Scugnizzo egizianoINCONTRI MOHAMED ALAA, VIDEOARTISTA · 2011. 5. 26. · Mohamed Alaa può...

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di Vincenzo Mattei « H ello, I am an as- shole narcisist». «Ciao, sono un narcisista coglione», così esorta un ammiratore segreto sul poster affisso sulla parete della galleria Top Roof del Cairo che ospita l'in- stallazione audiovisiva Local di Mohamed Alaa. Sui monitor in- stallati della terrazza, l'immagine dell'artista e di un giovane scono- sciuto egiziano rimane fissa con un sottofondo di musica araba ki- tch che neanche una danzatrice del ventre riuscirebbe a ballare. È la stessa immagine stampata sui poster dell'evento. Mohamed Alaa non è affatto contrariato, an- zi è divertito quando mostra la fo- to con l'autografo del fan. «È quel- lo che cerco: interazione», non gli si può certo dare torto, in fin dei conti che cosa è l'arte audiovisiva se non creare un'emozione imme- diata? Suscitare una reazione nel- lo spettatore? Quanti si sono trova- ti davanti a istallazioni nei musei avrebbero espresso la stessa opi- nione dell'anonimo egiziano? An- che questa è democrazia artistica. Le installazione audiovisive metto- no in movimento qualcosa nel- l'animo che spesso è in contrasto con le nostre opinioni e con la no- stra morale; smuovono un qualco- sa dentro che lascia spiazzati, smarriti, entusiasti o costernati. Se nell'800 le opere degli impres- sionisti e degli espressionisti han- no smosso le coscienze di una bor- ghesia rarefatta e abituata a trop- pi stereotipi ancorati al passato, si può affermare che quel ruolo oggi- giorno sia ricoperto dalle arti au- diovisive. Mohamed Alaa può sembrare in prima battuta un tipo schivo e introverso, ma forse il suo atteggia- mento è un approccio artistico per avere un punto di vista ester- no a quello che succede intorno a lui, come spesso accade ai registi cinematografici. Appena prende un po' di confidenza parla volen- tieri dei suoi lavori e dei suoi pro- getti. Sarà per questo che durante il festival Afrocine del museo Caso- ria Contemporary Art (CAM) di Napoli è stato soprannominato «lo scugnizzo»: partecipava con uno dei suoi lavori (Under Siege) per una collettiva di artisti africa- ni. Appellativo non poteva essere più azzeccato: ha uno sguardo di- stante ma tagliente, capelli ricci e ribelli, quasi rasta, un sorriso fur- bo che coinvolge e che sembra sempre di fartela sotto il naso. Mohamed Alaa osserva mentre il suo cervello macina idee, sempre in movimento, un po' come l'arte che lo rappresenta. Si trovava in Arabia Saudita per girare uno dei suoi video quando è scoppiata la rivoluzione in Egit- to. Era alle prese con uno sheik dei servizi segreti sauditi che mo- nitorano il rispetto dei costumi islamici nel paese della Mecca. Il poliziotto gli ha intimato di ferma- re le riprese e sporto denuncia presso l'autorità competente per offesa al pubblico pudore, in po- che parole è stato denunciato con la scusa che aveva tre bottoni del- la camicia non inseriti nelle asole e portava un braccialetto di pelle e argento! Tra l'impossibilità di fil- mare il suo nuovo progetto e le no- tizie che gli arrivavano dalla televi- sione da piazza Tahrir, alla fine ha prevalso il desiderio di ritornare in patria. Il primo febbraio anda- va direttamente dall'aeroporto del Cairo nel fulcro della rivolta. Ha partecipato insieme ai suoi co- etanei e amici, ha girato video e ha interiorizzato le emozioni di cui la piazza si andava impregnan- do. Non ne parla tanto volentieri Mohamed di quei momenti, co- me se fosse un sentimento da cu- stodire per un'idea di una prossi- ma installazione. A meno di un mese dalle dimis- sioni di Mubarak ha fatto una per- formance a Tahrir chiamata Lavo- ri nelle strade. Ha portato una per- gamena lunga 50 metri e l'ha ste- sa lungo la piazza dove tutti pote- vano scrivere le loro opinioni e idee sulla rivoluzione: anziani, bambini, uomini, donne, stranie- ri, religiosi, atei... Chi si auspicava un futuro migliore, chi scriveva il proprio nome, chi biasimava la corruzione e il vecchio regime, chi disegnava solamente e chi si inal- berava e strappava il rotolo di car- ta perché qualcun altro aveva avu- to il coraggio di lasciare l'impron- ta di scarpa sopra la scritta Allah. Un manifestante irato ha accusa- to Alaa di essere un copto cristia- no, ma la sua famiglia è al 100% musulmana, e continua a riderse- la mentre lo racconta. Non che lui approvasse, ma quello che conta- va era la possibilità di esprimersi, di interagire in maniera artistica nella rivoluzione, sviluppando nei partecipanti un'analisi critica ver- so i prossimi sviluppi democratici e su ciò che era accaduto negli ulti- mi due mesi. Questo era fonda- mentale per Alaa, e considerava che veder distruggere la propria idea-opera da qualche intolleran- te religioso era un modo per inte- ragire, anche se alla fine non c'è stato altro rimedio che agire, ripa- rando la pergamena con lo scotch! Un'altra istallazione che lo ha visto protagonista, è stata quella precedente il referendum del 19 marzo scorso. Ha tappezzato il centro del Cairo con graffiti usan- do come matrice un frame forma- to Facebook con la scritta in ara- bo «Non rispetto nessun barbuto che inciti i cittadini a votare SI per approvare degli emendamenti a una costituzione che è stata rove- sciata dalla rivoluzione. Propon- go, a mi aspetto, che ogni egizia- no possa esprimere la propria opi- nione e scelga in completa libertà ... Like comment». Chiarisce me- IL DILEMMA DI RON HOWARD; CON VINCE VAUGHN, KEVIN JAMES. USA 2011 0 Ron Howard torna con una commedia ambientata a Chicago (non priva di tragici spunti). Due amici fraterni, Ronny e Nick, sono anche soci in affari e i loro matrimoni sembrano essere solidi e felici. Il loro rapporto si incrinerà a causa dei tormenti di uno dei due, che ha visto la moglie dell'amico al ristorante in atteggiamenti intimi con un altro uomo e non sa se informarlo o tenersi tutto per sé. Winona Ryder è la moglie traditrice. La quale non ha nessuna intenzione di lasciar perdere la sua avventura nonostante Ronny faccia di tutto per riportarla sulla retta via. IN THE MARKET DI LORENZO LOMBARDI; CON OTTAVIANO BLITCH, ELISA SENSI. ITALIA 2011 0 Road movie con una serie di sfortunati eventi, ha defi- nito così il suo horror il regi- sta. David, Sarah e Nicole hanno da poco concluso gli studi e partono per un viaggio senza meta, prima tappa il concerto della loro rock-band preferi- ta, i Gto. Le cose però iniziano a com- plicarsi quando i tre amici sostano ad una stazione di servizio per fare benzi- na, e subiscono una rapina da due malviventi, che li derubano di tutti i loro averi. Non riescono a chiamare la polizia, così si recano presso un super- market ma la notte che li attende si tinge di rosso sangue. MR. BEAVER DI JODIE FOSTER; CON MEL GIBSON, JODIE FOSTER. USA 2011 0 Walter Black, presidente di un'azienda di giocattoli sul- l'orlo del fallimento, soffre di una grave forma di depressione. Quando la moglie lo caccia di casa, trova la marionetta di un castoro (bea- ver) e inizia ad animarla. Walter diven- ta un vero vulcano di energia e di idee, si riconciliar con la moglie e ri- porta l'azienda al successo. Ma presto la marionetta diventa troppo ingom- brante e, infine anche pericolosa. SEGUE A PAG 10 INCONTRI MOHAMED ALAA, VIDEOARTISTA Scugnizzo egiziano «Non rispetto nessun barbuto che inciti i cittadini a votare sì per approvare degli emendamenti a una costituzione che è stata rovesciata dalla rivoluzione».. LETALE INSOSTENIBILE RIVOLTANTE SOPORIFERO CLASSICO BELLO COSI’ COSI’ CULT MAGICO 4) ALIAS N. 20 - 21 MAGGIO 2011

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di Vincenzo Mattei

«Hello, I am an as-shole narcisist». «Ciao, sono unnarcisista coglione», così esortaun ammiratore segreto sul posteraffisso sulla parete della galleriaTop Roof del Cairo che ospita l'in-stallazione audiovisiva Local diMohamed Alaa. Sui monitor in-stallati della terrazza, l'immaginedell'artista e di un giovane scono-sciuto egiziano rimane fissa conun sottofondo di musica araba ki-tch che neanche una danzatricedel ventre riuscirebbe a ballare. Èla stessa immagine stampata suiposter dell'evento. MohamedAlaa non è affatto contrariato, an-zi è divertito quando mostra la fo-to con l'autografo del fan. «È quel-lo che cerco: interazione», non glisi può certo dare torto, in fin deiconti che cosa è l'arte audiovisivase non creare un'emozione imme-diata? Suscitare una reazione nel-lo spettatore? Quanti si sono trova-ti davanti a istallazioni nei museiavrebbero espresso la stessa opi-

nione dell'anonimo egiziano? An-che questa è democrazia artistica.Le installazione audiovisive metto-no in movimento qualcosa nel-l'animo che spesso è in contrastocon le nostre opinioni e con la no-stra morale; smuovono un qualco-sa dentro che lascia spiazzati,smarriti, entusiasti o costernati.Se nell'800 le opere degli impres-sionisti e degli espressionisti han-no smosso le coscienze di una bor-ghesia rarefatta e abituata a trop-pi stereotipi ancorati al passato, sipuò affermare che quel ruolo oggi-giorno sia ricoperto dalle arti au-diovisive.

Mohamed Alaa può sembrarein prima battuta un tipo schivo eintroverso, ma forse il suo atteggia-mento è un approccio artisticoper avere un punto di vista ester-no a quello che succede intorno alui, come spesso accade ai registicinematografici. Appena prendeun po' di confidenza parla volen-tieri dei suoi lavori e dei suoi pro-getti. Sarà per questo che duranteil festival Afrocine del museo Caso-ria Contemporary Art (CAM) diNapoli è stato soprannominato«lo scugnizzo»: partecipava con

uno dei suoi lavori (Under Siege)per una collettiva di artisti africa-ni. Appellativo non poteva esserepiù azzeccato: ha uno sguardo di-stante ma tagliente, capelli ricci eribelli, quasi rasta, un sorriso fur-bo che coinvolge e che sembrasempre di fartela sotto il naso.Mohamed Alaa osserva mentre ilsuo cervello macina idee, semprein movimento, un po' come l'arteche lo rappresenta.

Si trovava in Arabia Saudita pergirare uno dei suoi video quandoè scoppiata la rivoluzione in Egit-to. Era alle prese con uno sheikdei servizi segreti sauditi che mo-nitorano il rispetto dei costumiislamici nel paese della Mecca. Ilpoliziotto gli ha intimato di ferma-

re le riprese e sporto denunciapresso l'autorità competente peroffesa al pubblico pudore, in po-che parole è stato denunciato conla scusa che aveva tre bottoni del-la camicia non inseriti nelle asolee portava un braccialetto di pellee argento! Tra l'impossibilità di fil-mare il suo nuovo progetto e le no-tizie che gli arrivavano dalla televi-sione da piazza Tahrir, alla fine haprevalso il desiderio di ritornarein patria. Il primo febbraio anda-va direttamente dall'aeroportodel Cairo nel fulcro della rivolta.Ha partecipato insieme ai suoi co-etanei e amici, ha girato video eha interiorizzato le emozioni dicui la piazza si andava impregnan-do. Non ne parla tanto volentieri

Mohamed di quei momenti, co-me se fosse un sentimento da cu-stodire per un'idea di una prossi-ma installazione.

A meno di un mese dalle dimis-sioni di Mubarak ha fatto una per-formance a Tahrir chiamata Lavo-ri nelle strade. Ha portato una per-gamena lunga 50 metri e l'ha ste-sa lungo la piazza dove tutti pote-vano scrivere le loro opinioni eidee sulla rivoluzione: anziani,bambini, uomini, donne, stranie-ri, religiosi, atei... Chi si auspicavaun futuro migliore, chi scriveva ilproprio nome, chi biasimava lacorruzione e il vecchio regime, chidisegnava solamente e chi si inal-berava e strappava il rotolo di car-ta perché qualcun altro aveva avu-to il coraggio di lasciare l'impron-ta di scarpa sopra la scritta Allah.Un manifestante irato ha accusa-to Alaa di essere un copto cristia-no, ma la sua famiglia è al 100%musulmana, e continua a riderse-la mentre lo racconta. Non che luiapprovasse, ma quello che conta-va era la possibilità di esprimersi,di interagire in maniera artisticanella rivoluzione, sviluppando neipartecipanti un'analisi critica ver-so i prossimi sviluppi democraticie su ciò che era accaduto negli ulti-mi due mesi. Questo era fonda-mentale per Alaa, e consideravache veder distruggere la propriaidea-opera da qualche intolleran-te religioso era un modo per inte-ragire, anche se alla fine non c'èstato altro rimedio che agire, ripa-rando la pergamena con loscotch!

Un'altra istallazione che lo havisto protagonista, è stata quellaprecedente il referendum del 19marzo scorso. Ha tappezzato ilcentro del Cairo con graffiti usan-do come matrice un frame forma-to Facebook con la scritta in ara-bo «Non rispetto nessun barbutoche inciti i cittadini a votare SI perapprovare degli emendamenti auna costituzione che è stata rove-sciata dalla rivoluzione. Propon-go, a mi aspetto, che ogni egizia-no possa esprimere la propria opi-nione e scelga in completa libertà... Like comment». Chiarisce me-

IL DILEMMADI RON HOWARD; CON VINCE VAUGHN, KEVIN

JAMES. USA 2011

0Ron Howard torna con unacommedia ambientata aChicago (non priva di tragici

spunti). Due amici fraterni, Ronny eNick, sono anche soci in affari e i loromatrimoni sembrano essere solidi efelici. Il loro rapporto si incrinerà acausa dei tormenti di uno dei due,che ha visto la moglie dell'amico alristorante in atteggiamenti intimi conun altro uomo e non sa se informarloo tenersi tutto per sé. Winona Ryder èla moglie traditrice. La quale non hanessuna intenzione di lasciar perderela sua avventura nonostante Ronnyfaccia di tutto per riportarla sulla rettavia.

IN THE MARKETDI LORENZO LOMBARDI; CON OTTAVIANO

BLITCH, ELISA SENSI. ITALIA 2011

0Road movie con una seriedi sfortunati eventi, ha defi-nito così il suo horror il regi-

sta. David, Sarah e Nicole hanno dapoco concluso gli studi e partono perun viaggio senza meta, prima tappa ilconcerto della loro rock-band preferi-ta, i Gto. Le cose però iniziano a com-plicarsi quando i tre amici sostano aduna stazione di servizio per fare benzi-na, e subiscono una rapina da duemalviventi, che li derubano di tutti iloro averi. Non riescono a chiamare lapolizia, così si recano presso un super-market ma la notte che li attende sitinge di rosso sangue.

MR. BEAVERDI JODIE FOSTER; CON MEL GIBSON, JODIE

FOSTER. USA 2011

0Walter Black, presidente diun'azienda di giocattoli sul-l'orlo del fallimento, soffre

di una grave forma di depressione.Quando la moglie lo caccia di casa,trova la marionetta di un castoro (bea-ver) e inizia ad animarla. Walter diven-ta un vero vulcano di energia e diidee, si riconciliar con la moglie e ri-porta l'azienda al successo. Ma prestola marionetta diventa troppo ingom-brante e, infine anche pericolosa.

SEGUE A PAG 10

■ INCONTRI ■ MOHAMED ALAA, VIDEOARTISTA ■

Scugnizzo egiziano«Non rispetto

nessun barbuto

che inciti i cittadini

a votare sì

per approvare

degli emendamenti

a una costituzione

che è stata

rovesciata

dalla rivoluzione»..

LETALE

INSOSTENIBILE

RIVOLTANTE

SOPORIFERO

CLASSICO

BELLO

COSI’ COSI’

CULT

MAGICO

4) ALIAS N. 20 - 21 MAGGIO 2011