Safety II leader

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IL QUADRO, IL CHIODO E LA CHIAVE INGLESE ANDREA TRESPIDI

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IL QUADRO, IL CHIODO E LA CHIAVE INGLESE

ANDREA TRESPIDI

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UNA STORIA

IL QUADRO, IL CHIODO E LA CHIAVE INGLESE

Dobbiamo appendere un quadro al muro con un chiodo e ci accorgiamo di non avere il martello ma solo pinze, cacciavite e una chiave inglese.

Pianteremo ugualmente il chiodo e porteremo a termine il lavoro usando la chiave inglese al posto del martello?

Se tutto va bene lo racconteremo? Se qualcosa va male lo racconteremo?

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SICUREZZA COME IL SUO CONTRARIO

QUANDO NULLA VA MALE

▸ Ha senso definire sicuro un ambiente senza infortuni e senza incidenti?

▸ Ha senso che la sicurezza sia “un non evento?”

▸ S e v o g l i a m o a u m e n t a r e l a sicurezza dobbiamo attendere che qualcosa vada male?

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I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

SIAMO VERAMENTE PROATTIVI?

▸ Ogni giorno molti operatori effettuano piccoli scostamenti dalla normalità e dalle procedure per assicurare che il lavoro vada a buon fine, i loro comportamenti sono sicuri o non sicuri?

▸ Anche con un sistema di gestione, il fenomeno viene studiato solo quando qualcosa va male o non è conforme alle procedure.

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SEMPRE MENO

QUANDO QUALCOSA VA MALE

▸ Incidenti e infortuni destano interesse ma per fortuna sono sempre meno.

▸ Non sempre lo studio degli eventi indesiderati produce azioni significative.

▸ Spesso il motivo per cui le vanno male è lo stesso motivo per cui le c o s e v a n n o b e n e , c o m e nell’esempio del chiodo.

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SAPERE O IMMAGINARE

SAPPIAMO VERAMENTE PERCHÉ LE COSE VANNO BENE?

▸ Conosciamo cosa avviene all’interno dei piccoli scostamenti dalla normalità e dalle procedure?

▸ Abbiamo costante bisogno di IMMAGINARE come gli altri lavorano.

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SEMPRE DI PIÙ

QUANDO TUTTO VA BENE

▸ Immaginiamo come gl i a l tr i lavorano, con quali processi, con quali utensili, con quali attrezzature e pianifichiamo.

▸ Ma i l Lavoro Come Fatto è veramente uguale al Lavoro Come Immaginato?

▸ Po s s i a m o i n c r e m e n t a r e l a Sicurezza lavorando su questa differenza.

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LO SCOPO DELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA È ASSICURARE CHE IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI ATTIVITÀ VADA BENE, NEL SENSO CHE IL LAVORO DI OGNI GIORNO RAGGIUNGA I SUOI OBIETTIVI. QUESTO SIGNIFICA CHE LA SICUREZZA È GESTITA PER MEZZO DI CIÒ CHE ESSA RAGGIUNGE.

Erik Hollnagel

SAFETY II

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LA SICUREZZA PRESENTE

SAFETY II - QUANDO TUTTO VA BENE

▸ Possiamo definire la Sicurezza come il più alto numero di azioni che vanno a buon fine.

▸ L’abilità di riuscire nel compito rispondendo alla variabilità del sistema.

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LA NECESSITÀ DI CAPIRE

EVERYDAY

▸ Safety II è fare in modo che le azioni vadano bene, non evitare che qualcuna di queste vada male.

▸ Incrementare la Sicurezza attraverso lo studio dei processi che vanno bene è più realistico e aderente alla quotidianità.

▸ Sicurezza vista come risultato organizzat ivo d i un s i s tema complesso, dove interagiscono tecnologie, procedure e norme.

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IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO

COME LE COSE VANNO BENE, NON SOLO PERCHÉ VANNO MALE

▸ Quali adattamenti mettono in opera le persone quotidianamente?

▸ Come compensano quello che manca (attrezzi, procedure) o quello che varia?

▸ Come si organizzano per evitare o prevenire i loro problemi quotidiani?

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DI COSA ABBIAMO BISOGNO

FORMAZIONE SULLE NON TECHNICAL SKILLS

▸ Non solo competenza tecnica ma anche non tecnica, sviluppo di competenze che permettano un migliore adattamento alla variabilità.

▸ non apprendere comportamenti meccan ic i e r ipet i t i v i ma comportamenti situati e adattati al contesto e alle modalità nel quale la prestazione viene resa.

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DI COSA ABBIAMO BISOGNO

IL CLIMA DI FIDUCIA

▸ L'unico clima organizzativo che attiva sistemi efficaci di report e dialogo e permette di conoscere e studiare la variabilità è basato sulla safety leadership e di conseguenza sulla just culture.

▸ La fiducia porta a raccontare tutto, nel bene e nel male.

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L’IRRIDUCIBILE E INELIMINABILE DIFFERENZA

IL LEADER NELLA DIFFERENZA

▸ Riconoscere che il Lavoro Come Fatto è differente dal Lavoro C o m e I m m a g i n a t o p o r t a a esprimere la sicurezza come esito f a v o r e v o l e d i i n e v i t a b i l i e quot id ian i adattament i a l la variabilità.

▸ È impossibile che progetti e realtà o p e r a t i v a c o i n c i d a n o e l a differenza è instabile e non del tutto prevedibile.

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IL SAFETY II LEADER

LE NUOVE SFIDE DELLA LEADERSHIP

▸ I Safety II Leader riconoscono il r i s c h i o r e s i d u o n o n c o m e incapacità o inadeguatezza ma come intrinseco allo svolgimento delle attività.

▸ E s e r c i t a n o u n c o n t r o l l o consapevole delle prestazioni analizzando i comportamenti nel l ’ inevitabi le adattamento operativo, più che sulla conformità o non conformità procedurale.

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IL SAFETY II LEADER

LA FIDUCIA BASATA SULL’ASCOLTO E IL FEEDBACK

▸ I Safety Leader sanno comunicare, sanno restituire feedback descrittivi e non giudicanti, usano storytelling, esempi ed emozioni per costruire fiducia.

▸ Attraverso l’osservazione e la comunicazione con i feedback rafforzano e incoraggiano i comportamenti virtuosi.

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I LEADER NON SI LAMENTANO DI CIÒ CHE NON FUNZIONA, PIUTTOSTO CERCANO DI PORTARE L'ATTENZIONE SU CIÒ CHE FUNZIONA E FANNO IN MODO DI AMPLIFICARLO PER MIGLIORARE ANCHE NELLE ALTRE AREE

Simon Sinek

I SAFETY II LEADER