Salute · adesione al Comitato Promotore, ai relatori edfino ai par- ... “dei profili di...

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Promozione alute S Notiziario del CIPES Piemonte Confederazione Italiana per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFF. C.M.P. TO NORD PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNAA CORRISPONDERE LA RELATIVATASSA anno 12 / n. 1 gennaio/febbraio 2006 TAXE PERCUE TASSA RISCOSSA TORINO CMP Poste Italiane s.p.a. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2, DCB Cipes Piemonte prosegue nel suo cammino Lettera aperta ai Soci e ai lettori di Promozione Salute Cari amici, senza la vostra collaborazione ed aiuto l’iniziativa svol- tasi il 2 dicembre per il 15° di Cipes Piemonte non avreb- be avuto il successo registrato e aperto nuove prospetti- ve. Ringrazio caldamente voi tutti ed in particolare e la nostra riconoscenza si estende a quanti hanno dato la loro adesione al Comitato Promotore, ai relatori edfino ai par- tecipanti alla Tavola Rotonda finale. I relatori dell’OMS (Ziglio)e della IUHPE (Davies) ci hanno efficacemente aggiornato sulla attualità e gli svilup- pi della Promozione della Salute in Europa. I rappresen- tanti della Regione Piemonte (l’Assessore Valpreda e Demicheli) ci hanno fornito in anteprima le linee proposte per il PSSR e la collocazione che in esso avranno le poli- tiche preventive e la promozione della salute. Sono emerse due concrete richieste a CIPES Piemonte: 1) - ospitare a Torino la sede e della IUHPE Europa 2) - mettere a disposizione della regione la massa delle esperienze che CIPES Piemonte ha accumulato per accellerare la elaborazione dei PePS a livello di distretto. Nelle mie brevi conclusioni ho risposto positivamente alle due richieste se esse ci verranno confermate ed in entrambe profonderemo tutte le nostre capacità ed ener- gie in quanto le consideriamo un onore ed un dovere. Per la sede IUPHE Europa attendiamo conferma della riunione a Torino a metà marzo del Comitato IUHPE Europa per avere una decisione formale ed approfondire assieme gli aspetti organizzativi e operativi. Torino potrà diventare il Centro motore della Promozione della Salute in Europa, con particolare attenzione ai paesi dell’est ma anche verso i paesi del bacino Mediterraneo, non vorrei esagerare ma una sorta di “Antenna per la Salute”. Credo che sia una occasione da proporre alle principali sedi isti- tuzionali ma anche al tessuto sociale ed economico. Dalla complessa e molteplice attività politica, culturale e di ricer- ca che ne deriverà avremo molto da imparare in primo luogo dal fare assieme. Per i PEPS a livello di distretto portiamo in dote l’espe- rienza derivata dalla attuazione di “Salute 21”, il Piano al 2021 dell’OMS Europa, che dal 1999, quando l’abbiamo tradotto e diffuso a migliaia di copie, fino ai nostri giorni con le centinaia di contatti e riunioni con Consiglieri Comunali e Provinciali, con le Conferenze della Salute della Città di Torino e di alcune Circoscrizioni, delle Conferenze della Salute delle Province di Torino, Cuneo e Alessandria. Siamo partiti dall’indagine delle “buone prati- che per la salute” per passare alla fase più consapevole “dei profili di salute”, dei progetti e dei Piani di Salute. Con le indicazioni che verranno dal PSSR per il 2006 – 2008, sarà una attività a cui in particolare saranno chiamati ad operare gli enti locali. A loro ed alla Regione Piemonte siamo disponibili a garantire come sempre la massima collaborazione. Ciò vuol dire che le indicazioni della Assemblea dei soci dello scorso anno hanno ancora maggiore importanza: avere una struttura del Cipes Piemonte ancora più capil- lare ed organizzata, avere una organizzazione più artico- lata sulla varie tematiche che confluiscono nella promo- zione della salute. Da mesi stiamo lavorando in queste due direzioni, nel 2005 abbiamo compiuto un bel balzo in avanti, con il 2006 dobbiamo fare un “grande balzo” di qualità e quantità. Il modulo di Conto Corrente postale che pubblichiamo in ultima pagina è uno strumento per aderi- re al CIPES Piemonte, per sostenerci anche economica- mente, per indicarci in quali campi ritenete di poterci dare una mano nelle nostre molteplici attività. Ancora un grazie di tutto cuore. Attendo vostre nuove. Sante Bajardi

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Promozione aluteSNotiziario del CIPES PiemonteConfederazione Italiana per la Promozione della Salute e

l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte

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anno 12 / n. 1gennaio/febbraio

2006

TAXE PERCUETASSA RISCOSSA

TORINO CMP

Poste Italiane s.p.a.Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2, DCB

Cipes Piemonte prosegue nel suo camminoLettera aperta ai Soci e ai lettori di Promozione Salute

Cari amici,senza la vostra collaborazione ed aiuto l’iniziativa svol-

tasi il 2 dicembre per il 15° di Cipes Piemonte non avreb-be avuto il successo registrato e aperto nuove prospetti-ve. Ringrazio caldamente voi tutti ed in particolare e lanostra riconoscenza si estende a quanti hanno dato la loroadesione al Comitato Promotore, ai relatori edfino ai par-tecipanti alla Tavola Rotonda finale.

I relatori dell’OMS (Ziglio)e della IUHPE (Davies) cihanno efficacemente aggiornato sulla attualità e gli svilup-pi della Promozione della Salute in Europa. I rappresen-tanti della Regione Piemonte (l’Assessore Valpreda eDemicheli) ci hanno fornito in anteprima le linee proposteper il PSSR e la collocazione che in esso avranno le poli-tiche preventive e la promozione della salute.

Sono emerse due concrete richieste a CIPESPiemonte:

1) - ospitare a Torino la sede e della IUHPE Europa 2) - mettere a disposizione della regione la massa delle

esperienze che CIPES Piemonte ha accumulato peraccellerare la elaborazione dei PePS a livello di distretto.

Nelle mie brevi conclusioni ho risposto positivamentealle due richieste se esse ci verranno confermate ed inentrambe profonderemo tutte le nostre capacità ed ener-gie in quanto le consideriamo un onore ed un dovere.

Per la sede IUPHE Europa attendiamo conferma della

riunione a Torino a metà marzo del Comitato IUHPEEuropa per avere una decisione formale ed approfondireassieme gli aspetti organizzativi e operativi. Torino potràdiventare il Centro motore della Promozione della Salutein Europa, con particolare attenzione ai paesi dell’est maanche verso i paesi del bacino Mediterraneo, non vorreiesagerare ma una sorta di “Antenna per la Salute”. Credoche sia una occasione da proporre alle principali sedi isti-tuzionali ma anche al tessuto sociale ed economico. Dallacomplessa e molteplice attività politica, culturale e di ricer-ca che ne deriverà avremo molto da imparare in primoluogo dal fare assieme.

Per i PEPS a livello di distretto portiamo in dote l’espe-rienza derivata dalla attuazione di “Salute 21”, il Piano al2021 dell’OMS Europa, che dal 1999, quando l’abbiamotradotto e diffuso a migliaia di copie, fino ai nostri giornicon le centinaia di contatti e riunioni con ConsiglieriComunali e Provinciali, con le Conferenze della Salutedella Città di Torino e di alcune Circoscrizioni, delleConferenze della Salute delle Province di Torino, Cuneo eAlessandria. Siamo partiti dall’indagine delle “buone prati-che per la salute” per passare alla fase più consapevole“dei profili di salute”, dei progetti e dei Piani di Salute. Conle indicazioni che verranno dal PSSR per il 2006 – 2008,sarà una attività a cui in particolare saranno chiamati adoperare gli enti locali. A loro ed alla Regione Piemontesiamo disponibili a garantire come sempre la massimacollaborazione.

Ciò vuol dire che le indicazioni della Assemblea dei socidello scorso anno hanno ancora maggiore importanza:avere una struttura del Cipes Piemonte ancora più capil-lare ed organizzata, avere una organizzazione più artico-lata sulla varie tematiche che confluiscono nella promo-zione della salute. Da mesi stiamo lavorando in questedue direzioni, nel 2005 abbiamo compiuto un bel balzo inavanti, con il 2006 dobbiamo fare un “grande balzo” diqualità e quantità. Il modulo di Conto Corrente postale chepubblichiamo in ultima pagina è uno strumento per aderi-re al CIPES Piemonte, per sostenerci anche economica-mente, per indicarci in quali campi ritenete di poterci dareuna mano nelle nostre molteplici attività.

Ancora un grazie di tutto cuore. Attendo vostre nuove.

Sante Bajardi

2Promozione Salute

SOMMARIOpag. 1 Cipes Piemonte prosegue nel suo camminopag. 2 Qualcuno vola ancora sul nido del cuculo, Colofon, Sommariopag. 3-4 La giornata della salute nel 15 di CIPES Piemontepag. 5-10 La Salute a Torino. Quattrocento esperti a Convegno.

Dal “nonno vigile” al “nonno civico”pag. 11-13 Città sane nel chierese, Città Sane ed i medici di

Medicina Generale della ASL 2, La democrazia del Numero. Dalla BDDE a MADE. L’anziano e la sicurezza urbana.

pag.14-15 Il pianto greco degli italiani, Per una ricerca finalizzataA creare salute

pag.16-18 ASL 3, ASL 4, ASL 8, ASL 20, ASL 21, ASL 22, ASO Molinette, ASO S.Croce

pag.19-20 HPH: Progetto fasce deboli,Abuso e violenza nei confronti delle donne e dei minori; Miglioramenti alla persona straniera

pag. 21 Scuola e salute: Tante scuole per la salutepag. 22 DORS: Perché una Banca dati ?pag. 23 Ce Do: Schede libri, Atti della Regione Piemontepag. 24-25 Asterischi di vita pag. 26-29 Vita Cipes: GOES, VCO aderisce a CIPES Piemonte GSLG-TO

un nuovo socio, L’etichettatura dei prodottiAlimentari, CPD: “punto pass”, in libreria: CittadiniCompetenti costruiscono azioni per la salute

pag. 30 Cipes Cuneo: la salute che facciamopag. 31 Convegno Cipes a Cagliari, 16-18 marzopag. 32 Invito ad aderire a Cipes Piemonte per 2006

Promozione SaluteAnno 12, n°1 gennaio - febbraio 2006

Notiziario bimestrale del CIPES Piemonte - Confederazione Italiana per laPromozione della Salute e l'Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte.Registrazione del Tribunale di Torino N°4686 del 3/9/1994Sede: CIPES Piemonte, Via S. Agostino 20, 10122 TORINO, tel. 011/4310.762 - fax4310.768 - E-mail [email protected] [email protected], www.cipespiemonte.itVersamenti quote adesione: C/C Postale n.22635106; CC.n. 1692993 UniCredtBanca, Agenzia 08009, (CIN W, ABI 02008, CAB 01109); Codice Fiscale97545040012Redazione: Mirella CALVANO Direttore Responsabile, Sante BAJARDI Direttore,Enrico CHIARA, Maria Grazia TOMACIELLO, Mariella CONTINISIO, Anna RitaMERLI, Rosy AUDDINO SegreteriaRubriche:Comitato Scientifico e Sala Celli: Luigi RESEGOTTI;Rete HPH: Piero ZAINA, Luigi RESEGOTTI;Città Sane: Enrico CHIARA;Scuola e salute: Guido PIRACCINI;Ambiente e territorio: Carlo Novarino, Marco BAJARDI;Incidenti stradali e domestici: Pino ACQUAFRESCAAnziani e salute: Paola PALUMBOASL e GOES: Mauro BRUSA;Associazioni: Maria Pia BRUNATO;Centro Documentazione: Tommaso CRAVERO;Emeroteca: Aldo LODIDoRS: Claudio TORTONE, Elena COFFANO;NEWS: Renata SIMONOTTI;Vita CIPES: Giuseppe CERVETTO; Giuseppe SIGNORECIPES Cuneo: Maria Grazia TOMACIELLO;CIPES Sicilia: Salvatore CACCIOLAVignette: Claudio MELLANA, Dario MAIRANOWWW: Marighella, MingroneHanno inoltre collaborato a questo numero:Filadelfo ARICO’, Franca BECCARIA, Pierpaolo BERRA, Renato CELESTE, MaraFANI’, Valentina FIDA, Ciro ISIDORO, Chiara MASIA, Laura MONDINO, FrancaOLMI, Silvana PATRITO, Grace RABACCHI, Paola REPETTI, Nuccia RERSEGOT-TI, Monica SAUNA, Marisa TOSO, Giuseppina VIOLA, Ufficio Stampa ASL 3,Ufficio Comunicazione ASL 20Fotografie: Archivio CIPES Piemonte Stampa: Tipografia Sarnub Srl Via De Gubernatis 21/A Torino, Tel 011.2297900

INVITO AI COLLABORATORILe notizie, gli articoli per il prossimo numero devono pervenire entro venerdì 17marzo 2006, anche via FAX: 011.4310768, via E-Mail: [email protected] (possibilmente in formato Word 6 o 7) su cartelle da 30 righe per60 battute. SONO GRADITI DISEGNI, GRAFICI E FOTO.

Qualcuno vola ancora sul nido del cuculo

Dal 10 al 12 novembre del 2005 la CGIL del Piemonte ePsichiatria democratica hanno organizzato un convegno euro-peo per un’Europa senza manicomi.

Contagiati dal noto virus CIPES che endemico, e felice, dif-fonde vignette umoristiche per tutto il Piemonte, si é voluto checontestualmente alla importante iniziativa venisse realizzatauna mostra di disegni satirici attinenti al tema. Due mostri sacricome Staino e Pericoli hanno disegnato manifesto e locandinadell’iniziativa e della mostra è stato realizzato anche un vivacecatalogo (disponibile in un limitatissimo numero di copie pressola CGIL Funzione Pubblica di Torino).

Qualche vignetta la potete vedere anche su questo numerodella nostra rivista.

Però, scusino gli amici psichiatri, seppure non si possa nonconvenire che un vento gelido e pure maleodorante, stia soffian-do a favore di un revisionismo della legge Basaglia, e che per-tanto occorra vigilare, e combattere, perché non si ritorni ad unignobile passato fatto di sistematica esclusione istituzionale dalcontesto sociale dei poveri cristi e dei rompiballe, qualche pic-colo repartino e un poco di elettrochoc non potremmo reintro-durli?

“Vedano!”, avrebbe detto quel matto di Renato Rascel, pur-troppo qualche grosso pazzo, pericoloso, in circolazione esistee non bisogna far finta che non sia vero.

Uno che convince tanta gente a suicidarsi in bar, discotechee supermercati è tutto finito? Uno che scatena una guerra senzaprove come lo chiamereste? E quelli che continuano a fare leggiper pochi e non per tutti sono forse savi di mente?

Non si pretende molto, giusto un localino, tre camere e cuci-na con tutti i confort, televisione pubblica compresa. E per quan-to riguarda l’elettrochoc bisognerà avere una attenzione allaecologia. La corrente elettrica utilizzata dovrà essere prodottasolo con pannelli solari. Siamo o non siamo per i risparmio ener-getico! Per le camice di forza si chieda a Valentino o Dolce eGabbana di disegnarle. E’ importante che siano all’ultima modadato che questi pericolosi individui non sono certo dei poveri cri-sti.

Claudio Mellana

Altre vignette sull’argomento a pag. 14, 18 e 22

Notevole è stato il successo della iniziativa con cui la CIPESPiemonte ha inteso celebrare i suoi primi quindici anni di vita,con oltre 300 persone che hanno seguito i lavori nel momenti dimaggior affollamento, ma con quasi un centinaio che hannoresistito sino alle 14 quando i lavori si sono conclusi con la pre-miazione dei primi soci individuali o collettivi, aziende, enti,associazioni e con le riflessioni finali del Presidente Bajardi.

Un filo continuo ha unito le tre componenti fondamentali dellagiornata: i saluti delle autorità, le relazioni magistrali, la tavolarotonda sulle azioni per la salute. Assenti i Presidenti dellaRegione e della Provincia e il Sindaco di Torino, tutti impegnatiin eventi di maggior evidenza politica, anche se non di maggiorsignificato per la politica a favore del benessere dei cittadini, ecomunque ben rappresentati dagli assessori che hanno svoltorelazioni o partecipato alla tavola rotonda, il momento dei salu-ti della autorità non è stato il consueto rito protocollare, ma ele-mento essenziale nella costruzione del discorso globale sullasalute. I Magnifici Rettori della Università di Torino, ProfPelizzetti e del Politecnico, Prof. Profumo, dopo aver ricorda-to la piena armonia coi Rettori della altre due UniversitàPiemontesi, quella del Piemonte Orientale e quella del Gustohanno affermato di essere ben coscienti del ruolo della culturanella costruzione della salute per la popolazione. Si sono poisoffermati su i tre compiti che le Università svolgono, quello dicreare cultura nella popolazione contrastando uno dei principa-li determinati della perdita di salute, la mancanza di conoscen-ze che risulta nella incapacità di fare scelte vantaggiose per see per la comunità, quello di formare gli operatori, siano essisanitari, ad esempio medici o infermieri, siano essi tecnici, adesempio bioingegneri in grado di combattere le malattie o dicreare ambienti sani di vita e di lavoro, e quello di formare i for-matori, ad esempio di insegnanti che non sono solo divulgatoridi conoscenze, ma promotori nei giovani di stili di vita sani.L’Assessore al Welfare della Città di Torino, dr. Borgione nelportare il saluto del Sindaco On. Chiamparino in questi giornisottoposto a terribile stress per la rivolta di suoi colleghi sinda-ci della Valle Susa nata in gran parte da malinformazione eignoranza della realtà di pericoli inesistenti o enfatizzati daantagonisti del bene comune, ha illustrato la situazione socialedella Città coi suoi problemi di trasformazione industriale, diinsicurezza e di reale pericolo per molti cittadini di cadere sottoil livello di povertà, di integrazione interculturale e interreligiosae ha accennato alle azioni che il Governo della Città mette inatto quotidianamente per contrastare la perdita di salute. Infinela Presidente dell’ANCI Piemonte, il Sindaco di Rivalta, AmaliaNeirotti ha sottolineato il comune impegno di tutti i Sindaci indi-pendentemente dalla dimensione del proprio comune nel tute-lare la salute e, nello spirito di Ottawa, di mediare fra le diverseesigenze dei propri amministrati e della Comunità generale e ditutelare e dare voce ai più deboli.

Introdotte in questo modo, le relazioni magistrali della primasessione, autorevolmente moderata dal Prof. LambertoBriziarelli Presidente Nazione della CIPES, hanno trovato unuditorio preparato e attento.

Erio Ziglio, ha spiegato il significato della collocazionedell’Ufficio Europeo dell’OMS di cui è direttore a Venezia fun-zionale per la mission specifica di tale Direzione che è quella dicoordinare tutte le azioni non sanitarie che costruiscono la salu-te. Ha sottolineato come povertà, mancanza di abitazione ade-guata, mancanza di strumenti culturali sono i maggiori determi-nati a cui l’azione dell’OMS si rivolge, ma ha analizzato le disu-guaglianze fra i vari Paesi e all’interno di questi fra gruppi diver-si di popolazioni che sono il bersaglio a cui si devono rivolgerele azioni per la salute perché ferma restando la massa globaledelle risorse, una migliore distribuzione vada a vantaggio ditutti. La correlazione fra determinati sociali e le manifestazionicliniche di perdita di salute è molto evidente se si osserva ilfenomeno che sta assumendo dimensioni sempre più evidentidelle ricadute di tubercolosi molto maggiori fra le persone incondizioni di povertà e con scarso bagaglio culturale. Ziglio hapresentato un triangolo che ben rappresenta il problema chedeve essere affrontato dai responsabili della salute, triangoloche vede i suoi vertici fattori economici, fattori mentali e fattorisanitari. Le risorse non sono solo economiche, ma umane e lavalorizzazione della persona può creare maggiori risorse e tra-sformare quello che è ritenuto un peso in una risorsa.

John Kenneth Davies, Vice Presidente dello IUHPE perl’Europa ha delineato sin dalla prima diapositiva della sua pre-sentazione le tematiche fondamentali che sono la rapida cresci-ta dell’influenza dell’Europa in conseguenza della sua unionepolitica, del maggior livello culturale della popolazione e dellaattenzione alla salute, l’attenzione a concetti quali quelli di effi-cacia, efficienza, sostenibilità, istruzione e formazione. Unionepolitica ha significato anche una visione della giustizia sociale,della partecipazione e della valorizzazione di ciascuno percreare equità che sono alla base della costituzione europea elo sforzo per far sì che l’ambiente socio-economico favoriscanegli individui, la capacità di un equilibrato sviluppo delle com-ponenti fisiche, mentali e sociali della salute. Una maggioreistruzione diffusa in Europa viene perseguita con programmi dispecializzazione post laurea, con progetti integrati portati avan-ti da 5 partners, svedesi, inglesi, tedeschi, francesi e olandesi,mentre il ruolo dello IUHPE che è la maggiore ONG operante incampo della salute è quello di delineare le priorità e i progetti alivello europeo e di favorire la comunicazione. Proprio nell’am-bito dei progetti europei si colloca l’attenzione ai Paesi del baci-no del Mediterraneo e a quelli dell’Europa Orientale e la propo-sta della collocazione di una Direzione dello IUHPE a Torinocon specifica competenza su tale ambito geografico, in qualchemodo simmetrico rispetto alla collocazione a Venezia decisadall’OMS.

La proposta è stata ripresa dal moderatore, Prof. Briziarelliche ha rilevato la presenza a Torino di strutture e competenzeadeguate e ha incoraggiato le Istituzioni Pubbliche, in primoluogo Regione e Comune di Torino a sostenere la CIPESPiemonte nell’avanzare la sua candidatura.

➯ Segue a pag. 4

15° CIPES Piemonte15° CIPES PiemontePromozione Salute

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La giornata della salute

15° CIPES Piemonte15° CIPES Piemonte4Promozione Salute

➯ Segue da pag. 3

Gli impegni politici hanno costretto l’Assessore alla sanitàdella Regione Piemonte, Dr. Valpreda a chiedere di anticiparela propria relazione per cui si è stato uno scambio col Dr.Demicheli, epidemiologo, scambio che come quest’ultimo hafatto argutamente osservare è avvenuto in effetti anche nei temiaffondati, in gran parte epidemiologici da parte di Valpreda cheha rilevato il numero rilevante di “poveri” nella Regione e l’an-cor maggior numero di persone che vivono ai margini dellapovertà con l’incertezza del domani. Per tale motivo le azionidell’ Assessorato alla Salute, come giustamente l’assessorechiede venga definito il suo ufficio, devono sempre essere stret-tamente integrate con quelle dell’Assessorato alle Politichesociali. Nel tracciare le linee ispiratrici del prossimo piano, chesarà perciò un piano socio-sanitario, l’attenzione sarà rivolta aibisogni dei cittadini, alla loro percezione dello stato di salute, aiservizi sul territorio, alla razionalizzazione degli interventi edelle allocazioni delle risorse, superando la logica del prestigiodel singolo ospedale, dell’orgoglio dei singoli comuni che già simuovono per valorizzare al massimo quello nel loro territoriodimenticando le esigenze di equità, qualitàe sostenibilità. Anche per quanto riguarda imedici di famiglia si tenderà a legare illivello della retribuzione non solo al nume-ro degli assistibili e delle prestazioni, ma alguadagno di salute prodotto, ad esempioalla sopravvivenza in buone condizionidegli assistiti.

Demicheli ha fatto un intervento di gran-de significato politico rilevando il ruolo fon-damentale dei Comuni da soli o associatinelle problematiche della salute, indivi-duando nel distretto l’unità ottimale perequilibrare le azioni fra Comuni piccoli e grandi e per far com-baciare i bacini di utenza sanitaria e dei consorzi assistenziali,proponendo i PEPS, Profili e Piani per la Salute, come strumen-to operativo per individuare le azioni opportune e idonee pergarantire efficacia, efficienza e sostenibilità delle azioni; qualitàe equità delle politiche.

La limitatezza del tempo a disposizione ha costretto i parteci-panti alla tavola rotonda a contenere al massimo i propri inter-venti e qualcuno ha dovuto rinunciare a illustrare più ampia-mente le attività svolte dalla propria Istituzione o rete, ma ilrispetto delle persone che ancora affollavano la sala e la con-sapevolezza che la prima forma di promozione della salute èproprio quella di mantenere la tempistica prevista nel program-ma inteso, come dovrebbe sempre essere, come contratto congli ascoltatori ha costretto a richiedere a tutti gli oratori la conci-sione. Purtuttavia è stato possibile all’Assessore ProvincialeEleonora Artesio che ha partecipato personalmente alla tavo-la, di illustrare compiutamente la Conferenza Provinciale per laSalute, e alla Consigliera Comunale delegata alla salute LuciaCentillo, al Consigliere di Circoscrizione Enrico Chiara e allaDirigente Comunale del Welfare Monica Lo Cascio di svisce-rare compiutamente i varo aspetti politici, organizzativi e opera-tivi del Progetto Città Sane dell’OMS che vede in Torino proprio

una delle sedi privilegiate. Le ineguaglianze di salute fra varirioni della Città in rapporto a fattori economici e sociali è unodegli elementi su cui si è soffermata la Lo Cascio che ha rive-lato che a fronte a numerosi senza tetto vi sono molte migliaiadi persone con due abitazioni nel comune di Torino, e la neces-sità di ragionare in termini di distretto per superare il problemadella città piccola o grande è stata rilevata da Chiara.

Nato presso la CIPES il Centro di Documentazione è divenu-to col DORS struttura regionale e la sua importanza per mette-re a disposizione i dati e le conoscenze essenziali per costrui-re programmi è stata illustrata da Elena Coffano, mentre per laRegione Cristina Ramella ha parlato dei programmi per valo-rizzare gli anziani, in particolare quelli privi di sostegno fami-gliare, anche come accompagnatori dei bambini e dei ragazzinelle loro attività e per fornire ai minori il particolare a quellisocialmente fragili, il sostegno necessario per la loro vita sere-na. Proprio sul problema dei minori si è soffermato GiorgioCappitelli che rappresentava l’ Ordine dei Medici, ma anche laFederazione Italiana dei Medici Pediatri che con grande com-petenza ha illustrato il ruolo del Pediatra non solo come medi-co del bambino, ma come promotore della sua crescita sana.

Salute è benessere non solo fisico, psi-chico e sociale, ma anche spirituale. DonMarco Brunetti, delegato dell’Arcivescovoper la pastorale della salute, ha discussol’importanza di una visione etica della vita,indipendentemente dalle convinzioni reli-giose, ma come elemento indispensabileper dare significato alla vita umana, perrendere capaci di affrontare difficoltà, diessere aperti agli altri, di non dimenticareche non c’è salute dove non c’è equità erispetto per gli altri.

Anche l’ambiente ha una grande impor-tanza per la salute, ambiente sociale, ma anche ambiente fisi-co nella vita e nei luoghi di lavoro e di svago. Carlo Novarino,architetto e in passato Sindaco di una Città di medie dimensio-ni quale Moncalieri ha ben illustrato le attenzioni che nella pro-gettazione urbanistica devono essere poste per garantire spaziadeguati, viabilità agevole e sicura, buona sanificazione, smal-timento dei rifiuti, approvvigionamento di acqua potabile e perfar sì che la città sia un luogo accogliente in cui la gente è lietadi vivere. Piero Zaina, coordinatore della rete HPH delPiemonte ha dovuto limitare il suo intervento a una dettagliataanalisi del progetto Ospedale territorio coi suoi sottoprogetti,quello sulle linee guida e quello sulla dimissione protetta, discu-tendo anche il coinvolgimento dei medici di famiglia accennan-do solo a gli altri sei progetti, in particolare a quello sugli stili divita e sulla interculturalità.

Ciò ha consentito a Sante Bajardi, presidente della CIPESdi dedicare qualche minuto ad accompagnare la consegna deidiplomi di benemerenza ai primi soci della CIPES con qualcheparola in ricordo del loro impegno pionieristico e poi ancora, nelconcludere i lavori, di sottolineare le possibilità di implementa-re il lavoro della CIPES qualora si dovesse realizzare la collo-cazione a Torino della Direzione Europea dello IUHPE.

Luigi Resegotti

Premiazione della lega Autonomie Premiazione di Rita Foli Premiazione della ANPAS

Tavola rotonda

La Salute a TorinoLa Salute a TorinoPromozione Salute

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➯ Segue a pag. 6

Il 16 e 17 gennaio si è svolta presso il Centro Congressi dellaRegione Piemonte la Conferenza "La Salute a Torino", organizzatadalla Città per favorire il confronto tra tutti i soggetti, istituzionali enon, operanti sul territorio coinvolti nella promozione e tutela dellasalute.

I lavori, introdotti dai saluti del Presidente del ConsiglioRegionale Gariglio, del Presidente della Provincia Saitta, dalRettore dell’Università degli Studi di Torino Pelizzetti e del Vice sin-daco di Torino Calgaro, hanno visto nella mattina del lunedì gliinterventi degli Assessori regionali Valpreda e Migliasso, che hannopresentato la bozza del nuovo piano socio-sanitario, regionale sot-tolineando la centralità dei bisogni e delle fragilità della popolazio-ne e il ruolo fondamentale della promozione della salute e dellaprevenzione all’interno del sistema dei servizi.

La relazione del professore Giuseppe Costa ha poi evidenziatole differenze in termini di salute tra Torino e il resto del Piemonte etra quartiere e quartiere all’interno della città, allo scopo di indagar-ne le cause e di individuarne le possibili soluzioni, fornendo spuntiper orientare la definizione delle priorità e la programmazione dellepolitiche di intervento.

Convegno “La salute a Torino”Quattrocento esperti a convegno per disegnare l’offerta ai piemontesi di cura e assistenza per glianni a venire. Il contributo della Città di Torino

E’ seguita la relazione dell’Assessore Borgione che ha illustrato ilpercorso fin qui condotto adottando una metodologia di confronto eraccordo fra i diversi soggetti coinvolti nell’individuazione di pro-grammi e strategie in campo sanitario e sociale attraverso:• l’azione delle conferenze dei Presidenti di Circoscrizione in ordi-

ne all’indirizzo e controllo delle aziende sanitarie locali; • l’organismo di Coordinamento per rendere omogenea la risposta

delle Asl e Aso alle esigenze del territorio cittadino;• la nascita dei Forum della salute, espressamente vocati a racco-

gliere bisogni, aspettative e pareri; • l’Osservatorio sulla salute della donna, che ha portato all’organiz-

zazione del convegno sui consultori pubblici;• il protocollo d’intesa tra la Città di Torino, l’Università degli studi,

il CIPES per definire linee di azione partecipate e un percorsoche conduca all’individuazione di fasi operative;

• il Piano dei Servizi Sociali 2003-2006 ed il lavoro dei Tavoli diZona;

• la riqualificazione delle periferie attraverso i Progetti diRiqualificazione Urbana;

• l’ingresso della città nella rete nazionale Città Sane e nel circuitoeuropeo dell'OMS.

Coordinare l’attività sanitaria con quella assistenziale

“Attraverso i lavori del convegno cercheremo di contribuire un po’alla stesura del Piano Socio Sanitario regionale – ha spiegatol’Assessore Marco Borgione - E’ questo il motivo per cui si vuoledialogare con le realtà che operano sul territorio per capire dove, ache livello e con quali metodologie, è possibile coordinare, e aTorino lo si sta facendo da tempo, l’attività assistenziale con quellasanitaria: sono infatti interessanti gli accordi che sono stati siglaticon le ASL ed è interessante il modello di domiciliarità che è statomesso in cantiere dalla Città con le Aziende Sanitarie”.

A Torino si intende investire per ridurre le differenze di mortalità emorbilità fra i quartieri, con azioni mirate a favorire comportamentivirtuosi fra le persone (forti investimenti organizzativi ed educativi),impiegare in modo ottimale le risorse con recupero di efficienza eappropriatezza, investire risorse per approfondimenti della ricercache possano guidare razionalmente le scelte di sviluppo dei servizi

L’Assessore Mario Valpreda

L’Assessore Angela Migliasso

La presidenza: Pellizzetti, Calgaro, Borgione, Saitta

La Salute a TorinoLa Salute a Torino6Promozione Salute

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sanitari e non sanitari per il miglioramento della salute di tutta lapopolazione. E’ in fase di definizione il secondo piano strategicodella città e su questi elementi virtuosi sarà posta l’attenzione. “Nonsiamo all’anno zero- ha spiegato Borgione-, il percorso è dato unpo’ dai temi che sono stati trattati nella conferenza del giugno 2002.Da lì sono partiti una serie di confronti e si è cercato di creare pro-prio i raccordi tra i vari soggetti che si occupano sul territorio di temilegati ai servizi attraverso alcune azioni: rafforzando la Conferenzadei Presidenti di Circoscrizione con la quale si è tentato come Cittàdi dare gli indirizzi e di verificare il lavoro delle aziende sanitarie;l’Organismo di Coordinamento, che riteniamo sia uno degli stru-menti meglio appropriati per tentare di dare una risposta omogeneaalle esigenze di salute sul territorio La nascita dei Forum della salu-te, l’Osservatorio cittadino sulla salute della donna, in particolare haportato lavori significativi che hanno condotto anche al convegnosui consultori pubblici e via via il protocollo d’intesa con il CIPES el’Università. Un lavoro importante perché ha rappresentato unmetodo di lavoro significativo e ricco di esperienze: quello del Pianodei Servizi Sociali che ha attivato i lavori dei Tavoli di Zona, realtà esituazioni nelle quali ci si è potuti confrontare a livello territoriale; iprogetti di riqualificazione urbana che denotano non solo una riqua-lificazione urbanistica della Città, ma attraverso alcune scelte politi-che, prima che amministrative, anche di riqualificazione del tessutosociale (Via Artom, le Torri che sono state distrutte e ricostruite):quindi riqualificazione immobiliare ma contestualmente la volontàdell’Amministrazione di assegnare gli alloggi alle nuove famiglie perriqualificare anche il tessuto sociale; ultimo solo perché è recentel’adesione al circuito internazionale l’ingresso della Città nella retedi Città Sane con una metodologia nuova di lavoro ma soprattuttonel circuito europeo che ci permette di confrontare la realtà di Torinocon quella di grandi partner europei”.

Perché un seminario sulla salute?

In particolare l’Assessore Borgione ha sottolineato tre aspetti:

La salute come indicatore della buona vivibilità di un territorio

“Abbiamo visto la presentazione del piano socio-sanitario, pote-vamo concentrarlo maggiormente sulla sanità, invece noi vorrem-mo come Amministrazione comunale utilizzare la salute su tre filo-ni di intervento: la salute utilizzata come dato di partenza e comemetodo di verifica delle scelte che si vogliono adottare: la percezio-ne della sensazione di benessere non è legata al solo aspetto sani-tario. E’ assolutamente imprescindibile e indiscutibile che in unacittà si può vivere meglio se si è capaci di “curare” le patologie, mariteniamo che il ruolo della sanità nella generazione delle differenzenella salute non è mai stato considerato come importante, perchéprevale ancora la convinzione che in generale nel mondo moderno

l’assistenza sanitaria non abbia mai fatto la differenza nel migliora-mento della speranza di vita e che l’assistenza non influenza l’inci-denza delle malattie ma solo la loro prognosi. Questo è un elemen-to che permette di individuare anche un ruolo che dovrebbe averel’Amministrazione locale, cioè quello di creare le condizioni per sod-disfare tutte le esigenze che determinano lo stato di salute, al finedi prevenire il più possibile la fase delle successive cure.

La salute come indicatore di vivibilità del territorio

Vorremmo utilizzare la salute come indicatore di vivibilità del ter-ritorio: è un elemento curioso, ma coloro che ricercano i siti per gliinsediamenti di nuove imprese delle attività produttive e commercia-li, valutano principalmente la qualità della vita di una città prima distabilire i trasferimenti. E’ abbastanza evidente anche la motivazio-ne di questo pensiero dove le persone evidentemente sono megliodisposte a lavorare in un contesto sia accogliente, sia dinamico, cheoffra opportunità culturali, ricreative e ludiche, dove i servizi, è bana-le dirlo, ma siano efficienti quindi i trasporti, l’accessibilità ai servizi,la pulizia, la sicurezza; dove il livello della formazione è di eccellen-za e quindi penso al ruolo dell’università e del Politecnico”.

La salute come modello di programmazione partecipata.

“La terza linea d’intervento dell’Amministrazione è quella legataalla salute come modello di programmazione partecipata. E’ neces-sario utilizzare la salute come criterio su cui misurare orientamenti,le intenzioni e gli indirizzi di politiche sanitarie e non sanitarie. Lasalute dunque in primo piano con un riferimento legato fortementealla struttura sociale e alle diseguaglianze che rivelano però anchepotenziali obiettivi di miglioramento.- aggiunge l’Assessore- È pos-sibile infatti dimostrare che la dimensione socio-economica rappre-senta il principale determinante delle differenze di salute all’internodella città, a Torino come a Washington o a Londra. E la minor inci-denza dei contesti sulla salute ci permette di sostenere che le poli-tiche e gli interventi per esempio di riqualificazione urbana abbianogiocato un ruolo positivo sul tessuto sociale della città. Quindi lavo-rare su un concetto di salute che, nel corso dell'ultimo secolo, è pro-fondamente mutato e il mutamento è abbastanza disegnato dalladefinizione di concetto che l’Organismo mondiale della Sanità offrea tutti noi: la salute non solo come assenza di malattia o infermità”.

L’Assessore Borgione ha poi continuato:

Occorre porre la salute all'ordine del giorno della politica

“Faccio un breve cenno alla storia ancora più remota che è quel-la della 1° Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salutedi Ottawa: siamo nel 1986 e si pensava già di costruire una politicapubblica per la salute che vuol dire porre la salute all'ordine del gior-no dei decisori politici; creare ambienti che favoriscano la saluteperché in tali ambienti siano più facili le scelte salutari; rafforzare l'a-zione della comunità quindi il ruolo di tutti gli attori e di tutti coloroche offrono la disponibilità a lavorare in rete che vuol dire operareconcretamente per definire le priorità, assumere le decisioni, piani-ficare e realizzare le strategie con assunzione di protagonismo daparte della comunità stessa.” “Torino è in una situazione qualitativa-mente buona anche se è sempre più accentuato il differenziale trachi sta bene e chi invece sta molto male. Torino è contraddistintaper un calo demografico, esiste un fenomeno di riequilibrio tra lapopolazione della città e quella della cintura; c’è un ritorno in cittàsoprattutto nei quartieri riqualificati della periferia e questo ci fa dinuovo dire che i progetti di riqualificazione urbana, ma soprattuttosociale delle periferie, stanno migliorando le infrastrutture del terri-torio, offrendo probabilmente maggiori opportunità di stabilizzazio-ne della popolazione. Popolazione tra l’altro che in una percentualeimportante è una popolazione immigrata e la caratteristica di unapopolazione immigrata in genere è una caratteristica di popolazio-

L’Assessore Marco Borgione

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ne sana. Oggi, dobbiamo porci anche il problema in prospettiva percapire nei prossimi anni come affrontare il tema rispetto alla salutedelle persone straniere. Cresce la diversità culturale, religiosa edetnica: questo ci pone degli obiettivi importanti per creare una situa-zione omogenea dei servizi sull’intero territorio cittadino. Aumentala popolazione anziana: abbiamo visto i dati relativi agli ultra settan-tacinquenni che ormai sono il 10% della popolazione residente tori-nese, siamo oltre le 90.000 unità. Ma aumenta anche il numerodelle persone che vivono da sole. Impressionante il dato: quasi il40% delle famiglie è mononucleare, composte cioè da un unicocomponente, questo sia nei giovani, che negli adulti, che nelle per-sone anziane dove ovviamente il fattore di deprivazione è evidente-mente più complesso da gestire. Vi do una nota di colore: quest’e-state al centralino del Servizio Aiuto Anziani, attivato dalla Città diTorino che in genere nel periodo estivo registra maggior afflusso di

telefonate, il fil rouge, la determinante più usuale era quella di per-sone che si rivolgevano agli operatori ringraziandoli perché non tro-vano un disco pre-registrato, ma una persona fisica con la qualeparlare. Molti utenti esordivano dicendo: “io ha un grosso proble-ma”, allora l’operatore preoccupato cercava di capire i motivi delproblema, se era solo, se aveva avuto un incidente, se era statoscippato, se aveva problemi di salute, se era rimasto chiuso incasa,ecc.. Dopo anche quaranta minuti di telefonata, alla fine l’ope-ratore chiedeva alla persona anziana: ma qual è il grosso proble-ma? Non sempre, ma molto spesso dall’altra parte si riceveva larisposta: non me lo ricordo più! La solitudine è legata a uno fattoredi percezione dello stato di benessere e di salute importantissimoche gonfia qualunque altra causa e a fattori di deprivazione cheinvece possono essere in altri contesti gestiti molto diversamente.Ho avuto modo di ascoltare un parroco, domenica, in una omelia,che diceva di aver visitato un suo parrocchiano ricoverato il 3 didicembre in ospedale, che viveva in un condominio, in un quartierepopolare e popoloso della nostra città. Bene, al 12 di gennaio il par-roco era la prima persona che l’anziano malato incontrava e nonc’era stato nessuno, parente, amico, conoscente, convivente nelcondominio, nel quartiere e nella zona che si fosse preoccupato. E’un elemento la solitudine che, secondo me, desta una soglia diattenzione molto alta.

Fra le famiglie con bambini in età scolare, in particolare in quellein cui lavorano entrambi i genitori, poi il carico di responsabilità e diore di lavoro è tale da richiedere un rafforzamento degli interventi asostegno della famiglia, con priorità in presenza di persone cheovviamente hanno delle difficoltà. E anche ciò richiede una continuaristrutturazione delle reti di aiuto e dei servizi”.

“Immagino che una differente redistribuzione del fondo sanitarioregionale, che vedesse penalizzata la città, cioè che andasse adiscapito della popolazione urbana e metropolitana, avrebbe delleconseguenze sfavorevoli evidentemente sui livelli di salute raggiun-ti. La città di Torino però ha anche alcune altre sue peculiarità sullequali invece puntare e far leva: c’è stata una grande trasformazio-ne non soltanto di aree urbane e periferiche ma anche un ripensa-mento delle infrastrutture presenti nella città, opportunità di insedia-

menti produttivi, commerciali, le infrastrutture olimpiche, i servizipotenziati, ma non solo, perché le opportunità che si presentanonell’area torinese costituiscono anche un’eccezionale occasioneche se volete è declinata dalla tradizione torinese nello sviluppo delsettore dei servizi alla persona e delle produzioni ad esse collega-te. Torino può anche far perno e quindi far conto su una diffusa abi-tudine a lavorare in rete: questo lo ha dimostrato. E’ fra le città piùavanzate in quanto a presenza di reti legate alla promozione dellasalute, ai network nazionali e internazionali, ma anche soltanto perle reti telematiche. Il principio di sussidiarietà diventa uno sviluppoimportante sia per l'aspetto orizzontale che verticale, quindi colla-borazione tra istituzioni ma anche tra agenzie diverse che interven-gono nel contesto locale”.

La partnership pubblica-privata favorisce le risposte al terri-torio

“L’amministrazione pubblica, quindi, non più monopolista, è chia-mata a sperimentare forme nuove di partnership anche tra pubbli-co e privato, nel tentativo ovviamente di riuscire a realizzare politi-che integrate che siano coerenti con i bisogni del territorio.

Nel campo sanitario diventa un imperativo mantenere e imple-mentare gli attuali livelli di assistenza a vantaggio sia della salutesia delle capacità di progresso economico della nostra città. Questaprospettiva di sviluppo è un poco compressa nei due fattori chestanno definendo oggi il dibattito sulla salute cioè: il controllo dellaspesa da un lato e la programmazione sull’intero territorio regiona-le dall’altro; questo però vorrei leggerlo in termini non negativi mapositivi, come la possibilità di aver di fronte miglioramenti di margi-ni di efficienza e di appropriatezza dei servizi. Ritengo che nellagovernance, l’aspetto legato al coordinamento dei vari soggetti esoprattutto all’offerta omogenea delle proposte legate ai sevizi siaimportante svolgerlo all’interno degli organismi che già esistono,attribuendo loro l’importanza e la dignità che già hanno e che sicu-ramente va potenziata, per esempio l’organismo di Coordinamento.E’ un tavolo molto tecnico la cui importanza è data dal fatto che visiano seduti sia l’Ass. Valpreda che è alla sanità regionale con ilsuo Direttore, che l’Ass. alla Sanità della Città di Torino con ilDirettore, i quattro Direttori delle Aziende Sanitarie, i quattroDirettori delle Aziende Ospedaliere. Tutti insieme per individuare daun lato quella che è la percezione del territorio, dall’altro gli inter-venti da coordinare in risposta alle esigenze sanitarie. E’ un organi-smo che è stato stabilito, indicato da una legge nazionale, che èstato adottato dalla Regione con una delibera della Giunta, che èstato votato0 dal Consiglio Comunale e, a me pare, stia dando deirisultati interessanti rispetto, per esempio, agli elementi di continui-tà assistenziale, di domiciliarità, con accordi sviluppati nel tempoma ora concretizzati rispetto alla collaborazione tra il pubblicosociale e il pubblico sanitario”.

Il Sindaco Sergio Chiamparino ha voluto commentare gli inter-venti.

Il Sindaco Sergio Chiamparino

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La scommessa: migliorare l’offerta di cure

“A Torino, da una parte c’è un sistema di ricerca e di formazionein campo sanitario che è di eccellenza nel panorama nazionale, dal-l’altra parte abbiamo l’esigenza - come lo testimonia la bozza diPiano socio sanitario - di un riordino del sistema di cura e dell’as-setto di cura. L’opportunità è quella di mettere in tensione questidue aspetti per cercare da una parte di creare un miglioramento deiservizi di cura e dall’altra di creare un ruolo più forte del sistemasanitario e del sistema di ricerca nel campo della salute come fatto-re di attrazione in questo ambito di nuovi investimenti di risorse dicapitale ma anche di persone”. Quella che viene ora proposta è lasintesi dei tre gruppi di lavoro tematici.

Nuovi percorsi di tutela della salute (a cura dell’AssessoreMarco Borgione)

“A Torino la rete legata alla salute rappresenta una realtà viva edinamica, che vuole essere consultata. E’ quindi necessario creareil coordinamento delle realtà che già esistono e di quelle chepotranno in futuro nascere. Al fine di disegnare un modello torinesedella salute, prioritario rispetto a scelte gestionali del territorio sani-tario. Già si sta lavorando in modo trasversale: la rete dei luoghi dicura, il materno infantile, la parte che si dedica con maggiore atten-zione agli anziani, ai disabili, l’area della salute mentale, le dipen-denze patologiche, i poli oncologici, le malattie cardiovascolari, lamedicina generale. L’esperienza dei luoghi di cura presenti sul ter-ritorio cittadino dimostra una presenza organizzata a rete, aperta alterritorio ed è anche una presenza che traccia un percorso di tute-la della salute a cui partecipano diversi attori. Forse si lavora anco-ra un po’ a comparti, ma non sono “stagni”, perché ci sono attori isti-tuzionali che intervengono in questa rete dei luoghi di cura, ci sonooperatori, attori del privato sociale, del terzo settore, le associazio-ni di tutela dei diritti dei cittadini, le organizzazioni di volontariato,quelle sindacali. La ricchezza di questa esperienza torinese chedovrebbe definire un modello torinese di sanità e, quindi di salute,è un modello a cui partecipano molti soggetti e tutti quanti hanno ildesiderio di essere ascoltati”.

“Dalla relazione del professor Costa si è potuto apprendere conchiarezza come l’esperienza torinese sia composta da queste orga-nizzazioni, quindi da questi luoghi di cura organizzati trasversal-mente e dai servizi sociali. Questa è la ricchezza del progetto chel’Amministrazione comunale con scelte politiche e amministrativeha calato sul territorio attraverso la riqualificazione delle periferie.Sono questi gli elementi che sono stati evidenziati nel disegnare ilProfilo di Salute della Città, che collocano Torino tra le città almondo con la minore disomogeneità di interventi rispetto agli indi-catori di salute. Questo è uno degli elementi qualificanti che deno-tano un livello di attenzione molto forte rispetto al tema salute”.

“Altri temi sono quelli della presa in carico e della continuità assi-stenziale. È un’esigenza che è emersa con maggior frequenza inquasi tutti gli interventi sotto due accezioni. La prima riguarda lamolteplicità dei soggetti curanti che portano a colmare un vuoto dicoordinamento esistente. Abbiamo operato in assenza del pianosanitario regionale, è necessario organizzare un coordinamentoattraverso un ruolo riconosciuto dei medici di medicina generale, siain gruppo che in associazione, e coinvolgendo figure professionalicome gli infermieri e le assistenti sociali. Un’esperienza positiva èquella della Spina 3 dove si sta lavorando insieme all’ASL nellaricerca di locali per individuare dei gruppi di medicina generale e dipediatri di libera scelta per organizzarsi in gruppo o in associazio-ne. Una seconda accezione è quella della continuità assistenziale.Se vogliamo mettere al centro dell’attenzione la persona umana,non la patologia, è necessario individuare riferimenti certi: la perso-na che viene seguita, spesso il malato cronico, rischia nel corsodegli anni di cambiare numerosi soggetti di riferimento rispetto alpercorso di cura”.

“In attesa di un piano sanitario regionale, Torino ha espresso un

suo modello forte di coordinamento dei servizi sanitari, ed anchedei servizi sociali. Si tratta dell’organismo di coordinamento. E’augurabile che tale struttura organizzativa entri nel documento delPiano Socio Sanitario Regionale. Creato nel 2002 e attuato nel2003, l’organismo ha permesso di tracciare un modello trasversaledi cooperazione interistituzionale e interaziendale, per creare crite-ri di omogeneità di intervento su tutto il territorio cittadino, attraver-so il lavoro delle quattro ASL. Questo ruolo di coordinamento, l’or-ganismo lo ha svolto in tutte le sue fasi, sia impostando la preven-zione sul territorio, sia la presa in carico, sia immaginando percorsidiagnostici e terapeutici non rivolti esclusivamente alla risoluzionedel fatto acuto, ma che vogliono arrivare a definire la gestione deibisogni della persona nelle diverse fasi della malattia. Questa fun-zione è stata esercitata nei settori della disabilità e degli anziani conla continuità assistenziale ma anche ricorrendo a cure domiciliari.Attraverso il tavolo materno infantile, questo coordinamento ha pro-dotto l’accordo con le ASL e con le ASO sulla neuropsichiatria infan-tile. Si sta lavorando sia sulla salute mentale sia sulle dipendenze.Occorre passare dalla cura della patologia al prendersi cura dellapersona e questo è un modello che pone al centro la persona.Rispetto a questo modello culturale abbiamo anche accolto congrande soddisfazione la disponibilità dell’Università a inserire all’in-terno dei percorsi di formazione anche la conoscenza dei percorsidi tutela della salute. Inoltre occorre aggiornare i luoghi di cura, siaquelli territoriali sia quelli ospedalieri: modernizzare le strutture,modernizzare gli impianti, modernizzare le tecnologie ma anche ilsistema informatico”. “A completamento di questo percorso si devearrivare anche alla cura a domicilio delle persone che ne hannobisogno anche sotto l’aspetto sanitario, con la teleassistenza o conla telemedicina. Ma la medicina è anche occasione di sviluppo siaeconomica che occupazionale per una realtà urbana come lanostra. Trasformazione strutturale quindi ma anche un maggiorsostegno alla famiglia che poi di fatto è la vera figura che fa da coor-dinamento di tutto il percorso di assistenza del malato. Tuttavia lasanità e l’assistenza, cioè la somma dei fattori sanitari e dei fattoriassistenziali, non danno automaticamente il risultato della buonasalute. Metodologie di approccio come, ad esempio, quelle di CittàSane consentono di raggiungere uno stato elevato di salute nellapopolazione. Il segreto? Il coordinamento di tutte le attività ammini-strative alle quali corrispondono i servizi erogati. E’ questa l’ideache sta alla base della creazione del Piano Regolatore Sociale acui, come Città di Torino, stiamo lavorando e che vogliamo forte-mente realizzare. Non si tratta del Piano Regolatore dei ServiziSociali, ma di tutte quelle attività che concentrano la loro attenzio-ne sulla persona. In una città si vive meglio se funziona tutto: dallascuola alla formazione, dall’inserimento lavorativo alla ricerca dellacasa, dai servizi veloci alla pulizia, alla sicurezza.”.

Il Parco Torinese della Salute e della Scienza – (a cura delVice Sindaco Marco Calgaro)

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“Il progetto del Parco della salute fa ormai parlare di sé da treanni e mezzo. L’ospedale Molinette da tutti è riconosciuto come uncentro strutturalmente vetusto, irrecuperabile; solo per mettere anorma i reparti sarebbero necessari da 207 a 260 milioni di Euro,207 è la stima degli uffici tecnici degli ospedali, 260 è una stimafatta dall’Assessorato regionale. Il dato è inoppugnabile. Uno degliimpegni che Torino si dà per il futuro è quello di diventare città dellaformazione di alto livello, luogo che intende attrarre i giovani a for-marsi qui. Questo richiede che si pensi anche a campus universita-ri ed è evidente che la costruzione di un grande ospedale di inse-gnamento nel capoluogo è una occasione unica. Per cui questo èuno degli altri atout che abbiamo su questa operazione. Un altroargomento sul quale ragionare, ed emerge anche nelle bozze delnuovo piano strategico di sviluppo della città, è che noi intendiamoattrarre dall’esterno investimenti per attività di ricerca e imprendito-riali nel campo dell’innovazione. Questo è stimato possibile anchein alcuni campi sanitari, soprattutto per quanto riguarda le filiere tec-nologiche legate alla sanità, cioè l’ICT, il wireless, la robotica, lenanotecnologie, le biotecnologie”.

“Allora è evidente che un nuovo grande ospedale della cittàavrebbe tra le finalità anche l’attrarre investimenti per l’innovazionein campo sanitario. L’analisi dei flussi migratori ci dice che la migra-zione di pazienti da o verso altre regioni e da o verso altre nazioniè in diminuzione ovunque perché la qualità media della sanità stacrescendo, per fortuna, dappertutto e quindi non è sulla migrazionedi pazienti che punta un’operazione di questo tipo. Un altro atout èquello che per alcune filiere di attività biomedica e farmaceutica lacontinuità fisica tra ricerca e ospedale è considerata un importantefattore di vantaggio. Dai gruppi di studio la posizione dei principalisoggetti istituzionali intervenuti ha sottolineato di ritenere il Parcodella Salute una grande opportunità da cogliere quale strategiasanitaria da includere anche nel Piano sanitario regionale. LaRegione nella bozza del Piano Sanitario Regionale ha previsto ilParco Torinese della salute e ha già istituito un tavolo di lavoro cheha già cominciato a lavorare, quindi quelli che emergono da questidue giorni di lavoro sono spunti per dare ancora più gambe al pro-getto”. “Circa la gestione mista, ospedaliera e universitaria, delnosocomio occorre riflettere su quale modello gestionale, magariinnovativo, vogliamo immaginare per un ospedale di questo gene-re. Per i costi per un ospedale di circa 600 posti letto è da prevede-re un investimento che è un po’ sopra i 150 milioni di Euro. Questoinvestimento potrebbe essere tratto, in base a questo studio fornito,dai ricavi della valorizzazione di Molinette attuali, considerando l’ab-battimento e la bonifica: con la spesa di circa 24 milioni di Euro deri-vati dalla valorizzazione delle strutture attuali si consentirebbeampiamente di pagare l’ospedale, anche aumentando per nulla ladensità edificativa che c’è nell’area Molinette. Eventuali alternativeche mantengano in funzione parte delle Molinette attuali sono con-siderate estremamente più dispendiose. Oggi non si sta parlandosolo della costruzione di un nuovo ospedale, ma della riorganizza-zione della rete ospedaliera torinese: non si vuole fare una cattedra-le nel deserto ma un ospedale che fa rete con gli altri ospedali dellarete sia torinese che piemontese.Tuttavia le dimensioni ottimali diun ospedale, sempre in base alla ricerca presentata dallaCompagnia di San Paolo, vanno dai 500 ai 700 pazienti, su unasuperficie che si può ipotizzare di circa 120 mila metri quadrati. Diconseguenza le dimensioni dell’area eventualmente destinata adaccoglierlo potrebbero essere di 250mila metri quadrati., e questedimensioni dovrebbero aumentare in modo importante, avvicinarsiai 400 mila metri quadrati, se si considera l’eventualità del parcotecnologico. Conseguentemente solo fatte queste riflessioni si puòragionare sulla localizzazione puntuale in un’area che abbia spazidisponibili. Si può poi ragionare sulle altre cose, sul campus univer-sitario e sull’innovazione tecnologica. E’ evidente che si tratta di unprogetto sul quale le istituzioni e tutti i soggetti coinvolti devono met-tere il loro massimo impegno. Bisogna quindi partire subito, darsitempi certi e operatività. Sul Parco Torinese della Salute è venuto iltempo di decidere o desistere”.

Progetto Città Sane – (a cura della Consigliera comunaleLucia Centillo)

“Come terza sessione abbiamo lavorato sul Progetto Città Sane,progetto che la città di Torino ha abbracciato sia sul piano naziona-le che sul piano della rete europea che consideriamo una sfida pro-prio per una nuova cultura della salute. Quali sono stati gli attiamministrativi che in questi anni hanno portato a definire questascelta. Prevalentemente da parte del Consiglio Comunale sononate delle richieste che hanno poi permesso di crescere in questadirezione. In particolare ricordo la mozione del Consiglio Comunaledel 2003 “Per una nuova cultura della salute: politica, tecnica,scienza al servizio della salute”, dove si richiamano proprio questescelte nella direzione della salute. Cito questi pochi atti ma ovvia-mente il lavoro è stato molto ampio in raccordo completo con laGiunta e con il Sindaco.

Dalla Carta di Ottawa si evince che le strategie di promozionedella salute possono sviluppare e cambiare gli stili di vita e avere unimpatto sulle condizioni sociali economiche e ambientali che deter-minano la salute. È chiaro che per raggiungere standard di salutesempre più elevati ci deve essere una condivisione delle responsa-bilità e degli intenti non solo da parte di chi governa ma da parte del-l’intera comunità. È necessario quindi implementare le politichesempre più responsabili e tese a creare opportunità di benessere atutti i livelli, nel governo, nelle istituzioni pubbliche e private nei luo-ghi di lavoro e nelle comunità. L’obiettivo generale del progetto CittàSane è migliorare la salute dei cittadini mettendo la salute al centrodi tutte le politiche, quelle sanitarie e quelle non sanitarie a livellolocale. Noi abbiamo aderito a un progetto ma è chiaro che questa èla logica politica che sottende al progetto. Il progetto promuove,attraverso le municipalità, strategie locali e globali volte ad ottenereun guadagno in termini di salute e la salute è posta al centro deiprocessi decisionali nel rispetto di quelle che sono le linee guida, lametodologia e gli obiettivi indicati dall’OMS. Fondamentale è l’ap-proccio che deve essere basato sull’interistituzionalità e sull’inter-settorialità. La partecipazione, altro elemento cardine del progetto,è lo strumento per sviluppare un processo culturale in cui i cittadinisono protagonisti attivi e consapevoli dei propri diritti, quindi è dalbasso che si costruisce non solo il cambiamento ma anche sicostruiscono le decisioni e quindi i decisori politici sono poi in gradodi definire la locazione delle risorse ma sulla base di una program-mazione partecipata”.

“Il progetto Città Sane ha un obiettivo ambizioso che è quello diindividuare strategie, efficaci obiettivi realizzabili; promuove questanuova cultura attraverso una azione di governance. E’ quindi unprocesso di mediazione di interessi ed è una risorsa per la Città,perché è uno strumento operativo e allo stesso momento uno stru-mento di partecipazione. Gli attori coinvolti sono molteplici, la Cittàin primis con tutte le aziende municipali, il territorio nel suo insieme,la sanità, l’Università, le scuole, il privato sociale, le associazioni leOO.SS., il privato. La Città ha aderito alla Rete Nazionale Città

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Alla Città di Torino il premio ecomobilityper l’iniziativa “non inquino Torino”

IL Consorzio Ecogas, l’Assogasliquidi/Federchimica e l’AssociazioneEuromobility hanno assegnato alla Città di Torino il Premio Ecomobility2005, lo scorso 2 dicembre.

L’importante premio è stato assegnato all’assessore all’Ambiente e Verdepubblico Dario Ortolano per l’iniziativa Non inquino Torino, la concessionedi contributi per incentivare le trasformazioni a gas – metano o gpl – deivecchi automezzi non catalizzati. Questa la motivazione:

“Il comune di Torino, nell’ambito della Campagna Non inquino Torino, hastanziato 1.350.000 euro nel 2005 per la diffusione del gpl e del metano perautotrazione. L’iniziativa è partita il 14 febbraio ed è tuttora in corso. Il con-tributo, pari a 300 euro, è destinato ai cittadini residenti nel territorio comu-nale che convertono a gpl o a metano la propria autovettura immatricolatafino al 31 dicembre 1992. I mezzi trasformati possono circolare liberamen-te nella Ztl Ambientale, loro vietata dal 10 gennaio 2005. E’ stato inoltredistribuito, per la prima volta in Italia, un contrassegno adesivo, il bollinoverde “Non inquino Torino, disponibile su richiesta anche per tutti i veicolia gas già circolanti, che identifica immediatamente i veicoli ecologici”.

Mariella Continisio

Dal “nonno vigile”al “nonno civico”Nell’anno scolastico 2003/2004 la città di Torino, in collaborazione con le

Associazioni di volontariato, ha avviato il progetto “Nonni Vigili”, anzianivolontari, quotidianamente impegnati davanti a sedici scuole elementari emedie della città di Torino. Nonni quasi “civich” con il compito di sorveglia-re l'entrata e l'uscita dei bambini, controllare il territorio attorno alla scuola,favorire la loro autonomia, contribuire a una città più sostenibile e sicura.

A partire dal 2006 grazie al rinnovato impegno dell’Amministra-zionecomunale, delle Associazioni di volontariato e al contributo della RegionePiemonte, le funzioni dei volontari non solo saranno diversificate, maaumenteranno il numero delle scuole con la presenza dei Nonni.

Nascerà l’iniziativa Nonno Civico, che insieme al progetto Borghi sicuri,nella Circoscrizione 4, porterà a un allargamento degli spazi di vigilanza, chesi estenderà dalla sicurezza dei bimbi in strada e davanti a scuola, al con-trollo in alcuni giardini e aree verdi attrezzate e all’accompagnamento digruppi di bambini lungo i percorsi da casa a scuola (Pedibus).

Possono partecipare al progetto:• cittadini e cittadine anziani disponibili a dedicare il proprio tempo e le pro-

prie conoscenze per svolgere compiti di utilità civica.• persone interessate a collaborare con i servizi della città (Vigili Urbani,

verde pubblico, servizi di manutenzione, scuole…) per il miglioramentodella sostenibilità dell'ambiente urbano.

• associazioni di volontariato interessate a stringere convenzioni con ilComune.Lo Sportello Tempo per Torino presso l’Ufficio Tempi e Orari ha il compi-

to di tenere i rapporti con le Associazioni, le Scuole e gli altri Enti che utiliz-zano i volontari, di definire accordi operativi con la Polizia municipale, ilVerde pubblico, le Circoscrizioni ecc., di definire nuovi ruoli possibili per iNonni Civici. Infine il Progetto Pedibus, uno scuolabus immaginario contanto di capolinea e fermate che “ raccoglie” i bambini che si recano a scuo-la e consente l’instaurarsi di abitudini orientate alla riduzione dell’uso del-l’automobile da parte dei genitori, vede la luce nell’anno scolastico in corso.

I Nonni Civici collaboreranno con il Laboratorio della città sostenibiledelle bambine e dei bambini e l’associazione Legambiente, Circolo Ecopolisalla realizzazione del Progetto Pedibus. Gli anziani impegnati in attività diservizio civico possono trasformarsi in un contributo importante al miglio-ramento della sostenibilità dell'ambiente urbano.

Per diventare Nonno Civico occorre contattare l’Ufficio Tempi e Orari -Tel.011 4423867 / 011 4423826 o le Associazioni di volontariato Auser - tel.011 4365553 e Antea tel. 011 544426 , oppure Cittadinanza Attiva Tel. 0118122381 e Banca del Tempo Tel. 011 485299 per la Circoscrizione 4.

Mariella Continisio

Sane e anche alla Fase IV del progetto OMS Città Sane. Ci sono 7città in Italia che hanno aderito a questo progetto internazionale cheprevede tre sub network: “Invecchiare in salute” al quale la Città haaderito specificatamente; la Pianificazione Urbana per la salute; laValutazione di Impatto sulla salute, cioè ogni politica che vieneattuata deve essere misurata sulla sua capacità di produrre effettisulla salute.

Quindi si tratta di dare enfasi ad elementi quali l’equità, i determi-nanti della salute, lo sviluppo sostenibile, quella che prima chiama-vamo governance partecipativa e democratica. Come affrontareuna sfida così complessa? Costruendo un’organizzazione integratae una collaborazione cooperativa, attenzione ai processi e alle tra-sformazioni sociali attraverso gli approfondimenti delle conoscenzecon un’azione politica e sociale diffusa sul territorio (si pensi al ruolodelle Circoscrizioni che hanno con molta ricchezza prodotto Forumdella Salute, esperienze e alleanze locali) e poi attraverso un pro-cesso fondamentale che è quello della valutazione. I due strumentiprincipe sono il Profilo di Salute e il Piano di Salute che ritroviamoanche nella proposta di Piano Socio Sanitario Regionale. Il metodo:dicevamo il processo partecipativo definendo in modo concordatoquelle che sono le priorità perché non si può agire su tutto conapprofondimenti tematici e locali specifici appunto sul territorio.Bisogna individuare il repertorio delle politiche e delle risorse per lasalute perché sono tantissime, spesso non in rete, spesso nonconosciute ma ci sono molte energie e azioni positive già presentinella nostra realtà. Il repertorio delle buone prassi a tutti i livelli e lavalutazione delle principali politiche”.

Le differenze di salute e le differenze sociali, impediscono dimantenere e promuovere la propria salute rendendo le personeparticolarmente vulnerabili agli eventi e alle condizioni di rischio ditutti i giorni.

Questo credo debba essere l’elemento fondante alla base deiprogrammi e delle scelte politiche, quindi combattere le differenze,ridurre gli svantaggi. Per cui è fondamentale capire come nasconole differenze di salute a Torino, per individuare i punti di ingressodelle politiche della Città, per suggerire ai decisori politici temi esoluzioni che costituiscano le sfide per le politiche del futuro. I datidella relazione del Prof. Costa ci fanno molto pensare rispetto aquanto si è ottenuto in questi anni e a quanto ancora si può ottene-re individuando appunto scelte precise. Come garantire quindi lasalute al centro di ogni programmazione e la persona al centro delsistema? Intanto abbiamo lo strumento dei 32 indicatori dell’OMSche sono uno strumento riconosciuto a livello mondiale specificoper l’Europa. È fondamentale raccogliere e utilizzare i dati in modosistematico, rapido e diffuso. Credo che in questo senso il progettoMADE della Regione recentemente presentato possa essere moltoutile. E poi quelli che nel Piano Socio Sanitario Regionale vengonochiamati PEPS (Profili e Piani della Salute) a tutte le dimensioni isti-tuzionali.

I fattori psicosociali emergono come elementi su cui investire for-temente sul piano delle politiche e non solo sul piano delle scelteindividuali, perché si evince come esista una bassa possibilità diautonomia e di controllo sulla propria vita là dove ci sono povertàsul piano psicosociale e ciò determina una riduzione della parteci-pazione sociale che, è scientificamente dimostrato, riduce la spe-ranza di vita e attiva anche reazioni adattative con stili di vita insa-ni. Anche gli stili di vita sono spesso legati alla deprivazione dei fat-tori psicosociali. Quale governance emerge quindi dalla discussio-ne? La necessità di un piano esplicito, la necessità del monitorag-gio, della sussidiarietà, la necessità di individuare target fortementeselettivi per poter agire su quelle che sono ancora le differenze insenso assoluto e in senso relativo tra i gruppi di persone e poten-ziare la medicina di iniziativa. Superare quindi l’idea di progetto perun’idea di sistema per ottenere quello che può essere definito unapproccio sistematico alla promozione della salute”.

a cura della Divisione Servizi Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie -

Assessore alla Famiglia e ai Servizi Sociali Marco Borgione

➯ Segue da pag. 9

Le reti Città SaneLe reti Città SanePromozione Salute

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➯ Segue a pag.12

Città Sane nel ChiereseIl Chierese si è caratterizzato, negli ultimi 5 anni in Piemonte,

come “ laboratorio innovativo” nella costruzione di un Welfarelocale, centrato sullo sviluppo di:• una “assistenza prevalentemente inclusiva”;• di un “mercato sociale amministrato” relativo all’assistenza

domiciliare;• di una “capacità programmatoria partecipata” in grado di pen-

sare a tutto campo le politiche sociali e di tradurle nella dire-zione dell’integrazione e dell’attivazione concreta della sussi-diarietà orizzontale. Ne sono esempi già operativi:

• la prima sperimentazione nazionale sull’ erogazione di BuoniServizio di assistenza domiciliare per i non autosufficienti amezzo di Agenzie erogatori accreditate al CSSAC (Consorziodei Servizi socio assistenziali del chierese),

• l’approvazione del Piano di Zona (primo approvato in Piemonte– Marzo 2004) a norma della Legge 328/2000 (legge quadrosull’assistenza) e della Legge regionale 1/2004.Proprio questa ultima esperienza, partita già alla fine del 2001

e durata oltre 18 mesi, è stata caratterizzata da un'ampia, inten-sa e continuativa partecipazione di operatori e dirigenti dellaPubblica Amministrazione (dell'ASL, dei Comuni, del Consorziodei servizi socioassitenziali, della Scuola), del Privato sociale edel Volontariato impegnati in campo sociale e sanitario.

Essa si è configurata a tutti gli effetti come un processo di pro-gettazione partecipata (democrazia partecipata), di co-progetta-zione da parte di tutti gli attori indicati nell'art.1 della L.328/2000.

In essa, la ricerca di condivisioni, ha caratterizzato tutte le fasidel percorso e le interazioni tra i diversi ambiti organizzativi: illivello di partecipazione, di impegno e la chiarezza dei ruoli e deipassaggi organizzativi hanno contraddistinto le diverse fasi dilavoro di costruzione del Piano di Zona per il territorio dei 25Comuni del Chierese e costituiscono un prezioso e non sconta-to risultato che rappresenta oggi un prerequisito importante perl'avvio e la gestione della fase di realizzazione degli interventiintegrati che il Piano di Zona stesso sta realizzando.

Il Piano di Zona redatto, contiene obiettivi e linee progettualiche coinvolgono le politiche per il lavoro e quelle ambientali, lepolitiche dell'istruzione e le politiche urbanistiche e infrastruttura-li oltre che quelle più propriamente socio sanitarie.

Pertanto esso si propone sul territorio come atto programma-torio che le diverse amministrazioni locali dovrebbero assumerein modo trasversale ai diversi settori (intersettorialità) andandoad agire anche sulla separatezza e frammnetazione della pro-grammazione politica nei comuni più grandi del territorio.

Tale livello di incidenza del Piano di Zona porta con sé l'esi-genza di riconoscere alle politiche di promozione della salute unruolo prioritario e non marginale nelle amministrazioni locali.

La città di Chieri ha investito e investe da molti anni risorsesignificative nella costruzione dei servizi sociali e dei servizi allapersona, con una quota di spesa procapite per il Welfare localedel Comune di Chieri che è infatti fra le più alte delle varie real-tà Piemontesi ed in particolare la più alta fra i Comuni di analo-ghe dimensioni della Provincia di Torino.

Questo è il risultato delle “scelte politiche” che le amministra-zioni degli ultimi dieci anni hanno operato negli ultimi due man-dati, in primo luogo a sostegno dei bisogni di salute dei propri cit-tadini, e ancora versando una significativa quota di solidarietànei confronti dei piccoli Comuni che aderiscono al Consorzio deiservizi socioassistenziali del chierese (CSSAC), che in assenzadi tali risorse non potrebbero oggi sopportare i costi dell’ assi-stenza. Tutto ciò, a fronte di un finanziamento del Fondo dellePolitiche Sociali regionale nettamente più basso rispetto ad altriterritori consortili del Piemonte ed in particolare il più basso deiquattro territori distrettuali coincidenti con il territorio dell’ASL 8.

Se queste sono state le scelte e questi i risultati, credo siamaturo il momento di una adesione formale della città di Chieri

Città Sane ed i medici dimedicina generale nelleCircoscrizioni 2 e 3 dell’Asl 2

Dopo aver prodotto il Profilo di Salute delle Circoscrizioni 2 e3 sono cominciate le consultazioni con la popolazione. IlCoordinatore della IV Commissione della Circoscrizione 3 haprovveduto a coinvolgere le parti sociali.

Il Presidente del Forum della Circoscrizione 2 sta avviandouna serie di incontri; alcuni sono destinati all’informazione ed altrifinalizzati all’attivazione di focus group per le due priorità selezio-nate dalla cittadinanza insieme all’amministrazione locale: ungruppo si occupa di approfondire le tematiche relative agli anzia-ni ed un altro quelle relative alle problematiche ambientali. Inprecedenza c’era già stata una riunione con un’equipe di medicidi medicina generale della Circoscrizione 2 per parlare di CittàSane.

Nell’ASL 2 si è organizzato un corso di formazione per i medi-ci di medicina generale, dal titolo: “Il progetto internazionale CittàSane: utopia o realtà per la medicina generale?”. Sono stati rico-nosciuti 4 crediti ECM.

L’obiettivo era informare circa il progetto, ma anche fornire ele-menti di concretezza a quelle che potevano sembrare ipotesisquisitamente teoriche e difficilmente realizzabili.

Il corso, realizzato il 3 dicembre 2005, ha previsto una presen-tazione dei principi teorici ed organizzativi, sia a livello interna-zionale sia a livello piemontese, ed è stato illustrato dalCoordinatore regionale CIPES del progetto Città Sane. E’ segui-ta la presentazione del Profilo di Salute delle due Circoscrizionicomponenti l’ASL.

I partecipanti hanno ascoltato l’esposizione individuando sin-golarmente su di un foglio quelle che ritenevano criticità. I medi-ci si sono poi aggregati in gruppi di lavoro con l’obiettivo di ordi-nare le criticità in ordine di priorità, e di individuare quale potevaessere il ruolo del medico di medicina generale nell’affrontare iproblemi selezionati dai gruppi.

al Progetto CITTA’ SANE, cioè a quel programma dell’Organiz-zazione Mondiale per la Salute (OMS) che, rifacendosi alla Cartadi Ottawa (per il conseguimento della Strategia della Salute pertutti per l’anno 2000 e oltre) e alla dichiarazione di Alma Ata (sullecure primarie), definisce “una città sana quella che crea e miglio-ra continuamente i suoi ambienti fisici e sociali, che consente losviluppo delle risorse comunitarie che permettono alle personedi aiutarsi, di sostenersi reciprocamente nello svolgimento ditutte le funzioni della vita e che consentono di realizzare al mas-simo le potenzialità di ciascun individuo”.

L’adesione a CITTA’ SANE e l’impegno che ciò comporta intermini di costruzione dei Profili di salute (a partire dal Comunedi Chieri e progressivamente esteso a tutto il territorio del distret-to sanitario), rappresenterà la base conoscitiva per l’implemen-tazione del Piano di zona, o meglio come io mi auguro, dei pros-simi atti di programmazione territoriale integrata socio-sanitaria,che spero il Prossimo PSSR introdurrà, e che mi piace denomi-nare Piani integrati di Salute e che dovrà comunque tener contodi tutta quella polifattorialità di elementi che caratterizzano ideterminanti di salute previsti per Città Sane.

Per sostenere l’azione locale sarà altrettanto necessario pro-muovere la costituzione di una sede CIPES che possa da agireda stimolo presso le pubbliche amministrazioni della zona aadottare le linee di indirizzo previste dall’OMS in tema di “saluteper tutti”.

Filadelfo AricòPresidente del Consorzio dei servizi socio assistenziali

del Chierese.

Le reti Città SaneLe reti Città Sane12Promozione Salute

La democrazia del numeroDalla BDDE a MADE

Il 10 gennaio è stato presentato alla CIPES il nuovo pro-getto di rete informativa regionale (MADE) con relazioni diMarco Dalmasso (Servizio di epidemiologia), Marco Varetto(CSI), Umberto Falcone (DoRS Centro Regionale diDocumentazione per la Promozione della Salute).Nell’articolo che segue sviluppiamo alcune considerazioninell’auspicio di un futuro di cooperazione e sviluppo cheveda coinvolta la CIPES a testimonianza di un’attività tecni-ca da adottarsi nell’interesse di tutti e, anche grazie all’ado-zione dei profili di salute, da proporre a tutte le realtà localiche, anche in autonomia, vorranno occuparsene.

Il “governo del popolo” è la massima espressione di rappresen-tanza che la civiltà dell’uomo abbia saputo concepire ma non perquesto esente, per la sua stessa natura, da gravi, possibili distor-sioni. In una piccola comunità coesa, fondata sulla continuità delletradizioni, piuttosto omogenea al suo interno come, forse, potevaessere la pólis greca, la democrazia, come forma di governo,poteva essere sufficientemente partecipativa, attiva, universalisti-ca, e far sì che il potere che la governava derivasse effettivamen-te da un suffragio così diffuso da essere capace di garantire, gra-zie ai naturali legami presenti al proprio interno, solidarietà e unitàall’intera comunità. Ma quando i numeri crescono o le differenzeculturali si accentuano, la democrazia, costretta a delegare sem-pre di più la sua rappresentanza, rischia di generare poteri elitari,staccati da quello stesso “popolo” da cui hanno tratto origine,oppure tende a creare, per necessità, formalità burocratichenecessarie per garantire l’universale applicazione dei diritti o deidoveri, esposte però al rischio di trasformarsi in “burocratismi”capaci di allontanare ancora di più la rappresentatività dichiaratadall’effettiva possibilità del suo esercizio.

Queste derive malate fanno sì che il potere democratico, ilpotere del popolo, si possa ridurre in un adempimento elettoralesuggestionato dall’“agire demagogico”, con cui oligarchie cultura-li o economiche, attribuendo il proprio potere al consenso popola-re, mantengono sostanzialmente il controllo della comunità, nongarantendo più l’interesse di tutti ma solamente “dei più rappre-sentativi”, perché più numerosi o economicamente più forti.Perché la democrazia si realizzi in una società complessa, nonbastano, perciò, le sole leggi ma si rendono necessari anchesaperi e conoscenze accessibili e trasparenti con cui tutti possa-

Al termine dell’esposizione dei lavori dei gruppi è intervenuto ilPresidente del Forum della Salute della Circoscrizione 2 che haillustrato i passi compiuti fino ad ora a livello locale e le azionipreviste in futuro.Il corso prevedeva la somministrazione ai par-tecipanti di un pre test ed un post test, contenenti le stessedomande, per verificare il livello delle conoscenze prima e dopolo svolgimento del corso. Si è visto che il miglioramento delleperformance andava dal 10% al 60% e che nessuno dei mediciaveva uno standard del 100% in fase di pre test (uno solo avevarisposto correttamente al 90% delle domande al pre test).

I questionari di valutazione predisposti per l’ECM prevedono 5livelli di gradibilità: nulla – scarsa – discreta – ottima ed eccellen-te per quanto riguarda la rilevanza dell’argomento, la qualitàespositiva e l’efficacia dell’intervento.

Nessuno dei medici ha dato giudizi negativi (scarso o nulloimpatto) ed il 75% delle valutazioni indicava rilevanza, qualità edefficacia buona o ottima.

L’esperienza quindi è stata positiva, sia per i medici che per irelatori e questo è un altro tassello del percorso informativo - for-mativo che si sta strutturando a livello locale.

Mara Fanì

➯ Segue da pag. 11 no effettivamente, concretamente, facilmente, giungere alla cono-scenza oggettiva della realtà contestuale e meritoria che caratte-rizza quella società. Uno dei paradossi della globalizzazione èproprio questo. Le reti di comunicazione informatica, che dovreb-bero, in quanto strumento tecnologicamente avanzato, limitarsi aessere patrimonio di pochi, grazie però all’esigenza di creare undiffuso mercato dell’informazione, hanno di fatto generato unanuova cultura e creato dei nuovi accessi, semplificando utilizzi eprocedure, abbattendo i costi, diffondendo strumenti, non con-sentendo il controllo da parte di nessun potere che abbia l’ambi-zione di durare. Questo breve e necessariamente semplificativoragionamento sulla democrazia e sul potere, ci porta a conside-rare positivamente quanto, pur nei limiti di una fase ancora daconsiderarsi sperimentale, sta accadendo nella nostra regione.

Nei primi anni Novanta, per iniziativa dell’assessorato alla sta-tistica, veniva creata la BDDE (Banca Dati DemograficaEvolutiva) che, definita dalla Regione e sviluppata dal CSI, eraall’epoca esclusivamente dedicata a fornire dati sui soli aspettidemografici.

Dalla fine degli anni Novanta il progetto venne ulteriormentesviluppato sino a includere variabili non tradizionali, a rendersidisponibile in internet, a fornire rappresentazioni cartografichetematiche e a produrre proiezioni demografiche a breve termine.Delle due versioni in internet, una è pubblica e di libera consulta-zione, l’altra, contenente dati più complessi e “sensibili”, adaccesso riservato, è data dalla “versione Rupar” (Rete Unitariadella Pubblica Amministrazione Regionale), una rete di comuni-cazione fra enti pubblici, con cui è possibile, tramite password, sial'estrazione di dati e indicatori che l'utilizzo di tecniche di analisicon accesso diffuso: sono infatti messi in rete tutti i 1206 comunidel Piemonte, alcune associazioni (fra cui la nostra) ed è consen-tita l’attivazione di oltre 100 servizi non esclusivamente sanitari.Con l’inizio del 2000 ci si è posto, però, un problema di metodo,cercando di proporre una versione capace di far interagire piùbanche dati, di integrarli, e di effettuare calcoli misti, mettendo incorrelazione indicatori diversi.

Questa nuova applicazione della Rupar è stata denominataMADE (Motore per l’Analisi Demografica ed Epidemiologica) il cuisviluppo è stato affidato dal settore organizzazione e informaticaregionale a quello epidemiologico sanitario. Grazie a essa, è pos-sibile ottenere una descrizione “multidimensionale” del data basedi una o più realtà locali (MDDB), potendo liberamente definirenuovi sottoinsiemi e ricorrere a nuovi indicatori o richiedere per-corsi di ricerca validati con cui effettuare relazioni sanitarie e pro-fili di salute. Ciascuna comunità locale è quindi in grado di porredomande utili a “conoscersi” per “modificarsi”. Vale a dire puòeffettuare un profilo di salute e produrre un piano per la salute(PPS). Rupar-Made continuano però a essere motori di ricercadove l’aspetto sanitario è ancora prevalente. Non sono cioè effi-cacemente estraibili tutti quei 32 indicatori che l’OMS ritienenecessari per l’effettuazione di un profilo di salute locale. Nonpossiamo poi ignorare che, analogamente al sistema “Rupar” chefa capo al settore Organizzazione e informatica, altri sistemi infor-mativi, animati da logiche diverse, sono tutt’oggi operanti.

CIPES intende rendere noto e diffusamente accessibile MADEcome uno strumento ritenuto cruciale nella programmazione deiprofili di salute locale, uno strumento tecnico da rendersi peròdisponibile non a soli tecnici. Intende inoltre farsi portatrice dell’e-sigenza di integrare e semplificare tutte le risorse conoscitive, cor-reggendo l’attuale ridondanza di codifica dei dati presentati dallevarie, diverse, fonti.

Per questa ragione CIPES sarà presente nei corsi di formazio-ne già organizzati, ne proporrà di nuovi, si farà carico di interve-nire nelle pubbliche amministrazioni confortati dal fatto che permolti la “promozione della salute” non è più solo uno slogan oun’enunciazione di principio, ma incomincia a diventare semprepiù un percorso scientificamente validato e un’attività irrinunciabi-le per tutte le politiche che si pongono l’obiettivo di raggiungere ilbenessere di tutti.

Enrico Chiara

Le reti Città SaneLe reti Città SanePromozione Salute

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L’anziano e la sicurezzaurbanaIl Convegno promosso dal Consiglio dei Senioresdella Città di Torino

Gli anziani sono soggetti deboli, spesso soli, facilmenteaggredibili: sono le principali vittime della mancanza di sicu-rezza nelle città. E a Torino il 30% della popolazione ha com-piuto sessant’anni.

In particolare, su 900 mila abitanti, 210 mila (il 23,3%)hanno più di 65 anni e circa 52 mila hanno superano gli 80. Inrapporto al sesso, hanno un’età superiore ai 65 anni il 19,7%degli uomini e il 26,7% delle donne; hanno spento più di 80candeline, il 3,8% dei maschi e il 7,6% delle femmine.

Per gli over sessanta, il problema della sicurezza ha unaduplice valenza: da una parte l’evento criminoso (furto, scip-po) o l’incidente stradale (investimento, caduta scendendo damarciapiede), dall’altra le conseguenze che la situazionenegativa può avere sulle condizioni fisiche, psicologiche efunzionali anche nel lungo periodo.

Un evento pericoloso causa in queste persone insicurezza,paura, tendenza all’isolamento dal mondo esterno, fa venirmeno quel ruolo attivo tanto importante per il loro benesserefisico e psichico.

Il punto della situazione è stato fatto nel corso del convegno“Per una Città più serena. L’anziano e il problema della sicu-rezza urbana”, promosso dal Consiglio dei Seniores della cittàdi Torino, il 14 novembre 2005, presso l’Aula Magna delRettorato dell’Università degli studi di Torino.

I lavori si sono sviluppati in due distinti momenti: il primocentrato sui fatti e le situazioni, il secondo dedicato alla rifles-sione secondo un’ottica psicologica, medica, sociologica.Sono intervenuti i rappresentanti delle Forze dell’ordine,dell’Amministrazione comunale, dell’Associazionismo privato,dell’Università.

Il comune di Torino ha lavorato molto in questi anni, attivan-do una serie di iniziative per rendere più sicura la città. Traqueste, lo scorso anno, sono stati attivati due centri di ascol-to rivolto agli anziani nella seconda (S. Rita – Mirafiori Nord),e sesta Circoscrizione. Sportelli, che l’Amministrazione civicaintende estendere agli altri quartieri. L’assessore alla PoliziaUrbana, Gian Luigi Bonino, intende dar vita a un osservatorioper un’unica rete – informativa e operativa – di coordinamen-to fra le forze dell’ordine, istituzioni, servizi sociali, associazio-ni e parrocchie.

Mauro Famigli, comandante della Polizia municipale, haspiegato il successo dei centri d’ascolto: <<Non solo per casidi truffe e raggiri, ma anche di disagio, di violenze private. Sucirca 120 segnalazioni ricevute, 95 volte siamo intervenuti arisolvere situazioni critiche>>.

La Polizia municipale della seconda circoscrizione ha distri-buito agli over sessanta della zona, un opuscolo “Vademecumper la sicurezza della terza età”, in cui sono illustrati, in modosemplice e chiaro, un insieme di accorgimenti e consigli pernon diventare vittime di criminali senza scrupoli. E proprio ariguardo delle truffe e dei furti con raggiro, il servizio “Aiutoagli anziani vittime di violenza” del Comune nel mese di otto-bre ha trattato 270 casi. <<I nostri interlocutori sono gli anzia-ni che vivono soli (70%), soprattutto donne (587 su 827 adottobre) – precisa Carlomaria Gioria, direttore del servizio –sono le vittime preferite perché hanno bisogno di comunicaree si lasciano avvicinare più facilmente dai truffatori, come chisi finge infermiere o tecnico dell’Enel>>. Ma non mancano gliscippi (52 segnalazioni al Servizio del Comune) e i borseggi(84).

<<La richiesta di sicurezza – spiega Alberto Bersani,

Presidente del Consiglio dei Seniores – proviene sia daglianziani che vivono in condizioni di disagio, sia da coloro chesono abituati a normali standard di vita. Tutti hanno bisogno dinon incappare in atti di violenza fisica o in casi di violenzasubdola, qual è la truffa, e di vivere in contesti in cui la tran-quillità, la serenità e la fiducia, caratterizzano i rapporti socia-li>>.

La promozione della miglior condizione fisica-psicologica-sociale possibile sulla base delle caratteristiche individuali edelle condizioni sociali di vita, può servire, a parere di SilviaCiairano, docente al Dipartimento di Psicologia dell’Universitàdi Torino, ad aumentare il benessere e l’adattamento dell’indi-viduo e a prevenire molti episodi di violenza o truffa di cuisono vittime i cittadini, e tra questi anche gli over 60. E’ indi-spensabile un impegno sociale in due direzioni: da una parteinterventi volti a diminuire radicalmente i crimini commessicontro gli anziani, dall’altra attrezzare questi ultimi per ridurrela probabilità che possano esserne vittime. Nel primo caso sidovrà promuovere la responsabilità individuale o adottarealtre misure per abbassare il livello del crimine in generale, nelsecondo è necessario che tutti gli individui abbiano a disposi-zione sufficienti risorse individuali e ambientali. Non devemancare però un efficace sistema di informazione rivolto aglianziani contro le truffe e gli altri crimini, facendo leva sullacapacità di ognuno ad agire per combattere quel senso diffu-sa di insicurezza che dilaga in questa fascia di popolazione.

Un’analisi sulla psicologia degli anziani e su come vienepercepita la sicurezza da questi ultimi e dai cittadini in gene-rale, è stata presentata da Guido Lazzarini, docente presso ilDipartimento di Sociologia della Facoltà di Economia diTorino.

Secondo Lazzarini il problema della sicurezza riguarda tuttiindistintamente. Basta aprire le pagine di cronaca dei quoti-diani per essere bombardati da continue notizie di ragazzini,ragazzine o donne stuprati. C’è una situazione di malesserediffuso nelle grandi e piccole città, che colpisce le persone piùdeboli: bambini, donne, immigrati. <<Non sono solo gli anzia-ni – spiega Lazzarini - ad essere vittime della nostra societàviolenta, altrimenti si rischia di farli sentire sempre sotto laminaccia di qualcuno>>.

Chi non è più giovane ha un grande bisogno di comunicare,di dialogare, di raccontare, di tornare al passato per scaricarele tensioni di oggi. <<Chi compie azioni di “abbindolamento” –continua il professore - usa la tecnica dell’ascolto, mette l’an-ziano a suo agio, gli dà ragione, lo aiuta a superare l’ansiacontinua che lo attanaglia e che lo spinge a parlare dei suoianni migliori, quando aveva conferma delle sue capacità. Perquesto molte volte, chi vive da solo apre la porta di casa asconosciuti o addirittura gli affida somme di denaro>>.

Pur di soddisfare l’esigenza di attenzione e di ascolto, l’an-ziano diventa inconsapevole dei rischi cui si va incontro affi-dandosi a persone estranee.

Anche i vari “sportelli” informativi sia pubblici, sia privatidiventano un ostacolo per quanti non si sentono più sicuri opercepiscono che le proprie capacità cognitive si stanno inde-bolendo. Gli over 60 si devono cimentare con termini pococomprensibili anche a chi non è anziano, parole usate condisinvoltura dai molti addetti ai lavori. <<Questi sono soggetti– precisa Lazzarini - con poca cultura, incapaci di cercare uncontatto, un dialogo con chi è in difficoltà. Il loro linguaggio siferma ai venti vocaboli immagazzinati durante i corsi di prepa-razione, non si preoccupano di essere compresi dai loro inter-locutori>>. Le oggettive difficoltà nella comprensione di talelinguaggio viene percepito dall’ anziano come un venir menodelle proprie capacità, un non essere più all’altezza di svolge-re da solo quell’operazione, che potrà fare solo se accompa-gnato da un familiare. Al contrario queste strutture dovrebbe-ro rappresentare un’opportunità per mantenere le persone inautosufficienza.

Mariella Continisio

Opinioni a confrontoOpinioni a confronto14Promozione Salute

Il pianto greco degli italiani

La campagna elettorale delle prossime elezioni, soprattuttoda parte dei detentori del monopolio dell’informazione, imper-versa e, di pari passo, crescono le lamentazioni di circa sessan-ta milioni di individui che, nel più assoluto personalismo, vivonoin un territorio chiamato Italia.

Mi domando se esiste un popolo che può definirsi italiano emi riesce difficile identificarli come collettività civile, matura econsapevole dei diritti e dei doveri che costituiscono un’entitànazionale; ciò che appare è solo una somma di singoli soggettiche tendono a trarre il maggior beneficio personale da ognisituazione, assolutamente indifferenti all’interesse collettivo.

Noi conviviamo tranquillamente, perché in fondo lo conside-riamo un fatto inevitabile, congenito, con mafia, camorra, ndran-gheta e sacra corona unita, rassegnati alla loro esistenza eprassi. E’ naturale risolvere ogni questione ricorrendo all’inevita-bile e consueta “raccomandazione”, chi non ha nemmeno le giu-ste conoscenze è un fesso e tanto peggio per lui!... E’ naturale,per chi ne ha la possibilità, evadere il fisco, e cosi, di corruzionein corruzione, si fonda una nazione.

Se dunque la premessa è questa e se la matematica non èun’opinione, ne consegue un governo composto da corrotti,incapaci che non hanno la più pallida idea del significato di valo-ri indispensabili quali il senso dello stato e il senso civile.

Il proverbio “ognuno ha il governo che si merita” non è unametafora, riflette esattamente la situazione reale.

Noi però ci riteniamo più intelligenti di tutti gli altri, è veroabbiamo avuto una grande cultura, non dimentichiamo il rinasci-mento, ma oggi, esprimiamo tutta la nostra arroganza, ignoran-za e presunzione in questa totale autodistruzione politica, eco-nomica culturale e sociale. Siamo così arroganti e presuntuosiche la nostra espressione più elevata sono il calcio (con tutto ilsuo marciume) e i famosissimi e analfabeti reality televisivi.

Ma l’errore più grave è quello di puntare il dito contro tutti, lacolpa è sempre di qualcun altro, mai nostra.

Mi spiace, non è così, La colpa è sempre condivisa nell’indif-ferenza, nell’individualismo, nelle violazioni, anche se piccole, sicrea una ricaduta a valanga che distrugge giorno ogni settoredella vita pubblica: la sanità, la scuola, l’università, la giustizia, itrasporti, e nutre il cancro della burocrazia borbonica nella pub-blica amministrazione e del ladrocinio sistematico nei settori pri-vati di imprese e liberi professionisti, nel commercio che, appro-fittando furbescamente del cambio di moneta, ha imposto l’au-

Questa è la testata di “News Promozione Salute”, la News letter telematica della CipesPiemonte. Dal gennaio 2006 essa è pubblicata ad integrazione di “Promozione Salute”,nell’intervallo tra i vari numeri, informando, segnalando iniziative che riteniamo di utilità peri nostri lettori. Comuni, Province, Aziende Sanitarie, Associazione, altre Istituzionipossono segnalarci le notizie che la Redazione pubblicherà nel limite del possibile.Essa è inviata ai Soci ed ai lettori di Promozione Salute che a suo tempo ci hanno rilascia-to il loro indirizzo di posta elettronica. Ovviamente a questi si stanno aggiungerando quan-ti ne hanno fatto richiesta. Saranno cancellati quanti non vorranno ulteriormente riceverlaavvalendosi degli spazi predisposti.

mento dei costi più elevato d’Europa. Ora si piange perché iconsumi sono calati, ecco un effetto di questa classica furbiziaitaliana che predispone infinite trappole senza sapore vederecon un po’ di lungimiranza che i tutti, indistintamente, prima o poicadremo in esse.

L’unione europea ha promosso un’indagine sulla corruzionepolitica negli stati membri. Al primo posto nella scala dei paesionesti c’è la Finlandia, al penultimo l’Italia.

Dunque, smettiamola di piangerci addosso, di lamentarcicome adolescenti viziati, prendiamo atto dello stato che noicreiamo ogni giorno e assumiamocene la totale responsabilità.

Esiste la possibilità per cambiare la situazione, dobbiamoguarire dalla grave malattia nazionale “la sindrome da ombelicodel mondo” in cui ognuno si sente prezioso e unico individuo,decisamente più importante e con più diritti degli altri i quali,invece, nei suoi confronti hanno solo doveri.

Quando saremo guariti sicuramente vivremo tutti meglio, conun reale e completo benessere…quando c’è la salute c’è tutto!...

Renata Simonotti

Opinioni a confrontoOpinioni a confrontoPromozione Salute

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Per una Ricerca SanitariaFinalizzata ……………….……a creare Salute

Nel suo articolo “Una sanità che crea salute – la ricerca”(Promozione Salute di Novembre/Dicembre) Luigi Resegotticonclude ‘La ricerca è certamente essenziale per una buonasanità; con qualche ritocco potrà essere essenziale per unabuona promozione della salute’. Una conclusione che offre lospunto per fare alcune considerazioni su come questo auspiciopotrebbe tradursi in realtà.

Come ha spiegato l’assessore dott. Mario Valpreda, la nuovadenominazione dell’Assessorato “alla Tutela della Salute eSanità” vuole sottolineare l’impegno dell’Amministrazione regio-nale nel promuovere la Salute oltre che garantire una buonaSanità. La ricerca può certamente concorrere a questi obiettivi.Da un lato, le ricerche sui marcatori diagnostici e prognostici esulla efficacia dei farmaci e dei protocolli terapeutici, per citarealcuni esempi, possono infatti contribuire all’ottimizzazione delleprestazioni assistenziali. D’altro lato, le ricerche epidemiologi-che e di valutazione del rischio di esposizione ai fattori eziologi-ci ambientali e alimentari, così come la ricerca di laboratorio suimeccanismi patogenetici delle malattie ambientali (indispensa-bile per individuare i marcatori diagnostici precoci), possonoessere di grande aiuto nel perseguire l’obiettivo di “tutelare lasalute” dei cittadini prevenendo la comparsa di malattia. Nondimenticando, tra gli altri, l’importanza degli studi psico-sociali edi infortunistica (domestica, sui luoghi di lavoro e per la strada)nel riconoscimento dei fattori causa di malattia. La ricerca è dun-que, insieme con la buona organizzazione e la formazione (el’informazione), un componente cardine per perseguire la quali-tà negli interventi di prevenzione e di assistenza. Ne segue cheil sostegno alla ricerca è un obiettivo strategico delle politichesanitarie e sociali.

Ricerca di Base o Ricerca Applicata? Oggi la parola d’ordi-ne è “finanziare la ricerca finalizzata, ovvero applicata alla riso-luzione immediata (o nel breve periodo) del problema”. In medi-cina, questo ragionamento indurrebbe a privilegiare soltanto lasperimentazione clinica dei nuovi farmaci, dimenticando chequesta sperimentazione ha un suo razionale che si basa sullapreventiva conoscenza di come la malattia nasce e di come ilmalato si modifica nel tempo in conseguenza di essa. E ciò ciriconduce alle ricerche sui meccanismi patogenetici di malattia,e quindi sui fattori eziologici (al cui riconoscimento contribuisco-no gli studi epidemiologici) e sulle alterazioni minime dell’omeo-stasi fisiologica (che poi fungono da indicatori diagnostici e pro-gnostici). L’equivoco sull’importanza tra ricerca di base e ricercaapplicata è tutto qui. Il dilemma se per migliorare le prestazionisanitarie (intendendo in questo contesto “i protocolli terapeutici”)sia più utile privilegiare l’uno o l’altro tipo di ricerca è, dunque,fuorviante. Piuttosto, bisognerebbe avere il coraggio di distin-guere la “Buona” ricerca da quella “Cattiva”, essendo laprima, presto o tardi, sempre e comunque utile mentre la secon-da conduce solo allo spreco di risorse.

Ricerca di Avanguardia o Ricerca Tradizionale? Un altrodilemma molto attuale è se sia più vantaggioso investire sullericerche “innovative” o su quelle “tradizionali”. Si tratta, ancorauna volta, di un falso problema. Per prima cosa bisogna sfatareil mito che è di “Eccellenza” la ricerca focalizzata su un “ogget-to” alla moda (ieri gli oncogeni e la terapia genica, oggi le cellu-le staminali) o con metodi di avanguardia che finiscono per‘omica’ (ieri la genomica e la proteomica, oggi la metabolomicae la farmacogenomica). Si può fare una ricerca pessima e inuti-le anche utilizzando come modello sperimentale le cellule stami-nali e avendo a disposizione l’apparecchiatura più sofisticataper analizzare geni e proteine. Per contro, si può fare dell’ottima(“Eccellente”) ricerca studiando con i metodi tradizionali (inclusa

la vecchissima immunoistochimica) l’espressione di una protei-na in una biopsia. Oltretutto, questa sarebbe una ricerca utilis-sima ai fini diagnostici e terapeutici. Le due tipologie di ricerche,quella che esplora nuovi metodi e nuovi campi di indagine equella che utilizza modelli e metodi consolidati nel tempo, nonsono in alternativa e andrebbero entrambe supportate, purchél’obiettivo sia finalizzato ad una conoscenza utile.

La questione vera allora diventa: come riconoscere la “buona”ricerca ? In prima battuta possiamo riferirci a tre parametri: l’o-biettivo (che deve essere coerente con il possibile sfruttamentodelle conoscenze acquisite), il metodo sperimentale (che deveessere adeguato all’obiettivo, indipendentemente dal livello dicomplessità tecnologica) e la competenza del ricercatore. C’èpoi un ulteriore livello di controllo che consente di verificare aposteriori se e quanto quella ricerca era meritevole di supportoattraverso la valutazione dei risultati conseguiti dopo un primoperiodo di lavoro (“dai frutti riconoscerete l’albero” !).Naturalmente ciò presuppone che le relazioni scientifiche sianovalutate attentamente e che si verifichi, prima di concedere unulteriore finanziamento, che i risultati della ricerca precedente-mente sponsorizzata siano stati infine (diciamo entro 1-2 anni)pubblicati su una rivista scientifica (i risultati attesi devono esse-re proporzionali al finanziamento concesso, ovviamente). Unpunto fondamentale è che il ricercatore possieda le competen-ze necessarie per il conseguimento degli obiettivi. Infatti, perquanto questi ultimi possano essere “buoni”, solo l’esperienzadel ricercatore può dare la garanzia di successo. E allora tra icriteri di valutazione occorre privilegiare il Curriculum del propo-nente basandosi soprattutto su un parametro oggettivo (comead esempio le pubblicazioni scientifiche). La congruità del finan-ziamento richiesto con l’effettivo piano di spesa è, infine, unulteriore indicatore di cui tener conto.

Ulteriori considerazioni sul finanziamento pubblico allaricerca La Regione Piemonte è tra quelle che destinano unaquota maggiore a questo scopo. Tuttavia, le risorse non sono‘infinite’ e questo impone la scelta di obiettivi in base ai qualiselezionare le ricerche da finanziare. Come regolarsi nel caso(auspicabile) che il numero di ricerche ‘buone’ sia superiore allepossibilità finanziarie ? In questi casi si dovrebbe privilegiare laricerca più aderente alle finalità per le quali sono stanziati ifondi. A questo riguardo, nei programmi di intervento gli obietti-vi devono essere chiaramente esplicitati in modo da non gene-rare equivoci sui criteri che saranno poi adottati in sede di valu-tazione. Pure, bisognerebbe evitare che proposte di ricercapotenzialmente “buone” non vengano finanziate per carenza difondi. Queste dovrebbero e potrebbero essere recuperate conopportuni aggiustamenti, per esempio recuperando fondi straor-dinari e, eventualmente, evitando di ‘sovra-finanziare’ (continua-tivamente) un gruppo di ricerca a scapito di un altro che purepropone una buona ricerca. Non ultimo, è auspicabile che vi siaassoluta trasparenza sulle procedure di valutazione comparati-va rendendo pubblici i giudizi critici sui progetti di ricerca appro-vati e non, e ciò anche al fine di consentire al ricercatore di auto-valutare la propria proposta in confronto a quella dei colleghi.

Ciro Isidoro(docente di Patologia Generale, Università del Piemonte

Orientale “A. Avogadro”)

Promozione aluteSNotiziario del CIPES PiemonteConfederazione Italiana per la Promozione della Salute e

l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte

è inviato gratuitamente ai soci ed a quanti ne fanno richiesta

Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoro16Promozione Salute

A.S.L. 3

“Edo non sa leggere”di Roberta MoriondoEdizioni Angolo Manzoni,Torino 2005, pag 46, € 5

Edo è un bambino come tanti, felice fin-ché non inizia la scuola elementare. Qui siscopre diverso: non riesce ad imparare aleggere e scrivere come i compagni, diven-ta oggetto di sgridate e derisione, si sentesempre più insicuro. Finché un giorno qual-cuno intuisce la natura del suo problema –soffre di dislessia – e lo aiuta a trovare lasua strada. Definita dagli specialisti “distur-bo specifico dell’apprendimento”, la disles-sia è tuttora poco conosciuta benché si cal-coli che colpisca in Italia il 5% della popola-zione, circa 3 milioni di persone. Si manife-sta attraverso difficoltà di lettura e, talvolta,di scrittura e di calcolo. Un disturbo che nonha niente a che vedere con le capacità sen-soriali o intellettuali (ne soffrivano ancheEinstein e Walt Disney) e che, riconosciutoprecocemente, consente di intervenire inmodo adeguato, evitando pregiudizi e soffe-renze. L’autrice di questo libro, RobertaMoriondo, medico, foniatra e fisiatra (lavoraal servizio di Medicina Riabilitativa dell’ASL3), lavora quotidianamente con bambini chehanno disturbi della voce, del linguaggio edella comunicazione. Da anni si occupa inparticolare di dislessia e ha osservato come,attraverso corrette misure diagnostiche,terapeutiche e compensative, sia possibilemodificare in modo significativo il percorsoscolastico dei bambini colpiti da questodisturbo.

Di qui l’idea del libro, nato per diffonderela conoscenza della dislessia tra genitori,insegnanti, terapeuti ma anche per aiutare ibambini nel loro percorso riabilitativo. Laforma scelta infatti è quella della fiaba dove,accanto ad un linguaggio semplice e all’usodi figure accuratamente scelte, vengono uti-lizzati alcuni accorgimenti tipografici (corpodel testo, spaziatura, colore e formato dellepagine) studiati per facilitare la lettura.

Ufficio Stampa ASL 3 Torino

A.S.L.4

Il managementsanitario: questosconosciutoDall’esperto dell’ASL 4 diTorino un vademecum peroperatori sanitari alle presecon problematiche gestionali

Cinquemila chilometri su una navecargo lungo i freddi mari del nord Europaper raggiungere, in poco più di un weekend, l’Islanda, i suoi silenzi e le sue bel-lezze. È questa la vacanza che decide diconcedersi il dott. Martinelli, nefrologo edirettore del dipartimento di medicina diuna immaginaria ASL del Nord d’Italia,per sfuggire allo stress degli obiettivi, deibudget, della valutazione del personalee dedicarsi alla lettura di alcuni lavori cli-nici e di un giallo del suo autore preferi-to. Ma un libro sul management sanitarioacquistato in aeroporto, cambierà i suoiprogetti di relax ed anche le sue ideesulla gestione e sul management sanita-rio. I fiordi norvegesi, i tramonti sul maredel nord, il verde delle isole Shetland edelle Fær _er, le sorgenti termali e ideserti lavici islandesi faranno da sfondoad una lettura manageriale inaspettata-mente interessante e a profonde rifles-sioni sul ruolo gestionale del medico esulle opportunità che questo offre.

Al rientro dal suo viaggio, Martinellisarà meno pessimista sulle possibilità diconvivenza tra professione sanitaria emanagement, e sentirà gli strumentiorganizzativi meno minacciosi e inva-denti di quanto non avesse fatto sino aquel momento.

A tutti gli operatori sanitari che, comeMartinelli, si sono confrontati con difficol-tà, perplessità e diffidenza con gli stru-menti dell’aziendalizzazione è dedicato ilvolume Un week end con il managementsanitario di Salvatore Nieddu, responsa-bile del controllo di gestione dell’ASL 4 diTorino, pubblicato dal Centro ScientificoEditore.

I temi trattati sono quelli classici delmanagement sanitario sviluppati in cin-que capitoli: perché il management:quindici anni di cambiamento, organiz-zarsi: i basic di una buona organizzazio-ne, facciamo i conti: contabilità, bilancioe analisi dei costi, chi ben programma èa metà dell’opera, …e le persone? comevalutare e gestire il personale.

L’approccio è innovativo, caratterizza-to dalla:

➢ leggerezza, l’espediente narrativodi legare i vari capitoli del libro con lanarrazione (racconto nel racconto) delviaggio del dott. Martinelli e delle sue

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L’ospedale SanLorenzo diCarmagnola si apreagli artisti

Lunedì 19 dicembre 2005 alle ore11.00 presso la Sala Riunioni dellaPiastra dei Servizi dell’Ospedale SanLorenzo di Carmagnola di è tenuta, alla

esperienze gestionali presso l’immagina-ria Asl di Montebello, vuole rendere piùaccattivanti i temi trattati, di per sé com-plessi e per addetti ai lavori.

➢ semplicità, il volume si rivolge a chiil management non l’ha (mai o quasi mai)incontrato nel proprio percorso di studi,non lo conosce (e ne farebbe sincera-mente a meno), ma avverte la necessitàdi capirlo e di utilizzarlo.

➢ brevità, non basta un week end perdiventare un medico-manager di succes-so...ma è meglio essere arrivati sino infondo nella lettura di un breve libro, cheavere abbandonato alle prime pagine untrattato! Il testo è quindi solo un mezzoper avvicinare i non addetti al manage-ment ed introdurli a letture più approfon-dite.

L’autore. Salvatore Nieddu è respon-sabile della Struttura Controllo di gestio-ne dell’ASL 4 di Torino. È professore acontratto di Organizzazione Aziendalepresso la Facoltà di Economiadell’Università di Torino. Ha svolto perdiversi anni attività di consulenza direzio-nale e formazione manageriale sui temidel management sanitario. È autore dinumerose pubblicazioni inerenti il con-trollo di gestione, i sistemi di valutazionedel personale, l’organizzazione e la valu-tazione economica in ambito sanitario.

Silvana Patrito

Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoroPromozione Salute

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A.S.L.20

Il progetto del cuore(area tortonese)

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Incontro sulladegenerazionemaculareSi tratta di una malattia che colpisce gli over cinquantenni e che può portare alla cecità

Nell'ambito della "Campagna qualitàdella Visione - I tuoi occhi il tuo mondo - ",la struttura operativa di " Oculistica "dell'o-spedale S. Spirito di Casale, diretta dal pro-fessor Mauro Fioretto, ha organizza vener-dì venti gennaio, un incontro aperto al pub-blico all'auditorium San Filippo, in via Pinelli

A.S.L. 22

Pigiama monousoper la dignità delpazienteSperimentazione grazie al contributo di Rotary ClubAcqui Terme e Associazione“Aiutiamoci a vivere” onlus di Acqui Terme

Il rispetto della dignità del paziente si puòdimostrare anche attraverso piccoli gesti.Questo lo spirito che anima l’iniziativa pro-mossa dal Rotary Club Acqui Terme edall’Associazione di Volontariato“Aiutiamoci a vivere” di Acqui Terme a favo-re dei pazienti dell’ospedale cittadino.

Si tratta della sperimentazione di un indu-mento monouso di tipo innovativo: unagiacca ed un pantaloncino in TNT (TessutoNon Tessuto) che coprono completamente ilpaziente, offrendo nel contempo la possibi-lità agli operatori sanitari di accedere allaparte del corpo interessata attraverso aper-ture richiudibili con un velcro. Il malato nonsoffre il freddo e rimane dignitosamentecoperto anche in situazioni di emergenza,durante le quali le manovre di intervento

A circa un anno e mezzo dalla nascita, “IlProgetto del Cuore” (La defibrillazione pre-coce nel territorio dell’ASL 20 di Alessandriae Tortona) è costantemente cresciuto: sial’installazione degli apparecchi presso lesedi individuate, sia la formazione delle per-sone abilitate all’utilizzo dei defibrillatorisono proseguiti secondo il piano di sviluppodel progetto.

Il proposito dell’ASL20 è di distribuirecapillarmente i Defibrillatori Semiautomatici, ➯ Segue a pag. 14

presenza dell’Assessore Regionale allaCultura, prof. Giovanni Oliva, del DirettoreGenerale dell’ASL 8, ing. Giorgio Rabino,del Sindaco della Città di Carmagnola,prof. Angelo Elia, la presentazione dell’ini-ziativa “L’ospedale San Lorenzo diCarmagnola si apre agli artisti”.

L’iniziativa, partita da Coco Cano,famoso artista uruguaiano e, ormai, citta-dino italiano da molti anni, ha coinvoltoaltri due importanti artisti legati al territoriocarmagnolese, Elio Garis e GuidoGiordano, con il prestigioso obiettivo direndere gli spazi comuni del presidiomeno anonimi e contribuire così al pro-cesso di umanizzazione dell’ambienteche, ormai da alcuni anni, vede l’ASL 8attivamente impegnata.

“L’idea di inserire segni d’arte in ospe-dale – afferma Coco Cano, che è ancheassessore alla cultura della Città diCarmagnola- è nata da alcune riflessioni,effettuate anche insieme ad alcuni amiciche lavorano in ambito sanitario, sul ruoloche l’arte deve avere sulle persone esulla vita di ogni giorno, contribuendo arenderla più serena.”

“Riempire di valori estetici l'ospedale etutti quegli spazi che riguardano la nostracura, é riprendere il filo di una tradizioneantica che, nonostante tutto, ha lasciatotracce e testimonianze, anche all’internodell’Ospedale San Lorenzo, attraverso,ad esempio i ritratti degli antichi benefat-tori, alcuni arredi antichi o ancora l’archi-vio storico dove sono racchiusi più di 600anni di storia del presidio.” – afferma ildirettore generale dell’ASL8, GiorgioRabino - La cosiddetta umanizzazionedegli spazi che servono alla nostra curanon è solo un problema di look!L’iniziativa è espressione della concezio-ne dell’ospedale come uno spazio sem-pre più attento alle esigenze non solosanitarie delle persone ricoverate, nellaconsapevolezza che il processo di guari-gione è influenzato, oltre che da cure effi-caci, anche da un ambiente che favoriscelo stato generale di benessere psicofisi-co.”

Chiara Masia - tel. 011.9719336

soprattutto nelle situazioni logistiche carat-terizzate da maggiore densità di popolazio-ne, dalla distanza dalle strutture sanitarieadibite all’emergenza ed a particolari esi-genze di alcune strutture.

Obiettivo finale del “Progetto del Cuore” èche ogni Comune dell’ASL 20 abbia almenoun Defibrillatore Semiautomatico sul suoterritorio: nei Comuni di maggiori dimensio-ni ovviamente il numero degli apparecchiaumenta proporzionalmente in base allenecessità.

Per organizzare meglio la gestione delProgetto e dei defibrillatori, il territoriodell’ASL20 è stato suddiviso in sei grandizone:1. Tortona e sue frazioni2. Comunità Montana Valli Curone, Grue e

Ossona3. Comunità Collinare4. Bassa Valle Scrivia (Castelnuovo Scrivia,

Pontecurone e Comuni circonvicini)5. Alessandria e frazioni6. C.I.S.S.A.C.A.

Punto di forza del progetto è l’integrazio-ne tra diversi attori pubblici e privati, in par-ticolare:

- la Struttura Complessa di Medicina eChirurgia d’Urgenza e SEST 118 dell’ASL20, a cui sono affidati il coordinamento tec-nico e la formazione ai futuri addetti all’uti-lizzo dei defibrillatori semiautomatici;

- i Sindaci dei Comuni del Tortonese edella Bassa Valle Scrivia, della ComunitàMontana e Collinare, che si sono attivatiimmediatamente, con un consistente impe-gno economico;

- l’Associazione Prometeo onlus, cheriveste un ruolo importante nella realizza-zione concreta del progetto e nella promo-zione dello stesso presso enti e struttureprivate;

- la Fondazione Cassa di Risparmio diTortona, che, attraverso un contributo di €80.000 ha permesso all’AssociazionePrometeo l’acquisto degli apparecchi;

- il Centro Operativo 118 di Alessandria, acui spetta la certificazione dei volontari.

Ufficio Comunicazione

10. L'argomento, di sicuro interesse, ha trat-tato della "degenerazione maculare-cono-scerla per combatterla" :una patologia cor-relata all'età che può causare cecità speciein persone con più di cinquantacinque annidi età. Per questi motivi, un'informazionecorretta di carattere sanitario risulta essereun'efficace misura preventiva.

I relatori che hanno trattato l'argomento: ilprofessor Fioretto e il dottor StefanoTorrielli. Gli stessi, hanno spiegato i sintomiprecoci di tale malattia " nonché i nuovi pre-sidi terapeutici che possono risultare effica-ci. Conferma Fioretto: "malgrado i nuoviorizzonti terapeutici è comunque fondamen-tale una diagnosi precoce e l'incontro con lapopolazione serve proprio a rendere edottele persone a mettere in evidenza piccoli, masignificativi sintomi che spesso passanoinosservati" La campagna di sensibilizzazio-ne, in sintonia con L'Unione Italiana Ciechi(sezione di Alessandria) e dell'AgenziaInternazionale per la Prevenzione dellaCecità- sezione Italiana, va dunque nelladirezione di una corretta informazione e pre-venzione per aiutare il cittadino a superarele difficoltà che potrebbe riscontrare nelcaso di una degenerazione maculare retini-ca. Per questi motivi, infine, si dà notizia cheai primi sintomi è possibile consultare gra-tuitamente il numero telefonico verde, 800-859020.

Renato Celeste

Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoro18Promozione Salute

ASO

Dalla Cina perimparare una tecnica diernioplastica Corso di formazione presso lesale operatorie degli ospedaliMolinette e Maria Vittoria diTorino

Dieci chirurghi di Pechino sono stati aTorino in novembre 2005 per un corso dichirurgia erniaria. Il corso, organizzato dalDipartimento di discipline medico – chirurgi-che dell’Università di Torino presso laChirurgia d’Urgenza universitaria delleMolinette, diretta dal professor MarioMorino, e l’Unità di Chirurgia laparoscopicadel Maria Vittoria, diretta dal dottorValentino Festa, verterà sulla tecnica diernioplastica ideata dal professor ErmannoTrabucco, chirurgo italiano emigrato a NewYork ed attualmente in pensione. La ripara-zione dell’ernia inguinale è l’intervento piùdiffuso in chirurgia generale e negli ultimianni è stata rivoluzionata dalla introduzionedelle cosiddette “retine”, ovvero protesi inmateriale biocompatibile che – introdotteattraverso una piccola incisione praticata inanestesia locale ed utilizzate come “toppe”di rinforzo della parete addominale - hannoconsentito di trasformare una chirurgia checomportava una prolungata inattività, gra-vata da un tasso di recidiva vicino al 20% inuna chirurgia ambulatoriale, con ripresaimmediata di ogni attività anche sportiva econ un tasso di recidiva inferiore al 2%.Tutto ciò comporta un notevole impatto

ASO

Al via la sperimentazionefreedomPer valutare il trattamentopiù efficace nei pazienti dia-betici, con infarto o angina, emalattia coronarica estesa

Uno studio no-profit per valutare qualefra due diversi trattamenti (by pass eangioplastica con stent medicati) è, alunga distanza, più vantaggioso neipazienti diabetici, con infarto, angina emalattia coronarica estesa.

Questa l’importante e impegnativa ricer-ca clinica internazionale che vede la parte-cipazione, dal 6 dicembre, delDipartimento di Malattie Cardiovascolaridell’Azienda Ospedaliera Santa CroceCarle di Cuneo.

Lo studio, denominato FREEDOM, acro-

➯ Segue da pag. 13

non devono essere ostacolate dalla presen-za di indumenti personali.

Questo particolare pigiama “usa e getta”non è ancora commercializzato nel nostroPaese e le due Associazioni acquesi hannovoluto offrire la possibilità ai pazienti dell’o-spedale cittadino di essere tra i primi in Italiaa sperimentarne l’utilizzo. Così dal primodicembre l’ospedale di Acqui Terme avrà adisposizione cinquecento pigiami monousoper utilizzarli, quando necessario, negliinterventi di Pronto Soccorso e per i pazien-ti del Day Surgery.

Un campione del nuovo indumento èstato visibile in anteprima dal 24 al 27novembre presso lo stand chel’Associazione di Volontariato “Aiutiamoci avivere” ha allestito in collaborazione conl’ASL22 all’esposizione “Acqui & Sapori”,per far conoscere ai cittadini l’attività di curepalliative nel territorio acquese.

Paola Repetti

socio sanitario ed ha motivato i chirurghicinesi a venire a perfezionarsi a Torino, unadelle culle di tale tecnica, dove vengono tral’altro prodotte le protesi.

E’ stato lo stesso professor Trabucco aconsigliare i colleghi cinesi a rivolgersiall’Università di Torino per un corso duranteil quale saranno eseguiti i diversi interventi diernioplastica e discussi i risultati e le indica-zioni di tale tecnica.

L’Addetto Stampa Pierpaolo Berratel.: 335 / 12.22.559

nimo che riprende l’iniziale dei termini ingle-si (Future REvascularization Evaluation inPatients with Diabetes Mellitus: OptimalManagement of Multivessel Disease), ècoordinato dall’Università Mount Sinai diNew York, con la sponsorizzazione delNational Heart, Lung and Blood Institutes(l’equivalente americano del nostro IstitutoSuperiore di Sanità), coinvolgerà 2400pazienti negli USA, Canada, Sud Americaed Europa.

La ricerca ha l’obiettivo di valutare qualefra due diversi trattamenti (by pass e angio-plastica con stent medicati), è il più indicatoper una tipologia specifica di pazienti: lepersone affette da diabete. Ad oggi, infatti, ilby pass è il trattamento più spesso racco-mandato per questa tipologia di malati, maè possibile che l’angioplastica con stentmedicati fornisca risultati a lungo termineuguali o anche migliori. Questo è il quesitoa cui la ricerca vuole rispondere>.

La partecipazione allo studio verrà propo-sta ai pazienti diabetici con infarto o anginae malattia coronaria estesa, ricoveratinell’ASO Santa Croce Carle e per i quali lospecialista cardiochirurgo e il cardiologointerventista, in modo concorde, ritenganoche il by pass e il trattamento con angiopla-stica (con uso di stent medicati), possanodare risultati equivalenti.

L’arruolamento inizierà nella prima metàdi dicembre: tutti i pazienti arruolati verran-no seguiti accuratamente per 5 anni, anchedagli specialisti diabetologi e neurologi, checollaborano alla ricerca>.

Naturalmente informazioni più precise edettagliate verranno fornite direttamente aipazienti a cui l’arruolamento viene propo-sto, e ai loro medici di famiglia.

Laura Mondino

Le reti HPHLe reti HPHPromozione Salute

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➯ Segue a pag. 20

Progetto fasce deboli: abusoe violenza nei confrontidelle donne e dei minori

L’ASO Materno - Infantile Regina Margherita - S.Anna di Torino,dal 2003 promuove il Centro SVS (Soccorso Violenza Sessuale)per la presa in carico delle donne vittime di violenza sessuale ed unambulatorio dedicato per i minori vittime di abuso e maltrattamenti.

I 2 Centri operano secondo un modello interdisciplinare ed in retecon il territorio, con altri Ospedali della Regione Piemonte e dellaConferenza Permanente degli Ospedali Pediatrici e Materno –Infantili in Italia (Ospedale Bambin Gesù di Roma, Ospedale Meyerdi Firenze, Ospedale Salesi di Ancona, Ospedale Gaslini diGenova, Ospedale Santobono di Napoli, Ospedale Burlo Garofalodi Trieste).

Il Centro SVS dell’Ospedale Ostetrico – Ginecologico S.ANNA diTorino, ha avuto avvio nel Maggio 2003, come Centro MedicoSpecialistico integrato e multidisciplinare per fornire appropriataassistenza nei casi di violenza sessuale nei confronti delle donne dietà superiore a 14 anni.

Questo progetto innovativo si sviluppa grazie ad una cooperazio-ne interistituzionale (Aziende Sanitarie della Regione Piemonte –Tutela della Salute e Sanità – Welfare, Lavoro, Imigrazione,Emigrazione, Politiche per la Casa, Cooperazione Sociale –Commissione Regionale Pari Opportunità – Università degli Studidi Torino – Coordinamento Cittadino Contro la Violenza alle Donnedel Comune di Torino – Provincia di Torino – Comune di Torino),che ne rappresenta il valore aggiunto

Il Progetto SVS è inserito nella Rete dei Progetti HPH (HealthPromoting Hospital).

Le caratteristiche del Centro SVS.Per garantire assistenza appropriata alle donne che hanno subi-

to violenza, si prevede, nell’ottica dello sviluppo di sinergie fra idiversi livelli istituzionali, la cooperazione fra interventi sanitari esociali, con integrazione Ospedale – Territorio.

Nell’elaborazione del progetto, si è tenuto conto della necessitàdi un avvio graduale, monitoraggio nel tempo, e di contenere almassimo i costi, per i noti vincoli finanziari.

L’intervento nell’emergenza.Si prevede una accoglienza con regole di comportamento appro-

priate e condivise, con tempi variabili a seconda della situazione,un intervento tecnico che segua un protocollo prestabilito, la com-pilazione di una scheda che sia utilizzabile sia per la raccolta datisia per un eventuale referto e iter giudiziario.

L’intervento di più lungo periodo.Alla donna vittima di violenza viene offerta la possibilità di un fol-

low-up Medico presso il Centro e, qualora lo ritenga opportuno, unintervento di tipo psico - sociale e legale, in stretta interconnessio-ne con il territorio e con il volontariato sociale.

La violenza sessuale è un fenomeno drammatico e complessoche richiede un lavoro professionale di carattere multidisciplinare:✥ Fondamentale, soprattutto nella fase di emergenza, è il ruolo

della Ginecologa che offre una prima accoglienza e raccoglie lastoria della violenza e l’anamnesi sanitaria e socio - famigliare.Inoltre effettua la visita ginecologica, gli esami batteriologici einfettivologici, la profilassi per le malattie sessualmente trasmes-se, l’intercezione post - coitale, la raccolta delle prove ai finiMedico - Legali, l’eventuale denuncia di reato se procedibile d’uf-ficio. Se lo ritiene necessario, può attivare la consulenza delMedico Legale.Il Centro SVS può quindi essere sempre utilizzato come risorsanon solo dalle vittime di violenza ma anche dagli altri Ospedali,dalle Forze dell’Ordine, dalla Magistratura.La Ginecologa, inoltre, programma i successivi momenti di fol-low-up per i controlli sanitari e infettivologici. In tali momenti diincontro è presente anche l’Ostetrica e l’Assistente Sociale.

✥ Il Centro fornisce quindi:• Il servizio di pronto intervento• Il servizio telefonico di informazioni e di appuntamenti• Il follow-up Medico - Ginecologico• La consulenza Medico – Legale• La consulenza psicologica di prima valutazione ed

eventuale follow-up• L’assistenza socio – assistenziale in rete con i servizi

sociali territoriali e con volontariato✥ Si prevede il coinvolgimento delle seguenti figure professionali:

• Medici specialisti in Ostetricia – Ginecologia• Medici specialisti in Medicina Legale• Psicologa• Ostetrica• Assistente Sociale

✥ La modalità organizzativa prevede l’attivazione di un ambulato-rio con presenza attiva di un Medico Ginecologo nelle ore feria-li diurne e, per le restanti ore, con un Servizio di ProntaDisponibilità, afferente al Pronto Soccorso Ostetrico –Ginecologico.

La valutazione dell’intervento.Il progetto prevede la periodica valutazione dell’intervento con

indicatori quali – quantitativi predefiniti, e la predisposizione di unarelazione annuale sull’andamento del progetto.

Da Maggio 2003 a Dicembre 2005 sono state prese in carico164 donne.

Presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita è attivo un ambu-latorio dedicato per l’assistenza dei minori vittime di abuso e mal-trattamento.

Da anni il Centro ha sviluppato una continuità assistenzialeOspedale-Territorio, in particolare con l’equipe multidisciplinare“Cappuccetto Rosso” dell’ASL 4 di Torino.

I principi su cui si fonda l’”Ambulatorio Dedicato” sono:• Ridare a un bambino, che è stato violato nel corpo e nello spiri-

to, la considerazione come “persona” e la rassicurazione sul suostato di salute fisico;

• Effettuare una visita completa, adeguata e documentata in mododa poter evitare al bambino ulteriori visite fonte di trauma psico-logico.Come accogliere il bambino?

• Assicurare un ambiente adatto• Rispetto della privacy:• Gli operatori di sportello non devono porre domande sul motivo

della visita (vengono informati precedentemente);• L’infermiere dedicato accoglie il bambino ed i suoi accompagna-

tori, si presenta e li accompagna nell’ambulatorio dove sono

Le reti HPHLe reti HPH20Promozione Salute

Gruppo HPH: umanizzazione dei servizi sanitari

Miglioramento alla persona straniera che afferisce ai Servizi Sanitari

L’anno 2005 è stato per il gruppo di lavoro “Umanizzazione deiservizi sanitari” un anno molto produttivo, grazie ad un intensolavoro di partecipazione ed entusiasmo di tutti i componenti delgruppo.

Come da progetto si sono svolte, con il finanziamento del FondoSociale Europeo, le 10 sessioni del corso di formazione dal titolo:“Verso una sanità multietnica: aspetti normativi e culturali per l’ac-coglienza di cittadini stranieri”, tenuto dall’agenzia formativa AlmaTerra (vedere locandina allegata).

Gli argomenti trattati hanno riscosso interesse da parte dei par-tecipanti e suscitato dibattiti interessanti.

Il programma previsto ha subito nel corso delle varie sessionidegli adattamenti metodologici e didattici per far fronte alle esigen-ze e alle osservazioni dei partecipanti.

Al termine delle 10 sessioni la valutazione è stata molto positiva.Per l’anno 2006 le sfide che il gruppo si propone sono notevoli:1) Proseguire il percorso formativo degli operatori, che anche

questo anno grazie all’interesse suscitato, sarà finanziato dal alFondo Sociale Europeo.

Si prevede un’articolazione di: - numero 5 sessioni del corso “Verso una sanità multietnica:

aspetti normativi e culturali per l’accoglienza di cittadini stranieri”rivolta agli operatori che non hanno potuto partecipare alle sessio-ni dell’anno precedente.

- numero 9 sessioni di un nuovo corso avanzato dal titolo: “Unorganizzazione comune per l’accoglienza dei cittadini stranieri.Questo nuovo corso, in fase di progettazione, prevede una forma-zione differenziata degli operatori per professionalità e area opera-tiva. L’obiettivo è costruire un patrimonio informativo e culturaledisponibile on line, ossia presente sul sito web di ogni ASL/ASOpartecipante al progetto.

2) L’inserimento del gruppo HPH: umanizzazione dei servizisanitari piemontese all’interno del progetto europeo “Migrant-friendly Hospital” .

A tal fine sono stati presi contatti con il Dott. Antonio Chiarenzacoordinatore della Rete di Reggio Emilia.

3) La realizzazione in primavera di una giornata di studio sultema dell’interculturalità in ambito sanitario basata sul confronto fraesperti aperto a tutti gli interessati.

Diamo inoltre il BenVenuto all’ASL 8 che ha chiesto di partecipa-re alla rete umanizzazione dei servizi sanitari piemontese.

Ed è con questa prospettiva di crescita e condivisione che stia-mo affrontando il nuovo anno!

Giuseppina Viola - Marisa Toso

attesi dal Medico e “deve stabilire con il bambino un rapporto difiducia/empatia”, deve trovare il modo più idoneo alla situazione;

• Se la situazione lo consente, con l’autorizzazione del genitore, ilbambino viene accompagnato dall’infermiere in un altro locale;

• Se la situazione non lo consente l’infermiere deve creare “unospazio” all’interno dell’ambulatorio stesso per dare la possibilitàall’adulto di esprimersi liberamente, con il Medico, sull’accadutoo sul sospetto, per dare la possibilità al bambino di prendereconfidenza con l’infermiera e con l’ambiente e quindi di acquisi-re fiducia.Medico e infermiere dedicato.Lo scopo è quello di dare al bambino e a chi lo accompagna tutta

l’attenzione ed il tempo necessario a raccogliere il racconto esoprattutto permettere al bambino di “potersi fidare” degli operato-ri ed accettare la vita.

Percorso assistenziale.• Prenotazione• Accoglienza• Racconto accompagnatore• Anamnesi• Visita medica completa con “consenso” della bambina/bambino• Screening MST, se necessario• Relazione medica• Invio al territorio

Prenotazione.• Prenotazione effettuata dagli operatori “dedicati”;• Gli operatori di sportello non devono porre domande sul motivo

della visita (vengono informati precedentemente).Accoglienza.

• L’infermiere “dedicato” accoglie il bambino ed i suoi accompa-gnatori, si presenta e li accompagna nell’ambulatorio dove sonoattesi dal Medico.Entro quali tempi va condotta la visita.

• Nel minor tempo possibile per:• Raccolta reperti• Labilità delle lesioni• Tutela del bambino• Livello d’ansia che la situazione comporta

• La visita va effettuata nell’immediato se l’episodio è avvenutoentro le 72 ore;

• Va organizzata entro e non oltre 7 giorni dall’abuso se l’episodioè avvenuto tra i 3 e i 7 giorni precedenti;

• Nei casi in cui il bambino sia tutelato e siano trascorsi più di 8giorni dal sospetto abuso sessuale, è necessario concordare ladata della visita con i genitori o il tutelante.

Conclusione.Il Centro SVS e l’Ambulatorio dedicato ai minori, trovano la loro

collocazione presso l’ASO Regina Margherita – S.ANNA, speri-mentando un modello di organizzazione e di gestione interistituzio-

➯ Segue da pag. 19 nale innovativo eventualmente trasferibile in altre strutture sanita-rie, in funzione della missione aziendale di fornire prestazioni dialta specializzazione nel campo della diagnosi e cura, gestire pro-grammi di prevenzione, svolgere attività di ricerca e didattica,essendo inoltre sede di Scuole di Specializzazione in Ginecologiae Ostetricia, in Pediatria ed in NPI e dei Corsi di Laurea inOstetricia e Infermieristica Pediatrica.

Si prevede di organizzare, nell’anno 2006, un Convegno Regio-nale sulle tematiche sviluppate.

Dott.ssa Grace RABACCHIDirettore Sanitario Presidio Ospedaliero S.ANNA

Corso Spezia, 60 10126 – TORINOTel. 011/3135960 – 011/3134200 Fax 011/3134238

E mail [email protected]

Tante scuole per la saluteCentinaia di ragazzi e ragazze hanno affollato per l’intera

giornata di venerdì 16 dicembre 2005 l’ Auditorium del Sermig,presso l’Arsenale della Pace di Torino.Con la regia di SilvioGeninatti (Team Promozione della Salute dell’ASL 4) e conLucia Portis (Dipartimento Patologia delle Dipendenze dellastessa ASL) nelle vesti riuscite di conduttrice, ha avuto luogouna vera e propria kermesse basata sulla capacità di gruppi diragazzi di produrre messaggi, informazioni, proposte di stili divita orientati alla tutela della salu-te.Con il convolgimento di profes-sori e studenti di numerose scuo-le medie (SM Baretti, SM Croce-Morelli, SM Viotti, SM Olivetti) lagiornata-evento ha rappresentatoil momento pubblico di una seriedi iniziative interne ad Istituti diIstruzione Superiore come ilBodoni-Paravia, lo Steiner, ilCasale e il Beccari. Nel corso diqueste iniziative, alcune dellequali attive da anni, ragazzi eragazze, esperti esterni, inse-gnanti impegnati sul terreno dellasalute si sono confrontati a lungosugli stili di vita e sulle condotte arischio che possono far precipita-re i giovani in situazioni critiche etalvolta disperate.I punti di arrivodi questi confronti, sorretti dallecompetenze tecniche nel campodella fotografia, della produzionedi video, della grafica pubblicita-ria proprie delle loro scuole, sisono tradotti in pieghevoli effica-ci, in immagini con alto valorecomunicativo e anche in una tea-tralità coinvolgente come quellarappresentata “sul palcoscenico”da Luigi e Valentino dell’IstitutoBodoni.Alla presenza di due ope-ratori dell’A.S.L.4, i due giovanihanno efficacemente simulatodue situazioni estremamenterischiose: il possibile utilizzo del-l’auto in stato di ubriachezza e lamancanza di precauzioni duranteun rapporto sessuale con partneroccasionale. Utilizzando tecnichedi brainstorming, Luigi eValentino sono riusciti a coinvol-gere i loro compagni provocandoun’intensa discussione durante laquale sono emersi i dubbi, le per-plessità riguardo il comportamen-to a rischio che le situazioni rac-contate proponevano, ma anchele informazioni corrette e i fattoridi protezione utilizzabili per evitare o limitare i danni alla propriasalute.Pizze, musiche, liberi confronti democratici “a scenaaperta” per risolvere “empasse” improvvisa, hanno fatto daintorno ad un evento che a sua volta meritava di essere filmatoe messo in circolazione nelle scuole medie inferiori e superioridella nostra Regione. A questo nessuno ha pensato, ma esistecertamente la possibilità per tutte le scuole di acquisire copiedei video e di materiali prodotti per innescare al loro interno ulte-riori confronti sugli stili di vita che possono comportare rischianche gravi. Efficacissima, ad esempio, la proposta degli stu-

Scuola e SaluteScuola e SalutePromozione Salute

21denti e dei professori dell’Albe Steiner di immagini video disituazioni di vita a rischio che intervallano il carrello in salita diuna “ montagna russa “ e quelle che segnano il precipitare dellestesse situazioni attraverso la folle corsa del carrello in una vor-ticosa discesa.Altrettanto efficaci sono le immagini del pieghe-vole “Zona a rischio, per ricordarsi di pensare”, realizzate daglistudenti delle classi quarta e quinta foto B dell’IIS Bodoni, cheriproducono su cartoncino le stesse criticità affrontate dal videodell’Albe Steiner e ricordano il “no stop call dello SportelloGiovani dell’ASL 4: 340-6762669”. Certamente tutti i materialiche hanno trovato spazio di espressione nel corso dell’evento

oltrepassano i limiti dell’attività diinformazione in merito al rischioimplicito di determinati consumi(tabacco, alcool, droghe) e di stilidi vita improvvidi (gravidanzeindesiderate e malattie sessual-mente trasmesse).

Si tratta di materiali elaboratinel corso di esperienze di coinvol-gimento diretto dei ragazzi e delleragazze, attraverso l’allestimentodi veri e propri setting di gruppointerattivi. Ne danno conto MauroCroce responsabile del Progetto“Videoindipendente” dall’ASL14del Verbano Cusio Ossola e i suoicollaboratori, nel numero didicembre 2005 della RivistaAnimazione Sociale. L’articoloillustra gli infiniti confronti chesono necessari per fare di unvideo un’impresa comune. “Ogniidea assume molteplici sfaccetta-ture – scrivono – a seconda delleattese e delle proiezioni soggetti-ve. In tale modo può emergere ilvissuto e l’autonomia nell’elabo-razione di ogni ragazzo. Questorende possibile interrogarsi reci-procamente, con un mediatoreadulto, sui consumi, sulle azioni dirischio e sul loro significato, dalpunto di vista soggettivo maanche dal punto di vista di unmercato ossessivo”. Questaossessione dei mercati, anche deipiù disonorevoli, che inseguonosenza tregua il mondo giovanile,è stata più volte ripresa durante latavola rotonda presieduta dalDirettore Generale dell’ASL4Giulio Fornero. Una difesa effica-ce per i giovani è certamentecostituita dal lavoro paziente che iTeam di Promozione della Salutedelle ASL possono svolgere, eper i quali il nuovo Piano Socio-Sanitario della Regione non potràche avere il massimo delle atten-

zioni. Certamente, come già evidenziato in occasione dellamanifestazione pubblica per il suo quindicesimo anno di vita,CIPES Piemonte, in sintonia con ENHPS (European Network ofHealth Promoting Schools), sosterrà ogni iniziativa che farà pro-mozione della salute con gli studenti e non per gli studenti.

YOUNG PEOPLE WANT TO BE PART OF THE ANSWER. HYPERLINK http://www.cipespiemonte.it oppure HYPERLINK http://www.euro.who.int/ENHPSwww.euro.who.int/ENHPS

Guido Piraccini

DorsDors22Promozione Salute

Perchè unaBanca Dati?Dove attingere progetti, inter-venti e contatti sullaPromozione della Salute.

DoRS raccoglie e cataloga da anni ilmateriale documentale in una banca datinata con il nome di Guscio (a metà deglianni ’90 nella sperimentazione pressol’allora CIES Piemonte) che oggi prende ilnome di Pro.Sa. Documenti.

La naturale evoluzione degli ultimi anniè stata da un lato la sua pubblicazioneon-line, che ha aperto opportunità di lavo-ro e condivisione con gli utenti della reteInternet, dall’altro l’integrazione conPro.Sa. Progetti e Interventi.

Ultima nata e portatrice di importantisviluppi informativi, è oggi a disposizionesul sito DoRS all’indirizzohttp://www.dors.it/prosa/prosa.php e con-tiene schede di Progetti di Promozionedella Salute complete di :• Destinatari, setting, abstract• Materiali documentali allegati (Schede,

pieghevoli, locandine, abstract)• Riferimenti geografici sull’intevento

(Regione, Comuni)• Riferimenti per contatti con i progettisti

(Nome, telefono, e-mail)• Riferimenti di attività (date, stato di rea-

lizzazione)Fino ad oggi, nella fase di sperimenta-

zione, è stata aggiornata e gestita daDoRS e dai RePES (Referenti diPromozione della Salute) Aziendali delPiemonte.

E’ ora possibile per tutti gli operatoricollaborare all’implementazione dellaBanca dati, proponendo progetti/interven-ti di Promozione della Salute, attraversola compilazione di un modulo all’indirizzohttp://www.dors.it/prosa/prosaprop.php(guidato da help in linea) che ne esplicitialmeno gli elementi fondamentali:

- titolo e breve abstract- destinatari e setting- collocazione geografica- periodo di realizzazione dell'intervento- promotori e gruppo di progettomentre DoRS e un gruppo di RePES

conserveranno il ruolo di supervisione egestione del sistema.

In questo modo tutti potranno contribui-re a costruire una rete di conoscenza e dicontatto fra coloro i quali operano sul ter-ritorio progettando e attivando interventidi Promozione della Salute; il materialedocumentale e le esperienze disponibilidiventeranno così la base per l’evoluzio-ne e il miglioramento della qualità delleattività stesse.

La riflessione e la conseguente messain pratica di questi strumenti di condivisio-ne delle informazioni prende il via dal

gruppo di lavoro nazionale per la speri-mentazione del Manuale diAccreditamento sulle attività diPromozione della Salute, coordinatodallo CSESI di Perugia, a cui il Piemonteha dato un apporto sostanzioso.

Uno dei nodi critici individuati a suotempo nelle Aziende osservate era infattila scarsa presenza di sistemi Informativi,strumenti fondamentali per la rendiconta-zione e divulgazione a livello aziendale eregionale delle attività di progetto e inter-vento sul territorio.

Il gruppo di lavoro su MCQ(Miglioramento Continuo della Qualità)costituito da alcuni RePES Aziendali eoperatori DoRS, è nato per rispondere a

questa criticità, e ha ritenuto di analizza-re e integrare uno strumento tecnico giàimplementato; le strutture e le interfaccesono in continuo miglioramento e auspi-chiamo un apporto costruttivo da parte ditutti gli utilizzatori.

Al di là dell’aspetto “catalogativo”,disponibile al pubblico nella consultazio-ne, in prospettiva il sistema informativodovrà rispondere, nelle successive fasi, aqueste esigenze di conoscenza: utile aglioperatori come strumento di scambio evalutazione, utile ai livelli decisionaliregionali e aziendali come strumento diverifica e destinazione delle risorse.

Claudio TortoneMassimo Marighella

Centro di documentazioneCentro di documentazionePromozione Salute

23

Atti dellaRegione Piemonte

Proseguiamo la segnalazione di Attidella Regione Piemonte (leggi, Delibere,Determinazioni, ecc…), che a nostrogiudizio possono avere un certo interes-se per quanti si interesano di Promo-zione della Salute.

Presso la nostra sede sono a disposi-zione dei soci, delle Associazioni, ecc…I bollettini ufficiali che contengono gli atticitati

- D.G.R. 3ott. 2005, n 51-995Individuazione delle attività in materia

socio-assistenziale. Quantificazionerisorse destinate alla Direzione PoliticheSociali. Accantonamento di complessivi€ 1.405.112,00 (capitoli vari di bilancio2005)

- D.G.R. 3 ott. 2005, n 66-1010Istituzione di gruppi di lavoro per la

definizione del Piano Socio SanitarioRegionale 2005-2006

- D.D. 22 sett.2005, n 84Interventi di promozione dei controlli

contro l’abuso di alcool alla guida effet-tuati dai Servizi di Polizia Locale.

- D:G.R.17 ott.2005,n 31-1142Approvazione delle linee guida per la

realizzazione dell’Ospedale SenzaDolore sul territorio regionale.

-D.D.23 sett. 2005,n 132Costituzione gruppo di lavoro multidi-

sciplinare per l’emanazione di lineeguida sulla ristorazione CollettivaScolastica, Assistenza, Ospedaliera.

- D.G.R.28 nov. 2005,n 123-1675Erogazione dei presidi diagnostici e

terapeutici per i cittadini diabetici edinterventi per la qualificazione dellaspesa relativa. Revoca della D.G.R. 22-4083 dell’8 ott. 2001 e della D.G.R. 1-3809 del 9/8/2001 per la parte relativa.

- D.G.R.7 nov.2005,n 9-1329Progetto “Città della Salute”. Costitu-

zione di un gruppo di lavoro.- L.R. n 18/94 modifica da L.R. n

76/96. Norme di attuazione della legge,n 381/1991 “Disciplinea delle cooperati-ve sociali”. Pubblicazione dell’alboregionale delle cooperative sociali, aisensi dell’art. 2, comma 6

- D.G.R. 14 nov. 72-1417Approvazione della convenzione tra

Regione Piemonte e Ministero dellaSalute per la realizzazione del progetto“Lavoro e salute: un sistema informativointegrato per la sorveglianza degli infor-tuni sul lavoro”.

- D.G.R. 13 dic. 2005, n.33-1776Progetto “Scuola Sicura”. Approva-

zione di modalità e criteri per la presen-tazione delle domande e l’ammissione acontributo per il sostegno di iniziative epromozione della cultura della preven-zione e della sicurezza nelle scuole pie-

CARA SANITA’Le famiglie piemontesitra spese e atteseACLI Piemonte - EGAEditore - Torino 2004Con la presente ricerca l’ACLIPiemonte intende contribuire all’esplo-razione del complesso mondo dellasanità facendo riferimento non adosservatori privilegiati operanti nel set-tore, bensì alle testimonianze rese daun campione di popolazione moltovasto e statisticamente rappresentati-vo dei residenti in Regione.Sono state intervistate 2180 personecon una distribuzione equilibrata tramaschile e femminile rispettivamentedel 50,5% e il 49,5 %. L’età media degliintervistati è di 53,5 anni (da un minimodi 18 anni ad un massimo di 96).Dalla ricerca risulta un quadro articola-to e complesso che interpella i diversiattori del Welfare regionale e localeponendo loro la necessità di progettarenuove politiche socio – sanitarie – assi-stenziali, capaci di promuovere il be-nessere e la salute di tutti e di ciascu-no.In appendice il questionario “Le fami-glie piemontesi e i servizi sanitari: uti-lizzo, tempi di attesa, consumi sanitari,costi ”.

IL VOLONTARIATODEI DIRITTI Quarant’anni di esperienze nei settoridella sanità e dell’assistenzaG. D’Angelo – A. M. Gallo – F. Santanera UTET Libreria – Torino 2005Gli autori, tramite il racconto e l’analisidelle esperienze delle Associazioni divolontariato di appartenenza, sostengo-no con valide argomentazioni la tesiesplicita che è necessario passare dalvolontariato consolatorio a quello deidiritti. Un volontariato, quindi, che non silimiti ad intervenire nelle singole situa-zioni di bisogno, ma che operi affinchéle istituzioni assumano le iniziativeoccorrenti per prevenire il più possibile ildisagio sociale, per evitare ogni formadi emarginazione e per garantire accet-tabili condizioni di vita ai soggetti debo-li. Un volontariato che si impegni in par-ticolare per l’affermazione dei diritti dicoloro che sono incapaci di autodifen-dersi: minori privi di adeguato sostegnofamiliare, persone colpite da handicapintellettivo con limitata o nulla autono-mia, anziani e adulti affetti da patologieinvalidanti e da non autosufficienza.

Gino Cravero

montesi per l’anno scolastico 2006/2007- D.G.R. 21 nov. 2005, n.86-1522Attuazione della DGR n 31-12387 del

26 aprile 2004, ad oggetto: ”Approva-zione linee di indirizzo per la definizionedi un progetto di promozione delle attivi-tà di prevenzione e sicurezza nelle strut-ture sanitarie”.

- D.P.G.R.28 dic. 2005, n.119

L.R. 30/1984 e s.m.i. Nomina delConsiglio regionale di sanità e assisten-za.

- D.P.G.R. 28 dic. 2005, n117Rettifica del DPGR n. 109 in data 13-

12-2005 avente per oggetto: “L.R. 38/94art. 11 - Consiglio regionale del volonta-riato- insediamento e presa d’atto dellanuova composizione.

Vita CipesVita Cipes24Promozione Salute

Asterischi di vitaPer ragioni non dipendenti dalla nostra volontà la rubrica dello

scorso numero di Promozione Salute non è stata predisposta:dovendo riferire le iniziative di quattro mesi abbiamo dovutooperare una selezione in base a criteri inevitabilmente soggetti-vi e discrezionali; ci scusiamo quindi con i promotori di iniziativecertamente meritevoli di menzione che si troveranno esclusi.

- Riferendo in ordine cronologico:- sabato 24 settembre 2005 si è svolto a Torino, promosso dal

Centro servizi Idea solidale un convegno sul tema “IlVolontariato come opportunità educativa: l’apporto delleAssociazioni in un sistema formativo integrato”; l’iniziativa si èsvolta in collaborazione con molte realtà dell’associazionismo diVolontariato, con i servizi educativi della Città di Torino e moltescuole cittadine;

- giovedì 29 e venerdì 30 settembre 2005 è stato inaugurato“Spazzi”, la locanda degli arrivanti, sito in Via Virle 21 Torino.Spazzi è un sito complesso di incontro, di luogo di iniziative edeventi, di soggiorno gestito da persone in un qualche modo“particolari” che hanno dovuto lottare per conquistarsi un dirittoalla cittadinanza. Spazzi è un progetto delle cooperative sociali“Progetto Muret”, “Luci nella Città” e dell’AssociazioneArcobaleno. Nella locanda degli arrivanti oltre alla sede di“Segnali”, rivista dell’Associazione Arcobaleno, trovano postoun self service ristorante con prodotti lavorati dai soci, una caf-fetteria e bar, una lavanderia e guardaroba, un centro studi edocumentazione, particolarmente mirato sul disagio mentale,un emporio gestito in collaborazione con Slow Food ed un info-point della Circoscrizione tre. Alle giornate inaugurali hanno par-tecipato tra gli altri Sergio Chiamparino, Don Luigi Ciotti, VannaLorenzoni, Carlo Petrini, Cesare Picco, Diego Novelli ed il grup-po Alma Teatro;

- sabato 8 ottobre 2005 promosso dal Centro servizi IdeaSolidale in collaborazione con l’ANPAS si è svolto un convegnodal titolo “Volontariato: le sfide per il futuro”, che si è articolatoin due sessioni, la prima: “Il mondo ha ancora bisogno delVolontariato?” e la seconda: “Il Volontariato ed il capitale socia-le nel territorio”. Oltre agli Assessori Migliasso, Artesio eBorgione sono intervenuti, tra gli altri, dopo la relazione introdut-tiva di Luciano Dematteis, presidente di Idea solidale, PierPaolo Maza, Monsignor Giovanni Nervo, Luigi Bulleri ed i presi-denti nazionali dell’ANPAS, Fausto Casini, dell’AUSER, MariaGuidotti e della Società di San Vincenzo de’ Paoli LucaStefanini;

- venerdì 14 ottobre 2005, promosso dalla FondazioneGiovanni Agnelli, si è svolto il seminario “Problemi e rappresen-tazioni della devianza tra i giovani immigrati”. Dopo l’introduzio-ne del direttore della Fondazione Marco Demarie, sono statesvolte relazioni sul rischio criminalità dei proff. Marzio Barbaglie Martin Killias. Il punto di vista del giudice minorile è stato por-tato da Livia Pomodoro presidente del tribunale per i minorennidi Milano; nel pomeriggio sono state svolte numerose relazionisulla devianza nei contesti metropolitani secondo la logica dimettere a confronto diversi casi urbani (il caso delle bandeecuadoriane a Genova, il Caso Barcellona, il caso Torino);

- venerdì 14 ottobre 2005 si è costituito presso la Camera delLavoro di Alessandria il nucleo provinciale della CIPES, il cuicoordinatore è Domenico Marchigiani. Lo statuto che verràseguito è quello regionale così come gli obiettivi che verrannodeclinati con attenzione alla realtà locale;

- mercoledì 19 ottobre e giovedì 27 ottobre 2005 si sono svol-te, promosse dal Forum della Salute e Città Sane, due confe-renze alla Circoscrizione 6, anch’essa promotrice, sui temi “Ildiabete” e “Le intolleranze alimentari: la malattia celiaca” gesti-te entrambe con gli specialisti dell’Ospedale San GiovanniBosco e coordinate dalla dott.ssa Chiara Cesano – farmacistadel territorio circoscrizionale;

- mercoledì 26 ottobre 2005 si è tenuto l’esecutivo della

Conferenza provinciale della salute, in cui si è impostato il pro-gramma di lavoro. Sono state svolte comunicazioni sul progettocittadinanza attiva (Ing. Terzi), sul piano vulnerabilità sociale (drPetracchini), sull’osservatorio Cittadino sulle donne (Prov.Torino), sull’osservatorio sugli incidenti domestici e sul conve-gno sulla sicurezza stradale (Bajardi), sul progetto Urb-al-Europa-America Latina (dr Chiara);

- giovedì 10 novembre su iniziativa della Direzione piemonte-se dell’INAIL si è tenuto un convegno su “Responsabilità socia-le ed integrazione del sistema pubblico: la tutela dei lavoratoriextracomunitari” in cui è stato presentato il rapporto annualeINAIL Piemonte. Nei lavori sono intervenuti tra gli altri gliAssessori regionali Migliasso e Valpreda, il ProcuratoreGuariniello, esperti dell’INAIL, dell’Osservatorio epidemiologicoregionale. Di particolare interesse la relazione di MaurizioAmbrosini, docente dell’Università di Genova, sul tema: migra-zioni e migranti: riflessi sul mercato del lavoro e sulla dinamicainfortunistica in Piemonte;

- venerdì 11 e sabato 12 novembre 2005 si è tenuto, promos-so dall’Associazione Arcobaleno Aids, un convegno suHIV/AIDS e qualità della vita (lavorare, progettare il futuro, par-lare senza paura). Oltre alle varie relazioni di carattere clinico esociale, si sono svolte nella seconda giornata sessioni di lavorosui temi: infezioni da HIV e mondo del lavoro (moderatori PietroAltini, Germano Boero); desiderio di paternità, maternità, genito-rialità (moderatore dr Alfredo Celano); comunicare e parlare diHIV/AIDS. Aspetti sociologici preventivi relazionali (moderatoridr Giancarlo Orofino e Stefano Patrucco). Ovviamente moltonumerosi sono stati gli esperti che hanno svolto interessanti edapprofondite comunicazioni; chi desidera più specifiche infor-mazioni può richiederle tramite e-mail [email protected];

- venerdì 18 novembre 2005, convocata dalla Città di Torino,si è tenuta una Conferenza Stampa sul tema “Bambini e psico-farmaci: nuova emergenza sanitaria”. Sono intervenuti la prof.Santina Vinciguerra, Assessore al Sistema Educativo, il dr LucaPoma, portavoce nazionale della campagna “Giù le mani daibambini”, dr Claudio Aimone, psicoterapeuta e membro delComitato Scientifico;

- sabato 19 novembre 2005, su iniziativa dell’UNCEM e dellaRegione Piemonte, ha avuto luogo l’assemblea generale dellamontagna piemontese che, oltre ai saluti del SindacoChiamparino e del Presidente Saitta, ha registrato le relazioniintroduttive di Lido Riba, Presidente UNCEM Piemonte e diBruna Sibille, Assessore alla Montagna della RegionePiemonte. Numerosi e qualificati gli interventi tra cui quelli diMercedes Bresso e degli Assessori regionali Taricco, Bairati eDe Ruggero, dell’on. Giorgio Merlo. Ha tratto le conclusioniEnrico Borghi, Presidente nazionale UNCEM;

- venerdì 25 novembre 2005 si è riunito il consiglio regionaleUnipol allargato ai rappresentanti delle Organizzazioni di consu-matori (Federconsumatori, Adiconsum, ed Adoc) con all’ordinedel giorno la definizione dell’Osservatorio “Sicurpiemonte”;

- martedì 29 novembre 2005, promosso dalla FondazioneGiovanni Agnelli, dal consorzio Kairòs, dal consorzio SINAPSI(SINergie Applicate al Sistema d’Impresa), dal gruppo coopera-tivo Gino Matterelli (CGM), si è svolto il convegno “Impresasociale e sviluppo locale: idee, organizzazioni e capitali per lacomunità”. Dopo i saluti di Marco Demarie, direttore FondazioneGiovanni Agnelli, Maria Ludovica Chiambretto, responsabileTerzo Settore della Regione Piemonte, ed Elide Tisi, presidenteFedersolidarietà Piemonte, l’introduzione ai lavori è stata svoltada Guido Geninatti, presidente consorzio Kairòs. Nel pomerig-gio si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato, tra glialtri, Tom Dealessandri, Assessore al Lavoro della Città di Torinoe Stefano Viglione, Assessore al Lavoro e Politiche sociali dellaProvincia di Cuneo. Nel corso della giornata Flaviano Zandonai,responsabile Centro Studi CGM, ha presentato il QuartoRapporto sulla cooperazione sociale in Italia. Ha concluso i

➯ Segue a pag. 25

Vita CipesVita CipesPromozione Salute

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lavori Mauro Maurino, CGM-Welfare Italia;- giovedì 1 dicembre 2005, su iniziativa della Regione, della

Provincia, del Comune di Torino e del Gruppo Abele, si è svoltoil convegno “Fare positivo: AIDS tra vita e lavoro”. Nel corso deilavori che sono partiti dalla ricerca sulla salute e sulle condizio-ni di lavoro/non lavoro di sieropositivi e malati di Aids a Torino(curata dal Comune di Torino, dal consorzio sociale AbeleLavoro e dal Centro Studi Gruppo Abele) sono stati particolar-mente valutati i dati epidemiologici del Piemonte, gli aspetti tera-peutici in rapporto alle capacità lavorative e le esperienze diinserimento lavorativo; nella seconda mattinata si è tenuta unatavola rotonda su Lavoro ed implicazioni sociali della HIV oggi,a cui sono intervenuti l’Assessore comunale Tom Dealessandri,l’Assessore provinciale Cinzia Condello, l’Assessore regionaleMario Valpreda e don Luigi Ciotti. Tra i gruppi di lavoro delpomeriggio, di particolare rilievo quello su “Opportunità e diffi-coltà di inserimento nel mondo del lavoro. Quale formazione equali flessibilità possibili?”. Le conclusioni dei gruppi di lavorosono state riportate da Leopoldo Grosso del Gruppo Abele;

- sabato 3 dicembre 2005, promossa da RETINA ITALIA edall’Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti(A.P.R.I.) si è svolto ad Asti il convegno “Distrofie retiniche ere-ditarie, il punto della ricerca in Italia e nel mondo”. Gli scopi delconvegno sono stati di approfondimento della ricerca scientifica,di una corretta informazione ai malati ed alle famiglie, di sensi-bilizzazione dell’opinione pubblica per far sì che i pazienti nonrimangano isolati e vengano seguiti non solo dal punto di vistadiagnostico clinico. La tirannia dello spazio ci impedisce di rife-rire delle 12 pregevoli comunicazioni svolte e delle specificheconclusioni dei lavori. Chi vuol saperne di più, può rivolgersi alleAssociazioni promotrici, tra cui quella piemontese è APRIONLUS e-mail [email protected] ;

- martedì 13 dicembre 2005 il servizio di epidemiologiadell’ASL 5 di Torino ha presentato MADE: Motore per l’AnalisiDemografica ed Epidemiologica. Nel corso dei lavori è statoapprofondito il MADE sia descrivendone l’ambiente, la funziona-lità e i requisiti di sistema sia soffermandosi su esempi di utiliz-zo quali l’estrazione ed il calcolo di indicatori demografici e sani-tari. Tra i vari interventi da registrare quelli di Giuseppe Costa eMarco Dalmasso (servizio di epidemiologia ASL 5), GiulianaBonello, Marco Varetto e Maurizio Fiorentini della DirezioneBanche dati CSI, di Alessandro Bottazzi del Settore statico dellaRegione Piemonte e di Umberto Falcone del DoRS – Servizio di

epidemiologia – ASL 5;- venerdì 16 dicembre 2005 il Fondo Edo Tempia in collabora-

zione con il Polo Oncologico di Biella ASL 12, nell’ambito delprogramma “Medicina nella città dell’arte” ha presentato il pro-getto MELANOMA, che si è articolato in una parte introduttivaed in tre sessioni di approfondimento su “La Survey sui tumoricutanei in Piemonte”, “Patologia molecolare della progressionetumorale melanocitaria: ricadute diagnostiche”, “Genomica dellamelanogenesi: vie alternative”. Tra le comunicazioni, tutte diestremo interesse ed elevato livello, da sottolineare particolar-mente quella di Oscar Bertetto del coordinamento rete oncolo-gica su “La ricerca nella rete oncologica” ;

- venerdì 16 dicembre 2005 gli istituti scolastici di TorinoBodoni Paravia, Casale, Beccari, Albe Steiner, le sm Baretti,Croce-Morelli, Viotti e l’istituto comprensivo Gozzi-Olivetti hannopromosso, in collaborazione con il Team di Promozione dellasalute, l’Ufficio qualità, il Dipartimento di patologia delle dipen-denze, il Progetto Clipper 2, tutte strutture dell’ASL 4 un eventodal titolo “Una scuola per la salute”, in cui oltre ad una parte diapprofondimento più tradizionale sono stati anche presentati levarie realizzazioni degli istituti scolastici coinvolti, tutti ovviamen-te riguardanti l’impegno del mondo della scuola ed in particola-re dei ragazzi nella promozione della salute;

- sabato 17 dicembre 2005 il collegio IPASVI di Torino ha pro-mosso un articolato convegno dal titolo “Governare l’assistenza:dalla comprensione al cambiamento”, avente l’intento di offrireun contributo all’elaborazione del prossimo piano sanitario delPiemonte. I lavori, che hanno avuto tra i protagonisti OscarBertetto, Nerina Dirindin, Angela Migliasso, Mario Valpreda,Mercedes Bresso, hanno portato alla elaborazione di un docu-mento di sintesi che il collegio consegnerà alla Giunta piemon-tese quale contributo della professione infermieristica al nascen-te piano in una prospettiva di “Formazione-azione” dove il risul-tato dell’elaborazione dell’esperienza dei partecipanti diventa un“propellente” delle strategie di cambiamento.

Mentre Promozione Salute va in macchina dovrebbe svolger-si l’importante convegno “La salute a Torino”, che coinvolgeràuna vasta gamma di esperti sui problemi della salute sia sotto ilprofilo strettamente tecnico che sociopolitico. Del convegno chesi articolerà in diverse sessioni quali “Invecchiamento e qualitàdella vita”, “Domiciliarità in lungoassistenza”, “Torino: il nuovomodello” e vedrà la partecipazione di moltissimi protagonistiindividuali e collettivi della sanità a Torino, Promozione Saluteriferirà adeguatamente nel suo prossimo numero.

Beppe Cervetto

➯ Segue da pag. 24

QUOTE ADESIONE ALLA CIPES Piemonte per il 2006Socio individuale da € 26,00 con notiziarioGiovane/anziano/familiare da € 11,00 con notiziarioAssociazioni fino a 100 soci da € 26,00 e 5 copie notiziarioAssociazioni oltre 100 soci da € 52,00 e 10 copie notiziarioComuni fino a 5.000 abitanti da € 26,00 e 5 copie notiziarioComuni da 5.000 a 500.000 abit. da € 52,00 e 10 copie notiziarioComunità montane da € 52,00 e 10 copie notiziarioProvince e Città di Torino da € 517,00 e 50 copie notiziarioA.S.L, A.S.O. e Ospedali. Rete HPH da € 517,00 e 50 copie notiziarioEnti provinciali e regionali da € 517,00 e 50 copie notiziario

Sostenitori “Promozione Salute” (quota da € 6,00)I versamenti possono essere effettuati presso la Sede oppure tramite• bollettino c/c postale N° 22635106• bonifico bancario C/C n. 1692993 UniCredit Banca- Ag.08009 (CIN W, ABI 02008, CAB 01109)intestati a CIPES Piemonte, Via S. Agostino 20, 10122 TORINO

Vita CipesVita Cipes26Promozione Salute

Un nuovo socio dellaCIPES: il GSLG - TO

Il secondo fra i determinanti della Salute elencati dall’OMS èla cultura. Non può quindi stupire che una Associazione chePromuove la Cultura dei Giovani, il Gruppo di Servizio per laLetteratura Giovanile di Torino abbia aderito alla CIPES e mipare opportuno presentarla ai lettori di Promozione Salute.Nata a Torino nel 1983, poco dopo che a Roma era stata costi-tuita l’ Associazione nazionale, è una Organizzazione Culturaledi Promozione sociale senza scopo di lucro, che si propone disensibilizzare i bambini e i ragazzi, in particolare quelli dellaScuola dell’obbligo, ai valori della lettura. Saper leggere è unaazione di promozione della salute; attraverso il racconto ilragazzo è portato nel mondo al di fuori di se e si apre ad oriz-zonti nuovi prima ancora che a conoscenze nuove.L’identificazione con l’eroe, l’appassionarsi alle sue avventurecostituiscono momenti di gioia e quindi di salute per il lettore.Non dimentichiamo i lettori non ancora in grado di leggere.Ilracconto letto ed illustrato dell’adulto lettore crea una comunio-ne in cui il piccolo gode e che ricorderà in futuro. Naturalmenteè importante che la scelta del libro di narrativa sia libera, mache allo stesso tempo la presentazione e la eventuale discus-sione in merito distolga l’attenzione da testi non adatti facendo-ne comprendere le ragioni al ragazzo.

Il GSLG-TO ha svolto pienamente la sua attività dal 1984,dapprima con Concorsi per i Ragazzi Lettori, poi con Convegnisempre per i Ragazzi Lettori e infine con Percorsi didattici. Ciòsignifica che l’attività si è evoluta negli anni per rispondere sem-pre meglio alle esigenze dei ragazzi. In quasi tutti gli anni sonostati tenuti corsi di aggiornamento per i docenti. Il GSLG-TO haun suo stand alla Fiera del Libro di Torino in cui sono presenta-ti i lavori dei ragazzi partecipanti alla attività dell’anno e dove lasua immagine viene presentata al pubblico.

Più che tante parole, per far conoscere come opera il GSLGpuò essere utile presentare in via esemplificativa come vengo-no recensiti alcuni testi considerati formativi per i ragazzi:

Autori: Anna Lavatelli e Anna VivarelliTitolo: “Operazione Brioche”Editore: MondatoriEcco una avventura divertente, tutta di promozione della

salute: Infatti cosa c’è di più sano del mangiare correttamente,del gustare i cibo? Ciò non avviene nel paese in cui si svolge ilracconto di “Operazione Brioche” perché lì c’è stata la rivoluzio-ne alimentare e i cattivi hanno proibito la vera cucina imponen-do il nutrimento unico: il biscotto pressato. Soltanto nella zonaproibita ci sono ancora alberi e fiori, ma è appunto la –zonaproibita-. Due coraggiose, Franca e Marisa, riescono a sfuggi-re ai controlli, a rifornirsi di cibi naturali e a cucinare, in segre-to, le buone cose di una volta. Trovano aiuti, scatenano la con-

Il Verbano Cusio Ossola ha scelto di aderire alla ConfederazioneItaliana per la Promozione dellaSalute del Piemonte

Promuovere la salute è diventata oggi un’esigenza. E’ neces-sario dibattere il problema, impegnasi ed agire al più prestoNon si può più aspettare. In questi ultimi venti anni., travolti dalrapido progresso tecnologico, molto spesso si è operato primadi pianificare. Il principio di prudenza è stato più volte disattesocon le conseguenze che tutti conosciamo. La modifica del pae-saggio, in tutti i suoi aspetti, è sotto i nostri occhi e suscitainquietanti preoccupazioni per la salute. Inoltre, nell’era dellaglobalizzazione, lo stile di vita di molti giovani è caratterizzato,ogni giorno di più, dal mancato rispetto del principio fondamen-tale di tutela della salute.

E’ in questa ottica che il Gruppo di lavoro, costituitosi a talfine nel Verbano Cusio Ossola, si è riunito, a Verbania, nellasede del Coni provinciale, messa a disposizione per l’importan-te incontro dalla presidente Rosalba Boldini .

Durante la riunione il presidente della Confederazione italia-na per la Promozione della Salute del Piemonte Sante Bajardi,venuto appositamente da Torino, ha esposto le finalità dellaConfederazione e ha dato gli opportuni suggerimenti per un’attività che deve essere strettamente connessa alle necessitàdelle popolazioni locali per quanto riguarda, sia la promozionealla salute, sia la prevenzione delle patologie particolarmentediffuse, e ha suggerito indagini epidemiologiche per individua-re un “profilo di salute” legato alla realtà locale che tenga contodelle effettive esigenze del cittadino.

I modi e i tempi per definire il “profilo di salute” sono di com-petenza dei rappresentanti del territorio. L’ambito delle ricercheepidemiologiche e delle individuazione delle esigenze dellecomunità locali dovrà essere ovviamente ristretto e coinciderecon le realtà distrettuali, soprattutto in una zona come la nostracosì varia sotto il profilo morfologico con conseguente diversostato di salute della popolazione.

Vasto il campo di attività: “Salute è territorio.” “ Salute è scuo-la.” “ Salute è sport.” “Salute è cultura“. Infatti la salute è l’a-spetto centrale della vita. E’ evidente che l’uso corretto del ter-ritorio da parte delle pubbliche amministrazioni è fondamentaleper la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Lo stesso dicasi per quanto riguarda un’adeguata educazio-ne scolastica, nei settori connessi alla salute fisica e mentale,con l’individuazione di un appropriato stile di vita, finalizzatoalla sicurezza personale, da impostare fin dai primi anni discuola, che può salvare e difendere da futuri gravi errori e peri-coli.

Il valore dello sport, nel campo della promozione alla salute,è noto. La cultura acquista un particolare significato quando èlegata al concetto di salute. La cultura della salute, fondamen-tale in ogni tempo, oggi è diventata essenziale. Non c’è tuteladel territorio e dell’ambiente ed ovviamente della salute senzauna scelta culturale umanistica che si anteponga allo stessoprogresso scientifico e al conseguente sviluppo tecnologico. “E’un pensare alle conseguenze: è un riflettere, prima di fare.”

Per questi motivi, nella stessa serata, si é costituito ilComitato Promotore della CIPES del VCO che vede presentipersone con esperienza di vita e di lavoro che operano in Entipubblici, come Provincia, ASL, Comuni e Comunità montane,nelle Scuole, nel CONI, nelle Associazioni di Volontariato enelle Fondazioni sanitarie e culturali e nel campo dellaMedicina distrettuale.

E’ un inizio che fa ben sperare. Anche perché, quando si ètrattato di costituire un Comitato ristretto, tutti si sono dichiara-

ti disponibili a farne parte, anzi hanno voluto farne parte.E’ stato espressamente richiesto da tutti che la nuova struttu-

ra rimanga, almeno per ora, parte integrante della strutturaregionale, soprattutto per la fiducia che lega la nostra zona aSante Bajardi che è stato, negli anni ottanta, come Vice-presi-dente della Giunta regionale ed Assessore alla Viabilità e, suc-cessivamente, come Assessore alla Sanità, attento sostenitoredelle legittime esigenze ed aspettative del Verbano - Cusio –Ossola e realizzatore di significative opere.

Nella speranza che questo entusiasmo dia frutti e possacoinvolgere molti giovani ad uno dei problemi essenziali delmondo di oggi, auguriamo “buon lavoro” al Comitato promotoredi cui faccio parte.

Franca Olmi

➯ Segue a pag. 27

Viat CipesVita CipesPromozione Salute

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Per un concreto impegnoin promozione della salute

Le linee di indirizzo del redigendo Piano Socio-SanitarioRegionale (PSSR), che è attualmente in discussione per l’ap-provazione finale e la cui bozza è stata resa pubblica anche perraccogliere opinioni e suggerimenti dei cittadini, offrono aglioperatori sanitari impegnati sul fronte della promozione dellasalute diversi spunti di riflessione.

In questi anni è cresciuta e si è diffusa tra i professionistidella salute la cultura di una prevenzione che vede come atto-re principale la persona, attraverso le scelte consapevoli chepuò operare e che determinano una parte importante del suostato di salute e di benessere quotidiano.

D’altro canto, nella nostra regione anche le competenze pro-fessionali degli operatori sanitari sono andate sempre più affi-nandosi e, grazie all’investimento in specifici percorsi formativi,è stato possibile arricchire la pratica lavorativa di metodi e stru-menti che hanno consentito di progettare e attuare interventi, dieducazione e promozione della salute, sempre più basati suevidenze e prove di efficacia.

In questi ultimi due anni, in particolare per le aziende sanita-rie locali, è stato possibile, in virtù dei bandi regionali per ilfinanziamento di progetti di promozione della salute, sperimen-tare sul campo e sottoporre a valutazione azioni finalizzate alraggiungimento di obiettivi di salute ritenuti prioritari.

Si tratta di iniziative pensate con il coinvolgimento e la parte-cipazione di istituzioni e agenzie educative del territorio, mal’impressione è che, per una vera concertazione e sinergia diazioni ed effetti, si debba ancora lavorare molto per la costru-zione e lo sviluppo di un punto di vista e di una base di pensie-ro comuni sui temi della salute, dei suoi determinanti e dell’im-patto, sulle scelte delle persone e sul loro stato di salute, dellepolitiche, delle offerte dell’ambiente e delle condizioni di vita.

Dalla lettura della bozza di PSSR, in particolare del capitolo2 sulla prevenzione e promozione della salute, si evince che lascommessa più importante in questo campo si giocherà sullacapacità di identificare a livello di comunità, a partire dai datidisponibili sia di tipo epidemiologico che derivanti da indaginiqualitative, i problemi ed i bisogni prioritari sui quali intervenire

attraverso un programma di interventi efficaci e coordinati alivello territoriale: la sfida futura riguarderà la capacità di impe-gnarsi per approntare, attuare e verificare, con i decisori e coni rappresentanti significativi, nonché portavoce, della comunità,i profili ed i piani di salute della popolazione locale (PEPS).

Se questa è dunque la strategia, allora sul versante sanitarioè fondamentale che si investa sui soggetti chiamati a promuo-vere e presidiare questi processi comunitari: è necessario chegli operatori della sanità pubblica si incontrino e confrontinocondividendo percorsi formativi comuni, in primis quanti rive-stono ruoli importanti sul piano decisionale e su quello dellecompetenze specifiche in prevenzione e promozione dellasalute, come ad esempio i Direttori dei Dipartimenti e delleStrutture di Prevenzione, i Direttori di Distretto, gli epidemiologied i referenti aziendali per la promozione educazione alla salu-te (REPES).

Altro passaggio cruciale, per la difesa e la promozione dellasalute della popolazione, sarà quello di preparare il terreno edavviare, a livello locale, processi di formazione dei decisori e diconsultazione dei rappresentanti e dei leader dei gruppi e delleassociazioni, capaci di esprimere problemi e bisogni dei cittadi-ni appartenenti ai diversi mondi e sistemi sociali della comuni-tà locale: questo è il lavoro decisivo di advocacy, mediazione esostegno, che attende, ciascuno nei diversi ruoli, gli operatoried i decisori del settore sanitario più sopra indicati, in quantoresponsabili ed esperti della prevenzione e promozione dellasalute.

In questo campo d’azione noi operatori sanitari, in particola-re, abbiamo nella nostra regione la fortuna di poter contare, tragli altri, su due importanti punti di riferimento: il Centro diDocumentazione per la Promozione della Salute – DORS, sulpiano del supporto teorico-scientifico e la sezione piemontesedella CIPES, per quanto concerne la capacità di costruire reti dirapporti con le diverse realtà del territorio che operano per lasalute.

Chiunque abbia potuto vivere esperienze di lavoro comunecon soggetti esterni al mondo sanitario si è potuto rendereconto di quali e quante risorse, umane e spesso anche mate-riali, e, soprattutto, di quale capitale sociale, fatto di conoscen-ze, esperienze e contatti, è presente a livello dei gruppi forma-li ed informali, di ogni età ed appartenenza sociale, del territo-rio.

Questa è pertanto la strada capace di condurre ad una svol-ta importante per quanto riguarda il cammino verso l’attuazionedelle strategie enunciate dalla Carta di Ottawa (costruire politi-che per la salute, creare ambienti favorevoli, migliorare le capa-cità delle persone, favorire l’azione comunitaria e ri-orientare iservizi sanitari).

Non solo, essa saprà ridare linfa e fiducia alle persone rispet-to alla possibilità di poter davvero avere un ruolo da protagoni-sti e di poter condizionare e controllare il proprio stato di salu-te, di benessere e la qualità della propria vita.

Per concludere, e ritornare nello spazio di condominio deglioperatori sanitari della prevenzione e promozione della salute,è molto verosimile che questo scenario si possa concretizzarea prescindere da quelle che saranno le scelte di riordino ed icambiamenti dell’assetto organizzativo del sistema sanitarioregionale. Poco importa, per questi scopi, quali e quante saran-no le ASL del Piemonte, importa che venga fatto un investimen-to forte ed un rilancio del ruolo del Distretto, e delle figure car-dine che operano a questo livello: i Direttori, i REPES e tutti glioperatori che primariamente lavorano sul versante della pre-venzione e promozione della salute.

Mauro Brusa Referente GOES - CIPESReferente Aziendale Promozione Educazione alla Salute

ASL 21 Casale Monferrato

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tro-rivoluzione e portano a tutti la Libertà, quella con la L maiu-scola, quella che permette di mangiare come agli umani deveessere concesso di fare.

Autore: Erich Emmanuel SchmittTitolo: „ Oscar e la dama in rosa“Editore : BUR – Scrittori ContemporaneiUn bellissimo libro. Il protagonista è un bambino di dieci anni

e il racconto può anche essere letto dai ragazzi, ma è validissi-mo pere lettori adulti. Sembra strano presentare su un giornaledi Promozione della Salute un racconto in cui il protagonistamuore di leucemia. Eppure la morte fa parte della realtà dellavita. Oscar è ammalato e le cure non hanno attenuto un risul-tato. Non riesce a parlare con nessuno. Solo la signora in rosache viene e fargli compagnia capisce che lui ha bisogno dirisposte. Allora inventa un gioco: fingere che ogni suo giornovalga dieci anni e scrivere a Dio per raccontargli le sue giorna-te. Il racconto di Oscar è un racconto di speranza, ma anche digioia. Quando si addormenta per l’ultima volta lascerà sul tavo-lino un biglietto: “Solo dio ha in diritto di svegliarmi”. Chi potràdargli torto?

Nuccia Resegotti

Vita CipesVita Cipes28Promozione Salute

L’etichettatura dei prodotti alimentari

Dicembre: tempo di feste natalizie, convivialità e gastrono-mia. I nostri ricordi infantili sono spesso legati a piatti consuma-ti nella cucina della nonna, reminescenze olfattive e gustativeche temiamo di aver perso per sempre.

Sarà per questo che tutti - chi più, chi meno - abbiamo risco-perto il piacere di mangiare lentamente, di farlo in compagniaimpiegando cibi sempre più naturali e sarà anche per questoche l’artigianato del gusto è assurto in questi anni ad una nuovaribalta anche se i consumatori, pur guardando ai prodotti di nic-chia con estremo interesse, pretendono informazioni e certez-ze.

Proprio l'eccellenza artigiana del gusto e l’etichettatura deiprodotti alimentari sono state al centro di un’importante iniziati-va realizzata il 16 dicembre dalla Cna di Cuneo, in collaborazio-ne con la Cogart, nella suggestiva cornice dell'Agenzia diPollenzo, sede dell'Università ideata da Slow Food.

La manifestazione prevedeva l’esposizione in uno show roomdi prodotti di alcune aziende che hanno ottenuto dalla RegionePiemonte il riconoscimento dell’Eccellenza con la possibilità didegustare i prodotti alimentari e incontrare gli artigiani del gusto,ma soprattutto i numerosi convenuti hanno potuto riflettere su diun tema di grande attualità quale "L'etichettatura dei prodotti ali-mentari: esigenze dei produttori e dei consumatori" grazie agliinterventi di Tiziana Bernengo, dirigente dell'assessorato regio-nale all'Artigianato; di Bruna Sibille, assessore regionale alloSviluppo della Montagna; di Enrico Bologna, assessore provin-ciale all'Artigianato; dell'imprenditore Massimo Albertengo; diGiuseppe Nicola, esperto dell'Assicurazione Qualità nelle azien-de alimentari; di Elena Di Bella, dirigente del Servizio SviluppoRurale e Prodotti Tipici della Provincia di Torino; di BeppeRiccardi presidente del Movimento Consumatori di Cuneo; diFabio Vernetti della Federconsumatori Piemonte Onlus, diSante Bajardi presidente del Cipes Piemonte.

Le nuove norme sull’etichettatura dei prodotti nascono pro-prio per meglio garantire gli acquirenti, tant’è vero che impongo-no descrizioni sempre più particolareggiate, anche per megliotutelare consumatori sempre più colpiti da intolleranze ed aller-gie.

Anche se, come ha ricordato Bajardi, “la salute dipende moltodagli stili di vita e dalla politica, da come la società si organizzae da quali valori assume come riferimento”, è evidente che l’o-pera di prevenzione passa obbligatoriamente da ciò che si sce-glie – o si è obbligati a scegliere – di mangiare. Ecco perché lalegge richiede che di ogni alimento trasformato sia possibileindividuare la tracciabilità, cioè la possibilità di conoscerne ilprocesso produttivo, e la rintracciabilità, cioè la possibilità dirisalire dal prodotto finito fino alla sua origine.

E’ nata quindi una legislazione molto particolareggiata chepretende che vengano indicati non solo gli alimenti di cui è com-posto un prodotto, ma anche le percentuali di composizione.Purtroppo si tratta di una legislazione disomogenea nei diversimercati internazionali che a volte complica la vita sia ai consu-matori sia alle imprese, costrette queste ultime a creare confe-zioni caratterizzate da etichette sempre più grandi con scrittesempre più piccole. Ma, soprattutto, mancano i controlli e lotestimoniano i grandi scandali alimentari di cui ancora oggi, pur-troppo, spesso parlano i giornali: dall’inchiostro delle confezioniche contamina il latte per i bambini alle uova marce utilizzateper la trasformazione.

Sconfortato dalla produzione industriale, il consumatorespesso si rivolgerebbe volentieri al prodotto di nicchia di eleva-ta qualità e sicurezza, ma questo non riesce ad arrivare sullenostre tavole per la concorrenza della Grande DistribuzioneOrganizzata che condiziona indubbiamente il mercato e che ha

spostato negli anni l’attenzione del consumatore dalla qualità alprezzo mettendo così in crisi il piccolo produttore.

Per questo - hanno proposto gli intervenuti - sarebbe utile chele istituzioni dessero validi sostegni ai produttori e alle piccole emedie imprese di trasformazione, per far sì che essi possanoaumentare la produzione e promuovere il proprio prodotto versouna sempre più vasta rete di consumatori. E’ stato sottolineatocome sia necessaria una vera alleanza tra consumatori e pro-duttori e come sia indispensabile che le istituzioni si schierinofacendo crescere regole certe per consumatori e produttori.

Tutela della salute, prevenzione, difesa di un’alimentazionesana e corretta sono argomenti al centro del dibattito in tuttaItalia e in cui la Cna – ha ricordato il vicepresidente nazionaleDaniele Vaccarino – si è molto impegnata e non certamente permotivi corporativi. “Difendere il prodotto di nicchia significaspesso difendere lo stesso consumatore. Ad esempio il Senatoha approvato in questi giorni una modifica che elimina dallalegislazione nazionale la possibilità per il produttore di cioccola-to di denominare in etichetta il proprio prodotto "cioccolato puro"nel caso in cui nella sua composizione rientri esclusivamenteburro di cacao e non altri tipi di grassi vegetali. Questa denomi-nazione aveva permesso sino a ora di distinguere il cioccolatopreparato artigianalmente da quello industriale. Se però l'emen-damento dovesse essere approvato - ha proseguito Vaccarino -ad avvantaggiarsene saranno le multinazionali, ovvero le azien-de interessate a evitare la comparazione tra i propri prodotti,realizzati con l'utilizzo di veri e propri succedanei in sostituzionedegli ingredienti nobili utilizzati invece dalle imprese artigianali edi piccole dimensioni, che da sempre impiegano nel processoproduttivo materie prime di pregevole valore.”

Per celebrare adeguatamente il concetto di Eccellenza, aconclusione della giornata sono stati premiati gli artigiani delgelato che hanno preso parte al concorso estivo promosso da“La Stampa “ in collaborazione con la Cna e la Cogart di Cuneo.

Patrizia Dalmazzo

Daniele Vaccarino, Vice Presidente Nazionale CNA conclude l’incontro

Vita CipesVita CipesPromozione Salute

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In libreria "Cittadinicompetenti costruisconoazioni per la salute"

Il libro racconta l´esperienza dei Piani per la salute in Emilia-Romagna, con testimonianze dei protagonisti, esempi concretidi realizzazione, analisi e riflessioni. E´ curato da Marco Bioccaed è edito da Franco Angeli, collana "Salute e società".

Bologna, 23 dicembre 2005 - I Piani per la salute sono dei verie propri “patti locali” sottoscritti da diversi soggetti per realizza-re progetti e azioni con la finalità di migliorare la salute delle per-sone e dell’ambiente. Sono stati proposti dal 3° Piano sanitarioregionale come strumento innovativo di programmazione e diintervento - che si affianca alla tradizionale azione di prevenzio-ne - da realizzare nelle singole aree della regione, sotto la tito-larità degli Enti locali e delle Aziende sanitarie, e con il contribu-to dei cittadini, dei soggetti istituzionali, del mondo delle impre-se, del mondo della scuola, dei sindacati, delle associazioni,dell’informazione, presenti nelle singole comunità.

A cinque anni da quella proposta, i Piani per la salute sonouna realtà consolidata in tutto il territorio regionale. Essi rappre-sentano dunque, già da ora, il risultato di un nuovo esperimen-to sociale per la salute: una esperienza partecipata di analisi,programmazione, e intervento per risolvere i problemi più senti-ti nelle diverse comunità locali.

Dell’esperienza dei Piani per la salute in Emilia-Romagna siparla in un volume “Cittadinicompetenti costruiscono azioni perla salute”, edito da Franco Angeli nella collana “Salute e socie-tà”. Il volume, curato da Marco Biocca (medico di sanità pubbli-ca, responsabile del Sistema comunicazione, documentazionee formazione dell’Agenzia sanitaria regionale dell’Emilia-Romagna) coniuga insieme esigenze di analisi e documentazio-ne. Descrive in dettaglio il processo di costruzione di un Pianoper la salute, quello di Imola, analizza il modo in cui i “Piani perla Salute” hanno rappresentato contesti di partecipazione alledecisioni descrivendo poi gli strumenti che hanno sostenutoqueste attività: i profili di salute, i siti web, le banche dati, i per-corsi formativi e gli atti amministrativi. Nella postfazione,Francesco Taroni (direttore scientifico dell’Agenzia sanitariaregionale e docente all’Università di Bologna) collega il temadelle scelte per la salute con le politiche del Servizio sanitarionazionale. Una parte corposa del libro, è quella riservata alle“storie” di diversi protagonisti dei Piani per la salute, raccoltedallo scrittore e attore teatrale Maurizio Garuti.

“Che cosa ho imparato io personalmente? Ad ascoltare dipiù... A riconoscere per quella che è – non quella che vorremmoche fosse – la percezione che i cittadini. … Direi che al di là deifrutti concreti che daranno le iniziative sul disagio giovanile esulla sicurezza stradale (naturalmente occorrerà poi un riscon-tro sui risultati conseguiti), un risultato l’abbiamo già raggiunto:

ed è la sperimentazione di unmodello dell’agire politico”, Così siracconta Giuliano Barigazzi, asses-sore alla sanità in Provincia diBologna, già sindaco di S.Pietro inCasale.

“La mia presenza è come espertodi cooperative sociali… Devo direche l’idea di andare oltre il concettotradizionale di sanità è semplice-mente straordinaria. Mi sono trovatofianco a fianco con persone cherivestivano i ruoli più diversi, il sin-daco, l’operatore sociale, il sindaca-lista, l’esperto .., animati dal comu-ne impegno per mettere a fuoco i

IV° Compleanno “punto pass”30.000 Servizi di Trasporto Solidale in collaborazione con il servizio Passpartoutdella Città di Torino

Lo scorso 15 gennaio 2006 la CPD - Consulta per le Personein Difficoltà ha “festeggiato” il quarto anno di attività del servizio“PUNTO PASS”: servizio di accompagnamento e trasporto soli-dale che svolge unitamente al Passpartout della Città di Torino ,e alla Cooperativa sociale Il Punto.

Nata nel gennaio 2002, l’iniziativa coinvolgeva circa 400 uten-ti, trasportati nella rete urbana torinese con una sola auto attrez-zata e con l’ausilio di circa 20 volontari. Ora l’attività, grazie alsostegno dell’ Assessorato ai Servizi Sociali del Comune torine-se, ha compiuto in quattro anni oltre 30.000 servizi, fornendotrasporto ad oltre 3000 utenti con l’impiego di 10 mezzi. Il tutto,grazie alla partecipazione di circa 100 volontari, formati dalCentro Servizi Volontariato Idea Solidale, e dal sostegno con-creto di partner quali la Compagnia San Paolo e il Rotary Clubdi Torino. L’attività di Punto Pass espleta servizi di accompagna-mento e trasporto solidale a utenti con necessità diverse: il 60%dei quali è femmina, il 39% disabile e l’11% anziani, mentre peril 50% dell’utenza si tratta di disabili anziani. L’ 80% dei serviziriguarda trasporti per esigenze di “Salute”, accompagnamenti inospedale, visite e quant’altro, ma non il solo, l’11% riguarda ser-vizi di “socializzazione” e il restante servizi istituzionali. Unarete, quella del Punto Pass, che si rivolge alla cittadinanza tori-nese con impegno e puntualità nel servizio, arricchito ora da unCall Center gestito da borsisti con disabilità: un numero verde800890119 attivo dal lunedì al venerdì per la prenotazione deiservizi. Nell’ultimo anno sono circa 9000 i servizi totali svolti, eoltre 115.000 i chilometri percorsi; una vera rete di trasporto peri meno fortunati, per i disabili, per chi ha difficoltà a deambularee per gli anziani soli che necessitano di un servizio.

Da quest’anno inoltre la CPD ha aderito ad un nuovo proget-to che vede l’ampliarsi del servizio Punto Pass: si tratta dellaRete 119, un servizio di trasporto che andrà a rivolgersi non soloalla popolazione torinese, ma anche alla provincia. “Un passoimportante – commenta Paolo Osiride Ferrero Presidente CPD– per continuare ad offrire un servizio utile e necessario a quan-ti hanno necessità di trasporto e accompagnamento. Un’attivitàche, grazie ai volontari sempre presenti, continua a crescereogni giorno”.

Ufficio Stampa CPD Monica Sauna 347.1096420

problemi di salute del nostro territorio”, dice un altro protagoni-sta, Alberto Alberani, della Lega coop di Bologna.

E ancora, le parole di una insegnante, Emma Bassura, diCotignola (Ravenna): “Il nostro compito, oggi più che mai, è faci-litare la crescita e l’integrazione in una comunità educante, soli-dale. So bene che è una strada in salita …ma non ci sono scor-ciatoie. Per questo mi sono detta: non è una perdita di tempo,ne vale la pena”.

“A Reggio Emilia si è scelto di rimarcare il fatto che i Piani perla salute sono “proprietà” della Conferenza territoriale sociale esanitaria… Sono state quattro le aree di lavoro sulle quali si rico-nosceva la necessità di azioni fortemente innovative e trasver-sali: ..la promozione dell’attività fisica, l’immigrazione dai Paesiextracomunitari, l’universo giovanile, la salute mentale …” diceMariella Martini direttrice generale dell’Ausdl di Reggio Emilia.

Protagonisti diversi, di diversi mondi, però riuniti nel fare, nelfare assieme per contribuire a migliorare le loro realtà di vita edi lavoro, per renderle “più sane e solidali”.

Il libro è in libreria da gennaio.

Cipes CuneoCipes Cuneo30Promozione Salute

La salute... che facciamoGiovani ed Amministratori discutono di salute e di protagonismo

Nella cornice della bellissima Sala della Giunta che il Comunedi Cuneo ha voluto mettere a disposizione, si è svolto lo scorso20 gennaio l’incontro conclusivo del progetto biennale ed interi-stituzionale “Giovani, alcol e droghe: “Ascolta ho qualcosa dadirti” - L'educazione tra pari continua..", promosso nel 2003dalla ASl 15 di Cuneo e dalla ASl 1 di Torino insieme alleAmministrazioni di Cuneo, di Bernezzo e di Torino.

Di questa significativa esperienza abbiamo più volte dato noti-zia su “Promozione salute”, rimarcando la sua alta valenza par-tecipativa nell’ambito delle strategie locali per promuovere lasalute dei giovani e per contrastare il fenomeno delle dipenden-ze. Oltre che gli operatori sanitari, che hanno seguito i ragazziin questi due anni, ad accogliere i giovani protagonisti di questointeressante progetto di prevenzione sono stati il Sindaco delComune di Cuneo, con un rappresentante dell’Assessorato aiServizi Socio Educativi, e il Sindaco del Comune di Bernezzocon il suo Assessore alle Politiche giovanili .

Con grande soddisfazione i 20 ragazzi presenti all’incontro, inrappresentanza dei due gruppi di “peer educator” formatisi aCuneo e a Bernezzo, hanno presentato agli Amministratori unasintetica ma sostanziosa relazione della esperienza a cui hannodato vita nel territorio, dopo essere stati accuratamente formatidagli operatori sanitari: la produzione dello spot “Farti – NonFarti?... Prova a Informarti!“, diffuso nelle sale cinematografi-che; la produzione di gadget e magliette con lo slogan dellospot, distribuiti nell’ambito di diverse manifestazioni locali; ilcontatto con i loro coetanei e la proposta di un questionario edell’alcol test, durante eventi significativi della città; l’incontrocon studenti nelle scuole; il coinvolgimento all’interno del labo-ratorio sociale di Cuneo “La pulce d’acqua”; la realizzazione dimomenti di sensibilizzazione attraverso una radio locale; l’avviodella collaborazione con una emittente locale (Telegranda) perla realizzazione di una serie di trasmissioni dedicate ai giovani,interamente gestita e realizzata da un piccolo gruppo di peer acui si sono aggiunti altri coetanei.

Gli amministratori hanno ascoltato con vivo interesse edammirazione questi straordinari ragazzi, esprimendo la consa-pevolezza che quella della partecipazione, del protagnsmo, sial’unica strategia per riuscire a produrre esperienze efficaci diprevenzione e di promozione della salute a favore della comu-nità giovanile.

Ed infatti, a conclusione di due anni di lavoro dedicati alla pro-gettazione e realizzazione di iniziative e strumenti di educazio-ne tra pari, è stato a tutti molto evidente il fato che per i ragazziquesto progetto ha rappresentato un’esperienza formativa atutto campo: essa ha influenzato il “capitale umano” di ognuno,accrescendo non solo le competenze (numerose sono le testi-monianze riportate di ragazzi che “sanno di sapere” sul tema),ma anche le abilità derivanti dal lavorare in gruppo, dal proget-tare e realizzare iniziative normalmente delegate al mondo adul-to.

I dati, rilevati durante tutta la durata del progetto, mettono inevidenza del resto che le attese sono state tutte raggiunte: • il numero di peer educator attivi nel periodo del progetto sono

stati complessivamente 48 superando i 32 attesi ( 8 per grup-po) ;

• le risposte esatte nei questionari, somministrati ai peer edu-cator a fine progetto per valutare le conoscenze acquisite intema di alcol e droghe, superano mediamente il 70% atteso;

• la grande maggioranza dei destinatari finali dell’intervento(giovani del territorio), raggiunti con lo strumento del questio-nario sia a scuola che nei luoghi pubblici, ha apprezzato le ini-ziative informative e di sensibilizzazione realizzate dai peer(rispettivamente per il 97% degli studenti, mentre tra i giova-

ni frequentatori di locali e luoghi pubblici l’efficacia e l’utilitàdelle informazioni ricevute è stata espressa in una scala divalori da 1 a 5, con una media superiore al 3. Anche in que-sto caso è stato superato l’atteso del 70%.Per quanto riguarda i benefici avuti dai destinatari finali, un

numero notevole ma imprecisato di giovani è stato raggiunto daipeer con informazioni dirette (nelle classi e nel corso di eventipubblici), materiali cartacei informativi o messaggi, aventi tutticome obiettivo quello di attirare l’attenzione sulla necessità di“conoscere prima di operare scelte” nell’ambito dei consumi disostanze psicoattive legali e illegali. Complessivamente sonostate alcune migliaia le persone avvicinate direttamente o indi-rettamente dai peer.

Questo progetto è stato, inoltre, un’ottima opportunità peraumentare la partecipazione attiva dei peer alla vita della comu-nità: infatti i ragazzi sono stati capaci di farsi conoscere a livellodi rete locale, tanto da essere coinvolti in altre iniziative territo-riali.

Ed infine gli incontri con gli amministratori locali : sono statiper i ragazzi un’opportunità concreta per agire come cittadiniattivi, capaci di portare le proprie istanze ai politici, di difenderlee di esprimere anche il proprio punto di vista critico sull’incoe-renza, che spesso caratterizza il mondo adulto, tra le promessee gli impegni dichiarati e quelli effettivamente mantenuti nei con-fronti dei giovani.

L’auspicio è ora che questi fecondi semi trovino nuovi fertiliterreni, in modo da poter utilizzare al meglio questa inestimabi-le risorsa sociale accumulatasi.

Articolo a cura di: Franca Beccaria, Valentina Fida, Maria Grazia Tomaciello

Il Sindaco di Cuneo Valmaggia con i giovani protagonisti delprogetto

Il Sindaco del Comune di Bernezzo Chesta con l’AssessorePolitiche giovanili Distort e i giovani

Promozione Salute

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Invito ad aderire a CIPES Piemonte per il 2006

Mi rivolgo a voi tutti, soci di Cipes Piemonte e let-tori di Promozione della Salute per ringraziarvi delprezioso sostegno e collaborazione che ci avetefinora assicurato e che ci ha permesso di ottenerenel 2005 lusinghieri risultati.

Con la iniziativa del 2 dicembre u.s. abbiamo datoconto dei 15 anni della nostra presenza nella pro-mozione della salute, e possiamo ora indicare dueimportanti direttrici di lavoro:1. contribuire alla realizzazione del PSSR di cui si è

avviata la discussione; 2. dare vita alla nuova sede europea che i dirigenti

della IUHPE ci hanno chiesto di ospitare a Torino.

Sono questioni che dovremo affrontare con altosenso di responsabilità ma anche con determina-zione. E che potremo meglio risolvere con unaCIPES Piemonte più numerosa, più organizzata epresente sul territorio regionale, più preparataanche su nuovi temi.

Un grande aiuto ci potranno dare i Soci individua-li ma anche i rappresentanti di enti e associazionied i lettori di Promozione Salute. Per questo il 2006potrà essere l’occasione per una riflessione nei rap-porti reciproci, per trovare forme più pregnanti dicollaborazione, mettendo a frutto i risultati positiviottenuti dalle Reti HPH e Città Sane e dagli altrigruppi di lavoro. Di ciò ne discuteremo nei prossimimesi ed il nostro desiderio è poter creare le condi-zioni per la massima collaborazione.

Anche per questo:- rivolgo a tutti i soci l’invito ad una sollecita ricon-

ferma della adesione ed a raccogliere nuovi ade-renti e sostenitori al nostro lavoro. Le quote diadesione sono le stesse del 2005 ed il versamen-to può essere effettuato in sede oppure tramitebanca o posta come risulta dalla allegata tabella.

- rivolgo a tutti i lettori di Promozione Salute l’invitoad aderire a CIPES Piemonte, ad entrare a fareparte di questa nostra grande famiglia, portando-ci il contributo della loro esperienza umana e pro-fessionale.

Vogliamo e possiamo essere presenti in ogniangolo del Piemonte per fare crescere la culturadella salute.

Dateci una manoAncora grazie

Sante Bajardi

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Mod. ch-8bis DB/SSIC/G 0009 del 06/09/2001

451-11000000008 1502 - 1932/2 100 Pag.967/1051 (001)

Confederazione italiana per la promozione dellasalute e l’educazione sanitaria

CIPES

Regione Autonoma della Sardegna

Promozione ed educazione alla salute fra globalizzazione

ed individualismo: partecipazione,integrazione, intersettorialità

Cagliari, 16-18 marzo 2006

PROGRAMMA GENERALE

16 marzo - ore 15 - 16 Relazione introduttivaProf. Lamberto Briziarelli Presidente Cipes ore 16 - 18 Prima sessione plenaria La Promozione della Salute come guida delle politichesociali e per i nuovi paradigmi di saluteLa promozione della salute: la visione europeaProf. Erio ZiglioLa promozione della salute nella sanità pubblicaDr. Vittorio CarreriLe disuguaglianze nella salute: determinanti di salute inpromozione della salute Prof. Giuseppe Costa17 marzo - ore 9 - 11 Seconda sessione plenaria La formazione congiunta degli operatori per la promozionee l’educazione alla saluteLa formazione in promozione della salute: orientamenti inEuropa John K. Davies (esperienza europea)Il programma ETC EuMAHP per la formazione in promo-zione e educazione alla salute Prof. Paolo Contu, La formazione in promozione e educazione alla salute inItaliaProf. Lamberto Briziarelli Prof. Mariano GiacchiFormazione integrata operatori utenti volontariato nellasalute mentale Dr Luigi Attenasio11 – 11,30 COFFEE BREAK11,30 – 13 Tavola Rotonda (da confermare)Promozione della salute ed Educazione alla salute neisistemi locali di welfare e sanità - N. Dirindin + assessori 14,30 – 16,00 Tavola Rotonda Agricoltura, alimentazione e salute (organizzato assesso-rato agricoltura della regione Sardegna)Moderatore: RelazioniLa qualità nel sistema agricoltura come fattore di saluteDr Antonio SchintuLa salute degli animali come fattore di salute negli umaniDott. Claudio TruzziSicurezza alimentare, informazione e saluteProf. Sandro DessìEpidemiologia delle tossinfezioniDr.sa Valentina Cotroneo16,30 – 18,30 Sessioni Parallele di comunicazioni e posterASSEMBLEA GENERALE CIPES18 marzo - 9 – 11 Sessioni parallele di comunicazionie poster11,30 – 13 Sessione conclusiva Verifica ECMRapporti dai simposi e dalle comunicazioni Sintesi e Conclusioni, prof. Lamberto Briziarelli PresidenteCipes