Sabato, 22 Febbraio 2020 Genius · 2020-02-21 · «Sarei uno stupido se dices-si di no. Una...
Transcript of Sabato, 22 Febbraio 2020 Genius · 2020-02-21 · «Sarei uno stupido se dices-si di no. Una...
Pos
te I
talia
ne S
ped.
in
A.P
. D
.L.
353/
2003
con
v. L
.46/
2004
art
. 1,
c1
DC
B M
ilano
. N
on p
uò e
sser
e di
strib
uito
sep
arat
amen
te d
al C
orrie
re d
ella
Ser
a
Genius
Nella torre gialla,logo di Moncler
Genius, da sinistrain alto: JW
Anderson, SergioZambon e
Veronica Leoni,Sandro Mandrino,
Simone Rocha,Craig Green,
Matthew Williams,Hiroshi Fujiwara,
Richard Quinn
L’idea che ha cambiato Moncler
Sabato, 22 Febbraio 2020 www.corriere.it
Nove creativi per otto collezioni.Un evento a Milano,
aperto a tutti, per presentare il nuovo modo di pensare, progettare, comunicare.
Moncler Genius, arrivato al terzo anno,
si racconta
VIN
CEN
ZO P
RO
GID
A
2 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
L’INTERVISTA LA STORIA (E LA SVOLTA)
Remo Ruffini
«La miasquadra
di geni:Moncler oggi
è questa»
Il presidente e amministratore delegato racconta il percorso che lo ha condotto
alla scommessa di Genius: non più sfilate, non più due creativi, ma un team
di stilisti-inquilini del suo building virtuale«C’era bisogno di energia, così ho
cominciato. All’inizio mi guardavano tutti stralunati, poi la carica è diventata
contagiosa»
Remo Ruffini, classe 1961, co-masco doc. Anche se ora vivetra Como e Milano: «Un agre-ement con mia moglie France-sca». Saranno 59 il prossimosettembre. Il 27: segno dellabilancia. Secondo gli astri uncreativo. «Ma i creativi sonoaltri». Preferisce visionario?«Imprenditore, direi. Pratico».Auto-definizione perfetta perun uomo che nel 2003 acqui-sta un marchio finito per glialtri, ma carico di ricordi perlui e nel 2013 lo porta in Borsacon un capitalizzazione di2,55 miliardi che è salita adieci. Due anni fa la scom-messa di Genius: non più sfi-late, non più due creativi, mauna squadra di «geni», stilisti-
inquilini di un building vir-tuale illuminato dalla luce diMoncler. «Avevo paura di an-noiare e annoiarmi. Non pro-vavo più emozioni alla fine diuna sfilata e mi sono detto: senon le sento io, figurarsi ilmio consumatore», ripetevaall’infinito a chi scettico glichiedeva il perché di una rivo-luzione così complicata, quan-do avrebbe potuto bearsi degliobiettivi raggiunti. «C’era bi-sogno di energia e così ho co-minciato. All’inizio mi guarda-vano tutti stralunati, ma poi lacarica è diventata contagiosa».
Allo specchio oggi chi ve-de?
«È uscito un articolo di re-cente e c’era una mia foto:avevo i capelli bianchi. Per laprima volta ho visto un signo-re. Io mi sono sempre visto esentito un ragazzo. Quel gior-no non più. Ci sono rimastomale. Sto bene con i giovani. Ivecchi e ricchi mi annoiano.L’unico che frequento è Mas-
simo Piombo che ora si arrab-bierà per l’associazione». E ri-de, pensando alla faccia del-l’amico di sempre.
Ora preferisce signor Ge-nius o signor Moncler?
«Ho sempre pensato a Ge-nius come la parte espressivadella Moncler. Tutto qui».
È che la gente se lo chiede.«Fa proprio parte della no-
stra strategia. All’inizio eraimportante far emergere que-sta torre gialla, sapevamo nonessere un progetto facile, do-vevamo entrare nella testa del-la gente con tanti nomi e tan-te espressioni. C’era bisognodi tempo. Due anni, ma è sta-to vincente. Adesso stiamopian piano facendo spuntaretra il feltrino (il marchio stori-co ndr) la torre gialla (il nuovologo ndr) è già nella nuovacampagna».
Cos’è per lei il genio?«Nel nostro lavoro abbiamo
bisogno dei geni per far inter-pretare loro un prodotto cosi
�All’inizio era importante fare emergere questa torre gialla, dovevamo entrare nella testa della gente con tanti nomi ed espressioni diverse. Adesso stiamo pian piano facendo emergere il nuovo logo
di Paola Pollo
3Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
Nel 1954 Lino Lacedelli e Achille Compagnoni conquistarono il K2. Il team fuequipaggiato con i piumini Moncler, portati a un alto grado di specializzazione da Lionel Terray, alpinistafrancese che fu un personaggio chiave nella storiadel marchio.Nella pagina accanto, Remo Ruffini
�Voglio dare la giacca al ragazzino che fa snowboard e al manager che va in ufficio e la indossa sopra l’abito. E il piumino alla nonna come alla nipote. È questa la sfida che mi appassiona
diverso, sportivo. Prendi Pier-paolo (Piccioli ndr), un coutu-rier, un creativo puro: è statoil progetto editoriale di Mon-cler che ha avuto più successoin assoluto proprio per l’unio-ne delle due forze. Se tu riescia fare un paio di abiti da seracouture in piumino e colpiscicosì tanti consumatori nelmondo, anche se non li vendi,poco importa. Questa è perme una genialità».
Un genio nella storia?«Personaggi come Thomas
Edison, che hanno inventatoqualcosa che ha reso migliorela vita dell’uomo».
Quindi nessuno in campoartistico?
«No, lo lego alle invenzioni.Oggi senza la luce ce ne sta-remmo qui con una candela enon ci sarebbe la connessionedel mondo. Nessuna globaliz-zazione, nessuna percezione».
Questo anche il suo ap-proccio con la moda?
«Non mi sono mai avvicina-
to in maniera artistica a que-sto mondo. Ho sempre cerca-to concretezza e funzioned’uso. Fa parte del mio carat-tere. Designer importante,grande marca, prodotto consi-stente: questi i miei parame-tri. Forse con Genius è la pri-ma volta che mi sono lasciatoun po’ andare. Ma quando so-no entrato nella torre e ho vi-sto tutti quei progetti diversima con la stessa radice, misono sentito soddisfatto».
Ma come le è venuta di ac-quistare un marchio france-se per naturalizzarlo italia-no?
«Credo che il mondo oggisia talmente trasparente chenon devi pensare in questitermini. Quando ho preso inmano Moncler, visti gli erroricon l’azienda precedente, lacosa più importante era inter-nazionalizzarla. Non tanto pervendere di più, ma per capireil consumatore. L’importanteè essere nel mondo, compren-
dere le molteplicità di culturee cosa vogliono».
Cosa la emoziona in unprodotto?
«La semplicità. Riuscire atrovare il prodotto subito.Prendi J.W Anderson, peresempio, oggi con noi in Ge-nius. Che disegni Loewe, Uni-qlo o il suo brand arriva sem-pre a una semplicità eccezio-nale, pur essendo lui unocomplicato».
Non le dà fastidio che unodei suoi disegni per altri?Persino per un marchio lea-der nei piumini poca spesa,tanta resa?
«Ma da Uniqlo vado sempreanch’io, sulla Broadway. Mi af-fascina tutto di questo brand.Sono bravissimi. Però, no,non acquisto piumini, per lopiù capi per lo sport».
Non pensa che la modadovrebbe calmarsi? Anchecon i prezzi?
«Credo ci debba esserci ri-spetto per il consumatore, lo
dico da sempre. Io faccio unprodotto che mi costa 10 e lovendo a 50,70 tutto l’anno per-ché è giusto così. E assicuro laqualità. Poi resto fedele al mioprincipio».
Il suo principio sarebbe?«La trasversalità: io voglio
dare la giacca al ragazzino chefa snowboard e al managerche va in ufficio e la indossasopra all’abito. E il piuminoalla nonna come alla nipote. Èuna sfida che mi appassiona».
Ma i giovani a cui lei parlahanno il problema di trovareun posto di lavoro, la lorocapacità di acquisto è moltolimitata.
«È un problema di culturapiù che finanziario. Prendil’America, che resta il mercatopiù difficile per noi: negli ulti-mi 4-5 anni dopo la crisi del2008/9 è cresciuta molto eoggi è persino aiutata dallamoda. Basti pensare al feno-meno streetwear».
Le piacerebbe se Greta-
4 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
L’INTERVISTA LA STORIA (E LA SVOLTA)
�Con Will Smith, per la prima volta, facciamo una campagna con qualcuno di famoso. Mi spingevano a prenderlo per arrivare al consumatore americano: io l’ho scelto perché è una bella persona
Thunberg indossasse un suopiumino?
«Sarei uno stupido se dices-si di no. Una ragazza con delleidee così forti su un tema cosìsensibile. Poi forse l’estremi-smo può dar fastidio».
Sugli influencer non avetemai puntato.
«Noi cerchiamo di parteci-pare, ma non siamo angoscia-ti. È la prima volta, con WillSmith, che facciamo una cam-pagna con qualcuno di famo-so. Lui l’ho conosciuto, è unapersona super carina, ci siamoseduti ed è stata più unachiacchierata che una strate-gia. Mi spingevano a prender-lo per arrivare al consumatoreamericano, io l’ho scelto per-ché è una bella persona. Lacelebrity o l’influencer devi sa-perla gestire. E certe volte glidai cinque milioni per vende-re lo smalto e magari non lovendi nemmeno».
Come sceglie i suoi geni?«Ci sono persone che me lo
ratteraccio?«Perché me lo dicono. Ma
se una persona mi è antipati-ca, è vero, per me non esiste».
Parla spesso di amicizia.«È importante, come lo è
per tutti. Bisogna capire qualisono gli amici, se quelli chestanno bene con te o che fan-no stare bene te. Io accetto idifetti delle persone, ma nonmi piacciono mai al 100%. Èun bilancio, altrimenti rimanisolo. Cosa voglia dire la parolaamico, però non l’ho capitoancora nemmeno io».
Il successo l’ha cambiata?«Faccio la stessa vita da
quando ho 22 anni, con i mieiamici di sempre. Non fre-quento nessuno di famoso».
Però organizza sempre piùfeste.
«Sempre fatto. Solo che og-gi con Instagram vedi tutto. Ame piace stare in mezzo allagente simpatica. Ai giovani».
Qual è la cosa che l’ha fe-rita di più?
«Il servizio di Milena Gaba-nelli. Quelle foto mi hannotormentato. Ho fatto uno deimiei tanti fioretti e per un an-no non ho toccato carne. Peròquell’accanimento non l’ho ca-pito, eravamo in tanti su quel-la stessa barca. Sicuramente ilsistema è da tenere monitora-to e questa cosa mi ha aiutatoa creare dei processi per farmistare più tranquillo».
Dicono che Jean PaulGaultier disegnerà per voi...
«Non è fra i 4 che presente-remo in questi giorni».
Il nuovo «challenge», det-ta alla Ruffini?
«Dar voce reale al consuma-tore. Con il progetto Rimowacominciamo. Il cliente potràfarsi la valigia come pare a lui.Voglio che comunichi, che siesprima. Voglio aprire un altrovero dialogo con il consuma-tore. È quello che la gente cer-ca e fa su Instagram. È arrivatoil momento di metterlo inpratica. Pensate a quante idee
chiedono e che mi piaccionomolto, ma magari non è ilmomento giusto. Oppure devofare scouting e cercare qualcu-no in particolare. Io curo mol-to le generazioni e i gusti. C’èun team che lavora a questo».
Li hai mai seduti tutti in-sieme a tavola?
«Quest’anno no. L’annoscorso sì. È stato interessante,sono nate anche delle amici-zie. Ho percepito sempre unaforte stima tra di loro. È veroanche che tutti sanno chi so-no e cos’è Genius e si devonopiacere in qualche modo».
Cos’è per lei l’invidia? L’hamai provata o subita?
«Penso di essere abbastan-za invidiato, per colpa del miocarattere. Da parte mia non homai provato invidia, per nes-suno. Provo antipatie, questosi. Per i geni, creativi, sentostima. E di chi ha successo miaffascia la strategia più che ilrisultato finanziario».
Perché ritorna sul suo ca-
5Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
Collezioni nate dal progetto Moncler Genius, che ha visto il brand coinvolgeretalenti sempre diversi, per provenienza, formazione e sensibilità.Da sinistra: Moncler Grenoble, Simone Rocha, Craig Green, Pierpaolo Piccioli, Moncler Noir, Alyx 9sm
�Il mio obiettivo è dare voce al consumatore. Con il progetto Rimowa cominciamo: il cliente potrà farsi la valigia che vuole. Voglio aprire un altro vero dialogo con il consumatore. Pensate quante idee arriveranno
nuove potranno arrivare».Comunicare e ascoltare:
ha più del pensatore o delpredicatore che del businessman.
«Se non conosci i mercati,se non conosci il mondo, perun’azienda come la nostra nonpuoi pensate di stare al passo.Io sono concreto, il mio busi-ness si basa su quello: capireil consumatore e creare unamarca forte. Il prodotto è im-portantissimo certo, è il miolavoro di tutti i giorni, peròperché l’etichetta sia charmingla marca deve vincere sul pro-dotto. Alla fine oggi uno deipezzi più richiesti è una giaccache facciamo da 29 anni. Que-sto è l’esempio di quello chedico. Un capo che non ho fat-to io, l’ho solo migliorato intessuto e forme eppure è il piùrichiesto al mondo. Cosa vuo-le dire? Che la marca è piùforte del prodotto».
Si dà dei limiti?«L’onnipotenza. Ne ho il
terrore. Ho una mia testa e unmio ragionamento e cerco dicavalcarli, ma cerco anche diascoltare tutti. Conosco trop-pe persone che con il succes-so si sono fatti sorprenderedall’onnipotenza e sono diven-tati sordi e ciechi. Ecco questomi fa un’immensa paura ed èun limite che non voglio oltre-passare. E non è facile».
Stacca mai?«Mai. Anche di notte quan-
do mi sveglio, spesso, penso.E prendo appunti. Ho tutto di-viso in cartelle nel mio cellu-lare. Di giorno invece fotogra-fo qualsiasi cosa mi ispira: unpavimento a Tokyo, una colle-zione di moquette. Da giovaneero insonne per le angosce,mi svegliavo con l’incubo dellefatture».
Non ha più preoccupazio-ne finanziarie?
«Ho cercato di gestire quel-l’aspetto della mia vita basan-domi su un’azienda solida».
La Cina oggi le toglierà il
sonno.«Non voglio neanche pen-
sarci al disastro, per tutti. An-che se come strategia azienda-le noi prevediamo sempreun’emergenza. E fra i tanti sia-mo anche tra i più fortunatiperché il nostro è un prodottostagionale. Stiamo studiandodelle risposte pratiche percontenere, ma nello stesso ri-partire appena finirà. Nonpuoi certo chiudere i negozi epoi fra tre mesi riaprirli».
Con gli azionisti come va?«Dico a loro sempre quello
che ho in testa. Senza averepreconcetti o influenze dettatedal mercato. All’inizio eranodubbiosi perché loro puntanodi base alla crescita fine a séstessa, poi però hanno iniziatoa capire e oggi abbiamo unbel rapporto».
Se dovesse vendere (si èparlato in dicembre di unatrattativa con Kering), e ilnuovo padrone dicesse no aGenius?
«Ho cercato persone chepotessero fare un next step diMoncler, sempre».
La sua scala di valori.«Lo stile di vita. Col mio
carattere, per evitare la noia,devo crearmi delle emozioni,con tante piccole cose. Nonho un punto di riferimento: leemozioni si creano con lagente che frequenti».
Che cosa si è sei concesso?«Uno stile di vita che non
avevo 30 anni fa».Una moglie Francesca, che
ha una sua linea (F.R.S ForRestless Sleepers) e due figli,Romeo e Pietro, che hannouna società con partecipa-zioni in un brand di abbi-gliamento (Attico) e della ri-storazione (Langosteria):nessuno in Moncler?
«Hanno bisogno delle loroenergie, vendendo qua e fa-cendosi dire di si perché sonofigli miei non le troverebbe-ro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
6 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Jonathan AndersonNew entry nel gruppo di Genius, per la collezione 1 Moncler JW Anderson il designer ha attinto dal proprio archivio. «I giovani oggi stanno mettendo in discussione un po’ tutto. Anche i vestiti da maschi e da femmine»
I NOVE CREATIVI I RITRATTI
Jonathan Anderson è uno deinuovi nomi entrati a far partedel progetto Moncler Genius2020. La collaborazione rendeparticolarmente fiero RemoRuffini affascinato dalla crea-tività raffinata del designer 36enne, che ha ottenuto con-senso della critica e successocommerciale con le sue colle-zioni disegnate per il suobrand omonimo JW Andersone come direttore creativo dellamaison spagnola Loewe. Natonel 1986 nell’Irlanda del Nord,ha studiato il menswear Colle-ge of Fashion di Londra, cittànella quale vive, e che nel feb-braio 2019 l’ha chiamato a farparte del board del Victoriaand Albert Museum.
«Jonathan ha un approccioal lusso completamente diver-so rispetto agli altri designer»come ha spiegato il patronRuffini, «un approccio pop»,che riparte dall’artigianato delterritorio per creare qualcosadi unico. Un purista rispettosodel lavoro manuale, lo si po-trebbe definire.
Per la collezione Monclerha creato capi indossabili siaal maschile che al femminile,«molto semplici in termini didesign, ma molto forti a livel-lo concettuale», come ha spie-
gato il manager.Mr. Anderson, che cosa
l’ha convinta a dire sì?«Sono sempre stato molto
colpito da Moncler comebrand e quello che Ruffini hafatto con il progetto Genius èimpressionante. Quando fuicontattato non ebbi alcunaesitazione, mi sono sentito onorato».
Qual è stata l’ispirazioneper la collezione?
«Mi è venuta l’idea di gon-fiare il mio archivio. Ho sele-zionato alcuni pezzi fonda-mentali della JW Anderson e liho fatti “esplodere” attraversola lente di ingrandimento diMoncler e il loro team diesperti».
Che cosa l’ha sorpresa inparticolare dell’azienda tes-sile italiana di abbigliamentoe accessori?
«Da Moncler ho trovatoun’artigianalità e un knowhow davvero incredibili. Han-no un approccio semplice aldesign: tutto è possibile, unacosa pazzesca. Sono stati in
twear sembrano lasciare ilposto a una moda più for-male. Il piumino che postooccupa nel nuovo panora-ma?
«La collezione che abbiamorealizzato per Genius riguardaproprio questa nuova idea distratificazione. Il piumino di-venta un capo streetwear seviene abbinato a jeans e scar-pe da ginnastica, dipende dacome lo abbini. Materiali e si-lhouette sono importanti, masempre di più a fare la diffe-renza è lo styling»
Quando ha disegnato lasua collezione chi aveva inmente?
«Tutti per capi da indossareogni giorno».
I giovani vogliono davverouna moda gender fluid?
«Penso che i giovani oggi sistiano ponendo molte doman-de, stanno mettendo in di-scussione un po’ tutto. Riten-go che sia eccitante e impor-tante per la società. Si fannodomande su che cosa signifi-chi vestirsi da ragazzo a daragazza».
La sua visione qual è: lostesso capo da scambiarsi, olo stesso modello in due si-lhouette?
«Quando crei moda devi in-terpretare anche le sfide stili-stiche che le persone sonopronte ad accettare. Abbiamocreato diverse silhouette incollezione. È una tua sceltadecidere quale indossare».
Sono parole sue: «Il lussonon è una borsa. È l’espe-
rienza legata all’oggetto».Qual è l’esperienza legata aMoncler?
«Il lusso qui è la qualità.L’unicità».
Sempre un suo pensiero:«Volevo creare un guardaro-ba con un’enorme desidera-bilità». Che cosa è desidera-bile oggi secondo Anderson?
«Mi piacciono le cose esclu-sive, fuori dal coro. Ti soffer-mi a guardarle e magari nonsei sicuro... , ma ti fanno pen-sare».
L’idea di Remo Ruffini èche la moda debba diventarepiù collaborativa perché «seresti solo nella tua zonaesclusiva non sei abbastanzarilevante». È d’accordo?
«Sì, completamente. Daquando ho iniziato a operarenel settore sono stato chiama-to a collaborare diverse volte.Penso che tu possa impararecosì tanto lavorando con altrio quando fai un passo fuoridalla tua comfort zone».
Maria Teresa Veneziani© RIPRODUZIONE RISERVATA
grado di creare un piuminotrapuntato all’interno del cor-po di una borsa, dettaglio cheincide sulla forma e crea volu-me. Sembra facile, ma è unacostruzione complicata».
Lei è molto amato dallasua generazione, anche peril design androgino provoca-
torio. In che modo il suopiumino è contemporaneo?
«Non userei l’aggettivo con-temporaneo. Direi piuttostoche è in linea con lo stile JWAnderson che non sempre se-gue le norme. Anzi, direi piut-tosto che le sfida».
Lo street style e lo spor-
«Ho fatto esplodere il piumino, nel mio stile non ci sono regole»
Jonathan Anderson è una new entry (con il suo brand omonimo JW Anderson) del progetto Moncler Genius 2020: la sua collezione sarà in vendita in ottobre
Anderson ha
fondato il suo
brand nel 2008
con un focus sul meanswear, ma dal 2010 ha debuttato con la linea femminile
Dal 2013 è
direttore
creativo di
Loewe il brand che ha rilanciato puntando sul connubio arte e artigianato. Si è imposto anche per la sua visione moderna della mascolinità e della femminilità grazie al mix dei generi
Ottobre
Fuori dal coro«Mi piacciono le cose esclusive, fuori dal coro. Le guardi e ti fanno pensare»
Collaborazione«Si può imparare così tanto lavorando con gli altri o fuori dalla propria confort zone»
7Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
La top model Kaia Gerber, in alto, indossa uno dei capi della collezione 1 Moncler JW Anderson. A sinistra altri due look e, qui sopra, un momento della presentazione durante l’evento milanese di Moncler Genius. Nella pagina accanto, Jonathan Anderson
�When you create fashion you must also
interpret the stylistic
challenges that people are
ready to accept. We have
created several silhouettes in
the collection. It is your choice to
decide which one to wear
#MONCLERJWANDERSON@jw_anderson
8 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Sergio Zambon e Veronica LeoniLui ha progettato la linea maschile, lei quella femminile della collezione 2 Moncler 1952, che ripensa il piumino delle origini per le giovani generazioni. Nuove silhouette, sacca di piuma stretch e spirito rilassato
I NOVE CREATIVI I RITRATTI
Si chiama 2 Moncler 1952 per-ché quando Veronica Leoni eSergio Zambon sono stati in-caricati da Remo Ruffini di ri-pensare il piumino per le nuo-ve generazioni hanno iniziatodalle origini del brand creatoa Monestier-de-Clermont, lo-calità sciistica vicino Greno-ble, da René Ramillon e AndréVincent. Qui i Genius sonodue, Leoni, laureata in Lettere(un passato da Céline) respon-sabile per la linea donna, eZambon, designer multi-tasking nato in Egitto da ma-dre croata e padre italiano(studi allo Ied ed esperienzeda Fendi), per la linea uomo.
Veronica, come si rendeun piumino femminile?
«Io ho provato a studiaresilhouette più avvitate e piùscultoree ispirate anche allasartorialità classica. Siamo riu-sciti a metterle a punto graziea sacchi piuma stretch. E c’èanche una parte più fluidadella collezione creata con unmix di materiali speciali e ul-trafemminili come il velluto».
Quando si indossa il piu-mino e quando è proibito?
«La sfida più grande all’in-terno di 2 Moncler Genius1952 è stata proprio quella diprovare a superare il classico
stereotipo del down jacket perportarlo oltre l’ovvio. Ho cer-cato di renderlo il più trasver-sale possibile all’interno delguardaroba femminile, adattoad ogni situazione».
Dice Ruffini che la modadeve essere più collaborativa
«A livello di industria, cre-do sia fondamentale essereconnessi. C’è necessità discambiarsi informazioni, dimettere in comune il knowhow che permetta il progressodella filiera. E occorre esseretrasversali anche dal punto divista geografico in una dimen-sione globale, essere il piùaperti possibile per coinvolge-re sempre più consumatori».
Oggi chi è Genius?«C’è una donna che è stata
anticipatrice dei Genius: Vi-vienne Westwood, con la qua-le condivido totalmente i valo-ri. Femminista da sempre, rie-sce ad essere una stilista dalpunto di vista sociale e cultu-rale. Da outsider quale è, hacontestualizzato il suo stile al-l’interno di una causa più
ve, un magma continuo».Zambon si è imposto an-
che per la visione gender-less: è questo il futuro?
«Io per 2 Genius Moncler1952 faccio solo il menswear,ma per strada ho visto i mieicapi della scorsa capsule in-dossati anche dalle ragazzecome la cappa a intarsi e ilpiumino giallo pop e mi sonopiaciuti molto. Il mio stile èsempre stato molto trasversa-le. Parto dalla storicità deigrandi classici, senza mai per-dere di vista lo street style cheio preferisco definire quoti-diano contemporaneo; puòessere ispirato da un movi-mento musicale o da unosport. Un concetto che ho am-pliato in questo progetto: hainell’armadio una t-shirt bian-ca, una borsa Chanel con lacatena, un Levi’s e un piuminoblu Moncler».
Come spiega questo ritor-no del piumino?
«È un capo molto contem-poraneo perché combina lostile inaspettato con la pratici-tà, — aspetto che i grandi del-la moda hanno sempre tenutoin considerazione —. Del re-sto, per un designer non c’èniente che di più gratificanteche ritrovare un look di sfilataindossato in strada. Oggi ionon vedo l’imbottito comestreet wear, ma come capodella contemporaneità».
Cosa è superato?«Lo stile riferito all’età delle
persone. Prima c’erano tantistili per altrettante occasioni.
La rivoluzione culturale ha an-nullato l’ossessione dell’age».
Che cosa l’ha sorpresa?«Di Moncler mi piace il mo-
do naturale e organico di svi-luppare le idee. C’è un approc-cio molto giovane e un’apertu-ra verso il nuovo senza ildramma old style della modaclassica. Che poi è il segreto diLos Angeles, luogo dallo spiri-to rilassato alla quale mi sonoispirato per la collezione. Ottodei 30 outfit sono realizzaticon quattro creativi locali digioielli e moda. Abbiamo cre-ato una co-lab con una scenacreativa di una città e questa èuna novità assoluta».
Che funzione hanno oggi isocial network nella moda?
«Sono un viatico alla comu-nicazione e alla libertà per laloro rapidità. Io uso tantissi-mo Instagram al posto diWhatsApp per messaggiare eper fissare gli appuntamenti.Ci geolocalizziamo e ci ritro-viamo subito in una città».
Maria Teresa Veneziani© RIPRODUZIONE RISERVATA
grande della moda. Il senso dirisponsabilità l’ha resa auten-tica e in grado di offrire uncontributo puro, non piegatoalle logiche commerciali».
E invece per Sergio Zam-bon chi è un Genius?
«È cambiato — rispondeZambon —. Prima era il crea-
tore, lo stilista per eccellenza.Oggi ci sono diverse figure,può essere il direttore creativoche ha una visione olistica: ca-pisce come va affrontato unprogetto e promuovere unastrategia. La moda abbracciatutte queste figure perché èuno dei settori che più si evol-
«Il genio è avere unavisione olistica (perché disegnare non basta più)»
2 Moncler 1952 è la collezione inuscita a settembre 2020: qui i Genius sono due, Veronica Leoni responsabile per la linea femminile e Sergio Zambon per quella maschile
Veronica Leoni è laureata in Lettere (un passato da Céline e Jil Sander). Partecipa al progetto Moncler Genius dal 2018
Sergio Zambon, designer multitasking nato in Egitto damadre croata e padre italiano (studi allo Istituto europeo del design ed esperienze da Fendi). Anche Zambon come Leoni è entrato a far parte dei Genius nel 2018
Settembre
Veronica Leoni«Ho lavorato con un mix di materiali speciali e ultra femminili, come il velluto»
Sergio Zambon«Lo stile riferito all’età delle persone è superato. Basta con questa ossessione»
9Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
La collezione 2 Moncler 1952. Qui sopra e accanto, mentre sfilano in una stanza tutta rossa, i capi della linea femminile disegnata da Veronica Leoni. Più a sinistra, quelli della linea uomo di Sergio Zambon.Nella pagina accanto, i due stilisti
�At the industrial level, I think it’s
essential to be connected. We
need to exchange
information,to pool the
know how that ensures the
advancement of the supply chain.
And we have to be involved on
every level
#MONCLER1952@veronicaleoni (for women collection)
@sergiozambon (for men collection)
10 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Sandro Mandrino3 Moncler Grenoble è la collezione di Genius più performanteA disegnarla, dal 2010, lo stilista che scommette sulla rilettura dei fondamentali da montagna. Per farne «abbigliamento quotidiano»
I NOVE CREATIVI RITRATTI
All’appello dei nomi in residen-ce del nuovo Genius Projectnon poteva mancare anchequello di Sandro Mandrino.Dal 2010 è a capo della dire-zione creativa di Moncler Gre-noble, griffe del gruppo di Re-mo Ruffini, lanciata a NewYork e dedicata al mondo del-lo sci e della montagna. Manon solo. New York con le altevette dei grattacieli della suaskyline ne ha subito rappre-sentato l’altro volto. Si è tratta-to sin dal loro debutto di col-lezioni, quelle Grenoble, pen-sate per le performance sullepiste da sci, ma nel contempocon chiavi di lettura stilistichetali da far sì che i medesimicapi potessero poi essere inte-grati anche in un guardarobametropolitano. Utilizzati nellaquotidianità, come capispallatradizionali.
«Moncler Grenoble è l’uni-ca collezione parte di Geniusgià esistente prima della na-scita del progetto. Essere statopresente dall’inizio e poi inmodo costante all’interno diquesta piattaforma creativa èstimolante».
Per Mandrino si tratta infat-ti della terza edizione di cui èuno dei protagonisti. Ha mes-so a frutto il background ac-
quisito negli anni precedenti,in modo da fondere l’espe-rienza passata (ha lavorato co-me responsabile delle lineemaschili sia da Gucci sia daPrada), con quella legata allarealizzazione delle collezioniGrenoble. «Una collezione tec-nica, prima di tutto. Ma la tec-nicità diventa allo stesso tem-po anche sinonimo di unanuova cifra stilistica. Trasver-sale rispetto alla funzionestessa del capo. Proprio que-sta trasversalità, ritengo larenda particolarmente con-temporanea».
Contemporaneità che corre-lata al Genius Project, Mandri-no ha poi tradotto in soluzionigrafiche dal forte impatto. «Icapi pensati per questa terzacollezione traggono ispirazio-ne dai graffiti degli anni No-vanta. Comune denominatoredell’intera linea, dai capispallaalle tute per lo sci. Agli acces-sori». L’heritage di Grenoblesi lega alla pura vocazionesportiva del brand: trae il no-me dall’omonima capitale del-
la libertà sia uno dei concettipiù importanti nella moda. Li-bertà di interpretare i capi aseconda del mood, ma anchedell’occasione». Nel caso diquesta collezione Grenobleper Genius quale strada hapercorso? «Si tratta di una se-rie di proposte sia maschili siafemminili. Anche perché pro-prio la sua destinazione d’usonecessita di due tipologie dif-ferenti di capi, legate ad al-trettante vestibilità, studiateper garantire ottime perfor-mance. E una volta fuori dallepiste, questi capi si trasforma-no. Così è possibile utilizzarliin maniera completamentetrasversale».
Non a caso Mandrino hasempre scelto per le sue crea-zioni Grenoble anche tessutinon comuni, se si pensa a unatipologia di abbigliamentoperformante per lo sci. «L’averutilizzato già in passato deitessuti certamente non tipiciper questo tipo di abbiglia-mento, come potrebbero esse-re stati le lane e i velluti, lodefinirei come una mia pro-pria cifra stilistica».
Dalla libertà di movimentosulle piste da sci, all’estremalibertà creativa. Quindi anchelibertà nelle fonti di ispirazio-ne. «Sono molto curioso pernatura e uso tutti mezzi cheho a disposizione. Compresi isocial media». Quindi li consi-dera un riferimento importan-te. «Rappresentano il modoattuale di comunicare. Unostrumento veloce rivolto a una
audience particolarmente am-pia. Si sono aggiunti a formedi comunicazione già esistentie si sono trasformati in unpunto di riferimento fonda-mentale».
Trasversalità, autonomia to-tale nelle scelte creative e diispirazione per collezioni le-gate a doppio filo alla natura,agli spazi aperti. Le montagnee le piste da sci. Le minacceagli eco sistemi e il conse-guente e scottante problemadella sostenibilità come li haaffrontati? «Indiscutibile il fat-to che la sostenibilità sia unargomento di grande attualitàestremamente importante.Imprescindibile il prendere at-to di un cambiamento socialecosì epocale. La mia risposta èstata, stagione dopo stagione,di creare collezioni e capi chepossano durare nel tempo.Questo è il mio modo di ri-spettare l’ambiente e rispon-dere a questa trasformazionein atto».
Gian Luca Bauzano© RIPRODUZIONE RISERVATA
la regione di Isère. E sin daldebutto quasi un decennio fa,Mandrino ha voluto focalizza-re il suo approccio a elementichiave come performance etecnica, comfort e leggerezza.«La performance è fondamen-tale nella mia collezione. Gra-zie alla mia esperienza di que-
sti anni ho cercato di trovaresoluzioni estetiche molto fortiper capi altamente perfor-manti».
Senza poi dimenticare dasempre un’estrema libertà diazione. Tra i focus creativi del-la moda di queste stagioni.«In questo momento ritengo
«Graffiti Anni 90per i miei capisuper tecnici( da sci e da città)»
3 Moncler
Grenoble è la collezione creata dal designer Sandro Mandrino. Si tratta dell’unica collezione legata al progetto Genius esistente prima dell’ideazione. Verrà lanciata nell’ottobre2020
Sandro
Mandrino è il
direttore
creativo della collezione Grenoble sin dal suo debutto nel 2010 a New York. In precedenza ha lavorato da Gucci e Prada
La nuova
collezione
Genius
Grenoble è la terza creata da Mandrino. Presenti gli elementi performanti dello sci e il look metropolitano
Ottobre
Estetica«Ho cercato soluzioni estetiche molto forti per capi altamente performanti»
Curiosità«Sono molto curioso e uso tutti i mezzi che ho a disposizione. Compresi i social»
11Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
La collezione 3 Moncler Grenoble, disegnata da Sandro Mandrino. Qui sopra, un’immagine della presentazione della collezione all’evento Moncler Genius durante la Fashion Week di Milano. Nella pagina accanto, Sandro Mandrino
#MONCLERGRENOBLE@sandromandrino
�Sustainability is an extremely
important crucial issue. My response
was, season after season,
to create collections and garments that
can last over time. This is
my way of respecting the environment
12 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Simone RochaLa designer irlandese e la sua nuova collezione 4 Moncler Simone Rocha«Vesto una femminilità pratica, moderna e bella. Il lusso? È avere tempo Compreso quello di godersi un abito per portarlo con sé tutta la vita»
I NOVE CREATIVI I RITRATTI
«La danza e il movimento, lafemminilità e la fantasia degliabiti nel cinema di FedericoFellini. Ho pensato come co-niugare queste immagini con icodici di Moncler». SimoneRocha racconta la sua colle-zione femminile (la quarta)per il progetto Genius 2020: 4Moncler Simone Rocha.
«Ho catturato la collezionein un film realizzato con PetraCollins, regista e fotografa del-le donne, nota per le sue par-ticolari immagini oniriche. Hainterpretato perfettamente lu-ci e ombre, fantasia e suspen-se, femminilità e fragilità: glielementi che voglio trasmette-re attraverso i miei abiti»,spiega la designer 33enne na-ta e cresciuta a Dublino. Figliadel designer John Rocha hastudiato al National College ofArt and Design di Dublino ealla Central Saint Martins diLondra e fin dagli esordi nel2010 è stata acclamata dallacritica per la ricerca di unequilibrio tra silhouette e or-namenti artigianali per crearenuove forme di femminilità.
Come descriverebbe il suostile a un extraterrestre?
«Vesto una femminilità pra-tica, moderna e bella».
La funzionalità è diventata
un aspetto essenziale dellamoda, imprescindibile in unpiumino. E l’estetica?.
«Estetica e praticità sonoelementi in contrasto cheMoncler mette straordinaria-mente insieme».
Qual è il ruolo della modaoggi?
«È una forma di espressio-ne».
Come si rende la moda de-siderabile in un mondo af-follato di oggetti e dove tuttodiventa subito vecchio?
«Restando autentici e coe-renti con la propria visione».
Nella visione di Remo Ruf-fini, l’evento Moncler Geniusalla Milano Fashion Week haanche lo scopo di creare unaconnessione tra il mondovirtuale e quello reale. C’èbisogno di tornare all’espe-rienza?
«Io vorrei creare un legametra le persone e per questocerco di creare vestiti che pro-vochino emozioni».
Può fare l’identikit di unGenius oggi?
capo di abbigliamento perportarselo poi con sé per tuttala vita».
Lo street style si è evolutonegli ultimi anni e la tenden-za annuncia un ritorno a unacerta eleganza. Come si tra-sforma un piumino in un ca-po chic?
«Lavorando su proporzioni,materiali e fattura».
E allora eccoli i punti basedella collezione 8 Moncler Si-mone Rocha realizzata, dice lastilista, pensando al guardaro-ba di una «donna creativa».La femminilità espressa daivolant: la designer ama le rou-ches e le ha usate come abbel-limento sul davanti di parka,ma anche su gonne, pantalon-cini e felpe e cappucci sottocasco. L’ispirazione floreale èun altro elemento chiave dellacollezione: viole del pensiero,margherite e rose sono ripro-dotte con diverse tecniche percreare l’idea di un prato fiori-to, dai ricami alle goffraturealle stampe, fino alle applica-zioni tridimensionali. Il microtaffetà, nylon sottile dalla tra-ma croccante e la superficiebrillante per i capi più leggerida mezza stagione («di transi-zione». Quindi le manichepuffy, a sbuffo, altro filo rossodella collezione che compren-de anche le scarpe in pelle enylon e privilegia i colori fre-schi della primavera: avorio,rosa, rosso, lime, celeste, bei-ge, nero. Il trench è diventatoil capo simbolo di Simone Ro-cha. La designer ha ripreso il
capospalla della divisa milita-re che «rappresenta forza e di-sciplina» e l’ha trasformato inun cappotto femminile e sofi-sticato grazie a proporzioniarrotondate, tessuti volumino-si e abbellimenti lussuosi. Eanche il logo è un patch im-preziosito di cristalli.
I fiori sono un riferimentoalla natura, che cosa pensadel ruolo della moda nellaresponsabilità verso il piane-ta?
«Penso che tutto il mondodebba diventare cosciente-mente sostenibile e ciascunonel proprio piccolo può farequalcosa».
Su Instagram ha quasi 250mila follower. Come vedel’influenza dei social media?
«Sono su Instagram percondividere il processo, l’ispi-razione e la visione».
Nel segno della connessio-ne anche tra i consumatori,una community che dialoga esi scambia informazioni.
Maria Teresa Veneziani© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Qualcuno che abbia auto-stima e serenità. Penso peròche oggi un Genius sia ancherappresentato da un colletti-vo».
Che cosa la spinta ad ac-cettare di far parte dellasquadra Genius?
«Quello che più mi affasci-
na del progetto è lo spiritoinnovativo, gli stimoli che sipossono trovare nella storia enell’esperienza di Moncler edegli altri creativi».
Per Simone Rocha che si-gnificato ha oggi il lusso?
«Per me il lusso è il tempo.Incluso quello di godersi un
«Voglio creare legami. Per mel’emozione è un prato fiorito»
4 Moncler Simone Rocha è la collezione che sarà lanciata a marzo
Simone Rocha è nata e cresciuta a Dublino. Figlia del designer John Rocha ha studiato al National College of Art and Design di Dublino e alla Central Saint Martins di Londra e fin dagli esordi nel 2010 è stata apprezzata per la ricerca di un equilibrio tra silhouette e ornamenti artigianali
Tre le
ispirazioni
della collezione
Genius 2020 i fiori, disegnati, stampati o applicati sulle giacche in nylon leggerissimo, le maniche a sbuffo e i volant
Marzo
Identikit«Il genio è qualcuno che ha autostima e serenità. Oggi il genio è anche collettivo»
I social«Sono su Instagram per condividere il processo, l’ispirazione e la visione»
13Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
La collezione 4 Moncler Simone Rocha, presentata in uno spazio allestito come una sala cinematografica. Nella pagina accanto, Simone Rocha
�Genius today issomeone who
has a lot of self-esteem and
serenity. However I think
that genius is also represented by a collective. I’d like
to create links between people and to do that I
try to create clothes that
trigger emotions
#MONCLERSIMONEROCHA@simonerocha_
14 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
L’EVENTO LA MAPPA
1 MONCLERJW ANDERSON
2 MONCLER1952 MAN
2 MONCLER1952 WOMAN
3 MONCLERGRENOBLE
4 MONCLERSIMONE ROCHA
5 MONCLERCRAIG GREEN
15Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
PUBLIC OPENING
Per registrartiusa il QR codeoppure vai sumoncler.com
ORARI DI APERTURADomenica
23 Febbraioh 10-18
INDIRIZZOViale Molise 70,
20137Milano
Passante ferroviariofermata Porta Vittoria
Follow on @moncler
6 MONCLER1017 ALYX 9SM
7 MONCLERFRAGMENTHIROSHI FUJIWARA
8 MONCLERRICHARD QUINN
POLDODOG COUTURE
MATE BIKEINSTALLATION
RIMOWAWALL INSTALLATION
16 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Craig GreenLo stilista inglese è nella squadra di Genius fin dalla nascita del progetto. «Ogni anno è come se il brand si rimettesse in discussione attraverso la voce di altri». La sua collezione si chiama 5 Moncler Craig Green
I NOVE CREATIVI I RITRATTI
La sfida con sé stesso Craig Gre-en se l’era posta come primoimperativo sin dal debutto:protagonisti della passerellanon potevano più essere sologli abiti, per quanto eccellenti.«Bisognava riportare al centrodel discorso creativo l’emozio-ne». Lo ha subito trasformatonella sua professione di fede.Nessuno stupore per un simileauto diktat, se si esamina ildna di Green. Classe 1986, ma-de in London, studia nella suacittà al Central Saint Martins,mitica istituzione fashion, co-me altrettanto lo è stata la suainsegnante. Quella professo-ressa Louise Wilson, veneratain vita dai grandi della modanon solo per le notevoli capa-cità didattiche, ma per talentoproprio, conoscenza enciclo-pedica della materia, senza poidimenticare i commenti ta-glienti e l’occhio infallibile nel-l’individuare i talenti del futu-ro. Non a caso sotto la sua alaera cresciuto Alexander Mc-Queen.
Non è stato certo da menoanche Green rispetto all’illu-stre collega. Oggi la sua creati-vità ruota attorno a più cardini:fantasia e forma, contenuti edemozione. La sua ossessionesono le worker jackets, le divi-
se da lavoro: gli deriva dallastoria familiare, il padre idrau-lico e la madre infermiera en-trambi indossavano l’unifor-me. Le ha trasformate in abitisemplici raccontati in chiave onirica. Focus della sua lineauomo, nata nel 2012: la colle-zione estate 2015 lo consacra alivello mondiale. Da allora lasua sfilata è tra le più attesealla London Fashion Week. Equando nel giugno 2018 è spe-cial guest a Pitti Immagine Uo-mo, la sua performance not-turna nei Giardini di Bobolirappresenta l’evento della ma-nifestazione fiorentina.
Di questo complesso e pro-teiforme universo creativo ne èstato subito ben consapevoleRemo Ruffini, patron di Mon-cler: lo ha chiamato a collabo-rare come artefice di due cap-sule legate al marchio, e nel2018 tra i protagonisti dellaprima edizione di Moncler Ge-nius. «Cosa significa genio egenialità oggi nel mondo dellamoda? Esattamente un proget-to come Genius. Un luogo d’in-
spettive». Esattamente in sin-tonia con l’insopprimibile de-siderio di Green di emozioni edi emozionare. In sintonia esinergia con il Genius Project.Dove ha potuto sfruttare la suamagnifica ossessione per leworker jackets. «Ho lavoratoalla mia nuova collezione inoccasione dell’edizione Mon-cler Genius 2020, focalizzando-mi sul processo creativo di unpiumino. Realizzare una strut-tura leggera e protettiva, dan-do volume a un tessuto piat-to».
Nel sentir raccontare l’espe-rienza, dalla voce del fashiondesigner londinese traspare unprofondo entusiasmo per que-sta sfida. Anche perché Mon-cler non ha messo costrizionealcuna, completa l’autonomiacreativa e decisionale. «Ogni designer che ne è stato e ne èparte ha potuto lavorare e lavo-ra autonomamente. Il progettoè stato sviluppato nella massi-ma libertà, senza dover seguirebinari precedentemente segna-ti».
La forza di Genius, evidenziaGreen sta nel «continuo susse-guirsi delle differenti collezio-ni proposte nel corso dell’an-no. «Si tratta di differenti voltidi un punto d’incontro comu-ne». Un progetto creativo an-che dal forte impatto a livellodi comunicazione. Va da sé nesono compresi i social media,croce e delizia della contempo-raneità. «Strumento veloce efondamentale oggi. Anche per-ché non parlando di una colle-
zione legata a un momento ouna stagione, ma di un mondoin continuo divenire, proprioattraverso i social media il con-sumatore finale ne può perce-pire il cambiamento costanteattraverso i differenti punti divista, ma ancor più la caricainnovativa». Collaborazioni,fantasia e sperimentazione ciòche un abito oggi deve rac-chiudere. L’abito in chiave oni-rica da cui è partito lo stilista.Nella sua culla: Londra. Ancorariferimento creativo? «La forzadi Londra sta nella presenza digiovani creativi e nell’offrire unalto livello di formazione. Offrela possibilità di sfilare e svilup-pare il loro business. La forzadi questa città è l’essere la vocedella creatività». Una creativitàcon un tocco onirico alla Gre-en. Il New York Times nel 2015lo definì l’ultimo bambino pro-digio della moda. In realtàCraig voleva fare lo scultore.Come sculture sono divenutipure i suoi abiti.
Gian Luca Bauzano© RIPRODUZIONE RISERVATA
contro dinamico dove si pos-sono osservare una serie dipunti di vista creativi differen-ti». E francamente lo si potreb-be a ragione davvero definire ildecano dei «genius» di Mon-cler. «Stimolante confrontarsicon l’heritage di un marchiocome questo. Non solo per ciò
che mi riguarda. Ma per Mon-cler stesso: incoraggia e sostie-ne la sperimentazione e lo svi-luppo delle idee creative. Ognianno è come si rimettesse indiscussione attraverso la vocedi altri. In tal modo il suo heri-tage viene riletto in modi sem-pre differenti. Offre nuove pro-
«I miei genitorie l’ossessioneper le uniformi e le divise da lavoro»
5 Moncler
Craig Green è la collezione creata dal designer per il progetto Moncler Genius 2020, del quale ha fatto parte sin dall’esordio. Verrà lanciata nel luglio 2020
Craig Green si
è formato
al Central Saint Martins di Londra con la storica insegnante Louise Wilson. Nel 2012 ha lanciato una sua propria collezione uomo con cui tre anni dopo ottiene la consacrazione internazionale
La nuova
collezione è la terza creata dallo stilista. La sua creatività fa da sempre riferimento al mondo delle divise da lavoro rilette e ripensate in chiave attuale
Luglio
I quattro cardiniOggi la sua creatività ruota intorno a più cardini: fantasia, forma, contenuti, emozioni
Londra«La sua forza sta nella presenza di giovani creativi. Offre un alto livello di formazione»
17Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
Creatività allo stato puro per la collezione 5 Moncler Craig Green. Qui sopra l’installazione di presentazione della collezione durante l’evento di Genius. Nella pagina accanto, Craig Green
�London has a strength in having young creatives, strong fashion education. Brilliant support network that allows peopleto show and develop their businesses
#MONCLERCRAIGGREEN@craig__green
18 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Matthew WilliamsÈ nato a Chicago, cresciuto in California e oggi vive a Ferrara. «Voglio produrre capi che durino nel tempo e quindi rispettino l’ambiente»Nome (in codice) della collezione 6 Moncler 1017 ALYX 9SM
I NOVE CREATIVI I RITRATTI
La storia di Matthew Williams,mente creativa del brand 1017Alyx 9sm, incrocia quella diMoncler già prima dell’iniziodella collaborazione con ilmarchio. «Ero fan del brandgià quando vivevo in Califor-nia: ma solo una volta chesono arrivato in Italia ho capi-to che per l’Italia si trattava diuna autentica istituzione».Con Remo Ruffini Williamscondivide valori e visione: co-me il ceo di Moncler nel 2003ha trasformato in icona unmarchio nato come produtto-re di sacchi a pelo nella cittàdi montagna di Monestier-de-Clermont (di cui Moncler èl’abbreviazione), anche Wil-liams ha fatto della sua pas-sione per la moda un marchioche ha anticipato temi moltoin voga oggi nel fashion sy-stem, come quello della so-stenibilità.
«È la mia fissazione fin dal-l’inizio: ho cominciato adot-tando una procedura che sichiama “recover“, dove pezzidi tessuto rimasti inutilizzatisi riciclano, vengono tagliatied intrecciati insieme alla pla-stica». Poi sono arrivati i ma-teriali privi di acqua per ilprocesso della tintura: la co-lorazione avviene attraverso
una procedura chiamata «co-pertura» per risparmiare letonnellate d’acqua che sonosolitamente necessarie inquesta fase. «La mia idea èquella di produrre capi chedurino nel tempo e quindi ri-spettino l’ambiente», spiegalo stilista nato a Chicago ecresciuto a Pismo Beach, inCalifornia.
Anche per la collaborazio-ne con Moncler l’ispirazione èstata quella della ecologia edelle materie naturali. «Hotrovato entusiasmante esserechiamato a creare, per la se-conda volta, per un brand co-sì vocato alla qualità e alla tec-nologia: amo lavorare conmaterie organiche e ho potu-to farlo creando giacche su-per light ma calde, molto per-formanti. Per me contempo-raneo significa guardare al fu-turo, creando un ponte tralusso e tecnologia».
Lo stilista oggi vive a Ferra-ra dove porta avanti 1017 Alyx9sm (il nome è un omaggioalla figlia, sorella di Cairo e
settimana della moda di Pari-gi è arrivata nel 2017 con Alyx:l’anno seguente, si trasformain 1017 Alyx 9SM (1017 è ladata del suo compleanno - 17ottobre - e 9SM la location delprimo atelier a Saint Mark’sPlace, New York).
Da ex direttore creativo perpersonaggi di questo calibro,lo stilista è legato a doppiofilo sia con la musica (Wil-liams crea quasi sempreascoltando musica) che con isocial. «Sono molto attrattodalle potenzialità dei socialmedia e sono attivissimo suInstagram dove creo moltestorie: per le la moda è conta-minazione e continua evolu-zione».
Seguendo il motto di Mon-cler Genius «One House, Dif-ferent Voices» Williams hapotuto mettere insieme tutti itasselli della sua visione crea-tiva: l’attitude metropolitana èstata rielaborata con calore enaturalezza, dando vita a piu-mini, parka imbottiti, giacchea vento leggerissime, giacchesmanicate e cappotti in pelle,uniti dallo sforzo di armoniz-zare i diversi dna dei marchi.Il tema della sostenibilità èstato centrato con leggings emaglie in Econyl, nylon rige-nerato derivato da materialidi scarto, come la plastica re-cuperata dagli oceani. Anchegli accessori sono stati dise-gnati pensando a qualcosa diinedito per Moncler: sono na-ti così zaini con gilet o cap-pelli incorporati e i boots in
neoprene con suola in gom-ma. La palette di colori è fattadi nero, grigio e bianco, contocchi di rosso e arancione.
Quella con Moncler è unadelle collaborazioni che Mat-thew Williams ha scelto dicoltivare, insieme alle capsuleper Nike e Mackintosh, per laquale ha ideato una limitededition utilizzando i tessutidella Tessitura Majocchi,un’azienda in provincia di Co-mo, famosa per i macchinarihigh-tech e per il suo impe-gno nell’utilizzo di materialisostenibil i . «Lavoro conbrand che realizzano prodottiche non potremmo mai crea-re con le nostre sole forze»,dice Williamson. Per il futurosogna un mondo meno spre-cone, dove gli oggetti sianocosì durevoli da rimanere nelguardaroba per anni: una per-sona geniale si riconosce an-che quando la guardi e sentida dentro un’intima condivi-sione di valori importanti».
Michela Proietti© RIPRODUZIONE RISERVATA
Valetta), brand fondato conLuca Benini, già ideatore diSlam Jam. La sua carriera didesigner inizia a 21 anni, conil completo pensato per KanyeWest (che ha vestito durante iGrammys 12 anni fa). È lasvolta: il cantante decide diproseguire la collaborazione
con il giovane creativo di Chi-cago. Le partnership aumen-tano: Alexander McQueen,Kim Jones per Dior e Lady Ga-ga, la sua ex fidanzata, per laquale disegna gli outfit per ilsuo primo world tour nel2009. La sua prima passerellanel calendario ufficiale della
«Alta tecnologiae recover:la mia ideadi sostenibilità»
Matthew Williams, nato a Chicago e cresciuto a Pismo Beach, in California, ha fondato in Italia il suo marchio 1017 Alyx 9sm (che raggruppa la sua data di nascita, il 17 ottobre, il nome della sua figlia maggiore, Alyx, e lo studio di fondazione del brand, che si trova in Saint Mark’s Place a New York City). La sua collezione per Genius sarà in vendita a dicembre
La sua carriera è
decollata anche
grazie a
collaborazioni
con personaggi del calibro di Kanye West, che ha vestito 12 anni fa per i Grammys, e Lady Gaga
Il brand è stato a
creato a Ferrara, città dove vive e lavora, insieme al socio Luca Benini di Slam Jam, padrino dello streetwear italiano
Dicembre
Lo stile«Amo le materie organiche: ho fatto giacche super light ma calde e performanti»
Insieme«Lavoro con brand che realizzano prodotti che non potrei mai creare con le mie sole forze»
19Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
I colori neutri della collezione 6 Moncler 1017 Alyx 9sm, disegnata da Matthew Williams. Qui sopra la presentazione durante l’evento di Moncler Genius. Nella pagina accanto, Matthew Williams
�I was excited to be asked to create
fashions for a brand with such
a strong vocation to quality and
technology: I love working with
organic materials and I was able to
do just that, creating high performance
jackets, warm but super light
#MONCLER1017ALYX9SM@alyxstudio
@matthewmwilliams
20 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Hiroshi FujiwaraProduttore discografico e designer, è l’autore della collezione 7 Moncler Fragment Hiroshi Fujiwara. «Ora tutti indossano solo abiti pratici e comodi, in strada come ai concerti. Che noia»
I NOVE CREATIVI I RITRATTI
«Ci sono tanti modi di vestirsi.Per esempio, a me piace com-prare cose nuove e conservarleper qualche anno, poi ripren-derle, abbinando cose vecchiee nuove». Ecco che cosa è lamoda oggi secondo HiroshiFujiwara. Il musicista, produt-tore discografico e designergiapponese è stato conferma-to da Remo Ruffini per Mon-cler Genius 2020.
La sua collezione 7 MonclerFragment Hiroshi Fujiwara faparte del progetto collettivopresentato durante la settima-na milanese della moda (i ca-pi di Genius saranno in vendi-ta, con lanci mensili a partireda marzo). Nato nel 1964 a Ise(città della prefettura di Mie),«che è praticamente una cam-pagna», a 18 anni si è trasferi-to a Tokyo «perché se vuoifare qualcosa nella moda devistare lì». Si fa strada nella sce-na dello street fashion checontamina con l’hip hop, ge-nere musicale scoperto neisuoi soggiorni a New York eche contribuisce a rendere po-polare a Tokyo nel ruolo dideejay. Fujiwara è il genio delremix alla console, genere chesperimenta anche nella modae che lo ha portato a imporsicome un punto di riferimento
globale dello street style. E og-gi è l’Italia a ispirarlo.
La cosa che gli è piaciutodi più del progetto?
«L’ottima squadra Moncler.È affiatata e lavora sodo», af-ferma il designer assai parcodi parole. Racconta che la suaispirazione per questa colle-zione «è nata aggiungendo al-la tecnologia del brand di Re-mo Ruffini idee prese anchedal mio archivio».
Come spiega il successodel piumino che sembrava indeclino e invece è rinato piùbello che mai e pure corteg-giato da tutti i brand lusso?
«Per l’uso quotidiano chene fai e perché va bene inogni occasione», rispondepragmatico Fujiwara.
Secondo Remo Ruffini «lamoda deve diventare più col-laborativa. Se rimani nel tuocampo esclusivo, non sei ab-bastanza rilevante in questomomento». È d’accordo?
«Mi sono concentrato sullamia visione di quello che è unpiumino e sul tessuto in
do da ponte per lo scambiointerculturale. Supportato dal-le sue amicizie influenti, daVivienne Westwood a Mal-colm McLaren, il manager deiThe Sex Pistols MalcolmMcLaren a Shawn Stüssy, con-tribuì a diffondere nella cultu-ra giovanile di Tokyo gli stilipunk e l’hip hop che scardina-vano i gusti conservatori.
La musica ha modellatocertamente lo stilista. Ma oggile cose sono cambiate, il lega-me tra musica e moda è sem-pre meno stretto. «Negli anniSettanta e Ottanta se voleviandare a un concerto punk,devi indossare l’uniforme, pe-na il rischio di essere mena-to... Ora tutti indossano abitipratici e comodi, in strada co-me al concerto». Cosa che ildesigner deejay trova «un po’noiosa». «È normale, non cisono più tribù minoritarie. Lamia collezione cerca di riuniredi nuovo queste due forze cre-ative», sottolinea. Ed ecco nel-la collezione 7 Moncler Frag-ment le cover di Kool & theGang, gruppo musicale statu-nitense dell’r&b e del funkAnni 60 e 70 di Wild and Pea-ceful ,riprodotta su t-shirt egiacche primaverili anche acolori forti come prugna e se-nape. Continua la collabora-zione con i Pokémon per gra-fiche in bianco e nero su piu-mini imponenti che giocanosul contrasto lucido-opaco maanche sulla maglieria. Com-pletano la collezione il chiodoin pelle realizzato con Lewis
Leather e le Converse custo-mizzate.
Qual è l’aspetto più nuovodella moda?
«Direi i materiali, l’innova-zione del momento è moltointeressante, anche se talvoltala moda non ne avrebbe cosìtanto bisogno...».
Ma per quanto riguarda ilprogetto Moncler Genius an-che il purista Fujiwara am-mette che è nato da quell’in-contro tra il suo archivio e latecnologia del brand italiano.
Lei è stato definito un In-ternet vivente per la sua ca-pacità di far viaggiare e tra-sferire informazioni e ten-denze. Come vede i socialmedia Fujiwara?
«Penso che siano molto im-portanti e non puoi ignorarli.Tuttavia la mia ispirazione ar-riva ancora dalla strada, dallepersone che incontro, dai filmche guardo e dalla musica cheascolto. Sono su Instagram,ma non seguo nessuno».
Maria Teresa Veneziani© RIPRODUZIONE RISERVATA
nylon. L’idea di collaborarecon un designer per crearequalcosa a quattro mani nonmi dispiace, se ci sarà l’occa-sione lo farò. Intanto mi piaceil fatto di poter avere una miainstallazione e condividereun’atmosfera con altri creatividurante l’evento Moncler Ge-
nius 2020 di Milano». Hiroshi Fujiwara il concetto
di connessione l’ha sperimen-tato ben prima di Internet. Neiprimi Anni Ottanta, il già leg-gendario designer e musicistainiziò a trasferire vestiti, di-schi (e stile) da Londra e NewYork a Ura-Harajuku, fungen-
Il guru giapponesedel remix«Nella musica come nella moda»
7 Moncler
Fragment
Hiroshi
Fujiwara è la collezione creata per il progetto Moncler Genius 2020 che verrà lanciata a giugno 2020
Hiroshi
Fujiwara è un musicista e designer giapponese nato nel 1964, a Ise (Mie), Giappone
La collezione è
un incontro tra
la moda e la
cultura
musicale: le cover di Kool & the Gang, gruppo dell’r&b e del funk Anni 60 e 70, sono riprodotte sui piumini neri in nylon che giocano sul contrasto opaco e lucido ma anche sulle t-shirt e le maglie nei colori forti come prugna e senape
Giugno
Ispirazione«È nata aggiungendo alla tecnologia di Moncler idee prese dal mio archivio»
Anni Ottanta«Se volevi andare a sentire il punk dovevi indossare un’uniforme, sennò ti menavano...»
21Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
7 Moncler Fragment Hiroshi Fujiwara durante la presentazione avvenuta all’evento milanese di Genius. La collezione è disegnata dal creativo giapponese Hiroshi Fujiwara, nella pagina accanto
�I concentrated on my vision of
a down jacket and nylon fabric. In the meantime,
I like the idea of having my own installation and
sharing an atmosphere
with other creatives during
the Moncler Genius 2020
event in Milan
#MONCLERFRAGMENT@fujiwarahiroshi
22 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
Richard Quinn8 Moncler Richard Quinn è la collezione affidata allo stilista inglese che in prima fila, alla sua sfilata, ha avuto pure la regina Elisabetta. «Partecipare a Genius è un’esperienza elettrizzante»
I NOVE CREATIVI I RITRATTI
La sua creatività di stilista dellanuova generazione ha sorpre-so il mondo delle passerellesin dal debutto, giocando sul-la rilettura in chiave contem-poranea del mondo della cou-ture anni Cinquanta e Sessan-ta. A sua volta il britannicoRichard Quinn ha avuto la sor-presa più grande per uno stili-sta, e non solo uno stilista:avere alla sua sfilata comeospite d’onore The Queen Eli-zabeth II seduta in prima filaal fianco di Anna Wintour, ladirettrice di Vogue America.«Quando l’ho vista entrare insala, accomodarsi tra gli ospitie dopo ricevere dalle sue maniil premio al termine della sfi-lata è stato un momento dav-vero funny». Così Quinn ricor-da il momento in cui la reginagli ha consegnato il primoQueen Elizabeth II Award peril British Design, al terminedella passerella di debutto allaLondon Fashion Week 2018.
Stesso anno, altro prestigio-so riconoscimento: lo stilistaviene celebrato agli Oscar del-la moda britannici con il Bri-tish Emerging Talent per lamoda femminile. Made inLondon, classe 1990, forma-zione alla Saint Martins, piùtalentuoso e britannico di così
non poteva essere. «Londra èuna città che stimola molto lacreatività. Nulla è prevedibiledi ciò che accadrà in fatto distile e tendenze, nell’evolversie passare del tempo. Anzi.Ogni stagione tutti si rimetto-no in gioco. E da sempre lepasserelle londinesi non soloriflettono la città, ma i cam-biamenti sociali».
Una figura come quella diQuinn non poteva che solleci-tare l’interesse di Moncler,tanto da coinvolgerlo e per laseconda volta consecutiva, nelGenius Project. «Esperienzaelettrizzante. La libertà concui ogni creativo coinvolto nelprogetto può lavorare è straor-dinaria. Si tratta di una piatta-forma innovativa, permette diraccontare e mostare in modonon certo tradizionale il pro-prio modo di creare. Diversistilisti dai differenti punti divista molto forti, sono riunitiassieme».
Quello di Quinn di punto divista ha nei colori forti e acce-si e l’utilizzo delle stampe flo-
Swarovski.Codici, quelli dei volumi
couture e l’essere «print-cen-tric», come ha definito lastampa anglosassone il tipo dicreatività di Quinn, trasportatidallo stilista pure nella sua se-conda performance in GeniusProject. «Sono partito da unariflessione in particolare suivolumi degli anni Sessanta.Riletti in chiave contempora-nea. Un crossover dalla miacollezione. Le stampe florealireinterpretate anche in sfuma-ture più chiare». E della suaGenius ama in particolare unagiacca total black, va da sé,anch’essa con stampe floreali.
Fiori, natura. Il passo è im-mediato per affrontare i temidel cambiamento climatico edella sostenibilità. Temi oggifondamentali e scottanti, inparticolare nel fashion system.«Non si può più prescinderedal porvi la massima attenzio-ne. Sono attento a come e do-ve vengono realizzati i mieicapi. Prodotti in Europa e inparticolare nel Regno Unito. Apartire dai tessuti. Anche imiei collaboratori devo condi-videre questo mio approccioal lavoro. E voglio lavorare so-lo con chi è sintonia con que-sto mio modo di vivere il pro-blema».
Altra parola d’ordine è l’uni-cità di un capo, di uno stile.Qualcosa che in british suonaormai come «iconic». «Leproposte di Moncler Geniussono legate a un concetto co-me questo. Oltre a essere capi
esclusivi sono legati alla con-temporaneità. Nel contemporiescono a essere senza tem-po. E questo attribuisce lorouna forte individualità». Maguardando anche al di fuori diquesto Genius loci? «La capa-cità di personalizzare di ognistilista un jeans come un ac-cessorio. Questa capacità fa siche ciò che si crea si trasformiin un qualcosa di iconico». Loè lo stile di Elisabetta II? «Sen-za dubbio. Ha un senso benpreciso di cosa sia lo stile edel suo stile: le scelte mono-cromatiche, le inseparabiliborse quadrate. La rendonounica».
Individualità nell’era dei so-cial media. Possono coesiste-re? «Piattaforme come Insta-gram sono fondamentali percomunicare. Essendo un mez-zo per definizione molto “vi-suale” spinge all’originalità.Postare solo ciò che valga lapena di essere visto da tutti.Per un creativo una sfida».
Gian Luca Bauzano© RIPRODUZIONE RISERVATA
reali gli elementi che contrad-distinguono il suo stile. Lo sabene Amal Clooney, la brunaconsorte del bel George: si èpresentata con un abito flowerprint con strascico dello stili-sta londinese al Met Gala2018. Ne ha seguito l’esempio,ma scegliendo una versione
più essenziale, anche la bion-da attrice Naomi Watts: arriva-ta a Londra ai Fashion Awards2018 (la stessa edizione che hapremiato Quinn) con un mo-dello asimmetrico, semprecon stampe floreali, ma dallesfumature cromatiche più te-nui tempestato di cristalli
«Londra è la mia città ideale: ogni stagione mi rimette in gioco»
8 Moncler
Richard Quinn
è la collezione creata per la terza edizione del progetto Moncler Genius 2020, verrà lanciata nell’aprile 2020
Richard Quinn è nato a Londra nel 1990 e ha studiato alla Saint Martins. La sua prima sfilata alla London Fashion Week ha visto la regina Elisabetta II in prima fila
La collezione
Genius, la
seconda legata al progetto, nasce dalla rilettura dei volumi couture anni Sessanta e punta a un incontro con il mondo delle stampe, floreali e colorate, da sempre elemento distintivo del lavoro di Quinn
Aprile
Cambiamenti sociali«Le passerelle londinesi non solo riflettono la città, ma i cambiamenti sociali»
Instagram«Sui social posto solo ciò che vale la pena di essere visto da tutti. È una sfida»
23Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
La fantasia, le stampe, il mix di materiali di 8 Moncler Richard Quinn, la collezione disegnata dallo stilista inglese per il progetto Genius Moncler. Nella pagina accanto, Richard Quinn
�Platforms like Instagram are
fundamental to communicate.
Being a very “visual”
mediumby definition,
it pushes originality. Post
only what is worth seeing by
everyone. A creative
challenge
#MONCLERRICHARDQUINN@richardquinn
24 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
LE COLLABORAZIONI LIFE STYLE
Moncler e Rimowa insieme sperimentano nuove tecnologie per prodotti che invitano i viaggiatori a trasmettere i propri pensieri in tempo reale. Alexandre Arnault: «Ci unisce l’utilizzo di materiali iconici»
E la valigia adessotrasmette messaggi
La sua prima Rimowa l’ha com-perata più di 10 anni fa a LeBon Marché a Parigi e non im-maginava che un giorno sa-rebbe diventato il Ceo di quelmarchio. Alexandre Arnault,27 anni, figlio del numerouno di Lvmh Bernard Arnaultche nel 2016 ha acquisito ilmarchio di valigeria, parla di«conversazioni culturali» aproposito delle collaborazionidi Rimowa. «Ci consentono disperimentare e condividerenuove tecniche, innovazioni eprogetti con creativi in tutto ilmondo e provenienti da varisettori — spiega Arnault —.Ma soprattutto ci permettonodi connetterci meglio con unpubblico più giovane e conquelli che potrebbero non co-noscerci».
Il marchio nato nel 1898 aColonia, in Germania, diventa-to iconico per le valigie in al-luminio è in continua evolu-zione: Dieter Morszeck, terzagenerazione dell’azienda e tut-tora alla guida insieme ad Ar-nault, nel 2000 ha lanciato lavariante ultraleggera in poli-carbonato. E in occasione de-gli 80 anni, le valigie sono sta-te ridisegnate da personaggicome lo stilista Karl Lagerfelde il regista David Fincher.
Con il progetto ReflectionMoncler-Rimowa, viene pre-sentato un approccio innova-tivo sia dal punto di vistatecnologico che della comu-nicazione digitale.
«Entrambe le case hannounito il know-how per crearela custodia Reflection della va-ligia con uno schermo a LEDche invita i viaggiatori a tra-smettere i loro pensieri intempo reale mentre sono inviaggio, utilizzando un’apppersonalizzata».
In che modo?«Reflection è una valigia in
alluminio lucidato che ha in-corporato all ’esterno unoschermo a LED rimovibile chemostra i messaggi in stile stic-ker con lettere rosse in blocco:i viaggiatori possono aggior-nare e personalizzare il testovisualizzato sullo schermoLED programmabile del baga-glio».
Il linguaggio dei social èportato a una dimensionereale, dando alle personel’opportunità di comunicaree creare connessioni con co-loro che li circondano.
«Il viaggio è spesso un mo-mento in cui ci piace condivi-dere. Piuttosto che pubblicareparlando a un pubblico digita-le senza volto, in questo casosi può trasmettere a quelli chehai di fronte».
Qual è la similitudine trapiumini e valigie?
«I materiali di Rimowa eMoncler sono entrambi iconi-ci: alluminio e policarbonatoper noi, lussuoso piumino perMoncler. Alla fine, utilizziamoentrambi materiali di alta qua-lità che ti aiutano a muovertinel mondo con comodità».
La leggerezza è il trattocomune tra Moncler e Ri-
mowa: perché è importanteessere «solidi» ma leggeri?
«Durabilità e leggerezza so-no al centro della nostra atti-vità. Nel mondo iper-mobiledi oggi in cui le persone viag-giano più che mai, i nostriclienti si aspettano praticità.Ciò significa creare prodotti
tecnicamente innovativi, maanche facili da maneggiare,leggeri e costruiti per durare».
Le caratteristiche della va-ligia perfetta.
«È una combinazione sem-plice. Stile resistente, leggero,tecnicamente innovativo e raf-finato. Ma questa è la parte
facile: quella difficile è soste-nere la credibilità e costruireuna storia nel corso delle ge-nerazioni».
Perché Rimowa è diventa-ta la valigia più desiderata?
«Non ci consideriamo le va-ligie più desiderate, crediamodi essere solo all’inizio del no-stro sforzo nella costruzionedel marchio più moderno peril viaggiatore esigente. Credoanche che i nostri clienti nonvedano Rimowa come unasemplice valigia: sono la dedi-zione al servizio clienti e lamentalità innovativa a fare ladifferenza».
Quando la valigia si è tra-sformata in oggetto di lusso?
«Più viaggi, più desideriche il tuo bagaglio rifletta chisei e il tipo di esperienza diviaggio desideri avere. Le vali-gie hanno sempre avuto unfascino per viaggiatori consu-mati e Rimowa ha risposto aquesta domanda per oltre 120anni. La nostra sfida adesso èsuperare le aspettative deiviaggiatori di oggi».
Chi sono i viaggiatori tipoche scelgono Rimowa?
«Più che una valigia per co-loro che vogliono vedere ilmondo è uno strumento perchi vuole cambiarlo».
Cosa non può mai manca-re nella sua valigia?
«Scarpe da corsa!»Indossa Moncler e ha un
capo preferito?«Da molti anni, prima an-
cora di incontrare Remo Ruf-fini. Tutto è iniziato con lo sci,poi con un piumino più clas-sico, e ora mi diverto a indos-sare diversi capi della collezio-ne. E molto presto avrò unanuova valigia».
Michela Proietti© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alexandre Arnault, 27 anni, figlio del numero uno di Lvmh Bernard Arnault, è Ceo di Rimowa, il marchio di valigeria acquisito dal gruppo nel 2016
L’azienda
fondata nel 1898
a Colonia, in Germania, da Paul Morszeck, è stata acquisita dalla multinazionale francese specializzata in beni di lusso: nel corso degli ultimi anni ha sviluppatola strategia delle collaborazioni, con marchi come Dior e Supreme
Insieme a
Moncler ha
lanciato
Reflection: una valigia in alluminio, in vendita da giugno, che ha incorporato uno schermo a LED che mostra i messaggi in stile sticker con lettere rosse in blocco
Giugno
#MONCLERRIMOWA@rimowa
25Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
Non solo parka e piumini. Moncler Ge-nius 2020 viaggia anche sulle dueruote. Deciso a esplorare nuovi terri-tori, Remo Ruffini ha stretto una col-laborazione con Mate.bike, il proget-to di bicicletta pieghevole elettricalanciato a Copenaghen nel 2016 daifratelli Christian Adel Michael e JulieKronstrøm Carton e diventato subitoun successo di vendite su Indiegogo.
Sono proprio i manager danesi araccontare l’incontro con il brand ita-liano: «Mate.bike e Moncler combi-nano entrambi bisogni estremi con lavita quotidiana della città. Moncler è
un brand da 70 anni noto per il suoabbigliamento esclusivo ed è esatta-mente quello che Mate.bike sta di-ventando nel settore della bicicletta:siamo una coppia perfetta», assicuraChristian Adel Michael. Il logo Mon-cler campeggia su un lato del telaio.«Abbiamo visto un’opportunità perl’ultimo modello Mate X, molto piùperformante del precedente. È in gra-do di portarti dove nessuna bici elet-trica è mai andata prima. Una narra-tiva che si abbina perfettamente alDna di Moncler Genius e da cui ènata l’idea di Mate, Mountain & Mon-cler».
Che messaggio volete mandare?«Il design guida la desiderabilità e
il cambiamento. Moncler sta com-piendo grandi passi nella sostenibili-
tà e si sta espandendo in nuove catego-rie. Crediamo fermamente che renderei prodotti interessanti e desiderabili fa-vorirà un cambiamento comportamen-tale. Vogliamo che le persone consideri-no una ebike non soltanto una sceltapratica, verde o salutare, ma ancheespressione di sé, un segno di identità— interviene Julie —. La speranza è chela ebike dall’aspetto elegante convincasempre più persone ad abbandonare leloro auto per accelerare la rivoluzionegreen».
Quali sono le caratteristiche diMoncler Mate.bike?
«È il modello più potente di sempre.Monta un motore calibrato personaliz-zato da 1000W che offre una pedalataassistita sufficiente per affrontare lecolline e le montagne. La velocità saràlimitata alle normative locali, tuttavia,digitando un codice, nelle proprietàprivate e nelle aree ricreative puoisbloccare il pieno potenziale del tuoMate e puoi spingerti vicino a 50 km/h.Avremo anche una versione per l’Euro-pa che ha 250 W. La ebike è dotata diuna connettività globale (sim-card inte-grata), che serve sia per gli aggiorna-menti sia come antifurto. Inoltre, sare-mo in grado di seguirti a distanza evedere se la bicicletta ha bisogno diassistenza».
Anche la nuova Mate X è stata svilup-pata grazie al crowdfunding, raccoglien-do l’astronomica cifra di 13.381.963 dol-lari. «Il crowdfunding è uno strumentoper aiutare imprenditori e anime creati-ve a portare la loro idea su scala globale— spiega Julie —. Questo tipo di finan-ziamento continua a crescere a livellomondiale: può eliminare la necessità difinanziamenti da parte di banche o altreistituzioni per start-up con liquidità li-mitata sin dall’inizio e offre anche inputda parte dei clienti (sostenitori) diretta-mente nella fase di sviluppo. Credo chevedremo una crescita costante nei pros-simi anni anche in quella che oggi èl’industria multimiliardaria».
Maria Teresa Veneziani© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il «genius» è stato quello di portare gliaccessori per cani nelle boutique dilusso. L’idea di Poldo Dog Couture, ilmarchio made in Italy nato da unaintuizione di Riccardo Gardoni eMaurizio Azzimonti, due amici mila-nesi accomunati dalla passione perbassotti e quattrozampe in generale,firma una nuova collaborazione conMoncler.
I quattro cani «in famiglia» — ibassotti Poldo e Camillo, l’alano Bru-tus e i due bulldog francesi Ercole eHappy — sono stati l’ispirazione peruna linea couture dedicata ai cani,
protagonisti negli ultimi anni di unapiccola rivoluzione stilistica. Maglion-cini, cappotti, mantelline antipioggiasono entrati a far parte del mondocanino, almeno quanto collari e guin-zagli: a fare la differenza con quelloche già c’era nel mercato è stata laqualità.
«Abbiamo deciso di fare un pro-dotto di lusso, partendo da una no-stra esigenza: non trovavamo mai quello che volevamo nei negozi dianimali e così ci siamo messi a dise-gnare quello che ci sarebbe piaciutocomperare», spiega Maurizio Azzi-monti, da 15 anni window creativedirector per Moncler. Il fatto di esseregià in «casa» ha reso facile la collabo-razione. «Moncler era il partner per-fetto perché condivideva i nostri valo-
Poldo Dog CoutureLe mantelline spazialidei designer animalistiRiccardo Gardoni e Maurizio Azzimonti: «Moncler è il nostro partner perfetto»
Mate.BikeLa 2 ruote elettricapiù potente di sempreAccordo per una bicicletta pieghevolecon logo italiano e anima danese
ri, dall’eccellenza del prodotto alla soste-nibilità. Inoltre siamo entrambi moltoironici nel presentare le collezioni».
Lo scorso anno il duo di creativi avevaattinto dagli archivi Moncler, reinterpre-tando i grandi classici come gli smani-cati, gli impermeabili, i piumini innylon laqué disponibili in sei diversetaglie e persino il gilet stampato cheriproduceva un effetto tricot per ricor-dare i tipici maglioni invernali. I capipresentati per la collezione 2019-20 so-no invece ispirati al mondo dello spaziodegli anni Sessanta e alle navicelle lan-ciate in orbita. «Abbiamo creato mantel-line antipioggia fluo e argento effettodomopack, in un formato molto praticoche si ripiega come una pochette». Peril capitolo sostenibilità è stato creato unpiumino in nylon riciclato e non mancaneanche il filone mini-me, con un piu-mino camouflage presente nella maincollection di Moncler e declinato inchiave quattrozampe da Poldo Couture.
Sullo sfondo c’è una forte filosofiaanimalista che ha portato i due impren-ditori-stilisti a rifornire l’unità cinofiladella Polizia di Stato di Bologna di piu-mini di tutte le taglie per i cani chepassano la notte al freddo, oltre a soste-nere e incoraggiare alcuni affidi di caniabbandonati. I social sono molto impor-tanti e Poldo è amato dalla rete: dellasua vita si sa molto, ma i due creativipromettono di creare nuovi contenutiper soddisfare la curiosità dei follower.«Lo storytelling è una parte fondamen-tale del progetto: stiamo lavorando adun racconto social in cui si vede la gior-nata tipo di Poldo, dalla sveglia, al giroin Mini (è in arrivo una collaborazionecon la casa automobilistica) e il riposinodel pomeriggio». Alla presentazione diMoncler Genius Poldo sarà addiritturaregista, con una camera GoPro in testa:all’evento, come sempre, sono stati invi-tati i cani amici del brand. «Nessunoaveva pensato di mettere al centro dicomunicazione un cane: non siamo statigeniali?».
M. Pro.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Poldo Dog Couture è il marchio made in Italy ideato dai milanesi Riccardo Gardonie Maurizio Azzimonti e specializzato in abiti e articoli di lusso per cani venduti in boutique
La nuova
collaborazione
con Moncler ha
portato alla
realizzazione di
cappottini, mantelline antipioggia e maglioncini in stile tricot che saranno in vendita da novembre
NovembreCon le collezioni Moncler Rimova «Reflection» + Mate.bike (la bici elettrica pieghevole) Moncler Genius 2020 vuole espandersi al lifestyle: in vendita da
giugno
Mate.bike è il progetto di pedalata assistita lanciato a Copenaghen nel 2016 dai fratelli ChristianAdel Michael e Julie Kronstrøm Carton
Giugno
#MONCLERDOGS@poldodogcouture
26 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler
LE LOCATION PERFORMANCE
Il Palazzo delle Stelline fa da sfondo al debutto di Moncler Genius, nel 2018. Lì viene presentato per la prima volta il Moncler Genius Building, la sera del 20 febbraio in apertura della Fashion Week di Milano. Lavoro virtuale e reale si muovono all’unisono: un’idea che diventa un luogo che sollecita azioni di comunicazione per diventare infine un vero e proprio universo fisico. Per la prima volta, quindi, compare il building che contiene visioni estetiche e di pensiero diverse. Il 19 settembre un nuovo passo avanti: nella location di via Orobia 15, Moncler Genius evolve e completa l’offerta di Moncler Genius Building con“The Next Chapter”: nuove collezioni che integrano le precedenti per coprire tutto l’anno con un programma continuo che, preservando l’unicità e l’heritage del brand, alimenta la nuova visione di Moncler. Una sola maison che parla al consumatore con diverse voci, in modo pionieristico e contemporaneo.
2018
27Sabato 22 Febbraio 2020Moncler Corriere della Sera
© 2020RCS MEDIAGROUP S.P.A.DIVISIONE QUOTIDIANISede legale:via Rizzoli, 8 - MilanoRegistrazione: Tribunale di Milano n.139,del 29 giugno 1948© COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANITutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo prodotto può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.Redazione e tipografia:via Solferino, 28 - MilanoTelefono 02-62821Pubblicità:RCS MEDIAGROUP S.P.A.DIR. PUBBLICITA’via A. Rizzoli, 8 - MilanoTelefono 02-25841www.rcspubblicita.it
GeniusPaperDirettore:Luciano Fontana
Vicedirettore vicario:Barbara Stefanelli
Vicedirettori:Daniele MancaVenanzio PostiglioneGiampaolo Tucci
A cura dellaRedazioneLiberi Tutti
Genius ha significato anche Genius loci: attenzione e cura del patrimonio cittadino. Così, con il patrocinio del Comune di Milano, Moncler ha supportato la riqualificazione dei Magazzini Raccordati di via Ferrante Aporti 9, a ridosso della Stazione Centrale, ambientando qui la presentazione delle collezioni nel febbraio 2019 con un evento a cui hanno partecipato oltre diecimila persone. «Genera sempre soddisfazione constatare l’efficacia della collaborazione tra pubblico e privato — ha dichiarato il sindacodi Milano Giuseppe Sala —. Quando quest’ultimo si metteal servizio della città i benefici per la comunità e il territorio sono garantiti. Per questo motivo ringrazio Moncler: la scelta dei Magazzini Raccordati come location per l’evento, nel corso della tanto attesa settimana della moda, e la riqualificazione dell’area rispondono con concretezza ai nostri progetti per Milano».
2019
28 Sabato 22 Febbraio 2020 Corriere della Sera Moncler