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Nove macchine in 18 mesi Macchine Edili 8 ottobre 2011 800 AA di Cristiano Pinotti Tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2011 il gruppo Franzosi ha arricchito il proprio parco macchine con ben nove mezzi d’opera, tra pale gommate ed escavatori, tutti a marchio Hitachi. Una scelta – controcorrente visti i tempi di crisi – che sta pagando in termini di produttività e di soddisfazione degli operatori. F requentare i cantieri, da un paio d’anni a questa parte, spesso significa incontrare visi lunghi e ascoltare prolungate lamentele. Frutto di una crisi che non vuole passare e di un mercato, quello del construction, che dopo aver tirato la carretta italiana per anni, ora si trova a fare i conti con un paese in perenne stagnazione economica. Fortunatamente non tutte le realtà imprenditoriali versano in queste condizioni e c’è chi, come il Gruppo Franzosi di Tortona (Al), ha potuto affrontare questo periodo con maggiore serenità e, anzi, ha avuto modo di effettuare notevoli investimenti quali l’acquisto di nove macchine nell’arco di soli 18 mesi. P in primo piano

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Nove macchine in 18 mesi

Macchine Edili8

ottobre 2011

800

AA di Cristiano Pinotti

Tra la fi ne del 2009 e i primi mesi del 2011 il gruppo Franzosi ha arricchito il proprio parco macchine con ben nove mezzi d’opera, tra pale gommate ed escavatori, tutti a marchio Hitachi. Una scelta – controcorrente visti i tempi di crisi – che sta pagando in termini di produttività e di soddisfazione degli operatori.

Frequentare i cantieri, da un paio d’anni a questa parte, spesso signifi ca incontrare visi lunghi e ascoltare prolungate

lamentele. Frutto di una crisi che non vuole passare e di un mercato, quello del construction, che dopo aver tirato la carretta italiana per anni, ora si trova a fare i conti con un paese in

perenne stagnazione economica. Fortunatamente non tutte le realtà imprenditoriali versano in queste condizioni e c’è chi, come il Gruppo Franzosi di Tortona (Al), ha potuto aff rontare questo periodo con maggiore serenità e, anzi, ha avuto modo di eff ettuare notevoli investimenti quali l’acquisto di nove macchine nell’arco di soli 18 mesi.

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Da sinistra: Francesco Giuff rida di Scai; Giorgio e Alberto Franzosi, padre e fi glio e titolari dell’omonimo gruppo.

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In Primo Piano

Demolizione

& Ambiente

CalcestruzzoTecnologie & Accessori

Cava-cantiereSollevam

entoStradali

Noleggio& Servizi

Un nome per variegate attivitàFranzosi spa è un gruppo industriale che comprende molteplici realtà operanti nel settore edile e construction. In particolare la Franzosi Cave nasce, ormai quasi un secolo fa, a Tortona sulle sponde del torrente Scrivia dal quale trae la materia prima necessaria alla produzione di inerti di qualità. Franzosi Cave si avvale di diversi impianti per la produzione di calcestruzzo preconfezionato e di conglomerati bituminosi a Tortona, a Basaluzzo (per seguire la zona di Novi Ligure sino a raggiungere i confi ni con la Liguria) e a Voghera, in provincia di Pavia, che ha consentito di estendere la zona di infl uenza alle aree del vogherese e della Lomellina. Nel laboratorio centrale di Tortona vengono eseguite le prove di controllo per la verifi ca della qualità dei prodotti, inoltre Franzosi Cave è in possesso delle certifi cazioni per gli aggregati, il calcestruzzo preconfezionato e i conglomerati bituminosi. Franzosi Strade oltre alla realizzazione di pavimentazioni stradali, è specializzata nelle pavimentazioni industriali in calcestruzzo e nei lavori di movimento terra e demolizioni con smaltimento e recupero dei materiali di risulta. La Franzosi Ambiente è invece dotata di un vasto parco di veicoli adibiti al trasporto dei rifi uti e alla realizzazione di spurghi. L’impianto di Voghera si occupa dei rifi uti provenienti dall’attività edilizia con servizio di ritiro presso i cantieri e con il rilascio delle certifi cazioni

di smaltimento. Il gruppo si completa con Franzosi Edilizia: una catena di rivendite di materiale edile attrezzate anche per la consegna in cantiere.

Parco macchine rinnovato nel segno di HitachiUn’attività così complessa – e che si sviluppa nelle province limitrofe alla sede dell’azienda, in Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia – necessita di un parco macchine diversifi cato che comprende escavatori, pale gommate, apripista, fi nitrici, rulli, autocarri, oltre a pinze e martelli idraulici. A livello numerico si tratta di circa 70 mezzi adibiti al trasporto e una quindicina di mezzi d’opera. Questi ultimi, come accennato, tra la fi ne del 2009 e i primi mesi del 2011, hanno visto un deciso incremento con l’introduzione di ben nove unità tra pale gommate ed escavatori. «L’acquisto di così tante macchine nel giro di pochi mesi – ci spiega Alberto Franzosi – è derivato innanzitutto dalla necessità di sostituire alcuni mezzi che ormai avevano concluso la loro vita operativa

e in parte dall’esigenza di integrare il nostro parco con nuove macchine, in special modo nel settore degli escavatori cingolati». Nel giro di 18 mesi il gruppo tortonese ha acquistato tre escavatori cingolati (uno ZX210 LCNT-3, uno ZX210 LCNM-3 e uno ZX350-3), due miniescavatori (uno ZX50 U2 e uno ZX17 U) e quattro pale gommate (una ZW180 e ben tre ZW220).«La scelta di Hitachi – continua Franzosi – deriva da una nostra precisa convinzione della qualità del marchio giapponese. Dato il quantitativo di macchine in gioco, abbiamo anche avuto la possibilità di testare i mezzi di vari costruttori e, seguendo anche le indicazioni dei nostri operatori, abbiamo optato per il marchio distribuito da Scai. Quello che ci ha convinto è stato il rapporto qualità-prezzo: a fronte di macchine tra le migliori da noi testate, anche il prezzo era consono all’acquisto. In sintesi le macchine si caratterizzano per un’eccellente produttività e un consumo di carburante buono, ma a nostro avviso migliorabile». La fi ducia verso il marchio, com’è naturale

in questi casi, deriva anche dalla struttura commerciale e di assistenza che c’è alle sue spalle. Precisa Franzosi: «il rapporto con la fi liale di Torino è splendido. Dietro la fi liale piemontese sentiamo la presenza dell’intera Scai e di conseguenza di Hitachi e questo off re una certa garanzia anche per quanto concerne la continuità dell’assistenza. Il rapporto diretto con i tecnici Scai è molto buono: è suffi ciente una telefonata e poche ore dopo (o il giorno successivo) sono in cava o presso l’impianto. C’è molta collaborazione, quasi una sorta di positiva complicità, tra i nostri uomini e gli addetti Scai e questo ci fa stare molto tranquilli». Storicamente, Franzosi ha sempre seguito le proprie macchine in maniera autonoma, ma la sempre più elevata tecnologia che caratterizza i mezzi di ultima generazione ha suggerito all’azienda di esternalizzare il servizio di assistenza. Nel caso specifi co, per avere un’ulteriore tutela sulle macchine, la società tortonese ha chiesto a Scai l’estensione di garanzia e si è affi data al servizio di manutenzione programmata.

Il parco macchine Hitachi1 escavatore cingolato ZX210 LCNT-3

1 escavatore cingolato ZX210 LCNM -3

1 escavatore cingolato ZX350-3

1 miniescavatore ZX50 U 2

1 miniescavatore ZX17 U

1 pala gommata ZW180

3 pale gommate ZW220

[email protected] 801 23/08/11 15.39

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Franzosi Cave si avvale di diversi impianti per la produzione di calcestruzzo preconfezionato e di conglomerati bituminosi a Tortona, a Basaluzzo (per seguire la zona di Novi Ligure sino a raggiungere i confini con la Liguria) e a Borgo Priolo, in provincia di Pavia, che ha consentito di estendere la zona di influenza alle aree del vogherese e della Lomellina.

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La parola all’operatore: Massimo Gastaldi e il suo ZX350-3

«Questo escavatore è il

compromesso ideale in termini di

produttività, stabilità e velocità.

Di solito lo utilizzo in cava per

le operazioni di scavo, carico

autocarri e scarico. Lo ZX350-3 ci

è stato consegnato a gennaio di

quest’anno e, considerato l’inverno,

l’abbiamo utilizzato parecchio

accumulando oltre 1.100 ore di

lavoro. È in versione pressoché

standard eccezion fatta per la benna

maggiorata, presenta il braccio

monolitico e un avambraccio medio

da 2,67 m. Nonostante una benna

decisamente grande da 1,9 mt di

larghezza, ne apprezzo in particolar

modo la stabilità, il comfort (ivi

inclusa la silenziosità in cabina) e il

controllo idraulico. Utilizzando lo

ZX350-3 si ha sempre la sicurezza di

essere in ogni occasione in pieno e

totale controllo della macchina. Poi il

ciclo di scavo è il tipico Hitachi, cioè

bello malleabile e allo stesso tempo

deciso, come piace a me».

L’escavatore cingolato ZX350-3Lo Zaxis 350-3 presenta un sottocarro robusto con rulli superiori e inferiori (2+8 per lato) maggiorati e dove le singole maglie risultano più spesse e di forma differenziata per garantire resistenza e rigidità. La struttura del telaio è a «X» con le piastre realizzate in un unico blocco, invece dei tradizionali quattro elementi saldati per conferire ulteriore solidità all’intera struttura. Anche per quanto concerne il braccio i tecnici Hitachi non hanno lesinato sforzi e acciaio. La staffa superiore del braccio principale è stata rinforzata con acciaio ad alta resistenza. Inoltre – per migliorarne la resistenza all’usura con la benna, riducendo le vibrazioni – nel punto di giunzione tra benna e penetratore, il lato superiore del penetratore è termorivestito mediante deposizione spray di carburo di tungsteno. Per migliorare lubrificazione e durata nel punto di giunzione tra braccio principale e penetratore e nell’area di montaggio del cilindro del penetratore, Hitachi ha utilizzato boccole HN, che contengono Hitasol (lubrificante solido a base di molibdeno). Il braccio si avvale anche del sistema H.B. (Hydraulic Boosting) che aumenta del 15% la portata del flusso e la velocità di ritrazione del penetratore. L’impianto idraulico beneficia di un efficiente sistema di ricircolo anche per quanto concerne il braccio penetratore che consente una velocità, secondo le stime dei tecnici Hitachi, incrementata del 15%

nelle operazioni combinate. Il circuito idraulico si avvale di due pompe principali a pistoni assiali a portata variabile da 288 l/min ciascuna e di una pompa a ingranaggi da 34 l/min. dedicata al circuito di pilotaggio.

[email protected] 802 23/08/11 15.39

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In Primo Piano

Demolizione

& Ambiente

CalcestruzzoTecnologie & Accessori

Cava-cantiereSollevam

entoStradali

Noleggio& Servizi

Il motore è un Isuzu a sei cilindri, turbocompresso, intercooler, raff reddato ad acqua e con iniezione diretta. La potenza nominale netta è di 202 kW a 1.900 giri e la coppia massima si assesta sui 1.080 Nm a 1.500 giri/min. La postazione di lavoro prevede braccioli regolabili, ampio spazio per le gambe, leve con corsa ridotta, sedile molleggiato e riscaldato regolabile in orizzontale, verticale e in base al peso dell’operatore. La cabina è pressurizzata per impedire l’ingresso della polvere, mentre rumore e vibrazioni sono ridotti grazie al montaggio su supporti elastici riempiti di silicone. Come per tutta la serie Zaxis-3, anche il 350 adotta un monitor LCD a colori widescreen con contrasto regolabile. Attraverso il monitor è possibile controllare gli intervalli di manutenzione, selezionare le modalità di lavoro, monitorare il consumo di carburante e collegarsi alla videocamera di retrovisione.

La pala gommata ZW220Nei piazzali Franzosi dominano le pale gommate ZW220, macchine dotate di un motore Isuzu a sei cilindri, turbocompresso e con intercooler da 164 kW a 2.000 giri/min. e che fornisce con una coppia massima di 981 Nm. In base alle esigenze di lavoro e alle preferenze dell’operatore si possono selezionare tre modi operativi, mentre il sistema TT (Total Torque) controlla la coppia del motore e la pompa, per garantire una forza di penetrazione adeguata e aumentare la velocità in base all’operazione in corso. Il Modo L, che parte dalla seconda marcia ed eff ettua i cambi di marcia in tempi rapidi, è adatto per le lunghe distanze e su superfi ci orizzontali; il Modo N, che parte dalla seconda marcia ed eff ettua i cambi di marcia in tempi lenti, è invece ideale per le operazioni di carico e scavo ordinarie; infi ne il Modo H eff ettua i cambi di marcia con tempi simili al

La cabina è pressurizzata per impedire l’ingresso della polvere, mentre rumore e vibrazioni sono ridotti grazie al montaggio su supporti elastici riempiti di silicone.

Come per tutta la serie Zaxis-3, anche il 350 adotta un monitor LCD a colori widescreen con contrasto regolabile. Attraverso il monitor è possibile controllare gli intervalli di manutenzione, selezionare le modalità di lavoro, monitorare il consumo

di carburante e collegarsi alla videocamera di retrovisione.

Lo Zaxis 350-3 presenta un sottocarro robusto con rulli superiori e inferiori (2+8 per lato) maggiorati e dove le singole maglie risultano più spesse e di forma diff erenziata per garantire resistenza e rigidità. La struttura del telaio è a «X» con le piastre realizzate in un unico blocco, invece dei tradizionali quattro elementi saldati per conferire ulteriore solidità all’intera struttura.

La staff a superiore del braccio principale è stata rinforzata con acciaio ad alta resistenza. Inoltre – per migliorarne la resistenza all’usura con la benna, riducendo le vibrazioni – nel punto di giunzione tra benna e penetratore, il lato superiore del penetratore è termorivestito mediante deposizione spray di carburo di tungsteno.

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modo N e, se le condizioni di carico lo impongono, scala automaticamente alla prima marcia senza bisogno di ricorrere al DSS (l’interruttore marcia inferiore Down-Shift Switch) o alla cambiata manuale. Anche l’esclusione automatica della frizione (di tipo idraulico in bagno d’olio) annovera tre possibilità di scelta in base alle condizioni di lavoro. Molteplici le soluzione adottate dai tecnici Hitachi per far fronte alla abituali problematiche di lavoro. Il sistema flottante permette al braccio di sollevamento di seguire le irregolarità del terreno sfruttando il proprio peso e non impegnando il circuito idraulico; la benna può essere livellata automaticamente in posizione parallela al terreno dopo la sua chiusura; mentre il braccio può essere sollevato automaticamente a un’altezza predefinita. Al contempo la

valvola limitatrice può ridurre efficacemente gli urti quando si alza e si abbassa il braccio di sollevamento, mentre il sistema RCS riduce il beccheggio e i sussulti durante la marcia su terreni dissestati.La cabina offre una visione panoramica grazie all’ampio cristallo anteriore e agli angoli posteriori privi di montanti. In particolare il carter motore è basso e arrotondato al fine di migliorare la visione posteriore e permettere di tenere sempre sotto controllo le ruote e il contrappeso. Infine due parole sul comfort di utilizzo. Il sedile, a sospensione pneumatica, consente molteplici regolazioni: peso-altezza, posizione avanzata-arretrata e angolazione dei braccioli, lunghezza e angolazione del cuscino del sedile, altezza e angolazione del poggiatesta e del supporto lombare. Anche il riscaldatore del sedile è di serie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La parola all’operatore: Francesco Civita e la sua ZW220«La macchina, che è stata acquistata

alla fine del 2009 e ha sulle spalle circa

3.000 ore di lavoro, va molto bene. La

utilizzo nell’impianto di Tortona per la

movimentazione di vari materiali naturali

ed è una delle macchine più importanti

in quanto ne governa l’intera logistica.

In genere la uso in modalità standard sia

per la velocità di traslazione sia per la

potenza di caricamento: sul piazzale non

c’è bisogno di tanta forza, anche perché

trattiamo inerti leggeri. Si tratta di una

macchina estremamente agile e, per le

nostre esigenze, persino troppo veloce in traslazione. Rispetto al modello

precedente, la ZW220 è meno rigida, più alta come braccio, più rapida e offre

una migliore visibilità posteriore: la ZW220 scende parecchio sul posteriore

e consente di vedere tutta l’area di lavoro senza la necessità di installare la

telecamera».

Nei piazzali Franzosi dominano le pale gommate ZW220, macchine dotate di un motore Isuzu a sei cilindri, turbocompresso e con intercooler da 164 kW a 2.000 giri/min. e che fornisce con una coppia massima di 981 Nm.

Il sistema flottante permette al braccio di sollevamento di seguire le irregolarità del terreno sfruttando il proprio peso e non impegnando il circuito idraulico; la benna può essere livellata automaticamente in posizione parallela al terreno dopo la sua chiusura; mentre il braccio può essere sollevato automaticamente a un’altezza predefinita.

In base alle esigenze di lavoro e alle preferenze dell’operatore si possono selezionare tre modi woperativi, mentre il sistema TT (Total Torque) controlla la coppia del motore e la pompa, per garantire una forza di penetrazione adeguata e aumentare la velocità in base all’operazione in corso.

La cabina offre una visione panoramica grazie all’ampio cristallo anteriore e agli angoli posteriori privi di montanti. In particolare il carter motore è basso e arrotondato al fine di migliorare la visione posteriore. Il sedile, a sospensione pneumatica, consente molteplici regolazioni: peso-altezza, posizione avanzata-arretrata e angolazione dei braccioli, lunghezza e angolazione del cuscino del sedile, altezza e angolazione del poggiatesta e del supporto lombare.

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