seconda serata CRONOS 2018 [modalità compatibilità] serata... · 2018-06-26 · RELATORI serata...

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RICONOSCERE E GESTIRE LA MALATTIA DEMENZA E COMPETENZA: Centro distrettuale disturbi cognitivi e demenze Reggio Emilia Comune di Albinea

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RICONOSCERE E

GESTIRE LA MALATTIA

DEMENZA E COMPETENZA:

Centro distrettuale disturbicognitivi e demenze Reggio Emilia

Comune di Albinea

RELATORI serata del 7 -6 -2018

Giovanna Del Din Medico Responsabile CDCD AUSL RE

Luana Casolari e Francesca Salsi Medici Geriatri CDCD AUSL RE

Monica Gabbi Infermiera Responsabile SAA RE

Anna Ganapini Responsabile Sportello Amministratore di Sostegno

Dar Voce Centro Servizi al volontariato Reggio

Emilia

Antonella Picciati Fisioterapista RSR AUSL Reggio Emilia

Maria Pia Baroni Educatrice Professionale CDCD AUSL RE

CASO CLINICO

LA SIG.RA GINA ORA HA 79 ANNI

Sono passati 3 anni dall’accesso alCDCD per lievi disturbi di memoriaed una progressiva incapacità dicompiere adeguatamente le attivitàquotidiane poi evoluti in Demenza diAlzheimer franca.

È stata presa in carico dal CDCD; èin cura con farmaci specifici; sisottopone a visite semestrali dalgeriatra, non presenta eventi avversialle terapie.

Il figlio Luca ha avuto modo di

confrontarsi con la psicoterapeutadel CDCD.

Gina ora frequenta il Centro Diurnotutti i giorni.

CASO CLINICO

IL RICOVERO OSPEDALIERO

A 5 anni dall’esordio della malattia,Gina ha 81 anni.

Vive ancora da sola (frequenta ilCentro Diurno a tempo pieno dallunedì al sabato; generalmente ladomenica la passa con i figli).Luca e Milena si alternano la seraper controllare che Gina si metta aletto.

Gina viene ricoverata in ospedaleper scompenso cardiaco.

Nonostante la brevità del ricovero,l’allettamento della paziente necondiziona un peggioramentomotorio: è più affaticabile, difficoltàa mantenere la stazione eretta senon con aiuto, come se non“sapesse” più come si cammina

LE FUNZIONI COGNITIVE

LA MEMORIA PROCEDURALE

È quel magazzino di memoria in cuivengono conservate alcune procedurela cui continua ripetizione negli anni leha rese automatiche (quali il cammino,il ballo, andare in bicicletta..).

Si conserva più a lungo rispetto allealtre forme di memoria perché richiedemeno attenzione per il recupero dellatraccia.

È importante perché concorre almantenimento delle abilità residue

Tempi Moderni, C. Chaplin 1936

COMPLICANZE DELL’ALLETTAMENTO

LA RIATTIVAZIONE MOTORIA

E’ fondamentale aiutare il malato a mantenere la propria mobilità’ in quanto:

Il movimento contrasta i fattori di rischio (ipertensione, diabete, sovrappeso)

Il movimento stimola le capacità’ residue favorendo una gestione meno difficoltosa da parte del care-giver e favorisce la socializzazione

Ritratto del dott.Gachet , V. Van Gogh 1890

DEAMBULAZIONE

‣ Incoraggiare il malato a muoversi sia in casa che fuori(ades.brevi passeggiate con un accompagnatore)

‣ Assicurarsi che la camminata si svolga in sicurezza(evitarerischi di caduta)

‣ Finalizzare la camminata(ad es. andiamo a vedere quelgiardino, vediamo quella casa…..)

‣ Durante la deambulazione non girarsi in modo brusco, macambiare posizione lentamente.

‣ Se necessario utilizzare gli ausilii, possibilmente prescritti dauna persona competente

CONSIGLI PER FACILITARE LA DEAMBULAZIONE

‣ Pz che necessita di assistenza durante la deambulazioneil care-giver deve posizionarsi di fianco al paziente eparlargli in modo tranquillo e rassicurante.

‣ Gli ordini verbali devono essere semplici e comprensibili

‣ Cercare di fare sempre lo stesso tragitto con le stessemodalità. La ripetitività aiuta il paziente

‣ Se il paziente cammina in modo scorretto fermarlo e poiriprendere il cammino eventualmente contando a vocealta. Se proprio non riesce, fermarlo onde evitare inutilifrustazioni.

‣ Ausilii e significato degli ausilii

AUSILII

Gli ausilii da utilizzare per il cammino rappresentano un grossocapitolo e spesso poco conosciuto. Spesso il pazientedemente non riconosce la funzione dell’ausilio che gli vieneproposto e lo utilizza non correttamente.

Gli ausilii piu’ frequentemente utilizzati sono:

‣ Girello-rollator(di vari tipi), bastone-stampelle

‣ Ognuno di questi ausilii ha un significato ben preciso e perogni paziente è necessario individuare quello adeguato.

‣ Con il progredire della malattia è necessario rivedere lacorrettezza del deambulatore e ridefinire eventuali approcci.

SCALE

Costituiscono frequentemente fonte di cadute.

Quando cominciano a presentarsi problemi sarebbe opportunoricavare l’ambiente in un unico piano. Esistono comunque indotazione dei montascale che vengono forniti anche dallaA.U.S.L, ma non sono di facile utilizzo. Se comunque ilpaziente è ancora in grado di utilizzare le scale si suggerisce di

‣ Dipingere con colore diverso il primo e ultimo gradino

‣ Evidenziare il bordo di ogni gradini con materialeantisdrucciolo di colore diverso da quello dei gradini

‣ Munirsi di corrimano bilaterale

‣ Illuminazione adeguata e assistenza

CASO CLINICO

IL RICOVERO OSPEDALIERO

Durata la fase acutacomparsa di statoconfusionale: agitazioneprevalentemente notturna(tenta di scavalcare lesponde, urla di notte, sistrappa la terapia ev, sbriciolail pannolone…).

Il quadro rientra una voltarisolta la fase acuta ma ormaidi notte è evidente che Ginanon possa più stare sola.

TESTO

SPORTELLO BADANTI

CASO CLINICO

LA DIFFICOLTÀ DELL’ACCUDIMENTO

A distanza di qualche annoGina appare molto confusa enon collaborante (MMSE9/30).

Non sussistono piùindicazioni a terapiefarmacologiche e il geriatrane sospende la prescrizione.

Il linguaggio è frammentario,ricco di neologismi (paroleinventate) quindi difficilmentecomprensibile.

Anche la comprensione èpressochè abolita(comprende solo ordini moltosemplici: “apra la bocca”,“chiuda gli occhi”...).

LE FUNZIONI COGNITIVE

DISTURBI AVANZATI DEL LINGUAGGIO NELLA DEMENZA

Nell’ultimo stadio di malattia illinguaggio risulta praticamentescomparso come forma dicomunicazione. Può rimanere laripetizione, come una ecodell’ultima parola pronunciatadall’interlocutore, o addiritturadell’ultima sillaba, poi la ripetizionedi qualche sillaba o di semplicisuoni, fino a giungere, in certi casi,al mutismo completo..

Papiro di Ani, XIX dinastia (1250 a.C. ca) - British Museum Londra

CASO CLINICO

LA DIFFICOLTÀ DELL’ACCUDIMENTO

Non riconosce gli oggetti di usocomune (usa erroneamente leposate, utilizza la forchetta permangiare il minestrone).

Il tradimento delle immagini, R. Magritte 1928-29

LE FUNZIONI COGNITIVE

CONOSCENZA

Capacità di confrontare gli stimoliprovenienti dall’ambiente esternocon le informazioni memorizzatein modo da riconoscere oggettigià noti

la perdita delle capacità diinterpretare e riconoscere glistimoli si chiama AGNOSIA

Les demoiselles d’Avignon, P. Picasso 1907

LE FUNZIONI COGNITIVE

LE AGNOSIEMancato riconoscimento di oggettidi uso comune, incapacità di unloro corretto utilizzo

Mancata distinzione tra sostanzecommestibili e non commestibili

Difficoltà a percepire la profondità,causa di disorientamento e rischiodi cadute

L’Explication, R. Magritte 1952

LE FUNZIONI COGNITIVE

LE AGNOSIEDifficoltà a riconoscere la posizione delcorpo nello spazio e a riconoscere leparti del corpo (difficoltà a vestirsi ecamminare)

Difficoltà a localizzare ed interpretarestimoli dolorosi (il dolore fisico vieneespresso con agitazione, ansia,confusione)

Difficoltà a riconoscere volti noti(compreso il proprio): mancatoriconoscimento dei familiari, falsiriconoscimenti di estranei

Narciso, Caravaggio 1594-96

LE FUNZIONI COGNITIVE

LE AGNOSIE: COSA FARE?I comportamenti anomali non sono volontari, ma sono la conseguenza di un deficit:evitare rimproveri o atteggiamenti punitivi

Rimuovere dall’ambiente tutti gli stimoli che il malato non riconosce più e che diventanofonte di ansia o hanno un effetto confondente

Rendere inaccessibili tutte le sostanze non commestibili o potenzialmente pericolose

Se non riconosce il proprio volto allo specchio e questo provoca in lui agitazione opaura: rimuovere o coprire gli specchi

Se non riconosce un familiare: rinunciare in quel momento alla relazione riproponendolain un secondo momento, evitando di ostinarsi di ricondurlo alla ragione con spiegazionirazionali.

CASO CLINICO

LA DIFFICOLTÀ DELL’ACCUDIMENTO

Non è più in grado di accudirealla propria persona (igiene,abbigliamento , uso dellatoilette...)

La toilette, H. Toulouse-Lautrec 1889

LE FUNZIONI COGNITIVE

LE PRASSIE

Capacità di compiere correttamente gesticoordinati e diretti ad ottenere undeterminato scopo. Tale funzione cognitivarichiede una rappresentazione mentaledell’attività che si vuole eseguire e unapianificazione degli atti sequenzialiindispensabili per realizzarla.

I gesti abituali non devono essere pensati,ma si realizzano in modo automatico.

Se il gesto è nuovo, il soggetto invece deveselezionare e programmare la sequenzadegli atti e controllarne lo svolgimento, inmodo da raggiungere lo scopo desiderato.

La Musa, P. Picasso 1935

LE FUNZIONI COGNITIVE

APRASSIA

La perdita della capacità diprogrammare nella giusta sequenza igesti complessi per raggiungere unoscopo

il malato diventa incapace dirappresentarsi mentalmente lasequenza gestuale che deve portarloal compimento di un’attività e perdeprogressivamente la capacità disvolgere attività complesse.

Forme uniche della continuità nello spazio, U. Boccioni 1913

LE FUNZIONI COGNITIVE

Il paziente non sa cosa deve fare, non riesce a rappresentarsi mentalmenteil gesto e non è in grado di riconoscere il significato di un gesto osservato.

Questo si traduce in errori nell’uso di oggetti comuni o nell’organizzazionedella sequenza d’uso (il compito viene lasciato a metà, o la sequenzagestuale è sovvertita).

Difficoltà a compiere gesti su comando; l’azione è invece eseguita piùfacilmente su imitazione

L’aprassia fa sì che il malato non sia più in grado di svolgere le comuniattività della vita quotidiana

Dapprima sono coinvolte le attività più complesse, poi quelle più semplici

APRASSIA E DEMENZA

LE FUNZIONI COGNITIVE

APRASSIA DELL’ABBIGLIAMENTODifficoltà a vestirsi: l’ammalato non sa piùcome indossare i capi d’abbigliamento,non sa in che ordine li deve indossare equanti indossarne; trascura alcuni gestinecessari per completare la vestizione;scambia la destra con la sinistra; non sascegliere il capo d’abbigliamento in basealla stagione.

Inizialmente sono perse le gestualità piùfini che richiedono cooperazione tra lametà dx e sx del corpo, poi tutte le altre.

La Philosophie dans le boudoir, R. Magritte 1947

LE FUNZIONI COGNITIVE

APRASSIA: COSA FARE?Sostituirsi al malato nello svolgimento degli atti quotidiani il più tardi possibile

Supervisionarlo, suggerire e correggere con tatto

Incoraggiarlo durante l’esecuzione e rassicurarlo

Scomporre gesti complessi in gesti semplici (es.apparecchiare)

Evitare che nell’ambiente siano presenti troppi stimoli contemporaneamente che possonodistrarlo

Durante il pasto lasciare solo la posata e la stoviglia che è in grado di usare, nelle fasiavanzate permettergli di mangiare con le mani

Adattare la casa alle capacità residue (maniglioni per il bagno, sistemi di sicurezza per il gas,piastre elettriche temporizzate)

Modulare le nostre richieste alle funzioni cognitive residue, evitando compiti difficili oapprendimenti nuovi

LE FUNZIONI COGNITIVE

APRASSIA: COSA FARE?nella fase dell’ abbigliamento:

disporre gli indumenti nella sequenza in cui andranno indossati

preferire abiti semplici (cerniere al posto di file di bottoni, chiusureal velcro al posto di lacci)

avviare il gesto (infilare una manica)

scelte semplici (es. tra due soli capi d’abbigliamento)

CASO CLINICO

LA DIFFICOLTÀDELL’ACCUDIMENTOGina ancora deambulaautonomamente ma è più insicura e arischio di caduta.

Dopo pochi mesi infatti cade e riportafrattura pertrocanterica del femore sx.

Ricovero in Ortogeriatria. Chi firma ilconsenso per l’anestesia ?

La degenza si complica per anemiapost-operatoria: Gina deve esseretrasfusa; chi firma per le trasfusioni?

Jane Avril, H. Toulouse-Lautrec 1899

Promuove la figura dell’amministratore di sostegno e garantisce a tutti i cittadini l’accesso senza diff erenze di

competenze e risorse.

L’amministratore di sostegno è un famigliare, un am ico, un cittadino volontario, un professionista che il Giud ice tutelare

nomina per affiancare o sostituire una persona non autosufficiente nel compiere le cose di tutti i gir oni.

Sogniamo una comunità che si aiuti, solidale con ch i ha bisogno, che si interessi e si prenda cura degli altri.

Il progetto NON + SOLI lavora per non lasciare nessuno solo e lo fa attraverso l’amministratore di sostegno.

www.nonpiusoli.org

Non più Soli

Quali sono le forme di tutela

giuridica?

Gli atti compiuti da una persona che non è in grado di intendere e volere,

o comunque di provvedere completamente a se stessa,

potrebbero essere riconosciuti validi in quanto la persona,

giuridicamente, è dotata della capacità di agire. Ove sia

necessario, il Codice Civile prevede tre forme di tutela giuridica per le persone maggiorenni, prive in tutto

o in parte di autonomia.

Non più Soli

La legge n.6 del 9 gennaio 2004La persona che per effetto di una infermità, ovvero di una menomazione

fisica o psichica, si trova nell’impossibilità, anche parziale o temporanea,

di provvedere ai propri interessi, può essere assistita da un

Amministratore di Sostegno , nominato dal giudice tutelare del luogo in

cui questa ha la residenza o il domicilio. Il ricorso può essere presentato

da un legale o in autonomia

Amministratore

di Sostegno

Giustizia

Terzo settore

Territorio

Servizi Sociali e Sanitari

Non più Soli

Amministrazione di sostegno

Inabilitazione

Trust

Interdizione

Forme di tutela Chi agisce

Amministratore di sostegno

Non più Soli

INFORMAZIONI

SPORTELLI PER AMMINISTRATORI DI SOSTEGNO

•Reggio Emilia :•presso Tribunale 0522510606 - 3286910307

[email protected]•presso DarVoce 0522791979 [email protected]•Montecchio Via Don Pasquino Borghi 10

3892582000•[email protected]•Correggio presso Fondazione Dopo di Noi e Anffas 3283651778 [email protected]

•Scandiano Via Fogliani n. 7 3286960861 [email protected]•Guastalla presso commune 3286932512 [email protected]

WWW.NONPIUSOLI.ORG

CASO CLINICO

LA DIMISSIONE

Alla dimissione Gina effettua ilpassaggio letto-sedia con aiutodi una persona, cammina conrollator e supervisione. A voltetende a deambulare senzaausilio (lo dimentica). E’necessaria una persona cheglielo ponga ogni volta che siaccinge a camminare.

Tempi Moderni, C. Chaplin 1936

CASO CLINICO

UN NUOVO RICOVERO...A distanza di pochi mesi laSig.ra Gina viene ricoveratain ospedale per febbre dainfezione delle vie urinarie.

Terapia antibiotica ev, vienemantenuta a letto per 10giorni.

Superata la fase acuta Ginanon è più in grado dideambulare. Viene alzata in

carrozzina con sollevatorepassivo.

La camera da letto dell’artista, V. Van Gogh 1888

ADEGUAMENTO DEL DOMICILIO E LA VALUTAZIONE FKT

‣ L’ABITAZIONE DEVE ESSERE RESA IL PIU’ POSSIBILESICURA E ORGANIZZATA IN MODO DA OTTIMIZZAREL’AUTONOMIA RESIDUA

‣ Eliminare quindi gli ingombri, le situazioni che possonofacilitare il rischio di cadute o trauma.

DEFINIZIONE DI AMBIENTE PROTESICO

‣ Ambiente che aiuta a compensare i deficit cognitivi,i disturbicomportamentali,le limitazioni funzionali e stimoli le abilitàrisidue adattando

‣ 1.Spazio (riconoscibilità,orientamento)

‣ 2.Arredi(comfort,sicurezza,usabilità)

‣ 3.Ausilii

‣ 4.Tecnologie

‣ Un ambiente protesico deve inoltre soddisfare

‣ 1.Bisogni(relax,attività occupazionali.ecc)

‣ Pz che necessita di assistenza durante la deambulazione: il care-giver deve posizionarsi di fianco al paziente e parlargli in modotranquillo e rassicurante.

‣ Gli ordini verbali devono essere semplici e comprensibili

‣ Cercare di fare sempre lo stesso tragitto con le stesse modalità.Laripetitività aiuta il paziente

‣ Se il paziente cammina in modo scorretto fermarlo e poiriprendere il cammino eventualmente contando a voce alta.Seproprio non riesce, fermarlo onde evitare inutili frustazioni.

‣ Ausilii e significato degli ausilii

CONSIGLI FKT‣ Non incerare i pavimenti

‣ Eliminare i tappeti

‣ Rimuovere dai passaggi oggetti di disturbo

‣ Applicare paraspigoli ai mobili

‣ Attenzione agli animali domestici

‣ Sedie di altezza adeguata e con i braccioli

‣ Non indossare ciabatte.

‣ Ambienti adeguatamente illuminati

‣ Adeguamento delle scale, eventualmente mettere dei cancelletti

‣ Maniglie

‣ Togliere dalle porte le chiavi

‣ Togliere dalle finestre arredi che potrebbero facilitare lo scavalcamento involontario

‣ Utilizzo di ausilii adeguati per il cammino e corretta gestione dell’ausilio stesso

CONSIGLI FKT

‣ Fornire WC,vasca e doccia di maniglioni.

‣ Utilizzare tappetini antiscivolo

‣ Eventualmente camuffare il bidet,se questo viene confusocon il WC

‣ Fare attenzione a specchi di grandi dimensioni :può creareconfusione nel paziente

‣ Utilizzare fornelli elettrici

CASO CLINICO

LA FASE AVANZATA DI MALATTIAGina ormai si alimentascarsamente, preferisce cibi dolci,mastica ma non deglutisce;peggiora la disfagia per i liquidi,utilizzo di cibi frullati, liquidiaddensati. Non parla.

Il caso - in collaborazionemultidisciplinare - vienecoordinato dal MMG.

L’assenzio, E. Degas 1875-76

LE FUNZIONI COGNITIVE

COMUNICAZIONE NON-VERBALEA seguito del progressivo deterioramento dellinguaggio il malato perde progressivamentela capacità di comunicazione verbale maconserva la comunicazione non verbale, cioèquella che passa attraverso la mimica e lagestualità (sorriso, espressione del volto,pianto, toccare, stringere, prendere la mano…)

Questo è valido sia nella direzione malato-assistente che nella direzione oppostapertanto anche chi assiste trasmette leproprie emozioni al malato attraverso ilcanale non verbale.

La danza, H. Matisse1909

LE FUNZIONI COGNITIVE

COMUNICAZIONE NON-VERBALE

Il malato comunica anche attraverso brusche e repentine mutazioni delcomportamento quali reazioni catastrofiche, atteggiamenti di opposizione, diaggressività fisica o verbale, stati di agitazione.

Queste situazioni indicano in genere che:

nell’ambiente c’è qualcosa di disturbante (troppa luce, troppo rumore, troppepersone..)

Avverte un dolore fisico che non sa esprimere verbalmente e che spesso non salocalizzare

Ha bisogno di mangiare o di bere

Ha bisogno di andare in bagno

Non capisce o lo disturba ciò che gli viene chiesto di fare

LE FUNZIONI COGNITIVE

COMUNICAZIONE NON-VERBALE

Un famigliare attentoosservatore diventa spesso unabile interprete di questemodalità di comunicazione nonverbale

Concetto spaziale, Attesa, L. Fontana 1965

LE FUNZIONI COGNITIVE

LINGUAGGIO: COSA FARE?Per facilitare la comunicazione con il malato è opportuno:

Assumere una posizione frontale di dialogo cercando se possibile un contatto oculare(guardarsi negli occhi)

Scandire bene le parole

Recuperare la sua attenzione toccandogli la mano, accarezzandolo, chiamandolo pernome

Utilizzare più canali di comunicazione (parole + mimica e gestualità + immagini visive,es mostrare il piatto con il cibo mentre lo si invita a mangiare)

Utilizzare frasi brevi e semplici alle quali il malato possa rispondere con si/no oassenso/diniego del capo

Utilizzare frasi dialettali se il malato comunica tramite esse e le capisce

Accettare tempi di risposta rallentati rispetto al normale

Non spazientirsi dinanzi a risposte errate o incongrue

LE FUNZIONI COGNITIVE

COMUNICAZIONE NON-VERBALELa stimolazione tattile, i massaggi disfioramento, l’accarezzare, il frizionaredelicatamente, il tenere la mano, ecc.se non producono reazioni aggressiveo di evidente fastidio possono essereproseguiti fino alle fasi avanzate dellamalattia e talvolta, soprattutto persoggetti molto deteriorati e gravementecompromessi nella vista o nell’udito,rimangono l’unica modalità attraverso laquale comunicare un messaggiorassicurante e fornire un po’ dibenessere

La Cathédral, A. Rodin 1908

CASO CLINICO

ORA...

Gina non cammina più e nonparla, ma ancora sorridequando Luca le si avvicina el’accarezza...

Madonna della Tenerezza, A. Mantenga 1491