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Scuola media statale “O. Focherini” anno scolastico 2006/2007 Scritti e illustrati dagli alunni della classe 1^H

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Scuola media statale “O. Focherini”

anno scolastico 2006/2007

Scritti e illustrati dagli alunni della classe 1^H

Il nostro professore di Italiano Francesco Colopi ci ha sollecitato a scrivere in modo creativo, noi abbiamo provato, ed è nata questa raccolta di fiabe moderne. La professoressa Rossella Ferrari ha lanciato l’idea di illustrare i nostri racconti, abbiamo impugnato matite e colori e fatto dei piccoli capolavori. Nell’ora d’informatica fra prove ed errori abbiamo imparato a trascrivere e formattare i nostri testi. Le illustrazioni acquisite con lo scanner sono state trattate e inserite nel foglio virtuale. Ed ecco concretizzata la nostra fatica che speriamo sia letta con indulgenza e interesse.

Buona Lettura, le ragazze e i ragazzi della 1^H

IL FURBO LADRO DI CAVALLI Un giorno un ladro di cavalli s’introdusse in una stalla per rubare il cavallo più bello, quando fu sorpreso dal padrone. “Ah, ti ho pescato!” esclamò questi: “ ora ti farò mettere in prigione! “ “Vi prego, perdonatemi per questa volta”, supplicò l’uomo. “E io in compenso v’insegnerò l’arte di rubar cavalli, in cui sono maestro, arte che un giorno forse potrà servirvi.” Il padrone rifletté sulla proposta e poi, pensando al vecchio detto: “ Impara l’arte e mettila da parte”, accettò. Il ladro slegò il cavallo, lo sellò, vi montò sopra, poi, spronando la bestia che partì al galoppo, gridò: “Ecco come si rubano i cavalli!” Il padrone ingenuo, avendo compreso troppo tardi il tranello in cui era caduto, si mise a inseguire il fuggiasco, ma che può un uomo a piedi contro uno che corre a cavallo? Il ladro scomparve ben presto all’orizzonte, lasciando dietro di sé nubi di polvere, e il derubato dovette rinunciare per amore o per forza a quel cavallo che era l’orgoglio della sua stalla.

Alina Uzun

GUIDO E L’ALBERO ASSASSINO Un ragazzino di 11 anni di nome Guido abitava in una piccola ma bella casa in una frazione di Carpi. Era Natale e come ogni anno stava allestendo il presepe e l’albero. Quest’ ultimo aveva un aspetto inquietante pur avendo degli addobbi molto “dolci” e tipicamente “natalizi”. Il papà di Guido era stato un abile militare e, dopo le sue battaglie, riuscì a portare a casa delle armi di grosso calibro: lanciafiamme, fucili e bombe a mano. Guido, nel pomeriggio, si mise a giocare con la play-station ad “Ai toy play 3”, un gioco in cui si usa una videocamera. Dopo una mezz’ora vide una sagoma nello schermo, più o meno di forma triangolare. Si girò e vide l’albero di Natale che si muoveva. Guido pensò che l’albero dall’ aspetto inquietante era un assassino. Salì al piano superiore e prese le armi del padre in caso gli fossero stati utili. Scappò in campagna seguito dall’albero. Nel bel mezzo del nulla, Guido prese il fucile e sparò alla base dell’ albero staccandolo dal tronco. Poi con il lanciafiamme appiccò fuoco all’albero. Guido si allontanò di 200 metri e staccò l’anello di sicurezza della bomba, la lanciò addosso all’albero facendolo saltare in aria in milioni di pezzi. Arrivato a casa si mise a giocare con la play station e vide che si animò anche il presepe. Gli venne il dubbio che ad animare gli oggetti fosse la videocamera. Spense lo schermo e vide che gli omini di plastica si fermarono e capì che era proprio la videocamera che li animava. Prese la videocamera e la gettò nell’ immondizia. Da quel momento Guido visse felice e contento. Andrea Iannaccone

IL COMPUTER UMANO In un piccolo appartamento viveva un bambino di nome Alex. Egli era molto distratto e, se rompeva qualcosa, rimaneva indifferente. I suoi genitori si lamentavano con lui perché giocava sempre e solo col computer, non facendo mai i compiti. Oltre a non fare mai i compiti, non usciva mai di casa, usciva solo per andare a scuola, ma nel resto della giornata se ne stava chiuso in camera a giocare col computer. I suoi amici lo chiamavano per andare a giocare assieme, ma lui rispondeva male e tornava a giocare col computer. Quando era l’ora di andare a dormire, Alex dava il bacio della buonanotte al computer. Al mattino, appena alzato, dava il buongiorno al computer, si lavava e andava a scuola solo dopo aver salutato il suo amato computer. Quando Alex tornava a casa, correva subito a giocare al computer senza toccare neanche un quaderno, come se fosse allergico. Era il 23 dicembre e mancava un giorno alla Vigilia di Natale e Alex era ancora attaccato al computer. Gli occhi rossi di Alex avevano bisogno per una volta di essere chiusi. Alex resisteva al bruciore degli occhi, ma ad un tratto si lasciò andare e chiuse gli occhi…. Quando li riaprì il computer era scomparso! Alex cercò dappertutto, ma non lo trovò. Tutto ad un tratto sentì una voce chiamarlo, si voltò e vide un ragazzo biondo, alto e con una faccia sincera. Alex gli chiese:” Come ti chiami?”. E il ragazzo rispose:” Sono Window!”. Allora sei il mio computer!”, fece Alex. Corse dalla mamma urlando:”Mamma, c’è un tipo strano!”. Ma poiché lo vedeva solo lui, la madre rispose:”Ma sei matto?”. Alex era disperato, nessuno gli credeva. La sera arrivarono i suoi parenti e lui si nascose perché non voleva festeggiare. Window lo convinse che la vigilia era un evento divertente e importante e gli spiegò che il computer fa rimbecillire. Alex si convinse e andò a festeggiare accontentandosi della TV. Benedetta Greco

BALLO DELLA TECNOLOGIA C’era una volta un principe, un principe moderno. Egli possedeva tutto della tecnologia: dalla televisione alla play station e così via, ma ancor più della televisione e della play lui era un fanatico del computer. Un giorno i suoi genitori decisero di dare una festa da ballo con le più nobili e ricche fanciulle per far innamorare il figlio e fargli dimenticare il computer. Saputo ciò, il principe, che di nome faceva Carlo, si ricordò di quella fanciulla che aveva conosciuto in una lontana metropoli. Sperava che venisse anche lei. Così, tutto ansioso, andò a controllare sul suo computer i nomi di tutti gli invitati. Cercò ora dopo ora, ma il suo nome non c’era. Infine provò a digitarlo, ma comparve la scritta “impossibile visualizzare”. Stava per andarsene quando sentì il rumore della stampante in funzione da cui uscì la cartina della metropoli in cui abitava la fanciulla, ma non era una cartina come tutte le altre, sul retro c’ erano varie scritte che pian piano scomparivano lasciando posto ad altre. Incuriosito da quella cartina ne lesse il retro su cui c’era scritto :“Sono io la fanciulla che tu avevi incontrato in quella metropoli, sono stata catturata da un mio corteggiatore. Ecco perché non potrò venire al ballo, ma so che tu mi salverai. Tua Camilla.“ Così, senza pensarci due volte, partì per quella lontana città. Ma non fu semplice, infatti dovette superare varie prove. Avendo scoperto tutto questo, Giuda, il rapitore di Camilla, gli tese un tranello e lo trattenne per qualche ora. Il principe giunse finalmente nel covo di Giuda e si batté con lui, tirò fuori il suo portatile e glielo scaraventò contro. Giuda fu arrestato. Invece, lui e Camilla riuscirono ad arrivare al ballo in tempo e qualche mese dopo si sposarono e vissero per sempre felici e contenti, senza troppa tecnologia.

Benedetta Tamelli

PAURA DEL COMPUTER

A New York viveva un bambino di nome Nick. Tutti lo prendevano in giro perché aveva paura del computer. Il computer era chiuso da due anni in una stanza, coperto di polvere e ragnatele perché Nick ormai, aveva detto ai genitori che non lo avrebbe usato più. Nick, un giorno, decise di andare nella stanza dove c’era il computer. Appena aprì la porta fu colpito da una forte luce che proveniva dal computer. Si avvicinò e vide un omino che uscì dallo schermo. Questi gli disse: ”Tu non devi avere paura di me! Io sono bravo: ti aiuto a fare i compiti, ti faccio disegnare e anche giocare”. Nick rispose : “Ho paura di te perché tutti dicono che a volte i computer sono aggrediti dai virus. L’omino rispose :”No, non farti spaventare da queste cose, sai quanti ragazzi come te vorrebbero avermi ma non hanno la possibilità?”. Nick poi disse :”Quindi tu sei speciale…”. L‘omino ribatté: ”Certo !”. Da quel giorno Nick non ebbe più paura e giocò per sempre con il computer.

Carmen Malafronte

IL NATALE

Era arrivato il Natale. In piazza c’era un grandissimo e bellissimo albero di Natale. Intorno ad esso, alcuni signori un po’ anziani travestiti da Babbo Natale si dimenavano al ritmo della canzone ”Jingle bells”. Molti passanti iniziarono anch’essi a ballare. C’era anche una ragazzina seduta nei pressi del bar, con il suo computer portatile. Il mouse del suo computer era magico e la fece travestire da Babbo Natale, spingendola a ballare con la canzone “Jingle Bells”. Poi fece ascoltare “Sole di Settembre” una canzone dei Finlej. Il mouse fece inoltre apparire un ragazzo che voleva ascoltare canti natalizi. Allora la ragazzina di nome Kate e il ragazzo Peter ballarono seguendo la melodia dei canti natalizi. I ragazzi dopo alcuni anni si sposarono, ma il mouse morì. Kate e Peter fecero un bellissimo figlio e lo chiamarono Nicola. E vissero per sempre felici e contenti.

Cristina Mambrini

IL LEGGENDARIO SUPER SAYAN

Ero un ragazzo che seguiva sempre i cartoni animati, ma quello che seguivo di più era “Dragon ball.” Un giorno ho deciso di chiedere dei giochi per la play station. Mentre giocai vidi una luce che mi attirava a sé e mi avvolse. Ero diventato il mio personaggio preferito. Il mio nome era Trunks, ero venuto dal futuro e avevo già diciassette anni. Mio padre si chiamava Vegeta e io e lui potevamo diventare Super Sayan.

Ferhat Cevik

PAURA DI INTERNET

Tanto tempo fa in una casa in città viveva un ragazzo di nome Gabriele che aveva 12 anni e aveva paura di “navigare” in internet perché tutti dicevano che su internet c’erano persone strane e maleducate. I suoi genitori avevano comprato il computer solo per fargli fare ricerche per la scuola e giochi, perché anche loro avevano un po’di paura. Un giorno Gabriele andò nella camera dei giochi dove aveva il suo computer e andò a fare una ricerca per la scuola, ma ad un certo punto sentì una voce e si spaventò. Era il mouse del computer che gli disse : “ Non ti spaventare, io non ti faccio del male. Se vuoi, possiamo navigare insieme, così diventiamo amici!”. Gabriele rispose ancora un po’ diffidente: “Si”. Gabriele e il suo mouse diventarono amici. Dopo alcune ore di “navigazione” il mouse era molto stanco e chiese a Gabriele di spegnere il computer. Lo fece molto volentieri perché anche lui era stanco. Quando tornò a casa, raccontò la sua giornata a sua madre che fu molto felice per lui. Gabriele voleva tutti i giorni “navigare” con il suo amico e così sconfisse la sua paura. Il giorno dopo, a scuola, disse alla prof. che non aveva finito la sua ricerca al computer però raccontò della sua amicizia con il mouse.

Giulia Dolci

LA FAMIGLIA FASILLO

C’era una volta in un appartamento una famiglia di nome Fasillo, non molto ricca e neanche troppo povera. In questa famiglia viveva un signore di nome Luigi, poi c’era la signora Gelsomina. Questi due signori erano il padre e la madre di Margherita, la bambina di dieci anni. Un giorno la piccola disse ai genitori:”Mamma, papà, vado a giocare con la mia amica, ciao!”. Dopo due ore Margherita ancora non arrivava e la signora Gelsomina e il signor Luigi incominciarono a preoccuparsi. Margherita si era persa in un bosco. Era tutto buio, vedeva solo foglie che cadevano a causa del vento e il solo rumore delle foglie che cadevano la faceva trasalire. Dopo qualche minuto Margherita sentì squillare qualcosa, si abbassò e prese in mano un cellulare. Ma non era un semplice cellulare, era molto di più! La bambina schiacciò un tasto e come per magia il bosco divenne giallo!Poi schiacciò un altro tasto e il bosco divenne verde. Ad ogni tasto che Margherita schiacciava il bosco cambiava colore e la bambina si divertiva. Dopo ore e ore la bambina si ricordò che i suoi genitori la stavano cercando. Allora decise di salutare il bosco:”Ciao bosco, spero di venire a trovarti di nuovo!” disse. Il bosco rispose:” Anch’io spero di rivederti”. La bambina rimase sorpresa e gli disse:”Grazie, grazie”. Margherita ritornò a casa e da quella volta tutti i giorni andava a trovare il suo amico bosco! Miriam La Mantia

IL PIRATA INFORMATICO Era un bel giorno d’estate e stavo passeggiando quando vidi in lontananza una grandissima torre su cui vi era scritto (molto in grande) “Computer mega”. Alle 16.00 rientrai a casa, accesi la tv e scoprii che tutti quelli che avevano comprato un computer dalla ditta “Computer mega” erano finiti senza risparmi! Decisi di indagare e andai alla “Computer mega”. Nell’edificio trovai una porta con su scritto “direttore”. E sentii queste parole: “Capo, lei è proprio un genio!”. “E già, sono stato proprio furbo a convincere quegli sciocchi a comprare i miei computer, che mi “portano” i dati bancari dei proprietari, eh eh!”. Io pensai: che mascalzone, mi costringe ad usare metodi drastici! Giunto a casa presi la mia “play station 2” e utilizzai un disco su cui avevo scritto “usare in caso di pirateria informatica”. Mi infiltrai nel suo computer (quel disco permetteva di collegarsi ai computer altrui) e distrussi i dati del truffatore con codici hackers. Il giorno dopo il mascalzone non trovò più i suoi dati e capì che non avrebbe fatto più fortuna e se ne andò. Luca Guandalini

IL PAESE DI BABBO NATALE Tanto tempo fa in una piccola casa di campagna viveva un ragazzo di dodici anni che si chiamava Zac. Un giorno, anzi, come tutti i giorni, Zac preparò la sua cartella per andare a scuola. Partì, ma appena arrivato in classe trovo una brutta sorpresa: tutti i suoi compagni erano tristi. Zac si sedette e chiese al suo compagno di banco, che era anche il suo migliore amico, cosa avessero per essere così tristi e malinconici. Il suo amico gli disse:”Babbo Natale è morto!”. Zac, sentendo queste parole, rabbrividì. Finita la scuola Zac non tornò a casa, ma andò a casa di David, il suo migliore amico. Essi si costruirono delle armi, un elicottero, e…il cellulare. E partirono per il paese di Babbo Natale a bordo dell’elicottero. Dopo giorni e giorni di viaggio, giunsero a destinazione, scesero dal loro elicottero ed estrassero dallo zaino il navigatore satellitare. Il navigatore li condusse nel paese di Babbo Natale. All’entrata della città, c’era un insieme di case, un piccolo borgo dove al centro sorgeva una grande e lussuosa casa. Si avvicinarono alla meravigliosa porta d’ingresso e bussarono. Ad aprire fu un malvagio folletto creato dal computer di Babbo Natale. Zac e David fecero finta di chiedere al folletto malvagio ospitalità per la notte, con l’intenzione di trovare qualche indizio sulla presunta morte di Babbo Natale. Quando scese la notte Zac e David presero il loro zaino e si misero alla ricerca di qualche indizio. Girarono per tutta la casa, ma non trovarono nulla se non un mucchio di regali in ogni stanza. All’improvviso, il folletto malvagio li spinse in una stanza chiudendo la porta a chiave, proprio nella stessa stanza in cui si trovava prigioniero Babbo Natale. Ma Zac e David avevano portato una pistola sputa-razzi con cui distrussero la cella dov’erano rinchiusi. Babbo Natale li ringraziò dicendo:” Questo Natale tu e il tuo amico avrete un sacco di doni, ma ora non è il momento di chiacchierare, andiamo a punire quel malvagio folletto!”. I due ragazzi punirono il folletto malvagio spedendolo, tramite il computer, in Africa. Così tornarono ognuno nella propria casa e vissero un Natale pieno di gioia e di doni.

Cristina Radatti

COMPUTER MAGICO

C’era una volta un ragazzo che viveva in una casa al centro della città. Era la vigilia di Natale e nella piazza c’era molta gente ed i negozi erano quasi vuoti. Jack era molto ansioso per l’arrivo del Natale. Erano circa le 10:00 di sera e in casa non volava una mosca. Il mattino dopo, Jack trovò sotto l’albero un regalo: un computer particolare! Corse in camera sua a giocare, ma non si accorse che i personaggi del computer erano vivi. Il giorno dopo vide il suo computer acceso ed i suoi personaggi fuori da esso! Spense il computer, ma si ritrovo all’interno di un gioco. Prima di uscire dovette affrontare tutte le prove e i vari livelli, uno ad uno. Vinse ed uscì. Raccontò tutto ai suoi genitori che però si rifiutarono di credere a quella storia. Jack glielo fece vedere: entrarono tutti nel computer. Uno ad uno arrivarono all’ultimo livello. Stavano per perdere, ma continuarono a lottare. Vinsero, uscirono e decisero di non usare più il computer. Un giorno, Jack, diventato ormai grande, lo ritrovò e si mise a giocare. Entrò dentro di esso e ne uscì dopo aver combattuto a lungo. Quando tornò nel mondo reale decise di liberarsi di quello strano computer. Serena Sorrentino

IL COMPUTER In una città modernissima con macchine, palazzi e negozi pieni di oggetti moderni, c’era un computer che si collegava ad internet da solo e dava grossissimi problemi alla famiglia. Allora lo riportarono dal venditore. Il venditore disse di tenere premuto un tasto per 2 secondi, ma loro si scordarono. Poi il computer volò via, ma la famiglia prese un arpione e lo distrusse. Simone Carpenito

MARCO E LA MUSICA Tempo fa viveva un bambino poco attratto dallo spirito natalizio. Si chiamava Marco e aveva tredici anni e gli piaceva la musica metal. Lui, il Natale, lo passava con i genitori che gli regalavano solamente dei vestiti. Arrivò Natale e i genitori gli regalarono un cd di musica metal, un computer e per finire le etnies. Quel Natale era davvero fantastico per Marco. Tutti i pomeriggi Marco accendeva il computer per ascoltare la musica. Su quel cd si poteva vedere il concerto. Un pomeriggio il computer risucchiò Marco, proprio mente guardava il concerto! Il computer lo teletrasportò sul palco dove si svolgeva il concerto. Marco cantò e visse quel Natale molto felicemente. Ad un certo punto vide una ragazza molto carina! Si conobbero e si innamorarono. Marco tornò a casa e portò con sé anche la ragazza. La ragazza si chiamava Jessica. Erano una coppia perfetta. Quando furono più grandi si sposarono e vissero felici e contenti! Tamara Primo

KATE E CHARLIE E I CUORI SPLENDENTI

In un paese fuori New York City in una casa affacciata sul lago abitava una famiglia. Era composta dal padre Jim, la madre Jane e i due figli Charlie e Kate. Charlie aveva sette anni ed era un fanatico di Smak Doun. Kate, quattordicenne, sognava giorno e notte John il ragazzo più bello di tutta la scuola. Era una famiglia felice e ogni anno organizzavano un Natale fantastico. Al Natale infatti mancava solo una settimana e la famiglia già iniziava i preparativi. A Charlie piaceva tanto il Natale perché riceveva tanti regali da tutta la famiglia. Kate invece era rattristata perché non poteva vedere John per due settimane. La madre mandò Kate e Charlie a prendere un po’ di carta per impacchettare i regali. Mentre camminavano sul marciapiede guardavano le vetrine che esponevano cellulari, tv, vestiti e altre cose scontate. Non c’era una vetrina che non diceva: sconto del 10%! sconto del 30%! A Charlie brillavano gli occhi vedendo tutti quei regali. All’improvviso divenne buio e davanti ai due apparse un uomo tutto vestito di nero che disse: “Voi avete qualcosa che mi appartiene!” “Cosa abbiamo che le appartiene signore? Glielo daremo subito! ” dissero spaventati i bambini. ”Bene, quello che mi serve è…è il vostro cuore! ” rilanciò l’uomo. “Il nostro cuore! A cosa le servirà mai il nostro cuore? ” chiese terrorizzata Kate. “Il vostro cuore risplende di una luce particolare che salverà il nostro mondo. Voi non sareste dovuti esistere, la vostra vita dura grazie a Babbo Natale! ” spiegò il misterioso interlocutore. Kate arrabbiata disse: “Lei non ha il diritto di dire che noi non …” Charlie la interruppe: “Ha detto Babbo Natale? Esiste?! La prego ci porti subito da lui! ” “Non è il momento di pensare a Babbo Natale, Charlie, lui ci controlla! ” disse Kate. L’uomo in nero obbiettò: “Ma è anche quello che vi tiene in vita. Io non posso portarvi da lui, ma, vi prego, datemi la vostra luce. Giuro che al prossimo Natale vi risveglierete qui. ” Kate si arrese e l’uomo in nero prese la luce splendente dai loro cuori e li addormentò. Una renna prese i loro corpi e li portò a casa di Babbo Natale, il quale li mise in due capsule nelle quali loro dormirono per un anno. Alina Ovsyannikova

L’ANATROCCOLO IN CERCA DI PESCI C’era una volta un anatroccolo che nuotava di sera, in uno stagno, mangiando ogni briciola di cibo che trovava. Ad un tratto vide una luce di una stella che si rifletteva nell’acqua e pensò che si trattasse di un pesce. Vi si gettò sopra per afferrarlo, ma quando mise la testa nell’acqua sparì. L’ anatroccolo rialzando la testa dall’ acqua, rivide la stella e si rituffò, ma la stella gli sfuggì ancora. Rifece tante volte questo movimento finché, sfinito e deluso, decise di rinunciare. <<Non riuscirò mai a prenderlo>> pensò. E si diresse verso il più vicino ciuffo d’erba per nascondersi e per trascorrere la notte . Tutto indolenzito si addormentò. All’alba, quando tornò a nuotare nello stagno, l’anatroccolo vide un pesciolino, ma siccome ormai lo conosceva, disse:<<A cosa serve provare tanto non ti prenderò mai >>. E decise di non pescare più.

Danish Muhammed

IL TELECOMANDO MAGICO Un giorno, un bambino, mentre stava andando a scuola, pensò di fare un regalo al padre, un telecomando nuovo. Finite le lezioni, prima di tornare a casa, andò a comprarglielo. Arrivò in negozio e, guardando la vetrina, vide un telecomando bellissimo e lo comprò. Prima di fare un pacco-regalo, lo volle provare, schiacciò un pulsante e… sparì. Quando riapparve, si trovò nello stesso punto. Uscì dal negozio disperato e incontrò un uomo buono che gli spiegò come fare per tornare nel mondo reale. Doveva solo prendere il telecomando del re e schiacciare il pulsante verde. Allora il ragazzino si mise in viaggio alla ricerca del re. Dopo un giorno di cammino trovò una bellissima villa ed entrò. Vide il re che dormiva, era proprio come glielo aveva descritto l’uomo buono. Il re si svegliò, il ragazzino lo spinse per terra e prese il telecomando. Schiacciò il pulsante verde e tornò a casa.

Francesco Boni

DENTRO LA TV C’era una volta un bambino di nome Antonio. Al bambino piaceva molto un gioco della play station di nome “spy kids”che i suoi genitori gli regalarono per il suo compleanno che sarebbe stato tra una settimana. Arrivato il giorno del nono compleanno di Antonio i genitori gli consegnarono il bellissimo gioco. Appena lo vide, i suoi occhi brillarono per la felicità. E abbracciò i suoi genitori. Il giorno dopo lo mise nella play station e subito dopo lo schermo si spense e tutto intorno ad Antonio divenne buio. Poi si svegliò in un giardino. Antonio aveva una tuta azzurra con dei pulsanti che avevano determinate funzioni. I cittadini del villaggio si avvicinarono e guardarono il bambino, poi dissero:” Tu seguire il piccolo sentiero, è la via che ti porterà al diamante d’argento dove lì finirai il gioco.” Antonio si mise in cammino e dopo due ore arrivò in un castello disabitato, corse fino alla punta della torre e lì prese il diamante d’argento. Subito si risvegliò nel divano della sua casa. Antonio raccontò tutto ai suoi genitori, i quali, sorridendo, dissero:” Antonio, per la felicità, hai sognato di essere dentro il gioco!” Ida Finanze

IL COMPUTER STRANO C’era una volta un ragazzo di nome Alberto, rimasto orfano del padre, morto per un incidente grave. Ad Alberto piacevano tantissimo i computer e credeva di inventare qualcosa di straordinario, ma gli scienziati dicevano sempre di no. Alberto un giorno uscì con i suoi amici. Quando tornò a casa era molto tardi e il computer era acceso. Era molto strano perché, quando era uscito, l’aveva spento. Alberto si avvicinò, toccò lo schermo del computer, la sua mano entrò dentro e ad un tratto, tutto il suo corpo venne attirato all’interno del computer. Quando riaprì gli occhi, Alberto si trovò in un posto molto strano: non era la sua casa, ma era un posto bellissimo, pieno di fiori. Da lontano si vedeva una ragazza con una corona di fiori e un braccialetto. Alberto si innamorò subito di lei. Lei si avvicinò ad Alberto e le disse che il suo nome era Rosa. Rosa gli disse di andarsene subito da lì perché era molto pericoloso e aggiunse che poteva entrare in un fiore. Alberto prese la mano di Rosa e i due vi entrarono. Rosa e Alberto si sposarono e vissero felici e contenti, ebbero anche un figlio di nome Albertino. Iqra Zaib

IL VIDEOGIOCO FANTASMA Un ragazzo di nome James era amante dei videogiochi. Ne comprò uno che si chiamava “Il drago malvagio”. Lo provò subito e dopo un’ora di gioco magicamente si ritrovò dentro di esso. Si trovò davanti a tantissime guardie. Armato di fucile, pistola e spada laser le sterminò tutte. Gli venne vicino una capsula, si spezzò e James udì una voce che gli disse:“ Se vuoi uscire da questo videogioco devi raccogliere 1000 monete d’oro e 500 d’ argento.” Si trovò davanti un drago. Lo ferì con un colpo di fucile e il drago morì e sputò fuori dalla bocca 1000 monete d’oro e 500 d’argento. Il ragazzo uscì dal videogioco, prese il cd e lo seppellì davanti al negozio e promise:“Basta videogiochi, ora mi dedicherò alla musica.” Lorenzo Minelli

IL COMPUTER PARLANTE

In un appartamento di periferia viveva una famiglia povera. Nel quartiere le famiglie vivevano serenamente ed erano gruppi assolutamente normali. Nell’appartamento di quella famiglia povera c’era un computer speciale. Era un computer parlante, ma nessuno della famiglia lo sapeva. Questo computer era stato acquistato in un supermercato di prodotti elettronici. Il commesso era un tipo ambiguo che balbettava ed era vestito con stracci. Il computer era posato sulla scrivania del più piccolo della famiglia che giocava in continuazione con una palla di gomma, ma veniva usato solo dal padre per lavoro. L’uomo era molto soddisfatto di quel computer e diceva sempre che”sembrava vivo”. Il computer era contento dei suoi padroni e voleva rivelare il segreto della sua capacità. Un giorno, il piccolo entrò nella stanza per dormire e il computer all’improvviso parlò:” Sai, io sono un computer parlante e voglio diventare tuo amico!” Il bimbo rispose spaventato:” Io sono Jock Hale.” I due conversarono e nella notte diventarono amici. La mattina si salutarono e Jock prese l’autobus per andare a scuola. In classe raccontò l’accaduto ed il suo migliore amico, incredulo, chiese:” Jock come può essere?” Jock rispose:”Ti giuro che é vero, abbiamo anche fatto amicizia.” Ma nessuno volle credergli. Tornò a casa e dopo aver svolto i compiti, tornò dal suo “amico” e giocarono insieme tutto il giorno. Due mesi dopo, Jock venne promosso con buoni voti e decise di passare tutto il tempo col computer. Dopo un po’ di giorni Jock svelò ai familiari la sua amicizia con il computer. Presto diventarono anche loro amici del computer e da quel giorno quella famiglia non fu più la stessa.

Massimiliano Mora

FRANCESCO E IL COMPUTER MALEDETTO C’era una volta in una villa un ragazzino di nome Francesco. Egli possedeva qualsiasi tipo di oggetto tecnologico, a partire dalla play-station fino al nuovissimo cellulare. Un giorno uscì un computer di altissimo livello. Appena sentì di questa nuova uscita, Francesco andò con i suoi genitori al negozio e comprò il computer. Tornato a casa installò il computer e cominciò a giocare. Ad un certo punto, si accorse che sulla tastiera c’era un pulsante che non si doveva toccare, perché era molto pericoloso, ma lui era così testardo e lo pigiò. Il computer non fece nulla, Francesco si arrabbiò e diede un pugno sulla tastiera. Il computer si accese con una schermata bianca, Francesco, spaventato, cercò di scappare, ma il computer lo risucchiò. Quando arrivarono i sui genitori, aprirono la porta e videro che il loro figlio non c’era. Allora, approfittarono per provare il computer. Quando accesero il computer videro che nella schermata principale c’era Francesco! Si preoccuparono molto per la situazione, chiamarono il rivenditore da cui avevano acquistato il computer e gli raccontarono l’accaduto. Il negoziante disse che per farlo uscire dovevano restituire tutto ciò che possedevano. I genitori non la presero con tanto entusiasmo, però accettarono il suggerimento. Quando riportarono gli oggetti a tutti i negozi elettronici della città, fecero uscire Francesco dal computer e così cominciarono una nuova vita. Alessandro Russo

IL COMPUTER MAGICO Un po’ di tempo fa in una cittadina molto tranquilla viveva un bambino di nome Marco che possedeva un computer magico, ma neanche lui lo sapeva. Un giorno, sua madre, per il suo compleanno, gli regalò un Modem usato per accedere a Internet. Marco lo collegò al computer e in un attimo sparì dalla sedia entrando nel computer! Collegandosi a Internet poteva fare di tutto. Una volta entrò in un computer pieno di virus grossi e cattivi. Scappò via subito, ma aveva portato tantissimi virus dietro e, contagiando tutti i siti che visitava, uscì dal computer. Ma i virus restavano e così rientrò nel computer prendendo alcune armi dei suoi giochi virtuali: la spada laser, il blaster e le armature e così armato, andò a combattere i virus sconfiggendoli uno ad uno. Poi entrò nella base piena di virus, ma quei virus erano indistruttibili. Tornando a casa velocemente, pensò all’acqua come possibile soluzione e portò una pistola ad acqua dentro il computer. Eliminò i virus in un attimo, ritornò a casa e visse felice e contento.

Sergio Chen

WOLWERINE E MAGNETO

Tanto tempo fa in una piccola cupola abitavano alcuni mutanti che combattevano il male: Ciclope, Wolwerine, Tempesta, Jin. Il loro peggior nemico si chiamava Magneto. Magneto era stato catturato ed era in una prigione fatta apposta per lui. Un giorno dai mutanti buoni arrivò una ragazza di nome Rose. Rose era una mutante ed entrò nella cupola. Ciclope gliela fece visitare, ma le disse di non aprire la botola al centro del pavimento, perché custodiva un segreto. Rose, curiosa come tutte le ragazze mutanti appena Ciclope se ne andò, aprì la botola permettendo a Magneto di scappare. Gli X-men si arrabbiarono e partirono alla ricerca di del loro nemico. Lo trovarono in una strada poco distante a far danni, provarono a catturarlo, ma lui con una mossa improvvisa colpì e uccise Jin. Questo scatenò l’ira di Wolwerine che tirò fuori dalle mani i suoi artigli, si lanciò contro Magneto e lo infilzò colpendolo a morte.

Stefano Gugliuzza