SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi...

31
SAPORE DI FIABE

Transcript of SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi...

Page 1: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

SAPORE DI FIABE

Page 2: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

© 2015 Cart’Armata edizioni SrlTerre di mezzo Editorevia Calatafimi 10, 20122 MilanoTel. 02-83.24.24.26e-mail [email protected]

Direzione editoriale: Miriam GiovanzanaCoordinamento editoriale: Sara Ragusa

Stampato nel mese di maggio 2015 Stampatori della Marca, Castelfranco Veneto (Tv)

Questo libro è stampato su carte dotate di certificazione FSC®, che garantisce la provenienza della materia prima da fonti gestite in maniera responsabile.

Gruppo di lavoro:Centro Come, Cooperativa Farsi ProssimoIdeazione del progetto e cura dei testi: Graziella Favaro Coordinamento del progetto e delle scuole: Michela Casorati

Attività di animazione e di laboratorio con i bambini nelle scuole: Cooperativa Pandora, Simona Platè e Pap Khouma Titolarità del progetto: Consiglio di Zona 8 - Milano

Stampa e diffusione del testo: Coop Lombardia con la collaborazione di Terre di mezzo Editore

INDICE

LA VERA STORIA DEI POP-CORN ...PAG11

UNA TORTA PER LE STELLE .... 15

LA ZUPPA DI SASSO .... 20

PERCHÉ IL RISO SI CHIAMA PALAY .... 27

I TRE DESIDERI DELLA VOLPE .... 30

LA TARTARUGA E LA SCIMMIA .... 35

IL CONTADINO E L’ORSO .... 40

LA REGINA DELLA FRUTTA .... 45

IL SOGNO PIÙ ORIGINALE ........ 49

L’AQUILA E L’ERBA MAGICA ........ 52

Page 3: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

ALLA TAVOLA DELLE STORIE

Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo

RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE

Le fiabe e il cibo hanno fra loro un legame for-tissimo.

Le parole e i racconti sono il nutrimento dello spirito e della mente; i piatti della quo-tidianità o della festa sono il nutrimento del corpo e dello spirito. Non a caso, spesso a un racconto si associano immediatamente un sapore, un profumo o un’immagine di convi-vialità e, viceversa, un cibo evoca parole, nar-razioni, scambi. Attorno alla stessa tavola flu-iscono le storie e scaturiscono le memorie, le evocazioni, le trame.

La via del cibo e quella della narrazione sono dunque fortemente intrecciate. E rappre-sentano inoltre dei cammini profondamente interculturali.

Nel corso dei secoli, gli uomini hanno scambiato i prodotti, i frutti della terra, i sapo-ri e i modi della preparazione degli alimenti. Prodotti e cibi che sono andati per il mondo, si sono radicati altrove e sono diventati talvolta perfino gli elementi che contraddistinguono un popolo e un gruppo, pur avendo origine in

contesti diversi. Pensiamo, ad esempio, a che cosa rappresentano per il nostro Paese il caffè, il pomodoro, il mais.

La stessa cosa è avvenuta, e costantemente avviene, per le storie. Le fiabe hanno le gam-be lunghe e vanno per il mondo arricchendosi qua e là di nuovi elementi, perdendone altri e colorandosi strada facendo di temi, aspetti e personaggi legati ai contesti e ai luoghi nei quali trovano dimora e accoglienza.

DIECI STORIE CHE RACCONTANO IL MONDO

A partire dalla consapevolezza del forte lega-me tra cibo e narrazione e della valenza in-terculturale dei racconti, abbiamo proposto il progetto “Sapore di fiabe” ai bambini di quat-tro scuole milanesi e al gruppo delle mamme detenute presso l’Istituto di custodia attenua-ta per mamme con bambini - Casa di reclusio-ne San Vittore.

Abbiamo invitato i bambini, inseriti in classi fortemente multiculturali, a raccogliere storie che avessero al centro il tema del cibo, della convivialità, dello scambio fra sapori e

saperi. Il progetto, che ha il patrocinio del Co-mitato scientifico di Expo 2015, si è realizzato in tempi brevi, da gennaio a giugno 2015, e tuttavia ha avuto un’ampia diffusione poiché ha coinvolto 13 classi e 280 bambini.

La raccolta delle storie è stata sorprenden-temente fruttuosa. Abbiamo infatti contato circa 100 racconti di qui e d’altrove, scritti in italiano o in altre lingue: arabo, spagnolo, ci-nese, russo…

Bambini e genitori si sono impegnati a rie-vocare fiabe tradizionali, talvolta perse nella notte dei tempi e legate ad altri Paesi o ai di-versi contesti regionali italiani, oppure a in-ventare nuove storie, sollecitati dagli spunti offerti dalla scuola e dai luoghi che ogni gior-no frequentano.

Fra le circa 100 storie raccolte, abbiamo poi individuato le dieci che compaiono in que-sto libro, scelte sulla base di criteri diversi: il tema, l’originalità, la provenienza da tutte e quattro le scuole coinvolte, il messaggio con-tenuto nei testi.

Ed ecco allora racconti sul nome assegnato al riso nelle Filippine e sulla vera origine dei

pop-corn; storie che vedono gli animali come protagonisti delle vicende, astuti, oppure mal-vagi, solidali oppure in competizione fra loro. E ancora, fiabe che spiegano l’origine delle cose o che propongono in maniera narrativa ed empatica i valori della solidarietà, della co-operazione e della giustizia.

Le dieci narrazioni presentate possono es-sere ricondotte a tre grandi temi che accomu-nano e contraddistinguono la gran parte dei racconti orali o scritti. Vi sono i racconti del superamento delle prove, nei quali l’intelli-genza e il coraggio dei “piccoli” hanno la me-glio sulla forza e l’ottusità dei più grossi e di coloro che sembrano apparentemente più for-ti. Vi sono le storie dei “perché” che forniscono spiegazioni sul mondo e sugli eventi e infine ci sono storie che propongono valori, messaggi e modi di vivere insieme nel reciproco rispetto e nel segno della solidarietà.

Buona lettura a tutti, dunque, con l’acquo-lina in bocca, con l’invito a continuare la rac-colta delle storie da mangiare e a condividere i cibi da raccontare!

54

Page 4: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

IL CIBO ALIMENTA IL DIALOGO

Valter Molinaro - Alfredo De Bellis - Coop Lombardia

Questo libro è il risultato di una felice e profi-cua collaborazione tra diversi soggetti del mon-do cooperativo, delle istituzioni e delle scuole, e rappresenta un esempio positivo di come sia possibile realizzare progetti di grande valore educativo, sociale, interculturale, che coinvolga-no bambini e famiglie della variegata e comples-sa realtà multiculturale di Milano.

Il progetto “Sapore di fiabe”, proposto e coordi-nato dal Centro COME della Cooperativa Farsi Prossimo, cofinanziato dal Consiglio di Zona 8 e da Coop Lombardia, partito nelle scuole con le attività di animazione della Cooperativa Pando-ra, ha superato le più rosee previsioni di parteci-pazione dei ragazzi, dei genitori, delle famiglie.

Il progetto ha attivato legami nuovi ed espe-rienze in un percorso interculturale di ricerca, narrazione e reciproco scambio di racconti, dove le infinite possibilità della fantasia rimandano e recuperano usanze, tradizioni, visioni del mon-do e della natura tramandate e qui ritrovate.

Sono circa un centinaio le fiabe e i racconti raccolti nelle classi grazie al paziente lavoro

degli insegnanti: in questo libro ne sono state scelte e pubblicate dieci, in un prodotto edito-riale di grande qualità realizzato da Terre di mezzo Editore.

Il cibo è il filo conduttore delle fiabe. I rac-conti attraversano realtà inedite, arricchite dalla fantastica restituzione delle illustrazio-ni, realizzate dai bambini, che sono stati i pro-tagonisti principali del progetto, insieme alle loro famiglie.

Il percorso di “Sapore di fiabe” si è sviluppato durante l’anno scolastico 2014/2015, in conco-mitanza con la realizzazione e l’avvio dell’Expo 2015. I protagonisti delle fiabe sono uomini, animali, e i prodotti della natura, e con la na-tura esprimono il valore conviviale, della condi-visione e delle relazioni possibili che si costrui-scono tra le persone attraverso il cibo.

Leggendo queste storie cogliamo quanta ric-chezza, saggezza ed emozioni possiamo trarre da un chicco di riso, da una torta che risplende nel cielo, dalla furbizia di un contadino, da una zuppa o dai pop-corn… e da tante altre storie che meritano la lettura e la riflessione degli

adulti, oltre alla giusta soddisfazione dei bam-bini che vedono il loro sforzo premiato anche con la pubblicazione di un vero libro.

Coop Lombardia ha condiviso il progetto, con-tribuendo alla sua realizzazione, per molte

ragioni, a partire dall’impegno ultra trenten-nale della Coop sull’educazione al consumo consapevole, ma non solo. “Sapore di Fiabe” è il risultato di una comunità capace di esprime-re, attraverso la cultura, valori condivisi che uniscono e dialogano tra loro.

UN PROGETTODI PARTECIPAZIONE

Simone Zambelli - Presidente del Consiglio di Zona 8Massimo Righetti - Presidente della Commissione Educazione di Zona 8

Siamo molto contenti e orgogliosi di presen-tare questo libro, che ha coinvolto i ragazzi e le ragazze degli Istituti comprensivi “Riccar-do Massa”, “Rinnovata Pizzigoni”, “Trilussa” e “Scialoia”.

Un libro che è un progetto di partecipazio-ne dei bambini e dei genitori, un laboratorio di animazione e narrazione per raccontare la realtà meticcia, multiculturale e solidale della città che ospita l’Esposizione universale del 2015.

Le scuole di Milano rappresentano benis-simo, con grande ricchezza e vastità, il tema di EXPO 2015; “Nutrire il pianeta, energie per

la vita”, lo rappresentano attraverso le diversi-tà di provenienza e delle strade battute dalle famiglie dei nostri ragazzi, dai sapori diversi che gustano a tavola, dalla lingua che parlano e dal Dio che pregano.

Questa diversità è per tutti noi un valore, una ricchezza da conservare, che fa parte della storia di Milano. Con questo libro vogliamo va-lorizzare ancora di più queste “diversità”, per-ché solo così si realizza quella comunità coesa, inclusiva e solidale che vogliamo.

Grazie a chi ha lavorato per questo progetto e buona lettura!

76

Page 5: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

C’era una volta, nella serra della scuola “Rin-novata”, la bella Gentilina, figlia di Lattuga e di Cicorino, re di tutte le insalate.

Girasole, svettante e dorato, abitava invece nell’orto vicino in compagnia dell’arguto Ra-vanello, del presuntuoso Mais e delle umili e coraggiose Patate.

In una calda giornata estiva, Girasole intra-vide nella serra Gentilina, che mandava baglio-ri smeraldini. Anche la principessa si accorse dello sfavillante Girasole e ricambiò lo sguardo.

I due si innamorarono perdutamente e passavano le giornate a scambiarsi languidi sguardi: Girasole volgeva la sua orgogliosa corolla verso il basso e Gentilina cercava di sollevare le sue tenere foglie verdissime ver-so l’alto per ammirare il suo eroe.

Un giorno le Patate annunciarono a Giraso-le che doveva recarsi nella serra, al cospetto di

LA VERA STORIA DEI POP-CORN

Volete conoscere la vera storia dei pop-corn?

Ascoltate che cosa successe un giorno nei pressi

della scuola “Rinnovata” dove è bello imparare, giocare

e raccontare…

Istituto comprensivo “Rinnovata Pizzigoni”, plesso “Dante Alighieri”, classe III F

98

Page 6: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

re Cicorino. Questi infatti si era accorto degli sguardi innamorati fra i due e non voleva asso-lutamente che sua figlia si fidanzasse con Gira-sole. Anzi, per evitarlo, lo cacciò via dall’orto.

Mais, che si fingeva amico di Girasole, ma che era segretamente innamorato di Gentili-na, approfittando dell’assenza di Girasole, si recò nella serra e la rapì.Ma Ravanello se ne accorse e chiamò in aiuto le Patate. In quel momento ritornò anche Gi-rasole, richiamato dalle grida di Gentilina, e tutti insieme rincorsero il malvagio Mais e la terrorizzata Gentilina.

Mais, vistosi braccato, si rifugiò nella cu-cina della scuola “Rinnovata”.

Gli amici si avvicinavano sempre di più con fare minaccioso.

1110

Page 7: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Istituto comprensivo “Trilussa”,Luca, IV B - Alessio, IV B

Allora il cattivissimo Mais vide una padella incan-descente e… tentò di gettarvi la povera Gentilina.

Gli amici riuscirono ad afferrare la principessa al volo e buttarono Mais nella padella. Si udì uno scoppiettio festoso: erano nati i pop-corn.

Che ne fu di Girasole e di Gentilina, chiederete voi? Si sposarono e vissero felici e contenti nella serra in compagnia dei loro amici.

UNA TORTA PER LE

STELLE

Stretta la foglia, larga la via,dite la vostra che ho detto la mia.

Un giorno Paigar, il signore del cielo, disse a sua moglie:

“Su, donna, prepara una gran torta. Le stelle, nostre figlie, hanno un grande appetito e vogliono mangiare qualcosa di squisito”.

La donna mescolò una gran quanti-tà di farina, il latte, le uova e il miele e preparò il dolce: una torta immensa, soffice, con una crosta lucida e dorata.

Figurarsi le stelle quando la videro! Erano così golose che non aspettaro-

no che la mamma distribuisse a ognuna la sua parte e si gettarono avide sul dol-ce. Una tirava di qua, una pizzicava di là, un’altra affondava i denti e le unghie in quella pasta dolcissima; altre ancora, non riuscendo a prenderne un pezzo, si

1312

Page 8: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

attaccavano alle trecce e alle vesti delle sorelle per cercare di farsi strada verso la torta.

In tutta questa confusione, una grossa parte della torta, ormai ridotta in briciole, cadde sulla terra.

La mamma era dispiaciuta ed esclamò: “Povera me, quanta fatica sprecata!”.Allora Paigar prese quello che rimaneva del dolce,

ormai ridotto a un solo quarto, lo incastonò nel vel-luto blu scuro e lucente del cielo e lo chiamò “luna”.

Poi scese nel mondo degli uomini e animò le bri-ciole cadute, trasformandole in piccoli insetti lumi-nosi e palpitanti.

1514

Page 9: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Quindi disse alle figlie: “O golose, non mangerete dolci per

molti secoli”.E confortò la sua sposa, dicendole: “Guarda dove è finita la tua torta: un

pezzo risplende nel cielo. È la luna, sarà sempre luminosa e dorata, crescerà o diminuirà durante i giorni come il lie-vito che contiene. Guarda giù sulla ter-ra: ci sono dei frammenti che brillano nell’ombra delle notti, palpitano tra l’er-ba, i fiori e le siepi. Sono le lucciole, le briciole della torta che avevi fatto per le stelle”.

1716

Page 10: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Istituto comprensivo “Riccardo Massa”,plesso “Brocchi”,Andrea, IV D

LA ZUPPA DI SASSO

Un giorno, in un piccolo villaggio abitato da contadini molto poveri, capitò uno straniero piuttosto ben vestito. Bussò alla porta di una donna che viveva da sola e le chiese qualcosa da mangiare.

“Mi dispiace”, rispose la donna, “al momen-to non ho in casa proprio niente”.

“Non si preoccupi”, rispose lo sconosciuto gentilmente, “nella mia bisaccia ho un sasso per fare la minestra. Se mi date il permesso di metterlo in una pentola di acqua bollente, pre-parerò la zuppa più buona del mondo. Ma mi occorre una pentola molto grande, per favore”.

La donna era incuriosita. Mise la pentola piena d’acqua sul fuoco e andò a raccontare la cosa alla sua vicina di casa.

Quando l’acqua cominciò a bollire, nella casa c’erano tutti i vicini, accorsi a vedere lo straniero e il sasso misterioso.

1918

Page 11: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Egli gettò il sasso nell’acqua, ne assaggiò un cucchiaio ed esclamò con aria beata:

“Ah che delizia! Mancano solo delle patate”.“Io ho delle patate in cucina”, disse pronta

la vicina di casa. Corse a casa e poco dopo era di ritorno con

una grande quantità di patate tagliate a fette che furono gettate nel pentolone.

Allora lo straniero assaggiò di nuovo il brodo:“Eccellente”, gridò. “Se solo avessimo un po’

di carne, diventerebbe una ministra perfetta.” Un’altra vicina si offrì di andare a casa sua

a prendere della carne, che l’uomo accettò con garbo e gettò nella pentola.

2120

Page 12: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Al nuovo assaggio, egli alzò gli occhi al cie-lo e disse:

“Ora manca solo un po’ di verdura e poi sarà davvero squisito!”.

Ancora una volta, un’altra donna lì presente corse via e tornò con un cesto pieno di carote e cipolle.

Dopo aver messo anche queste nella zuppa bollente, lo straniero assaggiò il miscuglio e dichiarò in tono imperioso:

“Un po’ di sale e un po’ di salsa, per favore”. E subito apparvero sale e salsa portati da un

uomo che abitava nei pressi. Allora lo sconosciuto diede un altro ordine:“Scodelle per tutti!”.La gente corse a casa a prendere le scodelle.

Qualcuno portò anche del pane e della frutta.Poi si sedettero tutti a tavola, mentre lo

straniero distribuiva grosse porzioni della sua incredibile zuppa.

Tutti provavano una strana felicità, rideva-no, chiacchieravano e gustavano il loro primo vero pasto in comune.

In mezzo all’allegria generale, lo straniero se ne andò via, silenziosamente come era ar-rivato, lasciando in dono al villaggio il sasso miracoloso, affinché potessero usarlo tutte le volte che volevano preparare la minestra più buona del mondo da mangiare tutti insieme.

2322

Page 13: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

PERCHÉ IL RISO SI CHIAMA PALAYTanto, tanto tempo fa viveva un uomo di nome Siguinan che aveva una moglie di nome Tiguin-lan. Non avevano una casa e neppure un luogo in cui abitare. Giravano continuamente per villaggi e montagne fermandosi qua e là per brevi soste. Un giorno Tiguinlan si accorse di aspettare un bambino e da quel momento la loro vita cambiò: decisero di scegliere un posto nel quale fermarsi a vivere per sempre e di costruirvi la loro casa.

Ma proprio in quel periodo la terra divenne arida, gli alberi non davano più frutti e il cibo scarseggiava ogni giorno di più. Siguinan allo-ra si mise alla ricerca di cibo e di una terra fer-tile. Attraversò sette valli e sette fiumi: entrò in tredici villaggi diversi e da questi se ne andò perché c’erano fame e miseria ovunque.

Finalmente arrivò in una radura coperta di erba verde e tenera come non aveva mai visto prima di allora e decise di fermarsi lì a costrui-re in quel posto la casa della sua famiglia.

Un giorno all’improvviso sentì una voce: “Prendi i nostri chicchi, portali a casa e falli

Istituto comprensivo “Rinnovata Pizzigoni”, plesso “Dante Alighieri”, classe III F

2524

Page 14: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

bollire”. Erano i fili d’erba che gli davano quel suggerimento.

Siguinan raccolse molte piante, le portò a casa e le seminò nei campi vicino a casa. Co-struì delle terrazze con delle pietre per avere più terra da coltivare. E le piante crescevano di un verde smagliante e al momento giusto producevano moltissimi chicchi che sfamava-no Siguinan e la sua famiglia.

Nel frattempo il figlio di Siguinan diventava grande e cominciava a parlare. Come tutti i bam-bini, le prime parole che disse erano dei suoni ripetuti e senza senso “Pa-ay. Pa-ay, pa-lay…”

Siguinan e sua moglie lo stavano a sentire or-gogliosi e decisero che la prima parola pronun-ciata dal loro bambino sarebbe diventata il nome della pianta che li aveva salvati dalla fame.

E così il riso da quel giorno si chiamò e si chiama ancora oggi in lingua tagalog palay.

I chicchi magiciSulle tavole dei filippini il riso non manca mai ed è un cibo così importante da avere addirittura tre nomi: palay (la piantina del riso), bigas (il riso crudo) e kanin (il riso cotto). Una leggenda racconta che in origine i chicchi di riso erano i denti di un genio buono. Quando il genio si accorse che i filippini avevano fame e niente da mangiare, se li tolse e li gettò per terra. I denti divennero chicchi, i chicchi divennero piante e le piante diedero ricche coltivazioni in grado di sfamare tutti.

26

Page 15: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

I TRE DESIDERI

DELLA VOLPEC’era una volta una volpe che stava morendo di fame. Non era riuscita a catturare nessuna preda da giorni e aveva ormai la pancia vuota e la coda spelacchiata dalla debolezza. Anche la sua proverbiale astuzia, che le era sempre servita per trovare delle soluzioni, cominciava a essere messa alla prova. Si allontanò dai suoi territori, corse di qua e di là senza fermarsi, aguzzò la vista, si appostò a lungo nell’ombra degli alberi, ma tutto era inutile. Le prede sem-bravano scomparse.

Un giorno finalmente vide un uccellino che aveva difficoltà a volare e lo catturò. Era dav-vero piccolo, con poche piume, ma per una af-famata come lei tutto andava bene.

“Almeno mi calmerà i morsi della fame”, pensò la volpe.

Istituto comprensivo “Trilussa”,Andrea, IV A

2928

Page 16: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Soddisfatta e con la pancia piena, dis-se allora:

“Ora sono pronta per il secondo desi-derio. Berrei proprio volentieri del succo d’uva!”.

L’uccellino tornò a volare lungo il sen-tiero e incontrò un uomo con una botti-glia piena di succo d’uva. Anche questa volta si mise a fare giravolte e voli acroba-tici tutto intorno all’uomo, il quale, per cercare di prenderlo, appoggiò a terra la

bottiglia. Di nuovo, la volpe, che osserva-va la scena dal suo nascondiglio, lesta le-sta rubò il succo d’uva.

Dopo essersi leccata i baffi, ricordò all’uccellino il suo terzo desiderio:

“E adesso, vediamo se riesci a farmi ridere”.

Il piccolo allora volò fino al campo vicino e si mise a giocare con i conta-dini che stavano lavorando. Saltò sulla testa di uno, beccò il naso di un altro,

L’uccellino capì subito di essere finito in una bruttissima situazione, cercò di prendere tempo e le propose un accordo.

“Cara volpe, ti faccio una proposta”, le disse. “Se non mi mangi, posso soddi-sfare tre tuoi desideri: mangiare del for-maggio, bere del succo d’uva e ridere a crepapelle. Che ne dici?”

“Senti senti! Accetto la tua proposta, ma comincia a mantenere subito quello che mi hai promesso”, rispose la volpe,

convinta di avere in ogni caso l’uccellino a portata di zampe e di denti.

L’uccellino volò verso il sentiero e in-contrò una donna con una cesta piena di formaggio che andava a vendere al mercato. L’uccellino iniziò a danzare e a cinguettare tutto intorno alla sua testa e lei, per cercare di prenderlo, mise a terra la cesta. La volpe, che era in agguato lì vicino, afferrò un po’ di formaggio e lo inghiottì.

3130

Page 17: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Istituto comprensivo “Riccardo Massa”, plesso “Brocchi”, Mark, IV D

tolse il cappello a un terzo, si posò per un momento sui baffi di un altro an-cora… In men che non si dica, almeno dieci contadini si agitavano e sbraccia-vano cercando di opporre resistenza agli scherzi dell’uccellino.

La gran confusione fece ridere a crepapelle la volpe, la quale disse con-vinta:

“D’accordo: ti lascio andare. Ti sei davvero meritato la libertà!”.

E l’uccellino volò via libero e felice.

C’era una volta una tartaruga che ripo-sava al sole sulla riva di un fiume. A un tratto si accorse che un albero stava per essere portato via dalla corrente. Era un albero di banane e pensò che avrebbe po-tuto piantarlo e raccoglierne i frutti.

La tartaruga si buttò in acqua, nuo-tò verso il tronco e lo spinse a riva, ma da sola non riusciva a trascinarlo fuori dall’acqua perché era troppo pesante.

La tartaruga andò allora a cercare aiu-to. Incontrò sulla strada la sua vicina di

casa, la scimmia, e le propose: “Puoi veni-re con me al fiume? Ho trovato un albero di banane. Aiutami a trasportarlo, vorrei piantarlo nel mio giardino”.

La scimmia colse al volo la proposta, ma pretese subito la sua parte: “Benissi-mo, ti aiuterò, ma dopo divideremo l’al-bero”, rispose.

La tartaruga accettò. Ritornarono tutt’e due al fiume e insieme riuscirono a tirar fuori dall’acqua l’albero e a trascinarlo nel giardino della tartaruga.

LA TARTARUGA E LA SCIMMIA

3332

Page 18: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

“Ora aiutami a fare una bella buca profonda”, disse la tartaruga.

Ma la scimmia non ne voleva sapere. “Lo pianteremo qui e aspetteremo fin-

ché le banane saranno mature e poi le divi-deremo”, cercò di convincerla la tartaruga.

“No, no, ci vuole troppo tempo”, ribat-té la scimmia. “Sarebbe meglio fare subi-to la divisione. Tagliamo l’albero in due: io ne prendo una parte e tu l’altra.”

E così, controvoglia, la tartaruga do-vette acconsentire a tagliare l’albero in due parti.

La scimmia osservò bene le due parti e, poiché quella con le foglie le sembrava la migliore, disse: “Io prenderò la metà in alto”.

La afferrò senza aspettare risposta, la trascinò nel suo giardino e ve la piantò.

Alla tartaruga rimase la parte infe-riore della pianta, quella con le radici. La piantò con cura, rincalzando ben bene la terra tutt’intorno.

Dopo un po’ di tempo, la parte supe-riore dell’albero, priva di radici, comin-ciò a ingiallire e morì. La parte che era toccata alla tartaruga invece mise presto le foglie, quindi i fiori e alla fine si rico-prì di frutti di banane.

Quando le banane furono mature, la tartaruga voleva coglierle, ma come po-

teva fare se non sapeva arrampicarsi sull’albero? Si vide costretta a chiamare di nuovo in aiuto la scimmia.

“Ti darò qualche banana per il tuo aiuto”, le propose la tartaruga.

La scimmia salì in un baleno sull’albero, si sedette comoda sul ramo più alto e, inve-ce di gettare giù le banane alla tartaruga, cominciò a mangiarsele una dopo l’altra.

La tartaruga aspettava di sotto e la pregava inutilmente di dare qualche frutto anche a lei.

“No, non te ne darò neppure una”, ri-spondeva la scimmia. “Tu mi hai imbro-gliato, quando abbiamo diviso l’albero; a me hai dato la parte che non valeva nien-te, e adesso le banane me le mangio tutte io. Ecco a te un po’ di bucce!”

E la scimmia, ridendo, gettava le buc-ce in testa alla tartaruga.

La tartaruga era fuori di sé dalla rabbia. Si trascinò nel bosco, raccolse un po’ di rovi pieni di spine e li dispose a terra proprio sotto l’albero di banane. Poi si nascose.

La scimmia mangiò l’ultima banana e si lasciò scivolare giù dall’albero.

Finì in mezzo alle spine e cominciò a strillare e a saltare di qua e di là come se stesse ballando. Ma dovunque metteva le zampe c’erano altre spine pronte a pungerla.

3534

Page 19: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

La tartaruga intanto si godeva la scena dal suo nascondiglio e rideva fin quasi a scoppiare.

Ma la scimmia la sentì, corse verso di lei e la rovesciò sulla schiena mettendola con le zampe all’aria. In quella posizione, la tartaru-ga non riusciva più a muoversi.

“Ora ti punirò”, la minacciò la scimmia. “Che castigo posso darti? Ti devo picchiare con un bastone? O metterti in un mortaio e pestar-ti fino a ridurti a pezzettini? Oppure scaraven-tarti giù dalla cima della montagna?”

La tartaruga, che era furba, rispose: “Fa’ di me quello che vuoi. Buttami giù dal-

la cima della montagna, mettimi in un mor-taio e pestami, picchiami con un bastone ma, ti prego, non gettarmi nell’acqua!”.

“E invece, è proprio quello che farò! Ti get-terò nell’acqua e tu annegherai, rispose la scimmia alle sue preghiere.”

Afferrò la tartaruga, la portò al fiume e la gettò nel punto dove l’acqua era più profonda, sollevando terribili spruzzi. Splash! La tartaru-ga scomparve sott’acqua, ma poco dopo riap-parve in superficie. E mentre si allontanava a nuoto sollevò la testa e disse:

“Grazie, scimmia! Dovevi ben sapere che nell’acqua io sto come a casa mia”.

E la tartaruga andò lontano a cercare un’al-tra casa e dei vicini più simpatici e generosi della scimmia.

3736

Page 20: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

ILCONTADINO E L’ORSO

C’era una volta un contadino il quale, all’inizio della primavera, decise di seminare le carote nel suo orto. Mentre era intento al suo lavoro, dal fitto del bosco all’improvviso uscì un enor-me orso affamato dopo il rigido inverno e con intenzioni molto aggressive. L’orso si avvicinò al contadino e lo minacciò:

“Quando sarà il momento del raccolto, mi dovrai dare tutto quello che cresce sopra la terra. Stai bene attento a quello che fai, altri-menti ti aspetterò nel bosco quando verrai a raccogliere la legna e faremo i conti”.

Passarono i mesi. Al momento del raccolto, il contadino rispettò la promessa: tenne per sé le carote cresciute sotto terra e diede all’orso tutte le foglie che erano cresciute sopra la terra.

L’orso divorò le foglie in un attimo, ma si sentiva ancora affamato e insoddisfatto. Il giorno dopo vide il contadino che tirava un carretto pieno di carote che andava a vende-re al mercato. Gli si parò davanti minaccioso,

Istituto comprensivo “Trilussa”,Yixin, V C

3938

Page 21: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

assaggiò le carote e pensò di essere stato preso in giro:

“Ecco, mi hai imbrogliato. Le radici sono decisamente meglio delle foglie, esclamò infuriato. La prossima volta fa-remo il contrario: darai a me tutto quello che cresce sotto terra e terrai invece per te quello che cresce sopra”.

Al contadino non restò che accettare. Tornato nel suo campo, decise che

quell’anno avrebbe seminato del grano. Venne il mese di giugno; le spighe erano dorate, grosse e gonfie di chicchi. Il con-tadino le legò in grandi mazzi e le por-

tò a casa per poi macinarle e ottenere la farina. Diede all’orso, come d’accordo, la sua parte, e cioè le radici del grano.

L’orso cominciò a rosicchiare, ma le ra-dici erano dure e senza sapore. Pensò di essere stato preso in giro ancora una vol-ta. Ma poi capì anche che era tutta colpa sua: spinto dall’ingordigia era stato lui a chiedere prima tutto quello che cresceva sopra e poi sotto la terra.

Pensò allora che la cosa migliore sa-rebbe stata quella di fare un patto chiaro con il contadino: avrebbero lavorato in-sieme e poi diviso il raccolto a metà.

4140

Page 22: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

LA REGINA DELLA

FRUTTATanto tanto tempo fa, un re viveva in un ca-stello con le sue tre figlie.

Un giorno si accorse che stava diventando vecchio e che era ora di nominare il suo suc-cessore scegliendo fra una delle sue figlie. Ma come poteva scegliere la più adatta a regnare fra le tre?

Decise di fare loro una domanda e di deci-dere poi in base alla loro riposta. Così chiese a tutte e tre:

“Quanto bene mi volete?” La figlia maggiore era molto ambiziosa e

sperava di essere scelta come erede al trono; ripose subito:

“Per me, padre mio, voi siete più prezioso di tutto l’oro del mondo”.

Ma il padre avvertì subito che non diceva queste parole davvero con il cuore.

Istituto comprensivo “Scialoia”,Sara, V A

4342

Page 23: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Il re pose la stessa domanda alla figlia di mezzo, anche lei piuttosto superba, la quale disse:

“Per me, padre mio, voi siete più prezioso di tutti i rubini del mondo”.

Anche questa volta, il re capì che la risposta non era sincera.

Restava la più piccola, che era dolce e sensi-bile, la quale disse al padre:

“Per me, voi siete più prezioso di tutti i frut-ti della terra”.

Il re sentì che la figlia era sincera, ma si of-fese per la risposta poiché pensò che i frutti della terra erano ben poca cosa per esprimere l’amore. E cacciò la ragazza dal palazzo mentre infuriava un temporale.

La figlia più piccola se ne andò via piangendo e passò la notte al riparo di un grande albero.

La mattina dopo vide una casetta nascosta fra gli alberi e bussò alla porta. Le rispose una vocina:

“Chi è? Entra pure”, disse una vecchietta.La vecchietta ospitò la ragazza per qualche

tempo e si affezionò a lei.La donna era in realtà la fata della terra e

dei suoi frutti e fece un incantesimo: da quel giorno la terra non produsse più i suoi frutti.

Passò del tempo e la fata convinse la ragaz-za a ritornare al castello. La giovane seguì il consiglio e tornò nella sua casa. Si accorse su-

bito che c’erano tantissime persone che stavano male perché non potevano più nutrirsi dei frutti della terra.

Anche il re era a letto malato e si era reso conto di avere sbagliato a non capi-re l’importanza dei frutti della terra e ad aver cacciato via la figlia più piccola.

Padre e figlia si abbracciarono e la gio-

vane tornò alla casa della fata per con-vincerla a sciogliere l’incantesimo.

Il re poté così guarire e scelse la figlia più giovane come erede al trono.

La giovane divenne regina e chiamò la fata della terra perché l’aiutasse ad avere un raccolto di frutti ricco e generoso per tutti.

4544

Page 24: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

IL SOGNO PIÙ ORIGINALE

Tre amici erano in viaggio da tempo, e stan-chi e affamati si fermarono a passare la notte in una locanda. Dopo tanti giorni di digiuno e di fatica, finalmente mangiarono una cena squisita e si rifocillarono allegramente. Da-vanti a sé avevano ancora un lungo cammino e quindi chiesero all’oste di preparare una so-stanziosa colazione per la mattina seguente. Non volevano certo ripartire a stomaco vuoto prima di affrontare altri giorni di digiuno e nuove peripezie.

“Mi dispiace, ma in cucina non è rimasto granché”, rispose l’oste, “ho soltanto mezzo pollo, un po’ di pane e un bicchiere di vino. Con così poco cibo non posso dare la colazione a tre persone; è sufficiente solo per uno”.

I tre amici ci pensarono su e decisero di ti-rare a sorte. Chi di loro avesse fatto il sogno più originale quella notte, avrebbe meritato la colazione, mentre gli altri sarebbero stati a

Istituto comprensivo “Trilussa”,Emma, IV A - Aly, V C

4746

Page 25: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

guardare. Chiesero all’oste di fare da giu-dice e andarono a dormire sperando che il sonno portasse loro un sogno speciale.

Ma, prima dell’alba, il più giovane dei tre si svegliò con un grande appetito. In silenzio scese in cucina, mangiò il pollo e il pane, bevve il vino e tornò a dormire.

Più tardi i tre amici si alzarono e chia-

marono l’oste perché ascoltasse e sce-gliesse il sogno più originale.

“Io, raccontò il primo, ho sognato di essere in paradiso dove ho visto delle cose così belle che non posso descrivere.”

“Io invece”, proseguì il secondo, “ho sognato di trovarmi all’inferno e ho vi-sto delle cose così spaventose che non ho

il coraggio neppure di raccontarle”. Si fece avanti il terzo e sorridendo disse:“Io ho sognato che voi due amici era-

vate morti; uno era volato in paradiso e l’altro era finito all’inferno. E, siccome sapevo che da quei luoghi è impossibile ritornare, sono sceso in cucina, ho man-giato il pollo e il pane e ho bevuto il vino”.

L’oste rise e disse che quello era il so-gno più originale. Un po’ a denti stretti risero anche i due amici rimasti a bocca asciutta, poi il più anziano disse:

“Ora non ci resta che riprendere il viaggio e trovare una locanda dove con-sumare un’abbondante colazione. E sta-volta tutti quanti!”.

4948

Page 26: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

L’AQUILA E L’ERBA MAGICA

Tantissimo tempo fa in Costa Rica e più preci-samente a Talamanca c’era un’altissima mon-tagna chiamata Monte dell’Aquila. Lì viveva una grande aquila che quando apriva le ali fa-ceva ombra alla valle sottostante.

Quella montagna era stata il suo regno esclusivo finché erano arrivati gli uomini del-la tribù Cabecar che pian piano avevano con-quistato il monte. Avevano tagliato gli alberi per costruire le loro case e avevano cominciato a raccogliere a piene mani i frutti e a cacciare senza criterio gli animali per cibarsene o per venderli alle tribù vicine.

Da allora l’aquila era diventata molto ag-gressiva verso gli uomini perché voleva difen-dere almeno la cima della montagna dove cre-

Istituto di custodia attenuata per mamme con bambini - Casa di reclusione San Vittore,Ninfa Susana, Daniela Alba

5150

Page 27: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

sceva un’erba speciale di cui lei si cibava e che poteva guarire ogni malattia, an-che la peggiore.

Nessun cacciatore si avventurava per raggiungere la cima della montagna. Si diceva che l’aquila avrebbe attaccato e ucciso con il suo becco adunco chiunque fosse entrato nel campo dell’erba curativa.

Nella valle ai piedi del Monte dell’A-quila viveva una famiglia composta dalla giovane mamma Urkua, dal figlio di cin-que anni Serke e dal papà Diwo: era una famiglia semplice e molto unita.

Un pomeriggio d’inverno Serke andò al fiume a giocare e, correndo vicino alla riva, scivolò nell’acqua gelata. Ci volle un po’ di tempo prima che i suoi amici riuscissero a tirarlo fuori dal fiume, così Serke si am-malò. Aveva la febbre alta, non mangiava e si indeboliva sempre di più. Nessuna cura faceva effetto. Solo l’erba curativa dell’aquila poteva salvare il bambino, ma i genitori sa-pevano che sarebbe stata un’impresa quasi impossibile procurarsela.

Il tempo passava e il bambino peggio-rava sempre più. La mamma ogni sera piangeva e le sue lacrime formavano una collana invisibile intorno al collo.

Un giorno i due genitori si recarono dal saggio del villaggio a chiedere consiglio.

Questi vide il loro dolore e contò le lacrime che erano diventate perle. Disse all’uomo di salire sulla cima del monte e di parlare con l’aquila proponendole uno scambio. Per arrivare al suo nido doveva travestirsi: gli consigliò di cospargersi di miele e di ricoprirsi con delle piume di uccello.

Lo stratagemma funzionò e così Diwo poté avvicinare la grande aquila e par-larle. Con atteggiamento sottomesso e rispettoso le disse:

“In verità, io non sono una creatu-ra del cielo, ma un padre disperato che ha bisogno di aiuto e solo tu me lo puoi dare. Ho bisogno dell’erba curativa del tuo campo per guarire il mio bambino”.

L’aquila lo ascoltò e poi chiese:“E tu, che cosa mi darai in cambio?”.Diwo propose lo scambio che gli aveva

suggerito il saggio: “Ti prometto che il villaggio ogni anno

indietreggerà di 100 passi e la mia tribù pianterà ogni anno 100 alberi nel terre-no lasciato libero dalle capanne. Così la tua montagna tornerà a essere ricca di vegetazione”.

L’aquila accettò lo scambio e, commos-sa dall’amore che la tribù nutriva per il piccolo Serke, disse che, se gli uomini

5352

Page 28: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

avessero mantenuto la promessa avreb-bero potuto entrare nel suo campo sem-pre, liberamente.

Diwo tornò a casa con un mazzetto dell’erba speciale.

Serke si riprese in pochi giorni e tut-ta la tribù decise di festeggiare l’acca-duto.

Le donne per l’occasione prepararo-no abiti e copricapi intrecciando le fo-glie secche delle palme e le piume del pavone reale. Con lo zucchero e il mais prepararono la dolce chicha da bere e con cocco e cannella cucinarono la mi-chila: la torta delle grandi occasioni. Al-cuni uomini andarono alla spiaggia a raccogliere grandi conchiglie, altri nel bosco per raccogliere la legna. Al calar del sole iniziò la grande festa: le donne con i loro nuovi abiti e con le labbra di-pinte con le rosse bacche di achuti inizia-rono a ballare intorno al fuoco mentre gli uomini battevano i tamburi e soffia-vano nei lunghi flauti di bambù e nelle conchiglie.

L’aquila, ora loro amica, volteggiava nel cielo al suono della musica.

5554

Page 29: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

Il nemicoUna storia che racconta come l’incontro sia l’antidoto migliore alla guerra e alla violenza, con illustrazioni poetiche e ironiche, capaci di emozionare grandi e bambini.

L’incredibile avventura di un bimbogattoAnche una semplice gita allo zoo può trasformarsi in una storia straordinaria. Succede, se il tuo papà super indaffarato ti lascia solo per una telefonata di lavoro e tu ritrovi sulla nave volante del capitano Abacuc, trasformato in bimbogatto!

Libri senza tempoLa regina dei coloriMalwida, la regina dei colori,

vuole divertirsi con i suoi sudditi. Ma del Blu si stanca, il Rosso è indomabile

e il Giallo troppo dispettoso...

e storie per tutti i gusti

Prima della prima

105 persone si lavano, si vestono eleganti,

prendono una custodia ed escono di casa.

Ma dove sono diretti?

LIBRI.TERRE.IT

Page 30: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

La grande fabbrica delle paroleUno strano paese dove le parole sono in vendita e solo i più ricchi posso permettersele. E un bambino, Philéas, che vorrebbe dire “Ti amo” alla dolce Cybelle ma non ha abbastanza soldi nel salvadanaio...

Un cucciolo nero di nome FuriaOggi il parco è pieno di bimbi e per salire sui giochi Sam deve aspettare, aspettare, aspettare... finché non esplode dalla rabbia!

Facciamo i colori!Dal rosso dei gerani al blu dei mirtilli, dal verde dell’ortica al rosa della malva: tante semplici “ricette” per dipingere e giocare coi colori naturali!

Piccoli falegnamiPochi colpi di scalpello e il bastoncino raccolto nel bosco diventa uno scoiattolo! Lavorare il legno in modo facile e divertente, e in tutta sicurezza.

Crea e divertiti con la natura

LIBRI.TERRE.IT

Page 31: SAPORE FIABE DI - CentroCOME TAVOLA DELLE STORIE Graziella Favaro - Centro COME, Cooperativa Farsi Prossimo RACCONTI DA MANGIARE, CIBI DA RACCONTARE Le fiabe e il cibo hanno fra loro

SAPORE

D I F I A B E