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    2Le prospettive della strutturadellallenamentoPeter Tschiene

    Il problema delle strutturedellallenamento: prospettive futuree loro cambiamento

    6La struttura a blocchidellallenamento

    Vladimir Issurin, Vladimir ShkljarLa concezione della struttura a blocchidellallenamento degli atleti di alto livello

    19La paura dellinfortunioin ginnasti di alto livelloAnna Claudia Cartoni, Andrea Massaro,Carlo Minganti, Arnaldo ZelliStudio del rapporto tra alcune variabiliad elevato significato psicologico,legate in particolare alla pauradellinfortunio e alcuni fenomenicaratteristici della ginnastica

    10Il monitoraggiodellallenamentoMelis Viru, Atko ViruPrincipi generali ed obiettividel monitoraggio dellallenamento

    27Sport e disturbi alimentariAlexandra SchekIl problema dei disturbi alimentarinello sport di alto livello,loro individuazione e trattamento

    Inquest

    onu

    mero

    POSTEITALIANES.P.A.-SPEDIZIONEINABBONAMEN

    TOPOSTALE70%,

    ROMA-TAXEPERUE(TASSARISCOSSA)ITALY

    14Trainings DigestA cura di Mario Gulinelli, Olga Iourtchenko,Arnd Krger

    39Riduzione del peso corporeoe prestazione negli sportdi combattimentoSaima Timpmann, Vahur pik,Metodi di riduzione del peso corporeoe loro effetti sul metabolismo esulla capacit di prestazione negli sportdi combattimento

    46Lallenamentointermittente-forzaGiampiero Alberti, Enrico Arcelli,Franco M. Impellizzeri, Domenico GualtieriAspetti fisiologici dellallenamentointermittente-forza

    54La preparazione fisicae le attivit subacqueeAlfio Cazzetta

    Preparazione fisica e modellidi prestazione delle diverse attivitsubacquee

    64Summaries

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    Le prospettive della struttura dellallenamento

    Peter Tschiene, Redattore della rivista Leistungssport

    Posto laccento sulla necessit di considerare nel loroinsieme gare e strutture dellallenamento, vengono

    esposte alcune prospettive che influiranno su questulti-me. In futuro, chi si occupa di teoria e metodologia del-lallenamento si dovr interessare maggiormente dellafunzione svolta dalle gare e dalla prestazione di gara edil carico di allenamento non potr continuare ad essereelevato a criterio fondamentale. Una misura importatedellincremento della prestazione deve essere considera-ta la preparazione immediata alla gara. Per quantoriguarda ladattamento biologico, come base dellincre-mento della prestazione, lindividualizzazione dei carichidi allenamento e di gara, elemento fondamentale del-lallenamento moderno, realizzabile solo se si studianoe si prendono in considerazione le tipologie adattative

    degli atleti. Unaltra prospettiva importante lintegra-zione dei processi di ristabilimento nelle strutture del-

    lallenamento. Le tipologie dei tempi di ristabilimentodebbono essere differenziate secondo le loro finalit esecondo le caratteristiche dei vari sport, rapportandolecon la durata ed il contenuto del carico precedente edelle gare da disputare. In futuro le raccomandazionigenerali sulle strutture dellallenamento serviranno solocome orientamento puramente pratico. Teoria e meto-dologia debbono lavorare maggiormente su modellistrutturali che si adattino ai diversi obiettivi dei varisport. Perci una nuova classificazione dei sistemi diesercizi e dei metodi di allenamento un passo fonda-mentale verso una futura concezione sistemica dellestrutture di allenamento e di gara.

    Il problema delle strutture dellallenamento: prospettive e loro cambiamento

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    Introduzione

    Inizialmente, lAutore si scusa per la defi-nizione delloggetto, che cercher di circo-scrivere in questo articolo. Infatti, con iltermine struttura dellallenamento, gene-ralmente, sintende lintero sistema di svi-luppo della prestazione sportiva. Ma -soprattutto per quegli atleti dei vari sportche si trovano nelle classi pi elevate dirisultati - se non si tiene conto della gara,da sola ogni struttura dellallenamento completamente priva di senso.La competizione e la prestazione (cio lastruttura dellattivit di gara, ndt) che devevi deve essere realizzata determinano tuttele misure di preparazione alla competizio-ne stessa - cio lallenamento. Di conse-guenza, se si vuole fornire un contributo alnostro tema che sia utile, sia dal punto divista teorico che pratico, questo rapportosistemico deve essere considerato nel suoinsieme.

    La gara deve essere postain primo piano

    Qualsiasi forma possa assumere in futuroci che verr scritto e consigliato sul temadella struttura dellallenamento, dovrcomprendere il rapporto che abbiamoappena citato. Per questa ragione, perdescrivere pi precisamente di quanto nonsia avvenuto finora, il rapporto che inter-corre tra allenamento e competizioni,lAutore ha avanzato la proposta di parlaredi una teoria dellincremento della presta-zione sportiva (Tschiene 19991). Infatti, sedal punto di vista teorico e pratico si con-tinua a trattare lallenamento isolato dallagara, come avviene tradizionalmente, nonsi apporta nulla allincremento concretodella prestazione, assolutamente nulla.Naturalmente, si pu affermare che i rap-porti che intercorrono tra la gara e lalle-namento debbono essere differenziatitenendo conto dei periodi di prestazionenella carriera dellatleta (livello giovanile,alto od altissimo livello) o nella prepara-zione a lungo termine: la funzione dellagara varia dal principiante fino allatleta di

    classe elevata e, esattamente come il livel-lo dei risultati, si sviluppa secondo le con-dizioni dello sport praticato, dellet della-tleta e della sua anzianit di allenamento.Perci, solo per il settore del massimolivello di risultati si pu affermare piena-mente che la prestazione positiva di garasvolga una funzione di rafforzamento neiconfronti del cosiddetto sistema funziona-le motorio (intendendo con esso latletacome portatore specializzato di una pre-stazione ben definita). Per livelli diversi dirisultati lo si pu affermare solo limitata-mente.

    2. La preparazione immediataalla gara, componente sistemicadella gara stessa

    La preparazione immediata alla gara (Pig)deve essere considerata una componenteessenziale della gara stessa. Infatti questamisura di allenamento non concepibilese non viene considerata in rapporto stret-to con la competizione ed la prestazioneche vi deve essere realizzata dallatleta. Infuturo, se si vuole che gli atleti entrino ingara in uno stato di forma ottimale sia dalpunto di vista fisico, mentale e tecnico-tattico, alla Pig dovranno essere dedicatisia unattenzione sia sforzi elaborativimaggiori, che tengano conto delle esigen-ze specifiche dei vari sport,Le pi importanti forme di Pig sono note(Tschiene 19922), per, per diversi motivi,hanno bisogno di una ricerca approfonditae, soprattutto, di essere collaudate. Ognisemplificazione della Pig come vera e pro-pria misura di allenamento fallisce il suocompito.

    3. Ladattamento biologico, base

    dellincremento della prestazione

    Con il 1 ed il 2 tentativo di approccio inprospettiva rispondiamo pienamente aquanto si trova alla base del processo diincremento di ogni prestazione sportiva:ladattamento biologico dellatleta, com-presa la cosiddetta organizzazione (senso-riale-mentale) delle informazioni.Questo approccio deve essere ampliatocon un ulteriore aspetto. Le misure meto-diche di allenamento dirette a svilupparele capacit condizionali e le abilit tecni-co-sportive sono note. Ci si riferisce a

    processi adattativi generalizzati. Ma, anchese non nelle loro innumerevoli forme dimanifestazione, occorre che, nellambitostimolo-reazione dei diversi sport, sianostudiate e tenute in considerazione lecaratteristiche specifiche individuali deiprocessi di adattamento, tenendo contodella tipologia adattativa e sessualmentespecifica degli atleti/delle atlete.In questo campo sono stati gi compiutialcuni passi proponendo una differenzia-zione del carico secondo le tipologie adat-tative degli atleti (Bondarchuk 1984, per ilanciatori; Platonov, Bulatova 1993 per inuotatori; Charitonova 1996, per i pattina-tori su ghiaccio di velocit; Kahl 2001 per icanoisti).Se questo approccio non viene seguitocoerentemente, possiamo bollare comeformalistiche, ogni teoria e metodologia, edimenticarle sul piano pratico.

    4. Se non vi sono integratie non si elaboranoi processi di ristabilimento,

    la 3a prospettiva assolutamente irrealistica

    Come noto, le modificazioni dovute alla-dattamento che si producono nellorgani-smo dellatleta dopo i carichi che - sianoessi di allenamento o di gara - non rappre-sentano altro che applicazioni di stimolidiretti a provocare ladattamento, si svol-gono durante le pause di recupero.Platonov (1999) stato il primo Autore nelcampo della teoria dellallenamento adessere stato coerente su questo punto. Inquesto caso, non si tratta di pura fisiologia

    della prestazione (del lavoro), ma della tra-sformazione delle sue conoscenze in misu-re strutturali e metodiche del processo diallenamento e di gara. A questo punto,sulla base delle conoscenze teoriche cheho acquisito finora e delle mie esperienzeconcrete di allenatore, debbo affermareche in questo campo esiste un grandebisogno di elaborazione: gli allenatori e chili istruisce dal punto di vista teorico - chegeneralmente si trova in posizione accade-mica - si debbono staccare dal feticcio delcarico come elemento prioritario nellosport.

    In futuro ci dovremo occupare molto dipi della funzione delle gare e dellaprestazione di gara. Perci la scienza ela prassi dellallenamento non possonocontinuare ad elevare il carico di alle-namento a feticcio che stanca inutil-

    mente latleta.

    1a prospettiva

    La Pig deve essere considerata la misu-ra pi importante per lincrementodella prestazione. Nella prassi dellosport di altissimo livello inevitabilmen-te deve essere applicata in modo diffe-renziato, ma anche coerente

    2a prospettiva

    Studiare e tenere conto delle tipologieadattative degli atleti significa realizza-re quella individualizzazione dei carichidi allenamento e di gara che datempo necessaria.

    3a

    prospettiva

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    5. Le strutture globali dellacostruzione della prestazionehanno ancora senso?

    nostra opinione che dalle prospettiveprecedentemente citate derivino alcunicriteri, essenziali per la costruzione distrutture dei cicli di allenamento (macroci-cli) e di gara:

    anzitutto debbono essere adeguate indi-vidualmente, cio i loro contenuti e laloro durata debbono essere sensati dalpunto di vista delladattamento indivi-duale;

    debbono terminare obbligatoriamentecon una sollecitazione elevata dellatle-ta: con una gara o con un test. Cos,realizzano il loro compito principale:lincremento della prestazione e dellacapacit di prestazione;

    debbono integrare una fase (microcicli)di ristabilimento. Anche alcuni microciclidi riposo assoluto non rappresentanopi un tab;

    in questo modo rimane inalterato ilcarattere ciclico del modello strutturale.

    I modelli strutturali globali finora noti, daMatveev a Verchoshanskij e le loro varia-zioni (ad esempio, Issurin, Shliar, in questonumero), non sono pi sul banco di provae vanno considerati storicamente, comeprecursori necessari. Ma come si va avanti?Attualmente esiste un vuoto perch le ideee le raccomandazioni tradizionali non cor-rispondono pi alle realt internazionali(ed anche nazionali). Questo vuoto teoriconel campo delle concezioni delle cosiddet-

    te strutture dellallenamento offre il destroad ogni tipo di fantasia - anche di origineaccademica. E sono, talvolta, dannose per-ch, generalmente, partendo da una sco-perta empirica in un settore limitato ditemi, si procede immediatamente allacostruzione di una struttura dellallena-mento, se non di una teoria. Ci inam-missibile, per dirla con Albert Einstein. ovvio che si faccia una distinzione traanni di allenamento e di gara molto arti-colati e scarsamente articolati. Maggiore il numero delle gare cui si partecipa mag-giore sar larticolazione, ovvero il numero

    dei macrocicli per lincremento della pre-stazione. Minore il numero dei macrocicli,maggiore sar il tempo a disposizione peradattamenti profondi, cio per il migliora-mento di quei presupposti della prestazio-ne che sono necessari per prestazioni pielevate.Una strutturazione fortemente articolatadellanno di allenamento e di gara indub-biamente offre alcuni vantaggi, soprattut-to per gli atleti del livello di vertice:

    1. un migliore controllo dei processi diadattamento secondo la tipologia della-tleta;

    2. la possibilit di ottenere pi volte ilmassimo della loro forma (intesa comedisponibilit ottimale alla gara);

    3. migliore coincidenza con il calendario digara, cio con la pluralit di gare;

    4. sostituzione della quantit con la qua-lit del carico. Naturalmente, ci valesolo per atleti che, essendo nel settore divertice, dispongono a sufficienza dellenecessarie basi adattative;

    5. possibilit di evitare eccessi di carico,grazie a frequenti intervalli di ristabili-mento.

    6. I contenuti ed i metoditradizionali sono ancora utilinella pratica?

    Se si riconosce la priorit dellaspetto bio-logico nellallenamento (cio della prepa-razione pura), in quanto si considera la-dattamento come base di questo processo,si debbono anche classificare i mezzi dellasua realizzazione. Pi esattamente debbo-

    no essere sottoposti ad un esame critico.Con riferimento al cosiddetto Bernshtein-Problem, Zanon (2000) ha notevolmentecontribuito alla discussione. Ci dobbiamodistaccare da categorie di esercizi cheancora appartengono alle vecchie ideesullallenamento e le sue strutture che:a) non si basano su come vengono real-

    mente generati i movimenti volontaridelluomo, ma, adeguandosi ad auspiciche seguono i cosiddetti criteri pedago-gici, continuano a realizzare una distin-zione tra esercizi condizionali, tecnici,tecnico-tattici, pi o meno specializzati;

    b) non sono compatibili con una concezio-ne globale dellatleta o del suo adatta-mento, ma li suddividono in componenticondizionali, tecnico-tattiche, ecc. Maun sistema funzionale, non lavora inquesto modo.

    Molto probabilmente, gi se si cambialapproccio alla categorizzazione ed alladefinizione dei gruppi di esercizi si posso-no ottenere alcuni miglioramenti dellaprestazione. A tale cambiamento si collegauna diversa interpretazione dei relativimetodi, senza la quale gli esercizi sonoinutili. Dalla comprensione dellinterazionetra i metodi e, quindi, dalla necessit dicomplessi di metodi, dipende come si clas-sificano funzionalmente gli esercizi nellestrutture future dellallenamento e dellegare e si possono realizzare i loro obiettivi.Selujanov ed i suoi collaboratori hannoprogredito in questa direzione (1991,1992).

    Mi siano ancora permesse alcune annota-zioni finali.Per ragioni di necessaria cautela ci si devedomandare per quali periodi di prestazionedellatleta valgano gli stati di fatto che

    abbiamo criticato e le prospettive cheabbiamo citato. Essi si riferiscono allac-cesso al livello delle massime prestazioni.Finora non abbiamo menzionato il mante-nimento di questo livello di vertice. In que-sto settore, latleta viene rimandato allesue esperienze e lallenatore deve osserva-re i suoi colleghi. uno stato di cose chenon pu continuare. Su di esso Platonov ecollaboratori prossimamente formuleran-no alcune proposte. Con il mio tentativo didelineare delle prospettive credo di poterecontribuire, anche se in misura modesta:

    ad una umanizzazione dellallenamento,pi precisamente del carico, degli atletidelle classi pi elevate di risultati;

    allaumento dellefficacia adattativa del-lallenamento e della gara;

    alla congruenza tra calendario interna-zionale di gara ed allenamento (cioadattamento alla pluralit di gare);

    ad una chiara classificazione dei cosi-detti mezzi di promozione della presta-zione nel processo di allenamento e digara (cio alla sintonizzazione tra assi-stenza medica, farmacologica, dietetica,psicologica e sociale).

    Le tipologie dei tempi (periodi) di rista-bilimento debbono essere differenziatesecondo la finalit e gli sport, metten-dole in relazione con la durata ed ilcontenuto del carico precedente e dellegare, di diversa importanza, che

    dovranno essere disputate.

    4a prospettiva

    In futuro, le raccomandazioni generalisulle strutture dellallenamento, servi-ranno solo per un orientamento pura-mente pratico. Teoria e metodologiadebbono lavorare pi intensamente a

    modelli strutturali che si adattino ascopi diversi in sport diversi.

    5a prospettiva

    La nuova classificazione dei sistemi diesercizi e di metodi pone lultima pietradi una futura concezione sistemicadelle strutture di allenamento e di gara.

    6a prospettiva

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    Se si considera che la mercificazione dellosport e della prestazione sportiva conti-nueranno si pu prevedere che la suainfluenza negativa sul processo dallena-mento e di gara continuer: con il dopinge con la negazione di consigli e raccoman-dazioni che siano fondate sulla scienzadellallenamento.

    Articolo originaleTraduzione di M. Gulinelli. Titolo originale:Perspektiven der Traininingstruktur.

    Larticolo la revisione in vista della stampadella relazione che sar presentata dallAutore alPrimo corso nazionale di specializzazione perallenatori della FISI e della FISG equivalente al IVlivello europeo, che si svolger nellaprile del2003, presso la Scuola dello Sport del Coni,Roma.

    Bibliografia

    Bondarchuk A., I lanci dellatletica leggera(in russo), Zdorovja, Kiev.Charitonova L. G., Ricerche complesse suiprocessi di adattamento ai carichi fisici del-lorganismo di bambini ed adolescenti (inrusso), Teorija i praktika fiziceskoi kultury,1996, 12, 18.Issurin V., Shkliar V., Konzepzija blokovojkomposizii v podgotovkie sportsmenov voi-sokogo klassa, Teorija i praktika fiziceskoikultury, 5 , 2002, 2-5 (traduzione italiana acura di O. Iourtchenko, La struttura a bloc-chi dellallenamento, in questo numero).Matveev L. P., Il problema della periodizza-zione dellallenamento sportivo, (in russo),2. edizione, Mosca, 1965.Platonov V., Bulatova M., La diversificazionedellallenamento nel nuoto giovanile, Sds-Scuola dello sport, 11, 1992, 25, 2-10.Platonov L. P., Belastung-Ermdung-Leistung. Der moderne Trainingsaufbau,Philipka Verlag, 1999, Mnster.Selujanov V. N., Sarsanja S. K., Konrad A. N.,Mjakincenko E. B., Classificazione dei carichifisici nella teoria della preparazione condi-zionale (in russo), Teorija i praktika fiz.kult., 1991, 12, 2-7.Selujanov V. N., Mjakincenko E. B., TurajovV. T., Le leggi biologiche nella pianificazionedella preparazione condizionale degli atleti,Teorija i praktika fiz. kult, 1997, 7, 29-33.Tschiene P., Neue Impulse zurTheoriegrndung fr dieLeistungssteigerung im Wettkampfsport,Leistungssport, 29, 1999, 5.Thiess G., Tschiene P., Handbuch zurWettkampflehre, Meyer & Meyer, 1999,Aachen.

    Non tutti gli sport invernali e del ghiaccio, soprattutto le loro gare, sono legati alle con-dizioni metereologiche stagionali, ad esempio, lhockey su ghiaccio, il pattinaggio divelocit, il pattinaggio di figura e per certi aspetti anche il bob e lo slittino. Invece, laneve artificiale utilizzabile solo in inverno, per cui lo sci alpino e le discipline dello scinordico hanno bisogno delle loro condizioni metereologiche. Le piste ed i trampolinicon materiali artificiali sono solo un sostituto necessario, ma limitato, che serve soprat-

    tutto per lallenamento. Ecco cosa importante per gli aspetti dellallenamento:1. Il fattore costi: dal punto di materiale, logistico ed organizzativo molto maggioreche nalla maggior parte degli sport olimpici (se si eccettuano la vela, lequitazione, ilciclismo, il pentathlon moderno). Non si certo profeti se si afferma che per tutti i par-tecipanti, se vogliono restare concorrenziali a livello internazionale, il fattore costi destinato chiaramente ad aumentare. Perci aumenta anche il ruolo degli sponsor(quello dello Stato diminuisce rapidamente). Ma aumenta anche il loro impatto sullapratica: la pressione al successo ed alla prestazione diventa enorme.Per questo allenatori e ricercatori nel campo della scienza dello sport aumentano i lorosforzi nella loro ricerca di metodi con effetti maggiori di quelli finora noti, compreso ildoping.

    2. Nello sport commercializzato- soprattutto negli sport invernali ad esempio, le tra-smissioni televisive sono estremamente importanti non solo dal punto di vista finanzia-

    rio, ma addirittura perch possa esistere ed essere continuata ogni azione di promozio-ne e di pianificazione della prestazione. Per questa ragione la televisione esercita unin-fluenza sempre crescente sul programma delle gare.Tutto ci va in direzione dellaccorciamento delle gare, dellintroduzione di nuovi tipi digare pi telegeniche, di regole che permettono di capire pi facilmente chi sono i vinci-tori e i piazzati. Per la televisione che si regge sulla pubblicit (commerciale) lobiettivo solo quello di aumentare la percentuale dei consumatori.Un esempio di questa tendenza lo abbiamo avuto in Italia: nei Campionati mondiali del2003 in Val di Fiemme la partenza in gruppo nello sci di fondo oppure, gi prima di essi,le cosidette gare ad inseguimento nella combinata nordica, ecc.Per questa ragione in futuro cambiera anche la progettazione dellallenamento neglisport interessati e nelle loro discipline. E, ancora una volta, si deve ricordare una pro-spettiva: La struttura della gara determina la struttura della prestazione, che deve essereconsiderata e sviluppata nellallenamento.

    3. Un problema si pone nella partecipazione alle gare. Un incremento del numero dellegara a livello elevato quasi imposisbile (ma tutto possibile!?). Un ulteriore aumentonon pu essere auspicabile a causa della ridotta preparazione immediata alla gara, esoprattutto per il mancato recupero da parte degli atleti.

    4. Lassistenza tecnologica allallenamento ed alla garadovr aumentare proprio neglisport invernali. Si tratta di un fattore del sistema.Per oltre al miglioramento del processo e dellefficacia (dellassistenza tecnologica,ndt) aumenta un rischio; in un momento, che non pu essere previsto, verr trascuratoil fattore personale/umano, per cui comincer ad avere un effetto negativo sul processoglobale dellulteriore incremento della prestazione sportiva.Per una probabile spiegazione del fenomeno, che in parte gi possiamo riconoscereattualmente:interventi nella struttura globale della persona, soprattutto sul suo modo di agire! Qui sirichiede lutilizzazione di una psicologia competente.Ma se ci continua?Un problema fondamentaleche si incontra sempre pi frequentemente, quello di unagrande quantit di interventi singoli sulle funzioni, sul loro controllo nellorganismoumano, cio nellatleta. Ne risulta una alterazione del circuito regolatorio, che ci igno-ta. Questa alterazione per provoca crisi nelle sfere della personalit, naturalmenteanche in quella biotica. Il risultato linstabilit delle prestazioni in gara, a prescinderedal gigantesco dispendio di tempo e di risorse in allenamenti e gare. Poich quando ci siavvicina troppo od addirittura si superano i limiti autonomi dellorganismo ne vengonodistrutte le difese naturali. Alcuni sport invernali gi hanno raggiunto questi limitiautonomi dellindividuo gi fortemente adattato, cio latleta. La scienza dello sportdeve avere sempre presente la globalit e lincolumit dellatleta.

    Noi tutti siamo partecipanti e testimoni di uno straordinario esperimento sul campo:lo sport di alto livello come modo specifico di provare il materiale sulluomo.

    Alcuni aspetti speciali degli sport invernali e del ghiaccio

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    1. Introduzione

    Come introduzione a questo articolooccorre ricordare tre diverse circostanze: Lattuale sport di alto livello un feno-meno completamente diverso dallo sportdel passato. Rispetto ad esso i cambia-menti radicali riguardano le condizionieconomiche, sociali, organizzative e pro-fessionali. Era logico che ci avesse conse-guenze sulla metodica dellallenamento ela sua utilizzazione.

    Nelle condizioni attuali, lattivit dellescienza applicata costretta ad una ricer-ca approfondita di riserve di prestazione; evidente la necessit di una collaborazionenon formale tra allenatori e scienziati;quindi sono necessarie anche nuove fontidi conoscenze applicate. Nella letteratura la discussione iniziatain Russia (Verchoshanskij 1998a; Matveev1998; Platonov 1998; Selujanov 1998;Suslov, Filin 1998) e si estesa, in Europa,ad altre pubblicazioni (Tschiene 1999;

    Vladimir Issurin, Istituto Wingate, Netanya,Vladimir Shkijar, Dipartimento dello sport, Municipalit di Gerusalemme

    La struttura a blocchi dellallenamentoLa concezione della struttura a blocchi dellallenamento

    degli atleti di alto livello

    Zanon 1999; Matveev 2000; Issurin, Shkliar2001). Nella preparazione del nostro artico-lo siamo partiti dalla tesi che nella teoriadella periodizzazione dellallenamentosportivo (Matveev 1964) siano state formu-late sia le basi metodologiche della costru-zione dellallenamento degli atleti, sia il suoapparato terminologico. Questo approccio,giustamente, fu definito classico e fonda-mentale, anche se ora evidente che que-ste tesi - formulate oltre quarantanni fa debbono essere riformate e ripensate.

    Lessenza del modello non tradizionale dellallenamentoa blocchi rappresentata dal susseguirsi di unazioneconcentrata su un numero scarso di capacit. Vengonodistinte tre tipologie distinte di cosidetti mesocicli ablocchi: mesocicli di accumulazione, di trasformazionee di realizzazione. Questultimo serve alla preparazioneimmediata alle gare principali. Nel loro insieme, i diversiblocchi formano una tappa della preparazione che

    riproduce, in misura ridotta, lalternanza dei carichi diallenamento nel ciclo annuale. Per, in essa, il periododi gara comprende anche blocchi di preparazione gene-rale. Lapplicazione pratica della concezione della strut-tura a blocchi dellallenamento permette una importan-te riduzione del volume globale del carico annuale diallenamento e facilita notevolmente la preparazione(immediata) dellatleta alle gare importanti.

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    2. Il nostro obiettivo

    Con questo articolo ci proponiamo digeneralizzare e sottoporre ad una criticaapprofondita i pi importanti aspetti diuna moderna costruzione dellallenamentodegli atleti di qualificazione elevata. Talecritica riguarder questi punti:

    1. I volumi globali ed i limiti superiori deicarichi di allenamento.

    2. La struttura a blocchi, come concezionedella pianificazione moderna dellalle-namento.

    3. La preparazione alle gare principali dellastagione.

    Le fonti dalle quali abbiamo tratto le infor-mazioni per questo articolo sono rappre-sentate: dalle esperienze dellallenamentodei migliori atleti dellex Urss negli anni da1976 al 1991 (anni durante i quali unodegli Autori, Issurin, era Direttore dellostaff per la consulenza scientifica com-plessa della squadra nazionale di canoadellUrss, ndt); lesperienze di allenatoredella squadra nazionale dIsraele (dal 1992al 2001); materiali tratti dalla letteraturainternazionale e gli scambi diretti di opi-nioni con specialisti dei vari Paesi, comeanche analisi statistiche e contenutistichepersonali.

    3. I volumi generali dei carichidi allenamento:stato e tendenze attuali

    Nella tabella 1 vengono riassunti dati rica-vati da colloqui con specialisti di sportdiversi di vari Paesi, che esprimono qualisiano stati i cambiamenti nei volumiannuali di allenamento. Se si analizzano letendenze che si possono dedurre da talidati si ricava che, negli sport di resistenzae, chiaramente, anche nella maggior partedei giochi sportivi, il volume annuale diallenamento si notevolmente ridotto.Sembra che la causa di questo fenomenovada attribuita ad almeno quattro fattori.

    La distruzione del sistema socialista ha

    mutato, radicalmente, la strategia dellosport di vertice: le squadre dei Paesi post-socialisti sono passate da una preparazio-ne estremamente centralizzata ad una piliberale con programmi che, in parte,avevano a disposizione meno materiali efinanziamenti. La conseguenza stata chenon stato realizzato il volume completodel carico di allenamento. Le esperienze dei principali allenatori eatleti dei Paesi dellEuropa orientale hannodimostrato che, in una serie di casi, gli ele-vati carichi globali erano eccessivi e che icontrolli sulla loro realizzazione venivano

    effettuati, senza che ve ne fosse ragione,in modo rigido e dirigistico. Allinizio deglianni 90 molti di questi allenatori e di que-sti atleti si sono traferiti in Occidente, dovele loro esperienze e le loro conoscenzefurono benvenute. Gli atleti dellarea post-sovietica, cheprecedentemente realizzavano grandivolumi globali di carico, ora hanno persole loro tradizionali basi di allenamentoinvernale, ad esempio, nel Caucaso enellAsia centrale. Questo fatto, insieme aduna notevole diminuzione delle risorsefinanziarie, indubbiamente ha influenzatonegativamente i volumi totali di caricorealizzati. Un fattore essenziale che permetteva di

    tollerare elevati carichi di allenamento eralutilizzazione di programmi di sostegnofarmacologico, la maggior parte dei qualiattualmente illegale. I controlli anti-doping, non solo in gara, ma anche in alle-namento - introdotti dal CIO a met deglianni 90 - sono diventati una componenteindispensabile dello sport di vertice.Quindi, si pu giustamente supporre che ivolumi annuali dei carichi di allenamento,espressi in chilometri od ore di allenamen-to, siano ormai costanti, cio non subiran-no cambiamenti importanti nel prossimofuturo.

    4. La struttura a blocchiin quanto concezionedellallenamento moderno

    Alcune tesi della teoria classica dellaperiodizzazione sono state sottoposte acritica e a revisione gi allinizio degli anni80. Naturalmente, queste tesi rimaserovalide per lo sport giovanile e quello diqualificazione non elevata. Ma lo sviluppodello sport di alto livello rese pi acuteuna serie di contraddizioni che, preceden-temente, passavano quasi inosservate:

    laumento notevole del numero e dellivello delle competizioni, per cui lo sche-ma tradizionale non rispondeva pi allenuove esigenze della preparazione e dellapluralit di gare; i limiti di uno sviluppo complesso dimolte capacit condizionali: lo schematradizionale prevedeva unalternanzarazionale di oggetti che rappresentavanolo scopo dellazione esercitata dallallena-mento sugli atleti. Ma, contemporanea-mente, in ogni tappa, il numero di talioggetti era talmente elevato, che lorgani-smo riusciva trasformarsi solo in un pro-dotto scarsamente funzionale. Ad esempio,nel periodo di preparazione, dovevanoessere sviluppate le basi della capacit

    aerobica, la forza massima, la resistenzaalla forza nella zona aerobica e anaerobica,dovevano essere aumentate le capacit dibase di forza rapida, ampliato il repertoriodegli elementi coordinativi, corrette lecarenze tecniche, completato larsenaledelle tattiche e curate eventuali malattieche erano state trascurate. La maggiorparte di questi compiti doveva essere svol-ta contemporaneamente, per cui si produ-cevano conflitti tra processi fisiologici da-dattamento scarsamente conciliabili, senon addirittura completamente inconcilia-bili tra loro.

    La non coincidenza degli effetti di alle-namento nello sviluppo delle diverse capa-cit condizionaliSe si vuole ottenere una preparazione otti-male alla gara (top form), nel periodo dipreparazione, ad esempio, necessarioeseguire un volume elevato di carichi aero-bici o di forza. Per, se durante il periododi gara queste capacit non vengono sot-toposte a stimoli sufficienti, diretti a con-servarle, il livello di resistenza aerobica e diforza massima si abbassa. Questa ultimatesi richiede lintroduzione di un concettopoco conosciuto, quello delleffetto resi-

    Sport Tempo globale Totale dei chilometridi allenamento (h) allenamento

    1985-1990 1993-2001 1985-1990 1993-2001

    Nuoto 900-1 250 900-1 100 1 400-3 000 1 250-2 700Mezzofondo 900-1 200 800-1 100 5 500-6 700 5 000-4 700(atletica leggera)

    Canottaggio 900-1 200 800-950 5 500-6 700 5 000-6 300Canoa/kayak 900-1 200 800-1 100 4 500-6 200 4 000-5 500Nuoto sincronizzato 900-1 200 800-1 100Ginnastica artistica 1 100-1 400 1 100-1 250Pallavolo 800-1 300 800-1 200Scherma 800-1 200 800-1 100Lotta greco-romana 800-1 200 800-1 100

    Tabella 1 Volume annuale e carichi di allenamento di atleti di qualificazione elevata

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    duo di allenamento (cfr. Counsilmann,Counsilmann 1991; Zatziorski 1995) (ininglese: residual effect of training).Si tratta di quel fenomeno per cui, dopolinterruzione di unazione concentratadallenamento (cio di un carico concentra-to di allenamento), il suo effetto si conser-va per un certo periodo, per poi scomparireed il livello della capacit che stata cossviluppata ritorna gradualmente a quelloiniziale. Le diverse capacit condizionaliconservano una capacit pi elevata, ma alivelli diversi che esprimono la specificitdella loro natura funzionale (figura 1).Dopo queste riflessioni si possono, facil-mente, formulare i principi di una costru-zione alternativa dellallenamento, che

    permetta di superare le contraddizioni delsuo modello classico.Questo modello non tradizionale cono-sciuto con la definizione di struttura ablocchi dellallenamento. Il modello, comeogni altro fenomeno relativamente nuovo soggetto a modi diversi di intenderlo e diinterpretarlo. Ma, in letteratura la suanatura molto poco descritta.

    1. Il nucleo del nuovo modello rappre-sentato da un mesociclo a blocco (MES)con un carico di allenamento concentrato,nel quale il numero delle capacit alle

    quali si mira ridotto al minimo. Per facili-tare la pianificazione e lanalisi vengonodistinti tre tipi di mesocicli a blocco:- il blocco daccumulazione (accumula-

    tion):serve allo sviluppo delle capacit dibase (di regola la resistenza aerobica e laforza massima) e delle componenti fon-damentali della tecnica;

    - il blocco di trasformazione (trasmuta-tion): serve allo sviluppo di capacit pispecifiche ed alla trasformazione dellau-mentato potenziale di prestazione in unapreparazione sportiva specifica dellor-ganismo: i punti principali ai quali mira il

    carico di allenamento sono la resistenzaspeciale, la resistenza alla forza e lostato di preparazione tecnico-tattica;

    - il blocco di realizzazione (realisation):serve alla preparazione immediata allagara per le competizioni principali.Contiene un livello relativamente elevatodi esercizi di forza rapida ed esercizi chemodellano lattivit di gara.

    2. Diversamente dal modello classico , cheprevedeva lo sviluppo parallelo (globale) dimolte capacit, il modello alternativocomprende una successione di carichi o diazioni concentrate su un numero limitatodi capacit bersaglio (generalmente, nonpi di due). Proprio questa elevata concen-

    trazione del carico di allenamento rappre-senta lessenza dalla struttura a blocchi.Infatti, gli atleti di elevata qualificazionesono gi adattati a diversi tipi di carichimedi ed addirittura elevati (gi la parolablocco prevede la concentrazione mono-litica di un certa sostanza).

    3. I tre diversi mesocicli formano unatappa della preparazione che rappresenta,in misura ridotta, lalternanza dei carichi diallenamento nel ciclo annuale: preparazio-ne di base-preparazione speciale- realizza-zione del potenziale di prestazione e par-

    tecipazione alle gare. La successione deimesocicli a blocco viene determinata dalleparticolarit e dalla durata delleffettoresiduo dallenamento nello sviluppo dellediverse capacit. Nel caso ideale, la tappadellallenamento a blocchi dovrebbe favo-rire il passaggio alle gare con un livello dimigliore combinazione possibile di effettiresidui nelle capacit condizionali chedeterminano la prestazione (figura 2).Nella realt, gli effetti residui dellallena-mento possono essere prolungati, utiliz-zando volutamente unit di allenamentodirette a sostenerli con esercizi adeguati.

    4. Il ciclo annuale di allenamento forma-to da un determinato numero di tappe,che, in forma simile al modello classico,vengono raggruppate in periodi, sebbenein questo caso il loro contenuto sia radi-calmente diverso (nei periodi di prepara-zione viene pianificata la partecipazionealle gare, il periodo di gara comprendeblocchi di preparazione generale). Le prin-cipali particolarit della struttura a blocchisono riportate nella tabella 2.

    5. Lapplicazione della concezione dellastruttura a blocchi dellallenamento(Kaverin, Issurin 1989; Issurin 1996) per-mette una importante riduzione del volu-me globale annnuale del carico di allena-

    mento, perch la sua costruzione pifinalizzata ed equililibrata.

    6. La struttura a blocchi permette una suc-cessione ordinata e pi facile dei controllicorrenti e periodici (globali) sugli effettidel carico o sul corrispondente stato del-latleta. Per quanto riguarda i controlli cor-renti, in primo luogo vengono rilevati gliindici che caratterizzano la reazione allatipologia dominante di carico, mentre itest dei controlli periodici (a tappe) vengo-no realizzati alla fine della tappa. In modoanalogo, vengono modificati anche lali-

    mentazione ed i mezzi di integrazione ali-mentare ad effetto ergogeno.

    5. La preparazionealle gare principali

    La struttura a blocchi della costruzionedellallenamento facilita notevolmente lapreparazione (immediata) dellatleta allegare principali:

    dopo la conclusione di una tappa di alle-namento, pianificata razionalmente, siverifica una coincidenza cronologica tra i

    Figura 1 Effetto residuo di allenamento delle diverse capacit dopounazione/un carico di allenamento speciale concentrato

    Figura 2 La composizione di una tappa dallenamento con tre mesoci-cli a blocco con la possibile coincidenza di effetti residui di duratadiversa

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    massimi livelli di tutte le capacit condi-zionali che determinano la prestazione. Sesi parte dalla durata delleffetto residuo diallenamento, 7-8 settimane rappresentanouna tappa di lunghezza ottimale, che cor-risponde a quella delle esperienze dellesquadre nazionali dellex-Urss e dellex-Rdt. Naturalmente, le tappe del periodo dipreparazione sono pi lunghe, mentrequelle del periodo di gara possono esserepi brevi. Tuttavia la tappa della prepara-zione immediata al gara (Pig) deve esserepianificata utilizzando periodi di tempoottimali.

    Nel caso ideale ogni tappa deve conclu-dersi con qualche tipo di gara.Naturalmente il livello di queste gare sarnotevolmente diverso allinizio ed alla finedella stagione. A prescindere da ci, esistesempre la possibilit di raggiungere elevatirisultati in alcuni momenti culminanti. Diconseguenza, durante la stagione, il con-trollo della Pig pu essere valutato e per-fezionato pi volte. Nella costruzione di una tappa della Pigci imbattiamo in due tendenze:a) la prosecuzione o la ripetizione perfe-zionata dello schema principale della pia-

    nificazione eb) il rinnovamento del contenuto dellalle-namento, per evitare una eccessiva abitu-dine e stabilizzazione delle reazioni al cari-co (Verchoshanskij 1998b). In parte questorinnovamento avviene per vie naturali,cio attraverso il cambiamento dei luoghie dei momenti in cui viene realizzato lalle-namento, il cambiamento di partner e dicondizioni, ecc. Naturalmente, ci non sufficiente e, per questa ragione, periodi-camente deve essere cambiato anche ilcontenuto degli esercizi dallenamento disviluppo.

    6. Osservazioni finali

    Le tesi che abbiamo esposto si riferiscono,in primo luogo, allallenamento negli sportindividuali. Naturalmente, ci non escludeche si debba intraprenderne ladattamentocritico alle condizioni dei giochi sportivi.Alcuni elementi di ci che le giustifica,

    come quelli citati nellarticolo (ad esempio,leffetto residuo di tipi diversi di carico eduna originale classificazione dei mesocicli)sono poco noti. Malgrado ci, la concezio-ne della struttura a blocchi stata usata edescritta (Bondarciuk 1981; Verchoshan-skij 1998a; Kaverin, Issurin 1989, ecc.). Leesperienze della sua applicazione neglisport di resistenza mostrano la possibilitdi una importante diminuzione di volumiglobali del carico di allenamento che sonosuperflui. Ci corrisponde alla tendenzagenerale degli ultimi anni. Molti specialisti,molti allenatori ed atleti nellorganizzazio-ne o nella realizzazione dei carichi di alle-namento utilizzano il concetto di blocco,ma spesso lo collegano con un contenutodiverso. Qui non si tratta di limitare qual-siasi libert individuale nellutilizzazionedei concetti. E neppure si tratta di inventa-re nuove definizioni per fenomeni gi notida tempo, ma di scoprire in essi nuovetendenze, comprenderle a fondo ed utiliz-zarle per gli scopi voluti.

    Traduzione ed adattamento di O. Iourtchenko daTeorija i praktika fiziceskoi kultury, 5, 2002, 2-5.Titolo originale: Konzepzija blokovoj komposizii vpodgotovkie sportsmenov voisokogo klassa.Indirizzo degli Autori: Prof. Dott. Vladimir Issurin,Wingate Institute, Netanya 42902, Israele

    Bondarchuk A. P., Postroienie sistemy fizice-skoi podgotovki v skoroctno-silovych vidaklegkoi atletiki, Kiev, Zdorovja, 1991.

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    Caratteristiche Modello tradizionale Modello della strutturadella costruzione a blocchidellallenamento

    Domina il principio Utilizzazione complessa Concentrazione dellazionedellassemblaggio dei carichi dellazione di carichi diversi speciale su un nimero

    minimo di capacit

    Coincidenza temporale Prevalentemente Prevalentementedegli accenti nello siluppo parallela in successionedelle capacit

    Componente principale Periodi dallenamento: Tappe di allenamentoconcettuale dellallenamento preparatorio combinazione

    di gara tra mesocicli a blocchi di transizione

    Partecipazione alle gare Soprattutto nel periododi gara

    Tabella 2 Differenze principali nella costruzione dellallenamento

    Bibliografia

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    1. Introduzione

    LHomo olympicus si distingue dallHomosedentarius(cio da chi ha uno stile di vita

    sedentario, privo di attivit fisica) per unaserie di adattamenti e caratteristiche. Gliadattamenti necessari rappresentano ilrisultato di un allenamento sistematico evengono ottenuti grazie allo sfruttamentodelle possibilit insite nel programmagenetico individuale.I parametri che determinano le modifica-zioni che avvengono nellorganismo sonolintensit e le durata degli esercizi di alle-namento, nonch la sollecitazione specifi-ca di determinati gruppi muscolari e unitmotorie durante lesecuzione di questiesercizi.

    In linea generale, le modificazioni provo-cate dai diversi esercizi fisici garantisconoun miglioramento del livello della presta-zione. Contemporaneamente, queste

    modificazioni, insieme al miglioramentodella prestazione, offrono la possibilit diun feedback operativo sui risultati dellal-lenamento e, quindi, di una sua direzioneefficace. Nuove conoscenze scientifiche ciconsentono di valutare quali siano lemodificazioni che sono in grado di aprireagli atleti la strada allalto livello. Inoltre,disponiamo di un numero suffciente diinformazioni che ci consentono non sol-tanto il controllo degli effetti dellallena-mento, ma anche di organizzare le trasfor-mazioni dadattamento nellallenamentostesso.

    Il monitoraggio

    dellallenamentoPrincipi generalied obiettividel monitoraggiobiochimicodellallenamento

    2. Gli obiettivi del monitoraggiodellallenamento

    Gli obiettivi del monitoraggio dellallena-

    mento sono:1. registrare lallenamento realizzato (eser-cizi e metodi utilizzati, modificazioni delcarico nelle singole unit di allenamen-to, nei micro-cicli, negli stage di allena-mento, intervalli di recupero tra gli eser-cizi e le unit di allenamento);

    2.garantire un feedback sugli effettiattuali dellallenamento;

    3. verificare se il programma di allenamen-to adeguato ad atleti che si trovano adun determinato livello e

    4. individuare quale sia il modello dellepossibilit di adattamento dellatleta.

    Il monitoraggio dellallenamentosi propone di registrare parametrisul processo di allenamentoche si sta realizzando allo scopodi ottenere feedback sui suoi effetti,accertarsi se il programma che si staseguendo corrisponde allo statoattuale dellatleta ed alle suecapacit di adattamento. Vengonotrattati alcuni aspetti che riguardanoil monitoraggio dellallenamentodal punto di vista medico, etico

    e biochimico, con particolareriferimentoi a questultimoed ai suoi obiettivi, che sono quellidi ottenere dati sui processidi adattamento utili per verificareed eventualmente correggereil programma di allenamento stesso.

    Melis Viru, Atko Viru,Accademio olimpica estone

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    La definizione del modello di sviluppodegli effetti dellallenamento consentir divalutare le interrelazioni tra esercizio ese-guito e le modificazione specifiche cheesso produce nellorganismo.Unanalisi del programma di allenamentorichiede la valutazione del carico (intensite volume) nelle unit e nei microcicli del-lallenamento. anche molto importante assicurarsi chelunit di allenamento abbia prodotto lef-fetto allenante desiderato. Per la valuta-zione dei microcicli inoltre necessarioottenere informazioni sul processo direcupero. Unanalisi del processo di recu-pero pu essere molto importante perpoter definire quali siano gli intervalli otti-mali di ristabilimento tra gli esercizi allin-terno di ununit di allenamento.La valutazione sia dellunit di allenamen-to, sia dei microcicli di allenamento strettamente correlata alla diagnosi del-laffaticamento.Dal punto di vista della strategia dellalle-namento particolarmente importanteconoscere quale sia il modello di modifica-zione della capacit di prestazione di unatleta. Ci sono molte ragioni per le quali lapura e semplice enumerazione dei risultatidi gara non fornisce uninformazione suf-ficiente, mentre, invece, sono necessarienumerose informazioni di carattere gene-rale sulle condizioni dellorganismo ed inparticolare sulle basi della sua capacitspecifica di prestazione. Queste informa-zioni sono pi importanti di quanto rite-nuto finora per potere prevedere il

    momento in cui si raggiunge il culminenella capacit di prestazione, od il livello diforma massima. Infatti, per raggiungerequesto picco di massimo rendimento sisfruttano al massimo la capacit di adat-tamento dellorganismo. Qui troviamo ilconfine tra allenamento efficace e sovral-lenamento. Perci, il monitoraggio dellal-lenamento dellatleta deve anche fornireinformazioni sulla capacit di adattamentodel suo organismo, inclusa la diagnosi disintomi precoci di superallenamento. Sugliatleti sono state eseguiti vari tipi di misu-razioni ed una serie di pubblicazioni speci-

    fiche consiglia test o modalit di controllodiverse. Per, il solo fatto che si misuriqualcosa su un atleta non rappresentaancora un vero e proprio monitoraggiodellallenamento. Infatti si pu parlarelegittimamente di monitoraggio dellalle-namento solo se si rispettano completa-mente questi cinque principi:

    si tratta di un processo diretto adaumentare lefficacia della direzione del-lallenamento;

    tale processo si basa sulle modificazioniregistrate nellorganismo dellatleta

    durante vari raduni di allenamento o aseguito delleffetto prodotto dai princi-pali elementi organizzativi dellallena-mento (unit di allenamento, microciclo,gare, ecc.);

    si tratta di un processo estremamentespecifico, che dipende dal tipo di discipli-na sportiva, dal livello di prestazione del-latleta e dalle particolarit dellet e delsesso. Quindi, i metodi di monitoraggiodellallenamento vanno scelti in modospecifico, considerando la disciplinasportiva e le caratteristiche dellatleta;

    il metodo di rilevazione utilizzato per ilmonitoraggio dellallenamento ha unsignificato se grado di fornire infor-mazioni affidabili sul compito oggettodellosservazione;

    le informazioni ottenute grazie alle rile-vazioni eseguite devono essere com-prensibili; inoltre debbono essere corret-te da un punto di vista scientifico, perpotere consentire di apportare correzio-ni al programma di allenamento.

    Le richiesta principale che viene posta adun programma di monitoraggio dellalle-namento che ricorra al minor numeropossibile di test, per ottenere il maggiornumero di informazioni affidabili.Lequazione: pi test = pi informazioni,non accettabile, poich il monitoraggionon fine a s stesso, ma deve rappresen-tare un aiuto per lallenatore e latleta.I test devono essere commisurati sullalle-namento e non debbono rappresentare unulteriore carico per gli atleti. Ogni test ed

    ogni misurazione debbono essere lemigliori tra le numerose possibilit tra lequali si pu scegliere.Per prima cosa necessario definire i com-piti del monitoraggio dellallenamento.Metodologie, test e parametri debbonoessere scelti tenendo conto della specifi-cit del compito e della gara. Rispettare laspecificit della disciplina sportiva signifi-ca che uninformazione, per essere valida,si deve riferire ai presupposti specifici dellaprestazione di gara. Pi stretto il rappor-to tra un parametro e una prestazionespecifica, maggiore il valore informativio

    dei risultati ottenuti con un test. Ad esem-pio, gli sciatori di fondo hanno bisognonon solo di resistenza, ma anche di forzamuscolare. Perci, una valutazione dellaforza massima non rappresenta uninfor-mazione sufficiente, poich la prestazionedello sciatore di fondo dipende dalla capa-cit di mantenere un livello ottimale diforza rapida in ogni ciclo per lungo tempo.La forza massima ha un rapporto soloindiretto con la resistenza muscolare loca-le, che per rappresenta un fattore chelimita notevolmente la prestazione.

    3. La scelta dei metodi, dei teste degli indici per il monitoraggiodellallenamento ed il loro utilizzo

    La scelta di metodi, test e parametri idoneirappresenta la condizione fondamentaleper riuscire ad ottenere il massimo diinformazioni con il minimo numero di test.Occorre evitare di rilevare pi indici perottenere la stessa informazione. La sceltadeve cadere di preferenza su indici chesiano strettamente correlati con la presta-zione. In questo caso infatti fondamen-tale l'interrelazione tra prestazione e indicerilevato.

    Il punto di vista etico

    Gli atleti durante lesecuzione dei test edelle misurazionei debbono subire ilminore numero possibile di traumi;

    debbono essere liberi da ogni costrizio-ne, cio non debbono essere obbligati asottoporsi a test e misurazioni;

    debbono essere informati su come sisvolgono i test;

    la realizzazione del test non deve pro-durre in loro alcuna sensazione negativa;

    devono essere informati, nella misura daloro desiderata, sui risultati del test;hanno il diritto di pretendere che vengarispettata la loro privacy (che cio sialimitata la diffusione dei risultati deitest).

    Il punto di vista medico

    Va asso lutamente evitato ogni tipo dieffetto secondario a lungo termine (dolore,infiammazione a seguito di infezionedovuta a biopsia o prelievo di sangue,ecc.). Il rischio di infezione aumenta se imetodi invasivi (biopsia o cateterizzazionedi vasi sanguigni) vengono usati in campo.Persino una piccola puntura delle puntadelle dita, praticata prima di una partitaper effettuare un prelievo di sangue, puinficiare la prestazione di giocatori di pal-lavolo o basket. La stessa puntura puanche rappresentare un veicolo di infezio-ne durante attivit intense di gioco. Nei

    limiti del possibile, nelle analisi di campo ilprelievo di sangue dovrebbe essere sosti-tuito da un prelievo delle urine. Per, nellamaggior parte dei casi, il valore informati-vo dellanalisi delle urine decisamenteinferiore rispetto ad un prelievo di sangue.La biopsia, i prelievi di sangue, la valuta-zione della differenza venosa-arteriosa e lasomministrazione di isotopi possono avve-nire soltanto in condizioni cliniche o dilaboratorio. Inoltre, lintervallo di tempoche deve trascorrere tra i test deve esseresufficientemente lungo da impedire ognieffetto negativo sullatleta.

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    Il punto di vista biochimico

    Lanalisi biochimica di microcampioni,ottenuti attraverso biopsia o analisi delsangue, nonch la precisa determinazionedi ormoni ed altre sostanze, richiede chevengano utilizzati metodi complessi ecostosi. Per lanalisi dellenergetica musco-lare, i metodi invasivi di analisi biochimicapossono essere sostituiti con la risonanzamagnetica nucleare, ma in questo caso icosti sono notevolmente maggiori rispettoal ricorso ai metodi tradizionali metodibiochimici. Inoltre, il ricorso ad un metodocome la risonanza magnetica nucleare possibile soltanto in particolari condizionidi laboratorio e per un numero ristretto diesercizi.In un numero ristretto di casi, per la valu-tazione delle modificazioni strutturaliintervenute nelle fibre muscolari, la biopsiapu essere sostituita dalla tomografiamuscolare. Anche in questo caso, per, sideve ricorrere ad unapparecchiatura com-plessa, che prevede costi notevoli.

    Vi sono molti lavori nei quali si cercato didimostrare come, per determinare la sogliadel lattato, i metodi invasivi possano esse-re sostituiti da test a carichi crescentidiretti a determinare il punto di deflessio-ne nelle curve della ventilazione e delloscambio gassoso o della frequenza cardia-ca. Per resta da risolvere un grandenumero di problemi prima di poter esseresicuri della precisione e specificit deimetodi indiretti che vengono proposti.Perci, per lanalisi della soglia anaerobica

    si continuano a privilegiare i test direttiper la valutazione del lattato ematico. Ladeterminazione del lattato non ha costieccessivi, la quantit necessaria di sanguesi ottiene molto semplicemente con unprelievo realizzato sul lobo auricolare. Ledeterminazioni del lattato si rendononecessarie per la valutazione dellintensitdella glicogenolisi anaerobica, come peraltri scopi.

    Il punto di vista pratico

    Dal punto di vista pratico, il problema

    principale rappresentato dal momento edalla durata dei test. Molti compiti delmonitoraggio dellallenamento richiedonoche le modificazioni intervenute durantelallenamento e la gara vengano rilevate intempo reale. In questo caso il protocollodanalisi deve garantire, in modo ottimale,che vengano rilevate le modificazioni pisignificative. Per questa ragione, un fatto-re critico rappresentato dal tempo cheintercorre tra il momento del picco delcambiamento e la sua registrazione, cio ilmomento del suo rilievo o misurazione. Inaltri casi, lobiettivo consiste, soprattutto,

    nella valutazione degli effetti cumulatividellesercizio e dellallenamento, nonchdel modello di sviluppo degli effetti dellal-lenamento stesso. In questi casi, linsiemedei dati pu risultare alterato dallaffatica-mento dovuto alle attivit svolte nel gior-no del test o nei giorni precedenti, o da unprocesso completo di recupero.Le informazioni migliori sullefficacia del-lallenamento e sulladeguatezza dei suoi

    programmi possono essere ottenute se iprocessi di adattamento e le loro manife-stazioni strutturali, metaboliche e funzio-nali, vengono registrate a livello cellulare.Nella maggior parte dei casi quanto detto tecnicamente realizzabile. Per, tali ana-lisi esigono che si ricorra a metodologiecomplesse e costose. Abbiamo gi accen-nato in precedenza quali sono le riservemediche ed etiche per le quali lutilizzazio-ne dei metodi biochimici di monitoraggiodellallenamento resta limitata. Persino inlaboratorio, quei metodi che sono in gradodi garantire il pi alto numero di informa-

    zioni possono essere utilizzati da unristretto numero di persone. Malgrado ci imetodi biochimici continuano ad essereindispensabili per la soluzione di numerosicompiti del monitoraggio dellallenamento.Infatti, sono necessari, soprattutto:

    per la valutazione degli effetti dellalle-namento della forza dinamica; dellacapacit di produzione energetica

    (modalit di risintesi dellATP); dellosfruttamento delle possibilit metaboli-che;

    per i controlli metabolici; per la valutazione delleffetto allenante

    delle unit di allenamento; per lanalisi del processo di recupero e

    della struttura del microciclo; per la previsione del massimo livello di

    forma; per la diagnosi dellaffaticamento e del

    sovrallenamento; per il controllo generale delle modifica-

    zioni prodotte dalladattamento.

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    Il monitoraggio biochimico va inteso comeuna componente del controllo dellallena-mento, che consente di ottenere informa-zioni pi approfondite sulle modificazioniadattative di quanto non sia possibile conaltri metodi. Non necessario quando possibile ottenere le stesse informazionianche ricorrendo ad altri strumenti, ma lo quando consente di ottenere maggioriinformazioni. Ad esempio, in alcuni casi, selefficacia dellallenamento si riduce forte-mente, analisi pi approfondite basate su

    metodi biochimici consentono di svelarnela causa. Infatti, lobiettivo che alla basedi tali metodi consiste nel comprenderequali sono le basi delladattamento indottodallallenamento attraverso i suoi segnalimetabolici e ormonali.

    4. Il monitoraggio biochimicodellallenamento

    Questi sono i punti che definiscono lanatura del monitoraggio biochimico del-

    lallenamento:

    nella maggioranza degli sport, ladatta-mento metabolico rappresenta il back-ground del miglioramento della presta-zione sportiva specifica. Se si vuole rea-lizzare la direzione dellallenamentoquesto adattamento deve essere defini-to sia dal punto di vista sia qualitativoche quantitativo.

    Nellallenamento, ladattamento meta-bolico un fattore significativo anche aifini del miglioramento dello stato gene-rale e specifico della condizione fisica.

    Gli adattamenti possono avere unim-portanza fondamentale nello studio del-lefficacia dellallenamento.

    Lefficacia della direzione dellallena-mento pu essere valutata a breve ter-mine controllando quali sono le modifi-cazioni metaboliche e funzionali provo-cate da determinati esercizi e metodi diallenamento.

    Alla base di ogni allenamento efficacetroviamo un adattamento enzimatico estrutturale a livello cellulare, che cau-

    sato da modificazioni ormonali e meta-boliche che intervengono durante edopo le unit di allenamento. La regi-strazione di tali parametri apre la stradaalla valutazione delleffetto allenante diogni unit di allenamento.

    Se ci si serve di analisi metaboliche eormonali possibile individuare pro-grammi di allenamento sbagliati, chepossono imprimere una direzione errataalladattamento metabolico o persinoprovocare una pericolosa diminuzione

    della capacit di adattamento, comepure una riduzione delle riserve dellor-ganismo.

    Nel controllo dellallenamento i testmetabolici ed ormonali si rivelano utilise sono in grado di fornire informazionipi significative rispetto a quelle otteni-bili con metodi fisiologici pi semplici emeno costosi o test specifici sulle capa-cit condizionali e la capacit di presta-zione sportiva.

    La scelta degli strumenti e dei metodi dautilizzare sia nel monitoraggio biochimico

    dellallenamento, sia dellallenamento ingenerale si basa, soprattutto, sulla cono-scenza della natura specifica delladatta-mento indotto dallallenamento stesso. Iparametri che vengono registrati devonofornire informazioni valide e specifiche suun processo di sviluppo che spessoabbraccia vari anni. che includono il perio-do prebuberale, la pubert e ladolescenza.Non ancora chiaro se il valore informati-vo dei parametri resti invariato durante losviluppo ontogenetico e la maturazione.Un altro problema rappresentato dalfatto che il monitoraggio biochimico del-lallenamento pu diventare pi complessocon il trascorrere degli anni. Infatti, mag-giore il livello delle prestazioni, piapprofondite e dettagliate dovrebberoessere le informazioni. Al livello pi eleva-to di prestazione, in proporzione, sononecessarie analisi specialistiche pi fre-quenti per ottenere informazioni su qualisono le cause che promuovono oppureostacolano od impediscono i progressi nel-ladattamento. Secondo gli specialisti nelcampo dellallenamento ogni atleta sareb-be in possesso di un suo potenziale dimiglioramento attraverso lallenamento.Dalle esperienze pratiche sappiamo che,dopo aver raggiunto un certo livello, anchese vengono aumentati intensit e volumedellallenamento, la prestazione nonmigliora. Al contrario, in alcuni casi, si pro-duce, inaspettatamente, un superallena-mento. Allora, ci si chiede, legittimamente,come sia possibile valutare quali possanoessere le potenzialit di sviluppo di un

    atleta: ma su questo punto, purtroppo,non sappiamo nulla.

    5. Conclusioni

    I vantaggi di una direzione dellallenamen-to basata sul suo monitoraggio sono:

    la possibilit di introdurre correzioni alprogramma di allenamento ed alla suarealizzazione;

    la possibilit di registrare obiettivamen-te le esperienze maturate.

    Traduzione di Patrizia Sodani, revisione termino-logica di Mario Gulinelli, da Leistungssport ,6,2002, 39-41. Titolo originale, Prinzipien desTrainingsmonitorings.

    Indirizzo dellautore: Prof. Dr. A. Viru, EestiOliempiaakadeemia, Jakobi 5112, 51014 Tartu,Estland.

    Nota della redazione:Il lettore interessato potr approfondire il temaleggendo il libro: Viru A., Viru M. BiochemicalMonitoring of Sport Training, Champaign, Ill.,Usa, Human Kinetics 2001.

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    mittel, Leistungssport, 6, 2002, 54-55). Pertale studio nel periodo compreso tra lot-tobre 2000 e il novembre 2001, in tredicipaesi sono stati acquistati 643 integratorialimentari non-ormonali, commercializzatida 215 diverse societ produttrici. La mag-gior parte degli integratori alimentari fuacquistata direttamente in negozi specia-lizzati (91,2%) dei singoli Paesi e tramiteInternet (8,2%). Di questi, 289 integratorialimentari provenivano da aziende checommercializzano anche proormoni, 345integratori alimentari da aziende che nonvendono pro

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    intenzionale, gli atleti - qualora decidanodi farne uso - dovrebbero acquistare solointegratori alimentari prodotti da aziendein grado di eseguire e/o assicurare un con-trollo di qualit sui proormoni e che pos-sono garantire che i loro prodotti non ven-gono assolutamente in contatto con talisostanze durante il processo produttivo edi conservazione. Gli atleti tedeschi hannola possibilit di sapere quali di essi soddi-sfino tali requisiti consultando la bancadati dellOlympiasttzpunkt di Colonia(www.osp-koeln.d) e di ottenere altreinformazioni sullargomento consultandola homepage dellIstituto di Biochimicadella Deutsche Sporthochschule di Colonia(www.dopinginfo.de). Per cui nessuno diessi, se trovato positivo ai controlli anti-doping, potr pi addurre la scusa di avereassunto sostanze doping a sua insaputaavendo fatto uso di integratori alimentari,alibi del quale si sono serviti e continuanoa servirsi molti atleti

    Selezione del talento ed intelligenza

    Come noto la selezione del talento rap-presenta da anni uno dei problemi dellosport moderno. La maggior parte degliapprocci si basa su test che riguardano lecapacit motorie, soprattutto le capacitfisiche. Ma quale ruolo svolgono nel talen-to sportivo il sistema nervoso e le funzionipsichiche superiori? A questo tema dedi-cato uno dei capitoli di un libro sullindivi-duazione e la ricerca del talento nellosport di V.N. Selujanov, attuale direttore

    del Laboratorio di teoria e metodologiadell'allenamento dell'Istituto superiore dicultura fisica di Mosca, e di M.P. Shestakovdedicato ai problemi della selezione deltalento (Selujanov V.N., Shestakov M.P.,Opredelenie odarennostej i poisk talantov vsporte, Mosca, 2001), nel quale vengonoesposti i risultati delle ricerche svolte suiproblemi del rapporto tra talento e lecaratteristiche del sistema nervoso, lamotivazione, il temperamento e l'intelli-genza. Per quanto riguarda quest'ultimoaspetto, Selujanov osserva che in approcciteorici diversi come parametri dell'intelli-

    genza vengono utilizzate caratteristichediverse e tali approcci possono essere sud-divisi in due grandi gruppi: al primo grup-po appartengono gli approcci in cui ven-gono individuati i correlati dell'attivitcognitiva, mentre il secondo gruppo com-prende quelli in cui vengono individuate lecomponenti di questa attivit. Ad esempio,rientrano nel primo gruppo, gli approccinei quali i parametri della velocit di ese-cuzione di compiti semplici (il tempo direazione) vengono considerati come indiciindiretti delle particolarit dell'elaborazio-ne dell'informazione e, quindi, dell'intelli-

    genza. Invece le componenti dell'intelli-genza, individuate nel secondo gruppo,vengono definite secondo la specificitdell'esecuzione di un determinato tipo diattivit che, ipoteticamente, include unaqualsiasi componente dell'intelligenza.A volte, l'intelligenza viene definita -anche se riduttivamente - come capacitgenerale di apprendimento. Per valutarequesta capacit opportuno analizzare ladinamica del processo di apprendimento,

    che si manifesta nella velocit di incre-mento dei parametri oggettivi della riusci-ta dell'apprendimento stesso. Cos, il con-fronto tra i parametri del pensiero operati-vo di giovani giocatori di pallacanestro, dipallavolo e di giovani tennisti mostra che iprimi risultano migliori nel numero delleazioni (soluzionie di problemi), mentre isecondi (tennisti) nel tempo dei test.Di interesse particolare sono i dati ottenutinelle fascie giovanili dai candidati alleScuole sportive (tabella 1). Se, per quantoriguarda la razionalit del pensiero, i gio-catori di pallavolo sono inferiori rispetto ai

    giocatori di pallacanestro ed ai tennistiloro coetanei, per quanto riguarda l'opera-tivit del pensiero all'ultimo posto trovia-mo i tennisti. Utilizzando la valutazioneintegrale, cio il numero delle azioni (solu-zioni) al secondo, possiamo vedere che igiocatori di pallavolo superano i giocatoridi pallacanestro e i tennisti (rispettivamen-te: 0,42 u.c; 0,13 u.c; 0,02 u.c.).All'et di 16 anni rimane il vantaggio deigiocatori di pallacanestro nella razionalitdelle soluzioni e il ritardo dei tennisti nellaloro operativit. Ci permette di ipotizzareche la preparazione e, quindi, la selezione

    nelle diverse discipline sportive, debbatenere conto di uno di questi parametri.Probabilmente, per i tennisti risulta piimportante la razionalit, per i giocatori dipallacanestro la razionalit e l'operativit,per i giocatori di pallavolo, l'operativit.I risultati dello studio degli stereotipi dina-mici mostra la superiorit dei giocatori dipallacanestro, per quanto riguarda la loroformazione e trasformazione, mentre itennisti sono migliori per quanto riguarda

    la loro variabilit. Ci si spiega con il valorediverso che assumono le varie caratteristi-che dei processi nervosi in queste specia-lit, che viene determinato, a sua volta,dalle particolarit della preparazione tecni-ca. Nella pallacanestro viene appreso unnumero notevolmente maggiore di azionitecniche rispetto alla pallavolo e al tennis.Per, dall'altro lato, il minore numero diazioni che viene appreso in questi sportrichiede, probabilmente, una maggiore sta-bilit e sicurezza della loro esecuzione.Occorre notare una stabilit relativamenteelevata di tutti i parametri della velocit

    della formazione dello stereotipo dinamiconel processo di preparazione, e ci, secon-do Selujanov ha un'importanza notevoleper la selezione. Inoltre Selujanov ci ricordache talvolta l'essenza dell'intelligenza vienevista nell'efficacia dell'adattamento delcomportamento ad un ambiente difficile.I dati ottenuti dall'Autore grazie all'utiliz-zazione del test specifico su 100 soggettititolari delle Squadre Nazionale dell'ex-URSS di atletica leggera, di tennis, dirugby, di ginnastica artistica, di calcio, dihockey, dimostrano che i vertici dello sportvengono raggiunti da quegli atleti che

    Parametri Disciplina 10 anni 12 anni 14 anni 16 annisportiva

    Velocit Tennis 0,47 0,46 0,48 0,37di formazione Pallacanestro 0,56 0,67 0,49 0,47

    stereotipi, u.c. Pallavolo 0,28 0,34 0,37 0,47

    Velocit Tennis 0,32 0,38 0,46 0,39di trasformazione Pallacanestro 0,46 0,46 0,53 0,59stereotipi, u.c. Pallavolo 0,25 0,25 0,24 0,29

    Razionalit Tennis 4,0 2,69 1,8 1,1del pensiero Pallacanestro 0,3 0,6 0 0operativo, u.c. Pallavolo 7,9 7,6 7,4 7,0

    Rapidit Tennis 30,5 25,9 13,7 13,7del pensiero Pallacanestro 16,1 14,6 15,0 12,9

    operativo, u.c. Pallavolo 18,8 9,8 8,5 8,4

    Tabella 1 Parametri "modello" della velocit di formazione degli stereotipi dinamicie del pensiero operativo (secondo Bril')

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    hanno in media un QJ = 10010 u.c. Nellostesso tempo, i titolari delle SquadreNazionali dell'ex-URSS che hanno un QJsuperiore, sono caratterizzati da un'insta-bilit dell'esecuzione delle azioni tecniche,da un'elevata variabilit del comporta-mento in condizioni di concorrenza diffici-le, e ci porta spesso all'insuccesso nellegare molto importanti.Raramente si riscontrano atleti che riesco-no a raggiungere risultati elevati sia nellosport sia nello studio. Per, ci ricordaSelujanov, non bisogna assolutamente tra-sformare ci nell'idea che lo sport e lo stu-dio siano due cose incompatibili, mentrenon razionale aspettarsi che un atletariesca a raggiungere risultati elevati sianello sport che nello studio. In ogni casoci non va stimolato in un senso o nell'al-tro. Il giovane atleta deve avere la possibi-lit di definire realmente i suoi obiettivi.Selujanov ricorda poi che una capacit chea volte, erroneamente, viene identificatacon l'intelligenza la creativit, intenden-do con essa quelle forme di comporta-mento che si basano sull'immaginazione,sulla fantasia, cio, sull'astrazione dalleoperazioni che determinano il processogenerale del pensiero, della comprensionee della presa di decisioni. Questa astrazio-ne conduce una persona creativa dallasoluzione solita attesa alla sfera dell'irrea-le, dell'impossibile; e la soluzione sartanto pi creativa quanto pi vicino si tro-ver a questo stato che confina con l'irrea-le. Nonostante il fatto che le persone crea-tive siano, spesso, anche intelligenti,

    secondo Selujanov, occorre sottolineareche tra le capacit creative e l'intelligenzanon esiste assolutamente alcuna correla-zione. In altri termini, ci sono personemolto intelligenti, ma assolutamente noncreative, e ci sono persone dotate di gran-de creativit, ma di modesta intelligenza.Per quanto riguarda le idee della psicoge-netica sui test per la valutazione dell'intel-ligenza, il livello di intelligenza sarebbedeterminato dal genotipo e dall'ambientedell'infanzia. Il risultato dell'influenza, siadi questo ambiente (l'esperienza primaria),sia del genotipo rappresentato dalla sta-

    bilit ontogenetica dei parametri dell'intel-ligenza, interpretata non come mancanzadi sviluppo, ma come mantenimento di unlivello relativo di intelligenza della persona,cio della sua posizione nel range di ungruppo. Quando si parla dell'ereditarietdell'intelligenza si intende il rapporto tra ladispersione genotipica dei parametri del-l'intelligenza rispetto alla dispersionegenerale (fenotipica).Alcuni specialisti russi (Ravic-Sherbo,1988; Borodina, 1987) pensano che sol-tanto circa la met della variabilit fenoti-pica sia legata ai fattori genotipici. Il con-

    tributo del genotipo alla variabilit dellecaratteristiche della intelligenza nonesclude, naturalmente, le possibilit dicambiamento di questo contributo dovuteall'influenza dell'ambiente (Kramorenko etal., 1990). Le ricerche hanno stabilito chela variabilit dell'intelligenza soggettaall'effetto di parametri determinati dal-l'ambiente familiare, mentre le caratteristi-che dell'ambiente (soprattutto nella primainfanzia) possono avere validit per la pro-

    gnosi dei parametri dell'intelligenza neiperiodi d'et successivi. Nella variabilitinterindividuale dei parametri delle capa-cit speciali (capacit di lettura, capacitspaziali, capacit matematiche, capacit diriflessione logica, ecc.) il contributo dellavariabilit genetica (cio determinatageneticamente) approssimativamenteuguale al contributo dei parametri dell'in-telligenza dovuti all'ambiente, cio variadal 40 al 60% della dispersione generale(Il'in, 1990; Ivanov-Muromskij, 1987).

    Gruppi di allenamento

    Quanto pu o deve essere ampio il divarioprestazionale allinterno dei gruppi di alle-namento per ottenere un grado di appren-dimento ottimale? Lapprendimento nelgruppo rappresenta un valido metodo inambito sportivo e musicale ed anche sco-lastico. Qual , ad esempio, la differenzatra il livello di apprendimento registratoallinterno di un gruppo di atleti di parilivello e quello di un gruppo costituito daatleti con prestazioni notevolmente diver-se? Quali sono i vantaggi di cui possonofruire i componenti di una squadra di cal-

    cio allinterno della quale ci sia una gerar-chia? Le dinamiche sono le stesse indi-pendentemente dal sesso dellatleta? F.dArripe-Longueville, C. Gernigon, M.-L.Huet et al., Peer-assisted Learning in thePhysical Activity Domain Dyad Type andGender Differences, in Journal Sport &Exer. Psych., 24, 2002, 219-238, hannoosservato trentadue ragazzi e trentatrragazze di nazionalit francese, allievi diuna scuola superiore (et 18,31,3), men-

    tre si esercitavano nelle virate nella nuota-ta a rana in una piscina di 25 metri. Nelcorso di un test preliminare, i partecipantierano stati classificati da un gruppo diesperti in base al loro livello di prestazione.Successivamente stato eseguito un alle-namento a coppie nella virata, con periodidi allenamento ognuno della durata diotto minuti. Il comportamento delle cop-pie, libere di organizzare autonomamenteil proprio allenamento, stato ripreso edesaminato da due esperti. Trascorsi quat-tordici giorni stato effettuato un nuovotest, per verificare quale effetto di allena-

    mento fosse ancora documentabile. Gliallievi e le allieve si allenavano formandotrentadue coppie dello stesso sesso. Ai finidello studio, queste coppie erano statesuddivise in sottogruppi, il cui processo diapprendimento era stato cos differenziato:

    apprendimento guidato (i pi bravi inse-gnano lesercizio ai meno abili);

    imitazione (i pi bravi mostrano leserci-zio ai meno bravi);

    cooperazione (gli atleti di pari abilit siaiutano lun laltro);

    attivit parallela (nessuna cooperazione).

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    Per potere ottenere risultati attendibili, ilcoefficiente di obiettivit richiesto agliesperti indipendenti era maggiore di r =0,9. Gli allievi e le allieve appartenenti agruppi asimmetrici facevano registrareprogressi maggiori rispetto alle coppie diallenamento di pari livello. Nel corso degliotto minuti i maschi si esercitavano conuna frequenza maggiore rispetto alleragazze. Nelle coppie di allenamento dipari livello prestazionale stata osservatauna predominanza dellattivit parallelarispetto allimitazione e allistruzione. Ilmiglioramento degli atleti abili non hacostituito oggetto dello studio.Non dato sapere se sarebbero stati otte-nuti risultati analoghi per attivit sportivemaggiormente complesse. N statodocumentato se e fino a che punto, quan-to osservato tende a riprodursi in unit diallenamento di maggiore durata.Gli Autori fanno notare tuttavia cheandrebbe dedicata maggiore attenzione econsiderazione ai gruppi di allenamento esarebbe utile lavorare con gruppi eteroge-nei dal punto di vista delle prestazioni,poich ci andrebbe a vantaggio dellap-prendimento.

    Allenamento con il biofeedback

    Nel corso degli anni stato dimostrato cheun allenamento con il biofeedbackhaeffetti positivi sulla prestazione sportiva inalcune discipline sportive. Tuttavia, questapratica pone ancora molti problemi irrisol-ti, che riguardano, soprattutto, il suo

    ambito preciso di utilizzo. Tre Autori israe-liani (B. Blumenstein, M. Bar-Eli e G.Tenenbaum, Brain and Body in Sport andExercise, Chichester: J. Wiley & Son, 2002,133 pagine), hanno realizzato unanalisisistematica sullo stato della ricerca (oltre500 citazioni bibliografiche). Espertisoprattutto nelle tematiche relative allau-mento del rendimento nel tiro, gli Autoriprecisano che il biofeedbacknon un far-maco, per cui basta utilizzarlo, quantopiuttosto un vero e proprio metodo di alle-namento.

    Quindi, come per altre forme di allena-mento, per un corretto biofeedback importante:

    la frequenza e la durata dellallenamento; i criteri di allenamento; se e con quale frequenza vengono asse-

    gnati compiti a casa; se si tratta di esercizi nei quali si pu

    effettivamente migliorare grazie al con-trollo interno;

    lentit della motivazione al biofeedback; che tipo di sostegno cognitivo ricevono

    dal loro ambiente gli atleti e le atlete;

    il tipo di atteggiamento nei confronti delbiofeedback presente nellambientesociale;

    il tipo di reazione nei confronti del bio-feedback allinterno del gruppo di alle-namento (poich il rilassamento vienepraticato principalmente in gruppo);

    la capacit di determinare lesatta condi-zione di allenamento della caratteristicache si vuole migliorare con il biofeed-back;

    se si vuole ottenere un effetto statisticoo individuale;

    con quale velocit avviene ladattamentoal biofeedback;

    la capacit di adattare il biofeedbackallecondizioni specifiche delle singole disci-pline sportive.

    Chiunque desideri lavorare con questometodo, non pu fare a meno di confron-tarsi con la lettura di questo testo.

    Allenamento isocinetico

    I primi articoli sullallenamento isocineticodella forza risalgono a circa trentanni fa e.gi allora si poneva laccento sul fatto cheesistono soltanto pochi esercizi sportiviadatti alla struttura motoria dellisocineti-ca. Per cui, contrariamente a quantoavviene nella letteratura statunitense,verso lallenamento della forza in regimeisocinetico in Europa si sono conservatipregiudizi, che hanno fatto in modo cheesso sia sopratutto parte integrante dellariabilitazione. Invece, lallenamento isoci-

    netico della forza ha una sua giustificazio-ne nellallenamento della forza di base,mentre nellallenamento sport-specifico,non ha avuto successo. Nel frattempo, nata tutta una letteratura sullargomento.La migliore panoramica quella fornita dallibro di L.E. Brown (L. E. Brown, Isokineticsin Human Performance, Leeds, HumanKinetics, 2000, 456 pagine). Il volume for-nisce una visione d'insieme di quasi tuttolo spettro di possibilit offerte dallallena-mento isocinetico e le documenta conl'ausilio di migliaia di citazioni bibliografi-che. Si tratta della migliore analisi attual-

    mente disponibile. Grazie ad un indicetematico, il volume ben strutturato econsente una facile ricerca.Per chi desideri una visione ancor piaggiornata, consigliamo la rivistaIsokinetics and Exercise Science (IOS Press,Amsterdam). Nel numero 10 (2002),dispensa 1, documentato il 2 Congressodella Societ Isocinetica Europea (svoltosiil 15/16.3.2002 a Crans Montana), che si occupato principalmente di allenamentoisocinetico eccentrico. Nel frattempo, lemacchine isocinetiche sono state modifi-cate al punto di consentire lesecuzione di

    un allenamento eccentrico. Soltanto graziealla simulazione del ciclo allungamento-accorciamento stato possibile avvicinarsialla specificit delle diverse disciplinesportive. A questo proposito pu essereinteressante riportare quanto viene espo-sto da Platonov sullallenamento isocineti-co della forza nel capitolo 18 Forza epreparazione della forza del suo librodedicato alla preparazione degli atleti aglisport olimpici (V. N. Platonov, Obshaja teo-rija podgatovki sportsmenov v olimpijskomsporte, Kiev, Olimpiiskaja Literatura, pagg.583) nel quale non si ha verso questo regi-me di allenamento latteggiamento diffusoinvece in altri Autori. Platonov ricorda che,rispetto ad altri regimi di lavoro, lallena-mento in regime isocinetico crea condizio-ni favorevoli per unelevata attivitmuscolare per tutta lescursione del movi-mento, che non pu essere ottenutadurante lesecuzione di esercizi consovraccarichi, in particolare il bilanciere.Ci stato dimostrato in modo convincen-te da ricerche condotte (fin negli anni 70),ad esempio, sullattivit elettrica deimuscoli estensori del ginocchio nel movi-mento di estensione degli arti inferiori nel-lesecuzione di un esercizio di squat ed inun lavoro eseguito su unapparecchiaturaisocinetica.I dati riportati nella figura 1 dimostranoche, durante il lavoro sullapparecchiaturaisocinetica, si nota una maggiore attiva-zione dei muscoli, ed importante notarecome i valori dellattivit elettrica deimuscoli durante il lavoro isocinetico resti-

    no a livello massimale, indipendentementedal cambiamento dellespressione dellaforza e dellangolo articolare, a dimostra-zione del fatto che lintensit degli impulsinervosi inviati ai muscoli durante questolavoro rimane a livello massimale, pertutta lescursione del movimento in quan-to latleta deve superare un sovraccaricomassimale con angoli articolari diversi.Lefficacia del metodo isocinetico vienedeterminata, in misura notevole, dallavelocit dei movimenti. Ad esempio, in unostudio sullefficacia del metodo isocineticoper lo sviluppo della forza massima dei

    muscoli estensori degli arti inferiori di gio-catorici di pallavolo, con unampiezza dimovimento pari a 140 laumento maggio-re della forza veniva ottenuto con unavelocit di movimento pari a 70/s, mentreuna velocit pi elevata risultava pocoefficace. Esperimenti nei quali sono stateutilizzate , rispettivamente, velocit di60/s e di 120/s hanno dimostrato cheuna velocit minore produce un aumentomaggiore della forza, indipendentementedal fatto che i risultati venissero verificatiin regime isotonico od isocinetico. Lo stes-so risultato stato ottenuto con altri espe-

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    rimenti, e ci pu essere spiegato facil-mente. Infatti, per uno sviluppo efficacedella forza massima molto importantelentit dellopposizione che deve esseresuperata. Quando si usa il metodo isocine-tico, una tensione muscolare massima ovicina alla massima pu essere raggiuntasolo se la forza prodotta dallopposizioneal movimento cede lentamente a quella

    applicata dallatleta. Se il movimento vieneeseguito con velocit elevata, si tratta diun principio che vale per tutti gli esercizi diforza, non solo per quelli in regime isoci-netico, il muscolo non dispone del temponecessario per sviluppare la tensione mas-simale e mantenerla. Per, secondoPlatonov, il fatto che il metodo isocineticoche prevede lesecuzione dei movimenticon velocit elevata risulti poco efficaceper lo sviluppo della forza massima, nonvuole dire che questo metodo non debbaessere utilizzato nella preparazione degliatleti. Al contrario, esercizi svolti con que-

    sto metodo risultano molto efficaci se lo-biettivo dellallenamento consiste nello svi-luppo della resistenza alla forza di queimuscoli, che sono prevalentemente impe-gnati nella realizzazione del carico in alcu-ni sport ciclici (canottaggio, nuoto, ecc.)oppure nellaumento della capacit di rea-lizzare il potenziale di forza nelle condizio-ni di unattivit muscolare specifica. Ciriguarda sia un lavoro di carattere ciclico,che non richiede lespressione massimale osubmassimale della forza durante lesecu-zione dei principali movimenti di lavoro,sia un lavoro di carattere aciclico con

    impegni esplosivi di forza. Cos, ad esem-pio, un allenamento isocinetico dei muscoliestensori a velocit elevata (180/s) emolto elevata (fino a 360/s) risulta piefficace per lo sviluppo della forza rapida,rispetto ad uno con velocit scarsa.

    Va poi det to che unallenamento del laforza che preveda lutilizzazione di unavelocit scarsa non garantisce lespressio-ne della forza nei movimenti che debbonoessere eseguiti a velocit elevata, mentreleffetto prodotta dallallenamento dellaforza a velocit elevata si esprime neimovimenti eseguiti a velocit elevata: civiene determinato dalle differenze nellastruttura delle fibre muscolare reclutateper il lavoro durante lesecuzione di movi-menti di velocit diversa, ma anche dalleparticolarit della loro regolazione nervo-sa. Occorre sottolineare per che oltre allatendenza generale alla diminuzione dellaforza con laumento delle velocit di movi-mento (figura 2) vi sono le particolaritindividuali dellatleta che possono influen-zare sia landamento delle curve, sia illivello di forza massima che esso ingrado esprimere a velocit diverse.

    Figura 1 Valori medi dellattivit elettrica massimale (elettromiogramma integrato) di tre

    muscoli estensori del ginocchio in atleti praticanti pesistica, registrati durante un lavoro concen-trico (sovraccarico 100% del massimale) 1. lavoro eseguito su unapparecchiatura isocinetica; 2.esercizio di squat con bilanciere sulle spalle (Hakkinen, Komi 1988)

    Figura 2 Dinamica degli impegni di forza di un lottatore di qualificazione elevata durante ilmovimento di flessione dellarticolazione del ginocchio; eseguito a velocit diverse: a 60/s; b 120/s, c 180/s; d 240/s

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    La ginnastica artistica tra gli sport

    con componente di rischio. Chiunqueosservi una competizione di ginnasti-ca artistica, specie quelle ad altolivello, rimane colpito dallapparentesemplicit e naturalezza con la qualegli atleti eseguono gesti tecnici dal-levidente difficolt. Infatti sembrache gli atleti della ginnastica esegua-n