Sat notiziario 2014

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CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINOChiamata unificata di soccorso 118

Bollettino SMS: invia un messaggio con testo“meteo” al n° 482344 e riceverai immediatamente

le previsioni del meteo trentinoTel. 0461.494870

Le 6 regole per l'escursionismo in montagna

Preparare Informare un parente, accuratamente un conoscente, il le escursioni custode del rifugio, ecc. in montagna! su percorso e meta e

avvisare questa persone appena arrivati!

Provvedere ad un Osservare equipaggiamento costantemente adeguato e lo sviluppo completo! del tempo!

Non intraprendere Attenersi al principio da solo “Nel dubbio un'escursione ritornare indietro”! in montagna!

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CHIAMATA UNIFICATADI SOCCORSO SANITARIO 118

Il 118 è referente per tutti i servizi sanitari di primo soccorso, compreso Soccorso Alpino ed Elisoccorso

COME COLLABORARE CON IL 118esporre con calma la richiesta ed i fatti

cosa è successo? incidente, malore, caduta

dove è successo? località precisa: comunicare eventuali punti di riferimento (località, numero sentiero, cime nelle vicinanze, segni morfologici particolari, etc.), che permettano ai soccorritori di individuare più rapidamente il luogo dell'incidente.

numero di persone coinvolte e loro condizione? i feriti: parlano, sono coscienti, respirano, segni esterni di emorragie o fratture

lasciare un recapito telefonico di chi si trova sul posto dopo la chiamata dovrà rimanere libero per poter essere richiamato dalla Centrale 118 in caso di bisogno. Attendere che sia l'operatore del 118 a chiudere la comunicazione.

COSA FARE DOPO LA CHIAMATA

Rimanere accanto alla vittima, disponibili a seguire le eventuali indicazioni da parte dell'operatore del 118 o delle squadre di soccorso in avvicinamento. Se possibile, inviare qualcuno verso i soccorritori per guidarli più rapidamente sul luogo dell'evento.

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Care/i Socie e Soci,

siamo giunti a conclusione del terzo anno di attività del nostro Direttivo, un

anno denso di impegni e soddisfazioni!

Ed anche questa nostra pubblicazione è arrivata alla terza edizione.

L'intento iniziale di avere, raccolto in un'unica pubblicazione, le proposte

per le attività dell'anno successivo ed i racconti e le testimonianze di quello

che abbiamo insieme vissuto nell'anno precedente, ha trovato ampia

condivisione e soddisfazione sia all'interno che all'esterno del nostro

Sodalizio. Una testimonianza, questa del Notiziario, di quanto articolata ed

elaborata sia l'attività che durante il corso dell'intero anno viene proposta ai

nostri Soci.

Siamo parte di una grande Sezione che basa la propria attività sul

contributo insostituibile del volontariato. Ed anche il Notiziario che state

sfogliando è frutto dello stesso impegno. Un ringraziamento quindi a

quanti si sono impegnati per la realizzazione di questa nuova edizione ed

in particolare a Laura per l’impegnativo lavoro di impaginazione e

preparazione per la stampa.

Un ringraziamento particolare anche a tutti i Soci impegnati nelle tante

attività Sezionali: dai manutentori dei sentieri, ai responsabili e collaboratori

dei nostri numerosi gruppi, ai componenti del Direttivo ed a tutte le altre

persone che contribuiscono con impegno e costanza alle numerose attività

proposte nell’arco dell’anno, a Soci e non Soci.

Attività ed eventi resi possibili anche dal sostegno convinto di numerosi

sponsor, pubblici e privati.

Il nostro ringraziamento va quindi all’Amministrazione comunale di Arco,

alla Cassa Rurale Alto Garda, all’Agenzia Viaggi La Palma ed a Gobbi

Sport. Un ringraziamento sentito anche tutti gli altri sponsor che con

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puntualità e generosità sostengono la nostra Sezione.

I primi due anni del nostro Direttivo sono stati caratterizzati da due

ricorrenze particolari per la SAT.

Nel 2011 abbiamo festeggiato con varie iniziative gli ottanta anni di

fondazione della nostra Sezione, mentre nel 2012 abbiamo contribuito alle

celebrazioni per il 140° di fondazione della SAT.

Proprio a seguito delle celebrazioni dello scorso anno, con l'emozionante

concerto del Coro Castel nelle cave di Oolite, abbiamo gettato le basi per

un accordo con l'Amministrazione comunale avente lo scopo di valorizzare

l'area di Vastrè denominata “Bosco Caproni”.

Da queste volontà condivise è nata la convenzione con la quale la nostra

Sezione in cambio dell'affido della casa e di alcuni terreni circostanti si

impegna ad organizzare iniziative pubbliche nell'area. Tra queste, oltre alle

attività giovanili e con le scuole, abbiamo previsto un appuntamento

autunnale per i Soci.

Se il 2013 è stato un anno particolare per il CAI, impegnato nei

festeggiamenti per i 150 anni di fondazione, per la nostra Sezione l'anno

che si avvia a conclusione ha visto concretizzarsi numerosi importanti

obbiettivi. Tra questi la costituzione del nuovo Gruppo Sezionale “Giovedì

Culturali Fuoriporta”.

Il gruppo nel corso degli ultimi due anni ha consolidato la propria attività

offrendo ai partecipanti opportunità di escursioni alla scoperta dei tesori

culturali del nostro territorio.

L'altro motivo di gioia e di “gloria” ci è arrivato dal nostro Gruppo Podistico.

Dopo i fasti del passato ed alcuni anni di oblio, il Gruppo è ripartito con

nuova linfa tre anni fa grazie all'impegno ed alla passione di Stefano

Tamburini. E dopo tre anni di partecipazione al Trofeo SAT di corsa in

montagna, quest'anno è arrivato lo strepitoso successo nella classifica

generale. Un grande risultato di squadra che premia l'impegno, la

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passione, la tenacia con i quali è stato ottenuto. Un impegno, riconosciuto

durante la premiazione del Trofeo SAT ad Aldeno, rivolto anche alle

persone con disabilità e dimostrato con l'accompagnamento in gara di

corridori non vedenti.

Fin dall'inizio del nostro mandato avevamo individuato nella comunicazione

uno degli elementi su cui investire per migliorare il rapporto con i Soci e

favorirne la partecipazione alle attività sezionali. Per questa ragione già

allora pensavamo ad un miglioramento del nostro sito internet. Dopo alcuni

tentativi non fruttuosi, ora grazie alla disponibilità di Adriano Pisoni siamo

riusciti a portare a compimento anche quest'ultimo obbiettivo.

Il nuovo sito della SAT di Arco è in linea, con una agenda degli

appuntamenti che si aggiorna automaticamente, con nuove informazioni

sulle attività dei gruppi e con una nuova mailing list che consente di

ricevere al proprio indirizzo mail tutte le informazioni sulle più importanti

attività sociali.

Per quanto riguarda le attività giovanili, oltre all'impegno del nostro gruppo

di Alpinismo Giovanile, che ha da poco festeggiato il 25° di fondazione, e

di quello del Gruppo Scarponcini, voglio ricordare il progetto “La SAT

incontra la scuola”. Il progetto, inaugurato lo scorso anno scolastico, ha

coinvolto numerose classi dell'Istituto Comprensivo di Arco ed ora, all'inizio

del secondo anno di attività, ha già visto aumentare le richieste di

collaborazione.

Buone notizie sono arrivate anche dal tesseramento, elemento basilare per

la vita della Sezione e cartina al tornasole con cui misurare l'interesse per il

nostro Sodalizio. Il tesseramento 2013 si è chiuso con l'ottimo risultato di

1.027 Soci. Un risultato che conferma e supera quello dello scorso anno,

quando per la prima volta nella nostra storia superammo la soglia dei 1.000

Soci. Un risultato importante anche perché ottenuto in un periodo in cui la

situazione economica porta molte persone a ridurre il più possibile le spese

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ritenute superflue. E vista la diffusione della SAT in tutte le fasce sociali,

aver migliorato le posizioni dello scorso anno, significa che molti, di fronte

alla scelta su quali spese tagliare, hanno considerato la SAT non una

spesa, ma una risorsa su cui investire. E di questo ne siamo fieri e ne

sentiamo la responsabilità.

Un'altra grande soddisfazione che ci ha portato il tesseramento è stato il

ritorno di alcuni Soci che, dopo aver contribuito intensamente all'attività

sociale, nel passato avevano lasciato la Sezione.

Per loro e per tutti i nostri Soci ci siamo impegnati in questi tre anni.

Tre anni nel corso dei quali abbiamo promosso molteplici iniziative, come

molteplici sono gli interessi del nostro corpo sociale, interessi che pur

partendo da quello comune per la montagna, si dividono e si distinguono

poi in differenti modi di manifestarlo.

Questa è probabilmente la chiave di lettura del notevole aumento dei Soci

SAT anche a livello provinciale, ma questa è anche la sfida che ci impegna

per mantenere i livelli raggiunti.

Nel prossimo mese di febbraio si procederà al rinnovo degli organi direttivi

della nostra Sezione. La data scelta per l'Assemblea, l'8 febbraio, coincide

con quella della nostra fondazione avvenuta ormai ottantadue anni fa.

Una coincidenza, apparentemente casuale, che lega passato e futuro della

nostra Sezione.

Il passato, che ci ricorda l'impegno dei tanti Soci che prima di noi hanno

lavorato con passione e dedizione a far crescere la nostra Sezione. Il

futuro, rappresentato dal lavoro che ci aspetta e dalla volontà di continuare

lungo la strada intrapresa.

Il futuro, rappresentato anche dalla capacità di generare nuove energie per

sostenere e sostituire nel tempo quelle che, naturalmente, tendono a

ridursi.

Un invito quindi, per tutti, a non mancare a questo importante

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appuntamento, ma anche a riflettere sulla propria disponibilità a contribuire

con un po' di tempo alla vita sezionale.

In conclusione di questa introduzione l'augurio, anche a nome del Direttivo,

per un sereno anno nuovo e l’arrivederci alle nostre prossime iniziative.

Excelsior!

Fabrizio Miori

Presidente SAT Arco

APPUNTAMENTI IMPORTANTI

8 Febbraio Assemblea Ordinaria ElettivaSEDE SAT - Ore 16,30 Momento partecipativo particolarmente importante che prevede le votazioni per

il rinnovo del Direttivo oltre al riepilogodelle diverse attività sociali. Tutti i soci sono invitati ad intervenire.

22 Febbraio Cena Sociale – Ore 20.00 Incontro conviviale per una simpatica serata

in compagnia. Seguirà programma dettagliato.

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DIRETTIVO IN CARICA PER IL 2011-2013

Telefono

Presidente Fabrizio Miori 331 3803820

Vice Presidente Gemma Ioppi 338 2161798Resp. Baita Cargoni

Segretario Laura Ceretti 0464 519946

Cassiere Ruggero Cazzolli 335 5258093

Resp. Gite Andrea Mancabelli 0464 513901 340 6242083

Remo Cazzolli 0464 532527 368 7868713

Luca Bonelli 340 3996972

Rapp. con i Gruppi Claudia Cigalotti 347 1151107

Sito Web Francesca Paternostro 0464 514288 Neg.

. - . - . - . - . - . - . - . - . - . - . - . - . - .

Revisori Conti: Claudio Brambilla, Brunella Comai, GiancarloTamburini

Resp. Sede Dario Rigo 0464 531373

Resp. Sentieri Ferruccio Pincelli 0464 517193

Collaboratori: Edoardo Ischia, Rita Montagni, Iva Venturini

Sede Sociale in via S. Anna 42 – Tel. e Fax 0464 510351

www.satarco.it

Il Direttivo si riunisce il martedì sera dalle ore 21 presso la Sede Sociale.La Sede è aperta il sabato dalle 16 alle 18.

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GRUPPI SOCIALI Telefono

GRUPPO ALPINISMO GIOVANILEClaudia Cigalotti 347 1151107

SCUOLA DI ALPINISMO E SCIALPINISMODirettore: Leonardo Morandi 0464 520826

348 6593994Segretario: Andrea Fruner 328 1418795(alpinismo)Segretario: Diego Margoni 348 7394341(scialpinismo)

GRUPPO SPELEOLOGICOPaolo Bombardelli 0464 517418

GRUPPO PODISTICO “S.A.T. ARCO”Stefano Tamburini 340 5670845

CORO CASTELFrancesco Pederzolli 0464 519206

335 7569317GRUPPO RICERCA STORICA “CIPELLI”Mauro Zattera 0464 555290www.fortietrincee.it

GRUPPO SOLIDARIETA' “OLTRE LE VETTE”Adriano Pisoni 349 6648293Paolo Bailoni 328 2052972

GRUPPO SCARPONCINIFabrizio Miori ([email protected]) 335 6936132

“PROTAGONISTA PER UNA SERA”Alberto Trenti 347 9429259Francesca Paternostro 0464 514288 Neg. Claudio Brambilla 338 6751083

GIOVEDI' CULTURALI FUORIPORTAGemma Ioppi 338 2161798Laura Ceretti 0464 519946

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Sentieri di competenza della Sezione SAT di ArcoInseriti nel Catasto Sentieri

Perché segnare i sentieri:Solo una parte dei sentieri delle Alpi e degli Appennini viene segnata.I principali criteri per pianificare e segnare un rete sentieristica da proporre agli escursionisti sono i seguenti:

• frequentare la montagna in sicurezza;• promuovere e diffondere forme di turismo compatibili a basso o

bassissimo impatto ambientale;• promuovere la conoscenza e la conseguente valorizzazione di

immensi bacini culturali cosiddetti minori;• pianificare e canalizzare i flussi escursionistici per consentire la

tutela di certe aree sensibili all'impatto umano.

Catasto 1948 – 2010

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Alcuni di questi sentieri sono vietati ai mezzi meccanici come da normativa provinciale vigente.

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Suggerimenti

SI INVITANO gli appassionati di MTB ed in particolare le loro associazioni ad assumere in ogni caso un codice di comportamento che soddisfi la loro pratica nel rispetto del territorio e del diritto di precedenza ai pedoni, con l'impegno a non trasportare in quota (in auto o in funivia) la MTB per ridurne l'uso unicamente in discesa.

SI INVITANO le case editrici e cartografiche a non editare lavori che propongano itinerari in MTB sui sentieri vietati.

SI INVITANO gli enti turistici ad effettuare l'eventuale promozione turistica dell'uso della MTB ispirandosi ai principi sopra esposti contribuendo ad una corretta informazione agli appassionati, rivolta ad un uso responsabile del mezzo in considerazione dei luoghi attraversati e del tipo di viabilità presente.

RITENIAMO utile sollecitare un dibattito sul tema che, fermo restando la dimensione amatoriale e non agonistica della pratica della MTB, consideri la possibilità di iniziative volte ad un uso della stessa rispettoso dell'ambiente, della propria ed altrui sicurezza ed occasione preziosa per far leggere il proprio territorio alla luce dei suoi delicati equilibri.

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TESSERA SCONTO PER I SOCI

Dal 2012 per tutti i Soci della SAT di Arco è stata attivata una “Tessera Sconto” che permette di usufruire di condizioni di acquisto agevolate presso i negozi convenzionati.

Con questa iniziativa commerciale si è cercato di venire incontro alle esigenze di tutti e confidiamo che possa essere un'ulteriore motivo di gradimento per tutti gli iscritti.

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IL RIFUGIO“PROSPERO MARCHETTI”

SUL MONTE STIVO

Il rifugio è situato a pochi metri dalla cima del monte Stivo.Voluto con forza da tutta la società arcense per difendere la lingua madre e l'italianità del Trentino dalle mire pangermanistiche, con una immediata reazione della S.A.T. e con una gara contro il tempo, il rifugio viene inaugurato il 7 ottobre 1906 ed intitolato a Prospero Marchetti di Arco, fondatore e primo Presidente della Società Alpina del Trentino (così si chiamava infatti la nostra Società nel 1906). Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 ogni attività della S.A.T. viene a cessare e nel 1917 la società è ufficialmente disciolta dall'autorità austriaca per la sua supposta attività a favore dell'Italia. Durante la guerra il rifugio risulta gravemente danneggiato e nel 1922 la Direzione della S.A.T. Centrale (non esisteva infatti ancora la Sezione di Arco, che nascerà nel 1931) decide di provvedere alla sua ricostruzione e di affidarne la gestione e la custodia alla guida alpina Angelo Conti di Bolognano, che diventa così il primo gestore del rifugio. Nel 1934 viene nuovamente rinnovato con importanti lavori strutturali e la gestione è affidata a tale Morandi come alberghetto. L'attività del rifugio viene interrotta dalla seconda guerra mondiale e ciò che non fecero i proiettili, lo fecero i saccheggi. Ma la Sezione versa in cattive acque e nel 1949 si decide quindi di aprire una sottoscrizione fra “tutti coloro che sono amici delle montagne”. Le offerte si raccolgono presso la Cassa Rurale. La ristrutturazione durerà cinque anni ed il 25 luglio 1954 la Sezione ritrova il suo rifugio e la gestione viene affidata a Camilla Finotti. Negli anni successivi la custodia è tenuta dai soci fino al 1989, anno in cui il rifugio, completamente ristrutturato, viene affidato ai vari gestori.

Come raggiungere il nostro rifugio Telefono Rifugio: 0464 520664

Da Arco per il sentiero 608 in circa 6 oreDa S. Barbara per il sentiero n° 608 B in circa 2 oreDa Passo Bordala per il sentiero n° 623 in circa 2 oreDa Malga Campo per il sentiero n° 623 in circa 2 ore Da Malga Campo per il sentiero n° 666 in circa 2 ore

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BAITA CARGONI

La baita si trova a San Giovanni al Monte in località Cargoni e per raggiungerla si prende il sentiero n° 408 B che da San Giovanni raggiunge il Monte Brento.E' proprietà del Comune di Arco ed è affidata in comodato gratuito alla nostra Sezione.La struttura è a disposizione con diritto di prelazione alle Sezioni S.A.T. e loro soci, ma anche alle Associazioni riconosciute dal Comune di Arco: Scout, A.N.A., ecc.

Per prenotazioni: Gemma Ioppi – Cell. 338 2161798

Per informazioni, foto e regolamento della baita consultare il sito:www.satarco.it

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REGOLAMENTO GITE ALPINISMO GIOVANILE

La partecipazione alle gite è riservata ai Soci del Club Alpino Italiano, salvo diverse indicazioni, per poter beneficiare della Polizza Infortuni del C.A.I.E' fatto obbligo di iscrivere i giovani entro il giovedì antecedente la gita:

• telefonando al numero 0464 516820 presso il negozio di generi alimentari Trenti Fabio;

• inviando una mail con attesa di conferma all'indirizzo [email protected]

L'iscrizione alla gita vincola al versamento della quota assicurativa e di preiscrizione, non restituibile, pari a Euro 5,00.E' assolutamente richiesta la puntualità nell'orario di partenza.Le gite si effettuano comunque e con qualsiasi tempo salvo diversa comunicazione da parte della Commissione Alpinismo Giovanile, la quale avviserà per tempo i partecipanti riguardo eventuali cambiamenti.La Commissione Alpinismo Giovanile ha la facoltà di selezionare i partecipanti alle gite in base alle difficoltà, capacità individuali o inadeguato equipaggiamento dei giovani. L'adesione al trekking è vincolata ad una adeguata preparazione precedente.Le gite di Alpinismo Giovanile sono organizzate e rivolte esclusivamente ai giovani dagli 8 ai 17 anni.La quota di iscrizione alla gita comprende: trasporto, assicurazione, accompagnamento, uso materiali del gruppo.Gli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile adotteranno tutte le misure atte a tutelare l'incolumità dei giovani i quali, da parte loro, dovranno attenersi al presente regolamento e collaborare con gli Accompagnatori.

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PROGRAMMA ALPINISMO GIOVANILE 2014

12 Gennaio Ciaspolada con gli amici di Riva

9 Febbraio Ciaspolada con gli amici di Riva

16 Marzo Gita con gli amici di Fondo

27 Aprile Uscita con gli Speleologi Maggio Gioc Alp Arco

22 Giugno Ferrata “Bepi Zac”

25-26-27 Luglio Trekking di tre giorni

10 Agosto Passo Ignaga in Val di Fumo

6-7 Settembre Raduno Regionale di Alpinismo Giovanile In tenda a Fiavè con gli amici di Riva

12 Ottobre Monte Misone

26 Ottobre Ferrata “Burrone Giovanelli” al Monte di Mezzocorona

9 Novembre Sentiero della Regina con gli amici Riva

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REGOLAMENTO GITE SOCIALIChiunque intenda partecipare alle gite, valutate le difficoltà sulla scorta del programma ed eventuali informazioni disponibili, deciderà sulla base della propria preparazione alpinistica circa l'opportunità di iscriversi.

Ogni partecipante è tenuto a collaborare con il coordinatore della gita o eventuali capi-comitiva, gli uni con gli altri, per la buona riuscita della stessa, impegnandosi con la propria esperienza alla massima sicurezza di tutti i componenti della comitiva.

La partecipazione alla gita comporta anche l'obbligo di ogni partecipante di essere solidale con il coordinatore nelle decisioni. Non sono consentite deviazioni dai percorsi programmati.

Il coordinatore ha, inoltre, facoltà di modificare i programmi e gli orari.

La partenza delle gite avviene con qualsiasi tempo. Ogni ritardo, sia alla partenza che al ritorno, preclude qualsiasi possibilità di reclamo.

Consapevole dei pericoli insiti nell'attività escursionistica/alpinistica e scialpinistica, ogni partecipante, con l'iscrizione, esonera il coordinatore e la S.A.T. da qualsiasi responsabilità per eventuali incidenti che dovessero verificarsi.Il coordinatore si riserva la facoltà di spostare o sospendere la gita in programma per ragioni di sicurezza o di organizzazione.

IscrizioniLe iscrizioni hanno inizio di norma il lunedì antecedente la gita e si chiudono di regola entro il giovedì o ad esaurimento dei posti disponibili.Ai non soci è richiesto un supplemento di quota relativo alla necessaria copertura assicurativa. Chi non si presenta alla partenza è tenuto a pagare il 70% della quota.

Le iscrizioni si ricevono presso il negozio:

“ART ROCK”Via Vergolano, 43 – Arco

Tel. 0464 472443

PartenzeDa Arco: Nuovo Parcheggio di CaneveDa Riva: Stazione Autocorriere

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OLTRE LE VETTE

Programma Gite 2014

1 Febbraio CIASPOLADA CON DISABILI E NON VEDENTI AL RIFUGIO DELLE ODLE IN VAL DI FUNES

15 Febbraio CENA AL BUIO ALL'HOTEL OLIVOGLI AMICI NON VEDENTI DIVENTANO CAMERIERIDI PROFESSIONE

13 Aprile VIVICITTA' CORSA NON COMPETITIVA NEI DINTORNI DI ARCO

11 Maggio ESPERIENZA IN GROTTACON IL “GRUPPO SPELEO SAT - ARCO”

25 Maggio CICLOTURISTICA CON TANDEMSAN CRISTOFORO AL LAGO-BORGO VALSUGANA E RITORNO

Giugno CORSO DI ARRAMPICATACON “SCUOLA PREALPI TRENTINE”

21 e 22 GIRO DEL SASSOLUNGO Giugno PERNOTTAMENTO AL RIFUGIO VICENZA

6 Luglio CON LA JOELETTE AL RIFUGIO FANES

7 Settembre FERRATA SASSE AL LAGO D'IDRO CON NON VEDENTI

25 e 26 MOSTRA FOTOGRAFICA DEGLI AMICI DEL GRUPPOOttobre “OLTRE LE VETTE”

PER INFO: IVO TAMBURINI 338-6068426

ADRIANO PISONI 349-6648293

ANNALISA ZANELLA 349-3535465

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GIOVEDI' CULTURALI FUORIPORTA

Calendario Gite 2014

Giovedì 16 GennaioPasseggiata sulla neve a Luserna

Facile passeggiata da Luserna a Malga Millegrobbe su un comodo sentiero pedonale battuto.

Giovedì 20 FebbraioBergamo

Visita guidata alla città di Bergamo Alta: arroccata su un colle, circondata dalle mura veneziane, silenziosa e antica, ricca di tortuosi vicoli e ordinate piazze attorno alle quali si raccolgono i principali monumenti della città (Palazzo della Ragione, Duomo, Battistero, Cappella Colleoni …).

Giovedì/Venerdì/Sabato 20/21/22 MarzoPerugia - Assisi – Cortona

1° giorno: arrivo a Perugia; al pomeriggio visita guidata della città; in serata trasferimento in hotel, cena e pernottamento.

2° giorno: trasferimento ad Assisi; visita guidata della città e delle Basiliche; al pomeriggio visita guidata al Bosco di S. Francesco a cura del FAI; in serata rientro in hotel a Perugia, cena e pernottamento.

3° giorno: trasferimento a Cortona e visita guidata della città; rientro ad Arco nel pomeriggio.

Giovedì 10 AprileCastel Coira e Glorenza

Visita guidata a Castel Coira (Val Venosta), maniero tra i meglio conservati dell'Alto Adige, che vanta la più importante armeria privata d'Europa. Nel pomeriggio trasferimento a Glorenza e visita guidata della cittadina medioevale dalle mura ancora perfettamente conservate.

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Giovedì 15 MaggioParco Giardino Sigurtà

Visita ai vasti giardini del Parco Sigurtà, spettacolare oasi verde ricca di piante e fiori di ogni genere.

Giovedì 19 GiugnoVal di Non

Giardino della Rosa – Lago Smeraldo

Visita guidata al “Giardino della Rosa” a Ronzone, un roseto che costituisce una rarità vista l'altitudine (1000 metri) e raccoglie centinaia di varietà di rose tra cui molte specie rare. Nel pomeriggio si raggiunge Fondo e si prosegue per il lago Smeraldo percorrendo la “Passeggiata del Burrone”, sentiero in parte ricavato nella roccia ed attrezzato con comode passerelle.

Giovedì 17 LuglioBaita Segantini – Pale di San Martino

Facile escursione da Passo Rolle alla Baita Segantini, da cui si gode uno spettacolare panorama sulle Pale di San Martino, e successiva discesa attraverso la bellissima Val Venegia.

AgostoSuoni delle Dolomiti

Località ed evento in base a futuro programma.

Sabato/Domenica 20/21 SettembreTrieste – Grado – Aquileia

1° giorno: arrivo a Trieste; nel pomeriggio visita guidata della città; in serata trasferimento in hotel, cena e pernottamento

2° giorno: visita al Castello di Miramare, successivo trasferimento a Grado e giro libero della cittadina; nel pomeriggio visita guidata ad Aquileia ed al relativo sito archeologico. In serata rientro ad Arco.

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Sabato 4 OttobreVal di Funes e Bressanone

Partecipazione alla “Festa dello speck” a Santa Maddalena di Funes con successivo trasferimento nella vicina Bressanone per la concomitante “Festa del Pane”.

Giovedì 16 Ottobre

Campo Tures

In mattinata arrivo a Campo Tures e visita del locale Centro Visitatori “Parco Vedrette di Ries”; nel pomeriggio visita guidata al sovrastante Castel Taufers uno dei più bei castelli dell'intero Tirolo, dalle magnifiche stanze interamente rivestite in legno.

Giovedì 20 NovembreTreviso

Visita guidata a Treviso, città d'arte e d'acqua con splendide case affrescate, portici e canali dove l'acqua del fiume Sile scorre tranquilla, regalando scorci suggestivi.

Giovedì 11 DicembreAuguri di Natale

Tradizionale scambio di auguri in Sede.

Per tutte le uscite seguirà programma dettagliato. I pranzi sono sempre liberi. In caso di disdetta nelle 24 ore precedenti la gita, dovrà comunque essere versato il costo del pullman (indicativo € 15,00).

Info e prenotazioni: Gemma Ioppi 338 2161798Laura Ceretti 0464 519946

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PROGRAMMA ATTIVITA'SAT ARCO 2014

17 GENNAIO 2014

COLODRI IN NOTTURNACON LUNA PIENA

Vista la buona riuscita degli anni passati, riproponiamo l'uscita in ferrata su Colodri con rientro a Laghel e poi in sede SAT per un piatto di pasta in compagnia.

Seguirà programma dettagliato__________________________________________________

1 FEBBRAIO 2014 Gruppo Oltre le Vette

CIASPOLADA CON DISABILI E NON VEDENTIAL RIFUGIO DELLE ODLE IN VAL DI FUNES

Dislivello: 300m.Difficoltà: E - Tempo: 2.5-3 ore

La valle di Villnöss-Funes è una valle poco appariscente, man mano che si procede si trasforma in una vera meraviglia. Boschi, prati e campi seguono il paesaggio che circonda i piccoli paesi di Teis-Tiso, St. Peter-St Pietro, S.ta Magdalena-S.ta Maddalena, mentre in alto domina il profilo selvaggio delle Odle. In inverno la valle è il regno ideale di chi ama gli sport invernali alternativi, come lo sci di fondo, le lunghe passeggiate nella neve, e naturalmente chi è appassionato della slitta. (Piste da slitta in Sudtirolo )Partenza dal parcheggio di Zannes 1685m. Dapprima sul sentiero n°6 in direzione Ciancenon fino al ponte. Qui si gira a destra e sul sentiero Adolf Munkel n°35 tra leggeri saliscendi e paesaggi mozzafiato passando per malga Casnago si giunge alla meta al Rifugio delle Odle 1996m. Il ritorno, per i più temerari, può essere fatto con la slitta, previa prenotazione e relativo costo, fino a S.ta Maddalena.

Page 26: Sat notiziario 2014

Partenza: da Arco ore 7,30 (parcheggio Caneve)Info: Adriano Pisoni cell. 349 6648293Iscrizioni: Negozio “ ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

Rifugio delle Odle

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15 FEBBRAIO 2014

SALITA AL RIFUGIO MARCHETTI ALLO STIVO IN NOTTURNA

Salita in notturna allo Stivo con la luna piena e cena al rifugio. Seguirà programma dettagliato.

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15 FEBBRAIO 2014 Gruppo Oltre le Vette

CENA AL BUIO ALL'HOTEL OLIVO

Seguirà programma dettagliato

13 APRILE 2014 Gruppo Oltre le Vette

VIVICITTA'CORSA NON COMPETITIVA NEI DINTORNI DI ARCO

Seguirà programma dettagliato

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25 APRILE 2014

CON L'ASSOCIAZIONE “CROZOLAM” SULLE COSTE DELL' ANGLONE

Dislivello: 400m. Difficoltà: E-A - Tempo: 4 - 5 ore

Escursione con gli amici della Associazione “Crozolam” con ritrovo sulle coste dell'Anglone percorrendo il sentiero 425 o, in alternativa, i sentieri 428 e 428 bis (Scaloni) fino al bivacco dove è previsto il pranzo.

Seguirà programma dettagliato.

Page 28: Sat notiziario 2014

PRIMAVERA 2014

ESCURSIONE BOTANICA

Escursione botanica di primavera con il nostro esperto Costantino Bonomi.Luogo e data da stabilirsi.

Seguirà programma dettagliato

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1 MAGGIO 2014

TRADIZIONALE RITROVO AL RIFUGIO MARCHETTI SULLO STIVO

Seguirà programma dettagliato.

11 MAGGIO 2014 Gruppo Oltre le Vette

ESPERIENZA IN GROTTACON IL “GRUPPO SPELEO SAT-ARCO”

Seguirà programma dettagliato

25 MAGGIO 2014 Gruppo Oltre le Vette

CICLOTURISTICA CON TANDEMSAN CRISTOFORO AL LAGO-BORGO VALSUGANA

E RITORNO

Seguirà programma dettagliato

Page 29: Sat notiziario 2014

2 GIUGNO 2014

BAITA CARGONIS. GIOVANNI AL MONTE

Tradizionale ritrovo per soci e simpatizzanti con pranzo alla Baita Cargoni.

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GIUGNO 2014 Gruppo Oltre le Vette

CORSO DI ARRAMPICATA CON LA SCUOLA PREALPI TRENTINE

Seguirà programma dettagliato__________________________________________________

8 GIUGNO 2014CANYONING

Si segue il corso di un torrente di montagna in mezzo alle rocce, entrando in pozze d'acqua, slittando su scivoli naturali, calandosi per cascate vertiginose.Luogo da definire. Seguirà programma dettagliato.

ATTREZZATURA DA FERRATAFORNITA DAGLI ORGANIZZATORI

Info: Claudio Brambilla cell. 338 6751083Iscrizioni: Negozio “ ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

21 - 22 GIUGNO 2014 Gruppo Oltre le Vette

GIRO DEL SASSOLUNGOCON PERNOTTAMENTO AL RIFUGIO VICENZA

Seguirà programma dettagliato.

Page 30: Sat notiziario 2014

29 GIUGNO 2014

MALGHE DELLA VAL DI FUNES

Dislivello: 350m.Difficoltà: E - Tempo: 3 - 4 ore

Dal parcheggio di Malga Zannes (1685m), al termine della Val di Funes, ci si avvia prima per sentiero, poi su strada forestale fino al Rifugio delle Odle, proseguendo poi alla vicina Malga di Casnago (1996m), dalla quale si ammira uno spettacolare panorama sulla catena delle Odle. Pausa pranzo.Nel pomeriggio si prosegue sul sentiero “Adolf Munkel” e si raggiunge la Malga Glastch (1902m), anch'essa in posizione estremamente panoramica, dalla quale si ritorna al punto di partenza.

Partenza: Riva ore 7.15 Arco ore 7.30

Info: Gemma Ioppi cell. 338 2161798 Laura Ceretti tel. 0464 519946

Iscrizioni: Negozio “ ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

Malga di Casnago

Page 31: Sat notiziario 2014

6 LUGLIO 2014 Gruppo Oltre le Vette

CON LA JOELETTE AL RIFUGIO FANES

Dislivello: 500m. circaDifficoltà: E - Tempo: 2-2.5 ore

Bella e non difficile escursione.Si percorre la Val Pusteria, per passare da San Vigilio di Marebbe; sempre in pullman, si raggiunge il parcheggio del Rifugio Pederù 1549m.Si prosegue poi sulla sterrata. Con varie pendenze, ma mai difficoltose, si raggiunge il pianoro dell'Alpe Fànes Piccola, dove si trova la nostra meta, il Rifugio Fànes 2060m.

Partenza: da Arco ore 7.00Info: Adriano Pisoni cell. 349 6648293Iscrizioni: Negozio “ ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

Rifugio Fanes

Page 32: Sat notiziario 2014

13 LUGLIO 2014

VAL GARDENA – CREP DLA PORTAVIA FERRATA “SANDRO PERTINI”

Dislivello: 600m.Difficoltà: E-E-A - Tempo: 6.5-7.5 ore

Da Selva di Val Gardena si prosegue fino all'imbocco della Vallunga 1650m.; da qui su ripido sentiero attraverso il bosco si raggiunge l'attacco a 1730m. In ambiente selvaggio e panoramico, con progressione sovente esposta, la via è caratterizzata dalla continua alternanza di tratti verticali a brevi traversi. Quasi alla sommità del percorso si trova una nicchia naturale dove è conservato il libro di vetta e nei cui pressi è presente un'opera lignea raffigurante la Madonna col Bambino. Dall'uscita della ferrata con sentiero si raggiunge il rifugio Stevia 2140m. Il rientro avviene per sentiero n.17 fino al rifugio Juac e quindi a Selva.

ATTREZZATURA DA FERRATA

Partenza: da Riva ore 5.50 - da Arco ore 6.00Info: Luca Bonelli - cell. 340 3996972Iscrizioni: Negozio “ART&ROCK” - via Vergolano – Tel 0464 472443

Percorso Ferrata Pertini

Page 33: Sat notiziario 2014

27 LUGLIO 2014

TRAVERSATA VAL DI FLERES-PASSO DEL MURO

CIMA DEL TEMPO (VETTERSPITZE) 2709m.VAL RIDANNA

Dislivello: 1260m. al passo +200m. alla cimaDifficoltà: E-E - Tempo: 6.30 - 7 ore

Dalla località S.Anton, in val di Fleres poco sopra Vipiteno, prima su un pezzo di strada asfaltata poi su forestale seguendo il segnavia n.27 ci inoltriamo nella Allristal. Dopo circa 45 minuti arriviamo alla malga Allris a 1534m. e continuando sul sentiero verso la sommità della valle con molti blocchi di pietra e superando un ripido pendio arriviamo al Passo del Muro a 2511m. Ora abbiamo a destra il Monte Muro 2628m. e a sinistra la Cima del Tempo 2709m. che in comoda mezz'ora raggiungiamo. Bella vista sul Tribulaum e le Alpi della Zillertal e a sud la Val Ridanna, i Sarentini e le Otzaler Alpen. Ritorniamo al Passo e scendiamo sempre per il sentiero n.27 per ripidi pendii arrivando alla Prischer Alm a quota 2160m. Continuiamo la discesa nel bosco con ripidi tornanti fino al fondo valle a Masseria in Val Ridanna .

Partenza: da Riva ore 6.00 - da Arco ore 6.10Info: Mancabelli Andrea Cell. 340 6242083

Cazzolli Remo Cell. 368 7868713Iscrizioni: Negozio “ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

Il Tribulaun dalla Val di Fleres

Page 34: Sat notiziario 2014

3 AGOSTO 2014

GRUPPO DEL SELLAFERRATA “TRIDENTINA” AL PISCIADU'

Dislivello: 600m.Difficoltà: E-E-A - Tempo: 6-7 ore

Da Passo Gardena si scende in direzione Colfosco fino ad un grande parcheggio a quota 1956m. da dove inizia il percorso di avvicinamento alla ferrata; le prime attrezzature permettono di superare una barriera rocciosa, poi per sentiero in saliscendi si raggiunge la base del massiccio del Sella da dove una targa a 2075m. segnala l'inizio “ufficiale” della ferrata, al temine della quale si raggiunge il Rifugio Pisciadù 2585m. Il rientro avviene con il sentiero 666 attraverso la Val Setuss, a gradoni rocciosi attrezzati con cordino nella parte iniziale .

ATTREZZATURA DA FERRATA

Partenza: da Riva ore 5.50 - da Arco ore 6.00Info: Luca Bonelli - cell. 340 3996972Prenotazioni: Negozio “Art&Rock” - via Vergolano – Tel 0464 472443

Rifugio al Pisciadù

Page 35: Sat notiziario 2014

10 AGOSTO 2014

BOTANICATRAVERSATA VALVESTINO – BONDONE DI STORO

Dislivello: 600m circaDifficoltà: E-E - Tempo: 6 - 7 ore

Da Persone in Valvestino, con l'esporto botanico Costantino Bonomi prendiamo il sentiero che porta in direzione di Bondone di Storo e sulle colline andremo alla ricerca dell' “Erba del Garda (Telekia speciosissima)”.Continuando il cammino verso il monte Cinglo Rosso cercheremo l' “Aquilegia del Garda (Aquilegia Thalictrifolia)”. Superata la cima scenderemo verso Bondone di Storo.

Partenza: da Arco ore 7.00Info: Paternostro Francesca Tel. 0464 514288Iscrizioni: Negozio “ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

Aquilegia Thalictrifolia

Page 36: Sat notiziario 2014

24 AGOSTO 2014

ALPI AURINECIMA DI RIVA (STUTENNOCK) 2737m.

Dislivello: 1400m. totaleDifficoltà: E-E - Tempo: 6.30 - 7 ore

Dal paesino di Riva di Tures, nell’omonima valle di Riva, prima su stradina asfaltata in mezzo a boschi di abeti, poi seguendo il sentiero 8 Hardegen Weg fino alla Obere Alm (malga di Covolo) a 2190m. dove troveremo il bivio con segnavia 9 che prenderemo. Ora su pendii prativi a circa 2340m. troveremo il bivio che ci indicherà la cima Stutennock. Passando da un piccolo ma bellissimo laghetto senza nome continuiamo l’ascesa senza troppe difficoltà fino alla sommità della cima dove troviamo un tratto ripido con dei tratti di fune metallica di sostegno per poi arrivare dopo pochi minuti sulla cima a 2737m. Bellissimo panorama sul Collalto, Monte Magro e Nevoso, val di Riva e a ovest Cima Dura. Ora torniamo al bivio per la cima e continuiamo su sentiero 9A verso i laghi del Covolo, dove ad un altro bivio, lasciamo il sentiero 9A e prendiamo il 9 fino ad una sella e scendiamo verso il rif. Sossenhutte a 2189m. e poi verso il fondo valle (valle dei Dossi) e su strada sterrata fino al paesino di Riva di Tures.

Partenza: da Riva ore 5.50 - da Arco ore 6.00Info: Morandi Giovanni cell.333 3347789Iscrizioni: Negozio “ ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

Il Collalto dalla Valle di Riva

Page 37: Sat notiziario 2014

7 SETTEMBRE 2014 Gruppo Oltre le Vette

“FERRATA SASSE” AL LAGO D'IDROCON NON VEDENTI

Dislivello: 94m.Difficoltà: EEA - Tempo: ore 3.5 (andata) – 1.40 (ritorno)

“FERRATA SASSE”: appesi alla roccia, sospesi sull’acqua. (GSAI95 )La ferrata Sasse sul lago d’Idro collega Baitoni, in provincia di Trento e Vesta in provincia di Brescia.La partenza è in prossimità del porto di Camarelle e prosegue nel bosco sino a raggiungere l’attacco. Per circa 2,4 km si sviluppa a circa una ventina di metri sul livello del lago, a tratti su bosco e a tratti su rocce. Si scende la scala e ci si trova a percorrere un ponte e si prosegue per circa 200m. quasi a pelo d’acqua. Si termina con una salita abbastanza impegnativa e si raggiunge il “ Dos dela Madunina”.Si ritorna a Baitoni percorrendo il sentiero dei contrabbandieri in circa 1,40 ora.

ATTREZZATURA DA FERRATA

Partenza: da Arco ore 7.00Info: Adriano Pisoni cell. 349 6648293Iscrizioni: Negozio “ ART&ROCK” - via Vergolano - Tel. 0464 472443

Ferrata Sasse

Page 38: Sat notiziario 2014

14 SETTEMBRE 2014

GRUPPO DEL CATINACCIO “VIA ATTREZZATA DEL MASARE'”

Dislivello: 1100m. +100m alla cima Difficoltà: E-E-A - Tempo: 7-8ore

Dal Passo di Costalunga 1745m. col sentiero 548 si perviene al rifugio Roda de Vael 2280m. Dal rifugio raggiunge quota 2500m. dove ha inizio l'itinerario attrezzato, che si snoda tra continui saliscendi sui fianchi e tra gli intagli delle Torri della Cresta Masarè, senza mai raggiungere una cima specifica, ma toccando diversi pinnacoli rocciosi. Facoltativa la salita alla cima della Roda de Vael 2806m. Ci si cala poi al passo del Vaiolon 2560m. da cui si può optare per il rientro transitando dal rifugio Roda de Vael oppure dal rifugio Paolina.

ATTREZZATURA DA FERRATA

Partenza: da Riva ore 5.50 - da Arco ore 6.00Info: Luca Bonelli - cell. 340 3996972Prenotazioni: Negozio “Art&Rock” via Vergolano – Tel 0464 472443

Il Rifugio Roda de Vael e le creste del Masarè

Page 39: Sat notiziario 2014

20 - 30 SETTEMBRE 2014

VACANZE IN BASILICATA E CALABRIAMAR IONIO E MONTE POLLINO

Seguirà programma dettagliato

Informazioni ed iscrizioni: Claudio Brambilla cell. 338 6751083Organizzazione Tecnica: Agenzia “La Palma” Arco tel. 0464 518177

28 SETTEMBRE 2014

BICICLETTATA

Escursione in bicicletta in località da definirsi.Seguirà programma dettagliato

Info: Gemma Ioppi cell. 338 2161798 Iscrizioni: Negozio “ART&ROCK” - via Vergolano – Tel. 0464 472443

12 OTTOBRE 2014

RITROVO AL BOSCO CAPRONI

Si inaugura con un incontro conviviale la nuova baita del Bosco Caproni.

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25 - 26 OTTOBRE 2014 Gruppo Oltre le Vette

MOSTRA FOTOGRAFICADEGLI AMICI DEL GRUPPO “OLTRE LE VETTE”

NOVEMBRE 2014

ROSENHEIM

Visita agli amici del DAV di Rosenheim con pernottamento in un rifugio.Seguirà programma dettagliato.

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S.A.T. RIVA DEL GARDAGITE 2014

9 Febbraio: Ciaspolata (luogo da definire)

9 Marzo: Ciaspolata (luogo da definire)

13 Aprile: Monte Bestone - Prealpi Bresciane

18 Maggio: Trodena - Monte Corno - Campriana

22 Giugno: Traversata – Viotte – M.Stivo - S. Barbara

6 Luglio: Alpinistica: Presanella dal Rif.Segantini

20 Luglio: Alpinistica con guide: Dome du Neige Écrins

10 Agosto: Traversata Passo Pennes - Corno di Sarentino - Riobianco

17 Agosto: Passo Tonale – Ercavallo - Pian Palù

31 Agosto: Alpinistica-Lacustre

07 Settembre: Ferrata Sass Rigais - Odle

20/21 Settembre: Sestriere: ponte tibetano

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Ci sono persone che passano nella tua vita e lasciano il segno.

Si legano in cordata con te, mangiano alla tua tavola, camminano e dormono al tuo fianco,

ti raccontano qualcosa, ti fanno sorridere. Persone che ti entrano dentro e ti cambiano.

Persone senza le quali, oggi, la tua vita sarebbe in qualche modo diversa.

Questi sono i nostri amici.

Un altro anno è trascorso, splendide esperienze ed emozioni passate

insieme, Accompagnatori e ragazzi. Tanta fatica fatta, ma anche tanto

divertimento e sorriso.

Camminare con la pioggia e percorrere i sentieri più difficoltosi, vedersi

costretti a cambiare il percorso all'ultimo minuto, certo che il meteo

quest’anno ci ha messo del suo e non sempre era facile proseguire.

Ma in gruppo si riesce ad affrontare tutto più facilmente, e così ogni gita è

stata speciale a modo suo. Sicuramente ognuno di noi ha vissuto emozioni

diverse e ricorderà le uscite a modo suo.

Di seguito si riportano i racconti di alcuni ragazzi, testimonianze delle loro

avventure e dei loro sentimenti.

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Ciaspolada con gli amici di Fondo

Il giorno 24 marzo 2013 una trentina di ragazzi dell'Alpinismo Giovanile della SAT di Arco partivano con il pullman dal campo sportivo di Arco verso le 7.15 per il comune di Fondo in alta Val di Non, dove degli amici residenti in quel comune ci aspettavano. Si trattava di una ciaspolada che partendo da Tret, frazione di Fondo, per poi arrivare alla malga Felix, aveva lo scopo di far conoscere l’ambiente invernale, perché durante il tragitto c’era un amico di Fondo che conosceva bene il posto e ci ha spiegato un po’ di tutto sul bosco, sulla flora e la fauna. A quel punto avevamo fatto l’abitudine delle ciaspole e quindi si andava abbastanza veloci.

Nevicava e faceva freddo, ma sappiamo che la montagna è una maestra muta e questo è un esempio. Verso le 11.30 siamo arrivati alla “Felix alm”, cioè alla malga Felix e vicino al falò abbiamo pranzato al sacco. Dopo mangiato si poteva andare fuori a giocare con la neve o andare a fare delle esercitazioni di soccorso sotto le valanghe, con

sonda e artva entrambi materiali per il soccorso sulla neve. Il ritorno come al solito è sembrato molto più corto dell’andata e siccome aveva smesso di nevicare era anche più caldo, ma non troppo… :)A noi è piaciuta molto come esperienza: è stato divertente e istruttivo.

Nicolò & Anais

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Gita con gli amici Speleo all'Abisso di Lamar

Si parte per una nuova gita e questa volta è proprio un'avventura!!Tutti pronti alle 8.00, con entusiasmo e gli occhi al cielo (perché anche questa volta piove!). Si parte!!La nostra destinazione in questa giornata è relativamente vicina, perché i laghi di Lamar, dove si trova la grotta, fanno parte del nostro territorio. Si trovano nella Valle dei Laghi, vicino a Trento. La grotta che è chiamata l'Abisso di Lamar, è una delle grotte più importanti e interessanti della regione: è una profonda e ripida spelonca, visibile solo da chi è esperto.Nel paese di Terlago abbiamo visto la Preda.Giunti sul posto, aspettando l'arrivo degli amici speleo, abbiamo avuto il tempo di vestirci e prepararci: tute impermeabili, stivali e guanti di gomma, imbragature, caschi, frontalini a portata di mano hanno fatto parte della attrezzatura della nostra giornata. Arrivato Paolo, la nostra guida speleo, siamo partiti in cammino verso la grotta. Gli altri amici speleo ci aspettavano all'interno della grotta dove avevano attrezzato la stessa per la nostra esperienza. Due foto prima della partenza hanno immortalato la nostra tenuta e i nostri visi ancora riconoscibili!!!!!!Come piccole formiche colorate e in fila indiana siamo saliti lungo il sentiero ripido che accosta il lago, per arrivare all'entrata della grotta. La pioggia caduta durante la notte aveva reso il sentiero scivoloso e melmoso, ma noi, con l'aiuto delle corde, degli esperti e della voglia di arrivare siamo arrivati al nostro obbiettivo.L'entrata della grotta è stato il primo impatto divertente e spaventoso per alcuni, perché molto piccolo e stretto. Piano piano con pazienza però tutti a "gattoni" ci siamo ritrovati all'interno. Sempre in fila indiana i nostri ragazzi, grandi e piccoli, in gruppi seguiti da un accompagnatore, sono riusciti a fare tutti i passaggi e aiutati dagli speleo durante le calate siamo arrivati tutti alla meta. Una realtà straordinaria, sentirsi all'interno della nostra madre terra, dove esiste un altro mondo, non visibile da fuori. Un divertimento per tutti, stupiti dalla magia della grotta, dai passaggi larghi, stretti, strettissimi, dagli spazi vuoti e ampi, dalla melma con cui giocare!

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Sono così passate un paio d'ore senza la cognizione del tempo. Alla nostra uscita eravamo tutti irriconoscibili!!Salutato e ringraziato gli amici speleo di questa fantastica avventura in una realtà diversa, ci siamo cambiati (lavati un po') e saziato i nostri appetiti con il pranzo al sacco. Felici e soddisfatti di avercela fatta, nonostante la pioggerellina, abbiamo continuato la giornata con giochi vicino al lago. Nel rientro abbiamo visto il castello di Terlago e le risate e la gioia dei ragazzi sul pullman ci hanno accompagnato a casa.Alla prossima avventura...

Manuela

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Baita Cargoni di San Giovanni

Il giorno 31 agosto siamo partiti da Arco per trascorrere un week-end alla Baita Cargoni con il gruppo della S.A.T. giovanile.Con lo zaino in spalla ci siamo incamminati lungo l'olivaia sotto il Monte Baone, proseguendo poi per altri sentieri. La fatica ed il sudore venivano ripagati dalla meravigliosa natura che ci circondava: alberi con infinite sfumature di verde e fiori di mille colori.Finalmente, arrivati alla baita, ci siamo sistemati nelle camere e, dopo una gustosa merenda preparata da alcune mamme, abbiamo iniziato a giocare.Successivamente abbiamo aiutato a preparare la cena.Sazi e soddisfatti ci siamo coperti bene e abbiamo acceso il nostro tradizionale falò. E' stato un momento molto divertente: ci siamo raccontati barzellette ed indovinelli, ma la stanchezza si faceva sentire, quindi siamo andati a letto.Il giorno dopo, il primo settembre, gli accompagnatori hanno faticato a svegliarci; dopo un' abbondante colazione abbiamo preparato gli zaini per andare sul Monte Biaina.Paragonata alla camminata del giorno prima, questa gita ci è sembrata meno faticosa; comunque nemmeno qui mancava una rigogliosa flora.

Non riuscivamo a staccare gli occhi dallo spettacolare panorama che si ammirava lungo il sentiero e sulla cima.Come il giorno precedente il tempo è stato clemente, regalandoci un caldo sole.Sulla vetta, mentre mangiavamo i nostri panini, abbiamo notato che si aveva una vista a 360°: tutto il Lago di Garda di un colore intenso, il

Monte Baldo, lo Stivo con la sua ampia cima, il gruppo del Brenta, la Presanella ed il Carè Alto.Dopo una lunga discesa immersi in un bellissimo faggeto, siamo rientrati a Baita Cargoni dove ci aspettava un' altra sostanziosa merenda.Per concludere in bellezza nella serata ci hanno raggiunto i nostri genitori ed abbiamo cenato tutti insieme raccontando loro cosa abbiamo fatto in questi due giorni.

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Abbiamo lasciato la nostra testimonianza di questa avventura con una bella filastrocca sul libro delle firme della baita.Ringraziamo tutti gli accompagnatori che ci hanno dato la possibilità di fare questa spettacolare esperienza e che ci hanno sopportato, ma sempre incoraggiato nei momenti più faticosi.Ciao e alla prossima gita!!!

Anna Spezia

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Ferrata del Colodri e arrampicata al muro dell'asino

Questa volta siamo rimasti nella nostra Busa e dopo un risveglio meno drastico del solito (soprattutto per i ritardatari) abbiamo iniziato insieme la mattinata in quel di Prabi. La giornata non pareva delle migliori, ma un sole incerto alla fine ci ha tenuto compagnia per tutta l'escursione, anche se non si può certo dire che siamo tornati abbronzati! E se il tempo era un po' triste abbiamo rimediato per bene portandoci dietro l'allegria sul monte Colodri.

Dopo i primi passi sulla ferrata della pace le incertezze e la paura del primo impatto si sono presto dissolte e l'ilarità si è velocemente diffusa, per cui raggiungere la croce in cima al monte Colodri (400 m s.l.m.) è stato divertente per tutti; tra una battuta e l'altra e ammirando il bellissimo panorama della nostra valle il tempo poi è

volato veloce. Arrivati in cima però abbiamo iniziato a sentire i morsi della fame e non vedevamo l'ora di poter prendere a morsi i nostri panini, quindi dopo le foto di rito sotto la croce ci siamo messi di buon grado in cammino verso il muro dell'asino, dove ci aspettava Walter per farci avvicinare in sicurezza al mondo dell'arrampicata. Prima il pranzo però! Perché, si sa, allo stomaco non si comanda. E qui la nostra brigata ha anche incontrato una nuova mascotte: l'amico a quattro zampe della nostra mitica Claudia! Dopo una breve (forse troppo) pausa ricreativa ci siamo finalmente portati di fronte al muro dell'asino; qui abbiamo imparato come si arrampica e le regole da seguire per mantenersi in sicurezza, per fortuna non servono

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lunghe lezioni e quindi abbiamo iniziato quasi subito ad alternarci sulle pareti. Anche i nostri accompagnatori hanno dato prova delle loro capacità e tutti si sono cimentati su questo nuovo terreno, scoprendo abilità insospettate e capendo quanto sia bella l'arrampicata e quante soddisfazioni dia anche se non sempre si riesce ad arrivare in cima alla via. Peccato che come tutte le cose belle anche questa giornata in compagnia sia dovuta finire, infatti sul bello del divertimento abbiamo dovuto levare le tende, o meglio le corde e i rinvii e fare rotta verso il parcheggio Caproni, sicuramente tristi di non aver avuto più tempo ma anche contenti di esserci divertiti insieme e di aver scoperto un'attività nuova e interessante come l'arrampicata. Prima di salutarci però abbiamo approfittato per goderci anche la vista dal sentiero per il castello che ci ha condotto fino quasi alle macchine. Purtroppo questa è stata anche l'ultima uscita dell'anno, ma siamo già curiosi e impazienti di scoprire cosa i nostri inimitabili accompagnatori hanno in serbo per il prossimo anno di alpinismo giovanile. Sicuramente non mancherà l'allegria e quasi certamente neanche il the di fine escursione.Alla prossima!Matteo

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LA SAT INCONTRA LA SCUOLA

“I piani di studio provinciali assicurano lo studio della storia locale e delle istituzioni autonomistiche, della cultura della montagna e dei suoi valori con il coinvolgimento di esperti locali, la pratica di sport vicini alla montagna e l’effettuazione di periodi formativi a diretto contatto con la montagna.” (L.P. 5 del 7 agosto 2006).“…il curriculum scolastico, dalla scuola primaria alle superiori, verrà arricchito con l’inserimento di esperienze di avvicinamento alla montagna per legare maggiormente i ragazzi al proprio territorio, renderli consapevoli delle potenzialità che la stessa offre, vivere in modo più diretto la natura e apprezzare i valori fondamentali che la montagna sa trasmettere….” (Delibera Giunta Provinciale n. 1510 del 20 luglio 2007) “…l’ambiente trentino rappresenta una straordinaria risorsa a disposizione delle scuole per proporre ai giovani un approccio stimolante ai temi della montagna e del territorio. Con la sua ricchezza di paesaggi e la varietà di ambienti il Trentino si presenta come un laboratorio naturale, fruibile in tutti i periodi dell’anno per finalità culturali, sportive, ludiche. La montagna e la sua cultura rappresentano un patrimonio unico per avvicinare i giovani alla natura e per sensibilizzarli a valori quali l’impegno, la fatica, la solidarietà, lo spirito di gruppo, la salubrità, la pratica dello sport a diretto contatto con la natura..” (Delibera Giunta Provinciale n. 1723 del 11 luglio 2008).

La SAT è la più grande associazione di volontariato del Trentino. Il suo impegno nel promuovere la conoscenza delle montagne e la tutela del loro ambiente naturale, interpretato anche con la diffusione di iniziative rivolte ai giovani, le ha consentito di consolidare nel tempo la propria presenza nelle scuole trentine.Anche la nostra Sezione ha avuto negli anni scorsi diverse forme di collaborazione con le scuole del territorio. La presenza a scuola dei volontari satini, pur limitata ad alcune classi, è stata sempre molto apprezzata dagli Istituti scolastici locali. Questo sia per la qualità della nostra offerta che per la non onerosità della nostra partecipazione. Partendo da queste esperienze e dal confronto con quelle della Sezione di Riva del Garda, impegnata da tempo nel Progetto Scuola, abbiamo valutato anche noi l'idea di una nuova proposta di collaborazione più completa ed articolata. Dopo alcune riunioni organizzative con volontari ed esperti, abbiamo preparato un progetto articolato in una decina di incontri tematici in classe ed altrettante escursioni sul territorio. Nel mese di maggio 2012 abbiamo presentato al Dirigente scolastico ed ai fiduciari delle quattro scuole elementari il Progetto Educativo: “La SAT

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incontra la scuola”. La presentazione anticipata rispetto all'inizio del nuovo anno scolastico ha dato modo a molti insegnanti di valutare favorevolmente le nostre proposte. E così a settembre abbiamo iniziato ad incontrare gli insegnanti interessati definendo man mano il calendario delle attività per l'anno scolastico 2012/2013.Le tematiche maggiormente apprezzate per quanto riguarda gli incontri in classe sono state quelle riguardanti la SAT ed il nostro ambiante naturale, la preparazione di una gita, le fiabe ed i racconti fantastici, la speleologia ed il mondo sotterraneo, la meteorologia, il percorso dell'acqua dalla pioggia al nostro rubinetto. Per quanto riguarda invece le escursioni sul territorio le più richieste sono state le visite al Bosco Caproni, alla sorgente Moline, al Castello di Arco ed al Parco Arciducale. A queste si sono aggiunte anche un'escursione lungo la Vecchia Maza, le Marmitte dei Giganti e le Foci del Sarca ed una di due giorni a Baita Cargoni. Nel Progetto Scuola 2012/2013 sono state coinvolte complessivamente ventidue classi di tutti i plessi scolastici dell'Istituto Comprensivo di Arco.

Fra queste, molte hanno aderito a più di una proposta fra quelle presentate. Fondamentale il coinvolgimento di volontari ed esperti, una ventina in totale, che hanno accompagnato i ragazzi nelle escursioni o che hanno condotto gli incontri in classe.

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Un particolare ringraziamento anche ai Custodi forestali che ci hanno frequentemente accompagnato nelle escursioni. Archiviata positivamente questa prima esperienza è già nel frattempo partita la proposta di collaborazione per il nuovo anno scolastico.

Fabrizio Miori

sul Colodri

nel centro di Arco

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ATTIVITA’ GRUPPO SCARPONCINI 2013

È proseguita anche nel corso del 2013 l'attività del Gruppo SCARPONCINI.Abbiamo iniziato il nuovo anno con il corso di arrampicata dedicato ai nostri bambini. Il corso, anche quest'anno organizzato in collaborazione con Arco Climbing, si è svolto nei mesi di gennaio, febbraio e marzo ed ha coinvolto 20 bambini di età compresa fra i 6 ed i 10 anni. Nell’arco delle 8 uscite, svolte tra la palestra boulder di Via Nas e la parete artificiale di Prabi, sono state insegnate le prime tecniche di arrampicata individuale ed alcune fondamentali manovre di assicurazione con la corda. Inutile dire che la voglia di partecipare è sempre stata massima da parte di tutti i partecipanti, tanto da “convincerci” a continuare questa esperienza anche nei prossimi anni.

La prima escursione del gruppo si è svolta nella stupenda cornice del lago di Garda. Grazie alla splendida organizzazione della SAT di Riva del Garda, abbiamo effettuato assieme ad altre decine di escursionisti, la traversata da Riva del Garda a Tempesta. Il percorso con partenza da porto S. Nicolò, ci ha permesso di visitare le Marmitte dei Giganti ed i ruderi di Castel Penede accompagnati da esperti locali. Dopo la sosta per il pranzo organizzato dal gruppo alpini di Nago, ci siamo portati alle Busatte e seguendo il percorso in quota, attrezzato con scale e passerelle, abbiamo

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raggiunto Tempesta. Per molti è stata la prima occasione per osservare il lago incastonato nella splendida cornice vegetale della macchia mediterranea attraverso la quale si snoda il percorso. Ma le sorprese non si sono esaurite lì, perché raggiunto il porticciolo di Tempesta ci siamo imbarcati su due grossi motoscafi e solcando le acque del Garda siamo tornati al punto di partenza. Una bellissima giornata densa di emozioni trascorsa in grande compagnia!Dopo alcuni rinvii causati dalle avverse condizioni meteorologiche, ai primi di maggio siamo riusciti a compiere la seconda gita programmata. In realtà l'idea iniziale era diversa … volevamo partire da Arco in bicicletta, poi visto che ancora una volta il meteo era all'insegna della variabilità, abbiamo dovuto accorciare la gita e raggiungere Dro in macchina. Al parcheggio abbiamo trovato ad attenderci l'esperto Nino Matteotti che con passione e competenza ci ha accompagnati nella visita delle Marocche di Dro. Oltre

allo straordinario fenomeno geologico e geomorfologico, il più vasto del genere nelle Alpi, ed al suo particolare ecosistema, grazie all'esperto siamo andati alla scoperta di rocce particolari come le selci e delle orme dei dinosauri, scoperte che hanno particolarmente coinvolto i ragazzi.Visto che l'estate ha un po' stentato ad affermare la sua

supremazia in montagna, per la gita successiva abbiamo scelto i Monti di Cembra.“I Monti di Cembra, per quanto modesti di quota, offrono al visitatore attento, aspetti sorprendenti: dai vastissimi boschi, ai biotopi di grande valore naturalistico che rappresentano uno degli elementi caratterizzanti di questo territorio, dalle inaspettate radure con le caratteristiche baite e altro ancora.” Con questi presupposti siamo partiti a piedi dal parcheggio in località Fontanelle, poco sopra l'abitato di Faedo. La meta della nostra escursione è stato il lago Santo, luogo molto frequentato dai residenti in Val di Cembra, che abbiamo raggiunto in circa due ore di cammino. Dopo la sosta per il pranzo e per i giochi d'acqua lungo le rive del lago, siamo ripartiti in direzione opposta a quella dell'andata e con un percorso ad

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anello siamo ritornati al nostro punto di partenza. Poi finalmente è arrivata l'estate, la neve si è ritirata alle quote più elevate e le montagne si sono mostrate nei loro colori più naturali. E così per la nostra nuova gita abbiamo scelto il Gruppo di Brenta. Da Molveno siamo saliti con gli impianti fino al Pradel, di lì abbiamo poi continuato a piedi passando sotto le imponenti pareti del Croz dell'Altissimo. Lo sguardo verso la parte centrale del gruppo di Brenta era continuamente catturato dalla cuspide del Campanil Basso, “l'obelisco del Brenta”, incastonato da un lato dalla Cima Brenta Alta e dall'altro dalla Brenta Bassa.

Dopo la sosta per rifocillarsi al rifugio Croz dell'Altissimo, abbiamo ripreso il cammino salendo lungo i ripidi tornanti, qualche sosta per riprendere il fiato e ammirare l'imponenza del Croz dell'Altissimo e siamo arrivati al rifugio Selvata, meta della nostra escursione. Al ritorno abbiamo percorso il sentiero che scende direttamente nel bosco e permette di raggiungere la strada sterrata che sale da Molveno. Lungo di essa siamo tornati al punto di partenza.E siamo arrivati a novembre, tempo ormai per preparare l'attrezzatura invernale … ma perché non pensare ad una nuova gita, magari l'ultima della stagione. E così è nata l'idea di andare a Cima la Rosta. L'ultima elevazione della catena Stivo - Bondone. Le previsioni meteo per il giorno della gita non erano male … ma, o abbiamo sbagliato giorno noi, o hanno

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sbagliato i previsori … sta di fatto che alla partenza il gruppo si è dimezzato e così i pochi irriducibili hanno pensato bene di partire comunque. A Dro piovigginava, nuvole molto basse anche a Lagolo ..., alle Viote era meno peggio e così lasciata la macchina ci siamo incamminati lungo le piste per raggiungere la Bocca di Vaiona. Alla Bocca il terreno era tutto imbiancato dalla leggera nevicata notturna. Lasciato a sinistra il sentiero che sale al Cornetto ed alle tre Cime del Bondone, abbiamo percorso l' erto dosso che a destra della Bocca sale verso la Rosta. Una leggera nevicata ci ha accompagnato fino alla vetta. Dopo le foto di rito, escluse quelle panoramiche … siamo ritornati sui nostri passi ed alla Bocca abbiamo avuto la piacevole sorpresa di trovare una piccola malga aperta. Il fuoco scoppiettante ha riscaldato l'atmosfera ed asciugato i calzini bagnati. Tra chiacchiere, barzellette e giochi vari sono passate un paio d'ore in allegria.Sulla via del ritorno ha fatto capolino anche il sole, quasi a salutare i pochi escursionisti che, pur con il maltempo, non avevano rinunciato ad una bella gita in montagna!Arrivederci al prossimo anno!!!Fabrizio Miori

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GIOVEDI'CULTURALI

FUORIPORTA

Un altro anno è passato ed insieme abbiamo percorso sia itinerari stimolanti sotto il profilo storico-culturale che altri caratterizzati da gradevoli escursioni nella natura. Al nostro affiatato gruppo, sempre più compatto e motivato, si stanno unendo diverse altre persone che speriamo possano diventare regolari presenze alle nostre gite. Intanto siamo in grado di riferire con grande soddisfazione di aver registrato nell'arco dell'anno ben quattrocento adesioni complessive, di cui circa un quarto riferite a persone non socie, spesso coinvolte grazie al “passa parola” dei partecipanti. L'anno è iniziato con una visita a Brescia, città della quale oltre al centro storico - ricco di palazzi di epoca cinquecentesca e di vestigia romane - abbiamo scoperto il Castello (eretto su un dosso sovrastante l'abitato), maniero che ha rappresentato un'effettiva sorpresa tanto per l'inattesa imponenza della costruzione - circondata da vasti giardini interni - quanto per il grande parco attraverso il quale è collegato alla città. In una risplendente ma gelida giornata di marzo è stata poi la volta del fascino medioevale del centro storico di Brunico: anche qui siamo entrati tra le mura dell'avito castello per visitare il Messner Mountain Museum “Ripa” (che in lingua tibetana significa “uomo di

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montagna”), dedicato alla vita ed alla cultura delle genti di montagna di tutto il mondo, dove sono esposti - affiancati tra loro - sia opere d'arte che oggetti di uso quotidiano. In occasione della tradizionale “due giorni” di primavera, ci siamo recati dapprima nella Repubblica di San Marino, con le tre Rocche poste sulla

cresta del Monte Titano a dominio della sottostante pianura (suggestivo il tramonto infuocato ammirato dalla terrazza-ristorante dell'hotel che ci ha ospitato) ed in seguito a San Leo e Verucchio, antiche borgate medioevali che mantengono inalterato il fascino d'altri tempi, entrambe raccolte ai piedi delle rispettive fortezze che paiono proteggerle dall'alto delle loro mura. L'uscita del mese di maggio è stata invece dedicata al Giardino Botanico

della Fondazione Heller di Gardone Riviera, nel quale sono state raccolte piante provenienti da tutti i diversi continenti e dove ogni ambiente risulta arricchito da ruscelli e laghetti artificiali - coperti di calle e ninfee - ai cui bordi hanno trovato collocazione varie sculture di alcuni artisti contemporanei. Nel pomeriggio ci siamo trasferiti a Gargnano, tipica

borgata gardesana, circondata da ulivi e limonaie: di queste ultime, ne abbiamo visitato una storica: “La Malora”, appositamente aperta per il noi.Teatro della successiva escursione è stata la Val di Non, in particolare il paese di Coredo, dove tutti, nel locale “Museo dei Costumi Popolari”, siamo stati piacevolmente colpiti dalla ricca collezione di coloratissimi abiti

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folkloristici provenienti da ogni parte del mondo. Entrati poi nell'adiacente “Museo Etnografico” abbiamo ammirato la raccolta di moltissimi oggetti di uso quotidiano, arredi e strumenti lavorativi di un tempo sì passato, ma non così tanto lontano. Dopo una piacevole colazione al sacco sulle rive del lago di Coredo, ci siamo diretti al Parco Fluviale Novella per un'escursione guidata nel canyon creato in milioni di anni dall'impeto delle acque dell'omonimo torrente: un viaggio nel cuore della roccia, sospesi sulla forra, nella suggestione di uno scenario che lascia senza fiato.

A luglio, ormai in piena estate, non poteva mancare un'escursione in montagna e la scelta è caduta sulla Val di Fumo: qui abbiamo raggiunto il

rifugio omonimo costeggiando il lago di malga Bissina, per poi risalire il corso del fiume Chiese che in questo tratto attraversa i vasti pascoli del fondovalle con acque cristalline dotate delle più intense e cangianti sfumature di azzurro. Un classico temporale estivo ci ha colto sulla via del ritorno, ma non per questo la giornata trascorsa è stata meno apprezzata.

In agosto, come ormai da tradizione, abbiamo assistito ad un concerto nell'ambito della rassegna “Suoni delle Dolomiti” recandoci sull'Alpe Lusia dove, presso malga Canvere, si è esibito il trio M. Eick, P. Vinaccia, D. Di

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Bonaventura, in una esecuzione di musiche jazz che hanno saputo creare un'atmosfera rilassante ed evocativa in linea con la dolcezza dell'ambiente circostante.Una splendida giornata settembrina ha accolto il gruppo a Stenico per la visita al Castello - già dimora dei Principi Vescovi - che domina la borgata

dall'alto di un colle. All'interno si sono potute ammirare, oltre alle vaste sale affrescate, pure la Loggia Rinascimentale e la Cappella Romanica. Nel pomeriggio si è goduto del calore del sole nell'area naturalistica del parco Adamello Brenta, dedicata alle cascate del Rio Bianco, con una bella passeggiata tra i prati ed i boschi che stavano ormai

assumendo i colori dell'autunno. Sulla via del ritorno siamo anche riusciti ad effettuare una breve ed imprevista sosta per osservare le palafitte di Fiavè alla luce del tramonto.In ottobre, in una limpida giornata dal clima ancora estivo, abbiamo attraversato l'altipiano del Renon a bordo dello storico “trenino”, avendo modo di ammirare il vasto panorama offerto dai vari gruppi dolomitici di Odle, Sassolungo, Catinaccio, Sciliar e Latemar che con somma eleganza sfilavano davanti ai nostri occhi.Con una comodapasseggiata per un sentiero nel bosco siamo infine giunti al maso Lobishof dove siamo stati accolti con simpatia, … impeccabilmente nutriti con i gustosi piatti tipici del posto e … coadiuvati in un successivo e beato rilassamento (per alcuni) sulle sdraio nell'ampio prato circostante.

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Nell'ultima uscita a Padova, incalzati da un meteo che prometteva solo acqua piovana in abbondanza e ci ha invece graziati per buona parte della durata, regalandoci pure qualche ampio sprazzo di sereno, abbiamo visitato l'Orto Botanico (il più antico al mondo, risalente al 1545), la Basilica del Santo ed il centro storico, di sicuro richiamo per l'opulenza degli aviti edifici che ne arricchiscono le vie e le piazze a testimonianza dell'intensa vita artistica e culturale della città nei secoli trascorsi.

Con gli ormai tradizionali auguri di Natale si conclude dunque un anno molto positivo che - come già detto – ha rilevato un discreto aumento nella partecipazione di coloro che hanno voluto condividere il nostro progetto di carattere turistico-culturale. Tali nuove adesioni – unitamente alle consuete - sono state la migliore gratificazione per il lavoro da noi svolto ed a voi va il nostro ringraziamento di tutto cuore … in attesa di ritrovarci, sempre numerosi, ai prossimi appuntamenti!

Laura e Gemma

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CON LA SEZIONE SAT DI ARCOIN BICI FRA I CASTELLI DELLA LOIRA

18 / 23 giugno 2013

Martedì 18/6…silenzio intorno, fugace è la notte e l’ orizzonte lontano piano piano si rischiara.Sotto la rupe del Castello di Arco, celeri si svolgono operazioni di carico con le precise direttive di Michele (Mastro Michele della Palma).Tutti a bordo, si parte con cavalli di ferro al traino! Ardua impresa riserva il futuro alle imbottite chiappe di 44 eroi pronti alla pugna in terra francese.I castelli della Loira ci attendono prodi cavalieri!Viaggio lungo, tranquillo, si familiarizza con i nuovi compagni, i panorami si susseguono, le chiacchiere pure. Il conducente: “Comandante Giuseppe della Bepe Air Line” ci rende edotti sulla velocità di crociera e… sull’uso del “bar” interno, nomina sul campo lo Stuart nella persona del Lino (el putèl de la Danièla, quela co’ la machina fotografica gròssa). Il Lino dà subito lustro alla sua nuova mansione e…zo cafè per tuti!!Lione siamo in Hotel; doccia, cena e… mirto de l’ Antonieta e biscòti de la Gema per sugarlo….Bòna nòt.

Mercoledì 19/6Si parte col nostro mezzo spinto da un numero indefinito di cavalli motore, i nostri ronzini di ferro scalpitano nel box al traino.A Blois, controlliamo le bardature e… in sella miei prodi! Prende “le redini” del gruppo la guida Alessandro (Mastro Alex di Francia)…e vvai!Cammina, cammina….(o, scusate) pedala, pedala, sui nostri cavalli di ferro ci inoltriamo su stradine sinuose, fra stupende distese prative, campi di spighe dorate pronte per la mietitura…e papaveri, fiordalisi e fotografie e filmati…e “Mastro Michele della Palma” che elegantemente impreca contro i ritardatari…(scopa Michele, scopa!).

Ed è così che: fermi tutti, in linea, lancia in resta…al galoppo…eccolo, è nostro! Conquistiamo così il castello di Chambord, senza spargimento di sangue, (a parte ‘n po’ de mal a le chiape!) ma è nostro e bello. Enormi scalinate, stanze multicolori, con eleganti arredi d’epoca. Al nostro chiassoso italiano, osservano volti severi di Principi e Re e le dame sorridono compiaciute dalle loro cornici dorate.

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Soddisfatti per la nostra prima conquista, si pongono allo stallaggio i cavalli di ferro, doccia con delicato massaggio alle arrossate chiappe, cena e visita serale alla città di Blois con scorci e palazzi d’epoca splendidamente illuminati, mentre lussureggianti riflessi si rispecchiano nelle calme acque della Loira…Bòna nòt!

Giovedì 20/6“Mastro Alex di Francia” raggruppa e riordina le schiere ed a comodo trotto si parte pedalando e costeggiando la Loira. Tutto ci affascina! L’ ampiezza del fiume, i ponti, la Città con i suoi campanili a pungere il cielo, la tranquillità del percorso, gli stupendi quadri d’ azzurro cielo, di verdi prati,

campi immensi di spighe dorate e rossi papaveri e azzurri fiordalisi…siamo immersi, ubriacati in una tavolozza di colori e la Loira grande, lenta…e noi che ci sentiamo parte attiva di tutto ciò che di più bello ci circonda!Sulle nostre biciclette in lunga fila indiana, molto allegra la compagnia, Mario dalla voce stentorea con la

sua bandierina italiana, Daniela ad immortalare paesaggi e particolari, Franco videoregistra il tutto, la simpatia degli amici di Trento, di Mori, tutti allegramente inseriti in un ambiente totalmente diverso dal nostro, e che dire di “Mastro Michele della Palma”…e sì, lui è un po’ meno allegro…’l deve far la scoa de ‘n branco de pegore en bici!!Siamo ad Amboise, bella città con splendidi palazzi rinascimentali con altrettanto splendido castello che visiteremo domani. Siamo liberi di gestire il nostro tempo, per andar per negozi, ognuno si gestisce, chi da solo chi in compagnia. All’ora prefissata ci si ritrova con “Mastro Alex di Francia” ed assieme si prosegue ad una visita guidata della città. Tutto è calmo, tranquillo.Al crepuscolo, s’addensano le nubi, s’apre uno squarcio e…grande, maestoso si manifesta in tutta la sua gloria di colori un ampio arcobaleno, dono dello spirito di Leonardo da Vinci a noi e alla città ove egli ha vissuto i suoi ultimi anni e dove giace nell’eterno riposo?Piove. Si rientra, do ciacere a base de mirto e…bòna nòt.

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Venerdì 21/6Avanti, svelti tutti a bordo della “Bepe Air Line”, il Comandante Giuseppe avvia il mezzo, cavalli motore e pistoni scalpitano e siamo ad Amboise; i primi, la massa deve ancora arrivare. Il magnifico castello d’ Amboise è solo nostro!“Mastro Alex di Francia” ci racconta la storia, i fatti d’arme, d’ intrighi di potere e d’amore, di arte, d’un vissuto plurisecolare di quelle antiche mura. Prendiamo conoscenza e vediamo la tomba dove giace nell’ ultima dimora il nostro Leonardo da Vinci. La corte è ampia, stupenda, personaggi in costume medioevale completano l’atmosfera, la mole del castello si staglia poderosa. Veniamo avvolti e coinvolti dai racconti della nostra guida “Mastro Alex di Francia”, dal suo peregrinare a ritroso nel tempo. Siamo letteralmente assorbiti dalla magnificenza architettonica che ci circonda!Caricati d’entusiasmo come non mai, lasciamo il castello d’Amboise.Ripreso possesso dei nostri cavalli di ferro, guidati sempre da “Mastro Alex di Francia” e “scopati” da “Mastro Michele della Palma”, ci facciamo accompagnare dalle placide acque della Loira, fra sinuose stradine, boschi e azzurro cielo…Eccolo, maestoso! Il castello di Chenounceaux. Prima di dargli l’ assalto, volgarmente ci riempiamo la pancia, caffè a bordo della “Bepe Air Line” e, con un’ azione a tenaglia, in ordine sparso occupiamo il castello. Ormai le esclamazioni di meraviglia si sprecano…l’antica maestosa costruzione la cui base è un altrettanto antico ponte sulla Loira, e guglie turrite, ornamentali balconate e sale d’ogni colore adornate da grandi confezioni fiorite a richiamare il colore della stanza, ampie camere con bellissimi letti a baldacchino leggiadramente damascati, elaborate grandi stufe a ole, mobili e accessori, strumenti d’ arme e musicali datati, alle pareti arazzi a tinte ricamate…un orgia di bellezza! e “Mastro Alex di Francia” che racconta coinvolgendoti nelle storie e nella storia. Bravo!Stanchi e contenti si lasciano le antiche mura, minaccia pioggia. Alcuni decidono il rientro con il pullman, altri di affrontare il percorso come previsto…arrivano sul tardi, allegri e contenti e…mizi come i poiàti! Dopo cena si esce in gruppo per una visita serale a Tours e qui vale…il senso dell’equità: siamo “vittime” d’un forte acquazzone, quindi si ritorna tutti…mizi come i poiàti! Per sollevare il morale, mirto dela Antonieta, uno do bicerini e….Alegria! Bòna nòt.

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Sabato 22/6“Mastro Alex di Francia” coordina il gruppo, “Mastro Michele della Palma” controlla, tutto a posto, si parte. Un breve tratto sulle nostre bici con accanto la Loira si arriva compatti a Villandry. Entriamo negli spazi dell’omonimo castello, il tempo a disposizione è breve e possiamo visitare solo i magnifici giardini che lo circondano. Un gioco architettonico di verde

geometrico dal quale con rilassata gioia ci lasciamo avvolgere.É qui che con simpatia prendiamo congedo dalla nostra guida Alessandro, alias “Mastro Alex di Francia” che con intelligenza e tatto ci ha introdotti nel suo sapere. Si prosegue per Carcassone. Arriviamo tardi, si cena e…a nanna, prima però el bicerim de mirto dela stàfa sèmper en camera de la Antonieta.

Finchè el Michele, quela spècie de grilo parlante….su da bravi, via, tuti a dormir nemo!!

Domenica 23/6Siamo alla medioevale città di Carcassone, dopo aver superato il ponte levatoio ci ritroviamo all’interno d’un mastodontico e turrito muraglione di cinta. Scorci e strette vie ci riportano a ritroso nel tempo. La fantasia a briglia sciolta ti rende partecipe di quel lontano vissuto…guardie armate al ponte, sugli spalti. Movimenti di persone operose e rumori nelle sue vie. Cavalli al passo e scudieri, stendardi al vento, il prato della lizza, cavalieri bardati di pesanti ed eleganti armature, spade, scudi, lance,…i tornei, lancia in resta! Cavalli al galoppo, rumor di ferraglia…sangue e grida esultanti d’un popolo vociante. Dame arrossite e speranzose, il regnante sul trono, simbolo del suo potere e squillar di trombe, mentre nell’ampio fossato attorno alle turrite mura scorre l’acqua e corre, come il tempo corre!…il conducente, Comandante Giuseppe della “Bepe Air Line” ci riporta ora

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con guida sicura e barzellette verso casa.Italia, il mare di Liguria, il corridoio autostradale, lo svincolo per la Brennero, uscita a Rovereto. Un saluto ai primi compagni di viaggio che a Mori ci lasciano…la curva della Maza…il castello di Arco illuminato…ore 01 di lunedì 24 giugno, un sincero applauso all’autista Giuseppe per la sua bravura, disponibilità e coinvolgente allegria. Un grazie a Michele per la precisa organizzazione e per la pazienza dimostrata. Un grazie a Gemma, la nostra Vice Presidente, per aver portato in porto un' uscita così impegnativa, stupenda e culturalmente coinvolgente. Un grazie a tutto il gruppo che cavalcando allegramente su cavalli di ferro fra campi multicolori, fra boschi, fiumi e magnifici castelli, mi ha fatto dimenticare le mie arrossate chiappe! Un grazie infine alla SAT di Arco che con “coraggio” propone ed organizza anche uscite importanti, belle, aggreganti, fuori da quell’ambito naturale che le compete, le nostre montagne.

Gilberto Galvagni

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TREKKING IN ARMENIA

Luglio 2013

Armenia è uno scrigno polveroso pieno di tesori. Ci vuole pazienza e voglia di essere felici per aprirlo. Ma poi, piano piano, il suo fascino si insinua e ti cattura.Armenia è terra di albicocche, melograni e miele. Terra di immensi prati fioriti fino a 3500m., di mucche all'alpeggio accanto alle iure dei pastori. Terra di monasteri silenziosi e nudi, custodi di millenni di canti e di preghiere.Eccoci! 2 Mario, 2 Elene, 3 Asco, l'autista, la guida Arpine, Gemma, Cinzia, Cristina, Tiziana, Grazia, Giovanna, Nicoletta, Beèi, Massimo, Federico, Sergio, Italo, Franco, Paolo e Renato.Il primo giorno, stanchi del viaggio veniamo accompagnati al museo di Yerevan alla scoperta dei manoscritti, ai quali Arpine dà tanta importanza. Noi non riusciamo a capire il perché. Non ancora.Come comprendere che il fondamento dell'identità per questo popolo risiede nel suo alfabeto unico, che ha traghettato la cultura attraverso i secoli su questi libri che ora sembrano vascelli, colorati da miniature blu, rosso e oro…Come comprendere la sacralità di questi caratteri che mani pazienti hanno abbellito con fiori, uccelli e merletti di ogni tipo, che mani astute hanno nascosto nei doppi fondi o negli atri sotto il pavimento delle biblioteche dei

monasteri, per proteggerli dalla distruzione…?Come comprendere che in terra di scorribande provenienti da ogni punto cardinale la salvezza dell'identità dipende dalla salvaguardia delle proprie origini…?Come comprendere quanto la religione abbia aggregato, rafforzato e consolato questo popolo negato dall'inizio dei tempi...?Pomeriggio allo splendido monastero di Noravank, dove assistiamo ai canti delle donne armene e dove ci confondiamo con la moltitudine di famiglie locali che trascorrono la giornata facendo la grigliata al fiume.

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Domenica siamo in vista dell'Ararat, al monastero di Khor Virap, dove si sta celebrando un battesimo. Ammiriamo la sacra montagna degli armeni. Coi suoi 5.100m ammantati dai ghiacci sembra un miraggio sospeso nell'aria.

Ai tempi della dominazione sovietica Lenin regalò la zona dell'Ararat alla Turchia e da allora il monte biblico non appartiene più al popolo armeno. La frontiera con la Turchia (300Km) è chiusa, e l'unico modo per raggiungere la montagna sacra di Noè è aggirare la frontiera turco-armena passando per la Georgia, 700Km. La zona circostante l'Ararat è abitata dai curdi, a loro volta in conflitto col governo turco.Domenica 7 luglio è per gli armeni il giorno di Vardavar, il giorno dei gavettoni che purificano i peccatori, che cade 93 giorni dopo la Pasqua.Arpine ci fa portare in montagna presso una piccola cappella con un vecchio camioncino per trasporto bestiame. Puzza ancora di letame, anche se è accuratamente lavato. Ammassati qua sopra ci inerpichiamo lungo una sconnessa mulattiera. Lungo il percorso incontriamo dei minuscoli villaggi, e i ragazzi ci aspettano vicino alle fontane …per prenderci a secchiate!Dire che ridiamo non rende sufficientemente l'idea…Il ritorno è a piedi; qualcuno scivola, si strappano pantaloni e si sbucciano ginocchia, ma forse

tutto il male non vien per nuocere.La notte nella gola, col ruscello che scorre a fianco delle tende. La bestia che nel cuore della notte si aggirava attorno alle tende ci ha messi tutti all'erta, ancora ci rimane il dubbio se fosse reale, oppure no. "Facciamo finta che tutto va ben, tutto va ben".

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Ci spostiamo verso est nella regione di Syumik, ai confini con l'Iran. Nonostante la differenza religiosa, la frontiera è aperta e gli iraniani si recano spesso in Armenia per procurarsi il vino (che viene venduto per strada nelle bottiglie della coca-cola per eludere la dogana!) e per divertirsi senza troppi limiti.La regione è piuttosto arida; strette vallate solcate da piccoli fiumi, che scorrendo sul fondovalle portano un trionfo di frutta e fiori. Lungo le strade donne vendono albicocche, pesche profumate ed erbe aromatiche. Visitiamo l'osservatorio astronomico risalente al 200 a.c. e poi ci rechiamo al monastero fortezza di Tavel, biblioteca e università nota in tutto il mondo antico. E' situato in posizione strategica e raggiungibile dalla funivia più lunga del mondo (dono di un ricco armeno americano). Qui il prete ci benedice, augurandoci bene e serenità; in questo monastero nero e umido senza altra luce se non quella delle candele, un brivido ci corre lungo la schiena.Visitiamo la zona delle grotte naturalizzate nel tufo, che un po' ricordano i nostri sassi di Matera. Poi andiamo ancora verso est, siamo su un altipiano a 2000 m. di altezza costellato di cime verdi; da qui passa la via della seta al confine con l'Azerbaigian (la cui frontiera è chiusa) e il Nagornokarabak.I prati si fanno più verdi illuminati di fiori. Lungo la strada vediamo ovunque apicoltori accampati con carri di legno accanto alle loro arnie. Il miele è d'oro, delizioso e profuma di fiori. Ovunque le donne con le loro bancarelle vendono timo, iperico ed altre piante per infusi. Un trekking ci conduce alla fortezza di Smbataberd, distrutta nel tredicesimo secolo dagli arabi. Ci spostiamo poi con l'autobus verso nord per raggiungere il lago Sevan, il mare degli armeni, secondo lago di altura dopo il lago Titicaca, grande circa il doppio del lago di Garda. Arriviamo nel tardo pomeriggio allo splendido monastero di Sevan, situato su una penisola (ex isola, dopo l'abbassamento del livello) sul lago omonimo.La calda luce del tramonto rende questo lago ancora più magico, insieme intoniamo dei canti ”L'ho baciata che l'era ancora calda” ...Proseguendo in direzione nord nella regione di Tavush il paesaggio cambia, le montagne diventano verdi e boscose.

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Le guide ci accompagnano in un meraviglioso trekking tra i fiori fino al monastero di Goshawank, dove assistiamo ad un battesimo comunitario:

bambini di un istituto. La cerimonia come sempre è molto sobria, il celebrante asperge da una bacinella di plastica abbondante acqua sul capo e sulle ginocchia dei ragazzi e poi li congeda con una breve benedizione, si asciugano da soli con un telo bianco. Festeggeranno poi fuori all'ombra di un noce gigantesco di 500 anni.Un nuovo trekking ci porta

poi alla scoperta di un luogo nascosto e strano, dove chi vuole può fare una nuotata al suono delle cascate. Alla sera canti armeni e canti trentini e Malawodki Malawodki attorno al fuoco.Proseguiamo nella regione di Lori, dove visitiamo un antico monastero distrutto dal terremoto nel sedicesimo secolo. Si intravedono degli affreschi (straordinari) poiché siamo vicini al confine con la Georgia e in quella zona c'è una grande tradizione di pittura murale.Ci dirigiamo ora verso sud (… la macchina del capo ha un pss nella gomma ...) dobbiamo arrivare nella regione dell'Aragatsotn.Scavalchiamo le montagne con il nostro autobus, valichi dai nomi strani, incontriamo una cittadina che fu distrutta dal terremoto del 1988, ricostruita con l'aiuto degli italiani, si chiama "Quartiere Italia".Incontriamo villaggi curdi, automobili poche e malandate, uomini che si spostano a cavallo lungo i sentieri. Ancora arnie, carri di legno e fiori.

Qualche pecora, manze giovani che corrono lungo la strada.Ci arrampichiamo ancora su una verde montagna fino alla fortezza Amberd, 2200m. settimo secolo. Resistette ai tartari e ai mongoli, ma Tamerlano ebbe la meglio e la espugnò uccidendo tutti. Nell'anno mille sorse poi il monastero di Vahramashen, dal quale si domina la pianura di Yerevan. Ci accampiamo qui. Porcellini corrono tra le tende.

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Il tramonto ci accarezza, l'aria è tiepida, il verde ci avvolge. La bellezza di questo luogo entra nel cuore. La notte è breve, ci svegliamo alle 4.30. ci aspetta la vetta dell'Aragats.Insonnoliti ed eccitati alziamo gli occhi verso il cielo che è tutto intorno a noi, azzurro e limpido. Dopo un oretta di pullman tra mucche addormentate nei recinti e pecore e aquilotti appollaiati sulle rocce giungiamo al lago Hari quota 3200m.Si parte a piedi, un po' si fa sentire l'altitudine. Le nostre guide armene sono pazienti e gentili; passiamo laghi, prati fioriti e nevai e finalmente dopo l'ultima faticosa rampa di pietra ecco la vetta. Ci abbracciamo con gioia e

calore armeni e italiani in cima a questo vecchio vulcano. 4030m. qualcuno scala anche la seconda cima 4080m. brindisi e "dubi dubi da" poi di ritorno velocemente perché il tempo sta cambiando ... la grandine!! e via veloci di nuovo verso Yerevan con una nuova montagna nel cuore. Un salto al Vernissage, il multicolore mercato di Yerevan pieno di musica e sorrisi. E dopo 1500 km di pullman e 35 ore di trekking, a casa.Armenia è ospitalità e sorriso; abbiamo mangiato quasi sempre in case di contadini, nel giardino interno sotto grandi pergolati di fiori oppure tra gli albicocchi carichi di frutta; il cibo semplice, pane "lavash" cotto nel buco, iogurt, formaggi freschi, verdure e le immancabili erbette aromatiche, timo e coriandolo. Sempre preparato con grande cura ed offerto con tanta cordialità. Sempre accolti con calore e gioia.I canti, le danze, le stelle del cielo armeno. L'acustica dei monasteri che fa percepire il suono come se venisse dal centro dell'universo.L'essenziale si amplifica!!! Ciao Armenia.

Nicoletta

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FERRATA MESULESPASSO SELLA – PASSO GARDENA

1 Settembre 2013Dislivello 850 m (7- 8 ore)

“Ma sì dai … iscriviamoci alla gita … tanto farà brutto tempo come l'anno scorso e dovranno annullare tutto!!”Così pensavo, una settimana prima della gita, convinta che la ferrata delle Mesules anche quest'anno sarebbe saltata...Lo ammetto, nonostante l'avessi già fatta nel lontano 2007, il pensiero di ri-affrontare questa ferrata mi metteva un po' di timore; tuttavia, come spesso mi accade, la voglia di riprovare e di dimostrarmi che ce la posso fare ha avuto il sopravvento e, complice la mia fiducia nel maltempo, mi sono iscritta con gli amici della montagna.Il tempo, invece, non ci disturba e quindi, alle ore 5.50, si parte alla volta del Passo Sella.Per non pensare troppo alla ferrata ho dormito tutto il viaggio... svegliandomi giusto poco prima del Passo, in tempo per godermi uno splendido panorama sulle Dolomiti, sul Gruppo del Pordoi e sulla grande Marmolada, che ci ha caricati tutti.Dopo circa 30 minuti di percorso agevole lungo il sentiero, arriviamo all'attacco della ferrata … e ... le mie gambe iniziano a fare “Giacomo-Giacomo”... ma chi se la ricordava così in piedi questa parete?

Non sono l'unica ad avere qualche tentennamento, tanto che uno dei nostri amici si ritira e parte in solitaria per il sentiero che ci avrebbe fatti

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ricongiungere poi al rifugio Pisciadù (lato Val Gardena).Remo, Luca ed Andrea, le nostre guide SAT, si dispongono lungo il gruppo (ben 30 partecipanti!) per garantire a tutti la copertura ed il sostegno necessari.Io mi piazzo dietro ad Andrea … direi ora Sant'Andrea … dopo tutto il sostegno che mi ha dato lungo la ferrata!Le prime roccette libere mi mettono in crisi .. .nonostante il tracciato fosse perfettamente segnato e la roccia ben asciutta e ricca di appoggi sotto i nostri piedi.Andrea è comunque pronto a darmi incoraggiamento continuo e, devo ammetterlo, nonostante la fifa iniziale, l'adrenalina inizia a crescere; di fronte a noi il gruppo del Sassolungo-Sassopiatto si staglia maestoso e ci accompagna lungo tutta la ferrata, spettatore silenzioso di questa nostra impresa di fine estate.Prendo piano piano confidenza col tracciato (nonostante qualche lamentino … quasi patetico!! Andrea perdonami!!) che diventa molto verticale dopo le prime roccette ed esposto; siamo comunque sempre in sicurezza, il cordino non manca mai, così come appoggi metallici e ricavati nella roccia.Arriviamo dopo una verticale molto impegnativa al primo dei due camini, strettoie tra le rocce dove ho davvero dovuto riesumare le mie antiche abilità di scalatrice, … e lì ammetto di iniziare a divertirmi, a sentirmi più sicura ed a mio agio.Il gruppo avanza bene, senza intoppi; le nostre guide ci sostengono con entusiasmo e, usciti dai camini, arriviamo al passaggio che a mio avviso è il più spettacolare della ferrata: uscita a “ balconcino” dal camino, con rotazione avvinghiati alla roccia (a sbalzo sul vuoto!!) per agganciarci alla scaletta che ci avrebbe portati, per comoda salita ben attrezzata, alla prima conca detritica, dove dopo circa 2,5 ore ci rifocilliamo e ci facciamo delle risate finalmente libere.Non ricordando bene il tracciato, mi illudo che la ferrata sia finita e così,

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mentre si riparte per il sentiero, non vedendo altri tratti di ferrata telefono tutta contenta e “ gagliarda” a mio padre raccontandogli della grande impresa … incurante che di lì a poco avremmo fatto ancora una buona mezz'oretta di ferrata!!L'ultimo tratto di ferrata è comunque non impegnativo come la prima parte e quindi riusciamo a salire in allegria e tranquillità, pregustando già l'arrivo al Piz Selva (2941 m), da dove poi possiamo ammirare il panorama che si apre di fronte a noi sul Sass Pordoi e tutto l'altipiano delle Mesules. Dopo una breve pausa-pranzo, ripartiamo di buona lena, anche perché delle nubi scure sembrano avvicinarsi minacciose: ci attende ora tutta la traversata dell'altopiano fino alla Sella del Pisciadù. Sotto di noi ci attende il Rifugio Pisciadù, a quota 2587 m e … mi tocca rimettere l'imbrago!Ci attende infatti ora un breve tratto di ferrata piuttosto insidioso, in discesa, prima di lanciarci sui “geroni” verso il Pisciadù.Lungo la discesa mi rilasso e mi lascio andare a chiacchiere e risate … tanto che per via della disattenzione cado e sbatto col mio fondoschiena su un bel sasso!! (ancora oggi porto il ricordo di questo “ contatto”... specie quando mi siedo in macchina!!)Al Pisciadù, mitico rifugio della Val Gardena, che si raggiunge anche con la ferrata Tridentina dal Passo Gardena, ritroviamo la nostra Michela, che aveva preferito saltare la ferrata, e ci gustiamo una buona merenda.

Scendiamo lungo la Val Setùs verso il Passo Gardena, lungo un sentiero ripido tracciato con cordini metallici per quasi metà del suo sviluppo … siamo comunque tutti tranquilli e rilassati, sotto di noi vediamo la Val Gardena e cominciamo a realizzare di aver compiuto un'altra bella impresa.

Il pullman ci attende al Passo Gardena e lì, dopo esserci “ sistemati” per il viaggio di rientro, ci facciamo la consueta merenda “SAT ARCO” con le teglie di pizza gentilmente portate dalle nostre guide e le torte delle nostre donne.Siamo contenti, stanchi ma davvero soddisfatti … le mie ginocchia hanno delle botte nerastre, segno che in alcuni punti mi sono arrangiata “come ho potuto”... ma sono felice, ce l'ho fatta, anzi, ce l'abbiamo fatta, perché davvero senza l'”effetto-gruppo” non so nemmeno se sarei partita. Un grazie sincero a tutto il gruppo, ai nostri 3 bravi accompagnatori Andrea,

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Luca e Remo, che ci hanno sostenuti, non solo oggi ma per tutta la stagione di montagna.

Un pensiero speciale lo voglio dedicare al nostro Riccardo, che a 79 anni si è lanciato con coraggio e grinta sulla ferrata ...” mai domo” !! Questo articolo lo voglio dedicare anche a lui (oltre che al gruppo): ad un amico, umile e modesto compagno della montagna da tantissimi anni, che ho avuto il piacere di avere al mio fianco in questi anni nelle mie gite e che mi ha insegnato che la montagna è amore, sacrificio, passione, fatica e soddisfazione.Non si è mai tirato indietro davanti alle difficoltà e, dopo un periodo di sosta per motivi fisici, lo abbiamo ritrovato quest'anno, forte, vivace e sempre curioso sulle sue amate montagne che conosce da moltissimi anni.Grazie anche a te Riccardo, che mi hai insegnato davvero tanto in questi anni, ed anche in questa occasione sei stato un esempio!

Piccola nota; vi risparmio i dettagli sul mio Lunedì mattina … a stento uscivo dal letto ... male dappertutto … non riuscivo nemmeno ad impugnare la leva del cambio in macchina … ma … ma che belazzzz!!!

Un abbraccio a tuttiStefaniaExcelsior

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SCUOLA DI ALPINISMO E SCIALPINISMO“PREALPI TRENTINE”

SAT - ARCO

La Scuola Alpinismo e Scialpinismo svolge regolarmente la propria attività di formazione ed educazione alla frequentazione dell’ambiente alpino da diversi lustri; la Scuola opera come gruppo della nostra sezione SAT di Arco. L’intuizione che portò alla nascita della Scuola va ricercata nei lontani anni 70, precisamente nell’anno 1977, quando grazie alla collaborazione dei GRAM di Arco e Riva nasce ufficialmente la nostra Scuola. I corsi erano già iniziati due anni prima, nel 1975, quando Donato “Tello” Ferrari, diventato Istruttore Nazionale di Alpinismo, diede inizio alla prima edizione del Corso di Alpinismo con la collaborazione di Sergio Calzà presidente della sezione di Arco e degli amici dei GRAM di Arco e Riva. Nel 1978 abbiamo il primo corso di Alpinismo Perfezionamento, nel 1981 il primo corso sperimentale di Scialpinismo: fino al 1984 tutti i corsi furono diretti da Tello Ferrari, che continuò a dirigere i corsi di Scialpinismo fino al 1991. Tra i più attivi nella direzione dei corsi della Scuola possiamo ricordare: Fabrizio Miori, Lorenzo Giacomoni e Leonardo Morandi. Sempre per ricordare alcuni momenti salienti della scuola abbiamo: nel 1992 il primo corso di Arrampicata Libera e poi i vari raduni di Scialpinismo dello Stivo a partire dal 1987.Oggi la Scuola può contare su un nutrito staff di Istruttori che collaborano e rendono possibili le attività; i più importanti sono i tre istruttori nazionali: Leonardo Morandi I.N.A., Lorenzo Giacomoni I.N.A. e Diego Margoni, che ha ottenuto la nomina ad I.N.S.A. proprio quest’anno, dopo un lungo ed impegnativo corso d’esame. Seguono 17 Istruttori Titolati, 7 Istruttori Sezionali e 8 Aspiranti Istruttori, nuove ed importantissime leve per il futuro della Scuola.L’attività della Scuola non si esaurisce nei già impegnativi corsi di Alpinismo e di Scialpinismo, ma si estende anche attraverso importantissime collaborazioni sia all’interno della Sezione di Arco, sia con altre Sezioni Trentine della SAT. Tra le attività svolte con gli altri gruppi della SAT di Arco abbiamo quella con il Gruppo Oltre le Vette, con corsi di arrampicata e uscite in montagna, e quella con il Gruppo dell’Alpinismo Giovanile. Tra le attività con altre Sezioni, ricordiamo le collaborazioni con la Scuola Castel Corno per il Corso Ghiaccio Verticale e le attività sponsorizzate a livello nazionale per la sicurezza “Montagna Sicura”.

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I corsi previsti per il 2014 sono i seguenti:• 33° Corso di Scialpinismo Base SA1; Gennaio – Marzo

2014

• 34° Corso di Scialpinismo Avanzato SA2; Marzo – Aprile 2014

• 39° Corso di Alpinismo Avanzato A2 Roccia Ghiaccio; Maggio – Giugno 2014

Per informazioni ed iscrizioni: Corso di Alpinismo: Leonardo, +39.348.6593994,

[email protected] Corso di Scialpinismo: Diego, +39.348.7394341,

[email protected] Corso di Scialpinismo: Marco, +39.335.274457,

[email protected]

Facebook pagina: https://www.facebook.com/ScuoladiAlpinismoeScialpinismoPrealpiTrentine.

Facebook gruppo: https://www.facebook.com/groups/Scialpinismo/ Web: http://www.satarco.it/?q=scuola_prealpi_trentine

Foto del Corso SA1 2013: Allievi ed Istruttori.

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INCONTRI CON L'AUTORE9/11/2012 - 1/2/2013

Presso la sede di via Sant'Anna si è tenuta anche quest'anno la rassegna “Incontri con l'Autore” (la terza) che - come sempre - si propone quale momento di incontro e colloquio con un autore ancor prima della presentazione di un suo libro. Tutti gli incontri sono inoltre accompagnati dalla proiezione di immagini che completano la narrazione dal vivo.

Gli appuntamenti di questa stagione sono stati i seguenti:

26 ottobre - “Mustang e Valle del Khumbu” - Mario CorradiniQuesta prima serata ha visto la presenza di Mario Corradini che ci ha intrattenuto con la proiezione di due filmati realizzati durante le sue spedizioni in Nepal. Due realtà himalayane a confronto, tra vasti paesaggi, usi e costumi delle popolazioni, espressioni religiose. Lo scopo principale non è stato però la visione delle pur bellissime e suggestive immagini, quanto la presentazione di un progetto benefico a favore di una scuola nello sperduto villaggio nepalese di Randepu, attraverso l'associazione “Ciao Namastè”. Si è trattato di una serata particolarmente sentita dal pubblico presente che ha risposto con sensibilità e generosità al sostegno dell'iniziativa.

9 novembre - “Scialpinismo in Lagorai” - Luciano NavariniQuesta guida dedicata alle escursioni invernali nella catena del Lagorai rinnova la precedente (pubblicata nel 1988) e completa quella presentata due anni fa (con itinerari definiti “facili” dall'autore). La guida descrive in maniera molto accurata ed articolata vie - a volte complesse ed impegnative - riferite ad itinerari anche poco frequentati, ma comunque di notevole interesse ambientalistico e paesaggistico. Molto accattivanti le diapositive che hanno arricchito la serata e che ci hanno presentato un paesaggio affascinante ed ancora in buona parte selvaggio.

16 novembre - “... per sentieri e luoghi … Sui Monti del Trentino” Volume 1° - Prealpi Trentine Orientali presentato da Claudio Colpo

E' il primo di una collana di complessivi sei volumi promossa dalla SAT in occasione dei 140 anni di fondazione al fine di fornire un quadro completo degli oltre mille sentieri che percorrono i monti del Trentino. Questo volume è dedicato alle Prealpi Trentine Orientali e si può subito osservare come lo

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spirito della collana non sia solo quello di mera descrizione degli itinerari, ma soprattutto di conoscenza dei luoghi sia sotto il profilo storico-culturale che naturalistico. La guida, molto ricca di fotografie, è completata dall'indicazione dei punti di appoggio (sia malghe che rifugi) nonché dalla relativa cartografia.

23 novembre - “Le Centrali Idroelettriche del Trentino” - Ennio LappiIl volume presenta una ricostruzione storica del lavori effettuati in Trentino per la realizzazione delle centrali idroelettriche. La serata ha fatto particolare riferimento alla captazione delle acque del fiume Sarca, trasportate in galleria fino al Lago di Molveno e da qui indirizzate alla Centrale di Santa Massenza, con la proiezione di foto originali che hanno messo in evidenza l'impressionante lavoro svolto da ingegneri e maestranze per lo scavo delle gallerie e per le altre opere accessorie agli impianti.

7 dicembre - “Marmolada” - Mario Corradini e Mariano BianchiniDopo i volumi dedicati al Latemar ed al Catinaccio presentati lo scorso anno, è ora la volta della nuova guida dedicata alla Marmolada ad interessare il pubblico presente in sala. Questa montagna, si sa, riveste un ruolo particolare nell'immaginario collettivo, sia per gli eventi storici di cui è stata teatro durante la Grande Guerra, sia per le leggende che ha saputo suscitare nelle menti umane, per le importanti pagine di storia dell'alpinismo scritte sulle sue pareti, per la grande varietà di paesaggi che ne caratterizzano i versanti e le vallate che ad essa confluiscono. Molto suggestive le immagini proiettate nel corso della serata, commentate con grande competenza e chiarezza dallo stesso Mario Corradini.

18 gennaio - “Canti della Montagna” - a cura di Mario PedrottiQuesto volumetto propone una selezione di canti popolari di montagna tratti dal repertorio del Coro della SAT con il dichiarato scopo di richiamare l'attenzione anche dei più giovani sul valore culturale, storico e sociale che rappresentano queste canzoni dalle cui parole traspaiono la storia, i costumi, il lavoro, i sentimenti che hanno permeato la vita “di una volta”. Ovviamente in sala si sono vissuti momenti di grande emozione all'ascolto di alcuni di questi canti riproposti in registrazioni d'epoca ed accompagnati da immagini storiche.

25 gennaio - “Dalla parte della neve” - Massimo PecciE' la storia, narrata in prima persona, di un fiocco di neve di nome Fiocco: la “nascita” da molecola d'acqua liquida a cristallo, la crescita con le diverse metamorfosi dell'età “adulta”, la “morte” col ritorno allo stato liquido a causa del calore crescente del sole, che però non rappresenta la fine di tutto, ma solo l'inizio di un altro tipo di vita …

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Una serata diversa, per un libretto decisamente particolare, che alterna alla parte narrativa schede tecniche di approfondimento relative allo studio della neve e del ghiaccio. L'autore infatti è un geologo ricercatore, esperto nivologo che, con questo breve racconto, ci ha non solo allietato, ma anche stimolato a riflettere.

1 febbraio - “Vetro – Storia del vetro in Trentino” - Ennio LappiQuesto libro riporta alla luce un'attività che in Trentino fu presente fino alla fine dell'Ottocento, raggiungendo livelli di vera e propria arte, per poi subire un forte declino a causa delle pesanti leve fiscali e burocratiche imposte al Tirolo Italiano per favorire la produzione d'Oltre Brennero.Anche in questo caso la proiezione di numerose immagini relative all'attività delle vetrerie ha accompagnato la presentazione del volume. Laura Ceretti

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GIOVEDI'CULTURALIFUORIPORTA

TORINO 5-6 OTTOBRE150 Anni del CAI

Ottobre è stato teatro di una iniziativa speciale dei “Giovedì Culturali Fuoriporta” con una gita di due giorni a Torino in occasione dei 150 anni di fondazione del CAI. Lo spunto per questa uscita ci è stato dato dal tour ciclo-escursionistico effettuato da due nostri soci insieme agli amici del CAI di Este che in una settimana hanno risalito il Po partendo da Venezia ed arrivando sabato 5 ottobre a Torino dove ci hanno trovato ad aspettarli.

Una bella cerimonia al Museo della Montagna sul Monte dei Cappuccini li ha visti protagonisti con la consegna del gagliardetto e l'applauso di tutti i presenti. Noi, dopo la cerimonia, abbiamo visitato le sale del Museo - dove è ricostruita la storia del CAI e dell'esplorazione della Montagna - ammirando dalla terrazza sommitale il panorama sui tetti di Torino tra i quali si erge l'elegante Mole Antonelliana (peccato il tempo uggioso che non ha permesso di ammirare il vasto anfiteatro montuoso che circonda la città).

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Scesi al Parco del Valentino lo abbiamo poi percorso ammirando l'omonimo Castello (ora sede del Politecnico) ed inoltrandoci poi tra gli stretti vicoli del pittoresco Borgo Medioevale (esatta riproduzione ottocentesca di edifici del XV secolo realmente presenti sul territorio piemontese e valdostano) dominato dalla rocca merlata.

La giornata successiva è stata dedicata alla visita del Museo Egizio dove la vasta collezione di reperti archeologici ci ha condotti attraverso oltre 4000 anni di storia. L'attenzione è stata catturata dai temi della spiritualità e del culto dei morti - elementi peculiari della civiltà egizia - nonché dalla presenza di numerosi papiri ed oggetti di vita quotidiana (utensili, piccoli mobili, abiti, accessori).

Di grande impatto visivo è stata la visione del vasto statuario che raccoglie alcune delle più importanti testimoniante dell'arte egizia. Qui l'imponenza delle statue di faraoni, sacerdoti e divinità, è stata sapientemente esaltata da una accurata scenografia e da un'illuminazione che ne ha evidenziato ogni singolo dettaglio.

In tarda mattinata ci siamo trasferiti alla Reggia di Venaria Reale, giusto in tempo per assistere ad uno spettacolo di giochi d'acqua e musica alla “Fontana del Cervo” che ha

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entusiasmato per la fantasia ed il sincronismo dei getti con il crescendo delle note musicali. La grandiosità di questa dimora, recentemente restaurata, è messa ancora più in risalto dalla quasi totale assenza di arredi che evidenzia tanto la ricchezza degli affreschi e degli stucchi, che lo straordinario asse prospettico delle “sale di parata”.

Passeggiando poi nei vasti giardini che la circondano si sono ammirate le affascinanti prospettive create dai viali e dal grande canale centrale (quasi una fuga verso l'infinito) nonché molti scorci ricchi di colorate aiuole fiorite.

Nonostante le condizioni meteo non siano state delle migliori (comunque siamo riusciti ad evitare la pioggia – ampiamente prevista - che ci ha

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raggiunto solo sulla via del ritorno) e il tempo a disposizione sia volato troppo in fretta, Torino ha colpito tutti - soprattutto coloro che ancora non la conoscevano - per l'eleganza e la sobrietà del centro storico e molti si sono espressi per un ritorno in un prossimo futuro.

Laura Ceretti

La Reggia di Venaria Reale

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GRUPPO SPELEOLOGICO

Relazione Attività 2013

Sono una ventina le uscite fatte dagli speleologi del GSA nel corso del 2013. Nella prima parte dell’anno sono state condotte alcune ricognizioni sul territorio (Val Lomasone, Val Laone e monte Brento) e uscite di accompagnamento di gruppi. Tra queste ultime merita un particolare cenno l’escursione condotta con i ragazzini dell’Alpinismo giovanile nell’Abisso di Lamar. I brevi salti presenti nella prima parte della grotta sono stati attrezzati con vecchie scalette flessibili, permettendo ai giovani escursionisti di apprendere le nozioni basilari dell’andare in grotta.L’arrivo dell’estate ha segnato la ripresa delle esplorazioni nell’Abisso del Laresot, esplorazioni che hanno regalato da subito la scoperta di un nuovo ramo della grotta.

Laresot: primi passaggi Laresot: traverso nel nel ramo nuovo ramo nuovo

Il calo di spessore del deposito di neve-ghiaccio sul fondo del primo pozzo ha permesso di accedere a un condotto che si inoltra per una decina di metri fino a un pozzo profondo 35 m, chiuso sul fondo da un tappo di neve-ghiaccio. Un’attraversata lungo le pareti del pozzo ha permesso di proseguire nell’esplorazione penetrando in una condotta intervallata da qualche salto che termina sull’imbocco di un pozzo di ampie dimensioni,

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profondo una settantina di metri. Sul fondo della voragine, a una profondità complessiva stimata intorno a -110 m, si diparte un meandro che dopo una trentina di metri diviene impraticabile causa le strettoie presenti.

Con l’avanzare della stagione estiva è calata la portata del corso d’acqua che percorre le parti più profonde della grotta. Constatata la buona tenuta dell’opera realizzata a -300 m per deviare le acque di una cascata lontano dalle corde che scendono nel pozzo sottostante, si è potuto proseguire con il lavoro di consolidamento della frana a -550 m di profondità.Le prossime uscite saranno dedicate alla discesa dell’ultimo pozzo il cui fondo non è stato ancora raggiunto.

Laresot: deviazione acque cascata a -300m

Laresot: verso il fondo del ramo nuovo

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CRONACA DI UNA GITA ALPINISTICA NEL LUGLIO 2013GRUPPO DI TESSA – CIME NERE

Cronaca di un giorno un po’ speciale. Mi guardo “dentro”. Dedico del tempo al ragionare in mio favore anche questo è uno dei risultati resi possibili dall’amore per la montagna. Ne sono proprio convinta. Camminare, talvolta in rispettoso silenzio, in un contesto magnifico, in paesaggi da fiaba, favorisce quello stato di pace interiore che consente di parlare a se stessi. E qualche volta lo faccio anche “da per me”, a casa mia. Bene. Dicevo. Mi guardo “dentro” e confronto me stessa con le opportunità che mi si stanno offrendo. Dunque. Il calendario delle gite SAT di Arco parla di un giro alpinistico piuttosto interessante per il 13 e il 14 luglio. Addirittura su Cime Nere, in Austria. Beh! A questo punto non mi basta “guardarmi dentro”. Mi conviene forse guadarmi seriamente anche allo specchio, fisso fisso negli occhi; vado?; non vado? Chiedo consiglio a tutti, taluni mi rassicurano: “vai!!”. Altri, forse un tantino più realistici: “ma stai a casa tua!!”. Bohh…. Nel dubbio telefono ad Andrea che.. senti un po’, mi rassicura affermando: “Vieni! Tanto, nel gruppo c’è un’altra ragazza che è lenta come te”. Carino il fanciullo! Rassicurata? Forse un po’ irrispettoso nei miei confronti? In fondo-in fondo sono una dignitosa signora di “quasi” mezza età. No! Riconosco nelle sue parole una disponibilità amichevole ma realistica. E poi. La mia “personal-guida-alpina” mi sprona a provarci, visto che si sta progettando di affrontare il Gran Paradiso e ritiene che lo possa affrontare tranquillamente. Se lo dice lui, allora ci sto. All’approssimarsi dell’appuntamento, arriva un tremore intimo, dite che si tratta di panico? Si tratta di 1200 metri di dislivello; da affrontare assieme ad un gruppo decisamente più allenato e forte di quanto mi senta io. Non c’è proprio soluzione, devo doparmi. Vado dal farmacista e chiedo consiglio. La sua risposta è “ e star a so casa?” Ma io, testarda come sempre rifiuto la perla di saggezza offerta da questo novello grillo parlante e reagisco protestando: “no, el me deve dar qualcoss, no podo miga esser ultima.” Mi dà delle buste di malto destrine dicendomi di non esagerare che poi non dormo più la notte. Ma che bello pensare di avere in tasca la magica soluzione al mio problema! Emozione, aspettativa, un tantino di brivido. Sensazioni piacevoli, che mi fanno sentire persino quasi giovane, guarda un po’ tu!! Partenza: siamo solo nove e tra gli assenti (forse me lo dovevo aspettare…) c’è proprio quella considerata lenta come me. Forse la realtà mi sta offrendo un modo per presagire qualcosa? Ma siamo matti? Non sono certo una tipa che abbassa il tiro. Ormai sono in ballo e ballo! Si comincia. A dire il vero, e parlando proprio sottovoce, già arrivare al rifugio Martin Busch mi stanca (nonostante le magiche pozioni). Però non lo dico. E quindi non è vero. Ok? Bene. Avanti allora. Però. Mi accorgo di essere

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l’unica che si ferma a riprendere un pochino le forze. Gli altri vanno tutti in giro a fare un po’ di perlustrazione. A cena si costituiscono le “cordate”. Io mi ritrovo assieme a Remo e Daniela. Partenza fissata per le 5.00. Un pizzichino di divertimento nel constatare, poi, che la partenza sarà un tantino ritardata dal fatto che la guida non sente la sveglia. Ehi! Devo fare la cronaca? La faccio! Di che vi lamentate? Obiettiva su tutti i fronti! Ok allora. Partenza “un po’ frenetica”. E finisce anche che lascio nel rifugio un po’ di roba che forse non mi serve. Presto, molto presto, arrivo a verificare che sono l’ultima. Lo so. Lo so, tutti gli altri sono più allenati. Ma cosa diavolo starà facendo quella “lenta come me” che doveva condividere la mia esperienza? Davanti al televisore? Al bar con le amiche? Rio destino! Comunque, grazie anche a qualche aiutino (ah! È proprio nel momento del bisogno che si riconoscono i veri amici) arrivo all’anticima: ora ci si prepara ad affrontare delle roccette. Ma chi me lo fa fare di salire con i ramponi sulle rocce? Mi slego e li

aspetto seduta su un grosso sasso dall’aria particolarmente ospitale. No. Non è per pigrizia. No, assolutamente no. Stanchezza? Ma che dite! È solo che il mio spirito contemplativo mi chiedeva di osservare il panorama: memorizzare tutte le bellezze per poterle poi descrivere a parenti ed amici altrimenti, a che serve

andare in montagna? A faticare solo, io vado in palestra!!! Ma ecco un gran rumore!!! Che succede? REMO!!! È scivolato sulle roccette! Daniela, con notevole presenza di spirito si siede all’indietro per fermarlo ma – niente da fare - lui, “a volo d’angelo”, precipita davanti a me. La corda si tende e con tutto quello spazio disponibile (siamo dentro ad un panorama fantastico, con confini che sanno di immenso: reminiscenze di scuola, scusa…proseguo nel mio compito di cronaca…) E CON TUTTO QUELLO SPAZIO DISPONIBILE, dicevo (ripetizione e stampatello NON sono casuali) la corda si tende proprio sulla mia guancia. E io tornerò da questo fantastico giro con un bel livido blu. Bene finalmente scendiamo. Ed ecco la novità: il pendio che prima avevamo affrontato in diagonale ora si prende per il verso perpendicolare ed io non vedo tacche, non capisco dove appigliarmi, non vedo nulla, vado nel panico. Praticamente per fare 30 metri mi c’è voluta un’ora (forse che qualcuno mi ha dovuto aspettare? Ma che dite! Volevano solo fermarsi ad ammirare un pochino il panorama anche

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loro!!!!!). Ok. Passato questo, ri-attraversiamo la morena. E - meraviglia - tutto il gruppo assume un’andatura più tranquilla. Per fortuna. Mi sento salva, quasi salva. Solo che la tranquillità del percorso consente al boss “l’espressione del giudizio”. Impietoso, inclemente, come una giornata autunnale di pioggia: “bocciata” mi dice Andrea. Neanche ”rimandata”. No! Proprio bocciata: non mi porteranno MAI PIU’ in giri come questo. Che dire? Si, è vero: la tabella prevedeva 4.00 ore per la salita E per colpa mia ce ne sono volute 4.30 e 4.00 per la discesa ma dai! Non dovevamo dirlo a nessuno! E nessuno è arrossito! Neanche le rocce (però mi sovviene un pensiero: vuoi che la favola delle Dolomiti rosa sia dovuta al rossore assunto dalle rocce nel vedere le figuracce fatte da alpinisti bravi come e più o meno di me?). Finalmente arriviamo al Rifugio Martin Busch. Mi sa che Andrea vede la mia faccia affranta. E GIUSTAMENTE si sente i colpa. Almeno un po’, ecco! Di fatto, vedo che mi si avvicina, e prova a consolarmi dicendo che “no, non mi ha proprio bocciata mi ha solo rimandata” (bontà sua!!!! ah! Quanto dobbiamo soffrire a questo mondo! E quanto dovrà soffrire lui. Vedendomi quasi costantemente iscritta anche nei prossimi giri!!!.... **** gli asterischi stanno per un mio sogghigno di soddisfazione un po’ malevola!). Però, io sono talmente stanca che dimentico anche la biancheria che avevo riposto in rifugio. Ma sono felice ugualmente. E spero che anche i miei compagni di cordata ricorderanno con simpatia questa gita. Vero? Io la ricordo persino con “soddisfazione”. Riconosco formalmente –inoltre - la bravura, la capacità, la splendida forma fisica dei miei compagni di avventura. Questo è e vuole essere un complimento. E di questi tempi in cui sembrano essere non più di moda, dovrebbero far piacere e sanare, almeno un pochino, il senso di noia forse (dico “forse”) provata nell’aspettare la ritardataria di quei due fantastici giorni di luglio. Basta. Concludo questa mia cronaca sentendomi una volta di più orgogliosa di essere partecipe “più o meno attiva” di un fantastico gruppo di amici. Grazie allora, e …. alla prossima!

Michela

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VIAGGIO NELLE ALPI ORIENTALI

Alpinismo come forma di esplorazione e di conoscenza. Alpinismo in cui la vetta non è il traguardo, ma un punto nuovo di osservazione. Un punto per vedere cosa c'è oltre: nuove conoscenze, nuove esplorazioni, nuovi territori da attraversare, nuovi punti di osservazione da raggiungere. L'alpinismo diventa un viaggio in cui valli, paesi e montagne costituiscono insieme fonte di esplorazione e conoscenza. Un viaggio durante il quale misurarsi con i propri limiti fisici e mentali. Nella vecchia suddivisione delle Alpi in tre settori, con il termine Orientali si classificava quella porzione di catena alpina compresa fra il Passo del Brennero e la città di Fiume. Porzione al cui interno si distinguono cinque principali gruppi montuosi: le Alpi Noriche e Pusteresi, le Dolomiti, le Prealpi Trivenete, le Alpi Carniche e le Alpi Giulie. Il mio obbiettivo era percorrere un itinerario che collegasse le vette più alte dei cinque gruppi. Alla fine ne è uscito un viaggio di mille chilometri attraverso tre stati, sei regioni alpine e cinque vette. Viaggio che ho percorso in 8 giorni partendo da Arco nel pomeriggio di venerdì 12 luglio portando con me, oltre allo zaino ed alla bicicletta, il gagliardetto speciale del CAI per il 150° di fondazione e quello della SAT di Arco.La prima tappa da Arco a Ospedaletto è una classica che ho percorso più volte, da lì in poi inizia il percorso attraverso valli, paesi e montagne in gran parte sconosciute. È il caso della prima meta del mio itinerario: la Cima dei Preti m. 2.703, montagna più alta delle Prealpi Trivenete. Dalla Valsugana salgo ad Arsiè lungo la vecchia strada con le fortificazioni della prima guerra mondiale. Proseguo per Feltre, Belluno, Ponte nelle Alpi e Longarone. Da Longarone, in cui tutto ricorda l'immane tragedia del Vajont, risalgo verso Erto

passando sopra la diga ormai quasi colma dei detriti franati dal Monte Toc. Dopo la discesa a Cimolais entro in Val Cimoliana, famosa per il Campanile di Val Montanaia, che risalgo fino a Ponte Compol m 729.Nascosta la bici in un boschetto di mughi inizio la faticosa risalita per

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raggiungere il bivacco Greselin a quota 1.988 metri, punto conclusivo di questa prima giornata. Al bivacco, che raggiungo nel tardo pomeriggio e sotto l'immancabile acquazzone, inizialmente siamo solo in due, io ed un giovane stambecco che pascola indisturbato. Poi, mentre la pioggia continua a cadere, giungono alla spicciolata altri due ragazzi, una ragazza ed un cane. Quando all'alba della mattina dopo lascio il bivacco, siamo di nuovo solo io ed il giovane stambecco: lui che pascola tranquillamente, io invece che con un po' di apprensione mi incammino verso la vetta. Le informazioni che sono riuscito a raccogliere sulla via di salita sono scarse, così oltre alla corda mi porto anche picozza e ramponi.Alla fine la realtà, per quanto non banale, ridimensiona le preoccupazioni ed in poco più di un'ora e mezza raggiungo solitario la Cima dei Preti. Scattate le foto di rito inizio senza indugi il percorso di ritorno. Raggiunto il bivacco, ora assolato ed animato, carico lo zaino e riprendo la ripida discesa verso Ponte Compol. A mezzogiorno arrivo a Cimolais nel bel mezzo di una festa paesana che ha riempito il paese ma svuotato il panificio, mi consolo con una barretta e riprendo la strada verso Longarone. Qui giro a nord lungo la statale 51 verso il cuore del Cadore. La giornata è calda e la strada abbastanza trafficata, le gallerie si alternano a viadotti e tratti rettilinei dove ogni tanto incrocio qualche altro amante delle vacanze in bicicletta. Poco prima di Auronzo vado a destra e con la lunga galleria Comelico raggiungo S. Stefano di Cadore. Alto Cadore e Comelico, terra di confine e di contatto con altre tre importanti regioni alpine: a ovest l'Alto Adige, a nord il Tirolo austriaco, a est la Carnia. Ed è proprio in quest'ultima che mi dirigo, ancora una ventina di chilometri ed arrivo al valico alpino di Cima Sappada, a quota m 1.292. Da una parte il Veneto, dall'altra il Friuli, la discesa mi porta a Forni Avoltri a quota 880 m e per concludere la mia giornata devo arrivare al Rifugio Marinelli a 2.113 m, così accantonate le voglie che la locale pizzeria mi aveva risvegliato proseguo per Collina ed il rifugio Tolazzi dove termina la strada asfaltata. Il giovane gestore mi da modo di non rimpiangere la pizza che ho lasciato per strada e devo dire che professionalità e cortesia sono stati una costante dei tanti rifugisti che ho incontrato anche successivamente sia nelle Alpi centrali che occidentali. Molti di essi accomunati dalla scelta di abbandonare attività lavorative anche più sicure

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per dedicarsi con passione alla gestione di un rifugio alpino. È ormai notte fonda quando arrivo al termine della lunga sterrata che mi porta al Rifugio Marinelli. Ad aspettarmi trovo il gestore, giovane anche lui, è stato ad Arco alcune volte, arrampicata, canyoning e bicicletta sono le sue passioni. Di buon mattino imbocco il sentiero che dalla forcella Moraret sale lungo le pendici del dosso erboso alle spalle del rifugio. Il sentiero prosegue evidente e ben segnato fino al canalone che scende dalla forcella tra il Monte Coglians e l'anticima est. Metto i ramponi e lo risalgo fino alla base

delle roccette che costituiscono l'ultimo ostacolo per la cima. Il Monte Coglians m 2.732, montagna più elevata delle Alpi Carniche, è posto sulla cresta di confine fra Austria ed Italia. In lontananza Passo di Monte Croce Carnico m 1.360, valico che mette in comunicazione la Carnia e la Carinzia. Ed è proprio da lì che dovrò poi passare, evitando se possibile di

scendere in fondo valle per poi risalire al passo. Al rifugio raccolgo le informazioni necessarie ed inizio la discesa. La sterrata che parte poco sotto al rifugio mi fa perdere velocemente quota ed a circa 1.200 m una deviazione prima pianeggiante poi in ripida salita mi porta al Passo. Con una lunga discesa fino a Mauthen, intervallata da qualche fastidioso saliscendi, raggiungo la pista ciclabile che in circa 60 chilometri dovrebbe portarmi a Hohenthurm piccolo paese austriaco alle porte del Tarvisio. In realtà la ciclabile lungo il fiume Gail non è completa e così per evitare lunghe deviazioni seguo strade arginali che mettono a dura prova la resistenza della mia bicicletta. Superato indenne questo lungo tratto, nel tardo pomeriggio sono sulla strada che mi riporta in Italia. Passo per l'ex barriera doganale di Coccau, ormai abbandonata, e raggiungo Tarvisio m 732. Mancano ancora una cinquantina di chilometri all'arrivo di tappa così, fatto rifornimento di viveri, riprendo la strada per il valico di Fusine. La ciclabile segue il tracciato della vecchia linea ferroviaria Tarvisio-Lubijana: prima in leggera salita fino al valico a quota m 850, poi inizia a scendere ed oltrepassata Kranjska Gora mi porta a Mojstrana m 630. A destra si dirama la strada che risale la Val Vrata al termine della quale si trova l'Aljazev Dom. Il grande rifugio sorge a quota 1.013 m e tra il personale che lo gestisce la signora Marjeta parla italiano e conosce alcuni Soci della SOSAT. Siamo nel Parco Nazionale del Triglav (Tricorno).

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Il Triglav è il monumento nazionale sloveno e secondo la tradizione ogni sloveno dovrebbe salirlo almeno una volta nella vita. Inizio la mia lunga escursione salendo dal sentiero Prag ed in circa tre ore raggiungo il rifugio Triglavski Dom m 2.515. Finora ho incontrato pochissime persone ma da qui in avanti e lungo tutta la cresta est è un via vai continuo di persone che scendono e salgono dalla sommità. È una moltitudine variegata per età, genere, abbigliamento ed attrezzatura accomunati però dall'appartenenza alla giovane nazione slovena. Mischiandomi a questa folla eterogenea raggiungo anch'io la vetta del Triglav a 2.863 metri massima elevazione delle Alpi Giulie. Sulla vetta,

come sempre, c'è solo il tempo per qualche foto ed è già ora di ripartire. Ritornato al rifugio riprendo la bici e ripercorro a ritroso la strada fatta ieri, una breve tappa a Tarvisio per le provviste e rientro in Austria. Pur avvicinandosi la sera oggi vorrei risalire fino a Mauthen per ridurre un po' la lunghezza della tappa successiva. È ormai notte, la pista corre attraverso campi coltivati e boschi ripari tra i quali ogni tanto appaiono le acque scure della Gail. Il frontalino illumina la pista per qualche metro, tutto intorno è buio e silenzio. I miei pensieri sono concentrati sulle prossime necessità: quanto manca all'arrivo, dove dormire, la strada per il giorno dopo, incontrerò qualcuno a cui porre queste

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domande.. Si dice che la fortuna aiuti gli audaci. La prima risposta arriva quando attraverso la piazza di un paesino avvolto nell'oscurità e ne riconosco la fontana dove mi sono fermato il giorno prima, da qui dovrebbero mancare non più di dieci chilometri all'arrivo. A Mauthen arrivo poco prima di mezzanotte, dormono tutti, ma la fortuna ha la forma di due ragazze sedute su una panchina lungo la strada principale. Usando buona parte delle lingue europee riusciamo a capirci, così si offrono di accompagnarmi alla ricerca di un albergo e mi indicano la strada che dovrò imboccare il giorno dopo. La prossima meta del mio itinerario è il Gran Pilastro m 3.510 la montagna più alta delle Alpi Noriche e Pusteresi. La mattina dopo raggiungo Lienz, percorro la ciclabile fino a Dobbiaco e da qui a Brunico. Sono circa 120 chilometri senza particolari difficoltà, a parte il tratto ciclabile affollato di ciclisti che la percorrono in senso contrario. Da Brunico imbocco la Val di Tures, poi la Val dei Molini fino al lago di Neves a quota 1.856 m. Finora le condizioni meteo sono state favorevoli, ma il bel tempo degli ultimi giorni sembra volgere al termine. Imbocco il sentiero che inizialmente

costeggia il lago e per un erto gradone boschivo raggiungo i pascoli superiori. Qui si scatena il temporale. Accompagnato dal buio e dalla pioggia battente raggiungo il rifugio Ponte di Ghiaccio posto a quota 2.545 m. Il percorso che porta alla vetta attraversa il ghiacciaio del Gran Pilastro e raggiunta la cresta SW lungo di essa sale alla vetta. La pioggia

intensa della notte ha cancellato le tracce lungo il ghiacciaio e per attraversarlo percorro un lungo semicerchio cercando di abbassarmi il meno possibile. Salita l'erta ed esposta crestina finale raggiungo la vetta. Il panorama è stupendo ma offuscato da nuvoloni che non promettono nulla di buono. Inizio la discesa e la pioggia mi riprende quando sono ormai vicino al Lago di Neves. Non è un semplice temporale e questo mi preoccupa un pò. Sciolgo i dubbi con una telefonata all'amico Gianluca. Domani bel tempo!...almeno fino al pomeriggio. Con questa certezza riprendo la bici ed inizio la discesa verso Brunico. Da Brunico impiego quasi due ore a raggiungere Corvara, è quasi buio ed ha ripreso a piovere. Il progetto di salire il Gardena, poi il Sella e di lì scendere a Canazei entro

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oggi, devo accantonarlo. O mi fermo qui e riparto domani o mi concedo una deroga e trovo un passaggio per raggiungere oggi la mia destinazione. La decisione non è facile ma alla fine opto per il passaggio. La mattina dopo di buonora salgo verso la Regina delle Dolomiti, ultima vetta del mio viaggio. Pensavo di salire dalla cresta ovest ma la ferrata è ancora chiusa per la neve, così dal Passo Fedaia seguo il sentiero fino al Pian dei Fiacconi e lungo il ghiacciaio raggiungo la vetta della Marmolada m 3.342. Quando riparto da Fedaia sono le tre del pomeriggio e la pioggia

mi accompagna lungo le Valli di Fassa e Fiemme. In Val di Cembra è tutto un gioco a rimpiattino con il temporale, a volte arrivo quando è già passato, altre arriva quando passo. Sopra la piana di Trento i fulmini si rincorrono illuminando la notte come in uno spettacolo pirotecnico. Ma ormai il viaggio volge al termine. Dopo il Passo S. Giovanni, l'ultima salita mi porta in piazza della chiesa. È mezzanotte di venerdì 19 luglio, una settimana esatta da quando sono partito. Una settimana in cui lo spazio ha prevalso sul tempo, la lentezza sulla velocità, la volontà sulla rassegnazione, l'organizzazione sull'improvvisazione, la fortuna sulla....

Fabrizio MioriCAAI SAT Arco

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150 VETTE PER I 150 ANNI DEL CAI(1863-2013)

“Tra i numerosi eventi organizzati per festeggiare i 150 anni del Club Alpino Italiano non poteva mancare qualcosa che ricordasse le origini stesse del Sodalizio e cioè la salita del Monviso ad opera di Quintino Sella. Si è pertanto ritenuto che la ripetizione di quell'ascensione fosse un momento indispensabile per un collegamento ideale con i fondatori del Club, ma per dare un significato ancora più ampio e coinvolgere quanto più possibile il corpo sociale, in tutto il territorio nazionale, si è pensato di non limitarsi alla salita del Monviso, ma di salire altre 149 cime per ricordare degnamente un anniversario così importante... Individuate le cime bisognava poi anche salirle e per questo abbiamo scelto una data, il 7 luglio 2013.” Dall'introduzione di Giacomo Stefani (Presidente del Club Alpino Accademico Italiano) al volume “150 Vette”.L'organizzazione delle salite era demandata ai gruppi regionali del CAI geograficamente più vicini alle montagne in elenco. I salitori di ogni vetta dovevano poi inviare al coordinatore del progetto una breve scheda descrittiva della salita ed alcune foto. Le salite di tutte le 150 vette sarebbero poi state riportate in un volume stampato per l'occasione. Vista però la difficoltà a completare l'elenco delle salite, in particolare per quelle di maggior impegno alpinistico, sono stati coinvolti anche i Soci del Club Alpino Accademico. Così, quando ho ricevuto l'elenco delle vette ancora libere e l'invito a partecipare all'iniziativa salendone almeno una, ho risposto immediatamente prenotando quelle per me più significative. L'idea, ovviamente, era quella di riuscire ad abbinare alla salita l'avvicinamento in bicicletta.Ne ricordo un paio: la prima della stagione e la più significativa per l'anniversario...

Campanil Basso m. 2.883.L’idea mi attirava da un paio d’anni ma non ero ancora riuscito a trovare un compagno con cui condividerla, poi parlandone con Davide Tosi, l’idea ha preso forma. Ritrovo a mezzanotte di venerdì 5 luglio in piazza a Dro, sotto un cielo che nonostante le promesse dei meteorologi più affermati non prometteva nulla di buono… ed infatti, fatti neanche due chilometri, è iniziato un temporale

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che ci ha mantenuti freschi per tutta la notte. L’itinerario che abbiamo seguito in bici si è sviluppato lungo ciclabile fino a Sarche, poi lungo la strada del Limarò fino al ponte dei Serbi, Villa Banale, S. Lorenzo in Banale, Molveno. Da Molveno lungo la sterrata che sale al Rifugio Croz dell’Altissimo dove, dopo circa 3 ore sui pedali, abbiamo lasciato le biciclette. Ripartiti a piedi siamo saliti al Rifugio Selvata e da qui al Rifugio Pedrotti m 2.491 accolti dalla cordiale ospitalità della famiglia Nicolini. Cordiali ed intraprendenti! Nei giorni precedenti infatti tutta la famiglia Nicolini aveva spalato neve lungo la via delle Bocchette per consentirne la percorribilità. E di queste fatiche beneficiamo anche noi perché, nonostante la neve ancora presente sia veramente tanta, proprio seguendo la via delle Bocchette riusciamo a raggiungere l’attacco della via normale del Basso.

La normale del Basso sale a spirale toccando tutte le facce del Campanile, secondo il vecchio principio di cercare il facile nel difficile. Si parte sulla parete Sud superando la parete Pooli e si esce in vetta da Nord per la parete Ampferer. Abbiamo iniziato la nostra salita verso le 8.00 e in circa 3 ore abbiamo raggiunto la cima del Campanil Basso. Dopo le foto di rito e le firme sul libro di vetta, la nostra era la dodicesima salita dall’inizio della stagione estiva, abbiamo iniziato la discesa e con 9

corde doppie, siamo tornati alla base del Campanile. Calzati di nuovo gli scarponi abbiamo ripreso la via di casa ripercorrendo l’itinerario fatto all’andata.

Monviso m. 3.841.Prima di tutto c'era il Monviso. Perché prima dei vari progetti cicloalpinistici dell'estate avevo pensato alla salita del Monviso come modo personale di ricordare i 150° del CAI. Poi ho allargato il campo comprendendo le montagne più alte dei vari gruppi montuosi delle Alpi. E così al Monviso sono arrivato sabato 17 agosto. Sono partito verso mezzogiorno da Terme di Valdieri, in mattinata avevo salito la Cima Sud dell'Argentera m. 3.297, la vetta più elevata delle Alpi Marittime. Da lassù il Re di Pietra si stagliava perfettamente sopra le valli piemontesi coperte di nebbie, un chiaro invito a raggiungerlo! Ritornato al Rifugio Remondino ed al Pian della Casa del Re ho ripreso la bicicletta ed iniziato la discesa che lungo la Valle Gesso porta

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a Cuneo. Da Cuneo a Saluzzo e di qui lungo la Valle del Po fino a Crissolo ultimo paese della valle. Poi in ripida salita fino al Pian del Re dove nasce il Po. Lasciata la bici in circa due ore e mezza ho raggiunto il rifugio Quintino Sella. Di nuovo la sensazione di essere a casa... è quasi mezzanotte eppure qualcuno mi sta aspettando. I gestori avvisati dalla Franca del rifugio Remondino mi preparano anche la cena! Anche qui la tanta neve, rimasta fino alla fine di luglio, ha ridotto notevolmente la presenza di escursionisti, ma da un paio di settimane si è tornati al tutto esaurito.

Il tempo di infilarsi sotto le coperte ed è già ora di alzarsi, alle quattro infatti al rifugio c'è aria di partenza. Qualche cordata è diretta alla cresta est e qualcuno è già partito per la normale ma non vedo luci davanti a me. Salendo verso il Passo delle Sagnette intravedo ogni tanto la luce di qualche frontalino che mi precede. Dal Passo si scende nel vallone un tempo occupato dal ghiacciaio di Viso e si risale verso il bivacco Andreotti a quota 3.225 m. Sopra il bivacco inizia la parte più tecnica della salita: prima il minuscolo ghiacciaio Sella dove devo calzare i ramponi e poi la lunga ed articolata parete sommitale. La salita non è banale ed anche se non supera il secondo grado, costringe alla massima attenzione sia per l'esposizione di molti passaggi che per la ricerca dell'itinerario migliore. Le altre cordate che ho raggiunto sono rimaste un po' indietro e così dopo circa quattro ore dalla partenza raggiungo solitario la vetta del Monviso. La montagna più alta delle Cozie. Il Re di Pietra dalle cui rocce sgorga la sorgente del Po. La vetta sulla quale Quintino Sella, un secolo e mezzo fa, determinò la fondazione del Club Alpino Italiano. Difficile pensarci quando ti aspetta una lunga ed impegnativa discesa. Difficile non pensarci quando seduto su una panchina della stazione di

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Savigliano aspetti il treno e, guardando la bicicletta, ripensi alla giornata appena trascorsa. Ma nel volume “150 Vette” non ci sono soltanto montagne impegnative. D'altra parte stilare l'elenco di 150 vette che rappresentino tutto il territorio nazionale, isole comprese non è certo stato facile.E così accanto alle montagne più conosciute e di interesse prevalentemente alpinistico, trovano posto altre vette meno famose ma importanti per gli escursionisti locali. La lettura del volume è quindi un'immersione storico-geografica nell'intero territorio nazionale, alla ricerca magari di qualche suggerimento per nuove salite.Presso la nostra sede sono disponibili alcune copie del volume “150 vette”, quindi chi fosse interessato vi si può rivolgere per l'acquisto.

Fabrizio MioriCAAI SAT Arco

In vetta al Monviso

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SERATA 9 MARZO

L'idea originaria era stata quella di ricordare la “Giornata della Donna” mediante un incontro collettivo a San Giovanni al Monte: una tranquilla passeggiata al mattino, una gustosa spaghettata nell'accogliente Baita Cargoni ed infine un pomeriggio “importante”, dedicato ad alcune letture con al centro la figura della donna. Una proposta interessante, realizzabile grazie alla disponibilità di Patrizia Pachera, offertasi come “voce narrante”.Le avversità meteorologiche hanno costretto ad un cambio parziale del programma, senza peraltro dover rinunciare all' “incontro letterario”.Ecco spiegata la presenza di tutti noi, riuniti nella Sede di via Sant'Anna per un pomeriggio molto particolare ….La inconfondibile voce di Patrizia – vera maestra di recitazione – si espande modulata sull'uditorio, riportando le narrazioni di varie esperienze “al femminile” vissute da alcune alpiniste trentine che le hanno rammentate attraverso le loro pacate riflessioni ed i simpatici aneddoti - raccolti durante una vita dedicata al mondo alpino - sovente declinati “solo” al maschile.Ulteriore commozione suscita la lettura relativa alla figura di Maria, madre di Gesù, così come viene descritta da Erri de Luca. Lo scrittore riporta un'immagine, così estremamente semplice come intensamente carica di pregnante umanità, di questa Donna investita di un ruolo tanto grande quanto fors'anche per essa stessa inesplicabile. Senza dubbio l'espressività e la dolcezza della voce di Patrizia rendono ancora più suggestiva l'atmosfera che grava nella sala.In seguito si ritorna ad un clima più rilassato attraverso i simpatici e divertenti “quadretti familiari” profusi con sagacia ed umorismo da Giovanni Guareschi, una “penna” arguta che stimola il sorriso e strappa spontanee risate agli intervenuti.La riunione termina in gloria, con un'abbondante merenda e con la manifesta intenzione di rinnovare tale esperienza, molto apprezzata da tutti i partecipanti (una trentina circa) che hanno quasi costretto Patrizia alla promessa di sue future adesioni in altre occasioni simili.

Laura Ceretti

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PROTAGONISTA PER UNA SERA

Il 12° Concorso è partito e proponiamo a suggello dell'attività finora svolta l'articolo pubblicato sul giornale l'Adige del 24 aprile.“Serata conclusiva della kermesse «Protagonista per una sera» venerdì scorso nella sede Sat di Arco con tanti simpatizzanti, organizzatori e amici.Giunto all’undicesima edizione, il concorso ha dalla sua la freschezza dellavoglia di mettersi in gioco, nonché i diversi modi di affrontare il tema delviaggio e dell’avventura. Nel corso dei numerosi appuntamenti che si sono susseguiti da novembre ad aprile, e tutti molto affollati (si parla di 150 presenze in media a serata),sono stati esplorati i sette mari e i quattro angoli della terra, a caccia dicime inviolate, farfalle, donne velate e genti misteriose, tanti viaggi vicinie lontani raccontati con la passione di chi ha voglia di fare tesoro delleproprie esperienze.Dopo un duello con lo splendido documentario ambientato in Yemen «Gioielli di pietra e grattacieli di sabbia» presentato da Cesare Linoto di Padenghe sul Garda, la vittoria è andata a Roberto Leonardi di Civezzano per il suo «La Patagonia - Trekking sullo Hielo Continental Sur Parco de los Glaciares – Santa Cruz», avventurosa traversata all’ombra di Cerro Torre e Fitz Roy, un viaggio deciso una sera tra amici tra le mura del rifugio Stivo.Era l’estate del 2007 e Roberto Leonardi - che ora gestisce il rifugio Potzmauer di Grumes - si è trovato con Silvano Moratelli, Adriano Predelli e Giorgio Salomon con un’idea fissa, la Patagonia. Da lì è partita l’organizzazione di attrezzatura, itineraio, tempistica, per un viaggiodecisamente impegnativo, senza trascurare l’età dei partecipanti: «In 4facevamo 250 anni», come scherza Leonardi.Il terzo posto è invece andato a Francesco Pandolfo di Padova per il suo«Islanda: tra ghiaccio fuoco e geologia», mentre il quarto posto è andato adAldo Frisinghelli e Stefano Paglia, di Rovereto, che hanno presentato «AltoAdige fra Sacro e Profano». Infine, Paolo Trainotti di Ala con «Eiger - crestaest» ha conquistato il quinto posto e Andrea Tonezzer di Trento con «Paesaggi australiani» si è aggiudicato un sesto meritato posto. Ma tanti altri sono stati gli entusiasti partecipanti che hanno volutocondividere le proprie impressioni di viaggio, a metà strada tra i reporter e

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gli esploratori, sempre curiosi e amanti della natura. Pierino Avesani diMoriche ha presentato «Isolabella Lampedusa - Linosa», mentre Giovanni Goi di Arco ha documentato la migrazione della farfalla Monarca dal Canada al Messico. La terra della volpe artica è stata raccontata da Giorgio Bonafini di Fumane (Verona); Caterina Borgato di Mirano (Venezia) ha raccontato la storia di «Mongolia, nella terra degli uomini liberi», mentre Claudio Verza di Cavedine si è immerso nel canyon del Sarca con «Acqua, roccia e una striscia di cielo». Spazio alla musica con il Coro Korasong di Riva del Garda, mentre Barbara Goio, con «Epiro mon amour» ha voluto raccontare della zona montuosa al confine tra Grecia e Albania. Aria di mare con Giovanna Gambin di Arco che ha portato le sue «Isole Eolie» e Manuel Giuliani di Riva del Garda che ha allargato gli orizzonti con «Australia on the road». Marzo e aprile hanno visto Barbara e Mauro Spezia di Siena alla scoperta delle Egadi; Gianfranco Pivi di Chiampo (Vicenza) si è spinto «Sui monti della Grande Guerra: il Pasubio»; Roberto Bordin di Tenno con «Danubio 2012» ha raccontato il suo viaggio in bicicletta dalla Svizzera alle foci del Danubio proseguendo verso la Turchia, per gran parte ospitato tramite CouchSurfing. A coordinare il tutto gli instancabili organizzatori Alberto Trenti, Claudio Brambilla, Renzo Tonetta e Francesca Paternostro, mentre prosegue anche il sodalizio con Telepace che manda in onda molte delle puntate di «Protagonista», registrando sempre un ottimo ascolto.

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Ma questa specie di festival dell’avventura è anche un momento di solidarietà: nel corso delle serate sono stati venduti i biglietti per la lotteria asostegno della Scuola Randepu in Nepal, un progetto curato dalla Associazione Ciao Namastè. La lotteria ha raccolto oltre 1200 euro che verranno consegnate all’alpinista Mario Corradini nel corso di un incontro che si terrà, sempre alla sede della Sat di Arco, il prossimo 17 maggio.”

informazioni:[email protected]

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IL CORO CASTEL IN TOUR CONCERTISTICO NELLA REPUBBLICA CECA

Dal 12 al 16 settembre il Coro Castel sezione SAT di Arco è stato in tour nella Repubblica Ceca per effettuare una serie di appuntamenti concertistici che si sono tenuti a Praga, Olomouc e Rymarov. La trasferta del Coro Castel sezione SAT di Arco a Praga è stata realizzata grazie alla collaborazione organizzativa di più associazioni, sia di Arco, sia di Praga e dintorni e nasce dalla vicinanza fra Arco e la Cecoslovacchia su molteplici fronti, oltre che al supporto organizzativo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Arco. Arco e Praga sono in primis legate a seguito del tragico evento avvenuto il 22 settembre 1918 quando 4 giovani legionari cecoslovacchi vennero trucidati in località Prabi di Arco per avere combattuto gli austroungarici a fianco dell'esercito italiano e perciò considerati disertori. Il martirio di queste 4 giovani vite, Antonin Jezek, Josef Jiri Slegt, Vaclav Svoboda e Frantisek Karel Novacek, viene ricordato tutti gli anni con un momento commemorativo ad Arco, proprio sul luogo del loro sacrificio, alla presenza delle massime autorità arcensi e della Associazione Legionari Cecoslovacchi di Praga. Un ulteriore elemento di legame fra Arco e Praga è dato dal condividere la mano dell'architetto imperiale Giovanni Maria Filippi da Dasindo che disegnò la ri-progettazione della revisione della Chiesa Collegiata di Arco nel 1613 e intervenne allo stesso modo a Praga per la progettazione nel corso del 17° secolo della Porta Matthias, ingresso del Castello di Praga. Arco è inoltre città amica di Rymarov e grazie alla vicinanza fra queste città il Coro Castel effettuerà alcuni concerti a Olomouc e Rymarov stessa.Il programma delle giornate è stato particolarmente denso di impegni a partire da venerdì 13, con la Commemorazione dei Martiri Legionari presso il Cimitero di Olsany di Praga, alla presenza della massime autorità locali, a partire dal Colonello Milan Bachan e dai maggiori rappresentanti del Ministero della Difesa della Repubblica Ceca. Erano anche inoltre presenti in rappresentanza del Comune di Arco l’Assessore alla Cultura Massimiliano Floriani, Giuliano Pellegrini, assessore e già sindaco del Comune di Ledro, la presidente dell'Associazione degli “Amici di Ledro” di Praga Jaroslava Otipkova, l'ex ambasciatore a Roma Vladimir Zavazal e Lino Rosà, presidente del comitato «Arco Obiettivo Europa». Successivamente il Coro, sempre diretto dal M°. Enrico Miaroma, si è esibito presso la Chiesa militare di Giovanni Nepomuceno in un repertorio di canti legati alla montagna e alla guerra. Il giorno successivo ha visto il Coro Castel impegnato in una breve esibizione presso la Cattedrale di S. Vito, nel cuore del Castello di Praga, mentre la

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domenica il Coro si è trasferito a Olomouc per un concerto e quindi a Rymarov, dove è stato ospite della cittadinanza di Rymarov e ha incontrato il coro locale Vox Montana e l’orchestra Zuskaband della Scuola Artistica di Rymarov. L’attività del Coro Castel prosegue con la conclusione delle registrazione del suo ultimo lavoro discografico, che riprende in parte brani tratti da repertorio classico di montagna e della SAT e in parte propone le esecuzioni di una serie di brani tratti dalla pubblicazione “Quadri a do’ passi da ‘l Stif”, una raccolta di 20 composizioni per coro maschile scritte su commissione del coro stesso nello scorso 2010. Il disco sarà il primo tassello di una serie di iniziative che nel corso del 2014 porteranno il Coro Castel a festeggiare il 70° Anniversario di Fondazione.

Lisa Zuanazzi

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ESCURSIONE BOTANICA

Cari soci, anche quest'anno qualche riga per raccontarvi delle uscite con il

nostro botanico Costantino Bonomi. La scelta, per la stagione 2013 era caduta su due luoghi vicini a noi: il monte Gazza per osservare l'Hypochaeris facchiniana e le Prealpi Ledrensi, da Valvestino a Bondone di Storo, per conoscere l'Erba del Garda (Telekia speciosissima) e l'Aquilegia del Garda (Aquilegia thalictrifolia).Il ritmo delle stagioni non rispetta sicuramente il calendario gite della Sat di

Arco. L'estate 2013 è arrivata molto in ritardo: l'uscita sul monte Gazza, splendido belvedere sul Brenta circondato per l'occasione da una grigia foschia, è stata un bel percorso ad anello, da Margone a Margone, allietato da una bella fioritura, molte zecche e qualche timida piantina di Hypochaeris, ancora lontana dalla fioritura, e solo l'occhio professionale di Costantino l'ha potuto individuare e distinguere tra la vegetazione.

Nelle uscite che si sono susseguite in questi ultimi anni, Costantino Bonomi ci ha resi partecipi del programma messo in atto dal Museo Tridentino di Scienze Naturali diretto alla tutela ed alla conservazioni di specie in via di estinzione o rare. Di queste specie vengono conservati i semi nella Banca del Germoplasma del Trentino. L'Hypochaeris ha la particolarità di essere un endemismo alpino, con poche popolazioni rinvenute soltanto nel territorio della provincia di Trento (a parte una stazione in provincia di Belluno), nelle praterie d'alta quota del Cadria e delle Dolomiti di Brenta. Sul Gazza si ritrova una delle popolazioni più numerose. Le fotografie, fatte da Ivana, documentano solo l'uscita sul Gazza perché un caldo eccezionale ed inconsueto, anche per agosto, ha reso improponibile la traversata sulle Prealpi Ledrensi.

Francesca

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BOSCO CAPRONI

UN'OASI NATURALE A DUE PASSI DAL CENTRO DI ARCO

Con il termine “Bosco Caproni” si intende un'area boschiva estesa per circa 44 ettari e collocata sul dosso di Vastrè. Il Comune di Arco nel 1966 ha acquistato quest'area di grande interesse ambientale, denominata appunto “Bosco Caproni” in onore del suo precedente proprietario - l'ing. Gianni Caproni - geniale pioniere della industria aeronautica.L'area comprende una serie di emergenze molto suggestive, sia naturalistiche che storiche: falesie, piante di ulivo centenarie, boschi di leccio, numerose e caratteristiche specie vegetali ed animali, fenomeni carsici e geologici, antiche cave di oolite e trincee della prima guerra mondiale... senza dimenticare che sotto la superficie del bosco si sviluppa la nostra grotta più famosa, il Bus del Diaol!Diversi sono i sentieri che la percorrono. L'itinerario principale parte dalla falesia Policromuro, ma la sommità può essere raggiunta anche partendo dalla Moletta effettuando un percorso ad anello per apprezzarne le varie particolarità. Sulla sommità del dosso, in un luogo riparato, la ditta Giovanni Meneguzzi aveva costruito due case per dare ospitalità agli operai che lavoravano nelle cave, case che sono state abbandonate verso la fine del secolo XIX, con la cessazione dell'attività estrattiva della pietra.Una delle due case è stata oggetto negli anni scorsi di un intervento di ristrutturazione, che la ha resa potenzialmente agibile, mentre l'altra casa è tuttora un rudere.

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Dopo l'esecuzione dei lavori, la casa risistemata non è stata tuttavia utilizzata, se non in qualche rara occasione. Da alcuni anni la S.A.T. svolge attività didattiche con i giovani e con le scuole del territorio frequentando regolarmente il Bosco Caproni. Solo per citare due esempi particolari, ricordo i festeggiamenti per il 140° di fondazione della SAT con il concerto del Coro Castel nelle cave di Oolite e, sempre nella stessa scenografia, la proiezione del film “L'intruso” durante l'ultima edizione del Giocalp, la più importante manifestazione regionale di Alpinismo Giovanile. Durante le nostre frequenti escursioni in zona abbiamo avuto modo di registrare il costante degrado dell'area causato sia da comportamenti scorretti (campeggio abusivo nelle cave, passaggio frequente di bici e moto lungo i sentieri), sia dall'assenza di interventi di manutenzione periodici.Per tutte queste ragioni abbiamo pensato che forse il nostro Sodalizio poteva farsi promotore di un'iniziativa che, garantendo una maggiore presenza in zona, diventasse strumento di maggiore valorizzazione e controllo dell'area. Ne abbiamo parlato anche con gli amici dell'Associazione Nazionale Alpini, che tanto hanno lavorato nel ripristino delle vecchie trincee, trovando la loro condivisione ed il loro appoggio. Abbiamo così presentato una richiesta formale all'Amministrazione comunale di Arco per ottenere l'affido in comodato gratuito della casa e degli immediati dintorni. Contestualmente abbiamo chiesto la possibilità di realizzare alcuni interventi di miglioramento per l'accesso all'area e per consentire un miglior utilizzo dell'immobile.

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Dopo alcuni incontri per definire i dettagli del contratto e le modalità di intervento per le opere richieste, nel corso dell'estate abbiamo stipulato il contratto di gestione con una durata iniziale di sei anni. L'Amministrazione comunale nell'arco dei prossimi mesi si è impegnata a realizzare le opere concordate, da parte nostra abbiamo già iniziato le escursioni didattiche con le scuole che proseguiranno per tutto l'anno scolastico. Per la fine dell'estate abbiamo inserito nel calendario delle nostre attività sociali una giornata al Bosco Caproni dedicata a Soci e non Soci con visite guidate, concerto del Coro Castel ed altro ancora...Le idee camminano con le gambe delle persone! E questo assunto vale ancor più per le cose nuove che hanno bisogno di maggior sostegno e condivisione per farle procedere, quindi se qualche volonteroso appassionato volesse contribuire all'attività del Bosco Caproni... si faccia avanti, c'è posto!

Fabrizio Miori

Concerto del Coro Castel al Bosco Caproni

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TESSERAMENTO 2014 L'iscrizione alla S.A.T. deve innanzitutto comportare la condivisione dello statuto del nostro sodalizio che all'articolo 1 cita:

“La SOCIETA' DEGLI ALPINISTI TRIDENTINI (S.A.T.), associazione munita di personalità giuridica di diritto privato, è stata fondata in Madonna di Campiglio nell'anno 1872 per iniziativa di Nepomuceno Bolognini e Prospero Marchetti; è una libera associazione di persone, operante nella provincia di Trento; è strumento di unione fra l'esplorazione sportiva dei monti e l'antica cultura delle valli ed ha per scopo l'alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, soprattutto trentine e la tutela del loro ambiente naturale.”

Le quote associative per il 2014 sono fissate in:

Euro 40,00 socio ordinarioEuro 18,50 socio famigliareEuro 12,00 socio giovaneEuro 6,00 socio giovane - 2° figlioGratuito socio giovane - dal 3° figlioEuro 4,00 costo tessera nuovo socio

La quota di associazione comprende:• copertura per il Soccorso Alpino anche in attività personale;• assicurazione infortuni nelle attività istituzionali organizzate da

CAI/SAT;• agevolazioni nei rifugi CAI/SAT;• solo per i soci ordinari, spedizione della rivista mensile del CAI

“Montagne 360°” e del “Bollettino SAT” quadrimestrale.

La tessera e la relativa copertura assicurativa scadono il31 marzo 2015

Per rinnovi e nuove iscrizioni:

LIBRERIA CAZZANIGAArco - Via Segantini, 107

Tel. 0464 531122

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