sconnessi n 21 - Knulpknulp.org/wp-content/uploads/2018/05/sconnessi-21.pdf · sconnessi John...

2
connessi s Danilo Gallo (foto Luca Valenta) John Stowell n 21 bollettino per naviganti perduti mensile su carta con gli appuntamenti del knulp gennaio 2019 knulp - via madonna del mare 7/a - 34124 trieste - tel/fax 040300021 - [email protected] L’editoria italiana di fumetto, ha un nuovo soggetto di piccole dimensioni ma non privo di ambizioni: Stigma. Creato su impulso di una figura di lunga esperienza nella scena del fumetto indipendente come Akab (Gabriele di Benedetto), “agitatore” e co-fondatore di Shok Studio, il nuovo marchio si presenta con una identità editoriale piuttosto composita, ma con un obiettivo preciso: produrre opere dalla forte personali- tà artistica. Nel suo catalogo Stigma presenterà infatti sia autori affermati che esordienti, accomunati non tanto dai temi o dai registri – grotteschi, drammatici, surreali, espressionisti – quanto da un certo radicalismo nel disegno e nella narrazione. Nel 2018 STIGMA pubblica RUBENS di Akab, Cammello e Spugna scritto e disegnato a tre mani PERSO NEL BOSCO di Dario Panzeri STORIE DI UOMINI INTRAPRENDENTI E DI SITUA- ZIONI CRITICHE di Luca Negri, vincitore del premio miglior opera prima a Treviso Comics 2018 EPOS di Marco Galli SARÒ BREVE di Squaz, in uscita nel 2019 Una lineup composta da molti autori con diversi libri alle spalle, qui riuniti all’insegna di un percorso di libertà creativa che sembra quasi scivolare verso una visione da “collettivo di artisti”. AKAB ci introduce al progetto Quando avevo meno di vent’anni con un gruppo di amici ho dato vita a una casa editrice che in 4 anni ha bruciato le tappe fino ad esplodere nel cielo. Vent’anni dopo sono ancora qui con un gruppo di amici a dare vita a questa nuova etichetta selvaggiamente autoge- stita. L’idea è semplice, ridare agli autori totale controllo sul proprio lavoro. Siamo adulti e vaccinati, ci controlliamo tra di noi, non abbiamo più bisogno di padri, insegnanti o tutor. Come sempre l’intento è fare i libri a fumetti che vorremmo vedere in giro e giocare con il linguaggio senza preconcetti o limiti. Parlare di soldi è sempre volgare ma è programmatico in Stigma riconoscere una grossa fetta delle vendite a chi il libro lo fa materialmente - il 30 % su tutto il venduto parten- do dalla prima copia, per essere esatti. Per questo abbiamo deciso di non mettere mai il logo Stigma in copertina, per sottolineare anche grafica- mente che il libro è sopratutto di chi lo fa, non di chi lo stampa o lo distribuisce. Infatti tutti i diritti rimangono all’autore che è libero di ristamparlo con chi vuole il giorno seguente l’uscita. Insomma il pallone è suo e nessuno glielo può bucare. Ogni Stigma uscita sarà preceduta da due mesi di prevendita on line e ormai è chiaro come il nodo non sia più la distribuzione ma la promozione. Come si cambia, per non morire. Autore è una parola terribile che viene da autorità, ma come dice Cartman forse è arrivato il momento di farla rispettare. Il fumetto non c’entra con la politica, gli intrighi di redazione, i favori, il sociale, la comicità, gli impiegati, il super io, la tecnica, la cronaca, il lavoro, la professio- nalità, religione, pubblico, figa, civiltà, hipster, cinese- rie, educazione, pirati, medicina, tv, cani, rivoluzione, slogan, detective, arte, navi, psicologia, generi, marke- ting, motociclismo, non c’entra con nulla se non con se stessi e il proprio stigma. La mostra proporrà una selezione delle tavole dei libri prodotti e un incontro con AKAB e gli artisti per parlare del progetto e delle nuove pubblicazioni. Info Nanni Spano 3337245244 [email protected] Venerdì 11 gennaio - ore 18.30 Scritture capovolte Terzo di 4 incontri di lettura/scrittura Michele Diego Nel cielo, le stelle Leucotea 2016 Quattro presentazioni di libri curate da Marco Galati Garrito in cui ci confronteremo con gli autori sperimen- tando insieme a loro le tecniche di scrittura Prossimo appuntamento (quarto e ultimo): Venerdì 8 febbraio, Gabriella Silvia Spadoni, Il soldato fantasma, Apollo 2018. Ingresso con prenotazione; aperitivo e buffet inclusi, posti limitati. Info e prenotazioni presso il Knulp. Giovedì 10 gennaio - ore 19.00 Espongono AKAB PABLO CAMMELLO MARCO GALLI DARIO PANZERI SPUGNA SQUAZ ASSOCIAZIONE CULTURALE DAYDREAMING PROJECT / KNULP presentano: PROGETTO STIGMA con AKAB durante la serata live painting, suoni di Gianluca Marcon, a cura di Nanni Spano la mostra proseguirà fino al 15 febbraio 2019

Transcript of sconnessi n 21 - Knulpknulp.org/wp-content/uploads/2018/05/sconnessi-21.pdf · sconnessi John...

Page 1: sconnessi n 21 - Knulpknulp.org/wp-content/uploads/2018/05/sconnessi-21.pdf · sconnessi John Stowell Danilo Gallo (foto Luca Valenta) n 21 bollettino per naviganti perduti mensile

connessis

Danilo Gallo (foto Luca Valenta)John Stowell

n 21bollettino per naviganti perdutimensile su carta con gli appuntamenti del knulp gennaio 2019knulp - via madonna del mare 7/a - 34124 trieste - tel/fax 040300021 - [email protected]

L’editoria italiana di fumetto, ha un nuovo soggetto di piccole dimensioni ma non privo di ambizioni: Stigma.Creato su impulso di una figura di lunga esperienza nella scena del fumetto indipendente come Akab (Gabriele di Benedetto), “agitatore” e co-fondatore di Shok Studio, il nuovo marchio si presenta con una identità editoriale piuttosto composita, ma con un obiettivo preciso: produrre opere dalla forte personali-tà artistica.Nel suo catalogo Stigma presenterà infatti sia autori affermati che esordienti, accomunati non tanto dai temi o dai registri – grotteschi, drammatici, surreali, espressionisti – quanto da un certo radicalismo nel disegno e nella narrazione. Nel 2018 STIGMA pubblicaRUBENS di Akab, Cammello e Spugna scritto e disegnato a tre maniPERSO NEL BOSCO di Dario PanzeriSTORIE DI UOMINI INTRAPRENDENTI E DI SITUA-ZIONI CRITICHE di Luca Negri, vincitore del premio miglior opera prima a Treviso Comics 2018EPOS di Marco GalliSARÒ BREVE di Squaz, in uscita nel 2019 Una lineup composta da molti autori con diversi libri alle spalle, qui riuniti all’insegna di un percorso di libertà creativa che sembra quasi scivolare verso una visione da “collettivo di artisti”. AKAB ci introduce al progettoQuando avevo meno di vent’anni con un gruppo di amici ho dato vita a una casa editrice che in 4 anni ha bruciato le tappe fino ad esplodere nel cielo. Vent’anni dopo sono ancora qui con un gruppo di amici a dare vita a questa nuova etichetta selvaggiamente autoge-stita. L’idea è semplice, ridare agli autori totale controllo sul proprio lavoro. Siamo adulti e vaccinati, ci controlliamo tra di noi, non abbiamo più bisogno di

padri, insegnanti o tutor. Come sempre l’intento è fare i libri a fumetti che vorremmo vedere in giro e giocare con il linguaggio senza preconcetti o limiti. Parlare di soldi è sempre volgare ma è programmatico in Stigma riconoscere una grossa fetta delle vendite a chi il libro lo fa materialmente - il 30 % su tutto il venduto parten-do dalla prima copia, per essere esatti.Per questo abbiamo deciso di non mettere mai il logo Stigma in copertina, per sottolineare anche grafica-mente che il libro è sopratutto di chi lo fa, non di chi lo stampa o lo distribuisce.Infatti tutti i diritti rimangono all’autore che è libero di ristamparlo con chi vuole il giorno seguente l’uscita. Insomma il pallone è suo e nessuno glielo può bucare.Ogni Stigma uscita sarà preceduta da due mesi di prevendita on line e ormai è chiaro come il nodo non sia più la distribuzione ma la promozione. Come si cambia, per non morire.Autore è una parola terribile che viene da autorità, ma come dice Cartman forse è arrivato il momento di farla rispettare.Il fumetto non c’entra con la politica, gli intrighi di redazione, i favori, il sociale, la comicità, gli impiegati, il super io, la tecnica, la cronaca, il lavoro, la professio-nalità, religione, pubblico, figa, civiltà, hipster, cinese-rie, educazione, pirati, medicina, tv, cani, rivoluzione, slogan, detective, arte, navi, psicologia, generi, marke-ting, motociclismo, non c’entra con nulla se non con se stessi e il proprio stigma.

La mostra proporrà una selezione delle tavole dei libri prodotti e un incontro con AKAB e gli artisti per parlare del progetto e delle nuove pubblicazioni.

Info Nanni Spano [email protected]

Venerdì 11 gennaio - ore 18.30

Scritture capovolteTerzo di 4 incontri di lettura/scrittura

Michele DiegoNel cielo, le stelleLeucotea 2016

Quattro presentazioni di libri curate da Marco Galati Garrito in cui ci confronteremo con gli autori sperimen-tando insieme a loro le tecniche di scrittura

Prossimo appuntamento (quarto e ultimo):

Venerdì 8 febbraio, Gabriella Silvia Spadoni, Il soldato fantasma, Apollo 2018.

Ingresso con prenotazione; aperitivo e buffet inclusi, posti limitati. Info e prenotazioni presso il Knulp.

Giovedì 10 gennaio - ore 19.00

EspongonoAKAB

PABLOCAMMELLO

MARCO GALLIDARIO

PANZERISPUGNA

SQUAZ

ASSOCIAZIONE CULTURALE DAYDREAMING PROJECT / KNULP presentano:

PROGETTO STIGMAcon AKAB

durante la serata live painting, suoni di Gianluca Marcon, a cura di Nanni Spanola mostra proseguirà fino al 15 febbraio 2019

Page 2: sconnessi n 21 - Knulpknulp.org/wp-content/uploads/2018/05/sconnessi-21.pdf · sconnessi John Stowell Danilo Gallo (foto Luca Valenta) n 21 bollettino per naviganti perduti mensile

se vuoi rimmergerti nella rete collegati a www.knulp.org

musica

cin

ema

Lunedì 21 e 28 gennaio - ore 19Associazione Tina Modotti e Circolo del Cinema Metropolis presentano il film

Shoah

di Claude Lanzmann(documentario, 1985, Francia, 566 minuti)

Nel 1974, Claude Lanzmann cominciò un lavoro di pedinamento dei tre tipi di superstiti del genocidio attuato contro la folta comunità ebraica dell'Euro-pa centro-orientale e altre comunità (rom, etc.): le vittime, i carnefici ed i testimoni, i polacchi. Perché nei campi di sterminio polacchi Auschwitz, Birkenau, Belsen, Chelmno, Maidanek, Sobibor e Treblinka si è consumato l'orrore di sei milioni di esseri umani "passati per il camino". Un documen-tario di nove ore e mezza sulla Shoah realizzato senza un fotogramma di repertorio. Gli ex nazisti sono stati ripresi di nascosto perché avevano accettato di essere solo intervistati in audio. Le sue interviste molto dettagliate danno un ritratto terribile degli eventi e rendono evidente la perma-nenza dell'antisemitismo in Polonia, Germania e altrove. Quando Shoah uscì, nel 1985, dopo undici anni di ricerche e lavoro fu chiaro a tutte/i che il film di Lanzmann era l'opera definitiva, assoluta sull'im-mane tragedia che, da quel momento in poi, sareb-be per sempre stata definita Shoah. E che Shoah entrava di diritto nel numero dei capolavori davvero indispensabili a chiunque per capire il tempo in cui viviamo. Anche se poi in realtà niente, fortunatamente, è definitivo, il film è comunque un testo formidabile, una narrazione che non dà respiro e che pure permette di respira-re la voce del duro svolgersi della storia in uno dei suoi aspetti più abominevoli. E' la vista ad essere sollecitata, nella sua radicalità. Lanzmann stesso disse che "leggere e basta non è sufficiente. Biso-gna vedere e sapere, sapere e vedere, indissolubil-mente. E' un lavoro straziante". Aggiunge Simone de Beauvoir: "...non avrei mai immaginato una simile mescolanza di orrore e bellezza. Certo, l'una non serve a mascherare l'altro, non si tratta di estetismo: al contrario, essa lo mette in luce con tanta inventiva e tanto rigore che siamo consci di contemplare una grande opera..." Questa nostra proiezione proposta in due parti, organizzata dall'Associazione Tina Modotti e dal Circolo Metropolis, vuole offrire una visione del capolavoro di Lanzmann che si faccia sguardo comune e condiviso, anche se sempre, e necessariamente, lacerato.

Lunedì 21, ore 19 Shoah (prima parte)Lunedì 28, ore 19 Shoah (seconda parte)

Ingresso con tessera FICC 2019.

Martedì 15 gennaio - ore 21Circolo Thelonious e Knulp presentano

Giovanni MancusopianoforteAlberto Collodelclarinetto bassoIl pianista veneziano Giovanni Mancuso (Raiz, Elliott Sharp, Pietro Tonolo, Butch Morris, Carlo Boccadoro, Lukas Ligeti, Sylvano Bussotti) ed il clarinettista Alberto Collodel ci faranno ascoltare la ricostruzione onirica di un mondo scomparso nell’omaggio al grande scrittore e pittore di origi-ni ebraiche Bruno Schulz, assassinato nel 1942. Le suggestioni della cultura musicale e letteraria dell’Europa dell’est alla vigilia della seconda guerra mondiale.

Martedì 22 gennaio - ore 21

JAM SESSIONcon gli studenti della scuola di jazz del Conserva-torio Tartini di Trieste

A proposito di jam...Quattro chiacchiere con Kristina Frandolic e Giorgio Giacobbi, i due animatori delle jam session che ,ogni mese ,si tengono al Knulp, in collaborazione con il Circolo Thelonious e la Scuola di Jazz del Conservatorio Tartini di Trieste.

Domanda - Quando è iniziata la collaborazione tra il Knulp, il Circolo Thelonious e la Scuola di Jazz?Risposta - Nel 2009 grazie a un'idea di Glauco Venier, insegnante di pianoforte. Era il chitarrista Piero Iiuretig ad organizzarle, anche se non erano ancora inserite nel programma del Thelonious. Noi siamo arrivati qualche anno dopo, nel 2012, entrando in contatto con Enrico Malusà, presidente del circolo.D - Dal punto di vista didattico le jam sostanziano la valutazione finale del singolo studente?R – A ogni jam prendiamo i nominativi di chi vi parteci-pa. A fine anno mandiamo la lista agli insegnanti. Una delle materie del dipartimento è chiamata “attività esterne e concerti” dove ciascuno porta testimonianza di aver partecipato a esibizioni live, tra le quali rientra-no anche le presenze alle jam, appunto. Alla fine dell'an-no questa attività porta dei crediti, che sommati alle altre valutazioni danno il voto finale.D - Qual è l'iter organizzativo da parte degli studenti per le serate?R - All'inizio dell'anno accademico facciamo richiesta all'economato e all'amministrazione del Conservatorio proponendo le date scelte concordate con il Circolo Thelonious e il Knulp, che generalmente vanno da dicembre ad aprile. Organizziamo l'apertura con un gruppo già consolidato che si esibisce per mezz'ora, quindi si aggregano gli studenti che possono essere del primo anno oppure più esperti, o ex studenti che danno vita alla vera e propria jam. Si suonano brani standard che, solitamente, vengono rivisitati sul momento inserendo nuove idee armoniche o nuove ritmiche, magari più funk o rock.D - Come studenti del dipartimento di jazz vi sentite un po' musicisti di serie “b” rispetto a chi si indirizza verso la musica classica?R - La scuola di jazz è aggregata al corso di percussioni classiche e a quello di musica elettronica sotto un dipartimento chiamato “nuovi linguaggi e tecnologie musicali”. Fino a qualche anno fa le nostre aule si trova-vano al terzo piano, quindi, a causa delle rimostranze degli studenti di strumenti ad arco, siamo stati relegati al piano terra, in una specie di sottoscala, dove condivi-diamo le aule con appunto percussionisti e compositori elettronici. Non abbiamo un vero e proprio nostro spazio. La maggior parte degli insegnanti “classici” non ha nemmeno idea di cosa siano le jam, salvo qualche

rara eccezione. Per fortuna da quest'anno hanno assegnato la cattedra a Matteo Alfonso che insegna da anni. Fino a oggi i contratti degli insegnanti venivano rinnovati di anno in anno.D - Il sottoscala, l'antro buio, il destino del jazz direi. Passando a cose meno tristi, a mio avviso i ragazzi di vent'anni di oggi suonano molto meglio di quanto suonassero i ragazzi di vent'anni negli anni 80 e 90. Secondo voi qual è la chiave di questo cambio di marcia?R - Sicuramente il fatto di avere a disposizione ottimi musicisti come insegnanti, ricchi di esperienza. Fanno musica che a volte non condividi o che non apprezzi in maniera particolare, ma hanno qualcosa di importante da farti conoscere. E poi la tecnologia... che ti permette di attingere per qualsiasi cosa, ovunque, sempre. Qualcuno che ha vissuto professionalmente la musica qualche decennio prima di noi dice che siamo bravi tecnicamente (naturalmente chi più e chi meno) ma ci manca un po' di coraggio per uscire dagli schemi. Seguiamo la didattica in maniera ossessiva, limitando la creatività. A Trieste la situazione è un po' diversa in quanto gli insegnanti ci spingono ad esplorare nuovi territori. Agli esami finali quasi tutti gli studenti porta-no brani originali. Nella maggior parte degli altri conservatori, agli esami, si eseguono standard eseguiti nella maniera più fedele possibile a come i compositori l'hanno concepita. E nulla viene preso in considerazione se il brano è stato scritto dopo il '63. Questo allontana molto dall'idea di jazz. Le jam ci aiutano a crescere come musicisti, usciamo dalla pura didattica e anche liberi dall'occhio vigile degli insegnanti, proviamo e sperimentiamo brani, ci confrontiamo con il pubblico, abbandonando a volte qualsiasi schema, improvvisando ritmiche e arrangiamenti. Da questo punto di vista, nonostante tutti i disagi, Trieste è un'oasi fortunata.D - I gruppi che suonano alle aperture delle serate nascono all'interno del conservatorio?R - Sì, sono formati da studenti con qualche innesto esterno, e generalmente preparano un repertorio di musiche originali che spesso vengono poi utilizzate agli esami. Un valido laboratorio, decisamente.D - Quale augurio possiamo fare per la prosecuzione di questo esperimento?R - Che nuovi studenti possano prendere in mano l'orga-nizzazione, che spingano i colleghi a partecipare, che gli insegnanti facciano lo stesso, di modo che, quando noi ci avvieremo verso altre strade, ci sia qualcuno che continui ad occuparsene. Abbiamo iniziato, ormai, una decina di anni fa. Eravamo due gatti a suonare, con pochi amici che ci ascoltavano. Oggi siamo numerosi e il pubblico che ci segue è formato da allievi del primo anno stimolati dalla situazione, hanno 19 anni, o anche meno se arrivano da Slovenia e Croazia dove la scuola superiore termina un anno prima. Poi vengono studenti di altre facoltà universitarie, giovani dell'Erasmus, amanti del jazz È un bel momento di ritrovo e condivi-sione fuori dai consueti schemi.