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Scrittura e media Francesca Ervas* (Università degli Studi Roma Tre) Laboratorio di scrittura e media Avviamento alla scrittura accademica Appunti - Terza lezione * Un ringraziamento ad Elisabetta Gola e agli studenti che hanno partecipato al gruppo di lavoro dello “Spazio interdisciplinare” del Progetto Unisofia - Cagliari durante l’a.a. 2007/2008.

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Scrittura e media

Francesca Ervas*(Università degli Studi Roma Tre)Laboratorio di scrittura e media

Avviamento alla scrittura accademicaAppunti - Terza lezione

* Un ringraziamento ad Elisabetta Gola e agli studenti che hanno partecipato al gruppo di lavoro dello “Spazio interdisciplinare” del Progetto Unisofia - Cagliari durante l’a.a. 2007/2008.

“La caffettiera del masochista”

L’ergonomia, la disciplina che si occupa dell’interazione tra un sistema e lo scopo per il quale è stato progettato, si propone di migliorare la funzionalità dell’oggetto rispetto al suo utente.

Il contributo della psicologia cognitiva

La psicologia cognitiva contribuisce a spiegare perchè in molti casi falliamo, perché non siamo in grado di trovare le informazioni che ci servono, o, pur avendole disponibili, non ce ne accorgiamo.

La memoria, le nostre predisposizioni naturali, le facoltà e le capacità a nostra disposizione vengono spesso frustrate da un ambiente non adeguatamente organizzato.

Come funziona la mente umana

“La mente umana è tagliata su misura per ricavare dal mondo un senso compiuto. Datele il minimo spunto e via che parte a dare spiegazioni, razionalizzazioni, interpretazioni. […] Gli oggetti ben progettati sono facili da interpretare e comprendere: contengono indizi visibili del loro funzionamento. Gli oggetti progettati male possono essere difficili e frustranti da usare: non offrono indizi o ne danno di sbagliati. Mettono in trappola chi li utilizza e fanno violenza al normale processo di comprensione e interpretazione” (D. Norman, La caffettiera del masochista, Giunti Editore, 1990, tr. it. p. 10)

La pertinenza

Cfr. quanto la teoria della pertinenza evidenzia a proposito dei processi di comprensione nella comunicazione verbale.

La mente cerca la pertinenza, tenta di ottimizzare i propri sforzi cognitivi e le cause di incomprensione sono spesso dovute - anche in questo caso - ad errori di “progettazione” del messaggio.

Donald Norman (1988, tr. it. 1990)

essere interattivo e fornire notevoli informazioni di ritorno (feedback);

avere obiettivi specifici e procedure stabilite; essere motivante; comunicare una continua sensazione di sfida

(non così difficile da creare un senso di impotenza e frustrazione, né così facile da annoiare);

dare la sensazione di un coinvolgimento diretto; fornire strumenti appropriati al compito ed

all'utente; evitare distrazioni e fattori di disturbo che

interrompano il flusso esperienziale.

Sistemi comunicativi

Infatti, il design non si applica solo agli oggetti concreti e all’ambiente, ma a tutti i sistemi con i quali ci troviamo ad interagire, compresi i sistemi comunicativi, i sistemi funzionali, i sistemi semiotici e la tecnologia. Internet non si sottrae alla necessità di una progettazione che cerchi di rispondere alle esigenze ergonomiche imposte dalla nostra struttura mentale.

La disciplina che più specificamente si occupa di esplicitarne criteri e metodi è l’ergonomia cognitiva, quel settore dell’ergonomia che si occupa dell'interazione tra l'uomo e gli strumenti per l'elaborazione di informazione studiando i processi cognitivi coinvolti (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, etc.) e suggerendo delle soluzioni per migliorare tali strumenti.

“Quanto fatichiamo a leggere!”

Lo sforzo cognitivo corrisponde ad un’”azione mentale” o, meglio, ad un processo cognitivo. Tale azione richiede un certo “dispendio di energie”, uno sforzo. Se tale sforzo dovesse essere superiore agli effetti ottenuti, non lo considereremmo funzionale al sistema.

Esempio di relazione tra sforzo e beneficio cognitivo: un’auto che spreca molta benzina e ci consente di fare pochissima strada. Un tale sistema non sarebbe “funzionale”.

Tuttavia la relazione sforzo-beneficio cognitivo sia relativa ad un contesto: in certi casi, quell’auto potrebbe essere comunque utilizzata per i più svariati motivi, sebbene dispendiosa (es. mostra d’auto d’epoca).

Un contesto “dinamico”

Il contesto dell’enunciato non è “statico”, dato una volta per tutte, prima della comprensione, ma viene continuamente arricchito dalle implicazioni contestuali e dalle ipotesi sul significato implicito dell’enunciato.

Dimensione temporale della comunicazione

Man mano che il discorso procede, l’ascoltatore si ricorda o costruisce un certo numero di ipotesi che parteciperanno al trattamento dell’informazione. Queste ipotesi costituiscono un background che si modifica gradualmente e in funzione del quale viene trattata la nuova informazione.

Ruolo della MEMORIA

L’ATTENZIONE

Anche l’attenzione del parlante è essenziale, dal momento che il parlante “sceglie il contesto” a seconda delle informazioni in entrata, recuperando delle conoscenze enciclopediche pertinenti alla conversazione. Può farlo solamente seguendo e “tenendo il filo del discorso” con l’attenzione.

Usabilità ed accessibilità

E' oramai comune la consapevolezza che la qualità di un sito si misura non solo in termini di contenuti e piacevolezza, ma anche di usabilità ed accessibilità.

Per un approfondimento: http://www.hyperlabs.net/ergonomia/index.html

Accessibilità

“Questo è un punto cruciale per la teoria della pertinenza: l'accesso a un contesto richiede un certo sforzo, così come il trattamento dell'informazione. Meno un contesto è accessibile, più lo sforzo richiesto per accedervi è grande, e viceversa”

(Sperber-Wilson, La pertinenza, Anabasi, Milano, 1993, p. 214)

Disposizione degli argomenti

Per esempio, se analizziamo una pagina web, la disposizione degli argomenti aiuta a trattare in modo più pertinente l’informazione, se dà un accesso facile e diretto alle nostre conoscenze pregresse, piuttosto che proporre un percorso più difficile, poco chiaro.

Una pagina web “meno accessibile” comporterebbe un maggior dispendio di energie e quindi una diminuzione della pertinenza. In questo caso il linguaggio usato è fondamentale: es. se si parte da un'introduzione che tenga conto delle conoscenze pregresse sarà più facile in seguito apprendere il linguaggio settoriale di ogni singola disciplina.

Una pagina web “più accessibile” risponde alle esigenze della struttura della mente del destinatario, che avverte il trattamento dell’informazione come più facile, semplice proprio perché gli vengono offerti degli stimoli più pertinenti, che richiedono uno sforzo di elaborazione minore.

Lato mittente/lato destinatario

Importanza dei riferimenti e degli “esercizi” di spostamento lato mittente/lato destinatario: essere consapevoli delle differenze di principio tra le due prospettive è molto importante quando siamo chiamati a “gestire” una comunicazione!

Il destinatario non si limiterà a decodificare un messaggio, e potrà capire anche ciò che è implicito in una comunicazione se il comunicatore ha calcolato bene le sue possibilità di comprensione: la teoria suggerisce come massimizzarne le possibilità.

Il comunicatore può creare le condizioni migliori per massimizzare la pertinenza e rendere così più probabile che il processo di comprensione abbia come esito il raggiungimento delle sue intenzioni comunicative.

Una “nuova cultura”

Fermatevi per un momento a pensare all’impatto che le nuove tecnologie hanno avuto sulla nostra cultura, come l'hanno modificata e come continuano a modificarla.

Origgi: Internet si configura come una “nuova cultura”, perché mette a disposizione :

1. nuovi mezzi di iscrizione dell’informazione 2. nuovi mezzi di accesso all’informazione 3. nuovi mezzi di recupero dell’informazione 4. nuovi oggetti culturali. (Cfr. G. Origgi, Per una scienza umana di internet,

saggio disponibile all’URL: http://www.interdisciplines.org/defispublicationweb/papers/1/version/original)

Cambiamento delle nostre pratiche conoscitive

Internet può dirsi una terza rivoluzione dopo la scrittura e la stampa, una rivoluzione che ha cambiato le nostre stesse pratiche conoscitive: l'accesso all'informazione, le modalità di apprendimento, le possibilità di realizzare processi cognitivi su supporti esterni alla mente, ecc.

Le nuove tecnologie hanno così ampliato la parte “esternalizzata” ed “estesa” della nostra mente, quella parte che un tempo era costituita solo da tavolette d'argilla!

Una “mente estesa”

Ma come possono, i processi cognitivi, “appoggiarsi” a supporti esterni?

Esempio: quando si scrive si sta “mettendo un pensiero” sul foglio.

Gloria Origgi fa molti altri esempi: un nodo per contare, una fila per segnare l'ordine, una calcolatrice per calcolare, ecc. Sono tutti supporti esterni che utilizziamo come aiuti per la risoluzione di un problema cognitivo: è come se una parte della nostra cognizione si trasferisse su supporti esterni alla mente.

Andy Clark definisce questa visione della mente in cui la distinzione tra mente interna e ambiente esterno si attenua: “mente estesa”. Secondo Clark, anche il linguaggio è un'impalcatura esterna. In questo senso, vedere internet come una “lingua” è direttamente connesso alla sua funzione di supporto di iscrizione delle informazioni.

Una “memoria culturale”

Con internet la memoria del singolo ha a disposizione un aiuto molto potente, una “memoria” pressoché illimitata che condiziona le nostre strategie e possibilità di memorizzazione e ricordo. Nello stesso tempo, internet ha modificato la “memoria collettiva”, ha cambiato la visione stessa di ciò che intendevamo per “memoria culturale”.

È molto interessante a questo proposito la particolare osservazione proposta da Gloria Origgi relativa ai processi di meta-memoria: “la memoria che gestisce la memoria”. La meta-memoria è costituita da tutti quegli strumenti che servono ad accedere e a recuperare la memoria culturale condivisa.

Es. Catalogo di una biblioteca Google è un dispositivo della meta-memoria che ci consente di

attingere alla memoria condivisa con nuove potenzialità.

“Positivo” o “negativo”?

Il condizionamento di questi nuovi mezzi sui nostri processi cognitivi è positivo o negativo? Per esempio, non si tenta più di ricordare o imparare determinate cose, perché si è sicuri che con una semplice ricerca le si può sempre avere a disposizione!

I cambiamenti presentano sempre aspetti negativi e aspetti positivi: nella cultura orale, le capacità di ricordo erano diverse rispetto a quelle che si incontreranno dopo la comparsa della scrittura. Ma ciò accade in modo inevitabile: le esigenze adattative che ci chiamano a gestire un numero sempre maggiore di informazioni rendono necessari alcuni cambiamenti.

Una “cultura del senso comune”

La cultura tipografica da Gutenberg in poi si è “imposta” su chi in qualche modo la riceveva e spesso la “subiva”. Internet permette invece una co-costruzione della conoscenza-cultura tra coloro che ne condividono il linguaggio e la tecnologia. La cultura è sempre stata definita ed intesa come cultura “alta” cioè impartita da istituzioni preposte alla divulgazione (scuole ed università).

Ora invece i nostri stili di apprendimento stanno cambiando molto rapidamente, tanto che siamo di fronte a una crisi dei modelli di trasmissione culturali, come quelli scolastici. Siamo ora spettatori di una sorta di democratizzazione della cultura. Poiché internet raggiunge un numero di persone maggiore di quello raggiunto da libri e scuole, per cui la scuola non è più l'agenzia che ha il monopolio sulla comunicazione della conoscenza. Sembra che internet abbia cominciato un nuovo processo di “alfabetizzazione”!

“Autorevolezza”

Ancora siamo legati all'idea che la comunicazione scientifica autorevole sia legata alla carta stampata, alle università, ecc. come se ancora non ci fossimo liberati del tutto dell'idea che solo le lezioni in presenza all'università, le pubblicazioni cartacee, o comunque tutto il nostro apparato burocratico "non virtuale" potesse essere l'unica fonte autorevole.

Del resto, come esistono cose non corrette sulla carta stampata così succede anche via internet, con la differenza che internet mette a disposizione uno scibile molto più ampio di quello a cui accediamo con i “normali” mezzi.

Forse ancora non possediamo strumenti precisi per valutare a fondo se una fonte on-line sia attendibile, mentre riconosciamo nell'Università una istituzione preposta e competente e questo ci “tranquillizza”...

Problema dell’attendibilità delle fonti

Tuttavia l'attendibilità delle fonti non è un problema che “colpisce” solo internet! La veridicità di una notizia, la plausibilità di una ricostruzione storica, la correttezza di un'etichetta su una bottiglia di acqua oligominerale... presentano tutti il problema dell'attendibilità delle fonti!

Servono dei criteri per definire l'"autorevolezza", in riferimento al modo in cui si offrono le informazioni.

Criteri di attendibilità

Come si fa ad essere certi dell’attendibilità di un’informazione?

Un esempio di controllabilità potrebbe essere la “citazione”, che dà al lettore la possibilità di risalire al testo originale da cui è stata tratta l'informazione.

La tracciabilità di un'informazione rende l’informazione controllabile in linea di principio e quindi più sicura e attendibile.

L'aggiornamento delle informazioni è una delle buone prassi che la Origgi mette in primo piano per attestare l'autorevolezza. Es. Siti web come wikipedia in cui le voci “frequentate” vengono curate e corrette molto velocemente, sono più attendibili.

Insieme alla necessità di aggiornare, curare, rendere interattivo il sito che si ritiene affidabile, anche il requisito della “stabilità” nel tempo.

“Usabilità”

Per dare una spiegazione di cosa si intenda per “usabilità” di una pagina web, Gloria Origgi utilizza la nozione di “affordance”. Tale nozione è legata alla descrizione di una relazione reciproca tra organismo e ambiente: l'ambiente mette a disposizione dell'organismo degli artefatti che l’organismo deve essere pronto a sfruttare… Ma non sempre gli artefatti rispondono a un'ottimalità in questa direzione, come ha più volte messo in evidenza Donald Norman!

L'usabilità è determinata dalla rintracciabilità veloce e facilitata delle informazioni , in relazione alla dimensione della “temporalità”, fondamentale in un processo cognitivo e interattivo.

“Interattività”

Due sensi del termine: Il primo senso riguarda la possibilità tecnica di

inserire nelle pagine web strumenti interattivi, come chat, forum di discussione, o gruppi di lettura, ecc.

Il secondo senso riguarda, in senso più ampio, la capacità di mettere in contatto “persone pertinenti”, persone cioè che condividono un interesse, una passione, o una ricerca.

Si collega al requisito dell’attendibilità: una ricerca che non dà la possibilità di discussione, non può essere attendibile!

Co-costruzione della cultura

L’alto grado di interattività offerto da internet dà anche la possibilità di convogliare persone tra loro “pertinenti” ad una certo segmento di cultura che sfruttano le affordances della rete per la co-costruzione della cultura.

Del resto Internet ha cambiato il significato stesso che diamo alla parola “pubblico”!