nascita alla discara

e oltre.

Struttura del progetto

Definire 8-10 prodotti familiari e che incorporano

un elevato “brand-value” positivo o negati-

vo: da prodotti eco-solidali ai pneumatici

delle automobili. In questa fase è importante

scegliere bene i prodotti in modo che siano

eterogenei tra di loro e che permettano una

vasta base geografica e un flusso fisico fatto

da più step.

Studiare il “ciclo di vita del prodotto”.

Visitare un impianto produttivo e risalire la Sup-

ply Chain fino alle attività più a monte possi-

bile.

Lavoro di redazione per ricostruire la “storia delle

cose”.

Page 17: secondo numero di rING

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Test – scopri quale di che “Supply Chain” sei…

L’ottimizzazione delle scorte lungo il proprio canale distributivo è qualcosa di molto soggettivo e che varia

da settore a settore. Trovare il bilanciamento o “trade-off” tra costi e reattività nei confronti del mercato è

una scelta che dipende da diversi elementi, raggruppabili in 3 categorie:

Processo produttivo

Caratteristiche del prodotto

Domanda di mercato

Questo test, permette, attraverso 8 domande semplici e mirate, di delineare il profilo che soddisfa mag-

giormente i propri bisogni e permettendo di costruire una Supply Chain reattiva e veloce o snella ed effi-

ciente.

Logistica

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

Processo produttivo

1. Considerando l’intero processo produttivo inter-

no all’azienda, questo è strutturato:

a. In un processo continuo; a flusso; a linea di mon-

taggio;

b. Un processo intermittente; i set-up sono pochi e i

lotti di grandi dimensioni;

c. Sempre un processo intermittente, ma con lotti

“quasi unitari”; alta varietà di prodotti a discapito

dei volumi;

Processo discontinuo o unitario; uno o pochi prodot-

ti realizzati all’anno; su commessa

2. Che tipo di “profilo produttivo ha la tua impre-

sa?

a. “I”, il processo è lineare: il quantitativo di pro-

dotti in uscita è paragonabile alla merce in input;

b. “V”, il processo è divergente: generalmente da

un numero limitato di merce in ingresso si riesce ot-

tenere un’ampia gamma produttiva;

c. “X”, il processo è di assemblaggio: molti compo-

nenti in ingresso, i quali vengono assemblati per ge-

nerare molti prodotti finiti in uscita. E’ importante la

modularità dei componenti.

“A”, convergente. Da molti input si ottiene un nu-

mero limitato di prodotti finiti.

Caratteristiche del prodotto

3. I prodotti finiti in uscita dai propri impianti sono:

a. Relativamente semplici, classificabili come, con

basso valore aggiunto, a breve ciclo di vita;

b. Sempre beni di consumo; attività di R&D sono

presenti, ma non sempre determinanti;

c. Complesso e modulare; alto valore aggiunto e

lungo ciclo di vita; R&D onerosa e necessaria;

Alto livello di innovazione e di tecnologia incorpora-

ti nei prodotti realizzati e negli impianti necessari.

Alto know-how richiesto; R&D ha ruolo primario.

4. Obiettivo cardine di ogni impresa è “soddisfare i

bisogni dei clienti”, i vostri prodotti come rispondono

a questa esigenza:

a. Soddisfano un bisogno primario; sono commodi-

ties (o beni di consumo); utilizzabili a breve termine;

facilmente acquistabili da chiunque, ovunque.

b. Sono beni di consumo con una vita medio-

lunga; risentono della moda; alta importanza del

marchio (“brand value”); generalmente personaliz-

zati per età, sesso…

c. Beni molto personalizzabili; ampia gamma pro-

dotto; lungo ciclo di vita (anni); soddisfano un biso-

gno secondario; importante la garanzia.

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Beni ad elevato contenuto tecnologico; l’utilizzatore

finale è diverso dal cliente; il prodotto finale è spesso

nascosto all’utilizzatore il quale avverte solo le pre-

stazioni o il servizio che tale bene garantisce. Molto

importante la garanzia.

Il mercato

5. Analizzando la volatilità della domanda e l’am-

biente in cui opera l’azienda in termini di competi-

tors e barriere all’ingresso, la situazione più simile a

quella in cui si opera è:

a. Domanda di mercato costante e\o facilmente

prevedibile; molti competitors presenti; la competi-

zione si basa sul prezzo; basse barriere di mercato;

prodotto funzionale;

b. Domanda di mercato stagionale; competitors di

grandi dimensioni e competizione su scala globale;

alte barriere all’ingresso in termini di know-how; pro-

dotto funzionale ed innovativo;

c. Domanda di mercato variabile; pochi grandi

competitors a livello mondiale; alte barriere all’in-

gresso; la competizione si basa su aspetti di design e

di innovazione; prodotto funzionale;

Domanda di mercato bassa e dipendente da cicli

economici; pochissimi e grandi competitors; compe-

tizione a livello tecnologico; altissime barriere di in-

gresso sia tecnologiche che di know-how e macchi-

nari; prodotto innovativo;

6. Il rapporto con clienti e fornitori di che tipo è:

a. Si opera in mercati B2C; i clienti non sono disposti

a rimandare l’acquisto; il fornitore è uno o tanti, ma

tutti per lo stesso prodotto;

b. Mercati B2C corti; i clienti non sono disposti a ri-

mandare l’acquisto; bassa relationship con i fornitori

i quali spesso detengono un monopolio di MP o di

know-how;

c. Mercati B2C lunghi; alta partnership con i fornitori

di LT; i clienti sono disposti ad rimandare l’acquisto

per il prodotto desiderato;

Pochi e grandi clienti che effettuano l’ordine in base

alle loro esigenze; collaborazione e partnership a

monte; si opera in settori B2B.

Altri aspetti

7. Il ritmo produttivo è:

a. Dettato dalle macchine;

b. Dettato più dalle macchine che dall’operatore;

c. Dettato più dall’operatore che dalle macchine;

Dettato dalle macchine;

8. Obiettivo industriale:

a. Aumentare la precisione nelle previsioni di vendi-

ta; ridurre stock-out e sovrapproduzioni; reattività

verso il mercato;

b. Aumentare la precisione nelle previsioni e la pia-

nificazione degli acquisti;

c. Aumentare le precisione delle previsioni e della

programmazione delle produzione; ridurre il work-in-

progress;

Rispetto date di scadenze e consegna. Innovare.

Page 19: secondo numero di rING

18

Domande \ Risposte A B C D

1 1 2 3 4

2 1 2 3 4

3 1 2 3 4

4 1 2 3 4

5 1 2 3 4

6 1 2 3 4

7 1 2 3 4

8 1 2 3 4

Punteggio: da…a 8--11 12--19 20--27 28--32

Profilo A: IL VENDITORE

L’importante è vedere e portare nuovi prodotti sul mercato. Infatti, i prodotti non anno di per sé un grande

valore aggiunto è quindi fondamentale avere sempre prodotti disponibili sugli scafali per evitare che il

cliente (il quale è anche l’utilizzatore finale) scelga un prodotto della concorrenza.

Saper pianificare velocemente e produrre grandi quantitativi è la chiave per ridurre i costi.

Profilo B: L’AGILE

L’agilità nel mercato si traduce in flessibilità e velocità nel saper dare ai clienti quello che i clienti vogliono.

Ci vogliono buon livelli di personalizzazione dei prodotti e il valore del brand è determinante per poter ven-

dere i propri beni a qualcosina in più!

Profilo C: LO SNELLO

Solo l’indispensabile, tutto il superfluo è spreco e come tale va eliminato. E’ il tipico caso del famoso “lean

manufacturing”. Grande attenzione alle scorte, in punti i punti del processo, il quale spesso è di assem-

blaggio.

Profilo D: L’INNOVATORE

La tecnologia è la chiave in questo settore, prodotti ad alto valore aggiunto, spesso complessi e costosi. Il

ruolo di ricerca e sviluppo nell’azienda è determinante e criteri quali l’affidabilità e la durata sono essen-

ziali. Sono realizzati pochi prodotti e le scorte sono conseguentemente basse, ma ciascuno di essi è un fio-

re all’occhiello dell’azienda.

Page 20: secondo numero di rING

19

Stato dell'arte ed applicabilità alla realtà fiorentina delle

nuove tecnologie per la mobilità elettrica

Tesi di Laurea in Ingegneria Gestionale a cura di Paolo Tagliaferri,

Università di Firenze

Scarica la Tesi complete su rING: http://ring.5core.it/download/27

Abstract:

Le automobili costituiscono parte integrante della nostra vita quotidiana, ma le emissioni di gas di scarico

dei veicoli convenzionali a combustione interna sono la colpa della principale fonte di inquinamento ur-

bano, che provoca l'effetto serra.

Il mondo finirà per incontrare una grave crisi energetica se continuerà la dipendenza dal petrolio come

unica fonte di energia per i veicoli, e tale crisi si farà acuta quando le riserve di petrolio nel mondo diminui-

ranno.

Negli ultimi 10 anni il numero di automobili sul nostro pianeta è raddoppiato, arrivando a circa un miliardo

di vetture .

Il crescente numero di automobili sulla strada ogni anno aumenta il problema dell'inquinamento: dobbia-

mo quindi concentrare la nostra attenzione sulle fonti energetiche alternative e su nuove modalità di tra-

sporto. Attualmente la comunità internazionale si sta indirizzando verso lo sviluppo di mezzi di trasporto a

basse emissioni (ibrido elettrico) e a zero emissioni (elettrici) per sostituire i veicoli tradizionali con motore a

combustione interna. Diverse industrie automobilistiche infatti hanno già iniziato la commercializzazione di

veicoli elettrici e ibridi elettrici. L'auto elettrica permette di alleviare la situazione dell'inquinamento delle

aree urbane congestionate dal traffico, pur non eliminando il problema di produzione di energia elettrica

nelle centrali .

In una città come Firenze, dove il problema dell'inquinamento è all'ordine del giorno, l'uso della macchina

elettrica porterebbe notevoli miglioramenti sulla qualità dell'aria.

Il nostro intento quindi è quello di fare un'analisi sui possibili scenari, sulla fattibilità e sui tempi di una mobili-

tà elettrica nella realtà delle strade fiorentine.

Trasporti

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

Page 21: secondo numero di rING

20

Esito sondaggio sul mondo del lavoro:

il tuo lavoro ti piace!?

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

by rING

Il sondaggio sul "mondo del lavoro" e sul proprio la-

voro di certo non era impostato per essere un son-

daggio analitico come quelli dell'ISTAT, voleva forse

essere più una provocazione che altro...capire se è

più importante il proprio stipendio o la famiglia.

Il quesito è nato all'interno dell'ufficio dove lavoro io

(non per rING, il mio vero lavoro): tutti noi stiamo fuo-

ri casa dalle 8.30 alle 18.00, a volte anche di più. E'

chiaro che i momenti per stare con la famiglia o fa-

re le cose a cui realmente si tiene e piacciono è limi-

tato, questo porta a star svegli spesso fino a tarda

notte e il giorno dopo essere stanchi morti!

Sognando, io e i miei 3 colleghi vorremmo continua-

re a guadagnare lo stesso ma lavorare quelle 1-2

ora di meno al giorno in modo tale che anziché

uscire alle 18, dopo di che non si ha tempo per fare

nulla, uscire per esempio alle 17 o lavorare il venerdì

solo mezza giornata!

L'esito del sondaggio è, invece, che gli italiani sono

un popolo di lavoratori! Preferirebbero guadagnare

di più, forse perchè gli stipendi sono veramente bassi

(e il mio non crediate che quale neolaureato faccia

eccezione!).

Oppure perchè il lavoro che fanno piace e piacen-

do stanno volentieri in ufficio a lavorare.

Ecco i risultati, i quali non sono di difficile interpreta-

zione: buona lettura e grazie a tutti coloro che han-

no partecipato!

Page 22: secondo numero di rING

21

Page 23: secondo numero di rING

22

Esito sondaggio conoscitivo su rING

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

by rING

rING piace! e piace sempre di più!

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio e che ogni settimana visitano il sito alla ricerca

di nuovi articoli innovativi.

Ecco i numeri di rING al 20 Ottobre 2011:

forse, per un sito professionale gestito in maniera continuativa non sembrano granché, ma per un sito fon-

dato ad Aprile 2011 e gestito nel tempo libero per una grande passione, ovvero di diffondere l'innovazio-

ne e promuovere giovani ingegneri, sono cifre di grande importanza:

23 PARTNERS

26 UTENTI ISCRITTI ALLA NEWS-LETTER SETTIMANALE

90 PROFESSIONISTI SUL GRUPPO LINKED-IN

PIU' DI 106 "MI PIACE" SU FACEBOOK

PIU' DI 794 COLLEGAMENTI SU LINKED-IN

PIU' DI 6974 VISITATORI UNICI DALLA FONDAZIONE DEL SITO

Dal sondaggio svolto per ottenere qualche feedback sul sito risulta che alla maggior parte delle persone

piace (60%), al 35% piace poco e solo al 5% non piace.

I risultati pubblicati così come sono per motivi di completa trasparenza nei vostri confronti sono riportati di

seguito e di facile lettura.

Positivi sono anche i commenti pubblicati anche nella sezione "Dicono di noi..." lasciati da coloro che han-

no partecipato al sondaggio.

Page 24: secondo numero di rING

23

Page 25: secondo numero di rING

24

Progetto Carpooling.it

r I N G — r i v i s t a d e g l i i n g e g n e r i

by rING

Il Car-pooling, o la condivisione di automezzi privati

per recarsi in un luogo comune in maniera intelligen-

te ed economico, è una pratica ancora poco co-

nosciuta in Italia. Riuscire a sfruttare questa possibili-

tà gratuita in modo semplice e immediato potrebbe

rappresentare la vera chiave di svolta per la mobili-

tà urbana. Come?!Attraverso l’utilizzo di internet e

del telefonino (o smartphone)!

Il progetto consiste nel creare un sito web attraverso

il quale gli studenti che hanno la possibilità di offrire

un passaggio possano pubblicare il loro itinerario e

allo stesso tempo chi è senza mezzo di trasporto pos-

sa consultare le offerte e scegliere quella più adatta

alle sue esigenze.

Il tutto è supportato dalla possibilità di connettersi al

sistema anche tramite il proprio cellulare. In questo

modo, infatti, sarà possibile: ricevere automatica-

mente la conferma della propria richiesta, disdire o

effettuare una nuova richiesta. Questo aspetto è

fondamentale per una corretta e puntale gestione

del sistema, poiché: non sempre si può accedere a

internet, ma si può sempre inviare un SMS per disdire

il passaggio in seguito a un imprevisto (evitando di-

sguidi, difficoltà e ritardi inutili)!

Punti di forza

Minor utilizzo del proprio mezzo di trasporto;

Riduzione del traffico;

Maggiori possibilità di trovar parcheggio;

Possibilità di conoscere nuove persone e aiutare chi

non ha un proprio mezzo.

Punti di debolezza

Allungamento dei tempi di viaggio per chi prende il

veicolo rispetto a viaggiare da soli.

Minor autonomia.

Opportunità

Nulla vieta che questo strumento venga applicato

anche tra studenti di Atenei diversi e persino per bi-

sogni di trasporto che esulano dai bisogni universitari

(come recarsi assieme ad una festa)!

Minacce

Che alcune inserzioni possano risultare false o errate.

A questo scopo è utile un sistema di comunicazione

tempestivo come il cellulare;

Maggiori complicazioni legali in caso di incidente

stradale.

Ritengo che in una città universitaria come quella di

Bologna dove quasi ogni studente ha accesso a In-

ternet questa soluzione rappresenti un mezzo effica-

ce ed immediato per risparmiare nei trasporti, ridurre

il traffico, aiutare l'ambiente e conoscere nuove per-

sone!

Scarica la descrizione del progetto su rING: http://ring.5core.it/download/28

Page 26: secondo numero di rING

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Page 27: secondo numero di rING

26

Partners

rING è la rivista che da le informazioni e gli strumenti necessari per affrontare al meglio il

cambiamento e le sfide che si pongono ogni giorno! Scritta da ingegneri per le aziende.

La rivista ha scopo di avvicinare le aziende ai laureandi in ingegneria e promuovere il

grande lavoro che ogni studente svolge nel realizzare la propria tesi di laurea.

Allo stesso tempo permette alle Aziende di farsi conoscere sia tramite strumenti online,

che cartacei messi a disposizione dalla stessa rivista.

Se siete interessati e volete ricevere maggiori informazioni anche per scopi promozionali

e pubblicitari, potete scrivere a: [email protected]

Perché fare pubblicità su rING?

rING si rivolge alle aziende con lo scopo di presentare loro gli sviluppi e i cambiamenti

del contesto economico-produttivo italiano e non esiste miglior fonte di informazione

che quella accademica-universitaria.

Solo restando aggiornati è possibile reagire prontamente al cambiamento, migliorarsi ed

essere competitivi.

“Non è la specie più forte,

né la più intelligente a sopravvivere,

ma quella che meglio si adatta ai

cambiamenti”

(Charles Darwin, 1809 – 1882)

Siamo particolarmente interessati a forme di pubblicità sotto forma di articoli:

non vogliamo solo promuovere il vostro marchio o i vostri prodotti / servizi, ma vogliamo

parlare di voi; descriveteci come viene svolta una certa attività all’interno della vostra

azienda o un “caso aziendale” di successo…come avete superato un problema oppure

quali sono gli elementi tecnici, produttivi, logistici od organizzativi che vi identificano e vi

premiano!

Per questo motivo rING ha focalizzato la propria attività e le proprie competenze per of-

frire a tutti una rivista sempre nuova ed aggiornata grazie al contributo di giovani inge-

gneri!

Se vuoi sostenere il nostro progetto o se vuoi comparire nella sezione ‘Partners’ contattaci per mail: [email protected]

Solo grazie al vostro sostegno possiamo crescere e offrire contenuti nuovi e di valore!

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Studenti, laureandi e laureati

Sei un laureando in Ingegneria o ti sei laureato da poco? Desideri farti conoscere dalle

Aziende e promuovere la tua Tesi di Laurea?

Contattaci per avere maggiori informazioni: [email protected]

La Rivista degli Ingegneri cerca articoli scritti da Voi.

La rivista degli ingegneri è un ambizioso progetto nato dal desiderio di rendere veramen-

te utile il duro lavoro svolto nel preparare la Tesi di Laurea.

La rivista è rivolta ad Aziende, Università e agli stessi studenti come mezzo di divulgazione

scientifica, affinché le Tesi di qualità non restino cose di pochi (o archiviate dentro un ar-

madio).

Scrivere un breve articolo sulla propria Tesi o su qualche altra esperienza accademica è

semplice, veloce e completamente gratuito…

Inoltre, ciascun studente (laureando o laureato) che pubblica un articolo ha a sua com-

pleta disposizione una pagina nella quale può promuovere se stesso, il suo CV, qualche

sua iniziativa o descrivere l’ambito professionale desiderato!

Approfittane e aiutaci a far si che la tua tesi non resti cosa di pochi!

Non lasciarti sfuggire l’opportunità di farti conoscere alle Aziende per quello che vali veramente!

Inviaci i tuoi articoli, partecipa lasciando feedback e commenti sul sito o contataci per

mail per suggerimenti o dubbi di qualsiasi tipo!

Solo grazie al vostro sostegno possiamo crescere e offrire contenuti nuovi e di valore!

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