Salut OMEOPATIe A SOTTO SCACCO - add editore · 2018-12-10 · Rimedi per signore Quarti italiari...

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Salute OMEOPATIA SOTTO SCACCO L a rivista Nature conferma l'efficacia dell'omeopatia ma nessuno lo racconta. Passa sotto completo si- lenzio". Così hanno tuonato le principa- li associazioni italiane di medicina com- plementare, rivendicando l'importanza dei risultati di uno studio, pubblicato a settembre 2018, che evidenzierebbe l'ef- ficacia terapeutica di un preparato ome- opatico nel lenire il dolore cronico, al pari di uno dei farmaci antidolorifici più utilizzati. Col vantaggio cheRhus toxico- dendron, questo il nome del prodotto, sarebbe più sicuro perché privo di effetti collaterali. UNO STUDIO CHE FA ACQUA. «In realtà, lo studio in questione, pubblicato su Scientifìc Reports (che è del gruppo Na- ture, ma non è Nature) ha fatto notizia più che altro perché è di pessima quali- tà», commenta Enrico Bucci, ricercatore alla Temple University di Philadelphia (Stati Uniti) e autore del saggio Cattivi scienziati (ADD Editore), dedicato alle frodi scientifiche; «in molti, infatti, ne hanno evidenziato criticità e dubbi me- todologici: si tratta di inaccuratezze tali da poterlo invalidare». Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, rincara la dose: «Lo studio ha molti pun- ti deboli, tra cui il numero troppo esiguo di casi esaminati e il metodo statistico usato per analizzare i dati, che è inade- guato. Inoltre, non segue il criterio del doppio cieco, che è fondamentale quan- do si valuta l'efficacia di un farmaco». Negli studi in doppio cieco, né i parteci- panti né i ricercatori conoscono il tipo di trattamento che i pazienti ricevono; in questo modo si garantisce che i dati rac- colti non siano distorti a causa delle aspettative. «L'impianto sperimentale della ricerca in questione fa acqua da tut- te le parti», aggiunge la senatrice Elena Cattaneo, farmacologa dell'Università di Milano. E In ogni caso, spiega, «una sola pubblicazione non dimostra nulla per- • L'effetto curativo di questa medicina complementare non è provato dalla scienza. Ma in milioni la usano. 14 | FocusExtra 81

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Salute

OMEOPATIASOTTO SCACCOL a rivista Nature conferma

l'efficacia dell'omeopatiama nessuno lo racconta.Passa sotto completo si-

lenzio". Così hanno tuonato le principa-li associazioni italiane di medicina com-plementare, rivendicando l'importanzadei risultati di uno studio, pubblicato asettembre 2018, che evidenzierebbe l'ef-ficacia terapeutica di un preparato ome-opatico nel lenire il dolore cronico, alpari di uno dei farmaci antidolorifici piùutilizzati. Col vantaggio cheRhus toxico-dendron, questo il nome del prodotto,sarebbe più sicuro perché privo di effetticollaterali.

UNO STUDIO CHE FA ACQUA. «In realtà,lo studio in questione, pubblicato suScientifìc Reports (che è del gruppo Na-ture, ma non è Nature) ha fatto notiziapiù che altro perché è di pessima quali-tà», commenta Enrico Bucci, ricercatorealla Temple University di Philadelphia(Stati Uniti) e autore del saggio Cattiviscienziati (ADD Editore), dedicato allefrodi scientifiche; «in molti, infatti, nehanno evidenziato criticità e dubbi me-todologici: si tratta di inaccuratezze talida poterlo invalidare».Silvio Garattini, presidente dell'Istitutodi ricerche farmacologiche Mario Negri,rincara la dose: «Lo studio ha molti pun-ti deboli, tra cui il numero troppo esiguodi casi esaminati e il metodo statisticousato per analizzare i dati, che è inade-guato. Inoltre, non segue il criterio deldoppio cieco, che è fondamentale quan-do si valuta l'efficacia di un farmaco».Negli studi in doppio cieco, né i parteci-panti né i ricercatori conoscono il tipo ditrattamento che i pazienti ricevono; inquesto modo si garantisce che i dati rac-colti non siano distorti a causa delleaspettative. «L'impianto sperimentaledella ricerca in questione fa acqua da tut-te le parti», aggiunge la senatrice ElenaCattaneo, farmacologa dell'Università diMilano. E In ogni caso, spiega, «una solapubblicazione non dimostra nulla per- •

L'effetto curativodi questa medicinacomplementarenon è provato dallascienza. Ma inmilioni la usano.

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Estrazione dei componenti vegetaliutili all'omeopatia. Alla fine, la

diluizione sarà tale che nel prodottonon ci sarà traccia di molecole attive.

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Rimediper signoreQuarti italiari ricorronoali oneopatia? Secondo ilRapporto Ita ia 2017 Eurispescirca 9 milioni: oltre un italiano su5 (21,2%) si affida alla medicinanon ;Dnvenaonale, di cuil'orna apatia -è la pratica piùdiffusa (76,1%)DObME. Sono soprattutto ledente, di età fra i 35 e i 54 anni,con j i a buona occupazione e unbuo* livello di istruzione.L'identikit emerge da un'indaginedell Associazione delle aziendefarnaceuticne omeopatiche(Omeoimprese): ci si affidaal'oneopat a al Nord più che a!Sud, soprattutto per raffreddori einfluenza (59%), patologiearticolari o muscolari (26%),P'ob emi gastro-intestinali (25%)a Icgie e disturbi dell'apparatorespratorio (21 %), digestione(19vc), insonnia (15%).

Con i prodotti omeopatici, un italianosu 5 crede di poter curare raffreddore,influenza, dolori articolari o muscolari

che il risultato va verificato da altri pri-ma di poterlo ritenere valido. Infine,quando uno studio va contro le regoledella fisica, della chimica e dellabiologia,oltre che del buon senso, ci sono due pos-sibilità: o è una scoperta da Nobel oppu-re un passo falso. E in questo caso siamonella seconda opzione».

COME (NON) FUNZIONA Non è la primavolta che l'omeopatia finisce nell'occhiodel ciclone. In passato, altre ricerchesembravano rilevare dei benefici, ma adetta degli scienziati si trattava sempredi studi condotti in modo approssimati-vo, smentiti in seguito da indagini piùapprofondite. Del reste, per riprenderele parole di Elena Cattaneo, dal punto divista chimico, fisico e biologico, questapratica non può proprio funzionare. Ve-diamo perché.L'omeopatia si fonda sull'idea che unasostanza che causa certi sintomi in unapersona sana può essere usata per curare

malattie che determinano gli stessi di-sturbi, purché venga somministrata inpiccolissime quantità. È questo il cosid-detto "principio di similitudine", enun-ciato oltre 200 anni fa dal medico tede-sco Samuel Hahnemann, il padrefondatore della disciplina.Per poter esercitare la sua azione tera-peutica, la sostanza deve dunque esserepresente nei preparati in dosi infinitesi-mali, in altre parole deve essere diluita ilpiù possibile. Per questo, i rimedi sonoricavati a partire da una soluzione di par-tenza - ottenuta lasciando macerare so-stanze di origine minerale, vegetale oanimale - diluita molte volte, al puntoche nel preparato finale non è più possi-bile reperire una sola molecola attiva.Ma se nei rimedi omeopatici non c*è piùtraccia del principio, come fanno a fun-zionare? Qui entra in gioco la dinamizza-zione, altro caposaldo dell'omeopatia.Ciascuna diluizione viene scossa vigoro-samente, e questo garantirebbe che le

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Preparazionedella tinturamadre apartire dallapianta erbaceaSpiraeaulmaria.

Una fase delladiluizione

della tinturamadre, da cuisi ottengono

i preparatiomeopatici.

L'echinacea.In dosi

omeopatichenon ha di

sicuro alcunaefficacia.

proprietà terapeutiche della sostanza sitrasferiscano al solvente (acqua o alcol),conferendo una sorta di impronta per-manente. Su tale memoria si reggerebbel'efficacia di granuli, gocce, colliri, sci-roppi e pomate, le diverse formulazioniin cui sono disponibili i preparati.

FUORI LE PROVE. Peccato che nessunoabbia mai dimostrato che tutto ciò acca-da davvero. «I presupposti teorici delfunzionamento dell'omeopatia sonocontrari a ogni legge della scienza», pun-tualizza Bucci. «In assenza di principioattivo, è davvero difficile sostenere chequesti preparati possano svolgere unaqualsiasi azione terapeutica. Sarebbecome illudersi che con un assegno conscritto zero si possa comprare qualco-sa», aggiunge Garattini.In altre parole, l'omeopatia non funzio-na perché non può funzionare. «All'ome-opatia si può tutt'al più riconoscere uneffetto placebo (ovvero un beneficio de-

rivante dal credere che il preparato chesi sta assumendo sia efficace. Ma null'al-tro», ribadisce Bucci. «Per questo l'im-piego In medicina è ingiustificato, a mag-gior ragione se si intendono trattaremalattie croniche severe o che potrebbe-ro diventare tali se non curate in modoadeguato».

INTEGRARE O NO? E se non si trattassedi sottrarre pazienti alle cure consolida-te, ma di affiancare la medicina classicaa quella non convenzionale? SecondoPeter Fisher, del Royal London Hospitalfor Integrated Medicine, un approcciointegrato potrebbe ridurre l'abuso di far-maci e dei loro potenziali effetti collate-rali. I medici potrebbero insomma uti-lizzare l'effetto placebo a vantaggio deipazienti, prescrivendo loro questi pro-dotti, quando i disturbi di cui soffronopermettono di farlo. Si tratterebbe dellacomplementarità rivendicata anchedall'Associazione delle aziende farma-

ceutiche omeopatiche, e dai tanti mediciche indirizzano i loro assistiti all'uso diprodotti omeopatici (20.000 in Italia se-condo Omeoimprese, l'associazione cherappresenta la aziende del settore).Eppure, secondo i detrattori l'integra-zione porterebbe più svantaggi che van-taggi. In primis, per le tasche dei pazien-ti: «si tratta di prodotti a efficacia zero ead alta lucrosità per le aziende», osservaElena Cattaneo. Ma anche per un pro-blema culturale. Secondo Enrico Bucci,«prescrivere trattamenti la cui utilitànon è dimostrata, e venderli ir. farmacia,apre la strada alla diffusione delle pseu-doscienze e delle pseudocure».

UN PLACEBO TROPPO CARO. Per tuttiquesti motivi, le maggiori associazionimediche restano contrarie all'omeopa-tia. Il Sistema sanitario britannico ha in-serito questa disciplina in una sorta dilista nera delle pratiche non rimborsabi-li; in Francia, dove invece c'è una par- •

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Una battuta d'arrestoIfatturati delle aziende omeopatiche non hanno brillato nel 2017: il compartoha infatti chiuso con un -7,2%, passando da un fatturato di 349 milioni di euronel 2016, a 324 milioni.VENDITE IN CALO? Difficile dire se sia l'esito di una disaffezione degli italiani o,come sostiene Omeoimprese, della nuova procedura di registrazione necessariaDer ottenere l'autorizzazione all'immissione in commercio. Una procedurasemplificata che non richiede la dimostrazione di efficacia, ma solamente dellasicurezza, e che comporta un costo per le aziende. Proprio per questo, segnalaOmeoimprese, c'è stata una considerevole contrazione del numero dei prodottiin vendita. Viste le tariffe di registrazione, le aziende, infatti, avrebbero rinnovatola richiesta di autorizzazione al commercio solo per i prodotti più venduti,eliminando dai listini quelli meno usati.

ziale rimborsabilità, un centinaio di me-dici ha manifestato contrarietà neiconfronti di questa e di altre medicinenon convenzionali, perché inutilmentecostose per i cittadini e lo Stato.In Italia, la scorsa primavera, la Federa-zione nazionale degli ordini dei medicichirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo)ha ufficialmente dichiarato che l'omeo-patia non ha effetti scientificamente di-mostrati (al d: là del placebo) ed è priva diplausibilità biologica. Unendosi così alcoro delle principali società e commis-sioni scientifiche: le britanniche BritishMedicai Association e Royal Pharmaceu-tical Society, lo statunitense NationalInstitute for Health and Care Excellence,10 European Academies Scientific Advi-sory Council e altre ancora.«Seppure con un certo ritardo, quelladella Fnomceo è una decisione benvenu-ta, che rappresenta un importante cam-biamento di orientamento dell'organorappresentativo dei medici italiani», diceGarattini. «Sotto questo aspetto - ag-giunge Cattaneo - considero meritorioche Fnomceo abbia ribadito il dovere per11 medico di non sottrarre la persona as-sistita a trattamenti scientificamentefondati e di provata efficacia».

PULCI E COLEOTTERI. Dal can to suo, ilComitato nazionale per la bioetica vor-rebbe più trasparenza nelle etichette deiprodotti omeopatici. Ha quindi chiestoche il termine "medicinale" sia sostituitocon "preparato" e che sia riportata un'av-vertenza in cui si chiarisce che l'efficaciadel rimedio non è provata scientifica-mente. «È un'iniziativa che va nella giu-sta direzione», commenta Cattaneo, chericorda anche che negli Stati Uniti questeprecisazioni sono obbligatorie dal 2016,in seguito a una class action portata avan-ti da cittadini che si sentivano truffatidalla pubblicità ingannevole deW'oscillo-coccinum, prodotto di punta dell'indu-stria dell'omeopatia. «È doveroso che icittadini sappiano di acquistare prepara-ti che nulla hanno a che vedere con i far-maci», conclude la senatrice.Infine, il Comitato nazionale per la bioe-tica chiede che la denominazione scien-tifica del ceppo omeopatico, oggi indicatain latino, sia accompagnata sulle etichet-te dalla traduzione italiana, affinchè siachiaro come è stato ottenuto il prodotto.Per esempio, Pulex irritans contiene pul-ci tritate in dosi omeopatiche, e Cantha-ris miscele di coleotteri. GSimona Regina

Granuli omeopatici,una delle numeroseformulazioni in cuisono venduti i rimedi.

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Il Comitato nazionale per la bioeticaha chiesto etichette più chiare: dai prodottiomeopatici dovrebbe sparire la scritta"medicinale", sostituita da "preparato

Suicidio dimassa con

granuliomeopatici. Fu

la protesta diun gruppo di

scettici, nel 2010.

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