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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CESV – Centro Servizi per il Volontariato 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Previsione, prevenzione e soccorso 2014 - Rete Bianca e Bernie Garanzia Giovani 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica: B-Protezione Civile 01- 02 Prevenzione incendi, Interventi emergenze ambientali 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: NZ00145 Regione Lazio

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN

SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE

1) Ente proponente il progetto:

CESV – Centro Servizi per il Volontariato

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

Previsione, prevenzione e soccorso 2014 - Rete Bianca e Bernie Garanzia Giovani

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica:

B-Protezione Civile 01- 02 Prevenzione incendi, Interventi emergenze ambientali

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il

progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori

misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

NZ00145

Regione Lazio

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Il presente progetto mira a migliorare il sistema di previsione e prevenzione degli incendi e delle emergenze ambientali sul territorio della provincia di Viterbo, con particolare attenzione ai Comuni di Vetralla, Ronciglione, Bomarzo, San Lorenzo Nuovo e limitrofi.

Il territorio della provincia di Viterbo

La provincia di Viterbo, comprende 60 comuni e si estende per un’area di circa 3612 Kmq, con una densità di 88,1 Kmq. Rientra all’interno della cosiddetta Tuscia Laziale, ossia l’area che si estende a Nord di Roma tra il fiume Tevere e il mar Tirreno. La provincia di Viterbo è caratterizzata dalla presenza di numerosi piccoli centri abitativi con poche centinaia di abitanti, per lo più anziani. Tale contesto richiede da parte del sistema della protezione civile un’azione di vigilanza del territorio costante e il più capillare possibile. Allo stato attuale pochi comuni hanno predisposto il piano di emergenza comunale, ovvero quel piano in cui ogni comune definisce le aree di rischio, le strutture vulnerabili, i comportamenti e le procedure in emergenza. Il territorio provinciale racchiude una grande varietà di paesaggi che vanno dalle pianure alluvionali della fascia costiera ai complessi vulcanici dell’interno che culminano nel Monte Cimino. La Tuscia possiede un’integrità territoriale rara, grazie anche alle molte riserve naturali presenti sul territorio: sono infatti presenti 65 siti tra Sic (sito di interesse comunitario), Zps (zona a protezione speciale), Sin (sito di interesse nazionale) e Sir (sito di interesse regionale). Vi sono inoltre 6 aree naturali protette (tra cui il Lago di Vico e Monte Casoli di Bomarzo) e tre parchi regionali dei 16 presenti nel Lazio. Le associazioni attive nel progetto opereranno in particolare: nella Riserva Naturale Regionale di Monte Rufeno, nella Riserva Naturale Regionale di Monte Casoli di Bomarzo, nella Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico e nel Parco Naturale Regionale Marturanum. (nell’immagine sottostante dall’alto in basso)

Fonte: www.parchilazio.it

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Tale patrimonio rappresenta una ricchezza del territorio che deve essere tutelata e conservata.

I rischi ambientali

Per la particolare configurazione geomorfologica del territorio e anche per il forte condizionamento generato dall’azione dell’uomo, la provincia di Viterbo è soggetta a forti rischi di incendi boschivi e idrogeologici (questo ultimo comprende il rischio di inondazione, il rischio di frana e il rischio sismico, il rischio nevicate intense). Ad esempio nell’anno 2009/2010 si è registrata una esondazione di Fiora e Tevere, mentre nell’inverno 2010-2011 le nevicate hanno determinato una situazione di emergenza; sempre nel 2011 si è verificata l’alluvione di Ronciglione.

RISCHIO IDROGEOLOGICO. Con il termine rischio idrogeologico si designa il rischio connesso all'instabilità dei pendii dovuta a particolare conformazione geologica e geomorfologica di questi ed in conseguenza di particolari condizioni ambientali, meteorologiche e climatiche che coinvolgono le acque piovane e il loro ciclo una volta cadute al suolo, con possibili conseguenze sull'incolumità della popolazione e sulla sicurezza dei servizi e attività su di un dato territorio. Sebbene in molti casi si tratti di un fenomeno connesso con la natura del territorio, ovvero strettamente dipendente dalla geologia e geomorfologia dei terreni e dei pendii, in molte altre circostanze esso appare fortemente condizionato anche dall’azione dell’uomo. La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano, aumentando l’esposizione ai fenomeni e quindi il rischio stesso.

Fonte: Ecosistema rischio Lazio 2010

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Fonte: Ecosistema rischio Lazio 2014

Nella ricerca Ecosistema rischio, pubblicata da Legambiente nel 2014 emerge che il 95% dei comuni del Lazio presenta fattori di rischio idrogeologico. Le strutture commerciale e/o recettive a rischio sono il 46%, mentre sono state de localizzate solo il 5% delle abitazioni; non stante questo solo la metà, il 54% ha un sistema di monitoraggio e allerta, così come solo circa la metà, 59% ha una struttura di protezione civile h24. Eppure, in caso di rischio idrogeologico è proprio l’attività di pianificazione per i casi di emergenza, che serve a garantire una maggiore sicurezza delle persone coinvolte e ad organizzare tempestivamente evacuazioni preventive e permettere soccorsi efficaci. Il sistema di monitoraggio e allerta, l’attività d’informazione e le esercitazioni, sono elementi fondanti di un sistema di previsione, prevenzione e soccorso in caso di rischio idrogeologico, tutte azioni che possono essere rafforzate, realizzate ed integrate anche grazie all’apporto fondamentale delle associazioni di protezione civile. E anche qui, solo il 27% dei comuni del Lazio ha svolto un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico.

Fonte: Ecosistema rischio Lazio 2014

Ma non tutto è negativo. Ci sono segni di miglioramento, anche grazie all’azione svolta dalle associazioni di volontariato. Ad esempio la percentuale della redazione dei Piani di emergenza comunale nel Lazio è passata dal 48% (Ecosistema rischio 2010) al 93% (Ecosistema rischio 2014). Ad esempio, in riferimento al nostro territorio, comuni come San Lorenzo Nuovo e Ronciglione che non avevano redatto il piano, ne hanno adottato uno, grazie anche al supporto delle associazioni del progetto, sebbene ora necessiti di un aggiornamento. Vi sono però ancora comuni, come Cellere, Bomarzo e Vetralla che non hanno redatto il piano di emergenza comunale (fonte Dipartimento della Protezione Civile www.protezionecivile.gov.it).

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RISCHIO INCENDI BOSCHIVI. Gli incendi rappresentano un grave rischio per la conservazione del patrimonio naturale della Tuscia. Sono una ferita profonda che ogni anno il territorio subisce, con una perdita incalcolabile di ecosistemi e di paesaggi. Gli incendi provocano un accrescimento della fragilità idrogeologica dei versanti, ma anche un danno sociale ed economico per le comunità locali. Non sono ancora disponibili dati sistematici del 2013, ma quelli relativi al periodo 2009 - 2012 possono essere considerati come significativi del fenomeno.

Fonte: Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Viterbo

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Nella provincia di Viterbo nei primi sei mesi del 2012, la Guardia Forestale ha censito 40 roghi, circa il 60% in più rispetto ai 25 dello stesso periodo del 2011. A fine giugno 2012 sono andati in fumo oltre 100 ettari di bosco, più del doppio rispetto al 2011, tale dato non comprende gli incendi divampati nella Riserva Naturale del Lago di Vico dove sono bruciati più di 60 ettari, quelli di Tuscania e Civita Castellana che hanno interessato altre decine di ettari di superficie boscata. Gli incendi totali dal 1 giugno al 21 agosto sono stati 638, a confronto dei 158 del 2011, sono quadruplicati. (dati ricavati dalla schede di intervento del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Viterbo). Gli incendi boschivi sono invece decuplicati, passando dai 7 del 2011 ai 74 del 2012.

Il nodo centrale resta la prevenzione di tali incendi attraverso la sorveglianza del territorio e l’educazione della cittadinanza, poiché la maggioranza degli incendi sono di origine dolosa o sono dovuti a disattenzione. Nella provincia di Viterbo più del 50% degli incendi sono di origine dolosa, e circa il 78,9% sono appiccati intenzionalmente, quindi spesso quando si parla d’incendi boschivi si tratta di illeciti compiuti da singoli a danno di intere comunità. Per questo il controllo del territorio costituisce il deterrente più efficace per fermare questa piaga che rappresenta il maggior pericolo per il patrimonio ambientale della nostra zona.

Il ruolo delle associazioni nel sistema di protezione civile

Il ruolo dell’associazionismo nella protezione civile è divenuto, soprattutto negli ultimi anni, fondamentale nel sistema di protezione civile. Le associazioni di volontariato figurano nell’elenco delle strutture operative nazionali di Protezione Civile e sono riconosciute come parte integrante del “Sistema Nazionale della protezione Civile”, che in base all’art. 2 della legge 225/95” assicura la più ampia partecipazione alle attività di previsione, prevenzione e soccorso, in vista o in occasione di calamità o eventi. Tale riconoscimento è dovuto anche al fatto che per prevenire e prevedere i disastri è necessario conoscere bene il territorio, avere a disposizione in ogni area risorse umane e strumentali e operare con continuità (in relazione alla prevenzione) e in tempi brevi (in caso di emergenze). Queste caratteristiche non possono essere proprie degli altri attori del sistema protezione civile, vista l’esiguità dei mezzi, degli uomini e l’enorme dispendio di risorse ed energie che costerebbe all’ente pubblico, ma sono invece messe a disposizione dalla rete di associazioni di volontariato di protezione civile. Esempi emblematici quali l’emergenza Abruzzo ed Emilia Romagna, così come altre catastrofi, ci mostrano che sono i volontari i primi ad essere stati attivati. E’ da questo presupposto che nasce il nostro progetto “previsione, prevenzione e soccorso” volto a garantire la massima efficienza ed efficacia al sistema, mettendo in campo risorse umane che conoscono il territorio e si integreranno con le altre strutture nazionali rispettando il principio di sussidiarietà verticale ed orizzontale. Dalle tabelle sottostanti – Piano regionale previsione incendi boschivi 2011-2014- vediamo che i mezzi in dotazione ai Vigili del Fuoco da soli non sono sufficienti a coprire l’intero territorio, inoltre non risultano automezzi assegnati al Corpo Forestale

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dello Stato nella provincia di Viterbo. Si tenga infatti presente che nel 2012, durante la campagna antincendio, ogni giorno in media sono stati impegnati 315 uomini, 71 mezzi e 2 elicotteri AB 412. Ruolo del volontariato è dunque anche quello supportare le istituzioni , potenziando la dotazione strumentale e le risorse umane impiegate nel monitoraggio del territorio e nell’affrontare le calamità.

Mezzi movimento terra in dotazione ai Comandi Provinciali VV. F. Regione Lazio

Parco Automezzi antincendio Corpo Forestale dello Stato – Regione Lazio

Fonte: Regione Lazio- piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi 2011-2014

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Le associazioni promotrici del progetto

Le associazioni Prociv Arci Bomarzo, Gruppo Monti Cimini Ronciglione, Prociv Arci Timone1 Cellere, Gruppo Prociv San Lorenzo Nuovo e Volontari del Soccorso – Vetralla operano da anni nel settore della protezione civile. Ovviamente queste associazioni operano in collaborazione con tutte le istituzioni preposte: enti locali (comuni, provincia, comunità montane, ente parchi, università agrarie, ecc), il Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco, la Regione e le altre associazioni di protezione civile. Grazie al lavoro di queste associazioni ed alla collaborazione in rete con tutti gli enti preposti si è riusciti a determinare un miglior controllo del territorio ed un abbassamento dei tempi di risposta di intervento. Le suddette associazioni mettono in atto azioni di: educazione, previsione, prevenzione ed emergenza su tutta la provincia di Viterbo, sulla base della suddivisione dei COI di competenza (i Centri Operativi Intercomunali in base ai quali è stato suddiviso il territorio della Regione Lazio ed affidati alle diverse associazioni) o comunque dietro indicazioni della sala operativa della Regione Lazio. Di seguito indichiamo i COI di competenza delle diverse associazioni del progetto:

C.O.I. Comune capofila

Altri comuni compresi nel COI

Associazione

Zona 10 Bomarzo Soriano nel Cimino, Vitorchiano, Canepina

Prociv Arci Bomarzo

Zona 12 Ronciglione Fabrica di Roma, Corchiano, Carbognano, Caprarola, Sutri

Gruppo Monti Cimini Ronciglione

Zona 1 Acquapendente San Lorenzo Nuovo, Proceno, Onano, Grotte di Castro, Bolsena

Gruppo Prociv San Lorenzo Nuovo

Zona 6 Canino Canino, Cellere, Ischia di Castro, Farnese

Prociv Arci Timone1 Cellere

Zona 13 Vetralla Blera, Barbarano Romano, Monteromano, Villa San Giovanni in Tuscia

Volontari del Soccorso Vetralla

Le associazioni che promuovono il progetto sono inoltre attive da più di sei anni nella Campagna Antincendio Boschivo della Regione Lazio, cercando di fronteggiare gli incendi boschivi sul territorio, con la finalità di salvaguardare il patrimonio boschivo e l’habitat faunistico. Inoltre durante i mesi dell’anno in cui il rischio incendi è minore garantiscono comunque la sorveglianza del territorio e intervengono su allerta meteo, emergenza neve, allagamenti, ecc.

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INTERVENTI ANTINCENDIO DELLE ASSOCIAZIONI DEL PROGETTO

Comparazione anni 2007, 2008, 2009, 2011, 2012 e 2013

25

68

20

80

103

16

22

15

50

58

12

37

25

25

49

8

51

26

34

17

20

30

28

37

46

8

17

32

20

6

0 50 100 150 200 250 300

PROCIV SAN LORENZO NUOVO

PROCIV BOMARZO

PROCIV ARCI TIMONE1

PROCIV RONCIGLIONE

VOLONTARI DEL SOCCORSO

2007 2008 2009 2011 2012 2013

fonte OdV del territorio

Come emerge dalla tabella, gli interventi antincendio nei territori dove operano i volontari sono andati in gran parte diminuendo nel corso degli anni, grazie anche al costante lavoro di pattugliamento del territorio che inibisce gli incendi di origine dolosa.

Analisi degli Stakeholder

Nella tabella che segue riassumiamo quelle che sono le principali strutture e i servizi territoriali presenti nella Provincia ed interessati al tema della protezione civile.

Stakeholder

Interesse e ruolo specifico

Cittadinanza Ha un interesse diretto al fatto che il sistema di protezione civile funzioni bene sia in fase preventiva che nella gestione delle emergenze. Allo stesso tempo può giocare un ruolo importante nel sistema di protezione civile, mobilitandosi come soggetto attivo per la prevenzione.

Associazioni di volontariato di

protezione civile (41)

Realizza diverse attività nell’ambito della protezione civile: sensibilizzazione ed educazione, interventi nelle scuole per “scuola sicura”, collaborazione con sala operativa regionale, intervento in caso di calamità, servizio AIB – antincendio boschivo.

Gruppi comunali di protezione civile (26)

Realizza diverse attività nell’ambito della protezione civile: sensibilizzazione ed educazione, interventi nelle scuole per “scuola sicura”, collaborazione con sala operativa regionale, intervento in caso di calamità, servizio AIB – antincendio boschivo.

COI – centri operativi

intercomunali

Controlla il territorio e coordina le attività e gli interventi in caso di calamità.

Regione Lazio – direzione regionale di protezione civile

La Direzione regionale della Protezione civile coordina e organizza circa 280 associazioni di volontariato presenti su tutto il territorio regionale per un totale di oltre 5 mila

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volontari. organizza periodiche esercitazioni, corsi di aggiornamento, incontri istituzionali e un contatto costante per il monitoraggio del rischio sul territorio garantendo il funzionamento del sistema di prevenzione, previsione e intervento predisposto dalla Regione Lazio.

Prefettura e questura Costituiscono strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile: le strutture operative svolgono, a richiesta del Dipartimento della protezione civile, le attività previste dalla legge nonché compiti di supporto e consulenza per tutte le amministrazioni componenti il Servizio nazionale della protezione civile.

Comunità montane (2)

Comando provinciale Corpo

Nazionale dei Vigili del Fuoco

Comandi provinciali Forze Armate

Comando provinciale Forze di

Polizia

Comando provinciale Corpo

Forestale dello Stato

Comitato provinciale CRI

Analisi SWOT

Punti di forza Punti di debolezza

Si registra una diminuzione degli incendi, grazie a una maggiore consapevolezza e sensibilità della popolazione. Esiste un ricco tessuto di associazioni impegnate nella protezione civile e di volontari che hanno una conoscenza specifica del territorio; I volontari delle associazioni conoscono in territorio ed hanno tempi di risposta più celeri.

Sono in aumento i rischi idrogeologici e le calamità correlate. Sono ancora molto numerosi (seppure in diminuzione) gli incendi. Troppi comuni non hanno piani di emergenza e non sono pienamente consapevoli dell’importanza della pianificazione in chiave preventiva. I comuni sede di progetto non hanno gruppi comunali di protezione civile e anche le forze messe in campo dall’ente pubblico non sono sufficienti a coprire l’intero territorio.

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Opportunità Rischi

Un investimento minimo nella prevenzione significherà ridurre in modo significativo rischi e relativi costi

economici e sociali (il pattugliamento

del territorio disincentiva gli incendi

dolosi). Consolidare il lavoro di informazione e promozione di una cultura della prevenzione tra la popolazione avrà un effetto positivo nella riduzione dei rischi.

Se continuassero gli incendi e le calamità naturali a questi ritmi ne risentirebbe lo sviluppo economico dell’area ed il turismo. La diminuzione delle risorse a disposizione degli enti locali potrebbe spingere a trascurare pianificazione e prevenzione.

Destinatari e beneficiari del progetto

Per la sua natura, un progetto che come il presente intende rafforzare un sistema strutturato di prevenzione, tutela e controllo del territorio, non si rivolge a un target specifico, ma all’intera cittadinanza.

Destinatari e beneficiari del progetto saranno dunque:

- i cittadini della provincia di Viterbo e soprattutto quelli delle 5 zone COI interessate;

- i turisti e i naturalisti che frequentano le aree di pregio come la Riserva Naturale Regionale di Monte Rufeno, la Riserva Naturale Regionale di Monte Casoli di Bomarzo, la Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico e il Parco Naturale Regionale Marturanum;

- flora e fauna delle zone boschive sopra menzionate. Particolare attenzione sarà posta agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado nelle quali sarà svolta l’azione di sensibilizzazione (si veda l’azione 3). Si tratta di una scelta strategica dovuta alla convinzione che è sulle nuove generazioni che si deve puntare per promuovere un’attenzione diversa e la consapevolezza dei cittadini circa la cura e la salvaguardia del territorio in cui vivono. Beneficiarie indirette saranno le attività legate al circuito turistico e le aziende agricole.

Indicatori di bisogno Gli indicatori più significativi del progetto possono essere sintetizzati come segue: Rischio di incendi

- La Provincia di Viterbo ha avuto nel 2012 ben 638 incendi, e circa 100 ettari di bosco bruciati, il 200% in più dell’estate precedente.

- Gli interventi antincendio effettuati dalle associazioni del progetto nei COI di competenza sono stati nel 2013 n° 83 (6 a Vetralla, 20 a Ronciglione, 17 a Bomarzo, 32 Cellere e 8 a San Lorenzo).

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Rischio idrogeologico

- Solamente il 54% dei comuni laziali ha un sistema di monitoraggio e allerta, dalla nuova indagine risulta che il 93% dei comuni ha adottato un piano d’emergenza, ma solo il 54% l’ha aggiornato, elemento determinante per l’efficienza di un piano di emergenza. Il 59% ha organizzato azioni d’informazione alla cittadinanza, e il 27% le esercitazioni;

- Nella provincia di Viterbo ci sono 58 comuni a rischio idrogeologico, di cui 39 per frane, 1 per alluvioni, 18 sia per frane che alluvioni. Questi eventi potrebbero dunque coinvolgere ben il 97% del territorio provinciale.

7) Obiettivi del progetto:

Obiettivi

Obiettivo generale del progetto è quello di prevenire e contrastare incendi ed eventi calamitosi sul territorio della Provincia di Viterbo, attraverso interventi integrati di previsione, prevenzione e soccorso.

Obiettivi specifici del progetto sono:

potenziare l’attività di monitoraggio del territorio e in particolare delle aree a rischio, al fine di prevenire l’insorgere di incendi boschivi e di calamità legate al rischio idrogeologico;

promuovere tra la popolazione, con particolare attenzione ai giovani, una cultura della prevenzione dei rischi del territorio e aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini circa la cura e la salvaguardi del territorio in cui vivono.

Risultati attesi e relativi indicatori

Al termine del progetto si prevede di raggiungere i seguenti risultati:

Risultato atteso Indicatore

Ridotta l’incidenza di incendi e delle calamità come frane e alluvioni nella provincia di Viterbo, grazie al potenziamento delle attività di monitoraggio.

Ridurre gli ettari di territorio percorsi dal fuoco dai 200 ettari bruciati dell’estate 2012 a circa 120 ettari.

Innalzare del 5% la percentuale dei comuni che hanno redatto il piano di emergenza, passando dal 48 al 53%.

Aumentare del 10% le azioni di monitoraggio e allerta.

Accresciuta la consapevolezza e sensibilità della cittadinanza sulla cultura della prevenzione.

7.000 cittadini adulti e 200 alunni di scuola informati e sensibilizzati entro fine progetto.

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Quadro Logico

Per evidenziare la coerenza del progetto e la stretta correlazione tra Contesto (problema affrontato), Obiettivi, Attività, proponiamo di seguito un quadro logico riassuntivo del progetto.

Strategia di intervento Indicatori

Contesto (problema/ tema affrontato)

Alto numero di incendi, frane, alluvioni che coinvolgono quasi tutti i comuni del territorio della provincia di Viterbo

indicatore di contesto

La Provincia di Viterbo ha avuto nel 2012 ben 638 incendi, e circa 200 ettari di bosco bruciati. Nella provincia di Viterbo ci sono 58 comuni a rischio idrogeologico, di cui 39 rischio frane, 1 alluvione, 18 frane e alluvioni. Questi eventi interessano complessivamente ben il 97% del territorio provinciale.

Obiettivi e risultati

Obiettivo generale è prevenire e contrastare incendi ed eventi calamitosi sul territorio della Provincia di Viterbo.

Obiettivi specifici:

- potenziare l’attività di monitoraggio del territorio al fine di prevenire l’insorgere di incendi boschivi e di calamità; - promuovere tra la popolazione una cultura della prevenzione.

indicatore di risultato

Passare dai 200 ettari bruciati del 2012 a circa 120 ettari.

Innalzare la percentuale dei comuni che hanno redatto il piano di emergenza del 5%; aumentare le azioni di monitoraggio e allerta del 10%; 7.000 cittadini adulti e 200 alunni di scuola informati e sensibilizzati

Azioni 1 Attività sul campo di previsione e prevenzione. 2 attività di soccorso e in emergenza. 3 Percorsi informativi e formativi. 4 Verifica.

indicatori di attività

Aggiornata 1 mappatura comprendente zone a rischio dell’area provinciale. Realizzate 200 giornate di monitoraggio. Realizzati 15-30 interventi di emergenza. Realizzati 3 piani di emergenza comunale e aggiornamento 2

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piani di emergenza comunale. Realizzate 8 iniziative pubbliche, per un totale di 1.000 cittadini coinvolti, e 8 nelle scuole, per un totale di 200 alunni coinvolti. Distribuiti 6000 opuscoli e materiali informativi nell'ambito di stand informativi e manifestazioni.

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le

attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in

servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che

quantitativo:

8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

Il progetto “Previsione, prevenzione e soccorso”, intende operare per la prevenzione ed il contrasto di incendi boschivi e rischi idrogeologici, attraverso le tre azioni fondamentali delle attività di protezione civile, così come definite dal Dipartimento di Protezione Civile:

PREVISIONE: attività volte a studiare e individuare le cause degli eventi calamitosi, l’identificazione dei rischi e l’individuazione delle zone soggette agli stessi.

PREVENZIONE: azioni volte a ridurre o evitare l’insorgere di condizioni di danno a seguito di evento calamitoso,

SOCCORSO: .messa in atto di tutti gli interventi tesi ad offrire assistenza immediata alle popolazioni colpite da calamità

Il progetto si articola in quattro macro-azioni, ciascuna delle quali può essere articolata in diverse attività. 1. Attività di previsione e prevenzione sul campo

2. Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, incendi, frane e alluvioni rappresentano ancora oggi – sarebbe il caso di dire oggi più che mai, almeno nel caso degli incendi – delle piaghe che troppo spesso colpiscono il territorio della Tuscia. Una delle armi fondamentali per combattere questo problema è il monitoraggio del territorio in chiave preventiva e interventi precoci per scongiurare danni gravi a persone, cose e ambiente. L’azione si articolerà in:

mappatura, ricognizione del territorio e individuazione delle zone a rischio sia di

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incendio sia di degrado ambientale: tre volte a settimana squadre di 2/4 volontari percorreranno il territorio e segnaleranno prima via radio e poi relazioneranno le condizione dei siti già individuati come rischiosi e/o ne segnaleranno di nuovi. Tale azione essendo propedeutica alle azioni seguenti verrà svolta nei primi mesi del progetto;

attività di “sala operativa”: ogni sede di progetto è dotata di telefono, radio e computer con connessione ad internet, un volontario, a rotazione, rimarrà in sede per garantire un ponte-radio costante con le squadre in pattugliamento impiegate sul territorio, effettuerà chiamate di inizio e termine intervento con la Sala Operativa Regionale, avrà contatti telefonici con Vigili del Fuoco e Corpo Forestale dello Stato, funzionerà quindi da collettore delle informazioni tra tutta la rete di attori coinvolta negli interventi;

sorveglianza e pattugliamento del territorio: una volta al giorno squadre di 2/4 volontari pattuglieranno il territorio con particolare riguardo per le zone a rischio. Nei periodi di allerta meteo sarà vigilato anche il livello del fiume Tevere, i cui dati saranno trasmessi alla Sala Operativa della Regione Lazio. In caso di allerta neve, sarà sparso il sale su strade a rischio gelo, verrà supportata la polizia locale in azioni di viabilità e sarà avvertita la popolazione locale. Durante la stagione estiva saranno raddoppiati i turni per la sorveglianza della Riserva del Lago di Vico, dove il pattugliamento verrà effettuato anche a mezzo gommone; tale attività rientra all’interno del progetto provinciale “Lago sicuro”. Qualora vengano ritrovati oggetti ingombranti (rami caduti, alberi spezzati, grandi quantità di fogliame, ecc) che potrebbero compromettere la sicurezza dei siti, saranno rimossi previa segnalazione e autorizzazione alle autorità competenti;

avvistamento incendi e interventi precoci in caso di focolai: tale attività si inserisce anche all’interno della campagna estiva antincendio della Regione Lazio. La frequenza delle azioni avverrà in base alla stagione: - nel periodo di ALTO RISCHIO - compreso tra 15 giugno e 15 settembre - squadre di 2/6 volontari pattuglieranno il territorio 7 giorni su sette; - nel periodo di MEDIO RISCHIO dal 15 marzo al 15 giugno le uscite saranno 4 volte a settimana; - nel periodo di BASSO RISCHIO dal 15 settembre al 15 marzo si effettueranno infine 2 uscite a settimana.

In caso di incendi, le squadre di volontari, comunicheranno i dati all’operatore telefonico in sede che avvertirà la sala operativa. Si interverrà nello spegnimento nel caso di piccoli focolai e si supporteranno le forze istituzionali, VVFF e CFS nello spegnimento e/o contenimento di incendi. Una volta rientrati in sede i volontari relazioneranno i dati relativi all’incendio in base al sito, la vegetazione interessata, i tempi, i mezzi impiegati, comunicandoli al SOUP (Sala Operativa Unificata). I dati raccolti serviranno sia per aggiornare il catasto incendi, sia per analizzare meglio le cause e i futuri rischi.

Tali attività si svilupperanno anche grazie al supporto delle altre associazioni di protezione civile del territorio e degli enti locali (vedi punto 24 relativo ai partner). 2. Attività di soccorso e in emergenza In caso di emergenze ambientali, ed a seconda delle esigenze specifiche, potranno essere organizzate azioni di:

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- allestimento sale coordinamento dei soccorsi: in ausilio alle forze istituzionali, in base ai piani locali e alle analisi delle condizioni svolte in loco, i volontari allestiranno sale per coordinare i soccorsi, allacceranno ponti radio con tutte le forze intervenute sul campo, gestiranno le comunicazioni in uscita e in entrata con il Dipartimento di protezione Civile, la Prefettura e gli altri attori del sistema di protezione civile che saranno o potranno essere coinvolti nelle operazioni di soccorso;

- allestimento e consolidamento campi e tendopoli: divisi in gruppi composti da almeno quattro volontari, supporteranno l’organizzazione e la gestione delle aree di accoglienza,seguiranno il censimento delle persone coinvolte, monteranno le tende, distribuiranno i pasti, posizioneranno lampade e su necessità stufe o ventilatori, amministreranno i magazzini/dispense, gestiranno l’ufficio informazioni dei campi, se necessario delimiteranno il perimetro esterno del campo, faranno l’inghiaiamento dei vialetti pedonali, supporteranno e organizzeranno il corretto smaltimento dei rifiuti, controllo e potabilizzazione dell’acqua, cureranno il radiocollegamento tra i campi, ecc;

- ricerca persone scomparse: pianificheranno l’intervento coordinati dalle forze dell’ordine, metteranno in essere un sistema di allarme e comunicazione, si divideranno in squadre composte da 2/4 volontari e perlustreranno il territorio mediante battute sistemiche e con l’eventuale ausilio di unità cinofile;

- pompaggio acqua in caso di allegamento zone alto rischio allagamento. Durante tali interventi saranno realizzate riprese filmiche e fotografiche per documentare le azioni e per analizzare, in seguito, criticità e punti di forza degli interventi. 3. Percorsi informativi e formativi

3. Non meno importante è l’attività di educazione e sensibilizzazione della cittadinanza, che porrà particolare attenzione ai giovani e agli alunni delle scuole del territorio. Una cittadinanza consapevole dei rischi vuol dire avere maggiore sorveglianza del territorio, meno sciagure dovute a disattenzione e incuria, e magari anche maggior ricambio generazionale di volontari. Fascia d’età 6-18 anni Dopo aver realizzato materiali didattici quali opuscoli informativi e presentazioni in power point modulati in base all’età degli studenti, saranno organizzati una serie d’interventi educativi ed esercitazioni nelle scuole di ogni ordine e grado sui comportamenti da tenere in caso di emergenze ambientali (terremoti, incendi, esondazioni, ecc), su come e a chi segnalare le emergenze, ecc.. Il target scelto è dai 6 ai 18 anni, e l’azione s’inserisce all’interno del programma “Scuola e Volontariato” promosso dai Centri di Servizio per il Volontariato della Regione Lazio in collaborazione con l’ufficio Scolastico Regionale del Lazio. Il contenuto e la durata degli incontri verranno modulati a seconda delle fasce d’età. Verranno organizzati almeno 8 incontri, due per comune sede di progetto e/o limitrofo (Ronciglione, Bomarzo, San Lorenzo Nuovo, Vetralla), per un totale di circa 200 studenti. Ciascun incontro sarà articolato in una parte teorica di presentazione e approfondimento sulle tematiche legate alla protezione civile ed ai vari di tipi di rischi ed una parte pratica, organizzata in esercitazioni, simulazioni, giochi di ruolo.

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Dai 18 anni Saranno inoltre programmati una serie di incontri di monitoraggio e divulgazione con i cittadini adulti sulla prevenzione dei rischi e sulla cura e salvaguardia del territorio. In ogni comune sede di progetto sarà organizzato almeno 1 seminario informativo, durante il quale verrà somministrato un questionario ed 1 tavolo di discussione per raccogliere richieste e rispondere a particolari quesiti rivolti dalla popolazione. Le azioni d’informazione e presa di coscienza della cittadinanza generale, comprenderanno anche volantini, brochures e newsletter che verranno distribuiti presso stand informativi allestiti ad hoc o all’interno di iniziative più ampie. Inoltre saranno organizzati momenti d’incontro in rete, riflessione e discussione - come seminari, convegni, giornate dedicate, ecc – realizzate congiuntamente con istituzioni e terzo settore sul rischio idrogeologico e rischio incendi. In ciascun comune sede di progetto sarà realizzato almeno 1 incontro con la presenza del sindaco e dei tecnici, per confrontarsi sul nodo centrale della redazione del piano comunale d’emergenza e il suo aggiornamento, sull’individuazione di zone di accoglienza in caso di emergenza e lo sviluppo urbano, fatto in considerazione del rispetto dei rischi idrogeologici. Inoltre ciascuna associazione a seguito di tali incontri individuerà un volontario referente per i rapporti con gli EELL che avrà incontri periodici con il referente nominato a sua volta dell’ente locale per confrontarsi e concertarsi sulle azioni da portare avanti insieme. 4.Verifica azioni Durante lo svolgimento del progetto saranno registrate e documentate tutte le azioni poste in essere per verificare l’impatto prodotto sul territorio. La verifica dell’efficacia delle azioni sarà fatta monitorando: le variazioni degli eventi calamitosi, le azioni intraprese dagli enti locali per il censimento delle situazioni a rischio, il numero degli interventi di sensibilizzazione realizzati sul territorio e delle persone coinvolte, l’analisi dei questionari, il grado di aggiornamento dei piani comunali o intercomunali di protezione civile, il numero di scuole coinvolte sia primarie che secondarie e gli studenti incontrati. Il monitoraggio, sarà fatto anche, in itinere e sarà finalizzato ad individuare tempestivamente gli elementi di criticità, in modo da intervenire con opportune azioni correttive lo stato di avanzamento del progetto. La valutazione sarà effettuata al termine delle singole azioni e consisterà in una approfondita analisi dei dati e nella redazione di un report finale. In particolare saranno presi in considerazione tre livelli di indagine:

- reale attuazione delle azioni progettuali e rispetto dei tempi previsti; - raggiungimento degli obiettivi specifici previsti; - raggiungimento degli obiettivi generali.

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Cronogramma

Azioni Attività Mesi

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

1) Attività di previsione e

prevenzione sul campo

Sorveglianza e pattugliamento del

territorio

Avvistamento incendi e attività di

“sala operativa”

Mappatura zone a rischio

2) Interventi di soccorso e in emergenza

allestimento sale coordinamento dei

soccorsi

allestimento e consolidamento

campi e tendopoli,

ricerca persone scomparse,

pompaggio acqua

3) Percorsi informativi e

formativi

Organizzazione interventi nelle

scuole

Preparazione volantini,

brochures, ecc

Distribuzione materiale

informativo alla cittadinanza

Organizzazione iniziative di

informazione

Iniziative di riflessione

congiunta con istituzioni,

cittadinanza e volontariato

4) Verifica azioni

Raccolta dati

Elaborazione dati

Valutazione finale

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8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste,

con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette

attività

Lo schema che segue precisa quante siano le risorse umane impiegate per ciascuna

attività, nonché le relative qualifiche ed esperienza nel settore.

Azioni Risorse umane coinvolte

Qualifiche ed esperienza in progetti analoghi

Compito Rapporto con l’ente

1) 2) 3) 4) 1) attività

di previsione e prevenzione sul campo e

5) 6) 7) 8) 9) 2)

interventi di soccorso e in emergenza

1 Disaster Manager responsabile sala operativa della Provincia di Viterbo (Gaetano Bastoni).

Disaster Manager, esperienza decennale nel campo della protezione civile.

Coordinamento azioni di sorveglianza, avvistamento e intervento in caso di emergenza sul territorio provinciale.

Collaboratore

50 volontari di protezione civile.

30 Volontari esperti nel campo della protezione civile con esperienza nel settore di 5-7 anni, con corso di I° e II° livello Anti Incendio Boschivo (AIB) 15 volontari con esperienza nel campo della protezione civile ultradecennale e con esperienza di intervento in maxi emergenze e grandi eventi (terremoto L’Aquila, terremoto Emilia

Sorveglianza, pattugliamento, ascolto radio, avvistamento incendi, soccorso, mappatura territorio, sorveglianza livello fiumi Fiora e Tevere, rimozione oggetti ingombranti, ecc.

Volontari

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Romagna, beatificazione Giovanni Paolo II, ecc). 5 volontari con esperienza da più di 20 anni nelle attività di protezione civile ed intervento in maxi emergenze e grandi eventi (terremoto L’Aquila, terremoto Emilia Romagna, beatificazione Giovanni Paolo II, ecc).

8 volontari di protezione civile delle associazioni partner.

Volontari esperti nel campo della protezione civile, con corso di I° e II° livello AIB Con esperienza nel campo della protezione civile da almeno 5 anni.

Sorveglianza, pattugliamento, ascolto radio, avvistamento incendi, soccorso, mappatura territorio, sorveglianza livello fiumi Fiora e Tevere, rimozione oggetti ingombranti, ecc.

Volontari degli enti partner (vedi lettere)

2 operai (degli enti partner) addetti alla manutenzione zone boschive, rimozione oggetti ingombranti, ecc.

Operai con esperienza di almeno 4 anni nella manutenzione del verde e delle aree boschive.

mappatura territorio, rimozione oggetti ingombranti, ecc.

Collaboratori degli enti partner (vedi lettere)

3)Percorsi informativi e formativi

10 volontari di protezione civile.

5 volontari con esperienza di 4 anni nell’ organizzazione di eventi e nella realizzazione e

Gestione contatti con scuole ed enti pubblici, redazione brochures e volantini, progettazione

Volontari

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gestione di incontri con gli studenti; 5 volontari con esperienza da almeno 3 anni nella comunicazione esterna ed interna dell’associazione (volantini, comunicati stampa, aggiornamento sito, rapporti con enti pubblici, ecc)

presentazioni in power point, organizzazione seminari, incontri in piazza, allestimento stand, coordinamento esercitazioni, ecc

Volontari

6 volontari associazioni (partner) che si occupano di organizzazione manifestazioni, seminari, corsi diformazione.

6 volontari con esperienza da almeno 3 anni nella comunicazione esterna ed interna dell’associazione (volantini, comunicati stampa, aggiornamento sito, rapporti con enti pubblici, ecc).

Gestione contatti con scuole ed enti pubblici, redazione brochures e volantini, progettazione presentazioni in power point, organizzazione seminari, incontri in piazza, allestimento stand, coordinamento esercitazioni, ecc.

Volontari degli enti partner (vedi lettere)

2 dipendenti comunali (partner).

2 dipendenti con esperienza decennale di rapporto al pubblico, organizzazione convegni e conferenze e rapporti con altri enti locali.

Referenti dei comuni per i rapporti con le associazioni di protezione civile; collaboreranno all'organizzazione di seminari, incontri in piazza, allestimento stand, coordinamento esercitazioni, ecc.

Collaboratori degli enti partner (vedi lettere)

4)Verifica azioni

9 volontari di protezione civile.

Esperienza nella reportistica e nel monitoraggio di attività e di progetti di

Monitoraggio dell’azione progettuale, analisi dei dati, reporting.

Volontari

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protezione civile da almeno 3 anni.

TOTALE RISORSE UMANE IMPIEGATE

68 volontari e 5 collaboratori

8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

Descriviamo di seguito le attività previste per i volontari all’interno di ciascuna azione del progetto.

Azioni del progetto

Attività previste per i giovani del Servizio Civile Nazionale

1) attività di previsione e prevenzione sul campo; 2) interventi di soccorso e in emergenza.

Affiancheranno i volontari più esperti nelle attività di:

Operatore telefonico e radio mobile; comunicando con le squadre d’intervento e la sala operativa Regionale (per gli interventi effettuati dall’ente).

Sorveglianza e pattugliamento territorio.

Mappatura zone a rischio.

Intervento in caso di emergenze ambientali.

Per quanto riguarda le attività di antincendio boschivo, dopo un’ adeguata formazione saranno impegnati:

nel supporto alle azioni di coordinamento dei volontari addetti allo spegnimento;

nel relazionare i dati inerenti agli incendi considerando la vegetazione interessata, il luogo, i tempi, i mezzi impiegati , comunicando in tempo reale il tutto alla S.O.U.P. (sala operativa unificata permanente) della Regione Lazio con la quale si è costantemente in comunicazione radio;

nel servizio di avvistamento attraverso il pattugliamento di zone a rischio insieme ad altri volontari esperti, in orari prestabiliti precedentemente, segnalando eventuali principi di incendi alla sala radio.

Supporteranno l’organizzazione e parteciperanno nei seguenti ambiti:

riprese filmiche e fotografiche in opere di soccorso;

controllo e potabilizzazione dell’acqua;

orientamento e ricerca punti topografici con carte e GPS;

logistica allestimento campi in occasione di calamità;

radiocollegamenti in emergenza tra campi, soccorritori e sale coordinamento.

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3)percorsi informativi e formativi

Supporteranno i volontari esperti in l’organizzazione di:

ideazione degli eventi di sensibilizzazione;

preparazione materiale didattico per gli incontri nelle scuole;

preparazione logistica degli incontri nelle scuole e in piazza;

partecipazione attiva agli incontri nelle scuole come facilitatori della comunicazione grazie al rapporto tra pari;

ideazione, somministrazione e lettura questionari;

partecipazione a manifestazioni pubbliche, banchetti, convegni;

partecipazione agli incontri con la cittadinanza e i rappresentanti degli enti locali. I giovani in servizio civile saranno parte attiva nell’ideazione di tali manifestazioni e forniranno supporto tecnico all’organizzazione.

4) verifica azioni

Raccoglieranno e rielaboreranno le informazioni raccolte durante l’arco del progetto.

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

10) Numero posti con vitto e alloggio:

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

12) Numero posti con solo vitto:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Disponibilità di flessibilità oraria.

Disponibilità a svolgere mansioni di servizio civile anche nei giorni festivi Disponibilità a spostarsi dalla sede di servizio per missioni specifiche per attività legate al progetto o alla formazione personale, anche con pernottamenti fuori sede con spese a carico dell’Ente.

2

0

2

0

30

6

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16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N.

Sede di

attuazione del

progetto

Comune Indirizzo Cod.

ident. sede

N. vol. per

sede

Nominativi degli Operatori Locali di

Progetto

Nominativi dei Responsabili Locali di Ente

Accreditato

Cognome e

nome

Data di

nascita C.F.

Cognome e

nome

Data di

nascita C.F.

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

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17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

Durante gli otto incontri con gli studenti delle scuole che durante i percorsi informativi rivolti alla cittadinanza, nell’ambito dell’azione 2, si promuoverà il servizio civile e si distribuirà materiale informativo. La promozione avverrà inoltre promuovendo articoli e servizi sull’esperienza dei volontari del servizio civile del progetto su:

testate giornalistiche locali (Viterbo Oggi);

quotidiani nazionali con inserti locali (Il Tempo, Il Corriere di Viterbo, il Messaggero);

periodici che vengono distribuiti gratuitamente: Move Magazine, che hanno come target i giovani;

Annunci su emittenti radio locali come Radio Verde;

Pubblicazioni su Giornali web locali: Tusciaweb, Ontuscia, strisciavetralla.blogspot.it, UnoNotizie, Tusciamedia;

I siti web delle associazioni proponenti il progetto (www.procivronciglione.it; www.procivbomarzo.it/index.htm, ecc).

20 ore saranno di comunicazione diretta in interventi territoriali, ossia eventi e ricorrenze in cui le associazioni allestiranno stand e punti informativi, come:

il 25 agosto a Ronciglione per la festa di san Bartolomeo;

il carnevale di Ronciglione, famoso in tutta la regione Lazio, a cui accorrono persone da fuori provincia;

ad aprile a Vetralla per la manifestazione “Gente di campagna” ;

a giugno a Vetralla per la festa 2 fiori alla finestra e cene in cantina”;

ad aprile a Bomarzo, in occasione della celebrazione del Santo patrono, Sant’Anselmo;

8 e 9 dicembre a Bomarzo durante la manifestazione “Tuscia deliziosa”.

Le iniziative di promozione descritte, sono quantificabili nel corso dell’anno in almeno 40 ore di attività.

18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dalla Regione Lazio in sede di accreditamento

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI Associazione CESV Centro Servizi per il Volontariato

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22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti

dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

Non sono richiesti requisiti specifici aggiuntivi a quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n.64 per la partecipazione al progetto. In sede di selezione sarà tenuto conto dell’esperienze precedenti dei candidati nell’ambito del volontariato.

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del

progetto:

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

I partner che collaboreranno alle attività del progetto sono:

PARTNER PROFIT

Autofficina Fratelli

Concede fornitura scontata del 15% sulla manodopera per la riparazione dei

mezzi rotti, sui pezzi di ricambio, per l’acquisto di nuove attrezzature.

Dimensione pesca snc

Concede fornitura scontata del 10% di materiali necessari allo svolgimento delle

attività di progetto azioni 1) e 2): vestiario per equipaggiamento volontari (stivali

in gomma, giacche a vento, ecc).

Falergnameria Ceccarini Sas

Concede la fornitura scontata dei materiali necessari allo svolgimento delle

attività del progetto come: cartellonistica e ferramenta per posizionare

cartellonistica nei boschi. Concede attrezzature per lo svolgimento delle attività

del progetto (furgone).

Ricambi e accessori Simonetti Enrico

Concede fornitura scontata del 15% dei materiali necessari allo svolgimento

delle attività: guanti, calzature, attrezzi, vari (badili, chiodi, funi, ecc).

Paoletti Ruggero OFFICINA MECCANICA

Concede la riparazione dei mezzi e la fornitura di materiale, necessari alla

realizzazione del progetto scontata del 15%.

OFFICINA MECCNICA Ubaldo Strappafelci

Concede fornitura scontata di materiali necessari allo svolgimento delle attività

di progetto nello specifico di materiale di ferro e riparazione mezzi usati in tali

attività. Concede l’uso gratuito di attrezzature necessarie per lo svolgimento

delle attività di progetto nello specifico di autocarro per trasporto merci e

utensili variper un valore di 300 euro.

PARTNER NO PROFIT:

Società Cooperativa Sociale “Biancaneve”

Concede a)in comodato d’uso gratuito il mezzo Piaggio CF58296 per controllo

territorio e le attrezzature di proprietà: motoseghe, decespugliatori,svettatori b)

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Disponibilità di 3 operai per 45 ore per la rimozione dei materiali abbandonati

ai margini dei boschi e per il posizionamento di cartelli per l’indicazione di

percorsi pedonali nei boschi, dove spesso ci sono stati interventi per recupero

persone disperse, per un valore di 900€.

Associazione di volontariato di Protezione civile Caprarola

Associazione di volontariato di protezione civile attiva sul territorio della

provincia di Viterbo, iscritta al registro regionale del volontariato, mette a

disposizione a. 2 volontari esperti con un mezzo AIB b. una persona esperta del

territorio impegnata 40 ore mensili per avvistamento incendi c. 2 volontari

competenti di flora e fauna per escursioni all’interno della riserva naturale lago

di vico, per un valore di 1500.

CERFED – Centro Ricerca Formazione e Documentazione di

Protezione Civile

Mette a disposizione i volontari dell’associazione per attività informative,

formative in materia di protezione civile per la realizzazzione delle attività

previste dal progetto.

Associazione culturale Baba Buddha Ji

Mette a disposizione un volontario per la promozione delle attività del servizio

civile e concede uno spazio all’interno delle proprie manifestazioni per un

punto informativo sui rischi ambientali.

Associazione 1728

metterà a disposizione i propri locali e 4 volontari per complessive 120 ore,

per allestimento stand durante le manifestazioni, rimozione di materiali

abbandonati e posizionamento tabelle indicative di percorsi pedonali all’interno

dei boschi, per un valore di 1000€.

Associazione Pro Loco Bomarzo

Mette a disposizione: a) 2 volontari per 3 giorni a settimana a supporto alle

attività del progetto b)La distribuzione di locandine e materiale informativo

c)La concessione gratuita di uno spazio all’interno della propria sede per

l’allestimento di stand informativi, ivi compreso l’utilizzo delle attrezzature

informatiche e telefoniche esistenti.

Associazione “Valori Bomarzo”

Associazione attiva sul territorio del Comune di Bomarzo e limitrofi da almeno

quattro anni nelle azioni di supporto e accompagnamento a persone anziane,

non autosufficienti e disabili concede il proprio partenariato mettendo a

disposizione, in caso di gravi calamità, i propri 2 automezzi per l’attività di

soccorso.

Associazione volontari di Protezione civile Vignanello

Associazione di volontariato di protezione civile attiva sul territorio della

provincia di Viterbo, iscritta al registro regionale del volontariato, concede il

proprio partenariato mettendo a disposizione volontario esperto nelle attività

di protezione civile e nella campagna antincendio boschivo per un monte di 2

ore a settimana per la realizzazione delle attività previste dal progetto.

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PARTNER PUBBLICI

Comune di Ronciglione

Concessione gratuita della Sala Conferenze e della sala consiliare per incontri

con la cittadinanza e concessione in comodato d’uso dei mezzi in possesso, utili

per la realizzazione del progetto e da utilizzare per il controllo territorio ed

esercitazioni.

Comune di San Lorenzo Nuovo

Mette a disposizione a) Fiat punto b) Garage in località Ponte Tavole c) Locali

comunali (sala consiliare) per incontri e riunioni d) Dipendente comunale

Antonella Fabi per due ore settimanali per incontri informativi e formativi

e)due volontari esperti in attività di protezione civile e nella campagna

antincendio boschivo per due ore settimanali ciascuno, per le attività previste

dal progetto relative a tale ambito f) La cessione gratuita di beni materiali:

fotocopie, carta per ufficio, utilizzo telefono e fax, nonché l’eventuale

corresponsione di buoni benzina g) Utilizzo gratuito spazio Piazza Europa per

allestimento stand.

Comune di Bomarzo

Mette a disposizione: l’utilizzo dei locali comunali per le attività formative e per

l’organizzazione dei seminari rivolti alla cittadinanza previsti dal progetto; 1

referente comunale per lo svolgimento di una settimana di incontri sulle attività

svolte dal Comune, il suo ruolo amministrativo e politico all’interno del sistema

di protezione civile (azioni di previsione e prevenzione).

Comune di Cellere

Metterà a disposizione l’utilizzo dell’ex edificio scolastico con annessa palestra,

compo sportivo, il parco del Timone per incontri, riunioni e manifestazioni,

cessione gratuita di beni materiali quali: fotocopiatrice, carta per ufficio, utilizzo

telefono, fax, internet, per un valore di 500 euro.

Istituto comprensivo Statale PaoloIII

Metterà a disposizione gli spazi della scuola, assicurerà la collaborazione del

personale scolastico docente e non docente alla realizzazione delle attività,

contribuirà a individuare i destinatari tra i propri alunni.

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Associazioni proponenti e partner mettono a disposizione per la realizzazione delel

diverse azioni le seguenti risorse:

Azioni Risorse tecniche e strumentali messe a disposizione

1) Attività di previsione e prevenzione sul campo e 2)

1 pick- up Tata con modulo AIB 500Lt

Pick- up Mazda freestyle- cab B2500

Pick-up Mahindra GOA 2.5

Reanault traffic 4x4

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interventi di soccorso e in emergenza

IVECO camle tank 1000 4x4

Autoambulanza FIAT DUCATO

2 jeep mitsubishi L200 con modulo antincendio

2 Land Rover defender 130 dotati di modulo antincendio

1 Mitsubishi L200 dotato di modulo antincendio

1 Iveco Daily 4x4- scout FLF 100Lt con dipositivo schiumogeno

1 FIAT Punto (vedi partner)

1 Piaggio CF58296 (vedi partner)

2 mezzi per attività si soccorso (vedi partner)

1 mototroncatore

8 motoseghe

2 pompa ad immersione

6 elettropompe

1 elettropompa a travaso

1 motopompa VARISCO

1 Segreteria mobile

1 Cucina mobile Stefanuto(300 pasti l’ora)

1 cucina mobile Af73733 (450 pasti l’ora)

1 motopompa

Gommone 40 cv

1 pattino

1 motofaro

1 rimorchio per imbarcazioni

2 Pompe idrovore

2 Atomizzatori

9 Gruppi elettrogeni

4 Tende pneumatiche e ministeriali

1 scala automontante

Pale e flabelli

10 Estintori

4 postazioni Radio uhf

4 Spargisale

Torre fari carrelata

5 Postazioni computer complete(vedi sotto)

1 fax samsung

4 Telefoni

1 fax brothers G3

6 Lampade Led di emergenza

4 Colonna fari

6 Radio 43Mhz

Archivio

Cancelleria

1 tenda Ferrino Mod. Mont. 8 posti

70 tavoli

140 panche

24 brandine complete

10 materassi

10 coperte

10 cuscini

4 surgelatori

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3) Percorsi informativi e formativi

5 Pc portatili

3gazebo

Materiale informativo (cd, volantini, depliants, ecc)

Attrezzature per dimostrazioni ed esercitazioni( estintori, radio vhf, , ecc)

1 videocamera digitale JVC

1 videoproiettore

1 televisore

1 schermo per videoproiettore

Cancelleria

4) Verifica azioni

5 Telefoni

5 fax (vedi sopra)

5computer Asus complete di stampanti Hp

1 computer Benq completo di stampante XeroX

1 computer Acer completi di stampante

3 computer LG

2 fotocopiatrice Olivetti

Cancelleria

Archivio

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

Grazie alla qualità dei progetti e alla riconosciuta valenza formativa consolidata negli anni, il presente progetto fornirà ai giovani in servizio i seguenti attestati validi ai fini professionali:

a) l’ Università La Sapienza di Roma riconosce crediti formativi per le Facoltà di Medicina e Psicologia con i Corsi di Laurea in:

- Scienze dell’Educazione e della Formazione (triennale) 12 CFU. - Pedagogia e scienze dell’Educazione e Formazione (Magistrale) 12 CFU.

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

Università La Sapienza di Roma per le Facoltà di Medicina e Psicologia con i Corsi di Laurea in:

- Scienze dell’Educazione e della Formazione (triennale) - Pedagogia e scienze dell’Educazione e Formazione (Magistrale)

28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,

certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

I giovani in Servizio Civile presso i progetti curati dal CESV acquisiranno una serie di competenze di tipo sia tecniche che trasversali importanti e spendibili in termini di occupabilità futura, riconosciute e validate da più di una certificazione del proprio percorso formativo e professionalizzante, grazie alle seguenti azioni:

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1) la certificazione dello stesso CESV, Ente di Formazione accreditato dalla

Regione Lazio con Determina N. 4708 del 09/11/2004 che certifica tutte le attività formative svolte, in ciascuna sede provinciale.

2) il percorso formativo generale è certificato da un attestato rilasciato dalla Federazione Italiana dei CEMEA, ente accreditato alla Formazione dal MIUR e dal Ministero della Salute.

Nello specifico le competenze acquisite e riconosciute attraverso questi due percorsi sono:

Elementi di Comunicazione

Elementi di Gestione del conflitto

Il lavoro in gruppo

Leadership

3) lo sviluppo delle competenze è certificato dal Sistema Pubblico Regionale dell’ EDA con Convenzione stipulata dal 4 Comitato Locale dell’EDA, che comprende sia le istituzioni locali che i COL Provinciali, che individua per ogni progetto specifico le competenze operative e trasversali acquisite dai giovani nello svolgimento del proprio percorso di servizio civile, che li preparino all’entrata nel mondo del lavoro. Tale convenzione prevede tra l’altro di sviluppare sperimentalmente un sistema di riconoscimento delle competenze sia in entrata che in uscita dei diversi percorsi formali, informali e non formali.

Nello specifico le competenze acquisite e riconosciute attraverso questi due percorsi sono:

Competenze Organizzative:

- programmazione delle attività

- problem solving

- gestione attività di amministrazione e contabilità

- gestione attività di raccolta fondi

- organizzazione e gestioni eventi

- utilizzo piattaforme e sistemi informatici

Competenze Relazionali:

- capacità di mediazione

- saper gestire i rapporti interpersonali

- saper lavorare in equipe

Competenze Emozionali:

- capacità di prendere iniziativa

- capacità decisionale

- fiducia in se stessi

- senso di responsabilità

- propensione al cambiamento e sapersi adattare ai contesti Il progetto, inoltre, prevede l’approfondimento di specifiche competenze professionali, valide al fine di migliorare la corretta realizzazione del progetto stesso e pensate per avere una validità spendibile al di fuori da esso. Ci riferiamo in particolare a:

1) Corso sulla Sicurezza sui luoghi di lavoro - decreto 81/2008 in

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collaborazione con l’Associazione Operatori della Prevenzione sui luoghi di Lavoro. Sarà realizzato un corso di 18 ore che sarà certificato con un attestato valido ai fini del curriculum:

- per poter essere nominati responsabile della sicurezza all’interno delle aziende;

- per poter autocertificare il piano sulla sicurezza in caso di svolgimento di attività in proprio.

Si allegano le convenzioni

Formazione generale dei volontari

29) Sede di realizzazione:

La formazione generale avrà luogo presso le sede centrale e le sedi provinciali del CESV Centro Servizi per il Volontariato

30) Modalità di attuazione:

La formazione sarà fatta in proprio dal CESV - accreditato come Ente di 1^ classe - secondo il sistema di formazione presentato al momento dell’accreditamento e recependo le specifiche contenute nelle Nuove Linee Guida del 19/07/2014, Decreto n. 160/2013.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI Associazione CESV Centro Servizi per il Volontariato

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

Si rinvia al sistema di formazione generale verificato dalla Regione Lazio in sede di accreditamento. Nella realizzazione dei diversi moduli formativi sarà utilizzata la Metodologia Attiva che alterna diverse situazioni e tipi di coinvolgimento da parte dei volontari.

L’equipe formativa ha a sua disposizione un’ampia gamma di strumenti didattici più o meno strutturati tra cui possiamo citare:

il lavoro in piccoli gruppi per la discussione e il confronto rispetto a esperienze personali;

la lezione frontale per il passaggio di informazioni e di conoscenze su tematiche di interesse generale;

comunicazione in plenaria per i momenti orientativi e di informazione specifica nonché per la gestione dei momenti di discussione;

lo studio dei casi per l’approfondimento di situazioni specifiche sulla base di esperienze realmente vissute da altri Volontari;

il gioco di ruolo (roleplay) e le simulazioni per provocare processi di immedesimazione in situazioni verosimili e che, per analogia, possono ampliare

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la consapevolezza delle risorse e dei limiti personali nei diversi contesti. Uno spazio e un tempo appropriato vengono dedicati ad attività ed esercizi di conoscenza dei partecipanti al fine di poter strutturare agende formative il più possibile attinenti alle risorse e alle difficoltà presentate dai partecipanti: il contatto con la realtà dei volontari aumenta la possibilità di apertura e lo scambio di informazioni fra i partecipanti. Per armonizzare le dinamiche interne al gruppo in formazione, vengono proposti:

esercizi di movimento e attivazione (energizer);

attività creative che stimolano l’utilizzo di altri codici comunicativi e arricchiscono la qualità delle informazioni a disposizione del gruppo.

Ogni formatore si propone come “facilitatore dei processi di apprendimento” alternando nuovi stimoli/esercizi a momenti di condivisione e debriefing delle attività proposte: Tale approccio è in grado di moltiplicare la capacità di analisi e il riconoscimento delle proprie risorse da parte dei partecipanti. Piattaforma di E – learning

Per la gestione delle attività formative il CESV si avvarrà inoltre del supporto di strumenti e metodi di formazione in rete a distanza (eLearning). L’ente dispone di una piattaforma informatica che integra e supporta alcuni dei processi caratteristici della formazione, e cioè:

- gestione dell’anagrafica utenti;

- gestione di percorsi formativi (piano formativo individuale/di gruppo);

- gestione dei materiali didattici/informativi (erogazione);

- gestione delle attività di comunicazione sincrone e asincrone (tramite i tool di messaggistica, chat e forum, videoconferenza);

- gestione delle attività di monitoraggio e valutazione (tramite questionari, test, sondaggi);

- gestione delle attività di lavoro cooperativo/progettazione collaborativa (tramite un’area di condivisione di documenti);

- gestione delle statistiche di sistema e reporting sulle attività svolte dagli utenti; monitoraggio ed interazione costante con il Tutor.

33) Contenuti della formazione:

Si rinvia al sistema di formazione generale verificato dalla Regione Lazio in sede di accreditamento. Moduli formativi previsti dall’UNSC, Determina 4/4/06 integrati dalle specifiche contenute nelle Nuove Linee Guida del 19/07/2014, Decreto n. 160/2013. In particolar modo riguardo ai moduli “Difesa della Patria” intesa come salvaguardia e promozione dei valori costituzionali con richiami diretti alla Repubblica e alle sue Istituzioni così come promosse dalla “Costituzione”; in questa ottica il Servizio Civile diventa per i volontari in servizio una palestra di “Cittadinanza attiva” (v. SCHEMA MOMENTI FORMATIVI e di Monitoraggio dei Progetti della Rete Bianca e Bernie - Reti solidali per il volontariato giovanile, al punto 42 della presente scheda progetto).

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34) Durata:

Come indicato dal Decreto sulle Linee Guida per la formazione del 2013 i progetti della Rete Bianca e Bernie realizzano la Formazione Generale con la seguente scansione: 80% delle ore entro il 180° giorno dall’avvio del progetto e il restante 20% dal 210° ed entro e non oltre il 270° giorno La Formazione Generale ha una durata complessiva di 45 ore.

Formazione specifica dei volontari

35) Sede di realizzazione:

Saranno utilizzate a turno le seguenti sedi: Via Sasso Grosso scn, Ronciglione (VT) Via Roma 73, Bomarzo (VT) Via Etruria snc, Vetralla (VT) Piazza dei Caduti snc, San Lorenzo Nuovo (VT) Via Marconi 13, Cellere (VT)

36) Modalità di attuazione:

La formazione specifica sarà attuata in proprio, presso l’ente e con l’utilizzo di formatori dell’ente.

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

BASTONI GAETANO nato a Viterbo il 1/02/1955 VIGOROSI AMALIA nata a Siracusa il 19 aprile 1970 ANTONIO BISTI nato a San Lorenzo Nuovo (VT) il 22/02/1959 AQUILANI MARCO nato ad Acquapendente (VT) il 14/03/1975 MATTEI VLADIMIRO nato a Ronciglione (VT) il 19/12/1959 CARLISI NICOLA nato a Agirgento il 28/11/1962 ANGORI WALTER nato a Novi Ligure il 5/02/1967 CELESTINI SABRINA nata a Viterbo il 4/09/1065 MAURIZIO CENTILI, nato a Roma il 01/05/1947 GILBERTO FULVI, nato a Roma il 21/02/1974

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38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

Moduli formativi formatore Titoli ed esperienze

Legislazione sugli incendi boschivi

Legislazione sulla Protezione Civile

Rischio idrogeologico e

metereologico

Gaetano Bastoni Disaster Manger Nazionale e della Provincia di Viterbo con esperienza di

più di 20 anni

Struttura della protezione civile

Esercitazione in caso di

calamità naturali

Amalia Vigorosi Volontaria con esperienza di 7 anni Formatore specifico di protezione

civile dal 2005 e volontario di protezione civile dal 1998

La campagna AIB -Antincendio Boschivo

Antonio Bisti, Marco Aquilani,

Vladimiro Mattei, Nicola Carlisi, Angori Walter

Volontari con minimo quattro anni nel campo della protezione civile in

possesso di corso anticendio di I° e II° livello

Telecomunicazioni in emergenza

Nicola Carlisi Perito delle telcominicazioni, formatore di volontari in protezione

civile sulle telecomunicazioni da 2 anni e volontario di protezione civile

da 9 anni

Elementi di psicologia dell’emergenza

Celestini Sabrina

Laureata in psicologia, master di II° livello in “psicologia dell’emergenza e

psicotraumatologia”, formatore in corsi di protezione civile, con

esperienza di almeno 5 anni, volontaria da 6 anni

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari ai progetti di

servizio civile

Marco Aquilani Volontario con esperienza di quattro anni nel campo della protezione civile

in possesso di corso antincendio di I° e II° livello; ha frequentato nel 2006 2007 corsi di formazione sulla

Sicurezza nei luoghi di lavoro promossi dal CESV per un totale di 45

ore

Corso curriculare su Tutela della salute e

sicurezza nei luoghi di lavoro D.lgs n. 81 del 2008 con rilascio di un

attestato.

Maurizio Centili. Laurea in Scienze Statistiche e esperienza oltre che decennale sulla formazione riguardo a questi temi.

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Percorso di orientamento lavorativo

per l’inserimento dei giovani nel mondo del

lavoro e dell’autoimprenditorialità

Gilberto Fulvi Laurea in psicologia del lavoro delle organizzazioni, con esperienza

internazionale di sei anni nella gestione risorse umane.

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

All’interno del progetto, la formazione specifica è considerata come parte integrante del percorso educativo rappresentato dal servizio civile. Nell’approccio adottato, il percorso di formazione non avrà infatti solo lo scopo di fornire ai giovani le conoscenze pratiche necessarie per il lavoro operativo, ma anche quello di motivare i giovani e stimolare la loro sensibilità rispetto a temi come la solidarietà, i diritti fondamentali delle persone, l’impegno sociale e civico e a mettere alla prova competenze trasversali necessarie alla futura entrata nel mondo del lavoro. In considerazione di questo, la formazione non sarà strutturata solo sulla base di “lezioni frontali”, ma prevederà invece metodologie interattive e che rendano possibile la partecipazione attiva da parte dei giovani del servizio civile, in un contesto di lavoro di gruppo e di presa in carico responsabile dell’elaborazione delle tematiche proposte., con attenzione al compito da svolgere e alla gestione del tempo e degli strumenti a disposizione. Alla luce dello sviluppo di queste competenze di “metalivello” le giornate formative – che avranno una durata di almeno 4 ore – dovranno prevedere per lo meno 1 ora e 1/2 di coinvolgimento attivo dei giovani in discussioni, gruppi di lavoro, laboratori.

40) Contenuti della formazione:

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Moduli Contenuti formativi Monte ore

Legislazione sugli incendi boschivi

Legislazione sugli incendi boschivi dal RDL del 30/12/1923 alla Legge quadro 21/11/2000 n. 353

Il catasto incendi

L . R. 28/10 /2012 n..39 “norme in materia di gestione delle risorse forestali”

Il Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi, valido per il triennio 2011 -2014 delibera n. 415 del 16/09/2011

4

Legislazione sulla protezione civile

legislazione nazionale sul volontariato L. 266/91 e sul volontariato di protezione civileL. 255/92 e DPR 2001

legislazione regionale sulla protezione civile

COI e COM

Piano provinciale di protezione civile

Piano comunale di protezione civile

4

Struttura della protezione civile

Gli attori del Sistema Protezione Civile,

La ripartizione dei compiti

Il metodo Augustus

Servizio Nazionale e regionale di protezione civile Italiano

I gruppi comunali di protezione civile

4

La campagna Antincendio Boschivo

I tipi di incendi: di lettiera, di strato erbaceo, di sottobosco, di chioma, passivo, attivo, indipendente;

Le cause degli incendi. Intenzionale, accidentale, le percentuali. I fattori accidentali. I fattori dolosi. Comunità vegetali a rischio incendi boschivi;

La campagna antincendio

L’avvistamento: da terra fisso, da terra mobile

Il pattugliamento, luoghi strategici e punti panoramici

La segnalazione

Gestione della segreteria: invio corrispondenza, verbali d’intervento, foglio di marcia

La sala operativa

Manutenzione delle attrezzature

Previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza

14

Rischio Idrogeologico, meteorologico

Il rischio meteo- idrogeologico : definizione

Il dissesto idrogeologico. Definizione e

6

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casistica.

Previsione e prevenzione

Gli strumenti revisionali

Il sistema di allertamento

Il rischio meteo-idrogeologico: conseguenze e rischi in ambiente urbano e all’aperto

Cosa fare in caso di: a)alluvione, b)frane e smottamenti, c)ondate di calore, d)neve e gelo, e)rovesci di pioggia e grandine, f)crisi idriche.

Simulazione evento atteso con : cartografia delle aree inondabili, stima della popolazione coinvolta nelle aeree inondabili, indicatori di evento, ecc.

Esercitazione in caso di calamità naturali

Allestimento di una tendopoli con segreteria e cucina mobile

4

Telecomunicazioni in emergenza

Introduzione alle telecomunicazioni, la loro importanza nelle emergenze, perchè approfondire questi argomenti.

Cosa è un segnale, come trasmetterlo,

concetto di potenza e frequenza, affievolimenti ed interferenze, onde elettromagnetiche

I problemi che si possono avere in ricezione: come combatterli, scelta di una posizione strategica per le telecomunicazioni nelle emergenze.

Scambio di informazioni, protocolli di comunicazione, alfabeto fonetico, conferma di ricezione, timeout

Concetto di capacità, condivisione dei mezzi per maggiore efficienza, l'importanza di non monopolizzare il canale

4

Elementi di psicologia dell’emergenza

Cos’è la psicologia dell’emergenza: come nasce, quali sono i contesti di cui si occupa

Il comportamento della comunità nelle maxiemergenze

2

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari ai progetti di servizio civile

Valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute connessi all'attività dell'Ente in generale e dei compiti assegnati ai giovani in servizio civile nello specifico.

4

Corso curriculare su Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro D.lgs n. 81 del 2008 con rilascio di un attestato.

Misure delle attività di protezione e prevenzione adottate

Rischi specifici in relazione all'attività svolta ed alle normative di sicurezza ed alle disposizioni dell’Ente

18

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Procedure e nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio e l'evacuazione dei lavoratori

Nominativo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e del Medico Competente.

Dispositivi di protezione individuale - loro corretto impiego e manutenzione;

Movimentazione manuale dei carichi - modalità per una corretta movimentazione e rischi connessi alla erronea equilibratura del carico ed al superamento dei pesi consentiti;

Attrezzature munite di V.D.T. - misure ergonomiche applicabili al posto di lavoro, modalità di svolgimento dell’attività con specifico riferimento al regime delle interruzioni, sorveglianza sanitaria, protezione degli apparati visivo - e muscolo-scheletrici;

Impiego di sostanze e preparati pericolosi: modalità d’uso, precauzioni d’impiego, rimedi in caso d’intossicazione;

Sistema sanzionatorio per le violazioni alle norme di igiene e sicurezza del lavoro.

Percorso di orientamento lavorativo per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e dell’autoimprenditorialità (formatore Gilberto Fulvi

Favorire la conoscenza del mondo delle imprese.

Favorire la conoscenza delle politiche attive di acceso al mondo del lavoro.

Favorire il contatto con agenzie pubbliche e private per l’impiego lavorativo.

12

TOTALE ORE 76

41) Durata:

Come previsto dal Decreto sulle Linee Guida per la formazione del 2013 i progetti

della Rete Bianca e Bernie realizzano la Formazione Specifica con la seguente

scansione: 70% delle ore entro il 90° giorno dall’avvio del progetto e il restante

30% entro il 180° giorno.

Prevedere una parte di formazione specifica dopo il terzo mese di servizio, offre ai

volontari la possibilità di acquisire delle informazioni utili al loro percorso, con una

consapevolezza maggiore, sui temi, linguaggi e significati connessi alla loro azione

nell’ente che li ospita, perché già inseriti a pieno ritmo nelle fasi del progetto.

La Formazione Specifica ha una durata complessiva di 76 ore. .

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Altri elementi della formazione

42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Le forme di documentazione che verranno utilizzate per poter seguire dettagliatamente la risposta individuale e complessiva dei volontari alle varie fasi formative e di inserimento nel programma, sono varie e diversificate:

- questionari strutturati che possono essere letti e confrontati in maniera scientificamente rigorosa;

- forme libere di documentazione individuale, tese a restituire le impressioni dei singoli e stimolare la condivisione dell’esperienza tra i vari volontari da condividere utilizzando il nostro sito e il social network.

Tutti i materiali utilizzati per il monitoraggio vengono affermati o rimodulati e aggiornati alla luce delle risposte registrate nelle prime somministrazioni:

DETTAGLIO DEGLI STRUMENTI DI VALUTAZIONE All’inizio del percorso verrà somministrato un questionario iniziale (QI) di presentazione e consapevolezza sul ruolo da assumere, che ci servirà da punto di riferimento per monitorare il percorso fatto dal singolo. Al termine di ogni momento formativo verranno somministrati appositi Questionari di Soddisfazione (QS) per raccogliere in forma sintetica, indicazioni sugli aspetti logistico - organizzativi della formazione, nonché sulla congruenza delle tematiche, delle agende e delle metodologie didattiche utilizzate. Ogni due mesi il Questionario Bimestrale raccoglie il parere dei giovani e dei loro OLP sull’andamento del progetto sia relativamente alla crescita formativa e personale che all’autonomia nello svolgimento delle attività e al grado di efficacia e riscontro nei destinatari dell’azione svolta. Al sesto mese (non prendendo in considerazione il mese di agosto) viene effettuato un incontro di medio periodo, Focus Group, su base provinciale, con i volontari delle sedi coinvolte e i loro Olp, guidati da esperti facilitatori messi a disposizione da Cesv, per condividere i risultati dei questionari bimestrali, valutare il percorso svolto fino a quel momento ed impostare i mesi a venire. Al undicesimo mese verrà somministrato il Questionario Finale e di Orientamento QFO nel quale si rileveranno valutazioni sul servizio svolto e futuri scenari di ogni volontario. A questi percorsi di monitoraggio sul progetto e le sue fasi formative si affianca il percorso di Certificazione delle competenze con tre rilevazioni, l’analisi delle acquisizioni di ogni ragazzo in servizio e la stesura dell’attestato finale. Il complesso di dati e scambi tra CESV, giovani in servizio e loro OLP permetterà di nutrire la Manifestazione finale di comunicazione e valutazione dell’esperienza offrendo al territorio locale e all’intera Regione non solo i dati, ma le impressioni, le emozioni, la documentazione provenienti da tutte le realtà e gli operatori coinvolti nel progetto. Si riporta in coda SCHEMA MOMENTI FORMATIVI e di Monitoraggio dei Progetti.

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SCHEMA MOMENTI FORMATIVI e di Monitoraggio dei Progetti della Rete Bianca e Bernie Reti solidali per il volontariato giovanile

Mese 1 Mese 2 Mese 3 Mese 4 Mese 5 Mese 6 Mese 7 Mese 8 Mese 9 Mese 10 Mese 11 Mese 12

Accoglienza QI

D) Fase di Accompagnamento in

servizio.

E) Formazione generale al

SCN

QS3

F) Formazione generale al

SCN

QS4

G) Incontro con OLP e

e tuning progetto

presentazione primo Report

L) Incontro OLP e

Responsabili e presentazione

secondo Report

N) Valutazione

finale dell’esperienza

SCN/QS4

A) Formazione generale al SCN /QS1

Progetto di SCN svolto in modo autonomo

B) Formazione servizio/QS2

H) Reg I formazione aggiuntiva

prevista dalla Regione Lazio

Avvio Progetto individuale o di gruppo

M) Reg II Formazione Sicurezza

con Attestato

Curriculare

Questionario Finale QFO

C) Rilevamento delle Competenze

Questionario Bimestrale

QB1

Questionario Medio termine

QMT

I) Verifica delle

Competenze

Questionario Bimestrale

QB3

Questionario Bimestrale

QB4

Questionario Bimestrale QB5

O) Certificazione

delle Competenze

Numero ore di formazione previste; Il progetto prevede varie attività di Formazione così suddivisa: 45 ore generale centralizzata: moduli Accoglienza, A, E, F; 73 ore di formazione specifica nelle sedi di attuazione di cui 35 iniziale: moduli B e D (da completarsi entro il 5 mese); Tra il 5 e il 10 mese si realizza le 30 ore di formazione Regionale comprensiva di 18 ore di formazione curriculare sulla Sicurezza: moduli H,M Il progetto prevede, inoltre, due Report di presentazione dei risultati e un evento di chiusura/valutazione finale: moduli G,L,N. Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti:

QI, QS1, QS2, QB1, QS3, QS4, QMT, Tuning e primo Report quadrimestrale, QB3, QB4, Attestato1, Secondo Tuning e Report quadrimestrale, QB5, QS4, QFO.

Percorso di Certificazione delle Competenze: Rilevamento /Verifica/ Certificazione: moduli C, I, O.

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Roma, 28 luglio 2014

Il Responsabile legale dell’ente

Francesca Danese

Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente

Claudio Tosi