SCUOLA DELL’INFANZIA - foe.it · Prima delle vacanze natalizie ci augura Buon Natale Babbo Natale...

53
SCUOLA DELL’INFANZIA

Transcript of SCUOLA DELL’INFANZIA - foe.it · Prima delle vacanze natalizie ci augura Buon Natale Babbo Natale...

SCUOLADELL’INFANZIA

“Raccontami...la tua storia è preziosa per me”

341

I nostri bambini sono un mistero grande perché sono immagine diDio. Per questo li abbiamo accolti come un tutto, come un dono, e liaccogliamo, ogni giorno, così come sono per tirar fuori, piano piano, daciascuno di loro, ciò che di bello e di buono è racchiuso e vuole esseresprigionato. Compie il suo percorso il bambino sereno, sgombro dasoverchie preoccupazioni, libero di lasciarsi attrarre dalla realtà.Facilitare questo ha significato tempo e cura educativa; ha significato,innanzitutto, concedersi e concedere il tempo destinato a conoscere ilbambino “intero”, ad ascoltare lui, la sua storia, le sue domande, i suoiinteressi.

Li abbiamo così accompagnati dentro esperienze che hanno coin-volto mente e cuore, affettività e giudizio. E con loro siamo entrati den-tro le “scatole dei ricordi”, cercando di trovare le radici che permettes-sero a ciascuno di sentirsi amato e voluto dentro una realtà amica, crea-ta da un Altro, che attende di essere guardata ed esplorata.

Pian piano ciascuno ha scoperto la sua verità e ha iniziato a rac-contare… dentro gli angoli della narrazione e della memoria, luoghi diincontro e di conoscenza, di identità e di appartenenza

A questo punto le parole sono magicamente scaturite ed è statomeraviglioso raccontare e raccontarsi…

Emanuela Casali

342

I PICCOLI RACCONTANO:ORA CI SIAMOANCHE NOI!

… COSÌ È INIZIATA LA NOSTRAAVVENTURAALLA SCUOLA DELL’INFANZIA

Nei primi giorni il nostro inserimento è avvenuto a piccoli gruppi.I genitori insieme ai loro bimbi hanno partecipato ai giochi che sonostati proposti, giochi che hanno aiutato i nostri piccoli alunni a cono-scere i loro nuovi compagni di viaggio e tutti i maestri.

Insieme alle insegnanti i bimbi hanno attaccato la loro margheritasul prato attorno all’albero Giovanni. La margherita era un piccolocompito assegnato a giugno durante la festa finale Ciascuno a casa

343

doveva colorarla e portarla i primi giorni di scuola. Questo gesto hasuscitato l’attesa e ha silenziosamente significato: “Ora ci sonoanch’io!”, permettendo a ciascun bimbo di sentirsi già parte della asezione delle Margherite.

I colloqui con i genitori fatti prima dell’inserimento ci hanno per-messo anche di capire quali giochi piacciono ai bambini e quali inte-ressi possono aiutare noi insegnanti a catturare la loro attenzione ea farli sentire il più possibile a loro agio. A settembre nella nuova scuo-la i bimbi hanno trovato i loro giochi preferiti.

Per noi insegnanti il periodo del-l’accoglienza è un momento specialee davvero importante, durante ilquale possiamo osservare i bimbi ecapire come poter conquistare laloro fiducia e il loro affetto. Pos-siamo pian piano avvicinarci a lorocon tanta delicatezza e dolcezzamostrando il nostro desiderio dicominciare quel rapporto che ciaiuterà a crescere e a vivere mo-menti unici.

344

LE ESPERIENZE PIÙ BELLE!

LABORATORIO DI MATEMATICA

Il nostro primo approccio con le varie figure geometriche è partitocon la conoscenza del cerchio. Osservando i nostri bimbi di tre anni cisiamo accorte che spesso utilizzavano il colore esclusivamente per trac-ciare delle righe marcate e ripetitive. Abbiamo pensato di rendere que-sto gesto più dolce e più armonico, passando così da un tratto verticaleo orizzontale ad uno circolare. Successivamente il cerchio ci ha aiutatea cominciare una prima strutturazione dello schema corporeo, partendodal nostro volto.

Ciascun bimbo ha liberamente giocato col cerchio, lo ha appoggia-to a terra e col ditino ne ha seguito i contorni.

Il colore ha poi ha lasciato la traccia del cerchio sul cartellone; cia-scun bimbo ne ha seguito la circonferenza col pennarello, aiutato dagliamici o dalle insegnanti.

I nostri cerchi disegnati a terra ci hanno permesso di inventare tantigiochi…

345

do all’interno della nostra sezione tutti gli oggetti “tondi”che ciascunbimbo ha accuratamente appoggiato all’interno del proprio cerchio.Ora questo gesto ci appartiene e finalmente lo utilizziamo per

rappresentare bene la cosa più bella del nostro corpo: il nostrovolto!

Per vedere se l’idea dellanuova figura geometricafosse ben consolidata e inte-riorizzata ci siamo divertiti inun gioco “verifica” ricercan-

Nel laboratorio di psicomotricità i nostri bimbi vengono aiutati afare esperienza di movimento. Il corpo e il movimento soprattutto inquesta età sono importanti per conoscere perché aiutano ad entrare inrapporto con la realtà, con il mondo e con gli altri.

Attraverso i vari giochi motori i nostri piccoli imparano a conosce-re e controllare il proprio corpo, a gestire lo spazio che li circonda, ascoprire varie forme di movimento e di linguaggio, ad esprimere senti-menti emozioni e stati d’animo.

346

Attraverso questi giochi, che a volte possono sembrare molto sem-plici, i bambini si impegnano ad osservare e relazionarsi con lo spazio,concentrando l’attenzione sul loro corpo e sul movimento, sviluppandocosì concetti spazio-temporali.

LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ

347

Le esperienze motorie molto spesso sono parte integrante e com-pletamento delle attività svolte in sezione. La storia del “Gigante egoi-sta” ci ha dato innumerevoli spunti per un approccio alla conoscenzadegli schemi motori di base camminare e correre. Abbiamo aiutato ibimbi a sperimentarne le diverse possibilità.

348

Il laboratorio è stato un primo approccio per la conoscenza seg-mentaria del nostro corpo, in particolare l’attenzione si è soffermata sulvolto. L’abbiamo osservato, dipinto e disegnato.

La capacità di muoversi è strettamente collegata alla capacità dicontrollare il proprio corpo per raggiungere il rilassamento, momentonel quale i nostri piccoli possono accorgersi di avere un cuoricino chepuò battere velocemente o più lentamente e un respiro che è affannatoe può diventare più tranquillo.

349

NELL’ANGOLO DELLANARRAZIONE E DELLINGUAGGIO...

Nel nostro progetto di narrazione di quest’anno abbiamo coinvoltoanche i genitori dei nostri piccoli alunni. Abbiamo chiesto di dedicareun po’ del loro tempo ai loro bimbi con i quali avrebbero dovuto sce-gliere un libro da leggere prima a casa e da portare poi a scuola e rega-lare agli amici della sezione. Sulla prima pagina abbiamo consigliato discrivere una dedica personale che possa raccontare qualcosa di spe-ciale e lasciare un segno unico e originale.

In sezione, seduti in cerchio, abbiamo dedicato qualche giornataalla lettura delle storie portate dai bimbi. A turno ciascuno si è senti-to il protagonista della mattinata, vicino alle insegnanti ha primamotivato la scelta del libro che è stato poi letto e successivamente haraccontato con le proprie parole la storia. Questo momento è statodavvero speciale: ciascuno si è messo in gioco con le proprie emozio-ni e sentimenti, il proprio modo di esprimersi, sforzandosi di farsi capi-re dai compagni e cercando di dare un senso alle proprie parole. Il lin-guaggio si è arricchito e le parole hanno acquistato significato evalore, l’ascolto poi ha fatto volare la fantasia ed il pensiero.

350

Di ogni storia abbiamo disegnato e colorato il protagonista che abbia-mo attaccato anche in un cartellone in classe, ogni bimbo osservando ivari personaggi ha potuto ripercorrere con la fantasia le varie storie.

I libri sono stati messi a disposizione dei bambini in modo che neimomenti di gioco ciascuno potesse liberamente sfogliare e “leggere” lestorie entrando con la fantasia nelle pagine e creando un momento inti-mo con i personaggi delle fiabe!!

351

NELL’ANGOLO DELLAMEMORIA E DELLATRADIZIONE

“Ci sono due cose che possiamo solo ricevere in volo e unicamen-te da chi ci ha dato la vita: le radici e le ali” (G. Dotti).

Sappiamo che i bambini amano ascoltare i racconti di quando eranopiù piccoli e di cosa facevano il papà e la mamma in attesa della loronascita, oppure risentire mille volte parlare di loro quando erano neo-nati… si tratta del gioco più bello del mondo.

Dentro ad una scatola chiamata “valigia dei ricordi” i bimbi hannoportato a scuola un oggetto scelto a casa con la mamma ed il papà, unafotografia di quando erano nella pancia della mamma, una di quandoerano appena nati, una della loro famiglia ed una della loro casa vistadall’esterno. Seduti sotto ad un albero dei ricordi, i bimbi ad uno a unohanno raccontato agli amici che cos’è quell’oggetto, a cosa serve e per-ché lo hanno scelto.

352

Siamo, poi, passati ai racconti delle foto ascoltando tutto ciò che ibambini hanno avuto piacere di condividere con gli amici. Noi inse-gnanti abbiamo verbalizzato tutte le conversazioni.

E così, pian piano, un pezzetto della loro vita ha preso spazionella memoria ed è diventato la certezza di appartenere aQualcuno e di essere amato moltissimo da mamma e papà!

353

La sorprendente nevicata di quest’anno ha spalancato gli occhi deinostri piccoli alunni che, a bocca aperta, incollati ai vetri della finestra,hanno ammirato la danza dei fiocchi di neve. È bianca, è soffice pro-prio come un batuffolo di cotone…

LE ESPERIENZE PIÙ BELLE

Come la neve il cotonedanza scendendo a terra…perché?

Abbiamo allora sperimen-tato la caduta di oggetti più omeno pesanti e abbiamo sco-perto che il cotone scendelentamente perché è leggerocome la neve.

La neve è soffice e morbida come il cotone, ma… fredda come ilghiaccio!

Ed ora… esperimento!

Mettiamo un bicchiere di acqua in freezer e... aspettiamo con tantapazienza…! Che magia!… l’acqua si è trasformata in ghiaccio!

354

Ma da bravi scienziati… non ci accontentiamo facciamo l’esperi-mento contrario… vogliamo vedere se veramente il ghiaccio è acqua…Appoggiamo così il nostro “ghiacciolino” sul caldo termosifone e…quante gocce!

355

Il nostro anno scolastico viene scandito da “appuntamenti” a voltemolto seri ed impegnativi, a volte più divertenti e spensierati.

Ad ottobre la festa dei nonni e dell’Angelo custode si unisce allafesta dei bimbi appena inseriti che inaugurano il nostro nuovo annoscolastico.

LE NOSTRE FESTE

Dicembre viene dedicato al percorso dell’avvento nel quale Gesù ciprende per mano e ci accompagna dentro la Sua storia. Festeggiamo laSua nascita poi diventando i protagonisti del Presepe vivente.

Prima delle vacanze natalizie ci augura Buon Natale Babbo Natalein persona!

356

A carnevale… Tra super eroi e principesse, balli, canti e lanci distelle filanti... tutti in maschera!

Il nostro cammino verso la Pasqua di Gesù è stato scandito damomenti coinvolgenti e fortemente sentiti dai bambini. La drammatiz-

357

zazione della storia di Gesù ha permesso ai nostri piccoli di entrarein prima persona negli avvenimenti, così difficili da comprendere,raccontati da noi insegnanti.

Gli auguri di Buona Pasqua vengono accompagnati dalla benedi-zione del nostro Vescovo.

A maggio, nel mese di Maria, portiamo un fiore alla Mamma diGesù in Duomo.

LABORATORIO TEATRALE

358

Nella magia del teatro, accompagnati dal nostro “gigante” RobertoFabbri, tra giochi e canzoni, tra emozioni e facce strane… con un saltoci tuffiamo tra le pagine del “Gigante egoista”… siamo pronti ormaiper entrare nel “cast” della recita finale!

359

Quest’anno abbiamo ripreso la storia dei tre porcellini che ai bam-bini era piaciuta tanto soprattutto per dare continuità al percorso di nar-razione e di matematica cominciato lo scorso anno. Una mattina abbia-mo riletto la storia dei porcellini e fatto trovare in classe la casa di car-tone dei porcellini (che avevamo smontato l’anno scorso). Per loro lacasina dei porcellini è diventata un angolo prezioso per giocarci, inven-tare, nascondersi, entrare ed uscire e accendere la miccia della fantasia.Come i porcellini anche noi abbiamo la nostra casa ma come possiamocostruirla? In quella dei porcellini ci si poteva entrare dentro a giocaree stava in piedi da sola. “Si può disegnare” suggeriva qualcuno, alloraabbiamo preso un foglio l’abbiamo disegnata e abbiamo provato a met-terlo in piedi ma non ci stava. Un bambino ha detto: “Ci mettiamo unfermocasa”. Fantastico! “Ma come lo facciamo?”. Qualcun altro hadetto: “Ma la casa dei porcellini è di cartone”. Abbiamo provato con unpezzo di cartone ma non stava in piedi, allora abbiamo contato le pare-ti della casa dei porcellini. Per costruire le nostre case avevamo a dispo-sizione un sacchetto di carta del pane, dei giornali e un cartoncino comebase, molti bimbi si sono alzati a provare a dare forma ad una casa cheriuscisse a stare in piedi da sola.

I MEZZANI RACCONTANO...

“Ci presentiamo: siamo ibambini della sezione Delfinipronti per cominciare unanuova avventura. Sfogliate illibro e leggete insieme a noiquesto meraviglioso viaggioattraverso la conoscenza.Non abbiate fretta prendeteviil tempo per imparare e go-dervi questa splendida espe-rienza di vita vissuta intensa-mente”.

ASCOLTAMI, TI RACCONTO UNA STORIALa casa dei tre porcellini

L’esperienza è cominciata quando abbiamo fatto portare a scuolauna scatola ad ogni bambino. Potevano sceglierla di qualsiasi colore eforma l’importante che fosse personalizzata.

360

UNA SCATOLA PER PENSARELaboratorio di matematica

Ne hanno portato di tutti i tipi

Lo scopo era quello di condividere l’esperienza scolastica con lefamiglie: portare a scuola un “pezzetto” di casa e portare a casa un“pezzetto” di scuola.

Per prima cosa dovevano portarci qualsiasi elemento che riguar-dasse l’autunno. È stato molto bello per noi scoprire ciò che avevanoportato ed in particolare sentirli raccontare di essere andati nel parcocon la mamma o addirittura con tutta la famiglia a raccogliere ifrutti o le foglie.

Finalmente qualcuno ci è riuscito:con il giornale ha fatto delle palli-ne di carta e le ha messe dentro alsacchetto per farlo stare in piedi.

Ecco le nostre case su quella deitre porcellini.

361

Ora tocca a me raccontare cosa c’è dentro la mia scatola.

Sono proprio contenta! Occhi che osservano, mani che scel-gono, classificano, dividono, piediche si muovono instancabili…cuore che gioisce e si diverte.

Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo clas-sificato tutto.

Il cartellone delle famiglie del-l’Autunno.

È stato un lavoro che ha entusiasmato molto i bambini che hannocollaborato e si sono coinvolti appassionandosi e attenti a quello chefacevano compresi quelli apparentemente più timidi.

Ma non è finita! Una mattina il maestroAlberto ha cominciato a pren-dere le scatole, le ha consegnate ognuna al suo proprietario e ha chiestoloro di osservarne bene la forma e il colore. Abbiamo osservato che unascatola stava sopra ad un’altra ma senza coprirla tutta, quindi quella sca-tola era più piccola. Abbiamo fatto tante prove e scoperto differenze.

“Ma che forma hanno secondo voi queste due scatole?” continua ilmaestro.

“La mia è quadrata” dice un bambino.“Perché è quadrata cosa vuol dire”?“Che sono tutti uguali” dice un altro bambino.“Cosa sono uguali”?Allora il bambino con il dito indica i lati di una

faccia quadrata della scatola.“Diciamo che ha i lati uguali però come facciamo a dirlo?”.Poi prende la scatola sotto con tutti gli animali e chiede: “E questa

che forma ha”?“Rettangolare” dice un altro bambino che probabilmente l’ha senti-

to dalla sorella più grande.“Ma perché rettangolare cosa vuol dire?”.Un altro bambino risponde: “Due lati uguali e due lati uguali (indi-

candoli col dito)”.“Ma come facciamo a dirlo?”.Allora il maestro Alberto prende un filo bianco e misura un lato

della faccia quadrata poi lo taglia e fa vedere ai bambini che il filo èlungo come gli altri tre lati quindi sono tutti uguali: è un quadrato.

Poi prende lo stesso filo e misura un lato del rettangolo ma il filonon basta allora ne prende un altro, lo misura, lo taglia poi fa la stessacosa con l’altro lato insomma ci sono due fili uguali e due fili uguali.Questa intuizione è stata occasione di continuare a lavorare sulleforme che il bambino vede e usa nella sua quotidianità soprattuttoper giocare come la casina di plastica semi-rigida che abbiamo a scuo-la che ha la porta e le finestre a forma di cilindro, parallelepipedi e pri-smi che si possono togliere e usare come cuscini. Abbiamo portato ibambini nell’aula multimediale (due piani sopra di noi alle medie), masono stati tutti quanti fermi e seduti in silenzio aspettando qualcosa dispeciale anche quando uscivamo per andare a prendere il materiale.Beh quei cuscini facevano proprio al caso nostro li abbiamo buttati inmezzo alla stanza e dopo averli fatti osservare abbiamo chiesto cheforma avessero: hanno cominciato a dire che quello era un quadrato.“Sì” dico “questa parte ma se lo giro”.

362

363

“È un altro quadrato”, rispondono.“E se lo giro ancora?”, ribatto.“Allora è un rettangolo” rispondono. Insomma alla fine quel cusci-

no aveva due quadrati e quattro rettangoli. Poi il maestro Alberto neltirare il cono nel mezzo lo ha fatto rotolare e loro lo hanno guardatostupiti. E gli altri cuscini?

Hanno provato ma gli altri non rotolavano.“L’altro cuscino rotolava di più perché bambini?”Un bimbo ha detto: “È rotondo”.“E perché questo cuscino non rotola? Vedete fa due giri poi si

ferma”.Un bimbo ha detto: “Quello ha le punte”. In realtà i cuscini hanno le

punte un po’ arrotondate ma credo siano riusciti ugualmente a capire.“Ma voi volete giocare con questi cuscini?Allora abbiamo preso un cartellone molto grande, le tempere, i pen-

nelli e ho cominciato a colorare di giallo una faccia del cuscino blu e ibambini a turno facevano lo stampo (per la gioia della bidella che dopoli doveva lavare tutti!).

Quanto impegnoe concentrazioneci vogliono!

... e quanta attenzionee meraviglia!

364

È stato bellissimo vedere i bambini all’opera e come ci tenevano afare la stampa, si sono proprio impegnati tanto perché hanno dovutoaspettare il proprio turno. Poi quando abbiamo colorato il cilindro ibambini lo hanno lanciato. “Ha lasciato la scia” ha detto un bimbo.

Infine, non contenti, li abbiamo provocati ancora: “Bambini vedetequeste sei forme gialle sul foglio appartengono allo stesso cuscino maquesta faccia è un quadrato e l’altra è un rettangolo, poi c’è un altroquadrato e così via allora come la possiamo chiamare?”. I bambinierano veramente sfiniti era stata un’ora molto intensa ma una bambinaha detto: “Beh è un quadrato-rettangolare!”. Bellissima osservazione,né solo l’uno, né solo l’altro, è un’altra cosa! Ma non è finita qui.

Il giorno seguente siamo andati tutti nel saloncino per cercare tra igiochi le forme: ogni bambino doveva cercare le forme e metterle nelmezzo della stanza. Avevano scelto giochi di tutti i tipi: costruzioni,libri, macchinine, piatti, padellini, palloni per saltare, ecc. Abbiamochiamato alcuni bambini per raccontarci che cosa avevano scelto, unoha scelto la macchinina perché va veloce, ha le ruote che sono rotonde,un altro ha scelto un libro perché è rettangolare. Molto interessante èstato un bambino che ha scelto la palla per saltare che ha provato a farrotolare e non rotolava.

“Perché non rotola secondo te” abbiamo chiesto.“Perché ha il manico” ha risposto.“Molto bene è vero, ma se lo lancio così?”.Il pallone rotolava e si era fermato dai bambini. “Vedi così rotola

perché?

365

“Perché il manico non tocca terra” risponde il bambino.“Bravo è proprio così vedete bambini se c’è il manico non può roto-

lare”.Un altro bambino prende un piatto e dice che è rotondo.“Bene allora prova a farlo rotolare”.Lo lancia e il piatto fa due giri poi si ferma. Allora prendo il cusci-

no-cilindro e glielo faccio lanciare poi gli rifaccio lanciare il piattino.Lui osserva che il cilindro rotola tanto e il piattino no.

“Perché?” gli chiedo.“Perché al piattino gli manca un pezzo”.Che intuizione in un bambino di 4 anni!.“È vero il piatto è più sottile del cilindro anche se rotondo rotola per

poco”.Dopo queste osservazioni siamo andati in sezione e il maestro

Alberto ha rovesciato sul nostro tappeto rosso la cesta delle costruzio-ni e quella della cucina, abbiamo preparato piattini con la tempera e deipennelli e abbiamo detto ai bambini:

“Ora bambini andate a caccia di forme, scegliete un gioco poi loimmergete nella tempera oppure lo colorate con il pennello poi fate lostampo sul foglio (sempre per la gioia della bidella che ha dovuto lava-re anche quelli!)”.

Veramente partire dall’esperienza è fondamentale e loro con queigiochi ci giocano sempre!

Di lì a poco tutti i bambini si sono alzati ed hanno cominciato adosservare i loro giochi come mai prima, sotto un altro punto di vista.

Non dovevanocostruire e neanchecucinare, ma aveva-no la possibilità diispezionare, imma-ginare, confrontare,sperimentare, prova-re e riprovare.

C’era un silenziomeraviglioso inter-rotto da un sottofon-do di padellini che si muovevano e bambini che camminando sposta-vano i giochi per cercare quello che più corrispondeva all’idea che ave-vano.

366

C’è chi prendeva il tegamino, colorava l’interno di rosso poi pro-vava a fare lo stampo ma non veniva allora ci riprovava e poi ci riusci-va. Un altro bambino aveva preso un piattino fondo e anche lui colora-va la parte fonda poi faceva lo stampo ma non veniva, allora guardavala bimba vicina che aveva fatto la stessa cosa poi però stava colorandoil contorno del piatto e lo stampo era venuto.

Ma quanto ha lavorato il pensiero!

Quando abbiamo verbalizzato i loro capolavori è stato impressio-nante scoprire che lo stampo della piattaforma delle costruzioni era unrettangolo grande con tutti i cerchi piccoli.

367

Per noi maestri è stata un’esperienza fantastica ed entusiasmante (sicu-ramente che non può dirsi finita) e molto impegnativa per tutti (bambini emaestri) perché si è visto proprio nei bambini la voglia di mettersi ingioco a provare e lo stupore e la gioia nel vedere ciò che riuscivano afare. Li abbiamo visti aperti ad accettare sfide apparentemente piùgrandi di loro. È così che è diventata un’avventura che ha tenuto desto innoi il desiderio di far sperimentare le forme ai bambini e di portarli più inlà attraverso una semplice scatola: UNA SCATOLA PER PENSARE.

UNA DELLE FESTE PIÙ GRANDI: IL NATALE

Vi ricordate la casina dei tre porcellini?È diventata la capanna di Gesù: meravigliosa Presenza.

È arrivato Babbo Natale!

368

Dopo aver costruito la casa dei porcellini, la nostra casa e dopo averparlato delle famiglie dell’autunno, della famiglia di Gesù, è arrivato iltempo di parlare della nostra storia: di raccontarci. Il raccontarsi per-mette ai bambini di svelarsi e aprirsi agli altri e prendere sempre piùcoscienza di essere parte di una storia di essere desiderato e amatoanche da Colui che ci ha creati. Per questo il nostro desiderio di farliraccontare è partito dal voler metterci in gioco prima noi maestri rac-contando la nostra storia attraverso un album di foto confrontandolacon quella di Gesù che è stato bambino come noi. I loro occhi eranocosì attenti e il loro corpo fermo a guardare che nessuno si è mosso.Sono stati più di un’ora ad ascoltarci con una domanda silenziosa chechiedeva di non fermarsi perché volevano sapere chi siamo e di chisiamo noi. Poi è toccato a loro raccontare attraverso le foto che aveva-no portato dentro la loro scatola.

Coraggio, raccontami perché la tua storia è preziosa per me, fammientrare nel tuo mondo perché io ti faccia scoprire anche il mio e tupossa camminare certo di chi seguire senza paura di essere solo ma gui-dato da chi ti vuole bene.

RACCONTAMI... LA TUA STORIA È PREZIOSA PER MEL’angolo della memoria

Ora comincia…Fidati eAffidati.

369

Ora il viaggio attraverso le nostre storie è finito per il momento manon concluso, continuerà il prossimo anno perché abbiamo bisogno diconoscerci sempre di più per avere sempre più consapevolezza di sape-re a chi apparteniamo.

LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ

Giochiamo a lanciarci le palline vince chi ne ha di meno.

LABORATORIO DI TEATRO

Come siamo belli!Giochiamo a far finta di…

CARNEVALE

Ci siamo proprio tutti siamo noi i bimbi dei Delfini, dopo un annovissuto così intensamente ci meritiamo un po’ di riposo. BUONEVACANZE!

370

I GRANDI RACCONTANO...MAESTRA, TI REGALO IL MIO LIBRO

Quest’anno, in ogni sezione si è attivato l’angolo della lettura dellibro donato da ogni bambino agli amici e alle maestre.

Quest’esperienza, soprattutto per i bambini di cinque anni ha pun-tato ad educare all’ascolto e a scoprire in ogni storia un messaggio perciascuno con una forte ricaduta nella crescita del lessico, della com-prensione e del piacere di ascoltare per comprendere.

E pian piano è cresciuta la voglia di scoprire di sé, di raccontare disé…

IL LANCIO DELL’ESPERIENZA

“UN LIBRO… PER AMICO”

Siediti adesso, stammi vicino,tra le braccia di mamma piano, pianinoprendimi in mano solo un pochino

sono il tuo libro…sfogliami tu!

“ C’era una volta…”questa è la mia canzone

fatta di parole, immagini ed emozione.Solo qui potrai incontrare

fanciulli, principi e fatati castelliper colorare i tuoi giorni più belli!

E se un orco ti farà spaventosoffia forte se ne andrà con il vento!Gira le pagine, stai a guardare

c’è il tuo sogno che si può avverare:un dolce bambino dallo sguardo in fioreche racconta ciò per cui batte il suo cuore!

371

UNA FIABA CHE HAMOSSO IL CUORE:

IL BRUTTO ANATROCCOLO

Questa mattina, dentro al nostro angolo della narrazione, abbiamoproposto ai bambini l’ascolto della fiaba della tradizione “Il brutto ana-troccolo”… subito è stato silenzio, occhi sgranati, luci soffusi e picco-le mani vicine…

Il testo che abbiamo utilizzato è “Il brutto anatroccolo” della edi-zione Fatatrac, parole chiare e semplici, una narrazione che si fa imma-gine all’ascolto, e disegni colorati e ricchi che sono le carte di un gran-de puzzle che al termine crea un bellissimo quadro della storia com-pleta! È possibile molto bene individuare i personaggi, un prima, unadesso ed un dopo ed il lieto fine conclusivo…

Mentre la voce della maestra introduceva i bambini dentro l’avven-tura della storia dagli sguardi dei nostri piccoli capivamo che pianpiano lasciavano l’aula ed il tempo della scuola per entrare nello spa-zio senza tempo dell’avventura allo stagno dove tra le canne di bambùmamma anatra stava covando le sue uova ed aspettava impaziente lanascita dei suoi anatroccoli – lo schiudersi delle uova, maestra! – ... ementre le parole correvano ed iniziavano le prime disavventure delbrutto anatroccolo, i visi dei bambini si facevano seri, gli occhi erano

372

preoccupati e dispiaciuti, ci sembrava di vedere i cuori sospesi inattesa di parole felici che annunciassero il tanto atteso lieto fine…nessuno ha interrotto la lettura, ma si sentiva quell’accoglienza, quellasolidarietà nei confronti del piccolo pennuto, quasi a volerlo difendereloro stessi da tanti soprusi.

Quando al termine della storia la luce si è riaccesa i bambini nonvedevano l’ora di raccontare e parlare, forse per liberare i loro cuori datanta preoccupazione… così con il filo rosso abbiamo iniziato a rac-contare e a seguire gli avvenimenti che pian piano si coloravano di tanticommenti personali, dei sentimenti che la storia aveva fatto fiorire…“la mamma anatra voleva bene al suo anatroccolo come voleva beneagli altri foglioletti e non vedeva che era brutto perché una mammavuole bene sempre e lo stesso!”. “Anche se la mamma vede che il suoanatroccolo è brutto per lei è sempre bello, perché è il suo bambino,Gesù gliel’ha dato così!”… e in un attimo eravamo fuori dalla storia,o forse ancora dentro ma in uno spazio speciale dove i bambini hannoiniziato a parlare di loro… ecco allora il paragone del brutto anatroc-colo con gli amici nuovi arrivati in sezione proprio quest’anno, “senessuno avesse giocato con loro sarebbero stati molto tristi!”, “l’ana-troccolo era triste perché nessuno voleva giocare con lui, si sentivasolo”, “nessuno lo accoglieva”…“Quella nostalgia nel cuore l’ha messa Gesù, perché l’anatrocco-

lo così va a cercare un posto migliore dove vivere, crescere, dove cer-care qualcuno che vuole giocare con lui! Qualcuno che gli vuolebene!”… Quanta tenerezza negli occhi dei bambini e quanta felicitàquando al termine del racconto fatto dai bambini loro da seduti in cer-chi si sono alzati in piedi ed hanno applaudito… forse il brutto anatroc-colo divenuto cigno, forse il bene che loro hanno provato per lui, forsehanno applaudito loro stessi per il coraggio di arrivare in fondo alleparole della storia per potere ricevere in dono il tanto atteso lieto fine!

… Di certo oggi i nostri bambini hanno percorso una strada fatta disguardi, parole, fiducia che li ha portati a crescere nella mente e nelcuore dentro ad uno spazio privilegiato quello dell’abbraccio dei com-pagni, della magia che solo la fiaba ha il potere di creare sotto la guidainvisibile e preziosa delle maestre.

373

L’ANGOLO DELLA NARRAZIONE

LA VALIGIA... NARRA UN PEZZETTO

Nella nostra aula non c’è un angolo predisposto alla narrazione,non c’è abbastanza spazio, ma non per questo le nostre esperienze dinarrazione sono meno entusiasmanti... nella nostra aula si crea uno spa-zio speciale per le parole e l’ascolto ogni volta che siamo pronti ad unanuova esperienza... Da quando eravamo Api piccole abbiamo un ritua-le che suggerisce ai bambini che... “oggi c’è qualcosa di speciale daraccontare!”:... dopo il gioco delle presenze, la merenda, la preghierae tutti i saluti del mattino una maestra accompagna i bambini in bagnoe l’altra rimane a preparare lo “spazio dei racconti”... Tutte le sedievengono sistemate in un grande cerchio, intorno al tappeto blu, si spen-gono le luci e si lascia spazio ad una lampada che crea una luce soffu-sa e che punta dritta alla storia che racconteremo… Anche le maestresono nel cerchio insieme ai bambini, tutti ci vediamo tutti siamo vicinie tutti siamo sul filo rosso della storia che sta per iniziare!…

“L’identità è nel tempo, nella storia,nelle storie e nell’incrocio di storie;è coscienza autobiografica che per costruirsiha bisogno di narrazioni sperimentate,ricevute, condivise!”. Marco Dallari

3 novembre 2011

Questa mattina noi maestre eravamo eccitate tanto quanto i nostribambini che sono arrivati a scuola col sorriso sul volto e con le manipiene della loro valigia.

Sì, eccitate e curiose di scoprire insieme a loro quale pezzetto distoria avevano deciso di condividere con gli amici nello spazio dellascuola. Ad ogni arrivo una gioia speciale ed una nuova, originale ecolorata valigia prendeva posto sulla mensola della sezione perché tuttipotessero ammirarla e perché in ognuno crescesse la voglia di svelarequel segreto così… unico! Quanto lavoro hanno fatto i nostri bambinicon le loro mamme, quanta cura in quelle grandi, piccole creazioni...cosa si saranno detti mentre erano impegnati ad incollare, tagliare, sce-gliere le stoffe, le carte, gli adesivi? Come avranno scelto gli oggetti dainfilare in valigia?... tra poco scopriremo tutto meno quel pizzico dimagia che è solo dei bambini e delle loro mamme!

374

…Finalmente, dopo la merenda del mattino, il gioco delle presenze, il

bagno e la preghiera ci siamo seduti nel nostro grande cerchio e comeper magia è stato silenzio, un silenzio di occhi spalancati e di bocchesorridenti, un silenzio che ha lasciato il posto ad esclamazioni di gioiaquando tutti insieme abbiamo spalancato la valigia ed abbiamo offertoagli amici ciò che abbiamo scelto della nostra storia. Abbiamo presen-tato uno ad uno tutti gli oggetti e chiesto ai bambini chi di loro volesseraccontare di sé… Tante mani alzate, tanti “Io! Io! Io!” così con pazien-za abbiamo lasciato spazio al nostro personalissimo “C’era unavolta...”.

Tanti giochi, oggetti speciali, bambole che si sono tramandate dimamma in figlia sul filo speciale dell’affetto, gioielli di plastica eppu-re più preziosi dei diamanti, costumi per i tuffi più acrobatici e micro-scopiche macchinine rosse che agli occhi dei più possono sembraresemplici giocattoli che hanno viaggiato ogni giorno da scuola a casaperché era tanto difficile stare lontani.

375

E poi ancora: vestiti e ricordi che appartengono ai bambini e chefanno parte della loro personalissima storia ed occupano un posto spe-ciale nei loro cuori…tutti i bambini hanno desiderato raccontare unpezzetto della loro storia, anche i più timidi sono riusciti ad aprirsi conil sostegno e l’incoraggiamento delle maestre vicino…nessuno è rima-sto in silenzio!

Tutti hanno raccontato ed è stato meraviglioso notare l’interesse deibambini alle storie degli amici…storie che sono diventate partecipate,si sono arricchite di domande e sono divenute condivise!

Sì è creato così un unico filo fatto di tutti gli intrecci delle storie deibambini, tante esperienze si sono incontrate così come si sono incon-trati il passato ed il presente, le cose nuove e quelle vecchie con il desi-derio di rispondere alla domanda che ognuno porta nel cuore: chi sonoio? Chi sei tu?

376

UN ANGOLO… PER RICORDARE

CHI SONO IO?

C’era una volta che io non c’ero…

A quel punto abbiamo pensato a come costruire e vivere insieme ainostri bambini l’angolo della memoria, la loro memoria.

Desideravamo che i nostri bambini incontrassero e conoscesse-ro la loro storia unica e personale. Come aiutarli a capire che ancoraprima che loro nascessero i loro nonni, i loro genitori stavano creando“uno spazio” per accoglierli, li stavano aspettando?

Come aiutarli a comprendere che la loro storia così speciale è ini-ziata ancora prima di loro, quando ancora loro non c’erano, ma che sitratta comunque della loro storia, quella della loro famiglia? Che si trat-ta delle loro radici e che come tali sono preziose per andare lontano tantolontano nel futuro? Che c’è Qualcuno che ci ha voluti, che abbracciatutta la nostra vita ed ha pensato per noi ad un destino buono?

Ciò che desideriamo, ogni giorno, per tutti i nostri bambini è rispon-dere alla loro domanda di sapere di chi sono, a far sì che possano sen-tire di appartenere alla loro famiglia, sentire di avere una storia unica especiale! Desideriamo per i nostri bambini l’incontro con Gesù, comeColui che ha voluto per noi proprio quella storia lì, che possa nascere inloro il desiderio di stargli vicino, di pregarlo e di ringraziarlo!

377

ESPERIENZE

Per questo siamo partiti dalla storia di Gesù, dopo il Natale, dopola sua nascita e abbiamo accompagnato i bambini a scoprire la storia diGesù, bambino come tutti i bambini che vive e cresce nella sua fami-glia, nel suo villaggio a Nazaret… di cosa si occupa la sua mamma,Maria, e il suo papà, Giuseppe.

La lettura della fiaba il “Il gigante egoista” di Oscar Wilde, un clas-sico per la letteratura per l’infanzia, un racconto ricco di profondità ebellezza ci ha guidati a scoprire come l’incontro con l’ Amore di unBambino sia stato capace di sciogliere anche il gelo più intenso. Unastoria in cui si sono intrecciati i fili di un Incontro Speciale, di unAmore unico e dell’importanza dell’esperienza del dono e che ha per-messo ai bambini di vivere da protagonisti questa avventura grazieall’aiuto del laboratorio teatrale, uno spazio gioioso in cui, guidati daRoberto Fabbri, hanno potuto vivere esperienze comunicative, affetti-ve, relazionali ed espressive…

378

Ed ora sta a voi… raccontare!

E nella tua famiglia, la mamma che cosa fa? E il tuo papà? I tuoinonni chi sono? che cosa ti raccontano di particolare sulla vostrafamiglia?...

Abbiamo chiesto, così, l’aiuto dei nonni e dei genitori perché ciportassero nella “valigia dei ricordi” gli oggetti che caratterizzano laloro storia, delle fotografie significative che stimolassero,poi, a rac-contare e a fare esperienza di una storia unica, preziosa, iniziata tantotempo prima del loro arrivo.I bambini, dai racconti ascoltati hanno capito che per loro c’era

un posto speciale… tutti li aspettavano per donargli il loro amore…quando ancora non c’erano!

E poi naturalmente tutte le domande, le osservazioni e quel giocosapiente di crescita in gruppo che i bambini sanno fare così bene, gui-dati da noi maestre, ci ha portati là, dove i loro cuori e le loro mentiavevano desiderio di raccontarsi e di conoscere, per crescere ricono-scendosi dentro la storia più bella quella che ci è stata donata, quelladella nostra famiglia.

E per introdurci alla nostra storia personale…

… è venuta a trovarci la maestra Emanuela che con la sua valigiapiena di tesori ci ha guidato alla scoperta della storia della sua fami-glia… Il suo nonno era il mugnaio di Macerone…

379

C’era una volta che io non c’ero

C’era una volta che io non c’eroNon era falso, non era vero,non era bianco, non era nero,

C’era una volta che io non c’ero.C’era una volta una donna pazienteChe prese un seme e gentilmenteLo covò in pancia tranquillamente,c’era una volta una donna paziente.C’era una volta una donna bravaChe aveva il latte e me lo dava,che aveva i baci e mi baciava,

c’era una volta una donna brava.C’era una volta una donna di dono,

una persona dal nome buono,nome dal dolce pacifico suono:

c’era una volta che adesso ci sono!

Roberto Piumini

380

TUTTI INSIEME A RACCOGLIERE LE OLIVE!

UN’ESPERIENZA DI MATEMATICA DENTRO L’AUTUNNO

Sono trascorsi pochissimi giorni da quando i bambini della scuolainsieme ai loro maestri sono andati alla fattoria didattica “La Quiete delRio” per fare in compagnia degli amici, dentro la natura, una entusia-smante esperienza d’autunno: la raccolta delle olive!

La giornata ha visto tutti i bambini diventare piccoli contadini edaiutare Marco, il fattore, ad occuparsi di tanti lavori indispensabili inuna fattoria… preparare il mangiare per le galline, accudire e sfamaretutti gli animali, raccogliere i cachi e le olive, appunto!

I bambini muniti di apposito rastrello son pronti per laraccolta delle olive

... una volta tornati a scuola, stanchi ma felici e ricchi di tante cose daraccontare, ci siamo accorte che per i bambini delle Api questa esperien-za è stata lo stimolo per risvegliare nei bambini osservazioni, confronti,paragoni, classificazioni e verifiche dal sapore tutto... matematico!

381

Così abbiamo riordinato tutto l’entusiasmo dei bambini e lo abbia-mo proposto sotto forma di esperienza in cui i numeri e le forme sonostati protagonisti... “i numeri sono parole che servono!” ci ha detto ladottoressa Manara e per i nostri bambini è stato proprio così... “con-tiamo tutte le olive?” del grande ramo d’ulivo che il fattore ci ha rega-lato... ogni bambino ha raccolto 3 olive… “sono cicciotte, sono allun-gate”, che poi abbiamo contato tutte insieme mettendole su di unalunga fila… poi è stato il momento di “raccogliere” dalla grande cas-setta i cachi,… “sono più grandi delle olive, sono rotondi” 3 per ognibambino e metterli su di una lunga fila proprio accanto a quella delleolive... e qui si sono scatenate tante acute osservazioni: “i cachi e leolive di numero sono gli stessi! I cachi sembrano di più solo perchésono più grossi, le olive invece sono piccoline”… “le olive occupanomeno spazio, i cachi sono più grossi, occupano più spazio per que-sto la fila sembra più lunga… ma non è così!”.

Bambini impegnati nella raccolta delle olive

382

Poi dopo avere “rotto le file” ogni bambino ha iniziato a giocarecon i suoi cachi e le sue olive… spontaneamente hanno iniziato a farlirotolare ed anche qui è stato bellissimo ascoltarli perché con grandeserietà hanno raccontato di forme che rotolano… “i cachi sono roton-di e rotolano sempre…!”, “le olive non sono proprio rotonde e roto-lano solo se le teniamo – così – ma se le mettiamo – in piedi – dovehanno – le punte – non possono rotolare”, così abbiamo scoperto chele olive non sono rotonde e che… “somigliano ad un limone o ad unuovo, ad una palla da rugby!”.

Ed ancora: “le olive non possono rotolare perché se le mettiamostese rotolano, se le mettiamo sulla punta non rotolano!”.

Insomma questi giochi matematici così divertenti per i bambini lihanno portati a fare scoperte precise ed entusiasmanti che siamo certetratterranno nella loro mente perché le hanno fatte in prima persona,dentro la realtà accanto agli amici, guidati dai maestri.

Osservarli è stato per noi motivo di gioia: la curiosità racchiusadentro ad ogni cuore li ha portati a fare grandi scoperte in compagniadi adulti che li hanno guidati in quel gioco di domande ed osservazio-ni a guardare... un po’ più in là!

383

I bambini guardano soddisfatti il loro raccolto!

LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ

Abbiamo imparato a giocare insieme e a capire che non sempre sipuò vincere!

Il nostro corpo è uno scrigno meraviglioso e quando lo usiamo beneci permette di fare grandi conquiste e di muoverci correttamente. Passodopo passo, salto dopo salto abbiamo conquistato la grandezza!

384

LABORATORIO TEATRALE

Abbiamo vissuto grandi emozioni ma più bello è stato trasformar-ci, travestrirci, inventare, sognare dentro la certezza di una storia diamicizia dove un grande gigante ha scoperto di avere un amico che nonnlo avrebbe mai abbandonato: Gesù!

385

PROGETTO DI CONTINUITÀ 2011-2012“Se cercavi una stella... Eccoti il cielo”

Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria rappre-senta per il bambino un momento delicato attorno al quale si concen-trano fantasie, domande e timori. Entrare in un nuovo ordine di scuolasignifica cambiare il gruppo di amici, uscire dalle sicurezze affettivecostruite alla scuola dell’infanzia, incontrare nuove regole e responsa-bilità ma è anche un passaggio accompagnato da curiosità, entusiasmoper il nuovo, desiderio di scoperta, speranza,…

Il progetto di continuità è occasione per scoprire i nuovi spazi chei bambini di 5 anni abiteranno dal prossimo anno scolastico e nasce daldesiderio di rispondere alle tante emozioni e curiosità che i bambininutrono per i cambiamenti che li aspettano.

La proposta del progetto coinvolge i bambini di 5 anni d’età dellascuola dell’infanzia e i bambini delle classi Quinte della scuola primaria.

I vari appuntamenti che si sono succeduti nel corso dell’anno sco-lastico hanno consentito ai bambini di scoprire che con l’ingresso allascuola primaria si proseguiranno, amplieranno e cresceranno compe-tenze, abilità e conoscenze che hanno iniziato ad acquisire alla scuoladell’infanzia attraverso l’esplorazione di un ambiente scolastico anco-ra sconosciuto e la compagnia rassicurante dei bambini delle classiQuinte che li hanno accolti e accompagnati nel percorso proposto coni loro racconti, ricordi, quaderni, materiali, giochi di gruppo svelandoil fascino dell’avventura che sta per iniziare.

Il ricordo dei bambini di Quinta riguardo il loro arrivo alla scuolaprimaria, la lettura di fiabe e il racconto di storie per lanciare giochi digruppo hanno consentito di vivere un’esperienza di dono che nutre ilcuore e la mente perché hanno creato una circolarità di emozioni cheliberano e muovono i pensieri.

Si sono svolti incontri anche con le famiglie affinché i genitorisiano un valido e cosciente supporto per i loro figli con momenti diriflessione, ascolto e condivisione di aspettative e ansie che accompa-gnano il passaggio da un ordine di scuola all’altro.

Il progetto di continuità coinvolge bambini, genitori e insegnantiperché crescere è un’avventura a volte faticosa ma è un meravigliosoviaggio che si compie in compagnia per vivere esperienze ricche disenso.

I bambini della classe 5ª mostrano i loro primi quaderni usatialla scuola primaria

I bambini costruiscono forme geometriche dopo averle cerca-te al parco... la matematica è dappertutto!

388

LA SFILATA DELLE SEZIONI

I PICCOLI

I MEZZANI

389

I GRANDI

Gli insegnanti:

Sezione dei piccoli:Argenta Alessandra

Onofri Daniela

Sezione dei mezzani:Braschi AlbertoBaldacci Cinzia

Sezione dei grandi:Cangini Erika

Alessandri Elisa