"Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

71
TROJANI “Scorre il fiume” l’Adda amata da Romano Trojani Opere 1950 - 2009 a cura di Anna Caterina Bellati Milano - Palazzo Serbelloni Circolo della Stampa 11 - 24 Febbraio 2010

description

Opere 1950 - 2009 a cura di Anna Caterina Bellati

Transcript of "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

Page 1: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

TROJANI“Scorre il fiume”

l’Adda amata da Romano Trojani

Opere 1950 - 2009

a cura di Anna Caterina Bellati

Milano - Palazzo SerbelloniCircolo della Stampa

11 - 24 Febbraio 2010

Page 2: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

Direzione e coordinamento

Anna Caterina Bellati

Contributi

Lorenzo BodegaGian Luigi Daccò

Eraldo Di Vita

Referenze fotografiche

Massimo Morlotti

Ricerche fotografiche

Danilo Carrer

Collaborazione e Assistenza

Andrea Corti

Progetto e relazioni

Danilo Carrer

Progetto grafico e impaginazione

Editoria Grafica Colombo - Valmadrera (Lc)

Si ringraziano tutti i prestatori dei dipinti

Page 3: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

A mia figlia Daniela

Varenna, Centro Cultura

1975, vernice della personaleintroduzione di Ennio Morlotti.

Page 4: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

con il patrocinio di:

Comunità Montana del Lario Orientalee Valle San Martino

COMUNE DI LECCOMusei Civici

FONDAZIONE DELLA PROVINCIADI LECCO

ONLUS

Circolo della Stampa

Page 5: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani
Page 6: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

Ogni incontro con l’arte di Romano Trojani permette l’esperienza

sempre nuova di percepire, come scaturita dalla mente del pittore,

l’anima celata di luoghi che ci appartengono e che credevamo d’inten-

dere e possedere appieno sino a quel momento. In tratti e colori dosati

con sapiente sensibilità è racchiusa l’essenza del territorio: un pic-

colo incantesimo di cui l’artista ci rende partecipi. Le opere di Ro-

mano Trojani, il cui nome è così spesso associato al Fiume che

lambisce la sua Città natale, abbracciano un percorso personale che

i lecchesi sentono affine alla propria storia, tanto questo pittore, così

schivo (sino al parossismo della ritrosia nel cedere i suoi quadri), in-

carna la naturale riservatezza di questa gente per i sentimenti. Lui,

che avrebbe potuto vantare la frequentazione e la stima dei “grandi”,

dal Sora a Bonora sino al fraterno amico Morlotti, conobbe e ben pre-

sto lasciò lo sfavillio dei salotti milanesi per ritrovare a Lecco, solo

nel suo laboratorio d’artista, ogni volta in nuove sembianze, l’oggetto

della sua ricerca. Pittore d’avanguardia, Trojani non ha militato in

alcuna Corrente, non ha chiesto alla pittura rinomanza e ricchezze.

Lui, uomo libero e responsabile. Anche nel mantenere quell’attività

borghese che gli ha permesso di provvedere a sé e alla famiglia e di es-

sere padrone della propria arte senza soggiacere agli umori del mer-

cato e ai vezzi della critica, Trojani si dimostra figlio della nostra

terra lecchese. A lui vada il ringraziamento di chi oggi può guardare

queste acque e queste montagne in una inedita luce, riflesso croma-

tico degli occhi e della mano d’un artista di talento.

senatore Lorenzo Bodega

Page 7: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

Nelle opere di Romano Troiani il fiume diviene simbolo stesso dell’esi-

stenza, un fluire lento e franto in luminose pennellate, pittura capace

di suggerire - indicare appena - la natura, quella delle sue terre: e

acqua e campi e colline, dense ed ingolfate paste, stratificazioni umili

e superbe immerse in un immobile silenzio, assorto.

Il tempo e la luce paiono sospesi, come in attesa di un qualcosa che è

là, sta per incombere, ma intanto regge una serenità, solare e evane-

scente al tempo stesso, che non può certo durare, ma ancora risplende

per un attimo, questo.

Gian Luigi DaccòDirettore Musei Civici di Lecco

Comune di LeccoMusei Civici

Page 8: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

L’impasto di colori della tavolozza di Romano Trojani è una straor-

dinaria rappresentazione dell’essenza più vera e profonda della

terra lombarda.

Nella sua pittura si colgono il sapore ruvido del profilo severo delle

nostre montagne, insieme alla composta dolcezza delle colline brian-

tee e alla morbida serenità dei declivi che circondano l’Adda: carat-

teristiche tutte che, nel loro intrecciarsi, delineano la fisionomia

composita della nostra gente.

La sintonia e la consonanza del linguaggio artistico di Trojani con

il fascino arcano del nostro paesaggio e il carattere autentico dei suoi

abitanti costituiscono per la Fondazione della Provincia di Lecco un

riferimento esemplare. Non è un caso, del resto, che diverse opere del

maestro impreziosiscano gli uffici della sede in Villa Locatelli.

Lo stimolo che ne deriva alla Fondazione è di continuare l’impegno

per radicarsi sempre di più in questo territorio, individuandone i bi-

sogni sociali prioritari e le aspirazioni culturali più genuine, per

riuscire a sprigionare, con il concorso delle tante energie disponi-

bili, impulsi concreti di sviluppo e progresso.

Mi auguro che l’operatività della Fondazione, a vantaggio della cre-

scita civile della comunità lecchese, sia accompagnata dallo stesso

caloroso consenso che da tanti anni premia il lavoro di questo bril-

lante artista del colore.

Mario Romano NegriPresidente della Fondazione della Provincia di Lecco

Fondazione della Provincia

di Lecco

Page 9: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

9

VARIAZIONI SOPRA UN FIUMEAnna Caterina Bellati pag. 11

UNA CONVERSAZIONE CON ROMANOAnna Caterina Bellati pag. 14

ROMANO TROJANI INTERPRETA“L’UOMO E IL FIUME”Eraldo Di Vita pag. 20

TAVOLE/OPERE pag. 23

APPARATI pag. 68

INDICE

Page 10: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

11

Nel 1952 Romano Trojani incontrava Ennio Morlotti proprio quando le Ve-

getazioni del secondo sfondavano la forma e il più giovane dei due corru-gava già le sue colline in grumi pastosi dai toni spettacolari. La loro amiciziaè durata quarant’anni, fino alla morte di Ennio. Discutevano di pittura, ben-ché non abbiano mai lavorato fianco a fianco e confrontavano i risultati delleproprie ricerche. E se le convinzioni artistiche di Morlotti facevano sì che diun ulivo bastasse rappresentare qualche foglia per rimandare all’intero, Tro-jani nei suoi boschi rigogliosi fabbrica un miscuglio di rami tronchi foglierassomigliante a una tappezzeria vegetale. Mentre gli Imbersago del più an-ziano sono pieni del tumulto pagano di una natura ribollente, gli Adda delpiù giovane sembrano contenere un milione di luci. Uno più riassuntivo, l’al-tro più poetico. Ma in comune davvero hanno avuto il sogno di una pitturavitale capace di cogliere insieme l’inizio e la fine di tutto ciò che vola, stri-scia, cammina, respira, cresce e muore sulla terra.Scrivo ancora volentieri della pittura del mio amico Romano Trojani al qualemi lega una lunga storia di eventi e la passione per la bellezza baluginante estruggente dell’Adda. Questa mostra milanese porterà nella metropoli lom-barda il liquoroso profumo di un fiume che è parte viva nella poetica di mol-tissimi artisti, da Gola a Carpi, da Riccardo ad Alberto Brambilla, da Morlottia Cassinari, ai due Donato Frisia, nonno e nipote, a Mario Paschetta, finoalle fotografie neoromantiche di Rolf Bienentreu, in bilico tra indagine sul-l’anima e speculazione sulla natura. Come ho detto Trojani lavora su questotema privilegiato da oltre cinquant’anni e l’ha scandagliato attraverso duepercorsi paralleli, il primo quello della sua maturazione artistica che l’hacondotto da un naturalismo di immediata comprensione alla scelta dell’in-formale e, negli ultimi anni, a una pittura che riassume alcune istanze fon-damentali della storia dell’arte, il romanticismo, l’impressionismo,l’astrattismo. Il secondo, quello della propria vita e chi guardasse messi in filain ordine di tempo le centinaia di schizzi, dipinti, disegni che hanno comeprotagonista il fiume, coglierebbe non solo le scoperte e le invenzioni, leprove e i tentativi, le scelte e le convinzioni di un artista, ma anche gli stati

VARIAZIONI SOPRA UN FIUMEAnna Caterina Bellati

Insenatura sul fiume

olio su tela50x60 cm

firmato in basso a destra1953

Page 11: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

12

d’animo, le gioie, la nascita delle due figlie, il progredire del lavoro, l’acqui-sto di una casa, i viaggi, le preoccupazioni, i dolori, i primi acciacchi dell’età,gli incoraggiamenti degli amici, la scoperta del dolore, gli addii, su tuttiquello a Ennio e quello recente e straziante a Daniela, la primogenita. L’Addaè stato per Trojani una canzone. A oltre ottant’anni d’età oggi quest’avven-tura mostra di avere salvato l’eterna verità del sentimento della pittura cheda quando esiste l’uomo è stata innanzitutto testimonianza del luogo natale.Che in arte vuol dire il guscio dove si è cresciuti, i colori che si sono visti esentiti nel profondo e poi sono finiti, quasi rigurgitati, sulla tela bianca. Co-nosco pochi pittori che siano stati tanto fedeli a un soggetto senza anno-iarsi, senza trasformarlo in vuota ripetizione, ma buttandoci dentro ognivolta la forza, il coraggio, la speranza, la delicatezza, la rabbia e il grandepiacere del prendere i pennelli, mescolare un po’ di giallo e di blu, tirarnefuori un verde e poi un po’ di rosso e di giallo e una punta di nero, ottenendoun bruciato per la terra, e ancora un blu cobalto con una punta di rosso e ri-mestare il nero della notte per copiarne l’umido silenzio e finalmente co-minciare a lavorare. E gran parte di questo lavoro Trojani l’ha propriodedicato alla sua terra, Lecco, il lago, le montagne a corolla, il fiume, gli al-beri cedui sulle sue rive, i fiori orgogliosi e mai colti, quando la natura eraancora rigogliosa e ribelle e in parte resiste, lungo un tratto dell’Adda pro-tetto da leggi che impediscono di divorarne gli argini a stuprarne la bellezzaantica con palazzine rosate e gialle e arancio, tra Lecco, Brivio e Imbersago.Negli anni le variazioni sopra il fiume hanno raccontato in toni, colori escelte stilistiche diverse sempre la medesima cosa, la purezza di un luogofiero e incontaminato. Così l’acqua è diventata un campo da arare, un postoprivilegiato dove coltivare la speranza di una eternità. A partire dall’Insena-

tura sul fiume del 1953 e proseguendo con l’Adda del 1956 la strada d’ac-qua di Trojani è già tracciata. Le albe e i tramonti che dipinge negli anniCinquanta fanno da contraltare agli Adda di Morlotti che proprio in quel pe-riodo imprime al medesimo soggetto una forza e una struttura pittorica chelo renderanno famoso nel mondo. L’amicizia tra Romano Trojani ed EnnioMorlotti ha avuto qualcosa di miracoloso. Il più anziano dei due era timidoe violento insieme, orgoglioso e consapevole del proprio talento. Romano èsempre rimasto un passo indietro, quasi vergognoso del proprio essere ar-tista, quasi in imbarazzo davanti alla grandezza del compagno di strada. Liho conosciuti e frequentati a lungo tutti e due. E quando, alla fine della suavita, Morlotti mi ha un giorno confessato che di tutte le guerre e le battagliecombattute in vita sua salvava soltanto pochi quadri e l’affetto di due amici,

Page 12: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

13

intendeva dire Longaretti che gli era stato compagno a Brera e proprio Tro-jani con il quale aveva trascorso tanto tempo a parlare del loro fiume. I riflessi delle sue luci ti arrivano addosso assaporati e così partecipati dacommuovere perfino e non ti lasciano più. L’Adda inzuppa il cuore dell’os-servatore e Trojani ti accompagna nel suo viaggio fermandosi su un’insena-tura, giocando con le stagioni, cogliendo la timidezza di case appenadescritte con un balenare di rosso e bianco in mezzo al cascame dei coloriaccesi o morbidi o squillanti o assopiti. Colori che raccontano il passare deglianni, delle cose, il cambiare della terra e il nostro cambiare invecchiare mo-rire senza accorgercene, senza saperlo quasi. Ma il fiume sa, lui che scorresempre in apparenza allo stesso posto e invece scava dilava il greto, vedepassare stormi di aironi, crescere ninfee, barche con gli ultimi radi pescatori,turisti, viaggiatori del tempo e gente comune, bambini con il gelato, sposeche si fanno fotografare, davanti al fiume, al suo grembo di madre di culladi cuore antico. Trojani sa tanto di quest’acqua salmastra a volte quasi pa-lude e di quando si allarga dopo Pescarenico e diventa un piccolo lago e poiriprende la via e a Olginate sembra correre sicuro verso il proprio destino.Ma poi si piega e ad Airuno non lo vedi più, per incontrarlo di nuovo devi gi-rare a sinistra e voltare l’auto verso Brivio o salire appena e dirigerti versoImbersago. Non ci sono luoghi più belli, più intimi, più segreti per amarlo ecapire come mai tanti artisti l’abbiano così guardato e bevuto e dipinto esono morti pensando che fosse stata la loro grande occasione.Così questa mostra è un diario, neanche troppo segreto. Perché il percorsodi questo mio amico è qui rappresentato, non da tutti i suoi quadri che sonomigliaia, ma in tutti i suoi umori e spaventi e felicità. Fino all’ultimo Adda

dipinto prima che Daniela andasse via.Un paio d’anni fa ci eravamo incontrate per caso in piazza XX Settembre, aLecco, avevamo preso un caffè insieme sedute a guardare la gente passaree abbiamo parlato di lui, suo padre, della sua pittura, di come lei l’amasse finda bambina, perché sentiva da qualche parte nella pancia che avere un papàpittore in qualche modo ti rende speciale.

Anna Caterina Bellati

Venezia, gennaio 2010

Page 13: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

14

Lo studio di R.T. sembra il retrobottega di un vecchio rigattiere.1

La pianta dell’appartamento prevedrebbe ingresso, cucina, bagno e ca-

mera da letto; ma anche un geometra completamente pazzo stenterebbe

a raccapezzarsi perché quel monolocale più servizi si è negli anni tra-

sformato in un caos disordinato di tele appoggiate in terra, tele appese

alle pareti senza lasciarne un centimetro libero, tele ammonticchiate

dietro le porte, su mensole, cavalletti, tavoli, sedie; e poi cartellette di

diverse misure con dentro centinaia di carte dipinte, barattoli di vetro

sporchi di colore, colori adoperati tanto che i tubetti sembrano finiti

sotto i denti di un cucciolo di lupo; locandine, manifesti ingialliti, ri-

tagli di giornale, una bella foto di Ennio Morlotti, penne, matite, biro

(nessuna che scriva), qualche straccio bianco sporco di olio giallo e

rosso; libri, fogli sparsi, appunti con numeri di telefono, cornici, li-

stelli, attrezzi per inchiodare e schiodare quadri dalle sopraddette cor-

nici (Trojani spesso massacra un suo vecchio lavoro saltato di propria

iniziativa fuori dal mazzo, segandone via un pezzo per farlo entrare

di misura in una certa cornice!)… Ma il vero capolavoro è il bagno, il

quale ha da lunga pezza perso il suo iniziale uso e significato, tant’è

vero che nel lavabo troneggiano un certo numero di piccole tele le quali

dimoreranno lì per molto ancora.

La prima frase che di solito il maestro è uso pronunciare quando si va

a trovarlo è: “Stavo mettendo un po’ d’ordine…”.

Dopo un rapido sguardo in quel caleidoscopio di tinte, la domanda vienespontanea.Qual è il colore irrinunciabile?

Nessuno. Sono tutti una grande gioia. Mi piace andare nei colorifici e

aprire i tubetti, schiacciare un po’ del contenuto sul dito e assaporarlo tra

l’indice e il pollice. Mi piace sporcarmi le mani. Però, se ci penso meglio,

il giallo… è il giallo il mio colore preferito.

UNA CONVERSAZIONE CON ROMANOAnna Caterina Bellati

Paesaggio fondovalle

olio su tavola60x48 cmfirmato in basso a sinistra1958

Page 14: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

15

Non ha mai pensato di usare toni spenti, scuri? Il non-colore non la inte-ressa?Non sarebbe più la mia pittura. Ricordo agli inizi degli anni Cin-

quanta, doveva essere il ‘52 o il ‘53, una discussione con Gianni Seco-

mandi. Lui sosteneva che il colore andava abbandonato. E io gli

rispondevo che se un giorno avessi dipinto un quadro tutto nero sarei

morto entro breve. In seguito andai a una sua mostra, ma in segreto.

I lavori erano tutti scurissimi, però tutti avevano da qualche parte una

macchia rossa. Quella macchia mi sembrò messa lì per me, così ne

comperai uno. Non avevo detto il mio nome al gallerista, ma Seco-

mandi capì che quel certo quadro adesso l’avevo io.

C’è stato un momento, a metà degli anni Cinquanta, in cui molti galleristierano pronti a scommettere sulla sua pittura. Come mai era ed è rimastocosì restio a esporre i suoi lavori?Le mostre mi hanno sempre spaventato un po’. Tante volte è capitato

che già l’interesse di un critico d’arte importante, di un gallerista noto

o di un artista molto più famoso di me fosse sufficiente a placare il mio

bisogno di riconoscimento. Mi bastava. E poi non ho mai amato sepa-

rarmi dai miei quadri.

Ecco, appunto, il rapporto con i suoi lavori sembra quello tra una madre eun figlio. C’è questo cordone ombelicale che lei non vuole o ha paura di ta-gliare…Una volta sì. Vendere i miei lavori mi è sempre dispiaciuto da matti.

Alcuni li ho regalati per lo più a persone care, ma adesso, da un po’,

ho cambiato idea. Ho capito che un quadro, anche se cambia casa, se

esce dallo studio, resta comunque mio. Sono io che l’ho fatto, perciò è

una cosa mia.

Questo non ha a che fare con il timore della morte, con un desiderio di im-mortalità attraverso la propria opera?È possibile, l’età ti cambia. Però ho ancora molta voglia di vivere, lo so

perché ho ancora molta voglia di dipingere. Non ho ancora dipinto il

mio ultimo quadro. La morte è la vera separazione, quella finale. E, per

adesso, sento di avere qualche colore in più da contrastarle.

Torniamo alla pittura in sé che, certamente, viene prima del quadro in sé.Lei non ha mai fatto il mestiere di pittore fino in fondo: perché?Perché avevo una famiglia da mantenere, due figlie piccole alle quali

costruire un futuro. Sentivo fortissima la mia responsabilità nei loro

confronti. Ma la pittura è stata tutto ugualmente. Ricordo che mi capi-

Paesaggio sul fiume

olio su tavola40x50 cm

firmato in basso a destra1958

Page 15: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

16

tava spesso di spostarmi per lavoro. Certe volte fermavo la macchina

all’improvviso, scendevo e scoprivo un pezzo di quel paesaggio. Lo

guardavo, lo guardavo fino a farmelo entrare dentro. E la notte stavo

sveglio a dipingerlo.

Ma non diventare pittore anche agli occhi di tutti, non fare la vita del pit-tore è stato un peso?Donato Frisia, un ottimo artista di Merate che io andavo spesso a tro-

vare, un giorno mi disse: “Fà ‘l pitür, che te se bravo!” e non nascondo

di averci pensato. Alla fine degli anni ’60 ho frequentato per un po’ il

Club di Sant’Andrea, a Milano, diretto da Bellora.

Scannavino, Fontana, Bertini, Roberto Crippa praticamente ci vive-

vano. Si parlava d’arte, ovviamente, dei nuovi movimenti, delle avan-

guardie; si indossavano i panni del “pittore” e si era un po’ bohémiens,

un po’ scostanti, un po’ alla ricerca sempre di qualcosa di diverso. Ri-

cordo un episodio emblematico. Un giorno Maria Luisa De Romans,

donna straordinaria in ogni sua manifestazione e spesso annoiatis-

sima, guardandoci uno a uno propose: “Perché oggi non buttiamo giùqualcuno dalla finestra?”. Erano tempi di grandi fermenti e di grandi

esternazioni; di prese di posizione estreme e di stravaganze estreme.

E allora tornò alla sua vita più normale… In quel periodo ha dipinto furio-samente, tuttavia, ma pochi hanno visto quelle opere. Come mai?Non è che avessi paura del giudizio degli altri, come forse qualcuno ha

pensato; ma sentivo che intorno alla mia pittura c’era un interesse

piuttosto blando. Sono stati gli anni della sofferenza. Per gran parte

degli anni ‘50 e ‘60 ho dipinto in solitudine. Quei lavori non li ha visti

praticamente nessuno.

Ma non aveva bisogno di comunicare con qualcuno le sue scoperte, di farvedere i risultati ottenuti? In fin dei conti si dipinge per sé, ma si desideraanche un giudizio, bello o brutto che sia: per lei non era così?No… no. Ricordo che lavoravo ore e ore di notte. Quando un quadro era

a buon punto, o mi sembrava finito, svegliavo mia moglie nel pieno

del sonno per sapere cosa ne pensasse, ma lei mi dava del matto, diceva

che era tardissimo; la mattina l’avrebbe guardato. Perciò andavo nella

camera delle mie bambine. La grande apriva gli occhi a fatica, ma la

piccola saltava fuori dal letto e mi complimentava: “Che bello papà!”. Io

tornavo a lavorare fino a quando mi si piegavano le gambe.

È stato il periodo migliore?È stato il periodo più forsennato. Forse il più creativo.

Versante dell’Adda

olio su cartone40x47cmfirmato in basso a destra1961

Page 16: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

17

Ma chi è il suo maestro, l’artista nei confronti del quale ha contratto il de-bito più forte?Cézanne. Unico, grandissimo.

Perciò l’opera pittorica non deve riprodurre, ma produrre le sensazioni.L’io e il mondo devono ricomporsi e il quadro è lo strumento?Sì, almeno ci ho provato.

E tutti gli studi sulle medesime montagne, Colle Salvetti per esempio, sonoancora un tributo a Cézanne, alla sua Montagne Sainte-Victoire?Certamente, ma c’è anche il bisogno personale di fare e rifare un sog-

getto. Nelle sue mille versioni possibili, a seconda della luce, dell’ora del

giorno, della stagione.

Se si prende una delle sue montagne e la si ruota diciamo di 90 gradi, as-sume la forma di un busto femminile. È possibile che i nudi degli anni ‘40siano diventati delle montagne?È proprio successo così. Il figurativo non è mai stato cosa mia fino in

fondo. La mia pittura è rotta, filamentosa, informale.

Sopra le montagne o colline che siano c’è sempre il cielo, ma un cielo“corto”, benché straordinario, colto in ogni sua declinazione. Come mai laterra ha tale preponderanza? Non siamo forse tesi emotivamente e spiri-tualmente al cielo?Il cielo c’è, è dappertutto e questo si sa. Lo sa anche un bambino. A me

interessa di più la terra. La terra sulla quale cammino e vivo. Mi piace

la sua solidità.

E questa terra dipinta è, da decenni, l’isola d’Elba. Perché proprio quelposto?L’ho scoperta intorno al 1975, forse ‘76. E non l’ho più lasciata. Non è

il mio luogo pittorico preferito soltanto per averci vissuto momenti di

serenità. Anzi, proprio all’Elba molto tempo fa avevo deciso di smet-

terla, di non dipingere più. Ero stanco, sopraffatto dall’idea che fosse

inutile continuare. Mi sentivo un pittore vero, nel senso che la pittura

è sempre stata il mio modo di guardare le cose, ma improvvisamente

non ce la facevo più a andare avanti.

Poi è passata. Il colore ha vinto.Sì, il colore ha vinto.

Che cos’è l’isola?Questa è una bella domanda. L’isola è qualcosa da conquistare. Una

specie di sogno. C’è ancora un sacco di gente convinta che un’isola sia

un posto dove si può vivere in pochissimi. Secondo me ci sono persone

Malgrate

olio su tela40x50 cm

firmato in basso a destra1958

Page 17: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

18

che si domandano: “Ma in quanti potremo starci?”. Come se a un certo

punto l’isola potesse cappottarsi.

Adesso dobbiamo per forza parlare del mare… Che è presente, ma spessodel tutto assente.Il mare mi basta sentirlo, sapere che ce l’ho dietro le spalle. Il suo re-

spiro arriva lo stesso. Così è nei quadri e così è nella vita reale. Quando

la sera sto in piazzetta all’Elba a chiacchierare con qualche amico,

guardo sempre dalla parte della montagna. Il mare è dietro, oltre. Ma

è lì da sempre, ci rispettiamo a vicenda.

E il lago? Perché tutta la sua vita, fin dalla nascita, si è dipanata anche sullesponde di un lago…Il lago non mi è mai piaciuto troppo. Seriamente ne ho sempre avuto

paura. Da ragazzino stavo per annegarci e il nostro rapporto è finito

lì. Anche alle mie figlie ho impedito di andarci a giocare da sole. Ne ero

terrorizzato.

Eppure ci sono diversi dipinti ambientati sulle nostre sponde.Il paesaggio è bellissimo. Dalla parte di Malgrate, per esempio. A un pit-

tore un paesaggio simile fa prudere le mani.

E l’Adda? Neppure il fiume l’ha intrigata più di tanto.L’Adda era di Morlotti. Non si può togliere a un amico il suo fiume.

Quando ci siamo conosciuti, agli inizi degli anni ‘50, lui era già stato

a Imbersago. Aveva già attraversato il periodo dei Dossi e stava co-

minciando a lavorare sulle Rocce. Ma quel pezzo di Brianza che da

Lecco va fino a Imbersago appunto era il suo contado; in senso pitto-

rico, si capisce. Non mi andava di fare le stesse cose, perché non aveva

senso e per rispetto. Lui era già grande.

Siete stati amici fino in fondo. Spesso lei ha rinunciato a uscire allo sco-perto per non fargli ombra.Ci capitava di arrivare insieme alle stesse scoperte. Le date di molti la-

vori sono le medesime, ma a me era sufficiente che lui mi dicesse: “Èbuono, è buono per davvero”. A me bastava, quello importante era lui.

Quello che aveva il talento e la fama era lui.

Non mi dispiaceva, ci siamo voluti bene davvero. Mi ha lasciato il suo

cavalletto e i suoi colori, un regalo e un impegno enormi.

Anna Caterina Bellati

Lecco, primavera 1999

Campitura primaverile

olio su tavola18x24 cmfirmato in basso a destra1978

Page 18: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

19

ROMANO TROJANI INTERPRETA “L’UOMO E IL FIUME”Eraldo Di Vita

Parafrasando il titolo di un celebre film con Spencer Tracy, L’uomo e il

mare che descrive l’amore e la lotta quotidiana di un uomo col mare, Ro-mano Trojani da Lecco è l’uomo che da oltre sessant’anni frequenta e smi-suratamente ama il fiume Adda, dipingendolo da ogni angolo, in ognistagione, ora per ora, in tutte le maniere possibili e immaginabili.L’Adda affascina questo artista da una vita, quel fiume che nasce dal montedel ferro Stelvio, scende e forma il lago di Cancano, nella valle di Fraele, at-traversa la Valdisotto e la val di Rezzo per arrivare a Sondrio e poi gettarsinel lago di Como (Lario) silenziosamente attraversa il lago di Lecco (ramodestro) per riprendere baldanzoso il suo corso a Olginate, Treviglio e Lodie per gettarsi a capofitto nel Po a Castelnuovo Bocca d’Adda.Romano Trojani seguiva giovanissimo i consigli di Ennio Morlotti che nel-l’Adda si bagnava i piedi e con i pennelli ne immortalava le rive. Trojani, di-cevo, era sempre là pronto a dipingere ogni cambiamento del fiume,rispecchiando il romanticismo di Alessandro Manzoni e i luoghi dell’infanziae dell’adolescenza di questo grande scrittore, in vista di “Quel ramo del

lago di Como…”, la vita condivisa coi pescatori e i contadini della cascinaCosta e poi del Caleotto e del circondario di Lecco, i luoghi cari a Trojani.II Naturalismo astratto di questo artista ha saputo cogliere ogni momentodella giornata sul fiume, i suoi umori, perfino i suoi odori e sapori, l’animadi questo fiume antico.Trojani è stato facilitato nelle sue scelte pittoriche dai luoghi dove è nato evissuto, in quanto è facile, troppo facile, diventare artista frequentando gior-nalmente luoghi di così grandi culture e lui artista lo è diventato, anche a suainsaputa, così naturalmente da non sembrare vero.II poeta-pittore Romano Trojani interpreta magistralmente il film L’uomo e

il fiume nei suoi Scrosci dell’Adda, nei Rilievi, Felicità sul percorso,Aspetto di percorso, Paesaggi, Composizioni, Riflessi sul paesaggio,gran percorso sulle sue “fessure”, i suoi “intrighi”, le sue “distese”, fra gli ar-gini di tutti i colori, come un arcobaleno che si muove in moto perpetuo.Trojani dipinge il fiume come un essere vivente e palpitante e la sua analisi

Canneto sull’acqua

olio su tela80x100 cm

firmato in basso a sinistra1988

Page 19: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

20

tende verso l’uomo proprio per cercarne i lati nascosti, contrastanti, meta-morfici, ritraendolo in una luce nuova e attuale.Egli dipinge anche gli aspetti più ambigui di quella natura che si trasformaogni giorno, a ogni piena, si aggroviglia, prendendo a prestito, di volta involta forme vegetali che sono le contraddizioni dell’inconscio che rimanenascosto in un sottofondo invisibile e misterioso.L’aspetto del fiume che Trojani dipinge dimostra la mostruosa poliedricitàdella natura, anche quella degli uomini, ma anche la complessità dei lororapporti; forme sempre nuove che diventano cronaca del nostro tempo,adatte a esprimere fisicamente i contenuti della pittura di questo artista.La struttura generale dell’opera di Trojani consente, in fondo, alla stesura diun racconto che si svolge sul fiume che nel fiume entra e si bagna, in unaspecie di lirismo estroverso, un lirismo proteso a raccontare quello che neisecoli è passato sopra e sotto quelle acque che cambiano continuamentecolore.Nelle acque profonde di questo fiume, dove si aggirano creature misterioseammantate di materia organica, in queste atmosfere arcane si aggira l’artee la pittura di Romano Trojani che ha sempre ascoltato il richiamo di una fan-tasia scapigliata e romantica, in cui le strutture morfologiche si uniscono,scaturiscono, dando vita ad altre entità in continuo mutamento, da dovescaturiscono elementi vegetali, paesaggi eterei e surreali.Trojani tende al racconto, è uno scrittore-poeta della pittura e la sua simbo-logia figurativa si caratterizza in un metodo quasi astratto (Astrattismo con-creto) in un processo di fantasia che diventa autonoma nel ritmo degli spazi(il fiume che diventa cielo e viceversa), dei segni e dei colori. Il rapporto colreale esterno è un presupposto che alimenta l’invenzione e ci riporta ancorauna volta all’uomo, al personaggio, come momento della coscienza dell’arti-sta.La realtà del fiume Adda proietta una luce sulla condizione dell’artista e del-l’uomo moderno. Spesso volutamente, a rasentare l’angoscia di Kafka. Leluci e i riflessi del fiume sembrano proiettarsi, dall’interno, sul cuore umanoa svelarne i recessi, anche torpidi e torbidi e riesce premonitoria sulla con-dizione della società.In generale, in un artista come Romano Trojani, l’immaginazione serve ad ac-cumulare inconsciamente labirinti sempre più fitti a tal punto che il creatorene rimane prigioniero, anche se nel caso di questo artista la sua immagina-zione lo aiuta a liberarsi dalle sue angosce.Le opere che Trojani ha dipinto sul fiume Adda sono sempre paesaggi di

Page 20: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

21

una dimensione psicologica che si rifà addirittura ai momenti dell’estremoImpressionismo (vedi gli Stagni di Monet) più quel tanto di visionario e diesaltazione fantastica che caratterizzano queste opere.Nella pittura italiana di oggi non c’è un altro artista che abbia scelto la stradaimboccata da Romano Trojani, questa sua strada di costosa libertà egli lapercorre con accanita perseveranza, segno di una persuasione che va assaipiù in là del puro impegno formale e delle ipotesi di libertà talvolta egli la in-dica con un lampo di luce improvvisa sul letto del fiume, con uno squarciodi verde o di azzurro, con un orizzonte che si orla di tenero candore.è il racconto della vita di Romano Trojani che cede al richiamo delle acque(memoria amniotica prenatale) e calma un’arsura psicologica, un’insoffe-renza emotiva ed è una componente decisiva della sua immaginazione poe-tica e pittorica.

Eraldo Di Vita

L’aspetto di percorso

olio su tela50x60 cm

firmato in basso a destra1979

Page 21: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

22

Adda

olio su tavola37x42 cmfirmato in basso a destradatato in basso a destra 1950

Page 22: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

23

Piccolo scorcio

olio su tavola30x40 cm

firmato in basso a destra1952

Page 23: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

24

Primavera sull’Adda

olio su tavola78x55 cmfirmato in basso a destra1953

Page 24: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

25

Paesaggio

olio su tela50x60 cm

firmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1955

Page 25: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

26

Adda

olio su tavola35x50 cmfirmato in basso a destradatato in basso a destra 1956

Page 26: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

27

Adda giorno di gioia

olio su tavola40x50 cm

firmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1956

Page 27: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

28

Percorso sul fiume

olio su tavola40x50 cmfirmato in basso a sinistradatato in basso a sinistra 1957

Page 28: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

29

Paesaggio sul fiume

olio su tavola40x50 cm

firmato in basso a sinistradatato in basso a sinistra 1957

Page 29: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

30

Paesaggio lasciando Brivio

olio su tavola46x48 cmfirmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1957

Page 30: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

31

Lungo il fiume

olio su tavola70x55 cm

firmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1958

Page 31: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

32

Lasciando Robbiate

olio su tavola40x52 cmfirmato in basso a destradatato in basso a destra 1958

Page 32: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

33

Adda

olio su tavola40x50 cm

firmato in basso a destra1959

Page 33: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

34

Festa sull’Adda

olio su tavola50x35 cmfirmato in basso a destra1959

Page 34: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

35

L’amata Adda

olio su tavola28x34 cm

firmato in basso a sinistradatato in basso a sinistra 1959

Page 35: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

36

Adda rigogliosa

olio su tavola30x40 cmfirmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1959

Page 36: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

37

Sul fiume

olio su tela40x50 cm

firmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1959

Page 37: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

38

Verso Imbersago

olio su tela50x80 cmfirmato in basso a destradatato in basso a destra 1960

Page 38: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

39

Autunno sull’Adda

olio su tavola50x58 cm

firmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1960

Page 39: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

40

Adda i gelsi

olio su tavola35x50 cmfirmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1960

Page 40: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

41

Corso dell’Adda

olio su tela50x60 cm

firmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1961

Page 41: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

42

Lunga distesa

olio su tela50x70 cmfirmato in basso a destra1961

Page 42: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

43

Verso Brivio

olio su tavola35x50 cm

firmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1964

Page 43: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

44

Tratto dopo Trezzo

olio su tavola50x60 cmfirmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1966

Page 44: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

45

Verso l’autunno

olio su tavola35x50 cm

firmato in basso a destra1967

Page 45: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

46

Adda estate

olio su tavola40x50 cmfirmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1968

Page 46: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

47

Scorre il fiume

olio su tavola50x50 cm

firmato in basso a sinistra1968

Page 47: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

48

Percorso

olio su tavola35x50 cmfirmato in basso a destra1970

Page 48: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

49

Verso le chiuse

olio su tela40x50 cm

firmato in basso a destra1973

Page 49: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

50

La riva

olio su tela50x70 cmfirmato in basso a destradatato in basso a sinistra 1983

Page 50: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

51

Adda felicità sul percorso

olio su tela80x120 cm

firmato in basso a destra 1984

Page 51: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

52

Sponda

olio su tavola44x44 cmfirmato in basso a sinistra 1985

Page 52: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

53

Adda veduta

olio su tavola35x50 cm

firmato in basso a destra 1986

Page 53: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

54

Aspetto di percorso

olio su tela100x120 cmfirmato in basso a destra 1987

Page 54: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

55

Adda colori

olio su tavola30x40 cm

firmato in basso a sinistra1988

Page 55: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

56

Adda ricordo

olio su tela80x80 cmfirmato in basso a destradatato in basso a destra 1988

Page 56: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

57

Adda riflessioni

olio su tavola35x40 cm

firmato in basso a destra1988

Page 57: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

58

La mia Adda

olio su tela50x60 cm

firmato in basso a sinistradatato in basso a destra 1996

Page 58: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

59

Movimento sul fiume

olio su tela50x60 cm

firmato in basso a destra1998

Page 59: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

60

Paesaggio sull’Adda

olio su tela90x90 cmfirmato in basso a destra1999

Page 60: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

61

Riflessi sul fiume

olio su tela50x75 cm

firmato in basso a destra2000

Page 61: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

62

Sera sull’Adda

olio su tela50x60 cmfirmato in basso a destra2000

Page 62: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

63

Paesaggio fantastico

olio su tela100x100 cm

firmato in basso a destradatato in basso a destra 2002

Page 63: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

64

L’Adda che mi affascina

olio su tela40x52 cmfirmato in basso a destradatato in basso a sinistra 2005

Page 64: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

65

Adda felicità

olio su tela40x52 cm

firmato in basso a destra2006

Page 65: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

66

Riflessi sul fiume

olio su tela35x50 cmfirmato in basso a destra2008

Page 66: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

67

Sempre Adda

olio su tavola35x50 cm

firmato in basso a sinistra2009

Page 67: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

68

APPARATIAnna Caterina Bellati

Romano Trojani con Anna Caterina Bellati e Trento Longaretti, 2004.

Page 68: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

69

Cenni Biografici

1926Nasce a Lecco-Caleotto da Carino Trojani eMaria Ronchetti.

1932-1937Frequenta il Collegio Volta.

1937-1940Frequenta, a Lecco le Commerciali.

1941Nasce la sua propensione al disegno chedeclina in graffitismo, carboncino, matita,pastello.

1942Entra a lavorare come garzone in una far-macia di Lecco.

1943Viene chiamato alle armi. Molti dei suoiamici finiranno in Germania, mentre Trojaniè destinato alla marina militare. Tuttavia nonverrà imbarcato per problemi di salute. Nello stesso anno comincia a esercitare laprofessione di odontotecnico; questo lavoroe la pittura saranno per sempre i suoi duemestieri. Il primo per le esigenze economi-che della vita, il secondo per la vita inquanto tale.

1945-1950Conosce Sora e diventano amici. È assiduoanche di Bonora nello studio del qualepassa diverso tempo.Produce Paesaggio e colline, primo lavoroFigurativo-Informale.Lavora sul tema del nudo, quasi sempreadoperando matita su carta.

1947Vede a Lecco per la prima volta i lavori diEnnio Morlotti alla Galleria Micheli.Disegna e scrive appunti sulle proprie im-pressioni.

1952Conosce Morlotti al Premio Lissone. Inizierà qui la loro amicizia durata sino allamorte di Morlotti. Trojani insiste sul temadelle Vegetazioni, Palme e Cactus.

1952-1953Frequenta Gianni Secomandi. Discussionicon lui sull’uso del colore. Trojani in questianni arricchisce la propria tavolozza di giallisolari e pieni e rossi infuocati.

1952-1954È spesso a Como, nello studio di Aldo Galli.È indubbiamente legato a (e in parte dedi-cato a lui) il periodo Spazialista che conti-nuerà fino al 1969.

1953Espone a Bergamo alla Galleria delle Gra-zie. La sua prima personale conseguirà unbuon successo di critica.Esplosione di colori nei Mai colti.

1956Dipinge un magnifico Adda dove ha giàscelto l’Informale. Non se ne discosterà pertutta la produzione a seguire a eccezione didue precisi momenti.

1957Sposa Mariella Rivolta.

1958Nasce la figlia Daniela.Intraprende il ciclo delle Vegetazioni chenon abbandonerà mai più. Fanno la com-parsa anche le prime Nature morte.

1959Si reca a trovare Donato Frisia a Merate chegli consiglia di lasciare ogni altro impegnoe fare soltanto il pittore.

1959-1960Partecipa alle riunioni del Club di Sant’Andreaa Milano, diretto da Bellora. Qui conosceScannavino, Fontana, Roberto Crippa, Mi-gneco, Maria Luisa De Romans. Lavora conlena sui Fiori secchi, i Girasoli, i Mai colti.Inizia il periodo dei cieli blu cobalto per ibellissimi Paesaggi lombardi.1960-1969Ciclo Spazialista. Trojani in questo periodoguarda al lavoro del Gruppo di Como (alquale dedica alcuni lavori), alla figura diAldo Galli e alla straordinaria indagine sullospazio svolta da Fontana.

1963Nasce la seconda figlia, Laura.

1968-1970Comincia la fase del Puntinismo. Tele di di-versa grandezza con un ritmo di intervalli dicolore calcolato quasi matematicamente.Parte anche il breve periodo delle Nature so-lari a trama circolare.

1970Conosce Renzo Cortina che gli presentaDino Buzzati il quale si interessa al suo la-voro e scriverà di lui. Intanto partecipa a numerose collettive, trale quali importante quella alla Galleria Co-corocchia. In seguito a La Scala di Firenzee, nello stesso torno di tempo, andrà a Pa-rigi per la mostra dedicata all’Arte Contem-poranea Italiana. Le colline e le montagnedivengono preponderanti nei suoi lavori.

1971È presente al Premio Europa ‘71 tenutosi aRoma, dove viene premiato.Espone a Lecco alla Galleria Stefanoni.

1972-1975Partecipa a diversi Premi e Rassegne e vieneinvitato a numerose collettive di importanzanazionale e internazionale, come la BiennaleEuropea di Atene.

1973Produce gli oli dedicati a Portofino.

1975È a Varenna al Centro di Cultura con un’in-teressante personale.Ennio Morlotti scrive la presentazione sul re-lativo catalogo.

1975-1978Lavora moltissimo, continua la produzionedi vari temi: il paesaggio, la natura morta, iMai colti, preponderanti sono le Vegeta-zioni.Scrive poesie e ricordi di vita vissuta.

1975-1976Nella primavera è in Lussemburgo. Scopre l’isola d’Elba che tanta parte avrà

Page 69: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

70

da allora nel suo lavoro. D’ora in avanti laprimavera e l’estate elbane saranno legrandi protagoniste della sua produzione.Partecipa a Vicenza al Premio Palladio.Partecipa al Premio Campania.

1977Partecipa a Roma al Premio Dante Alighieri.

1978Partecipa a Ferrara al Premio De Pisis.

1979Lecco gli dedica una vasta Antologica aVilla Manzoni. La critica parla entusiastica-mente del suo lavoro.Parte il periodo delle “strisce”.Personale alla Galleria La Cupola, di Pa-dova, dove conosce Corneille.

1981Personale a Milano presso la Galleria Va-lentini San Marco. Carlo Munari si entusia-sma alla sua opera e scrive diverse cosesudi lui.È a Roma al Citifin.Partecipa al Premio Campania.Marcello Venturoli scrive un lungo saggiosull’opera di Trojani dai primi anni ‘50 sinoa tutti gli anni ‘80.

1984Partecipa alla Mostra Internazionale di BelleArti di Genève. Prosegue la sua indagine sulpaesaggio che acquisisce un’impronta in-formale.

1982-1990Continuano gli inviti a partecipare a collet-tive, premi e rassegne.Sarà più volte chiamato a esporre dall’Une-sco; partecipa a congressi sull’arte a Parigi,Monaco, Londra, Bruxelles, Atene. Frequenta lo studio di numerosi artisti e con-tinua il suo sodalizio con Ennio Morlotti conil quale trascorre molto tempo.

1988Colle Salvetti diventa la sua MontagneSainte-Victoire.Intanto diviene membro di diverse accade-mie: l’Accademia delle Scienze, Lettere e Arti

Leonardo da Vinci (classe AccademiaNobel); l’Accademia Tiberina; l’Accademiadelle Arti, Lettere, Scienze e Cultura di Roma;il Comitato Centro Studi e Scambi Interna-zionali.

1992Muore il grande amico e compagno di la-voro Ennio Morlotti. Gli dedica il bellissimoOmaggio a Morlotti.

1993Personale alla Galleria Steffanoni a Milano.Presenta un intero ciclo di Colline.È a New York al Landscapes 1993.

1994Espone in Argentina al Museo Navarro a Tu-cuman, dove resteranno in permanenzaquattro opere.

1995Personale a Bergamo alla Banca Popolaredi Milano. Vengono esposti una serie di Pae-saggi toscani.

1996Espone a Chiavenna a Palazzo Pestalozzi ilavori e gli studi degli anni ‘90. Grande suc-cesso di critica e di pubblico. Rai Tre gli de-dica un servizio.Espone a Milano al centro Citibank GrandiQuadri.

1998Partecipa a una collettiva sul paesaggio aCampodolcino, nell’antica dimora degliSterlocchi de Sterlegg, Villa Serenella.

1999Partecipa a una collettiva intitolata Del Cieloa Chiavenna, Palazzo Pretorio. I suoi lavorisono molto apprezzati da pubblico e critica.Continua a dipingere e inizia la cataloga-zione della sua vastissima produzione. Anna Caterina Bellati ordina una sua per-sonale a Lecco al Centro La Meridiana ap-pena inaugurato. Il complesso porta lafirma dell’architetto Renzo Piano.

2005I Musei Civici di Lecco organizzano allaTorre Viscontea una Antologica sul periodoSpazialista intitolata Corpi e Spazio - Opere1950-1960.2008L’Ambasciata d’Italia a Berlino lo invita aesporre e ordina la sua personale Naturali-smo astratto.

Trojani negli anni Sessanta.

Page 70: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

71

Personali

1953Bergamo, Galleria delle Grazie1971Lecco, Galleria Stefanoni1975Varenna, Centro di Cultura1979Lecco, Antologica, Comune di Lecco, VillaManzoniPadova, Galleria La Cupola1981Milano, Galleria Valentini San MarcoRoma, Citifin1993Milano, Galleria Steffanoni1995Bergamo, Banca Popolare Milano1996Chiavenna, Comune di Chiavenna, PalazzoPestalozziMilano, Citibank Grandi Quadri1999Lecco, Centro Meridiana2002Milano, Sotheby’s2005Lecco, Torre Viscontea2008Berlino, Ambasciata d’Italia

Collettive

Milano, Galleria CocorocchiaMilano, Premio Sant’AmbroeusFirenze, La ScalaParigi, Pittura Italiana a ParigiRoma, Premio EuropaAtene, Biennale EuropeaMentone, Arte Italiana in Costa AzzurraSiena, Rassegna Siena ’82Padova, Arte TrivenetaVarenna, Centro Cultura - 7 Pittori LecchesiLecco, Artisti Lecchesi - Torre VisconteaFerrara, Paesaggio ItalianoLecco, Arte Festival, Torre VisconteaDamasco, Rassegna ItaliaNew York, Landscapes 1993Tucuman (Argentina), Museo Navarro -Paesaggio ItalianoCampodolcino (So), Villa Serenella,

Variazioni sul paesaggioChiavenna (So), Palazzo Pretorio, Del cieloChiavenna (So), Palazzo Salis, La Rezia.Figure e paesaggi in un secolo di pitturaMorbegno (So), ex Chiesa di S. Antonio -Time passagesMilano, Galleria Ruggerini & Zonca

Premi e rassegne

Roma, Europa ‘72Corciano, Premio Agosto Corcianese Perugia,Rassegna d’Arte Contemporanea Pompei, Centro Italiano Scambi Culturali, 1973(Medaglia d’oro)Bologna, Biennale d’Arte ContemporaneaFirenze, Premio BrunelleschiLecco, Premio MoriGenova, Centro InterarteViareggio, Grand Prix InternationalMonaco, Premio Rassegna PrincipatoComo, Colonnina d’OroComo, Premio ManlioLiegi, Rassegna d’Arte di Primavera, 1976Vicenza, Premio Città del Palladio, 1976Roma, Premio Dante Alighieri, 1977Roma, Omaggio a PicassoFerrara, Premio De Pisis, 1978Malta, Biennale d’Arte ContemporaneaZurigo, Accademia delle ArtiLondra, Rassegna SelfridgesComo, Circolo Artistico ProvinciaMassa Carrara, Premio MichelangeloRimini, Premio Rimini (Medaglia d’oro)Ginevra, Premio Internazionale d’Arte, 1984Bologna, Circolo Artistico CulturaleRoma, Palazzo Barberini, Ass. Belle ArtiComune RomaNew York, Centro Diffusione Arte, Premio“Città di New York”

Hanno scritto di lui

Anna Caterina Bellati, Gianni Bertini, VictorBrasler, Luciano Budigna, Dino Buzzati, AldoCarpi, Eligio Cesana, Gian AlbertoDell’Acqua, Raffaele De Grada, Luigi Erba,Giorgio Falossi, Gino Grassi, AlbertoLongatti, Tato Mazzieri, Ennio Morlotti, CarloMunari, Domenico Perron, Adalberto Rossi,Oscar Signorini, Gianni Tadonio, MarcelloVenturoli.

Pubblicazioni

Proposte d’Arte, Arte Cultura, Arte Servi-ce,Bolaffi Arte, Il Quadrato, Prospettive d’Arte,Pittura & Scultura Oggi, Arte Moderna Italiana,Arte, Sipario, Rivista Arte Moderna - Parigi,Archivio Storico Artisti Italiani, Arte ItalianaContempo-ranea, i Pittori del Sant’Ambroeus,Arte Italiana per il Mondo, La Vernice - Vene-zia, Vita Artistica del Novecento, Il Giorno, IlPiccolo, Il Tempo, La Nazione, Corrieredell’Arte, La Provincia di Como, Il Corriere diSicilia, Il Gazzettino, Il Giornale di Brescia, IlCorriere di Roma, Arte Lyder, Arte Italiana XXSecolo, La Provincia di Sondrio, Centro Valle,Il Giornale di Lecco, LC Magazine, Eco delleValli, La Provincia (quotidiano di Sondrio), IlResegone, La Gazzetta di Lecco e Provincia, IlPunto Stampa.

Volumi• Anna Caterina Bellati, R. Trojani, CattaneoPaolo Grafiche, Oggiono (Lecco), 1999• Anna Caterina Bellati, La Rezia. Figure ePaesaggi in un secolo di pittura, Bellati Editore,Lecco, 2000• Anna Caterina Bellati, Il mediocorso del-l’Adda nella pittura lombarda. Dall’Impressioni-smo all’Informale in L’Adda trasparenteconfine. Storia, architettura e paesaggio traLecco e Trezzo, (a cura di Adele Buratti Maz-zotta e Gian Luigi Daccò), Cattaneo PaoloGrafiche, Oggiono (Lecco), 2005.• Anna Caterina Bellati, Trojani Corpi e Spa-zio, Editoria Grafica Colombo, Valmadrera(Lecco), 2005.• Angelo Bolaffi, Marina Mezzasalma, EraldoDi Vita, Naturalismo astratto, Grafiche 3B snc,2008.• Paschetta “appunti di un viaggiatore lom-bardo, (a cura di Anna Caterina Bellati), PubliPaolini, Mantova, 2008.• Qui Già Oltre, (a cura di Simona Bartolena,testi di Simona Bartolena e Anna Caterina Bel-lati), Silvana Editoriale, 2009.

Esposizioni

Page 71: "Scorre il fiume" l'Adda amato da Romano Trojani

Finito di stampareda Editoria Grafica Colombo SRL

Valmadrera - Lecconel mese di gennaio 2010