Scuola dellDinfanzia · 2014. 6. 4. · 2. perché guardare il cielo? Perché tutto sopra di noi è...
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Scuola dell’infanzia
TURRI
a.s. 2006/ 2007
pRogeTTo
“gUaRdIamo Il cIelo”
Comune di Scandicci
Questa pubblicazione racchiude un grande “gioiello” che testimonia come le no-stre scuole dell'infanzia continuino ad essere interessanti laboratori di sperimenta-zione didattica conosciuti a livello nazionale.
È possibile “fare scienza” con i bambini?Questa esperienza, che con mio grande orgoglio è stata condotta dalle educa-
trici del Comune di Scandicci, dimostra come la formazione del pensiero scienti-fico affonda le proprie radici nella curiosità dei bambini.
Chi avrà il piacere di leggere questo lavoro si accorgerà di come sia stato svi-luppato nei nostri “piccoli scienziati” il piacere all'osservazione del mondo circo-stante, alla scoperta e enunciazione del “perché”, fino alla risoluzione del problema.
La professionalità delle nostre educatrici ha fatto sì che questo piacere si sia svi-luppato attraverso il gioco, l'esplorazione, la manipolazione, l'osservazione, ...,nonché attraverso una precisa scelta organizzativa: l'”intergruppo”. Ciò ha consen-tito ai bambini di incontrare compagni di età diverse, agevolando il processo di con-tinuità anche attraverso la conoscenza di tutto il corpo docente ed ausiliario.
La validità di questa proposta didattica è ulteriormente dimostrata dalla sceltadi coinvolgere anche i genitori, che insieme ai loro piccoli hanno giocato alla “sco-perta del cielo”, diventando pertanto parti attive del progetto con la costruzione fi-nale di una mongolfiera realmente funzionante.
Questa pubblicazione è un grande contributo per chi si occupa di educazione, enon solo: dimostra come i nostri bambini sono perfettamente in grado di osservare,descrivere, comprendere fenomeni scientifici, partendo naturalmente da validi pro-getti educativi volti a sviluppare la nascita e lo sviluppo del pensiero scientifico stesso.
Per l'Amministrazione Comunale, che da sempre sostiene e segue con attenzionei propri servizi all'infanzia, è una ulteriore dimostrazione dell'importanza di inve-stire nella “qualità” della scuola.
Mercedes TamburinAssessore alla Pubblica Istruzione
Indice
prima parte
1. Introduzione e motivazioni, di D. Sgobino pag. 7
2. Perché guardare il cielo, di D. Becherini pag. 13
3. I laboratori del progetto pag. 15
3.1 Primo ciclo: Laboratorio “Arcobaleno”, di C. Taddei pag. 15
3.2 Secondo ciclo: Laboratorio “Lo spettrome tro”, di C. Taddei pag. 17
3.3 Primo ciclo: Laboratorio “Le stelle”, di S. Barbetti pag. 20
3.4 Secondo ciclo: Laboratorio “Le Costellazioni”, di S. Barbetti pag. 22
3.5 Primo ciclo: Laboratorio “Il cielo di giorno e di notte”, di P. Masotti pag. 26
3.6 Secondo ciclo: Laboratorio “I colori del cielo”, di P. Masotti pag. 27
3.7 Primo ciclo: Laboratorio “Osserviamo il sole”, di M. Mazzi pag. 29
3.8 Secondo ciclo: Laboratorio “A cosa serve il Sole?”, di M. Mazzi pag. 31
3.9 Primo ciclo: Laboratorio “Luci ed ombre”, di K. Vaiani pag. 33
3.10 Secondo ciclo: Laboratorio “Le ombre colorate”, di K. Vaiani pag. 36
3.11 Primo ciclo: Laboratorio “L’aria”, di C. Petrini pag. 39
3.12 Secondo ciclo: Laboratorio “L’aria e la sua resistenza”, di C. Petrini pag. 41
4. La documentazione, di D. Sgobino pag. 43
5. Il coinvolgimento dei genitori, di K. Vaiani pag. 49
7. La festa di fine anno, di G. Salvestrini pag. 57
6. Giocare con la scienza……con mamma e papà, di L. Albanese pag. 60
8. Verifica e valutazione del progetto, di F. Migliorini pag. 63
Bibliografia pag. 69
Sitografia pag. 71
Seconda parte
Conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti durante l’attività di intergruppo pag. 73
1. Introduzione e motivazioni
Tutta l’esperienza vuole essere l’occasione per riflettere sui tanti aspetti dell’at-tività educativa ed in particolare sul “fare scienza”, con i bambini della scuola del-l’infanzia. Fare scienza nel senso dell’imparare a chiedersi il perché delle cose,deifenomeni che ci circondano, con occhio attento e voglia di scoprire.
Per poter meglio comprendere la scelta di questo progetto, ci siamo poste delledomande alle quali tentiamo di dare una spiegazione.
1.1. Quali i presupposti metodologici?
I criteri per la realizzazione di attività di tipo scientifico, traggono la loro ori-gine da una consolidata formazione del personale, datata ormai 1981, ma continua-mente rivista e contestualizzata, in cui il principio ispiratore, ancora oggi più chemai valido, é l’attenzione ai bambini, alle loro conoscenze già acquisite, alla sti-molazione della loro curiosità come molla del sapere, alla scoperta d’intuizioniscientifiche già di fatto presenti nei bambini e non utilizzate, allo spazio da darealle loro parole che diventano confronto d’idee ed accettazione di punti di vista di-versi, alla problematizzazione di fatti e situazioni, all’invito ad una ricerca indivi-duale e collettiva di soluzioni creative dei problemi stessi. La scommessa, a nostroparere vincente, è quella di condividere con le colleghe di nuovissima generazionequeste conoscenze, per analizzarne ogni aspetto e concordarne modalità d’applica-zione, nonché verifiche ed aggiustamenti.
1.2. perché la scelta di fare attività di tipo scientifico?
L’introduzione al progetto in parte già lo spiega e tale scelta si motiva nella ne-cessità di ampliare il significato di “educazione scientifica”, com’è possibile no-
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tare dalla tipologia delle attività proposte, fino all’accezione di “educazione alla ra-zionalità” con una reale attenzione ai processi d’apprendimento.
Le varie esperienze sorprendono ed interessano i bambini perché consuete mamai vissute con consapevolezza. Significano la possibilità di sviluppare le propriecapacità cognitive attraverso l’acquisizione di concetti ai quali legare la propriaesperienza quotidiana (parliamo del comportamento d’alcuni fenomeni, degli og-getti in particolari situazioni, come pure la capacità di risolvere problemi ecc…).
Questo tipo d’attività scientifica niente toglie all’osservazione dell’ambiente cir-costante, alle classificazioni ed alle attività varie che ne scaturiscono, ma vuole com-piere un passo in avanti, vuole cioè arrivare a fornire ai bambini gli strumenti per“capire” il mondo che li circonda, attraverso il fare domande e soprattutto il tentaredi trovare, attraverso prove ed aggiustamenti, una risposta ragionevole.
Le esperienze coinvolgono anche gli altri campi esperenziali proprio per agevo-lare lo sviluppo armonico di tutte le potenzialità dei bambini e quindi, per gli aspettirelativi alla corporeità, fanno parte delle esperienze i giochi sulla percezione dellospazio, per la coordinazione motoria, la manipolazione di materiali vari, l’espressi-vità mimica ma anche grafico-pittorica. Per gli aspetti linguistici si realizzano giochiper l’ acquisizione di termini nuovi e corretti ma anche l’uso del linguaggio finaliz-zato alla socializzazione e alla trasmissione d’idee, pareri e conoscenze. Le abilitàdi tipo pre-matematico si sviluppano attraverso le misurazioni, i confronti di quan-tità, di peso, la ricerca di codici per la registrazione di dati ecc.
L’aspetto socializzante invece è trasversale ad ogni iniziativa, dove si chiede diraccontare, di cimentarsi in previsioni, di confrontare pareri ed opinioni diversedalle proprie, di aiutarsi vicendevolmente nell’uso di materiali e tecniche espres-sive, nonché nello stare semplicemente ma allegramente vicini, aspettando il turnoper intervenire o per lavorare.
1.3. perché gli intergruppi ?
Abbiamo deciso di organizzare un’attività d’intersezione o, come la chiamiamonoi d’intergruppo, per offrire occasioni di relazione giocosa diversa dalle dinamichedella sezione, per permettere a tutti i bambini di uscire dalla propria realtà ed in-contrare compagni d’età diverse, in situazioni stimolanti ed emotivamente coinvol-genti per imparare cose nuove. D’altra parte i bambini più piccoli hanno spessomeno inibizioni dei grandicelli nel tentare di mettersi in gioco ed offrono soluzionia volte estremamente pertinenti.
Programmiamo l’inizio dell’attività di intergruppo a partire dal mese di gennaio,proprio per consentire un miglior ambientamento dei bambini nuovi, e soprattuttodei bambini della sezione di nido. Il primo periodo richiede in alcuni casi maggioriattenzioni e qualche coccola in più, soprattutto per i bambini più piccoli, quelli didue anni, che frequentano per la prima volta la nostra scuola; appena è trascorso unpo’ di tempo però, notiamo quanta ricchezza di relazioni si va manifestando fra i
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bambini; osserviamo i più grandi, che fanno a gara a chi si prende cura degli altri,ed i più piccoli che si affidano alle loro manine per spostarsi o per sedersi ad ascol-tare, o addirittura per ricevere consigli ed aiuto nella realizzazione degli elaborati.
Questa disponibilità al dialogo fra bambini delle varie sezioni è verificabile anchein altri momenti della giornata, nelle routines, nelle attività o nel gioco spontaneo epermette la costruzione di relazioni simmetriche ed asimmetriche tali da arricchirenotevolmente le competenze socio linguistiche.
Un ulteriore aspetto, assolutamente non meno importante, che motiva la sceltadell’attività d’intergruppo, riguarda la continuità orizzontale e cioè quella delicatafase in cui un bambino, concluso l’anno scolastico, si trova ad essere inserito in ungruppo diverso, anche solo in parte, dal precedente, dove incontrerà nuovi com-pagni e insegnanti.
L’attività degli intergruppi infatti, oltre a permettere la conoscenza e l’affiata-mento fra bambini di diversa sezione, consente anche la conoscenza di tutti gliambienti e gli adulti educatori presenti nella scuola ed ai quali i bambini stessi sirapportano in modo del tutto spontaneo, nelle più varie situazioni di necessità,tanto da poter dire che ogni bambino “è” in qualche modo “ anche un po’ dellealtre maestre”.
Succede a volte che un bambino che non ha notato un’insegnante, all’improv-viso decida di “adottarla”, proprio in seguito al lavoro condiviso che crea occasioniimportanti dal punto di vista affettivo. Nascono così e si moltiplicano le possibilitàdi scambio di dialoghi, cure, momenti affettuosi fra bambini e adulti non necessa-riamente della stessa sezione.
Questa maggiore disponibilità dei bambini ad affidarsi alle diverse insegnanti epiù in generale a tutti gli adulti della scuola, questa maggior conoscenza dell’am-biente, agevola in maniera sensibile l’ambientamento dei bambini nelle sezioni delnuovo anno.
1.4. le ragioni del progetto.
Nel curriculum educativo della scuola dell’infanzia l’educazione scientifica èintesa spesso come osservazione dell’ambiente naturale circostante e classificazionein classi, famiglie e specie d’animali, vegetali e quant’altro si riesce a trovare at-torno a noi.
Si tende a valorizzare l’aspetto classificatorio e linguistico rispetto a quello spe-rimentale e cognitivo dove il procedere per tentativi e correzioni induce alla curio-sità, al ragionamento, alla formulazione d’ipotesi, al confronto di pareri per attivareprocessi individuali e collettivi di conoscenza.
Il progetto “Guardiamo il cielo” vuole proporsi come un’opportunità per com-piere esperienze semplici, di tipo scientifico, che partendo dalle conoscenze tacitedei bambini (acquisite spontaneamente nelle più disparate occasioni della vita quo-tidiana), li porti a ragionare intorno all’elemento “cielo”, spesso trascurato nel cur-
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riculum didattico. Un ulteriore importante obiettivo è la scelta di favorire lo sviluppo di relazioni
asimmetriche fra bambini e la conoscenza di tutto il corpo docente ed ausiliario,per una migliore socializzazione fra pari e per agevolare il processo di continuitàorizzontale.
1.5. obiettivi specifici:
Il progetto vuole fornire ai bambini l’occasione per: a) compiere esperienze sensoriali interessanti ed inconsuete. b) osservare il cielo, con le insegnanti e con i genitori, di giorno e di sera. c) ragionare su semplici fenomeni. d) fare previsioni. e) tentare di trovare soluzioni creative a problemi come ad esempio: “ doveva il
sole di sera?”, “cos’è l’ombra e come si forma?”, “perché il cielo è azzurro?”.La proposta didattica intende coinvolgere anche i genitori della scuola per col-
laborare con le insegnanti all’osservazione, insieme ai bambini, del cielo, e per co-struire attraverso un laboratorio, una mongolfiera da far partire in occasione dellaFesta della Primavera, la festa conclusiva dell’anno scolastico.
Daniela Sgobino
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2. perché guardare il cielo?
Perché tutto sopra di noi è cielo. Perché il cielo è gratuito, disponibile a tutti sempre, anche nei luoghi e nei mo-
menti più tragici della vita umana. Perché il cielo ci insegna lo scorrere del tempo e ci parla del passato. Perché scoprire il cielo ci permette di creare un rapporto diretto con la natura
che può condurci ad imparare a vedere, regalandoci consapevolezze ed emozioniche soltanto le grandi imprese permettono.
Perché spesso lo guardiamo senza vederlo.
Arrivare a vedere il cielo è un cammino che richiede fiducia nei nostri occhi enelle nostre emozioni. Richiede di accantonare le verità scientifiche imparate sullacarta, accettando che sia il sole a tramontare, la luna a scomparire e le stelle a muo-versi intorno.
È necessario cominciare a guardare il cielo liberi, come se lo vedessimo per laprima volta, perché la meraviglia alimenti sempre di più la nostra voglia di scopriree la nostra gioia nell’osservare, perché sia mantenuta viva quest’innata propensionedell’uomo a fare scienza.
Il cielo è un grande strumento, forse il più efficace che la natura ci offra per por-tarci a comprendere quanto la scienza sia un’espressione della creatività umana stret-tamente intrecciata all’immaginario e alle emozioni, all’arte e all’espressività emotiva.
Da sempre i bambini e le bambine sono naturalmente grandi osservatori del cieloed è un privilegio poterli accompagnare nelle loro esplorazioni.
Solo l’ascolto profondo delle loro domande, delle loro ipotesi e teorie, permetteall’adulto che li segue di offrire altro materiale da cui sapranno cogliere nuovi spuntidi osservazione, interrogativi ed occasioni di scoperta.
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Così dal cielo scenderanno i colori: il rosso di un tramonto, il bianco di una nu-vola, le meraviglie di un arcobaleno, i diversi colori delle stelle o le diverse tona-lità di azzurro. Saranno presenti nei loro disegni, nei loro racconti, nelle teorie checostruiranno e metteranno in comune.
Il sole e la luce porteranno con sé le ombre, che diventeranno amiche fedeli emisteriose.
L’aria verrà trovata lì, proprio dove non si vede.Si aprirà, insomma la strada ad un contatto con la natura e con se stessi, pieno
di curiosità e voglia di scoprire, requisiti indispensabili per raggiungere qualsiasiconoscenza, scientifica e interiore.
I bambini sono anche molto generosi e regalano con grande slancio il loro entu-siasmo ed il loro approccio alla realtà, riuscendo a contagiare tutti gli adulti che lisanno ascoltare con rispetto.
Guardare e vedere il cielo con i bambini di una scuola di infanzia crea senza-dubbio un’effervescenza generale. Per questo motivo non mi sono per niente mera-vigliata quando il 19 maggio di quest’anno, verso le 10 del mattino, ho visto nelgiardino della scuola Turri un papà in pigiama ed una mamma in accappatoio e cuffiaper la doccia, vagare con il naso all’insù, accompagnati da un gruppo di bambini:stavano riscoprendo il cielo.
Daniela Becherini
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3. I laboratori del progetto
3.1 primo ciclo: laboratorio “arcobaleno”
Insegnanti: Chiara Taddei e Daniela SgobinoBambini: 12-13 per gruppo.Tempi: Un’ora e mezzo sempre lo stesso giorno della settimana. Strumenti:
• Tre ciotole trasparenti. • Tre specchietti 15x15 cm. • Tre torce elettriche. • Tre prismi. • Tre fotografie plastificate 40x30 cm. • Fogli formato A 4. • Appendicartelli. • Adesivo colorato. • Acquerelli.
obiettivi specifici:
• Approfondire il rapporto sole/acqua. • Padroneggiare strumenti quali torcia, specchio, prisma, ciotola, acquerelli.
Svolgimento dell’attività:
Le insegnanti che hanno condotto l’attività sono state Daniela Sgobino e la sotto-scritta, alternandoci. Dopo aver predisposto il materiale su tre tavoli invito i bambinia sedersi sulle panche e spiego loro che quel giorno avrebbero fatto un’attività nuova.Chiedo loro cosa potevano osservare: su ogni tavolo ci sono una ciotola trasparentequasi completamente piena d’acqua, uno specchietto (chiamato “vetro” dai bambini)di cm 15x15, una torcia elettrica (definita dai bambini “lampada” o “lucina”). Invitoi bambini a sedersi ai tre tavoli suddivisi per età (un bambino di 2 o 3 anni era sempreaffiancato da uno di 4 o 5 perché fosse aiutato). Successivamente, dopo aver oscurato
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l’ambiente, richiedo ad un bimbo “grande” (4-5 anni) di immergere lo specchiettonella ciotola piena d’acqua; gli altri bambini del tavolo, a turno, impugnano la torciacercando di dirigere il fascio di luce verso la parte sommersa dello specchio (foto 1).
Il primo risultato visi-bile dell’operazione è dellaluce riflessa sul soffitto.Cercando di far ragionare ibambini e cercando di nondare loro risposte “precon-fezionate” invito i piccoliad esprimere verbalmenteciò che possono osservare.“Vediamo la luce che simuove!” “È una stranaluce!” “Vediamo l’arcoba-leno!”.
Alla parola “arcobaleno” domando ai bambini se l’avessero visto anche al difuori del contesto scolastico. “Si, in cielo!” “Dopo la pioggia!” “L’arcobaleno sivede con le nuvole chiare”. “Di che colori è formato l’arcobaleno?” E i bimbi no-minano i sette colori.
Dopo l’esperienza con la bacinella d’acqua (che viene rimossa dal tavolo con lospecchietto) mostro ai bambini i tre prismi di diverse sfaccettature. “Cosa sonoquesti?” “Sono diamanti!” E ne consegno uno per tavolo. Puntando la torcia sulprisma, sempre in penombra, i bambini anche in questo caso notano l’arcobaleno.Faccio loro notare che quindi c’è più di un modo per ricreare l’arcobaleno “in labo-ratorio” (foto 2).
Come fase successivamostro ai bambini tre fotoin cui si vede l’arcobaleno:in una si vede l’arcobalenocon dei nuvoloni grigidietro, in un’altra c’è l’ar-cobaleno con dei montisullo sfondo e nell’ultimasi vede l’arcobaleno condietro una cascata. Soffer-mandosi sulla foto della ca-scata chiedo ai bambinicosa possono notare nellafoto: la risposta è che l’arcobaleno è vicino all’acqua e i bimbi grandi riescono a ri-collegare l’acqua della cascata con l’acqua della bacinella e a fare il parallelo tra latorcia che hanno utilizzato in classe e il sole. “Come abbiamo fatto luce noi? C’è
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foto 1
foto 2
un sole in classe?” “È la torcia!”. Una parte dell’attività si svolge in giardino. Ognibambino prende un nebulizzatore ma in questo caso l’arcobaleno lo noto esclusi-vamente io. Alla fine la rielaborazione consiste nel riprodurre su un foglio formatoA 4 un arcobaleno utilizzando gli acquerelli; successivamente al foglio applichiamoun appendicartello e abbelliamo il quadretto con una cornice colorata (foto 3).
Al termine della giornata ai genitori consegniamo una lettera in cui si spiegal’attività svolta e invi-tiamo i genitori a ripro-porre a casa il laboratoriocon i bambini.
Riflessioni: Anche i bambini più
piccoli si sono interessati.I bambini non sono arri-vati a spiegare il feno-meno complesso della ri-frazione della luce neisette colori dell’arcoba-leno, del resto non si trat-tava di un obiettivo dell’esperienza. Una difficoltà è consistita nel cercare di rendereaccessibile anche ai bambini più piccoli un argomento così complesso come questotramite il linguaggio semplice, la ripetizione dei gesti, ecc.
3.2 Secondo ciclo: laboratorio “lo spettrometro”
Insegnanti: Chiara Taddei e Daniela SgobinoBambini: 12-13 per gruppo.Tempi: Un’ora e mezzo sempre lo stesso giorno della settimana. Strumenti:
• Tredici scatole di fiammiferi svedesi. • Cd da tagliare a metà. • Fogli bianchi. • Cartone sottile da tagliare in dischetti. • Stuzzicadenti. • Tappini di sughero. • Colla vinilica. • Pennarelli.
obiettivi specifici:
• Utilizzare uno strumento insolito come lo spettrometro. • Scoprire nuovi modi per poter vedere i colori di cui è formata la luce.
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foto 3
Svolgimento dell’attività:
Anche il secondo ciclo degli intergruppi sull’arcobaleno è stato condotto da Da-niela Sgobino e dalla sottoscritta. Invito i bambini a sedersi sulle panche. Con ibambini ripercorro l’attività del primo ciclo: noto che tutti si ricordano in partico-lare l’esperienza delle bacinelle. “Come si fa a fare l’arcobaleno?” “Con l’acqua!”“Lo specchietto!” “La torcia!”.
Successivamente mostro loro un cd. “Cos’è questo?” “È un disco!” “È un cd”“Bene. Cosa vediamo?” “Si vede l’arcobaleno sul cd!”. Poi mostro ai bambini unospettrometro artigianale formato da una scatolina di fiammiferi svedesi con un’aper-tura sul lato superiore, dentro la quale c’è un cd tagliato a metà; incollato sulla parterialzata della scatolina c’è un foglietto di carta bianco dove col sole si riflette l’ar-cobaleno. I bambini sono sorpresi poichénon hanno mai visto uno spettrometro. Cen’è uno per ciascuno, in tutto ne sono staticostruiti tredici perché il numero massimodei partecipanti ad ogni intergruppo era ditredici bambini; via via quindi i bambinihanno utilizzato sempre gli stessi spettro-metri. Nelle giornate in cui manca il soleutilizzo una torcia che deve essere puntatanella parte opposta rispetto a dove è siste-mato il foglio. Con la torcia l’arcobalenonon si nota sul pezzetto di carta ma riflessosul cd e sul viso dei bimbi. Lo spettrometro diventa molto attraente nelle giornatedi sole poiché andando in giardino sul foglietto bianco applicato alla scatolina sipuò notare un bellissimo arcobaleno (foto 4 e 5), direzionando lo spettrometro; a
seconda di come lo si muove ea seconda dell’inclinazionedella luce, lo spettro solare èpiù o meno ampio. Faccio no-tare ai bambini che ci sono,quindi, molti modi di vedere icolori di cui è formata la luce.
Dopo aver mostrato loro lospettrometro e dopo averlo spe-rimentato invito i bambini e se-dersi in due gruppi, uno ad untavolo (i più grandi, 4-5 anni)ed uno ad un altro (i più piccoli,
2-3 anni); ai piccoli do un dischetto di carta suddiviso in spicchi già colorati con i
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foto 4
foto 5
sette colori dell’arcobaleno. Spiego loro che devono incollarlo ad un cartoncinodella stessa grandezza; i grandi, invece, hanno a disposizione sette pennarelli deisette colori dell’arcobaleno per colorare gli spicchi dei dischetti (foto 6). La fasesuccessiva consiste nell’incollare un pezzetto di sughero al cartoncino tondo e nel-
l’infilare nel sughero lostuzzicadenti. Ed eccocreata la trottola (!),chiamata dai bambini“girandola” (foto 7). Loscopo è poter vedere tra-mite lo spettro dei settecolori girati vorticosa-mente il bianco. Notoche alcuni bambini nonsono in grado di far gi-rare la trottola per cuidico loro come fare. Im-mediatamente non no-
tano il bianco, ma tentando e ritentando lo notano. “Bambini, questa trottola la por-tate a casa”. “Di che colore è laluce?” “Gialla!”, “Bianca!”. “Inquesto caso mescoliamo i coloridiversamente rispetto alla pit-tura, no?”
Dalla rifrazione della luce siformano i sette colori dell’arco-baleno (primo ciclo) che poi tor-nano ad essere luce (secondociclo).
Riflessioni: Abbiamo potuto no-tare che le nozioni acquisite loscorso intergruppo erano stateintroiettate. Sicuramente gli obiettivi che ci eravamo poste sono stati raggiunti: ibambini hanno scoperto nuovi modi per vedere i colori di cui è formata la luce;hanno imparato ad utilizzare uno strumento come lo spettrometro che non è unostrumento di uso quotidiano; hanno potuto intuire così da cosa è formata la luce,argomento che avranno occasione di approfondire in seguito. In questo intergruppoi piccoli non sono stati affiancati dai grandi anche perché avevano acquisito unaloro autonomia e una certa padronanza degli strumenti.
Chiara Taddei
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foto 6
foto 7
3.3 primo ciclo: laboratorio “le stelle “
Insegnante: Simona BarbettiTutti gli incontri si aprono con un giro
di presentazioni che è importante ai finidegli obiettivi relazionali e di continuitàeducativa che ci siamo proposti col pro-getto.
Il dormitorio dei bambini del nido, unastanza oscurabile, ha rappresentato il luogoideale dove poter osservare in gran como-dità la volta del cielo. L’insegnante ha ri-creato un originale planetario servendosi diuna lampada e di uno scolapasta di plastica,foderato con scotch nero e forato in modoche la proiezione della luce simulasse dellestelle (foto 8).
La lampada posta al di sotto dello sco-lapasta non è visibile ai bambini che ragio-neranno poi sulla differenza fra le stelleproiettate e quelle del cielo (foto 9). Sonoinvitati ad esprimersi sui luoghi in cui è ca-pitato loro di vedere bene le stelle; sonosollecitati a dire perché le stelle si vedono molto male in città e, per evidenziarel’effetto dell’illuminazione urbana o, addirittura, della luce del giorno, l’insegnanteaccende la lampada della stanza: a quel punto è abbastanza evidente che si vedonobene con il buio. L’illuminazione della stanza favorisce un’ulteriore riflessione,quella per cui le stelle di giorno non si vedono per la presenza della luce del sole. Iltrucco dello scolapasta e della lampada nascosta viene svelato per chiarire dubbisulla possibilità che le stelle del cielo siano proiettate da qualcuno proprio come nelnostro esperimento.
Successivamente l’insegnante con la lavagna luminosa proietta delle immaginidello “spazio profondo”: i bambini ne sono ra-piti. La discussione si orienta sulla percezionedelle distanze, sul perché alcune stelle ci appa-iano così grandi e luminose a differenza di altre;i bambini percepiscono i diversi gradi di lumino-sità delle stelle anche se non li attribuiscono alledistanze (del resto, anche gli antichi pensavanoche le stelle “fisse” fossero tutte alla stessa di-stanza sull’ultima delle “sfere celesti”).
L’insegnante parlando dei nomi delle stelleracconta di come i viaggiatori antichi le utilizzas-
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foto 8
foto 9
sero per orientarsi; mostra loro dei libri con mappe e foto di stelle, domanda loro chie come abbia potuto fare quelle foto e, dopo aver ascoltato le idee dei bambini, even-tualmente racconta del telescopio e degli astronomi; il fatto di poter guardare imma-gini di questo tipo e di sfogliare un libro “per adulti” suscita generalmente entusiasmo,curiosità e una gran voglia di esprimere conoscenze e fantasie.
Ultima proposta del laboratorio è la costruzione, nella stanza antistante, di unamappa personale: ogni bambino ha a disposizione un cartoncino nero con una mappastellare disegnata e fa dei fori in prossimità delle stelle con l’aiuto di un punteruoloper le piccole, e di un cacciavite a stella per le grandi in modo da riprodurre il cielonotturno fotografato;poi, ne verificano l’ef-fetto osservando la lucedi una lampada attra-verso i fori (foto 10).
I bambini portano acasa la mappa stellare euna lettera in cui l’inse-gnante spiega alle fami-glie le esperienze pro-poste all’interno del la-boratorio e le invita a fareosservare il cielo not-turno quando possibile.
obiettivi specifici:
• raccogliere le rappresentazioni delle conoscenze dei bambini e promuoverneuna rappresentazione scientifica • riflettere e comprendere sul perché le stelle si vedano di notte, in zone con as-senza di luci artificiali e in assenza della luce del sole • cogliere la diversa luminosità delle stelle ed associarne la percezione a un di-verso grado di distanza • introdurre i primi di concetti di mappa per arrivare alle riproduzione di unapersonale • favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazionefra i bambini e con l’insegnante
Si riportano alcuni stralci di dialogo sulle conoscenze dei bambini; dall’espe-rienza con il colapasta:
I: Allora vediamo un po’ lassù… Che cosa vedete?” B: “Delle stelle!” I: “Delle stelle? Ma sono le stelle vere?” B: “No”
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foto 10
I: “Ma voi sapete dove sono le stelle vere? Dove le avete viste?” B: “In cielo!” I: “E quando vi è capitato?” B: “Di notte!” B: “Anch’io di notte!”
Sulla percezione della distanza: I: Vi sembrano tutte uguali? B: No… I: Secondo voi sono tutte alla stessa distanza nel cielo?
Come ve le immaginate? B: Alcune sono grandi e alcune sono piccole… …
Dall’osservazione dei lucidi: I: Guardate questo!? Coro: Bello! B: Anche la neve! I: Macchè! Questo è proprio il cielo profondo…
perché di stelle noi ne vediamo poche, ma ce ne sono… B: WOW! È una stella che cade dal cielo… B: È una stella cadente… B: Io l’ho vista una stella cadente! Ero con la mamma! B: Io ero al mare! I: Ti piacciono le stelle Mattia? Mattia: Ce ne è anche una bianca… I: Ce ne è anche una bianca, è vero… B: Non è proprio una stella quella lì… È un sasso… B: È una stella cadente… I: È una cometa, hai ragione… cos’è? B: È un sasso che cade dal cielo… I: È piena di materiale che si infiamma e allora lascia tutta quella polvere… B: WOW! Bella , bella , bella! B: Oh mamma che luminose!
3.4 Secondo ciclo: laboratorio “le costellazioni”
Insegnante: Simona Barbetti La sezione è il luogo in cui si svolgono le attività di questo laboratorio. I bam-
bini si accomodano su sedie rivolte verso la parete su cui l’insegnante con la la-vagna luminosa proietta immagini di costellazioni. Ricordano le esperienze prece-denti e ciò facilita l’introduzione del discorso su come gli antichi abbiano immagi-nato gruppi di stelle unite con linee immaginarie a formare disegni particolari e gliabbiano assegnato dei significati. L’insegnante per aiutare i bambini nella compren-
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sione fa l’esempio del gioco delle nuvolenelle quali spesso ci piace ricercare delleforme (non è da dare per scontato chetutti lo conoscano).
Si pongono delle immagini delle costel-lazioni Cassiopea, Orsa Maggiore e OrsaMinore sulla lavagna luminosa, si fanno os-servare ai bambini e si mette un lucido tra-sparente su ognuna di esse (foto 11); si
chiama un bambino – un cinquenne so-litamente – a fare proprio come gli an-tichi: segnare con un cerchietto le stellepiù grandi e tracciare con un pennarellole linee che le congiungono (foto 12); siconfrontano i tracciati con le mappe dellecostellazioni e i bambini con grande sor-
presa si accorgono che hanno lo stessodisegno.
L’insegnante racconta che ci sonomoltissime costellazioni – 88 per l’esat-tezza – ma che non si possono vederetutte nello stesso momento, a parte quelleche i bambini hanno disegnato anche sein posizioni diverse poiché il cielo“ruota”.
L’insegnante propone tre tipologie di attività differenziate in base all’età dei bam-bini e alle loro competenze (foto 13):1) riprodurre su una tavoletta conchiodini gialli di dimensioni grandi/pic-coli la posizione delle stelle secondo glischemi tracciati sui lucidi
2) ripetere l’attività di cui sopra maincollando stelline argentate su un car-toncino di colore blu (foto 14)
3) Inventare una costellazioneunendo i puntini-stella disegnati su un
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foto 11
foto 12
foto 13
foto 14
cartoncino (foto 15) I bambini hanno chiesto comunque di poter fare tutti le stesse attività dimo-
strando grande concentrazione; così come nel gioco delle nuvole molti di loro ave-vano difficoltà ad individuare delle forme, sono emerse difficoltà anche nell’im-maginarne una per la loro costellazione. L’insegnante durante le attività racconta lestorie dei miti di Cassiopea delle Orse che i bambini seguono generalmente congrande attenzione.
Emergono continuamente riferimenti ai temi trattati negli altri laboratori: l’aria,le ombre, l’arcobaleno.
I bambini portano a casa i loro prodotti e una lettera con la spiegazione delleesperienze proposte all’interno del laboratorio.
obiettivi specifici:
• individuare all’interno di un gruppo di stelle quelle di maggiori dimensioni perripercorrere i processi dell’individuazione delle costellazioni • suscitare l’interesse dei bambini per l’osservazione del cielo e verso storie mi-tologiche • stimolare l’immaginazione • comprendere che le costellazioni nascono dalla nostra immaginazione ai finidell’orientamento • favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazionefra i bambini e con l’insegnante
Stralci di dialogo sulle costellazioni:I.: … Anche gli uomini antichi di notte, guardavano le stelle e poi si imma-
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foto 15
ginavano come se fossero unite da linee… sapete che è successo? Hannopensato di unire le stelle con le linee e si sono immaginati delle figure!Voi avete mai fatto il gioco di unire i puntini? Se io metto una cosa quisopra e poi faccio dei pallini dove sono le stelle… poi vorrei chiedere aSiria se può unire questi puntini…vieni che te lo tengo fermo... cominciada quello… ecco... poi giù… Questa è una costellazione! Provate a direanche voi questa parola…
BB: Costellazione! I: Le costellazioni sono queste figure: gruppi di stelle dove gli antichi hanno
visto delle figure…questa è quella che abbiamo fatto noi… guardate…questa è quella che abbiamo fatto noi e questa è quella degli astronomi…confrontiamo… mettiamola sopra… è uguale, solo un pochino piùstorta… e questa è la costellazione di Cassiopea: provate a dirlo anchevoi...
BB: Cassiopea. I: Cassiopea… guardate quante stelle ha questa costellazione: 1, 2, 3, 4, 5.
Cinque stelline! A cosa assomiglia?... Cosa sembra? B: A delle montagne. B: Degli orecchini.I: E se la mettiamo così?... a una letterina… B: Alla doppia v. I: Adesso Marta prova ad unirle, cosa vi sembra?... ora levo il cielo scuro… B: È blu.I: Ma cosa vi sembra? B: Quello lì mi sembra un rettangolo e… I: E questo? Sapete come si chiama questo? B: È l’orsa maggiore.B: Nel film della Barbie del lago dei cigni c’è proprio questa forma qui. I: È la costellazione dell’orsa maggiore, sapete come la chiamano anche? Il
grande carro! Vedete che sembra un carretto? B: Sì, ma anche un cucchiaio. I: A te cosa sembra? B: Una carrozza, un carretto.I: Guardate se questa somiglia a quella che abbiamo fatto noi. BB: Sì, sì.B: Però è più bellina questa.I: È un po’ più bella, ma siamo stati bravi anche noi.
Simona Barbetti
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3.5 primo ciclo: laboratorio “Il cielo di giorno e di notte”
Insegnanti: Patrizia Masotti e Francesca Migliorini obiettivi:
• stimolare le capacità di osservazione verso ciò che circonda il bambino; • acquisire consapevolezza dell’alternanza giorno/notte; • descrivere, raccontare l’esperienza personale; • stimolare il ragionamento tramite l’esperienza di tipo scientifico; • rielaborare l’esperienza distinguendo gli elementi del giorno e della notte.
Spazi: sezione rossa. materiali:
• cartoncini bristol a due colori (blu scuro = notte , celeste = giorno) su cui in-collare i diversi elementi: sole, nuvole, luna e stelle; • candeline.
modalità di svolgimento:
l’insegnante, dopo aver fatto osservare ai bambini il cielo dalla finestra, li sti-mola chiedendo: “cosa c’è in cielo?” .
I bambini rispondono: “il sole” […] “io il sole lo vedo su quella casa laggiù”[…] “il sole è vicino a casa mia” […] “a volte in cielo ci sono anche le nuvole” […]“un giorno ho visto tante nuvole che si muovevano veloci” […] “a volte il sole nonsi vede perché è dietro le nuvole”.
Successivamente invita i bambini a sedersi sulle panche nell’angolo della con-versazione e racconta “La storia della Pimpa e l’amico Sole…”1 dove Pimpa va atrovare il Sole sopra le nuvole, ma il tempo passa e viene la notte….e visto che nonpossiamo aspettare la notte, propone loro di fare buio nella stanza chiudendo le tendee spengendo la luce; i bambini all’inizio restano immobili e silenziosi come stupiti,poi i più grandi si rendono conto che le candeline fanno tante lucine (le candelineerano state accese precedente-mente l’inizio dell’attività, manessuno le aveva notate; foto16).
I bambini si esprimono:“prima le candeline non si vede-vano perché c’era la luce” […]“io ho visto le stelle di nottequando c’erano i fuochi d’arti-ficio” […] “di giorno la luce lafa il sole, di notte la fanno la lunae le stelle” […] “di giorno lestelle non si vedono” […] “io lestelle le ho viste in camera mia,
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1) Altan, Il mondo di Pimpa. Il cielo, Modena, F. Panini Ragazzi, 2001
foto 16
ne ho tante che si illuminano”. Rielaborazione dell’espe-
rienza attraverso un collage:ogni bambino ha a disposi-zione un cartoncino A4 divisoa metà, la parte celeste rappre-senta il cielo di giorno, la parteblu scuro il cielo di notte. Ibambini sono invitati ad incol-lare diversi elementi nellametà giusta del foglio: sole,nuvole, luna e stelline; i bam-bini grandi svolgono corretta-mente il lavoro in modo autonomo e i piccoli, invece, presentano difficoltà nel col-locare i vari elementi al posto esatto (foto 17).
Il lavoro che i bambini hanno fatto e che portano a casa è accompagnato da unaspiegazione per mettere a conoscenza i genitori di tutto il procedimento svolto esensibilizzarli all’educazione scientifica, con l’invito, altresì, di far osservare aibambini la volta celeste.
3.6 Secondo ciclo: laboratorio “I colori del cielo”
Insegnanti: Patrizia Masotti e Francesca Migliorini obiettivi:
• stimolare le capacità di osservazione verso il mondo circostante; • distinguere i vari colori che il cielo può assumere; • suscitare la curiosità nei bambini; • conversare su ciò che si osserva; • rielaborare l’esperienza rappresentando il cielo del colore preferito.
Spazi: sezione rossa. materiali:
• contenitori di vetro trasparente pieni d’acqua; • latte con cui macchiare l’acqua; • faretto; • varie foto del cielo; • fogli ruvidi e acquerelli.
modalità di svolgimento:
l’insegnante, dopo aver fatto osservare ai bambini il cielo chiede…: “ma il cielooggi di che colore è ?”
I bambini rispondono: “è sereno, è bianco, è azzurro”.L’insegnante continua la conversazione e domanda: “come mai il cielo è azzurro?”
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foto 17
I bambini stanno zitti, un po’ perplessi,non sanno rispondere poi...: “il cielo è az-zurro quando c’è il sole, il sole fa tantaluce, quando il cielo è nuvoloso però è unpo’ grigino”.
L’insegnante propone ai bambini difare un esperimento, anzi un gioco nuovo,così, dopo aver oscurato la stanza, illuminacon il faretto i contenitori di vetro traspa-rente con dentro acqua macchiata congocce di latte e chiede ai bambini: “cosavedete?” (foto 18)
I bambini dicono: “l’acqua biancabianca e un po’ azzurrina […] l’acquagialla […] Io la vedo d’oro, arancione, ce-leste […] a luce spenta era grigia come è grigio il cielo quando non c’è il sole”.
L’insegnante stimola i bambini chie-dendo: “allora il cielo è sempre azzurro?Di quanti colori l’avete visto?”
I bambini rispondono: “l’ho visto unpo’ rosso in Calabria […] l’ho vistoarancione al tramonto […] l’ho visto coni colori dell’arcobaleno, azzurro quandofacevo una passeggiata e c’era il sole,viola quando sta per diventare buio […]l’ho visto blu di notte […] Io di notte l’hovisto nero, rosso quando fa caldo e sonoal mare”.
Proseguendo l’insegnante dispone lefoto del cielo sopra le panche in modo che i bambini possano guardare con tran-quillità ed osservare i vari colori che il cielo può assumere: dall’azzurro al blu, al
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foto 19
foto 21foto 20
foto 18
rosso, all’arancione, al rosa e…tante altre sfumature (foto 19). attività pratica: il cielo che piace a me.
Ogni bambino sceglie la foto con il cielo del colore che più gli piace e lo rappre-senta graficamente con la tecnica degli acquerelli (foto 20 e 21).
Il lavoro che i bambini hanno fatto e che portano a casa è accompagnato dauna spiegazione allo scopo di informare e stimolare i genitori sull’educazionescientifica.
Patrizia Masotti
3.7 primo ciclo: laboratorio “osserviamo il Sole”
Insegnante: Monica Mazzi Il primo ciclo di intergruppi si incentra soprattutto, sul tentativo di attirare l’at-
tenzione dei bambini sulle caratteristiche esteriori del sole, a partire dal colore edalla forma. Per far questo abbiamo suddiviso l’attività in tre fasi di cui due svol-tosi all’interno della sezione, e una in una stanza oscurabile. Nella prima parte del-l’ora a nostra disposizione, i bambini si siedono in cerchio su delle panche per os-servare alcune fotografie, ingrandite e plastificate, raffiguranti il sole da varie di-stanze e in vari momenti della giornata (il sole al tramonto, le macchie solari ecc..),e vengono stimolati a parlare liberamente ed esprimere le proprie idee e conget-ture sul sole. Nel corso dei vari incontri abbiamo potuto notare che i bambini piùgrandi (cinque anni), appaiono molto più reticenti nell’esprimere le proprie opi-nioni rispetto a quelli più piccoli, se non certi della loro esattezza. I bambini di treo quattro anni, infatti, non mostrano timore nel dare spiegazioni riguardo ai varifenomeni (le macchie solari, il tramonto, l’eclissi), anche molto creative, e nonsembrano troppo preoccupati da un eventuale giudizio dell’adulto o dei compagni,come forse è accaduto ai più grandi.
Dalle dichiarazioni dei bambini emerge, per lo più, un sole visto come “una pallacon dentro il fuoco”o “una palla con dentro il sole”, “fatto di luce e che quando è vi-cino al mare cambia colore”, che “non si può raggiungere neanche con la scala deipompieri”, infatti “sembra piccolo perché è lontano, ma se ci avviciniamo è grande”.Per molti bambini si sposta grazie al vento anche quando non sembra una giornataventosa, per tutti brucia (“ha il colore del fuoco e brucia come il fuoco”), e ha trepossibili colorazioni, giallo, rosso o arancione (“quando va dentro il mare e si na-sconde per tutta la notte e poi ritorna”). Durante la visione delle fotografie emer-gono, di volta in volta descrizioni interessanti, che confermano la curiosità suscitatanei bambini da questo argomento e, con il susseguirsi dei gruppi, evidenziano anchela “contaminazione” con le esperienze realizzate negli altri laboratori; abbiamo, perònotato che, in molti casi, le immagini raffiguranti le macchie solari sollevano per-plessità e dubbi. Non è usuale, per loro, vedere raffigurata la nostra stella da vicino,
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e questo può portare molti bam-bini a dubitare che sia vera-mente una rappresentazione delsole (“è la luna” […] “è unapiadina”, “un’arancia nelbuio”) o a dare spiegazioni unpo’ fantasiose (“è il solesporco” […] “un gatto l’hasporcato” […] “un gabbianogigante ha bucato il sole” […]“è la cacca del sole” […] “sonole nuvole quando gli passanodavanti” […] “è il sole che si èbruciato”), che però accendonoil dibattito e favoriscono il confronto (“il sole è in cielo e i gatti non volano non pos-sono sporcarlo” […] “il sole brucia non ci si può avvicinare per sporcarlo” […]“Come hanno fatto a fare la foto dentro il sole per farcelo vedere se il sole brucia?”[…] “Forse si sono bruciati”) (foto 22).
Durante la discussione, suscitata dalle fotografie, emerge spesso l’osservazioneche il sole dia fastidio agli occhi e che non sia possibile guardarlo direttamente;questi spunti creano un ideale collegamento tra la prima e la seconda parte dell’at-tività, nella quale, ci spostiamo in una piccola stanza oscurata per osservare l’ombradel sole. Una finestra viene coperta con del cartoncino nero, forato al centro con unpiccolo quadrato, dal quale passa la luce del sole che proietta, su un altro carton-cino, un’ombra che appare rotonda, e non quadrata, (“perché il sole è propriotondo”) da ingrandire o rimpicciolire spostando avanti e indietro il cartoncino.
Per concludere l’attività tor-niamo in sezione con il mo-mento del laboratorio manualenel quale i bambini si siedonoal tavolino a colorare, con letempere, il loro personalissimosole da portare a casa in ricordodell’esperienza. Con della cartadi giornale e della colla sonostate, infatti, precedentementepreparate delle palle che ognibambino può colorare a piaceree poi ornare con degli stecchinida denti rappresentanti i raggi(foto 23). La pittura si rivela, ogni volta, un’attività molto attraente, coinvolgente edivertente, durante la quale non è raro cogliere ulteriori osservazioni o supposizioni
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foto 23
foto 22
sul sole e sull’immaginario dei bambini (“io lo faccio metà giallo e metà rosso comequando è vicino al mare” […] “il sole è alto ma io a 2 anni e mezzo con l’astronavel’ho toccato”).
3.8 Secondo ciclo: laboratorio “a cosa serve il Sole?”
Insegnante: Monica Mazzi Per il secondo ciclo di intergruppi sul sole abbiamo pensato di focalizzare l’at-
tenzione dei bambini sul suo calore e sul suo possibile utilizzo. Le attività si svolgono all’interno della sezione, allestita in 3 angoli distinti per
i 3 momenti in cui è stata suddivisa l’ora a nostra disposizione; l’esperimento, lalettura, il laboratorio. Durante le attività viene favorito il più possibile, il dialogoe la discussione con i bambini e tra bambini, stimolando soprattutto la formulazionedi supposizioni ed ipotesi.
In un primo momento i bambini si dispongono in cerchio intorno a quello cheviene denominato “forno solare”, che attira molto la loro curiosità fin dall’ingressonella sezione. È così costruito: sul coperchio di una scatola da pizza si ritaglia unafinestrella aperta su tre lati; si riveste quindi l’interno della scatola con della cartadi alluminio e si copre con della carta trasparente da lucido l’apertura incisa sul co-perchio superiore facendo attenzione a non farvi aderire la finestrella, che serve pervedere il fondo della scatola (“Sulla scatola c’hai fatto un taglio, sembra uno spec-chio…”).
Infine si pone sul fondo della scatola del cartoncino nero (“Hai usato la cartad’argento e dentro una carta nera”). Tenendo inclinata con dei bastoncini la fine-strella e facendo entrare all’interno della scatola (chiusa) la luce del sole, col suocalore, sarebbe possibile cuocere qualsiasi pietanza (“Per fare battere la luce sullaplastica e poi il ghiaccio si scioglie”). Dato, però, che i tempi di cottura “solari” sisarebbero dimostrati troppo lunghi rispetto a quelli a nostra disposizione, viene uti-lizzata una lampada alogenacome surrogato del calore delsole (“Con il caldo l’uovo di-venta una frittata” […]“Perché la luce brucia”[…] “Ilsole lo distrugge l’uovo dal ca-lore”; foto 24).
L’esperimento suscita ognivolta molto stupore nonostantecircoli tra i bambini la notiziadel “forno” per il susseguirsidei gruppi; si avvertono curio-sità e meraviglia soprattutto
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foto 24
per l’utilizzo di un uovo vero (“Ohi-ohi, ma quello è un uovo vero!?”, foto 25). Col succedersi dei giorni e dei vari gruppi di bambini si apportano delle piccole
variazioni all’attività per renderla più stimolante e attraente. L’insegnante si rendeconto nel primo incontro cheposizionando, all’interno dellascatola, solo il tuorlo di un uovoè necessaria, al calore dellalampada, quasi tutta l’oraperché ci siano modifiche distato evidenti per i bambini;così negli incontri successiviintroduce nel forno anche deicubetti di ghiaccio che, dato ilrapido mutamento in acqua, at-tirano maggiormente l’atten-zione, stimolando riflessioni esupposizioni (“Si sghiacceranno i ghiaccioli perché la luce diventa calda” […] “Conla luce si farà sciogliere il ghiaccio”).
Nell’attesa che la cottura avvenga all’interno del “forno solare”, ai bambini, se-duti in cerchio, vengono presentati due libri.
Il primo, “Il sole, a che cosa serve?”2, è la storia della Capretta Macchietta chedecide di andare a staccare il sole perché lo crede una moneta d’oro e lo considerail suo tesoro (“Io dico che non ce la farà mai a prenderlo”). Durante il viaggio diavvicinamento al sole incontra, però, tanti personaggi che le fanno capire che questonon può essere proprietà personale di nessuno, perché è tanto importante da essereil tesoro di tutti. La storia, accompagnata da disegni ben definiti e colorati, attiral’interesse dei bambini di tutte le fasce di età, divertendoli e incuriosendoli, comesi può dedurre dai loro commenti, il più delle volte spontanei, durante la lettura (“Ilsole non è una moneta è fuoco” […] “Quando il sole brucia si può andare a pren-dere il sole al mare” […] “Serve per quando è giorno ci fa andare a passeggio,quando è notte fa notte” […] “Il sole fa fare le forme in terra”).
Dal secondo libro proposto, “Disegnare il sole”3 a cura di Munari, traiamo spuntoper l’attività di laboratorio. Nel libro, infatti, tra gli altri, sono raccolti disegni sulsole realizzati con vari stili, particolari di quadri dove sia presente il sole, e ripro-dotte tante modalità in cui è possibile percepirlo (bianco, rosso, dietro le nuvole,dietro le case, al tramonto, all’alba…). Al termine della lettura, spostandosi ai ta-voli messi a loro disposizione, i bambini possono scegliere di rappresentare il solecon materiali di vario genere (gessetti, collage con ritagli di carta colorata, matite,fili di lana, colla). A loro disposizione viene, inoltre, lasciato il libro per potersi ispi-rare a qualche immagine raffigurata, o semplicemente per sfogliarlo e commentarlo
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2) S. Bellier, Il sole a cosa serve, Bergamo, Laurus, 2002 3) B. Munari, Disegnare il sole, Mantova , Corraini, 2004
foto 25
insieme agli amici (“Hanno disegnato il sole bianco ma è bianco se lo vedi da vi-cino” […] “L’hanno fatto con le macchie ma quello in cielo non ce l’ha” […] “L’-hanno fatto mostruoso” […] “Hanno fatto un sole con le stelle”).
I bambini appaiono moltodivertiti dalla possibilità discegliere il materiale per il la-boratorio, molti preferisconosperimentare più di una tecnicaper “fare” il sole (foto 26), maquella che sembra riscuoterepiù successo (forse perché lameno usuale durante le attivitàdell’anno scolastico) è il col-lage con i fili di lana coloratada incollare sul foglio in variecomposizioni.
Monica Mazzi
3.9 primo ciclo: laboratorio “luci ed ombre”
Insegnante: Katiuscia Vaiani obiettivi specifici:
• verificare le conoscenze dei bambini sulla Terra e il sistema in cui è inserita • approfondire il rapporto luce/ombra • interrogarsi sull’alternanza notte/giorno • confrontare esperienze e generalizzarne i risultati • sperimentare concetti quali ingrandimento, similitudine e trasformazione at-traverso il gioco con le ombre • stimolare la curiosità dei bambini e promuovere un atteggiamento critico ri-spetto alla realtà di cui quotidianamente facciamo esperienza • favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazionefra i bambini e con l’insegnante
proposta didattica:
L’insegnante conduce i bambini in una stanza oscurata, procura una lampada daterra e predispone una parete preferibilmente bianca su cui i bambini possano os-servare e giocare con la luce e le ombre. Sperimenta e discute con loro sul che cosasia un’ombra, sugli elementi che ne determinano le dimensioni e li invita a trovarestrategie che consentano di ottenere ombre della stessa altezza con corpi di gran-dezze diverse. I bambini intuiscono come al variare della distanza del corpo dallaparete di proiezione cambi la dimensione dell’ombra ma non includono in questarelazione anche quella dalla sorgente luminosa; hanno molta difficoltà a portare le
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foto 26
ombre di oggetti di dimensionidiverse alla stessa grandezza. Idueenni ed i treenni hanno dif-ficoltà anche a rintracciare laloro ombra nell’ambientequando gli sta di fronte; tentanodi acchiapparla e si accorgonoche segue ovunque un corpo inmovimento (foto 27).
Riportiamo uno stralcio didialogo sul confronto di ombredi corpi di grandezza diversa:
(Un cavallo a dondolo ed un furgoncino di dimensioni più piccole sono posti fra la lampada e lo schermo; i bambini sono seduti dietro la lampada
in modo che le loro ombre non possano essere proiettate)
B: Io vedo il cavallo! I: E poi? B: Il furgone! I: Perché vediamo il cavallo? B: Perché è la sua ombra… I: E l’ombra del furgone la vediamo? Coro: No!!! I: E come si potrebbe fare per vedere l’ombra del furgone? B: La metto più alta sulla seggiola! I: E come si può fare allora senza sedia? È possibile far diventare
l’ombra del camion alta come quella del cavallino? B: Si mette un materasso alto alto… B: Ci vuole il tavolo… I: Può diventare
l’ombra del cavallinopiù bassa?
B: Gli si tagliano legambe… (del caval-lino)
L’insegnante successiva-mente mostra loro un mappa-mondo invitandoli ad espri-mere idee su ciò che potrebberappresentare (foto 28); attacca
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foto 28
foto 27
su ciascuna metà di esso un omino di carta, ne illumina uno con la lampada ed in-sieme ai bambini osserva se ci siano differenze fra l’uno e l’altro: chi dei due èesposto alla luce e chi al buio? Dove è giorno e dove è notte?
Propone in seguito l’osservazione di tre immagini: la Terra, la Terra all’alba (foto29 e 30) e l’eclissi di Sole; nell’immagine in cui la Terra (all’alba) è illuminata solo
per metà i bambini non riconoscono il nostro pianeta, ma la “Luna” per la forma afalce in cui è mostrata: già sono in grado di riconoscere le fasi di un pianeta anchese non hanno la consapevolezza di che cosa le determini.
Riportiamo una parte del dialogo durante l’osservazione delle immagini:
(L’insegnante mostra la foto della Terra all’alba che appare con la forma a falce)
I: E questa cos’è secondo voi? B: La Luna… B: Il Sole sta andando via… B: Qualcuno ha fatto la foto mentre il Sole sta andando via… I: E questa che cos’è? (indico la parte della Terra illuminata)B: È la Luna… Sta andando via il Sole dietro alla mezza luna…I: Sta andando via il Sole dietro alla mezza luna? Dove va il Sole? B: Va dietro la Luna e poi scende nel mareB: Se scende nel mare dovrebbe bruciarsi il Sole… I: Allora non scende nel mare?B: No…
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foto 30 - Tratta da http://www.mytom.it/
MOSTRA/NEW/A2012ERT.HTM
foto 29 - Tratta da http://www.pd.astro.it/
I: E dove va? B: Va dietro la Luna per non farsi vedere…
L’ultima proposta è la costruzione di una sagoma su cui si fanno dei fori su cuiapplicare della plastica trasparente colorata in modo da creare degli effetti di luce.
L’insegnante invita ad osservare come cambino le ombre a seconda della di-stanza e della posizione a cui tengano la sagoma rispetto al piano di proiezione edalla lampada.
Infine prepara una lettera per i genitori con la spiegazione delle esperienze dellaboratorio e con l’invito a discuterne insieme ai bambini.
3.10 Secondo ciclo: laboratorio “le ombre colorate”
Insegnante: Katiuscia Vaiani obiettivi specifici:
• verificare le conoscenze dei bambini sulla formazione delle ombre • approfondire il rapporto luce/ombra • individuare strategie per colorare le ombre • interrogarsi sugli effetti dei colori della luce • confrontare ombre di corpi opachi e di corpi trasparenti • rielaborare graficamente le esperienze delle ombre e dei fenomeni luminosi
proposta didattica:
L’insegnante conduce i bambini in una stanza oscurata, procura lampade conluci di diverso colore (meglio se nei colori bianco, blu, verde e rosso, che somman-dosi danno luogo a tutti i colori dello spettro fino a ricomporre una luce di colorebianco), predispone una parete su cui i bambini possano osservare e giocare con laluce e le ombre; prepara inoltre dei cartoncini colorati, fogli di plastica trasparentein diversi colori e materiale dadisegno.
Discute con i bambini sullaformazione delle ombre così daverificare le acquisizioni delprecedente laboratorio e sulloro colore, poi li invita a pro-porre e mettere alla prova dellestrategie per colorarle. Leprime proposte dei bambinisono quelle di fare il calco del-l’ombra della mano su un fo-glio e di colorarla, oppure di co-lorare il pavimento su cui
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foto 31
l’ombra verrà proiettata; l’insegnante li sostiene nella verifica delle loro ipotesi chenon producono però l’esito sperato. Si procede finché i bambini notando le lam-pade colorate che l’insegnante ha predisposto, non propongono di accenderle (foto31); in questo caso si avrà l’accortezza di accenderne una alla volta in modo che sirendano conto che con una sola lampada non è possibile colorare le ombre ma chene occorrano almeno due.
Si passa a giocare ai “travestimenti” con le sole luci colorate per osservare comecambiano i colori dei vestiti e degli oggetti al variare di quello della luce.
Si distribuiscono i fogli trasparenti di plastica colorata e si lascia che i bambinigiochino rilanciando le affermazioni sui colori ottenuti dalla sovrapposizione dei
fogli fra loro, ed agli oggettidella stanza (foto 32). Si chiededi formulare un’ipotesi sul co-lore dell’ombra dei fogli di pla-stica, specificando che la luceutilizzata è di colore bianco, esi verifica con i bambini che aturno guardano l’ombra proiet-tata dalla lampada e dal loro fo-glio. Generalmente le previ-sioni sul colore di questeombre sono corrette.
Si distribuiscono i carton-cini colorati ed ancora una volta si chiede di formulare un’ipotesi motivata sul co-lore dell’ombra, specificando ancora che la luce utilizzata è di colore bianco, e siverifica con i bambini che a turno guardano l’ombra proiettata dalla lampada e dalloro cartoncino. Sostenuti dai risultati dell’esperienza precedente, tendono a for-mulare la stessa previsione: il colore di queste ombre è lo stesso di quello dei car-toncini; è soltanto attraverso ulteriori esperienze e la discussione sulla differenzafra le proprietà di un foglio trasparente e di un cartoncino che riescono a dare unaspiegazione di questi fenomeni.
Riportiamo qualche battuta del dialogo abbastanza esemplificativa: B: Guarda, questo giallo ora sul pavimento mi diventa rosso! (il bambino si
riferisce a un foglio di plastica trasparente di colore giallo) I: E perché diventa rosso? B: Perché c’è questa luce rossa accesa…
E ancora: (Un cartoncino e un foglio di plastica trasparente colorata
sono posti di fronte alla lampada) I: L’ombra del cartoncino la vedete? Di che colore è? B: Blu! I: È blu?
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foto 32
B: No… è nera… I: E questa? B: Blu! I: E allora che differenza c’è fra il cartoncino e il foglio di plastica? B: È nera… I: Passa la luce da qua? B: Sì… I: La vedete la lampada? (Ho posto il foglio trasparente al di sopra della
testa dei bambini sotto alla lampada accesa del soffitto)Coro: Sì! I: E ora? (ho posto il cartoncino nella stessa posizione) B: No! I: Non passa… perché? B: Perché questo cartoncino non è trasparente, e questo invece sì! I: Allora l’ombra è colorata soltanto se c’è un foglio trasparente…
Si invitano i bambini a elaborare graficamente l’esperienza disegnando quelloche ricordano dei giochi fatti con le luci e le ombre; così, guardando i loro disegniin una prospettiva evolutiva si osserva che:
• nei disegni dei dueenni compaiono degli scarabocchi multicolorati; • in quelli dei treenni allo scarabocchio si associa il riferire che cosa hanno disegnato; • in quelli dei quattrenni c’èuna chiara differenziazionedegli elementi e progetta-zione dello spazio, si trattaper lo più di luci, soli edombre colorate talvolta dimostri e bambini; • in quelli dei cinquenni cisono il corpo e la sua ombraad esso sovrapposta, lo siosserva anche dal miscugliodei colori col nero; • in quelli dei seienni infinec’è la chiara differenziazione fra il corpo, la luce e l’ombra e compaiono ele-menti narrativi sullo svolgimento del laboratorio (foto 33).
Fra i temi scelti per il disegno riemergono tutti quelli affrontati negli altri labo-ratori: il Sole, le stelle e l’arcobaleno in particolare. Infine l’insegnante prepara unalettera per i genitori con la spiegazione delle esperienze del laboratorio e con l’in-vito a discuterne insieme ai bambini.
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foto 33
Katiuscia Vaiani
3.11 primo ciclo: laboratorio “l’aria”
Insegnanti: Caterina Petrini e Gabriella Salvestrini Nel nostro intergruppo, suddiviso in due cicli di sei incontri ciascuno e della du-
rata di un’ora alla settimana,abbiamo trattato il tema del-l’aria. Nel primo ciclo abbiamovisto con i bambini l’aria “ingenerale”: c’è ma non si vedeed è dappertutto, si muove e famuovere le cose.
Nei nostri incontri, che sisvolgevano in vari angoli delsalone, ci siamo organizzatenel seguente modo: all’ inizioabbiamo dato a ciascun bam-bino un sacchetto vuoto e li abbiamo invitati a correre per il salone agitandolo nel-l’aria in modo che si gonfiasse e infine lo abbiamo chiuso annodandolo cosìcchèl’aria restasse all’interno come in un palloncino (foto 34).
Successivamente abbiamo chiesto ai bambini se il sacchetto fosse vuoto o pienoe che cosa ci fosse dentro e perchè si fosse gonfiato. I bambini sono stati così liberidi esprimere le loro opinioni e pensieri:
I: Cosa possiamo fare con questo sacchetto? Io voglio un po’ giocare! (e mimetto ad agitarlo nell’aria) Cosa succede a questo sacchetto?
B: Prende aria e viene gonfio I: È vero! Si gonfia e cosa c’è dentro? B: L’aria.I: Cosa c’è dentro Olga? B: L’aria.
Dopo ciò, spostandoci in un altro angolo del salone, in una vasca d’acqua postasopra un tavolo ad altezza bambino l’insegnante ha immerso un bicchiere capo-volto con dentro un batuffolo di cotone attaccato sul fondo con un pezzetto di scotch:prima di effettuare l’esperimento però ha chiesto ai bambini se si sarebbe bagnatoo no. Ecco alcune loro ipotesi:
I: Facciamo un esperimento: io prendo questo bicchiere vedete cosa c’è dentro?
Bambini: Il cotone!!! I: Ora prendo questo bicchiere, lo capovolgo e lo metto dentro l’acqua.Se-
condo voi il cotone che è dentro il bicchiere si bagnerà oppure no? Bambini: Nooooo, sìììì. Allora domando a ciascuno se il cotone si bagnerà.
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foto 34
B: Si oppure affonderà.B: No, perché è appiccicato dentro.I: E l’acqua entra dentro il bicchiere? B: No.I: Perché l’acqua non entra dentro il bicchiere? B: Perché è appiccicato dentro, e l’acqua non entra perché si imprigionerà.
Una volta immerso obliquamente il bicchiere è stato chiesto perché il cotone orasi fosse bagnato e perché fossero uscite tutte quelle bollicine che salivano sopral’acqua e poi sparivano. I bambini hanno detto:
I: È entrata l’acqua e cosa è uscita? Bambini: L’aria. B: Ma io non l’ho sentita uscire. I: Non l’hai sentita ma hai visto che dal bicchiere sono uscite le bolle? Dentro
le bolle c’è l’aria. Allora avete visto è uscita l’aria ed è entrata l’acqua.Fintanto che l’arianon usciva non po-teva entrare l’acqua.
B: Perché lo difendeva.
Abbiamo fatto anche lebolle d’aria soffiando nellecannucce immerse nell’acqua(foto 35).
Infine, spostandoci in unaltro angolo del salone e accen-dendo un ventilatore, i piccolihanno notato che le piante e le girandole (già pronte) che sono davanti si muovono.Ecco cosa pensano i bambini:
I: Cosa fa il ventilatore? B: Gira e fa l’aria. […] I: Ma come fa il ventilatore a muovere le girandole.
se non le tocca? B: Muove l’aria e l’aria muove le girandole.
Poi tutti a costruire le girandole (quelle lasciate da fare) e a correre per il salonefacendole girare grazie all’aria.
Tutti i bambini hanno portato a casa il sacchetto d’aria, la cannuccia e la giran-dola insieme ad una lettera di presentazione di tutte queste attività svolte a scuoladurante l’intergruppo per ripetere con i genitori gli esperimenti e renderli partecipidell’esperienza fatta a scuola.
Abbiamo seguito tale procedimento per tutti i sei gruppi di bambini del ciclo
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foto 35
cercando di valorizzare gli interventi dei bambini e tenendo conto dei loro interessi:ogni volta così ci sono state piccole variazioni sia nei tempi che nei contenuti.
3.12 Secondo ciclo: laboratorio “l’aria e la sua resistenza”
Insegnanti: Caterina Petrini e GabriellaSalvestrini
Nel secondo ciclo gli incontri si sonosvolti sempre in vari angoli del salone, ab-biamo prodotto lo stesso tipo di documen-tazione del primo ciclo (lettera di presenta-zione delle attività svolte) e ci siamo soffer-mati sulla pressione dell’aria: l’aria sor-regge, fa cadere le cose e le fa muovereperché anche se non si vede ha una “forza”.
All’inizio veniva dato a ciascun bam-bino un oggetto diverso (piuma, carta ve-lina, chiodo…) da far cadere dalla scala(foto 36) o dal muretto del salone dopo averprevisto se l’oggetto fosse caduto a terralentamente o velocemente e se fosse cadutovicino o lontano:
Alla domanda se l’oggetto che ha inmano sarebbe caduto lentamente o veloce-mente:
B: Ora io… cade piano… (butta) B: Visto? piano!
Dopo di ciò i bambini sedutia un tavolo hanno scelto unaereo o un elicottero di carta ehanno provato a farlo volare edhanno notato che rimane involo per lungo tempo (foto 37);quando è stato chiesto loro ilmotivo hanno risposto:
I: Vedete come giranole eliche di questoelicottero? Che cosale fa girare?
B: Il vento
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foto 36
foto 37
B: L’aria
Successivamente sono stati gonfiati alcuni palloncini a cui abbiamo attaccatouna cannuccia e chiusi con una molletta. I bambini hanno quindi formulato le loroipotesi:
I: Che cosa succederà a questo palloncino se gli levo la pinza?B: Quando gli levi la pinza va via e si sgonfia.
Se viene tolta la molletta i bambini hanno visto che il palloncino parte “comeun razzo” dato che erano appesi a un filo a circa due metri da terra.
Caterina Petrini
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4. la documentazione
1. I diari
L’abitudine a documentare le nostre esperienze, non ci crea disagi particolari almomento in cui viene deciso di registrare ciò che accade durante l’attività, nel co-siddetto “DIARIO” del gruppo. Si tratta di un normalissimo quaderno dove ven-gono annotati gli aspetti interessanti dell’ esperienza a cominciare proprio dai bam-bini.
Vi viene descritto innanzi tutto il gruppo dei bambini e la loro età, quindi la mo-dalità di approccio all’attività, la descrizione delle varie fasi, delle relazioni tra bam-bini, alcuni loro interventi significativi e reazioni, comportamenti o atteggiamentidi cui tener conto.
Vengono infine annotati aspetti positivi o problematici dell’esperienza, in mododa poterne discutere con le colleghe, in vista di eventuali modifiche da apportare alprogetto.
Il diario, reso più gradevole da abbellimenti di tipo grafico-pittorico, contieneanche la sbobinatura delle conversazioni svoltesi fra bambini e con l’adulto, la cuianalisi ci consente la possibilità di:
• analizzare il tipo di relazione tra i protagonisti e la composizione dei gruppi;• verificare le conoscenze e credenze dei bambini,;• sondare la disponibilità dei bambini a cimentarsi, ipotizzare, verificare, rilan-ciare la discussione,;• analizzare le modalità di proporsi dell’adulto ed il tipo di linguaggio usato;• valutare i tempi dell’esperienza in merito all’organizzazione delle varie fasi edalla sua durata.
Tutti questi elementi vengono quindi analizzati , durante gli incontri tra inse-gnanti ed esperti, per valutare il lavoro svolto ed apportare aggiustamenti e miglio-
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ramenti là dove si renda necessario. Ogni adulto educatore annota sul diario ciò che ritiene utile, secondo una moda-
lità assolutamente libera e personalizzata, sia per quanto riguarda il testo che le partidisegnate.
Due esempi:
2. le “letterine”
L’esigenza delle “letterine” da inviare ai genitori, al termine dell’intergruppoassieme ad un prodotto realizzato dai bambini, nasce dalla consapevolezza dellanovità delle esperienze proposte negli intergruppi di quest’anno scolastico.
Tutte noi insegnanti, infatti, avvertiamo la necessità di spiegare ai familiari deibambini l’attività proposta, in modo da renderne più semplice la comprensione e lacondivisione in famiglia.
D’altra parte non capita spesso di vedersi arrivare a casa un sacchetto pieno di“aria d.o.c.” o una mappa stellare da avvicinare ad una lampada per vedere brillareuna costellazione appena “inventata”.
Queste letterine, le chiamiamo così per la loro semplicità ed il linguaggio di-retto e familiare, hanno anche l’obiettivo di far lavorare insieme genitori e figli perla costruzione di oggetti interessanti quanto inusuali come ad esempio il “forno so-lare” o “lo spettrometro”.
L’ obiettivo di questa comunicazione tra scuola e famiglia, è anche quello di sti-molare una nuova attenzione da parte degli adulti verso fenomeni consueti ma spessopoco osservati e di farsi coinvolgere in questa scoperta dai propri figli, condivi-
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Intergruppo Arcobaleno Intergruppo Il sole
dendo la sorpresa e le emozioni suscitate dalle “meraviglie del cielo”; emozioni te-stimoniate dal piacere dei bambini di regalare ai genitori veri e propri quadri con icolori del cielo o dell’arcobaleno.
A tal fine ciascuna insegnante o coppia d’insegnanti realizza la letterina, foca-lizzando nel testo la peculiarità dell’intergruppo e ciò che si ritiene utile eviden-ziare.
Il messaggio viene poi consegnato ai singoli bambini, assieme al prodotto finaledell’attività, per portarlo a casa, ai genitori.
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Alcuni esempi di “letterine”:3. conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti durante l’atti-
vità di intergruppo
Le conversazioni dei bambini sono state trascritte integralmente senza “ritocchi”(vedi pag. 71), per offrire alle insegnanti ed al lettore interessato, la possibilità divalutare l’esperienza compiuta, da più punti di vista:
1) l’interesse dei bambini;2) le loro conoscenze pregresse;3) le interazioni tra coetanei e tra bambini ed adulti;4) la loro capacità di fare previsioni, tentare soluzioni possibili ai problemi
proposti;5) la modalità di approccio a contenuti non semplici;6) il linguaggio adottato dalle insegnanti;7) gli aspetti organizzativi dell’attività stessa.
La spontaneità e l’assoluta fedeltà delle conversazioni rendono perfettamente erealisticamente l’idea dello svolgimento dell’esperienza, tanto da poter dire che“… sembra d’essere là …” Nei dialoghi manifestamente informali possono com-parire a volte trasgressioni dialettiche o modi di dire popolari che rendono più co-lorita la conversazione. Questo strumento, ovvero la sbobinatura delle conversa-zioni svoltesi durante il lavoro di intergruppo, è stato voluto dalle persone coinvoltenel progetto, a completamento della documentazione realizzata per i moltepliciaspetti dell’esperienza.
Daniela Sgobino
5. Il coinvolgimento dei genitori
I genitori hanno avuto un ruolo importante per l’andamento del progetto, sianello stimolare i bambini nel racconto delle loro esperienze a scuola, sia nella pre-parazione della festa di primavera; insieme alle insegnanti hanno organizzato e poicondotto personalmente sei tipi di postazioni che richiedevano la preparazione delmateriale per circa novanta bambini comprensivi di fratelli, cugini e iscritti per ilprossimo anno scolastico4.
Per la preparazione di ciascun laboratorio è stato necessario un numero di tre in-contri di due ore, sempre in orario pomeridiano dopo l’uscita dei bambini, dalle17.30 alle 19.30 o, per quello dedicato alla costruzione della mongolfiera, serale,dalle 21.00 alle 23.30 circa; questo laboratorio in particolare, a cui hanno presoparte una decina di genitori e due insegnanti, non prevedeva il coinvolgimento deibambini in attività ludico-espressive, ma come spettatori, ed era un regalo che tuttiabbiamo sperato si rivelasse speciale al lancio. Realizzata infatti con materiali leg-geri, carta velina, fil di ferro, colla per il pallone e una scatola di polistirolo comebase, era alimentata da una fiammella accesa dalla combustione di alcool etilico ecotone; al momento del lancio, come previsto, la presenza del vento oltre a trasci-narla via, raffreddava l’aria scaldata per combustione, ed i genitori pur di farla vo-lare hanno dovuto ricorrere all’uso di un asciugacapelli!
In occasione della festa siamo riusciti ad avere – grazie alle esperte dell’Asso-ciazione Googol che ci hanno seguito nel progetto – il planetario gonfiabile all’in-terno del salone della nostra scuola: una piacevole e graditissima sorpresa per tuttii presenti.
I genitori sono stati molto attenti anche nel riconsegnarci compilati i questio-nari che gli avevamo proposto sul progetto al termine del primo ciclo di laboratori
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4) Anche questo è un aspetto del progetto di continuità educativa; questa festa rappresenta sia l’occasione per ac-cogliere i nuovi iscritti, sia per ritrovare i bambini che sono ormai alla scuola elementare.
per verificare l’interesse e la curiosità suscitate dalle attività proposte, nei bambinie nei genitori stessi.
Queste le domande a cui dovevano rispondere per iscritto:
Vediamo ora come i genitori hanno accolto il nostro invito a rispondere:
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Questionari pervenuti: 44 / Questionari non pervenuti: 34
• Il/la bambino/a ha raccontato qualcosa di ciò che ha fatto negli inter-
gruppi?
SI 42 NO 02
• Se sì, cosa vi ha raccontato? Scrivete alcune frasi:
arcobaleno: 17 commenti; i bambini hanno raccontato come con uno spec-chietto, una torcia ed una bacinella d’acqua abbiano potuto vedere i coloridell’arcobaleno; dai racconti emerge la necessità di avere l’acqua e la lucecome elementi fondamentali: associano l’acqua e la torcia così come ilsole e le nuvole. Elencano i colori dell’arcobaleno.
Sole colore: 16 commenti; i bambini hanno riferito che il sole si sposta colvento come le nuvole, che di notte va a dormire, hanno mostrato ai geni-tori le palle di sole fatte da loro dicendo che non servono per giocare perché
Il/la bambino/a ha raccontato qualcosa di ciò che ha fatto negli
intergruppi? SI ? NO ?
Se sì, cosa vi ha raccontato?
Scrivete alcune frasi
Ha provato a ripetere l’esperienza con il vostro aiuto?
SI ? NO ?
Raccontateci cosa e come:
Siete stati sufficientemente informati delle esperienze compiute?
Fra queste quali vi hanno colpito di più e perché?
Il/la bambino/a, nella vita quotidiana, ha manifestato nuove curiosità ed
attenzioni, influenzate da questa attività?
Raccontateci:
A vostro giudizio, avete maturato un’attenzione o una curiosità diversa ri-
guardo questi fenomeni?
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sono il sole, ed hanno riferito chiaramente sui colori che ha nelle diverseore della giornata, in particolare al tramonto sarebbe rosso. Parlano anchedei raggi: il sole sarebbe una palla di fuoco, una stella rotonda con deglistecchi infilati (i raggi).
luce ed ombra: 13 commenti; i bambini hanno mostrato ai genitori comehanno giocato con le ombre: mettendo le mani in controluce, facendolevariare di grandezza su un telo bianco (la superficie di proiezione), chie-dendo di provare a prenderla e dicendo che ha le luci colorate.
Stelle: 15 commenti; i bambini hanno raccontato l’esperienza del colapastaed hanno provato a spiegare che le stelle e la luna di giorno non si vedonoperché c’è il sole. Una bambina ha riferito del mito di Cassiopea, un bam-bino di come sia possibile ricreare la volta del cielo anche forando un car-toncino ed illuminandolo con una torcia. Hanno provato a riferire sullaforma di una stella, un tondo con le righe.
aria: 22 commenti; i bambini hanno raccontato di aver giocato con le gi-randole mosse dal vento, di aver soffiato con una cannuccia dentro una ba-cinella d’acqua per far venire le bolle, che l’aria non si vede ma che l’-hanno presa col sacchetto e che quindi non era vuoto ma pieno d’aria, chese si immerge in una bacinella d’acqua un bicchiere capovolto con dentrodel cotone asciutto, il cotone non si bagna, e che il vento muove le cose.
Il cielo di giorno e di notte e i suoi colori: 7 commenti; i bambini hannoraccontato di aver visto tanti colori nel cielo, che la candelina accesa nellastanza si vedeva al buio e non al sole, di aver visto il cielo di giorno e dinotte, di aver raccontato la storia della Pimpa (per un bambino quando vedele stelle sarebbero quelle della Pimpa), che la luna resta sempre nel cieloma che di giorno non si vede, di aver incollato su un cartoncino nella metàviola che rappresentava la notte la luna e le stelle.
• Ha provato a ripetere l’esperienza con il vostro aiuto?
SI 27 NO 16 NON RISPONDE 01
• Raccontateci cosa e come:
arcobaleno: 12 commenti; 9 per aver riprodotto l’arcobaleno con torcia,bacinella d’acqua e specchietto; 1 per aver cercato lo spettro dalle goccedel lampadario;1 per aver disegnato l’arcobaleno;1 per aver chiesto ilprisma.
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Sole colore: 1 per l’osservazione del tramonto.
luce ed ombra: 11 commenti; 1 per aver giocato con le ombre ed una pila;3 che le individuano all’aperto o in casa; 6 per aver giocato con le sagomee le ombre colorate; 1 per aver riprodotto l’esperienza con il mappamondosull’alternanza giorno/notte.
Stelle: 1 commenti; 3 per aver riprodotto l’esperienza dello scolapasta; 2per aver riprodotto l’esperienza con il disco bucato e la pila.
aria: 13 commenti; 5 per aver soffiato nel bicchiere con l’acqua per ve-dere le bollicine; 4 per aver preso l’aria nel sacchetto;4 per aver giocatocon la girandola
Il cielo di giorno e di notte e i suoi colori: 9 commenti; 8 per l’osserva-zione del cielo di notte; 1 per aver riprodotto le stelle con le candele;
• Siete stati sufficientemente informati delle esperienze compiute?
ABBASTANZA 02SÌ 16SÌ, IL/LA BAMBINO/A HA RACCONTATO 05SÌ, PER LA RIUNIONE FATTA CON LE INSEGNANTI 09SÌ, PER I MATERIALI ARRIVATI A CASA 09COLLOQUI INFORMALI CON LE INSEGNANTI 03
• Fra queste quali vi hanno colpito di più e perché?
Tutte: 5. Commenti: stimolanti ed originalile ombre: 3. Commenti: affascinante l’applicazione delle ombre all’astro-nomia; l’ombra non è un fenomeno banale;l’esperienza del ricreare le stelle col colapasta: 2. Commenti: genialeper la difficoltà dell’argomento che è invece risultato alla portata dei bam-bini;l’esperienza del ricreare l’arcobaleno con lo specchio: 16. Commenti:originale; alcuni non avevano pensato di poterlo riprodurre in un modocosì semplice, appare un fenomeno complesso.gli esperimenti con l’aria: 12 di cui 7 per la girandola. Commenti: rie-scono a rendere visibile l’invisibile; hanno svelato anche nei genitori co-noscenze nascoste.
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Il cielo notturno: 1le esperienze di luce: 1Il sole: 1. Commenti: per un interesse personale.
• Il/la bambino/a, nella vita quotidiana, ha manifestato nuove curiosità ed
attenzioni, influenzate da questa attività?
Raccontateci:
Maggiore curiosità per l’osservazione del cielo di notte (stelle, pianeti, luna): 15
Attenzione al vento che muove l’aria: 1Maggiore interesse per i fenomeni meteorologici: 2Cercano forme riconoscibili nelle nuvole e nelle stelle: 2Attesa dell’eclissi per vedere come la luna si nascondesse: 1Fa richieste su dove siano le stelle e la luna di giorno ed
il sole di notte, sulla velocità a cui si muovano, sulla loro grandezza: 1
Gioca con le ombre e/o fornisce spiegazioni sulla loro dimensione: 3(un bambino ha notato che l’ombra di Pinocchio, nelfilm di Benigni, alla fine, non si comporta proprio come un’ombra)
Maggiore interesse per l’arcobaleno ed i colori della luce: 2Gioca con le bolle di sapone o con le bolle in piscina: 2Nessun cambiamento: 2Cambiamento generico non specificato: 1Non risponde: 11
• A vostro giudizio, avete maturato un’attenzione o una curiosità diversa
riguardo questi fenomeni?
Sì: 6 No: 1 Eravamo già attenti a queste cose: 1
Queste esperienze hanno rappresentato uno spunto rispetto al non dare risposte precostituite: 1
Ringraziano per la possibilità che hanno avuto i bambini di fare queste esperienze: 4
Scoperta e maggiore curiosità: 4Si vogliono documentare sui fenomeni: 1
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Sorpresa per la semplicità con cui sono stati trattati fenomeni così complessi: 3
Restituire significato nel quotidiano a questo tipo di esperienze: 3
Risveglio della memoria e ricordo del loro stupore di bambini nella scoperta di questi fenomeni: 2
Scoperta di un nuovo modo di guardare ai loro figli: 2
Ce ne sono pervenuti circa il 57% e dal lavoro di elaborazione e quantificazionedei risultati abbiamo avuto conferma delle nostre aspettative: sono rimasti colpitidal cambiamento di interesse dei loro bambini nell’osservazione del cielo (questoanche per i piccoli del nido), dalle spiegazioni che erano in grado di fornire peresempio rispetto all’alternanza notte/giorno e dalle proposte delle insegnanti (al-
cune valutate in modo davverooriginale); hanno raccontatoche i bambini hanno chiesto diripetere gli esperimenti a casaed in alcuni casi hanno am-messo di aver scoperto cose dicui non si erano mai posti ilproblema manifestando il de-siderio di approfondire le loroconoscenze. Per quanto ri-guarda l’informazione rispettoal progetto sono stati determi-nanti gli elaborati dei bambini,
le lettere di accompagnamento con la spiegazione dei laboratori e gli incontri conle insegnanti.
All’incontro organizzato nelmese di maggio per i genitori econdotto dalla nostra espertaLara Albanese (foto 38 e 39),erano presenti circa cinquantagenitori, che hanno ripercorsocon entusiasmo le tappe delprogetto, lasciandosi “incan-tare” dai mille modi in cui èpossibile promuovere un atteg-giamento scientifico nei lorobambini con giochi da fare, o
foto 38
foto 39
interrogativi a cui rispondere acasa.
Fra gli eventi conclusivi delprogetto ricordiamo anche “Laserata stellare” organizzatapresso la sede dell’Associa-zione Gruppo Astrofili M135 diScandicci in cui bambini, ge-nitori, insegnanti ed operatricihanno potuto assistere alla pro-iezione di un filmato sullacreazione del sistema solare(foto 40 e 41) ed osservare, grazie a ben tre telescopi, i crateri della Luna e gli anelli
di Saturno. La valutazione del progetto
fatta agli incontri di sezione ecol Comitato è stata estrema-mente positiva; il progetto èstato un evento straordinario,che ha richiesto impegno edenergie a bambini, genitori, in-segnanti ed operatrici, tutti co-munque soddisfatti ed entu-siasti di avervi preso parte.
Katiuscia Vaiani
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foto 40
foto 41
5) L’attività del Gruppo Astrofili M13 di Scandicci mira sia ad attività osservative e alla realizzazione di fotografieastronomiche che ad attività divulgative.
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6. la festa di fine anno
A fine anno è consuetudine organizzare nella nostra scuola una festa conclusivache si svolge negli spazi esterni ed interni del complesso scolastico. A questa festasono invitati tutti i bambini frequentanti con i relativi genitori, fratelli, nonni edanche le famiglie coi bambini che frequenteranno l’anno successivo in modo da fa-miliarizzare già con l’ambiente, i compagni e il personale adulto della scuola. Ilnumero dei partecipanti si aggira sulle300 persone pertanto è importante or-ganizzarla bene e per questo ci avva-liamo anche dell’aiuto dei genitori delcomitato e di altri che si rendono di-sponibili per questa giornata.
È stata organizzata di sabato perpermettere la partecipazione dellamaggior parte delle famiglie.
All’interno di questa festa ab-biamo organizzato un percorso cheabbiamo chiamato proprio “col naso
all’insù” dove i bambini, insieme agliadulti che li accompagnavano, ave-vano la possibilità di osservare, gio-care, costruire, sperimentare attivitàdiverse ma sempre inerenti al temadel cielo, visto che avevamo rilevatol’interesse molto forte dei bambini edei loro genitori, per l’argomento trat-tato durante gli intergruppi.
Sono stati quindi individuati negli spazi della scuola 7 ambienti diversi dove inciascuno era stato preparato del materiale adatto per svolgere l’attività inerente allaboratorio scelto.
Sono state poi formate 7 squadre e ciascuna squadra, composta da 13 bambinicon i relativi familiari, ha fatto un percorso consequenziale in questi laboratori pre-disposti. Vi mostriamo i contrassegni delle squadre:
I laboratori individuati sono: • I colori del cielo dove dopo aver osservato delle foto preparate si pitturava sce-
gliendo varie tecniche: tempera, pennarelli, acquerelli, gessi, ecc (foto 42) • Vola-vola dove con bastoncini, carta velina, colla si costruiva un aquilone (foto
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foto 42 foto 43
43)• luci e ombre dove si realizzava un piccolo teatro con burattini usando le sca-
tole della pizza (foto 44) • colori e bolle dove si soffiava con vari
strumenti nel sapone per rivedere nelle bolle giganti l’arcobaleno (foto 45) • me-ridiamo dove si potevano osservare vari tipi di orologi solari e si costruiva
con la carta e bastoncini un orologio/meridiana da polso (foto 46) • prendi il volo dove si ritagliava la carta per realizzare dei serpentelli che attac-
cati ad un bastoncino giravano col movimento del braccio (foto 47) • Il planetario gonfiabile che le esperte dell’associazione Googol di Arcetri ave-
vano portato nel salone della scuola dove si poteva entrare senza scarpe, in si-lenzio e al buio per osservare le stelle (foto 48) Al termine del percorso ci ritroviamo tutti nella parte più spaziosa del giardino
per seguire il “lancio della mongolfiera”, realizzata dai genitori durante un labo-ratorio serale, organizzato proprio a questo scopo. Nel bel mezzo di un grande cer-chio, costituito da tutti i partecipanti alla festa, due babbi tentano di far decollare lamongolfiera, tra gli incoraggiamenti urlati dei presenti. Un po’ di pazienza poi lamongolfiera prende il volo, anche se solo per pochi metri (foto 49). La soddisfa-zione comunque di essere riusciti a costruirla ed a farla volare è grande e traspare
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foto 46 foto 47
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dai sorrisi compiaciuti degli interessati.
La festa si è conclusa poi con un pranzo portato da ciascuna famiglia e condi-viso tutti insieme (foto 50).
Un’altra iniziativa dellafesta è stata la serata stellare:presso l’associazione Astrofilidi Scandicci a S. Martino sisono ritrovati dopo cena inse-gnanti, bambini e genitori, perosservare direttamente dal te-lescopio la luna, le stelle e, me-raviglia delle meraviglie, ilpianeta Saturno con tutti i suoianelli.
Gabriella Salvestrini
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foto 48 foto 49
foto 50
7. giocare con la scienza……con mamma e papà.
I bambini e le bambine sono persone competenti in grado di sperimentare, ra-gionare mettere idee in comune. I contesti, gli ambienti le situazioni possono faci-litare la sperimentazione favorendo il desiderio di ricercare, formulare nuove teorie,ripetere esperimenti, insomma fare scienza.
La scienza non sta solo nei laboratori e non è patrimonio di pochi e spettinatiscienziati, il linguaggio scientifico può trovare canali di comunicazione adatti a tuttianche ai bambini, alle bambine e ai loro genitori e, soprattutto, per i bambini è unlinguaggio come un altro, uno dei tanti linguaggi che aiutano a formarsi un’idea delmondo. La scienza non è solo per gli addetti ai lavori, tutti a livello diverso pos-sono avvicinarla. In quest’ottica è fondamentale che i bambini e le bambini non re-leghino a contesti e momenti particolari la sperimentazione, ma trovino terreni fa-vorevoli in ogni contesto in particolare a scuola e a casa.
Il mondo del bambino non è infatti quello della scuola, della casa, del parcogiochi. Il mondo del bambino è anche quello della scuola, anche quello dalla casa,anche quello del parco giochi. È fatto da una pluralità di luoghi, di spazi, di rela-zioni. Il mondo fisico confina con quello dell’immaginazione e della fantasia nelquale le regole possono non essere più esattamente quelle della scienza e della fi-sica. La fantasia non è tuttavia opposta alla realtà è uno dei mezzi grazie ai qualipossiamo comprendere meglio la realtà e il mondo. Il mondo della fantasia, quellodella fisica, quello della scuola e della casa, dei boschi e delle città coesistono e laconoscenza di ciascuno di essi aiuta a comprendere gli altri, a capire quali sono edove valgono le regole del gioco. Se l’arcobaleno fatto a scuola si forma in un certomodo, ciò succede anche a casa, al parco giochi o a casa di un amico. In questosenso è fondamentale che i genitori o gli adulti che condividono il tempo non sco-lastico coi bambini possano comprendere e condividere la loro esperienza. In camposcientifico ciò non è spesso possibile. L’ignoranza scientifica dilagante nel nostro
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paese fa sì che il bambino non trovi spesso nella casa il luogo in cui condividere al-cune scoperte fatte a scuola. Il mondo della scienza diventa un mondo a parte chesi può esplorare solo in determinate circostanze e in determinati momenti e nonquando la curiosità e la voglia di sapere affollano la mente e il cuore dei bambini.È quindi fondamentale in questo senso coinvolgere generalmente i genitori nelleattività di tipo scientifico perchè non si crei una scissione fra il mondo dentro lascuola e quello fuori dalle pareti scolastiche.
Un modo di dire comunemente usato nel nostro paese ci dà un idea di quantopoco la scienza venga presa in considerazione, si usa infatti dire che una personacolta anche in materia scientifica è “persona di scienza e di cultura” quasi a sugge-rire una cultura separata dalla scienza... Così spesso gli adulti non si sentono ade-guati nel parlare di scienza e di fronte alle domande dei bambini preferiscono ri-mandare, delegare. Tante volte invece proprio l’investigazione scientifica può es-sere un momento comune di riflessione per adulti e per bambini. Perché il cielo èazzurro? Cosa sono i lampi? Perché il sole è tondo? Perché le lacrime sono salate?
Perché queste ed altre domande non vengano delegate unicamente alla scuola ailibri ed alla televisione bisogna favorire un contesto in cui anche i genitori abbianovoglia di mettersi in gioco.
- Parliamone!- Proviamoci!
Bisogna dimostrare che spesso in casa si usano le conoscenze scientifiche e sifa scienza.
Così negli incontri coi genitori il primo passo è certamente la ricerca della scienzanelle azioni e nei contesti quotidiani. In cucina per esempio, oppure nella vasca dabagno... Si tratta semplicemente di valorizzare contenuti e azioni che genitori e bam-bini condividono abitualmente, si tratta semplicemente di scovare la scienza nellaazioni quotidiane.
La proposta di alcuni semplici giochi ed esperimenti da fare con materiale po-vero semplice o di recupero è sempre molto gradita durante gli incontri coi genitoriÈ importante però mettere in evidenza che si tratta di esempi, ma che dall’ascolto edalle richieste dei bambini e della bambine potranno nascere nuove interessanti spe-rimentazioni, nuovi giochi scientifici e, anche e soprattutto, che non esistono espe-rimenti “sbagliati” e che non tutte le sperimentazioni portano al risultato atteso.
Un’ultima osservazione : la scienza accomuna persone di diversa nazionalità fa-vorendo la comunicazione e lo scambio non solo fra i bambini, ma anche fra gliadulti che non parlano la stessa lingua.
Il contributo dei genitori è inoltre indispensabile per le attività legate all’osser-vazione del cielo, visto che, ahimè le stelle non si vedono in orario scolastico.
L’esperienza della scuola Turri di Scandicci ha visto i genitori coinvolti in un
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incontro di scambio avvenuto al pomeriggio durante il quale sono stati propostigiochi ed attività da fare coi figli e, soprattutto nell’organizzazione di un evento fi-nale durante il quale si sono occupati, fra l’altro della costruzione di una mongol-fiera realmente funzionante. Solo loro potrebbero riferire dell’importanza di questaesperienza, anche se la grande partecipazione a questo tipo di incontri lascia presu-mere che abbiano una certa utilità.
Lara Albanese
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8. Verifica e valutazione del progetto
8.1. In che senso valutare?
Arrivati alla conclusione di questo percorso, svolto insieme ai bambini e alleloro famiglie, cerchiamo adesso di “tirarne le fila”, ossia di trovare un momentoper riflettere e comprendere ciò che è accaduto durante questo cammino nel mondodella scienza.
La molteplicità di esperienze e attività proposte ai bambini durante i due cicli diintergruppi, ha infatti messo in moto un processo di sviluppo e apprendimento cheè importante cercare di osservare e valutare per arrivare alla consapevolezza stessadel lavoro svolto.
L’osservazione e la valutazione sono momenti importanti per rendersi conto seciò che è stato svolto è risultato efficace e significativo, per individuare punti diforza o debolezza del progetto, ma anche, e soprattutto, per entrare più profonda-mente in contatto con i vissuti dei bambini, con il loro modo di vivere, di sentire edi comunicare quelle esperienze che noi abbiamo loro proposto.
Ciò che abbiamo cercato di fare durante i vari laboratori e attività sulle meravi-glie del cielo non è stato altro che fornire ai bambini momenti, occasioni e pretestiper osservare e discutere insieme su ciò che accade nel mondo attorno a noi, in par-ticolare sopra la nostra testa, nel cielo.
Stimolare i bambini ad osservare, ad esprimersi, a porsi domande sul mondo ead azzardare ipotesi e spiegazioni su vari fenomeni, non è altro che un modo di in-centivare la loro curiosità, la loro capacità di ragionamento, ed è questo il senso delfare scienza con i bambini, la cui importanza è già stata ampliamente discussa esupportata.
Tuttavia è importante ribadirla per tener conto che quando si va a valutare e ve-rificare tali processi di apprendimento, si ha a che fare con processi di sviluppo chepossono non essere immediatamente osservabili, soprattutto con bambini molto pic-
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coli. Non si tratta infatti di stimolare abilità o competenze specifiche come adesempio la motricità, la manualità o la competenza linguistica in senso stretto, mapiuttosto di incentivare competenze trasversali che investono un po’ tutti i campi diesperienza. Soprattutto sono competenze che riguardano modalità di pensiero e ra-gionamento, la curiosità di osservare, la capacità di intuire, il desiderio di porre do-mande, di azzardare risposte, di individuare strategie per raggiungere obiettivi anchedal confronto con gli altri.
Perciò le attività di intergruppo che abbiamo svolto possono considerarsi comepiccoli semi gettati in un grande terreno fertile, terreno che rappresenta il bambinoe la sua mente: se l’educazione continuerà a stimolare tali capacità e competenze,queste cresceranno e si renderanno visibili in contesti e occasioni diverse.
Perciò quando nei momenti di intergruppo il bambino non si è espresso, oppurenon è intervenuto durante la conversazione, non si è messo in gioco in qualche mododurante l’attività, il suo silenzio non è da considerarsi disinteresse o non compren-sione. Per lui è stata comunque un’esperienza, un pretesto di gioco diverso e stimo-lante, che potrà rielaborare e reinterpretare nei tempi e nelle modalità che sono alui possibili.
I momenti di verifica e valutazione di questo percorso di intergruppo, nel mondodella scienza e dell’astronomia, sono diversi e molteplici, e cercano di mettere inluce i diversi aspetti delle esperienze svolte, senza avere la pretesa di essere giuntiad una conclusione finale, né di aver totalmente raggiunto gli obiettivi di partenza.Piuttosto da tutte queste operazioni di osservazione, resteranno i segni per ricor-dare e rivedere il lavoro svolto, per interpretare i dati raccolti e per modificare ilnostro intervento in base ai bisogni e alle potenzialità dei bambini.
Quindi più che valutare il risultato dell’esperienza, valutiamo il processo in attoe tracciamo la strada per il suo possibile sviluppo.
8.2. osservazione e valutazione nelle attività di intergruppo:
la risposta dei bambini
Ciascun intergruppo ha avuto a disposizione un quaderno da utilizzare come unasorta di diario di bordo. In esso l’insegnante poteva riportare oltre che le modalitàdi strutturare la propria attività, le proprie osservazioni, gli interventi dei bambini,le loro reazioni e le dinamiche che volta a volta in gruppi diversi potevano presen-tarsi. In genere il quaderno veniva utilizzato lo stesso giorno o nei momenti piùprossimi alle attività proprio per permettere una riflessione fresca sui fenomeni os-servati e non distorta dagli effetti del tempo.
L’osservazione durante lo svolgimento dell’attività si è concentrata sul coinvol-gimento dei bambini, i loro interventi, le loro curiosità, ma anche sui loro silenzi,sulle modalità di gioco dei più piccoli.
Spesso era difficile cogliere tutti i loro interventi, poichè il desiderio di espri-
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mersi li portava a parlare tutti insieme, perciò l’osservazione è stata supportata dallaregistrazione audio che ha permesso di estrapolare le conversazioni dei bambininella loro spontaneità.
Per compiere un’osservazione più attendibile possibile, abbiamo deciso di regi-strare le conversazioni dei bambini secondo due diverse modalità:
1. Osservazione costante di un gruppo: le conversazioni sono state registrate eanalizzate per lo stesso gruppo di bambini, che hanno percorso le diverse attivitàalla scoperta delle meraviglie del cielo.
Ciò ha permesso di osservare in modo più approfondito come gli stessi bambinipartecipavano ed interagivano nelle diverse esperienze, quali di queste hanno su-scitato più entusiasmo, ma anche le reazioni dei singoli: infatti poteva accadere cheun bambino rimasto in silenzio o poco partecipe durante un’attività, ne abbia in-vece gradita un’altra nella quale si è potuto esprimere con interesse ed entusiasmo.
2. Osservazione ciclica di ogni attività di intergruppo: sono state programmatele registrazioni audio in modo da monitorare ogni laboratorio e nello stesso tempocontrollando che fossero presenti ogni volta gruppi diversi di bambini.
Ciò ha permesso invece di studiare le modalità di interazione, coinvolgimento epartecipazione di bambini diversi in tutte le diverse attività per evitare anche di nonfocalizzarsi troppo sugli interventi di quei bambini che in un certo senso potevanomonopolizzare la conversazione in un particolare gruppo. Non di rado accadeva in-fatti che un bambino, magari del gruppo dei grandi, intervenisse continuamentenelle conversazioni per dire la sua, sia per la grande curiosità e il forte interesse, siaperché magari già in famiglia aveva avuto modo di trattare questi temi.
Dall’analisi finale che è scaturita dalle diverse osservazioni dei bambini nellevarie attività, l’aspetto positivo che è emerso in modo più evidente è la curiositàmostrata dai bambini durante l’attività stessa. I bambini esprimevano il desideriodi scoprire ogni volta un gioco nuovo, un “gioco sul cielo”, e durante lo svolgi-mento ponevano continuamente domande, anche molto stravaganti, per le quali at-tendevano desiderosi delle risposte. Nel momento in cui stimolavamo loro al ragio-namento, incoraggiandoli a dire le loro idee, le loro fantasie, notavamo l’entusiasmodi trovare una soluzione, di formulare un’ipotesi interessante agli occhi degli altribambini.
In questi momenti di discussione i bambini più piccoli, soprattutto di due o treanni mostravano più resistenze nella partecipazione, ma trovavano comunque ilmodo di esprimersi nei momenti di gioco e rielaborazione dell’esperienza.
In generale possiamo concludere che le attività di intergruppo hanno arricchitola conoscenza di tutto il personale e di tutti i bambini della scuola, stimolando cosìcapacità relazionali con adulti e bambini diversi dal gruppo di riferimento.
Non sono ovviamente mancati momenti critici durante lo svolgimento delle at-tività pratiche e di rielaborazione, soprattutto per quanto riguarda i tempi di svolgi-
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mento, che a volte erano un po’ ristretti, e per quanto riguarda la predisposizionedei materiali, che avrebbe dovuto, in alcuni casi, essere maggiormente differenziataa seconda delle età.
8.3. confronto e discussione fra le insegnanti nei collettivi e incontri con
gli esperti
Mensilmente in ogni incontro in collettivo, è stata dedicata una parte della di-scussione ad un brainstrorming all’andamento del proprio intergruppo. Ciò permet-teva di far emergere le difficoltà incontrate nella gestione delle attività, i punti diforza, le strategia che avevano riscosso un maggior coinvolgimento, ma ancheaspetti inerenti la progettazione stessa dei laboratori, in modo tale così da potersiarricchire delle conoscenze, idee e contributi delle altre insegnanti.
La registrazione audio di cui abbiamo parlato precedentemente è stata program-mata all’inizio dei due cicli di intergruppi, ma in realtà qualche insegnante l’ha uti-lizzata anche come proprio metodo di auto osservazione. Nel collettivo si potevaperciò anche compiere una sorta di autocritica sul modo di svolgere volta volta l’at-tività.
Gli esperti oltre a dare un contributo su idee e attività particolari di ambito scien-tifico, ci hanno aiutato nella riflessione sulle modalità del nostro intervento duranteil laboratorio.
La difficoltà di alcune di noi, in particolare di chi era al primo approccio nel“fare scienza”con i bambini, è stata quella di sentirsi in qualche modo spinte a spie-gare, a dare risposte sensate al bambino, quasi per paura di innescare conoscenzesbagliate sulla materia. Alcuni interrogativi più comuni erano quindi “Cosa gli dicose mi chiede dove va a finire il sole di notte?” oppure “Come faccio a spiegargli larotazione della terra?”, “Come faccio se mi chiedono dove vanno le stelle digiorno?”.
In realtà, come ben abbiamo approfondito in precedenza, il senso del fare scienzacon i bambini, non è dare risposte corrette a queste domande, anche perché anchese dette nel modo più semplice possibile, un bambino di tre, quattro anni non potràmai comprenderle a fondo.
Così le insegnanti si sono messe alla prova e hanno cercato di contrastare questaloro tendenza a spiegare, parlare, raccontare, e ripeto soprattutto le “nuove leve”.Hanno provato a rilanciare la conversazione sul bambino, a stimolarlo e incurio-sirlo dicendo ad esempio “È vero…chissà dove va il sole la notte…secondo voi dovesi nasconde quel birichino!”oppure “davvero non ci sono le stelle di giorno…checosa succede secondo voi…dove sono?Ma quelle candeline accese di giorno nonle avete mica viste…eppure erano lì...come mai?Proviamo un po’ a capire ilperché!”
E così con grande sorpresa e con tante risate abbiamo sentito uscire dalla bocca
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dei bambini le teorie più fantasiose, originali, buffe e spesso assurde… a volte anchesilenzi e qualche broncio perché non sapevano dare una risposta... a volte bisticciperché quello che diceva un bambino non piaceva all’altro che si arrabbiava!
Tutto questo è stato per noi il modo di capire cosa significa stimolare, rendereattivo e protagonista il bambino e osservare ciò che è in grado di creare in modoautonomo.
Ripensando al percorso svolto, ci sono anche degli aspetti di criticità che sa-rebbe stato opportuno controllare e che hanno rappresentato momenti di difficoltàper le insegnanti nella gestione dell’intergruppo. Innanzitutto la necessità di orga-nizzare meglio il materiale prima dell’inizio dell’attività, per evitare così i tempimorti che deconcentrano i bambini e permettere il rispetto dei tempi necessari al-l’attività stessa. Inoltre la mancanza di attrezzature idonee, come computer e testispecifici, non ha permesso di trovare materiali di supporto e di arricchimento chepotevano essere importanti sia per i bambini che per le insegnanti alle prime espe-rienze con l’educazione scientifica.
Soprattutto per queste ultime sarebbe stata utile una formazione specifica piùstrutturata, anche se la forte motivazione al progetto ha spinto le nuove insegnantia documentarsi autonomamente attraverso i testi e il confronto con le colleghe.
8.4. la risposta dei genitori
Il contributo dei genitori è stato per noi un feed-back importante per verificareciò che il bambino riportava a casa delle esperienze vissute a scuola. Come abbiamogià spiegato, il coinvolgimento dei genitori è stato proposto sotto diverse forme: le“letterine” di accompagnamento ad ogni elaborato del bambino, con la spiegazionedell’attività svolta, i comitati, le riunioni di sezione, un incontro con gli esperti, illaboratorio in preparazione della festa di primavera e, in conclusione, il questio-nario in cui ognuno poteva esprimersi riguardo al progetto e riportare anche in modospecifico i racconti dei bambini, il loro modo di riproporre a casa l’esperienza vis-suta a scuola.
Come abbiamo già visto più in dettaglio, le risposte ai questionari sono state in-dispensabili per la valutazione del progetto, perché ci hanno permesso di rilevare ivissuti, i racconti, e tutto ciò che il bambino ha assimilato dei giochi e attività chegli abbiamo proposto e che ha tentato di riproporre con la sua famiglia. Senza l’oc-chio attento del genitore ciò non sarebbe stato possibile, poiché la nostra osserva-zione si sarebbe limitata all’ambito scolastico.
In generale possiamo affermare che c’è stato un alto gradimento delle famiglieper il progetto svolto, interesse e stupore per la molteplicità di stimoli offerti. Tuttociò dopo ovviamente aver spiegato loro in modo approfondito le finalità del pro-getto, poiché in alcuni, inizialmente, l’educazione scientifica ha destato qualchedubbio e perplessità rapportata a bambini così piccoli. Soprattutto c’è stata soddi-sfazione nello scoprire quanto è facile trovare pretesti per parlare con i propri figli,
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semplicemente osservando ciò che ci circonda, e come fenomeni molto semplicioffrono occasioni di accrescimento e conoscenza. Anche se non c’è stata un’altapartecipazione, l’incontro con le esperte ha suscitato interesse, curiosità e meravi-glia, poiché sono state mostrate ai genitori semplici giochi scientifici da fare a casacon i loro bambini, anche con materiali di consumo quotidiano.
Le letterine di accompagnamento ad ogni elaborato, sono risultate indispensa-bili e, grazie ad esse, anche i genitori dei bambini più piccoli (2 anni) hanno potutointerpretare e comprendere l’esperienza compiuta dal figlio, valorizzando il suoracconto e la sua rielaborazione.
La festa della primavera è stata l’occasione conclusiva per permettere ai geni-tori di giocare e divertirsi con i bambini ma anche per mettersi all’opera e costruirecon le proprie mani una mongolfiera da far decollare nel cielo. Durante la festa sonostati molti i genitori disposti a collaborare per gestire giochi e attività, mostrandoentusiasmo e soddisfazione per queste nuove esperienze.
Francesca Migliorini
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Scuola dell’infanzia
TURRI
pRogeTTo
“gUaRdIamo Il cIelo”Conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti
durante l’attività di intergruppo
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premessa
Le conversazioni qui trascritte sono riportate integralmente e senza “ritocchi”per offrire alle insegnanti ed al lettore interessato, la possibilità di valutare attra-verso i dialoghi, l’esperienza compiuta tenendo conto di molteplici aspetti:
• l’interesse dei bambini,• le loro conoscenze pregresse,• le interazioni tra bambini e con gli adulti,• la loro capacità di fare previsioni, tentare soluzioni ragionevoli ai problemiproposti,• la modalità di approccio a contenuti non semplici,• il linguaggio intercorso tra le insegnanti e i bambini,• gli aspetti organizzativi dell’attività stessa.
La spontaneità e l’assoluta fedeltà delle conversazioni rendono perfettamente erealisticamente l’idea dello svolgimento dell’esperienza, tanto da poter dire “....sembra d’essere là...”.
Nei dialoghi manifestamente informali possono comparire a volte trasgressio-ni linguistiche o modi di dire popolari che rendono più colorita la conversazione.
Questo strumento, la sbobinatura delle conversazioni svoltesi durante il lavorodi intergruppo, è stato realizzato dalle persone coinvolte nel progetto, qualemomento di sintesi della documentazione realizzata sull’intera esperienza.
Daniela Sgobino
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Insegnante: Dobbiamo vedere cosa c’èfuori dalla finestra, cosa vedete?
Bambino: Il soleI.: Cosa c’è in cielo?B.:Il sole…I.: Oppure?B.:Le nuvole!I.: Il cielo è sempre uguale?B.:No… delle volte può essere anche
nero perché è buioI.: Andiamo sulle panchine, mettiamoci
comodi comodi… Vorrei sapere daMattia cosa c’è in cielo… è sempreuguale il cielo?
B.:Delle volte è buio…I.: E tu Marco che dici, cosa c’è in
cielo? B.:Non lo so…I.: E tu Leonardo, cosa hai visto alla fi-
nestra, ti viene in mente qualcosa?B.:mmm…I.: Sentiamo Nives…B.:Le nuvole…I.: Sentiamo Edoardo…B.:È sempre uguale…I.: È sempre uguale, davvero? Che dici
Pietro?B.:No a volte è nero, quando è buio ed
è molto tardi… Poi il sole si na-sconde e va dietro alle nuvole…
I.: Bravo! E tu Enrico vuoi dire qual-cosa?
B.:Quando è buio ci sono le stelle…I.: Bravo, dillo un po’ più forte però, è
molto bello quello che hai detto…I.: Sentiamo cosa dice questa signorina,
Greta...
B.:Ho visto che c’è il sole…I.: Oggi… e poi, a volte…B.:Le nuvole…I.: Sentiamo Pietro che sa un sacco di
cose… vuoi dirci ancora qualcosa …B.:In cielo piove oppure il temporale
può venire… i lampi, le saette…I.: I lampi, le saette!B.:Anche i tuoni…I.: C’è qualcuno che ha paura dei tuoni?B.:Sì, io quando vengono di notte…B.:Sì, io scappo…I.: Davvero, ti fanno paura… Pietro,
vuoi raccontarci altro?B.:Delle volte quando vado fuori poi
piove e vado alla Coop alla fine escoe corri corri con il carrello metto tuttala roba nel carrello e me ne vado acasa…
I.: E cosa c’entra tutto questo con ilcielo?
B.:Per rifugiarsi dalla pioggia e dal ba-gnato!
I.: Questa signorina, Giulia vuole dirciqualcosa? Cosa hai visto stamattinain cielo?
B.:Il sole…I.: È sempre uguale il cielo?B.:No delle volte c’è il sole, delle volte
c’è le nuvole e delle volte c’è lanotte…
I.: Ti viene in mente altro? E Giorgiacosa ci racconta sul cielo?
B.:Io una volta sono uscita per andare acena dalla nonna… e quando sonouscita dopo tanto tanto era tuttobuio… era notte…
I.: E com’è il cielo la notte?B.:C’è le stelle e la luna…I.: Bene Giorgia, Sentiamo questo bam-
bino… Pietro… cosa c’è in cielo?B.:Di notte c’è la luna e di giorno c’è il
sole…I.: Oppure?B.:Oppure la notte c’è le stelle e la
luna…I.: Sentiamo Alice… È sempre uguale il
cielo?B.:No… a volte c’è il sole…I.: Adesso vi racconto la storia della
Pimpa…vediamo che dice…
STORIA DELLA PIMPAL’insegnante durante la lettura
mostra il libro ai bambini e chiede loro dinotare come è diventato il cielo...
B.:Blu… è notte!I.: Bravo Pietro! È diventato scuro,
perché è notte… Ecco una stellina…
Durante la lettura…
I.: Che cosa fa il sole con i suoi raggi?B.:Illumina!!!B.:Bravo proprio questo…B.:E poi viene le ombre!
Con i suoi raggi ci scalda e ci illumina…
prosegue la lettura…
I.: Adesso vogliamo fare un lavorettobambini? Dividiamoci, un po’ dibambini vanno a quel tavolo e un po’vengono a questo… Proviamo a fareil cielo di giorno e il cielo di notte…
L’insegnante distribuisce i cartoncini cheper metà sono in blu e per metà in azzurro,
il sole, la luna, le stelline e le nuvole da incollare sopra.
B.:Questo è giorno e questo è la notte, èbuio vedi…
B.:Qui c’è il sole, dove lo attacchiamo,nella notte o nel giorno?
I.: Allora voi mi avete detto che in cielodi giorno c’è il sole ma la notte cisono le…
B.:Le stelle…I.: Guardiamo un po’ se facciamo tutto
buio anche qua… Cosa ha detto Giorgiaprima, che per fare buio bisogna aspet-tare tanto tanto… però noi non pos-siamo restare qui fino a stasera vero?
B.:NO!I.: Allora abbiamo spento le luci e ab-
biamo fatto…B.:BUIO…I.: E che cosa vediamo ora nella stanza?B.:La luna e le stelle!I.: No… cosa sono queste?B.:Candele!I.: Ecco, rappresentano che cosa?B.:Le stelle!I.: Abbiamo visto anche noi nella stanza
tante lucine… vero? Che cos’erano?Tante candeline a…
B.:Accese….I.: Tante candeline accese che però quando
c’era la luce non si vedevano vero? Einvece ora le abbiamo viste bene?
I.: Allora Mattia, ripetiamo perché nonsi vedono di giorno le stelle?
B.:Perché il sole le copre…I.: Bravo perché c’è il sole e allora non
le vediamo… e invece quando èbuio? Vanno in un altro paese…
I.: E non le vediamo… Voi volete direpiù niente?
B.:NO…B.:Io sì! La luna va in un’altra città e il
sole viene a Firenze… arriva la luce!
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Verbalizzazione:
I.: Chi vuole raccontare? Di che cosaabbiamo parlato? Del cielo com’è digiorno e com’è di notte…
B.:Quando è notte ci sono le stelle e laluna… e quando è giorno il sole e lenuvole…
I.: Il cielo è sempre uguale?B.:No…I.: Pietro tu che ci hai raccontato tante
cose, vuoi dirci qualcosa?I.: Che di notte possono venire anche i
tuoni però dopo la saetta e poi c’èpure i figli della saetta che sono ilampi e fanno fsch… vanno giù efanno tutta la luce… a me non mifanno dormire però non fanno dor-mire tutti… e i tuoni danno noia noianoia e poi anche i fulmini…
I.: Ma il cielo abbiamo detto che non èsempre uguale… Racconta a Katiu-scia che non c’era con noi com’è digiorno…
B.:Di giorno c’è il sole ed è pure notte ec’è tutte le stelle…
I.: Di giorno c’è il sole che ci illuminae di notte? Stai facendo un po’ di con-fusione…
I.: Di notte c’è il sole Pietro?B.:No c’è le stelle, infatti è tutto buio…I.: Giorgia tu cosa vuoi dire?I.: Giorgia che cosa hai fatto?B.:Ho fatto il sole su un foglio…I.: Dove lo avete fatto?B.:Nella stanza rossa!I.: Ma com’era fatto questo foglio?I.: Da una parte era azzurro e rappresen-
tava che cosa…B.:Il giorno e la parte blu rappresentava
la notte…I.: E cosa avete fatto con questi fogli?
B.:Ci abbiamo incollato sopra… e poiabbiamo letto un libro, la Pimpa…
I.: Non ho capito cosa avete incollatosul foglio azzurro?
B.:Dove c’è la parte blu le stelle e la lunae dove c’è l’azzurro il sole e le nu-vole…
I.: Che storia avete letto?B.:La Pimpa…I.: E che faceva?I.: Che faceva? Voleva vedere cosa
c’era sopra…B.:Il sole…I.: No, sopra le nuvole c’era il… Chi ri-
corda la storia della Pimpa…B.:Lei non sa dov’è il sole… vieni ti
porto io… e sali e sali e sali…I.: Con cosa sale?B.:Con un palloncino… e il palloncino
va su su su e poi fino su incontrò il soleche dice sei bravo, sei andato il cuginoe poi la stella… il sole ha detto questaè la mia mamma la stella e poi alla fineha detto che figlio bravo hai fatto…
I.: Perché era bravo, cosa faceva il solecon i raggi?
B.:Faceva luce…I.: E poi?B.:E poi alzare tutti i bambini…I.: E poi scaldava… e allora la Pimpa
dice: “Come sei brava MammaLucia, hai fatto un sole che scalda eche illumina!
I.: E ora un applauso! Bravissimi tutti!
Insegnanti
Patrizia MasottiFrancesca Migliorini
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I.: Allora…vediamo…vi ricordate cheintergruppo facciamo nella stanzarossa?
B.:I giochi con l’aria? Costruiamol’aereo?
B.:No! Si faceva il cielo!I.: Bravi! Parliamo del cielo…e vi ricor-
date cosa abbiamo fatto la voltascorsa?
B.:Io non c’ero!B.:C’erano delle candele lassù’B.:È vero! Erano sul barattolino dei bi-
scotti!I.: È vero! E come mai c’erano delle
candele, ve lo ricordate di cosa si eraparlato?Non parlate tutti insieme…uno pervolta!
B.:Erano per fare la luce!I.: Ma con la luce del giorno si vede-
vano?B.:No…dopo! Quando abbiamo fatto
buio con le tende!B.:Come di notte!I.: È vero...abbiamo parlato del cielo
come è di giorno e com’è dinotte...Oggi invece vi volevo chie-dere…ma il cielo oggi di che coloreè? L’avete guardato?
B.:Ci sono sole e nuvole!B.:È bianco!B.:È celeste!B.:AzzurroB.:È serenoI.: E sentite un po’… c’è qualche bam-
bino che me lo sa dire come mai il
cielo è proprio azzurro?B.:Perché c’è la luce…c’è il sole!
Gli altri bambini rimangono zitti.
I.: Ma come mai è proprio azzurro,come mai non è bianco o giallo comeil sole…come mai proprio azzurro?!
B.:È……È segno che è giorno!I.: È vero… perché di notte com’è?B.:È buio!B.:È blu!B.:È nero!I.: Allora guardate cosa vi ho prepa-
rato…qui ci sono dei barattoli condentro dell’acqua sporca…ora fac-ciamo un esperimento…proviamo ailluminarli con questo faretto…prima facciamo buio nella stanza poivoi guardate bene che cosa suc-cede…va bene?
chiudiamo le tende della stanza
B.:Diventano scuri!I.: Aspetta un attimo si accende la
luce…si devono illuminare…B.:Giallo!B.:È diventato tutto bianco!B.:Quello è grigio…c’è un po’ di polve-
rina!B.:È il colore delle nuvoleB.:Color nuvole!B.:Questo sembra rosa quando ci avvi-
cini la luce!I.: Bravi è vero, ci vedete qualche altra
cosa? Qualche altro colorino?B.:Io un po’ celeste!B.:Si è vero si vede anche un po’ celeste
qui!B.:Azzurro!…perché allontani un po’
più la luce e al posto della luce poiviene il buio e poi la luce e poi ilbuio..
I.: Bravi avete detto proprio delle cosecarine sapete!? Avete detto che avetevisto proprio tanti colori e a un certopunto qualcuno mi ha detto anchel’azzurro…
nel frattempo riapriamo le tende
I.: Ma allora scusate bambini ma comeè possibile che è diventata azzurral’acqua se ora è ritornata bianca!!Come era possibile che si vedeva unpo’ di azzurro!!
B.:È stata la luce!I.: E allora come mai secondo voi il
cielo si vede azzurro!?B.:Perché c’è la luce! In realtà perché
c’è l’aria che si unisce all’altra aria ediventa celeste…si perché io ho vistoanche un po’ di aria che girava in-torno alla macchina!
I.: Ho capito è vero! Hai sentito l’aria..B.:Ma che cosa si porta a casa oggi?I.: Aspettate un attimo vi volevo dire
un’altra cosa…ma il cielo è solo az-zurro? L’avete visto solo azzurro?
faccio parlare tutti i bambini a turno
B.:Nooo. Di notte è buio!B.:È scuro!B.:Io l’ho visto nero quando era buio.B.:Io l’ho visto bianco anzi bluB.:Io solo celeste!
B.:Come i tuoi occhi!B.:Io l’ho visto rosso...quando tramon-
tava!B.:Io blu…di giorno!B.:Io blu e nero quando c’erano le stelle
e la luna.B.:Giallo...c’è il sole!B.:Nero di notteB.:Blu di notte.B.:Rosso quando tramontava!B.:Arancione quando tramontava!B.:Qualche volta rosa, qualche volta
arancione qualche volta celeste unpo’ blu e qualche volta rosso…eh!Tramontava!
I.: Accidenti quanti colori hai visto!B.:Io arancione non l’ho mai visto!I.: Eh allora prova a farci caso quando
sta per diventare buio...vedrai che lovedi..
B.:Lo sai che sembrava che bruciava!I.: Allora visto che avete visto già un
sacco di colori in questo cielo...ioadesso vi faccio vedere unacosa…tante foto dove c’è il cielo chepuò diventare di tanti altri colori di-versi…guardate qui!
faccio vedere le foto ai bambini sistemandole sulle panche in modo che
loro possano guardarle tutte con calma
B.:Bella! Questa è una nuvola gigante!B.:Questa è viola e arancioneB.:Viola marrone e nero!B.:Oddio bella, è rosso!B.:Qui c’è l’acqua!!B.:Giallo!B.:Arancione! Anche l’acqua è aran-
cione!B.:Qui è rosa!
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B.:Qui il mare è viola!I.: Allora adesso che abbiamo guardato
queste foto mettetevi seduti ai tavoli efacciamo un lavorino...le foto le lascioqui così le potete guardare e potete sce-gliere la foto che più vi piace…con ilcolore del cielo che più vi piace…Dopo provate a rifarla con gli acque-relli…proprio con i colori del cieloche vi è piaciuto di più!
i bambini si mettono a pitturare conl'acquerello con entusiasmo scegliendo
bene quei colori che piu' li hanno colpiti e riempiono tutto il foglio
proprio come nella foto.
Insegnanti
Patrizia MasottiFrancesca Mgliorini
I.: Lo vedete qui su questi tavoli checosa c’è?
B.:SìI.: Lorenzo vieni qui che vedi meglio…
Che cosa sono queste cose sul ta-volo?
B.:L’acqua!I.: E questo qui cos’è?
Daniela fa tintinnare la ciotola
B.:Vetro!!!I.: Vetro? Sono delle ciotole di vetro…
e dentro c’è?B.:L’acquaI.: Allora guardate che cosa vi do io,
oggi facciamo un gioco che non ab-biamo mai fatto, cos’è questo qui?
I.: Mostra una torciaB.:Luce
I.: Una luce? Come quelle lassù?B.:NoI.: Come si chiama?B.:La pilaB.:La torciaI.: Sì, si chiama pila e anche torcia…
state a vedere, ne metto una qui suquesto tavolino, un’altra la metto diqua e un’altra la metto di qua e poiguardate cosa c’è… cosa sonoquesti?
B.:Specchi!I.: Specchi? Sì sono degli specchi, guar-
date dove li metto… B.:Nell’acqua…I.: E anche qui uno specchio nel-
l’acqua… Adesso cominciamo a farequesto gioco… Attenzione, devo farequesta cosa qui, cosa sto facendo?
B.:Luci?!
B.:Chiudi!I.: Chiudo? Che cosa?B.:Le tende…I.: E allora chiudendo le tende che cosa
succede?B.:È come prima…I.: È come prima con le tende chiuse?
Adesso guardate che cosa succede…Cos’è successo?
B.:C’è tutto buio nell’acqua.I.: È tutto buio, allora ci dividiamo in tre
gruppetti per fare un gioco con leluci, lo specchio e l’acqua… Intantocominciano i bambini più grandi aprendere lo specchio, perché sennò sipuò rompere. Lorenzo, vieni qui easpetta gli altri bambini che venganoqui a giocare…
I bambini si sistemano.
I.: Allora il gioco è così: accendiamo latorcia e poi mentre un bambinomanda la luce sullo specchio, un altrobambino prova a muovere lo spec-chio per vedere che cosa succede…allora, Davide tu gira lo specchio…Filippo prova a muoverlo, Lorenzoprova a muovere lo specchio e… at-tenzione provate a puntare il raggiocon la luce dentro l’acqua… Che sivede? Che c’è laggiù?
B.:Una luce nello specchio…I.: Una luce? La luce di che cosa? I.: E sul tavolo, non si vede niente?Coro.: Sì, luce!I.: Ancora luce? Guardiamo un po’…
fai provare anche Jennifer… Guardacosa si vede sul tavolo! Che c’è qua?Che si vede?
B.:Guarda alla parete!B.:Guarda sulla tenda!
I.: Cosa si vede?B.:Provo io ora!I.: Muovi lo specchio… Vedete sul ta-
volo…B.:Anche lassù! La luce!I.: La luce di cosa?B.:Dello specchio…I.: Cos’è questa luce qui? Guardala,
guardala come si muove!
I bambini scoprono la luce in più punti.
B.:Ma questa è una magia!I.: Cos’è la magia? Avete visto, ci sono
dei colori sul tavolo? Anche lassù sulmuro… Guarda bravo Simone… checos’è venuto?
B.:Sono stato io a farla venire lassù sulmuro…
I bambini cercano i riflessi della luce, Daniela li sollecita a prestar attenzione
alla posizione dello specchio e a muoverloper ritrovare i propri colori…
I.: Avete visto come si muove la lucedello specchio?
B.:È mia la luce! Via via!I.: Cosa succede lì sul tavolo Rossalin?B.:Via via…B.:La voglio vedereI.: La vuoi vedere? Prova, è pesan-
tino…I.: Adesso attenzione, vi faccio vedere
un altro gioco con le luci, porto viale bacinelle, asciughiamo e … statea vedere che cosa vi do… sempre conla torcia facciamo un altro gioco…Guardate cosa sono questi… Che visembrano?
Coro.: Fili…I.: Fili? E attaccato al filo che c’è?B.:Cristalli…
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I.: Sì, cristalli, questi cristalli, si usanoper fare i lampadari…. Allora Ros-salin tieni un attimo te questo cri-stallo… guardate quest’altro… Tuttipoi ci giocate… Avete visto questo?Guarda Lorenzo, guarda un po’ tequesto cristallo, dopo lo do anche aMassimiliano e questo lo regge un at-timo Alex… Allora uno alla volta,provate a mandare la luce sopra il cri-stallo, prova Greta… Guardiamo chesuccede?
B.: Viene l’ombra… nel cristallo…I.: Viene l’ombra?B.:Nel cristallo…I.: Metti la luce qui… Guarda un
po’…cosa sono? fermo fermo, nondondolare… Cosa c’è? Cosa viene?
B.:L’arcobaleno!I.: L’arcobaleno? Tanti arcobaleni?
Guarda là…B.:Sì… anche sulla maglia di AlexI.: Anche sulla maglietta di Alex c’è
l’arcobaleno? Fammi vedere, è veroce l’ha sulla maglietta! Anche lì c’è,guarda sul muro…
B.: Guarda un po’ quanti colori vengonofuori!
I.: Guarda ce li ha sugli occhi Jen-nifer…Hai visto? Prova un pochinote! Che cosa è venuto fuori?
B.:L’arcobalenoI.: Guarda Massimiliano…cosa c’èB.:L’arcobaleno!I.: L’arcobaleno L’avete mai visto voi
l’arcobaleno?B.:Io sì!I.: Alex, Simone l’avete mai visto l’ar-
cobaleno? Chi ha detto sì, dove l’haivisto?
B.:Io l’ho visto al mare!B.:Io l’ho visto a Scandicci!
I.: Tu l’hai visto a Scandicci? E tu Fi-lippo, l’hai mai visto l’arcobaleno?
B.:Al centro… e al mare…I.: Guardate un po’, quanti colori ha
l’arcobaleno, quanti colori vedete?B.:Il rosso…B.:Il blu…B.:Il verde…I.: Il rosso, il blu, il verde…
L’insegnante chiama vicino a sé Jennifer,la aiuta a vedere l’arcobaleno ruotando
il filo. Antonella fa lo stesso con Matilde e Greta.
I.: Guarda, guarda come girano…A. Guarda quanti colori Greta…I.: Vediamo quanti colori si vedono…B.:Guarda guarda ! I.: Eccolo lassù sul soffitto…I.: Allora adesso che avete visto l’arco-
baleno con i cristalli vi faccio vedereun arcobaleno vero… Ma di che èfatto un arcobaleno? Lo sapete voi?
B.:ColoriI.: I colori?! E cos’è che fa venire l’ar-
cobaleno? Ora si vede più l’arcoba-leno?
B.:No!!!I.: Come si faceva a vedere? Cosa ci
vuole?B.:La luce e il cristallo!I.: La luce e il cristallo? E tu dove lo hai
visto l’arcobaleno Lorenzo?B.:A Scandicci!I.: E avevi un cristallo per vedere l’ar-
cobaleno?B.:No…I.: Allora dove l’hai visto… per aria, per
terra, su una tenda? Dov’era?B.:Per aria! I.: Te Simone dove l’hai visto l’arcoba-
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leno? Hai detto al mare, ma c’era uncristallo per farlo?
B.:Sulla terra…I.: Sulla terra? E avevate una pila per
fare l’arcobaleno, oppure c’eraun’altra luce?
B.:C’era un’altra luce…I.: Quale luce? Quale luce serviva per
fare l’arcobaleno che avete visto voi?B.:Il sole…I.: Il sole dice Alex, allora vediamo un
po’… Noi abbiamo usato una luceche era la torcia e poi cosa abbiamousato per fare l’arcobaleno? I cristallie…
B.:Nooo!I.: Nooo? Guarda eh, ora vi faccio ve-
dere le figure di arcobaleno vere, mavere e grandi… Guardate come sonobelle, sono proprio fotografie di ar-cobaleni… Eccole qua, state a guar-dare, ve le attacco al vetro così le ve-dete meglio… Guardate questo…
B.:Bello!B.:Bello!I.: Dove si vede l’arcobaleno?B.:Nel mare…I.: È nel mare?B.:È freddo, è d’inverno…I.: Ma qui che posto è? Quassù…B.:La neve…I.: La neve? Vedi la neve?B.:Io sì, è il ghiaccio…I.: È il ghiaccio? Dove?B.:Lì…I.: Aspetta, la appoggio un attimo e poi
ci fai vedere dove sono la neve e ilghiaccio…
B.:Anche Simone la voleva…I.: Vieni Lorenzo, fammi vedere dov’è
il ghiaccio e dov’è la neve… Dovesono?
B.:Qui…B.:Quello lì è il ghiaccio sei sicuro?
Dove sta il ghiaccio, su nel cielo? I.: È tipo una montagna? Questo qui è
ghiaccio Rossalin? No? Cos’è?B.:È una nuvola…I.: È una nuvola dice Rossalin?I.: E allora che succede? Alex, tu te lo
sai spiegare?B.:No, perché casca…I.: Casca giù il ghiaccio?B.:Sì..I.: Ma da che cosa casca giù?B.:Dalle nuvoleI.: Dalle nuvole… Allora l’arcobaleno
dov’è? Nel ghiaccio, nelle nuvole? B.:Nel ghiaccioI.: È nel ghiaccio questo arcobaleno?B.:NoI.: Allora dov’è? Diccelo te Giorgia…B.:Nel mare, nel mare!I.: Questo è il mare che sta sulle nu-
vole… Il mare sta sopra le nuvole?B.:No il mare è questo…I.: Il mare è quello? Allora vediamo
quest’altro arcobaleno qui… Ci ve-dete? Vedete quest’altro arcobaleno?
Coro.: Le montagne!I.: Sì, ha le montagne, e lì che cosa c’è
che fa venire l’arcobaleno allora?B.:La cascata dell’acqua!I.: Noi avevamo l’acqua?B.:No!B.:Sì I.: Allora nelle bacinelle che cosa c’era?B.:L’acqua!I.: Allora noi abbiamo usato l’acqua e
la torcia, qui invece cos’è che fa ve-nire l’arcobaleno?
B.:L’acqua…I.: L’acqua… e poi? Che luce ci sarà?
La torcia? C’è una torcia fra le mon-
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tagne?B.:No!I.: Allora che luce ci sarà?B.:Il sole!I.: Guardate quest’altro arcobaleno e
poi ditemi che cosa succede qui…B.:Il sole…B.:Le nuvole…B.:Io non le vedo le nuvole…B.:Neanche io le vedo le nuvole…I.: Non le vedi le nuvole… il cielo
com’è, è chiaro, è celeste, è grigio…Coro.: È celeste!I.: Lo vedi celeste te?B.:No azzurro scuroI.: Allora, qui c’è l’acqua della cascata
e qui che cosa c’è che fa venire l’ar-cobaleno?
B.:Il mare…I.: Il mare è quassù in mezzo alle nu-
vole? B.:No…I.: Che acqua c’è?B.:La pioggia…B.:Le nuvole fanno cascare la pioggia…I.: Le nuvole fanno cascare la pioggia…B.:… e poi viene l’arcobaleno…I.: Allora per fare l’arcobaleno, ci vuole
la pioggia e poi quale luce ci vuole?
…. … …
I.: Sopra ai monti quale luce ci sarà?Coro.: Il sole!I.: Il sole, mica la torcia! Si porta la
torcia lassù in cielo?B.:Nooo! Non ci arriva!I.: Non ci arriva? Te ci arrivi Rossalin
su in cielo con la torcia a fare luce?B.:NoB.:Neanche io…B.:Neanche io…
Massimiliano ha due anni e mezzo e unbambino più grande commenta:
B.:Lui è piccolino piccolinoB.:Neanche io…I.: Nemmeno la Matilde ci arriva lassù.I.: Allora adesso sapete che facciamo?
Vi piace l’arcobaleno?Coro .: Sì… I.: Jennifer ti piace l’arcobaleno?B.:Sì..B.:Anch’io…I.: Allora quando vedete che piove forte
e le nuvole che un po’ si spostano, voiguardate da qualche parte in cieloperché forse si sta formando l’arco-baleno…Ora vi do un quadretto e voi provatea fare l’arcobaleno per portarvelo acasa…. Che colori ha l’arcobaleno?Lo vedete?
B.:Rosso, giallo e celesteI.: Rosso, giallo e celeste, poi che colori
avete visto voi sul tavolo?B.:BluB.:Io gialloB.:VerdeI.: Allora io vi do i colori e voi fate l’ar-
cobaleno … Apriamo le tende chevediamo meglio…
Attività con acquerelli, acqua , pennelli
B.:Bello… Mi piace…I.: Guardate quanti arcobaleni ci sono
qua… voi inventatelo come piace avoi, con i colori che vi piacciono,tutto nuovo fatto da voi…
B.:Guarda bello…I.: Bravo Massimiliano, guarda quanti
colori… Ti piace il rosso?B.:Sì
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I.: Ecco allora fai un bell’arcobalenocon tanti colori… Accipicchiaguarda lui…
B.:Blu...B.:Va bene così, va bene cosìB.:No così… capisci acquario…I.: … Te Greta l’avevi mai visto un ar-
cobaleno?B.:nel mare!I.: Quando sei andata al mare……. e
dov’era, dentro l’acqua o su nelcielo?
B.:Nel cielo..I.: Nel cielo hai visto l’arcobaleno!? Ti
è piaciuto, era bello? L’hai visto pro-prio così come su quelle foto lì?
B.:Si.B.:Ho fatto…I.: Bravo Massimiliano… adesso lo
mettiamo ad asciugare…B.:Ho fatto..I.: Anche te? Scriviamo il nome così
sappiamo di chi è…
Verbalizzazione in salone
I.: Lorenzo vi stava raccontando… ri-comincia dall’inizio, per bene perchéloro in classe non c’erano e nonsanno…
I.: Racconta Simone… Siamo entrati inclasse e cosa c’era sui tavoli?
B.:Un vetro per terra…I.: C’era un vetro per terra così appog-
giato?B.:NoI.: Cos’era?B.:Era…I.: C’erano tre bacinelle con l’acqua,
vero? Ma dentro cosa abbiamomesso?
B.:Un vetro
I.: Ma era un vetro come la finestra?B.:NoI.: Cos’era? Ve l’ho fatto anche ve-
dere… Come si chiama quel vetro lì?B.:Lo specchioI.: Poi con lo specchio che avete fatto?
Cosa avevate in mano?B.:La luceI.: Una luce…. Lo dicono loro che ci
sono già stati… Manuel lo raccontite?
B.:Una pila!!I.: Avevamo una pila. E che ci faceva
una pila con lo specchio e l’acqua?Lo doveva dire Lorenzo… te la sentite Lorenzo di raccontare? Che ci fa-ceva la torcia con lo specchio el’acqua?Lorenzo non riesce a raccontare.Neppure Rossalin.
I.: Filippo lo racconti te?B.:Siamo entrati abbiamo girato lo
specchio con l’acqua poi c’era l’ar-cobaleno…
I.: Dov’era l’arcobaleno, te lo ricordi?B.:Sulle tende e sul muro e sul tavolo,
poi abbiamo visto le fotografie e …I.: E poi cosa vi ho dato in mano dopo
che avete giocato con la torcia, lospecchio e l’acqua e avete visto l’ar-cobaleno, cosa vi ho dato in mano, telo ricordi?
B.:Un triangoloI.: Eh… quei cristalli… che avete fatto
col cristallo?B.:Si accendeva la luce e si facevano
tutti arcobaleni, sul tavolo, sulletende e sul muro!
B.:Tutti arcobaleni e sul soffittoI.: E poi invece?B.:E sopra…I.: E dopo cosa avete visto? Cos’erano
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quelle foto?Coro .: L’arcobaleno!!!I.: E quegli arcobaleni voi dove li avete
visti Filippo? Te li ricordi dove liavete visti?
B.:Io al mare, in montagna e a FirenzeB.:Io anche al mare…I.: E poi dopo aver parlato degli arcoba-
leni che cosa abbiamo fatto?B.:Abbiamo fatto con i pennelli…
I.: Un quadretto vero? Avete fatto il vo-stro arcobaleno con gli acquerelli…
I bambini mostrano l’arcobaleno ai compagni…
Insegnanti
Daniela SgobinoChiara Taddei
I.: Che cosa avevamo usato l’altra voltaper fare l’arcobaleno,Giorgio? Te loricordi?
B.:La torcia e dell’acqua, una ciotolad’acqua, un vetro poi abbiamo presoun diamante e gli abbiamo puntato latorcia.
I.: Anche i cristalli, si, ve lo ricordate? B.:Sì!I.: A che cosa erano appesi?B.:A un filo.I.: A un filino, e voi con la torcia cosa
facevate, con questi cristalli, Matteoce lo racconti te?
B.:Sì, ehm,con la torcia e con quelliehm, con quelli ehm…..
I.: Che succedeva? Che facevi con latorcia?
B.:Ho detto dov’è l’arcobaleno, dov’èl’arcobaleno? Mi sono puntato ed hovisto l’arcobaleno.
I.: La luce della torcia era diven-
tata……?B.:Arcobaleno.I.: L’arcobaleno eh ?, di tanti colori, ma
la luce della torcia è di tanti colori?B.:No, è blu e nera!I.: La parte di plastica, ma la sua luce
era di tutti i colori?B.:No, è soltanto gialla.I.: Di che colore è la luce?B.:Gialla bianca.I.: Gialla bianca, e l’arcobaleno che è
nel cielo, Lorenzo,ti ricordi di quanticolori l’avevamo visto, nelle foto-grafie?
B.:No,I.: No? Te Enrico ti ricordi di quanti co-
lori l’avevamo visto? Dicci un po’ icolori che avevi visto nell’arcoba-leno in cielo?
B.:Dillo su!I.: Ce lo dice Leonardo?B.:Non me lo ricordo.
I.: Non te lo ricordi, e te Greta te le ri-cordi quelle fotografie che avevamovisto qui sul vetro?
B.:No, perché lei non c’era.I.: Ah, lei non c’era? Allora ce lo dici te
Tommaso?B.:Era di tanti colori.I.: Era di tanti colori quell’arcobaleno lì
sulla fotografia vero? Ma quale luce,fa l’arcobaleno nel cielo, quella dellatorcia? Si va su nel cielo con le torceper fare l’arcobaleno?
B.:No, l’acqua!I.: L’acqua e in cielo che cos’è l’acqua?
È una bacinella che sta su nel cielo?B.:No, è la pioggia.I.: La pioggia, già in cielo ci sarà la
pioggia come acqua mica la baci-nella……… e la luce? Che c’è unatorcia su nel cielo?
B.:Il sole!I.: Il sole e il sole di che colore ha la luce
di tutti i colori oppure…….B.:Giallo, bianco, rosso.I.: Giallo bianco……B.:Lo sai io quando ero andato a vedere
al mare, sono ritornato indietro e hovisto l‘arcobaleno, però Mirco vo-leva fotografarlo però non c’è riu-scito.
I.: Voleva fotografare l’arcobaleno enon ce l’ha fatta eh?
B.:Non l’ha pigliato.I.: Non ce l’ha fatta a riprenderlo con la
macchina fotografica?I.: Allora l’arcobaleno del cielo lo fa la
luce del sole, avete detto, ma la lucedel sole è gialla e bianca mentre i co-lori dell’arcobaleno sono?
B.:Non rispondonoI.: L’arcobaleno del cielo è bianco?B.:No….. maestra si vedono ( alludono
ai colori che si producono sui cd che l’in-segnante ha preso dalla scrivania), sivedono giallo,rosa,verde….
I.: Ora ve li do.B.:Giallo, rosa, verde, rosso blu e ce-
leste.B.:Io ho visto rosso, celeste e verde.I.: Allora la luce del sole bianca e gialla
fa venire l’arcobaleno di tanti colori.Questa luce qui di che colore è? (in-dica la luce dei neon nella stanza)
B.:È bianca.I.: È bianca ma volete vedere che anche
questa luce qui fa venire l’arcoba-leno? Allora guardate eh?
B.:È un disco.I.: Cos’è?B.:Un disco!I.: Un disco ma come si chiama?B.:Dvd, cd.I.: Un cd, bravi, allora volete vedere
come con un cd si riesce a vedere tuttii colori dell’arcobaleno?
B.:Sì, dammelo.I.: Ora ve li do. Guarda Leonardo,
guarda se vedi l’arcobaleno, prova amuoverlo.
Vengono distribuiti i cd a tutti i bambiniperché ricerchino i colori dell’arcobaleno
sulla superficie.
B.:Si vede per terra.B.:Noi si vede per terra.I.: Si vede per terra? Lo vedete qui
sopra?B.:C’è il viola.I.: Ha visto anche il viola!B.:Brava! I.: Cercate tutti i colori….B.:BluB.:Bello………!!!
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B.:Ce l’hai un po’ diverso.I.: Sì il mio è un po’ tagliato.I.: Li vedete i colori della luce?B.:Sì io blu.B.:Allora, rosso giallo verde e blu.I.: C’è Pietro che ci dice i colori che
vede sul cd.B.:Sì, c’è rosso giallo verde e blu.I.: Rosso, giallo verde e blu.B.:Lo dico io maestra?I.: Qualcuno ha detto anche viola, poi?B.:Maestra guarda….I.: Aspetta, sta parlando Matteo.B.:Io rosso, arancione, verde, verdino
chiaro, verdino scuro e blu.B.:L’ho visto anch’io l’arcobaleno!I.: L’hai visto?B.:Anche qui si vede l’arcobaleno.I.: Aspetta che c’è Pietro V. B.:Sì, c’ho blu, verde, rosso e basta.I.: Blu, verde e rosso bene. Allora mi
date questi cd? Perché ora vi faccioprovare una macchinetta per vederetutti i colori della luce.
B.:A uno per uno?I.: Sì, uno per uno, però bisogna spo-
starsi: state a vedere. Questa quicos’è?
B.:Una scatola.I.: Una scatola di che cosa? L’avete mai
vista?B.:Una scatola di fiammiferi.I.: L’abbiamo trasformata……. Ascol-
tate bene perché è un nome difficilis-simo, l’abbiamo trasformata in unospettrometro.
B.:Spettrometro.I.: Serve per vedere qui dentro l’arcoba-
leno! I colori della luce. Adesso sialza questo pezzettino, questo spor-tellino e si porta avanti la scatola unpochino e qui dentro dovremo fare
entrare la luce. Però è molto più bellose invece di far entrare la luce dellelampade, ci facciamo entrare laluce………quale altra luce?
B.:Del sole.I.: Sì del sole! Vogliamo provare?B.:Sì, sì!!
I bambini vengono accompagnati a mettersi il cappotto per uscire in giardino.
I.: Una scatolina per ogni bambino e sitiene un pochino aperta e vediamoche succede. Si guarda in questosportellino qua.
B.:Ah, io ho capito! C’è il ……cd.I.: C’è il cd, ma a cosa serve il cd? B.:Per fare l’arcobaleno.I.: Vediamo, siete sicuri che si vedrà
l’arcobaleno?B.:Maestra io vedo l’arcobaleno qui.B.:Perché si deve guardare nello spor-
tellino?I.: Provate a mettere verso il sole l’aper-
tura della scatola e guardate qui; pro-vate a muoverla per vedere cosa suc-cede su questo sportellino.
B.:Eccolo!B.:Guardate il mio!I.: Guarda Leonardo, cosa si vede qui?
La luce del sole deve passare da quidentro (indica la fessura aperta dellascatolina); giralo un po’, qui, la lucedel sole deve passare di qui. Cosa c’èsu questo sportellino? Cosa si vede?
B.:L’arcobaleno.I.: Si vede l’arcobaleno? Si vedono tutti
i colori?B.:Sì io ho visto l’arcobaleno in cielo.I.: In cielo? Questo è il cielo?B.:Bisogna vedere l’arcobaleno.B.:L’arcobaleno del cielo!
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B.:Io non lo vedo.I.: Non lo vedi te? Vediamo un po’, dob-
biamo mettere bene……guarda,guarda un po’ cosa succede.
B.:Eccolo!!I.: Questi qui che sono?B.:Io non lo so aprire da qui!.I.: È perché devi spingere un pochino,
devi spingere così, un pochino infuori. Girati verso il sole…..ecco!!Cosa c’è qui?
I.: Devi muovere la scatolina e deviguardare nello sportellino.
I.: Guarda un po’, guarda quanti colori!Vediamo un pochino chi ce l’ha fatta.
B.:Io ce l’ho fatta!I.: Venite qua, si prova a fare una foto-
grafia alla scatolina. Allora, puntatetutti la scatolina verso il sole, ve-diamo se si vedono i raggi colorati,eh?
I.: Puntatela un po’ verso il sole, ve-diamo chi ce la fa?
B.:Io ce l’ho fatta.I.: Prova un po’ a muoverla…guarda
che bellezza, si si!!B.:Anche io ce l’ho fatta.I.: Vediamo, vediamo…..Io ho visto
prima che Mirco l’aveva tro-vato………Oh no, no aspetta Pietro, guarda,così; devi vederlo qui…..ecco, giraloun po’ di qua…..Ecco, guarda che colori?
B.:Io non li vedo!I.: Uscite da davanti sennò Pietro non
vede più.B.:Anch’io lo vedo!!B.:Sullo sportellino!I.: Vediamo un po’? Fermo fermo Pietro
eh? (viene fatta la fotografia).B.:Ma a me non mi viene!
I.: Sì, sì, così, cerca dov’è il sole. B.:Ecco!I.: Eccolo, viene anche più grosso,
vedi? Prova un po’ a muovere la sca-tolina.
B.:Anche a me!B.:Ma è andato via.I.: Se muovi la scatolina……..guarda,
guarda, guarda……..uh…grande!! B.:Maestra a me mi è andato via.I.: Cosa è successo?B.:Nulla.B.:Non l’hai puntato verso il sole.B.:Sì!I.: Ecco, guarda, ora? Ora è puntato?B.:No, ma perché vedi viene l’ombra!!I.: Ecco e l’ombra ha tutti questi colori?B.:No.I.: Cosa serve… l’ombra o il sole?B.:Il sole.
I bambini fanno ancora dei tentativi, provano ha centrare lo spettro solare
nello sportellino, cogliendo i raggi delsole. Vengono poi invitati a rientrare
in classe.
B.:L’ho richiusa io!I.: Sì, sì, si possono richiudere. Mettete
qui le scatoline e poi si possono ri-prendere dopo, eventualmente.
I.: Sedetevi un attimo e tutti gli spettro-metri si mettono li.
I.: Adesso sedetevi che vi faccio vederecosa c’ho io. Guardate un po’ cosa hoqua?
B.:Arcobaleni!!B.:Colori!B.:Una girandola.I.: Eh, è una girandola …..e poi?B.:E i colori!I.: Intanto che forma ha questo qui?
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B.:È un tondo.B.:Cerchio.I.: È un cerchio con….B.:Colorato.I.: Colorato…B.:Arancione, giallo,verde rosso, blu,
viola, azzurro e rosso.I.: Dove li avete visti questi colori?B.:Nell’arcobaleno.I.: Lo sapete cosa succede ora? Succede
una cosa stranissima: io vi faccio co-struire con questi colori ( cerchio co-lorato a settori) una trottola. La trot-tola ha i colori dell’arcobaleno peròsuccederà una cosa stranissima. Perora non ve lo voglio dire, ma dopo vene accorgerete voi.
I bambini vengono divisi in due gruppi, ipiù grandi si siedono ad un tavolo e
colorano le loro trottole seguendo un campione. I più piccoli, seduti ad un altro
tavolo, usano un cerchio già colorato econ l’aiuto dell’insegnante costruiscono laloro trottola montando i vari pezzi:
cerchio colorato, cerchio di cartone, cerchietto di cartone di sostegno e
stuzzicadenti.Una volta costruite tutte le trottole da portare a casa, proviamo a giocarci.
B.:Maestra guarda…….I.: Vediamo un po’?B.:Lui l’ha fatta con altri colori.I.: Come mai l’hai fatta con quei colori?
Si può provare, vediamo cosa suc-cede facendo girare la trottola nera egrigio.
I.: Oh, come gira……B.:Il viola è accanto al celeste e il rosso
è accanto al celeste.I.: Colorate tutte? Benissimo, adesso,
provate a girarla più forte che potete.
B.:A me non mi riesce!I.: Prova, prova, vedrai che ci riesci.B.:Ho provato forte forte.B.:Ecco!B.:A me non mi viene mai.I.: Non ti viene mai che cosa?B.:Maestra, guarda quest’altro?I.: Sta a vedere, gira!!B.:Ma si porta a casa?I.: Certo!B.:Maestra, non gira più la trottola.I.: Allora cosa si deve fare? B.:Girare più forte.I.: Guardate, io uso pollice e indice e
struscio i diti uno contro l’altro.Guardate un po’, cosa si vede?
B.:Marrone.I.: E poi?B.:Bianco.I.: Fa un po’ vedere con la tua Matteo?B.:Rosso, verde……I.: Se giro piano vedo rosso, verde,
giallo ma se giro forte? Vediamo?B.:La mia non gira più.B.:A me non mi riesce.B.:A me mi riesce girare così.B.:Si vede rosso, viola.I.: Mi sa che voi cercate i colori dell’ar-
cobaleno, ma non guardate benebene.
B.:Maestra mi è riuscito!I.: Proviamo a girarla forte forte…..se
la giro io? Proviamo………che co-lore si vede?
B.:Bianco!I.: Ah, bianco…..B.:A me mi ricorda la neve.I.: Proviamo a girarla ancora più forte?B.:Questa è arancione e blu.I.: Proviamo a girarne un’altra?B.:Di chi è?I.: È di Greta.
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B.:No, s’è già provata.I.: Allora proviamo quella di
Pietro…….B.:Uh, bianco.B.:Giallo!I.: Ma il giallo e il bianco l’abbiamo co-
lorato noi?B.:No, il giallo si ma il bianco no.
Si provano tutte, mentre le trottoline funzionano sempre peggio perché lo
stecchino sguscia nel foro, non esercitando l’attrito dovuto.I bambini a questo punto portano le trottoline nei loro armadietti e si recano in salone per ritrovarsi
con tutti gli altri compagni.
Insegnanti
Daniela SgobinoChiara Taddei
Segue alla presentazione dei bambini:
Insegnante: Chi di voi sa di cosa si parlain questo intergruppo?
… nessuno risponde
I.: Vi faccio vedere una cosa… Cos’è?Bambini: Il sole!I.: Oggi c’è?B.:Sì!I.: Meno male!B.:Si può andare in giardino!I.: Davvero?B.:Quando è freddo, non si può an-
dare…I.: Invece quando c’è il sole si può an-
dare… e questo sole qui, com’è?B.:Giallo…I.: E quello lassù?B.:Giallo.I.: Il sole è sempre giallo?
B.:Sì…Greta: NO.I.: No Greta?Greta: Rosso.B.:È rosso quando tramonta.B.:Cambia…I.: E come fa a cambiare?B.:Col mare, con l’arancione.I.: Perché col mare? Volevi dire quando
il sole è vicino al mare e allora di-venta arancione?
B.:Sì… e rosso…B.:Mentre tramonta…I.: Manuel l’hai visto sempre giallo il
sole?B.:Io di notte ero fuori e con gli amici
del babbo e della mamma l’ho vistotramontare…
I.: E di che colore era?B.:Rosso e arancione.I.: Matilde, te di che colore l’hai visto?B.:Giallo!
I.: Te Sofia di che colore l’hai visto?
… nessuno risponde
I.: E c’è sempre in cielo?B.:Sì.B.:No.B.:Quando è buio.B.:I nuvolosi.B.:Le nuvole.I.: Quando ci sono le nuvole, il sole
dove va?B.:Dietro e non si vede…I.: Dietro? E come fa?B.:C’è buio…I.: Ma che gli fanno al sole i nuvoloni?B.:Il sole sposta i nuvolosi…I.: Ferma Matilde… Dicevi?B.:Il vento porta via le nuvole…I.: Ma il sole sta tutto il giorno fermo in
un punto tutto suo?B.:No, si sposta…I.: E come fa?B.:È… c’è l’aria…I.: AH…B.:Il vento lo trascina…I.: E il vento è così forte?B.:L’aria…I.: È così forte da trasportare via il
sole…B.:Io un giorno ho sentito il vento, mi
ha trascinata all’indietro...I.: Siete così sicuri che il sole lo sposta
il vento?B.:SìI.: E quando si sposta il sole voi sentite
sempre il vento?
….. nessuno risponde
I.: Per esempio il sole resta sempre lì osi sposterà? Secondo te Manuel oggirimane sempre lì?
B.:NoI.: Ma oggi c’è il vento?B.:No, c’è il sole…I.: E come fa a spostarsi il sole se non
c’è vento?B.:Con una paletta!I.: Con una paletta? Vi faccio vedere
un’altra cosa…B.:Oh… il sole è tramontato!I.: E perché secondo te è tramontato?B.:È mezzo il sole tramontato!I.: Questo sole qui, com’è?B.:GialloI.: E questo?B.:RossoI.: E questo è il sole al tramonto… Ma
queste foto qui sono tutte uguali?Niccolò: No… Questa ha il coso e
questa no…I.: Il coso?B.:Il tronco, l’uccellino…I.: Ma cos’hanno di diverso queste
foto?B.:Questo sole è giallo e quello è
rosso…I.: E poi?B.:L’uccellino con il tronco che qui non
ha… Perché qui è sopra il tronco…I.: Allora vi faccio veder un’altra foto…B.:È giallo…I.: Cos’è questo?B.:Un albero…I.: Un albero?B.:Un mondo…I.: Manuel, cos’è secondo te? Filippo?!B.:un mondo…I.: Non dite tutti il mondo… di cosa ab-
biamo parlato oggi, pensateci…
….. nessuno risponde
I.: Di cosa parliamo oggi?
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B.:Del sole!I.: Potrebbe essere il sole? Cos’ha di
strano?B.:È scuro…I.: Tutto scuro?B.:No è un po’ giallo e un po’ marrone…B.:E un po’ arancione…I.: Perché secondo voi?B.:La luna…I.: Come mai la luna? Com’è fatta la
luna?B.:Tonda…I.: Tonda?B.:Delle volte è mezza e delle volte è
tonda…I.: E di che colore è?B.:Gialla!!!I.: Tutta gialla? L’avete mai guardata?B.:Sì, io l’ho guardata… Bianca,
gialla…I.: E secondo voi perché questa po-
trebbe essere una luna?B.:No una luna…I.: È una luna o no?B.:NO…I.: E queste cose qui cosa potrebbero es-
sere?B.:È un sole…I.: Come fa ad essere un sole se non lo
vediamo mai così?
Monica mostra tutte le foto ai bambini
I.: Ma noi il sole lo vediamo così o così?B.:Così…I.: Allora questo che sole è?B.:Quanti soli ci sono?B.:Uno!B.:Come fa ad essere un sole?B.:Non lo so nemmeno io…I.: E queste cose qui cosa potrebbero es-
sere?
silenzio
I.: un po’ gialle e un po’ marroni…B.:È un raggio…I.: Come vi sembra questo sole?B.:Non lo so… È più grosso di tutti…I.: Potrebbe essere un’idea…B.:È più grosso!I.: Perché ha tutte queste cose marroni?
La discussione prosegue ma non si capisce, troppe voci soprammesse…
Poi situazione di stallo…
B.:Tutte le foto sono il sole ma due fotonon hanno le cose…
I.: Come hanno fatto a venirgli questecose qui?
….. nessuno risponde
I.: Allora vi faccio vedere questa fotoqui…
B.:Il sole!I.: Siamo sicuri che sia il sole?B.:I raggi!!!B.:E c’è anche il mare!I.: Ma quando il sole è vicino al mare di
che colore è?B.:Rosso…I.: E i raggi che cosa sono?
….. nessuno risponde
I.: Matilde, cosa vedi?Matilde: Il sole…I.: E da cosa lo vedi?Matilde: Non ci sono le nuvole…I.: Allora se non ci sono le nuvole si
vede il sole… Come fate a guardareil sole?
B.:Si alza la testa…I.: Alzate la testa e lo guardate così?B.:Sì…
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I.: E lo vedete?B.:NOB.:Io sì…I.: Che succede se guardate il sole?B.:Ci dà noia agli occhi…B.:Ci vogliono gli occhiali…B.:Io ce ne ho 7…B.:Io 2…I.: E se uno invece volesse guardarlo da
vicino?B.:Fa male agli occhi…B.:Con gli occhiali… o col cannoc-
chiale…I.: E guardandolo con il cannocchiale
come sarà?B.:Non brucia agli occhi…I.: Sarà sempre giallo col cannocchiale?B.:Sì… così…I.: Se ci muoviamo in silenzio, zitti zitti
andiamo in un’altra stanza e vi faròvedere come si guarda il sole senzafarsi male agli occhi… Si prova?
B.:Sì…I.: Le foto le lasciamo qua, così se vi ve-
nisse in mente perché il sole in alcuneè rosso, in altre arancione, giallo omarrone poi me lo dite… Si prendequesto cartoncino e si parte…
Nell’altra stanza…
I.: Siamo arrivati… Dove siamo?B.:In ufficio…I.: Si chiude la porta, si spenge la luce…
Secondo voi che si fa con questo car-toncino?
B.:BO!I.: Cosa abbiamo detto che siamo venuti
a vedere?B.:Il sole..I.: E dov’è il sole?B.:Là…
I.: E allora cosa ci faccio con questo car-toncino?
B.:Il sole…I.: Se lo metto qui vedo il sole?B.:No…I.: Dov’è il sole?B.:In cieloI.: Vado in cielo col cartoncino?B.:NO!I.: Dove lo posso mettere per vedere il
sole?B : Alla finestra!I.: Alla finestra… Vediamo un po’ che
fa questo sole…B.:Dà noia…I.: Allora…I.: Venite più vicini al termosifone, En-
rico, vieni qui, cosa vedi?B.:Il sole…I.: Dove lo vedi? Matilde, vieni qui,
dove lo vedete?B.:Lì, lì… sulla mano…
I bambini scoppiano a ridere
I.: Allora… vi dà noia agli occhi?B.:No..I.: E che forma ha? B.:Tonda…B.:È giallo…I.: Hanno ragione? È proprio così il
sole?B.:Ha i raggi…B.:Non ha i raggi, è nero!I.: Massi, Matilde dov’è il sole? Vi dà
noia agli occhi?B.:NO!I.: Ora che abbiamo visto come guar-
dare il sole, guardate cosa faccio…Cosa fa il sole?
B.:Si muove!I.: Si muove e basta?
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B.:Diventa piccolo e grande! Lo muovi!I.: Sto muovendo il sole o qualco-
s’altro?B.:Il cartoncino…
Monica e i bambini giocano a far diventare il sole grande e piccolo,
poi tornano nell’altra stanza…
I.: Cosa abbiamo visto nell’altra stanza?B.:Il sole… e cosa si fa dopo?I.: Avrei preparato… Bisogna mettersi
il grembiule così non ci si sporca…Ditemi… di che colore volete fare ilsole?
B.:È blu il sole!B.:Giallo.B.:Giallo.B.:Giallo.B.:Giallo.I.: Tutti giallo?B.:Rosso!I.: Quand’è che il sole è rosso? Come
farà a diventare da giallo a rosso…B.:La mattina è così…I.: E quando tramonta? Come fa a cam-
biare colore?B.:Perché quando tramonta non è
così… è meglio!
L’insegnante dà i colori ai bambini echiede:
I.: Oltre a essere tondo, cos’ha intorno?I raggi…
B.:Come si fa a tirarlo su?I.: Dove? Nel cielo?B.:Per colorarlo…I.: Con i bastoncini…B.:E nel cielo?I.: Dopo ve lo faccio vedere… Non vi è
venuto in mente cosa potrebbero es-sere queste cose qui?
Sofia piange e Monica la chiama accanto a sé ed a Ginevra…
Distribuzione dei pennelli e del colore
I.: Ci siamo dimenticati di una cosa perfare il sole… cosa abbiamo detto cheha?
B.:I raggiI.: Con cosa possiamo farli?B.:Col rosso…I.: Li vuoi fare col rosso i raggi?B.:Sì…I.: Ho dato a tutti lo stecchino per tenere
su il sole?I.: Vi metto le foto qui così se volete le
guardate… Ma i raggi secondo voi dicosa saranno fatti?
….. nessuno risponde
I.: Ma voi i raggi del sole li vedetesempre?
B.:Sì!!!B.:Io qualche volta sì, qualche volta
no…B.:Li vedo quando è più alto e quando
tramonta non li vedo…I.: Non li vedi?B.:Nemmeno io quando tramonta…I.: Vi è venuto in mente come mai
quella foto del sole è tutta colorata inquel modo?
B.:No…B.:Neanche a me..I.: Ma noi quando lo abbiamo visto sul
cartoncino,di che colore era?B.:Giallo!B.:Giallo e rosso…B.:Arancione…I.: Sul cartoncino era di tutti questi co-
lori?B.:No, un po’ giallo…I.: E come mai?
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….. nessuno risponde
I.: E questa cosa qui, cos’è? Che cos’hail sole intorno?
B.:I raggi…B.:Ma qui non è un raggio, è marrone…I.: Ma qui non è un raggio, è marrone…
e invece di che colore sono i raggi?B.:Gialli!B.:Bisogna colorare anche i raggi?I.: Come vuoi…Antonella, non ci è an-
cora venuto in mente come mai ilsole qui è marrone… mi hanno datoquesta foto e mi hanno detto che è ilsole… eppure è marrone!
B.:Mannaggia!I.: Guarda Filippo è l’unico che lo ha
fatto rosso…B.:Io rosso e giallo…I.: Come mai rosso e giallo?B.:Si vede al mare così…
Entra in stanza Giulia di un altro gruppo
I.: Giulia questi bambini non hanno an-cora capito come mai il sole è un po’marrone… Tu lo sai?
B.:Perché è sporco!I.: secondo te Simona potrebbe avere
ragione Giulia?B.:Sì…I.: Ma sporco di che?B.:Boooh! È questo che non sappiamo!B.:Nemmeno io…B.:Ma un gigante non può averlo spor-
cato perché non ci arriva nemmenoun gigante…
Verbalizzazione
I.: Simona cosa abbiamo fatto?B.:Abbiamo visto delle foto… abbiamo
parlato del sole e visto delle fotodove c’era il sole…
I.: Com’erano queste foto?B.:C’era il sole…I.: Poi?B.:Poi abbiamo fatto il sole…I.: Com’erano queste foto del sole?B.:Giallo… rosso… scuro…B.:E rosso…I.: Poi dove siamo andati?B.:Nella stanza arancione…B.:E per fare i raggi del sole con lo stec-
chino…B.:c’erano gli stecchini, c’era una palla
tonda…s’è colorata di giallo e …I.: Tutta di giallo l’avete colorata?B.:No, s’è colorata di giallo e di rosso…B.:Anch’io di rosso…I.: Poi cosa abbiamo visto? Dove siamo
andati?Siamo andati nella stanzaarancione, abbiamo parlato del solee abbiamo visto delle foto; poi ab-biamo colorato il sole con i raggi.Non abbiamo fatto nient’altro?
….. nessuno risponde
I.: Poi siamo andati in ufficio… A fareche cosa?
B.:A vedere il sole che non ci dà noiaagli occhi…
I.: sì, a vedere il sole che non dà noiaagli occhi con un …
B.:con un cartoncino…
Insegnante:
Monica Mazzi
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Insegnante: Eccoci qua, ora ditemi tuttoquello che vedete. Dunque, cosa c’èqui di fronte a voi?
Bambino: Una scatola da pizzaI.: Da pizza normale?B.:No.B.:C’hai messo una lampadina.B.:Una lampadona.B.:Un faro.B.:Per fare le ombre.I.: Perché, di solito cosa c’avete fatto
con questo faro? Coro: Le ombre.B.:E ora si fa le ombre.I.: Ma si fanno le ombre anche oggi?Coro: No.I.: Vediamo poi cosa ci si può fare, ma
alla scatola di pizza cosa è successo?B.:Gli hai tagliato tutto.I.: Gli ho tagliato tutto?B.:Gli hai tagliato un pezzetto quadratoB.:E lì ci stava la pizza.I.: E cosa c’ho messo?B.:Un cartellone.B.:Nero.B.:No, blu.I.: Come mai nero?B.:Perché… chissà.I.: Poi si chiude.B.:Poi c’hai messo gli stecchini.B.:Per tenere il sopra.I.: Il sopra?B.:Il tetto.I.: E qui?B.:La carta.
I.: E che carta è?B.:Carta stagnola.I.: L’avete vista usare?B.:Io da piccola sì.I.: Secondo voi ora cosa ci si fa qui
dentro?B.:L’ovo.I.: Come l’uovo? Va beh ora che si
prende?B.:Un cartellone nero: e si mette dentro
la nostra scatola da pizza.B.:Ohi ohi quello è un uovo vero?I.: Guarda un po’ se è vero? (Sbattendolo
sul tavolino lo rompo e lo metto dentrola scatola)
B.:È vero!I.: E poi qui che c’ho?B.:Il ghiaccio.I.: Quanti pezzettini?B.:Due, tre.Coro: Tre.I.: Si mettono dentro anche questi.B.:Ah e l’uovo diventa ghiacciato.I.: Chiudiamo il tutto e secondo voi
cosa faccio?B.:Si accende la luce.I.: Allora vado… cosa succederà se-
condo voi?B.:Si scioglie il ghiaccio e l’uovo si
cuoce.I.: Si cuoce? E come fa a cuocere?B.:Si fa fritto.B.:Con il calore della luce della lam-
pada.B.:E poi si mangia.I.: Ma la lampada c’ha calore?
B.:Noo.B.:Si, con la luce si, diciamo di sì.B.:Aspetta però, e le tende?I.: Per far cosa?B.:Le ombre.I.: Ma noi qui facciamo le ombre?B.:No.I.: E cosa si fa noi oggi?B.:Si cuoce l’uovo e poi si mangia.I.: Ma ci vorrà tanto tempo o poco
tempo?B.:Tanto.I.: Allora due alla volta vi faccio vedere
da vicino e di preciso l’uovo, venitevi faccio vedere l’uovo, com’ è fatto?
B.:Giallo.I.: E se muovo la scatola sta fermo o si
muove?B.:Si muove.I.: Venite altri due, vedete bene il
ghiaccio?Coro: Sì.I.: E l’uovo com’è fatto?B.:Tondo.I.: E di che colore?Coro: Giallo.I.: E intorno?B.:L’olio.I.: Venite qua altri due, com’è fatto
l’uovo? Se muovo la scatola, stafermo o si muove?
B.:Giallo, si muove. Lo muovi tu.
(A turno chiamo anche gli altri per far vedere da vicino come sono fatti l’uovo e il
ghiaccio, poi ci sediamo sulle panche.Tutti dicono che è giallo tranne un
bambino che dice Arancione)
I.: Dopo dovete dirmi se è cambiatoqualcosa, per quello ve l’ho fatto ve-dere. Allora, mentre aspettiamo che
succeda qualcosa faremo alcunecose. Mentre le facciamo a turno an-drete a vedere cosa è successo allanostra scatola da pizza. Quella luce,qualcuno ha detto, cosa farà al-l’uovo?
B.:Lo cuocerà.B.:Lo farà arrosto.B.:E poi si mangia.I.: Ma c’è un’altra luce che secondo
voi…Due bambini in coro: Il soleB.:E le torceI.: Possono fare la stessa cosa?B.:Sì.I.: Perché, il sole com’è?B.:È tondo.B.:Coi raggi.I.: Ma perché è tondo può cuocere
l’uovo, il sole?B.:No, perché c’è il fuoco.I.: È fatto con il fuoco il sole?B.:Noo.B.:Sì.I.: Com’è fatto il sole?B.:Con il fuoco.B.:Maestra, ti ricordi quando un bam-
bino diceva che quella lì era la cacca,quella lì sul sole? (Riferendosi ad unafoto appesa alla finestra con in evidenzale macchie solari)
I.: È vero, chissà cos’è, ancora nessunomica me l’ha detto cos’è?
I.: Le macchioline.I.: Mentre aspettiamo si legge un librino
poi si torna a vedere se è successoqualcosa. Questo libro s’intitola “Ilsole, a che cosa serve?” A che cosaservirà il sole secondo voi?
B.:A bruciare.B.:A fare luce.B.:Ad arrostire.
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B.:A me un giorno mi s’è bruciato il solein faccia.
B.:Dà noia all’occhi.
Commenti durante la lettura del testo:
B.:Ma che è il sole il suo tesoro?I.: Ha deciso che è una moneta d’oro,
ma è una moneta d’oro?B.:No è il sole.B.:Scotta.B.:Si scioglie la mano.
(Macchietta, la protagonista della storia, incontra un’ape che raccoglie il nettare)
I.: Cosa ci fanno le api con il nettare?B.:Se lo mangiano.I.: Se lo mangiano?B.:No se lo cucinano come un miele.I.: Fanno il miele.
(Alla fine della storia)
I.: Ma se Macchietta staccava il solecome diventa il mondo senza sole?
B.:Bianco e nero
( nella storia la capretta ha incontrato unpastore che le ha detto che è il sole a dare
al mondo i suoi colori)
B.:Nero.B.:Senza sole non si va in piscina.B.:È la pioggia.B.:Nero e blu.I.: Ora piano piano si va a vedere se è
successo qualcosa.B.:S’è sciolto un po’I.: Intanto io muovo un po’ la scatola per
vedere se l’uovo si muove ancora. Simuove?
Coro: Sì.I.: È tutto come prima?Coro: NoI.: Che cosa è successo?B.:È diventato un bel sole.B.:Guarda, il ghiaccio si sta si sta…B.:Sembra acqua qui.I.: Ora torniamo sulle panche e vi faccio
vedere un librettino, ma non è unastoria, dove sono raccolti dei disegni.Voi quando disegnate il sole come lofate?
B.:Giallo.B.:Rosso.B.:Coi raggi.I.: Io ora vi faccio vedere dei disegni di
bambini che hanno fatto il sole intanti modi diversi (Mi riferisco al librodi Munari “Disegnare il sole”) poidopo vi ho preparato tante attività perpoter rifare il sole come pare a voi. Cominciamo dal primo cosa c’è?(Pag. 3)
B.:L’Italia.I.: L’Italia?B.:C’è il nero.B.:È tutto in bianco e nero.B.:E grigio.I.: Ma il sole non c’è? (Giro pagina)B.:Eccolo!B.:Ma allora quelle erano le nuvole.I.: Ah erano le nuvole!B.:Sta per spuntare.B.:Ora è l’arcobaleno (Pag. 13)B.:Sembra un tornadoB.:Tutti i coloriI.: E qui cosa si vede? (Pag.14)B.:La luna.I.: Ma siamo sicuri che sia la luna?B.:No è il sole bianco.I.: E come fa ad essere bianco?B.:Perché quando è notte diventa bianco
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B.:No è la luna.B.:Ma la luna non è tonda.I.: Ma voi il sole bianco l’avete mai
visto?Coro: No.B.:Io sì.I.: Quando?B.:Quando nevicava.I.: E qui come l’hanno fatto? (Pag.19)B.:Bordeaux.B.:Ci sono i marziani dentro.I.: E qui (Pag.20)B.:L’inferno.I.: L’inferno?Coro: Il fuoco.B.:Il sole con il fuoco.I.: E qui cosa hanno disegnato al sole?
(Pagg. 22, 23)B.:È un piatto.B.:Le macchioline.B.:I dolci.I.: Hanno disegnato il sole con i dolci?B.:È un tornado (Pagg. 24, 25).B.:È un sole rosso e giallo cascato sulla
terra.B.:Il sole a mezzanotte.B.:Il sole con la coda, è fatto a coda.B.:Sembra un braccialetto (Pag.27).B.:Il sole come quello dei Gormiti.B.:Lì tramonta (Pag. 49).B.:Va a dormire.I.: Va a dormire con il pigiama?Coro: No.B.:I raggi vanno.B.:Va a dormire nell’acqua.I.: Ora vi mettete intorno ai tavolini e
decidete come volete fare il vostrosole. Io vi faccio vedere poi decidete
cosa volete fare. Potete usare i ges-setti, le matite, il collage…
B.:Io voglio fare il collage.I.: Va bene poi ci sono dei gomitoli di
lana da tagliare e attaccare. Intantovia via potete andare a vedere se èsuccesso qualcosa al nostro uovo.
B.:Ci sono due pezzettini non sciolti. Èancora giallo l’uovo.
B.:No è sciolto il ghiaccio .B.:Non si sono sciolti tutti e tre.I.: Ma sono uguali a prima?B.:No, sono molto più piccoli.
(Dopo i lavorini…)
B.:Ehi vieni si sono sciolti.I.: Ma all’uovo non è successo niente?
Prima si muoveva?B.:Sì.I.: E ora?B.:È incollato.I.: E chi l’ha incollato?B.:Boh.B.:Chi è che racconta questa storia che
l’uovo non si muove più?I.: Come mai l’uovo non si muove più?B.:L’hanno incollato.I.: Ma chi l’ha incollato.B.:La luce! B.:Guarda il ghiaccio si è sciolto.B.:Non si muove, ma non è incollato
nessuno ha potuto toccarlo.
Insegnante:
Monica Mazzi
103
Faccio vedere il sacchetto di plastica e invito i bambini ad aprirlo ed agitarlo
nell’aria e domando:
I.: Che cosa c’è dentro il sacchetto?B.:L’ariaI.: Che cos’è l’aria?B.:È quella che si respira quando si
dorme. Prova a toccare qui. (Mi fasentire con la mano l’aria che esce dallasua bocca).
I.: Pietro mi ha fatto sentire l’aria cheesce dalla sua bocca, provate anchevoi a sentire l’aria che esce dalla vo-stra bocca.
I bambini emettono l’aria con la mano davanti alla bocca
Io intanto ho preso il sacchetto di Yuri el’ho chiuso, poi gliel’ho reso.
I.: Guardate Yuri che ha preso tanta arianel suo sacchetto.
B.:L’ha imprigionataI.: Attenti ora imprigiono l’aria nel sac-
chetto di Mattia attenti attenti attentiecco l’ho imprigionata.
B.:Anch’io l’ho imprigionataI.: Ma l’aria si vede?B.:No! è invisibileI.: Dov’era l’aria prima che si imprigio-
nasse dentro il sacchetto?B.:QuaI.: Qua dove?B.:In cielo.
I.: Ed ora sapete cosa facciamo? Pren-diamo l’aria dentro il sacchetto, lachiudiamo e la portiamo a casa a farvedere alle nostre mamme.
Aiuto i bambini a fare il nodo al sacchetto
B.:Ma a me non mi entra prendere l’ariaB.:Ma a me si è sgonfiato il sacchetto!I.: Guardate bambini il sacchetto di
Edoardo si è sgonfiato perché?B.:C’era un buchino.B.:Anche a me l’aria è andata via.I.: Prenderemo un altro sacchetto che
non è bucato e imprigioneremo l’ariadi nuovo. Ora mettiamo tutti i sac-chetti sulla panchina e andiamo a ve-dere cosa è stato preparato sul tavolo.
Sul tavolo c’è una piccola piscina piena diacqua. Ci disponiamo in piedi intorno al
tavolo. Era stato preparato anche un bicchiere dove sul fondo era attaccato
con lo scotch un batuffolo di cotone.
I.: Facciamo un esperimento: Io prendoquesto bicchiere vedete cosa c’èdentro?
B.:Il cotone!!!I.: Ora prendo questo bicchiere, lo ca-
povolgo e lo metto dentro l’acqua.Secondo voi il cotone che è dentro ilbicchiere si bagnerà oppure no?
B.:“Nooooo” “Siiiiiii”
Allora domando a ciascuno se il cotone si bagnerà
B.:Sì oppure affonderà.B.:No, perché è appiccicato dentro.I.: E l’acqua entra dentro il bicchiere?B.:No.I.: Perché l’acqua non entra dentro il
bicchiere? B.:Perché è appiccicato dentro, e
l’acqua non entra perché si imprigio-nerà.
I.: Si bagnerà il cotone dentro il bic-chiere?
B.:Sì.B.:Sì.B.:Si bagnerà.B.:Sì.B.:Non si bagnerà.I.: Perché?B.:Perché non entra l’acqua dentro.I.: Perché non entra l’acqua dentro?B.:Perché lui galleggia qui.I.: Il cotone galleggia?B.:Un po’ però affonda.I.: Se io metto questo bicchiere qui
dentro, il cotone che è dentro il bic-chiere si bagnerà?
B.:Sì.I.: E te Marco cosa dici, si bagnerà?B.:No.B.:No .I.: Allora attenzione, ora proviamo
eh!!!! Lo metto proprio fino in fondoeh! Ora vediamo bambini se il cotonesi è bagnato oppure no; vediamo unpo’... Uno, due e tre via.Provate a toccarlo bambini si è ba-gnato?
B.:(con un po’ di delusione) Noooo!Non è bagnato.
B.:Voglio toccare anch’io. No è asciutto
I.: Ma come fa? Lo sapete voi? Rimet-tiamolo!
Nel frattempo Mattia ha osservato che ilbicchiere dentro l’acqua sembra molto piùpiccolo ed alcuni bambini gli hanno dato
ragione.
I.: Guardiamo dentro il bicchiere il co-tone è bagnato ora.
B.:Sì, è bagnatoI.: Le tue mani sono bagnate. Prova un
po’ Mattia te che non hai le mani ba-gnate?
B.:No.I.: Cosa è successo ho messo il bic-
chiere dentro l’acqua e il cotone nonsi è bagnato. Perché Greta?
B.:Perché è appiccicato.I.: E se non era appiccicato si bagnava.B.:Si cascava e si bagnava.I.: Ma l’acqua qui dentro il bicchiere c’è
entrata?B.:No.I.: Perché non c’è entrata? Cosa ci sarà
dentro il bicchiere.B.:Il cotone.I.: E perché non si è bagnato il cotone?
Cosa c’è intorno al cotone?B.: il bicchiere.I.: Ma cosa abbiamo detto che c’è dap-
pertutto.Coro: L’aria.I.: Ma l’aria non si vede abbiamo dettoB.:Ma il bicchiere è bagnato perché
l’hai messo nell’acqua.I.: E il cotone?B.:No.I.: Il cotone non si è bagnato perché che
cosa gli impedisce di bagnarsi?B.:L’aria che lo difende manda via
l’acqua.
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I.: Riproviamo ancora. Il cotone non sibagna perché c’è l’aria che lo di-fende.
I.: E ora, guardate bambini rimetto ilbicchiere dentro e lo piego e facciouscire l’aria e cosa entra dentro?Guardate?
Coro: L’acqua.I.: E il cotone è bagnato.B.:Bagnato.I.: È entrata l’acqua.B.:Posso sentire?I.: Certo lo sentite tutti.
Faccio toccare a tutti il cotone bagnato
I.: È entrata l’acqua e cosa è uscita?B.:L’aria.B.:Ma io non l’ho sentita uscire.I.: Non l’hai sentita ma hai visto che dal
bicchiere sono uscite le bolle?Dentro le bolle c’è l’aria. Alloraavete visto è uscita l’aria ed è entratal’acqua. Fintanto che l’aria nonusciva non poteva entrare l’acqua.
B.:Perché lo difendeva.I.: Allora sono venute fuori dal bic-
chiere le bolle. Ma ora proviamo a farvenire le bolle con la cannuccia?Provo io soffio nella cannuccia cheho messo nell’acqua e dall’acquaescono tante bolle.
Do a tutti i bambini una cannuccia e tuttiinsieme soffiando facciamo venire le bolle.
Insegnanti
Caterina PetriniGabriella Salvestrini
Mi riallaccio al precedente intergruppo nelquale si sperimentava dove si trova l’aria,
e domando:
I.: Vi ricordate dove si trova l’aria?B.:A casa ho preso una busta e poi l’ ho
scosso ed ho preso l’aria e l’ho messadentro un sacchetto per conservarla.
I.: L’aria si è conservata?B.:Sì.I.: Cosa facciamo? Ho preparato una
scala e poi ci sono degli oggetti chedarò a ciascuno.
I.: Dopo cosa è successo? Che ne fai diquest’aria?
B.:Poi avevo finito e l’ho data allamamma.
I.: Sono molto contenta che ti è piaciutoil gioco di acchiappare l’aria col sac-chetto!
B.:Sì.I.: Anche oggi giochiamo con l’aria.B.:Gabriella a me mi sembrava che
questo filo alto ci si attaccasse ipanni.
I.: Ti sembrava che questo filo alto ci si
attaccasse i panni? Invece vediamovoi e faremo cadere dall’alto…
Distribuisco gli oggetti ai bambini:A Syria do una carta velina distesa,
a Martina una carta velina accartocciata,a Marta un cartoncino disteso, a Paolo uncartoncino accartocciato, a Niccolò C un
fazzoletto, ad Alessio una corda, ad Elena C. una piuma, ad Elena D. la
chiave inglese, a Niccolò C. i coriandoli,io invece prendo un chiodo piccolo.
A turno i bambini salgono sulla scala eprima di far cadere i loro oggetti fanno
una previsione di come cadranno: (se veloce o lentamente,
se vicino o lontano).
I.: Io ho un chiodo di cosa è fatto?B.:Di metallo.I.: Io monto sulla scala e faccio cadere
il chiodo dall’alto, come cadrà?B.:Veloce.B.:Veloce.B.:Piano.B.:Forte.B.:Forte.B.:Forte.B.:Pianino.B.:Forte.B.:Piano.I.: Secondo voi perché cadrà forte?B.:Perché è peso.I.: Eppure è piccolino, vediamo?
Dopo l’esperienza
Tutti: Veloce.
“caRTa VelINa dISTeSa”
B.:Piano.I.: Secondo te perché cadrà piano? B.:Non lo so.
Dopo
Tutti: Piano.
Proviamo a buttare contemporaneamenteil chiodo e la carta
I.: Qual è caduto prima?Tutti: Il chiodo.I.: Perché la carta velina è caduta vo-
lando?Tutti: ?????
“caRTa VelINa
accaRToccIaTa”
Prima
I.: Attenzione anche la Martina ha lacarta velina ma è accartocciata, cosadici Martina come cadrà?
B.:Piano.
Dopo
B.:Piano.Alcuni: Veloce.
“caRTa VelINa dISTeSa”
“caRTa VelINa
accaRToccIaTa”
contemporaneamente
Dopo
I.: Chi è caduta prima?Tutti: La pallina I.: Come mai?B.:Perché c’è l’aria e lui vola.I.: Allora è l’aria che non lo fa cadere
diritta.B.:La fa muovere.
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“caRToNcINo dISTeSo”
Prima
I.: Secondo voi il cartoncino è più leg-gero o pesante della carta?
Tutti: Pesante.I.: Cadrà veloce o lento?Tutti: Veloce.
Dopo
Tutti: Piano.B.:Era un po’ veloce.I.: Sei sicuro che era un po’ veloce?
“caRToNcINo
accaRToccIaTo”
B.:E questo come cade?
Dopo
Tutti: Veloce.B.:Come la pallina della Martina.
“caRToNcINo dISTeSo”
“caRToNcINo
accaRToccIaTo”
contemporaneamente
Prima
I.: Chi cadrà prima quello disteso oquello accartocciato?
Tutti: Quello accartocciato.
Dopo
I.: Perché è caduto prima quello accar-tocciato?
B.: Perché il cartoncino accartocciato èpiù pesante il cartoncino disteso nonè più pesante.
B.: Perché qui c’è l’aria e fa ... (il versodi volare)
“FaZZoleTTo dI caRTa”
Prima
I.: Come cadrà questo fazzolettino.B.:Forte.I.: Perché cadrà forte?B.:Perché è leggero.
Dopo
B.:Un po’ piano e un po’ forte.
“coRda”
Prima
B.: Come cadrà questa cordicella?B.:Lento.I.: E dove cadrà vicino a un po’ lontano?B.:Laggiù.
Dopo
Tutti: Veloce.
“pIUma”
Prima
I.: Come cadrà la piuma?B.:Lenta.I.: Cadrà vicino o lontano?B.:La mia mamma mi ha regalato una
piuma per salire in su.
Dopo
Tutti: Piano.
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“cHIaVe INgleSe”
Prima
B.:Farà anche un botto quella!I.: Perché Syria?B.:Perché è molto pesante.I.: Perché è pesante e l’aria non ce la fa
a sorreggerlo.
Elena ha lanciato la chiave.
Dopo
B.:Te lo detto che faceva un bottoB.:LontanoI.: Perché è caduta lontano? Cosa l’ha
spinta?B.:Il vento.B.:L’aria.B.:No la spinta lei.
“coRIaNdolI”
Prima
I.: Come cadranno i coriandoli?Tutti: Lenti.B.:Forte.B.:Piano.B.:Forte.B.:Lento.B.:Piano.B.:Piano.B.:Piano.B.:Piano.
Dopo
Tutti: Piano
Prendo le bolle di sapone e le soffio nell’aria e invito i bambini a osservarequanto ci mettono a cadere per terra.
I bambini non resistono alla tentazione
di scoppiarle ma poi osservano che stannoin aria tanto tempo prima di cadere.
Ora prendo un aereo e lo faccio vedere aibambini e domando indicandogliele che
cosa hanno gli aerei.
Tutti: Le ali per volare.I.: Voi sapete volare? Allora chi è che
vola?Tutti: Gli uccelli.I.: Che cosa hanno tutti per volare? Tutti: Le ali.
Faccio vedere anche l’elicottero.
I.: Vedete come girano le eliche diquesto elicottero Che cosa le fa gi-rare?
B.:Il vento.B.:L’aria.
Andiamo a sedere intorno al tavolo per costruire insieme gli aerei e gli elicotteri.
Io li avevo gia fatti con la carta e i bambini scelgono cosa preferiscono e ciattaccano sopra delle etichette tonde perabbellirlo dopo di che li facciamo volare
nel salone.
Proviamo con gli aerei a mandarli il piùlontano possibile, mentre gli elicotteri a
farli restare in aria il più possibile.
Ed ora gonfiamo dei palloncini a cui abbiamo attaccato una cannuccia e li
chiudiamo con una molletta. Infiliamo lacannuccia ad un filo che abbiamo steso. Se togliamo la molletta al palloncino checosa succederà? Vediamo che i palloncini
si muoveranno come un razzo sul filo.
I.: Che cosa succederà a questo pallon-
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Faccio osservare ai bambini come è cambiata la stanza: vedono la luce, il
mondo, la casina sopra al tavolino, un tendone e la lampada…
Dico loro che dobbiamo fare buio e tirare le tende come quando si dorme; si accorgono che dal vetro della porta
entra comunque la luce.
Accendiamo la lampada, i bambini vedono la loro ombra sul soffitto.
I.: Che cos’è l’ombra?
B.:Una forma.I.: Di che cosa?B.:Delle persone…
Sara intanto guarda la luce e tocca la lampadina mentre Daniele ulula...
Gli altri bambini stanno giocando con la loro ombra.
B.:Brucia!I.: Come mai si vede la forma?B.:La forma s’è rotta perché è caduta, è
cino se gli levo la pinza?B.:Quando gli levi la pinza va via e si
sgonfia.I.: Che cosa succederà a questo pallon-
cino quando si sgonfia?B.:Scoppia.
Un bambino che passava di lì dice che non scoppia ma parte veloce veloce
e va sul filo come un razzo.
I.: Ma Pietro fa il furbino, l’ha già vistoallora vediamolo insieme. Eccoguardate cosa è successo?
B.:Perché era nel filo, gli hai levato lapinza ed è volato via.
I.: Ma che cosa è uscito dal palloncino?B.:L’aria.I.: Allora l’aria che esce con forza dal
palloncino è potente e lo spinge dal-l’altra parte.
Un palloncino era appiccicato e l’aria usciva lentamente e il palloncino andava piano
I.: Avete visto perché il palloncino vapiano Elena?
B.:Perché l’aria esce piano.I.: E questo palloncino che è molto più
gonfio andrà più lontano o vicino?Tutti: Lontano.
Continuiamo il gioco a sgonfiare i palloncini prima sul filo e poi
anche liberi.
Insegnanti
Caterina PetriniGabriella Salvestrini
inciampata!B.:Chi è inciampata?B.:Diletta!
Invito Diletta a venire verso di noi e i bambini notano che la sua ombra
si è ingrandita.
B.:Ganzissimo!
Daniele che era di fronte al telo scappa e i bambini si accorgono che la sua
ombra è sparita. Tommaso si è messo davanti alla lampada.
I.: Ma dov’è andata l’ombra di Daniele?B.:Non c'è più!B.:Tommaso è sopra e davanti non c’è
più!I.: Perché?B.:È in cielo! (In realtà sul soffitto possono
vedere l’ombra di Tommaso, ma nonquella di Daniele che se ne è andatodietro alla lampada). Daniele torna difronte alla lampada ma Sara gli si mettedavanti.
I.: Ma perché l’ombra di Daniele non sivede più?
B.:Perché Sara si è messa davanti allalampada…
I.: Vediamo lo stesso l’ombra di Da-niele con Sara davanti?
B.:Un pochino, è leggera leggera sultelo, ma si vede sulle pareti e incielo…
I bambini iniziano a fare un girotondo intorno alla lampada; dicono che
il mondo sia pirati, erba, mare, città, la pioggia, ombra…
B.:Il mare è quello lì tutto celeste…I.: C’è anche l’ombra nel mondo?B.:Io vedo l’ombra del mondo!
Il pallamondo
I.: Abbiamo due omini… e questo è ilmondo, avete detto che ci sono lecittà… sapete dove abitiamo?
Coro:A Firenze, a Scandicci!B.: La nostra casa è accanto alla scuola!I.: Allora guardate, vado a cercare qui
sopra Scandicci e ci metto unomino… Scandicci è piccola mal’omino è grosso… quest’ominoabita a Scandicci… Adesso facciamofare un giro al mondo… Avete maisentito parlare delle isole Hawaii?
Coro:Sì!I.: Bene, ci appiccichiamo un altro
omino… Ricordate cosa avete dettoprima del mondo?
B.:È nello spazio, si muove… gira!I.: Gira intorno a qualcosa?B.:Nello spazio!I.: Cosa c’è nello spazio?B.:Il sole, le stelle…B.:Il mare!Coro: Macchè!!!I.: Elena ha tre anni… ci racconta quello
che sa, vero? Mettiamo il mappa-mondo su questo carrello e faccia-molo girare… Venite a sederviperò… cercate di lasciar stare igiochi della stanza… Avviciniamo lalampada e proviamo a vedere doveva l’ombra…
B.:È sulla parete! Si vedono anche gliomini…
I.: Sicuri? Venite, guardiamo uno pervolta i due omini per vedere se sonouguali…
B.:Per me sono uguali!B.:L’omino e il mondo è di tutti i co-
lori…B.:Io vedo l’ombra di Ginevra sul
mondo…
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I.: Dove va la luce della lampada?B : Sul telo…I.: La luce su quale omino è?B.:Su questo…I.: L’altro ce l’ha?B.:No!I.: Bambini, Marco ci ha detto una cosa
importante… L’omino che abita alleHawaii ha la luce, mentre quello cheabita a Scandicci no…
Giro il mondo per mostrare che solo unodei due omini ha la luce ma i bambini
non mi seguono più…
I.: Cos’è che ci dà la luce?B.:La lampada…I.: E fuori?B.:Il sole…I.: E quando il sole dà la luce a noi, la
dà alle Hawaii?B.:No…
Le foto, alcune frasi dei bambini:
La Terra“Bella! Il mare… i colori… la neve!”
La Terra in ombra“Qui c’è il sole e l’ombra… È la luna…
c’è una città… e l’ombra è tutta in-torno…”
Luna in eclisse“Sta uscendo il sole, è tutto nero, è la
luna!”
Insegnante:
Katiuscia Vaiani
Avviso i bambini di non toccare le lampade da soli perché
potrebbero farsi male. Passiamo poi alla presentazione.
Aspettiamo Mirco e Mattia che stanno girando per la stanza...
I.: Vi ricordate l’altra volta cosa siamovenuti a fare?
B.:Le ombre... B.:E stavolta le rifacciamo... I.: Sì, sembra proprio di sì... vi ricor-
date come abbiamo fatto per fare leombre?
B.:Con la luce, con quella lampada... I.: E quella grande?B.:Spenta!I.: Vi ricordate di che colore sono le
ombre?B.:Nere... B.:Nere... B.:Sono grigie... I.: Secondo voi è possibile colorare le
ombre? Le avete mai viste le ombrecolorate?
B.:Sì, tipo la plastica colorata tipo cartadi ombra si vede colorata...
I.: È vero e lo abbiamo visto l’altravolta... L’abbiamo messa anchedentro le nostre sagomine... Masenza plastica colorata come pos-siamo fare?
B.:Una luce colorata e poi si fanno leombre...
I.: Ah, con una luce colorata!? Vo-gliamo provare se una luce coloratafa venire un’ombra colorata?
Coro: Sì!!!I.: Secondo voi è possibile? Vediamo... Coro: Sì!!!I.: Ci vuole qualcuno che spenga le
luci... Noemi ci pensi tu?
...
I.: Che luce abbiamo acceso?B.:La rossa... B.:Guarda la parete è fucsia!I.: E le ombre come sono?B.:Nere... I.: Sono sempre nere... Con una luce
colorata allora non è possibile...Come si può fare?
Coro: Ma...
Aspetto un po’ e poi riprendo...
I.: Ne vogliamo provare un’altra?B.:Sì!I.: Con questa come sono?B.:Gialle!I.: Che cosa... le ombre?B.:No sono sempre grigine... B.:Guarda lassù... I.: Come si può fare allora?B.:Con questa!I.: Con quella?B.:Sì... I.: Allora proviamo ad accendere anche
questa per vedere se c’è modo diavere l’ombra colorata...
Accendiamo anche la lampada blu...
I.: E adesso di che colore sono?B.:Nere... I.: Sicuri?B.:No... Grigia... Gialla... e anche blu!I.: Ora provo a spengere una di queste
lampade...
...
I.: Di che colore sono le ombre?Coro: Nere!I.: Vediamo allora se ne accendo
un’altra... Coro: Fucsia!I.: E ora come sono le ombre? Allonta-
niamoci dalla parete però, altrimentii più piccoli non le vedono...
B.:Maestra sono di tutti i colori!I.: Mattia vieni a vedere... Noemi, vieni
anche tu... Mirco ed Enrico... Guar-date, l’ombra è sempre nera?
B.:No... I.: Ma avete capito come si fa a colorare
le ombre?Coro: Sì... I.: E come si fa?B.:Con le luci colorate... I.: Con le luci colorate... Ma quante?
I bambini iniziano a contarle...
Coro: Una, due, tre e quattro! Quattro!I.: Allora... Aspettate... venite qua vi-
cino a me (faccio uscire i bambini dalcono d’ombra).
I.: Come mai non ci sono più le ombre?Dove sono andate a finire?
B.:Perché non ci sono più uomini... I.: Già, perché non ci sono più uomini...
Guardate, se io spengo questa luce,le ombre sono ancora colorate?
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Coro: Sì... I.: E se io spengo anche questa luce?Coro: Sì... I.: E se io spengo anche questa?Coro:No... I.: Allora quante luci ci vogliono per co-
lorare le ombre?B.:Una!B.:Cinque!B.:Tre!I.: Allora guardate, quante ce ne sono
accese?Coro: ora una!I.: E ora?Coro: Due!I.: E le ombre sono colorate?Coro: Sì!I.: Allora quante luci ci vogliono?B.:due... I.: Sì, ci vogliono almeno due luci colo-
rate...
...
I.: Vogliamo provare a fotografarle e avedere che cosa succede?
Coro: Sì!I.: Vediamo un po’... siamo pronti?
Pronti via!B.:Fammi vedere... I.: Mirco, Mattia, Noemi guardate le
vostre ombre... provo a fotogra-farvi...
I.: Vediamo come sono venute... Ecco,qui un pochino si vedono, vero?
B.:Sì... B.:Anch’io...
A turno i bambini guardano le foto poispengo tutte le lampade...
I.: Guardate, spengo una luce, due, tre...Vorrei che guardaste di che coloresiete vestiti...
B.:Rosso... Verde... B.:Io arancione... B.:Rosso... I.: E tu Enrico?B.:Io ho la maglia con il coccodrillo!I.: E di che colore è?B.:Gialla... I.: Sicuro? Cele... B.:Celeste!I.: E i pantaloni di Mirco come sono?B.:Rossi... I.: Venite che facciamo un esperimento,
accendiamo questa luce qua... (larossa) Di che colore è diventata lamaglia di Simone?
B.:RossaB.:La mia è diventata grigia... I.: E la maglia di Enrico?B.:Rossa, arancione... I.: La maglia di Mirco di che colore è di-
ventata?
I bambini cominciano a parlare tutti insieme; tutti vedono come sono
cambiati i colori dei loro vestiti...
I.: Vediamo con questa luce... (lampadablu) Di che colore è diventata la ma-glia di Simone?
Coro: Verde!I.: E la maglia di Filippo?B.:Nera!I.: E la maglia di Mattia?B.:Un po’ grigia... I.: Vediamo con la luce gialla di che co-
lore diventano i vostri vestiti?B.:La mia gialla... B.:La mia è ridiventata rossa... e la tua
è di nuovo arancione!I.: E quella di Noemi? B.:Gialla... I.: E i pantaloni di Mirco?
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B.:Tutti gialli!I.: E la maglia di Simone?B.:Arancione... I.: Riguardiamo com’erano questi co-
lori, accendiamo la luce... Allora?Cosa accade ai colori se accendiamouna luce colorata?
B.:Si trasformano... I.: La luce del sole di che colore è?B.:Gialla... I.: E se invece fosse rossa? I colori re-
sterebbero gli stessi?B.:No... I.: Abbiamo visto che cambiano vero?Coro: Sì... I.: Adesso vi do dei fogli di plastica co-
lorati... B.:Io rosso... B.:Io blu lo voglio... B.:Maestra marrone!I.: Che cosa è marrone?B.:Guarda, li abbiamo mischiati e sono
diventati marroni... I.: Avete mescolato la panca gialla, il fo-
glio rosso e quello blu... E col blucom’è diventata?
B.:Verde!I.: E col rosso?B.:Sempre rosso!B.:Vediamo un po’ se te lo metto sopra
io!?B.:Viola è diventato! B.:Viola!I.: Sì con blu e rosso è diventato viola e
con blu e giallo?B.:Verde!I.: Rosso e giallo cosa diventa?B.:Arancione!I.: Proviamo con blu, rosso, giallo tutti
insieme?Coro: Sì!I.: Come diventa?
B.:Marrone... B.:La mia scarpa è diventata... I.: Come? B.:La mia marrone!I.: E i vostri vestiti? Cambiano colore?Coro: Sì...
Tutti i bambini provano i fogli di plastica sui loro vestiti e vedono
che cambiano colore...
I.: Spengiamo le luci e andiamo a vederle ombre di che colore sono?
Coro: Sì...
I bambini si avvicinano alla parete sullaquale appoggiano i fogli...
I.: Bambini... state guardando le ombreo di che colore sono i vostri fogli?Giorgio cosa stai guardando?
B.:L’ombra!I.: Tienilo un po’ distante dalla parete,
altrimenti non puoi vedere l’ombra...di che colore è?
B.:Blu!I.: Mattia vai anche tu... Bambini tenete
i fogli lontani... è vero che vedete icolori, ma non quelli dell’ombra...sediamoci sulle panche...
A turno i bambini si avvicinano alla pareteper guardare l’ombra dei fogli; osservano
che è dello stesso colore dei fogli. Distribuisco i cartoncini.
I.: Ora vi do un’altra cosa per vederel’ombre... Rimanete seduti perchévorrei farvi una domanda...
I.: Di che colore sarà l’ombra di quelcartoncino?
B.:Blu... I.: E la tua Giorgio?B.:Nero, scuro... non si vede molto
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bene... I.: E la tua Noemi?B.:Rossa... I.: Rossa? E quella del tuo cartoncino
Enrico
Per tutti tranne che per Giorgio che ha in mano un cartoncino blu è dello stesso
colore del cartoncino.
I.: Giorgio, hai sentito cosa dicono i tuoiamici? Chi ha il cartoncino giallo hadetto che sarà gialla, chi ce l’harosso, rossa... Di che colore saràl’ombra del tuo cartoncino? Non melo ricordo...
B.:Nera!I.: Perché dici nera?B.:Guarda, vedi l’ombra del mio dito sul
cartoncino?I.: Allora bambini, vogliamo veder di
che colore sono le ombre? Andate avedere! Di che colore è?
Coro: Nera!I.: Come mai è scura? Mi avevate detto
che sarebbe stata colorata! Chi me lodice?
B.:Io no!I.: Come no! Sei stato tu a dirmi che era
scura mentre gli altri dicevano cheera colorata!Allora guardiamo se riuscite a vederela differenza fra il cartoncino e il fo-glio di plastica colorata... Vuoi far-gliela vedere tu Noemi?
...
I.: L’ombra del cartoncino la vedete? Diche colore è?
B.:Blu!I.: È blu?B.:No... è nera...
I.: E questa?B.:Blu!I.: E allora che differenza c’è fra il car-
toncino e il foglio di plastica?B.:È nera... I.: Passa la luce da qua?B.:Sì... I.: La vedete la lampadina? (Ho posto il
foglio trasparente di fronte al neon delsoffitto)
Coro: Sì!I.: E ora?B.:No!I.: Non passa... perché?B.:Perché questo cartoncino non è tra-
sparente, e questo invece sì!I.: Allora l’ombra è colorata soltanto se
c’è un foglio trasparente... I.: Le vogliamo rivedere le ombre tutte
colorate?Coro: Sì!I.: Allora riaccendiamo tutte le lam-
pade!B.:Fucsia!B.:Guarda, questo giallo ora sul pavi-
mento mi diventa rosso!I.: E perché diventa rosso?B.:Perché c’è questa luce accesa... I.: Ma quante sono le luci accese?B.:Maestra guarda, io vedo tutti i colori!B.:Tante!I.: È vero, abbiamo detto che con tante
luci colorate accese si fanno le ombrecolorate...
B.:Lassù le ombre arancioni!I.: Bene, adesso rimettiamo a posto i
cartoncini e vediamo se riusciamo amettere le luci orientate sul soffittoper vedere cosa succede...
B.:Diventa giallo!B.:Wow! È di tutti i colori... sembra di
essere in discoteca...
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I.: Però le ombre si vedono?B.:No... I.: Vediamo se riusciamo a metterle
sopra la testa... Quelle del pavimentosono colorate?
Coro: sì... I.: Proviamo a stendere il telo in terra...
Mi aiutate?B.:Sì... I.: Ecco, vediamo se sistemandolo per
bene come un tappeto si vedono me-glio le ombre...
Coro: Bello...
I bambini si sdraiano sul telo e fingono di dormire...
I.: Visto come si vedono bene? Pro-viamo ad alzarci dal telo... facciamoun girotondo intorno al telo per ve-dere come si vedono?
Coro: Sì...
Cantiamo e balliamo un girotondofinché il gioco non si esaurisce.
I.: Adesso do a tutti un foglio per fareun disegno... Vi chiedo di disegnarequalcosa sulle ombre visto che ci ab-biamo giocato sia l’altra volta cheoggi... Ho i lapis e i pastelli...
Distribuisco i materiali a tutti, ad ognuno quel che desidera.
I.: Potete disegnare quel che volete,però sulle ombre... le ombre, leombre colorate, le luci colorate...
B.:Possiamo fare un fantasma?I.: Con l’ombra? Il tuo fantasma ha
l’ombra?B.:Sì... I.: Va bene... B.:Io un mostro...
I.: Un mostro con l’ombra... B.:Sì... I.: Va bene... Potete disegnare quello
che volete... B.:Questa è la cornice mia... I.: Sì, e ci puoi disegnare e colorare...
Poi scriviamo dietro che cosa avetedisegnato... Qui cosa scrivo?
B.:Un fantasma... I.: E questi colori?B.:Le ombre... I.: Un fantasma con le ombre colorate!?B.:SìB.:Io me lo scrivo da solo... B.:Un fantasma... I.: E ce l’ha l’ombra?B.:Sì, è questa... I.: È un fantasma con l’ombra scura al-
lora! Giorgio, tu cosa stai dise-gnando?
B.:Un cammello con l’ombra... I.: E l’ombra gliel’hai disegnata?B.:Gliela sto disegnando... B.:Io un drago... B.:Io l’ombra di un mimmo... I.: L’ombra di un bambino... Me la fai
vedere col dito?B. Sì, eccola... I.: Ecco, questa è l’ombra... e questi?B.:Un aereo e l’ombra del bambino... I.: È il bambino con l’ombra sotto,
vero?B.:Guarda come l’ho disegnata
l’ombra!I.: Bene... bravo... Adesso scriviamo il
nome dietro al vostro disegno...
Insegnante:
Katiuscia Vaiani
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L’intergruppo delle “stelle” ha seguito un iter leggermente diverso perché è stata registrata non solo una conver
sazione per ogni tipo di attività ma tutti gli incontri con i bambini; questo per
avere la documentazione di un percorso completo.
I.: Sapete che si fa? A me mi hanno datoun compito difficilissimo, di parlaredi una cosa che di giorno non si puòvedere. Allora come si fa? Io sonopreoccupata ma voi sarete così braviche mi aiuterete, va bene? Siete d’ac-cordo? Allora cominciamo a scam-biarci i nomi? Tu chi sei?
B.:Alessio...I.: Della stanza?B.:RossaB.:Alessia della stanza arancione... I.: Guardate che strano... Alessio e
Alessia seduti vicini. E tu?B.:Alessia e Alessio...B.:E tu? B.:BisbigliaI.: Forte!!B.:BisbigliaI.: È così forte? Urla allora!B.:Fai così OH!!!B.:Non soI.: Non sai urlare? E tu Martina? E tu chi
sei?B.:Irene.
Via via i bambini si presentano.
I.: E io chi sono?B.:Simona!!
I.: Ora che ci siamo scambiati i nomi, vivoglio portare subito in un posticinoche è di là, dove ho organizzato ungioco... .vediamo che cosa vi fa ve-nire in mente. Però per andarci, vistoche ho tirato le tende ed ho fatto unpo’ buio, dobbiamo darci le mani eandare piano piano a vedere, senzanessuna paura perché è solo ungioco. Andiamo a vedere cosa c’è.Venite, venite, dovete stare attenti,c’è un filino... A sedere su quelleseggioline. Vediamo un po’... vai asedere Damiano... Alessia, cercateviun posticino... guarda Matteo te seigrande, gira dall’altra parte, in quellapanca là, grazie... Martina di qua...abbiamo trovato un posticino? Giratedi là, sedete per favore...
B.:Cosa c’è da vedere?B.:No, andate a sedere...I.: Eccoci... mi voglio sedere anch’io!
Guardate un po’ cosa c’è?B.:La luna.I.: Cosa vedete?B.:Le luci.I.: Le luci, che cosa sembrano?B.:Dei pallini!I.: Dei pallini, ma cosa vi sembrano?B.:A me...I.: A cosa assomigliano queste lucine?B.:Stelle!I.: A stelle? Giorgio che bell’idea! Sem-
brano stelle eh? Delle stelline... guar-date quante! E voi l’avete ... ...
B.:Stelline!I.: Si stelline, ma voi l’avete viste le
stelline?... Si, vai anche lì... peròguardate lassù in alto. Dove l’aveteviste voi?
B.:Di notte.I.: Di notte? Di notte, ma dove vi è ca-
pitato di vederle?B.:Nel cielo!I.: Nel cielo! Te Alessio le hai viste a
casa tua le stelle qualche volta?B.:Ma quando... quando è di notte... I.: Quando è di notte, e infatti secondo
voi... se io ora... come ho fatto a farlevenire così...
B.:Con quello... I.: Con questo, ma perché si vedono?...
Certo che me lo puoi dire... B.:Perché la luce riflette sul muro e ci
vengono quei pallini... anche qui cisono.
I.: Anche qui si vedono? Giorgio ha giàcapito come ho fatto questo gioco,perché quelle sono stelle vere?
B.:No!!B.:È luce!!I.: È luce... quella luce arriva lassù in
cima, si riflette sul muro, ma era perfare finta che siamo in un posto doveci sono le stelle di notte. Ma voi co-noscete qualche nome di stelle?
B.:No.B.:Luce, luna... B.:Stella cadente... I.: Una stella cadente... tu che nome sai?B.:Io niente.B.:Io... una luce... ma...B.:Ohh!I.: Lo sapete che queste stelle... io ho
cercato di disegnare alcune che c’-hanno un nome speciale...
B.:È bello stare qui... I.: È bello, rilassante, hai ragione...
perché i viaggiatori antichi, quando
di giorno faceva tanto caldo, loroavevano scelto di viaggiare di notte,però sapete cosa succedeva? Ave-vano paura di perdere la strada... e al-lora... avevano imparato a guardarele stelle per non perdere la strada eavevano visto che c’erano delle stelleche stavano quasi sempre nella stessaposizione... una soprattutto stava là,in alto, e lo sapete come l’hannochiamata?
B.:No.I.: La Stella Polare.B.:Polare!I.: Polare, la stella Polare e poi avevano
visto che vicino alla Stella Polarec’erano delle altre stelline che forma-vano una specie di carretto e l’hannochiamato il Piccolo Carro, lo vedete?Io ho provato a disegnarlo ma nonsono tanto brava, lo vedete lì, che c’èuna stella un po’più grossa vicinoalla ventola poi altre stelline che sonoil manico del carretto e poi quattrostelline tutte vicine che sembrano uncarretto. Provate a vedere... Ma io neho fatto solo una perché non sonobrava... là per esempio ho provato afarne un’altra ma non è venuta tantobene, ho provato a disegnare Cas-siopea, lì accanto...
B.:Cassiopea... I.: Ah, ti piace questo nome? Gli antichi
avevano un sacco di fantasia... eh? Eallora, guardando il cielo si immagi-navano che c’erano delle figure... chele stelle rappresentavano delle fi-gure... ma a voi che vi fa venire inmente queste stelline?
B.:Le stelle di notte.I.: Le stelle di notte... Ascoltate, vi vo-
glio far vedere com’è questo gioco...
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guardate con che cosa buffa l’hofatto... devo accendere un attimo laluce... guardate il cielo? Vedete unpo’... eh? Se accendo la luce che suc-cede?
B.:Vanno via.B.:Non ci sono.I.: Come mai?B.:Perché la luce è luce.B.:Si vedono pochinoI.: Si vedono?B.:No, pochino... I.: Proviamo a vedere se tornano?
Aspettate eh... devo andare fino al-l’interruttore... sono tornate?
B.:Sì, guarda, si muovevano...I.: Eh... perché... lo sapete perché? Da-
miano muove il lettino... guardamuove tutto...
B.:Noh... hai visto?I.: Come mai se io accendo la luce non
si vedono più?B.:Perché c’è tutte e due le luci e quindi
spariscono.I.: Spariscono... perché la luce del neon
com’è... com’è rispetto a questa lu-cina qui... è più... com’è la luce delneon...
B.:È grossa.I.: È più grossa; ora vediamo un po’...
eh... facciamola sparire ancora... B.:Rispariscono!I.: Rispariscono; guardate un po’ con
che cosa ho fatto questo gioco... B.:RitornanoI.: Ritornano... se si spenge la luce ritor-
nano. Anche le stelle sapete, digiorno non le vediamo ma ci sono...solo che cos’è che fa tanta luce forteforte, quand’è giorno?
B.:Il sole!I.: Il sole eh? Allora lì c’è il sole e le
stelle non si vedono. Appena il sole...che fa il sole poi?
B.:Tramonta...I.: Tramonta, allora non fa più quella
luce forte forte e vediamo le stelle.Però anche quando è giorno le stelleci sono, solo che il sole è così forteche non ce le fa vedere... Guardate sericonoscete questo... che cos’è?
B.:Una luce grande!I.: Questa è una luce, guardate tra l’altro
si era girata e non ci faceva vederebene le stelle, e questo che cos’è?
B.:Una pentola.I.: È una pentola?B.:È uno scolapasta.I.: È un... ?B.:Scolapasta.I.: È uno scolapasta e io ho fatto questo
gioco... B.:Questa brucia... I.: Eh... brucia la lampada...B.:Accidenti!I.: Questo è diventato caldo... sentite...
la luce l’ha scaldato.B.:Si scaldato troppo.I.: Però questo era un gioco; ora sapete
cos’è questa?... Guardate... adessosedetevi...
B.:Prova a toccarla... I.: Massimo guarda ora com’è grossa
quella luce eh? Ora spengo questaperché vi ho portato delle fotografievere del cielo. Guardate un po’, eh?Il cielo di notte... siccome qui non siviene mai a scuola di notte, allora hodetto: “Però gliela voglio fare vedereuna foto del cielo di notte”. Guardateun po’ là?
B.:È notte.I.: Eh... lo vedete?B.:Bello!!!
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I.: Irene, siediti qui sennò non riesci avedere, qui, qui vicino...
B.:Prova a toccare... I.: No, è meglio di no... B.:Brucia.I.: Ma si vede solo il cielo o si vede
qualcos’altro?B.:Le stelle.I.: Le stelle.B.:Si vede anche un po’ d’alberi.I.: Oh, si vedono anche un po’ gli al-
beri,vedete... si vedono anche lemontagne.
B.:Un lago.I.: È vero, c’è anche un po’ d’acqua,
sembra un lago.B.:Le finestre.I.: Le finestre illuminate, eh... hai ra-
gione. Ora ve ne faccio vedereun’altra eh? Guardate... adesso ce n’èun’altra...
B.:Bella!!B.:Bella!!B.:Le stelle?B.:Ohh!B.:Il prato.I.: Qui si vede benissimo, guardate...
possiamo proiettare un po’ più inalto... vedete... eccola... guardatecom’è bella!
B.:Posso andare vicino alla lavagna?I.: No, si va dall’altra parte. Ma l’avete
visto così, qualche volta il cielo?B.:No.I.: Non così belle?Coro: No!!!I.: Ma secondo voi dove si vedono me-
glio le stelle, in campagna o in città?B.:Quando è notte.I.: Te lo sai?B.:In campagna.I.: In campagna, ma perché in cam-
pagna... cosa c’è quando arriva ilbuio... c’è meno...
B.:Luce!!I.: Meno luce eh! In città ci sono i lam-
pioni e invece in campagna... se vicapiterà di andare in campagna... c’èun buio!!!! Questa è bellissima eh?
B.:Ohh, bella!!I.: Guardate un po’... questa è speciale
eh? Cosa c’è anche?B.:Una stella cadente!I.: Una stella cadente, una stella cometa,
è una stella vedete che c’ha tutta unascia di lumicini... e guardateun’altra...
B.:Ora si vede le stelle... B.:Non si vede più.I.: Non si vedono più? Ancora, ancora,
guarda... B.:UhmmB.:Belle, ora si che si vede bene.I.: Ora si che si vedono! Non toccare...
l’ultima è la più bella eh, ve l’ho la-sciata per ultima. Guardate questa...
B.:Bella!!B.:Bella!!B.:Bella questa!!I.: Ma sono tantissime!B.:Beh si!!B.:Tantissime!B.:Sono centomila.I.: Vedete... sono tutte luminose uguali?
Aspetta... secondo te Matteo sonotutte luminose uguali?
B.:No.I.: Ci sono quelle che brillano di più,
vedi?B.:Non brillano di più.I.: Ma come mai?B.:Perché c’hanno la luce da una parte
e da quell’altra c’è tanta luce.I.: C’è tanta luce... ma secondo voi le
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stelle sono vicine o lontane?B.:Lontane.B.:Lontane.B.:Son vicine.B.:LontaneB.:Lontane.I.: Lontane, ma lo sapete che ce n’è una
anche abbastanza vicina? Di stelle?Quella che abbiamo detto prima...c’ha la luce forte forte... chi era?
B.:Il sole.I.: Chi?B.:Il sole!I.: Il sole.B.:Il sole quale?I.: Quale, qui sotto.B.:Quello in mezzo.I.: No,no,qui non si vede... si vedono
delle stelle più brillanti, delle stellepiù lontane, delle stelle più vicine,ma il sole... lo sapete che è una stellaanche lui? Il sole è fortissimo, eh?Lui è il più vicino, è il più grosso!
B.:È il capo... I.: È il capo? Eh, forse per noi è il capo
perché è il più vicino.B.:E quello laggiù che è?I.: Io non li so tutti i nomi delle stelle,
alcune c’hanno luce più gialla, ve-dete cosa ha notato Matteo? E alcunehanno la luce più bianca... ma di chesaranno fatte le stelle?
B.:Di luce.I.: Di luce, ma che cosa dà la luce, che
cosa fa...B.:L’ombre! Mandano questa qui...I.: Voi lo sapete di che cosa son fatte le
stelle?B.:Di luce!I.: Di luce... son fatte di luce... va bene.B.:Maestra anche lì c’è un trucco!I.: Un trucco...
B.:Questo lo mette qui, lo porta qui... I.: Davvero, ma... c’è lo specchio con la
lente... bah... ce lo rimanda sulmuro... questo lo sapete come sichiama? È una lavagna luminosa; ioho fatto fare queste foto e per farlegrandi grandi le ho messe su questalavagna... ora però si va di là e... c’hoancora dei libri e una foto del cielobellissima...
B.:Guarda bellissima questa!!I.: Bella... tutto pieno di stelle... ac-
cendo la luce e così potete pianopiano uscire... e ci sediamo intornoal tavolo... attenti a quel filo, mi rac-comando... come? Non ho capito...cosa vi sembra?
B.:Il nullaI.: Il nulla? Ma io delle cose le vedo... B.:Io vedo dei tondi.I.: Vedi dei tondi... B.:Si vede una girandola.I.: Guarda guarda, Irene, davvero
sembra una girandola... sapete comesi chiama quella?
B.:No.I.: Nebulosa.B.:Ne bu lo sa.B.:Tutti insieme: nebulosa... I.: Nebulosa, è fatta da tante e tante
stelle... guardate eh?B.:Come una nuvola... I.: Questo è un libro che ve la fa vedere,
ve lo voglio proprio far vedere.B.:Uh!I.: Guardate un po’... oh, dove lo pos-
siamo mettere perché si veda dal-l’alto... sennò non la vede... devo tro-vare la posizione... eccoci, qui vabene? Vedete tutti? Voi però sapetecosa può essere questo?
B.:Il cannocchiale.
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I.: Eh, forse ancora più forte del cannoc-chiale... un tele...
B.: ... scopio!I.: Bravi! E sapete come si chiamano le
persone che studiano il cielo e guar-dano le stelle?
B.:No.I.: Gli... B.:Astronomi.I.: Gli astronomi, che guardano il
cielo... B.:Guardano il cielo... I.: E sapete che nel cielo gli antichi
hanno visto nelle stelle delle figure,poi magari la prossima volta ne ripar-liamo bene perché... si chiamano co-stellazioni; una l’hanno chiamataOrsa...
B.:Il Carro...I.: Il Carro è anche l’Orsa... il Serpente,
il Cane, il Cigno... tanti e tanti nomiperché loro avevano tanta fantasia epoi non c’era la luce...
B.:Non c’era la luce... I.: C’era la luce nei tempi antichi?B.:No!I.: La luce elettrica?B.:No, c’era la candela.I.: Eh si, facevano le torce, facevano i
fuochi... più le notti erano lunghis-sime e il cielo si vedeva bene bene.Adesso vi voglio far vedere come gliastronomi hanno fatto le mappe delcielo... posso farvele vedere?
B.:Sì, dai!I.: Guardate... questa è una mappa del
cielo.B.:La mappa del cielo... I.: Davvero... e qui hanno scritto i nomi
di tutte le stelle e le costellazioni chepossiamo vedere... Io ora ne ho pre-parata una per ognuno di voi... cer-
chiamo di vedere bene qua vicino...guardate un po’... guardate... ognunola sua mappa del cielo...
B.:Io ce l’ho!B.:Eccola!B.:Guarda!I.: Che cosa ha questa mappa del cielo?B.:Quale?I.: Eccola, questa mappa del cielo... B.:Maestra io non la trovo... I.: Proviamo a osservarla... ci sono dei
puntini bianchi, alcuni grossi e al-cuni...
B.:Piccoli...I.: Somiglia un po’ a quella foto, ve-
dete? Anche in quella foto ci sono deipuntini più grossi e dei puntini piùpiccoli. Adesso io vi do un feltrino...la Martina vi dà un punteruolo.
B.:Grazie.I.: No quello... solo i punteruoli dagli...
questo lo sapete come si chiama?Ca... cacciavite a...
B.:Punta.I.: No, cacciavite a ste...B.: ...llaI.: A stella, per l'appunto! E noi lo
usiamo per fare le stelle grosse. In-vece con codesti... li usiamo... stateattenti per favore... facciamo lestelle. Scusate ma ... prendi e co-mincia a fare i buchini... dove sono ipallini bianchi fate i buchini e potreteavere anche voi un bellissimo cielostellato da portare a casa vostra. Vabene Alessia? Quante più possibile...ce la facciamo?... Proviamo...Alessio dai, fai i buchini... poi la spo-state e la girate... quelle grosse poi lefacciamo coi buchi più grossi, vabene?... Secondo voi le stelle che ab-biamo visto col telescopio sono
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uguali alle stelle che disegnate voisul disegno?
B.:No!I.: Voi come fate le stelle?B.:Grandi... I: ...con le punte... queste invece... sono
come dei tondini eh? Ma vi viene inmente una filastrocca delle stelle?
B.:Maestra guarda!B.:Io no.B.:Io no.I.: Se la comincio... la sapete... Stel...Coro: Stella stellina la notte s’avvicina,
la fiamma traballa... (la dicono tutta).B.:Bella!I.: Bravi... dopo sapete che si fa? Si ac-
cende quella lampada e si fa la prova.Più buchini avete fatto e più stelle cisaranno nel vostro cielo. Ancora, an-cora... se non siete sul feltro non lebucate... devi bucarla sennò nonviene... forza, forza... ma bucatedove sono i puntini... cercate dovesono, dai!
B.:Maestra, il cielo... I.: Benissimo... avete visto nel mezzo...
vedete c’è una stella, quella c’ha ilnome che vi ho detto prima: la StellaPolare.
B.:La Stella Polare.I.: Lo vedete? Quella è la Stella Polare
e poi ci sono tutte le stelline chefanno delle forme particolari; ci sonoi nomi.Quando la portate a casa la mammae il babbo ve li possono leggere.
B.:Anche questa e anche questa... I.: E una canzone sulle stelle, la cono-
scete?B.:No.I.: No!?! Tre...B.:Tutti insieme all’insegnante: tre stel-
line di tutte le sere... (la cantano tutta).I.: Mamma mia, sono tante eh? Vi state
impegnando! B.:Io ho già fatto.I.: Bene, ora quando avete fatto tante di
quelle piccole... tieni Giorgia... bi-sogna fare quelle grosse. Ora ti doanche a te quello che fa i buconigrossi. Vedi che ci sono quelle grosseda bucare?
B.:Che c’è?I.: Non ti sembra che l’hai bucato poco?
Prova anche dall’altra parte. Dietrosi vede quanti buchi avete fatto eh!
B.:Guarda io ne ho fatte e una... io hofatto prima...
B.:Maestra io ho già bucato... B.:Io ho fatto tanto... I.: Però ci vuole il morbido sotto, non
puoi fare se non c’è il morbido... B.:Io ho fatto.I.: Eh! Dai! Te Irene hai fatto tanti
buchi? Uno, due tre, quattro, cinque,sei, tanti, tanti... Adesso quelle grosse dobbiamo fareeh?
B.:Sì, quelle grosse.I.: Eh, sì, una grossa grossa... ancora an-
cora... vediamo... ancora un po’ pic-cole... tieni Martina, buca quellegrosse... per le stelle più grosse fac-ciamo i buchi più grossi... conquesto... vediamo un po’... questo èil cielo di Niccolò... VediamoGiorgio... questo è il cielo di Alessia.Vi siete stancati?
B.:No!B.:Io ce n’ho pochi.I.: Per favore Martina e Luna andate un
po’ assieme ad Alessio sennò non cela fa. Ora guardiamo quello, intantobucate... Vi posso leggere la lettera
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che ho scritto per il vostro babbo e lavostra mamma? (legge il testo della let-tera).
B.:Maestra va bene?I.: Bello! Com’è? È bello? Hai finito?
Hai visto che c’è una parte che nonhai bucato... ma hai visto che le stellenon sono in una sola zona del cielo...sono dappertutto, ma proprio dapper-tutto!
B.:Io ce l’ho bucate!B.:Si può bucare le stelle.I.: Brava Martina, brava, brava. L’hai
fatto bello! Vieni Enrico, ti faccio ve-dere come sono belle le tue stelle...stai a vedere... bello eh? Ti piace?Dopo lo porti a casa, va bene?
B.:Mi fanno male i muscoli.B.:Maestra, va bene?I.: Scrivi il tuo nome e fammi vedere...
belle! Anche tu scrivi il tuo nome poisi controlla... com’è? Bellissimo eh?Ne hai fatte tante, bravo. Ora vai ametterlo nella taschina.
B.:Sì, me l’ha fatta fare Giorgio.I.: Te l’ha fatta fare Giorgio?B.:Sì.I.: Andate a vedere questo libro delle
stelle; qua c’è un libro grosso dellestelle per chi lo vuol vedere.
B.:Io lo voglio vedere!
L’attività termina mentre tutti i bambiniverificano le loro stelline con la lampada
e poi sistemano il loro lavoro nelle proprie “taschine” presso gli armadietti.
Incontro del 21 febbraio 2007
I.: Ci siamo scambiati i nomi... an-
diamo, venite ... su in piedi, unodietro l’altro... andiamo nella stanza.C’è buio ma non vi preoccupate...serve solo per fare questo gioco eh!
B.:A me non mi piace il buio!B.:Guarda bello!I.: Attenzione eh! Venite con me e met-
tiamoci seduti sulle panchette. Eccoqua... attento al filo... mettiamocitutti seduti... attenti eh, mettiamocitutti seduti di qua e di là, senza toc-care nulla. Di là ... puoi andare a se-dere... ho preparato delle panche...sedetevi sulle panchette...
B.:Le stelle!B.:Che hai fatto Simona?I.: Eh... chi lo sa? Aspettate che chiudo
eh? Ecco qua... e poi vi chiedo diguardare tutti in alto...
B.:Le stelle!B.:Che bello!B.:Belle!B.:Quante stelle!I.: Mamma mia quante stelle!B.:Ce l’ha anche sopra Marco.I.: Guardiamo in su, tutti bene in alto...
secondo voi queste vi fanno ricordarele stelle... ma dove le avete viste lestelle?
B.:Che paura... perché hai chiuso laporta?
I.: Oh... l’ho fatto perché se c’è lucequesto gioco non viene bene... peròvi devo chiedere di stare seduti ai vo-stri posti...
B.:Perché l’hai chiusa quella porta?I.: Perché dopo vi voglio far scoprire
cosa c’è... è una specie di indovi-nello... allora sentiamo... voi guar-date tutti in alto eh? Voglio vederequeste faccine che guardano in su...vediamo un po’...
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B.:Ecco... belle!I.: Che belle!B.:Lassù... uhh!I.: Tutti guardano in alto? Vediamo...
cosa vedete?B.:Le stelle, il sole... I.: Ma vi è già capitato di vedere le
stelle?B.:Sì di notte.I.: Di notte... e dove l’avete viste voi le
stelle?B.:Nel cielo!I.: Nel cielo... B.:A La Verna.I.: A La Verna.B.:C’è anche la luna!I.: C’è anche la luna... senti ma come
mai a La Verna si vedono benissimo?B.:Perché sono un po’ bianche
bianche... I.: Perché?B.:Perché sono tutte bianche.B.:perché siamo in alto, in alto sul
monte.B.:C’è un libro delle stelle blu!I.: Davvero? Ma voi sapete che le stelle
hanno dei nomi?B.:Sì... e tutte colorate.I.: Tutte colorate... ma secondo voi le
stelle che si vedono di notte nelcielo... come sono... vicine, lontane...
Coro: Lontane!B.:Lontane e lontane nel cielo!B.:Però a La Verna non sono lontane,
perché è un monte alto alto.I.: Ho capito... allora il monte è alto alto
e sei un po’ più vicino alle stelle.B.:Ma in alto è buio.I.: Ho capito... ma quando si vede le
stelle vuol dire che non c’è quellagrossa grossa che fa tanta luce... Chi è?
B.:Il sole!I.: Eh... perché il sole... cos’è il sole?B.:Il sole è più bello come le stelle.B.:Il sole è una stella.I.: Il sole è una stella... ma quando c’è
lui, queste cosa fanno?B.:Vanno via.I.: Vanno via? O vediamo... B.:Perché li butta i raggi... I.: Gli butta i raggi e vanno via? Pro-
viamo... proviamo a vedere... ac-cendo una cosa eh? Guardate ... fac-ciamo finta che questo che accendoè...
B.:Il sole!I.: Il sole... B.:Non si vedono più.I.: Però secondo voi ci sono ancora?B.:Sì!B.:No!I.: Eh... guardiamo un po’... eccole! Ve-
dete... ci sono!B.:Maestra a me piace una stella che si
chiama Vega.I.: Una stella che si chiama Vega... C’è
anche una stella che si chiama laStella Polare... io ho cercato di far-vela vedere... guardate eh?
B.:Guarda... quando piove c’è il tempo-rale...
I.: Il temporale... questa invece sichiama Stella Polare e nei tempi an-tichi i viaggiatori sapete che cammi-navano di notte perché di giorno eramolto caldo...
B.:Camminavano di notte perché digiorno erano a dormire...
I.: No, no, i viaggiatori dei paesi caldi... B.:Guarda la luna andava sulla nuvola... I.: Davvero... però sto raccontando la
storia dei viaggiatori dei paesi caldiche avevano paura di perdersi a viag-
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giare di notte e dicevano:” E se poiperdiamo la strada?”... allora ave-vano imparato che delle stelle sta-vano sempre nello stesso posto; viag-giavano guardando le stelle e dice-vano: “Se vado sempre dritto versoquella stella non mi perderò”... ecosì...
B.:Perché le stelle fanno luce.I.: Eh... le stelle sono luminose! Loro di
notte le vedevano e imparavano adorientarsi e a non perdersi anche neiviaggi lunghi lunghi in mezzo al de-serto. Ma secondo voi come avròfatto a fare queste stelle? Ve lo possofar vedere? Ve lo svelo il mio se-greto... il mio gioco?
B.:Sì!!I.: Vi faccio vedere che per fare le stel-
line ho usato una cosa che la mammausa sempre...ma non per fare le stel-line... ma per fare un altro lavoro...ecco... spostiamo questi teli... e ap-pare... cos’è?
B.:Uhm... I.: Un bel... come si chiama?B.:Una lampadina!I.: Una lampadina ... e poi un...B.:Una ciotola.B.:Uno scolapasta!I.: Bravissima Elena... questo è uno sco-
lapasta normale che la mamma usaquando fa gli spaghetti... la cola... eio l’ho usato per fare per voi questogioco, perché non sapevo comefare...
B.:E la pastasciutta... I.: Non sapevo come fare a vedere le
stelle nel cielo quando era giorno...ma... se era notte? Come si potevavedere le stelle se era notte...
B.:Si guardava fuori!
I.: Eh... dice bene Pietro... se era sera sifaceva bene... si andava fuori e siguardava quelle vere...
B.:La pastasciutta e il prosciutto.B.:Ma non c’entra nulla... si fa col ma-
iale il prosciutto... I.: È vero... non c’entra nulla con le
stelle il prosciutto. Adesso però vivoglio far vedere delle stelle vere.
B.:Come fai?I.: Eh... vi faccio vedere una cosa... ac-
cendo questa macchina... lo sapetecome si chiama questa macchina?
B.:No.B.:È il ventilatore?I.: No, no, no c’ha una specie di ventola
che fa rumore ma si chiama... La-vagna luminosa e può servire... ve-dete... per fare i giochi che avete fattovoi...
B.:Uh! Un’ombra... luminosa!I.: Oh, questa serve benissimo per fare
le ombre però io oggi ve la voglio farvedere per un’altra cosa... non perfare le ombre... ma per vedere questefoto vere del cielo di notte.
B.:Quando arrivano le stelle?I.: Attenti eh... guardate un po’ là... B.:Giù... I.: Ora spengo la luciona...B.:Che belle!!I.: Guardate che bello! Che cosa ve-
dete?B.:Stelle... stelle... stelle... I.: Stelle... ma si vede anche qualco-
s’altro oltre alle stelle... B.:Le nuvole, gli alberi... B.:Un ponte... I.: Un ponte... B.:Le montagne... I.: Le montagne.B.:Il mare... un paese...
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I.: Un paese con tutte le lucine.B.:Le case.I.: Come si fa a vedere che ci sono le
case? Si vedono... cosa?B.:Le lucine.I.: Le luci delle finestre. Ora ve ne
faccio vedere un’altra però dovetestare seduti... guardate questa...
Coro: Ah!! Che bella!!I.: Ecco qua... vedete... si è spostata e
non si vede più... ecco qua... vediamoun po’...
B.:Le stelle da vicino!I.: Questa è stata fatta in una notte lim-
pida limpida perché... come si ve-dono? Sono tutte uguali?
B.:No! Sono medie, piccole, grandi... I.: Medie, piccole, grandi... ma come
mai sono di misure così diverse?B.:Un grande e un medio... I.: Perché secondo voi? Come mai sono
così diverse?B.:Perché sono tutte belle e colorate... I.: Ma perché qualcuna è piccola?B.:Perché sono lontane... I.: Sono lontane... e quelle grandi sono
un po’... B.:Vicine.I.: E il sole come si vede?B.:Grande!I.: Eh... rispetto a queste è grandissimo,
allora vuol dire... che è... più... B.:Grande... B.:Vicino!I.: Ancora più vicino, davvero... .anche
qui si vede il profilo delle montagne,lo vedete? Adesso invece ve nefaccio vedere alcune dove è il cielo...il cielo profondo... guardate qui cheè una cosa specialissima... questa...del cielo profondo...
B.:Uaho... che belle!!
B.:Uaho... B.:Un universo!B.:L’universo!I.: È proprio il cielo profondo.B.:Il mio papà me lo dice dell’universo.I.: Davvero? È appassionato di astro-
nomia... che bello!B.:Va sempre a vedere col cannocchiale.I.: Ah, allora te sai un sacco di cose!
Guardate questa!B.:Oh!B.:Una stella che cade dal cielo.B.:È una stella cadente.B.:Io l’ho vista una stelle cadente.B.:Anche la mamma.B.:Io al mare!B.:Anch’io al mare!I.: Ti piace Mattia? Ti piacciono le
stelle, eh?B.:Sembra una pianta... I.: Sembra una pianta, è vero!B.:Non è proprio una stella quella lì,
quella è una stella cadente.I.: È una cometa... B.:È una di quelle che cade dal cielo... I.: Eh si, è piena di materiale che si in-
fiamma e allora lascia tuta quella pol-vere...
B.:Metti il sole!I.: Io non ce l’ho il sole, io c’ho solo le
stelle. Guardate questa! Questa èbella eh?
B.:Oh, bella!I.: Qui si vede benissimo... B.:O mamma che luminose!B.:Di tutti i colori... I.: Davvero, sono di tutti i colori... no,
proprio di tutti i colori no... ma di-verse di colore... vero? Guarda... qualcuna va più sul blu equalcuna più giallina, eh?
B.:Qualcuna quadrata...
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I.: Sembra quadrata... lo sapete, questafoto l’hanno fatta con quella mac-china che usa il babbo di Davide...come si chiama?
B.:Telescopio!I.: Col telescopio... secondo me l’hanno
ingrandito questo cielo col telescopioperché se ne vedono troppe... ma noi,quando guardiamo nel cielo di notte,ne vediamo così tante? No... se ne ve-dono meno... eh?
B.:No!I.: Sono un po’ più rare... vi piace al-
lora?B.:Sì.I.: Qual è che vi è piaciuta di più?B.:Quella.I.: Quella.B.:Quella.I.: Allora, adesso, se siete d’accordo, ci
spostiamo e andiamo nell’altrastanza a vedere alcuni di quei libridell’universo che dice Davide che alsuo babbo piacciono tanto.
B.:Si va a vedere l’arcobaleno... I.: Aspetta un attimo... B.:È chiuso... I.: No, non è chiuso... B.:Aiuto! Che paura... che paura... (ri-
dendo)I.: State attenti ai filini... attenti... B.:Io non c’ho posto... c’è un gatto... I.: Andate avanti che c’è posto... aspet-
tate... questo ve lo faccio vedere ioeh... perché è bellissimo questolibro... no, non è un gatto...
B.:È un orso... I.: Ora vi racconto eh... Intanto guardate
qui, si vede...B.:È quello che ha visto il mio babbo... I.: Che cos’è? Il... ... B.:Telescopio!
I.: Lo usano tutte le persone che... B.:Non ci vedo io!I.: Niccolò guarda, se ti sposti un po’ lì,
sta meglio anche Diletta... scorrete...sapete come si chiamano le personeche studiano il cielo? Gli a... a... a...
B.:Astronautici!I.: Astronomi... provate a dirlo... .Coro: a... stro... no... miI.: A... stro... no... mi e gli astronomi,
studia studia il cielo, hanno visto chele stelle non sono messe lì a caso, al-cune stelle sono messe in modo dasembrare delle figure. Gli antichihanno immaginato che delle stelletipo questa somigliano a un’orsa...
B.:Quale?I.: Questa... oppure a un serpente... o un
cane... o l’Orsa Maggiore, questagrossa... l’Orsa Minore, questa pic-cola...
B.:E quella?I.: Sai cos’è questa Alessandro? I Ge-
melli... gli hanno dato i nomi, deinomi di personaggi mitologici... lecostellazioni...
B.:Guarda!B.:Le stelle!B.:È l’universo!I.: Sì, questo è l’universo... anche
questo è l’universo...B.:Guarda bella!I.: E io vi ho portato anche questa...
guardate eh?.... È una co... cometa.B.:Che bella!B.:È bella guarda!I.: Davvero Davide, è bellissima... sai
cos’è questo? È un osservatorioastronomico. Ce ne abbiamo uno aFirenze, l’Osservatorio di Arcetri. Disolito li costruiscono sopra le mon-tagne perché, come ha visto lui a La
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Verna, funzionava bene di veder lestelle... se si va sulle montagne alte...
B.:Anch’io vo a La Verna... B.:Oppure questo cielo... I.: È bellissimo... e questa sapete che
cos’è?B.:È la terra... I.: Macchè!B.:Il telescopio!I.: Guarda, che cos’è questa?B.:Mappamondo... I.: No, è una mappa del cielo che c’ha
tutti i nome delle stelle... guardaquesta com’è... è una mappa delcielo... e questo... vediamo cos’è...“alcuni radiotelescopi del gigantescocomplesso che c’è nel deserto delNewMessico negli Stati Uniti...”
B.:Maestra, guarda qui!B.:Che è questo?B.:Guarda che bello!I.: Vediamo che cosa... che cosa ho pre-
parato per voi... questa è quella cheabbiamo visto eh?
B.:Bella la mappa del mondo!I.: Non è la mappa del mondo, questa è
la mappa del cielo, è la mappa dellestelle...
B.:Dai... I.: Si che ve la do, appena avete finito
coi libri ve la do.B.:Guarda un’astronave!I.: Davvero... ecco Niccolò... una a Me-
lissa, una a Marco... .sapete che pos-siamo fare... .
B.:Guarda bello, guarda!I.: Una nebulosa... è come quella...
guarda... somiglia, vedi? Una aElena...
B.:Maestra, guarda questi... B.:E guarda qui questi... B.:Guarda bello!
B.:Uuhh !I.: Ascoltate adesso... facciamo così...
adesso finiamo questo lavoro... dipreparare... ho pensato...
B.:Io ce l’ho rotto però... I.: Cos’è rotto? Tieni... ce l’avete tutti
adesso? Sofia ce l’hai? Ecco, tieni...adesso vi distribuisco questi feltrinoperché... sapete cosa ho pensato? Hopensato che se voi provate a fare deibuchi dove ci sono i puntini grandi...ecco, guardate... scorri Laura, un po’più vicino a Niccolò, Marco... ora tela do Mattia... intanto potete fare... cel’avete tutti? Ecco fatto, adesso si faquesto bel lavorino... ci sono deipuntini grossi e dei puntini piccoli...voi dovreste bucare quelli più pic-coli. Per quelli grossi vi ho portatoquesto... che è questo attrezzo?Come si chiana?
B.:Cacciavite.I.: Cacciavite come... cacciavite a... B.:Stella!I.: Per l'appunto... allora... dopo che
avete fatto quelle piccole, fate le stel-lone col cacciavite.Vedrete cosa può succedere, eh? Ar-riva una sorpresa... allora... sentite,voi li conoscete i nomi delle stelle?
B.:Io no.B.:Sì.I.: Ha detto Vega, l’ha detto Davide eh?
Sirio, l’avete mai sentita nominareuna stella che si chiama Sirio?
B.:No, come la Siria... I.: Sirio è una stella luminosissima che
si vede... e poi avete mai sentito par-lare delle costellazioni?
B.:Mio papà mi ha detto che cade unastella da lì.
I.: Davvero?
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B.:Sì.B.:Anche il mio babbo me l’ha detto.I.: Adesso vi faccio vedere una ruota
che gira nello spazio... fa un gran pol-verone... fa tutto buio!Vi viene in mente qualche storia dellestelle?
B.:No.B.:Forse della luna.B.:Ho visto la luna!I.: Hai visto la luna, ci credo!... Hai fatto
tanti buchi?... E la filastrocca sullestelle, chi la sa? Se la comincio io, lasai... vediamo se vi viene in mente dasoli...
B.:Stella, stellina... (la dicono in coro)I.: Bene ... e una canzone con le stelle,
chi la sa? Tre...B.: ... Stelline di tutte le sere... (la cantano
tutti assieme)I.: Guardate eh... controlliamo così...
quando se n’è fatti tantissimi... alloravediamo...
I bambini vengono aiutati a controllare, davanti ad una lampada, l’effetto cielo
stellato che scaturisce dalla mappa stellare appena traforata.
La registrazione del nastro però si interrompe a questo punto.
Viene infine letta ai bambini la letterinache porteranno ai genitori dove viene spiegata l’attività e dove si invitano a condividere l’esperienza delle stelle e
del cielo di notte, con i loro figli.
Incontro del 20 febbraio 2007
I.: Sapete come mi chiamo?B.:Sì, Simona.
I.: Ora ci presentiamo... (tutti i bambinidicono il proprio nome e la sezione d’ap-partenenza).Sapete, io sono molto contenta di tro-varmi qui con voi ma sono un po’preoccupata perché devo parlare diuna cosa un po’ difficile; voi mi do-vrete aiutare: ho preparato un gioco...ora vado di là un attimo e poi vichiamo. Andiamo tutti in quellastanza e poi mi dovrete dire che cosavi sembra che sia quello che vedete,d’accordo? Devo spengere le luci,faccio un po’ di buio ma non vi pre-occupate perché è un gioco, non c’èniente di pauroso... ecco qua...
B.:Ora c’è il lupo... I.: No, no, non ci sono lupi, state tran-
quilli... è una cosa che riguarda ilcielo... venite con me, uno dietrol’altro, andiamo in questa stanzina eproviamo a sederci su queste pan-chette... dovete stare un po’ attenti alfilo... a non inciampare... sedetevisulle seggioline poi guardate in alto...zitti, zitti, eh? E poi, quando ve lodico io, mi dite cosa vedete... ec-coci... io chiudo bene la porta... ecco!State guardando in alto? Vi siete se-duti?
B.:Sì, io vedo tante macchie.I.: Che saranno? Cosa vi sembrano?B.:Niente, le macchie.B.:Un pesciolino.I.: Davvero... ma cosa vi sembrano
quelle?B.:Dei buchi con le luci!I.: In giù, ma lassù? Con un po’ di fan-
tasia possiamo pensare che sono... B.:Le macchie!I.: Che sono... macchie... macchie di
luce! Dove si possono vedere delle
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macchie di luce così? Dove le pos-siamo vedere? Cercate di guardare inalto perché... cos’è... questo ve lofaccio vedere dopo.
B.:Io vedo ora le gocce di pioggia.I.: Sembrano gocce di pioggia? A me
sapete che mi sembra, mi sembra ilcielo di notte!
B.:Con le stelle.I.: Eh, Chiara, ti sembra con le stelle?B.:Sì.B.:Anche a me!I.: Anche a te? Ah, che bello! Quando
m’avete detto che sembrava lapioggia mi sono un po’ preoccupata,ho detto “Ma con tutto questo buio equeste lucine lassù, come fanno apensare alla pioggia?”. Tu che nepensi... ti sembra... cosa ti sembrano?
B.:La pioggia.I.: La pioggia... e a te invece?B.:Le stelle!I.: Le stelle.B.:Anche a me le stelle.I.: Le stelle... ma voi l’avete viste
qualche volta le stelle?B.:Sì.B.:Io in cielo!I.: In cielo... e dove eravate, quando ve-
devate le stelle?B.:Io in campeggio.B.:Eravamo fuori.I.: Al campeggio di notte... si vedevano
bene al campeggio, eh?B.:Anch’io sono andato al campeggio... I.: E le hai viste le stelle?B.:Anch’io!B.:Anch’io!I.: Te, Chiara dove le hai viste?B.:Io, ai botti di festa.I.: I botti di festa si vedono nel cielo di
notte... come si chiamano quei botti?
B.:Fuochi d’artificio!I.: I fuochi d’artificio... quelli si che son
grossi eh? B.:Io vedo le stelle.I.: Tu vedi le stelle... ma secondo voi di
che son fatte le stelle?B.:Io vedo l’arcobaleno...B.:Di luce!I.: Le stelle son fatte di luce... son fatte
di luce... ma secondo voi quando sivedono le stelle? Avete detto...
B.:Di notte... I.: Di notte, e di giorno invece che cosa
c’è... B.:Il sole!I.: E il sole secondo voi che cos’è... B.:La luce.B.:Una palla di sole!B.:Una palla di fuoco!I.: Una palla di fuoco... e le stelle in-
vece?B.:Le stelle sono delle... delle... come il
sole però... però...I.: Come il sole... B.:Sì però... c’è le punte... non è proprio
uguale al sole... I.: Le stelle hanno le punte non proprio
uguale al sole...B.:Ma però sono bianche... I.: Le stelle sono più bianche e il sole,
invece, come lo vediamo?B.:Giallo!I.: Più giallo... .però... B.:Anche la luna si vede gialla... I.: Anche la luna si vede gialla... B.:Una volta la mia mamma ha visto la
luna rossa.I.: È vero! Ascoltate... ora se io faccio
una cosa... come se arrivasse il soleall’improvviso... eh... dove sono an-date a finire le nostre stelline?
B.:Non ci sono più.
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I.: Non ci sono più?B.:Perché c’è due luci quindi non si
vedon più le lucine... I.: Ecco!! Però non sono scomparse...
guardate eh? Eccole di nuovo! B.:Uhm!I.: Allora forse anche le stelle... che
dite...B.:Perché c’hai quello?I.: Adesso te lo faccio vedere. Ascolta...
ma secondo voi... allora ditemi unpo’ questa cosa...quando di giornoc’è il sole... le stelle non si vedono...
B.:No, perché vanno a dormire... B.:Secondo te Antonio vanno a dor-
mire? Oppure non si vedono perchéc’è quel sole così forte che non ce lefa vedere? Che vince lui... che dici?
B.:No, perché poi si nascondono.I.: Ah, ecco... si nascondono... allora,
voi siete curiosi... vorreste vederecome ho fatto a fare queste stelle?
B.:Sì!B.:Sì!I.: Perché non sono mica stelle vere!B.:No!I.: No, vero?B.:Sono pallini di luce.I.: Son pallini di luce, li ho fatti io...
.adesso vi faccio vedere con che cosali ho fatti... accendo un attimo la lucee si smonta questo gioco. Guardateeh? Questi cosa sono?
B.:Quali?I.: Questo, cos’è?B.:Un telo.I.: Un telo... questo?B.:Un telo.I.: Un telo... e questo cos’è?B.:È un coperchio.I.: Un coperchio? Uhm... che cos’è?B.:È uno per colare la pasta.
I.: Ecco, è una cosa per colare la pasta.Guardate cosa ho inventato...
B.:Lì c’entra l’acqua.I.: Sì, c’entra l’acqua e va via dai
buchi... eh? E io l’ho coperto e c’hofatto dei buchi per far passare..Che cosa passa da qui?
B.:La luce!I.: La luce di questo faretto eh... di
questa lampadina. Adesso... aspettaeh... perché stanno... stanno... stannobussando. Proviamo ad aprire... ve-diamo un po’... macchè... io aspet-tavo un signore e invece c’è una si-gnora... può venire questa signora?La possiamo far entrare piano pianoeh? Accendi la luce... io aspettavo unsignore a fare il video e invece è ar-rivata una signora... gli facciamo ve-dere a questa signora come è fattoquesto gioco? Vediamo... il giocodelle stelle. Buongiorno (entra l’ope-ratore per il video), devi fare qui danoi... allora ... ascoltate un attimo...è venuto questo signore, gli dob-biamo far vedere quella cosa che fac-ciamo se c’è spenta la luce?
B.:Sì!I.: Allora guarda... si rifà un attimo...
.gli facciamo vedere che noi fac-ciamo delle magie in questa stanzina.Eccoci qua, guarda che succede?Siamo tutti qui, a guardare in alto.
B.:Le stelle!I.: Abbiamo fatto le stelle.B.:Sembrano pallini.I.: Sembrano pallini, son venute un po’
così così e ora si smonta questogioco, va bene?
B.:Eh, perché son quadrate e son venutecosì.
I.: Son venute così perché... con che
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cosa le stavo facendo?B.:Perché i pallini son quadrati, quindi... I.: Eh Noemi, vai ad aprire la luce così
vediamo tutti con che cosa si è fattoquesto gioco... e noi lo abbiamo fattocon dei teli... lo abbiamo già visto,vero? Abbiam preso dei teli per na-scondere... che cos’è questo?
B.:La luce.I.: La luce.B.:E questo.I.: E questo cos’è?B.:Quello per colare la pasta.I.: Avete visto che magia? Con quello
per colare la pasta abbiamo fatto ve-nire le stelle. Però cosa c’è qui sopra?Cosa ho fatto?
B.:Dei buchi!.I.: Dei buchi ... e ci passa...B.:La luce.I.: Eh la luce... ora però volevo farvi ve-
dere anche delle stelle vere... alloraho preso quest’altra macchina... voisapete come si chiama questa? No?Questa è una lavagna luminosa. Oravi chiudo la luce eh... perché tanto...lei... guarda quanta luce fa. Antoniosiediti perché devi guardare là,guarda eh? Perché ora vi ho portatodelle foto di stelle vere, eh? Perchého detto: “Questi bambini non vor-ranno mica vedere solo delle stellefinte, fatte con un colapasta! Vor-ranno vedere delle stelle vere!”Guardate un po’... cos’è questo?
B.:È notte.I.: È notte... .che vedete?B.:Le stelle.I.: E poi? Olga è là che si vede... guarda.B.:L’acqua e gli alberi.I.: Eh si, si vede anche un po’ d’alberi.
Vediamo se ce n’è un’altra... dove si
vede ancora meglio... guardatequesta!
B.:Bella! I fuochi d’artificio!I.: Eh... sembrano, vero?B.:Io, una volta, ero andata fuori di notte
e avevo visto i fuochi d’artificio.B.:I fuochi d’artificio.I.: Scusa Antonio, se non ti siedi non
vedi bene perché ti illumina la luce...oh... così... Andrea guarda là, è là chesuccede... non da questa parte... e oraguardate eh... perché ce ne sono an-cora tre specialissime. Vediamoquesta...
B.:Oh!B.:Oh!I.: Cosa vedete?B.:I fuochi d’artificio!I.: Che cosa vi sembra questa?B.:Fuochi d’artificio.I.: Un fuoco d’artificio... B.:È lo spazio con le stelle!I.: Eh già!B.:Eh!I.: Vedete un po’ diverso questo cielo?
Quell’altro era blu e questo invece...B.:Quella li era una stella cadente.B.:I fuochi d’artificio.I.: Macchè! Che cos’è questo?B.:Mi sembra il cielo con le stelle.B.:Nello spazio.I.: Però ce ne sono tantissime, eh? Sono
tutte uguali?B.:No!I.: Come sono?B.:Ci sono anche blu, ci sono colorate.I.: È vero... qualcuna c’ha una luce
quasi blu e qualcuna invece...B.:Guarda che sono i fuochi d’artificio
colorati.I.: Sembrano ma non sono fuochi d’ar-
tificio, è il cielo... voi ne avete mai
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viste così tante stelle?B.:No.I.: No, perché questa è una foto fatta con
una macchina che ingrandisce ilcielo. È fatta con un telescopioperché noi a occhio nudo non è cheriusciamo a vederne tante... eh?Vero?
B.:Uhm... I.: Anche se ci si mette in cima a una
montagna o al campeggio come laSiria, dove le stelle si vedono bene,non se ne vede così tante, eh?
B.:No.I.: Se ne vede un po’, come in quelle
altre foto... mentre in questa... ecco...anche in questa, vedete...
B.:Ohh!I.: Anche in questa... B.:C’è i fuochi d’artificio.I.: Anche in questa... dici tutte “fuochi
d’artificio”...B.:L’arcobaleno!B.:Lì.I.: C’è il riflesso della lampada, forse
hai ragione... allora, quale vi è pia-ciuta di più delle foto delle stelle?
B.:Quella all’inizio.I.: La prima, quella dell’inizio? Allora
vediamo se ve la rimetto un attimo...questa?
B.:Anche a me mi piace... I.: Questa!B.:Sì!I.: Eh... come mai vi piace di più?B.:Perché fra le stelle mi sembra... B.:Perché non si vedono gli alberi.I.: E le stelle sono blu, il cielo è più blu,
invece quegli altri son troppo neri...allora... va bene.Allora... io non ce n’ho più... avevosolo queste... ci spostiamo di là?
B.:Ho visto l’arcobaleno! Sotto la mac-china!
I.: E dai... alè... ora vede arcobaleni dap-pertutto... allora... accendo la luce espengo la macchina... e ci spostiamodi là, eh? Ho preparato dei libronigrossi e possiamo vedere ancora tuttele stelle che si vuole. Va bene?
B.:Quando si va?I.: Eh... ora... un attimo... chiudiamo
questo... poi spostiamo anchequesto... e andiamo... venite.Andiamo?... Eccoci! Ci si sposta aquesto tavolino perché adesso si fauna cosa bella eh?... Vedrete che cosainventiamo... Sedetevi... guardate unpo’ questa... questa è l’ultima sor-presa eh!
B.:Ma qui non c’è posto!I.: Guardate come è bella questa foto del
cielo? Anche questa è fatta...B.:I libri del cielo!I.: Ci sono i libri del cielo... dopo si
guardano tutti... ora vi voglio far ve-dere questo...
B.:Ma io non ce l’ho... I.: Non ce l’hai... ma non è che ce n’è
uno per uno eh! Questo è più facile,vedete? È fatto per bambini un po’più piccoli, come voi, perché parlaredel cielo è una cosa un po’ difficile.Questa per esempio è una foto in-grandita del cielo e questa che si vedeè una galassia. Avete mai sentito par-lare di galassie? È una parola diffi-cile... guardate invece qui, che sivede? Si vede quella macchina che viho detto io, che serve a studiare lestelle... a vederle più da vicino. Sa-pete come si chiama?
B.:Telescopio.I.: Brava Chiara, si chiama telescopio...
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e gli uomini che guardano il cielo esanno tutto delle stelle, come si chia-mano? Astro...
B.:Astronavi.I.: Astronavi? Astronave che cos’è?B.:L’astronave... I.: È un mezzo per andare nello spazio...
invece gli astronomi sono le personeche studiano il cielo... e sapete che...studia studia... hanno studiato cosasuccedeva nei tempi antichi. Sapeteche nei tempi antichi gli uomini viag-giavano di notte perché di giorno ilsole bruciava troppo... e viaggiavanotanto... ed avevano paura di per-dersi... allora avevano visto che certestelle stavano sempre nello stessoposto e gli avevano dato dei nomi.C’era una stella che avevano chia-mato Polare... che... (a questo puntola registrazione si interrompe).
Incontro del 22 febbraio 2007
L’attività comincia con la conoscenza dei nomi di tutti i componenti il gruppo.
I.: Sapete che devo parlare con voi diuna cosa complicatissima perché èuna cosa che quando c’è questo belsole non si vede...
B.:Perché c’è la notteB.:La luna e le stelle e il cielo!I.: Ecco ... allora io ho fatto un gioco per
immaginarci com’è quando è notte...però l’ho preparato in quella stanzinalì.
B.:Dove?I.: C’è un po’ di buio ma non abbiate
paura che è solo un gioco... venite
con me e proviamo a vedere qualcosadi bello. Quando entrate vi dovete se-dere sulle panchettine, va bene?...Eccoci qua... piano piano... non èproprio buio.
B.:Che buio!!!I.: Non si inciampa, vi potete sedere
piano piano senza pestare quello chec’è nel mezzo... Vi sedete? Mattia se-duto! Non ci vedi?Cos’è quello li? (indica il colapasta).Vediamo un po’... Avete trovato unposticino? Guarda! Provate a guar-dare verso l’alto... non si vedeniente... sono sparite... sapete che èsuccesso? Chiudete gli occhi un at-timo sennò la sorpresa... guardate unpo’, che si vede?
B.:Le stelle!I.: Sembrano stelle vero? Ma voi dove
le avete viste le stelle?B.:Si e la luna, anche la luna... I.: Io vedo solo lucine piccole... ma voi
dove le avete viste le stelle vere?Scusa ma lui non vuole.
B.:Io si... io si... I.: Dove le avete viste? Proviamo a fare
un giro così tutti mi dicono dove lehanno viste... tu Pietro dove le haiviste?
B.:A casa mia e da Marco che è un bam-bino che è più grande dell’altroMarco, tutte in cielo, lampeggiano..
I.: Lampeggiano? E tu Alice le hai vistequalche volta le stelle? Dove?
B.:In montagna.I.: In montagna. Anch’io quando sono
nella mia casa in campagna le vedobenissimo, ma come mai se siamolontani dalla città le vediamo me-glio? Come mai Leonardo secondote? In montagna le hai viste?
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B.:Ho visto la nebbia.I.: Ah, c’era la nebbia... è vero, se ca-
pita che c’è la nebbia o che il cielo ènuvoloso si vedono le stelle?
B.:Ho visto anche che il sole era a scal-dare...
I.: Ah... bello; ma qualcun altro ha vistole stelle vere di notte?
B.:Io, io, io... I.: Tu Greta?B.:Io... io... I.: Sì, sì, dove le hai viste Mattia? B.:Io nella mia montagna.B.:Io quando andavo fuori col babbo.B.:Quando ritorno a casa mia io vedo in
cielo le stelle. I.: Tu Marco le hai viste?B.:Sì.I.: Davvero? E come sono queste stelle?
Proviamo a descriverle... Giulia se-condo te come sono?
B.:Gialle.I.: Proviamo a dire qualche altra carat-
teristica; di colore sono gialle dicelei, oppure anche un po’...
B.:Bianche!I.: Bianche... E poi come sono... grandi,
piccole...B.:Piccolissime e vanno fortissimo se
cadono nel cielo... I.: Ah, piccolissime... ma son tutte
grandi uguali?B.:No!I.: Lo sapete che gli uomini antichi
guardavano tanto il cielo perché nonc’erano le luci elettriche che rischia-ravano... allora le notti erano lunghelunghe e spesso viaggiavano di notteperché di giorno faceva troppocaldo... avevano paura di perdere lastrada e allora sapete cosa facevano?
B.:Prendevano la bussola.
I.: No, non ce l’avevano la bussola, nonl’avevano ancora inventata... guarda-vano le stelle e si accorsero una stellarestava proprio in mezzo al cielo estava li ferma e non si spostava mai...la chiamarono Stella Polare. Poi siaccorsero che le altre stelle un po-chino si muovevano, non eranosempre allo stesso posto e seguendoqueste stelle loro si orientavano e nonperdevano mai la strada. Secondo voi come ho fatto a farequesto gioco delle stelle?
B.:Con quello!I.: Ora accendo la luce; se accendo la
luce cosa succederà secondo voi?B.:Non si vedono più!I.: Proviamo un po’ se Mattia ha ra-
gione. Proviamo. Guardate in alto.Più, e come mai?
B.:È venuto il sole!I.: Bravissima, questa luce forte è come
quando viene il sole! Allora anchequando viene il giorno forse le stelleci sono ma noi non le possiamo ve-dere!Come è successo? E se io spengo efaccio notte? Vediamo.
B.:Si vedono, uh!B.:Si vedono sì.I.: Guardate come ho fatto a fare questo
gioco... ho preso questi due teli chemi sono serviti per nasconderequesta cosa che usa anche lamamma... cos’è?
B.:Scolapasta!B.:Quello per le paste!I.: Quello per la pastasciutta, lo scola-
pasta... poi ci ho fatto dei buchini, ve-dete?... Poi sotto c’era una lampadae faceva passare la luce. Le stellevere invece hanno la loro luce, non è
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che gliela mandiamo noi, vero? Peròsapete che vi ho portato delle foto distelle vere vere e ora ve le faccio ve-dere con questa macchina... sapetecome si chiama questa macchina?
B.:No, no.B.:Macchina fotografica!I.: No, non è una macchina fotografica
ma una lavagna luminosa; attenzioneperò devo togliere queste cose che misono dimenticata se no vediamo lefoto con queste cose... Ecco qua...forse non ci dà noia... ma togliamoanche questo dalle foto... ottimo e poilo riattacco... vi faccio vedere dellefoto di stelle vere vere; guardiamo unpo’!
B.:Ce lo portiamo a casa?I.: No, questo no, questa vi faccio ve-
dere... che cosa si vede? Che cosa ve-dete?
B.:Ma questa macchina come fa a farvedere.
I.: C’è una luce, una lente, uno specchioe proietta le immagini.
B.:Questa è una foto di cielo... B.:Di giorno... uhm...I.: È una notte un po’ chiara perché cosa
si riesce a vedere lì in basso?B.:Gli alberi e il fiume... I.: Già, gli alberi, il fiume e quelle lu-
cine piccole che saranno?B.:Stelle!I.: No, quelle in basso lungo tutto il
fiume... B.:Luci delle case.I.: Bravi, le luci dentro le case... e nel
cielo... guardate quante...B.:È notteB.:È la notte dove c’è le stelleB.:Le stelle... qui si vedono bene... I.: Edoardo, qui cosa vedi? Questa è un
po’ più buia, è un po’ più scuro ilcielo ma qui in fondo si vedono...
B.:Montagne!I.: Adesso però vi faccio vedere delle
foto dove si vede solo il cielo... guar-date...
B.:Solo cielo ... buio...I.: E come sono queste stelle, tutte
uguali?B.:No... B.:Alcune piccole, alcune grosse,
guarda bello!B.:Vedo l’arcobaleno lì sotto, ci sono i
colori.I.: Ora ve ne faccio vedere un’altra.B.:Come? Però come si fa a vederlo lì
sotto?I.: Te lo spiegherò un giorno, ora stiamo
facendo un’altra cosa... guardatequesta com’è...
B.:Bella, bella... ... guarda... .B.:È più bella di quella di prima!I.: Ancora più bella ma voi ne avete mai
viste tante così?B.:Una sembra dentifricio.I.: Vedete che cambiano anche di co-
lore? E poi ce n’è un’altra... vediamoPietro cosa ci vede in questa... cos’è?
B.:Una strada, sembra una strada.B.:È una strada.I.: Guardatela così...B.:Forse era un aereo... ma tu lo vedi
Simo?B.:Io pensavo che era una freccia.B.:Forse era un aereo che andava in giù.I.: Ma non avete mai sentito parlare di
una stella con una scia luminosa? Po-trebbe essere una cometa, non avetemai sentito questo nome?Quale vi è piaciuta di più?
B.:A me la prima... I.: Va bene e poi?
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B.:A me la seconda, questa a Greta e aPietro.
B.:A me no!B.:A me quella che sembrano fuochi
d’artificio.I.: Adesso sapete che si fa? Ci spostiamo
di là... vi sedete... c’è un posticino...non lo tirare non vuole... così, Edo-ardo e lui... vieni vicino a me.
B.:Piange, piangeI.: Mattia se lo tiri lui non vuole... vieni
Marco, vieni qui da me... poteteaspettare ad aprire i libri? Perché iovoglio scoprire una foto del cielo...guarda Marco, voglio scoprire unafoto del cielo... prendi una seggio-lina... mettiti lì accanto a Edoardo...Greta scorri, mettiamoci comodi...pronti? Guardate questa! È più bellaperché ci sono anche i colori!
B.:Ce la fai vedere con la macchina?I.: Questa non si può, è fatta con una
macchina che ingrandisce un pezzodi cielo e riesce a farci vedere tantis-sime stelle... è una galassia.Ma ora voglio farvi vedere questo li-brino che è fatto proprio per i bam-bini... intanto chi mi sa dire cos’èquesto attrezzo che serve per osser-vare il cielo?
B.:Cannocchiale.I.: Più forte del cannocchiale.B.:Binocolo.I.: Di più, di più, tele... telescopio. Avete
mai sentito questo nome? E gli uo-mini che studiano il cielo? Uomini edonne che guardano il cielo, sapetecome si chiamano? Mattia... astro...Astronomi, avete mai sentito questaparola? Gli astronomi hanno guar-dato il cielo con quelle macchine, coltelescopio hanno studiato le stelle e
hanno visto che non sono messe acaso nel cielo e si sono immaginatiche le stelle formassero delle figure.Si sono immaginati di vedere nelcielo l’Orsa, il Cigno, la Giraffa, ilCane, e anche personaggi del mondoantico. Si può vedere Cassiopea,Orione...
B.:Ce li fai vedere?I.: Sì... e hanno dato un nome alle
stelle... voi sapete dei nomi di stelle?Ne conoscete? Poi hanno costruito le mappe delcielo. Vi posso far vedere una mappadel cielo? Ecco qua, guardate...
B.:Bello!!B.:Come si fanno le piantine delle città,
la carte...
(vengono mostrate le mappe stellari)
B.:Uguale... come mai è venuta uguale?I.: Le ho preparate per darvene una per
uno perché qui ci sono i nomi dellestelle e questa in mezzo è la StellaPolare che vi dicevo prima... l’OrsaMaggiore e l’Orsa Minore... qui cisono scritti tutti i nomi e quando laportate a casa i babbi e le mamme veli possono leggere e vi possono aiu-tare a cercarle nel cielo... va bene?Adesso si fa un lavoro specialissimoper costruire una mappa con la lucedelle stelle... intanto ve ne do una peruno... una a Pietro, una ad Alice... poipotremo vedere anche questi altrilibri del cielo... ve li appoggio quicosì quando avete finito potete an-dare a guardarli per terra... AscoltaMattia, potresti distribuire questifeltri, dovremmo avere tutti un feltroe una mappa.
B.:Io prendo questo.
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B.:Io maestra... B.:Io non ce l’ho.I.: Uno per Leonardo, uno per Mattia,
uno per Marco... E poi vi do... lo co-noscete questo? Sapete cos’è?
B.:Il punteruolo!I.: Perché voi quando vedete sulla
mappa tutti quei puntini, sono lestelle; fate dei buchini... .. uno anchea lui... Mattia, ti prego, non vedi cheè senza Alice?... Grazie, grazie mille.L’avete preso il punteruolo?
B.:Io no, io no... B.:Cosa si deve fare Simona? Le stelle?I.: L’ho detto ora... si devono bucare
tutti i puntini bianchi che vediamo,più se ne bucano e più poi... vedreteche sorpresa!
B.:Quelle piccole si bucano, guarda!I.: Quelle piccole, Pietro? Così... tutte!
Quelle più grosse le bucheremo poicon questo attrezzo che si chiama...
B.:Cacciavite.I.: Già, cacciavite a...?B.:Stella!I.: Proprio così, cacciavite a stella e lo
usiamo per bucare le stelle grosse...dopo aver bucate le piccole lo pren-derete per bucare le grosse... dopo la-scialo in mezzo perché ne ho tre pertutti i bambini... poi col pennarelloalla fine scriviamo i nomi e cosìognuno avrà la sua mappa del cielo ese la potrà portare a casa...
B.:Maestra guarda... I.: Sì, dai, tante così, poi la metteremo
davanti alla lampada e vi farò vederele stelle... ecco ora metto la lampadae vi farò vedere come vengono se sibucano tanto tanto... Se si buca forteforte... dai Edoardo, dai Alice,forza... vediamo ... un buco solo
Pietro? Dai, buca forte... devi fare ilbuco se no non passa la luce... ve-diamo la Giulia se ha bucato... guar-date, vedete? Se si mette davanti allalampada si vede il cielo con le stel-line. Dai fatene tanti così è più bello!
B.:Se ne fa tanti?I.: Chi più ne fa, ha più stelle.B.:Ce ne ho poche.I.: Ce ne hai poche? Allora dai bucane
ancora tante! Anche Marco deve bu-care... dai prendi il punteruolo con lamanina... guarda ... così e poi ... puc,puc, puc, facciamo tanti buchini ... cela fai da solo? Sai pigiare forte...
B.:Guarda quante ne ho fatte! Simonaguarda!
I.: Brava Nives, fanne dappertutto, unpo’ di qui, un po’ di là, riempiamo dibuchini... forza, forza... Ma la filastrocca delle stelle la sa-pete?
B.:Sì, la sappiamo.I.: La sapete? Come dice?B.:Tutti insieme: stella stellina la notte
s’avvicina... ( la recitano tutta)I.: Ma le stelle vanno a nanna?B.:No, stanno sveglie.I.: Di che cosa saranno fatte le stelle?B.:Di bianco... B.:Di luce.B.:O di fuoco perché viaggiano forte
come il fuoco.B.:O forse come le scintille che vanno
nelle foglie.B.:Ma io non so nemmeno dove vanno... B.:Girano nel cielo e quella nel mezzo
è la Stella Polare.B.:Guarda!I.: Non ancora, bisogna riuscire a bu-
carle tutte. Come siete bravi, Pietroanche un po’ quelle piccole si bu-
139
cano... guarda! Quelle piccolePietro! Nel muro... cercate di con-trollare le zone dove non avete bu-cato e andate a fare i buchi propriolì... guardate Marco come è bravo!
B.:Simona, ma questa qui grossa va bu-cata?
I.: Lo facciamo col cacciavite a stella...quella grossa... vai Edoardo... fac-ciamo un po’ di quelle grosse col cac-ciavitone... guarda io... ci vuoleforza... e una canzone delle stellecome dice?
B.:Stella stellina...I.: No, questa è la filastrocca, la canzone
come dice? Tre... tutti insieme: tre stelline di tutte le sere...
(la cantano tutta)I.: mentre guarda il lavoro svolto: vai,
perfetto! Ancora, ancora poi vi pas-sate il cacciavite... Sapete cosa cimettiamo insieme a queste mappe?Una lettera per i babbi e le mamme...
B.:SììììI.: Io ho scritto una lettera ... volete sa-
pere cosa c’è scritto? Marco ha bi-sogno di un fazzolettino... dai, nonbucare dove non serve...
B.:Simona ma per tutti i lucidi hai usatoquella macchina fotocopiatrice?
I.: È una lavagna luminosa e forse lauseremo ancora... perché è bello,vero? Sentite la lettera... (viene letta)E ora mettiamo la vostra mappacontro la lampada: sorpresa!!!
Insegnante:
Simona Barbetti
140
Incontro del 2 aprile 2007
I.: Sapete cosa usiamo oggi? Sapetecome si chiama? Lavagna luminosaperché come vedete manda unagrande luce... ora la spegniamo un at-timo, perché vi voglio raccontare unpo’ cosa si fa se no non ci divertiamoabbastanza.
B.:Si fa l’Orsa, io fo CassiopeaB.:Io avrei un’idea... perché questo qui
non lo levi e poi lo metti qui sopra elo leggi sul muro?
I.: Potrei fare anche quello, ma voi nonsapete ancora leggere,vedreste solo
delle letterine... allora io ho prepa-rato delle bellissime foto del cielo dinotte, diverse da quelle dell’altravolta perché... ma Sofia sapeva già dicosa si parlava...
B.:Si parlava delle costellazioni; del-l’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore
I.: Aspettate un po’, non corretetroppo... vi è mai capitato di fare ungioco, magari quando andate in mac-china col babbo o con la mamma
B.:NoI.: Aspetta!Oppure al mare,di guardare
in cielo le nuvole e dire “Questa misembra che somigli ad un omino in
bicicletta, questa mi sembra che so-migli ad un cavallo che vola”... loavete mai fatto questo gioco?
B.:Sì!, io si. Io sì.B.:Allora io vedevo nel cielo... vedevo
un mare con un sasso e sopra c’eraseduta una sirena.
B.:Io di notte avevo visto un satellite.B.:Io, un cavallo.I.: Bene, visto che qualcuno questo
gioco lo conosce vi voglio raccontarecome gli uomini antichi, questogioco che facciamo di giorno, lo fa-cevano di notte; vi ricordate che vi hodetto l’altra volta che viaggiavano dinotte, guardavano il cielo e per nonperdersi avevano scoperto chec’erano dei gruppi di stelle che sta-vano nella stessa posizione... eccoloro immaginavano che nel cielo cifossero addirittura delle figure e perfarlo univano le stelle con righe im-maginarie... voi avete mai fatto ilgioco di unire i puntini per scoprireuna figura?
B.:Sì, sì.B.:Sì, 1, 2, 3... bisogna unire... I.: Proprio quel gioco lì. Ecco, facendo
quel gioco noi scopriamo delle fi-gure, gli antichi si immaginavano diunire le stelle e così formavano dellefigure e poi davano loro dei nomi; sa-pete ne hanno trovate tantissime ...88... e sono chiamate...
B.:Orsa maggiore, Orsa minore.I.: Questi sono due nomi... le hanno
chiamate costellazioni... diciamolotutti:costellazioni.
B.:Costellazioni.B.:Una però è chiamata Orsa maggiore e
una Orsa minore perché è più piccola.I.: È vero, e una l’hanno chiamata Cas-
siopea...B.:CassiopeaI.: Guardate, questa è la figura dell’Orsa
come se la immaginavano gli antichi,questa invece è la figura di Cas-siopea... guardate! Cassiopea era unaregina, Irma guarda, con una stella infronte, una stella sul trono, una dovesta piegata e una stella ai piedi...dunque Cassiopea era una regina va-nitosa.
B.:Che vuol dire?I.: Che stava sempre allo specchio e di-
ceva “come sono bella!”oppure “vo-glio mettermi questo anello per es-sere più bella”; “mi voglio truccarecosì anche con un po’ di rossetto”;“sono proprio la più bella di tutti!”...Gli uomini del suo tempo decisero didarle una specie di punizione imma-ginandola nel cielo seduta, perchéquando il cielo girava e le stelle cam-biavano posizione la si vedeva con latesta in giù e le gambe per aria...perché le stelle ruotano nel cielo...solo una sta ferma...
B.:La stella polare.I.: Così le vediamo delle volte così,
delle altre così... è come se il cielofosse un ombrello, un grande om-brello! Avete mai provato a girarel’ombrello quando è aperto?
B.:Io sì, io sì. B.:Io faccio così.I.: Ecco, proprio così gira il cielo... e ora
siete pronti? Tutti con gli occhi allaparete perché vi voglio far vedere...ecco questo è il cielo...
B.:Bello! Bello!B.:La stella polare.I.: Non è la stella polare, ma sono stelle
molto luminose... vieni Mattia...
141
questa è la costellazione di Cas-siopea... ci sono le stelle grosse... cen’è una qui, una qui... Mattia prova afare un cerchietto intorno alle stellecosì le vediamo meglio... la ve-dete?... poi un’altra qui.
B.:Ganzo! Ganzo!I.: Poi un’altra... ora proviamo a unirle
con le righe come facevano gli an-tichi... Irma vedi cosa succede?...Ecco qua!
B.:È la Cassiopea.I.: È Cassiopea, ora levo la foto del cielo
e a cosa somiglia?B.:È una montagna.I.: questa è la mappa che ha fatto Mattia,
vediamo se quella che hanno fatto gliastronomi è uguale...
B.:È uguale.I.: Vedete è uguale e somiglia a una
montagna sola?B.:No, due.I.: E se la rigiriamo a cosa può somi-
gliare?B.:A nulla.I.: Quella letterina che si usa per scri-
vere viva la conoscete?B.:Sì, è la v.B.:La v di viva, la W.I.: E quante stelle ha Cassiopea?B.:Quattro.I.: Sicuro?B.:Cinque.I.: Contiamole:1, 2, 3, 4 e 5... ora Mattia
si sposta e viene qui la Tatiana... pro-viamo a conoscere un’altra costella-zione: l’Orsa maggiore che vi erapiaciuta tanto... guardate là... questoè un cielo più buio... vieni Tati pro-viamo con un altro colore a fare i ton-dini intorno alle stelle più grosse: 1...2... 3... 4... e poi 5... 6... 7...
B.:È più grossa questa!B.:7, non vedo.I.: Proviamo a unire per vedere che di-
segno viene... aspetta... B.:Un quadrato.B.:Un aquilone.B.:È l’Orsa quella! L’Orsa maggiore.I.: Guardate là sul muro che vedete me-
glio... ecco, non ho messo il lucidino.Di nuovo, fo sempre questi sbagli,aspettate che ce lo metto... ora dob-biamo ricopiare tutto... perché ab-biamo disegnato sulla foto, invece difarlo qui... allora cosa vi sembra?Avete detto un aquilone ... oppure...
B.:L’Orsa maggiore!I.: Sì, è vero, la chiamiamo così, ma sa-
pete come la chiamano anche? Ilgrande carro... eccolo lo vedete chesembra un carretto?
B.:Sì sì.I.: L’Orsa maggiore la chiamano anche
il grande carro.B.:Facciamola camminare.I.: Prendiamo la mappa degli astro-
nomi, vediamo se è uguale.B.:Bella.B.:Ma è l’Orsa minore!I.: No, è la stessa.B.:Mi sembra più corta.I.: È fatta un pochino più piccola... .ve-
dete che bello.B.:La voglio fare anch’io.I.: Proviamo a fare l’Orsa minore.B.:Io non l’ho fatta.I.: Tutti non si può, ora lo farà... la
Giorgia.B.:Poi io vero?I.: Se ne fa un altro, prendetemi il lu-
cido... qualcuno può dare una manoa quei bambini e li aiuta a vedere lestelle?... L’Orsa minore ha un cielo
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buio buio... vediamo se riusciamo avedere qualcosa...
B.:Non si vede.B.:La vedo.B.:Di sotto, di sotto.B.:Bella questa perché la metti di sotto?B.:Bellissima, è blu.I.: Mettiamo questa con la descrizione
così la facciamo meglio... l’Orsa mi-nore sembra anche lei un carrettinoma un po’ diverso...
B.:Provo io!I.: Vieni Giorgia, 1... 2... 3... poi un’altra
stellina e questa la chiamano piccolocarro... è fatto... e questa grossa infondo sapete cos’è?
B.:La polare!I.: Bravo Mattia, proprio quella! Guar-
date ecco qua!B.:Verde!B.:L’abbiamo fatta col verde.B.:Io, io, dai io.I.: Questa è la nostra mappa e questa è
degli astronomi... Ora però non ne facciamo più perchéi bambini piccoli si stanno anche unpo’ annoiando... sapete che si fa...proviamo a costruirle noi...
B.:Io voglio fare la maggiore.I.: Ognuno trova una tavoletta... venite a
vedere... vediamo se c’è per tutti, fatescorrere i piccoli laggiù in fondo... ve-nite... Massimiliano vieni... c’è un po-sticino per ogni bambino?... piano,piano non lo tirare Mattia... c’è un po-sticino per te qui... Adesso vediamo sele riconoscete le vostre mappe, Mattiati prego, aspetta un attimo perché hobisogno di bambini grandi... aspet-tate! Non sapete ancora cosa c’è dafare... dai Mattia... Giorgia aspetta unattimo, Giorgia per favore! Se non sai
che si fa... guardate un po’ questamappa qui a quale somiglia?
B.:L’Orsa minore.B.:No, l’Orsa maggiore.I.: Ecco, l’attacco qui e vi dico cosa si
può fare con quei chiodini... imma-giniamo che i chiodini sono le stelle,sono gialli e di varie misure:stellegrandi, chiodini grandi, stelle piccolechiodini piccoli... cercate di rifaresulla tavoletta queste figure,met-tendo solo le stelline
B.:Ma anche quelle degli altri?I.: Potete scegliere quelli che volete...
chi vuol fare Cassiopea, dov’è la suamappa?
B.:Qua.I.: Quanti chiodini serviranno per fare
Cassiopea? Quante stelle ha?B.:Cinque, cinque.I.: Ora attacco anche l’ultima che ha
fatto Giorgia che è per l’appunto... B.:L’Orsa minore.I.: Tu, Tatiana quale hai scelto? B.:Questa!I.: L’Orsa maggiore, e tu Irma quale
fai?....guarda se lo metto qui...Giorgia stai mettendo troppi chio-dini, bastano i tondi, quale vuoi fare?Quale hai scelto?
B.:Questa.I.: Dove ha le stelline... una qui, una qui,
una qua e poi c’è quella specie di ma-nico ne ha una qua e poi ne ha unagrossa che è la stella polare.
B.:Io non ce l’hoI.: Piano Damiano se no cadono i chio-
dini... ne servono cinque o sette...vedi Giorgia il tuo lo riconosci?...
Interruzione della registrazione.
143
Incontro del 16 aprile 2007
I.: Quando viaggiavano gli uomini an-tichi, di notte, guardavano il cieloperché erano molto...
B.:E poi si difendevano... B.:Con la clavaI.: Sì, avevano anche la clava, ma
quando viaggiavano tranquilli guar-davano il cielo per vari motivi... pernon perdere la strada, perché ave-vano capito che alcune stelle stavanosempre in un punto soprattutto lastella polare; allora loro seguendo lastella polare non sbagliavano lastrada nel loro viaggio e si trovavanodove volevano andare... poi avevanoimmaginato delle figure nelle stelleche avevano chiamato costella-zioni... Avete mai sentito parlare dicostellazioni?
B.:Io no.B.:Io sì.I.: Questa per esempio è una costella-
zione che si vede facilmente nel cielo,è fatta di 5 stelle... 1... 2... 3... 4... 5...e l’hanno chiamata Cassiopea... Cas-siopea sapete era una regina moltovanitosa che voleva essere sempre lapiù bella e gli antichi che la conosce-vano hanno detto: “ora ora gli fac-ciamo un bello scherzo: diciamo cheCassiopea è quella che sta nel cieloseduta sul trono e siccome nel cielole stelle girano Cassiopea qualchevolta era seduta così e qualche voltainvece stava con la testa in giù e ipiedi per aria e la prendevano un po’in giro: “guarda guarda in che posi-zione si trova ora la regina”... Il cielo girando l’aveva fatta metterea testa in giù e i piedi per aria... poi
per le stelle continuano a girare gi-rare... pensate un po’ come un grandeombrello con nel mezzo la stella po-lare e intorno le altre stelle che gi-rano... avete mai provato a girarel’ombrello?
B.:Come a Natale.I.: Già come a Natale,quando si girava
l’ombrello... Immaginate il cielocome un grandissimo ombrellone incui le stelle girano e cambiano posi-zione e delle volte si vedono in unposto e delle volte in un altro... Oggiparliamo di Cassiopea e dell’Orsamaggiore e...
B.:Dell’Orsa minore!I.: E dell’Orsa minore che è più picco-
lina e cerchiamo di trovarle nel cielonelle foto fatte sui lucidi della lavagnaluminosa...guardate tutti il muro chearrivano le immagini... ecco qua...mettiamo un po’ più giù così vedetemeglio... ma non troppo se no cade...cominciamo con Cassiopea... questaè una foto del cielo di notte.
B.:Uuu!B.:Bello!I.: Vedete che ci sono delle stelle pic-
cole e delle stelle più grandi... oraproviamo a disegnare un tondino in-torno alle stelle più grandi...
I.: Anch’io.I.: Sofia ora lo fa lui... dove vedi la stella
ci facciamo un tondino... vedete chearrivano i tondini... 1 in alto... 2... poi3... 4... 5... ora proviamo a unire... loavete mai fatto quel gioco che si uni-scono i puntini e i numeri per formaredelle figure?... forse i bambini piùgrandi l’hanno fatto... uno lo avetefatto anche con Daniela... si formavauna paperella ad unire tutti i puntini...
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guardate là che si vede nel muro...ecco una foto del cielo...
B.:Bello!I.: A cosa somiglia questo?... questa è
Cassiopea e per vederla meglio ab-biamo unito le stelle con le righe...questo è quello che ha fatto la Ros-salinn, questa invece è quella degliastronomi... guardate: è uguale.
B.:Sì, sì.I.: Come si chiama questa costella-
zione?B.:Cassiopea.B.:Cassiopea.I.: Adesso proviamo a far lo stesso
gioco, viene Daniele questavolta,con l’Orsa maggiore... ve-diamo se la riconosciamo... girateviguardate la... l’Orsa maggiore chesomiglia ad un carretto... qui il cieloè più scuro, guarda Sara qui è piùnotte buia... aspetta che devo mettereun lucido se no poi si sporca anchequesto... prova a fare dei tondini in-torno alle stelle più grosse... guardatese vedete arrivare i tondini lassù 1...2... 3... 4... 5... 6... 7... sapete comehanno chiamato questa Orsa anche?Il Grande carro... unisci con lerighe... vediamo se è davvero uncarro... così... bravo qui e qui e qua;ora levo la foto della notte e ... ec-colo!
B.:Bello!I.: Orsa maggiore... proviamo a dirlo
tutti questo nome.B.:Orsa maggiore.I.: E guardiamo se gli astronomi... ma
scusate perché non guardate sulmuro... guardiamo se gli astronomil’hanno fatta uguale a noi... vedete?È uguale!
B.:Sì, sì.B.:È fatta un pochino più grande ma è
fatta uguale a questa... è... l’Orsamaggiore.
I.: Adesso vediamo l’Orsa minore cheha anche la stella polare... vieneTommaso a fare questa...
B.:E io poi...I.: Vediamo, tu farai un’altra cosa...
l’Orsa minore è più difficile... ve-diamo se la trovo. Prendiamoquesta...
B.:Com’è?I.: Mamma mia qui c’è troppo buio, ve-
diamo se la trovo qui...B.:Ma quante sono qui!I.: Qui sono due, l’Orsa maggiore e
l’Orsa minore... proviamo a farla,prendiamo un altro colore... pren-diamo il verde... devi fare tondinipiccoli... quella... poi questa...
B.:Non si vede!I.: Ci sono quelle tre... unisci il carretto
1, 2, 3, 4... dovete guardare il muro!B.:Si vede la mano... I.: Si vede la mano, ma ora arriva la fi-
gura... dateci tempo... guardate oratolgo la notte e arriva...
B.:Bello!I.: Il piccolo carro!... vediamo gli astro-
nomi come l’hanno fatta... è un po’ piùgrande noi abbiamo un carrettino pic-colo... loro un po’ più grosso, mauguale... questa è l’Orsa minore equesto stellone quassù sapete cos’è?...è la stella polare che sta proprio inmezzo del cielo... adesso sapete che sifa? Ci spostiamo e proviamo... aspet-tate che vi dico che si fa... .non usatenulla... cerchiamo di trovare il postoper sedere... Rossalinn per favore...dobbiamo spostare questa panca... voi
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scorrete in fondo, all’ultima tavo-letta... Daniele aiuta i più piccoli... lìc’è un posto vuoto... Luna scorri... vaiall’ultimo... scorri Sara... scorriOlga... qui Giulia... qui si può mettereuna seggiolina... qui ci può entrareGiada... allora in questa può venireLorenzo... cerchiamo di organiz-zarci... e questa è per Melissa... ve-diamo se attacco anche le vostremappe... riconoscete dove le devo at-taccare?... questa è l’Orsa maggiore...dove la metto? Vicino a quale?
B.:A quella!I.: Bravissimi! Voi ora dovete pensare
che quei chiodini gialli sono lestelle... avete pensato?
B.:Sì.I.: Quei chiodini gialli sono le stelle...
poi dovete scegliere quale costella-zione volete riprodurre.
B.:Io, la rossa.B.:Io, blu.B.:Anch’io quella blu.I.: Potete anche scegliere la stessa, non
bisticcia nessuno, potete scegliere... B.:Anch’io rossa.B.:Allora io sono quella verde.I.: Orsa maggiore, Orsa minore, Cas-
siopea... .sapete come fare?.....dovec’è un tondino, mettete un chiodino...va bene?.....quindi quanti chiodini tiservono?
B.:7 soli.I.: Hai capito?.....non mi pare... Lorenzo
hai capito?.....tu cosa haifatto?....Cassiopea! Bravo!...le haifatte così perché erano più piccole epiù grandi? Se no puoi cercare chio-dini più uguali...
B.:Maestra!I.: Che c’è?....io non ho detto di riem-
pire le righe, ma di mettere solo ipuntini stella... le righe le abbiamofatte solo per vedere meglio laforma... vedete?
B.:Maestra ho trovato questo... I.: Perché ci sono stelle piccole... e si
possono mettere quelli... hai fattoCassiopea... brava... guardate comeè brava Rossalinn... guarda hannoscelto Cassiopea... quale vuoi fare?
B.:Quella rossa.I.: Quella rossa? Allora dobbiamo co-
minciare a mettere un stellina... .B.:Io quella verde.B.:No, io quella verde... I.: Poi ne mettiamo un’altra... poi fac-
ciamo questa... 4 mettile per fare ilcarretto... il grande carro, la chia-miamo quella... fai vedere... bellaOlga, qual è la tua?... hai fatto Cas-siopea.
B.:La mia è quella verde.B.:Io la porto a casa.I.: La porti a casa?B.:Sì.I.: Hai fatto l’Orsa minore, quella
verde?B.:Io voglio fare quella blu.B.:Io voglio fare quella verde.I.: Soprattutto per i bambini grandi ho
preparato questo gioco... su questofoglio ho fatto dei puntini... voi po-tete scegliere dei colori e fare le co-stellazioni a fantasia... però non di-menticate questo schema perchédopo incolliamo le stelline... alloraTommaso va a fare questo gioco...Lorenzo... Rossalinn... “disegno lamia costellazione “ c’è scritto... voirestate qui che facciamo il collage...poi ci scambiamo... qui siete liberi...potete inventare quello che volete...
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animali, forme, case ... quello che vo-lete... a fantasia vostra... io qui vimetto quelle che avete visto prima,ma voi fatene di vostre... le costella-zioni hanno tanti nomi... il cane ... ilcigno... la giraffa... il serpente ... il sa-gittario... cambiate anche i colori...ne fate una viola... una gialla.
B.:Maestra ho finito.B.:Ho finito.I.: Ora vi faccio fare un altro giochino...
restate al vostro posto... sapete che ichiodini non si possono portare acasa... allora ho preparato dei carton-cini dove invece incolliamo questestelline brillanti che noi possiamoportare a casa.
B.:Bello!I.: La nostra costellazione... liberiamo il
tavolo dai chiodini... poi si prova... B.:Si mette tutto qua dentro?I.: Sì,grazie... mille grazie.B.:Simona, si possono anche colorare?I.: No, non importa che siano colorate...
però se fate qualcosa di particolarepotete anche colorare... finite che poici scambiamo... Olga ecco il tuo car-toncino, grazie Giada!
B.:Si fa anche per la mia mamma?I.: Dietro il cartoncino c’è la lettera per
la mamma...
Incontro del 2 maggio 2007
I.: Oggi vi voglio raccontare una storiabellissima ma prima dobbiamo tro-vare un posticino per Mirco e Mattia.Qui, qui, vieni qui. Vogliono starequi, in piedi, stai vicino a me? Vabene... allora...
B.:Anch’io qui!
I.: Vieni, amore, allora... ascoltateeh?...C’era una volta un bambino chequando andava in macchina col suobabbo e la sua mamma si divertiva aguardare le nuvole e si immaginavache le nuvole avessero delle formestrane e diceva: “Mamma, questa nu-vola mi sembra un cavallo!” C’era ilsuo fratellino che diceva: “Ma no, ame sembra un uccello che vola!”Ognuno con la sua fantasia può im-maginare delle cose diverse... inveceun altro bambino sapeva fare ungioco: quando gli capitavano deipuntini, si divertiva a unire i puntinicon una matita o con un pennarellocosì da formare delle figure.Voi li avete mai fatti questi giochi?
B.:Sì.I.: Il gioco dei puntini lo avete fatto?B.:Sì!I.: Immaginare le nuvole nel cielo che
hanno forme strane?B.:Sì.I.: E i giochi come questi... gli uomini
antichi... l’arcobaleno!Questa è una foto del cielo di notte egli uomini antichi immaginavano cheunendo le stelle con delle linee si for-massero delle figure e siccome viag-giavano tanto di notte e avevano tantafantasia, pensavano che nel cielo cifossero tante e tante figure, guardaGreta! Ne hanno scoperte 88 e lehanno chiamate con i nomi più strani:il Cane, la Giraffa, il Leone, l’Orsa, iGemelli, poi gli hanno dato i nomi dipersonaggi antichi come Cassiopea,Orione, Pegaso, e hanno chiamatoqueste figure “costellazioni”.Adesso ve le faccio vedere... puoidare la mano a Mattia che forse vi-
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cino a te sta volentieri... Guardate, che vi faccio vedere le fotocon quella lavagna lì; guardateperché arriva una tanto bella.
B.:Bella!!!!I.: Cosa sembrano quelle lì?B.:L’arcobaleno!!I.: L’arcobaleno ormai lo vedete dap-
pertutto. Le stelle più grosse sono deimeteoriti.
B.:Maestra, Mattia piange.I.: Vieni, vieni vicino a me... guarda che
ti metto su questa seggiolina così vedibene il cielo in alto... guarda comevedi bene il cielo da qui. Ora voglioun bambino grande, vieni Pietro, vienie proviamo a disegnare, come face-vano gli antichi, la mappa di questestelle che sono la Costellazione diCassiopea. Dobbiamo fare un giro in-torno a quelle più grandi... 1, 2, 3...guardate la parete che vedete i pun-tini... 4... e 5. Ho sbagliato, non homesso il lucido, ora lo rifacciamo,anche le maestre sbagliano... 1, 2, 3,4, 5. Adesso dobbiamo unirli con dellerighe... stiamo facendo come gli an-tichi e come gli astronomi quando vo-gliono disegnare le mappe del cielo.
B.:Le montagne?I.: Somiglia alle montagne e questa è la
mappa di Cassiopea come l’hannofatta gli astronomi. Guardate, èuguale.
B.:Sì, sì!I.: Sembrano delle montagne ma anche
le letterine per scrivere “viva”... do-vete guardarla là... sì, anche metten-dola una sull’altra... lo vedete sullaparete?
B.:Viva!I.: Questa è Cassiopea, ditelo anche voi.
I. e B.: Cassiopea.I.: Ora ve ne faccio vedere un’altra. Vi
faccio vedere l’Orsa Maggiore... orala ricostruiamo e viene un altro bam-bino... viene Giorgio...
B.:Io... io... anch’io... I.: Ora la facciamo con un altro colore,
vediamo il rosso... vi prego di guar-dare là... Attenzione, vedi Giorgioche ci sono le stelline più grandi...prova a fare un cerchio... lo sapeteche l’Orsa Maggiore ...
B.:Io la vedo!I.: L’hanno chiamata anche Il Grande
Carro... oh no! Ho risbagliato! Benerifai li sopra. Il Grande Carro e ora vifaccio vedere perché... unisci lelinee... da qui a qui... vedete chesembra un carretto e il manico ... qui,qui e qui... ora è finito, guardate...cosa sembra?
B.:Sì, un carretto!!I.: Vediamo se somiglia al nostro,
quello degli astronomi..B.:Davvero!!B.:Ma non sembra un’orsa!I.: Non sembra un’orsa infatti avevano
molta fantasia.B.:Posso farlo ora io?I.: Sì, vieni Matteo che ora facciamo
l’Orsa Minore.B.:Minore?I.: Sì, vedi che questa ha già la mappa
un po’ preparata... Prendi il verde...i bambini mi hanno detto che somi-glia al carrello per fare la spesa...
B.:Per portare la roba!I.: sapete, quella che sta disegnando ora
è la Stella Polare... questa qui è laStella Polare... anche qui e anche qui...
Il nastro si interrompe.
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Incontro del 19 maggio 2007
Maestra: Vi è mai capitato di vedere incielo le nuvole e di pensare che sem-brano delle cose particolari... una nu-vola...
Bambino: Io, una volta che andavo a...avevo visto delle nuvole che sembra-vano i sette nani.
B.:Piange.I.: Non piangere Sofia, che è successo,
vieni qui; io, una volta, ho visto unanuvola che mi sembrava un cavallo...a voi è capitato di vedere qualcosa dispeciale?
B.:A me, una volta, sembrava un uccelloI.: Questa cosa la facevano anche gli uo-
mini antichi di notte, guardavano lestelle e poi si immaginavano come sefossero unite da linee... sapete che èsuccesso? Hanno pensato di unire lestelle con le linee e si sono immagi-nati delle figure! Voi avete mai fattoil gioco di unire i puntini?
B.:La Sofia ci ha un libro e c’era una pa-pera di puntini che poi è diventatauna papera.
I.: Una papera... ecco un gioco di questotipo, gli antichi lo facevano con lestelle... ma ora vi faccio vedere... conquesta macchina... ci dobbiamo spo-stare un po’... Sofia si può sederequi... venite spostatevi pure bimbi...
B.:Ih, ih, ih,I.: Guarda non spengo la luce Sofia... è
come il cinema... vediamo cosavedi... non fare le ugge... guardabello! Adesso ti faccio vedere unafoto del cielo di notte, guarda unpo’...
B.:Bello!B.:L’arcobaleno, lì.
I.: Dove lo vedi?B.:Lì sotto... I.: Ci sono i riflessi della luce... Guar-
date! Vedete questa stella? Com’è?B.:Piccola.I.: Riuscite a vedere se ce ne sono di più
grandi?B.:Ci sono anche piccole piccole.I.: Tra quelle piccole piccole ce ne sono
alcune più grandi... se io metto unacosa qui sopra e poi faccio dei pallinidove sono le stelle... poi vorrei chie-dere a Siria se può unire questi pun-tini... vieni che te lo tengo fermo...comincia da quello... ecco... poi giù...lo vogliamo rifare? Perché è venutoun errorino... perché non avevamocapito bene... attenti che sembranodei percorsi... si può rifare... fai untondino, poi un altro... lo sapete comesi chiamano queste stelline? Questaè una costellazione! Provate a direanche voi questa parola...
B.:Costellazione!I.: Le costellazioni sono queste figure:
gruppi di stelle dove gli antichihanno visto delle figure... questa èquella che abbiamo fatto noi...
B.:Uh, uh , uh.I.: Adesso Sofia vedrà una cosa bellis-
sima... perché, guardate... questa èquella che abbiamo fatto noi e questaè quella degli astronomi... confron-tiamo... mettiamola sopra... è uguale,solo un pochino più storta... e questaè la costellazione di Cassiopea: pro-vate a dirlo anche voi.
B.:Cassiopea.I.: Cassiopea... guardate quante stelle
ha questa costellazione: 1,2,3,4,5.Cinque stelline! A cosa assomiglia?..Cosa sembra?
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B.:A delle montagne.B.:Degli orecchini.I.: E se la mettiamo così?... a una lette-
rina...B.:Alla doppia v.I.: Bravo Paolo, alla doppia v; infatti
Cassiopea si riconosce bene in cieloperché ha questa forma così facile,assomiglia ad una doppia v. Dopo vivoglio raccontare chi era Cas-siopea... ora si passa ad un'altra co-stellazione sempre facile, vediamo seci riesce tracciare anche questa... .ec-cole qui. Qui ne vediamo addiritturadue... guardate un po’... vedete daquesta parte ci sono.
B.:Sì, le vedo!I.: E di qua ancora... B.:Sì.I.: Vogliamo provare a rifare quello che
abbiamo fatto prima? Forse lo fac-ciamo meglio su questa... guardatequi si vede ingrandita, ancora piùgrande... ora prova la Marta... met-tiamo il lucido e la Marta prova...com’è qui il cielo luminoso o moltobuio?
B.:Molto buio!I.: È proprio buio, facciamo dei pallini
intorno alle lucine... 1, 2, 3, 4, 5, 6 e7. Adesso Marta prova ad unirle,cambiamo il pennarello che quellonon funziona tanto bene... questo nonfa per niente... proviamo questo...cosa vi sembra?... ora levo il cieloscuro...
B.:È blu.I.: Ma cosa vi sembra?B.:Quello lì mi sembra un rettangolo e... I.: E questo? Sapete come si chiama
questo?B.:È l’Orsa Maggiore.
B.:Nel film della Barbie del lago deicigni c’è proprio questa forma qui.
I.: È la costellazione dell’Orsa Mag-giore, sapete come la chiamanoanche? Il Grande Carro! Vedete chesembra un carretto?
B.:Sì, ma anche un cucchiaio.I.: A te cosa sembra?B.:Una carrozza, un carretto.I.: Guardate se questa somiglia a quella
che abbiamo fatto noi.B.:Sì,sì.B.:Però è più bellina questa.I.: È un po’ più bella, ma siamo stati
bravi anche noi.B.:Quello lì non funzionava.I.: È vero il pennarello funzionava
poco... ora ve ne faccio vedereun'altra, che ha quasi lo stesso nome:si chiama Piccolo Carro o anche OrsaMinore.
B.:Guarda,è un carrello! Da qua su titieni con le mani, e giù ci metti laroba.
I.: Davvero, come quello del supermer-cato.
B.:Ci sono le ruote sotto.I.: Qui ci sono anche i nomi delle
stelle... questa in alto dove Siria diceche è il manico è la Stella Polare...Andrea,non ti interessa?
B.:Sì.I.: Allora vieni a vedere, la Stella Polare
sta proprio nel mezzo del cielo e tuttele altre stelle girano un po’ intorno edelle volte le vediamo diritte e dellevolte le vediamo un po’ arrovesciate,ma queste tre nel cielo le vediamosempre...Adesso ve le faccio rivedere grandi,questa qui che ha fatto la Siria sichiama... Cassiopea, ditelo anche voi
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B.:Cassiopea!B.:Chiassopea!B.:Ha detto Chiassopea!B.:E questa Grande Carro.I.: È vero, anche quello lì è un carretto,
l’Orsa minore o piccolo carro... Oggiconosciamo queste tre, ma le costel-lazioni sono tantissime nel cielo, gliastronomi ne hanno disegnate 88,due volte 8.
B.:88? Sono mille!I.: E hanno tanti nomi buffi: il cane, il
serpente, Orione, i gemelli, i pesci...tanti nomi buffi!
B.:E lì cosa c’è scritto?I.: Adesso vediamo... venite qua a
questo tavolino e accendiamo laluce... guardate come hanno imma-ginato l’orsa gli uomini antichi, lorose la immaginavano così come unorso vero...
B.:Ma non è uguale a quella lì.B.:Questa è più grande e questa è più ... B.:Più piccola e non c’è questoI.: Questa, guardate... B.:È la regina!I.: È la regina Cassiopea, vedete le stel-
line che abbiamo visto noi?B.:Sì,sì.I.: Hanno immaginato che fosse una re-
gina seduta sul trono, la regina Cas-siopea era molto vanitosa, voleva es-sere bellissima e combinava un po’di guai, dava noia a un po’ di ragazze,voleva essere la più bella di tutte... unpo’ come la regina di Biancaneve...
B.:È brutta quella regina.I.: Questa però, ad un certo punto
l’hanno punita, l’hanno messa sedutasul trono nel mezzo del cielo e cosìquando gira delle volte la possiamovedere anche con la testa all’ingiù.
B.:Capovolta!I.: Capovolta, quando girano nel cielo
tutte le stelle ... perché noi dobbiamoimmaginarci il cielo come un grandeombrello sopra di noi che gira gira...avete visto che qualche volta lo gi-riamo l’ombrello?... Cassiopea,qualche volta la vediamo anche voltain giù!
B.:Capovolta!I.: E gli antichi ridevano e dicevano:
ben gli sta! Ora sta un po’ col sederein sue la testa in giù, quella vanitosadella nostra regina!
B.:È bellina però.B.:Questo è il grande carro, vero?B.:Quale grande carro?B.:È l’Orsa , la grande Orsa.B.:L’Orsa Maggiore.I.: Davvero! Però avevano fantasia...B.:Ma lì io vedo un uomo... I.: Perché questi sono i gemelli, ma ce
ne sono altri personaggi, perché nelcielo ne vedevano tanti... io ne hoportati solo tre. Sapete cosa pos-siamo fare adesso? Possiamo pren-dere le tavolette e provare ad infilarei chiodini in modo da rifare Cas-siopea o il carro... un attimo che ci or-ganizziamo...Cercate di prendere i chiodini e di ri-fare la costellazione,potete usarechiodini più piccoli o più grandi...vediamo chi ci riesce... Vieni Andreaqui, così stai più comodo, se no nonc’entri.Vediamo come sono buffe le nostremappe, se ci mettiamo dietro un fo-glio bianco le vediamo ancora me-glio...
B.:Ho fatto!B.:Hai!
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I.: Fammi vedere, Cassiopea? BravoPaolo... Aspettate che voglio farviuna foto mentre fate la costella-zione... cerchiamo di metterli bene...no,non rovesciate... ora metto unacarta anche qui così vedete meglio.
B.:Vedi come è piccolissimo, piccolis-simo, non si vede neanche.
I.: Fai vedere? Marta comincia dai!Quale vuoi fare? Quale ti piace dipiù? Il Carro o Cassiopea?
B.:Il carro.I.: Allora comincia dal fare il carro... ne
metti uno qui, poi uno qui,poi unogiù e fai quello che hai detto.
B.:Sembra un rettangolo... I.: Paolo mettilo giù se no nella foto non
riesco a vedereB.:Grande!I.: Bene Alessia, guarda che le stelle
non sono tutte intorno, prova a met-terle in mezzo come fanno Siria eanche Elena, bravissima Elena...puoi fare il Carro se vuoi...
B.:Io voglio fare questo.I.: Cassiopea, bravissimo! Ti è venuta
proprio bene.B.:Non si vuole mettere qui dentro...I.: Ecco, quando lo avete fatto possiamo
proprio dire che è finito.B.:Il mio non vuole entrare qua dentro... I.: Prova con un altro di questi..B.:Il mio si, guarda!I.: E poi c’è da fare il manico del carro.B.:Ho finito maestra!I.: Che bello, brava Siria.B.:È il Carro.I.: L’Orsa Maggiore hai fatto... Ora ci
dividiamo in due gruppi perché hodue proposte per voi, una è qui... hopreparato un bel cielo blu e delle stel-line da incollare, guardate come sono
carine... .quello che avete fatto sulletavolette, potete cercare di rifarloqui, va bene? Potete rifare le costel-lazioni incollando le stelle... vi hopreparato lì anche le foto così vi aiu-tano a rifare Cassiopea, il Piccolo oil Grande Carro.
B.:Io ho fatto il carro, quello lì.I.: Adesso puoi incollare le stelline...
Facciamo che un po’ di bambinigrandi... tu hai finito? Bene ti puoitrasferire di qua e anche voi... qui ibambini possono fare quest’altrogioco... Abbiamo parlato di unire ipuntini per fare le costellazioni... gliantichi se ne sono inventate tantecome abbiamo visto, ma anche voipotete inventarne di nuove unendoquesti puntini; poi mi direte cosaavete immaginato... qui c’è scritto:disegno la mia costellazione... Alloralasciate lì le tavolette e ci trasferiamoa questo tavolo... i bambini piùgrandi vengono qua.
B.:Io ho finito!I.: Brava Elena,va bene... tanto poi pos-
siamo farli tutte e due... facciamoprima questo e poi quello... potetescegliere il colore... ti siedi, scegli unposticino, scegli i colori che vuoi...Andrea vieni...
B.:Io scelgo l’arancione!I.: Potete anche usare più colori, guar-
date qui ho una foto di bambini chehanno fatto le costellazioni unendo ipuntini.
B.:Ho fatto!I.: Bene, benissimo... io vi do questo
pennellino... .B.:Io non ce l’ho la stella.I.: Vieni Sofi che incolliamo le stel-
line... non ce l’hai la stella, ma ora te
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la do io... quale vuoi fare Cassiopeao l’Orsa... mettete intanto le stellinesul foglio che poi si incollano... vieniElena, quale vuoi fare? Provaci...bravissimi... proviamo a mettere lestelline, non tante, poche per ognibambino. Ora mettiamo la colla... iometto la colla e tu metti le stellesopra... la sai mettere? FacciamoCassiopea, mettiamo le stelle soprala colla... tu cosa vuoi fare? Cas-siopea?
B.:Sì!I.: Allora cominciamo da qua, Sofia
mettile dove è la colla se no scappanole stelline... 1 2 3 4 vai, vai... mettineancora... adesso faccio una foto aibambini più grandi e poi ne facciouna anche a voi... bellissimo questogioco! Vediamo loro invece... .poteteanche cambiare colore... bello An-drea sembrano delle vere costella-zioni... Ora ritagliamo il nome dellacostellazione e lo incolliamo... eccoil nome anche per te, Cassiopea... perte ecco Orsa Maggiore... anche Elenaha fatto Cassiopea, è un nome diffi-cile... la regina vanitosa... Alessiaecco... Orsa Maggiore... brava Mar-tina, dietro scrivi il tuo nome.Siete stati tutti bravissimi... oraquesto lavoro lo portate a casa e sipuò fare lo scambio tra i due gruppi...
Incontro del 27 maggio 2007
I.: Vi ricordate che l’altra volta, nellastanzina di là, vi ho fatto vedere lefoto delle stelle?
B.: Sììì! Belle!
I.: Questa volta ho usato questa mac-china. Vi ricordate come sichiama?... (brusio: “no... si...”)... sichiama “lavagna luminosa”... nonstate troppo vicini e vi farò vedereancora delle foto belle grandi distelle. Però, se Giulia sta zitta, riu-scirò anche a raccontarvi delle cose...Vi è mai capitato, guardando il cielo,di vedere delle nuvole?
B.:No... sì... io sì... I.: Vi è mai capitato di immaginare che
quelle nuvole potevano sembrarequalcosa... una figura...
B.:A me una nuvola, mentre venivo qui,mi sembrava una macchina lunghis-sima.
B.:Quando vado dalle parti, tute le nu-vole mi sembrano una strada.
I.: Una volta, a me una nuvola sembravaun cavallo. Lorenzo, a te è mai capi-tato di immaginarti delle figure nellenuvole?
B.:No.I.: Ho visto che qualche bambino
questo gioco lo ha fatto. Tu, Alessia?B.:Ho visto una nuvola che quando an-
davo a casa della mia mamma sem-brava che mi inseguiva e era a formadi bicicletta.
B.:Certo, era... I.: Gli uomini antichi, questo gioco che
noi facciamo con le nuvole lo face-vano di notte con le stelle. Non c’erala luce elettrica come ora nelle cittàe le notti erano lunghissime. Spessodormivano all’aperto, oppure cam-minavano di notte per fare lunghiviaggi. Le avevano le macchine, gliantichi?
B.:No, no, no, c’erano le carrozze con icavalli.
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I.: Ma prima prima camminavanoanche tantissimo a piedi e si imma-ginavano che delle stelle che eranovicine tra loro rappresentassero dellefigure. Questi gruppi di stelle vicineli hanno chiamati “costellazioni”.Ora ve ne faccio vedere alcune. Ve neho portate solo tre da mostrarvi, mace ne sono tantissime. Le costella-zioni che hanno visto gli antichi sono88; ancora oggi si chiamano con glistessi nomi che gli avevano dato neitempi antichi (pensate: ogni notte lestelle ritornano sempre uguali!). Lecostellazioni hanno nomi buffi: Pe-gaso, Orione, Cassiopea...
B.:Pegaso è il cavallo di Ercole!I.: Si chiamano Sagittario, Scorpione,
Cane, Giraffa, Serpente... Io ve ne hoportate tre, di quelle che possiamovedere sempre nel nostro cielo.L’altra volta vi ho parlato della StellaPolare?
B.:Mmm... I.: Vi ho detto che era quella che stava
ferma.B.:Era quella che stava nel mezzo! E il
cielo girava intorno... e lei stavaferma lì.
I.: Vi faccio vedere qual è la stella po-lare.
B.:Sta qui!I.: È in una costellazione che si chiama
Orsa Minore; intanto accendo, ci ve-dete bene? Alessia, se non ci vediperché stai troppo sotto, ti puoi spo-stare qui dietro, forse qui accanto aChiara. Poi, ho bisogno di qualchebambino grande...
B.:Anch’io! (Giulia)I.: No, tu ci vedi benissimo lì davanti...
Adesso voglio farvi vedere... ve-
diamo se trovo la Stella Polare, sonofoto fatte col buio, dobbiamo averegli occhi buonissimi... Riuscite a ve-dere dei puntini?Io ve li indico con la matita: li ve-dete?
I.: Questo gruppo di 7 stelle (ecco: 1, 2,3, 4, 5, 6., 7) fanno una costellazionee quest’altro ancora di 7 (1, 2, 3, 4,5, 6., 7) ne fanno un’altra. Vedete, inalto? Questa è la Stella Polare, nellacostellazione che si chiama Orsa Mi-nore; e la prima l’hanno chiamataOrsa Maggiore. Ma si chiamano purePiccolo Carro e Grande Carro...Però, ve le voglio fare vedere bene!Guardiamo questa: qui si vede benis-simo.
B.:Sì, bella! I.: Guardate come è bella, la giro. È fatta
con le stelle, è rosa... B.:Bello!I.: Vedete qua? (indico con il pennarello)
guardate sul muro 1, 2, 3, 4, 5, 6., 7.B.:Io quella grande la vedo in basso.B.:È in basso, anch’io la vedo... I.: Intorno ad ogni stellina, voi guardate
sul muro: si vede là quello che faAlessia. Qui, poi qui, poi qui...
B.:Si vede tutto verde!I.: E l’ultima qua. E poi, sapete, uniamo
queste stelle: avete fatto mai il giocodi unire i puntini?
B.:Anche io lo ho fatto!B.:Io no.I.: È così che gli antichi si immagina-
vano le figure. Vedete? Guardate unpo’ qui che cosa si vede...
B.:Come quello... come quello... I.: Non stiamo a fare i giochi, stiamo a
vedere le stelle... Vieni qui, ferma unpo’? Guardate, lo vedete: sembra
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anche a voi un carretto?B.:Sì, sì... I.: Bellissimo, si vede meglio. Ora vi
levo il cielo nero così lo vedete me-glio ancora. Questo lo hanno chia-mato Grande Carro; ma ci hanno im-maginato anche un orso con tre cac-ciatori che lo rincorrevano per ucci-derlo: e lo hanno chiamato l’ “OrsaMaggiore”. Provate a dirlo...
B.:Orsa Maggiore!I.: Guardatela un po’ perché poi pro-
viamo a rifarla con dei materiali cheho preparato. Ora ve ne faccio vedereun’altra bellissima che ha un nomestrano, strano... Chissà se gli astro-nomi lo hanno fatto come noi questoschema... guardate, questa è la no-stra mappa che abbiamo fatto noi;guardiamo questa degli astronomi: èuguale?
B.:Sì, sì... I.: È uguale! Siamo stati bravi come gli
astronomi!B.:Noi siamo degli astronomi! Questa si
chiama Orsa... Polare. B.:No, Orsa Maggiore... I.: Adesso questo gioco lo facciamo con
un’altra, che si chiama Cassiopea.Adesso viene Chiara al posto diAlessia, vediamo se ce la fa anche leia fare la mappa. Guarda, Lorenzo,guarda qui: ci sono 5 stelline, guar-date che provo a indicarle: 1, 2, 3, 4,5, vedete come sono luminose?
B.:Sì!B.:5 come i miei anni!B.:Anche i miei... I.: Questa costellazione si chiama Cas-
siopea: proviamo a dirlo insieme... B.:Cassiopea!I.: Adesso prova ad unire i punti con
una riga: vedete che ha una forma?Questo non sembra però un car-retto... vediamo a cosa somiglia.
B.:Alle onde del mare!... Sì, alle ondedel mare quando è arrabbiato.
I.: Non funziona (il pennarello)! Aspettache prendo un altro colore, ho sba-gliato, dovevo mettere il lucido!Faccio io per fare veloce, vediamoche forma ha: lei ha detto “le onde delmare”... guardate... oppure, cosapuò sembrare?
B.:È all’incontrario, però, è all’incon-trario...
I.: Allora guardiamola così. Cosasembra?
B.:Anche un po’ di montagneB.:O forse una letterina che vuol dire
Viva!, una doppia V, W; o anche unaM rovesciata: bellissima.
I.: Lo sapete ridire questo nome? Cas-siopea, Cassiopea, riditelo un po’...
B.:Cassiopea... I.: Come?B.:Cassiopea!I.: Vediamo se anche questa mappa so-
miglia a quella degli astronomi. At-tenzione! Dov’è? Guardate la nostrae quella degli astronomi: se la met-tiamo sopra è proprio uguale.Guarda...
I.: Siamo stati bravissimi con CassiopeaB.: (Giulia) Io!...io!...I.: Adesso ne ho un’altra che si chiama
Orsa Minore: ve la faccio vedere.Ecco, guardate qua; anche questa so-miglia a un carretto. L’ho messa alcontrario! Sapete, alcuni bambini mihanno detto che sembra quello delsupermercato: è vero? Questa qua!Proviamo a fare noi la mappa, ve-diamo come viene bella. Vieni, Lo-
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renzo, rifai qua il disegno delle stelle.Questo è il Piccolo Carro. Questa èuna stellina... e in cima al PiccoloCarro c’è quella stella che abbiamogià nominato: questa è la...
B.:Stella Polare!I.: Eccola! Allora, come si chiama?B.:Stella Polare!I.: Si, e tutta la costellazione si chiama
Piccolo Carro, oppure Orsa Minore.Perché è più piccola dell’altra. Qui sivede bene, perché si vedono tutte edue insieme... vedete... la piccola e lagrande.
B.:Sì.I.: E nel cielo le vediamo così, delle
volte più dritte e delle volte più rove-sciate. Ora, sapete che si fa? Attac-chiamo queste mappe alla parete evenite tutti qua, seduti. Ognunoprende una tavoletta e dei chiodini eproviamo a rifare con i chiodini lestelle delle costellazioni. Mettiamoqui una panchetta e una seggiolina.Lorenzo, scorri! Non vedi che c’èposto? Qui vengono anche altri bam-bini... Dovete cercare di mettere lestelle in modo da formare quelle fi-gure; ne scegliete una...
B.:Scelgo Cassiopea!B.:Le attacco qua perché quelle che ab-
biamo fatto noi sono più facili.Questa è...
B.:Cassiopea!I.: Questa la metto vicino alla sua foto.
L’Orsa Minore e la Grande Orsa oOrsa Maggiore. Accendo la luce, diqua.
B.:A me piace farlo con le stelline... I.: Aspetta... Tu, Chiara, quale vuoi ri-
fare? Hai scelto?B.:Io ho fatto... questa è la stella...
I.: Devi cercare di guardare qui loschema per rifarlo: guarda comesono messe. Se vuoi fare Cassiopea,devi metterle così, se devi farel’Orsa, invece, così. Non importariempire le righe, bastano le stelle.
B.:Bello!I.: Vediamo dove possiamo mettere le
stelle: non dobbiamo rifare le righe,solo i punti delle stelle; perché gli an-tichi se le sono immaginate, le righe:nel cielo non ci sono... Tu cosa vuoifare? Hai scelto l’Orsa Minore?
B.:Anch’io!I.: Bravo Lorenzo. Vedete, potete fare
così come fa Lorenzo e fare solo lestelle; non importa tutto, tutto. Epoi... va bene: adesso devi fargliquelle stelline che fanno il manico...qui...
B.:Guarda... I.: Brava, anche in mezzo; forza, pro-
vate a fare Cassiopea che è facilis-sima...
B.:Io voglio fare questo.I.: Guarda Andrea, una stellina qui, una
qua... continua... piano Giulia;ascolta, usa i piccoli, piccoli. Eccola!Questa è Cassiopea!
B.:Maestra, è un po’ piccolina! I.: Così è, qua c’è la stella polare: Lui
l’ha fatto così... Luna, secondo te an-dava in qua o in qua? Guardalo bene:per farlo bene così devi mettere il car-rello di qua. Adesso che avete fatto...Lorenzo, non importa fare la cornice,basta attaccare le stelline. Appenaavete preparato il vostro schema, vido il cartoncino blu che è il cielo e voicercate di attaccare le stelle propriocome avete fatto con i chiodini, d’ac-cordo? Bene, Allegra, ti servirà per
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attaccare le stelline. Tu hai fatto Cas-siopea? Forse ci hai messo una stel-lina di troppo; vediamo: 1, 2, 3, 4, 5,una specie di montagna...
B.:Anche il mare... I.: Vediamo Manuel.. se non riesce lo
aiutate? Il Grande Carro non lo hafatto nessuno?
B.:Lo sta facendo Filippo.I.: Vero che fai quella in mezzo? Come
sta venendo bella! 1, 2, 3, 4, quello èil Carro grosso, poi c’è il maniconegrosso; questo è il Carretto, vedibello? Bastano così, perché sonopoche le stelle delle costellazioni.Adesso, i bambini che hanno finitoprendono il cartoncino. Dietro il car-toncino ci ho scritto la lettera per ibabbi e le mamme, c’è scritto quelloche abbiamo fatto oggi... Lascialo lì,quello serve anche a te, Lorenzo, pervedere dove mettere le stelline. Conil lapis puoi fare i punti dove incol-lare le stelline. Guardate che stellebellissime!... Fammi vedere. Orametti le stelline sui punti, poi incol-liamo: bastava un puntino piccolo...Sono più alte... Ora vi do le stelline...Andrea per te... guarda: bravo lui!Adesso incolliamo. Ne hai messe unpo’ troppe Lorenzo.
B.:Anch’io voglio questo qua... I.: Si mette poca colla... si deve mettere
la colla così: 1, 2, 3 ,4.B.:Anch’io lo voglio!I.: Ora lo do anche a te, certo. Vediamo:
bravo! Incolliamo un po’ per volta;con un pennellino, Chiara, cerca difarlo come lo hai fatto qui... Guardache Lorenzo l’ha fatta... Come sichiama la tua?
B.:Orsa Minore.
I.: Ora ce la incolliamo; e poi vi do unaltro lavoro... un po’ più larghe, te-soro.
B.:Anch’io!I.: Ora vengo che da te... B.:Oggi chi racconta?I.: Oggi non tocca a noi, noi abbiamo
raccontato l’altra volta.B.:Voglio la colla!I.: Aspetta, Giulia. Vediamo come le
mettiamo: vuoi fare Cassiopea?B.:Sì.I.: Allora come una montagna, 1, 2, 3, 4,
5, brava, ora metti le stelline sopra lacolla. Anche a Lorenzo... incollal’Orsa Minore, poi scrivi il tuo nome:con il lapis, e poi vai là ci sono car-toncini e si fa un altro lavoro. Ve-diamo un po’... Le hai incollate tutte?Questa si chiama Cassiopea: allora siincolla anche il nome... ti do i nomeCassiopea, bravissimo. Anche Giuliaha messo le sue stelline, anche leideve incollare Cassiopea. Sapete cheCassiopea è il nome di una reginamolto vanitosa? Lo prendi? No,Giulia, basta ora, hai messo troppestelline! Basta ora... bravissima! Nomoltissime, bellissime! Alessio,vieni, solo i puntini devi mettere. Tupuoi andare a disegnare là, adesso tifaccio vedere che si fa... Quale vuoifare di queste? Cassiopea, anche te?Cassiopea è come una montagna, cisono le stelline. In questo tavolo in-vece si fa un lavoro di fantasia. Vedete qui: questa è l’Orsa e Cas-siopea la regina vanitosa e questesono altre figure di costellazioni. Quici sono disegnati tanti puntini, voipotete unirli come volete e inventarela vostra costellazione come hanno
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fatto questi bambini di una scuolache non è la nostra. Hanno inventatotante figure, animali, casette... In-venti quello che vuoi, unisci i puntinie dici “ho fatto un carretto”, “ho fattouna mappa nuova”...
B.:Guarda cosa ha fatto la Giulia! I.: Lasciala fare,basta che non rovini
quello degli altri. Ognuno sul suo.Bravissimo, adesso incolliamo ilnome e poi scriviamo Lorenzo DeDominicis.
B.:Simo, dove li metto i puntini?I.: Filippo, ora tocca anche a te: quale
vuoi fare? Questa? Allora, fai duepuntini più in alto... e poi... puoiguardare e poi decidere. Sara, per fa-vore: 1, 2, 3, 4, 5, metti le stelline poimetti la colla e incollale. Filippo,quale vuoi fare di costellazione?L’Orsa piccola o l’Orsa grande?Questa? Allora dobbiamo fare i pun-tini 1, 2, 3, 4, e poi il manico...
B.:Guarda qua.
I.: Lorenzo! Questa è la casa e questa èla stradina...
B.:Maestra... I.: E poi ci incolliamo le stelline. Sara,
lavora per benino: se ne mette pocadi colla... Incollaci il nome, va bene.Ora metti la colla dove hai fatto ipuntini; vediamo se viene bene unaqua e una là. Puoi usare un altro pen-nellino. Anche tu vuoi fare Cas-siopea, questa? Allora fai i puntini epoi metti la colla... E tu, quale vuoifare? Puoi fare l’Orsa Maggiore,guarda, un puntino, un altro pun-tino... ora incolliamo il nome. BravoManuel. Ora mettete le stelline.Anche lui fa la sua costellazione: vaia disegnare. Dov’è la Giulia? Tiavevo persa. Credevo fossi andata afare pipì...
Insegnante:
Simona Barbetti
Impaginazione
C.R.E.D. - Comune di Scandicci
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