San Pietro, chiusura Tempo della misericordia · dobbiamo riservare più tempo alla formazione...

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DI CHRISTIAN GIORGIO imasero soltanto loro due»: Gesù e l’adultera, la «misera e la misericordia». Usa le parole di sant’Agostino, papa Francesco, per illuminare la conclusione del Giubileo e per indicare il cammino «che siamo chiamati a percorrere in futuro». Un cammino, si legge chiaro nella lettera apostolica pubblicata il 21 novembre, che dovrà essere quello di «una vera rivoluzione culturale» per «dare spazio alla fantasia della misericordia». Parla ai sacerdoti, il Papa, li ringrazia «per aver reso efficace la grazia del perdono» ed estende a tutti le facoltà riservate, durante il Giubileo, ai missionari della misericordia per perdonare il peccato di aborto. Monsignor Marco Frisina è stato l’unico “missionario” della diocesi di Roma: «Ho riscoperto la Chiesa come luogo di accoglienza dei lontani, degli esclusi». Stando molte ore all’interno del confessionale, «ti accorgi di quanto sia grande la sofferenza generata dal peccato». Quest’anno, Francesco «ha voluto ricordarci quello che diceva Isaia nell’Antico Testamento: “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto io li renderò bianchi come la neve”. È questo il potere della misericordia che, come Gesù con l’adultera, condanna a morte il peccato e aiuta il peccatore a vivere una vita nuova, trasformata». Il «tempo della misericordia» è quello in cui «ogni peccatore non si stanca – scrive Francesco – di chiedere perdono e sentire la mano del Padre». Il «tempo della misericordia» è anche quello in cui «i poveri sentono su di sé lo sguardo» degli altri. A loro sarà rivolto lo sguardo della Chiesa soprattutto nella ricorrenza della 33ma domenica del tempo ordinario. «Troppe volte ci dimentichiamo che il povero, come insegna san Paolo, è Cristo – commenta monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana –. Non a caso il Papa ha voluto istituire questa giornata come preparazione» per «vivere la solennità di Cristo Re. Gesù si è identificato con i piccoli e i poveri». La Porta Santa della Carità, all’ostello don Di Liegro, si è chiusa «ma è sempre aperta». «Restiamo aperti all’ascolto, all’accoglienza, alle necessità degli ultimi». Quanto «mi piacerebbe che ci fosse, qui a Roma, una porta santa aperta in ogni casa; quanto mi piacerebbe che ogni cittadino diventasse ostello che accoglie i fratelli in difficoltà». La lettera apostolica si sofferma molto anche sulla possibilità di dare maggiore spazio, nelle comunità parrocchiali, alla Parola di Dio, dedicandogli una domenica nel corso dell’anno. «Il Papa vuole dirci che dobbiamo riservare più tempo alla formazione sulla Sacra Scrittura – riflette don Attilio Nostro, parroco di San Mattia a Monte Sacro –. Bisogna fare in modo che la gente si avvicini alla Bibbia per leggerla, meditarla, farsi trasformare da essa». A San Mattia hanno cominciato dai bambini della prima Comunione. «A loro dedichiamo degli incontri di Lectio divina incentrati, quest’anno, sulla misericordia: la chiamata di Matteo, il rimprovero di Marta, la donna adultera». Bisogna «rimettere al centro la Parola: è quella la fonte primaria – conclude don Attilio – dalla quale è possibile imparare a essere misericordiosi». Davanti a essa «ci ritroveremo», allora, «come l’adultera davanti a Gesù, come i miseri davanti alla misericordia». R « «La Chiesa luogo di accoglienza degli esclusi» Le voci di tre sacerdoti. Frisina: aiutare il peccatore a vivere una vita nuova. Feroci: ogni cittadino diventi ostello per chi è in difficoltà Nostro: riservare più tempo alla formazione sulla Sacra Scrittura, rimettere al centro la Parola Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 55.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Via della Pigna 13a 00186 Roma - Tel. e fax 066790295 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 ROMA SETTE On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette ome consuetudine, in occasione del Concistoro del 19 novembre (nella foto), a ogni nuovo cardinale è stato assegnato un titolo o una diaconia di una chiesa di Roma. Ecco l’elenco: a Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, la diaconia di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci fuori Porta Cavalleggeri; a Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, il titolo di Sant’Andrea della Valle; a Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, il titolo di Santa Maria in Trastevere; a Sérgio da Rocha, arcivescovo di Brasilia, il titolo di Santa Croce in via Flaminia; a Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago, il titolo di San Bartolomeo all’Isola, di cui ha già preso possesso nei giorni scorsi; a Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka (Bangladesh), il titolo di Nostra Signora del Santissimo Sacramento e Santi Martiri Canadesi; a Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida (Venezuela), il titolo dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio; a Jozef De Kesel, arcivescovo di Malines–Bruxelles, il titolo dei Santi Giovanni e Paolo (al Celio); a Maurice Piat, vescovo di Port Louis (Isola Maurizio), il titolo di Santa Teresa al Corso d’Italia; a Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, la diaconia di San Giuliano Martire (a via Cassia); a Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla (Messico), il titolo dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli; a John Ribat, arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea), il titolo di San Giovanni Battista de’ Rossi (all’Appio Latino); a Joseph William Tobin, arcivescovo di Newark (Stati Uniti), il titolo di Santa Maria delle Grazie a Via Trionfale; ad Anthony Soter Fernandez, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia), il titolo di Sant’Alberto Magno (a Vigne Nuove); a Renato Corti, vescovo emerito di Novara, il titolo di San Giovanni a Porta Latina; a Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale’s Hoek (Lesotho), il titolo San Leonardo da Porto Maurizio ad Acilia; ad Ernest Simoni, sacerdote dell’arcidiocesi albanese di Shkodrë–Pult (Scutari), la diaconia di Santa Maria della Scala (a Trastevere). C Ecco i titoli e le diaconie dei 17 nuovi cardinali: dalle chiese del centro alle parrocchie di periferia DI ANGELO ZEMA a facoltà a tutti i sacerdoti di assolvere «quanti hanno procurato peccato di aborto». Il servizio dei Missionari della Misericordia anche per il futuro, come segno concreto della grazia del Giubileo. Una Giornata mondiale dei poveri, per «non dimenticarci» di loro. Una domenica interamente dedicata alla Parola di Dio in tutte le parrocchie del mondo. L’invito a «una vera rivoluzione culturale » per «dare spazio alla fantasia della misericordia» e «far crescere una cultura della misericordia». Sono solo alcune delle novità contenute nella Misericordia et misera, la lettera apostolica di Papa Francesco presentata alla stampa lunedì dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che ha curato l’organizzazione del Giubileo. Il titolo fa riferimento alle due parole che sant’Agostino utilizza per raccontare l’incontro tra Gesù e l’adultera – «Rimasero soltanto loro due: la misera e la misericordia» –, pagina evangelica che Francesco indica come icona di questo Anno Santo appena concluso. Il testo, diffuso in sette lingue, è un po’ il programma degli anni a venire per concretizzare l’eredità di questo Giubileo. Contiene indicazioni concrete, soprattutto per i sacerdoti. A cominciare dalla facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. «Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio», precisa il Papa. «Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre». Con lo stesso spirito di «andare incontro alle esigenze dei fedeli», sottolinea Fisichella, il Santo Padre «confidando nella buona volontà dei loro sacerdoti perché si possa recuperare, con l’aiuto di Dio, la piena comunione con la Chiesa cattolica» (Mm 12) stabilisce che quanti frequentano le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità san Pio X possano ricevere validamente e lecitamente l’assoluzione sacramentale. Tra le linee pastorali per la vita delle comunità cristiane nel mondo, la possibilità di dare maggior spazio alla Parola di Dio: «Sarebbe opportuno – scrive Francesco – che ogni comunità, in una domenica dell’anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, conoscenza e approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere la inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». La seconda «colonna portante della Lettera apostolica – afferma ancora Fisichella – verte maggiormente sul vivere la misericordia e sul “carattere sociale” che essa riveste». Da qui l’istituzione di una Giornata mondiale dei poveri, per «riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale». Su questa linea c’è un invito concreto perché le comunità cristiane e ogni credente diano spazio alla «fantasia della misericordia», per far crescere una «cultura della misericordia basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli». Nella lettera viene sottolineata anche «la bellezza della famiglia»: «È importante – si legge – che giunga una parola di forza consolatrice alle nostre famiglie». Sulla necessità di fare esperienza di misericordia, il Papa afferma che «in una cultura spesso dominata dalla tecnica, sembrano moltiplicarsi le forme di tristezza e solitudine in cui cadono le persone, e anche tanti giovani. C’è bisogno di testimoni di speranza e di gioia vera, per scacciare le chimere che promettono una facile felicità con paradisi artificiali». L Istituita la Giornata mondiale dei poveri A tutti i presbiteri la facoltà di assolvere quanti hanno procurato l’aborto Tempo della misericordia L’eredità del Giubileo nella lettera apostolica del Papa presentata lunedì L’appello a «una rivoluzione culturale». Le linee per le comunità cristiane San Pietro, chiusura della Porta Santa na breve preghiera poi, in silenzio, Papa Francesco ha chiuso i battenti della Porta Santa della basilica di San Pietro. Così si è concluso il Giubileo straordinario della Misericordia: un momento semplice e solenne, perché la fine dell’Anno Santo non significa la fine del suo messaggio spirituale. Lo ha ricordato il Santo Padre nell’omelia: «Siamo chiamati a infondere speranza e a dare opportunità agli altri. Perché, anche se si chiude la Porta Santa, rimane sempre spalancata per noi la vera porta della misericordia, che è il Cuore di Cristo». Piazza San Pietro gremita da almeno 70.000 fedeli, presente gran parte del Collegio cardinalizio, compresi i neo– porporati, e il presidente della Repubblica Mattarella con il premier Renzi. «Sarebbe però poca cosa credere – ha sottolineato il Santo Padre – che Gesù è Re dell’universo e centro della storia, senza farlo diventare Signore della nostra vita: tutto ciò è vano se non lo accogliamo personalmente e se non accogliamo anche il suo modo di regnare». Francesco ha evidenziato che «di fronte alle circostanze della vita o alle nostre attese non realizzate, anche noi possiamo avere la tentazione di prendere le distanze dalla regalità di Gesù, di non accettare fino in fondo lo scandalo del suo amore umile». Il Pontefice ha messo in guardia dalla «prima e ultima tentazione del Vangelo»: quella che vorrebbe spingere Gesù a regnare secondo la logica del mondo scendendo dalla Croce: «Se è Dio, dimostri potenza e superiorità! Questa tentazione è un attacco diretto all’amore: “salva te stesso”. Prevalga l’io con la sua forza, con la sua gloria, con il suo successo. È la tentazione più terribile». E invece «Gesù non parla. Continua piuttosto ad amare, perdona, vive il momento della prova secondo la volontà del Padre. Per accogliere la regalità di Gesù, siamo chiamati a lottare contro questa tentazione». Il Papa ha poi ricordato che «quest’Anno della misericordia ci ha invitato a riscoprire il centro, a ritornare all’essenziale. Questo tempo ci chiama a guardare al vero volto del nostro Re e a riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è accogliente, libera, fedele, povera nei mezzi e ricca nell’amore». «Dio – ha proseguito – appena gliene diamo la possibilità, si ricorda di noi. Dio non ha memoria del peccato, ma di noi, di ciascuno di noi, suoi figli amati. Chiediamo la grazia di non chiudere mai le porte della riconciliazione e del perdono, ma di saper andare oltre il male e le divergenze, aprendo ogni possibile via di speranza». E ha concluso ricordando che «siamo stati investiti di misericordia per rivestirci di sentimenti di misericordia, per diventare noi pure strumenti di misericordia». Andrea Acali U omenica mi sono sentito il “misero”, il povero, davanti a un gigante della fede come Papa Francesco». A parlare è Claudio Buccarella, 56 anni, diacono permanente della diocesi di Roma dal 2009, impegnato nella parrocchia di San Vincenzo Pallotti a Pietralata, che con la moglie Rita, sei dei sette figli e il marito della prima figlia ha ricevuto domenica scorsa la lettera apostolica “Misericordia et misera” dalle mani del Papa. Com’è noto, infatti, al termine della recita dell’Angelus, in piazza San Pietro, il Santo Padre ha firmato il documento indirizzato a tutta la Chiesa per continuare a vivere la misericordia sperimentata durante l’intero Giubileo straordinario. In rappresentanza di tutto il popolo di Dio, hanno ricevuto la lettera dalle sue mani il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila; monsignor Leo William Cushley, arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo; due sacerdoti Missionari della Misericordia, provenienti rispettivamente dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Brasile (il loro servizio, come ha chiarito il Papa, non si esaurirà con la fine del Giubileo); il diacono Buccarella con la sua famiglia; due suore, provenienti dal Messico e dalla Corea del Sud; una famiglia composta da genitori, figli e nonni, originari degli Stati Uniti d’America; una coppia di giovani fidanzati; due mamme catechiste di una parrocchia di Roma; una persona con disabilità e una persona malata. La lettera apostolica è stata presentata ufficialmente lunedì mattina nella Sala stampa della Santa Sede dall’arcivescovo Rino Fisichella e diffusa in sette lingue (l’articolo sulla presentazione in apertura di questa pagina). «Si legge tutta di un fiato – sottolinea Buccarella, che lavora nella Polizia di Roma Capitale –, è una meditazione importante per riscoprire a che punto si è della propria vita. Ed è programmatica, si inserisce in un percorso della Chiesa. Il Papa ci dice che non si può porre nessun ostacolo al perdono, noi cristiani siamo chiamati a trasmettere la misericordia che abbiamo ricevuto, a vivere la fede per far arrivare tutti all’abbraccio di Dio che supera ogni debolezza umana. Mi ha molto colpito – aggiunge – l’istituzione della Giornata mondiale dei poveri, che ha voluto mettere al centro la necessità del farci poveri. Il povero, ha sempre detto Francesco, è presenza reale di Cristo, un richiamo importante soprattutto per il nostro servizio di diaconi». (R. S.) D « Il diacono: una meditazione importante L’arcivescovo Rino Fisichella e Papa Francesco Anno XLIII – Numero 38 Domenica 27 novembre 2016

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DI CHRISTIAN GIORGIO

imasero soltanto loro due»:Gesù e l’adultera, la «misera ela misericordia». Usa le

parole di sant’Agostino, papaFrancesco, per illuminare laconclusione del Giubileo e perindicare il cammino «che siamochiamati a percorrere in futuro». Uncammino, si legge chiaro nella letteraapostolica pubblicata il 21 novembre,che dovrà essere quello di «una verarivoluzione culturale» per «dare spazioalla fantasia della misericordia». Parlaai sacerdoti, il Papa, li ringrazia «peraver reso efficace la grazia delperdono» ed estende a tutti le facoltàriservate, durante il Giubileo, aimissionari della misericordia perperdonare il peccato di aborto.Monsignor Marco Frisina è statol’unico “missionario” della diocesi di

Roma: «Ho riscoperto la Chiesa comeluogo di accoglienza dei lontani, degliesclusi». Stando molte ore all’internodel confessionale, «ti accorgi di quantosia grande la sofferenza generata dalpeccato». Quest’anno, Francesco «havoluto ricordarci quello che dicevaIsaia nell’Antico Testamento: “Anche sei vostri peccati fossero come scarlattoio li renderò bianchi come la neve”. Èquesto il potere della misericordia che,come Gesù con l’adultera, condanna amorte il peccato e aiuta il peccatore avivere una vita nuova, trasformata». Il«tempo della misericordia» è quello incui «ogni peccatore non si stanca –scrive Francesco – di chiedere perdonoe sentire la mano del Padre». Il «tempodella misericordia» è anche quello incui «i poveri sentono su di sé losguardo» degli altri. A loro sarà rivoltolo sguardo della Chiesa soprattuttonella ricorrenza della 33ma domenica

del tempo ordinario. «Troppe volte cidimentichiamo che il povero, comeinsegna san Paolo, è Cristo –commenta monsignor Enrico Feroci,direttore della Caritas diocesana –.Non a caso il Papa ha voluto istituirequesta giornata come preparazione»per «vivere la solennità di Cristo Re.Gesù si è identificato con i piccoli e ipoveri». La Porta Santa della Carità,all’ostello don Di Liegro, si è chiusa«ma è sempre aperta». «Restiamoaperti all’ascolto, all’accoglienza, allenecessità degli ultimi». Quanto «mipiacerebbe che ci fosse, qui a Roma,una porta santa aperta in ogni casa;quanto mi piacerebbe che ognicittadino diventasse ostello cheaccoglie i fratelli in difficoltà». Lalettera apostolica si sofferma moltoanche sulla possibilità di daremaggiore spazio, nelle comunitàparrocchiali, alla Parola di Dio,

dedicandogli una domenica nel corsodell’anno. «Il Papa vuole dirci chedobbiamo riservare più tempo allaformazione sulla Sacra Scrittura –riflette don Attilio Nostro, parroco diSan Mattia a Monte Sacro –. Bisognafare in modo che la gente si avvicinialla Bibbia per leggerla, meditarla, farsitrasformare da essa». A San Mattiahanno cominciato dai bambini dellaprima Comunione. «A lorodedichiamo degli incontri di Lectiodivina incentrati, quest’anno, sullamisericordia: la chiamata di Matteo, ilrimprovero di Marta, la donnaadultera». Bisogna «rimettere al centrola Parola: è quella la fonte primaria –conclude don Attilio – dalla quale èpossibile imparare a esseremisericordiosi». Davanti a essa «ciritroveremo», allora, «come l’adulteradavanti a Gesù, come i miseri davantialla misericordia».

«La Chiesa luogo di accoglienza degli esclusi»

Le voci di tre sacerdoti. Frisina: aiutareil peccatore a vivere una vita nuova. Feroci: ognicittadino diventi ostello per chi è in difficoltàNostro: riservare più tempo alla formazionesulla Sacra Scrittura, rimettere al centro la Parola

Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiSede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a00184 Roma; [email protected]. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491

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ROMA SETTE

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ome consuetudine, in occasione del Concistoro del19 novembre (nella foto), a ogni nuovo cardinale èstato assegnato un titolo o una diaconia di una

chiesa di Roma. Ecco l’elenco: a Mario Zenari, nunzioapostolico in Siria, la diaconia di Santa Maria delleGrazie alle Fornaci fuori Porta Cavalleggeri; a DieudonnéNzapalainga, arcivescovo di Bangui, il titolo diSant’Andrea della Valle; a Carlos Osoro Sierra, arcivescovodi Madrid, il titolo di Santa Maria in Trastevere; a Sérgioda Rocha, arcivescovo di Brasilia, il titolo di Santa Crocein via Flaminia; a Blase J. Cupich,arcivescovo di Chicago, il titolo di SanBartolomeo all’Isola, di cui ha già presopossesso nei giorni scorsi; a PatrickD’Rozario, arcivescovo di Dhaka(Bangladesh), il titolo di Nostra Signoradel Santissimo Sacramento e Santi MartiriCanadesi; a Baltazar Enrique PorrasCardozo, arcivescovo di Mérida(Venezuela), il titolo dei Santi GiovanniEvangelista e Petronio; a Jozef De Kesel,arcivescovo di Malines–Bruxelles, il titolodei Santi Giovanni e Paolo (al Celio); aMaurice Piat, vescovo di Port Louis (Isola

Maurizio), il titolo di Santa Teresa al Corso d’Italia; aKevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, laFamiglia e la Vita, la diaconia di San Giuliano Martire (avia Cassia); a Carlos Aguiar Retes, arcivescovo diTlalnepantla (Messico), il titolo dei Santi Fabiano eVenanzio a Villa Fiorelli; a John Ribat, arcivescovo di PortMoresby (Papua Nuova Guinea), il titolo di San GiovanniBattista de’ Rossi (all’Appio Latino); a Joseph WilliamTobin, arcivescovo di Newark (Stati Uniti), il titolo diSanta Maria delle Grazie a Via Trionfale; ad Anthony

Soter Fernandez, arcivescovoemerito di Kuala Lumpur(Malaysia), il titolo di Sant’AlbertoMagno (a Vigne Nuove); a RenatoCorti, vescovo emerito di Novara, iltitolo di San Giovanni a PortaLatina; a Sebastian Koto Khoarai,vescovo emerito di Mohale’s Hoek(Lesotho), il titolo San Leonardo daPorto Maurizio ad Acilia; ad ErnestSimoni, sacerdote dell’arcidiocesialbanese di Shkodrë–Pult (Scutari),la diaconia di Santa Maria dellaScala (a Trastevere).

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Ecco i titoli e le diaconie dei 17 nuovi cardinali:dalle chiese del centro alle parrocchie di periferia

DI ANGELO ZEMA

a facoltà a tutti i sacerdoti diassolvere «quanti hannoprocurato peccato di aborto». Il

servizio dei Missionari dellaMisericordia anche per il futuro, comesegno concreto della grazia delGiubileo. Una Giornata mondiale deipoveri, per «non dimenticarci» di loro.Una domenica interamente dedicataalla Parola di Dio in tutte le parrocchiedel mondo. L’invito a «una verarivoluzione culturale » per «darespazio alla fantasia della misericordia»e «far crescere una cultura dellamisericordia». Sono solo alcune dellenovità contenute nella Misericordia etmisera, la lettera apostolica di PapaFrancesco presentata alla stampalunedì dall’arcivescovo Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglio perla promozione della nuovaevangelizzazione, che ha curatol’organizzazione del Giubileo. Il titolofa riferimento alle due parole chesant’Agostino utilizza per raccontarel’incontro tra Gesù e l’adultera –«Rimasero soltanto loro due: la miserae la misericordia» –, pagina evangelicache Francesco indica come icona diquesto Anno Santo appena concluso.Il testo, diffuso in sette lingue, è un po’il programma degli anni a venire perconcretizzare l’eredità di questoGiubileo. Contiene indicazioniconcrete, soprattutto per i sacerdoti. Acominciare dalla facoltà di assolverequanti hanno procurato peccato diaborto. «Perché nessun ostacolo siinterponga tra la richiesta diriconciliazione e il perdono di Dio»,precisa il Papa. «Vorrei ribadire contutte le mie forze che l’aborto è ungrave peccato, perché pone fine a unavita innocente. Con altrettanta forza,tuttavia, posso e devo affermare chenon esiste alcun peccato che lamisericordia di Dio non possaraggiungere e distruggere quandotrova un cuore pentito che chiede diriconciliarsi con il Padre». Con lostesso spirito di «andare incontro alleesigenze dei fedeli», sottolineaFisichella, il Santo Padre «confidandonella buona volontà dei loro sacerdoti

perché si possa recuperare, con l’aiutodi Dio, la piena comunione con laChiesa cattolica» (Mm 12) stabilisceche quanti frequentano le chieseofficiate dai sacerdoti della Fraternitàsan Pio X possano riceverevalidamente e lecitamentel’assoluzione sacramentale. Tra le lineepastorali per la vita delle comunitàcristiane nel mondo, la possibilità didare maggior spazio alla Parola diDio: «Sarebbe opportuno – scriveFrancesco – che ogni comunità, in unadomenica dell’anno liturgico, potesserinnovare l’impegno per la diffusione,conoscenza e approfondimento dellaSacra Scrittura: una domenica dedicatainteramente alla Parola di Dio, percomprendere la inesauribile ricchezzache proviene da quel dialogo costantedi Dio con il suo popolo». La seconda«colonna portante della Letteraapostolica – afferma ancora Fisichella– verte maggiormente sul vivere lamisericordia e sul “carattere sociale”che essa riveste». Da qui l’istituzionedi una Giornata mondiale dei poveri,per «riflettere su come la povertà stia alcuore del Vangelo e sul fatto che, finoa quando Lazzaro giace alla portadella nostra casa, non potrà essercigiustizia né pace sociale». Su questalinea c’è un invito concreto perché lecomunità cristiane e ogni credentediano spazio alla «fantasiadella misericordia», per farcrescere una «cultura dellamisericordia basata sullariscoperta dell’incontrocon gli altri: una cultura incui nessuno guardaall’altro con indifferenzané gira lo sguardo quandovede la sofferenza deifratelli». Nella lettera vienesottolineata anche «labellezza della famiglia»: «Èimportante – si legge –che giunga una parola diforza consolatrice allenostre famiglie». Sullanecessità di fareesperienza di misericordia,il Papa afferma che «inuna cultura spessodominata dalla tecnica,sembrano moltiplicarsi leforme di tristezza esolitudine in cui cadono lepersone, e anche tantigiovani. C’è bisogno ditestimoni di speranza e digioia vera, per scacciare lechimere che promettonouna facile felicità conparadisi artificiali».

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Istituita la Giornatamondiale dei poveriA tutti i presbiteri lafacoltà di assolvere quantihanno procurato l’aborto

Tempo della misericordiaL’eredità del Giubileo nella lettera apostolica del Papa presentata lunedìL’appello a «una rivoluzione culturale». Le linee per le comunità cristiane

San Pietro, chiusuradella Porta Santa

na breve preghiera poi, in silenzio,Papa Francesco ha chiuso i battentidella Porta Santa della basilica di San

Pietro. Così si è concluso il Giubileostraordinario della Misericordia: unmomento semplice e solenne, perché la finedell’Anno Santo non significa la fine del suomessaggio spirituale. Lo ha ricordato ilSanto Padre nell’omelia: «Siamo chiamati ainfondere speranza e a dare opportunità aglialtri. Perché, anche se si chiude la PortaSanta, rimane sempre spalancata per noi lavera porta della misericordia, che è il Cuoredi Cristo». Piazza San Pietro gremita daalmeno 70.000 fedeli, presente gran partedel Collegio cardinalizio, compresi i neo–porporati, e il presidente della RepubblicaMattarella con il premier Renzi. «Sarebbeperò poca cosa credere – ha sottolineato ilSanto Padre – che Gesù è Re dell’universo ecentro della storia, senza farlo diventareSignore della nostra vita: tutto ciò è vano senon lo accogliamo personalmente e se nonaccogliamo anche il suo modo di regnare».Francesco ha evidenziato che «di fronte allecircostanze della vita o alle nostre attese nonrealizzate, anche noi possiamo avere latentazione di prendere le distanze dalla

regalità di Gesù, dinon accettare fino infondo lo scandalo delsuo amore umile». IlPontefice ha messoin guardia dalla«prima e ultimatentazione delVangelo»: quella chevorrebbe spingereGesù a regnaresecondo la logica delmondo scendendodalla Croce: «Se èDio, dimostri

potenza e superiorità! Questa tentazione èun attacco diretto all’amore: “salva testesso”. Prevalga l’io con la sua forza, con lasua gloria, con il suo successo. È latentazione più terribile». E invece «Gesùnon parla. Continua piuttosto ad amare,perdona, vive il momento della provasecondo la volontà del Padre. Per accoglierela regalità di Gesù, siamo chiamati a lottarecontro questa tentazione». Il Papa ha poiricordato che «quest’Anno dellamisericordia ci ha invitato a riscoprire ilcentro, a ritornare all’essenziale. Questotempo ci chiama a guardare al vero volto delnostro Re e a riscoprire il volto giovane ebello della Chiesa, che risplende quando èaccogliente, libera, fedele, povera nei mezzie ricca nell’amore». «Dio – ha proseguito –appena gliene diamo la possibilità, siricorda di noi. Dio non ha memoria delpeccato, ma di noi, di ciascuno di noi, suoifigli amati. Chiediamo la grazia di nonchiudere mai le porte della riconciliazione edel perdono, ma di saper andare oltre ilmale e le divergenze, aprendo ogni possibilevia di speranza». E ha concluso ricordandoche «siamo stati investiti di misericordia perrivestirci di sentimenti di misericordia, perdiventare noi pure strumenti dimisericordia».

Andrea Acali

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omenica mi sono sentito il “misero”, ilpovero, davanti a un gigante della fede come

Papa Francesco». A parlare è Claudio Buccarella, 56anni, diacono permanente della diocesi di Roma dal2009, impegnato nella parrocchia di San VincenzoPallotti a Pietralata, che con la moglie Rita, sei deisette figli e il marito della prima figlia ha ricevutodomenica scorsa la lettera apostolica “Misericordia etmisera” dalle mani del Papa. Com’è noto, infatti, altermine della recita dell’Angelus, in piazza SanPietro, il Santo Padre ha firmato il documentoindirizzato a tutta la Chiesa per continuare a vivere lamisericordia sperimentata durante l’intero Giubileostraordinario. In rappresentanza di tutto il popolo diDio, hanno ricevuto la lettera dalle sue mani ilcardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila;monsignor Leo William Cushley, arcivescovo di SaintAndrews ed Edimburgo; due sacerdoti Missionaridella Misericordia, provenienti rispettivamente dallaRepubblica Democratica del Congo e dal Brasile (illoro servizio, come ha chiarito il Papa, non siesaurirà con la fine del Giubileo); il diaconoBuccarella con la sua famiglia; due suore,provenienti dal Messico e dalla Corea del Sud; una

famiglia composta da genitori, figli e nonni, originaridegli Stati Uniti d’America; una coppia di giovanifidanzati; due mamme catechiste di una parrocchiadi Roma; una persona con disabilità e una personamalata. La lettera apostolica è stata presentataufficialmente lunedì mattina nella Sala stampa dellaSanta Sede dall’arcivescovo Rino Fisichella e diffusain sette lingue (l’articolo sulla presentazione inapertura di questa pagina). «Si legge tutta di un fiato– sottolinea Buccarella, che lavora nella Polizia diRoma Capitale –, è una meditazione importante perriscoprire a che punto si è della propria vita. Ed èprogrammatica, si inserisce in un percorso dellaChiesa. Il Papa ci dice che non si può porre nessunostacolo al perdono, noi cristiani siamo chiamati atrasmettere la misericordia che abbiamo ricevuto, avivere la fede per far arrivare tutti all’abbraccio diDio che supera ogni debolezza umana. Mi ha moltocolpito – aggiunge – l’istituzione della Giornatamondiale dei poveri, che ha voluto mettere al centrola necessità del farci poveri. Il povero, ha sempredetto Francesco, è presenza reale di Cristo, unrichiamo importante soprattutto per il nostroservizio di diaconi». (R. S.)

Il diacono: una meditazione importante

L’arcivescovo Rino Fisichella e Papa Francesco

Anno XLIII – Numero 38 Domenica 27 novembre 2016

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DI LORENA LEONARDI

l motivo per Caterina è semplice.«Quando capisci che hai avuto unafortuna che un miliardo di persone non

ha, scatta la molla della giustizia sociale.“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamentedate”». Calabrese trapiantata a Roma, exallieva salesiana come il marito, Angelo,Caterina Guarna oggi ha 66 anni ed è inpensione. Angelo, biologo 70enne, èrecentemente rientrato dal Nepal. É lì,infatti, che Senzaconfini, la onlus nata del

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Comunità Gesù Risorto, il «grazie» per lo statuto

a Comunità Gesù Risorto ringraziail Signore per l’approvazionedefinitiva dello Statuto

internazionale. E lo fa con lacelebrazione di una Messa solenne, chesi è tenuta ieri pomeriggio nella basilicadi San Giovanni in Laterano; apresiederla il vescovo ausiliare per ilsettore Est, monsignor GiuseppeMarciante. Perché proprio in unaparrocchia di questo settore,l’Assunzione di Maria Santissima, alargo Spartaco, al Quadraro, laComunità ha iniziato a muovere i primipassi. Era il 7 giugno del 1987 e trecoppie di sposi, tutte provenienti dal

Rinnovamento Carismatico (movimentoarrivato in Italia nel 1971), diedero il viaa questo nuovo cammino: AlfredoAncillotti e Jacqueline Dupuy, il diaconoPaolo Serafini e Carmencita Leonardi eil dicono Giampaolo Mollo e AnnaLiberace. Il 5 marzo 1996 la Comunitàviene riconosciuta dal cardinale CamilloRuini, allora vicario generale del Papaper la diocesi di Roma. L’approvazioneufficiale dello Statuto porta la data del 3aprile 2016, giorno in cui si celebrava laDomenica della Divina Misericordia. Ildecreto è stato firmato dal presidentedel Pontificio Consiglio per i laici, ilcardinale Stanislaw Rylko. Carismafondamentale della Comunità è proprioquello di vivere e annunciare la presenzadi Gesù Risorto in mezzo al suo popolo.In questi trent’anni la Comunità ècresciuta tanto che oggi è presente inoltre 60 parrocchie della Capitale connumerose realtà soprattutto nel settore

Est. A livello mondiale si è diffusa in 14Paesi: dalla Francia agli Stati Uniti, dallaGermania alla Bolivia, dall’Inghilterraalla Colombia. L’ultima nata è lacomunità del Cameroun fondata agiugno 2016. Oltre 15 mila nel mondole persone che frequentano ilmovimento ogni settimana.«L’approvazione ufficiale dello Statutointernazionale è per noi una grandegioia – afferma Alberta Ricci, presidentedella Comunità –. È arrivata nell’Annodel Giubileo della Misericordia e la datacoincideva proprio con la festa dellaDivina Misericordia». Nell’aprile del2010 «era già avvenuta una primaapprovazione dello Statuto per unperiodo ‘ad experimentum’ di 5 anni –rievoca Alberta Ricci –. A distanza di seianni esatti, il 3 aprile di quest’anno, èfinalmente arrivato il decreto ufficialeche ci riconosce come associazioneprivata internazionale di fedeli, con

personalità giuridica, proprio mentre ciprepariamo a festeggiare i ‘nostri’ primitrent’anni di cammino. Siamo moltofelici anche perché ci stiamoespandendo e mai avremmoimmaginato che da un piccologruppetto di laici saremmo riusciti afondare una comunità anche in Africa.Per noi l’approvazione dello Statuto èuna garanzia. Ora abbiamo undocumento ufficiale che ci custodiscenel tempo e contemporaneamente cigarantisce». Se l’approvazione delloStatuto concretamente non cambianulla per gli appartenenti alla ComunitàGesù Risorto, nella voce di Alberta Riccisi avverte commozione e orgoglioquando afferma che il cammino dellaComunità «non solo è consigliato dallaChiesa ma è anche riconosciuto comeun percorso valido per lasantificazione».

Roberta Pumpo

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L’esempio di padre Candido

Appuntamento alle 17.30a Santa Crocein Gerusalemme: lo storicoparlerà del dialogointerconfessionalee interrreligioso coltivatodal sacerdote uccisodieci anni fa in TurchiaSeguirà la celebrazionepresieduta dal prefetto dellaCongregazione delle ChieseOrientali. Introduzionee conclusione curate da monsignor Enrico Feroci

n prossimità della ricorrenza di Sant’Andreaapostolo (30 novembre), si terrà oggi

l’ultimo appuntamento programmato inricordo di don Andrea Santoro a dieci anni dalsuo martirio. In questo anno, l’AssociazioneDon Andrea Santoro, con la Diocesi di Roma el’associazione Finestra per il Medio Oriente,hanno promosso infatti alcuni appuntamentiper ricordare la figura del sacerdote romanoucciso il 5 febbraio del 2006 a Trabozn, inTurchia, mentre pregava nella chiesa di SantaMaria a lui affidata. A partire dalle 17.30,nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme,lo storico Andrea Riccardi, fondatore dellaComunità di Sant’Egidio, affronterà un altroaspetto della spiritualità del sacerdote fideidonum della dioecsi di Roma, quello deldialogo interconfessionale e interreligioso. «Ildialogo tra le diverse confessioni cristiane e lereligioni abramitiche – spiega una nota deipromotori – era molto sentito da don Andrea

I e fu portato avanti anche nel corso deitrent’anni romani attraverso numerosipellegrinaggi in Terra Santa, fino a creare,dopo la partenza in Anatolia, l’associazioneFinestra per il Medio Oriente». Dopol’intervento di Riccardi, seguirà lacelebrazione eucaristica presieduta dalcardinale Leonardo Sandri, prefetto dellaCongregazione delle Chiese Orientali.Introduzione e conclusione saranno curate damonsignor Enrico Feroci, direttore dellaCaritas diocesana (per maggiori informazioniè possibile consultare il nuovo sitowww.associazionedonandreasantoro.it). Lecelebrazioni erano iniziate un anno fa con lariflessione del cardinale Beniamino Stella.Quindi, in febbraio, l’intervento del vescovoAngelo De Donatis e la Messa presieduta dalcardinale Vallini nella basilica di San Giovanniin Laterano; in maggio, la giornata difraternità con il vescovo Zuppi.

DI ROBERTA PUMPO

sempio concreto di lotta contro ilmaligno. Sacerdote dotato di pietà,scienza, prudenza ed integrità di vita,

di viva preghiera, misticamente unito allaspiritualità della Croce. Questo il profilodel Servo di Dio padre Candido Amantini,letto dal vicario giudiziale del Tribunalediocesano, monsignor Slawomir Oder, inoccasione della chiusura dell’inchiestadiocesana sulla vita, le virtù e la fama disantità del sacerdote passionista. La

cerimonia si è svolta venerdì nell’Aula dellaConciliazione del Palazzo Lateranense.Padre Candido, al secolo Eraldo, è statoper anni l’unico esorcista della diocesi diRoma e ha esercitato il suo ministero nelsantuario della Scala Santa. La suacaratteristica principale era la pazienza.Come ha affermato monsignor Oder «nonrifiutava mai di ricevere o ascoltarequalcuno. Era animato da quella profondacarità verso il prossimo che trovava il suomodello nella pazienza e tenerezza di unamadre. Fin dalle tre di notte molti siaccalcavano davanti al Santuario per poteressere ricevuti e lui, senza risparmiarsi,seguiva tutti spiritualmente». È stato guidasaggia e prudente. San Pio daPietrelcina lo definì «unsacerdote secondo il cuore diDio». Nato in provincia diGrosseto nel 1914, già a 12anni entrò nel seminariominore dei Passionisti diNettuno conosciuti duranteuna missione da loropredicata nella suaparrocchia a Bagnolo. A 15anni iniziò il noviziato e a23 fu ordinato sacerdotenella Congregazione deiPassionisti. La suaformazione fuparticolarmente segnatadall’incontro con ilvenerabile NazarenoSantolini, suo primomaestro di noviziato. PadreAmantini frequentò ilPontificio Istituto Biblico e

Econtemporaneamente insegnò SacraScrittura nel seminario di Tavernuzze:conosceva bene greco, ebraico, tedesco esanscrito. Tra il 1962 e il 1963 venneufficialmente nominato esorcista e in pocotempo il suo nome divenne noto in tuttaItalia e anche all’estero. Trascorreva ore nelconfessionale, provava sinceracompassione nei confronti delle personeche si rivolgevano a lui e speravafermamente di poterle salvare e liberaredal male. È morto il 22 settembre 1992 nelPontificio Santuario della Scala Santa doveè sepolto dal 21 marzo 2012. Ai nipotiRenato e Lucia ha lasciato una «importanteeredità spirituale». «Tutta la sua vita è stataper noi un esempio da seguire – affermaRenato –. Mi tornano in mente lebenedizioni che ci impartiva. Ogni voltaavvertivo un peso sulla testa e una infinitapace e leggerezza nel cuore». «Anche se civedevamo poco era sempre presente pernoi, pronto a darci consigli – aggiungeLucia –. Ancora oggi, quando ho unproblema, mi rivolgo a lui nella preghierae lo sento sempre molto vicino». Seduto inprima fila padre Carlo Fioravanti,passionista della Scala Santa. PadreCandido è stato suo direttore e padrespirituale. «È morto tra le mie braccia –ricorda commosso –. Da lui ho imparato ilgrande amore per Gesù Cristo e per ilprossimo. Per me era un santo già in vitaanche perché ogni volta che io entravo nelsuo ufficio avvertivo profumo di rose».Presenti alla cerimonia per la chiusuradell’inchiesta diocesana anche: padreOttavio d’Egidio, superiore generaleemerito dei padri Passionisti, padreFrancesco Bamonte, presidentedell’Associazione Internazionale esorcisti epadre Francesco Guerra, rettore delSantuario della Scala Santa.

Il ritratto di Amantini:l’impegno nella lotta controil maligno, «sacerdote secondoil cuore di Dio», dotato di pietà,scienza, prudenza e integrità di vita, di viva preghiera

Conclusa venerdì la fase diocesana della causadi beatificazione del passionista. Per anniè stato l’unico esorcista della diocesi di Roma

Riccardi e Sandri ricordano oggi don Andrea Santoro

Gratitudine per l’approvazionedefinitiva con la celebrazionedi una Messa solenneieri a San Giovanni in Laterano

L’esperienza dell’associazionenata nel 2001 dall’intuizionedi una coppia. Attività rivoltasoprattutto al fronte sanitario

2001 su input della coppia, sta avviando unnuovo progetto. «Ma tutto è iniziato moltianni fa, nel 1994», ricorda Caterina.«Eravamo in contatto con un vescovosalesiano, Ermanno Artale, che viveva inPerú. Erano gli anni di Sendero luminoso, ilPaese era pericoloso, ma Angelo dopo ilterremoto dell’Irpinia era partito con uncamion carico di coperte per andare aSant’Angelo dei Lombardi, era stato aSarajevo: il Perú chiamava, non potevamonon rispondere». Grazie a una serie dicoincidenze «o a un incastro voluto dallaProvvidenza», Angelo insieme a un collegadecide di aprire un laboratorio di analisi aHuánuco, una città popolosa e poverissima,e, grazie alla collaborazione della CroceRossa, dopo un mese e mezzo erano in piediun laboratorio e un poliambulatorio. Nel2001, insieme a Franco e Lidia, «una coppiadi amici con i quali condividiamo una

grande fede, abbiamo dato vitaall’associazione, cercato finanziatori eampliato il progetto». Nel 2009 il nuovovescovo Jaime Rodriguez Salazar, che avevacondiviso l’attività dell’associazione, chiedeun aiuto ancora più grande: «Gli avevanoregalato un terreno nella periferia diHuánuco, potevamo costruire un centromedico», grazie alla collaborazione di unamico architetto di San Benedetto delTronto. «Ci incontravamo a metà strada,all’Aquila, in un parcheggio per vederel’avanzamento del progetto strutturato amoduli. Il sesto, l’ultimo, è stato inauguratoa giugno». Non solo emergenza, diagnostica,ginecologia, ortopedia: il Centroambulatoriale ospedaliero include ancheuna casa materna, «per chi arriva a piedidalle campagne», e ogni mese offre cure acirca 3.500 persone. Negli anni Senzaconfini– che conta una cinquantina di membri – ha

ampliato i suoi orizzonti diintervento e dal Perú si èspostato alla Colombia peraiutare i lebbrosi e le lorofamiglie. In Camerun glisforzi sono orientatiall’approvvigionamento diacqua, e anche in Nepall’ambizione è aprire uncentro medico. «Sanità,igiene e prevenzione sono inostri ambiti, ma in alcuniluoghi significa avviare una rivoluzioneculturale», riflette Caterina, che per il suoimpegno è stata insignita con il marito daPapa Giovanni Paolo II dell’onorificenzadell’Ordine di San Gregorio Magno. DalleAnde e dalla foresta Caterina si porta dietroil mal di testa per l’altitudine e il ricordo delvento che al primo pomeriggio solleva lapolvere. Ricorda due fratelli che plasmavano

Dal Perú al Nepal un impegno «Senzaconfini»

con il fango i mattoni di casa loro. Il minore,5 anni, non riusciva a girarli perché il sole liasciugasse. Rivede una capanna lercia, unpavimento di creta, una madre sofferente euna bambina sull’uscio. «Ci sono cose –conclude – che ti segnano per la vita, e menomale sennò tutto ci scivolerebbe addosso.Noi ormai non ci sediamo più a tavola –confessa – senza prima aver pregato».

Bambine nepalesi

Padre Candido Amantini

La cerimonia di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione di padre Amantini

2 Domenica27 novembre 2016

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Tagle: incapacidi accogliereperché la pauraci rende ciechi

A colloquio con il cardinale presidentedi Caritas Internationalis. «Grazie ai romaniper il rapporto con i miei connazionali»

DI ROBERTA PUMPO

mile, semplice, ama il contatto con lagente, in modo particolare con ipoveri, dai quali ha tratto importanti

insegnamenti, come testimonia il librointervista Ho imparato dagli ultimi – La miavita, le mie speranze, realizzato da Gerolamoe Lorenzo Fazzini, da pochi giorni inlibreria. È il cardinale Luis Antonio Tagle,arcivescovo di Manila, presidente di CaritasInternationalis, tra le personalità ecclesialipiù note a livello internazionale, nei giorniscorsi a Roma per il Concistoro. È statodefinito «una delle voci più rappresentativedel pensiero teologico asiatico».Caratterialmente molto simile a PapaFrancesco. Esuberante, sempre sorridente,ma soprattutto modesto. Al polso unorologio regalatogli dai genitori nel 1973,come ci racconta nel nostro incontro in unaparrocchia romana. «I miei amici mi diconoche devo cambiarlo con uno più dignitosoper un cardinale – dice –. Ma è un dono deimiei genitori che per mesi hanno messo ildenaro da parte per acquistarlo». PapaFrancesco lo scorso anno lo ha nominatopresidente delegato dell’assembleastraordinaria del Sinodo dei vescovi sullafamiglia e lo ha chiamato accanto a sé nelConsiglio dei 9 cardinali per assisterlo nelgoverno della Chiesa e nei progetti diriforma della Curia. Domenica è stato ilprimo a ricevere dalle mani del Pontefice lalettera apostolica Misericordia et misera. «Ifrutti del Giubileo sono già evidenti –afferma –. Come presidente della Caritas hoviaggiato molto quest’anno e ho avvertito ildesiderio di tutti che l’Anno Santo nonavesse fine. È terminato ma i valoripersistono». Il 17 novembre è stato ricevuto

Udal Papa insieme ai dirigenti di CaritasInternationalis e Francesco li ha invitati arendere i poveri maggiormente protagonisti.«Abbiamo bisogno di maggiore spiritualità– dichiara Tagle –. È facile aiutare i poverima a volte li guardiamo con superiorità enon come persone con la dignità e lacapacità di insegnarci cose buone. Questo èil segreto per fare dei poveri non solo idestinatari di gesti caritatevoli: tutti siamopoveri ma abbiamo una forma di ricchezzada offrire agli altri e questo crea unasituazione di parità e uguaglianza». Per ilporporato l’uomo ha bisogno di maggiorespiritualità anche per rapportarsi con gliimmigrati, per i quali Caritas Internationalisha avviato una campagna. «Oggi si èincapaci di accogliere i profughi, i rifugiati, i

migranti, perché la paura ci rende ciechi.Non vediamo più persone, preserviamosolo i nostri interessi. Anche Gesù hadescritto se stesso come il Figlio dell’uomoche non aveva un posto dove poggiare ilcapo. Bisognerebbe prendere coscienza chenon si è proprietari di un Paese». Per quelche riguarda l’accoglienza che gli italianihanno riservato alla comunità filippina,numerosa a Roma (con molti centripastorali di riferimento), il cardinalesottolinea: «Apprezzo molto quando gliitaliani mi dicono che fra i migrantipreferiscono i miei connazionali ma sonosempre considerati “ospiti”: anche se sitrascorrono anni in un Paese straniero nonci si sente mai a casa. Non sempre è unamancanza del Paese che accoglie, è la

Mirilli racconta storie di «scartagonisti»li scartagonisti. Scartati dagliuomini, protagonisti perDio»: titolo inequivocabile

per il nuovo libro di don MaurizioMirilli, parroco del SantissimoSacramento a Tor de’ Schiavi, presentatosabato 19 alla comunità parrocchialeche guida da due anni. Presenti: ilcardinale Louis Antonio Tagle,arcivescovo di Manila, che ne ha curatola prefazione, il vescovo per il settore EstGiuseppe Marciante, l’attrice BeatriceFazi, la giornalista di Tv 2000 EugeniaScotti. “Scartagonisti” è un termineconiato per indicare le persone oggiscartate dalla società ma protagonistedella storia di Dio. I poveri, i disabili, i

G« dimenticati. Personaggi biblici e gentecomune. Giuseppe, Davide, Mosè, equello che per don Maurizio è «loscartagonista per eccellenza, dallanascita alla morte»: Gesù. «È Colui cheancora oggi è protagonista della storiadell’umanità – si legge nel libro – anchese viene continuamente scartato da noiuomini». Cinque le storie nella partededicata agli “Scartagonisti dei nostritempi” a partire da san FilippoSmaldone, inizialmente non ritenutoidoneo al ministero sacerdotale, oggiannoverato tra i santi. In chiusura donMaurizio condivide momenti della suavita privata: racconta la malattia delfratello, morto a soli 8 anni per

poliomielite, e rivela tutto il dolorevissuto all’età di 10 anni quando, per unclamoroso errore giudiziario, il padre fuingiustamente arrestato. «Scrivere la miavicenda personale è stato un dono diDio – ha affermato –. Per 35 anni misono portato dentro la vergogna diessere figlio di un carcerato ma ilSignore mi ha amato tanto e mi ha datotutto». «Papa Francesco parla spessodella cultura dello scarto e non solo intermini di cibo – ha ricordato ilcardinale Tagle –. Gesù ha identificatose stesso con gli scartati del mondoinsegnandoci che ciò che viene buttatodalle mani degli uomini, viene salvatodalle mani di Dio». (Rob. Pum.)

prevede la realizzazione diincontri con i capi unità Scout, alfine di pianificare dei percorsi diformazione e di servizio per igruppi; realizzazione di itineraridi educazione e formazione alservizio, composti da incontri,visite dei centri Caritas edesperienze di servizio;realizzazione di incontri diorientamento al servizio, conl’obiettivo di presentare diversetipologie di servizi (mense, centridi accoglienza, case famiglia,centri diurni) promossi dallaCaritas di Roma che possonoaccogliere gruppi o giovani peresperienze individuali; esperienzedi volontariato di gruppi con unaccompagnamento pedagogicogarantito dagli animatori e daivolontari dei centri Caritas;esperienze di servizio per giovani

ella festa di Cristo Re, siricorda un Re che si èmesso al servizio degli

altri. E gli scout fanno da sempreservizio. Con la schiena dritta,però, sempre nel segno dellaverità». Monsignor Enrico Feroci,direttore della Caritas diocesanadi Roma, ha celebrato la Messadomenica scorsa allo ScoutCenter di piazza Bologna,insieme alla comunità dei capiscout dell’Agesci Lazio.Nell’occasione, infatti, è statosiglato un protocollo dicollaborazione tra queste duerealtà, volto a promuoverepercorsi di formazione edesperienze di volontariato.L’accordo, firmato dal direttoremonsignor Feroci e dairesponsabili regionalidell’associazione ecclesiale,

N« che scelgono il servizio extraassociativo; accoglienza presso laCittadella della Carità – SantaGiacinta e il centro Caritas diVilla Glori per uscite, ritiri,attività e campi di servizio deigruppi scout. «Di fatto vari gruppidell’Agesci Lazio avevano giàcontatti e rapporti con la Caritasdi varia natura – ricordano dallaCaritas di Roma –, mentre altriavrebbero voluto ma senza saperebene a chi rivolgersi. Così è natal’idea di questo protocollo, grazieal quale Agesci Lazio vuolestimolare le varie realtà a favorirequesto incontro con noi e con latematica della carità». L’auspicio èche questo modello di sinergiatra la Caritas e gli scout possaessere riproposto anche in altrediocesi.

Giulia Rocchi

Caritas, disponibile onlineil sussidio per l’Avvento

isericordia ricevuta, misericordiadonata» è il tema del sussidio diAvvento che la Caritas propone alle

comunità parrocchiali. Un opuscolo pensatocome una guida alle celebrazioni festive conspunti per impostare omelie, preghiere e peroffrire a catechisti e animatori riflessioni su cuibasare gli incontri durante la settimana. Perognuna delle domeniche vengono propostidue differenti momenti: “Misericordiaricevuta…” con una lettura della Sacra Scritturaproposta dalla liturgia e con una riflessione eduna testimonianza donata da operatori evolontari Caritas. Riflessioni e storie di vita cheparlano della commozione per l’altro, dellacondivisione del suo passato, della capacità diperdonare e della responsabilità personale chesi fa corresponsabilità comunitaria.“Misericordia donata…”, invece, proponeintenzioni di preghiera per le Messe e opere diraccolta per coinvolgere le comunitàparrocchiali a una solidarietà partecipata.

Tagle nella parrocchia del SS. Sacramento

Caritas-Agesci, accordo su formazione e servizio

il libro

condizione del migrante». Tagle è arrivatoin Italia all’inizio di novembre e si è subitorecato a Norcia, duramente colpita dalterremoto. «Ho voluto fare questa visitanon solo come presidente della Caritas maanche come essere umano. Nelle Filippinesiamo abituati ai terremoti e ai tifoni, anchea quelli quotidiani come le ingiustizie, lacorruzione, la povertà, i terremoti sociali eculturali. Prima di venire in Italia sono statoin Giappone, a Kumamoto, un villaggiodistrutto dal terremoto nell’aprile 2016. Hovisitato il Nepal per la commemorazionedel sisma del 25 aprile 2015. Ho vistosempre sofferenza, mancanza di cibo, diacqua, di un tetto, ma anche l’esigenza diavere qualcuno accanto che ti sostiene enon ti fa sentire solo».

stato per tutti veromodello di religiosocaracciolino:

caratterialmente vivace e nellostesso tempo ironico, una vitainteriore essenziale e senzafronzoli, una semplicità esobrietà senza pretese, unprofondo spirito liturgico». Isuoi confratelli Chierici regolariminori ricordano così padreNello Morrea, morto lo scorso20 novembre dopo una lunga

È«

Fu parroco ai SantiAngeli Custodia Monte Sacro, dovetrascorse 25 anni

malattia. Il suo nome e la suastoria sono legati alla comunitàdei Santi Angeli Custodi, aMonte Sacro, dove i superiori loinviarono giovanissimo, e doveha trascorso venticinque anni,prima come vicario parrocchialee poi come parroco. «Fare dellaparrocchia una vera “chiesa” –sottolineano oggi dallaparrocchia –, comunità viva condiversità di ministeri e di servizi,responsabilizzando i laici in ognisettore, è stato l’obiettivocostante del suo impegnopastorale». Per questo si spesecome parroco e come prefettodella X Prefettura. Nel 1992,padre Nello scriveva: «Nellacomunità parrocchiale dei SantiAngeli Custodi, mentre cercavo

di vivere il mio sacerdozioaiutando a crescere nella fede lepersone a me affidate, venivo iostesso stimolato e sostenutodalla generosa testimonianza difede, di carità e di partecipazioneecclesiale di tante persone dellanostra parrocchia». Nato adAnagni nel 1943, studiò a Romaall’Angelicum e fu ordinatosacerdote nel 1967. Dopo il suolungo impegno nella comunitàdi Monte Sacro, nel 1994 fueletto preposito generaledell’Ordine, servizio chemanterrà fino al 2006. Conl’insorgere dei primi sintomidella malattia, nel 2009, rientròa Roma nel 2009, di nuovo allacomunità dei Santi AngeliCustodi.

Morto il caracciolino padre Nello Morrea

Padre Morrea e Giovanni Paolo II

3Domenica27 novembre 2016

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4 Domenica27 novembre 2016

a battaglia diWilderness fu unadelle più sanguinose

della Guerra Civileamericana perché si svolsefra i boschi della Virginiaoccidentale, lungo le rivedel Rapidan, coi soldatidilaniati dalle bombe edalle schegge degli alberifrantumati: una feritaindelebile nel cuore delNuovo Continente, senzavinti né vincitori, ma conmigliaia di vittime, al

tempo in cui due Stati, l’unionista, democratico, e ilconfederato, ancora schiavista, si contendevano ilpredominio del territorio.A tale tragico episodio s’ispira il primo romanzo diLance Weller (nella foto), Wilderness, uscito sei anni fanegli Usa ed ora tradotto in Italia da Gabriella Tonoli(Keller, pp. 343, 17,50 euro). Una narrazione diinconsueto respiro epico che mette al centro la figura

di Abel Truman, anziano reduce il quale, dopo averconosciuto gli orrori bellici, peraltro nella schierasbagliata – quella sudista – sceglie di vivere insolitudine con l’amatissimo cane sulla costa delPacifico, alla massima distanza possibile dai teatri diguerra della sua gioventù. Tuttavia anche laggiù, difronte al tempestoso e magnifico oceano dove luivorrebbe annegare, lo perseguitano i ricordi dellafamiglia perduta ancor prima di arruolarsi. Il maleumano lo assedia perfino nell’estrema stagionetrascinandolo nel gorgo insieme a una coppia diamici che avrebbe voluto aiutarlo. L’unica speranzaresta incisa negli occhi rovinati della piccola JaneDao–ming, posta in salvo da Abel: sarà lei araccontare, tanti anni dopo nell’ospizio dove èricoverata, le vicende di questo suo padre adottivo alquale deve la vita.Due sembrano essere i fari letterari di Lance Weller(che è nato e vive nello Stato di Washington): da unaparte lo Stephen Crane del Segno rosso del coraggio, dicui sentiamo la presenza nelle splendide rievocazionidelle scene di guerra (l’elemento araldico nellelunghe carrellate sui soldati impegnati a sopravvivere

dentro la bolgia degli scontri a fuoco); dall’altra ilJack London del Richiamo della foresta, soprattuttonelle descrizioni, dolcissime e asciutte al tempostesso, del rapporto affettuoso fra il protagonista e ilcane: fra le pagine più intense del libro.Innegabilmente personale risulta il sentimento dellospazio selvaggio che regna nelle foreste nord–occidentali quando scendono a precipizio sulle riveammassate di tronchi: «Reliquiari naturali checustodiscono le ossa secche di uccelli e pesci,procioni e foche, e le tristi spoglie di marinaiannegati, trasportati dalla corrente e dalla marea finodall’Asia». Sono questi gli scorci in cui Lance Wellerdimostra di possedere un talento speciale che, assaipresumibilmente, darà ulteriori frutti in futuro. Ilvecchio Abel, vissuto sempre da solo, non sa parlareai bambini. Descrive così alla piccola Dao–ming lestelle e i pianeti dei cieli: «La fascia pallida della ViaLattea. Il fiero Orione nella sua cintura scintillante. Lerovine maestose della luna piena d’autunno e Martedistante, che infiammava il sangue degli uomini allaguerra».

Eraldo Affinati

L«Wilderness», l’esordio di Lance Weller nella narrativalibri

SABATO 3Alle 10 visita l’ospedale Pertini ecelebra la Messa nel 25° didedicazione della cappelladell’ospedale.

DOMENICA 4Alle 10.30 incontra gli operatoripastorali e celebra la Messa nellaparrocchia del Santissimo Corpo eSangue di Cristo.

Per la prima voltaRembrandt in Vaticano

er la prima volta le o-pere di Rembrandt

sono esposte ai Musei Va-ticani: si tratta di 53 stam-pe e 1 dipinto, prove-nienti dal Museo Zorn inSvezia e dalla CollezioneKremer di Amsterdam,volute, informano i pro-motori, dopo il viaggio diFrancesco a Lund percontribuire a rafforzare ildialogo tra cattolici e pro-testanti. L’esposizione, i-naugurata mercoledì, èvisitabile fino al 26 feb-braio 2017.

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arte

Agnese Moro alla Gregoriana sull’utopia di san Tommaso - Festa patronale a Sant’Andrea delle FratteCaritas, focus sul Medio Oriente - Open day alla Cattolica - Viaggio tra gli invisibili all’Università Europea

celebrazioniNOVENA DELL’IMMACOLATA A SANSALVATORE IN LAURO. Il 29 novembre, aSan Salvatore in Lauro (piazza di SanSalvatore in Lauro, 15), inizia ilcammino della novena inpreparazione della solennitàdell’Immacolata e della Madonna diLoreto. Il programma prevedel’adorazione eucaristica dalle ore 16con la preghiera del Rosario e dellaNovena, alle 18 la Messa.

A SANT’ANDREA DELLE FRATTE SICELEBRA IL PATRONO. In occasionedella solennità di sant’AndreaApostolo, titolare della basilica epatrono della comunità parrocchiale,il 30 novembre a Sant’Andrea delleFratte (omonima via al civico 1),padre Francesco Trebisonda celebreràla Messa delle 18 con i rettori dellechiese del territorio parrocchiale. Nelcorso della celebrazione ci sarà l’attodi affidamento della parrocchia alsanto patrono e la venerazione dellacroce di Sant’Andrea. In occasione del175mo dell’apparizione mariana adAlfonso Ratisbonne, dal 27 novembreal 20 gennaio, Papa Francesco concedel’indulgenza plenaria alle solitecondizioni, a tutti coloro che sirecheranno al santuario di Sant’Andreadelle Fratte per venerare la Madonnadel miracolo.

incontriUNIVERSITÀ CATTOLICA: ORIENTAMENTOALL’OPEN DAY. Nella giornataautunnale di orientamentopreuniversitario di domani,all’Università Cattolica di Roma saràpresentata l’offerta formativa propostadall’ateneo con i corsi di laureaeconomico manageriale e dei servizi.Appuntamento alle 15 nell’aulaFranceschini del Polo universitarioGiovanni XXIII (largo Francesco Vito).L’incontro sarà introdotto dal presideDomenico Bodega che presenterà aglistudenti l’offerta formativa dellafacoltà di Economia. Alle 16.15docenti, studenti e laureati dellaFacoltà condivideranno la loroesperienza nell’incontro «Università elavoro». Seguirà l’incontro con unopsicologo esperto di orientamento.Informazioni: 06.30155720.

OPZIONE PER I POVERI, SE NE PARLAALL’ANTONIANUM. Si dibatterà suidiaconi e l’opzione per i poveri aitempi di Papa Francesco nel corsodell’incontro che si terrà, martedì 29alle 17, alla Pontificia UniversitàAntonianum (via Merulana, 124).Parteciperanno il rettore, suor MaryMelone, e don Giuseppe Costa,direttore della Libreria editricevaticana. Interverranno il vescovoausiliare delegato per il diaconatopermanente, monsignor GianricoRuzza; padre Edmondo Caruana, caporedattore della Lev; Cettina Militello,direttrice della cattedra Donna eCristianesimo alla Pontificia facoltàMarianum; e Vincenzo Battaglia,presidente della Pontificia accademiamariana internazionale.

L’UNIVERSITÀ EUROPEA PER UN«CENSIMENTO DEGLI INVISIBILI».Martedì 29 novembre 2016, alle 13.30,all’Università Europea di Roma, viadegli Aldobrandeschi 190, si terràl’incontro «Un censimento degliinvisibili», un viaggio alla ricerca degliinvisibili nel mondo di oggi, attraversoriflessioni, testimonianze e lettura dipoesie. Ne parleranno Cesare DavideCavoni, giornalista di TV2000, autoredel libro di poesie «Censimento degliinvisibili», e Carlo Climati, giornalistae scrittore. Una parte dell’incontro saràdedicata alle testimonianze dellaComunità Nuovi Orizzonti, storie divita e di speranza. La Comunità,fondata da Chiara Amirante, si ponel’obiettivo di intervenire in tutti gliambiti di disagio sociale, realizzandoazioni di solidarietà con unaparticolare attenzione alleproblematiche dei ragazzi di strada edel mondo giovanile.

L’UTOPIA DI MORO, DOPO 500 ANNI,ALLA GREGORIANA. L’utopia, comebussola per viaggiare nelle correnti deltempo, sarà il tema dell¹incontroorganizzato dal Centro Fede e CulturaAlberto Hurtado della PontificiaUniversità Gregoriana (piazza dellaPilotta, 4), martedì 29, alle ore 18. Neparleranno Agnese Moro,sociopsicologa, figlia di Aldo Moro, lostatista ucciso dalle Brigate Rosse dicui ricorre il centenario della nascita;Stefano Biancu, professore di FilosofiaMorale alla Lumsa; e GiuseppeBonfrate, professore di TeologiaDogmatica della Gregoriana.

«FOCUS MEDIO ORIENTE» ALLACITTADELLA DELLA CARITÀ. Torna ilFocus Medio Oriente organizzatodall’Area Pace e Mondialità dellaCaritas diocesana. Alla Cittadella dellaCarità di via Casilina Vecchia, 19,mercoledì 2 dicembre alle 18.30interverrà don Francesco Baronchelli,segretario generale del PontificioIstituto di Studi Arabi e d’Islamistica. Ilfocus è dedicato all’approfondimentodei conflitti profondi checaratterizzano la regione del MedioOriente.

GLI «SCARTI DELLA SOCIETÀ», DIALOGO ALSANTISSIMO NOME DI MARIA. Unaconferenza dal titolo «Perchéimpegnarci a favore degli “scarti dellasocietà”» si terrà nella sala GiovanniXXIII della parrocchia del SantissimoNome di Maria (via Centuripe, 18),venerdì 2 dicembre alle 20.45. Irelatori saranno Marco Sala e PaolaCottatellucci della Comunità diSant’Egidio.

formazioneCORSO DI TECNICA PRESEPISTICA. Laparrocchia di Santa Maria Regina degliApostoli (via Antonino Pio, 75)organizza un corso di tecnicapresepistica per piccoli e grandi chevogliono apprendere nuove tecnichedi realizzazione. Venerdì 2, sabato 3 edomenica 4 dicembre, dalle ore 17.30alle 19.30. Il corso sarà tenuto daiscritti all’Associazione Italiana Amicidel Presepio, che da diversi annirealizzano il presepe parrocchiale. Perinformazioni e contatti: 06.59602716,da lunedì a venerdi dalle 10 alle 12 edalle 17 alle 19.

culturaPRESENTAZIONE LIBRI/1: «DIARIODALL’ISOLA DI SAN GIULIO». Al salonecapitolare dell’Ordinariato militare perl’Italia (salita del Grillo, 37), EnzoRomeo, vaticanista del Tg2, presenteràcon l’autore Beniamino Donnici e conValerio Giacoia, che ha curato lapostfazione, il libro «Diario dall’isoladi San Giuliano, in dialogo con MadreCanopi». L’attrice Annalisa Insardàleggerà alcuni brani. Concludemonsignor Santo Marcianò, ordinariomilitare d’Italia.

PRESENTAZIONE LIBRI/2: «TOMMASOD’AQUINO E LA BELLEZZA». Nel suoultimo libro, Angela Monacheseesamina l’attrazione, il piacere e labellezza mediante una disamina deitesti di Tommaso d’Aquino. Il volume,dal titolo «Tommaso d’Aquino e labellezza», sarà presentato giovedìprimo dicembre alle 17.30all’Università Salesiana (piazzadell’Ateneo Salesiano, 1).Interverranno don Mauro Mantovani,rettore dell’Ateneo; monsignor LluìsClavell, presidente della PontificiaAccademia di San Tommaso d’Aquino,e Cristiana Freni, docente di Estetica,Filosofia del linguaggio e Letteraturamoderna e contemporaneaall’Università Pontificia Salesiana.

PRESENTAZIONE LIBRI/3: «DIO AMA LEDONNE?». Alla Libreria PaolineInternational (via del Mascherino,94), venerdì 2 dicembre alle ore 18.30,un incontro con la teologa franceseAnne Soupa, a partire dal suo libro«Dio ama le donne? Verso unateologia della donna». Soupa èfondatrice de Le Comité de la jupe edella Conference catholique desbaptisé(e)s francophone, per la difesadella dignità femminile e lapromozione di un migliore ascoltodelle persone battezzate all’interno delmondo ecclesiastico. IntervengonoEnzo Romeo, vaticanista del Tg2 eautore del libro «Francesco e ledonne», e Vania De Luca, vaticanistadi RaiNews24 e presidente nazionaleUcsi. Introduce Romano Cappelletto.

«BRIDGET JONE’S BABY» AL CINEMADELLE PROVINCIE. Da mercoledì 30novembre a domenica 4 dicembre, alCinema delle Provincie (viale delleProvincie, 41), in programmazione ilfilm «Bridget Jone’s baby», diretto daSharon Maguire, con protagonistiRenée Zellweger, Colin Firth e PatrickDempsey. Orario spettacoli: 15.30,17.50, 20.10 e 22.30. Perinformazioni: 0644236021.

solidarietàDONAZIONI DI SANGUE CON L’AVISCOMUNALE. Domenica 4 dicembre saràpossibile donare il sangue con l’Aviscomunale nella parrocchia dei SantiAquila e Priscilla (via Pietro Blaserna,113).

DI FILIPPO PASSANTINO

iemerge il nome della pittrice che lo harealizzato e torna all’antico splendore.Una nuova vita scorre, dopo il restauro,

nel dipinto raffigurante la Madonna diMontesanto, pala dell’altare maggiore dellabasilica a lei dedicata, in piazza del Popolo, enota come la chiesa degli Artisti. Un interventopossibile grazie alla volontà di Lucia MirisolaMagni, che lo ha fatto realizzare in ricordo delmarito, il celebre autore e regista Gigi Magni,che viveva nella vicina via del Babuino efrequentava la chiesa che si affaccia su piazzadel Popolo. Tanti i volti noti del mondo delcinema e del teatro che hanno partecipato allaMessa in suffragio del regista, domenica scorsa,e che si sono stretti attorno a sua moglie. DaFranco Nero ad Antonello Avallone, da

Simona Marchini a Maria Rosaria Omaggio.«L’idea di questo restauro – spiega il rettoredon Walter Insero – è nata dal rapportospeciale che lega Lucia Magni alla Madonna e aquesta chiesa», luogo in cui pregava con Gigi.«È una devozione profonda e ho scelto congioia di fare questo dono», ribadisce la mogliedel regista. Dopo la celebrazione, lapresentazione del restauro dell’opera che risalealla prima metà del seicento. Un lavoro che hapermesso di ritrovare sulretro della tela la firmaautentica della pittricePlautilla Bricci e uno scrittoanch’esso autentico eautografo dei padricarmelitani, proprietaridell’opera. Incollato sulretro del pannello ligneosul quale era inchiodata latela prima del restauro, ilmanoscritto riporta lagenesi dell’icona mariana,legata a un eventomiracoloso. Si racconta chePlautilla Bricci, pittrice

romana ma anche prima donna architetto dicui si ha memoria, abbia avuto qualchedifficoltà nell’ombreggiare il volto di Maria e, aun certo punto, abbia deciso di deporre ilpennello e riposare; al risveglio trovò il voltodella Vergine rifinito alla perfezione. Principalecommittente di Plautilla fu l’abate ElpidioBenedetti, segretario del cardinale GiulioMazzarino, per il quale progettò e decorò laVilla Benedetta (1663–1667) fuori Porta San

Pancrazio, distruttadurante l’assedio diRoma del 1849. Tra lenovità emerse dalrestauro dell’opera,spiega Elena Scarfò,storica dell’arte che halavorato sul dipinto,l’individuazione di unsupporto diverso: «Ildipinto su tavola si èscoperto essere su tela,perché il pannello inlegno dal quale è statostaccato non era ilsupporto reale».

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Nuova luce sulla Madonna di MontesantoPresentato il restauro della paladell’altare maggiore nellabasilica di piazza del Popolo,nota come la chiesa degli artisti

La pala d’altare restaurata (foto Gennari)

Influenza, l’allarme:calano i vaccinati

influenza si presenta con epidemie annuali durante lastagione invernale associate a elevata mortalità nellepersone più vulnerabili: in media circa 40.000 perso-

ne muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’influen-za in Europa. Durante la stagione passata l’influenza ha col-pito l’8% degli italiani con circa 4.900.000 casi, 89 casi gravi e32 decessi, e di questi meno del 10% era vaccinato, con stimepiù elevate per quest’anno. I vaccini sono una delle misure piùefficaci per proteggere da malattie infettive con enormi beneficiin termini di salute pubblica, sicurezza e risparmi di costi le-gati alla cura delle patologie. Vaccinarsi e vaccinare i proprifigli e/o congiunti vulnerabili è un’assunzione di responsabi-lità personale e sociale verso cui le istituzioni sanitarie deb-bono costituire il punto di riferimento formativo e informati-vo per evitare il pericoloso dilagare di una diffidenza immo-tivata e contraria a qualsiasi evidenza scientifica. Ciò vale anche per la vaccinazione antinfluenzale in grado diproteggere da gravi complicanze quali polmoniti e bronco-polmoniti potenzialmente letali per le persone più vulnera-bili, tra cui ultra 65enni, diabetici, cardiopatici, immunode-pressi, persone con malattie respiratorie croniche, malati on-cologici e donne al 2° e 3° trimestre di gravidanza. Per loro eper gli operatori sanitari (per i quali il vaccino è soprattuttoun dovere per proteggere gli assistiti più a rischio) e per colo-ro che svolgono un lavoro a forte valenza sociale (polizia, vi-gili del fuoco) il vaccino è gratuito presso il medico di fami-glia o la struttura sanitaria in cui si lavora.È preoccupante notare che tra gli anziani la percentuale di co-loro che si vaccinano è scesa a meno del 50% negli ultimi an-ni: ai medici di famiglia e a tutti gli operatori sanitari la re-sponsabilità di rafforzare la consapevolezza dei vantaggi di-retti (per chi si vaccina) e indiretti (per chi non può vaccinar-si ma va comunque protetto) di questa e di tutte le altre vac-cinazioni raccomandate, il cui calo ha indotto l’OMS a richia-mare il nostro Paese sui potenziali rischi.La vaccinazione antinfluenzale va somministrata da metà ot-tobre sino a fine dicembre. La protezione inizia due settima-ne dopo l’inoculazione e perdura per circa sei-otto mesi. Unasola dose è sufficiente. Le uniche vere controindicazioni sono:età inferiore ai 6 mesi, reazione allergica grave a precedentisomministrazioni. Una malattia acuta di media o grave entità,con o senza febbre, costituisce una controindicazione tempo-ranea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avve-nuta. Allergia alle proteine dell’uovo, malattie acute di lieveentità, allattamento, infezione da HIV e altre immunodefi-cienze congenite o acquisite sono false controindicazioni: il vac-cino è inattivato e quindi non contiene particelle virali attive.

Patrizia Laurentidirigente medico Servizio igiene ospedaliera

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