Sciopero fame
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Lo Sciopero della Fame:quale Autonomia del Detenuto e del Medico
nell’Ordinamento ItalianoPadova, 10 Maggio 2013
Felice NavaSpecialista in Tossicologia
e PsicoterapiaDottore di Ricerca in Neuroscienze
Responsabile UO Sanità PenitenziariaAzienda ULSS 16 Padova
Definizione dello Sciopero della Fame
Lo Sciopero della Fame è un comportamento di rifiuto dell’alimentazione a carattere totale, privo di giustificato motivo medico (1)
(1) Allegranti-Giusti, Lo Sciopero della Fame del Detenuto. Aspetti medico-legali e dentologici, Cedam, Padova, 1983
Detenuti Istituti Penitenziari di Padova
Numero dello Sciopero della Fame presso gli Istituti Penitenziari di Padova
Lo Sciopero della Fame è un Evento Critico?
Dati, UIL Polizia Penitenziaria, www.popepull.it
Lo Sciopero della Fame è un Evento Critico?
Lo Sciopero della Fame è un Evento Critico?
Bobby Sands
• E’ una forma di comunicazione;
• Sostituisce il linguaggio, nelle condizioni o circostanze in cui può essere difficile o inutile comunicare verbalmente (canale simbolico)
• Ha il fine di inviare un messaggio e di ricevere una risposta
Fenomenologia dello Sciopero della Fame
• La comunicazione determina la consapevolezza del Sé;
• La comunicazione permette l’interazione con altri individui (ricevendo la conferma o il rifiuto della propria immagine);
• Il disagio nasce quando non c’è congruità tra l’immagine trasmessa e quella che si riceve
Lo Sciopero della Fame come Strategia di Comunicazione Estrema
• Il disagio è estremo quando si riceve la negazione della propria immagine;
• Lo sciopero della fame diventa un tentativo di annullare la negazione della propria immagine e di affermare la propria esistenza
Lo Sciopero della Fame è una Espressione del Disagio?
• Appiattimento strumentare alle regole;
• Sfruttamento clandestino delle piccole illegalità possibili;
• Comportamento auto-implosivo;
• Comportamento auto-distruttivo;
• Comportamento fantasmatico
Le Reazioni del Detenuto al Disagio
Mosconi, Tempo Sociale e Tempo del Carcere, in Sociologia del Diritto, n. 2, 1996, pp. 89-106
• Conseguenza di un superamento delle capacità di autocontrollo;
• Strumento per provocare effetti di cambiamento della condizione detentiva;
• Un mezzo patologico e paradossale per raggiungere uno scopo;
• Desiderio di vivere (più che desiderio di morire);
• Lo sciopero della fame diventa un paradosso conservativo della propria identità personale e culturale
Il Significato dello Sciopero della Fame
• Trasmettere alla Società esterna, al mondo giudiziario e politico dei messaggi sui problemi dei singoli e della collettività;
• Chiedere il miglioramento della condizione carceraria (es. l’ammissione al lavoro, la presa in carico da parte degli operatori penitenziari)
I Motivi dello Sciopero della Fame
• Costante osservazione e controllo medico per monitorare le le condizioni psico-fisiche;
• Almeno due visite al giorno con particolare attenzione al peso;
• Evitare l’isolamento dagli altri compagni;
• Ricevere sostegno psicologico;
• Trasferimento in infermeria o presso i centri diagnostici terapeutici
Gli Interventi
• Autointossicazione;
• Rallentamento della produzione di calore;
• Possibili lesioni neurologiche (anche irreversibili)
Le Conseguenze dello Sciopero della Fame
L’organismo utilizza le riserve di glicogeno con un aumento del metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Quando i livelli di glucosio nel plasma diminuiscono il soggetto si sente debole e possono comparire senso si sbandamento e vertigini. L’assenza di assunzione di cibo porta ad un aumento della mobilizzazione dei grassi. Nel sangue aumentano i livelli di sodio (aumento della pressione arteriosa e di colesterolo
La cute diventa pallida, l’alito “acetonico”, la lingua patinosa e biancastra. Può comparire cefalea e sensazione di stanchezza
Le Fasi delle Sciopero della Fame: Conseguenze
Scompare il senso della fame e vi è un aumento plasmatico delle proteine e dei grassi (aumento della tossicità cellulare e d’organo)
Se lo sciopero della fame è accompagnato da quello della sete, vi è forte e completa disidratazione, tossicità e morte.In caso del solo sciopero della fame vi è danno cellulare e d’organo (per tossicità diretta).Questa fase è spesso accompagnata da eccitazione e agitazione motoria
Le Fasi delle Sciopero della Fame: Conseguenze
L’organismo non riesce più a compensare allo squilibrio metabolico e vi è una forte perdita anche della massa muscolare.Compare debolezza, letargia, perdita di coscienza.La morte può sopraggiungere come conseguenza dei danni al fegato, ai reni e al cervello
Le Fasi delle Sciopero della Fame: Conseguenze
Il tempo per la regolare ripresa dell’alimentazione dura almento quanto è durato lo sciopero
I pasti devono essere frequenti (almeno sei al giorno)
I pasti non devono essere copiosi (meglio liquidi, frullati di frutta, ecc.
Le pietanze di verdura e le zuppe devono essere gradualmente introdotte
Le pietanze cotte e bollite sono le ultime ad essere introdotte
Il Ripristino dell’Alimentazione
• Età e costituzione del soggetto;
• Il suo stato di salute;
• La sua reattività ed il consumo di acqua;
• Tempo massimo per la sopravvivenza (60 giorni)
I Fattori che Possono Condizionare l’Esito Fatale
• Interrompere lo sciopero;
• Adeguata terapia di supporto alimentare e idrica;
• Ricovero in ambiente ospedaliero intensivo;
• Sedazione profonda continua
Le Azioni…
• Protezione delle vie aree mediante intubazione o ventilazione meccanica;
• Incannulazione venosa centrale per il monitoraggio volemico;
• Cauta e graduale reidratazione e supporto nutrizionale
Le Azioni…
• Posizionamento di sonda naso-gastrica per cauta, graduale rialimentazione enterale;
• Monitoraggio dei parametri vitali;
• Assidua valutazione dei parametri metabolici di laboratorio
Le Azioni…
• Rifiuto dell’alimentazione;
• Dei sostegni curativi salva vita
Le Azioni…
Art. 32, comma 2
“Nessuno può essere obbligato di un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge”
La Costituzione
Gli Impedimenti all’Azione di Garanzia Medica
• Rifiuto libero e consapevole
Consapevolezza
Veglia
Coscienza
Il Livello della Coscienza
I Conflitti per i Doveri del Medico
• Quando il rifiuto del trattamento medico può comportare una sicura anticipazione della fine della propria vita;
• Quando l’autodeterminazione terapeutica configge con il dovere del medico di praticare interventi salva vita (eventualmente invocando la discriminante dello stato di necessità)
Il Diritto alla Salute
• Indisponibilità della vita umana (il “dogma”);
• Diritto di autodeterminarsi alla salute (anche se tale autodeterminazione può portare la persona alla morte)
Il Diritto alla Salute: The Dark Side
• Il diritto di perdere la salute e di non curarsi;
• Il diritto di lasciarsi morire;
• Il diritto alla salute determina un limite per l’eventuale l’intervento terapeutico o “salvifico”
Sulla Leicità delle Azioni di Tipo Coattivo nello Sciopero della Fame
• Vuoto normativo (proposta di legge del Ministro della Giustizia del 1982: Clelio Darida) (1);
• L’intervento di alimentazione artificiale disposto nonostante il dissenso espresso, inequivoco ed attuale del detenuto rappresenta un illecito penalmente perseguibile;
• Il problema dell’intervento terapeutico si pone solo quando il soggetto non è più in grado di rendersi coscientemente conto delle conseguenze del proprio rifiuto
(1) Disegno di Legge concernenei le modfiiche della’rt. 11 Legge 354/75, presentato Consiglio dei Ministri nella seduta dell’8 gennaio 1982
Sul Condizionamento del Libero Arbitrio nello Sciopero della Fame: 1a ipotesi
• Lo stato detentivo può distorcere la percezione della realtà (1);
• L’insorgenza dell’anoressia secondaria (nelle fasi avanzate del digiuno) è in grado di alterare la volontà cosciente;
• La condizione del detenuto sarebbe assimilabile allo stato di infermità mentale, legittimando il ricorso al T.S.O. (artt. 34 e 35 Legge 833/78)
(1) Cfr. Tribunale di Milano, Sez. II Penale, 10.04.89; Tribunale di Padova, Ordinaanda del 21.12.83; Tribunale di Milano, Ordinanaza del 13.12.81
• Si tratta sempre di un soggetto che ha già precedentemente espresso il suo rifiuto nei confronti del trattamento terapeutico (con il rischio consapevole di una successiva perdita di coscienza) (1);
• Il trattamento è in ogni caso inammissibile per la mancanza di una norma autorizzatoria (2);
• L’art. 41 dell’O.P. non è ammissibile (lo sciopero della fame non è un atto di violenza o comunque non è riferibile ad una condotta attiva del soggetto) (3)
Sul Condizionamento del Libero Arbitrio nello Sciopero della Fame: 2a ipotesi
(1) Fiandaca, “Sullo Sciopero della Fame nelle Carceri, in foro It., 1983; Maffei, “Lo Sciopero della Fame della Persona detenuta”, in Rass. Pen. Crim, 2003;
(2) Cfr. Cass. Pen. S.U. 18.12.08, 2437;(3) Cfr. Cass. Pen., sez. IV, sent. del 19.12.79
I Due Casi della Possibilità dell’Intervento Terapeutico Coattivo
1. Detenuto affetto da malattia mentale (non ritenendo tale lo stato di incoscienza indotto dal digiuno), ove sussistano i requisiti di cui alla normativa del T.S.O. (art. 34 Legge 833/78)(1);
2. Dissenso espresso in precedenza e non confermabile dal soggetto, ove il sanitario ritenga ragionevole che se la persona avesse conosciuto il rischio per la propria vita, avrebbe prestato il consenso all’attività terapeutica
(1) Cfr. Trib. Milano, sez. II penale, 10 aprile 1989
In tutti gli altri casi…
La sottoposizione del detenuto a trattamenti da lui non consentiti è da ritenersi vietata, nonché penalmente rilevante
“Il libero arbitrio è una sorta di illusione che la nostra mente costruisce automaticamente (senza che ne abbiamo coscienza) per spiegare azioni delle quali non si conoscono le cause”
Ma la Scienza cosa dice sul Libero Arbitrio?
Wegener, 2004
L’Esperimento di Benjamin Libet: Intenzione e Azione Coincidono?
Libet, 1983
Soon et al., 2008
Il Cervello Decide Prima dell’Azione
Soon et al., 2008
Il Cervello Decide Prima dell’Azione
• La PFC controlla la Razionalità e il Decision Making :• L’alterata funzionalità della PFC è legata alla antisocialità e ad un aumento dell’impulsività; • L’alterata funzionalità della amigdala conduce a una riduzione dell’empatia e del senso del “rimorso”; • Circa il 25% dei detenuti negli Stati Uniti presentano una antisocialità e/o una psicopatia
Moobs et al., 2007
La Neurobiologia dell’Antisocialità e della Psicopatia
Volkow et al., 2001
La Miopia del Tossicodipendente
Conclusione
• siamo tutti uguali davanti al libero arbitrio?;
• ma chi lo stabilisce?
• ascoltare e comunicare (prevenzione)
• potenziare l’autocontrollo (azione)
Felice Nava, MD, PhD
Responsabile UO Sanità PenitenziariaAzienda ULSS 16 di PadovaTel. 049-8214904 segretria 049-8214923 studioFax [email protected]
Direttore Comitato Scientifico Nazionale FeDerSerDwww.federserd.it