Scuola internazionale di dottorato Scuola internazionale di dottorato

Formazione della persona e diritto del mercato del lavoroFormazione della persona e diritto del mercato del lavoro

CQIACQIA-- ADAPT ADAPT

UNIVERSITAUNIVERSITA’’ di BERGAMO di BERGAMO

30 aprile 2010 30 aprile 2010 –– prof. ssa Giuliana Sandrone prof. ssa Giuliana Sandrone

La tesi La tesi

Se lo sfondo culturale e antropologico di riferimento èdato dal concetto di persona umana. la prospettiva per l’integrazione del persona con disabilità sia nel mondo della scuola, sia nel mondo del lavoro, può essere

UNA e CONDIVISAUNA e CONDIVISA

Nel mondo della scuola Nel mondo della scuola ……

3

L’idea che ognuno si forma dell’educazione e della funzionedell’educazione dipende evidentemente dall’idea che si ha dell’uomo e del suo destino.

L. Laberthonnière, Teoria dell’ educazione (1901)

VincoliVincolinormativinormativi

PerchPerchéé non possiamo non possiamo accettare laccettare l’’ idea di un idea di un

‘‘congelamentocongelamento’’della pedagogia speciale della pedagogia speciale

lo speciale lo speciale della pedagogia della pedagogia

generalegenerale

il generaleil generaledella pedagogia della pedagogia

speciale speciale

Due dimensioni per lDue dimensioni per l’’analisi pedagogicaanalisi pedagogica

1) Storica - Alla fine dell’ XIX secolo si impone in tutti i paesi europei l’attenzione

anche alla disabilità mentali e psichici � necessità di eziologia delle diverse disabilità.

- In Italia la scelta dell’ opzione unica si delinea da un punto di vista pedagogico alla fine degli anni ‘70 e da un punto di vista normativo si stabilizza negli anni ’90

- Il passaggio concettuale dall’ handicap, dalla disabilità, alla diversa abilità(positiva).

2) Comparativa- Le scelte nel campo della pedagogia speciale sono sempre strettamente

connesse con le caratteristiche del sistema educativo nazionale (cfr Gran Bretagna)- Spesso dopo una fase propulsiva, la pedagogia speciale diventa un ‘aspetto

minore’all’interno dei cambiamenti che riguardano la scuola - Esistono temi comuni di grande importanza tra i Paesi europei (es. la

formazione dei docenti specializzati, il rapporto tra le prospettive

Uno sguardo storico. 1Uno sguardo storico. 1Fine ‘800/primo ‘900 : separatezza tra disabilità sensoriale, di cui si occupa l’educazione all’interno di apposite scuole o di istituti speciali, e disabilità psichica e fisica grave, di cui si occupano la medicina e la nascente psichiatria

In ItaliaItalia*

A.Gonnelli-Cioni* e G. Calò* � studio comparato della pedagogia specialeA.Gonnelli-Cioni � attenzione alle disabilità psichiche � Scuole Magistrali Ortofreniche 1902 per la formazione degli insegnanti T. Pendola � metodo orale per i sordomutiA. Romagnoli � (1923)metodo per bambini ciechi G. F. Montesano ���� ricerca dell’autonomia e dell’inserimento lavorativo Sante de Sanctis ���� 1899 Giardino scuola per anormaliM. Montessori � Casa dei bambini

*G. Pesci, S. Pesci, Le radici della pedagogia speciale, Armando Editore, Roma 2005*A.Gonnelli-Cioni, Per la fondazione del Primo Istituto d’Idioti in Italia, Chiavari 1888* G. Calò, Pedagogia degli anormali, Lezioni di Scuola Magistrale Ortofrenica, Universitaria Editrice, Firenze 1946

Uno sguardo storico. 2Uno sguardo storico. 2

- 1859 legge Casati estesa al neo-nato Stato italiano: prime scuole speciali elementari per l’educazione dei disabili di competenza provinciale e comunale -1923 Riforma Gentile � presa in carico da parte dello stato � classi differenziali = «[…] accolgono fanciulli la cui anormalità è suscettibile di correzione e consente un reinserimento nella scuola comune […]. Esse si rivolgono agli alunni con lievi anomalie del carattere e a quelli con un quoziente intellettuale solo di poco inferiore a quello normale*»-1948 Carta Costituzionale � artt 3-34 -38- C.M. 771/12 del 1953 distinzione tra le scuole speciali e le classi differenziali: le prime sono «istituti scolastici nei quali viene impartito l’insegnamento elementare ai fanciulli aventi determinate menomazioni fisiche e psichiche», le seconde «(…) non sono istituti scolastici a sé stanti, ma funzionano presso le comuni scuole elementari e vi sono accolti alunni tardivi, nervosi, instabili etc., i quali rivelano l’inadattabilitàalla disciplina comune, ai normali metodi e ritmi di insegnamento e possono raggiungere un livello normale solo se l’insegnamento viene ad essi impartito con metodi e forme particolari».- D.M. dell’8 agosto del 1963 “classi di aggiornamento” nella scuola media unica

A. L. Fadiga Zanatta, Il sistema scolastico italiano, Il Mulino, Bologna 1976

Uno sguardo storico. 3Uno sguardo storico. 3

� L 118/71 norme in favore dei mutilati ed invalidi civili, art 28 si occupa della frequenza scolastica (cfr Sentenza Corte Costituzionale 215/87)

� L 517/77 valutazione degli alunni � programmazione curricolare� L 104/92 legge quadro art 12-17 diritto all’educazione e all’istruzione� DPR 24 febbraio 1994 Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai

compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap

� L 328/2000 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali art 14

� DPR 185/2006 modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap

La questione valutazione - Esami di stato conclusivo del primo ciclo- Esami di stato conclusivo del primo ciclo / certificazione crediti formativi- Qualifica / certificazione di frequenza e competenze

Uno sguardo storico. 4 Uno sguardo storico. 4

LL’’istruzione e la formazione professionale istruzione e la formazione professionale � L 845/78 Legge-quadro in materia di formazione professionale art 3 -8

� Corsi F.L.A.D. (Formazione Lavoro Allievi Disabili)

� Modifica costituzionale Tit. V art 117 � Istruzione e Formazione Professionale

� Regione Lombardia LR 19/07 Dote scuola IFP

- Contributo alla frequenza - Componente Disabilità

Studenti con disabilità iscritti al secondo ciclo per l’anno scolastico 2010/2011 circa 2.300 di cui il 53% si sono iscritti in un’istituzione formativa regionale e il 44% ad una scuola statale. Nelle istituzioni formative regionali gli studenti disabili iscritti sono il 10% del totale, nelle scuole statali rappresentano l’1,42%.

Uno sguardo storico. 5Uno sguardo storico. 5

Il dibattito internazionaleIl dibattito internazionale� 1959 Dichiarazione dei Diritti del Bambino - ONU

principio V «il fanciullo che si trova in una situazione di minorazione fisica, mentale o sociale ha diritto a ricevere il trattamento, l’educazione e le cure speciali di cui esso abbisogna per il suo stato o la sua condizione»

� 1961 Carta Sociale Europea art. 15 l’attenzione nei confronti dei diritti delle persone con disabilità assume un rilievo non solo sociale, ma anche educativo e professionale

� 1971 Dichiarazione sui diritti delle persone con ritardo mentale – ONU� 1981 Anno internazionale delle persone handicappate � linee guida del World

Programme of Action concerning Disabled Person, adottato nel decennio 1982-1992 � 1993 Norme Standard per il raggiungimento delle pari opportunità delle persone

disabili - ONU � 1994 Sull’educazione e sulle esigenze speciali UNESCO (Dichiarazione di Salamanca)� 1995 Special Needs Education – OCSE� 1997 Trattato di Amsterdam - UE

� 2000 Carta Europea dei diritti fondamentali – UE� 2003 Anno europeo dei disabili – UE

� 2006 Convenzione sui Diritti della persona con disabilità - ONU

Cambio di paradigma

Uno sguardo comparativo. 1Uno sguardo comparativo. 1

1. Sistemi scolastici ad opzione unica che con apposita normativa di riferimento, hanno definito l’inserimento delle persone con disabilità all’interno della scuola comune. Presenza di un insegnante di sostegno specializzato all’interno dell’équipe pedagogica: Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Svezia, Norvegia, …

2. Sistemi scolastici fondati sulla separazione, per cui gli studenti con disabilità frequentano istituti speciali: Belgio, Paesi Bassi, Svizzera

3. Sistemi scolastici misti, che offrono tra le due opzioni precedenti, un ventaglio di possibilità intermediarie, tra cui le classi speciali nelle scuole ordinarie: Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Irlanda, l’Austria, Polonia, Finlandia.

A. Lascioli (a cura di), Pedagogia speciale in Europa. Problematiche e stato della ricerca, Franco Angeli, Milano 2007

Uno sguardo comparativo 2. La Gran BretagnaUno sguardo comparativo 2. La Gran Bretagna

1898 Departmental Committee on Detective and Epileptic Children, distingue i bambini feeble-minded (deboli mentali), affidati alle classi speciali perché non educabili nelle classi comuni, dai bambini defective (disabili psichici e fisici gravi), destinati agli Istituti speciali. Affidato alle autorità scolastiche locali, LEA (Local Educational Authorities), il compito di organizzare l’educazione rivolta a questi bambini o in classi speciali all’interno delle scuole ordinarie o in scuole speciali.

Secondo dopoguerra: emanazione di molti Education Act (dal 1944 in poi), affinamento della sensibilità linguistica (1978 Warnock Report: children with special educational needs), dichiarata volontà politica nei confronti di un sistema di integrazione (1981).

Vero problemaVero problema: la Local Education Authority (LEA) ha il compito di identificare i bambini con disabilità, di valutarne i bisogni da un punto di vista medico, psicologico e educativo e di provvedere alla loro certificazione formale (Statement), condizionata dalla valutazione da parte della LEA delle possibilità della singola scuola di offrire un’educazione capace di rispondere ai bisogni educativi del singolo bambino.

2001 Special Educational Needs Educational Needs and Disability Act : anche nel caso in cui un bambino con bisogni educativi speciali non abbia certificazione, la scuola ha il dovere di provvedere alla sua educazione mediante l’attivazione di specifici provvedimenti, come modalità didattiche differenziate, utilizzo di attrezzature specifiche, e se necessario l’utilizzo di un insegnante specializzato o di un logopedista.

Uno sguardo comparativo 2. La FranciaUno sguardo comparativo 2. La Francia

Ricca tradizione ottocentesca (Itard, Séguin, Bournelville).1909: istituzione delle classi di perfezionamento, aperte a “les enfants arriérés”, allievi con disabilità meno gravi e non adatti agli istituti speciali. 1956 Annexes: istituti medico-pedagogici o di rieducazione con sezioni scolastiche, di cui si occupa l’équipe educativa, e sezioni terapeutiche, di competenza dell’équipe medica.1975 legge Haby: obbligo educativo per tutti i giovani con disabilità e importanza di un’adeguata formazione professionale (più priorità che dovere)anni ’90: la Commissione Dipartimentale dell’Educazione Speciale (CDES), che si esprime in merito all’inserimento ordinario o speciale del soggetto con disabilità fino ai 20 anni, sentiti i genitori, e Commissione Tecnica per l’Orientamento e il Reclutamento professionale (COTOREP), che provvede all’inserimento lavorativo dei giovani disabili, il più delle volte in strutture protette.1999 Piano di scolarizzazione dei bambini e degli adolescenti con handicap, definito Progetto Handiscol: 1) la scuola deve accogliere tutti gli allievi, senza alcuna discriminazione 2) la scelta del sistema di educazione piùidoneo per un bambino con disabile spetta ai genitori �

Uno sguardo comparativo 3. La FranciaUno sguardo comparativo 3. La Francia� tre possibilità

1. l’integrazione nella scuola, attraverso un progetto d’integrazione individualizzato, predisposto e aggiornato da un’équipe formata dai genitori, gli insegnanti, il medico, gli psicologi, i rieducatori, il preside, e attraverso un servizio di educazione speciale a domicilio, che supporta quello scolastico;

2. nella scuola primaria i genitori possono scegliere l’inserimento nelle “classi di integrazione scolastica”, destinate a riunire in un piccolo gruppo gli alunni che presentano un medesimo handicap (mentale, sensoriale, motorio, …). Nel collége e nel liceo esiste una struttura simile, l’Unità pedagogica d’Integrazione. Essa viene attivata nella scuola soprattutto per gli allievi che hanno un handicap mentale. Presenza di insegnanti specializzati;

3. i genitori possono scegliere l’inserimento del proprio figlio nelle scuole speciali vere e proprie, che accolgono bambini e adolescenti ammalati, disabili, con forti difficoltà di apprendimento o di comportamento.

2005 Legge Per l’uguaglianza di diritti e di possibilità, la partecipazione e la cittadinanza delle persone con handicap (minor medicalizzazione, formazione insegnanti, tutela dei diritti dell’allievo con disabilità)

Uno sguardo comparativo 3. Il Belgio francofonoUno sguardo comparativo 3. Il Belgio francofono

Fino alla prima metà del ‘900 l’educazione dei bambini/giovani con disabilità è nelle sole mani di ricoveri fondati da religiosi o delle case di correzione

1967 Loi de rénovation sur la protection Judiciaire de la Jeunesse: lo Stato adotta misure a favore del riconoscimento di un trattamento specifico per i bambini in difficoltà, della diffusione di istituti per l’educazione dei bambini emarginati o con deficit, e della conseguente formazione di educatori specializzati.

Oggi, nella Regione della Vallonia: fondazione dell’AIWIPH (Agenzia Vallone per l’integrazione delle persone con handicap), si occupa di sostenere i provvedimenti volti all’integrazione sociale dei disabili, dai due anni e mezzo ai ventuno anni di età � quattro livelli ordinamentali.Ordinamento separato e completo con forte attenzione alla preparazione dei docenti che vi operano.

In Italia, oggi In Italia, oggi ……

Sistema educativo nazionale ad opzione unica che con apposita normativa ha definito le modalità di inserimento delle persone con disabilità all’interno della scuola comune e ha definito i dispositivi pedagogici vincolanti per la sua integrazione.

MAMA

perché dispositivi normativi e pedagogici siano efficaci che cosa deve accadere?

dispositivi subiti (δυς = male)

dispositivi consapevolmente assunti (cfr. slide 3)

I dispositivi pedagogici della L 104/92I dispositivi pedagogici della L 104/92

1. diagnosi funzionale (DF)2. profilo dinamico funzionale (PDF)3. piano educativo individualizzato (PEI)

DF DF PDFPDF

PEI PEI Le risorse umane �l'insegnante di sostegno � l’assistente ad personam� l’assistente alla comunicazione (disabilità sensoriale)� il collaboratore scolastico

La diagnosi funzionaleLa diagnosi funzionale

Per diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'alunno in situazione di handicap, al momento in cui accede alla struttura sanitaria per conseguire gli interventi previsti dagli articoli 12 e 13 della legge n. 104 del 1992.

Alla diagnosi funzionale, richiesta dalla famiglia, provvede l'unità multidisciplinare composta: dal medico specialista nella patologia segnalata, dallo specialista in neuropsichiatria infantile, dal terapista della riabilitazione, dagli operatori sociali in servizio presso la unità sanitaria locale o in regime di convenzione con la medesima. Ladiagnosi funzionale deriva dall'acquisizione di elementi clinici e psico-sociali.

Dal primo gennaio 2010 la domanda di accertamento di invalidità, handicap e disabilità si presenta all’INPS e non più alle Aziende USL. Le competenti Commissioni ASL sono integrate da un medico INPS.

Classificazione OMS 1980 ICIDH (International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) Classificazione OMS 2001 ICF (International Classification of Functioning, Disabilities and Health)

Il profilo dinamico funzionaleIl profilo dinamico funzionale

Il profilo dinamico funzionale, sulla base dei dati riportati nella diagnosi funzionale, descrive in modo analitico i possibili livelli di risposta e di sviluppo dell'alunno disabileriferiti alle relazioni in atto e a quelle progettabili.

E’ redatto, in collaborazione con la famiglia dell’allievo disabile, dall’ équipe pedagogica con il docente di sostegno e gli operatori socio-sanitari.

I parametri di riferimento: cognitivo, affettivo-relazionale, comunicazionale, linguistico, sensoriale, motorio-prassico, neuropsicologico, autonomia, apprendimento

Il Piano Educativo IndividualizzatoIl Piano Educativo Individualizzato

È il documento complessivo che riassorbe sia le diagnosi funzionale sia il profilo dinamico funzionale e progetta le modalità di intervento didatticoE’ definito, per ciascun allievo con disabilità, dal Consiglio di classe, sentite le indicazioni della famiglia e degli operatori socio-sanitari. I soggetti responsabili del PEI sono tenuti ad una verifica periodica della progettazione.

Qualche domanda Qualche domanda ……

� Qual è lo sfondo culturale e pedagogico di riferimento dei dispositivi della L 104/92?

La programmazione curricolare (cfr parametri PDF)� Questo scenario pedagogico può ancora funzionare in una scuola che

il fine di favorire lo sviluppo delle capacità personali in competenze personali?NO, se la centratura è la persona e le sue competenze �impossibile progettare per obiettivi separati, ma

� Rientrano, questi dispositivi, in un’ ottica di sussidiarietà verticale ed orizzontale?NO, occorre passare da una logica illuministica ad una sussidiaria

� L’autonomia scolastica cambia la responsabilità dei docenti e del dirigente scolastico rispetto all’integrazione dei disabili?Assolutamente SI’ (esempi: la valutazione, la concertazione sussidiaria, il collegamento con il mondo del lavoro, …)

� ………………………..

Se, rispetto al 1992, nella scuola sono cambiate coscambiate cosìì tante cose tante cose …

… perché nella pratica reale dell’integrazioneintegrazione si ha l’impressione che

tutto sia stato fermofermo, forse peggiorato?

Perché non riri--connettereconnettere, oggi, la pratica (e la riflessione) della

pedagogia speciale pedagogia speciale allo scenario pedagogico della diversitdiversitàà e e

delldell’’unicitunicitàà della persona umanadella persona umana e al compito di svilupparne le

competenze competenze in ordine allall’’identitidentitàà personale personale (conoscenza di sé,

relazione con gli altri, l’orientamento), agli strumenti culturaliagli strumenti culturali, alla

convivenza civileconvivenza civile?

Forse occorre capirci bene sul concetto di competenzacompetenza, perché ci

sono ‘competenze’ che non possono che nuocere in una

prospettiva di integrazione …

Un esempio Un esempio ……

Dal Regolamento per gli istituti professionali Dal Regolamento per gli istituti professionali –– DPR 15.03.10DPR 15.03.10Profilo culturale e risultati di apprendimento dei percorsi del Profilo culturale e risultati di apprendimento dei percorsi del settore settore

serviziservizi

� riconoscere nell'evoluzione dei processi dei servizi, le componenti culturali, sociali,economiche e tecnologiche che li caratterizzano, in riferimento ai diversi contesti, locali e globali;

� cogliere criticamente i mutamenti culturali, sociali, economici e tecnologici che influiscono sull'evoluzione dei bisogni e sull'innovazione dei processi di servizio;

� essere sensibili alle differenze di cultura e di atteggiamento dei destinatari, al fine di fornire un servizio il più possibile personalizzato;

� sviluppare ed esprimere le proprie qualità di relazione, comunicazione, ascolto, cooperazione e senso di responsabilità nell'esercizio del proprio ruolo;

� svolgere la propria attività operando in équipe e integrando le proprie competenze conle altre figure professionali, al fine di erogare un servizio di qualità;

� contribuire a soddisfare le esigenze del destinatario, nell’osservanza degli aspettideontologici del servizio;

� applicare le normative che disciplinano i processi dei servizi, con riferimento allariservatezza, alla sicurezza e salute sui luoghi di vita e di lavoro, alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente e del territorio;

� intervenire, per la parte di propria competenza e con l’utilizzo di strumenti tecnologici, nelle diverse fasi e livelli del processo per la produzione della documentazione richiesta e per l’esercizio del controllo di qualità.

“Probabilmente l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità e la debolezza mentale. Ma le sconfiggerà molto prima sul piano social e pedagogico che sul piano medico e biologico (…). Il cieco rimarràcieco ed il sordo rimarrà sordo, ma non saranno piùconsiderati deficitari perché l’insufficienza è un concetto sociale ed il deficit è una sovrastruttura che si è creata sulla cecità, sulla sordità e sul mutismo (…). L’educazione sociale vincerà l’indifferenza”.

L.S. Vygotskij, Deficit e compensazione, in Fondamenti di difettologia, trad.it., Bulzoni, Roma 1986