Salve n.68

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1 SALVE 68 MARZO 2013 PERIODICO DEL CREDITO VALDINIEVOLE SILVANA COVERI Intervista alla donna che dirige la casa di moda fiorentina più famosa nel mondo SANDRO SABATINI Scambio di battute con il caporedattore di Sky Sport 24 ANDREA LUCCHESINI “Nella mia vita non ho mai pensato di fare altro se non il pianista” PAOLO MICCOLI Direttore del Dipartimento di Endocrinochirurgia di Pisa.

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Periodico del Credito Valdinievole - Banca di Credito Cooperativo di Montecatini Terme e Bientina

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SALVE68MARZO 2013

PERIODICODEL CREDITO VALDINIEVOLE

SILVANA COVERIIntervista alla donna che dirige la casa

di moda fiorentina più famosa nel mondo

SANDRO SABATINIScambio di battute con

il caporedattore di Sky Sport 24

ANDREA LuCChESINI“Nella mia vita non ho mai pensato

di fare altro se non il pianista”

PAOLO MICCOLI Direttore del Dipartimento

di Endocrinochirurgia di Pisa.

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3 L’editoriale del presidenteAlessandro Belloni

5 Sandro SabatiniUno scambio di battute tra il caporedattoredi Sky Sport 24 e Fabrizio Brancoli, caporedattore centrale de Il Tirreno

8 Silvana CoveriModa e tendenze ma anche tanta umanità,in un’intervista alla donna che dirige la casadi moda fiorentina più famosa nel mondo

12 Rivoluzione webIl Credito Valdinievole presenta i nuovi progetti digitali

14 Un patrimonio che rinasce con la FondazioneInaugurata la Rassegna dell’Accademia d’Arte Scalabrino

16 Andrea Lucchesini“Nella mia vita non ho mai pensatodi fare altro se non il pianista”

20 Da Basilea 1 a Basilea 3

22 SinergiaAccordo per il credito agevolato agli artigiani

24 Paolo Miccoli Abbiamo incontrato il direttore del Dipartimentodi Patologia Chirurgica, Medica, Molecolaree dell’Area Critica dell’ospedale di Pisa.

26 Il Credito Valdinievole a fianco delle PMI pistoiesi

28 Forum della Nazione per il rilancio di MontecatiniIl Credito Valdinievole ha ospitato l’incontroorganizzato dalla Nazione

30 Con i Soci al carnevale di Venezia

32 SocinViaggio

34 La Chiesa della Madonna del bosco

36 Luci sul territorioIniziative, eventi e progetti sostenuti dalla Banca

68MARZO 2013

PERIODICODEL CREDITO VALDINIEVOLEVia Ugo Foscolo, 16/2Montecatini Terme

DISTRIBUZIONE GRATUITARegistrazione Tribunaledi Pistoia n. 479 del 07.05.96

DIRETTORE RESPONSABILEMarco Maria Gulli

REDAZIONESimona [email protected]

FOTOGRAFIE- Archivio fotografico Credito Valdinievole- Foto Silvestri- Simona Caroti

L’editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per le immagini delle quali non sia stato possibile reperire la fonte ImpaginazioneStefano RomaniFran Montecatini Stampato in 3700 copie daTipolito Vannini S.n.c. Buggiano SALVEè anche disponibile sul sitowww.creditovaldinievole.it

SOMMARIO

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L’editoriale del

presidenteAlessandro Belloni

I l 20 novembre scorso nella sede delle Nazioni Uni-te a New York, si è chiuso l’Anno

Internazionale della Coo-perazione, che ha interes-sato un milione e quat-trocento mila cooperative sparse in tutto il mondo, di cui il settore bancario rappresenta il 7%.Pauline Green, presidente dell’Alleanza Internazio-nale delle Cooperative, afferma che c’è un dato che deve esser sottolineato con forza e cioè la capacità dell’economia cooperativa di superare la crisi mondiale con risultati migliori rispetto alle altre forme di impresa. Lo stesso concetto sposta-to nell’ambito del Credito Cooperativo, fa dire a Michel Barnier Commissario Europeo del Mercato Interno e Servizi, che questo tipo di banca, più di altre, ha fornito una protezione importante duran-te la crisi finanziaria continuando a erogare credito a favore dell’economia locale.Queste parole hanno un suono particolare in un momento come quello attuale in cui, la luce in fon-do al tunnel è ancora molto, ma molto lontana da essere solo intravista, (contrariamente purtroppo, a chi a più riprese recentemente ha affermato che si intravedeva, ma questo perché probabilmente non avere contatto quotidiano con la realtà, non fa comprendere con pienezza quale sia la situazio-ne). E ancora di più se si mettono insieme ai gravi scandali che stanno sconvolgendo la banca più antica d’Italia, che, gioco forza gettano discredito incondizionato sull’intero settore. La somma in-vece di queste affermazioni fornisce a noi, piccoli operatori, la certezza che ci vengono riconosciuti gli importanti sforzi profusi a favore di quella che è la vera economia reale del nostro paese (cioè le famiglie e le piccole e medie imprese), non solo da chi quotidianamente manifesta la loro fiducia in noi (proprio in questi giorni abbiamo superato la soglia dei 3.000 soci), ma anche dagli organismi centrali che evidentemente riconoscono al mondo del Credito Cooperativo il merito di continuare

costantemente a svolgere la propria mission di banca del territorio.Proprio per ribadire con i fatti la nostra vocazio-ne di banca a sostegno dell’economia locale, mi preme ricordare due accordi che il Credito Valdinievole ha recente-mente concluso: il primo è quello siglato con CNA Pistoia volto ad agevo-lare l’accesso al credito delle oltre 1.300 aziende associate, con un occhio

di riguardo per gli investimenti e le Start Up. Mi preme sottolineare come a tale accordo abbia partecipato anche la Banca di Vignole e Montagna Pistoiese, segnale questo che dimostra l’etica e lo spirito di squadra che sono alla base dell’intero movimento cooperativo e ancor di più l’impor-tanza di fare rete in un periodo come questo, di grande difficoltà e volubilità dei mercati.Il secondo è l’accordo stipulato proprio nei giorni scorsi con Camera di Commercio Industria e Arti-gianato di Pistoia, anch’esso rivolto ad agevolare l’accesso al credito di piccole e medie imprese tra-mite un plafond di 18 milioni di euro da parte di un pool di banche locali.Tutto ciò rappresenta una parte delle attività a sostegno di coloro che quotidianamente si trova-no a dover combattere per il sostentamento delle proprie attività e per la salvaguardia dei posti di lavoro dei propri dipendenti. L’importanza di creare una rete qualificata di rela-zioni è alla base di un‘altra iniziativa estremamen-te importante di cui daremo ampia descrizione all’interno, che riguarda la messa on line del por-tale dedicato ai soci. Un luogo virtuale di incontro e comunicazione, per ampliare il proprio business, beneficiare di condizioni di acquisto agevolate o semplicemente agevolare la conoscenza all’inter-no del gruppo soci.Riteniamo che questo sia un’occasione da non per-dere per usufruire gratuitamente di uno strumento innovativo creato appositamente per dare un ulte-riore impulso di crescita alle attività dei nostri soci.

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Sopporto il Saba perché gli voglio bene, perché lo stimo tanto e perché io faccio il giornalista un po’ per merito (colpa?) sua. Però non si può dire che sia una per-

sona educatissima.Perché il Saba si permette di fare colazione a casa mia ogni domenica, senza essere invi-tato. E spesso è lì di notte, mentre io sono in pigiama che combatto un furibondo corpo a corpo con i cuscini del divano. Non è una bella cosa da parte sua presentarsi in giac-ca e cravatta nel mio salotto, inappuntabile con la sua vocetta da professorino belga e la sua faccia da studentello danese. E parla, parla, ride, domanda, non smette di parlare. Lo perdono solo perché lo stimo, gli voglio bene, eccetera eccetera, e poi anche perché

è dentro un televisore, mica è lì di persona mentre io prendo il tè con i biscotti. Dicia-mo la verità: non posso incazzarmi con uno che sta dentro un televisore. È una scelta che non mi qualificherebbe un granché. Né posso mettere il televisore sul pianerottolo come un amore finito, o un piazzista di aspi-rapolveri. E quindi, confesso; mi fa compa-gnia. Non è da tutti, passare le ore a casa con un amico che ha una sua voce personale su Wikipedia e che parla dentro la tv. Io posso.Il Saba, che a Milano chiamano un po’ pre-testuosamente Sandro Sabatini, oggi ha cin-quant’anni ed è conduttore e caporedattore del tg di Sky Sport 24. Prima, a ritroso, era un anchorman sportivo ad Antenna 3, capo ufficio stampa dell’Inter, inviato e caposer-vizio di Tuttosport. Ma prima ancora era un

Sandro Sabatini U n o s c a m b i o d i b a t t u t e c o n i l m o n t e c a t i n e s e c a p o r e d a t t o r e d i S k y S p o r t 2 4

- di Fabrizio Brancoli,caporedattore centrale de Il Tirreno e Montecatinese doc -

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Sandro Sabatiniragazzo di Montecatini che, come spiega Wikipedia, faceva il tele-radiocronista nella sua città e andava al liceo Coluccio Salutati, il mio. Quando io ero in seconda, lui era in quinta; lo ricordo nei corridoi, a ricreazione. Così, lo intervisto proprio volentieri.Se non fosse per l’orario.Chiariamo subito che sono le nove del mattino. Cosa che, al fuso orario di un giornalista, equivale alle prime luci dell’al-ba. Per intervistarti sono stato costretto a svegliarmi a quest’ora assurda, cosa che non ti perdonerò mai. Che cosa ti ho fatto di male? Forse sei insonne?No: semplicemente sono sposato e ho due figli. Di otto e undici anni. La mia giornata-tipo deve cominciare presto, se voglio vivere un po’ di tempo extra lavoro. Li accompagno a scuola e poi mi riposo, faccio cose. Entro al lavoro alle 16 e ci resto fino alle una di notte. La domenica, invece, comincio di mattina.

Dopo questo interessantissimo approfon-dimento sui tuoi orari, propongo di cerca-re un argomento serio per far capire che questa è un’intervista con i fiocchi. La vita in città e la vita in provincia. Sandro? Ci sei ancora? Sveglia… non ti addormentare.Ok… Io vengo da Montecatini Terme e la vita in provincia, a dimensione d’uomo, eviden-temente ce l’ho nel sangue. C’è stata una stagione della mia carriera nella quale ho scelto di abitare a Milano. Ma ora, con la famiglia, ho puntato su Monza. Assomiglia alla realtà dove sono cresciuto.Conosco due categorie di giornalisti: gli entusiasti e quelli che si lamentano. Hai scelto da che parte stare?Chi si lamenta non capisce i tempi che si vi-vono oggi, non si guarda attorno. La crisi riposiziona le nostre priorità, ci invita (o ci costringe) a capire che cosa conta e che cosa non conta. Il lavoro, ecco, quello conta. Io ce

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l’ho, è un bel lavoro. Quando penso ai miei figli, a quanto sarà difficile per loro farcela nell’Italia e nell’Europa di oggi, sono preoc-cupato.Ne hai incrociati di campioni, in tutti que-sti anni. Qualcuno, a suo modo, ti avrà lasciato un’impronta di sé.Divido il mio percorso professionale in tre grandi tappe: la prima come giornalista “di carta”, la seconda all’Inter, la terza con la tv. Per la prima fase posso citare Marco Van Basten e Ruud Gullit.Due superstar. Molto bene. Vai, che il li-vello dell’intervista sta salendo.Gullit era molto più popolare; aveva az-zeccato qualche mossa di comunicazio-ne (treccine, reggae, strette di mano con Mandela…) ma in realtà era un narciso, votato all’egocentrismo. Van Basten era il suo contrario: appariva freddo, invece era (ed è) una persona di grande sostanza, di valori. Diciamo che con loro ho imparato quanto è importante proporsi in un certo modo. Ma ho imparato anche a guardare al di là della vetrina.Poi è arrivato il lavoro all’Inter.

All’Inter c’era il mio amico Ronaldo.Già. Un’icona planetaria. Lui era più… gullittiano o più vanbasteniano?Lui era la sintesi di entrambi i concetti: gran-di scelte comunicative ma eccezionale per-sona. Un simbolo assoluto per i grandi e i bambini, per i sani e i malati.Terza tappa, quella di oggi. Di chi vuoi parlare?Prendiamo Allegri e Stramaccioni. Il primo è più diretto e si “sente” che ha alle spalle una storia precisa, fatta di calcio giocato e di panchine. L’altro, anche per ragioni contin-genti, è più impostato. Ha un grande impe-gno da sostenere e si vede che calcola parole e atteggiamenti.Ho notato, con sagacia, che a Sky il tg sportivo ha una conduzione doppia. E, a un attentissimo e bravissimo osservato-re come me, non è sfuggito che si tratta sempre di un uomo e una donna. Che sto-ria è questa?Condurre il tg in coppia è come ballare. Ci vuole affiatamento. I ritmi, le pause, l’alter-nanza delle voci.È per questo che le coppie non si “mesco-

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lano”. Anzi, tendete a tenerle in compo-sizione fissa.Sì. Io conduco con una bravissima collega, Sara Benci, che è di Arezzo. In breve è di-ventata una mia amica e le nostre famiglie sono molto unite. Credo che il nostro essere toscani contribuisca alla buona riuscita del lavoro in diretta: siamo sciolti. Del resto, l’e-sperienza e il rodaggio aiutano. Con questa storia della formula “h24”, con un tg ogni quarto d’ora, in cinque anni ho condotto più telegiornali di Mentana in carriera… Che cosa rappresenta Montecatini per te?Per cinquanta settimane l’anno è un ricordo. I miei figli mi chiamano “babbo” e ne sono orgoglioso. Io li chiamo “bischeri” e non vo-glio rinunciarci: sono piccoli codici, il modo per tenere presenti le radici. Per due setti-mane l’anno, poi, torno da mia madre, con la famiglia. Rivedo gli amici, senza capelli o con la pancia. Il tempo è trascorso. Ma non mi importa, sto bene con loro.Meno male: non mi sei diventato milane-se. Né monzese. Ma oggi di Montecatini quale impressione hai?Ho l’impressione di una grande potenzialità non espressa.C’è più affetto nostalgico, in te, oppure irritazione per questo?Non la chiamerei irritazione: diciamo dispia-cere. Parlo senza una vera conoscenza delle cose, lo premetto. Mi pare che Montecatini poteva (o potrebbe?) essere fantastica, un simbolo nel mondo. Bastava poco.È una città che basta a se stessa. Non vuo-le più volare.Le Terme sono da migliorare, lo so che dico cose superficiali, ma è il giudizio che posso dare da qui. Bisognerebbe che l’intera città si interessasse di più dei tempi che cambiano e dell’intercettazione delle esigenze di un tu-rista. Con maggiore strategia, con disponibi-lità ai cambiamenti. Ho il dispiacere di uno che sa quanto è bello questo posto.Hai cominciato con le macchine da scrive-re. Ora ci sono i tablet, MySky, SkyGo e tut-te quelle cosine lì. Un lungo viaggio, no?Quando scrivo su uno schermo, come su uno

smartphone o un tablet, a volte mi accor-go che premo i tasti, che ci “picchio” sopra, invece che sfiorarli soltanto; proprio perché vengo dalle macchine da scrivere. Qualcuno mi prende in giro…Un imprinting giornalistico. Ma il giorna-lismo dove sta andando?Sta andando… da qualche parte. Corre verso un futuro che non siamo in grado di prevedere. Ci sarà molta selezione. Io penso che i tablet e altri futuri devices (che oggi non so ipotizzare, ma che qualcuno inventerà) prenderanno progressivamen-te il comando del mercato. Il cosiddetto giornalismo in tempo reale sarà sempre di più la regola: aggiornamenti continui, in-formazioni in diretta e accessibili ovunque ti trovi. Avrà sempre meno senso per un giornale dare, per esempio, le quotazioni dei titoli in Borsa, ogni mattina, visto che chiunque, se interessato, può leggersele in tempo reale su internet.Quindi mi preparo alla miseria. Grazie.Ma no… significherà che i giornalisti dovran-no fare la differenza proprio nei contenuti, e nei tempi di produzione. Torniamo dove io ti ho incontrato per la prima volta nella mia vita. Il liceo Coluc-cio Salutati. Magari c’è un ragazzo o una ragazza, lì dentro, ora, che vorrebbe di-ventare giornalista. Hai un messaggio per lui o per lei?Ragazzo o ragazza del Coluccio, scegli una buona università, studia bene, prendi una laurea. Poi vai avanti con un indirizzo post universitario, una scuola, un master. Ma non farti vendere illusioni, perché il mon-do dell’informazione sarà un imbuto, avrà meno sbocchi, non produrrà tanti posti di lavoro come faceva un tempo. E se qualcuno ti dirà il contrario, dipingendoti prospettive facili, sappi che è un incantatore di serpenti. Mentre studi, cerca di fare gavetta: radio, siti web, giornali ove possibile, riviste, televisio-ni locali, stage. Misurati con le cose reali, di ogni giorno, con i disagi e le difficoltà. Qual-cuno continuerà a farcela e quel qualcuno puoi essere tu.

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Silvana Coveri

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Non capita spesso di trovarsi a chiacchierare piacevolmente con chi rappresenta un pez-zo di storia della moda Made in Italy. Disquisire su politica,

amore per gli animali, viaggi e famiglia, cordialmente ricevuti in una delle bellissi-me sale di Palazzo Coveri, a Firenze. Grazie alla cortese ospitalità della signora Silvana, a me è capitato. Silvana è la sorella di En-rico Coveri, indimenticabile stilista scom-parso prematuramente nel 1990, oggi amministratrice unica della casa di moda che porta il suo nome. Vedova, è madre di tre figli: Massimo, appassionato d’arte, segue la Galleria al piano terra del Palazzo, Gianna si occupa della parte commerciale della maison e Francesco, lo stilista che con il sue estro e la sue capacità sta seguendo, con successo, le orme gloriose dello zio Enrico. L’anima, però, del marchio Coveri è lei, Silvana. “Sono ormai 40 anni che faccio questo mestiere, ed ho sempre affiancato mio fratello nel ruolo di amministratore delegato della maison”, tende a precisare.

Amante dell’arte contemporanea, le pia-ce giocare a carte con gli amici (“oggi, a dire la verità le occasioni sono rare, ma in passato era frequente che sfidassi Marta Marzotto o la Principessa Ruspoli”) e alle slot nei casinò di Las Vegas, non è sedot-ta dalle sirene della mondanità e ha una passione smodata per le corse e i motori. Ci sono due cose che proprio non le piac-ciono: i weekend e il pesce. “In generale, non mi piace il riposo: ho bisogno di avere sempre qualcosa da fare, sono una donna molto attiva. Il pesce è bello nel mare, non in tavola”. E si lancia nel racconto di cene disertate all’ultimo momento proprio per-ché il menù prevedeva specialità di mare. È una donna diretta, Silvana, che ama come figli i suoi due volpini di Pomerania Rocky e Tyson, che a dispetto del nome sono, in realtà, dolcissimi. L’intervista è più che al-tro una chiacchierata a ruota libera, diffi-cile seguire un “copione”. Ma l’imminente partenza della signora Silvana per Miami, diventa l’occasione per parlare un po’ di lavoro.

Silvana CoveriModa e tendenze ma anche tanta umanità,in un’intervista alla donna che dirige la casadi moda fiorentina più famosa nel mondo

- di Diletta Severi -

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Si è da poco conclusa la Milano Fashion Week. Che tendenze dobbiamo aspet-tarci per il prossimo inverno?Abbiamo portato in passerella, come or-mai succede da qualche anno, sia la moda maschile che femminile, con tutti i capi fondamentali del guardaroba per lei e per lui nei toni del blu e del rosa, più le stam-pe ispirate ai personaggi di vecchi video-giochi. Tailleur pantalone, cappottini nel segno dell’allegria e tantissime minigonne per la donna; grigi delicati per montoni e velluto blu acceso per i completi dell’uo-mo. La collezione ha, in generale, come punto di riferimento le stampe carta da parati in stile anni ’70, il mondo croma-tico del grigio e del blu, che diventano bluette per la donna, e dei rosa che poi si accendono fino al fucsia. Proponiamo, per l’uomo, l’abbinamento di completi e maglieria, perché la moda è anche saper sdrammatizzare. La crisi influenza anche la vena artistica, sempre necessaria nella moda?

Assolutamente. Non è difficile creare in tempo di crisi, ma riscuotere. Lavorando molto con l’estero, posso dire che i giap-ponesi sono precisi e puntuali. I peggiori con cui fare affari? Gli israeliani. In Italia è necessario riaprire i consumi, c’è uno stallo pericoloso.Come è cambiata la moda in questi anni? Rimpiange qualche particolare periodo?Non è cambiata la moda, è cambiato il mon-do. Un esempio: in tanti accusano la moda di aver imposto come modello di bellezza la taglia 40. Non è assolutamente così. È la moda che si è dovuta adeguare a questo cambiamento sociale: per gli addetti ai la-vori, la taglia perfetta è sempre stata la 42. In generale, non rimpiango mai niente, ma gli anni ’80 sono stati indimenticabili. Era-no gli anni del boom economico, anni in cui non esisteva il mestiere di stilista e neppure il commercialista sapeva come inquadrarlo. Comunque, io guardo sempre avanti, mai indietro e ricordo soltanto le cose belle. Ciò che c’è di negativo, lo cancello.

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A proposito di cose belle: che ricordo ha di suo fratello?Enrico era un genio, un precursore. La scelta di giovanissime, bellissime e ancora sconosciute modelle dai nomi che sarebbe-ro diventati, poi, i più celebri del mondo come Naomi Campbell e Claudia Schiffer, e di grandi fotografi come Bill King e Oliviero Toscani per i suoi cataloghi, dà la misu-ra di quanto fosse lungimirante. Eravamo unitissimi, nonostante dieci anni di diffe-renza e nonostante io sia sempre stata più rustica e meno mondana; lui, invece, era nato l’ultimo giorno di Carnevale, aveva la festa dentro. Però, entrambi, amavamo l’arte moderna e contemporanea. Erava-

mo grandi amici, oltre che fratelli. Poco tempo fa a Prato, la vostra città natale, è stata organizzata una mostra in suo onore. Veramente un bel ricono-scimento per Enrico, con un grande successo di pubbli-co. Abiti, disegni originali, fotografie, video, accesso-ri, hanno raccontato la sua avventura, cominciata pro-prio da Prato, quarant’anni fa. È stata una grande mo-stra, promossa dalla Came-ra di Commercio di Prato, con il contributo della Re-gione Toscana (l’iniziati-va ha consentito anche di inaugurare la nuova sede della Camera di Commercio e il suo spazio espositivo di 700 metri quadri su due li-velli, frutto di un attento lavoro di recupero di un ex opificio industriale posto nel centro cittadino, ndr). Curata da Martina Corgna-ti, Luigi Salvioli e Ugo Volli, ha presentato abiti origina-li, bozzetti, storyboard del-

le sfilate (questo un assoluto inedito per il pubblico), fotografie, video delle sfila-te, fino alle numerosissime copertine che le riviste hanno dedicato alle creazioni di mio fratello.Un suo pregio ed un suo difetto.Sono lungimirante ma molto poco diplo-matica. Anche se, purtroppo, spesso devo adeguarmi. Dopo questa dichiarazione, ho quasi ti-more a fare alla signora Silvana l’ultima domanda, ovvero come si trovi a lavorare con il Credito Valdinievole. Ma la sua ri-sposta “Benissimo”, ha un gusto doppia-mente piacevole. Perché è sicuramente sincero.

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Il nuovo anno si è aperto con una pic-cola grande novità per il Credito Val-dinievole, il suo nuovo web site.“Dopo oltre 5 anni dal precedente - il-lustra lo stesso presidente Alessandro

Belloni - abbiamo sentito l’esigenza di rin-novare l’estetica e la funzionalità del nostro sito internet per garantire a tutti i nostri soci e clienti, uno strumento completo e grade-vole. Allo stesso tempo abbiamo voluto dare un segno di contemporaneità e modernità proponendo un progetto nuovissimo che ri-guarda il portale dedicato ai soci”.In questi anni le esigenze del pubblico che si rivolge alla rete sono infatti drasti-camente cambiate. Se prima bastava avere una sorta di vetrina online, adesso alla rete non si chiede solo di mostrare, ma di forni-re vere risposte. Da qui nasce l’esigenza di dare un segnale forte con un prodotto che realmente rompesse gli schemi e che rap-presentasse un’eccellenza nel comparto, come questo progettato da Softec S.p.A., azienda leader a livello nazionale e inter-nazionale nel campo ITC.Da questo incontro è nato un progetto unico

e ambizioso che si divide in due parti: da un lato il portale istituzionale della banca, dall’altro uno strumento del tutto nuovo de-dicato ai soci.Creditovaldinevole.it ed entri subito in bancaL’intero progetto del sito creditovaldinievo-le.it è stato creato nell’ottica della migliore accessibilità alle informazioni coniugata a un design pulito ed efficace.Il sito di una banca è per sua natura uno stru-mento molto articolato e denso di contenu-ti. Per questo abbiamo pensato di connotare alcuni elementi chiave per supportare l’uten-te nella navigazione. A partire dalla header, vero e proprio timone tramite cui accedere a raggruppamenti tematici di informazioni come le notizie sulla struttura della banca, i prodotti, le informative, l’area soci, iniziati-ve ed eventi e ovviamente l’accesso diretto all’home banking e al sito carteBCC dove sono presenti tutte le informazioni delle proprie carte.Elemento di vera novità è l’apertura della banca a un nuovo paradigma fatto di colla-borazione e condivisione di idee e contenuti.

Rivoluzione webIl Credito Valdinievole presenta i nuovi progetti digitali

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Per questo sono stati attivati i profili pubblici su Facebook, Twitter e You Tube, che per-mettono un contatto istantaneo e diretto. Questo spirito di interrelazione è anche sullo stesso sito dove nella sezione “I tuoi sug-gerimenti”, compilando un semplice form è possibile inviare direttamente alla banca suggerimenti e commenti che ci consenti-ranno di offrire un servizio sempre più in linea con le aspettative dei soci e clienti.Club dei soci. In rete per creare valoreAl di là del nuovo web site, la novità asso-luta è l’atteso Club dei Soci, un portale in-teramente dedicato alla nostra compagine societaria, volto a creare una fattiva rete di contatti a beneficio comune.

L’idea di fondo nasce proprio dalla vo-lontà di fornire uno

strumento di vantaggio concreto per i soci, siano essi attività imprenditoriali che perso-ne fisiche. Per affrontare i mercati sempre più grandi e incerti è ogni giorno più im-portante riuscire a far rete, ossia creare o rafforzare quelle relazioni di conoscenza e d’affari che sono in grado di generare valore.Proprio con questa finalità è stato ideato un ambiente virtuale, concepito come una sorta di market place, dove i soci aziende e profes-sionisti potranno usufruire gratuitamente di uno spazio dedicato in cui presentare la pro-pria attività e fornire offerte particolarmente vantaggiose agli altri soci della banca. Per quanto riguarda le persone fisiche, que-ste potranno aderire alle varie convenzioni e scontistiche proposte dagli altri soci e se ne-cessario formulare domande aperte volte a individuare un prodotto o servizio specifico.Il portale avrà dunque tre funzioni fonda-mentali: • fornire uno spazio online gratuito dove,

aziende, artigiani e professionisti potran-no inserire descrizioni, immagini, video e ogni tipo di informazione necessaria per illustrare la propria attività;

• attivare uno strumento commerciale privilegiato di incontro fra domanda e offerta a condizioni economiche partico-larmente vantaggiose;

• contribuire a generare una rete fra i soci dietro la spinta e la supervisione del Cre-dito Valdinievole, al fine di creare un vantaggio effettivo e una evoluzione na-turale del mercato, stimolato a ritrovare elementi di rinnovata competitività.

Il portale si propone di essere molto prati-co e fluido in quanto, da un punto di vista operativo, ciascun socio potrà modificare in totale autonomia i dati inerenti la pro-pria attività, andando ad operare nell’area riservata, previo login a mezzo user name e password. Il sistema vedrà la messa in linea entro la fine del mese di marzo. Invitiamo tutti i soci a prendere contatto con l’ufficio soci per ricevere tutte le specifiche necessarie e ritirare le proprie credenziali di accesso.

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È stata inaugurata il 14 dicembre ed è rimasta aperta fino al 31 gennaio, nella sala Soci della sede del Credi-

to Valdinievole, la rassegna dell’Accademia d’Arte Scalabrino. 23 opere, tra le quali quattro sculture e un raro busto di Giuseppe Verdi, ultima acqui-sizione della Fondazione del Credito Valdi-nievole, compongono una mostra elegante, assaggio di una preziosa e vasta collezione (639 dipinti e 83 sculture) già sottoposta a un accurato inventario, che tornerà presto a nuova vita.“È l’inizio di un percorso - spiega il presi-dente della Fondazione, Valentino Pieri - che ci porterà al recupero e alla valoriz-zazione dell’intero corpus artistico dell’Ac-cademia. Il filo d’Arianna dell’esposizione è la città di Montecatini Terme e ogni opera è legata in qualche modo al nostro territorio, espressione del suo fascino senza tempo, come l’arte”. I 23 pezzi della rassegna, pur non essendo in assoluto i più importanti, rappresentano efficacemente la grande varietà e ricchezza tematica della collezione. Dal busto di Verdi, superbo, espressivo e in-tenso, realizzato quando il Maestro intensi-ficò la sua permanenza a Montecatini, e da tutto quel che racconta nei termini del suo

rapporto con la città, la mostra si snoda in un raffinato percorso in cui si scoprono la bellezza e la poesia di Galileo Chini, il ritrat-to del dottor Pietro Grocco (medico di fidu-cia di Verdi), un piccolo saggio del talento di Pietro Annigoni, alcuni disegni di Loren-zo Viani, i quadri legati al “Maggio Mirò”. Un piccolo, grande cammeo d’arte sicura-mente da non perdere, a partire dall’opera che sembra un “manifesto rappresentativo della città”: la tela “A Montecatini 1942”, di Giotto Sacchetti. Un ritratto vivo e pulsante che sembra scorrere e muoversi davanti agli occhi, in ogni dettaglio, tutto da scoprire. All’inaugurazione, molto partecipata, oltre al vicepresidente della Fondazione, Leonar-do Quiriconi (direttore generale del Credito Valdinievole), ai consiglieri, al presidente della Banca di Montecatini Terme e Bien-tina, Alessandro Belloni, ha partecipato il professor Paolo Bellucci che, oltre ad aver curato la rassegna, ha provveduto all’inven-tario e alla catalogazione di tutte le opere della Fondazione. “Il nostro scopo - spiega Pieri - è quello di restituire il patrimonio della Scalabrino, intatto nel suo valore uni-versale, al territorio. Troppo a lungo alterne vicende lo hanno sottratto alla comunità”. La ristrutturazione dello splendido edificio dell’Accademia sarà affidata ad aziende e

Un patrimonioche rinasce

con la Fondazione

Inaugurata la Rassegnadell’Accademia d’Arte

Scalabrino

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professionisti del territorio per creare una struttura rispettosa delle sue origini e po-lifunzionale. Non un museo statico, ma un ambiente proiettato nel futuro, con spazi elastici e momenti multimediali e una parte del palazzo sarà dedicata alle attività della Banca.

ALCUNE OPEREBusto di Giuseppe VerdiUltima acquisizione della Fondazione ritrae il Maestro di Busseto nel periodo in cui fre-quentava assiduamente Montecatini Terme, città alla quale era profondamente legato in cui ritrovò l’ambiente ideale per compor-re musica e capolavori come Otello e Fal-staff. L’opera acquista un significato impor-tante nel contesto dei festeggimenti e delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Verdi, avvenuta il 13 ottobre 1813. Il bu-sto ritrae, infatti, il musicista ispirato e con-centrato, quasi come se stesse per creare alcune sue immortali note. “Verdi è il mu-sicista della vita, e certo è stato il musicista della mia vita. È un compositore talmente capace di mettere a nudo e trattare le no-stre passioni e i nostri dolori, i nostri pre-gi e i nostri difetti, che noi ci riconosciamo in essi, e questo è uno dei motivi della sua universalità: sarà sempre attuale” (Riccardo Muti).

Manifesto per il Centro MiròRoberto EstopinanOpera realizzata in occasione dell’inaugura-zione del Centro Mirò nell’Accademia d’arte Scalabrino a Montecatini Terme, nel 1983.

GiuramentoPietro AnnigoniPiccolo e prezioso disegno a penna, qua-si una contrapposizione con l’imponen-te dipinto “Vita”, anch’esso della raccolta dell’Accademia d’arte Scalabrino.

Natura morta con bottiglieGalileo ChiniSono numerose e alcune bellissime le opere

di Galileo Chini nella raccolta dell’Accade-mia d’arte. Sicuramente Chini è l’artista più strettamente legato a Montecatini Terme. Questa natura morta, delicata e poetica, probabilmente non è del tutto finita ma è sicuramente una delle opere più sensibili e affascinanti.

A Montecatini 1942Giotto SacchettiDettagli interessanti e fremiti di vita in que-sta affascinante veduta di Montecatini. Uno spaccato storico e artistico di Montecatini realizzato da Giotto Sacchetti, amante degli artisti Macchiaioli che ci restituisce intatte le atmosfere passate della città.

A MiròEmilio Tadini DataPittoresco, scultore e poeta Tadini Data par-tecipò con quest’opera alla manifestazione Maggio Mirò, un importante evento cultu-rale che si svolse a Montecatini Terme nel 1980. Di lui Umberto Eco ha detto: “uno scrittore che dipinge un pittore che scrive”.

Pastore, Bevuta mattutina,Donna al bar, Duplice attesaLorenzo VianiDue pastelli su carta e due xilografie del grande maestro Viani, troppo spesso di-menticato. La sua particolarità, ben visibile in queste opere, è l’abilità nel far convivere nelle sue opere drammaticità, lirismo, veri-tà, semplicità e grazia poetica. Cammei che coinvolgono e raccontano storie.

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Andrea Lucchesini

“Nella mia vita non ho mai pensatodi fare altro se non il pianista”

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Appassionato di musica sin da bambino, Andrea Lucchesini è un pianista italiano di fama internazionale che vanta nu-merosi riconoscimenti simbo-

lo di una brillante carriera. Figlio del noto maestro Milado Lucchesini, una figura co-nosciutissima da tutti gli appassionati di musica, nonché insegnante di molti giovani musicisti della Valdinievole. Il talento di Andrea Lucchesini si è fatto sentire in età prematura; all’età di sei anni ha infatti superato la prima audizione per accedere al Conservatorio di Firenze. A se-dici anni inizia la sua carriera concertistica che gli ha permesso di farsi conoscere in tutto il mondo. La sua formazione è sta-ta guidata da Maria Tipo, famosa pianista italiana, che gli ha insegnato il rigore e la passione per la musica. Da molti anni si de-dica anche all’insegnamento ritenendo che trasmettere il sapere musicale ai giovani sia un dovere morale. Quando è nata la passione per la musica?“La mia passione e devozione per la musica la devo a mio padre. Sono vissuto ascoltan-do musica fin da piccolo. Mio padre Milado era un musicista di primo piano negli anni d’oro di Montecatini, protagonista di nu-merosi concerti al Tettuccio e al Gambrinus ed è stato maestro per tanti giovani della Valdinievole. Ho sempre avuto un bellissi-mo rapporto con lui, grazie al suo insegna-mento ho imparato ad amare la musica, mi ha seguito sempre e insieme a lui non ho mai sentito il peso del sacrificio.”

Immagino abbia dovuto fare diverse ri-nunce per la musica… ha qualche rimpian-to?“Nella mia vita non ho mai pensato di fare altro se non il pianista. La mia fortuna è di aver vissuto in un ambiente sano, sono cre-sciuto a Margine Coperta, dove lì ho colti-vato le mie amicizie e la mia passione per il calcio. Ho iniziato a studiare musica all’e-tà di cinque anni e a sedici ho cominciato a viaggiare in giro per il mondo per fare i primi concerti. E’ normale che abbia dovu-to fare qualche rinuncia, come al calcio ad esempio, perché giocare poteva essere ri-schioso, oppure le uscite serali con gli amici non si prolungavano fino a tardi perché la mattina dovevo sentirmi riposato per af-frontare una giornata intensa di studio. Se devo essere sincero non posso dire di avere dei rimpianti perché quello che ho fatto è ciò che ho sempre voluto fare e non mi è mai pesato.”Quali sono i suoi musicisti di riferimento?“Sicuramente colei che mi ha dato l’oppor-tunità di iniziare la mia carriera professio-nale: Maria Tipo, grande pianista di fama internazionale che per me è stata una mae-stra di vita, perché non mi ha solo insegna-to a suonare, ma mi ha anche orientato a muovermi in giro per il mondo. Un esempio luminoso per la mia carriera è stato Arthur Rubinstein, pianista polacco celebre per le esecuzioni di Chopin, che ha suonato fino all’età di novant’anni comunicando sempre serenità e divertimento. Altro personaggio importante è stato Luciano Berio, grande compositore italiano. Il nostro incontro è avvenuto nei primi anni ’90, per me è sta-to una guida importante alla scoperta del-la musica contemporanea, accanto a lui ho visto nascere l’ultimo e impegnativo lavoro per pianoforte solo, la Sonata. Sono nume-rose le persone importanti che ho incontra-to nella mia carriera da pianista, ma queste sono state le più significative.”Quanto pesa la tecnica sulla creatività di un musicista?“La tecnica è importante, ma deve essere al

diElena Cinelli

Collabora con “La Nazione”

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servizio delle idee, non può costituirne un freno. Ovviamente se tecnicamente hai tut-te le carte in regola, puoi spenderle come vuoi per aggiungere al singolo pezzo una libera interpretazione.”Come è riuscito a conciliare la vita priva-ta a quella professionale?“Non ho avuto grandi problemi, anche la mia famiglia vive con la musica. Ho cono-sciuto mia moglie da Maria Tipo, anche lei è diventata una pianista ed anche i miei fi-gli suonano uno strumento musicale: uno il violino e l’altro il violoncello, ma non so se in seguito decideranno di farne una profes-sione.” Come è cambiato l’approccio alla musica per i giovani?“Oggi è più difficile studiare con impegno e soprattutto trovare un lavoro in questo set-tore. E’ cambiato il tessuto sociale, i giovani sono distratti da molti stimoli e non si im-pegnano con rigore come una volta. Per me la musica rappresentava gran parte dei miei interessi. Ricordo che ogni lezione con Ma-ria Tipo era un evento, aspettavo con ansia quella giornata e sentivo il peso della re-sponsabilità di svolgere al meglio i compiti assegnati, nonostante avessi dieci anni. Ciò che grava molto sulle scelte è la difficoltà di non trovare un lavoro, spesso giovani musi-cisti della Scuola di Fiesole, in cui insegno, decidono di andare all’estero per realizzare i loro sogni.”Ci racconti la sua esperienza da inse-gnante…“Trasmettere il sapere musicale alle giovani generazioni lo sento come un dovere mo-rale.Da cinque anni sono direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole ed inse-gno in una classe di perfezionamento di pianoforte. Negli anni ho insegnato anche alla Scuola di Musica di Sesto Fiorentino e all’Accademia di Musica di Pinerolo. Per me è una grande responsabilità riuscire a conciliare l’insegnamento con la mia attivi-tà concertistica. Quando mi trovo a dover togliere tempo ai miei allievi non sono con-

tento perché la scuola di Fiesole per me è un progetto importante. E’ stata fondata quarant’anni fa da Piero Farulli con l’idea di creare una scuola basata sulla musica di insieme in cui gli allievi dopo pochi mesi vengono fatti suonare in gruppo per creare condivisione e per insegnare anche cosa si-gnifica il concetto di convivenza civile.” Quali sono i suoi progetti futuri?“Il mio impegno costante è cercare di por-tare avanti al meglio la filosofia di Farulli con la scuola di Fiesole e continuare la mia attività concertistica. A fine febbraio agli Amici della Musica a Firenze mi esibirò nel-le sonate di Beethoven con il violoncellista Mario Brunello.”

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Nasce nel 1965 a Massa e Cozzile e a sei anni sostiene la prima audizione, con la quale ha accesso al conserva-torio di Firenze formandosi con la guida di Maria Tipo.Nel 1981 vince il concorso nazionale “Giovani musi-cisti” Città di Treviso e da lì ha inizio la sua carriera concertistica.Nel 1983 vince il Concorso Internazionale “Dino Cia-ni” presso il Teatro alla Scala di Milano, iniziando la sua carriera internazionale. Suona da allora in tutto il mondo con le orchestre più prestigiose, collaborando con direttori quali Claudio Abbado, Semyon Bychkov, Roberto Abbado, Riccardo Chailly, Dennis Russell Da-vies, Charles Dutoit, Daniele Gatti, Gabriele Ferro, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Vladimir Jurowski, Gianandrea Noseda e Giuseppe Sinopoli.Nel 1994 ottiene il riconoscimento dei musicologi eu-ropei da cui riceve - unico italiano finora - il Premio Internazionale Accademia Chigiana, mentre l’anno successivo il Premio “F. Abbiati” testimonia l’apprez-zamento della critica italiana. Il suo repertorio spazia dalla musica classica a quella moderna. Andrea Luc-chesini ha al suo attivo numerose incisioni discogra-fiche, le prime delle quali risalgono agli anni ‘80 per EMI International (Sonata in si minore di Liszt, Sonata op.106 “Hammerklavier” di Beethoven, Sonata op.58

di Chopin); successivamente realizza Pierrot Lunaire di Schoenberg e Kammerkonzert di Berg per Teldec, con la Dresdner Staatskapelle diretta da Giuseppe Sinopo-li. Ha inciso inoltre per BMG il Concerto “Echoing cur-ves” di Luciano Berio sotto la sua direzione. Altrettanto importante la registrazione dal vivo che Lucchesini realizza del ciclo integrale delle 32 Sonate di Beethoven per Stradivarius: la raccolta ottiene tra l’altro nell’agosto 2004 il riconoscimento di “disco del mese” della prestigiosa rivista tedesca Fonoforum. A partire dal 1990 il pianista si dedica anche alla musica da camera, realizzando in particolare una stretta colla-borazione (anche discografica) col violoncellista Mario Brunello.Tra gli impegni del 2012, oltre a una intensa attività concertistica in Italia, recital e concerti in Germania, in Francia e una tournée in Giappone.Dal 2008 Lucchesini è direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole ed è inoltre invitato a tenere ma-sterclass presso importanti istituzioni musicali europee.Il suo più recente lavoro discografico sono gli Improv-visi di Schubert, incisi per AVIE Records nel 2010 e ac-colti con entusiasmo dalla critica internazionale e nel novembre 2010 il CD è stato nominato disco del mese da Musicweb International.

CARRIERA PROFESSIONALE:LE TAPPE FONDAMENTALI

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Nel 1974 i governatori delle principali Banche Centrali dei più importanti pa-esi costituirono a Basilea il Comitato per la vigilanza bancaria.Il Comitato tuttora operativo si ri-

unisce almeno quattro volte l’anno nella cittadina svizzera. Detto comitato, che non possiede autorità sovranazionale in quanto gli accordi devono essere recepiti in legge dai vari paesi, formula solo linee gui-da e le sue proposte sono accettate come normativa vincolante in oltre cento paesi.Nel luglio del 1988 vi fu il primo accordo sulla rego-lamentazione del capitale bancario (c.d. BASILEA 1) che si proponeva due obiettivi:1. rafforzare la solidità e la solvibilità del sistema

bancario internazionale;2. ridurre le differenze competitive fra le banche

internazionali con unica finalità di ridurre il ve-rificarsi di crisi bancarie senza minare la con-correnza internazionale all’interno del sistema bancario.

Le banche pertanto dovevano detenere un capitale

minimo (8%) riferito ai rischi sulle attività (il così det-to patrimonio di vigilanza). Le tre direttrici di Basilea 1 erano:• patrimonio di vigilanza (erano le poste destinate

a difendere la banca da eventuali perdite);• modulazione del rischio (attraverso la creazione

di una serie di ponderazioni relative alla misu-razione delle attività);

• rapporto minimo tra il capitale ed il rischio (la metodologia disponibile prevedeva che il requi-sito patrimoniale dell’8% fosse calcolato sulle attività ponderate con pesi standard.

Il limite di Basilea 1 era che l’ammontare minimo di capitale era legato semplicemente alla dimensione degli attivi e non alle loro finalità e le imprese private erano tutte assoggettate ad una uguale ponderazio-ne per il rischio.Nel tempo si definì quindi la necessità di un nuovo accordo che fu sottoscritto nel giugno del 2004 con la finalità di superare i limiti di quello precedente (Basilea 2).Gli obiettivi di Basilea 2 furono quelli di dare maggior

Da Basilea 1a Basilea 3

- di Andrea Rindi -

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stabilità ai sistemi finanziari, parità concorrenziale tra le banche di paesi diversi, applicazione della nor-mativa più ampia anche ai paesi non G10 ed una misurazione più accurata e completa dei rischi e della loro gestione.La novità più importante di Basilea 2 è stata quella di introdurre la possibilità di definire il requisito pa-trimoniale in ragione della specifica rischiosità pre-vedendo un requisito patrimoniale crescente con il peggioramento dello standing creditizio del cliente.C’è stata pertanto la novità dell’introduzione del ra-ting nel processo di costituzione del patrimonio di vigilanza con una nuova metodologia che prevedeva la creazione da parte della banca di sistemi di rating interni per la valutazione dei rischi.L’accordo è stato finalizzato ad incentivare le banche a sviluppare procedure interne di analisi della gestio-ne del rischio prevedendo apposite metodologie per il calcolo dei requisiti patrimoniali.Questo ha comportato una misurazione singola delle imprese in base al profilo di rischio che ha avuto come conseguenza una migliore o peggiore facilità di accesso al credito bancario ed al relativo costo.Il rating o valutazione nell’accezione di Basilea 2 si-gnifica valutare la capacità di credito di un’impresa e della sua solvibilità ovvero l’attitudine a far fronte agli impegni alla scadenza prestabilita.L’accordo di Basilea 2 è stato fondato su tre pilastri portanti: • requisiti patrimoniali minimi;• processo di controllo prudenziale;• disciplina di mercato.

Requisiti patrimoniali minimiÈ la normativa inerente il capitale minimo che deve essere detenuto dalle banche in funzione del rischio (di credito, operativo, di mercato).

Processo di controllo prudenzialeDefinizione di un processo aziendale di autovalu-tazione interna dell’adeguatezza patrimoniale e di verifica dello stesso da parte della vigilanza.

Disciplina di mercatoObblighi di informativa al pubblico per rafforzare la disciplina di mercato a complemento dell’attività di vigilanza. Si definiscono standard minimi di infor-mazioni su patrimonio di vigilanza, esposizione ai

rischi, processi di valutazione dei rischi e ambito di applicazione.La crisi che ha colpito a partire dal 2007 il sistema bancario internazionale ha posto sotto accusa la vi-gente normativa prudenziale (Basilea 2). Si è veri-ficato che l’apparato prudenziale non era in grado di prevenire l’eccessiva accumulazione dei rischi e mitigare il contagio sistemico nei casi di dissesto. Il default di alcuni grandi gruppi creditizi ha dato origi-ne all’arroccamento generalizzato degli intermediari ed allo stallo del sistema. I principali “imputati” di tali dinamiche sono risultati il capitale regolamentare (considerato quantitativamente e qualitativamente insufficiente) e le riserve di liquidità.Con tali premesse il Comitato di Basilea nel dicem-bre 2010 ha rilasciato nuove regole a garanzia della stabilità del sistema bancario note come Basilea 3. Queste nuove regole dovranno integrare o sostituire sia la versione del 1988 (Basilea 1) sia la versione entrata in vigore nel 2008 (Basilea 2). Dette regole definiscono nuovi standard internazionali per l’ade-guatezza patrimoniale delle banche e nuovi vincoli di liquidità.La nuova regolamentazione sul capitale e sulla liqui-dità delle banche persegue cinque obiettivi:•miglioramento della qualità del capitale bancario;•rafforzamento della quantità del capitale bancario;•attenuazione dei possibili effetti prociclici delle

regole;•adeguato controllo del rischio di liquidità

anche attraverso l’introduzione di specifici requisiti minimi;

•contenimento della leva finanziaria.I nuovi standard entreranno in vigore con gradualità a partire dall’anno in corso anche se vi sono richieste in corso da vari governi europei di posticipare al 2014 l’uso dei nuovi parametri introdotti con Basilea 3 in considerazione che questo nuovo sistema di regole implementate in una fase di recessione economica potrebbe creare un’ulteriore stretta creditizia.In questo contesto di nuove regole non mancherà comunque la capacità della nostra banca e di tutto il movimento del credito cooperativo di risponde-re stabilmente alle esigenze di finanziamento delle famiglie e delle piccole imprese senza derogare ai propri riferimenti valoriali nel rispetto delle norma-tive vigenti.

Fonti: Basilea 3 e non solo – Pennisi/Pezzotta

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Il 15 febbraio di quest’anno è stato si-glato un importante accordo fra CNA, Credito Valdinievole e Banca di Vignole e Montagna Pistoiese. Presentato in conferenza stampa alla

CNA di Pistoia, quest’accordo permetterà, a più di 1.300 PMI associate alla CNA, di acce-dere al credito agevolato, con l’obiettivo di supportare concretamente le realtà artigia-ne e non, nel rilancio della propria attività. Sono molteplici i vantaggi che si andranno a concretizzare da questa “Sinergia”, come viene denominato l’accordo stesso, i più in-

cisivi sono sicuramente la creazione di pro-dotti ad hoc per le imprese iscritte alla CNA, con agevolazioni sia nell’iter istruttorio, che nei tassi d’interesse praticati. Infatti, al fine di garantire una rapida risposta alla richiesta di credito, è stato costituito un tavolo per-manente con la stessa CNA. Il tavolo tecnico si occuperà di vagliare rapidamente i pro-getti e le richieste di credito, con lo scopo di restituire una risposta strutturata e comple-ta alle necessità dell’imprenditore. Questo rappresenta la vera novità, è la prima volta, che attorno ad un tavolo, si fermeranno a

SinergiaAccordo tra Banche e CNA per il credito agevolato agli artigiani

- di Sergio Miele -

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parlare delle imprese, contemporaneamente le banche, la società di consulenza, oltre che il consorzio di garanzia per il rilascio di ga-ranzie consortili. La filiera si chiude. Questo contribuirà sicuramente a rendere più snello l’iter di concessione del credito e avvicinerà il punto di vista dell’impresa e quello della banca, a fianco e non davanti agli imprenditori, per cercare insieme le so-luzioni giuste alle loro esigenze. L’accordo è nato dalla necessità che hanno le imprese e le banche di parlare lo stesso linguaggio e di avvicinare le interpretazioni al fine di convogliare le risorse disponibili a favore di coloro che hanno una reale inten-zione di sviluppare positivamente la propria attività chiedendo alla banca non di sostitu-irsi al rischio di impresa ma di affiancarsi a sostegno del loro sviluppo. Le Imprese in fase di start-up potranno su-bito usufruire di un prodotto, costruito in collaborazione tra la banca e la CNA, desti-nato a creare le condizioni perché le nuove iniziative possano effettivamente prendere piede e realizzarsi.Quindi i giovani, in particolare, sono l’obiet-tivo di questa Sinergia, giovani che dovranno affrontare un mercato del lavoro particolar-mente difficile, le cui regole sono ormai mu-tate profondamente e che, soprattutto per

questa generazione, sembrano rappresenta-re una rottura netta con le regole del passa-to. Lo scopo quindi è quello di affiancarli e stimolarli nella realizzazione di progetti in-teressanti e innovativi che possano rappre-sentare un’alternativa e un’opportunità, ri-spetto alla ricerca disperata di un posto fisso. Ma non sono solo le imprese ad essere le beneficiarie di questa sinergia, insieme a loro ci sono anche i pensionati iscritti alla CNA; essi potranno godere di condizioni bancarie agevolate, potranno usufruire di servizi gra-tuiti e non solo. L’attenzione che condividia-mo insieme alla CNA nei confronti di questa categoria è forse una delle più forti analogie che hanno motivato l’accordo. “L’impegno del Credito Valdinievole - spiega il presidente Alessandro Belloni - è quello di affermare ancora una volta con forza che la banca è presente al fianco dei propri soci e clienti, cercando di attuare iniziative che vada-no a sostegno del tessuto economico locale”.Come ormai più volte sottolineato, in que-sto periodo di crisi è necessario fare squa-dra, questo è il senso delle parole più volte pronunciate dal presidente Belloni. La CNA e il credito cooperativo condividono per molti aspetti lo stesso approccio al sistema produt-tivo locale, un sostegno quotidiano all’attivi-tà delle piccole e medie imprese.

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Un centro di eccellenza, su scala nazionale e internazionale. Circa tremila interventi all’anno, il più alto numero a livello mondiale. 52 posti letto, quattro sale ope-

ratorie e una lista d’attesa che non eccede mai i due mesi, dalla data della visita. Una tecnica innovativa per le patologie tiroi-dee, la Mivat, che spinge a formarsi a Pisa, dagli Stati Uniti e da ogni parte del piane-ta, un grande numero di giovani medici. E inoltre, molti pazienti illustri. Questi in breve i tratti distintivi del Dipar-timento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica dell’ospeda-le di Pisa, diretto dal professor Paolo Mic-coli, classe 1947, il cui campo di ricerca è sempre stato quello della chirurgia e delle ghiandole endocrine. Considerando l’inci-denza dei disturbi alla tiroide (colpiscono

una persona su dieci nei Paesi occidentali) sapere di avere un centro all’avanguardia a pochi passi da casa, infonde una sensa-zione di sicurezza e orgoglio al contempo.Professor Miccoli ci spieghi meglio in cosa consiste la Mivat, la tecnica che ha messo a punto alla fine degli anni No-vanta, e per la quale l’ospedale di Pisa è un punto di riferimento.Prima di tutto Mivat è un acronimo per Minimally invasive video assisted thyroi-dectomy. Si tratta di un intervento endo-scopico, tra l’altro il più praticato negli Sta-ti Uniti, che consente di operare facendo un taglio molto piccolo, della lunghezza di 1,5-2 centimetri. È una tecnica, quindi, poco invasiva che richiede pochi strumen-ti, nessun investimento straordinario e tro-va applicazione in tutti i tipi di patologia tiroidea.

Paolo Miccoli Abbiamo incontrato il direttore del Dipartimento di Patologia Chirurgica,

Medica, Molecolare e dell’Area Critica dell’ospedale di Pisa.

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Paolo Miccoli è ordinario di chirurgia generale e prorettore ai rapporti con la Comunità europea dell’Università di Pisa. Nato a Livorno il 7 giugno del 1947 è stato visiting professor di nume-rose istituzioni universitarie del Nord America, come la Brown University, la University of Georgia e il Mount Sinai Hospital di New York. Si è laureato a Pisa nel 1972 con lode, come allievo della Scuola Superiore Sant’Anna, allora Collegio medico. Dal 2002 è il direttore del dipartimento di chirurgia di Pisa e dal 2004 del dipartimento ad attività integrata di chirurgia generale dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana. Nel 2003 ha vinto il Premio Ruggeri, il più alto riconoscimento della Società di chi-rurgia per la ricerca sulla chirurgia mini invasiva delle paratiroidi, sfociata nella messa a punto del primo intervento video-assistito sull’iperparatiroidismo. È autore di oltre seicento pubblicazioni di chirurgia, soprattutto nell’ambito del trattamento delle malattie endocrine, di numerose monografie in lingua italiana e di capitoli sulle più diffuse monografie di chirurgia endocrina dell’editoria anglosassone.Dopo aver presieduto le principali società scientifiche Italiane del settore (Club delle Unità di Endocrinochirurgia, Società Italiana di Chirurgia della Testa e Collo), nel 2004 ha fondato la ESES (Euro-pean Society of Endocrine Surgery) e ne è stato il primo presidente, organizzando, nello stesso anno, il congresso costituente a Pisa.

La struttura che lei dirige ha una forte extra-regionalità. Quanti sono i pazienti che vengono da fuori? Facciamo circa tremila interventi all’anno e extra-regionalità oscilla fra il 65 e il 70%. Ma non vengono a operarsi a Pisa solo da fuori Toscana, anche da fuori Italia. Segno che il centro ha una forte rilevan-za internazionale. E viene scelto anche da pazienti illustri. Sicuramente, la nostra esperienza e la no-stra professionalità fanno scuola nel mon-do e sono fiero della mia équipe. Sono ve-nuti a operarsi qui, ad esempio, la moglie dell’ambasciatore degli Stati Uniti e un ministro armeno. Ma potrei citarne mol-ti altri. C’è sempre una grande attenzione al paziente e la professionalità non è mai disgiunta dall’umanità sia prima dell’inter-vento che nel follow-up. Ci sono in cantiere novità importanti. Può parlarcene?Sì entro breve tempo sarà pronto il centro

di endocrino-chirurgia. Tutte le attività sa-ranno quindi conglobate in un’unica strut-tura che diventerà la più grande a livello mondiale. Un ulteriore stimolo alla ricerca e al miglioramento.Ha dedicato la sua vita alla ricerca nell’ambito della chirurgia delle ghian-dole endocrine, ottenendo molti ricono-scimenti. Nel 1987 è diventato il profes-sore ordinario più giovane d’Italia e ha fondato la European Society of Endocri-ne Surgery. Le resta del tempo libero, quali passioni coltiva?Poco, ma di notevole qualità. Sicuramente il mio lavoro è la passione più intensa e non l’ho mai sentito come un sacrificio ma come una vocazione, un modo di essere, qualcosa che fa profondamente parte di me. Sono sposato, ho tre figli e amo stare con la mia famiglia. Adoro viaggiare, sono affascinato soprattutto dai Paesi asiatici, dove sono stato molte volte. In particolare conosco bene la Cina.

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Il 12 febbraio è stato siglato un importante protocollo d’intesa ideato dalla Camera di Com-mercio di Pistoia e sottoscritto dalle associazioni di categoria e da alcuni istituti di credito presenti sul territorio.Si tratta di un intervento importante volto a favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese della provincia di Pistoia.L’iniziativa è stata resa possibile grazie all’intervento di un pool di banche, tra cui il Credito Valdinievole, che hanno messo a disposizione la somma comples-siva di 18 milioni di euro. La Ca-mera di Commercio riconoscerà alle aziende che otterranno un fi-nanziamento da uno degli istituti convenzionati un contributo una tantum pari al 3% del finanzia-mento. In fase iniziale la Camera di Commercio ha previsto un pla-fond di 150.000 euro.L’agevolazione riguarda le PMI (Piccole medie imprese) con rica-vi sotto i 2,5 milioni di euro (dato 2011) le quali potranno richiede-re finanziamenti da 10 a 50 mila euro da destinare all’innovazione, all’internalizzazione, alla sicurez-za, al miglioramento della qualità e della sostenibilità ambientale, alle politiche commerciali, alla ri-strutturazione finanziaria e ripri-stino della liquidità.La forma del prestito concesso sarà quella del mutuo chirografa-rio. I rimborsi saranno effettuati in rate mensili posticipate a par-tire dal tredicesimo mese dall’e-rogazione. Maggiori informazioni potranno essere richieste presso tutti gli sportelli della Banca.

Il Credito Valdinievolea fianco delle PMI pistoiesi

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“Montecatini 2013, l’anno del rilancio?”, questo il leitmotiv del Forum che si è tenuto l’11 dicembre 2012 nella sede del Credito Valdinievole a Montecatini Terme. Un’importante iniziativa, organizzata dalla Nazione, che ha dato l’opportunità di ascol-tare direttamente dagli amministratori locali e dai rappresentanti di categoria quali saran-no le scelte e gli obiettivi nel 2013. La Banca di Credito Cooperativo di Monteca-tini Terme e Bientina, come sempre, in ascol-to del territorio e al suo servizio.Sviluppo economico, occupazionale, patto di stabilità (tutti d’accordo sulla necessità di rivederlo), turismo, arte, cultura, accoglien-za. Questi i temi centrali intorno ai quali si è dipanato il Forum. Ospite d’onore della tavola rotonda è stato il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, che ribadendo come l’eccellenza del nostro territorio siano le Terme, ha sottolineato che per esaltarne la valenza turistica e la capa-

cità di attrazione “è necessario abbinarle ad altre punte di diamante della zona: il Padu-le di Fucecchio, con il suo ambiente unico, Collodi, celebre nel mondo, e il Carnevale di Viareggio, per citarne solo alcune”. “Le Terme - ha aggiunto l’onorevole Chiti - devono cogliere ogni occasione di rilancio, anche dal punto di vista esclusivamente sanitario, inoltre il settore congressuale e l’altra eccellenza rappresentata dall’Istituto alberghiero Martini sono solo due delle ri-sorse validissime di cui si fregia la città”. Il vicepresidente del Senato ha concluso il suo intervento identificando due priorità nel settore delle infrastrutture: “Il raddop-pio della linea ferroviaria, prima di tutto. E la via Francesca, da potenziare per creare migliori collegamenti con la FI-PI-LI, quindi con l’area empolese, l’aeroporto di Pisa e il porto di Livorno. Per raggiungere que-sto obiettivo mi mancarono pochi mesi di governo in Toscana”.

Forum della Nazione per il rilancio di Montecatini

Il Credito Valdinievole ha ospitato l’incontro organizzato dalla Nazione

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Il presidente del Credito Valdinievole, Ales-sandro Belloni, ha evidenziato, tra l’altro, il bisogno di guardare avanti e di non pensare al passato: “Dobbiamo ripartire dalla nostra storia, ma essere concreti. Noi stiamo inve-stendo fortemente nel recupero dell’Acca-demia Scalabrino, oltreché nel sostegno alle attività imprenditoriali e alle realtà econo-miche del territorio. Questo patrimonio ar-tistico è un bene che va restituito alla città, alla comunità e merita di essere valorizzato adeguatamente”. Il sindaco di Montecatini, Giuseppe Bellandi, ha sottolineato quanto pesino le conseguen-ze della crisi sulla voglia di investire: “Molte aziende lavorano in primo luogo con gli enti pubblici, se non possiamo investire non riu-sciremo a riattivare il circolo virtuoso. Non solo le Terme di Montecatini attraversano un momento molto delicato, ma è l’intero sistema termale ad essere alla canna del gas. E la richiesta di termalismo non può limitarsi alle Leopoldine, per quanto importanti”. A seguire il discorso è stato Riccardo Bruzza-ni, direttore di Confesercenti Pistoia: “Il ter-malismo è in crisi, ma in Europa cresce la richiesta di benessere e anche per questo è indispensabile ultimare la piscina. A questo va destinata la tassa di soggiorno. Ogni crisi ha la sua fine, sta a noi scegliere se vogliamo davvero risorgere”. Franco Arizzi, ex amministratore delle Terme, e Francesca Taddei, presidente degli alberga-tori Apam si sono confrontati sulla gestione delle Terme. Il primo ha ipotizzato una pro-prietà pubblica delle Terme che controlli una

gestione privata, “ma serve un piano indu-striale nuovo”, ha detto. La seconda ha dis-sentito: “Privatizzando in fasi di crisi si corre il rischio di attirare chi ha i soldi, ma non è virtuoso. Il Comune ha già fatto il massimo, richiamiamo l’attenzione del socio Regione per portare a conclusione il progetto delle Leopoldine”. Cristiana Pasquinelli, vicepresidente di Assin-dustria, ha posto l’accento sulla necessità di potenziare le infrastrutture e ha aggiunto: “Noi crediamo in Montecatini e per questo abbiamo aperto un nostro sportello opera-tivo nella sede delle Terme”. Matteo Marianeschi, di Confcommercio Montecatini, ha parlato essenzialmente di fiscalità e di cali di fatturato: “Oscillano fra il 20 e il 30% e l’aumento dell’Iva si rivelerebbe drammatico. Così come i nuovi adempimen-ti fiscali e tributari vanno in direzione con-traria allo sviluppo”. Sulla stessa linea Enrico Ciardi, presidente provinciale di Federmoda Confcommercio.Ma rilanciare Montecatini nel 2013 è non solo possibile, ma una certezza secondo l’architetto Oreste Ruggiero. “Acqua, acco-glienza e ambiente, l’obiettivo delle tre A, e si possono aggiungere arte e anima. Dob-biamo - ha detto - tornare a essere una cit-tà elegante. Il futuro di Montecatini è nelle acque, cercando anche di inserire il nostro messaggio nell’Expo 2015”. L’architetto ha firmato, tra l’altro, i progetti del Centro be-nessere delle Terme Excelsior e lo stabilimen-to Redi. Inoltre ha disegnato le Leopoldine, poi affidate allo Studio Fuksas.

E se il 2013 sarà un anno difficile, ma quello in cui inizierà la ripresa, il 2012 è stato eletto, davvero a sorpresa, dalla prestigiosa rivista britannica The Spectator, l’anno più felice. La povertà globale è diminuita e la situazione continua a migliorare. La disuguaglianza fra Paesi ricchi e Paesi poveri si sta riducendo, si vive più a lungo ovunque, persino in Africa. Si muore di meno e si fanno meno guerre. L’economia è in recessione, termine fin troppo masticato in questa lunga congiuntura, ma il capitale sociale e culturale vibra, cresce, aumenta. Insomma le paure, sottolinea il settimanale, sono le stesse di cinquant’anni fa e si vive nella stessa incertezza e preoccupazione per il futuro. Ma l’umanità, nonostante numerosi alti e bassi e periodi bui, non si è mai fermata e ha sempre progredito. Certi scenari internazionali, che inevitabilmente si ripercuotono anche sulla nostra comunità e si riflettono sul nostro microco-smo, non possono lasciare indifferenti. È in atto un cambiamento, forte e difficile, che trasformerà la crisi in quello che è l’aspetto più stimolante del suo significato: un’opportunità.

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I caratteri della celebrazione del Carnevale, ben-ché presente nella tradizione cattolica, hanno origini in festività ben più antiche. Durante le feste delle dionisiache greche e dei saturnali ro-mani si realizzava un temporaneo scioglimento

dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il Carnevale ha sempre rappresentato, dunque, un perio-do di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito fino all’inizio del carne-vale seguente.Il significato mitico di questo ciclico dinamismo è la cir-colazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi e pertanto, da un punto di vista metafisico, il Carnevale simboleggia l’uomo e il suo destino ed è rappresentato da un passag-gio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori. Ecco cos’è una maschera e perché chi la indossa assume le carat-teristiche dell’essere “soprannaturale” rappresentato. Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. La comunicazione tra vivi e morti genera un intervallo paradossale fra due tempi (o Cosmi). Alla fine il tempo e l’ordine del cosmo, sconvolti

nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuo-va Creazione) con un rituale di carattere purificatorio comprendente un “processo”, una “condanna”, la let-tura di un “testamento” e un “funerale” del carnevale, in genere nella nostra tradizione coincidente con il Martedì grasso quando spesso viene bruciato “Re carnevale” rappresentato da un fantoccio o da un falò.E noto che il Carnevale di Venezia è riconosciuto in tutto il mondo per la bellezza dei costumi, lo sfarzo dei festeg-giamenti nella magica atmosfera della Laguna e per il calendario fitto di manifestazioni di svariato tipo: mostre d’arte, sfilate di moda, spettacoli teatrali ecc.Il Carnevale di Venezia, se non il più grandioso, è sicu-ramente il più conosciuto per il fascino che esercita e il mistero che continua a possedere anche adesso che sono trascorsi 900 anni dal primo documento che fa riferimento a questa famosissima festa.Come nelle antiche tradizioni dei Saturnali latini e dei culti dionisiaci il motto era “Una volta all’anno è lecito non avere freni”, nella storia del Carnevale di Venezia, lo spirito che animava le oligarchie veneziane e le classi di-rigenti latine illudeva i ceti più umili di diventare, per un breve periodo dell’anno, simili ai potenti, concedendo loro di poter burlare pubblicamente i ricchi indossando una maschera sul volto. Una utile valvola di sfogo per tenere sotto controllo le tensioni sociali sull’esempio del Panem et Circenses latino.Un tempo il Carnevale consentiva ai Veneziani di lasciar da parte le occupazioni per dedicarsi totalmente ai di-

Le menti più puree più pensose sono quelle

che amano i coloriCon i Soci al carnevale di Venezia

- di Sandra Gori -

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vertimenti, si costruivano palchi nei campi principali, lungo la Riva degli Schiavoni, in Piazzetta e in Piazza San Marco. Per molti giorni all’anno, il mondo sembrava non opporre più resistenza i desideri diventavano realizzabili e non c’era pensiero o atto che non fosse possibile. Questa era Venezia nel Settecento, il secolo che, più di ogni altro, la rese luogo dalle infinite suggestioni e patrimonio della fantasia del mondo. Venezia era allora il mondo di Giacomo Casanova, un mondo superficiale, festante, decorativo e galante, il mondo di pittori come Giambattista Tiepolo, la patria di uno dei più grandi autori del teatro europeo e uno degli scrittori italiani più conosciuti all’estero: Carlo Goldoni Nel XIX secolo, invece, Venezia e il suo Carnevale in-carnano il mito romantico internazionale e la città della Laguna, con le sue brume e l’aspetto paludoso, diventa meta di artisti, scrittori, musicisti, avventurieri e bellis-sime dame di tutto il mondo: Sissi d’Austria, Wagner, Byron, George Sand, Ugo Foscolo.Il Carnevale ebbe un momento di stasi dopo la caduta della Repubbli-ca di Venezia perché malvisto dalla temporanea occupazione di austriaci e francesi. Solo alla fine degli anni Settanta del XX secolo alcuni cittadi-ni e associazioni civiche si impegna-rono per far risorgere il Carnevale che venne inaugurato nel 1979. Se un tempo la manifestazione era molto più lunga, oggi, anche se ha la durata di circa dieci giorni, si può affermare che a Venezia la febbre del Carnevale non cessa mai durante l’anno. Una sottile euforia si insinua tra le calli della città più bella del mondo e cresce impercettibilmente, sale con la stessa naturalezza dell’ac-

qua, sfuma i contorni della cose, suggerisce misteri e atmosfere di tempi andati.Per assistere a questo meraviglioso spettacolo, il Credito Valdinievole ha organizzato nei giorni del 9 e del 10 febbraio una gita per i suoi soci. I trentadue partecipanti già dal sabato mattina hanno potuto ammirare centi-naia di maschere che passeggiano tra le calli della città in una continua rappresentazione di teatrale allegria e giocosità. Piazza San Marco nella sua eterna bellezza era immersa in una moltitudine di colori, di persone prove-nienti da tutto il mondo, in un’atmosfera quasi surreale.Nella giornata della domenica sotto un bellissimo sole il gruppo ha potuto osservare e conoscere una Venezia nascosta e più vicina alla quotidianità dei veneziani. Attraverso le calli, le strade pedonali che uniscono, tra-mite piccoli ponti, i campi ed i campielli, il gruppo si divertiva a scomparire improvvisamente sotto i soto-porteghi, i tunnel, spesso ad arco, che attraversano un palazzo ed uniscono due calli, dove entrava e usciva la servitù perché la parte nobile dei palazzi importanti era la facciata che dava sui canali con l’accesso privilegiato tramite la gondola.In quest’atmosfera così piena di magia nel tardo pome-riggio, anche se il freddo e la stanchezza erano evidenti, durante la piccola traversata sul traghetto gli occhi dei partecipanti erano malinconici nell’osservare da lontano una delle città più belle del mondo.

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SocinViaggio24 MARzO

Castello di Gropparello

Natura, storia e atmosfera fiabesca Il castello di Gropparello è una rocca fortifica-ta della provincia di Piacenza, nel Comune di Gropparello. Il nome del luogo deriva dal termi-ne celtico Grop che indica un ostacolo naturale, di tipo roccioso. Il castello, infatti, sorge sulla sommità di uno sperone roccioso e si affaccia su uno strapiombo che domina il torrente Vez-zeno, formando un orrido di circa 85 metri di altezza. Il castello, inespugnabile nei secoli, è stato edificato sulla sede di un castrum roma-no e nel Medioevo è stato luogo di scontro tra Guelfi e Ghibellini, rappresentando l’unica roccaforte guelfa nel territorio piacentino.Il maniero è attualmente proprietà della fami-glia Gibelli, che lo ha aperto alle visite guidate, creando ambienti tematici per i bambini e inau-gurando il primo parco emotivo italiano dove i più piccoli, accompagnati da animatori, posso-no scoprire fiabe e mitologia nordica.

27 - 30 APRILE

Cracovia, Praga,

AuschwitzCultura, testimonianze e Memoria

Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere quest’offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati in fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è e non è pensabile. Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglie-ranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga. (Primo Levi - Se questo è un uomo)

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SocinViaggio25 - 29 GIUGNO

Tourdell’Irlanda Quaranta sfumature di verde

Quando si visita una terra come l’Irlanda non si riesce più a dimenticarla. I paesaggi sem-brano scenografie, ogni dettaglio arricchisce la densità emotiva della natura e la profon-dità di campo offerta da nuvole e intensità di colori è qualcosa che resta dentro. Il pae-saggio irlandese è unico.

7 - 8 LUGLIO

Veronae l’ArenaL’Aida e il genio di Verdi

È la storia di un condottiero egiziano (Rada-mes) innamorato di una schiava etiope (Aida) che parte per la guerra contro il re dell’Etiopia (Amonasro), padre di Aida.Il dramma nasce dal fatto che Radames dovreb-be sposare la figlia del Faraone (Amneris), ma in seguito all’accusa di tradimento, sarà con-dannato a essere sepolto vivo. Aida, volonta-riamente, dividerà con lui la triste sorte. L’opera è andata in scena per la prima volta al Teatro dell’Opera del Cairo la sera del 24 di-cembre 1871, diretta da Giovanni Bottesini. La protagonista fu il soprano Antonietta Pozzoni. Giuseppe Verdi venne insignito del prestigioso titolo di Commendatore dell’Ordine Ottoma-no. Quasi un anno dopo, l’8 febbraio 1872, ebbe luogo la prima italiana, diretta da Franco Faccio, nel Teatro alla Scala di Milano.

Per informazioni sui viaggi rivolgersi all’Ufficio Soci,

presso la Sede, in via Ugo Foscolo 16 a Montecatini Terme

Tel. 0572/9091020572/909168

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La Chiesa della Madonna del bosco in Santa Colomba sorge sull’antica via Francigena, stra-da percorsa nell’antichità dai pellegrini diretti a Roma, sulla

collina che sovrasta i comuni di Bientina e Calcinaia.Le prime notizie della chiesa si hanno nel 1394 quando fu costruito un piccolo orato-rio dedicato al culto della Madonna del Bo-sco. Nel 1628 l’oratorio fu ampliato, munito di 2 altari e di un campanile. Nel 1706, con l’arrivo del corpo della Santa, fu costruita la sacrestia, ampliato ulteriormente l’edificio e l’oratorio della Madonna del Bosco cedette il posto all’attuale chiesa di Santa Colomba.Nel 1754, con lo svilupparsi del culto dei fedeli e dei parrocchiani circostanti il pae-se di Santa Colomba, la chiesa fu arricchita

di stucchi e ornamenti che la portarono ad avere l’aspetto barocco. Nel 1808 con la sop-pressione dell’ordine certosino da parte di Napoleone la chiesa passò sotto l’arcivesco-vato di Pisa. Nella prima metà dell’ottocento alcune opere di restauro dettero risalto alle lesene ed alle bifore della sua facciata.Le recenti opere di restauro, grazie anche al contributo del Credito Valdinievole, hanno ridato vita a quello che era l’apparato del-la chiesa nella fine del settecento ed i primi dell’ottocento. Gli interventi riguardavano in principal modo il recupero degli intonaci e degli elementi pittorici. E’ stata inoltre so-stituita la pavimentazione, inserendo al suo interno un impianto di riscaldamento ed è stata effettuata anche la bonifica, tramite deumidificazione della parte bassa della mu-ratura. Altro intervento ha riguardato il con-

La Chiesa della Madonna del bosco in

Santa Colomba- di Claudia Bartoli -

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solidamento strutturale della calotta a sesto ribassato sovrastante il transetto che pre-sentava, insieme alla sacrestia, delle lesioni probabilmente dovute a cedimento del ter-reno al passare del tempo. Contestualmente è stato proceduto alla pulitura dell’affresco situato all’interno di questa calotta. Durante gli interventi effettuati ai paramenti originali delle tre volte a crociera, che vanno a chiu-dere la navata principale, sono stati scoperti stemmi mariani. Da questo probabilmente dipende la denominazione Madonna del bosco poiché la chiesa era situata in pros-simità di quello che era il centro urbano e posta all’interno di quello che attualmente è il bosco della collina di Santa Colomba. Il restauro dell’altare ha permesso di recu-perare l’originale marmo bardiglio con il quale era stato costruito e, d’accordo con la Soprintendenza delle belle arti, lo stesso è stato riproporzionato togliendo uno scalino ricreando quella che è l’armonia del conte-sto barocco con gli stucchi retrostanti.Gli interventi sono stati completati poi con il restauro di quella che è la quinta scenica

retrostante l’altare con stucchi di tipo ba-rocco e con la pulitura ed il restauro di tut-ti gli elementi pittorici dei quadri. Dopo il riposizionamento degli elementi pittorici è stato posto rimedio alla deturpazione avve-nuta con il furto subito nel novembre 2000 durante il quale i vandali avevano tranciato la tela raffigurante la Madonna del rosario.Le opere di rilievo presenti nella chiesa di Santa Colomba sono l’effigie de “La Madon-na del Bosco” contornata da uno stupendo quadro del 1700 e l’affresco sulla volta so-pra l’altare. Di notevole pregio sono anche i dipinti attribuiti ad artisti toscani raffiguran-ti rispettivamente “La Vergine Immacolata con Sant’Agata e Santa Lucia” e “Madonna del rosario con San Domenico e Santa Cate-rina” ambedue del XVII secolo. Altre opere di rilievo sono i dipinti raffiguranti San Roc-co e San Gerolamo, anch’essi del XVII attri-buiti ad artisti toscani ed il busto reliquiario raffigurante Santa Colomba del secolo XVIII di scultore toscano.Santa Colomba, di appena 16 anni, fu mar-tirizzata dall’imperatore Valeriano in Roma nell’anno 272 circa. La ragazza, dotata di una particolare bellezza, si sottrasse ai vo-leri dell’imperatore Valeriano fino al punto che questo, vinto dall’audace fermezza della vergine, rabbiosamente disse “non vuoi es-sere degli uomini reggia, sarai dea alle belve dell’anfiteatro”.Il primo miracolo che venne in aiuto a Santa Colomba fu un’orsa che la difese dalle belve. Valeriano decise allora di farla bruciare viva ma una provvidenziale pioggia torrenziale spense i carri intorno alla prigione. La santa fu allo-ra percossa e finita con un colpo di spada. I cristiani che erano già penetrati in reggia ne curarono il trasporto alle catacombe ove ebbe onorata sepoltura tra preghiere e invocazioni.Ad oggi la Santa viene celebrata la prima domenica di maggio. In processione, oltre alla statua raffigurante Santa Colomba, ven-gono portati un orsacchiotto, che rappre-senta il miracolo dell’orsa, ed una bacinella d’acqua, che ricorda la pioggia torrenziale che spense i carri.

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Grande partecipazioneal Carnevale di Bientina26 anni di tradizione, carri allegorici e spettacoli

Il Carnevale di Bientina è nato nel 1939 e i primi carri riscossero già un grande succes-so. L´idea di un corso mascherato nacque sulla scia di due originali e bellissime edizioni della Festa dell’Uva, nel 1937 e nel 1938, du-rante le quali fastosi carri allegorici sfilarono per le vie di Bientina. Visto il forte interes-se suscitato, venne organizzato il Carnevale del 1939 e successivamente quello del 1940. Con la guerra alle porte, gli echi delle bombe

spensero, purtroppo, le ultime risate del Car-nevale. La colorata tradizione fu ripresa nel 1988, con il consueto entusiasmo e impegno da parte di tutte le associazioni e i cittadini di Bientina.Nel 2012, in occasione del 25º anno dell’In-tesa Bientinese per il Carnevale fu creato un programma particolarmente interessante e neanche la neve e il freddo fermarono la festa e il divertimento. Anche quest’anno è stato un altro grande successo.Dal 20 gennaio al 17 febbraio, giorno della chiusura con la pentolaccia, il falò di Re e lo spettacolo pirotecnico, tutte le domeniche e il giorno di martedì grasso hanno sfilato gruppi folcloristici e corsi mascherati, alter-nandosi a esibizioni di danza di associazioni della zona. Uno spettacolo ricco e comple-to che, come sempre, ha coinvolto adulti e bambini in un’atmosfera di divertimento e spensieratezza.

Palio dellecontrade di ButiNel 2013 San Rocco si aggiudica il cencioDopo 22 anni di amarezze e allori sfuggiti per un soffio, questa volta il Palio si è tin-to di biancorosso, liberando la gioia di tutti coloro che ci hanno creduto fino all’ultimo metro. Entusiasta anche Andrea Chessa, che ha centrato il bis, ripetendosi dopo il trionfo del 2012 in Pievania. Secondo Roberto Filip-pini (La Croce), in sella a un purosangue di Bastiano, terzo Gianluca Fais (San Nicolao).«Dedico la vittoria alla contrada, allo staff, ai proprietari. Abbiamo fatto, insieme, una

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scelta perfetta per quanto riguarda il cavallo e la gestione della corsa», ha detto Ches-sa subito dopo la vittoria. E adesso vuole puntare a tornare protagonista in Piazza del Campo. C’erano tanti volti senesi, infatti, ad assistere ad un Palio che sembrava messo in forse dalla pioggia sin dal mattino, quando la terra è stata stesa sul tracciato. Il cielo era plumbeo anche poco prima delle 15, nel momento in cui il mossiere Luciano Gigliotti, debuttante a Buti, ma promosso a pieni voti, ha fatto partire la prima batteria. Roberto Fi-lippini (La Croce), che rientrava dopo cinque anni di squalifica, ha messo il turbo andando

a conquistare un posto nella finale. Tanta la sua voglia di rivalsa. Secondo Spanu (San Mi-chele), quindi Chioffi (Ascensione).Pochi minuti e sono andate all’elastico le tre accoppiate della seconda batteria. Una sorta di finalissima anticipata. Dopo un paio di mosse false ha colto l’attimo Cucinella (S.Francesco). Verso metà percorso, però, Fais (S.Nicolao) lo ha superato, vincendo. Fuori dai giochi Virginio Zedde (Pievania).A giocarsi l’ultimo posto per la finale è stato proprio Chessa, ‘Signore’ del palio, con i se-condi classificati delle due corse precedenti: S.Michele e S.Francesco. Qualche forzatura, poi il via che ha visto volare Cucinella prima che Chessa decidesse di passarlo e mette-re il suo sigillo. Un’ora di attesa, mentre la tensione saliva. Freddo Chessa alla parten-za: schiacciati i colleghi, ha conquistato un vantaggio che prima ha provato a insidiargli Fais, quindi Filippini. Ma invano. «Mi sono alzato un po’ prima dell’arrivo, ho capito che avevo vinto. Quando ho visto che da dietro venivano veloci sono bastati due sprint per essere sicuro del successo». Così ha ricostru-ito quegli attimi Chessa, prima di scrivere il suo nome nell’albo d’oro di San Rocco (dopo che nel 1991, era stato il cavallo Cotton Quick a dipingere di biancorosso la notte di Buti).

Valdinievole Oggi,sempre sulla notiziaCresce il quotidiano on-line del territorioFatti, personaggi, eventi, ambiente, cultura e tradizione. In un click tutte le ultimissime notizie sulla Valdinievole, con foto, filmati,

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servizi, interviste e approfondimenti. Il sito www.valdinievoleoggi.it è sempre più un punto di riferimento per un’informazione precisa, puntuale e di qualità a 360 gradi per quanto riguarda voci e situazioni del nostro territorio. Una redazione di giovani giorna-listi assicura un’ottima copertura su tutte le news dell’ultimo minuto. Il fatto del giorno, il primo piano, le cronache, per ogni centro della Valdinievole approfondimenti e tutti gli appuntamenti in programma, sempre con la possibilità, da parte dei lettori, di interagire, domandare, intervenire e commentare. Un bello spaccato giornalistico e culturale sulla Valdinievole.

Torna laMaratonina del GhibellinoIl 7 aprile la 29ª classica di Massa e CozzileIl Gruppo podistico di Massa e Cozzile ASD, il Comune di Massa e Cozzile e il Cir-colo Arci di Vangile organizzando la 29^ edizione della Maratonina del Ghibellino. Una serie di gare regionali competitive di 21 e 11.5 chilometri e non competi-tive di 7 e 3.5 chilometri e di fitwalking (11.5 e 21 chilometri). La manifestazione è ormai un appuntamento tradizionale al

quale partecipano moltissime persone e merita di essere vissuta, sia con spirito agonistico che con la voglia di godersi una splendida passeggiata, soprattutto per la bellezza dell’ambiente in cui si sno-da un percorso veramente suggestivo. Il Gruppo Podistico di Massa e Cozzile ASD anche in questa edizione, come ogni anno, mette tutto il suo impegno e la sua espe-rienza per riuscire a offrire agli iscritti un bel montepremi, un’accoglienza da ricordare, una serie di simpatici ricordi dell’evento non-ché ottimi punti ristoro per rifocillarsi dopo la gara.

365 giornial femminile OnlusIl Credito Valdinievole a sostegno delle vittime di maltrattamenti365 giorni al femminile Onlus, un’associa-zione di promozione sociale di Montecatini

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Terme, nasce come progetto di gemmazione della società di soccorso pubblico, Associa-zione di volontariato di Montecatini Terme. Quest’ultima, da più di dieci anni, si occupa di problematiche sociali e in particolare negli ultimi cinque anni, avendo ricevuto in dona-zione una struttura, ha attivato percorsi di reinserimento sociale e lavorativo per vittime della tratta. Il lavoro fatto ha allargato ul-teriormente l’ambito di intervento fino alla costituzione di un vero e proprio centro an-tiviolenza. 365 giorni al femminile Onlus è nata per rendere ancora più visibile la necessità di parlare della violenza intrafamiliare, crean-do un gruppo di persone, donne e uomini, di qualsiasi stato sociale e culturalmente non solo sensibili alla problematica, ma determinati ad agire per prevenire e inter-rompere la spirale della violenza. Il servi-zio creato dall’associazione e denominato Liberetutte, è il centro antiviolenza vero e proprio che opera su tutto il territorio provinciale ed è inserito nella Rete Nazio-nale dei Centri Antiviolenza. È composto da consulenti di accoglienza, psicologi, avvocati, educatori, mediatori culturali, formatori e medici,Per informazioni e per fissare un colloquio con le operatrici e le donne in difficoltà è possibile contattare il seguente numero: 392/9284931.

Restauro della chiesadi Santa Maria in SelvaLa Banca contribuirà a restituirle tutto il suo splendore La parrocchia di Santa Maria in Selva, di Borgo a Buggiano, è retta dai frati agosti-niani. Molto attiva e centro di attrazione per la vita religiosa del Borgo, la parrocchia promuove moltissime iniziative, incontri, momenti e riflessioni per indurre la popo-lazione a partecipare. La sua chiesa sarà restaurata anche con il contributo del Cre-dito Valdinievole, proprio per consentire ai frati agostiniani di continuare al meglio il loro bellissimo percorso di avvicinamento e coinvolgimento della comunità (per in-formazioni e una miniera di notizie religio-se: http://blogparrocchiadismariainselva.blogspot.it).

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I festeggiamenti della Polisportiva BientineseSaggio di fine anno e tante novità per il 2013Sabato 29 Dicembre gli atleti della Polispor-tiva Bientinese ASD hanno salutato amici, parenti e appassionati con un saggio fatto di singoli, collettivi, coppie e quartetti. Que-sta, in effetti, è la vera novità del 2013. Da quest’anno, infatti, la storica società, che ha il suo quartier generale nella palestra comu-nale di via Caduti di Piavola, a Bientina, si presenterà alle competizioni federali con le due nuove specialità della coppia di “artisti-co” (categoria jeunesse) e con i “quartetti”. Un altro successo per una società che conta già numerosi campioni provinciali e regiona-li, oltre a una serie di piazzamenti agli assolu-ti nazionali che l’hanno proiettata nel gotha delle società sportive italiane (14ª assoluta ai recenti campionati di Misano adriatico del settembre 2012, ad esempio).

Il CreditoValdinievole el’idea di “buona vita”Sostegno all’associazione Onlus Eubiosia di Pisa Eubiosia è un termine di deriva-zione greca che significa buona vita, oltre a essere il nome dell’as-sociazione ne esprime le finalità: contribuire alla costruzione del-la salute, intesa come massimo grado di benessere raggiungibile

dalla persona e dai suoi familiari.Scopo dell’associazione è offrire sostegno psicologico e assistenza socio-sanitaria do-miciliare gratuite rivolte ai pazienti affetti da malattie croniche invalidanti e ai familiari, per conseguire un adeguato stato di benes-sere in tutte le fasi della malattia.Quando la persona si ammala tende a venire identificata con la sua malattia, con conse-guente perdita della propria identità e ruolo sociale.Inoltre spesso il carico psicologico e i bisogni emotivi dei familiari conviventi con il malato, eccedono le risorse e le capacità di coping dell’intero sistema, creando un circolo vizio-so di ansia, timore e un clima emotivo che diventa un fattore sfavorevole a un buon adattamento della malattia. Dunque diventa sostanziale il sostegno alla persona malata e il coinvolgimento della famiglia, poiché essa viene chiamata a sostenere gran parte di quello che è stato definito il “peso della cura”. Eubiosia vuole: migliorare la qualità

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di vita del paziente e sostenere la famiglia; organizzare convegni rivolti alla cittadinan-za per diffondere una cultura del benessere e una buona qualità della vita anche in mo-menti di sofferenza; organizzare corsi di for-mazione e informazione rivolti ai volontari e ai familiari. Per informazioni: 3382694718 - 3408733924, [email protected]. La sede è in via Zerboglio 17 a Pisa.

Il freddo non hacongelato l’entusiasmo Un altro successo per la Maratonina della colline cascinesiGiunta alla sua 34ª edizione, organizzata dal Gruppo Sportivo Ciona Market Marciatori di Pisa, il 27 gennaio scorso, in una domeni-

ca particolarmente fredda, i partecipanti si sono ritrovati a Cascine di Buti per una bel-lissima corsa che li ha condotti fin sul Monte Serra. Uno scenario mozzafiato e la consue-ta ottima organizzazione, un percorso di 30 chilometri che non ha risparmiato asperità e tante emozioni. Un’altra edizione conclusasi con soddisfazione e partecipazione.

Va avanti il progetto dell’ospedale in UgandaLa Banca ancora a fianco di Humanitarian Help for poor peopleSarà presto completata la struttura “Aber Hospital Uganda 2012/2013”, per l’acco-glienza e la cura delle popolazioni ugandesi. Per garantire la piena realizzazione e l’effica-cia del progetto, promosso dall’associazione Humanitarian Help for poor people di Pieve a Nievole, il Credito Valdinievole ha deliberato di erogare un ulteriore contributo. H.H.P.P. Onlus è un’associazione italiana

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senza fini di lucro, nata il 27 Marzo 2003 con lo scopo di portare aiuti sanitari e umanitari alle popolazioni più disagiate del mondo. Da allora l’associazione è at-tiva nei seguenti ambiti: realizzazione di periodiche missioni sanitarie ed umani-tarie durante le quali i medici volontari effettuano migliaia di visite mediche e somministrano gratuitamente i relativi medicinali; realizzazione di un progetto di sostegno a distanza (Progetto Jeevan, in hindi “vita”) per i bambini in condi-zioni difficili dell’India e del Brasile; fi-nanziamento di progetti per la cura di pazienti incontrati durante una missione e per i quali è stata rilevata la necessità di effettuare particolari interventi chirurgi-ci; finanziamento di progetti per la realiz-zazione di interventi volti alla costruzio-ne/ristrutturazione di ambienti utilizzati dalle comunità locali, fra i quali scuole, orfanotrofi, ospedali, etc.

Un gruppo di disabilialla giornata mondiale della gioventùAssociazione Madre Nostra e Banca insiemeGrazie alla collaborazione fra il nostro Isti-tuto, sempre sensibile a queste iniziative, e all’associazione Maria Madre Nostra di Pi-stoia, un gruppo di disabili potrà parteci-pare, dal 23 al 28 luglio 2013, alla giornata mondiale della gioventù che quest’anno si svolgerà a Rio de Janeiro.

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“Finalmente la serenità

che ho sempre desiderato.”

Fondo Pensione AureoUn investimento su misura semplice e flessibile.Con il Fondo Pensione Aureo non esistono soluzioni pre-definite: insieme al tuo consulente BCC che ti affiancherà per tutto il percorso, potrai individuare il piano su misura per te selezionando uno o più comparti.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Il Fondo Pensione Aureo è un prodotto istituito da BCC Risparmio&Previdenza SGR.p.A. Prima dell’adesione leggere la Nota Informativa ed il Regolamento disponibili presso le sedi delle BCC collocatrici e sul sito internet www.bccrisparmioeprevidenza.it.

Pertempo identifica l’offerta integrata di prodotti di previdenza complementare ed assicurativi del Credito Cooperativo proposta dalle BCC e Casse Rurali.

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Le QuattroStagioni:La PrimaveraneL PaduLe di Fucecchio

AltopascioVia del Valico, 3/5/7Tel.: [email protected]

BientinaPiazza Vittorio Emanuele II, 4Tel.: [email protected]

CintoleseVia F. Uggia, 333Tel.: [email protected]

FucecchioPiazza dei Seccatoi, 12-13Tel.: [email protected]

LarcianoCorso Gramsci, 6Tel.: [email protected]

MasottiStrada Statale Lucchese, 8 Tel.: [email protected]

MontecalvoliVia Provinciale Francesca Nord, 459 Tel.: [email protected]

Montecatini Terme - Casina RossaVia Bruceto, 32Tel.: [email protected]

Montecatini Terme - CentroVia Don Minzoni, 14Tel.: [email protected]

Montecatini Terme - SedeVia Ugo Foscolo, 16/1Tel.: [email protected]

NavacchioVia Tosco Romagnola, 1942Tel.: [email protected]

Pieve a Nievole Via Empolese, 58/aTel.: [email protected]

PisaVia di Pratale ang. via AveraniTel.: [email protected]

PontederaVia Pacinotti, 11Tel.: [email protected]

TraversagnaLargo La Pira, 2Tel.: [email protected]