scuola coscienza

3
Una scuola per lo sviluppo della L a scuola è un'istituzione che ha il com- pito di infol111are ed educare il futuro cittadino coadiuvandone lo sviluppo. I nostli figli trascorrono tre quarti del loro tempo all' intemo di questa struttura per un arco di almeno quindici anni! Pensandoci bene è un tem- po davvero enOl111e per poter fare un ottimo lavoro. Consideriamo anche che il primo periodo di vita di ogni individuo è fondamentale per porre le basi di una personalità equilibrata che ha una aspettativa di vita lunghissima: 80 anni. Un tempo l' istruzione era privilegio di pochi, oggi è un aspetto talmente scontato da essere divenuto obbl igatorio e proprio per questo non sempre valo- rizzato nella sua sostanza. Dico questo perché ricor- do che all'epoca in cui io stessa avevo 12-13 anni uno dei ragionamenti più comuni era: dato che que- s ta è la scuola dell'obbligo e a me molte cose non piacciono, vedrò di fare il "m inimo indispensabile". Solo successivamente, potendo scegliere la sc uo la superiore, spesso si ritrovava la vera motivazione allo studio: conoscere, creare, sperimentare. Oggi i "mali" della scuo la si possono toccare con mano da parte di tutti gli attori che partecipano alla sua ani- mazione. o CN n.1/2000 coscienza Apprendere non significa educare: responsabilità della scuola, principali carenze e metodologia per farla diventare luogo di crescita e stimolare l'amore per la conoscenza Maria Torlini Partiamo dai bambini. Per loro pulsione genet ica i bambini sono portati a scoprire, a toccare, e spesso a "rompere"! per vedere come funziona , tutto ciò con cui entrano in contatto. Questo, in una libera espres- sione, debitamente contenuta negl i aspetti della loro salvaguardia e dell 'ambiente, consente loro di sv i- luppare e realizzare per apprendimenti success ivi la conoscenza di sé e del mondo, realizzando i vari gradi di consapevolezza. Il passaggio tra la famiglia e la scuo la ha sicuramente una connotazione trau- matica perché segna di colpo l'entrata nel mondo delle regole sociali in cui spesso non è contemplato il singolo individuo con i suoi momenti particolari di crescita. È qui che spesso si acutizzano gli ele- menti di un disagio che, se non viene gestito per tempo, comincia ad incidere pesantemente sulle potenzialità di espressione del bambino, ra gazzo e quindi adulto. Poi ci sono i genitori, che, pieni di timori (a volte ragionevolmente giustificati), passano dalla paura che il loro piccolo possa soffrire troppo alla delega totale delle responsabilità educative, e quindi dei o fallimenti dei propri figli, al sistema sco- lastico. Infine abbiamo gli insegnanti, pressati dalle "esigcnze dei programmi ministeria li ", dalle diffì-

description

diventare luogo di crescita e piacciono, vedrò di fare il "m inimo indispensabile" . Solo successivamente, potendo scegliere la scuola superiore, spesso si ritrovava la vera motivazione allo studio: conoscere, creare, sperimentare. Oggi i "mali" della scuola si possono toccare con mano da parte di tutti gli attori che partecipano alla sua ani- mazione. una personalità equilibrata che ha una aspettativa di vita lunghissima: 80 anni. Un tempo l' istruzione era privilegio di pochi, oggi •

Transcript of scuola coscienza

Page 1: scuola coscienza

Una scuola per lo sviluppo della

L a scuola è un'istituzione che ha il com­pito di infol111are ed educare il futuro cittadino coadiuvandone lo sviluppo. I nostli figli trascorrono tre quarti del

loro tempo all' intemo di questa struttura per un arco di almeno quindici anni! Pensandoci bene è un tem­po davvero enOl111e per poter fare un ottimo lavoro. Consideriamo anche che il primo periodo di vita di ogni individuo è fondamentale per porre le basi di una personalità equilibrata che ha una aspettativa di vita lunghissima: 80 anni.

Un tempo l' istruzione era privilegio di pochi, oggi è un aspetto talmente scontato da essere divenuto obbl igatorio e proprio per questo non sempre valo­rizzato nella sua sostanza. Dico questo perché ricor­do che all'epoca in cui io stessa avevo 12-13 anni uno dei ragionamenti più comuni era: dato che que­sta è la scuola dell'obbligo e a me molte cose non piacciono, vedrò di fare il "minimo indispensabile" . Solo successivamente, potendo scegliere la scuola superiore, spesso si ritrovava la vera motivazione allo studio: conoscere, creare, sperimentare. Oggi i "mali" della scuola si possono toccare con mano da parte di tutti gli attori che partecipano alla sua ani­mazione.

o CN n.1/2000

• coscienza Apprendere non significa

educare: responsabilità della

scuola, principali carenze e

metodologia per farla

diventare luogo di crescita e

stimolare l'amore per la

conoscenza

Maria Torlini

Partiamo dai bambini. Per loro pulsione genetica i bambini sono portati a scoprire, a toccare, e spesso a "rompere"! per vedere come funziona, tutto ciò con cui entrano in contatto. Questo, in una libera espres­sione, debitamente contenuta negl i aspetti della loro salvaguardia e dell 'ambiente, consente loro di sv i­luppare e realizzare per apprendimenti successivi la conoscenza di sé e del mondo, realizzando i vari gradi di consapevolezza. Il passaggio tra la famiglia e la scuola ha sicuramente una connotazione trau­matica perché segna di colpo l'entrata nel mondo delle regole sociali in cui spesso non è contemplato il singolo individuo con i suoi momenti particolari di crescita. È qui che spesso si acutizzano gli ele­menti di un disagio che, se non viene gestito per tempo, comincia ad incidere pesantemente sulle potenzialità di espressione del bambino, ragazzo e quindi adulto.

Poi ci sono i genitori, che, pieni di timori (a volte ragionevolmente giustificati), passano dalla paura che il loro piccolo possa soffrire troppo alla delega totale delle responsabilità educative, e quindi dei succe~si o fallimenti dei propri figli, al sistema sco­lastico. Infine abbiamo gli insegnanti, pressati dalle "esigcnze dei programmi ministeriali", dalle diffì-

Page 2: scuola coscienza

coltà di interazione con gli alunni e dalla sensazione comune di es­sere colpevolizzati dai genitori, con il risultato che a lungo andare si produce una chiusura, una rigi­dità e una limitatezza di rappolti che nuocc iono a tutti.

Eppure la scuola potrebbe essere un luogo meraviglioso di incontro che potrebbe arricchire cnorme­mente tutti coloro che ne entrano a far paltc. Cos'è che spesso non funziona nella concretizzazione delle sue finalità sostanzia li? Per­ché oggi la scuola è sempre più un luogo di disagio, di connitto, di incomprensione e nel migliore dei casi una medicina che non si può fare a meno di mandar giù? Forse potremmo dire che manca l'Uomo (uomo/donna) con le sue reali dimensioni di vita. In parole povere io non posso mettere sulla carta un programma ministeriale perfetto e pretendere di applicarlo senza tenere conto delle necessità del fruitore di quel programma: individuo, insegnante, tessuto so­ciale.

In termini pratici , per apprende­re occorre serenità: da parte dell ' inseg nante , da parte dell ' alunno, da patte del genitore. La sofferenza di un confronto so­ciale con i pari, vissuto in temlini perdenti, blocca tutte le energie positive del bambino, del ragazzo e dell 'adulto e fa scendere in se­condo piano l'apprendimento delle materie, la trasmissione dei dati e il processo di avanzamento educativo. Quando il cervello non è sereno - e filtra tutto in negativo depauperando le proprie energie nella fonnazione di complessi di vario genere, ansie generalizzate e disturbi psicosomatici (cefalee,

mal di pancia ... ) - spesso si pro­duce o una fuga (in se stessi) o una ribellione estrema (elevati livelli di aggressività, bullismo ... ).

Puttroppo ali' interno del siste­ma scolastico il metodo pre­mio/puniz ione la fa ancora da padrone e di conseguenza tutti i processi di apprendimento cere­brali vengono tarati sull"'esigen­za" di ottenere un riconoscimento positivo in termini quantitativi se­condo un parametro uguale per tutti. In questo senso mi sento di dover sottolineare con grande fer­mezza la necessità di rendere utile e gratificante qualunque appren­dimento proposto dalla scuola. Questo aspetto è fondamentale per incentivare la motivazione ad apprendere, in quanto il cervello è "naturalmente predisposto" ad apprendere tutto ciò che ritiene in­teressante, con poco dispendio di energia e grande efficacia di sedi­mentazione delle informazioni ,

Dobbiamo riportare la scuola a misura d'Uomo e per c iò non pos­siamo continuare a dissociare le funzioni di apprendimento di no­z ioni, spesso percepite fini a se stesse dal discente perché lontane dalla realtà concreta da lui vissu­ta, dalla fi siologia dei processi mentali superiori. Gli insegnanti devono poter usufruire delle co­noscenze dei meccanismi fisiolo­gici con cui il cervello elabora le informazioni perpoterne usufrui­re nell ' insegnamento della pro­pria materia.

Ciò può consentire, gradual­mente, di rigenerare il tessuto so­ciale attraverso un'educazione utile, in cui possa essere dato am­pio spaz io alla cultura dei valori, al fine di dare al ragazzo coscien-

za di sé, delle proprie potenzialità e soprattutto della responsabi I ità del suo agire. Oggi, invece, si dà la priorità alle competenze nozio­nistiche, ma per quello è suffi­ciente un personal computer e non l' interazione tra docente e discen­te intesa come crescita finalizzata alla autoconezione, all'autocoscienza e alla capacità di autoprogettazio­ne in senso evolutivo.

Durante il processo di apprendi­mento abbiamo una prima fase di acquisizione ed una, conseguente, di memorizzazione. Dobbiamo qr

fine principale

EDUCAZIONE

--e .... c. •••• fisica

LE SINGOLE DISOPllNE RAPPRESENTANO I FINI RELATIVI CHE SI DEVONO INTEGRARE PER POTENZIARE LA SfERA DELLA

CONOSCENZA DI OGNI SINGOLO INDIVIDUO, UTILE A RENDERE SlMPRf PllI' A"rvA LA PUISONA Hf.l

CORSO DELLA PROPRIA fORMAZIONE EVOLUTIVA.

CN 11

Page 3: scuola coscienza

per una efficace metodologia dello studio

occorre passare da:

trasmissione dati

nozionismo =

acquisizione passiva

a : attivazione motivazionale

= ex-ducere le

potenzialità individuali di apprendimento

passare dal sistema noz ionistico al sistema fi siologico di queste due sequcllLc. In pm1icolarc. è neces­

sano:

1. attivare sempre un ascolto globale

per pci esplorare nello specifico la

causa che ha prodotto un certo feno­

meno (storico, letterario, matematico,

scientifico, ecc. 7 integrazione tem­

porale delle materie tra di loro);

2. nessun essere umano è un ripeti­

tore ma è un rielaboratore fisiologico di informazioni, rielaborazione attra­

verso la quale si forma la consapevo-

lezza di sé, del proprio vissuto eme- 7. occorre far sviluppare al ragazzo

zionale, cognitivo, esperienziale; un processo di autovalutazione og­gettiva di sé e dei propri prodotti scola-

3. occorre interessare, soggettiva n- stici;

dolo e personalizzandolo, ogni ap-

prendi mento (il ragazzo non può

rimanere passivo, si deve attivare con il ragionamento, la riflessione);

4 . occorre ascoltare con la massima

attenzione per poi costruire una sinte­

si originale di ciò che si è acquisito,

solo allora si può procedere al rinforzo

attraverso strategie di memorizzazio­

ne;

5. per una globalita della conoscen­

za occorre dare una finalita ai singoli

insegnamenti cosi il cervello costrui­

sce una conoscenza unitaria;

6. occorre tener conto delle differen­

ze individuali non come discriminanti

di apprendimento ma come diversi stili

di acquisizione, tutti validi e tutti da co"

tivare per raggiungere l'obiettivo finale

che il determinato tipc di materia si

pone;

8. occorre tenere conto dei tempi in­

dividuali di maturazione per il consoli­

damento della conoscenza.

In una parola, QCCOITe stimolare l'amore per la conoscenza, unica in grado di att ivare in tennini si­nergici entrambi g li em isFeri cere­brali , per un apprend imento efficace po iché in quel caso ri­sponderebbe a lla finalità de l pro­getto di crescita di ogni essere umano: esprimere le proprie po­tenzialità per acquisi re strumenti conosc itivi eapp licativi utili al be­nessere individuale e sociale.

La scuola ha il diritto/dovere, in qualità di agenz ia Formativa, di fa­vorire la nascita di una cosc ienza c la g ioia di paltec ipare alla vita. Cerchiamo insieme di lavorare c rintracciare tutte le enorm i risorse che ancora nasconde. D