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Se vuoi partecipare
anche tu alla
realizzazione di questo
giornalino puoi farlo
scrivendo la tua
testimonianza, una
meditazione biblica,
oppure attraverso
suggerimenti e consigli.
Deborah Mastronardi
Denni Ciriaco
Debora Callà
Pietro di Michele
Francesca Olivella
Cristina Mora
La pubblicazione è distribuita a membri simpatizzanti delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è
sostenuta da offerte volontarie.
Gli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati immediatamente
non si restituiscono.
Pag. 3
Pag7
Pag. 8
- Giornata evangelistica
- Dio provvede
- Raduno campi stico 5-01-13
- Il Signore all’opera
Pag. 10
Pag. 11
- In volo come le aquile!
2
Ringrazio il Signore perché
sabato 5 gennaio 2013 mi ha dato
l’opportunità di partecipare al
raduno campistico a Torino, nella
chiesa cristiana evangelica di via
Spalato. E’ particolare come
quando il credente dedica del
tempo, una giornata intera da
trascorrere per ascoltare la Sua
Parola e stare con Lui Egli
benedice, e quando si rientra a
casa si ritorna sempre benedetti,
incoraggiati, spronati ad andare
avanti e vivere la vita più
“leggeri” e più forti, con
l’incoraggiamento e la forza che
solo Dio può dare … Se siamo
giù di morale, tristi, quando le
cose non vanno come ce
l’eravamo programmate, Egli ci
rialza, consola, forma, istruisce ed
ammaestra con dolcezza e
severità, come solo Lui sa fare.
“… Egli … ricompensa tutti
quelli che lo cercano” (Ebrei 11:
6)
Leggi della semina e del raccolto
(principi nella missione cristiana)
Il relatore dello studio del mattino
e predicatore al culto del
pomeriggio è stato il pastore
Davide Mortelliti, ed ha
condiviso con tutti i presenti al
raduno vari principi applicabili
alla vita cristiana e
principalmente
all’evangelizzazione del mondo;
il fratello Mortelliti ha molto a
cuore le missioni: ha spronato
tutti i presenti al raduno a
partecipare alle missioni
evangelistiche; evangelizzare è un
mandato che Gesù ha dato ai
credenti; in Marco 16: 15 è
scritto: “…Andate per tutto il
mondo, predicate il vangelo ad
ogni creatura.”. Ma partecipare
come? Ci sono tanti modi:
pregando, con il coinvolgimento
personale (pianto, sofferenza),
con il sostegno, o il buon
esempio, sostenendo le opere
missionarie come quella in
Albania, e non solo frequentando
l’istituto biblico per diventare
missionari e/o evangelisti. Ogni
credente deve essere missionario
ed evangelista; ad esempio, può
pregare per chi non crede.
Il testo dello studio di quel giorno
è in Atti 20:35, che dice: “… Vi è
più gioia nel dare che nel
ricevere.”; “è vero secondo te?
Pensaci bene”, ha chiesto il
fratello Mortelliti. “Sì, che lo è!
perché lo dice la Parola di Dio, e
la Sua Parola è Verità.”. C’E’
PIU’ GIOIA NEL DARE CHE
NEL RICEVERE. Parole vere
perché le ha dette Gesù stesso.
Il primo principio esaminato
è stato dunque quello enunciato in
Galati 6:6- 10, che dice: “...
quello che l’uomo avrà
seminato, quello pure mieterà.
Perché chi semina per la sua
carne, mieterà corruzione dalla
carne; ma chi semina per lo
Spirito mieterà dalla Spirito vita
eterna. Non ci stanchiamo di fare
il bene, perché, se non ci
stanchiamo, mieteremo a suo
tempo. Così dunque, finché ne
abbiamo l’opportunità, facciamo
del bene a tutti; ma specialmente
ai fratelli in fede.”. Da questa
legge non si scappa. Il cristiano
salvato per grazia non deve
seminare per la carne (secondo
inimicizia verso Dio,
preoccupandosi di più di quello
che c’è “nel mondo”, delle cose
di questa vita nella quale noi
siamo solo di passaggio), ma
deve “seminare” nello Spirito,
perché un giorno ne riceverà
ricompensa. Ma cosa vuol dire
concretamente? Vuol dire fare del
bene, incoraggiare i fratelli e non
che sono oppressi da pesi, con
sguardi, sorrisi; ci sono di quei
fratelli e/o sorelle che magari non
fanno chissà che cosa nella
comunità, ma osservano, scrutano
e con uno sguardo magari
capiscono cosa provi, il peso, il
tuo bisogno ed incoraggiano,
spronano, danno consigli e
rialzano su chi è giù di morale, in
questo modo mieteremo
incoraggiamento quando a nostra
volta ne avremo bisogno; se
seminiamo criticismo e
negativismo altrettanto
mieteremo; amore e generosità,
non avarizia, amarezza o rabbia.
Bisogna seminare, spargere il
buon seme della Parola di Dio. Il
fratello, spiritualmente parlando
diceva che spesso nelle nostre
chiese capita che la tavola è
molto ben imbandita, che ci
preoccupiamo di quelli di “casa
nostra”, i fratelli e le sorelle in
Gesù, mentre troppo spesso
trascuriamo “quelli di fuori”,
quanto al messaggio
dell’Evangelo, che non parliamo,
non testimoniamo, non
preghiamo e mentre noi abbiamo
la “tavola imbandita” i nostri
stessi vicini muoiono di fame,
spiritualmente parlando; e non
solo i nostri compaesani, o gli
italiani, ma il resto del mondo,
chi non ha mai sentito parlare di
Gesù. Allo stesso modo, però, il
fratello ricordava come nel
mondo possono esistere tribù o
Cronaca dal nord-ovest Raduno campistico 5- 01- 2013- Torino, via Spalato
3
culture che non sanno neanche
chi sia Gesù, anche nella nostra
stessa città o paese possono
essere presenti culture di confine
che non Lo conoscono, e noi non
lo sappiamo. Seminare per lo
Spirito significa non solo fare
l’elemosina, mettere l’offerta in
chiesa, sostenere
finanziariamente le missioni,
pregare per le missioni, ma anche
proprio fare del bene ai fratelli
prima e poi a chi non crede,
evangelizzando, parlando di
Gesù, testimoniando di Lui,
prendendoci seriamente
l’impegno di pregare per chi non
crede.
Ti incoraggio vivamente, tu che
leggi, a pregare per chi non crede,
per le missioni, per l’opera
missionaria cominciata in
Albania, ad esempio, perché un
giorno ne raccoglieremo i frutti.
Vediamo se, quando, e come,
ricordando che va bene seminare,
ORA, ma ricordiamoci che
mieteremo (cioè ne
raccoglieremo i frutti, le
conseguenze) a suo tempo.
La seconda legge è scritta in
Giovanni 4: 37- 38: “… Io vi ho
mandato a mietere là dove non
avete lavorato; altri hanno
faticato, e voi siete subentrati
nella loro fatica.” = spesso
raccogliamo frutti là dove non
abbiamo faticato.
La terza legge è scritta in II°
Corinzi 9:10- 12; spesso
seminiamo dove non
raccoglieremo. E allora?
Significa che non ne vediamo i
frutti. C’era una sorella anziana il
cui marito non era credente; lei
pregava per lui, testimoniava di
Gesù a suo modo, nonostante il
marito si opponeva alla fede e
rendeva la vita cristiana della
moglie molto difficile perché non
le permetteva molto di
partecipare ai culti. La donna
morì, andò con Gesù, e dopo la
sua morte il marito si convertì!
(Ecco un esempio di qualcuno
che ha seminato, ma che in questa
vita, non ne ha raccolto i frutti).
L’importante è spargere i semi,
non essere avari nel dare, ma
generosi ed altruisti: questo in
senso di denaro ma anche nel
senso di non stancarci mai di
testimoniare di Gesù, con la
preghiera, un messaggio sul
telefono o tramite computer, una
testimonianza… Senza paura di
ciò che perdiamo qui ed ora
(tempo, denaro, affetti) sapendo
che un giorno su nel cielo ne
avremo piena ricompensa, perché
Dio vede e non dimentica ciò che
facciamo/ diamo/ siamo per Lui!
E’ vero che succede come scritto
nel Salmo 126: “Se ne va
piangendo colui che porta il seme
da spargere, ma tornerà con canti
di gioia quando porterà i suoi
covoni.” (notare che all’inizio
sono semini, piccolini,
insignificanti rispetto poi ai
covoni che raccoglierà con gioia,
ma quanto ci rallegreremo
quando Dio risponde o ne
vediamo i frutti). Questo verso si
capisce meglio se si pensa ad un
contadino che è indeciso se
utilizzare subito il grano, per
vivere, o piantarlo, rischiando, e
che però poi ne raccoglie frutti
deliziosi per il suo futuro.
Ecco dunque che spesso
raccogliamo molto più di
quanto seminiamo, in due
maniere: in qualità ed in quantità;
come quando da un brutto bulbo
nasce poi un fiore bellissimo:
(quarta legge), I° Corinzi 15: 42-
44 “Così è pure della
risurrezione dei morti. Il corpo è
seminato corruttibile e risuscita
incorruttibile; è seminato debole
e risuscita potente; è seminato
corpo naturale e risuscita corpo
spirituale…” come il nostro
debole corpo, soggetto a malattie,
male alle ossa, alla schiena, ai
tumori ecc.. risusciterà glorioso
un giorno, allo stesso modo se
investiamo nella banca divina
raccoglieremo grandi frutti
perché
essa non è come quella terrena…
Dio sa gestire ciò che investiamo
OGGI, in campo spirituale: ogni
piccolo ammonito Egli lo
trasforma in qualcosa di grande:
in benedizioni, gioia, pace,
allegrezza OGGI o in qualcosa
che non sappiamo domani, o che,
appunto, non raccoglieremo noi o
che nemmeno vedremo. Investi
dunque non solo i tuoi soldi, ma i
tuoi talenti, il tuo tempo, le tue
capacità, i tuoi beni… per Cristo
Gesù che ha fatto così tanto per te
sulla Croce!! Non deve essere un
dovere o un obbligo, ma un atto
spontaneo di gratitudine e
servizio.
II° Corinzi 9: 6 ci incoraggia ad
essere generosi! “… chi semina
scarsamente mieterà altresì
scarsamente; e chi semina
abbondantemente mieterà altresì
abbondantemente.”. Pensiamo ad
Isacco. In Genesi 26: 12
troviamo scritto che “Isacco
seminò in quel paese e in
quell’anno raccolse il centuplo; il
Signore lo benedisse.”: diventò
ricchissimo in tempo di carestia,
crisi e siccità secondo questo
principio: con un atto di fede
PIANTO’ lì dove Dio lo aveva
condotto e guidato. E Dio lo
benedisse 100 volte di più. Per
Dio non esistono tempi di crisi e
noi, da parte nostra non dobbiamo
guardare alle circostanze intorno
e vicino a noi ma in Dio, con cui
non faremo mai bancarotta, né in
senso spirituale né in senso
materiale.
Il quinto principio è scritto in
Ecclesiaste 3:1 “Per tutto c’è il
suo tempo, c’è il suo momento
per ogni cosa sotto il cielo…” =
spesso raccogliamo frutti dopo
del tempo che abbiamo
seminato, non subito. A suo
tempo, quando noi non sappiamo
e/o quando meno ce lo
aspettiamo; nel Salmo 1 è scritto
dell’uomo il cui diletto è nelle
legge del Signore che “dà il suo
frutto nella sua stagione…”, cioè
quando matura il tempo ed il
4
momento giusto, opportuno.
Importante per le missioni come
per qualsiasi cosa nella vita è la
PAZIENZA, uno dei frutti dello
Spirito Santo. Spesso siamo
“infatuati” dal principio di questo
mondo, dal volere qualcosa
subito, qui ed ora, mentre il
cristiano deve imparare ad avere
FEDE, PAZIENZA e FIDUCIA.
“Se ne va piangendo colui che
porta il seme da spargere, ma
tornerà con canti di gioia quando
porterà i suoi covoni.” (Salmo
126:6). CONTINUA A
SEMINARE!! Se seminiamo
amore e preghiera, sacrificio e
buon esempio, mieteremo e
raccoglieremo quello! Non ti
fermare dunque nel pregare,
intercedere (presentare qualcuno
al trono della Grazia di Dio) per
qualcuno/qualcosa di cui tu vuoi
vedere il frutto: NON CI
STANCHIAMO “Perciò, fratelli
miei carissimi, state saldi,
incrollabili, sempre
ABBONDANTI nell’opera del
Signore, sapendo che la vostra
fatica non è vana nel Signore.”
(I° Corinzi 15: 58); “In ogni
fatica c’è profitto...” (Proverbi
14: 23).
Cosa ci insegna Ecclesiaste 11: 1,
4, 6 ? “Getta il tuo pane sulle
acque, perché dopo molto tempo
lo ritroverai. Chi bada al vento
non seminerà; chi guarda alle
nuvole non mieterà. Fin dal
mattino semina la tua semenza e
la sera non dar posa alle tue
mani...”
La predicazione del culto del
pomeriggio invece aveva come
titolo “Più che vincitori”, testo in
Romani 8:31 -39: “… Se Dio è
per noi chi sarà contro di noi? …
Chi accuserà gli eletti di Dio?
Dio è Colui che li giustifica. Chi
li condannerà? Cristo Gesù è
Colui che è morto e, ancor più è
risuscitato, è alla destra di Dio e
anche intercede per noi. Chi ci
separerà dall’amore di Cristo?
Sarà forse la tribolazione,
l’angoscia, la persecuzione, la
fame, la nudità, il pericolo, la
spada? Com’è scritto: <<Per
amor di te siamo messi a morte
tutto il giorno; siamo considerati
come pecore da macello>>. Ma,
in tutte queste cose, noi siamo più
che vincitori, in virtù di Colui che
ci ha amati. Infatti sono persuaso
che né morte, né vita, né angeli,
né principati, né cose presenti, né
cose future, né potenze, né
altezza, né profondità, né
alcun’altra creatura potranno
separarci dall’amore di Dio che è
in Cristo Gesù, nostro Signore.”
Il fratello ha cominciato parlando
di come il nemico, il diavolo,
cominci le sue battaglie verso il
cristiano nella MENTE. Però,
proprio in virtù del fatto che
Gesù, morendo per noi ha vinto
sul peccato e la morte, anche noi,
accettandoLo come personale
Salvatore siamo subentrati nella
sua vittoria, dunque, non viviamo
più per noi, ma per Lui, e non
viviamo per le nostre forze ma
per la Sua. Nel testo di Romani 8
l’apostolo Paolo ci paragona alla
pecora: “…Com’é scritto: <<Per
amor di te siamo messi a morte
tutto il giorno; siamo considerati
come pecore da macello…”;
Gesù ci paragona a delle pecore:
così come la pecora è debole
anche noi lo siamo; così come si
perde e si smarrisce facilmente,
non ha senso dell’orientamento,
ha bisogno di guida, a volte segue
dei lupi travestiti da pastore,
anche noi spesso ci “sviamo”
dalle vie di Dio, ci allontaniamo
da Lui e dalla Sua Volontà. Così
come non sono autosufficienti,
anche noi non lo siamo (del resto
in Giovanni 15:5 Gesù dice di se
“… senza di me non potete far
nulla.”). E ancora il Salmo 100:3
dice che noi “… siamo … gregge
di cui Egli ha cura.”. Il
messaggio di Giovanni 10:1- 21
piuttosto chiaro: noi siamo le
pecore e Gesù è il nostro caro
Buon Pastore. Per quello noi
siamo forti: affidandoci a Lui, che
è forte per noi, che ha già
compiuto tutto per noi sulla
croce, vincendo per noi una
battaglia che noi non avremmo
mai potuto vincere. Lui, che va
davanti a noi, e che per suo
mezzo noi vinciamo sull’orso, sul
leone come Davide (I° Samuele
17: 34- 36) ed anche sul lupo. La
nostra forza dipende da un fattore
basilare: Dio, nostra forza, nostro
rifugio, nostra fortezza in tempo
d’angoscia. (Salmo 18: 2 “Il
Signore è la mia Rocca, la mia
fortezza, il mio liberatore; il mio
Dio, la mia rupe, in cui mi
rifugio, il mio scudo, il mio
potente salvatore, il mio alto
rifugio.”).
E’ la forza di Dio che deve
realizzarsi nella nostra debolezza,
come dice II° Corinzi 12:1- 10.
Cos’ è che a volte ci demoralizza?
Preoccupazioni? Paura? Le
circostanze? La delusione? Paolo
dice che Dio è provvidente verso
di noi e che fa cooperare le cose
per il nostro bene (attenzione!!
non il bene come lo intendiamo
noi, ma come vuole Dio, il bene
che Dio ha concepito per noi).
In Gesù sta la nostra vittoria!
Siamo pecore sì, ma Gesù è il
nostro Buon Pastore! Quale è la
tua attitudine? Vincente? O ti
abbatti e demoralizzi subito
durante e dopo che il nemico
attacca con la sua vocina
suadente la tua mente? Nulla può
vincerci anche se siamo deboli e
frali, perché Egli ci ama, e non ci
perderà mai di vista. Zaccaria 2:8
dice che“… chi tocca voi, tocca
la pupilla dell’occhio suo.”:
siamo la proprietà particolare, il
tesoro di Dio.
“Chi accuserà gli eletti di Dio?
Dio è colui che li giustifica.”
(Romani 8: 33). Il cristiano ne ha
tanti di accusatori! Uno in
particolare va avanti e indietro
dalla sinistra del trono di Dio fino
a noi e in questo momento sta
accusando me e te davanti al
Padre. Ma gloria sia a
perdono a Dio per essermi
allontanato da lui.
Una persona una volta mi disse: “
vuoi vedere un uomo umile?
Guardalo nella malattia. Per me 5
Dio perché non solo Gesù è
morto per noi, ci ha dato
vita, ci ha giustificato, ma
come se non bastasse Egli
vive ancora per intercedere
per noi! Alla destra del
trono di Dio come
Avvocato che ha già pagato
tutto.
“Chi li condannerà? Cristo
Gesù è colui che … è alla
destra di Dio, e … intercede
per noi.” (Romani 8: 34).
“Ma, in tutte queste cose,
noi siamo più che vincitori
in virtù di colui che ci ha
amati.” (v. 37). Quel che
dobbiamo fare è ritirarci
all’ombra dell’Onnipotente
perché “Chi abita al riparo
dell’Altissimo riposa
all’ombra
dell’Onnipotente.” (Salmo
91: 1). Cristo Gesù ha fatto
sparire ogni documento che
ci legava alla condanna che
meritavamo: la morte
eterna, ed ora siamo ai suoi
occhi come qualcuno che
non ha mai commesso
peccato. Non rigettiamoLo!
Non teniamoLo lontano dai
piani e dai progetti per la
nostra vita! AmiamoLo
come Lui ci ha amato! E
serviamoLo come Lui ha
servito. Siamo generosi
come lo fu Lui donando la
Sua Vita senza peccato per
noi.
“Chi ci separerà
dall’amore di Cristo?...” (v.
35 ) [questo versetto mi
colpì molto nel lontano
2009, e nella mia Bibbia è
uno di quei versetti
sottolineati di giallo, e
spicca tra gli altri].
Separazione è sinonimo di
sconfitta, no? Ebbene,
anche se a volte capita di
allontanarci da Dio,
qualsiasi cosa accada,
qualsiasi circostanza, prova
viviamo nulla deve
smuovere o far vacillare la
nostra CONFIDANZA in
Dio. “… Sarà forse la
tribolazione, l’angoscia, la
persecuzione, la fame, la
nudità, il pericolo, la
spada? … né potenze, né
altezza, né profondità, né
alcun’altra creatura
potranno separarci
dall’amore di Dio che è in
Cristo Gesù, nostro
Signore.” (v. 37, 39). Dove
per “tribolazione” si
intendono le situazioni
difficili, “l’angoscia” sta per
le situazioni che ci
stringono ed opprimono,
“fame” e “nudità”= crisi,
povertà estrema e per
“spada” si intende la morte
(fisica). La nostra vittoria è
nell’Amore di Gesù. La
“fornace ardente” delle
prove che si passano per un
certo tempo (Daniele)
stabilito da Dio (1° Pietro 1)
è per renderci PIU’
PREZIOSI attraverso il
GIOGO dell’ESPERIENZA
DIVINA.
Appello di preghiera.
Ed ora voglio lasciarvi con un
incoraggiamento, una richiesta di
preghiera, non solo per l’opera
missionaria in Albania, ma anche
per un ragazzo, figlio di una cara
sorella: si chiama Mario, non è
ancora credente. Vi chiedo di
pregare per lui e per la salvezza
della sua anima…
“C’è chi offre liberamente e
diventa più ricco, e c’è che
risparmia più del giusto e non fa
che impoverire. Chi è benefico
sarà nell’abbondanza, e chi
annaffia sarà egli pure
annaffiato.”
(Proverbi 11: 24- 25)
“Non ci scoraggiamo di fare il
bene; perché, se non ci
stanchiamo, mieteremo a suo
tempo. Così dunque, finché ne
abbiamo l’opportunità, facciamo
del bene a tutti; ma specialmente
ai fratelli in fede.” (Galati 6: 9-
10)
Il Signore ci benedica!
Cristina Mora
6
Giornata evangelistica
Sabato 20 aprile si è tenuta l'ormai consueta
giornata evangelistica che ha coinvolto le chiese
della zona di Torino, provincia e Valle d'Aosta.
Il campo d'azione quest'anno è stato il Canavese
ossia quel territorio compreso tra Torino e la Valle
d'Aosta e, ad est, le province di Biella e Vercelli
toccando in tutto tredici comuni.
Per questa occasione si è cercato di raggiungere con
la testimonianza del vangelo più comuni possibili, in
modo particolare sono stati predisposti dei culti
all'aperto in alcune cittadine e distribuzione di
letteratura evangelistica in altri comuni distribuendo
in tutto 30.000 copie di opuscoli “Gesù ti ama”.
La pioggia non ha reso possibile il fluido svolgimento
della giornata ma il Signore ha comunque guidato la
mattinata e tutti i comuni prefissati sono stati
raggiunti con il lieto messaggio dell'Evangelo.
Dopo un’intensa mattinata il luogo d'incontro è stato
la comunità di Cuorgnè che con amore e dedizione
ha provveduto al pranzo per tutti coloro che hanno
partecipato all'evento.
Nel primo pomeriggio c'è stata l'occasione per
trascorrere del tempo nella comunione fraterna
grazie ad un tiepido sole.
Alle ore 15.30 non poteva mancare il culto tutti
insieme, all'inizio del quale il pastore della
chiesa di Torino e segretario del Comitato di zona
Angelo Gargano, ha dato il benvenuto a tutti i
presenti a nome del gruppo pastorale coinvolto in
questa iniziativa, ringraziando per la massiccia
partecipazione nonostante le difficoltà climatiche.
In seguito, il fratello Paolo Falciano, pastore della
chiesa sopracitata, ha invitato un rappresentante,
per ogni comune raggiunto, a condividere con tutta l'
assemblea un breve ma edificante resoconto della
mattinata. La predicazione del messaggio, per
l'occasione ministrata dal fratello Giuseppe Federico,
pastore della chiesa di Nichelino, è stata tratta da
EZECHIELE 37:1-14 “ IL MIRACOLO DELLE OSSA
SECCHE”, brano che mette in luce la potenza dello
Spirito di Dio nel far rivivere delle ossa secche. Così,
anche il credente che vive nel torpore spirituale può
risvegliarsi solo lasciando che lo Spirito Santo operi
nella sua vita. Il popolo di Dio non è stato destinato
al sepolcro ma al tempio del Signore per lodarLo e
glorificarLo. Dio ha parlato ai cuori e la Sua presenza
è stata tangibile.
A Dio vada tutta la gloria per questa splendida
giornata in cui si è potuta dare testimonianza tutti
insieme del Suo amore e della Sua grazia.
Denni Ciriaco
7
Dio provvede
“Perciò vi dico: non siate in
ansia per la vostra vita, di che
cosa mangerete o di che cosa
berrete; né per il vostro corpo, di
che vestirete. Non è la vita più del
nutrimento, e il corpo più del
vestito? Guardate gli uccelli del
cielo: non seminano, non
mietono, non raccolgono in
granai, e il padre vostro celeste li
nutre. Non valete voi molto più di
loro? E chi di voi può con la sua
preoccupazione aggiungere
un'ora sola alla durata della sua
vita? E perché siete cosi ansiosi
per il vestire? Osservate come
crescono i gigli della campagna:
essi non faticano e non filano;
eppure io vi dico che neanche
Salomone, con tutta la sua gloria,
fu vestito come uno di loro. Ora
se Dio veste in questa maniera
l'erba dei campi che oggi è, e
domani è gettata nel forno, non
farà molto più di voi,o gente di
poca fede? Non siate dunque in
ansia dicendo: “che mangeremo?
Che berremo? Di che ci
vestiremo?” perché sono i pagani
che ricercano tutte queste cose;
ma il Padre vostro celeste sa che
avete bisogno di tutte queste cose.
Cercate prima il regno e la
giustizia di Dio, e tutte queste
cose vi saranno date in più. Non
siate dunque in ansia per il
domani, perché il domani si
preoccuperà per esso. Basta a
ciascun giorno il suo affanno”.
(MATTEO 6:25-34)
Pace a tutti, mi chiamo Pietro, e
volevo raccontarvi la mia
testimonianza riguardo
quest’ultimo periodo della mia
vita che il Signore ha permesso
che imparassi ad affidarmi a lui.
Conobbi il Signore nel marzo
2007 mentre ero in servizio
nell'esercito, perché un fratello mi
parlò della salvezza in Cristo. A
Giugno dello stesso anno mi
congedai; avevo mio figlio
Nicolò di pochi mesi, e in ottobre
mi sposai con Francesca.
Cominciai a cercare lavoro
vivendo di contratti precari di 3\6
mesi per volta. Nel 2008 arrivo la
famosa crisi che ancora oggi dà le
sue conseguenze sulle famiglie.
Sapevo di avere un Dio che non
mi avrebbe mai abbandonato, un
Dio che mori per me e che
avrebbe provveduto... se l’avessi
lasciato fare.
Ma la differenza tra conoscenza e
sapienza sta proprio qui. Io
conoscenza ne avevo e dicevo di
confidare in Dio, ma la sapienza
non sapevo dove fosse di casa
visto che in realtà non confidavo
appieno.
Cosi cominciai a cercarmi un
secondo lavoro sfruttando le mie
capacità: cioè quella di riparare
auto. I fratelli mi dicevano di
cercare prima il regno di Dio e la
sua giustizia e avrei visto la sua
gloria, ma la mia testardaggine
aveva il sopravvento. “Devo
darmi da fare, non posso stare
fermo con una famiglia da
mantenere” dicevo.
“probabilmente Dio vuole
provvedere a me facendomi
trovare tanto lavoro extra”
pensavo. Ma non avevo ancora
toccato il fondo,e a volte si sa,
fino a che non provi l'amaro non
riconosci
il dolce.
Cosi a marzo 2012 con mio
fratello Luca decidemmo di
metterci anche a restaurare case e
prendemmo subito un lavoro (che
ora posso definire più grosso di
noi).
Tutti i fine settimana e qualche
giorno infrasettimanale andavamo
li a ristrutturare quella casa.
Pensate che ci accordammo di
non saltare il culto del giovedì per
non allontanarci dal Signore. Ma
come il seme che cade tra le
spine, gli impegni mondani e
l'inganno delle ricchezze
soffocarono e lasciarono
infruttuosa la parola
(Matteo13:22 “Quello che ha
ricevuto il seme tra le spine è
colui che ode la parola; poi gli
impegni mondani e l’inganno
delle ricchezze soffocano la
parola che rimane infruttuosa”),
accadde che smisi anche di
andare il giovedì.
Da li a poco cominciarono i
problemi di salute, la schiena
dolorante, la stanchezza continua
e continuai a trascurare i segnali
del mio corpo.
Cosi il 9 febbraio 2013 finii in
ospedale perché non riuscivo più
a muovere la gamba sinistra e
dopo vari controlli e quaranta
giorni a letto scoprii di avere
un'ernia al disco che strozzava i
nervi che comandano la gamba
rendendola paralizzata. Il Dolore
era insopportabile tanto che oltre
alle punture di cortisone,
antiinfiammatori e antidolorifici
forti mi prescrissero anche dei
cerotti di morfina e delle gocce
per riuscire a dormire.
Finalmente ero fermo…
Quando sei fermo puoi vedere
bene cosa ti circonda e puoi
pensare dove hai sbagliato per
finire cosi. Cominciai a rileggere
la parola di Dio a chiedere
8
perdono a Dio per essermi
allontanato da lui.
Una persona una volta mi disse: “
vuoi vedere un uomo umile?
Guardalo nella malattia. Per me
fu cosi; umilmente mi misi nelle
mani di Dio e in quel tempo ogni
frase che giungeva dalla Bibbia
era una speranza, un conforto,
proprio come è scritto nel salmo
119: “la tua parola è una lampada
al mio piede e una luce sul mio
sentiero”.
Sapevo che la chiesa pregava per
me e che Dio cominciava a
rimettere mano nella mia vita.
Ora glielo permettevo. Capii che
Dio non costringe nessuno a
seguirlo e nel suo immenso
amore te lo chiede. E per assurdo
che possa sembrare, nella prova
ho capito l'importanza di lasciar
fare a Gesù poiché colui che ha
cominciato l'opera nella mia vita
sarà fedele nel portarla a
compimento.
Ora frequento regolarmente la
chiesa, passo le serate con la mia
famiglia, con i fratelli, con il
gruppo giovani, e ora vedo la mia
vita più completa. Solo ogni tanto
faccio qualche lavoro extra ma ho
scoperto che riesco a fare tutto il
necessario anche senza lavorare
sedici ore al giorno perché Dio sa
di cosa ho bisogno, e anche io ora
lo so. Ho bisogno della sua
presenza nella mia vita in ogni
momento, senza Dio non c'è vita.
Gloria a Gesù.
Pietro di Michele
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Il Signore all’opera
Voglio ringraziare tutti voi per le vostre preghiere durante la gravidanza di Erika. Abbiamo tanti motivi per essere grati per quest’ultimo anno. Quasi non riusciamo a credere di essere stati qui, in Italia, per più di un anno. Dio ha fatto tanto nelle nostre vite nello scorso anno. Lui ci ha dato un amore maggiore per le persone dell’Italia e un desiderio di far conoscere a loro il nostro Dio e Salvatore. Lui ci sta ancora parlando per spiegarci come raggiungere al meglio questo obiettivo, ma noi sappiamo che questo è il luogo dove Egli ci ha posto. Vogliamo ringraziare ognuno di voi della chiesa per aver fatto di questo posto la nostra casa. La chiesa qui è una parte così importante delle nostre vite spirituali. Appena arrivati abbiamo visitato un paio di chiese e nessuna di esse ci dava la sensazione di una casa. Eravamo scoraggiati pensando che non ne avremmo trovata una in cui ci saremmo sentiti i benvenuti. La prima volta che abbiamo visitato questa chiesa abbiamo sentito che ognuno di voi si interessava realmente per noi e che stavate facendo di tutto per farci sentire a casa. Grazie per tutto il vostro sostegno. Siamo veramente felici di essere parte di ciò che Dio sta facendo attraverso questa chiesa. Lodiamo il Signore per ognuno di voi! Abbiamo così tanto per cui essere grati in questo momento. La nostra famiglia è cresciuta. Arianna è arrivata il 4 febbraio. È fantastico pensare a questo piccolo miracolo con il quale Dio ci ha benedetti. È un onore grande sapere che Dio ci ha scelti come genitori e anche una grande responsabilità. Non vediamo l’ora di vederla crescere qui e la nostra preghiera è che lei possa conoscere Lui in questa chiesa. Grazie di nuovo per il vostro sostegno e le vostre preghiere. Vogliamo bene a tutti voi!
Jon Tello
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E noi tutti,
a viso scoperto,
contemplando come
in uno specchio la
Gloria del Signore,
siamo trasformati nella
sua stessa immagine,
di gloria in gloria,
secondo l’azione del
Signore, che è lo Spirito.
II Corinzi 3:18
Chiesa Cristiana Evangelica “Assemblee di Dio in Italia”.
Luserna San Giovanni
2 Giugno 2013
Numero 20 Anno 2013
But we all, with
unveiled face giving
back as in a glass the
glory of the Lord, are
changed into the same
image from glory to
glory, even as from the
Lord who is the Spirit.
II Corinthians 3:18
Por tanto, nosotros
Todos, mirando a cara
Descubierta como en un
espejo la gloria del
Señor, somos
transformados de gloria
en gloria en la misma i
magen, como por el
Espiritu del Señor.
II Corintios 3:18