Salute Se il reddito alto - prevenzione-salute.it Oddio, il cambio di stagione il momento pi...

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Lunedì, 24 Aprile 2017 www.corrieredelmezzogiorno.it E PREVENZIONE Salute Oddio, il cambio di stagione È il momento più delicato per chi soffre di depressione alle pagine 2 e 3 Nespoli, Vecchio La ricerca Se il reddito è alto l’aspettativa di vita diventa più lunga a pagina 5 Esposito, Giugliano La novità Arriva il farmaco per abbassare i livelli di colesterolo a pagina 5 Dambruoso Il progetto Ora c’è una «Diva» che può prevedere il rischio del cancro a pagina 9 Verso l’estate Il botulino arma per sconfiggere il troppo sudore On line L’inserto speciale Salute e prevenzione può essere consultato anche su www.corrieredelmezzogiorno.it La campagna «Sono un T1po» fumetti e concorso contro il diabete a pagina 12 Russo a pagina 14 Surreale Ansia e depressione nello scatto d’artista di Katie Crawford

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Lunedì, 24 Aprile 2017 www.corrieredelmezzogiorno.it

E PREVENZIONESalute

Oddio, il cambio di stagioneÈ il momento più delicato per chi soffre di depressione

alle pagine 2 e 3 Nespoli, Vecchio

La ricercaSe il reddito è altol’aspettativa di vitadiventa più lunga

a pagina 5 Esposito, Giugliano

La novitàArriva il farmacoper abbassarei livelli di colesterolo

a pagina 5 Dambruoso

Il progettoOra c’è una «Diva»che può prevedereil rischio del cancro

a pagina 9

Verso l’estateIl botulino armaper sconfiggereil troppo sudore

On lineL’inserto speciale Salute e prevenzione può essere consultato anche suwww.corrieredelmezzogiorno.it

La campagna«Sono un T1po»fumetti e concorsocontro il diabete

a pagina 12 Russo

a pagina 14

Surreale Ansia e depressionenello scatto d’artistadi Katie Crawford

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NA2 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno

Insonnia, irritabilità, stati ansiosi e instabilità dell’umoresono segnali chiari e inequivocabili di «malattie dell’anima»Non sempre rivolgersi allo psicologo può essere sufficienteI farmaci sono un aiuto ma attenzione agli effetti collaterali

C’è il cambio di stagionemale di vivere in agguatoLe istruzioni per superarlo

D a sempre i cambi distagione sono un mo-mento particolarmen-te delicato per chi sof-

fre di depressione, ansia o at-tacchi di panico. Una questio-ne complessa, che merita diessere affrontata da diversipunti di vista. Parte da lontanol’analisi della psicologa e psi-coterapeuta Mariarosaria Me-nafro. «Storicamente – spiega- il controllo dei cambiamenticlimatici ha rappresentatonell’evoluzione umana unaconquista fondamentale. Lapossibilità di contrastare leforze naturali, che l’uomo hasperimentato con il ricorso atecnologie sempre più avanza-te, gli ha consentito di supera-re il suo timore di fondo di es-sere sopraffatto dall’ambiente.L’esistenza umana nel tempo,contrassegnata da semine eraccolte, da trasformazioni fi-nalizzate al consumo dei cibi ealla loro conservazione, fonda-va nei rituali propiziatori la ga-ranzia della sua sopravvivenza.La coralità partecipe nell’im-pegno della vendemmia, adesempio, esprimeva l’apparte-nenza alla comunità e ne trac-ciava le matrici identitarie».

Per la dottoressa Menafroqueste rudimentali forme di«autocura collettiva» avevanoun effetto catartico sulle soffe-renze psicologiche e quindi,non era un caso che per ogniperiodo dell’anno vi fosse unaritualità specifica.In questaprospettiva, prosegue Mena-fro «la maggiore sensibilità aicambiamenti atmosferici, consintomi quali insonnia, irrita-bilità, stati ansiosi e abbassa-mento e instabilità del tonodell’umore (per quanto sianochiamati in causa anche fattorifisici, una riduzione nella pro-duzione di endorfine, sostan-ze con un potere analgesico, eun aumento dell’Acth, l’ormo-ne dello stress) denota unaparticolare vulnerabilità sog-gettiva correlata alla propriafase di sviluppo e un’alterazio-ne della sfera relazionale».

Nell’analisi dell’esperta, tal-volta, la difficoltà a sintoniz-zarsi con «il tema stagionale»e i suoi derivati, attiva un rifiu-to inconsapevole o più sempli-cemente un contrasto coscien-te, all’area psicologica connes-sa.«Si osservano reazioniequivalenti a quelle attese perquello specifico clima, ma di

zione di consolidamento dellapropria identità e sicurezza.Riconoscere e riconoscersi en-tro una cornice di senso, indi-pendentemente dalla tipolo-gia familiare, permette di ri-trovare il proprio “mandatoesistenziale”, e condividere

quella ritualità che, mentrescandisce il tempo che passa,ne dissolve le paure sottese».

Se i cambi di stagione pos-sono essere problematici, vadetto che in generale l’inci-denza di queste «malattie del-l’anima» sta aumentando si-

di Raffaele Nespoli

Il focus

gnificativamente. La depressione colpisce og-

gi il 6,2% degli italiani, con unamaggiore incidenza nel Sud acausa di condizioni economi-che e sociali disagiate. La cosapreoccupante è che a livelloglobale il disturbo è cresciutodi quasi il 20% in 10 anni, conpiù casi tra le donne (5,1%) ri-spetto agli uomini (3,6%). Dal2005 al 2015 le diagnosi di de-pressione sono aumentate del18,4%, ma solo la metà di chi ne è colpito ha accesso a cure etrattamenti adeguati, propor-zione che cala nelle regionipiù disagiate.Alcune volte ri-volgersi ad uno psicologo nonè sufficiente, serve anche la consulenza di uno psichiatrache possa affiancare alla tera-pia psicologica anche una te-rapia farmacologica. «Questolavoro in team – spiega la dot-toressa Lucrezia Chianura – sirende indispensabile quando idisturbi iniziano a condizio-nare pesantemente vari aspettipersonali. L’ansia o la depres-sione sono condizioni che tut-ti possono lamentare in alcunimomenti della vita, tuttaviapossono iniziare ad essere tal-

Lucrezia Chianura Psichiatra e psicoterapeuta, dirigente del Centro di salute mentale dell’Asl di Bari

segno opposto, come a volerritardare artificiosamente loscorrere del tempo. Il bisognodi appartenenza è profonda-mente radicato nell’individuo,percepirsi entro un sistema dirapporti storicizzati, ha unamatrice complessa e una fun-

Mariarosaria Menafro Psicologa e psicoterapeuta, Fondatrice dell’Istituto di terapia relazionaledi Napoli

PatologieNei giovani sono in aumento l’ansia e gli attacchi di panico

La depressione in Italia

Il disturbo colpisceil 6,2% degli italiani,diversi i casinel Mezzogiornoa causa di condizionieconomiche e socialidisagiate

Il disturbo è cresciutodi quasi il 20%in dieci anni,con un'incidenza piùelevata tra le donne(5,1%)rispetto agli uomini(3,6%)

Dal 2005 al 2015la depressione ha vistoun aumento del 18,4%dei casi ma solola metà di chi ne è colpitoha accesso a curee trattamenti adeguati,proporzione che calain alcune Regioni del SudItalia

L’esordio del disturbosi ha di solito tra i 25e i 30 anni, ma esistonoanche forme precocispesso accompagnateda altri disturbi comeansia o attacchidi panico

Quando il disturbocompromette la sferarelazionale, socialee lavorativa di unapersona si rendenecessario il supportodi un trattamentofarmacologicoche possa coadiuvarela terapia psicologica

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 24 Aprile 2017 NA3

C on la rivoluzione digi-tale, dal lettino allosmartphone il passo èbreve. Come nel resto

del mondo, anche in Italial’impatto delle nuove tecnolo-gie sta cambiando la psicolo-gia, ampliando la gamma diinterventi e allargando in ma-niera esponenziale la plateadei possibili utenti. Una tran-sizione che non sostituisce,ma si affianca alla consulenzatradizionale e che, oltre alleenormi potenzialità, mostraanche una serie di rischi. Perquesto il consiglio nazionaledell’Ordine degli psicologi siriunirà a Napoli per rifletteresu questi temi e mettere incampo linee guida adeguate aiprogressi tecnologici.

L’occasione sarà il convegnodal titolo: «L’intervento psico-logico tra luoghi virtuali e luo-ghi reali», in programma il 4 e

Sino alla consulenza e alla ria-bilitazione, spesso senza alcu-na indicazione chiara perl’utenza riguardo l’affidabilitàe validità del prodotto e senzauna consulenza psicologicaper lo sviluppo e la validazionedell’app.

Insomma, sono state coltesolo in parte le enormi poten-zialità offerte dalla realtà vir-tuale. Basti pensare alla crea-zione di ambienti simulati peraiutare il paziente ad affronta-re le paure o a gestire i deside-ri. Un esempio è il lavoro che sipuò svolgere sui disturbi del-l’attenzione, sulla dipendenzadal cibo, ma anche sullo stresspost traumatico. Lavorandosulla dimensione del tempo,infatti, si può far riviverel’esperienza, modificare ricor-di e vissuti emotivi per arrivarea una sorta di adattamento.

Per immergersi appieno inquesti scenari, grazie a unasemplice registrazione i parte-cipanti al convegno potrannosperimentare la realtà virtuale.

Il rendez-vous all’ombra delVesuvio sarà anche l’occasioneper un approfondimento e peraggiornare la posizione deglipsicologi italiani anche sulfronte delle nuove linee guida.

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mente pervasive da alterarequello che si definisce “fun-zionamento globale di unapersona”. Quindi la sfera rela-zionale, sociale e lavorativa. Inquesti casi il disagio non è piùcircoscritto né affrontabile».

Spesso è proprio lo psicote-rapeuta a consigliare il sup-porto di uno psichiatra. Va det-to che ansia e depressione so-no spesso associate, come duefacce della stessa medaglia.Questo aiuta a capire perché ifarmaci che vengono usati peril trattamento di queste duecondizioni appartengono allastessa classe. Ma chi sono isoggetti più colpiti? La dotto-ressa Chianura conferma chestatisticamente le donne sonopiù colpite, solitamente l’esor-dio si ha in un’età che varia trai 25 e i 30 anni. Tuttavia «esi-stono anche forme giovanili,ad esempio per quel che ri-guarda gli attacchi di panico. Ilpiù delle volte questi disturbinon sono determinati dal con-testo – chiarisce la specialista -ma sono sempre legati ad es-so. Nel senso che è il contestoa gravare o a supportare la per-sona». Insomma, sono più si-

Il lettino del terapeuta? Ora è sul webUna parte della crescente domanda di analisi si riversa ormai su internet

tuazioni che, combinate, soli-tamente concorrono a faremergere una patologia. Alcu-ni studi parrebbero mettere inevidenza una maggiore inci-denza di fenomeni depressivinel Sud del Paese, è probabileche eventuali differenze sianolegate ad un maggior disagiosociale ed economico. Al di làdelle differenze geografiche,tutti coloro che assumono far-maci psichiatrici si chiedonospesso quando la terapia potràconcludersi. I farmaci sono unvalido aiuto, ma spesso hannoanche effetti collaterali moltofastidiosi. «In generale – dicela psichiatra - i farmaci non so-no per sempre. Talvolta allasospensione può seguire unaricaduta del paziente, in altri casi una ricaduta può esseredeterminata da situazioni distress o da passaggi evolutiviimportanti. Se questo avviene,il medico psichiatra tende ariutilizzare la terapia che già inpassato si era rivelata effica-ce».Per le nuove terapie,l’obiettivo sembra essere unpiù che altro quello di ridurreal massimo i «fastidi» del far-maco. «Tutti i medicinali oggi

in commercio – conclude ladottoressa Chianura - hannoin media dai 10 ai 15 anni. Lasfida ora è quella di riuscire adeliminare il più possibile glieffetti collaterali. Questi medi-cinali possono infatti portare adisturbi gastrointestinali odella sfera sessuale, nel sensodi un calo del desiderio». Unproblema non da poco, perchémolti giovani abbandonano leterapie proprio per queste ra-gioni. La questione dell’ade-renza alle terapie è centraleanche per gli effetti che i far-maci possono generare nel ca-so di una sospensione bruscao, al contrario, nel caso di unabuso (cosa che accade solita-mente con gli ansiolitici).

«La regola – conclude la psi-chiatra - è quella di rispettarealla lettera le prescrizioni.L’ideale sarebbe riuscire sem-pre a seguire il paziente in ma-niera globale, con un approc-cio integrato tra psichiatra epsicologo o psicoterapeuta. Un lavoro di squadra che risul-ta fondamentale per la ripresada parte del paziente di una vi-ta piena e soddisfacente».

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5 maggio all’Università Parthe-nope, organizzato dal Cnop incollaborazione con l’Ordinedegli Psicologi della Campaniapresieduto da Antonella Boz-zaotra e l’assessorato regiona-le alle Pari opportunità.

Anche i dati dimostrano cheuna parte della crescente do-manda di psicologia si riversasu internet . In I ta l ia , su60milioni di cittadini, circa 38milioni sono utilizzatori di in-ternet, molte persone sono connesse per metà della pro-pria giornata e il 48% degliutenti ha acquistato negli ulti-mi trenta giorni un prodotto oun servizio on line.

In questo scenario vanno in-seriti i risultati di un’indagineriportati nel documento ela-borato per il convegno dallacommissione «Atti tipici delCnop». Su un campione di 389siti che offrono prestazionipsicologiche attraverso la rete,il 16% degli intervistati dichia-ra di utilizzare già internet per

strumento di assistenza e in-tervento in particolare per le persone con disabilità o perquanti vivono in zone remote.Tra luci e ombre, c’è però chi sidimostra scettico, mentre so-no sempre più le app a caratte-re psicologico per smartphonee tablet con funzione di dia-gnosi, prevenzione e sostegno.

Al cinemaWoody Allen sul lettino dell’analista e, a lato il male oscuro in un’opera d’arte

le consulenze, il 54% è interes-sato ed è pronto a coglierequest ’opportunità dopoun’adeguata formazione e unamaggiore chiarezza del qua-dro deontologico di riferimen-to.

Le nuove tecnologie azzera-no le barriere architettoniche e si mostrano un validissimo

AntonellaBozzaotraPresidente Ordine degli psicologi

di Gianluca Vecchio

In testaI contorti meccanismi della mente umana

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NA4 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno

La patologia

La struttura, presso l’Università della Campania «Luigi Vanvitelli», è capofila in tutto il SudI risultati di una ricerca pubblicati sulla rivista scientifica di settore più importante al mondo

Cefalea Un centro d’eccellenza a Napoli

GioacchinoTedeschiNeurologo, direttore del Centro cefalee dell’Università della Campania «L. Vanvitelli»

L’ emicrania? A differenzadi quanto spesso si pensanon è un semplice mal ditesta, ma una condizione

disabilitante, caratterizzata da forti cefalee che di solito vengonoaccompagnate da nausea, vomitoe fastidio per suoni, odori e luci.In Italia sono oltre cinque milionii pazienti che ne soffrono. Le cau-se del disturbo sono in parte sco-nosciute ma la sinergia tra fattorigenetici ed ambientali sembragiocare un ruolo predominante.

Discorso parallelo è quello deifattori scatenanti, tra i quali van-no annoverati: stress, stanchezza,ansia, cambiamenti ormonali,ma anche clima, rumori, il consu-mo di alimenti vasodilatatori, al-col e alcuni farmaci.

È stimato che circa la metà deipazienti non riceve una diagnosicorretta e tempestiva e quindiuna terapia adeguata. Nascequindi un progetto della Società italiana di neurologia che preve-de l’organizzazione di una «Setti-mana di prevenzione del mal ditesta» (dall’ 8 al 14 maggio) su tut-to il territorio nazionale.

Il centro cefalee della prima cli-nica neurologica dell’A.o.u. del-l’Università della Campania «Lui-gi Vanvitelli» diretto dal professorGioacchino Tedeschi coordinerà icentri cefalee più qualificati del

Sud Italia per l’attivazione di un servizio gratuito di visite speciali-stiche.

Lo scopo del progetto, spiega ilprofessor Tedeschi, è creare unasinergia di competenze su tutto ilterritorio nazionale, per mettere adisposizione dei pazienti i mi-gliori esperti e ampliare la culturadella prevenzione.

Ma una buona pratica clinicanon può essere disgiunta da unaaltrettanto valida ricerca scientifi-

ca che aiuti a capire approfondi-tamente i meccanismi sottostantila patologia.

Grazie alle tecniche avanzate diimaging cerebrale, negli ultimianni si è assistito per quanto ri-guarda l’emicrania ad un’evolu-zione nella comprensione delle strutture coinvolte, delle anoma-lie di funzionamento, delle diver-se modalità di processare non so-lo il dolore ma anche altre tipolo-gie di stimoli come ad esempio

quelli luminosi, spiega Tedeschi,che ci hanno permesso di com-prendere che l’emicrania non èuna malattia vascolare o una sem-plice patologia dolorosa ma unospecifico disturbo di tipo neuro-logico.

In passato, infatti, si considera-va l’emicrania come un problemacollegato ai vasi sanguigni poi-ché spesso i pazienti riferisconodi sentire come una pulsazionealle tempie nel corso di una crisi.

Nel corso delle crisi emicrani-che, circa i due terzi dei pazientisperimentano una condizionedefinita «allodinia cutanea», unfenomeno per cui si avvertonocome dolorosi stimoli che invecenon lo sono. Alcuni arrivano anon sopportare occhiali, orecchi-ni o la cravatta così come può ri-sultare doloroso anche il vaporedella doccia.

L’allodinia cutanea è un ele-mento clinico importante, poi-ché i pazienti che la sperimenta-no nel corso degli attacchi poipossono, con il tempo, in mo-menti diversi provare le stessesensazioni, e ciò potrebbe rap-presentare l’inizio di una croni-cizzazione dell’emicrania.

«Recentemente, il nostrogruppo di ricerca ha chiarito imeccanismi sottostanti l’allodi-nia cutanea - sottolinea il profes-sor Tedeschi - dimostrando che ipazienti affetti da emicrania eche presentano tale sintomo ac-

cessorio hanno un peculiare fun-zionamento dei circuiti cerebralicoinvolti nella processazione deldolore.

Se è vero che il dolore determi-na l’attivazione di specifiche areecerebrali, gli emicranici allodini-ci man mano che lo stimolo do-loroso aumenta, reclutano altrezone del cervello al fine di ridurrela percezione del dolore».

I risultati della ricerca sonostati pubblicati su Cephalalgia, guadagnando la copertina del-l’ultimo numero della rivistascientifica, la più importante almondo nel campo delle cefalee.

In altri termini, come chiarisceil dottor Antonio Russo, respon-sabile del Centro Cefalee del-l’Università della Campania “Lui-gi Vanvitelli” «il cervello si attivaper sconfiggere il dolore ma, alcontempo, si “dispera” perché te-me che quel dolore possa duraretroppo a lungo o forse, danneg-giarlo».

Negli ultimi anni, conclude poiGioacchino Tedeschi, grazie allaricerca scientifica sono arrivate adisposizione del neurologo che sioccupa di cefalee armi terapeuti-che specifiche ed innovative chehanno reso l’emicrania non piùun disturbo, spesso invalidante,da sopportare per tutta la vita co-me una maledizione ma come una condizione che si può affron-tare e trattare.

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Per il ciclo di eventi #NONSOLOMEDICINA, promosso dalla Scuola di medicina e chirurgia e dall’Azienda ospedaliera universitaria Federico II, lunedì 8 maggio (dalle ore 15 in poi), nell’aula magna di Biotecnologie, docenti, studenti e professionisti della salute incontrano lo scrittore Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, Erri De Luca ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia ed è stato spesso al centro di vere e proprie campagne per la tutela dei diritti civili. Prosegue

così il ciclo di eventi #NONSOLOMEDICINA, che prevede appuntamenti periodici con personaggi del mondo dell’arte, della cultura, dello sport e dello spettacolo, invitati a portare la loro esperienza nelle aule universitarie con l’obiettivo di favorire l’integrazione dei saperi. Finora sono stati ospiti del ciclo di eventi Vincenzo Salemme, Maurizio De Giovanni, Gennaro Rispoli, Edoardo Bennato, Gino Strada, Alessandro Siani.

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L’eventoNonsolomedicina,alla Federico IIc’è Erri De Luca

DomenicoFavuzziPresidentee amministratoredelegato del gruppo,una delle principali realtà Information technolgy specializzate in progettazione, sviluppoe integrazionedi soluzioni software

Sanità digitale Exprivia vince l’appaltoÈ stata assegnata la commessa per il sistema informatico della Regione Puglia Si tratta di un appalto da 19,5 milioni di euro per la durata iniziale di 36 mesi

I n Puglia assegnato l’appaltoper la gestione del sistema in-formativo sanitario e ad aggiu-dicarsi la gara è stata Exprivia -

quotata al segmento Star di BorsaItaliana - con la propria controlla-ta Exprivia Healthcare It srl., so-cietà che opera nel mercato dellasanità. È un appalto di 19,5 milio-ni, di cui 12,7 di pertinenza dellasocietà. Durerà 36 mesi con lapossibilità di rinnovo per altri 24.Exprivia, dunque, si è aggiudicatain via definitiva la gara banditacon procedura aperta per conto della Regione Puglia per l’affida-mento. E i servizi riguardano evo-luzione applicativa, conduzioneoperativa, assistenza tecnico-ap-plicativa e manutenzione dei si-stemi informativi Edotto e Tratta-mento Ricette Farmaceutiche.

«Grazie al sistema Edotto e allasua pervasività presso tutte lestrutture sanitarie della regione, la Puglia disporrà di un governocapillare delle attività erogate dal-le strutture sanitarie, al passo conle regioni più virtuose nelle sceltedi sanità digitale», fanno sapere dalla società con sede a Molfetta,in provincia di Bari. In modo par-ticolare è un gruppo internazio-nale, oggi composto da circa 2000professionisti, in grado di abilita-re il processo di trasformazionedigitale attraverso soluzioni checoinvolgono l’intera catena del va-lore del cliente. Forte di un know-

how e un’esperienza maturate inoltre 30 anni di presenza costantesul mercato, Exprivia dispone diun team di esperti specializzatinei diversi ambiti tecnologici e didominio, dai Big Data al Cloud,dall’IoT al Mobile, dal mondo Sapalla It Security, distribuiti fra le di-verse sedi in Italia e all’estero (Eu-ropa, America e Asia). Quotata inBorsa Italiana dal 2000, al seg-mento Star, Exprivia affianca ip r o p r i c l i e n t i n e i s e t t o r i

Banking&Finance, Telco&MediaEnergy&Utilities, , Aerospa-ce&Defence, Manufacturing&Di-stribution, ,Healthcare e PubblicaAmministrazione. Inoltre la so-cietà è soggetta alla direzione ecoordinamento di Abaco Innova-zione spa.

Tornando alla commessa, le at-tività previste riguarderanno ilcomplesso della infrastrutturatecnologica delle aziende sanita-rie locali della regione in modalità

cloud computing e specificamen-te l’evoluzione dell’infrastrutturaapplicativa Edotto. «Il sistemaEdotto, sviluppato da Exprivia He-althcare e in esercizio da luglio2012, sarà localizzato presso ununico datacenter regionale, e con-sentirà l’accesso alle sue compo-nenti applicative da parte di tuttigli operatori del +SSR», fanno sa-pere dal gruppo pugliese. Chespiegano in dettaglio: «L’evolu-zione che porta al nuovo sistema

informativo sanitario Edotto èguidata dalle linee di indirizzonormativo del contesto sanitario nazionale e regionale, che preve-dono la progressiva tendenza alladeospedalizzazione dei pazienticon assistenza sanitaria presso ildomicilio del paziente, la riorga-nizzazione della rete di cura terri-toriale volta ad una maggiore at-tenzione agli aspetti di governodella continuità assistenziale, lanecessità che le aziende sanitariesiano meglio in grado di riorga-nizzare i processi e i modelli ope-rativi e di governance potendo fa-re affidamento sulle capacità deipropri sistemi informativi».

Domenico Favuzzi, presidentee amministratore delegato di Ex-privia, dice: «L’affidamento ad Ex-privia di questa importante com-messa, conferma il ruolo di lea-dership del gruppo nella realizza-zione delle soluzioni e servizisanitari. Il gruppo porta a valore gli investimenti condotti per latrasformazione digitale della sa-nità, attraverso tecnologie softwa-re, che sono parte della propriasuite e4cure e che consentono dicollegare l’intera sanità regionalecapillarmente, dai centri ammini-strativi e dirigenziali alle struttureospedaliere all’interno della filie-ra, fino ai singoli professionisti edai servizi online per l’utente».

Salvatore Avitabile© RIPRODUZIONE RISERVATALa sede Dipendenti impegnati in una delle strutture del gruppo Exprivia

AntonioRussoResponsabile ambulatoriodel Centro cefalee dell’Università della Campania

di Emanuela Di Napoli Pignatelli

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 24 Aprile 2017 NA5

N ei primi quindici anni delmillennio in corso l’aspet-tativa di vita alla nascitanel mondo ha fatto regi-

strare un balzo in avanti d ben cin-que anni, andando a bilanciare lecospicue perdite di vita che si era-no registrate negli anni Novantadovute all’epidemia di Aids in Africa e al disastro sanitario del-l’Europa dell’Est con il collassodella ex Unione Sovietica.

Secondo l’Organizzazione Mon-diale della Sanità (Oms, rapporto2016), l’Italia mantiene ancoraun’apprezzabile posizione nellagraduator ia mondiale , conun’aspettativa di vita di 80,5 anninei maschi (gli uomini più longevisi trovano in Svizzera e raggiungo-no l’età di 81,3 anni) e di 84,8 nelgentil sesso (le donne più longevevivono invece in Giappone con86,8 anni).

Viene allora da chiedersi se esi-stano dei «segreti» che permetto-no all’uomo di vivere a lungo e in

per metro cubo (limite impostodall’Organizzazione Mondiale del-la Sanità), con picchi molto elevatinella pianura padana.

Nonostante il vantaggio asso-ciato al reddito elevato, alcuni diquesti «segreti» possono esserealla portata di molti, ponendo at-tenzione alla cucina buona, cheprivilegi alimenti naturali, al tem-po libero per l’attività fisica, alla scelta di ambienti in località piùsalubri per residenza, lavoro o va-canza.

Non ultimo, la religione e la spi-ritualità possono rappresentareuna risorsa sottovalutata per au-mentare l’aspettativa di vita. In de-finitiva l’essere umano può ancoraessere per gran parte responsabiledel proprio destino, in termini disalute e anni di vita.

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condizioni megliori. Noi crediamo di sì. In primo

luogo è necessario raggiungere lasoglia di guadagno dei 250 miladollari l’anno (236 mila euro cir-ca). E questo vale sia per uominiche per le donne.

Uno studio condotto negli StatiUniti d’America ha infatti analiz-zato più di sei milioni di decessi inentrambi i sessi tra il 2001 e il 2014,mettendo in relazione il redditocon l’aspettativa di vita.

Per gli uomini con un redditomedio annuale di 256 mila dollaril’aspettativa di vita a quarant’anniè di 87,5 anni, a fronte dei 77,2 an-ni di quelli che dichiarano un red-dito di 17 mila dollari, con una dif-ferenza di più di dieci anni di vitain meno per gli ultimi.

Le donne più ricche possonoaspettarsi di vivere 89 anni, controgli 83,5 delle meno ricche, conuna differenza di 5,5 anni.

Secondo segreto, frequentare lefunzioni religiose. Questo sembraperò essere vero solo per le donne.

L’analisi di un vasto campionedi infermiere (74mila e 534 donneseguite tra il 1996 ed il 2012) ha fat-

denze a favore dell’attività fisica nel tempo libero come viatico perinvecchiare bene.

Fra i tanti, vale la pena citareun’analisi che ha messo insiemedodici studi europei e americani,con un totale di un milione e 440mila partecipanti e circa 190 milatumori. I fautori ad oltranza del-l’attività fisica presentavano unminore rischio di tredici tipi diffe-renti di cancro se paragonati ai lo-ro pigri consimili.

Per una vita longeva serve poiaria buona (evidenza per tutti).L’esposizione a polveri sottili rap-presenta la quinta causa di mortenel mondo, responsabile di 4,2milioni di decessi.

L’Italia non se la passa propriobene, visto che tutto il Bel Paesepresenta concentrazioni di Pm2.5superiori ai dieci microgrammi

La ricerca

to emergere la riduzione del 27%della mortalità per cause cardiova-scolare e del 21% per cancro inquelle che partecipavano alle fun-zioni religiose almeno una volta asettimana rispetto a quelle chenon avevano mai frequentato iluoghi di culto.

Con una provocazione possia-mo dire che un altro segreto è par-tecipare a Masterchef (sia per gliuomini e donne).

Scherzi a parte, non esistono(non ancora) studi che dimostra-no una più lunga aspettativa di vi-ta e una migliore salute in quelliche partecipano a programmi si-mili. Esistono però moltissimi da-ti che esaltano il valore delle buo-ne scelte alimentari per vivere conmeno acciacchi.

Nella classifica generale deiprincipali quindici fattori di ri-schio per mortalità generale, se necontano ben cinque legati ad un’ alimentazione ritenuta non cor-retta.

Il prossimo segreto di longevitàe salute lo potremmo chiamareLet’s twist again, la letteraturascientifica abbonda infatti di evi-

KatherineEspositoProfessore ordinario di endocrinologia e malattie del metabolismo presso l’Università della Campania Luigi VanvitelliÈ autrice di 169 pubblicazioni

MarinoScherilloVicepresidente Fondazione “Per il tuo Cuore” e direttore della Cardiologia presso l’azienda ospedaliera Rummo di Benevento

Colesterolo, è arrivato un nuovo farmacoSi tratta di Evolocumab (Repatha il nome commerciale) e abbassa i livelli fino al 75 per centoIl prodotto si somministra con iniezioni sottocute attraverso una sorta di penna già dosata

N uove frontiere nella lottaal colesterolo e alle malat-tie cardiovascolari. È arri-vato in Italia un nuovo far-

maco rivoluzionario destinato aipazienti più gravi e difficili da cu-rare. Si tratta di Evolocumab (Re-patha il nome commerciale), unanticorpo monoclonale in gradodi abbattere i livelli di colesterolonel sangue. Approvato dall’Agen-zia Italiana del Farmaco in regimedi rimborsabilità, Evolocumab è ilprimo anticorpo monoclonale incardiologia, capostipite di una nuova classe di farmaci, gli inibi-tori del PCSK9. È indicato per i pa-zienti adulti con forme severe eresistenti di ipercolesterolemia primaria e in quelli con dislipide-mia mista che non riescono a te-nere sotto controllo i livelli di co-lesterolo LDL – quello cattivo –nonostante la terapia ipocoleste-rolemizzante massimizzata.

Evolocumab è inoltre indicatoper coloro che sono intollerantialle statine. Il nuovo farmaco hadimostrato per la prima volta cheridurre al massimo i livelli di cole-sterolo LDL (fino 20 o 30 mg/dL),riduce in maniera significativa ilrischio di gravi malattie cardiova-scolari, compresi infarto, ictus e rivascolarizzazione coronaricache scendono rispettivamente del

27%, del 21% e del 22%. Tali risultati, presentati all’ulti-

mo congresso mondiale di car-diologia e pubblicati contestual-mente sul New England Journal ofMedicine, aprono nuovi scenarinella lotta alle malattie cardiova-scolari sui quali si confrontanoprontamente le maggiori eccel-lenze della cardiologia di tutto ilsud Italia.

«L’ipercolesterolemia è il pri-mo fattore di rischio per lo svilup-

po di malattie cardiovascolari,che sono la causa di circa 300 milamorti in Italia ogni anno. Solo inCampania sono 15.000 ogni anno iricoveri per infarti del miocardio,dei quali il 45% sono più gravi e ri-chiedono un’angioplastica prima-ria», afferma Marino Scherillo, vi-cepresidente della Fondazione diRicerca Cardiovascolare “Per il tuoCuore” e direttore della Cardiolo-gia presso l’azienda ospedalieraRummo di Benevento nonché

presidente del convegno naziona-le tenutosi a Napoli il 27 e il 28marzo sul tema “Inibitori delPCSK9 – (r)EVOlution nella tera-pia delle dislipidemie”.

«La mortalità per infarto è sce-sa al 5% grazie alle terapie e allanostra eccellenza ospedaliera, mafuori dall’ospedale lo scenariocambia: la mortalità raddoppia atre mesi e triplica a un anno. Ilmancato controllo dei livelli di co-lesterolo LDL in un paziente ad al-to rischio, che ha già avuto un in-farto, fa salire del 30% il rischio diun re-infarto. Segno evidente chemolto può e deve essere ancorafatto per proteggere cuore e arte-rie. Gli ultimi studi con Evolocu-mab ci hanno dimostrato che li-velli di colesterolo LDL bassi co-me quelli di un neonato, 20 o30mg/dL, riducono in manieraimportante il rischio di eventimaggiori quali ictus, infarto e ri-vascolarizzazione coronarica.Probabilmente dovremo rivedereal ribasso i target di riferimentoattualmente raccomandati dallelinee guida».

Il colesterolo cattivo, dunque,più basso è, meglio è. Evolocu-mab è in grado di ridurne i livellifino al 75%.

L’azione del nuovo farmaco, insostanza, aumenta la capacità delfegato di eliminare il colesteroloLDL dal sangue, diminuendonecosì i livelli. Riuscendo a ridurre

in modo marcato e costante i livel-li di colesterolo LDL, la nuova so-stanza riesce a far regredire laplacca arteriosclerotica. Il farma-co si somministra con iniezionisottocute, che il paziente può pra-ticarsi da solo con una sorta di penna già dosata, ogni due setti-mane o una sola volta al mese aseconda delle prescrizioni del car-diologo.

Si tratta di un prodotto costosoma fondamentale per una certacategoria di pazienti, che deve es-sere dispensato solo a chi ne harealmente bisogno. Può essereprescritto dallo specialista trami-te un apposito registro, al fine digarantirne un uso appropriato. I destinatari sono i pazienti difficiliper i quali non si riescono a trova-re soluzioni terapeutiche efficaci,come persone che hanno già su-bito un infarto, che soffrono didiabete, che non rispondono allestatine o che sono intolleranti. Pa-zienti che corrono seriamente ilrischio di andare incontro a ma-lattie cardiovascolari gravi o mor-tali. Anche i pazienti più a rischionon riescono a tenere i livelli dicolesterolo LDL sotto controllo. Migliorare il trattamento farma-cologico di questi pazienti con-sente di ridurre il rischio di svi-luppare malattie cardiache gravi eanche mortali, offrendo miglioriprospettive di vita.

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di Katherine Espositoe Dario Giugliano

In Usa analizzati oltre 6 milioni di decessi tra il 2001 e il 2014Aspettativa di vita alta se cresce il reddito; la fede una risorsa

Le donne che preganoe gli uomini più ricchibattono tutti in longevità

di Carmen Dambruoso

DarioGiuglianoProfessore ordinario di endocrinologiae malattie del metabolismo presso l’Università della Campania Luigi VanvitelliÈ autore di 400 pubblicazioni

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NA6 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 24 Aprile 2017 NA7

L’errore medico

N ovità importanti, maanche diverse incer-tezze, in materia dicolpa sanitaria. La re-

centissima legge 24/2017 li-mita notevolmente la respon-sabilità personale dei medici eindividua nelle strutture ospe-daliere pubbliche e private iprincipali destinatari delleazioni risarcitorie.

L’obiettivo è indurre gli ope-ratori del settore ad impegnar-si per raggiungere i più elevatilivelli qualitativi, dotandosi diprocedure interne evolute eselezionando meglio i propricollaboratori.

Infatti, tutte le aziende sani-tarie dovranno pubblicare sul sito internet una relazione suisinistri avvenuti nell’anno esulle contromisure adottate,l’elenco dei risarcimenti paga-ti nell’ultimo quinquennio egli estremi della propria co-pertura assicurativa. I pazientiinsoddisfatti, inoltre, potran-no agire direttamente contro

premi dovrebbero addiritturaaumentare. Accrescendo,quindi, il numero delle strut-ture prive di assicurazione, fe-nomeno che andava invececombattuto.

Auguriamoci, dunque, cheil legislatore abbia fatto bene icalcoli. L’unico correttivo sa-rebbe costituito dal criterio diquantificazione dei risarci-menti, equiparato a quello vi-gente per i sinistri automobili-stici e più contenuto. Tuttavia,la tabella che serve a liquidarematerialmente i danni non èstata ancora approvata, e sicontinuano ad applicare para-metri più elevati.

Dunque, il calmiere che do-veva far abbassare i premi allostato manca, e occorre non so-lo l’immediata approvazionedella tabella, ma anche unadeguamento della norma chela prevede, risalente al 2005 eormai superata dall’evoluzio-ne giurisprudenziale.

Come si vede, le incognitesono molte, e c’è ancora tantoda fare.

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Colpa sanitaria nuova leggema le incognite sono molteLa normativa sconta il compromesso tra interessi contrappostiNon è prevista l’assicurazione obbligatoria. Servono controlli

dure necessarie per ridurre irischi di danni ai pazienti. Sequesti controlli saranno effet-tivi o formali lo sapremo in fu-turo.

L’altra incognita preoccu-pante è la risposta del mercatoassicurativo. Attualmente, lagran parte delle principaliaziende sanitarie pubbliche eprivate non sono più assicura-te, poiché i premi richiesti dal-le pochissime compagnie(straniere) che assicurano il ri-schio clinico sono troppo ele-vati, malgrado gli assicuratoridelle strutture possano recu-perare i risarcimenti pagati ri-valendosi sui medici respon-sabili.

La legge 24 limita fortemen-te queste azioni, consentendo-le solo in caso di colpa grave.Inoltre, se il medico è dipen-dente, la rivalsa può essereesercitata per somma pari a trevolte la retribuzione annua.Quindi, se i premi attuali sonoproibitivi per le aziende, purpotendo le compagnie recupe-rare quanto pagato, con i nuo-vi limiti imposti alla rivalsa i

gli assicuratori, come avviene per i sinistri automobilistici.

Quindi, sarà possibile valu-tare preventivamente la «sini-strosità» delle strutture, non-ché le garanzie offerte laddovesi richieda un risarcimento.

Una svolta positiva, dun-que? Non è detto. Un meccani-smo efficiente avrebbe dovutoimporre l’assicurazione obbli-gatoria e rendere più rapidi iprocessi. Invece, non è obbli-gatorio assicurarsi, essendoconsentito alle aziende appo-stare a bilancio un fondo patri-moniale destinato a pagare irisarcimenti. Inoltre, nella ste-sura originaria, il danneggiatodoveva richiedere un accerta-mento tecnico preventivo, ov-vero una perizia disposta daltribunale utile a verificare l’esi-stenza dell’errore professiona-le, quantificando il danno. Aquel punto, l’assicurazionedella struttura avrebbe cercatonella maggior parte dei casi unaccordo, evitando la causa. E’meno probabile che lo faccial’azienda sanitaria non assicu-rata.

A questa procedura, con unemendamento in extremis, èstata peraltro affiancata la pos-sibilità di esperire la media-zione, istituto del tutto ineffi-cace perché, come costruito,non offre garanzia di impar-zialità.

In definitiva, la grande novi-tà dell’azione diretta control’assicuratore viene vanificataladdove la struttura sanitariarinunci ad assicurarsi, e l’effi-cace soluzione dell’accerta-mento preventivo, avversatadagli avvocati perché poco re-munerativa, è aggirata ricor-rendo alla mediazione. Quin-di, anche questa legge scontail compromesso tra interessi contrapposti.

Ma i problemi principali so-no ancora altri. Il sistema puòfunzionare se i sistemi di con-trollo previsti, demandati aistituti ancora da costituire,saranno efficaci. Solo così lestrutture saranno costrette a pubblicare dati reali sui sini-stri, ad accantonare capitalinon virtuali per pagare i risar-cimenti e ad attuare le proce-

di Edoardo ErricoPremiNon è ancora pronta la tabellache servea liquidarei danni

DisciplinaNè è stataadeguatala normarelativa e superatache risaleal 2005

EdoardoErricoAvvocato, cassazionista, con studiolegale a Napoli,è esperto in materia di diritto assicurativo e si occupa di responsabilità professionale

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NA8 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno

La prevenzione Grande successo per la settimana dedicata alla salute della donna. Moltissime le visite gratuite garantite sul territorio, in primis dall’Università degli studi Federico II di Napoli. Dalla senologia all’oncologia e ginecologia fino agli incontri dedicati alle donne in menopausa per favorire la prevenzione del diabete e delle malattie metaboliche e alle attività di screening per il diabete gestazionale. Ma la novità di quest’anno è stato lo spazio che è stato dedicato alla sana

alimentazione che gli studi più recenti in fatto di nutrizione ritengono indispensabile per la prevenzione e l’integrazione alla cura dei tumori. La stima del potenziale beneficio associabile a strategie di intervento basate sulle modifiche dello stile di vita, in integrazione con interventi farmacologici, è tra il 20 e il 25 per cento per quanto riguarda lo sviluppo di metastasi o recidive, con un effetto analogo sulla mortalità a breve e medio termine.

Federico IIGrande successoper la settimanadella salute

L a prevenzione resta lastrategia vincente percombattere e sconfigge-re le malattie. Partendo

da questo assunto imprescin-dibile, le aziende ospedaliericome numerose associazionidi volontariato, scendono incampo per sensibilizzarel’utenza. Specie le donne at-traverso la scelta di mesi dedi-cati. E maggio rappresenta unpo’ il simbolo di importantimanifestazioni tese a parlaree ad affrontare tematiche ‘ro-sa’.Ma non solo. Ne è unesempio l’associazione cultu-rale e di solidarietà Partheno-pe, di cui è presidente la dot-toressa Mariagrazia Altomon-te, che ha organizzato per il 13maggio prossimo la giornata “Prevenzione Donna”. Saràpossibile sottoporsi a visitegratuite recandosi, dalle ore10 alle 15, presso il laboratorioanalisi ‘Salus’ - dottor Ferrara- in via Principe di Piemonte aCasoria.

Le consulenze in program-

gratis.«La scelta di queeste visite

specialistiche non è dettata dal caso - spiega la presidenteMaria Grazia Altomonte del-l’associazione Parthenope - è tutto studiato nei particolari: la donna, ad una certa età,adulta diciamo, vive un cam-biamento del proprio corpo,anche legato alla menopausa.Questo comporta scombusso-lamenti di varia natura, ancheal cuore. Da qui l’individua-zione delle visite che si po-tranno fare a Casoria. Io credoche la prevenzione cardiolo-gica, nella donna, sia impor-tante al pari di quella senolo-gica». E aggiunge: «Tutto ècollegato: cuore, endocrino-logia, flebologia. Se si riesce atener tutto sotto controllo riu-sciamo a stare meglio. Il con-sulto medico apre la mente».E preannuncia: «La preven-zione uomo sarà protagonistadi una prossima manifesta-zione, sempre quest’anno. I nostri medici sono altamentequalificati e vivono la missiondel loro lavoro. La nostra as-sociazione vuol essere solida-le a 360gradi, noi facciamoanche solidarietà sanitaria». Eper chi non dovesse riuscire asottoporsi alla visita, la presi-dente chiarisce che ci sarannoanche altre date. «Non lasce-remo indietro nessuno».

Le persone che, telefonan-do per prenotare la visita nonriusciranno a partecipare allagiornata del 13, avranno co-munque una seconda oppor-tunità.

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ma sono: visita cardiologica -presenti in sede saranno idottori Cesare Caruso, specia-lista in cardiologia, e il collegaGaetano Esposito, specialistain cardiologia, libero profes-sionista. Il dottor Alfredo Fu-cito, specialista in chirurgiaoncologica e plastica rico-struttiva, dirigente medicodell’Istituto Nazionale dei tu-mori Pascale di Napoli; diri-gente medico dell’AziendaAorn dei Colli (Monaldi -Co-tugno -Cto). La visita flebolo-gica sarà invece eseguita daldottor Pasquale Amoroso,specialista in chirurgia vasco-lare, libero professionista. Lavisita endocrinologica vedràprotagonista la dottoressa Ro-salba Troise, specialista in en-docrinologia e medicina in-terna, dirigente medico del-l’ospedale San Paolo (Asl Na-poli 1).

Lo strumento della preven-zione consente di migliorarela consapevolezza dei rischi el’intercettazione precoce deisintomi relativi alle malattiegarantendo un incrementodella prevenzione primaria.

di Rosa Coppola

Visite gratuite e controlli rosaIn campo una task force di mediciIl 13 maggio a Casoria la giornata organizzata dall’associazione Parthenope«Presto promuoveremo un’iniziativa simile anche a favore degli uomini»

fattori legati alla biologia (pe-so, percentuale di grasso cor-poreo, enzimi epatici, ormonisessuali) e per fattori socioculturali (l’educazione e glistili di vita). A causa di tali dif-ferenze il decorso delle pato-logie e la risposta alle curefarmaceutiche possono varia-re sensibilmente tra i due ses-si. Una giornata importante, dunque, promossa dall’asso-ciazione senza scopo di lucro,che opera sul territorio di Na-poli e provincia mediante atti-vità di interesse culturale e disolidarietà. L’evento vuole es-sere un momento di solida-rietà soprattutto per quelledonne che, considerato il dif-ficile momento economico,trascurano la propria salute: l’ostacolo più forte alla preven-zione consiste, purtroppo, neicosti e nelle tempistiche dellanostra sanità.

Solidarietà e prevenzione abraccetto e vestite di rosa. Co-me è accaduto nei giorni scor-si anche all’azienda universi-taria e ospedaliera «San Gio-vanni di Dio e Ruggi d’Arago-na» con un ciclo di consulti

Il risultato finale consistenella possibilità di sviluppareuna migliore prevenzionemediante un linguaggio sem-pre più omogeneo propriodel mondo femminile. Lagiornata promossa dall’asso-ciazione, la scelta di talune vi-site, pone anche l’accento suun argomento importante,non trascurabile: l’efficacia degli interventi diagnostico-terapeutici è influenzata dalsesso del paziente. Uomini edonne infatti differiscono per

MariagraziaAltomontePresidente dell’associazio-ne culturale e di solidarietà Parthenopeche organizzale visite gratis

ConsultispecialisticiMedici a tutto campo per la prevenzionea Casoria

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 24 Aprile 2017 NA9

La prevenzione

A nalizzando il Dna èpossibile capire seuna donna sia geneti-camente predisposta

a sviluppare un tumore dellamammella o dell’ovaio. E ora, grazie ad un rivoluzionarioprogetto, nasce anche un data-base nel quale raccogliere e ca-talogare i dati sulle varianti deiprincipali geni responsabilidello sviluppo ereditario di tu-mori della mammella e del-l’ovaio.

Le donne portatrici di alcu-ni tipi di varianti ereditarie deigeni Brca1 o Brca2 hanno in-fatti un alto rischio di svilup-pare negli anni tumori dellamammella e dell’ovaio. Poterriconoscere questa predispo-sizione genetica consente alledonne di prendere in conside-razione, fin da giovani, terapiee soluzioni adeguate a ridurre

riante sia effettivamente ingrado di conferire un alto ri-schio di tumore è fondamen-tale. Per questo la comunitàmedico scientifica internazio-nale sta affrontando il proble-ma dando vita a iniziative econsorzi che permettano lacondivisione dei dati e la rea-lizzazione di progetti specificidi ricerca.

Questo il motivo per il qualeil progetto Diva ha tra le pro-prie finalità anche quella di fa-vorire la promozione e la par-tecipazione a studi nazionali einternazionali da parte deicentri oncologici italiani che sioccupano di questi temi, edestendere successivamente ilmodello di lavoro anche ad al-tri geni di predisposizione ere-ditaria ai tumori della mam-mella e dell’ovaio.

La logica di rete è quella cheè portata avanti da AlleanzaContro il Cancro, l’associazio-ne tra Irccs oncologici italianinata nel 2002.

«In questo contesto – spiegala biologa Stefania Tommasi,referente del progetto per l’Irc-cs di Bari - la partecipazionedel Giovanni Paolo II al proget-to Diva è determinate, perchépuò portare all’identificazionedi varianti legate alle popola-zioni dei paesi del Mediterra-neo che afferiscono al centrostudi tumori eredo-familiari».

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Progetto DivaDebellare il tumorecon il test di geneticaSei istituti scientifici dalla parte delle donneUn data base sui geni che sviluppano il male

no non essere considerati. Sipensi, ad esempio, alla chirur-gia profilattica mammaria eovarica in donne sane, che siporta avanti in assenza di unachiara evidenza di una predi-sposizione genetica. Inoltre grazie al progetto Diva questeclassificazioni possano ancheconcorrere all’avanzamentodelle conoscenze, anche quan-do uno specialista si trovi adoperare in centri periferici, vi-sto che ogni segnalazione divarianti rare è preziosa per ar-rivare ad una classificazionecorretta. Capire se una data va-

il rischio di ammalarsi.L’obiettivo è quello di pro-

muovere la qualità e l’omoge-neità dell’interpretazione deitest su alcuni geni «sentinel-la» con finalità cliniche e allostesso tempo accrescere e con-dividere le conoscenze a livellointernazionale. Tutto questo èstato racchiuso nell’acronimo«Diva», che sta per «Databaseitaliano varianti» dei geniBrca1 e Brca2, nato grazie allacollaborazione tra sei istitutiscientifici di ricovero e cura trai quali il Giovanni Paolo II(unico nel Meridione).

Gli altri poli sono il centrodi riferimento oncologico diAviano, l’azienda ospedalierauniversitaria San Martino,l’istituto nazionale per la ricer-ca sul cancro di Genova, l’isti-tuto scientifico romagnolo perlo studio e la cura dei tumoridi Meldola, l’istituto nazionaleper i tumori di Milano e l’isti-tuto oncologico veneto di Pa-

dova. Tutta la parte degliaspetti informatici e gestionaliè invece affidata al supportoconsorzio interuniversitario Cineca.

È grazie a queste forze incampo che si punta a realizza-re un sistema virtuoso in cui isingoli operatori, di laborato-rio e clinici, trovino un riferi-mento autorevole per dare ri-sposte corrette alle donne chesi sottopongono al test. Tuttoquesto è cruciale perché i po-tenziali danni di una classifi-cazione «imprecisa» sonomolto importanti e non posso-

Seno Dal Dna si può capire se una donna è predisposta geneticamente a un tumore al seno o all’ovaio

StefaniaTommasiBiologa e docente di Biologia applicata al corso di laurea in ScienzeInfermieristichedella Università di Bari

di Raffaele Nespoli

Sono stati celebrati i 40 anni di attività del Centro interdipartimentale trapianti di rene dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II, diretto da Enrico Di Salvo. Proprio il direttore del Centro spiega che «dalla data del primo trapianto ad oggi, il Centro interdipartimentale ha eseguito circa 1000 trapianti di rene, la maggior parte da cadavere. Un risultato significativo per la Campania e per i pazienti nefropatici, oltre che motivo di soddisfazione e

di orgoglio per tutto il personale medico e paramedico che nel corso degli anni ha contribuito a raggiungere questo risultato». Era il 4 aprile 1977 quando un gruppo di coraggiosi medici, tra cui Giuseppe Zannini, Mario Luigi Santangelo, Renato Cuocolo, Vittorio Emanuele Andreucci e Adolfo Ruggiero, realizzò il primo trapianto di rene nell’Italia meridionale, aprendo la strada per la diffusione di questa pratica di cura in Campania e in tutto il Sud.

Federico IIIl centro trapiantidi rene celebra40 anni di attività

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NA10 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno

La prevenzione

N on ha sintomi eviden-ti, ma può avere graviconseguenze sull’or-ganismo, fino ad arri-

vare all’insufficienza renale. Si tratta della sindrome del-

la lisi tumorale, un complessodi alterazioni del metabolismoche si manifesta durante iltrattamento dei tumori, sia so-lidi che del sangue.

La sindrome, che per sem-plicità viene spesso abbreviatain ambito medico-scientificoin Tls, è causata dalle stesse te-rapie che servono a contrasta-re le cellule neoplastiche.

«I trattamenti contro i tu-mori colpiscono le cellule delcancro e scindono le molecoleche le compongono. Questielementi possono alterare laconcentrazione in circolo nelcorpo di alcune sostanze, co-me l’acido urico che dipendedalla divisione degli acidi nu-cleici che fanno parte del Dna,ma anche fosfati e calcio.

Di norma tutte queste so-

stanze sono tenute entro certilimiti da una serie di ormoni.Ma, in dose massiccia nonpermettono agli ormoni disvolgere la loro funzione rego-latrice», spiega Fabrizio Pane,presidente della società italia-na di ematologia, professoreordinario all’Università deglistudi Federico II di Napoli e di-rettore del reparto di ematolo-gia e trapianti di midollo delPoliclinico universitario.

Dunque, la sindrome da lisitumorale altera il metaboli-smo e la normale funzione dismaltimento delle sostanzenocive da parte del nostro or-ganismo e le sue conseguenzepossono essere molto gravi.

Infatti, aggiunge Pane: «Glieffetti sono di tipo metabolicoe possono influenzare anche ilfunzionamento dei reni, chenon riescono più a smaltiresostanze come ad esempio laparte azotata degli acidi nu-cleici. Si innescano così unaserie di meccanismi che pro-vocano l’insufficienza renale,una patologia molto grave chepuò mettere a rischio la so-

di Alessandra Caligiuri

Sindrome lisi tumoraleNon ha sintomi evidentima altera il metabolismoÈ causata dalle stesse terapie che servonoa contrastare le cellule neoplastiche

Carcinoma polmonare, le nuove terapieper migliorare la qualità della vita ai pazientiI tre studi clinici del programma Abound: presto disponibili i dati sulla sopravvivenza

di Raimondo Nesti

«Q uando si pensaa l l a q u a l i t àdella vita di chia f f r o n t a u nc a r c i n o m a

polmonare bisogna tenere inconsiderazione che la sinto-matologia solitamente è mol-to importante. Tosse, dispnea(affanno), dolore e astenia so-no solo alcuni dei sintomi,inoltre quando si tratta di pa-zienti anziani l’impatto è an-cora più rilevante. La terapia,tuttavia, comporta un miglio-ramento dei sintomi e quindidella qualità della vita». A par-lare è Cesare Gridelli, direttoredel dipartimento di onco-ematologia del Moscati diAvellino e tra i massimi esper-ti in campo oncologico.

Di recente, in occasionedella conferenza mondiale de-dicata al cancro del polmone,sono stati presentati i dati delprogramma di studi clinicidenominato Abound sulla te-rapia che prevede la combina-zione del carboplatino e delnab-paclitaxel per il tratta-mento di una particolare for-ma di carcinoma polmonare.

«Il programma Abound –

spiega l’esperto – racchiudetre studi clinici principali:Abound mantenimento,Abound 70+ e Abound ps2.Possiamo dire che i primi datirelativi all’attività antitumora-le di carboplatino e nab-pacli-taxel confermano sia la ridu-zione del tumore in un pa-ziente su tre, sia la buona tol-lerabilità del farmaco, lariduzione dei sintomi e il mi-glioramento della qualità divita dei pazienti trattati».

Entro la prima metà del2017 arriveranno anche i datisulla sopravvivenza. SecondoGridelli per il momento «èmolto utile considerare chel’associazione di carboplatino e nab-paclitaxel ha dimostra-to di avere un’ uguale efficaciae una minore tossicità, soprat-tutto a livello del sistema ner-voso e del midollo, rispetto adaltre terapie. Questi dati di mi-gliore tollerabilità e di confer-ma dell’attività vengono riba-diti anche nell’analisi del sot-togruppo dei pazienti anziani.Lo studio prospettico Abound70+ nel paziente anziano sem-pre con la stessa associazionesta valutando due diverseschedule di carboplatino enab-paclitaxel, ma dai datipreliminari si è già vista una

conferma di attività e di unabuona tollerabilità anche conmiglioramento dei sintomi edella qualità di vita».

Si aprono dunque scenariinteressanti per il trattamentodel tumore al polmone, graziealla disponibilità di terapie in-novative. Del resto, un terzo deipazienti con tumore del pol-mone non a piccole cellule èanziano, generalmente per iclinici questo significa pazien-ti sopra i 70 anni. I problemiper i pazienti di questa età so-no solitamente due: la minore

accessibilità ai farmaci e una li-mitata inclusione nei trials cli-nici. Ciò significa che sono pa-zienti «meno studiati». Tutta-via, «le prospettive future ve-dono proprio per quest ipazienti trattamenti megliotollerati e che potranno allun-gare la sopravvivenza.

In particolare, il futuro vedeanche lo sviluppo della combi-nazione carboplatino e nab-paclitaxel in associazione adun immunoterapico come ate-zolizumab. Al momento è mol-to importante l’evidenza che la

Nel tuboUn paziente si sottopone a una tac, l’esame diagnostico più completo preciso e diffuso in Italia e all’estero

FabrizioPanePresidente dellasocietà italiana di ematologia, docente alla Federico II di Napoli e direttore di ematologia e trapianti di midollo del Policlinico universitario.

combinazione tra carboplati-no e nab-paclitaxel non valesolo come chemioterapico, marappresenta uno dei principalischemi chemioterapici in as-sociazione all’immunoterapiaconsentendo di trattare pa-zienti difficili e di sviluppareterapie efficaci e tollerate».Non è superfluo sottolineareche una delle sfide da vincere ègarantire ai pazienti affetti daqueste terribili malattie unaqualità, oltre che un’aspettati-va di vita, sempre più alta.

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anche da nuovi farmaci, comechiarisce lo stesso Pane: «Nel-le forme a basso rischio si pre-scrive una sostanza che va ad agire sull’acido urico. Mentrenelle forme ad alto rischio èpiù adatto un farmaco che im-pedisce la produzione di acidourico».

Infine, conclude il professo-re della Federico II: «Se ci sonodei segni di insufficienza rena-le acuta il paziente va messo indialisi, ma sono forme avanza-te a cui si cerca di non arriva-re».

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esempio, i linfomi diffusi agrandi cellule sono da consi-derare delle forme ad alto ri-schio. La Tls può insorgere inuna percentuale tra il 5 e il 10per cento di tutti i trattamenti.Per questo è importante faremolti controlli nei primi gior-ni della chemioterapia, per ve-dere se ci sono dei segni di ini-zio di sindrome da lisi tumora-le, come ad esempio l’aumen-to dell’acido urico. Poi ingenerale si dice ai pazienti di bere molta acqua».

Oltre agli esami, un aiutocontro questa sindrome è dato

pravvivenza del paziente».Le conseguenze sul sistema

renale sono, però, solo la ma-nifestazione clinica di una pa-tologia che ha spesso dei sin-tomi sfumati, cioè visibili soloattraverso le analisi di labora-torio.

Anche in questo caso la pre-venzione assume un ruolofondamentale: «La prima cosa- prosegue Pane - è valutarebene il rischio, pur non poten-do escludere la sindrome da li-si tumorale in nessun tipo ditrattamento sappiamo che inalcuni c’è più possibilità. Ad

MedicineUn aiuto arriva dallenuove combina-zioni di farmaci

Cesare GridelliDirettore del dipartimento di onco-ematologia del Moscati di Avellino e presidente dell’Associazione italiana di oncologia toracica

L’immuno-oncologia che rivoluziona i percorsi terapeutici nel trattamento del tumore polmonare con l’utilizzo di farmaci innovativi che garantiscono una migliore tollerabilità, con aumento dell’aspettativa di vita dei pazienti e con un minor ricorso alla chemioterapia. Danilo Rocco, responsabile del Gruppo di Studio Aipo Oncologia Toracica e responsabile dei trials clinici internazionali in forza alla pneumologia ad indirizzo oncologico dell’azienda ospedaliera dei

Colli di Napoli è stato tra i relatori agli stati generali sull’immuno-oncologia che si sono tenuti a Roma nei giorni scorsi dal titolo «Focus on lung, 2017 Current Trends in Immuno-Oncology». È stato un rendez vous di grande spessore scientifico che ha visto riuniti i maggiori esperti nazionali ed internazionali nel campo dell’oncologia, per confrontarsi sulle nuove frontiere dell’immuno-oncologia nel trattamento del carcinoma polmonare.

A RomaImmuno-oncologiae chemioterapiaEsperti a confronto

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 24 Aprile 2017 NA11

Sanità e occupazione I tumori della prostata, del rene, del testicolo e della vescica sono sempre più diffusi e rappresentano circa il 20 per cento di tutte le neoplasie registrate in Italia. Solo lo scorso anno hanno colpito oltre 77.500 italiani. Oggi grazie ai progressi nella diagnosi e nelle terapie otto pazienti su dieci sopravvivono alla neoplasia. Le cure e i trattamenti non possono quindi essere solo efficaci ma devono essere anche in grado di garantire una buona qualità

di vita dopo la malattia. Limitare gli effetti collaterali dei trattamenti è uno dei principali obiettivi sia della ricerca scientifica che delle equipe mediche che hanno in cura gli italiani colpiti da una patologia uro-oncologica. A questi temi la Società italiana di urologia oncologica ha dedicato il suo 27esimo congresso nazionale dal titolo «Curing with care: non solo efficacia», tenutosi a Napoli il 21 aprile scorso.

Il congressoTumori alla prostata,otto pazienti su 10sopravvivono

O gni anno centinaia di migliaiadi cittadini si rivolgono a labo-ratori di analisi accreditati, inalcuni casi per esami di routi-

ne, in altri per vere e proprie emergen-ze. Quello che i cittadini non sanno èche dietro ogni prelievo di sangue e ol-tre il referto restituito dai laboratori alpaziente c’è un mondo di alta tecnolo-gia, ma soprattutto di professionalità.Un mondo che in Campania ha rischia-to di sparire nel nome di un’interpreta-zione limitativa della norma sulla«riorganizzazione della rete laborato-ristica territoriale».

Oggi la battaglia dei laboratori dianalisi per il diritto a forme di aggrega-zioni diverse da quelle del consorzio èarrivata ad una svolta che consentirà acentinaia di piccole e medie imprese dicontinuare ad esercitare la professioneaggregate nella forma della «rete con-tratto».

Il discorso potrebbe sembrare moltotecnico e poco comprensibile, ma af-fonda le sue radici nella vita e nella pra-tica di tutti i giorni. Basti pensare che

nei fatti quanto ottenuto grazie al lavo-ro della consigliera regionale Antonel-la Ciaramella (Pd) si tradurrà in circaduemila posti di lavoro che non si per-deranno. Il termine fissato per comple-tare l’iter della rete contratto nel siste-ma di aggregazione voluto dalla finan-ziaria del 2007 è per giugno 2018, sinoad allora i laboratori sotto soglia po-tranno continuare a lavorare indicandola forma di aggregazione prescelta chenon dovrà essere necessariamente soloquella del consorzio.

Per Elisabetta Argenziano, presiden-te di Federbiologi «la strada intrapresasegna una svolta decisiva». Ovviamen-te per i laboratori campani il percorsoda fare è ancora lungo, ma almenoadesso si vede la possibilità di una so-luzione equa e sostenibile.

Per Silvana Papa, vicepresidente diConfapi Sanità: «Finalmente si riaffer-ma il primato della politica. Per la pri-ma volta, attraverso una legge, e non con un decreto, abbiamo avuto il rico-noscimento di forme differenti dalconsorzio, l’unica forma finora ricono-sciuta dai commissari e dalle Asl».

Del resto è lo stesso Lello Topo, pre-sidente della V Commissione Regiona-

le Sanità, a ricordare che «il compitodella politica è quello di analizzare la realtà, favorire il dialogo e stabilirequale strada intraprendere. La formaaggregativa della “rete contratto” è pre-vista nei decreti commissariali, garan-tisce la qualità e fa in modo che non siperdono posti di lavoro. Non avremmoalcun motivo per scegliere di non pra-ticare questa strada».

Si punta dunque alle reti di contrattoe alla riorganizzazione dei laboratori dianalisi campani alla luce della legge re-gionale n. 10 del 31 marzo 2017. «Unprovvedimento normativo approvatograzie al sostegno di tutto il gruppo dimaggioranza in consiglio regionale –dice Ciaramella – è la prova del fatto che non sfuggiamo al problema».

Intanto, però, piccole e medie im-prese ora si trovano a fare i conti conun altro grosso problema, la proposi-

zione da parte del ministero della Salu-te di un tariffario nazionale che sembrapuntare ancora una volta al ribasso.

Sulla carta l’obiettivo è stato quellodi lavorare all’elaborazione di una piat-taforma che uniformasse codici e costimedi prestazionali dei vari tariffari re-gionali e per farlo è stata usata anche laconsulenza della Bocconi.

Ciò che Federbiologi contesta è ilmetodo. «E’ stato usato – dicono - unmetodo tecnico-statistico teso a defini-re l’impatto dei costi standard calcolatisu di un campione di strutture che pe-rò è molto esiguo, guardando per lopiù al territorio di poche regioni delNord Italia. Quindi poco significativo».Pur apprezzando l’impegno dei funzio-nari ministeriali, Federbiologi avevaespresso perplessità e dubbi sui criteristatistici adottati, ma soprattutto avevamesso in risalto l’assoluta incoerenzadel documento con le disposizioni pre-scritte dalla normativa di riferimento.

Un documento ritenuto non confor-me visto che la valutazione della pro-posta fa registrare in media per il com-parto dei laboratori una riduzione del25-30% (che arriva anche al 60% per al-cune prestazioni) rispetto al nomen-clatore in uso (da poco meno di 20 an-ni) fermo dal 1998. «Questa riduzione –conclude Federbiologi, se confermata,rischierà di annientare l’attività profes-sionale dei laboratori, già messi allaprova dal processo di riorganizzazioneterritoriale». A rischio non ci sono solocentinaia di piccole e medie impreseche hanno investito negli anni sullaqualità, ma anche «il diritto alla salutedei cittadini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Renato Nappi

Le nuove forme di aggregazione previste dalla legge

Laboratori di analisi,la «rete contratto»è la svolta decisiva

ElisabettaArgenzianoPresidenteFederbiologi

In campoPrezioso il lavoro del consigliere regionale Antonella Ciaramella

SilvanaPapaVicepresidenteConfapi Sanità

LelloTopoPresidente Comm. Sanità

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NA12 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno

La salute d’estate

Altolà al sudore, ora è arrivato il botulinoL’iperidrosi è un fenomeno naturale che provoca disagio e a volte persino problemi psicologiciIl trattamento con microiniezioni garantisce effetti benefici che durano dai sei ai dodici mesi

Meno scottature e più protezioneOggi il sole non è più un traditore La ricerca: solo il 25,5% dei bambini riporta danni alla pelle

L a buona notizia è chegrazie alle campagne disensibilizzazione avvia-te nelle scuole, rispetto

al passato, c’è maggiore consa-pevolezza sui danni provocatidal sole. La notizia meno buo-na è che il Sud e le isole regi-strano una maggiore inciden-za di scottature tra gli alunni.A dirlo sono i risultati dellostudio epidemiologico “Il soleper amico”, promosso dall’ Imi- Intergruppo Melanoma Ita-liano - con la collaborazionedel Ministero dell’Istruzione eil patrocinio del Ministero del-la Salute e dell’AssociazioneItaliana di Oncologia Medica.

Si tratta della più grandecampagna di prevenzione pri-maria del melanoma mai rea-lizzata in Italia, condotta su ol-tre 12 mila alunni delle scuoleelementari. I dati mostranoche il 25,5% dei bambini ha ri-portato almeno una scottaturasolare nel corso della vita ma,come dicevamo, risultano es-sere migliorati i comporta-menti di protezione solare ne-gli ultimi 15 anni. Nonostanteciò, almeno il 15% della popo-lazione rimane restia a proteg-gersi con creme, magliette ocappellini. La campagna è sta-ta condotta seguendo diversipercorsi e strumenti: il web, lestazioni ferroviarie, le spiagge,

i progetti negli istituti scolasti-ci. Per un coinvolgimentocomplessivo di 300 scuole inundici regioni.

Il 25,5% dei bambini ha ri-portato almeno una scottaturasolare nel corso della vita, conuna maggiore incidenza tra glialunni del Sud e le isole(28,2%) e il 9,4% dei bambinialmeno una scottatura nei 12mesi prima della rilevazione.Circa l’85% del campione uti-lizza qualche volta o semprecreme solari, il 73,5% il cappel-lino, il 73,6% la maglietta, il 54,2% gli occhiali da sole. Per-mane quindi uno “zoccolo du-ro” di popolazione (circa il15%) che manifesta livelli nonadeguati di consapevolezza ecomportamenti non idonei ri-guardo all’uso di lettini ab-bronzanti, protezione solare estoria di conseguenti ustioni.

Questi dati messi a confron-to con uno studio analogo -condotto dal Gruppo Gised nelbiennio 2000-2002 - mostrache il comportamento degliitaliani rispetto all’esposizionesolare è migliorato negli ulti-mi 15 anni, con una diminu-zione del numero di scottatureriportate nei 12 mesi prece-denti passate dal 13,8% al 9,4%mentre l’uso di schermi solariè aumentato dal 71% nel 2002all’85% nel 2016.

Dati che confermano la ne-cessità di informare, sempre.Con costanti progetti. Come fa

da anni la professoressa Ga-briella Fabbrocini della Der-matologia della Federico II. «Ildato è in calo, le campagne nelle scuole sono protagoni-ste. L’attenzione però deve re-stare alta», esordisce la profes-soressa. E aggiunge: «La causadel perché noi siamo un po’più disattenti è da ricercareanche nella carnagione medi-terranea: da noi rispetto alTrentino Alto Adige le personesi scottano di meno. Siamoesposti quasi tutto l’anno al so-le e quindi chiaramente met-tiamo in modo un meccani-smo naturale di difesa nei con-fronti del sole. Al nord nonhanno questa situazione. Han-no un’attenzione maggioreperché loro si scottano, hannoil danno. Noi non abbiamo ilricordo di questo problemache non significa non proteg-gersi. Ci vuole un’ educazionemirata, esporsi per gradi, met-tere protezione e diminuirlapian piano, controllare i nei fi-no a 10 anni (il melanoma in-fantile ha incidenza bassa, enoi al sud abbiamo incidenzapiù bassa)». Ovviamente, unaricetta risolutiva non esiste.«Ci vuole un’ informazione co-stante e innovativa - concludeFabbrocini - parlare il linguag-gio dei ragazzi, quello a loropiù vicino e chiaro. E coinvol-gerli in giochi nei quali farli ci-mentare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Coperture vaccinali sotto la soglia critica del 95%. La maggiore prevalenza in Europa dell’infezione da Hcv, stimata in circa 1 milione di persone. L’Italia è maglia nera per le resistenze agli antibiotici di batteri come le klebsielle e oltre 280 mila persone colpite da infezioni correlate all’assistenza e la Campania purtroppo è tra le regioni nelle quali si registrano alcune tra le più basse coperture vaccinali. La

minaccia delle malattie infettive, di origine virale e batterica, al centro dell’evento AHEAD - Achieving HEalth through Anti-infective Defense, promosso da Msd Italia. Ma il sistema sanitario italiano sta mostrando grande capacità di risposta e innovazione grazie a scelte all’avanguardia: il piano nazionale di prevenzione vaccinale, con un’offerta tra le più ampie al mondo, e il piano contro la resistenza agli antibiotici.

Lo studioIn Campania coperturevaccinali basse

GabriellaFabbrociniDermatologa e docente allaFederico II

GianlucaRussoMedico chirurgo specializzato in medicinaestetica. È autore di varie pubblicazioni

L’imbarazzoSi calcola che l’1%della popolazione sia affetta da sudorazione eccessiva

Supplemento della testata

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di Rosa Coppola

E PREVENZIONE

Lunedì 27 Ottobre 2014 www.corrieredelmezzogiorno.it

Salute

Povero Sud, si risparmia

SaluteAncmzxzxzxzxzzxzxzxzxzx

Sanità, i dati Istat 2013

perfino sulle cure mediche

prevenzione

A PAGINA XX

ein collaborazione con

di EMANUELE IMPERIALI

Lunedì 24 marzo 2014

Coordinatore tecnico-scientificoMarco Trabucco Aurilio

In questo numero hanno scritto: Salvatore Avitabile, Alessandra Caligiuri, Rosa Coppola, Carmen Dambruoso, Emanuela Di Napoli Pignatelli, Edoardo Errico, Katherine Esposito, Dario Giugliano, Renato Nappi, Raffaele Nespoli, Raimondo Nesti, Gabriele Peperoni, Gianluca Russo, Gianluca Vecchio

Sono stati intervistati: Mariagrazia Altomonte, Elisabetta Argenziano, Antonella Bozzaotra, Lucrezia Chianura, Gabriella Fabbrocini, Domenico Favuzzi, Adriana Franzese, Corrado Gianì, Cesare Gridelli, Dario Iafusco, Giovanni Lamenza, Mariarosaria Menafro, Fabrizio Pane, Silvana Papa, Antonio Russo, Marino Scherillo, Gioacchino Tedeschi, Stefania Tommasi, Lello Topo

C on l’arrivo della bellastagione le giornate sifanno più calde, letemperature aumenta-

no e il sudore diventa una co-stante quasi inevitabile.

La sudorazione è un feno-meno naturale ed essenzialeper la regolazione della tem-peratura corporea, si tratta diun fenomeno mediato dal co-siddetto sistema nervoso auto-nomo. In alcune persone (sicalcola che rappresentino al-l’incirca l’ uno per cento del-l ’ intera popolazione), leghiandole sudoripare sono at-tivate in modo amplificato,cioè più di quanto sia necessa-rio per il corretto e costante mantenimento della tempera-tura corporea.

Si crea così un’anomalia cheè responsabile di un’eccessivasudorazione. Dal punto di vi-sta medico questa condizionesi avvale di un termine scienti-fico ben preciso, si chiama«iperidrosi».

Può interessare una o piùparti del corpo (le più frequen-ti sono quella palmare, planta-re e ascellare) e influisce nega-tivamente sulla vita sociale, direlazione di chi ne soffre, cau-

o da stimoli termici, ma si puòverificare anche senza la pre-senza di alcuna causa scate-nante. Coloro che soffrono diquesta forma vengono spessodefiniti “emotivi” ma, in gene-re, è il fenomeno della sudora-zione eccessiva che causa im-barazzo ed ansia e non vicever-sa.

L’iperidrosi generalizzatainvece è quella che si riscontra

parte della ghiandola sudori-para in maniera reversibile etransitoria.

Il trattamento prevede lasomministrazione attraversomicroiniezioni di piccole dosidel medicinale in sede ascella-re, palmare o plantare. La curainoltre è ambulatoriale, nonproduce alcuna cicatrice neiposti in cui viene iniettato enecessita solo di una manciatadi pochi minuti (dai 15 ai 20),consentendo così un’imme-diata ripresa della vita di rela-zione. In rari casi, si potrebberiscontrare solamente un mo-desto gonfiore delle parti trat-tate per tre, al massimo cin-que, ore oppure la comparsadi piccoli lividi nei siti di inie-zione, associati ad un transito-rio torpore dell’area interessa-ta.

Già un’unica seduta è dinorma sufficiente, seguita daun controllo da effettuare a di-stanza di circa sette/diecigiorni. La durata degli effettibenefici del trattamento variain relazione alla gravità della situazione di partenza, ma ingenerale chi si è sottoposto al-la cura con il botolino trae ef-fetti benefici che possono ave-re una durata variabile dai seiai dodici mesi.

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sando spesso imbarazzo, unforte senso di disagio in ambi-to lavorativo e sociale e, a volte,addirittura gravi problemi dinatura psicologica veri e pro-pri.

Possiamo distinguere fon-damentalmente tre tipi di ipe-ridrosi. C’è quella idiopatica,che è molto frequente e può essere scatenata o aggravatada stress emotivo-emozionali

in alcune condizioni fisiologi-che (acclimatazione, meno-pausa) oppure a seguito del-l’assunzione di alcuni farmacispecifici, di malattie febbrili odi altro genere.

Infine, troviamo l’iperidrosilocalizzata che è associata aspecifiche malattie.

Il trattamento di questa fa-stidiosa e, a volte, nei casi piùgravi, invalidante patologia di-pende dalla sua consistenza,oltre che dal modo con cui simanifesta, e può variare dalsemplice utilizzo di sostanzeantitraspiranti, come il cloru-ro d’alluminio (soprattuttonelle forme più lievi), fino al-l’asportazione chirurgica delleghiandole sudoripare ascellarie alla simpaticectomia (checonsiste nell’asportazione par-ziale di alcune fibre nervose).

Tuttavia, al giorno d’oggi, laprima scelta per la cura del-l’iperidrosi, specie delle formegravi scarsamente controllatedagli antitraspiranti, è costitu-ita dal trattamento ambulato-riale con tossina botulinica, unfarmaco iniettabile localmen-te molto conosciuto per l’usofrequente che se ne fa nelle ap-plicazioni di medicina esteti-ca.

Il botulino agisce riducendola produzione del sudore da

di Gianluca Russo

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 24 Aprile 2017 NA13

Nevo melanocitico gigante,la patologia sconosciuta al SsnDa 10 anni un’onlus si batte per il riconoscimento. La lettera alla ministra Lorenzin

N evo melanocitico con-genito gigante è un te-mine con il quale devefamiliarizzare una fa-

miglia italiana su 40mila. Unamalattia rara nei fatti, ma nonper il Sistema sanitario nazio-nale. Così, al dolore e ai milleproblemi che i genitori sonocostretti ad affrontare si ag-giungono anche le difficoltàlegate al mancato riconosci-mento. Così, come sempre ac-cade quando c’è da «stimola-re» l’attenzione dello Stato, arimboccarsi le maniche sonostati alcuni genitori che assie-me ai loro figli stanno com-battendo questa battaglia. Trefamiglie, in particolare, nel2007 hanno dato vita all’asso-ciazione Naevus Italia onlus.In 10 anni quelle tre famigliesono diventate centinaia, e lavoce di quei bambini è arrivatafino a Roma.

Uno dei problemi più gran-di è che ad oggi la malattianon è stata riconosciuta comerara, perché priva di una com-ponente squisitamente tumo-

La notizia di questa esclu-sione è suonata come un’ama-ra beffa, anche perché l’Istitu-to superiore di sanità, neglianni scorsi aveva certificatoqualcosa di ben diverso. «Ilparere espresso – dice Gianì -parlava di una malattia che siaper la rarità che per l’impegnoassistenziale, ha le caratteri-stiche per essere proposta trale patologie da inserire nelD.M. 279/2001» e spiegava

che «la richiesta sarebbe statavalutata dal Gruppo TecnicoInterregionale Permanenteper il coordinamento e il mo-nitoraggio delle attività assi-stenziali per le malattie rarepresso la Conferenza Stato-Regioni». Poi però le cose so-no andate in maniera diffe-rente.

Quanto all’assegnazione delcodice di esenzione 048, l’as-sociazione chiede se questadirettiva sia stata recepita daparte dei presidi ospedalieriregionali e se sia quindi uni-forme su tutto il territorio na-zionale. «Le famiglie con figlicolpiti da questa malattia –spiega Gianì – sono ancoraoggi costrette a estenuantiviaggi della speranza. È diffici-le anche solo riuscire ad avereuna diagnosi precoce, troppospesso i medici non sanno ne-anche come instradare il pa-ziente verso un percorso pre-ciso». Ecco perché la battagliadell’associazione è quella diriuscire ad ottenere il ricono-scimento di questa malattianei Lea, garantire ai piccolipazienti tutte le tutele legatealla legge 104 e arrivare presto

CorradoGianìVicepresidente dell’associazione “Naevus Italia onlus», nata nel 2007, che raccoglie centinaia di famiglie con figli affetti da nevo melanociticocongenito gigante, una malattia rara che non è riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale

al riconoscimento di malattiarara «Chiediamo anche – con-tinua Gianì – protocolli tera-peutici uniformi sul territorionazionale, così che non ci sia-no più differenze tra pazientinati in regioni diverse. Obiet-tivi concreti servono anche amigliorare la vita di questi pic-coli pazienti che spesso subi-scono enormi pressioni psico-logiche da parte di un mondoche spesso guarda alla diversi-tà con diffidenza.

Il nevo melanocitico conge-nito gigante è come un volu-minoso neo, tanto grande daprendere gran parte del corpo.Il problema non è solo esteti-co: la malattia ha anche unacomponente tumorale. La let-teratura scientifica ipotizza unrischio di insorgenza di mela-n o m a d e l 5 - 1 0 % f i n o a l12esimo anno di età e comun-que dell’1-3% nel corso della vi-ta, rispetto all’incidenza deisoggetti «sani». «Ciò che ab-biamo spiegato nella lettera al-la ministra – conclude il vice-presidente dell’associazione –è che l’assenza di centri ospe-dalieri riconosciuti a livellonazionale produce un’incer-tezza diagnostica e terapeuticae un nomadismo estenuanteper i pazienti, inefficiente edantieconomico per il SistemaSanitario Nazionale. Quindi lanecessità di includere la pato-logia non si ferma all’eventua-le esenzione connessa, ma si-gnifica soprattutto un’adegua-ta diagnosi in età neonatale el’applicazione di protocolli te-rapeutici da parte di centri sa-nitari specializzati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le malattie rare

rale. In altre parole, sino adoggi la risposta della politica èstata quella di limitarsi adun’esenzione con il codice«048», vale a dire quello dellemalattie croniche e invalidan-ti. Il 27 dicembre scorso, ilpresidente di Naevus Italia Lu-ca Patè e il vicepresidente Cor-rado Gianì hanno scritto allaministra della Salute BeatriceLorenzin, chiedendo una po-sizione ufficiale.

Visita specialisticaDietro a una macchia potrebbeannidarsi un melanoma

«Atelier della salute: esperienze, percorsi, soluzioni per vivere... meglio» è il titolo della manifestazione dedicata al benessere e alla cura della salute attraverso l’alimentazione, il movimento, l’attenzione agli aspetti psicologici e alle pratiche di prevenzione che l’azienda ospedaliera universitaria Federico II e la Scuola di medicina e chirurgia stanno organizzando per proporre soluzioni utili e riproducibili che possano favorire stili di vita sani. L’appuntamento è per settembre

(venerdì 22 e sabato 23) quando le porte della Federico II si apriranno a cittadini, studenti e professionisti della salute per un grande evento che prevede workshop interattivi, show cooking finalizzati a proporre piatti gustosi e salutari, stand informativi ed aree visite, ma anche tecniche di rilassamento nelle aree verdi e attività fisica in sicurezza. La kermesse vede il patrocinio di società scientifiche e la collaborazione di associazioni dei pazienti.

A settembreAtelier della salute,il benessereentra nell’ateneo

di Gianluca Vecchio

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NA14 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno

In Campania 1400 bambini soffrono di questa patologia

L’iniziativa

Diabete mellito«Sono un T1po», da Napolila campagna nelle scuole

I n Campania oggi vivonocirca 1.400 bambini e ado-lescenti con diabete mellitotipo 1, non è quindi un caso

che proprio da Napoli partirà «Sono Un T1po», campagnanazionale di sensibilizzazionesul diabete ideata dall’Associa-zioni giovani italiani con dia-bete, in collaborazione con EliLilly e con il patrocinio dellaSocietà italiana di endocrino-logia e diabetologia pediatricae da Diabete Italia.

Il progetto guarda alle scuo-le di primo grado di tutt’Italiaper informare insegnanti,alunni e famiglie su cosa sia ildiabete di tipo 1. Ma si parleràanche di come favorire stili divita corretti che tutti i bambi-ni, non solo quelli diabetici,dovrebbero seguire per allon-tanare o prevenire le future malattie legate a obesità e se-dentarietà. Un dialogo che ver-rà costruito grazie a specialistiche dopo Napoli si troverannonelle tappe di Roma, Firenze,Chieti e Palermo. Per arrivare

«Esistono sensori sottocuta-nei che monitorano in modocontinuativo la glicemia – sot-tolinea il professor Dario Iafu-sco – attraverso un’app scari-cata sul cellulare sia l’inse-gnante che la mamma da casapossono controllare costante-mente il livello di glicemia nelsangue anche perché un allar-me le avverte se il bambino vain ipoglicemia. Al nostro cen-tro, dove ogni anno registria-mo 120 nuovi casi, lavoriamomolto a questo obiettivo conuna squadra composta dallaprofessoressa Laura Perrone,dalla dottoressa Angela Zan-fardino, esperta in tecnologiee dal dottor Santino Confetto,esperto di terapie routinarie edi educazione terapeutica.Tutti noi ci adoperiamo pernormalizzare la vita dei piccolidiabetici e per ridurre la sen-sazione di emarginazione do-vuta esclusivamente alla disin-formazione e ai pregiudizi».

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

gliore dei modi. La parolachiave è demedicalizzazione».Per quanto riguarda l’assisten-za medica, invece, la professo-ressa Adriana Franzese spiegache «i bambini con il diabetevanno curati dai diabetologipediatri, non da quelli peradulti ma semplicemente per-ché costoro non possono co-noscere a fondo i problemi re-lativi all’età evolutiva. Nel no-stro centro ogni anno regi-striamo 50 nuovi casi, ma al dilà della parte specialistica, lo sforzo terapeutico deve con-centrarsi soprattutto sull’edu-cazione, altrimenti una malat-tia che tocca tutti i momentidella giornata e della vita nonpuò essere gestita bene e si ri-schiano complicanze per ilcuore, per i reni e gli occhi. Perquesto bisogna coinvolgerenon solo la scuola ma anchegli altri componenti della no-stra vita sociale, persino le pa-lestre e i ristoranti». Anche latecnologia oggi aiuta moltissi-mo nella gestione del diabete:

preziosissima – spiega Gio-vanni Lamenza, presidenteAgd Italia e Diabete Italia - incollaborazione con il Ministe-ro della Salute e dell’Istruzioneabbiamo anche emesso un do-cumento strategico che noi di-vulgheremo durante questiappuntamenti nelle scuole, incui viene declinato in modochiaro e preciso il percorso daintraprendere per effettuarel’inclusione scolastica nel mi-

dritti al cuore dei più piccoli ilprogetto coinvolge anche i fu-metti Disney «Coco torna ascuola» e «Coco e la festa diPippo», che vedono come pro-tagonista Coco, una scimmiet-ta simpatica e vivace che ha ildiabete di tipo 1. I due fumettinascono dalla collaborazionetra la Lilly e la Disney, che han-no messo in campo i rispettiviknow how per dare vita ad unostrumento ludico che aiuteràgenitori, bambini e insegnantia padroneggiare la malattiacon naturalezza.Il messaggioche i due fumetti vogliono lan-ciare, infatti, è che bambinicon e senza diabete possonogiocare e mangiare insieme,perché la corretta alimentazio-ne e l’esercizio fisico sono im-portanti per tutti. A queste ini-ziative si aggiunge anche ilconcorso «Sono un T1po» cheservirà a stimolare i ragazzi sutematiche quali «sport e dia-bete», «creatività e diabete» e«golosità e diabete».

«Quest’iniziativa per noi è

Da un’idea di

PuOi EsSerE il T1pocHe vUoI, anChE coN Il DiAbeTE.

SONOUNT1PO.IT

Con il patrocinio di

In collaborazione con

ITDBT00721

La brochureIl bambino testimonial della campagna di sensibilizzazio-ne «Sono un T1po» partita da Napoli

I personaggiIl progetto si avvaledi due fumetti Disney con protagonistala scimmietta Coco

Il concorsoLa gara creativa vuole stimolare i ragazzi su sport e diabete e golosità e diabete

AdrianaFranzeseDocentedi pediatriaalla Federico II

DarioIafuscoCentro diabetologia pediatrica

GiovanniLamenzaPresidente Agd Italiae Diabete Italia

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 24 Aprile 2017 NA15

La medicina generale

L’ Italia è uno dei paesi più vecchid’Europa, sono più di 13 milio-ni e mezzo i cittadini di 65 annie più, vale a dire il 22,3% di tut-

ta la popolazione. Se poi si guarda so-pra gli 80 anni si arriva a 4,1 milioni, il6,8% del totale, mentre gli ultranovan-tenni sono 727mila, (1,2%). Gli ultra-centenari ammontano a 17mila e in ge-nerale la speranza di vita alla nascita per gli uomini raggiunge 80,6 anni(+0,5 sul 2015, +0,3 sul 2014), per le donne 85,1 anni (+0,5 e +0,1).

L’impatto dell’invecchiamento dellapopolazione è notevole sulla medicinae sul Sistema sanitario nazionale pertre motivi fondamentali: innanzituttoper la prevalenza delle malattie croni-che su quelle acute infettive, la pre-ponderanza della comorbilità (la pre-senza di più patologie) sulla monopa-tologia e la crescita esponenziale dipazienti anziani “fragili” ad alta com-plessità. Le malattie croniche, dun-que, diventano la principale causa dimorbilità, disabilità e mortalità neglianziani. Per questo l’Italia si è dotatanel 2016 di un Piano Nazionale delleCronicità che ha lo scopo di contribui-re al miglioramento della tutela per lepersone affette da malattie croniche

L’invecchiamento della popolazioneè una realtà sempre più evidente an-che nella nostra regione, dove l’aspet-

Cure domiciliari Il futuro è a casaIn Campania l’aspettativa di vita è di 83,5 anni per le donne e di 78,9 per gli uominiAlla Regione serve una struttura per dare risposte omogenee ed efficaci ai cittadini

tativa di vita è di 83,5 anni per le donnee di 78,9 per gli uomini. Pur rimanen-do dunque la Campania tra le regionipiù giovani è nondimeno necessaria laprogrammazione di idonei interventi.In particolare la struttura regionale de-putata all’assistenza sanitaria, che ri-cordiamo essere commissariata dal2008, ha previsto un piano di pro-grammazione della Rete per l’assisten-za territoriale 2016–2018. Tra i puntiqualificanti vi è un sistema di cure cen-trato sulla persona dove le cure prima-rie costituiscono un sistema che inte-gra, attraverso i Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (Pdta), gli at-tori dell’assistenza primaria e quelli della specialistica ambulatoriale, siaterritoriale che ospedaliera. La costru-zione di Pdta centrati sui pazienti è ga-ranzia di effettiva presa in carico deibisogni “globali” attraverso la valuta-zione multidimensionale che rappre-senta un processo strategico di valuta-zione globale dello «stato di salute»del soggetto anziano definendone ilgrado di non autosufficienza e l’indivi-duazione del tipo di intervento e dellasede dove realizzarlo. È consideratauno dei principi fondamentali dellamedicina geriatrica poiché è indispen-sabile per la valutazione iniziale delpaziente, la creazione di un piano per-sonalizzato di assistenza e cura e il mo-nitoraggio delle variazioni cliniche neltempo.

Le aree funzionali che si possono in-

dagare con questa metodica sono di-verse: la funzione fisica, cognitiva, af-fettiva e infine lo stato sociale.

Gli obiettivi che i geriatri si prefig-gono sono ridurre tempi di degenza,favorire l’integrazione ospedale terri-torio, riduzione dei ricoveri impropri oalmeno riduzione dei tempi di degen-za, limitare il ricorso all’istituzionaliz-zazione in Rsa ai casi di stretta necessi-tà, riduzione dei ricoveri plurimi per lastessa diagnosi e favorire la continuitàassistenziale al domicilio dell’anziano.Quest’ultimo punto dovrebbe esserel’obiettivo fondamentale da mantene-re senza, tuttavia, far ricadere sulla fa-miglia tutto il peso dell’assistenza almalato. Purtroppo, nonostante le indi-cazioni dei piani sanitari e decreti na-zionali e regionali, per quanto riguar-da le cure domiciliari in Campania visono una serie di criticità essenzial-mente dovute alla non uniformità digestione dei servizi (ogni Asl organiz-za le attività in maniera autonoma) e aicosti di gestione nonostante sia dimo-strato che la permanenza in strutture residenziali e ospedaliere sia moltopiù onerosa ed inefficace per il mante-nimento della qualità di vita del pa-ziente anziano. L’auspicio è che la Re-gione esca finalmente dal commissa-riamento, nomini un assessore alla Sa-nità e si doti di una struttura che diarisposte omogenee, organizzate edunque efficaci ai nostri concittadini.

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Gabriele Peperoni Specialista ambulatoriale dell’Asl Napoli 1 Centro ed è segretario regionale del Sumai

Un’alimentazione sana ed equilibrata può essere anche gustosa? E’ possibile favorire una corretta alimentazione non «medicalizzata», coniugando l’equilibrio nutrizionale con il piacere della buona tavola? A quanto pare sì. Sono state pubblicate sul web magazine dell’Università degli studi Federico II di Napoli le sessanta ricette vincitrici del food contest «Dieta mediterranea? Sì, grazie», promosso dal Policlinico Federico II e dall’associazione italiana Food Blogger (AIFB).

Dopo il successo del food contest «Colesterolo Cattivo? No, grazie», la gara di ricette via web quest’anno si è giocata sul terreno della tradizione e dell’innovazione, della semplicità e della convivialità, per celebrare e diffondere i sani stili di vita e le corrette regole alimentari proposte dalla dieta mediterranea, riconosciuta nel 2010 patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Chiuso con successo il food contest, altre idee si profilano all’orizzonte per un’università viva.

Il food contestSessanta ricettesul web magazinedella Federico II

di Gabriele Peperoni

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NA16 Lunedì 24 Aprile 2017 Corriere del Mezzogiorno