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Prove di stabilità del manto nevoso

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Profilo stratigrafico

Prove di stabilità del manto nevoso

1. Effettuare uno scavo sino al suolo2. Lisciare la parete in ombra con una pala3. Mettere in evidenza gli strati con un dito guantato o spazzolare la parete con

un guanto4. Misurare la posizione e lo spessore di ogni strato 5. Valutare la resistenza di ogni strato. (vedi tabella della resistenza)6. Giudicare i tipi di cristalli che compongono i vari strati7. Giudicare il tenore di umidità di ogni strato 8. Misurare la temperatura di ogni strato con termometro specifico

Molto importante è cercare di identificare:

1. Strati di brina di profondità: Dovuti ad un’azione di metamorfismo da gradiente

2. Strati di brina di superficie: Inglobati tra gli strati a seguito di successive nevicate

Generalmente sottili non facili da riconoscere3. Strati di ghiaccio e strati

ad elevata durezza: Perché si sono formati ? Gli strati immediatamente sottostanti sono generalmente brina di

profondità4. Strati di neve palottolare: Neve a forma sferica opaca, precipita all’inizio

di una nevicata a seguito di un fronte freddo

Riportare i dati e le osservazioni desunte su apposito modello prestampato.

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Attrezzatura per stratigrafia

1

2 3

4

5

1. Doppio metro

2. Termometro a fionda(temperatura aria)

3. Termometri decimali(temperatura neve)

4. Dinamometro per pesare la neve

5. Piastrine nivologiche e lenti per osservare i cristalli

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Profilo stratigraficoUna volta eseguito lo scavo sino al suolo, si procederà con l’identificazione degli strati che si sono susseguiti a seguito di nevicate. Se correttamente eseguito, ci fornisce importanti informazioni riguardo la stabilità della neve. Il profilo ha carattere esclusivamente didattico e formativo, i risultati non possono essere messi in relazione ad un intero pendio a seguito della variabilità della morfologia del terreno.

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Osservazione degli strati

Esempio di stratigrafia eseguita sino al terreno.Si può notare uno strato intermedio giallastro, dovuto ad un deposito di polvere del Sahara inglobato dalle nevicate successive.Questo particolare deposito, crea una situazione sfavorevole per lo strato superiore in quanto diminuisce la coesione con il substrato a causa della polvere inglobata.

Polvere del Sahara

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L’osservazione dei cristalli ci consente di ricostruire il metamorfismo avvenuto o in corso nel manto nevoso, e di poter quindi valutarne l’evoluzione nel tempo.Importante in questa fase, è riconoscere e saper distinguere un metamorfismo da basso gradiente (isotermia) da uno di gradiente medio o elevato, (brina di fondo, cristalli angolari).

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Studio dei cristalli

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Tabella della durezza

Oggetto Resistenza Equivalenza IndiceSimbolo

Kg./dm.2

Pugno guantato molto debole < di 2 1

4 dita guantate debole da 2 a 10 2

1 dito guantato media da 10 a 25 3

Matita medio/alta da 25 a 50 4

Lama di coltello alta da 50 a 100 5

Impenetrabile molto alta > di 100 6

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Cuneo di slittamento (schema)

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Mt.2,50

Mt.2,50

Il cuneo di slittamento rappresentato qui a lato, offre delle indicazioni circa la stabilità del manto nevoso circoscritte all’area molto ristretta interessata dal cuneo stesso.La morfologia del terreno, la vegetazione sommersa e inglobata nel manto nevoso, rocce o quant’altro, renderebbero inattendibile ogni risultato riferendolo ad un intero pendio. I valori delle tensioni nel manto nevoso sono variabilissime nello spazio di pochi metri.Eseguire il cuneo durante una gita, ha scopi puramente didattici, pensare di eseguirlo al fine di determinare la sicurezza di un pendio da attraversare, è assolutamente errato e pericoloso.

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Il cuneo di slittamento (costruzione)

Per la realizzazione del cuneo di slittamento, è necessario realizzare uno scavo in profondità sino al terreno, scegliendo un pendio con inclinazione indicata di circa 30 gradi).La dimensione di questa trincea dovrà essere di circa 3 metri.La foto mostra la trincea con la traccia della base del cuneo che misura 2,50 metri di larghezza.

Mt. 2,50

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Il cuneo di slittamento (costruzione)

Una volta preparata la trincea, si procederà con il posizionamento della sonda al vertice del triangolo che misura un’altezza di 2,50 mt. Si posizionerà quindi la corda a monte della sonda lungo i lati del triangolo come rappresentato nella foto a lato. La corda servirà a tagliare il cuneo lungo i suoi lati.

Mt. 2,50

Mt. 2,50

sonda

corda

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Il cuneo di slittamento (costruzione)

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In corrispondenza degli angoli di base del triangolo, si posizioneranno le sonde per guidare la corda. Per ragioni di stabilità le tre sonde è opportuno che vengano tenute ferme per consentire che il taglio della neve risulti preciso e netto. Due persone tireranno alternativamente la corda per tagliare la neve fino ad una profondità adeguata.

La profondità che si dovrebbe raggiungere deve essere tale da consentire un’analisi degli strati più prossimi alla superficie che si ritengono pericolosi.

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Il cuneo di slittamento (prove di sollecitazione)

Una volta tagliato, si passerà a valutarne la stabilità in base a criteri di sollecitazioni meccaniche eseguite con ordine crescente secondo una tabella riportata di seguito.La foto mostra una delle fasi iniziali di sollecitazione, il peso dello sciatore viene applicato in modo statico.

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Il cuneo di slittamento (prove di sollecitazione)

Una fase successiva consiste nell’attraversare il cuneo con gli sci ai piedi.Sarà ancora una persona a eseguire questa prova.

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Il cuneo di slittamento (prove di sollecitazione)

Una delle ultime fasi consiste nel sollecitare il cuneo in modo violento compiendo dei salti prima da fermo e poi partendo da un punto arretrato esterno al cuneo.

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Il cuneo di slittamento (prove di sollecitazione)

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Il cuneo di slittamento in basso a sinistra, che si è staccato, interessa tutto il manto nevoso, quindi siamo nel caso di possibili formazioni di valanghe di lastroni di fondo.

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Il cuneo di slittamento (interpretazione dei risultati) I risultati possibili sono :

Distacco spontaneo Si rompe duranteDebolmente

l’esecuzione consolidato

Appena caricato Si rompe sotto il peso Da debole

dello sciatore a moderato

Flessione si rompe mentre si Moderatamente eseguono delle flessioni

consolidato

Salto sul posto Si rompe compiendo Ben consolidatodei salti sul posto

Salto dall’alto Si rompe compiendo Fortemente un salto senza sci

consolidato

Nessuna rottura Non si rompe sotto nessuna sollecitazione

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Il grafico ci mostra moltochiaramente uno strato molto debole di spessore ridotto posizionato al terzo quarto.Indice di manto nevoso noninteramente assestato e quindi pericoloso.

Strato debole

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Profili stratigrafici (risultato del profilo)

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Coesione della neve

Il profilo stratigrafico ci offre l’opportunità di poter valutare e individuare strati deboli presenti nel manto nevoso. La formazione di valanghe a lastroni avviene per mancanza di coesione tra gli strati, gli strati deboli fungono da lubrificante per lo scorrimento di strati superiori.

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Profili stratigrafici

Panoramica delle situazioni che possiamo trovare in un manto nevoso, interpretando i risultati dei profili stratigrafici.

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Blocco di slittamento (schema)

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Il blocco di slittamento, ha le medesime caratteristiche del cuneo, con la particolarità che lo si realizza quando risulta difficile il taglio degli strati con la corda, in presenza di strati molto duri.Il blocco ci permette di sezionarlo lateralmente praticando due trincee laterali.L’interpretazione dei risultati è simile a quella del cuneo.

Oggi il blocco di slittamento viene usato quale integratore dei dati per la stesura dei risultati relativi alla stabilità del manto nevoso e quindi dei bollettini.

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La foto in basso a destra mette in evidenza lo strato di scorrimento interposto allo strato superficiale. Si notino le due trincee laterali che consentono di tagliare il blocco sino al fondo.

Blocco di slittamento

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Trincea laterale

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Test della pala (schema)

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Proposto dai norvegesi, ha lo scopo di sollecitare gli strati con l’uso di una pala e ricavarne dei risultati.Simile al test effettuato con il quadrilatero a lamelle trazionato con dinamometro, offre dei risultati meno attendibili.

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Test della pala

Il problema che può presentarsi nell’eseguire il test, è relativo alla difficoltà di agire con la pala su un singolo strato senza rischiare di agganciare lo strato immediatamente al di sotto di quello che si sta testando.Nella foto in particolare il test viene eseguito con l’ausilio di pala dinamometrica.

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Quadrilatero a lamelle con dinamometro

Questo strumento a differenza della pala, garantisce che la prova di trazione vada ad agire solo ed esclusivamente sullo strato interessato al test.Si noti nella foto la formazione di brina di superficie, pericolosa per una nevicata successiva. (brina inglobata).

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Test della pala (risultati e limiti)

Interpretazione dei risultati Il blocco si separa durante il taglio o l’introduzione della pala.Se non si sono provocate rotture o soluzioni dicontinuità siamo in presenza di strati a debole coesione.

Il blocco si separa con poco sforzoLa neve ha valori di resistenza assai modesti

Il blocco si separa con una modesta sollecitazioneE’ il caso di più difficile interpretazione;La neve è sollecitata al movimento in modo differente a seconda del pendio.La prova non ci può dire quale sarà lo sforzo addizionale sopportato da questa neve.

Il blocco si separa con faticaSiamo in presenza di neve ad elevata resistenza,Il lastrone però, può avere sporadici ancoraggi alsubstrato, e noi potremmo aver eseguito la provain uno di questi punti.!!!

Limiti Problema della corretta esecuzione della prova.Si può incappare in una sollecitazione di più stratie quindi sfalsare il risultato finale.

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Blocco = coesione

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Test della pala (coesione)

E’ certamente il metodo più veloce e semplice per effettuare un test circa la coesione della neve, la formazione di un blocco dimostra in questo caso un grado di coesione più che sufficiente a generare valanghe di lastroni.

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Test del bastoncino

Il test del bastoncino, viene facilmente e velocemente eseguito infilando il bastoncino nel manto nevoso (meglio se dalla parte dell’impugnatura), al fine di valutare la consistenza della neve in profondità.ATTENZIONE!!! Il test fornisce un’indicazione circa la consistenza degli strati, ma non ci fornisce alcuna indicazione circa la coesione tra gli strati.La prova può essere migliorata riguardo la sensibilità, impiegando una sonda, ma mai riguardo la coesione tra gli strati.

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Test del bastoncino (interpretazione dei risultati)

La resistenza aumenta Situazione ideale; non si progressivamente riscontrano strati particolarmente deboli o particolarmente resistenti (lastroni). Scarsa resistenza Neve fresca, non assestata, o brina di profondità. Discreta resistenza Neve ben assestata o possibilità di lastroni di neve a media densità. Elevata resistenza Croste di neve gelata e/o lastroni Alternanza di resistenze Successione di croste e strati a per brevi spessori debole coesione Neve che tende ad incollarsi Presenza di nevi umide o sul bastoncino bagnate all’ interno del manto nevoso.

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Angolo = Pendenza = 30 °

L/2

L

Angolo = Pendenza = 27 °

Questi bastoncini devono essere a piombo, ma in questo ci aiuta la forza di gravità

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Metodi per la misurazione dell’inclinazione di un pendio 27° – 30°

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Fine…