Scuola Secondaria di Primo Grado IC 4 “Antonio Barolini” – VICENZA · 2018. 6. 28. · Hymn,...

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Scuola Secondaria di Primo Grado – IC 4 “Antonio Barolini” – VICENZA ANNO XVIII NUMERO 3 GIUGNO 2018 Il primo premio al concorso musicale “Città di Palmanova”. I ricono- scimenti a “Un poster per la Pace” ed al festival dei giornalini scola- stici di “Albo Scuole”. Lo spettacolo teatrale di “Ondina” e la Mostra del Libro. La visita del sindaco. La robotica e lo sport. Alla Barolini non sono mancati successi ed eventi significativi descritti in questo numero che contiene anche un’intervista al Dirigente scolastico.

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Scuola Secondaria di Primo Grado – IC 4 “Antonio Barolini” – VICENZA

ANNO XVIII – NUMERO 3 – GIUGNO 2018

Il primo premio al concorso musicale “Città di Palmanova”. I ricono-

scimenti a “Un poster per la Pace” ed al festival dei giornalini scola-

stici di “Albo Scuole”. Lo spettacolo teatrale di “Ondina” e la Mostra

del Libro. La visita del sindaco. La robotica e lo sport. Alla Barolini

non sono mancati successi ed eventi significativi descritti in questo

numero che contiene anche un’intervista al Dirigente scolastico.

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"Il mio primo anno alla Barolini? Positivo"Cosa pensa di noi la preside? Quali suggerimenti ci può fornire per il futuro? Glielo abbiamo chiesto

direttamente in questa intervista che ci ha gentilmente concesso al termine dell'incontro con il sindaco.

Com’è stato il suo primo impatto con la Barolini?

Non molto diverso da quando sono arrivata alla Muttoni cinque anni fa.

Qual è il suo bilancio al termine dell’anno scolastico?

Positivo. Sia dal punto di vista della sicurezza che da quello organizzativo.

Quali miglioramenti pensa di aver apportato al nostro istituto?

Alcuni di cui magari non ci rendiamo conto. Ad esempio, abbiamo lavorato molto sulla sicurezza e sulla

formazione del personale scolastico e degli insegnanti. Inoltre abbiamo risolto il problema del cortile interno

e aumentato la sorveglianza. Sono state apportate delle modifiche alla palestra della scuola. Bisogna anche

aggiungere però un altro aspetto. Quando sono arrivata ho visto come in questo istituto c’erano molte

risorse, ma era possibile migliorare il loro utilizzo concentrandosi su degli obiettivi precisi, come la

formazione degli insegnanti e del personale tutto.

Che differenze ha riscontrato rispetto alla Muttoni?

Non molte devo dire. Perché poi si sa che nelle scuole ci sono gli alunni bravi e quelli a volte monelli.

Da quanti anni è Dirigente scolastico?

Da 5 anni.

Come mai ha deciso di intraprendere questa carriera?

Insegnavo con passione all'Istituto Lampertico, ma mi sentivo pronta ad assumere un nuovo compito. Per

prendere la carica di preside ho dovuto studiare tantissimo ma la cosa non mi preoccupava.

Che disciplina insegnava prima?

Matematica.

È più difficile fare l’insegnante o la preside?

“Sono due lavori completamente diversi, ma entrambi richiedono grande studio e applicazione. La

professione di insegnante comporta un'enorme responsabilità, il dirigente scolastico deve raggiungere

determinati obbiettivi. La sostanziale differenza non è nella qualità ma nella gerarchia.

Alla nostra età cosa sognava per il suo futuro?

Volevo avere una famiglia mia. E mi piaceva tanto studiare. Alle superiori adoravo la fisica, infatti poi mi sono

laureata in questa disciplina e ho lavorato per cinque anni al Centro nazionale delle ricerche a Bologna prima

di tornare a Vicenza.

Ha qualche consiglio da rivolgerci?

Senza l’impegno e la fatica non si ottiene alcun successo nella scuola e nella vita. Innanzitutto vi invito ad

essere sempre responsabili e rispettosi. Vi racconto un aneddoto: ogni volta che mio figlio (che oggi è

ingegnere) tornava da scuola, io non gli chiedevo “come è andata?”, ma “come ti sei comportato?”. Ritengo

infatti che l’atteggiamento a scuola sia fondamentale. Si può capire che l’adolescenza sia un periodo di

ribellione ma la famiglia deve rappresentare la nostra luce che ci aiuta e guida nelle decisioni.

Danilo Bebic e Sofia Freato

2.A

Intervista alla preside

Mercoledì 6 giugno è venuto a trovarci il sindaco Achille Varia-

ti, in una delle ultime uscite pubbliche prima della fine del suo

mandato. Accompagnato dal consigliere comunale Eugenio

Capitanio, il primo cittadino ha incontrato alunni e insegnanti

di coro e orchestra vincitori del Concorso Città di Palmanova.

Accolto dal dirigente scolastico ("Siamo molto onorati di averla

tra di noi per condividere questo importante riconoscimento

che abbiamo ottenuto"), Variati ha ascoltato con molta atten-

zione i brani eseguiti dai ragazzi, rivolgendo loro un breve di-

scorso al termine: "Continuate a coltivare anche in futuro la

vostra passione per la musica. Chissà che per qualcuno di voi

non diventi una professione…".

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Un'avventura

indimenticabile Superate tutte le aspettative. Venerdì

11 maggio abbiamo vinto un concorso

internazionale a Palmanova. Abbiamo

partecipato come orchestra e coro.

Per raggiungere il teatro, nella città

fortificata a forma di stella, abbiamo

noleggiato un autobus e, dopo aver

caricato gli strumenti, siamo partiti

tutti concentrati. Appena arrivati a

destinazione abbiamo sentito la prova

di una concorrente in gara provenien-

te sempre da Vicenza. Prima di esibir-

ci abbiamo pranzato nella piazza cen-

trale. Piccolo aneddoto: per passare il

tempo, noi giocavamo con il “Cubo di

Rubik”: lo abbiamo fatto provare al

nostro prof. di tecnologia (per la pri-

ma volta) e lui ha completato ben tre

facce su sei! Dopo aver scattato alcu-

ne foto, i professori ci hanno racco-

mandato di iniziare a pensare alla

competizione. In seguito ad una breve

passeggiata fino al teatro, abbiamo

provato il nostro repertorio di Karl

Jenkins che comprendeva: Adiemus,

Hymn, Cantus Iteratus e infine Song

of the spirit. C’era solo un problema:

questi quattro brani avevano una du-

rata superiore al limite imposto dalla

giuria. Probabilmente avrebbero chiu-

so un occhio. Verso le 17.30 abbiamo

iniziato a suonare davanti ai giudici e

la tensione era alta. Dopo aver ese-

guito i quattro brani siamo stati inon-

dati di applausi e complimenti. I pro-

fessori erano felicissimi e sapevano

che di più non avremmo potuto fare.

Era arrivato il momento della verità: i

giudici avevano deciso il nostro pun-

teggio e, come abbiamo già detto, i

professori sarebbero stati felici anche

se ci fossimo posizionati ultimi. Ma

non è successo. Dopo aver premiato i

solisti, sono passati alle orchestre e

noi abbiamo ottenuto il primo premio

assoluto con 98 punti su 100. Erava-

mo felicissimi e poco dopo ci hanno

comunicato che avremmo dovuto ri-

suonare con i vincitori due giorni do-

po. Al termine di una breve partita di

calcio, tra cori e urla, eravamo pronti

per ripartire. I nostri genitori, fieri

della nostra “impresa”, ci hanno ac-

colto con due striscioni con sopra

scritti, per esempio: “ Barolini vince

nel cuore”. Gli strumenti erano stati

depositati e, stappata l’ultima bottiglia

di spumante, i professori hanno la-

sciato il via libera per il rientro a Vi-

cenza. Tornati tutti a casa, siamo an-

dati a fare una bella dormita, in vista

del concerto con i vincitori. Domenica

13 maggio, come vi abbiamo già det-

to, siamo ritornati a Palmanova per

l’ultima esibizione. A dire la verità,

non eravamo molto preoccupati come

due giorni prima, anzi, ci siamo diver-

titi sul palco. Siamo molto contenti

dell'esperienza vissuta e i professori

sono orgogliosi per questa vittoria a

un concorso internazionale.

Dimitri Maran e Diego Chessari

2.B

Diario di bordo Venerdì 11 maggio

Ore 11.00: convocazione classe terza.

Dalle 11.15 alle 11.30: convocazione

delle altre due classi musicali.

Ore 11.35: partenza dal piazzale di

scuola, in direzione Palmanova.

Ore 13.35 circa: arrivo a Palmanova.

Ore 13.45 circa: ascolto di un’altra

scuola di Vicenza della nostra catego-

ria di competizione.

Ore 14.20 circa: pranzo nella piazza

di Palmanova.

Ore 16.00: entrata in teatro, inizio

preparazione per l’esibizione.

Ore 17.30 circa: allestimento palco e

esecuzione dei brani da concorso.

Ore 18.30 circa: premiazione delle

altre categorie in concorso.

Ore 18.45 circa: premiazione con

primo premio assoluto nella catego-

ria B all’Istituto Comprensivo “A. Ba-

rolini” con il punteggio di 98 cente-

simi su 100.

Ore 19.15 circa: cena in piazza a

Palmanova.

Ore 22.30 circa: partenza da Palma-

nova, in direzione Vicenza.

Ore 00.30 circa: arrivo a Vicenza.

C.F. 3.A

Grazie di cuore, professori… MAGGIO 2018 - PALMANOVA

Attesa. Tensione. Timore. E poi? Poi musica, ritmo, onde sonore che danzano con le voci in un alternarsi di silenzi e di

improvvisi crescendo. Le emozioni si mescolano alle note, si annodano e poi si liberano attraverso sorrisi e lacrime di

gioia. Le parole non bastano perché non possono neppure lontanamente descrivere quello che la musica è riuscita a co-

municare.

Tutto resterà inciso nella memoria e non potrà essere dimenticato. Grazie professori Martina Dal Lago, Silvia Fabbian,

Giulio Zanuso e Diego Zordan per ciò che avete donato ai nostri figli e a noi genitori. Grazie di cuore per aver permesso,

ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, di vivere un'esperienza unica.

I genitori della classe terza A dell'indirizzo musicale.

VI Concorso Città di Palmanova

2018 – Primo premio

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Un giorno in Laguna Il giorno 2 marzo siamo stati a Vene-zia in uscita didattica per vivere un'e-sperienza particolare, accompagnati dai professori Casarotto e Lazzari. Partiti dalla stazione di Vicenza verso

le 8, siamo arrivati circa alle 9 a Ve-nezia Santa Lucia. Dopo un po' ci siamo incamminati tra le calli per raggiungere Palazzo Labia, il palazzo che ospita la sede regionali della RAI. Ad accoglierci c'erano Ubaldo Monta-

nari e Fabio Perini, che ci hanno gui-

dato a visitare tutta la struttura. In particolare, Montanari ci ha spiegato che per tutta l’Italia ci sono 21 sedi regionali, mentre Milano, Roma, Na-poli e Torino ospitano quelle nazionali. Quella di Venezia è una sede regiona-

le, in cui lavorano circa 80-90 perso-ne. Al piano superiore di questo palazzo ci sono gli studi dove registrano i TG, e le stanze dove c’erano delle persone che lavoravano.

È stata un'esperienza molto bella. Ci siamo poi recati al Museo d'Arte

Moderna Peggy Guggenheim, dove abbiamo potuto ammirare molte opere. Il quadro che più mi ha colpito

e più mi è piaciuto è stato l’ultimo che abbiamo visto di Jackson Pollock. Dopo la pausa pranzo, siamo tornati in stazione per iniziare l'attività di Venice I Love You che vi ho descritto anche in inglese qui sotto.

La signora Silvia Simionato, che ci ha fatto da guida, dopo averci suddiviso

in squadre, ci ha spiegato cosa avremmo dovuto fare. Ovvero intrattenere un dialogo con i turisti stranieri presenti in stazione e fare

loro delle domande personali che lei ci aveva scritto. Nel secondo esercizio dovevamo cercare solo cittadini europei e rivolgere loro delle domande davanti alla guida o a un professore. Nel terzo dovevamo chiedere se avevano

degli indumenti che la guida ci aveva indicato in un foglio e fotografarli; nel quarto e ultimo giro

chiedere a persone da tutto il mondo di seguirci dai nostri insegnanti per mostrarci una danza tradizionale del

loro Paese. L’attività svolta in stazione mi è piaciuta molto, perché ci ha consentito di parlare in inglese con persone straniere ed imparare termini nuovi che non conoscevamo.

C.F. 3.A

Venice I love you "Venice I love you" this was the school project we had in Venice. My class and I went to Venice with two teachers, Mrs Sonia Casarotto and Mr

Andrea Lazzari on 2nd March. First, we visited the regional headquarter of Rai where we asked some questions to some technicians. After that, we visited, the Guggenheim Collection. A guide took us through the museum. The collection is in a building called

Palazzo Venier dei Leoni and it was

Peggy Guggenheim's home. During

the visit a guide explained some paintings in English and it was very interesting. In the afternoon we met

Silvia the guide who helped us to in-terview some tourist in English. For me, it was great fun to ask questions to people and speak English to them. I think the activity was really interest-ing sometimes a little bit difficult for me, but I met a lot of nice people of

railway station in Venice. Chiara Fior – 3.A

Intervista a Ubaldo Montanari

(RAI)

Da quanto tempo esiste questa

redazione? Dal 1967. Quanti giornalisti e tecnici vi lavo-rano?

Circa 80/90 persone.

Quante edizioni del Tg vengono preparate al giorno? Due al mattino, un TG nazionale dalle sedi di Milano e Napoli, dalle 7 alle 7.30, e, uno regionale dalle 7.30 alle 8. Nel corso della giornata vengono preparate e trasmesse altre tre edi-

zioni, dalle 14 alle 14.20, dalle 19.30 alle 20 e infine intorno alle 23. Ci sono anche due notiziari radiofonici alle 7.20 e alle 12.10. Come sono i vostri indici di ascol-to?

Molto alti.

Inviate servizi al tg nazionale? Quanti in media alla settimana? Sì, a volte può capitare a seconda dell'importanza delle notizie. Il vostro palinsesto contiene an-

che rubriche settimanali per

l’estero? No, una volta la RAI faceva anche quello, ora non più. Qual è il sito dove si possono ri-vedere i Tg e i programmi in streaming? www.rai.it (collegamento diretto con il

sito). Matteo Tognato 3.A

Venice I Love You – Visita alla RAI

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Prendendo…

"Vicenza per mano” Come ogni anno, l'Istituto Almerico da

Schio ci ha proposto in marzo un'usci-

ta lungo le strade del centro storico di

Vicenza. A farci da guida sono stati gli

studenti dell'indirizzo turistico.

Lo scopo del progetto è

far esercitare gli studenti dell'indirizzo

turistico in un'attività che potrebbe

diventare il loro lavoro e allo stesso

tempo mostrare a noi studenti della

scuola media la nostra città con oc-

chio più attento e competente. Vicen-

za è la città del Palladio, meta di nu-

merosi turisti, ricca di splendidi palaz-

zi. Spesso noi, vedendo il centro quo-

tidianamente, non apprezziamo le

presenti. I ragazzi avevano preparato

tre itinerari, uno per ogni classe.

Adesso vi illustrerò alcuni palazzi che

abbiamo visitato. La mia classe è par-

tita da Piazza dei Signori. Le nostre

guide, Marco e Aurora, ci hanno rac-

contato la storia della Basilica Palla-

diana, della Loggia del Capitaniato,

delle due colonne all'ingresso del sa-

lotto cittadino e infine del campanile

vicino alla Basilica. In seguito, ci sia-

mo spostati in Piazza delle Erbe per

visitare la Torre Bissara. Lì Aurora ci

ha raccontato che la Torre veniva

usata dal governo come prigione e

come luogo di tortura per i prigionieri.

Marco ci ha anche spiegato

l'architettura di alcuni palazzi del

Palladio, per esempio palazzo Thiene.

L'itinerario finiva a palazzo Chiericati e

lì abbiamo fatto dei giochi divisi in

squadre. Aurora e Marco avevano

preparato dei foglietti dove c’erano

scritte delle parole in tedesco, che

indicavano quanto avevamo

incontrato nella mattinata come

palazzo, arcata, torre, piazza ecc.

Per fortuna, il gioco è finito in parità.

Abbiamo proseguito poi fino alla

fermata dell'autobus, dove ci

aspettavano tre scuolabus. Ci siamo

riuniti con le altre classi e siamo

partiti per andare all’ Almerico da

Schio. Arrivati a scuola, siamo andati

in aula magna, dove un'insegnante

coordinatrice ci ha presentato i vari

indirizzi dell'istituto. Poi abbiamo

visitato le varie aule multimediali e

infine siamo andati in una stanza dove

i ragazzi dell'alberghiero avevano

allestito un buffet per noi. Infine

siamo ritornati a scuola. Questa uscita

è stata molto interessante ed

istruttiva.

Redazione classe 2.B

Un anno

a "Tutto sport" Quest‘anno nelle ore di Educazione

Fisica con la professoressa Rienzi

abbiamo praticato molti sport. Rugby,

hockey, basket, baskin, volley,

ultimate, pallamano, tchouk-

ball, badminton, calcetto. Ci

sono piaciuti in particolare gli

ultimi due, che hanno

rappresentato una novità per

noi. Il tchouckball consiste nel

lanciare la palla di pallamano

contro un pannello situato a

terra che la fa rimbalzare. I

difensori devono cercare di

prenderla per realizzare un

punto; invece se la palla tocca il

terreno, il punto va alla squadra che

ha tirato. Nel baskin invece bisogna

indossare una casacca con vari

numeri che rappresentano i 5 ruoli

fondamentali per poter giocare. Il

gioco ė una derivazione del basket ma

con regole che ne stravolgono

l'essenza. Si gioca con 4 (anche 6)

canestri, due posizionati in maniera

tradizionale e gli altri invece sono

collocati ai lati in corrispondenza della

metà campo. Si tratta di una attività

inclusiva dove maschi, femmine,

normodotati e ragazzi con ogni tipo di

disabilità sia fisica che intellettiva,

giocano insieme in base alle loro

capacità, dove tutti collaborano al

raggiungimento di un obbiettivo

comune che ė quello di vincere la

partita.

Questi infine i migliori risultati

ottenuti dagli alunni della

Barolini alle varie manifesta-

zioni sportive cui abbiamo

partecipato: 4a posizione nel

getto del peso femminile per

Amoah. 5o posto negli 80

metri maschili per Giacomoni

e nei 600 metri per Carlino; 6o

nei 1000 metri femminili per

Galvanetti, che è approdata

anche alla finale provinciale di

corsa campestre; 10o posto in

salto in lungo femminile per Introna,

11o in quello maschile per Regazzoni.

Alekos Gavasso 2.C

Storia e Sport

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Uscita al Museo del Risorgimento di VicenzaAvete mai visitato il Museo del

Risorgimento? Io e la mia classe lo

abbiamo fatto il 12 aprile. Ci hanno

subito accolti, sul piazzale esterno,

gli alpini ed il direttore del Museo,

Mauro Passarin. Hanno iniziato a

raccontarci la storia del Risorgimento

e della Prima Guerra Mondiale. I

documenti portano infatti la

testimonianza degli avvenimenti

vicentini e nazionali. Nel cortile

esterno sono esposti alcuni cannoni e

obici austriaci, risalenti alla prima

guerra mondiale. All’interno ci hanno

mostrato alcune stanze dove erano

esposti le divise dei soldati, biciclette

di quel tempo e oggetti che

utilizzavano in guerra. Le cose che

mi hanno più colpito sono state le

armi: erano veramente tantissime,

dalle più piccole alle più grandi. Ad

ogni stanza ci fermavamo ad

ascoltare le descrizioni di alcuni

particolari e le spiegazioni dei quadri

dell’epoca. I dipinti illustravano

scene di guerra dove si poteva

notare tutta la sofferenza delle

persone in quel periodo. Mi hanno

colpito, inoltre, gli oggetti di quel

tempo: davvero distanti dalla nostra

epoca e poco tecnologici. Il direttore

del Museo ci ha raccontato la storia

di quegli anni sottolineando molto il

fatto che tutti quei ragazzi che hanno

perso la vita per il nostro paese non

sono numeri né oggetti, ma persone

e vite donate per la liberazione del

nostro paese. Ritengo che le uscite di

questo tipo, oltre ad arricchirti, diano

un insegnamento di vita, perché ti

fanno capire quanti ragazzi hanno

combattuto per un ideale e per

salvare tutti noi: il nostro Paese è

davvero incredibile! Proprio per tutto

ciò i nomi di queste persone saranno

sempre ricordati e incisi su un muro

nel giardino del museo.

A.G. 2B

Giornata

della bandiera Per la Giornata della bandiera italiana

il 12 marzo è venuto a scuola lo stori-

co Galiano Rosset per raccontarci un

po' di più sul Tricolore. Ci ha spiegato

che tempo fa l'Italia non era il Paese

unito che vediamo adesso sulle carti-

ne, ma era divisa in tanti piccoli stati

governati da sovrani diversi. Attraver-

so un processo lungo e complesso,

pian piano tutti gli stati si sono alleati

tra di loro cambiando continuamente

bandiera, stemma e simbolo. Ci ha

raccontato con molta ironia che duran-

te il processo di formazione degli stati

europei in Italia andava molto di "mo-

da" il tricolore combinato in diversi

modi e in ordine diverso dal nostro. Un

compagno ha chiesto al signor Galiano

chi avesse scritto l'Inno d'Italia. Lui ha

risposto dicendo che è stato un ragaz-

zo che era in guerra e che sapendo

che sarebbe morto prima o poi decise

di scrivere questa " canzone " in cui

raccontava l'unione che si era formata

tra gli uomini in guerra. Da lì ebbe

origine il celebre incipit dell'Inno di

Mameli "Fratelli d'Italia...". È stata

un'occasione per scoprire qualcosa di

più sulla storia del nostro Paese.

Irena Janjic 1.A

La Storia del nostro territorio

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Uscita al MUSE Il 10 maggio siamo andati al museo

di Trento: il Muse.

Siamo partiti alle 8:00 e siamo

arrivati alle 10:30, abbiamo fatto

merenda all'entrata dell'edificio.

Ogni classe ha fatto le stesse

attività, ma in orari diversi. Si

potevano fare delle visite libere e

guidate.

Il Muse è il museo di scienze di

Trento e ogni piano mostrava dei tipi

di animali o piante diversi a seconda

dell'ambiente in cui si trovano,

partendo dalle montagne e arrivando

ai dinosauri.

A pranzo le classi si sono ritrovate

nel cortile del museo per mangiare e

chiacchierare.

Dopo la visita guidata, abbiamo fatto

un laboratorio inerente alla

situazione economica e ambientale

dei diversi continenti del mondo.

Finito il gioco, alle 16:20 siamo

ripartiti per tornare a Vicenza e

siamo arrivati per le 18:30.

È stato un viaggio molto divertente e

interessante.

Sara Kozhupa e Emma Rasotto

2.C

Il grande Palladio Pensi veramente di conoscere bene il

grande architetto Palladio?

Prima di aver letto il libro e di aver

visitato il suo museo pensavo di sì,

ma non era così.

Ma partiamo dall’inizio…

Nel libro Palladio Privato, che ho ap-

pena finito di leggere, si trovano un

sacco di risposte alle domande che

tutti ci facciamo su questo grande

architetto conosciuto ormai da tutti.

Come per esempio, nel libro si dice

che Palladio, è sempre stato indipen-

dente, a tal punto che si trova un la-

voro da solo, non scegliendo di lavo-

rare nella bottega di famiglia. Poi si

aggiunge che non è mai stato ricco

(anche se era conosciuto da tutta Vi-

cenza allora), e che anche un sempli-

ce controllore dei lavori, prendeva gli

stessi soldi che prendeva lui.

Dopo, oltre ad aver letto il libro, il 27

aprile, le classi seconde della nostra

scuola sono andate a visitare il “Palla-

dio Museum”, un intero museo dedi-

cato a questo mito, per noi vicentini.

Dopo mezz’ora di strada, sotto il sole,

siamo finalmente arrivati al museo,

dove ci hanno accompagnati nella

prima sala.

In questa sala c’erano tre blocchi, ci

hanno spiegato che erano i materiali

che usava Palladio per costruire i pa-

lazzi, e poi la nostra guida ci ha illu-

minato dicendoci che tutte le colonne

costruite, da lui, sono fatte di matto-

ni. Per aiutarci a capire, la guida ha

detto: “costruite con mattoni della

forma del formaggio” e a quel punto

abbiamo riso tutti. Poi interessati del-

la cosa siamo andati a vedere da vici-

no il modellino della costruzione della

colonna.

Nella seconda sala c’erano tutti, o

quasi, i palazzi costruiti da Palladio,

fra cui appunto il palazzo in cui era-

vamo, Palazzo Barbarano, che abbia-

mo riconosciuto subito dalla sua log-

gia, una specie di terrazzo che dà sul

giardino, che ci aveva mostrato

all’inizio del percorso.

Sempre nella seconda sala abbiamo

scoperto una cosa molto interessante

anche sulla costruzione della Basilica

Palladiana, la sua loggia attuale, quel-

la del Palladio, è stata ricostruita altre

tre volte prima di arrivare alla solu-

zione giusta.

Nella terza sala ci hanno spiegato in-

vece come egli costruiva i palazzi, e

quali erano i suoi metodi per farlo,

cioè in modo del tutto asimmetrico,

“per una questione di apparenza” ci

descrive la guida.

Nella quarta e ultima sala c’erano due

modellini di due palazzi, sempre di

Palladio. In quella sala la guida ci ha

spiegato, a grandi linee, come Palla-

dio li ha costruiti.

Poi siamo tornati in una delle stanze

precedenti, in cui la guida ci ha rac-

contato alcune curiosità sulla morte di

Palladio, come per esempio che non si

sa dove, come e neanche precisamen-

te quando lui sia morto; ci sono molte

supposizioni, fra cui, quella che mi ha

colpito di più, la possibilità che sia

anche stato ucciso.

Mi è piaciuto conoscere di più Palla-

dio, perché è lui ad aver fatto cresce-

re la nostra città, facendola diventare

l’affascinante città che è adesso.

Sofia Freato

2.A

La pagina dei musei

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8

La Val dei Molini

Il 17 aprile, tra il sole cocente e gli

insetti che ci venivano addosso, a Val

dei Molini abbiamo provato a metterci

nei panni di geologi, botanici, zoologi

e biologi. Per scoprire gli

svantaggi e i vantaggi

che avrebbe comportato

disboscare un'intera val-

le, per realizzare una

discarica. Io, in questo

caso, ero una geologa e

con il mio gruppo ab-

biamo osservato gli ele-

menti "non viventi" che

costituivano le caratteri-

stiche della valle. Ini-

zialmente abbiamo os-

servato i tipi di roccia e

abbiamo scoperto che

quelle costituite da argilla erano più

fragili mentre quelle formate mag-

giormente dal fango erano più com-

patte. Poi abbiamo fatto un esperi-

mento, in cui la guida ha versato

dell'acido cloridico (o in assenza di

acido un cucchiaino di limone) su un

frammento di roccia

(contenente calcare

marnoso), che si con-

sumava emanando pic-

cole bollicine. In seguito

all'esperimento abbia-

mo provato a costruire

dei vasetti usando l'ar-

gilla trovata nei pressi

di un piccolo torrente.

Nell'intento di prendere

l'acqua, siamo finiti con

mezzo piede nel torren-

te insieme ai girini. In

conclusione questa gita

nella natura è stata molto avventuro-

sa, sia per i geologi che per tutti gli

altri gruppi.

Redattori classi prime

Robotica Il giorno 16 marzo c’è stata una gara

di robotica, all’Istituto tecnico “A.

Rossi”. La gara si divideva in due

parti: la Rescue e la Dance. La prima

consisteva nel seguire una linea, la

seconda nel far ballare uno o più ro-

bot con un accompagnamento musi-

cale.

Per la Dance abbiamo scelto di far

ballare i robot con una canzone del

musical Grease. I robot rappresenta-

vano Danny e Sandy, e abbiamo pro-

vato a far eseguire la coreografia che

c’è nel film. Il risultato è stato abba-

stanza buono. Con questa performan-

ce ci siamo piazzati al quarto posto.

Con la rescue invece non siamo riusci-

ti a vincere. Era una cosa complicata

e non siamo riusciti a completare il

percorso, ottenendo così pochi punti.

Nella classifica finale della rescue ci

hanno comunicato solo i nomi dsei

primi tre classificati. Quindi non si sa

come sia andata a finire!

È stata una prova difficile, perché non

avevamo il tempo di sistemare tutto e

non sempre c’era l’appoggio della

prof, più esperta, accanto a noi. Visto

infatti che le gare erano due, doveva

dividere il tempo per seguire entram-

be le squadre.

A parte il risultato, è stata un’uscita

interessante dove, oltre ad esserci

divertiti ad andare in giro per il Rossi,

abbiamo imparato molte cose. Un

grazie alla prof.ssa Barban, che ha

dato la possibilità di seguire il corso di

robotica anche a noi di un’altra classe.

Speriamo che l’anno prossimo vada

ancora meglio.

S. F. 2A

Natura e Tecnologia

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Scuola Secondaria di Primo Grado – IC 4 “Antonio Barolini” – VICENZA

9

“Una vittoria inattesa” Il giorno 17 maggio 2018 c’è stata la

premiazione di “Un poster per la Pace”

di Vicenza, un concorso promosso e

sponsorizzato contemporaneamente

dai Lions Club aderenti di tutto il mon-

do.

La premiazione, iniziata alle 15.30, si

è svolta nel bellissimo palazzo di Bonin

Longare, sede dell’Associazione Indu-

striali di Vicenza, la premiazione è ini-

ziata alle 15:30.

All’ingresso del palazzo erano esposti i

disegni dei ragazzi vincitori e selezio-

nati dell’edizione di quest’anno, intito-

lata “Il futuro della Pace”. Dopo averli

guardati siamo entrati in una stanza

chiamata sala Palladio, in cui si è te-

nuta la premiazione.

Poco dopo, i ragazzi vincitori sono stati

chiamati uno alla volta per ricevere il

premio e spiegare il significato del

loro lavoro. Il premio consisteva in un

buono per acquistare un libro alla li-

breria Galla, oltre ad un attestato di

partecipazione per tutti i partecipanti.

Finita la premiazione, ci sono stati ri-

consegnati i poster e poi tutti quanti ci

siamo recati al rinfresco e quindi al

concerto della scuola.

Il concorso è stato molto emozionante

e non mi sarei mai aspettato di vince-

re il primo premio.

Tommaso Sassaro 2.A

Nelle foto: il cartellone realizzato

dalla Barolini e due momenti delle

premiazioni.

“Cosa faremo da grandi” È arrivato il momento di pensare al tuo futuro, di iniziare a scegliere il percorso che ti porterà a realizzarti anche dal punto di vista professionale. Noi maestri del lavoro, nell’incontro che

abbiamo nella tua scuola, vi abbiamo illustrato diversi aspetti

riguardanti il lavoro presentarvi anche attraverso immagini ed esempi concreti legati alla nostra esperienza lavorativa.

“Ascoltandoci, sicuramente hai pensato ad un tuo familiare o conoscente che svolge o che ha svolto con passione il suo lavoro e che tu consideri un esempio importante e costruttivo. Parlane, facendo riferimento alla nostra

esposizione, ma anche a ciò che desideri per il tuo futuro nel mondo del lavoro”.

Questo il tema che ci è stato proposto dopo l’incontro con i Maestri del Lavoro il 4 maggio- Vi siete mai chiesti cosa farete da

grandi? Io, soprattutto da piccola, mi inventavo il mio futuro con i lavori

classici che una bambina voleva fare: parrucchiera, cantante, maestra, attrice, dottoressa, cassiera… Ora sinceramente non so veramente cosa

vorrei fare. Certe volte mi fermo a pensarci, ma non mi viene una

ispirazione. Spero che l’anno prossimo mi venga un’idea almeno per la scuola superiore. Avevo pensato ad un liceo

linguistico o ad un liceo delle scienze umane, però non sono ancora sicura,

perché devo fare gli stage e visitare le scuole con i vari indirizzi. Mi spaventa molto non avere le idee chiare, perché ho paura di scegliere la scuola sbagliata; spero che la decisione che

prenderò l’anno prossimo sia quella

giusta. A scuola il 4 maggio sono venuti i Maestri del Lavoro. Queste persone sono state premiate dal Presidente della Repubblica per

l’impegno, la passione, l’esperienza, motivazione e onestà che hanno messo in tutta la loro vita lavorativa. Ci hanno spiegato l’importanza del lavoro con delle metafore che sono

state molto da aiuto per capire meglio

l’argomento di cui si trattava nella lezione. La cosa che mi è piaciuta è che tutti quei maestri amavano fare il proprio lavoro. A mia mamma piace insegnare alle elementari e io lo prendo come un esempio, perché fare ogni giorno un lavoro che ami è più

divertente e ti fa crescere la passione. “Mai smettere di sognare” è la frase che ci fa capire che arrendersi non serve a nulla. Seguire i propri sogni ci aiuta a essere noi stessi e ad accettarci così come siamo. Se avete un sogno seguitelo sempre e

comunque, senza farvi giudicare dagli altri.

Aurora Galvanetti 2.B

Un poster per la Pace – Maestri del Lavoro

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Scuola Secondaria di Primo Grado – IC 4 “Antonio Barolini” – VICENZA

10

Tra le trincee

della Grande Guerra L’uscita didattica di mercoledì 23

maggio, a cui hanno preso parte tutte

e tre le classi terze della scuola media

"Barolini" di Vicenza, ha avuto inizio

intorno alle 8.30, quando siamo saliti

in pullman e ci siamo diretti a Cima

Grappa. Il viaggio è stato lungo, la

strada piena di tornanti e ci siamo un

po' annoiati, fino a quando non siamo

arrivati in vetta. Che meraviglia! Da

quel momento ci siamo "svegliati". Il

sacrario di Cima Grappa è uno dei

principali ossari della Prima Guerra

Mondiale. Raccoglie i resti di circa

23.000 caduti, sia italiani che au-

stroungarici. È costituito da una serie

di gradoni semicircolari e per arrivare

alla sua sommità abbiamo percorso

una lunghissima scalinata. In cima al

sacrario c'è una piccola chiesa dedica-

ta alla Madonna del Grappa, mentre

alla base c'è un museo, che espone i

ritrovamenti delle trincee e molte fo-

to, tra cui quelle illustranti le fasi di

costruzione della struttura. Nel museo

noi ragazzi abbiamo esposto il frutto

delle nostre ricerche: sulla vita di trin-

cea, sulla battaglia di Caporetto, sul

culto dei caduti, sull'idea di nemico e

sulle guerre di ieri e di oggi. Di sicuro

non potremo dimenticare il momento

toccante rappresentato dalla lettura

dei nomi dei caduti di San Martino e di

Beverare. Erano quasi un centinaio e

avevano un'età media di 26 anni. Fu-

rono costretti a uccidere giovani come

loro, nemici solo perché combatteva-

no sul fronte opposto. Messi di fronte

all'enormità della tragedia che la

guerra rappresentò per tanti ragazzi

poco più grandi di noi e immersi nello

spettacolo mozzafiato del sacrario

circondato dalle nuvole, ci siamo sen-

titi piccoli e impotenti. E questa è sta-

ta in breve l'esperienza che ho vissuto

in quella giornata con i miei compa-

gni: un'esperienza fantastica e indi-

menticabile.

L'uscita a Cima Grappa è stata

preceduta dagli incontri avuti a scuola

con il presidente dell'associazione

“Cime e trincee”, Roberto Belvedere

(vedi foto a sinistra), e con Antonio

Cunico, autore del libro fotografico

"Sillabario per una guerra" (vedi foto

a pagina 11). Entrambi molto utili.

D.P. 3.C

Scrivono di noi

Sui luoghi sacri del Monte Grappa

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Immersi nella lettura Nel mese di maggio nell’aula ma-

gna della nostra scuola si è tenuta

la mostra del libro in collaborazio-

ne con la Libreria Traverso. Un'i-

niziativa per incentivare la lettura,

invitare le persone a prendersi

qualche minuto di pausa dal lavo-

ro.

Con la prof.ssa Mucciolo io e la

classe 1a C abbiamo visitato la

mostra quando era ancora in fase

di allestimento. La professoressa

ci ha letto il primo capitolo di un

libro riguardante l’epica: un

racconto fantasioso che ha come

protagonista Ulisse e la Musa

ispiratrice. Questo libro si intitola

“L’avventura di Ulisse” ed è stato

scritto da Andrea Molesini. È stato

molto interessante immergerci

nell’atmosfera dell’antichità: mi

sono immaginato la Musa mentre

rimproverava in modo materno il

poeta Omero, il quale le chiedeva

l’ispirazione sul racconto che

voleva inventare. Lei si lamentava

perché Omero continuava a

interrogarla, a chiederle

informazioni, e quindi era un po’

scocciata del fatto che il poeta

non utilizzasse la sua fantasia. Mi

è piaciuta molto la descrizione

della casa della Musa: in pietra,

con l’edera che si arrampicava:

dava l’idea di essere una casa

antica, con un passato pieno di

eventi; mi ha fatto proprio capire

che lì ci viveva una persona

speciale.

Dopo la lettura del brano, la prof

ci ha lasciato osservare i libri

esposti, in modo da scegliere

quelli che ci piacevano di più e

successivamente acquistarli. A me

sono serviti molto quei minuti di

silenzio, perché tutti hanno potuto

immergersi nella lettura di un

libro, provando un’emozione

intensa. Quando scorro le pagine

di un libro che mi coinvolge e mi

concentro molto, mi sembra di

essere il protagonista e di entrare

nella storia narrata.

Francesco Crestani

1.C

Durante la Mostra del Libro abbiamo ospitato anche una diretta radiofonica. Nella foto in alto, la professoressa Cosetta Mucciolo

intervistata dal direttore di Radio Vicenza Francesco Brasco. Sotto, l’incontro con Antonio Cunico e a destra la copertina del

suo volume fotografico.

La Mostra del Libro

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Un anno con "Ondina" Mercoledì 6 giugno, alle ore

18.00 noi, alunni della classe 3a

C, abbiamo presentato a

famigliari, amici e professori lo

spettacolo “Ondina, un tesoro in

una nuvola”. Ci siamo

preparati durante l'anno,

memorizzando il testo, ma

anche approfondendo le

tematiche legate all'inqui-

namento, alla desertifica-

zione e ai cambiamenti

climatici. Poi, finalmente è

arrivato l’atteso momento

della recita. All’inizio era-

vamo molto emozionati, ma

grazie all’aiuto della pro-

fessoressa Mucciolo, dopo

un paio di minuti ci siamo

tranquillizzati. Al momento di

entrare in scena ognuno di noi

ricordava la sua parte e tutto è

diventato più semplice. La paura

è svanita e ci siamo calati nei

rispettivi ruoli come se fossimo

degli attori provetti. Lo spetta-

colo era incentrato sul tema

dell’inquinamento marino e dei

problemi che comporta. La prin-

cipessa Ondina, il personaggio

protagonista, aveva l’incarico di

compiere una missione, cioé

salvare ad ogni costo il mondo

dalla siccità. Durante il suo

viaggio incontra diversi perso-

naggi, tra cui lo scienziato Leo,

che conduce degli studi

riguardanti l’inquinamento idrico.

Essendo sotto l’incantesimo della

strega del Lago, riesce a

completare il suo viaggio anche

grazie all’aiuto dei personaggi

che incontra. Alla fine del suo

viaggio Ondina decide di

trasformarsi in una nuvola per

salvare, almeno per un po’ di

tempo, il mondo. Per integrare la

scena abbiamo realizzato diversi

PowerPoint con immagini legate

all’ambiente marino. All’inizio

dello spettacolo è stato proiettato

un video sui problemi climatici e

su cosa si può fare per limitarli.

Dopo questa presentazione,

è iniziato lo spettacolo,

accompagnato da una mu-

sica di sottofondo e da

immagini. Questo progetto

teatrale ci ha aiutato molto

per riflettere sui problemi

legati all’inquinamento e su

quello che possiamo fare noi

per prevenirne le cause.

Dopo tutto lo spettacolo è

andato a buon fine; infatti

un'arte non può progredire

se non è esposta al giudizio

del pubblico. L’aspetto più

impor-tante però è che ci siamo

divertiti. È stata davvero una

bella esperienza: abbiamo im-

parato a collaborare e ci siamo

uniti come classe.

Giorgia Costa e Sara Jankovic

3.C

Progetto Teatro

Carpe Diem – Anno XVIII – N. 3 – Giugno 2018

Direttore: Andrea Lazzari

Realizzazione grafica: Umberto Scandurra

Revisione testi: Cosetta Mucciolo, Paola Cunico, Silvia Fabbian, Barbara Barban.

Redazione: Tutte le classi dell’IC 4 “Barolini”.

Grande festa negli ul-

timi giorni di scuola

per Manuela che va in

pensione.