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Scenari per Web & Media Agency

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Scenari per Web & Media Agency

Come per molte tecnologie, il reale valore del cloud non risiede nella tecnologia stessa, ma negli effettivi cambiamenti che questa consente.Smartphone, tablet e social network hanno completamente trasformato il modo con cui i consumatori attualmente interagiscono con l’impresa. Nel 2014, per la prima volta il tempo dedicato dagli utenti all’utilizzo di tablet e smartphone ha superato quello riservato all’uso di computer desktop; secondo alcuni dati interni a Microsoft attinenti al settore Web marketing, nel 2015 una pagina web su tre è visitata tramite dispositivi mobili. E oggi, quando un utente deve interagire con un’azienda o un servizio, sempre più spesso si aspetta un’esperienza appagante, quale che sia la piattaforma tecnologica utilizzata o il luogo in cui si trova.

Il cloud è la soluzione migliore per rendere la tua offerta immediatamente raggiungibile da chiunque, ovunque e con qualunque dispositivo. Grazie ai servizi della piattaforma Azure di Microsoft, una Web agency oggi può sviluppare e distribuire nuove applicazioni web e mobile in tempi più rapidi e senza perdere tempo con lunghi processi di installazione e configurazione, grazie a un’infrastruttura altamente scalabile, sicura e basata su modelli di prezzo a consumo. Rendere la propria attività accessibile da chiunque e ovunque non è sempre sufficiente. Occorre anche saper ascoltare i propri consumatori, interpretare i loro sentimenti e mantenere vivo il loro interesse (engagement). Per questa ragione Microsoft Azure mette a disposizione numerosi servizi di analytics e di business intelligence che consentono di accedere in tempo reale a quantità sempre maggiori di dati e informazioni, elementi indispensabili per prendere decisioni su come supportare meglio i propri clienti, creare campagne di marketing personalizzate e migliorare le funzionalità delle applicazioni. In questa guida esploreremo, anche attraverso esempi concreti, alcuni dei servizi offerti dalla piattaforma cloud Microsoft Azure. Questi servizi consentono non solo di ridurre i costi e migliorare i processi produttivi dell’azienda, ma anche di realizzare cose completamente nuove. Idee fino a oggi frenate da infrastrutture obsolete, non interoperabili, con costi di integrazione elevati, sono adesso libere di esprimersi.

Introduzione

Ho bisogno di nuovi server per la mia azienda

Problema

Qualunque azienda, per poter lavorare, ha bisogno di un ambiente in cui sviluppare e testare i propri progetti (che siano siti web o contenuti multimediali), in cui centralizzare file, documenti e altre risorse, e sul quale i membri del team possano collaborare in modo efficiente e sicuro. Se stai pensando di acquistare un server per la tua azienda, ci sono alcune cose che devi considerare. Per prima cosa, i costi. Innanzitutto, ai soldi spesi per acquistare il server, diciamo 5.000 Euro, va aggiunto anche il cosiddetto “costo opportunità”: i soldi spesi per l’acquisto non potranno essere usati per altri scopi. Nella sostanza puoi immaginare questo costo come degli interessi su un prestito: se la durata di vita utile del server è di cinque anni, e ipotizziamo un 5% di interessi l’anno, dopo cinque anni il server ti sarà costato 6.250 Euro. Un server richiede inoltre del personale in grado di gestirlo e mantenerlo, occupa spazio prezioso e richiede energia (un alimentatore da 750 watt consuma 18kWh al giorno: a una media di 15 centesimi per kilowatt ora, fanno 2,7 Euro al giorno, ovvero circa 985 Euro all’anno). Quando un pezzo si rompe, devi spendere altri soldi per sostituirlo. Ci sono poi altri costi che devono essere considerati, come i sistemi di raffreddamento (che possono arrivare a consumare fino al 40% dell’energia totale), gli UPS nel caso (probabile) che il server debba essere sempre disponibile, la sicurezza e i backup, e così via. Alla fine un server può arrivare a costarti due o tre volte rispetto alla cifra all’inizio sulla carta di credito.

Soluzione cloud

Le macchine virtuali di Azure sono uno dei vari tipi di risorse di calcolo scalabili e su richiesta offerte da Microsoft Azure. Rispetto a una tradizionale infrastruttura aziendale, costituita da server, dischi rigidi e sistemi di rete che devono essere acquistati o noleggiati, gestiti per tutto il loro ciclo di vita e sostituiti in caso di problemi, un’infrastruttura cloud si basa sul carattere virtuale delle risorse. Questo significa che gli utenti non devono preoccuparsi di acquistare, manutenere e gestire l’hardware fisico su cui è in esecuzione la macchina virtuale, né dei relativi costi accessori (impianti di raffreddamento, mec-canismi di backup, sistemi di networking, consumo energetico, sostituzione dell’hardware in caso di guasti, ecc.); mentre rimangono comunque responsabili del sistema operativo e la gestione delle applicazioni che ci girano sopra.

scenario#1

C’è poi un altro aspetto molto importante da considerare: la scalabilità. Quando compri o noleggi il tuo server, la prima cosa da fare è capire di quanta potenza di calcolo e di quanta capacità di storage hai bisogno. Se stimi le tue necessità per difetto, avrai una macchina che non è in grado di lavorare in modo efficiente, soprattutto se ci sono picchi di utilizzo o se la tua azienda continua a crescere. Se lo stimi per eccesso, potrà reggere i carichi di lavoro nei momenti più intensi, ma per il restante tempo l’infrastruttura sarà sotto-utilizzata o non usata per niente. Con Microsoft Azure, grazie a meccanismi di scalabilità in tempo reale, puoi aumentare o diminuire le dimensioni e il numero di macchine virtuali per adeguare la tua configurazione al variare del carico di lavoro, nel tempo che impieghi a prendere un caffè.

A questo punto puoi confrontare il costo di una macchina virtuale con le stesse caratteristiche di quelle della tua infrastruttura on-premises. Microsoft ha una comoda calcolatrice online che puoi usare per stimare il costo di macchine virtuali su Azure.

Utile da sapere:Il secondo strumento messo a disposizione da Microsoft è rappresentato dall’Azure Cost Estimator Tool, un’appli-cazione desktop che puoi essere scaricata direttamente dal sito Microsoft. Rispetto al calcolatore di prezzi online, l’Azure Cost Estimator Tool si caratterizza per il focus particolare sui servizi di tipo IaaS e di integrazione ibrida, per i quali prevede un ricco set di funzionalità aggiuntive, come ad esempio la possibilità di effettuare una scansione del-la rete locale per individuare macchine fisiche o virtuali e proporre soluzioni equivalenti basate sul cloud.

Utile da sapere:Il modello di prezzi delle macchine virtuali è basato su un costo orario variabile in base alla dimensione e al sistema operativo della macchina virtuale. Per le ore parziali, Azure addebita solo il costo dei minuti usati. I costi di archiviazione vengono determinati e addebitati separatamente.

Tieni comunque presente un paio di cose quando compari costi on-premise con quelli sul cloud. La prima cosa è che sul cloud si pagano solo le risorse effettivamente utilizzate, per cui stima per quante ore del giorno avrai effettivamente bisogno della macchina virtuale. Inoltre i prezzi dell’infrastruttura cloud sono in continua diminuzione: negli ultimi cinque anni, in media i prezzi sono scesi annualmente di circa il 10%. Questo significa che in cinque anni puoi ragionevolmente aspettarti di pagare al mese per il tuo server cloud meno della metà di quanto paghi oggi.

Utile da sapere:Come una qualunque altra macchina virtuale, anche quelle su Microsoft Azure dispongono ovviamente di un sistema operativo. Oltre a poter installare un’immagine personalizzata, l’utente può decidere di partire da una delle tante immagini messe a disposizione da Microsoft, da partner ufficiali Microsoft o dalla community, e raccolte in un’apposita galleria. Ad esempio, oltre a numerose versioni e configurazioni di Windows Server (che possono includere anche “pacchetti” preinstallati come Visual Studio, Sharepoint Server, BizTalk Server, e SQL Server), è adesso possibile installare sistemi operativi come RedHat, Ubuntu, Debian, CentOS, SUSE Linux Enterprise Server e openSUSE, CoreOS, Oracle Linux e FreeBSD (ad oggi, la galleria comprende 585 immagini di sistemi operativi in varie configurazioni, ed è in continua espansione).L’apertura del cloud Microsoft a sistemi operativi basati su Linux rende oggi possibile l’utilizzo di Azure anche da parte di quelle aziende che hanno investito su applicazioni appositamente sviluppate per queste piattaforme, o i cui team IT hanno competenze specifiche su questi ambienti e sui relativi strumenti di sviluppo.

Supponiamo di voler creare una macchina virtuale di Azure in cui far girare la propria applicazione aziendale ERP (ad esempio, Microsoft Dynamics).

Una volta creata una sottoscrizione di prova di Azure (https://azure.microsoft.com/it-it/free), è sufficiente accedere al portale di Microsoft Azure (https://portal.azure.com), cliccare sul pulsante “Nuovo”, selezionare la voce di menu “Calcolo”, quindi scegliere l’immagine della macchina virtuale desiderata (in questo caso una macchina equipaggiata con Microsoft Dynamics NAV 2016) tra quelle disponibili nella galleria di macchine virtuali messe a disposizione da Microsoft Azure.

esempio

Utile da sapere:Per accedere ai servizi cloud è necessario attivare una sottoscrizione a Microsoft Azure da associare al proprio Microsoft Account (precedentemente noto come Microsoft Live ID). Per quanto riguarda la scelta del tipo di sottoscrizione, la soluzione più semplice è quella denominata Pay-as-you-go, in cui il pagamento avviene unicamente a consumo, senza costi fissi di alcun tipo. Puoi trovare una descrizione dettagliata dei diversi tipi di sottoscrizione alla pagina https://azure.microsoft.com/it-it/pricing/purchase-options.

A questo punto è sufficiente completare il wizard di configurazione fornendo le varie informazioni richieste (come il nome della macchina, le credenziali di accesso, la dimensione della macchina, eventuali subnet, ecc.) e Microsoft Azure provvederà a creare e installare la macchina virtuale, assieme all’eventuale applicazione software desiderata e alle altre risorse cloud collegate (come account di archiviazione, reti virtuali, ecc.).

Una volta completata la procedura di creazione, non resta che accedere alla macchina virtuale cliccando su “Connetti” e fornire le credenziali create durante il wizard.

Per saperne di piùLeggi la Guida ai servizi cloud di Microsoft AzureVai alla documentazione di Microsoft Azure

Ho bisogno di una piattaforma per lo sviluppo e l’hosting di siti web

Problema

A meno di non disporre di server on-premises specificamente destinati a questo scopo, se un’azienda deve sviluppare, testare e distribuire applicazioni web (per sé o per i propri clienti), è probabile che si avvalga dei tradizionali servizi di hosting di terze parti. Nel caso di soluzioni on-premises, gli svantaggi sono quelli legati ai costi di acquisto, configurazione, gestione e aggiornamento di un’infrastruttura fisica, senza contare i problemi derivanti dalla necessità di garantire un’alta disponibilità della propria infrastruttura anche in caso di guasti o malfunzionamenti, o le complicazioni derivanti dalla sicurezza. Una soluzione potrebbe essere quella di optare per macchine virtuali nel cloud, ma anche in questo caso si deve considerare che, per poter eseguire la propria applicazione, è comunque necessario installare e configurare gli ambienti di sviluppo e di produzione, e che spetta sempre all’utente la gestione e l’aggiornamento del sistema operativo e del software.Nel caso dei servizi di hosting tradizionale, invece, gli svantaggi sono dati soprattutto dal fatto che in genere si sottoscrive un abbonamento mensile o annuale per un servizio di hosting, a prescindere dall’effettivo utilizzo del servizio stesso; inoltre, una volta scelto un piano con determinate caratteristiche (memoria, spazio su disco, tipologia e dimensione di eventuali database), non è in genere possibile scalare verso l’alto o verso il basso la dimensione o il numero di macchine virtuali per adeguarsi ai cambiamenti nel carico di lavoro. Senza contare che le esigenze di hosting di un’applicazione web variano in base al tipo di piattaforma o linguaggio di programmazione utilizzato: se utilizzi correntemente diversi ambienti di programmazione (PHP, ASP.NET, Java, ecc.), ciascuna applicazione sarà legata a uno specifico piano di hosting e a una particolare configurazione del server, con conseguente incremento del tempo necessario alla gestione e alla configurazione dei diversi ambienti.

Soluzione cloud

Il servizio App Web di Azure è una piattaforma cloud completamente gestita che consente di creare, distribuire e ridimensionare applicazioni web in modo rapido, sicuro e scalabile. Il servizio App Web di Azure ti permette di concentrarti unicamente sul codice della tua applicazione, lasciando alla piattaforma cloud il compito di gestire automaticamente gli aggiornamenti e la configurazione dell’infrastruttura sottostante. Puoi sviluppare le tue applicazioni utilizzando un’ampia gamma di linguaggi, tra cui .NET, Java, PHP, Node.js e Python. Il supporto integrato per la distribuzione continua ti permette di distribuire aggiornamenti dell’applicazione utilizzando Visual Studio Team Services, GitHub o BitBucket. Inoltre, è possibile distribuire la propria applicazione web in un ambiente di staging per testare l’app prima di rilasciarla in produzione; una volta che l’applicazione è pronta, è sufficiente un semplice click del mouse per invertire in tempo reale gli ambienti di staging e produzione. Grazie ai meccanismi di scalabilità (manuale o automatica) messi a disposizione dalla piattaforma Azure, puoi aumentare o ridurre le dimensioni della tua applicazione web in base al

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traffico effettivo, in modo da poter sopportare qualunque carico di lavoro e al tempo stesso risparmiare soldi quando il sito non è in fase di massima attività. Tramite i servizi integrati di Azure, la tua applicazione può connettersi in modo sicuro a sistemi aziendali on-premises, sistemi quali SAP, Siebel e Oracle e servizi aziendali come Salesforce e Office 365, nonché ai più popolari servizi Internet come Facebook, Twitter e Dropbox.App Web consente anche di partire da pacchetti applicativi già esistenti messi a disposizione da terze parti o dalla community, come WordPress, Joomla, Django, e Drupal. È sufficiente un singolo click e l’infrastruttura provvederà a creare per te tutto quello che serve nel giro di pochi secondi, inclusi eventuali database.

Ricorda inoltre che, come per gli altri servizi cloud di Microsoft Azure, anche per il servizio App Web paghi solo per le risorse che consumi, senza nessun costo iniziale e senza nessun costo di risoluzione, e la fatturazione è al minuto.

Utile da sapere:Il servizio App Web fa parte del più generale Servizio App di Azure, che raggruppa e integra in un’unica cornice una serie di funzionalità specifiche finalizzate ad accelerare il processo di sviluppo e distribuzione di applicazioni web e per dispositivi mobili, di integrarsi con i sistemi aziendali esistenti e di poter sfruttare un’ampia gamma di servizi, il tutto a costi contenuti e senza doversi preoccupare dei dettagli relativi alla sottostante infrastruttura.Gli altri servizi ricompresi nel Servizio App di Azure includono: App per dispositivi mobili, che mette a disposizione degli sviluppatori una piattaforma per lo sviluppo di una soluzione back-end estremamente scalabile, accessibile da qualunque dispositivo mobile; App per le API, che semplificano la creazione, l’hosting e l’utilizzo di API nel cloud o in locale grazie ai vantaggi offerti dalla sicurezza di livello aziendale, dal controllo di accesso semplificato, dalla connettività ibrida, dalla generazione automatica di SDK ; e le App per la logica, che consentono di automatizzare il flusso di lavoro dei processi aziendali tramite una finestra di progettazione visiva facile da usare, senza la necessità di dover scrivere codice.

Grazie al servizio App Web di Azure e al marketplace di applicativi web “chiavi in mano” a disposizione degli sviluppatori, l’installazione di un sito web di e-commerce (come ad esempio Magento) è un’operazione estremamente rapida.

Nella dashboard del portale di Azure (https://portal.azure.com), è sufficiente cliccare su Nuovo, selezionare Web e dispositivi mobili, quindi scegliere l’applicazione da installare tra quelle messe a disposizione dalla community o da fornitori di terze parti.

Una volta selezionata l’applicazione da installare, è sufficiente completare il wizard di configurazione proposto da Azure fornendo le informazioni richieste, come il nome dell’app (che assieme al suffisso “.azurewebsites.net” andrà a formare l’URL del nostro sito web), il gruppo di risorse a cui il sito afferisce, il piano di servizio (che determina l’area, le funzionalità, i costi e le risorse di calcolo associati all’app), nonché informazioni relative al database da utilizzare (inclusi dimensioni e piano tariffario).

Una volta completato il wizard di configurazione, Azure provvederà a installare l’applicativo prescelto, assieme alle altre risorse cloud necessarie al suo funzionamento. Una volta terminate le operazioni, dalla dashboard del portale sarà possibile accedere alle varie risorse create da Azure. In particolare, cliccando sulla nuova App Web installata da Azure si accede alla vista di dettaglio del servizio, che comprende alcune informazioni di base e da cui è possibile impostare i parametri di configurazione, arrestare o riavviare una macchina, scaricare le credenziali di pubblicazione, e così via.

esempio

Utile da sapere:Magento è solo uno dei numerosi applicativi per l’e-commerce disponibili nella galleria di App Web. La galleria include anche Drupal, EC-Cube, Kentico, Magelia, nopCommerce, OsCommerce, OpenCart e molti altri.

Cliccando sull’URL del servizio (composta come si è detto dal nome dell’applicazione prescelto durante il processo di configurazione, seguito dal suffisso “.azurewebsites.net”) si aprirà la pagina del wizard di installazione di Magento. A questo punto non resta che andare avanti nel wizard e completare il processo di installazione.

Sempre tramite la dashboard del portale, è possibile accedere al database creato durante il wizard iniziale semplicemente cliccando sulla relativa risorsa. La vista di dettaglio mostra informazioni generali sul database e consente di accedere alle varie impostazioni del servizio (incluse eventuali stringhe di connessione). Infine, per amministrare il database, gestire endpoint e certificati SSL, pianificare backup e job automatici, è sufficiente cliccare su “Gestisci database” per essere trasportati alla dashboard messa a disposizione dal provider del servizio (in questo caso, trattandosi di un database MySQL, il servizio è fornito da partner Microsoft).

Per saperne di piùLeggi la Guida ai servizi cloud di Microsoft AzureVai alla documentazione di Microsoft Azure

scenario#3

Ho sviluppato un’app mobile, adesso ho bisogno di promuoverla

ProblemaSmartphone, tablet e social network hanno completamente trasformato il modo con cui i consumatori interagiscono con l’impresa. Sempre più spesso i consumatori si spettano un’esperienza appagante quale che sia il dispositivo o la piattaforma tecnologica utilizzata, o il luogo in cui si trovano. Realizzare un’applicazione mobile di qualità che piaccia ai propri utenti richiede tuttavia un notevole investimento di denaro ed energie, senza contare lo sforzo necessario per promuovere una campagna di marketing diretta ad ampliare il numero di possibili utenti. Il problema è che spesso, dopo un incoraggiante picco iniziale, si assiste a una graduale diminuzione degli utenti dell’applicazione. In questo quadro, sapere come gli utenti utilizzano i tuoi servizi, identificare quelli scontenti o disaffezionati, saper riaccendere o mantenere vivo il loro coinvolgimento, sono strategie alle quali un’impresa, per quanto piccola, non può sottrarsi.

Soluzione cloudIl servizio Mobile Engagement serve proprio a evitare queste situazioni. Grazie al servizio di analytics in tempo reale di Microsoft Azure, l’azienda può sfruttare le informazioni sull’utilizzo dell’app da parte degli utenti per creare campagne di marketing mirate e per migliorare le funzionalità dell’applicazione stessa.L’approccio seguito da Mobile Engagement per il miglioramento della fidelizzazione degli utenti si basa sul loro coinvolgimento mediante notifiche push e messaggi in-app, ma in modo del tutto speciale: i messaggi e le comunicazioni sono personalizzati e si basano sul comportamento degli utenti durante l’uso dell’applicazione. L’obiettivo del servizio è quello di rendere possibile la comunicazione con il pubblico desiderato e al momento opportuno.

Ad esempio, per un’applicazione di e-commerce è importante sapere quante persone, tra quelle che utilizzano l’app, pur navigando nel catalogo e aggiungendo prodotti al carrello, alla fine non perfezionano l’acquisto. Un’app che promuove ristoranti e take away potrebbe invece aver interesse a mandare messaggi promozionali e coupon di sconto sulla base della vicinanza geografica dell’utente rispetto a determinati esercizi commerciali (geo-fencing).Tramite il servizio Mobile Engagement è ora possibile creare campagne di notifiche push dirette unicamente a determinati segmenti di utenti, ad esempio per ricordare loro che nel carrello hanno dei prodotti ancora non acquistati, o magari per mandare loro coupon che li invoglino a completare l’acquisto o ad approfittare di una promozione in un ristorante nelle vicinanze. Grazie a SDK nativi per ogni piattaforma mobile (Windows, iOS, Android, Cordova, ecc.) e all’uso di API REST standard, l’applicazione mobile può inviare alla piattaforma cloud una grandissima varietà di dati relativi all’uso dell’applicazione da parte degli utenti, come:

• eventi applicativi, ad esempio il fatto che l’utente abbia premuto un certo pulsante o abbia aggiunto un prodotto al carrello;

• sessioni, ossia informazioni sul tempo di utilizzo dell’applicazione da parte di un utente;• errori riscontrati dall’applicazione, come azioni utente non corrette o problemi nelle chiamate a un servizio esterno;• attività, come il tempo di visualizzazione di un annuncio o il tempo impiegato dall’utente per completare un modulo o

un acquisto;• arresti anomali derivanti da errori dell’applicazione;• informazioni tecniche sui dispositivi degli utenti dell’app, come le impostazioni locali, il gestore telefonico, la rete, il

dispositivo, il firmware e la dimensione dello schermo;• altre informazioni sull’applicazione, raccolte e organizzate mediante un sistema di tag degli utenti (si tratta di

un sistema simile a quello usato dai cookie web, solo che in questo caso le informazioni vengono archiviate sulla piattaforma Mobile Engagement di Azure, anziché nel browser).

Sulla base dei dati raccolti dalle applicazioni mobili è possibile dividere gli utenti in segmenti. La segmentazione degli utenti finali dell’applicazione rappresenta un importante strategia di marketing, perché consente di acquisire informazioni sull’esperienza degli utenti e utilizzarle per elaborare campagne di notifiche push personalizzate.

Utile da sapere:I segmenti vengono calcolati dalla piattaforma per la prima volta 24 ore dopo che sono stati creati e quindi ricalcolati ogni 24 ore in base alle informazioni di analisi più recenti. Una volta calcolato un segmento, viene visualizzato un grafico di cronologia giorno per giorno. È possibile creare un segmento basato su qualunque combinazione di criteri (fino a 10) in base a un periodo specifico di massimo 60 giorni precedenti dalla sezione di analisi. Ad esempio, è possibile creare un segmento in base alle persone che hanno visualizzato alcune pagine o che hanno cercato contenuto specifico all’interno dell’app negli ultimi 10 giorni. Queste informazioni sono disponibili nella sezione di analisi. È possibile utilizzarle per creare un segmento e quindi configurare una notifica push da indirizzare a questo sottoinsieme di utenti per fare in modo che tornino all’applicazione.

Tutte le informazioni raccolte dalle applicazioni mobili possono essere visualizzate tramite la dashboard del servizio Mobile Engagement. La home page mostra le varie applicazioni che fanno parte di una medesima raccolta. Per ciascuna app è possibile accedere a una serie di informazioni riassuntive relative all’utilizzo da parte degli utenti, come l’andamento dei nuovi utenti, il numero degli utenti attivi, il numero e la tendenza delle sessioni, e così via.

È anche possibile creare progetti per raggruppare le applicazioni e concedere l’autorizzazione alla dashboard di Mobile Engagement ad altri utenti sulla base di alcuni ruoli predefiniti (ad esempio, un esperto di marketing potrebbe accedere alla dashboard come “Viewer” per accedere alle analisi e monitorare i dati, mentre uno sviluppatore potrebbe accedere come “Developer” per disattivare e attivare applicazioni, modificare determinate informazioni, ecc.).

Cliccando sulle varie app è possibile tenere sotto controllo tutti i dati e le informazioni raccolte in tempo reale (eventi, azioni, attività, ecc.), organizzare gli utenti in segmenti e creare campagne di notifiche push da inviare a gruppi di destinatari selezionati.Sempre tramite la dashboard puoi accedere in qualunque momento ai dati sull’andamento della campagna di notifiche: ad esempio, puoi sapere quanti sono i messaggi effettivamente recapitati, quanti quelli visualizzati, il tipo di interazione con la notifica da parte dell’utente, nonché il numero di utenti che hanno effettivamente “attivato” il messaggio.

Utile da sapere:Microsoft è da tempo impegnata nella tutela della privacy, che costituisce parte integrante del ciclo di vita di prodotti e servizi. Microsoft si impegna a definire procedure trasparenti per la privacy, a offrire ai clienti opzioni significative sulla privacy e a gestire responsabilmente i dati archiviati. Come tutti gli altri servizi di Azure, Mobile Engagement non condivide né vende informazioni derivanti dai dati di proprietà dei clienti. Mobile Engagement è una soluzione disponibile a livello globale che garantisce il rispetto delle leggi nazionali e internazionali in materia di privacy dei dati.

Creare la prima campagna per Mobile Engament

Il primo passo consiste nel creare un’app Mobile Engagement tramite il portale dei servizi di Microsoft Azure (https://portal.azure.com) cliccando su “Nuovo”, “Web e dispositivi mobili”, quindi su “Mobile Engagement”.

Un esempio pratico: ecco come fare

Utile da sapere:Cliccando sull’icona del servizio Mobile Engagement si verrà trasportati sulla pagina del precedente portale di Microsoft Azure. Questo perché alcuni servizi, tra cui Mobile Engagement, sono attualmente ancora in fase di “migrazione” dal vecchio al nuovo portale.

Nel wizard di creazione dell’app, è necessario specificare il nome dell’applicazione, la piattaforma utilizzata (iOS, Windows, Android, ecc.), il nome usato per identificare quella particolare risorsa, l’area in cui ospitare l’app, nonché il nome che identifica quella particolare “raccolta”, ossia il gruppo di applicazioni cui la singola app afferisce (in modo da poter consentire calcoli aggregati sulle metriche di tutte le app che fanno parte di una stessa “raccolta”).

Una volta che Azure ha terminato il processo di creazione dell’app, cliccando sulla relativa risorsa è possibile accedere alle informazioni di connessione da utilizzare nel codice applicativo delle nostre applicazioni mobile per connettersi (tramite SDK nativo o API REST) con il portale di Mobile Engagement.

Cliccando invece sul pulsante “Engagement” nella barra inferiore della pagina si arriva al pannello di gestione del servizio Mobile Engagement, la cui URL è data dal nome assegnato alla raccolta a cui l’app è stata assegnata (nell’esempio “myEcommerceApps”), seguito dal suffisso “.portal.mobileengagement.windows.net”.

Selezionando un’app dall’elenco di quelle registrate presso Mobile Engagement è possibile accedere a una serie di informazioni e funzionalità specifiche per quell’app.

In particolare, cliccando su “Reach” si accede alla gestione delle campagne. Tramite questa sezione è possibile inviare messaggi pubblicitari (announcements) agli utenti che li reindirizzano a un’altra posizione all’interno dell’app oppure a una pagina web, promuovere sondaggi (poll) per raccogliere informazioni dagli utenti finali ponendo loro delle domande, o effettuare push di dati (data push) agli utenti.

Supponiamo di voler mandare un messaggio di benvenuto ai nuovi utenti dell’applicazione mediante l’invio di un semplice testo.

La piattaforma consente di specificare il nome della campagna (in questo caso “Messaggio di benvenuto”), il tipo di dati da inviare (testo), il contenuto del messaggio, nonché di selezionare i destinatari della notifica sulla base di una vasta gamma di fattori che vanno dal tipo di dispositivo e di firmware, passando per l’ubicazione geografica e fino a includere categorie di segmenti custom. In questo caso ci possiamo limitare a selezionare i nuovi utenti dell’app come target della nostra campagna.

Una volta configurato il messaggio da notificare, non resta che cliccare sul pulsante “Create” per iniziare il processo di notifica e dare avvio a una nuova campagna di engagement degli utenti (per inciso, è anche disponibile un’opzione “Simulate” per stimare il numero di utenti potenzialmente raggiunti dalla notifica prima di dare inizio alla campagna).

Utile da sapere:La prima volta che si accede alla funzionalità di push, la piattaforma ci chiederà le credenziali relative al motore di push per quel particolare tipo di dispositivo. Ad esempio, per un’applicazione iOS, sarà necessario possedere un Apple Push Notification Center, mentre nel caso di un’app Windows sarà necessario fornire l’identificativo dell’applicazione (SID) assieme alla relativa chiave segreta (per maggiori informazioni si veda questo link).

Utile da sapere:Per saperne di piùLeggi la Guida ai servizi cloud di Microsoft AzureVai alla documentazione di Microsoft AzureGuida al portale di Azure Mobile Engagement

Lebu un’agenzia come la tua!

Lebu è una piattaforma di social learning nata nel 2014 dalla fusione di due modelli: Training e Know How Tecnologico, rispettivamente di Cesim Italia e Oilproject.Attraverso una redazione dedicata produce corsi formativi a “Catalogo” che mirano a sviluppare le soft skills e contenuti ad hoc, traducendo le esigenze specifiche delle aziende in percorsi formativi ingaggianti ed efficaci.

Lebu è anche il primo Social Network italiano dell’apprendimento basato su tecnologia Massive Open Online Courses (Mooc). Le piattaforme Mooc rappresentano una sintesi tra le tradizionali soluzioni di formazione online (al cui gruppo appartengono i classici Learning management system come ad esempio Moodle), piattaforme di condivisione user-generated di video a cui appartengono le famose Vimeo, YouTube oppure quelle piattaforme che ruotano intorno al formato testuale, ad esempio le wiki, e social network nel senso più ampio del termine.

Case study

L’infrastruttura che ospita Lebu è stata realizzata interamente sulla piattaforma cloud di Microsoft Azure. L’applicazione comprende una serie di macchine virtuali con Windows Server 2012 e IIS per gestire il front-end applicativo, un altro gruppo di macchine destinate a supportare il back-end e un terzo gruppo per l’ambiente di sviluppo e test. Grazie ai meccanismi di scalabilità offerti da Azure, la soluzione è in grado di aumentare o diminuire il numero di istanze assegnate a ciascun gruppo di risorse per seguire l’andamento effettivo del carico di lavoro in tempo reale. L’applicazione utilizza sia il servizio Database SQL di Azure che il servizio di database non relazionale MongoDB, mentre per la gestione della cache si avvale del servizio Redis Cache di Azure.

Per restare in contatto con noi:Sito web: viaggionelcloud.it - se sei un utente finale, un appassionato di tecnologia o un developerSocial: @msimpresa

Utile da sapere:Microsoft Azure offre due opzioni per l’hosting dei carichi di lavoro di SQL Server nel cloud. La prima opzione è quella di installare e ospitare SQL Server su macchine virtuali in esecuzione in Azure. Si tratta di una soluzione che consente lo stesso livello di controllo di soluzioni SQL Server ospitate su una macchina virtuale on-premises (o su un server fisico locale), ma con i vantaggi tipici dei servizi cloud. In questo caso, si applica il normale sistema di licenze di SQL Server, con la possibilità di utilizzare licenze SQL Server già acquistate.La seconda opzione è quella di utilizzare il servizio Database SQL di Azure: si tratta di un database SQL nativo per il cloud, basato sulla tecnologia di SQL Server ma rispetto al quale si differenzia per l’ottimizzazione per il cloud e per la mancanza di alcune delle funzionalità di SQL Server. In questo caso non è richiesto all’utente di gestire le macchine virtuali, il sistema operativo o il software del database, inclusi aggiornamenti e backup. Inoltre, è ottimizzato per ridurre al minimo i costi complessivi: ad esempio, con il servizio Database SQL la fatturazione viene applicata su base oraria a una tariffa fissa, a seconda dei livelli di servizio e delle prestazioni scelti, anziché in base al tradizionale sistema di licenze di SQL Server.

Per saperne di piùLeggi la Guida ai servizi cloud di Microsoft AzureVai alla documentazione di Microsoft Azure