Seconda guerra mondiale I protagonisti del conflitto.

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I protagonisti del conflitto

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L’Europa prima della Seconda Guerra

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La Germania Il duro trattamento subito in seguito alla sconfitta

nella prima guerra mondiale in base a quanto stabilito dal Trattato di Versailles, e le successive difficoltà economiche, aggravate dalla crisi mondiale, causarono un profondo malcontento nel popolo tedesco e favorirono la diffusione delle idee nazionalsocialiste di Adolf Hitler e del suo movimento politico.

Dopo una rapida ascesa politica, il movimento nazista prese le redini del potere in Germania, assumendo il controllo totale dello Stato. La politica estera hitleriana divenne via via sempre più aggressiva: ignorando i vincoli imposti dal trattato di Versailles, nel corso di pochi anni venne riarmato l'esercito, nel 1936 fu rimilitarizzata la zona di confine con la Francia (la Renania), nel 1938 fu sancita l'annessione dell'Austria, e con la Conferenza di Monaco, nel 1938, l'annessione della regione della Cecoslovacchia e quindi nel 1939, della Boemia e Moravia.

Poco prima dell'inizio del conflitto, il 23 agosto 1939, la Germania stipulò un patto di non aggressione (Patto Molotov-Ribbentrop) con l'Unione Sovietica, mentre ripresentava le sue pretese territoriali su parte della Polonia (il corridoio di Danzica). La Polonia rigettò tali pretese e la Germania, il 1º settembre 1939, la invase.

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L’Italia In Italia il 31 ottobre 1922 era

salito al governo Benito Mussolini. Con lui ebbe inizio una politica espansionistica, e il 2 ottobre 1935 prese il via la campagna d‘ Etiopia, per creare un impero coloniale. Il 5 maggio 1936 venne proclamato l'Impero.

Nel 1939 l'Italia invase l'Albania e due giorni dopo ne sancì l'annessione.

Nonostante la tensione tra Italia e Germania, creatasi al momento dell'annessione dell'Austria da parte della Germania, nel maggio 1939 Mussolini strinse il "Patto d'acciaio" con Hitler.

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La SpagnaIn Spagna viene instaurata la dittatura

dopo fu un conflitto combattuto dal luglio 1936 all'aprile 1939 fra i nazionalisti anti-marxisti, noti come Nacionales, ed i Republicanos, composti da truppe governative e sostenitori della Repubblica spagnola, guerra terminata con la sconfitta della causa repubblicana che diede il via alla dittatura del generale nazionalista Francisco Franco.

Il generale Francisco Franco che manifestava idee filofasciste era appoggiato apertamente dal III Reich della Germania nazista e dall'Italia fascista di Mussolini

La Spagna di Francisco Franco in un primo tempo decise si adottare una linea di non belligeranza nei confronti della Germania, alla quale era comunque favorevole; in un secondo tempo inviò truppe in appoggio di quelle tedesche per combattere sul fronte orientale contro l'Unione Sovietica.

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Il Giappone L'Impero giapponese

invase la Cina nel settembre del 1931, usando la messa in scena del sabotaggio ferroviario di Mukden come pretesto per l'invasione della Manciuria. Anche se il governo giapponese si oppose all'azione, l'esercito fu in grado di agire in maniera indipendente e instaurò un governo fantoccio, creando uno stato separato: il Manchukuo.

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L'inizio del conflitto L'inizio della guerra viene

indicato da gran parte della storiografia nel 1° settembre del 1939. Quel giorno la Germania invase la Polonia, provocando, il successivo 3 settembre, la dichiarazione di guerra di Gran Bretagna e Francia, legate da un patto di alleanza con i polacchi e ormai decise a frenare l'aggressività tedesca. Il 17 settembre, sulla base degli accordi stabiliti dal Patto Molotov-Ribbentrop, l'Unione Sovietica invase a sua volta la Polonia, occupandone la parte orientale.

Rosso paesi dell’Alleanza Verde URSS Blu paesi dell’Asse Bianco paesi neutrali

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L’Italia si dichiara neutrale

Allo scoppio della guerra, Mussolini, rendendosi conto che l’Italia era impreparata (l’economia del Paese non era in grado di sostenere un’altra guerra e l’esercito non era addestrato e armato adeguatamente), dichiarò la sua neutralità (settembre 1939). Ma l'alleanza con Berlino, l'ideologia del fascismo e la situazione politica internazionale non potevano permettere che questa posizione durasse a lungo.

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La massima espansione dell’Asse

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La Francia è sconfitta Nell’aprile del 1940 Hitler invade la

Danimarca e la Norvegia per raggiungere la Francia da nord. Riuscì nell’impresa nel maggio dello stesso anno, attraversando l’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo, paesi neutrali.

La Francia, sconfitta, fu divisa in due parti: a nord era controllata direttamente dai Tedeschi, mentre a sud si stabilì un governo collaborazionista con sede a Vichy. Immediatamente nacquero organizzazioni clandestine di lotta contro gli invasori, che avevano come punto di riferimento il generale Charles de Gaulle.

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Tentativo di Hitler di invadere l’Inghilterra

A questo punto Hitler doveva sconfiggere solo l’Inghilterra e tutta l’Europa sarebbe stata nelle sue mani. Il 10 luglio del 1940 aerei tedeschi diedero inizio ai bombardamenti sulle città inglesi e su Londra in particolare. Il nuovo capo del governo inglese, Winston Churchill, tenne un discorso molto accorato in cui seppe convincere la popolazione a resistere contro i Tedeschi.

In questo periodo gli Inglesi poterono sperimentare un nuovo congegno, il radar, che permetteva di controllare le rotte degli aerei tedeschi. Così Hitler non riuscì ad invadere l’Inghilterra e il fallimento del piano fece comprendere che l’esercito tedesco non era imbattibile.

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L’Italia entra in guerra (10 giugno 1940)

Proprio mentre si stavano concludendo le operazioni militari tedesche in Francia con l’occupazione di Parigi, Mussolini dichiarò guerra alla Francia e all’Inghilterra, credendo che l’Italia avrebbe tratto grandi vantaggi dal conflitto.

Nelle stesso anno, il 28 di ottobre, l’esercito italiano invase la Grecia, ma fu bloccato dai Greci, mentre navi inglesi danneggiarono le nostre ancorate a Taranto. Per sbloccare la situazione i Tedeschi invasero la Jugoslavia. In Grecia e in Jugoslavia iniziarono sanguinosi combattimenti contro nazisti e fascisti ad opera di partigiani.

Nel nord Africa la situazione rimase incerta per molto tempo, fino a quando, dopo lunghe e durissime battaglie, gli Inglesi occuparono El Alamein, colonia italiana in Libia e tutta la zona fu controllata dalle forze alleate, in particolare l’Inghilterra.

Il Mediterraneo rimase sotto il controllo inglese.

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Le prime sconfitte delle potenze dell’Asse A metà del 1941 la Germania occupava gran parte dell’Europa, ma, per

assicurasi rifornimenti di grano sufficienti, ordinò l’invasione dell’URSS, nel giugno di quell’anno, sperando di concludere le operazioni prima dell’inverno.

I Russi però, anziché combattere in campo aperto, si ritirarono e attaccarono i Tedeschi con azioni di guerriglia. L’esercito tedesco, affiancato da reparti finlandesi, rumeni e, soprattutto italiani, entrò nel cuore del territorio russo, giungendo fino a Leningrado, che però resistette all’assedio.

Stalin ordinò di smantellare ben 2000 acciaierie e fonderie e di ricostruirle più ad est: in questo modo la produzione di armi russe superò in breve quella tedesca e in dicembre iniziò alla controffensiva. Nella battaglia di Mosca i Tedeschi furono sconfitti e cominciarono la ritirata, trovando le immense pianure completamente coperte di neve.

Moltissimi furono i soldati deceduti durante la marcia di ritorno, soprattutto a causa del freddo estremo cui non erano preparati.

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Gli USA in guerra Il 7 dicembre del 1941 il Giappone

attaccò la base americana di Pearl Harbour, nelle isole Hawaii, distruggendo una flotta di navi da guerra.

Gli USA dichiararono subito guerra al Giappone e alle potenze dell’Asse (Italia e Germania), sue alleate.

Il Giappone voleva assicurarsi il dominio sull’Oriente e in effetti in un anno riuscì a conquistare le Filippine, l’Indonesia, la Malesia, fino quasi a minacciare l’India e l’Australia. Le popolazioni conquistate furono costrette ai lavori forzati in campi di concentramento. L’avanzata giapponese fu fermata nel 1942 con la battaglia aeronavale del Mar dei Coralli. Inizia la riconquista americana delle isole del Pacifico.

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La battaglia del Mar dei Coralli

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La caduta di Mussolini Il 9 luglio 1943 truppe inglesi e americane sbarcano in

Sicilia e occupano le più importanti città dell’isola, passando velocemente in Calabria.

La popolarità di Mussolini è ormai finita e a nulla valgono le sue minacce e i discorsi intimidatori.

Vittorio Emanuele III, i gerarchi fascisti e gli alti comandi militari si resero conto che ormai Mussolini era di ostacolo a possibili trattative di pace con gli Angloamericani. Il Gran Consiglio del Fascismo votò allora un atto di sfiducia verso il duce e affidò il potere al re, il quale nominò il generale Pietro Badoglio a capo del governo. Mussolini fu arrestato.

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L’Armistizio con gli Alleati

Badoglio decise di condurre trattative con gli Alleati per giungere ad un armistizio. Le trattative si svolsero segretamente per non allarmare i Tedeschi, che, alla caduta di Mussolini, avevano cominciato a diffidare degli Italiani.

L’armistizio fu reso noto l’8 settembre del 1943 e, a questo punto, la Germania da alleata divenne nemica, occupando l’Italia.

Il re e il generale Badoglio fuggirono da Roma, lasciando l’esercito in balìa dei Tedeschi e privo di ordini e direttive. In tutta questa confusione molti Italiani furono catturati e portati nei lager, altri combatterono, contro le truppe tedesche, altri si diedero alla macchia, unendosi alle formazioni partigiane.

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La Repubblica di Salò Dopo l’Armistizio con gli Alleati, un commando militare

tedesco liberò Mussolini dalla prigione sul Gran Sasso e lo trasportò in Germania, da dove proclamò la nascita di un nuovo stato fascista, La Repubblica Sociale Italiana, detta Repubblica di Salò, dal nome della cittadina sul Lago di Garda, dove ne era stata fissata la sede.

La maggior parte degli aderenti alla Repubblica di Salò erano giovani che avevano ricevuto un’educazione fascista fin dalla fanciullezza; per questo pensavano che l’Armistizio fosse un tradimento verso l’alleato tedesco. Inoltre i gerarchi fascisti parlavano di un ritorno al vecchio regime e i giovani venivano conquistati dagli ideali di patria, onore, dovere.

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La guerra partigiana

Nascosti fra le montagne i partigiani organizzavano azioni di guerriglia e attacchi a sorpresa alle truppe tedesche ed ai fascisti, i quali però, rispondevano con rastrellamenti dei “covi” di partigiani e rappresaglie anche contro i civili.

Ricordiamo le feroci uccisioni da parte dei Tedeschi, in Toscana (Sant’Anna di Stazzema), in Piemonte (Cuneo), in Emilia Romagna (Marzabotto).

La lotta partigiana durò quasi due anni e fu molto dura,specialmente nell’inverno ’44-’45. Molti partigiani abbandonarono i rifugi, ma quelli che restarono si organizzarono meglio, trasformandosi in un vero e proprio esercito, il Corpo dei Volontari della Libertà (C. V. L.), diretti dai Comitati di Liberazione Nazionale (C.L.N.)

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L’Italia divisa in due

A questo punto l’Italia era divisa in due: a nord i partigiani e la Repubblica di Salò; a sud il regno del sud di Vittorio Emanuele III sotto la protezione degli Alleati.

Mentre a Nord i partigiani organizzavano la Resistenza, lungo la penisola si fronteggiavano i due eserciti nemici: nell’ottobre 1943 gli Alleati occupano Napoli; all’inizio dell’estate 1944 le forze anglo americane sfondano la linea difensiva tedesca di Montecassino; il 4 giugno liberarono Roma; il 4 agosto liberarono Firenze.

Dopo la liberazione della Toscana, un altro ostacolo blocca l’avanzata, la cosiddetta Linea gotica, una linea difensiva da Rimini a La Spezia, fino alla primavera del 1945, quando gli Alleati la sfondarono e i partigiani liberarono Milano, Torino e Genova.

E’ il 25 aprile 1945.

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Resa della Germania

L’attacco decisivo alla Germania in Europa ebbe inizio il 6 giugno 1944, quando gli Alleati sbarcarono in Normandia con una grande quantità di armi e soldati, appoggiati dalla RAF (Royal Air Force).

Ad est i Russi presero Varsavia e proseguirono verso Berlino. Nel febbraio del 1945, certi della vittoria finale, Roosevelt, Churchill

e Stalin, si riunirono a Yalta, in Crimea, per discutere sulla situazione mondiale dopo la fine della guerra: la Germania doveva essere disarmata, l’Europa orientale doveva essere sotto il controllo russo, l’Europa occidentale fu assegnata agli anglo-americani.

Dopo l’incontro di Yalta, l’avanzata degli Alleati fu rapidissima: Dresda fu conquistata con massicci bombardamenti, mentre a Berlino entrarono per prime le truppe russe.

Hitler si uccise insieme agli alti gradi del comando tedesco e alla moglie Eva Braun.

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La resa del Giappone Nel Pacifico la guerra continua, nonostante le vittorie

aeronavali di Midway, Filippine e Marianne, poiché i Giapponesi tentano la difesa in tutti i modi, anche usando kamikaze.

Il nuovo presidente degli USA, Truman, prese allora la decisione di usare una nuova arma, da poco fabbricata, la bomba atomica.

Il 6 agosto 1945 la prima bomba fu sganciata su Hiroshima, provocando immediatamente quasi 100.000 morti. Tre giorni dopo un’altra bomba fu sganciata su Nagasaki, dove le vittime furono oltre 50.000.

A questo punto il Giappone firmò la resa: era il 2 settembre 1945.

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I trattati di pace

Tra luglio e ottobre 1946, a Parigi, si tenne la conferenza di pace per una nuova sistemazione dell’Europa:

Europa orientale sotto il controllo dell’URSS Europa occidentale sotto il controllo degli USA Il territorio della Germania e dell’Austria fu diviso in quattro zone

occupate da Americani, Francesi, Inglesi e Russi. Nel 1949 le zone controllate da USA, Francia e Inghilterra vennero

unificate nella Repubblica Federale Tedesca, mentre la zona occupata dall’URSS diede origine alla Repubblica Democratica Tedesca.

Berlino, che si trovava all’interno della zona della RDT, venne divisa in due, Berlino Est e Berlino Ovest.

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E L’Italia?

Grazie ai partigiani, intervenuti in aiuto delle forze anglo-americane, l’Italia non fu trattata da paese sconfitto, ma dovette comunque rinunciare ad una parte della Venezia Giulia, all’Istria ed alle colonie, mentre la città di Trieste fu dichiarata “territorio libero”.

Questa decisione provocò fra l’Italia e la Jugoslavia gravi tensioni, che terminarono solo nel 1954, col ritorno di Trieste all’Italia.