SAATO 31 DIEMRE 2016 LA SCUOLA DI ITALIANO PER … · L’intervento era mirato a sistemare la...

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Sono terminati i lavori di restauro e messa in sicurezza della ex Casa Parrocchiale che insiste sul sagrato della nostra chiesa parrocchiale. Lintervento era mirato a sistemare la copertura, rimuovendo il pericoloso eternit, rifacendola poi completa- mente, recuperando al contempo le gronde originali in pietra e mettendole così in sicurezza. Le facciate invece sono state risanate dalla rovina del tempo e i serramenti esterni sono stati tutti ripresi ove possibile o sostituiti nel caso, in modo da tor- nare funzionali. Questo intervento ha messo in risalto la bel- lezza delle linee architettoniche delledificio orami centenario, con la fascia marca piano di colore bianco che ora risalta in facciata. Infine, sono state apportate importanti sistemazioni agli impianti elettrici esterni al fabbricato, eliminando una serie di aggiuntedegli anni recenti poco consone allarchi- tettura della casa. La contabilità finale dei lavori è la seguente: Rifacimento copertura Euro 32.919,85 Rifacimento facciate Euro 41.494,88 Serramenti Euro 20.100,90 Noleggio ponteggi e gru Euro 13.516,93 Oneri sicurezza, varie Euro 5.475,00 Iva al 10% Euro 11.350,75 Complessivamente Euro 124.858,31 Sottolineiamo che la ditta di impianti elettrici C.B.E. snc ha prestato gratuitamente la propria opera in cantiere, così come i progettisti – lIng. Alessandro Rigamonti e lArch. Daniela Rigamonti – hanno svolto le proprie prestazioni professionali in forma gratuita, compresi i costi tecnici. La nostra comuni- tà ha risposto come sempre con molta generosità allimpegno economico assunto dalla Parrocchia ed alla data odierna sono stati raccolti Euro 47.629,00 Resta quindi da saldare il debito di Euro 77.229,31 per il cui pagamento ci affidiamo alla munificenza della comunità di Monguzzo, che ha sempre saputo largamente donare per far fronte alle giuste necessità della Parrocchia. A tale propo- sito, ricordiamo la busta per la raccolta mensile a favore del- la ristrutturazione della ex Casa Parrocchiale. Infine, ora che la prima parte dellintervento è stata comple- tata, ci diamo appuntamento ai prossimi mesi per definire le modalità di prosecuzione del pro- getto, per riempirela casa e ren- derla fruibile a tutta la comunità. Un graziea tutti per la generosità e un augurio di Sereno Natale. Il Consiglio Affari Economici Il nostro obiettivo è quello di uscire con questo foglio con una cadenza bimestrale. Contiamo sulla collaborazione di tut- ti, gruppi parrocchiali ma anche singoli parrocchiani. Chi volesse partecipare con degli articoli al prossimo numero li faccia pervenire allindirizzo e-mail della Redazione: [email protected] La redazione fa notare che la stampa è realizzata su carta riciclata. SABATO 31 DICEMBRE 2016 Stampato in proprio LA SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI Dopo l'interruzione estiva ha ripreso con entusiasmo il Corso di italiano per adulti stranieri, proposto dalla Caritas Parroc- chiale tuti i lunedì e giovedì mattina. Entusiasmo nelle perso- ne straniere che vi partecipano, che con costanza e impegno portano avanti questo desiderio non solo di apprendere una lingua straniera (siamo consapevoli di quanto possa essere complesso rimettersi a studiare in età adulta), ma certamente un grande interesse a conoscere una cultura tanto diversa e quindi avere delle chiavi di lettura che permettano loro di interpretare il mondo in cui vivono e di integrarsi al meglio. Ed entusiasmo certamente nelle persone volontarie che si dedicano a questa attività, consapevoli che non si tratti solo di insegnare una lingua”, ma soprattutto di creare un am- biente accogliente, uno spazio e un luogo di integrazione. Testimoni della grande ricchezza che ogni individuo porta con sé, delle preziose occasioni di scambio e soprattutto testi- moni del fatto che spesso, purtroppo, le incomprensioni che si creano nella vita quotidiana di queste persone straniere, sono dovute alla mancanza di conoscenza di tutta una serie di abitudini, regole implicite, ecc. e non certo ad una mancanza di rispetto o di desiderio di integrazione. Lo stesso Presidente Mattarella sottolinea l'importanza di insegnare l'italiano ai migranti perché, per abbattere i muri della paura, occorre evitare di creare ghetti, che sono innanzitutto linguistici e culturalie permettere la comunicazione, che significa cono- scenza reciproca. Nell'invitare coloro che fossero interessati a partecipare a questo servizio, ci sembra importante sottoli- neare che quest'anno, la presenza di un numero maggiore di volontari, (insegnanti e babysitter) ha permesso di proporre in entrambi i giorni tre diffe- renti livelli di insegnamento: alfabetiz- zazione (per coloro che non sono alfabe- tizzati in alcuna lingua), livello A1 (apprendimento base) e livello A2 (apprendimento più avanzato). In questo modo è stato possibile differenziare gli interventi in modo che rispondessero maggiormente alle differenti esigenze. I volontari della Scuola di italiano Ricordiamo nella preghiera personale i defunti: Gerosa Clementina nata in cielo il 02.11.2016 Conti Angelina nata in cielo il 03.12.2016 Sono stati rigenerati dalla grazia del Battesimo: Molteni Edoardo battezzato il 13/11/2016 INTERVENTO DI RESTAURO CONSERVATIVO E MESSA IN SICUREZZA DELLA EX CASA PARROCCHIALE ANAGRAFE Diocesi di Milano - Zona III di Lecco - Decanato di Erba - Tel.031.617167 - mail: [email protected] ANNO I - n° 4 SABATO 31 DICEMBRE 2016 Così si intitolava il nostro presepe vivente svoltosi lo scorso 18 dicembre, e che si svolgerà ancora il prossimo giovedì 5 gennaio 2017, alle ore 20.30, ispirato alla para- bola del Padre misericordioso. In effetti, capire la perti- nenza della parabola con il Natale era unimpresa assai ardua. In realtà, il Natale non è altro in fondo che un ab- braccio. Esattamente come la figura del Padre nella para- bola della misericordia, così il Natale è labbraccio di Gesù Bambino allumanità ed è la realizzazione carnaledella misericordia stessa, perché il Figlio di Dio che si è fatto carne, è la figura”, il modello di ogni figlio che realizza la bellezza del suo ritorno, un ritorno che ricono- sce la fonte della vita alla sua sorgente. Cosa significa celebrare il Natale se non andare alla sorgente dellAmo- re? Così abbiamo voluto esprimere nella rappresentazio- ne del presepe, la storia di ogni figlio che spesso prova noia, disgusto per la vita, senso di smarrimento, voglia di fuggire da se stessi e dalla vita. Se si arriva al Natale con questa percezione possiamo dire di essere sulla strada giusta. Quante volte si sbaglia strada nella vita? Quante volte ci si perde nei propri progetti o desideri distorti e si smarrisce il senso della vita stessa, dellamore, della pace del cuore? Celebrare il Natale significa esattamente ritor- nare, ritrovare il proprio sentiero, la strada giusta nella felicità del Padre che ci abbraccia e che ci ama da sem- pre, continuando ad amarci anche quando ci allontaniamo da Lui, aspettandoci! La storia del Natale è storia di misericordia, è storia di peccato redento, perdonato, assolto. Lesperienza vissuta nel Natale è stata proprio così, con diverse per- sone che hanno accolto la sfida di tornare e di ritrovare in Gesù il gu- sto del vivere e dellessere amati. Anche nella scelta della benedizione delle famiglie nelle vie, si è sperimentato un desiderio profondo di incontro, di conoscenza reciproca, di deside- rio di ritornare a costruire rapporti. Qual è il significato dellessere Parrocchia se non che quello di sentirsi sem- pre più comunità di persone non anonime tra loro, ma aperte e desiderose di accogliersi? Forse accogliere è il verbo sinonimo di ritornare. Chi ritorna è accolto dal Pa- dre e sa accogliere. Chiediamo la grazia del Natale come capacità di essere più umani, capaci di accogliersi e di accogliere. Se non vogliamo che il Figlio di Dio non trovi posto nellalbergo”, apriamo di più le finestre e le porte, che entri più limpida laria della misericordia e della vera accoglienza! Solo così sarà pace! Buone feste a tutti! Don Isidoro LABBRACCIO NATALE: LA BARCA NEL PRESEPE di MARINA CORRADI Cè una barca nel presepe, questan- no. Nel presepe di piazza San Pietro, donato da Malta: è un 'luzzu', limbar- cazione dei pesca- tori dellisola. Ge- sù, Maria, la man- giatoia, le pecore, e una barca di legno, carica di reti. Il Papa ha detto di vedere in quel barcone un richiamo «alla tragica realtà dei migranti diretti verso lIta- lia. Nellesperienza dolorosa di questi fratelli e sorelle ri- vediamo quella del Bambino Gesù, che al momento della nascita non trovò alloggio e venne alla luce nella grotta di Betlemme, e poi fu portato in Egitto, per sfuggire alla mi- naccia di Erode». Una barca nel presepe. Lo abbiamo fatto tutti, nelle nostre case, il presepe. La capanna, la stella lucente, langelo lasino e il bue accucciati vicini, e i pa- stori. Ai margini, i Magi con i cammelli, che vengono da molto lontano. Gesù Bambino, alcuni lo mettono nella mangiatoia solo la notte di Natale. I Magi, arriveranno davanti a Gesù soltanto allEpifania. E qualcuno magari questanno in casa non cè più, ma forse gli occhi di un bambino contemplano per la prima volta quella scena. È una tradizione amata, un tramandare di padri in figli una storia antica e nuova. Ma a volte nei gesti di una cara tra- dizione si può dimenticare qualcosa: che cosa, veramente, quella tradizione rappresenta. Rappresenta una notte di oltre duemila anni fa, sulle colli- ne di Betlemme. Un uomo e una giovane donna, nella re- gione affollata per il censimento indetto da Roma, cercano un tetto. Sono colline brulle, e dinverno fa freddo. Le ca- se sono gremite di pellegrini. I due sono stanchi del cam- mino di unintera giornata, la donna è prossima al parto. Immaginiamoci di essere noi, in una terra straniera, soli e sfiniti, in cerca di un posto per mettere al mondo un figlio. Luomo bussa a tutte le locande. ... Loste quasi non sente le parole dello sconosciuto viandante: «Avete posto per me e mia moglie? Sta per partorire». Loste fa un brusco cenno di diniego, infastidito. Ancora gente: non potrà mica sfamare lui tutto il mondo, stanotte. La porta si richiude. Fuori è buio, e fa sempre più freddo. Passi, ancora, trascinati, piedi dolenti, e ansia, per la sorte del bambino. Che nasca questa notte? Chi lo scalderà dal

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Sono terminati i lavori di restauro e messa in sicurezza della ex Casa Parrocchiale che insiste sul sagrato della nostra chiesa parrocchiale. L’intervento era mirato a sistemare la copertura, rimuovendo il pericoloso eternit, rifacendola poi completa-mente, recuperando al contempo le gronde originali in pietra e mettendole così in sicurezza. Le facciate invece sono state risanate dalla rovina del tempo e i serramenti esterni sono stati tutti ripresi ove possibile o sostituiti nel caso, in modo da tor-nare funzionali. Questo intervento ha messo in risalto la bel-lezza delle linee architettoniche dell’edificio orami centenario, con la fascia marca piano di colore bianco che ora risalta in facciata. Infine, sono state apportate importanti sistemazioni agli impianti elettrici esterni al fabbricato, eliminando una serie di “aggiunte” degli anni recenti poco consone all’archi-tettura della casa. La contabilità finale dei lavori è la seguente: Rifacimento copertura Euro 32.919,85 Rifacimento facciate Euro 41.494,88 Serramenti Euro 20.100,90 Noleggio ponteggi e gru Euro 13.516,93 Oneri sicurezza, varie Euro 5.475,00 Iva al 10% Euro 11.350,75 Complessivamente Euro 124.858,31

Sottolineiamo che la ditta di impianti elettrici C.B.E. snc ha prestato gratuitamente la propria opera in cantiere, così come i progettisti – l’Ing. Alessandro Rigamonti e l’Arch. Daniela Rigamonti – hanno svolto le proprie prestazioni professionali in forma gratuita, compresi i costi tecnici. La nostra comuni-tà ha risposto come sempre con molta generosità all’impegno economico assunto dalla Parrocchia ed alla data odierna sono stati raccolti Euro 47.629,00 Resta quindi da saldare il debito di Euro 77.229,31 per il cui pagamento ci affidiamo alla munificenza della comunità di Monguzzo, che ha sempre saputo largamente donare per far fronte alle giuste necessità della Parrocchia. A tale propo-sito, ricordiamo la busta per la raccolta mensile a favore del-la ristrutturazione della ex Casa Parrocchiale. Infine, ora che la prima parte dell’intervento è stata comple-tata, ci diamo appuntamento ai prossimi mesi per definire le modalità di prosecuzione del pro-getto, per “riempire” la casa e ren-derla fruibile a tutta la comunità. Un “grazie”a tutti per la generosità e un augurio di Sereno Natale.

Il Consiglio Affari Economici

Il nostro obiettivo è quello di uscire con questo foglio con una cadenza bimestrale. Contiamo sulla collaborazione di tut-ti, gruppi parrocchiali ma anche singoli parrocchiani. Chi volesse partecipare con degli articoli al prossimo numero li faccia pervenire all’indirizzo e-mail della Redazione: [email protected] La redazione fa notare che la stampa è realizzata su carta riciclata.

SABATO 31 DICEMBRE 2016

Stampato in proprio

LA SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI

Dopo l'interruzione estiva ha ripreso con entusiasmo il Corso di italiano per adulti stranieri, proposto dalla Caritas Parroc-chiale tuti i lunedì e giovedì mattina. Entusiasmo nelle perso-ne straniere che vi partecipano, che con costanza e impegno portano avanti questo desiderio non solo di apprendere una lingua straniera (siamo consapevoli di quanto possa essere complesso rimettersi a studiare in età adulta), ma certamente un grande interesse a conoscere una cultura tanto diversa e quindi avere delle chiavi di lettura che permettano loro di interpretare il mondo in cui vivono e di integrarsi al meglio. Ed entusiasmo certamente nelle persone volontarie che si dedicano a questa attività, consapevoli che non si tratti solo di “insegnare una lingua”, ma soprattutto di creare un am-biente accogliente, uno spazio e un luogo di integrazione. Testimoni della grande ricchezza che ogni individuo porta

con sé, delle preziose occasioni di scambio e soprattutto testi-moni del fatto che spesso, purtroppo, le incomprensioni che si creano nella vita quotidiana di queste persone straniere, sono dovute alla mancanza di conoscenza di tutta una serie di abitudini, regole implicite, ecc. e non certo ad una mancanza di rispetto o di desiderio di integrazione. Lo stesso Presidente Mattarella sottolinea l'importanza di insegnare l'italiano ai migranti perché, “per abbattere i muri della paura, occorre evitare di creare ghetti, che sono innanzitutto linguistici e culturali” e permettere la comunicazione, che significa cono-scenza reciproca. Nell'invitare coloro che fossero interessati a partecipare a questo servizio, ci sembra importante sottoli-neare che quest'anno, la presenza di un numero maggiore di volontari, (insegnanti e babysitter) ha permesso di proporre in entrambi i giorni tre diffe-renti livelli di insegnamento: alfabetiz-zazione (per coloro che non sono alfabe-tizzati in alcuna lingua), livello A1 (apprendimento base) e livello A2 (apprendimento più avanzato). In questo modo è stato possibile differenziare gli interventi in modo che rispondessero maggiormente alle differenti esigenze. I volontari della Scuola di italiano

Ricordiamo nella preghiera personale i defunti: Gerosa Clementina nata in cielo il 02.11.2016

Conti Angelina nata in cielo il 03.12.2016

Sono stati rigenerati dalla grazia del Battesimo:

Molteni Edoardo battezzato il 13/11/2016

INTERVENTO DI RESTAURO CONSERVATIVO E MESSA IN SICUREZZA DELLA EX CASA PARROCCHIALE

ANAGRAFE

Diocesi di Milano - Zona III di Lecco - Decanato di Erba - Tel.031.617167 - mail: [email protected]

ANNO I - n° 4 SABATO 31 DICEMBRE 2016

Così si intitolava il nostro presepe vivente svoltosi lo scorso 18 dicembre, e che si svolgerà ancora il prossimo giovedì 5 gennaio 2017, alle ore 20.30, ispirato alla para-bola del Padre misericordioso. In effetti, capire la perti-nenza della parabola con il Natale era un’impresa assai ardua. In realtà, il Natale non è altro in fondo che un ab-braccio. Esattamente come la figura del Padre nella para-bola della misericordia, così il Natale è l’abbraccio di Gesù Bambino all’umanità ed è la realizzazione “carnale” della misericordia stessa, perché il Figlio di Dio che si è fatto carne, è la “figura”, il modello di ogni figlio che realizza la bellezza del suo ritorno, un ritorno che ricono-sce la fonte della vita alla sua sorgente. Cosa significa celebrare il Natale se non andare alla sorgente dell’Amo-re? Così abbiamo voluto esprimere nella rappresentazio-ne del presepe, la storia di ogni figlio che spesso prova noia, disgusto per la vita, senso di smarrimento, voglia di fuggire da se stessi e dalla vita. Se si arriva al Natale con questa percezione possiamo dire di essere sulla strada giusta. Quante volte si sbaglia strada nella vita? Quante volte ci si perde nei propri progetti o desideri distorti e si smarrisce il senso della vita stessa, dell’amore, della pace del cuore? Celebrare il Natale significa esattamente ritor-nare, ritrovare il proprio sentiero, la strada giusta nella felicità del Padre che ci abbraccia e che ci ama da sem-

pre, continuando ad amarci anche quando ci allontaniamo da Lui, aspettandoci! La storia del Natale è storia di misericordia, è storia di peccato redento, perdonato, assolto. L’esperienza vissuta nel Natale è stata proprio così, con diverse per-sone che hanno accolto la sfida di tornare e di ritrovare in Gesù il gu-sto del vivere e dell’essere amati. Anche nella scelta della benedizione delle famiglie nelle vie, si è sperimentato un desiderio profondo di incontro, di conoscenza reciproca, di deside-rio di ritornare a costruire rapporti. Qual è il significato dell’essere Parrocchia se non che quello di sentirsi sem-pre più comunità di persone non anonime tra loro, ma aperte e desiderose di accogliersi? Forse accogliere è il verbo sinonimo di ritornare. Chi ritorna è accolto dal Pa-dre e sa accogliere. Chiediamo la grazia del Natale come capacità di essere più umani, capaci di accogliersi e di accogliere. Se non vogliamo che il Figlio di Dio non “trovi posto nell’albergo”, apriamo di più le finestre e le porte, che entri più limpida l’aria della misericordia e della vera accoglienza! Solo così sarà pace! Buone feste a tutti! Don Isidoro

L’ABBRACCIO

NATALE: LA BARCA NEL PRESEPE di MARINA CORRADI

C’è una barca nel presepe, quest’an-no. Nel presepe di piazza San Pietro, donato da Malta: è un 'luzzu', l’imbar-cazione dei pesca-tori dell’isola. Ge-sù, Maria, la man-giatoia, le pecore, e una barca di legno,

carica di reti. Il Papa ha detto di vedere in quel barcone un richiamo «alla tragica realtà dei migranti diretti verso l’Ita-lia. Nell’esperienza dolorosa di questi fratelli e sorelle ri-vediamo quella del Bambino Gesù, che al momento della nascita non trovò alloggio e venne alla luce nella grotta di Betlemme, e poi fu portato in Egitto, per sfuggire alla mi-naccia di Erode». Una barca nel presepe. Lo abbiamo fatto tutti, nelle nostre case, il presepe. La capanna, la stella lucente, l’angelo l’asino e il bue accucciati vicini, e i pa-stori. Ai margini, i Magi con i cammelli, che vengono da molto lontano. Gesù Bambino, alcuni lo mettono nella mangiatoia solo la notte di Natale. I Magi, arriveranno

davanti a Gesù soltanto all’Epifania. E qualcuno magari quest’anno in casa non c’è più, ma forse gli occhi di un bambino contemplano per la prima volta quella scena. È una tradizione amata, un tramandare di padri in figli una storia antica e nuova. Ma a volte nei gesti di una cara tra-dizione si può dimenticare qualcosa: che cosa, veramente, quella tradizione rappresenta. Rappresenta una notte di oltre duemila anni fa, sulle colli-ne di Betlemme. Un uomo e una giovane donna, nella re-gione affollata per il censimento indetto da Roma, cercano un tetto. Sono colline brulle, e d’inverno fa freddo. Le ca-se sono gremite di pellegrini. I due sono stanchi del cam-mino di un’intera giornata, la donna è prossima al parto. Immaginiamoci di essere noi, in una terra straniera, soli e sfiniti, in cerca di un posto per mettere al mondo un figlio. L’uomo bussa a tutte le locande. ... L’oste quasi non sente le parole dello sconosciuto viandante: «Avete posto per me e mia moglie? Sta per partorire». L’oste fa un brusco cenno di diniego, infastidito. Ancora gente: non potrà mica sfamare lui tutto il mondo, stanotte. La porta si richiude. Fuori è buio, e fa sempre più freddo. Passi, ancora, trascinati, piedi dolenti, e ansia, per la sorte del bambino. Che nasca questa notte? Chi lo scalderà dal

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SABATO 31 DICEMBRE 2016

vento tagliente? Una grotta, è l’uni-co rifugio. ... Buio: e una fiamma illu-mina, tremante, la frazione del tempo in cui Gesù Cristo nasce. Un vagito taglia la notte: piange come tutti i bambini, il Dio

bambino. «Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangia-toia, perché non c’era posto per loro nell’albergo», tra-manda il Vangelo di Luca. Non aveva trovato posto fra gli uomini, Cristo nascente. Ciò che nel presepe può sembrare dolce leggenda è in ve-rità drammatica testimonianza: non trovò un tetto, Gesù, quella notte. Il Papa ha detto che il presepe è in verità «invito a fare posto nella nostra vita a Dio, nascosto nel

volto di tante persone». La barca del presepe di Malta che Francesco indica è un segno forte. Possiamo fare i nostri presepi con i cammelli e le pecore e la neve, e le luci che si accendono. E restare ciechi a ciò che quella scena rap-presenta: l’avvento di Dio nei panni del povero e dello straniero, nei panni del miserabile cui tutti chiudono la porta. E’ ciò che sta accadendo in Europa: reticolati, muri, uomini e donne che si nascondono nei Tir e nei treni, e muoiono di freddo, o sfracellati. Quei treni corrono fra città e paesi pieni di case con den-tro un presepe illuminato. In tanti guardiamo i presepi, ma non vogliamo pensare agli uomini e alle donne in marcia nel freddo, nella notte, verso confini sbarrati. Cantiamo «...e vieni in una grotta, al freddo e al gelo», ma non vo-gliamo sapere quanti, in notti buie come quella dell’anno zero cristiano, nascono: portando nel volto la stessa iner-me debolezza del nostro Dio bambino. Il vero regalo, sarebbe, quella notte, vedere davvero.

Carissimi, Papa Francesco viene a Milano il 25 marzo 2017, solennità dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria per il ministero che gli è stato affidato di conferma-re nella fede i suoi fratelli (Lc 22,32). In questa terra, labo-riosa fino alla frenesia e forse incerta fino allo smarrimen-to, generosa fino allo sperpero e forse intimorita fino alla spavento, sentiamo il bisogno e domandiamo la grazia di essere confermati in quella fede che gli Apostoli ci hanno trasmesso e che attraversa i secoli fino a noi. Ci incammi-niamo verso l’evento della visita papale con il desiderio che non si riduca ad esperienza di una emozione intensa e passeggera: sia piuttosto una grazia che conforti, confermi, orienti la nostra fede, nel nostro cammino verso la Pasqua, in preghiera con Maria e offra ragioni e segni per la spe-ranza di tutti gli uomini e le donne della nostra terra. Aspettiamo la vista di Papa Francesco quale compimento

della “visita pa-storale feriale” in atto nella no-stra diocesi, che si propone di intuire il passo che il Signore ci chiede per conti-nuare a irradiare la gioia del Van-gelo: sarà per-tanto utile ri-

prendere Evangelii Gaudium e la Lettera Pastora-le Educarsi al pensiero di Cristo, perché sia maggiormen-te conosciuta e approfondita e perché diventi realmente “anima” della vita delle comunità, attraverso proposte di preghiera, per esempio in momenti di prolungata adorazio-ne, iniziative di formazione, per esempio in occasione di catechesi per adulti e della predicazione speciale nei qua-resimali. Siamo in cammino per custodire e far risplendere i tratti di una Chiesa umile, disinteressata e beata, come Papa Francesco stesso ha raccomandato alla Chiesa Italia-

na, nel Convegno ecclesiale di Fi-renze. Ci prepariamo a ringraziare il Papa per il dono del Giubileo straordinario della Misericordia annunciato in Misericordiae vul-tus. Avremo cura che l’abbondante effusione di grazie, sperimentata da molti, continui a portare frutto nel vivere il sacramento della ri-conciliazione nelle nostre chiese e nelle chiese penitenziali (in coe-renza con quanto ci chiede il Papa nella lettera apostolica Misericor-dia et misera, in cui sono richiamati anche altri aspetti im-portanti del cammino successivo al Giubileo). A questo proposito sarà opportuno che in ogni chiesa siano decisi e pubblicati orari di presenza assicurata del confessore e potrà essere fruttuoso che il sacramento della confessione sia celebrato anche in forma comunitaria, come ha speri-mentato il clero in Duomo, in occasione della festa di san Carlo. A nessuno manchi mai l’offerta della misericordia del Padre che rigenera la vita e nutre la speranza. Dobbiamo insistere sulla conversione missionaria delle nostre comunità e la responsabilità della testimonianza di cui deve farsi carico ogni battezzato. “Ho un popolo nume-roso in questa città” rivela il Signore all’apostolo scorag-giato (cfr At 18,10). I passi che le comunità decidono du-rante la visita pastorale devono orientare il cammino di tutti verso il campo che è il mondo, con le opere di miseri-cordia e le parole che ne rivelano l’origine e il senso. L’Arcivescovo porterà il Santo Chiodo per le strade della diocesi durante le Via crucis di Quaresima per accompa-gnarsi alle comunità in cammino nel segno della Pasqua, con l’annuncio dell’amore fino alla fine che conforma ai sentimenti e alla mentalità di Cristo, al punto da rendere possibile essere misericordiosi come è misericordioso il Padre. Nessuno deve lasciarsi rubare la gioia dell’evange-lizzazione (EG 83), che diventa conversazione quotidiana,

DALLA DIOCESI: IL PAPA A MILANO “In questa città io ho un popolo numeroso” dice il Signore (At 18,10)

Ai fedeli della Chiesa Ambrosiana e a tutti gli abitanti della città metropolitana e delle terre di Lombardia

SABATO 31 DICEMBRE 2016

educazione alla fede nelle famiglie, pratica ordinaria negli affetti, nel lavoro, nella festa. Un “popolo numeroso” ha bisogno del Vangelo e questa nostra città lo invoca con segni e linguaggi molteplici. Il programma della visita di Papa Francesco è stato pubbli-cato: l’intensità di quella giornata rivela l’affetto del Papa e il suo desiderio di raggiungere tutti e noi tutti vo-

gliamo prepararci a ricambiare l’affetto e a farci raggiun-gere dalla sua parola. Vogliamo tutti essere presenti, non pretendendo il privile-gio di essere i primi, i vicini, i preferiti, ma desiderando la grazia di essere benedetti dentro il popolo numeroso che questa città esprimerà in quell’occasione. Il Consiglio Episcopale Milanese

È la regista che ci scrive. Sono le sue considerazio-ni il giorno prima della

rappresentazione, che ora, possiamo dire, essere stata un successo. L’articolo è corredato da alcune fotografie che ci ha fornito l’architetto Muzzi. Sabato 17 dicembre Siamo pronti! Domani si va in scena.. o forse è meglio dire: si scende in campo. Oggi ultimo giorno di prove. Faccio un giro per controllare che tutto sia ok! Sono davanti alla casa del Padre, lo immagino sul balcone, che aspetta il ritorno del figlio; c’è anche il maggiore, che non sembra così felice di vedere il fratello. Il minore torna dal padre e chiede di essere accolto, amato. Il suo viaggio l’ha condotto lontano verso il non senso. Ricorda l’incon-tro con personaggi che, guidati da una Stella, cercavano il senso della propria vita, cercavano l’Amore, lo cercavano in un neonato. Come quegli uomini ognuno deve compiere un cammino perché quando una persona accetta di metter-si in ricerca e di aprirsi ad un orizzonte più grande, la figu-ra di questo Amo-re ci viene incon-tro e ci chiama, ci abbraccia. Qualche passo.. e sono al Tempio, c’è la Parola conservata del Santo dei San-ti, è quella Parola che il popolo ado-rava, serbava, imparava a memoria… è la Parola che ha guidato il popolo e ora orienta le nostre giornate. Impor-tante è imparare da Maria: essere docili. Maria riceve l’an-nuncio dell’Angelo e l’impossibile dell’uomo diventa il possibile di Dio. Il sì di Maria permette a Dio di entrare nel tempo; permette al Padre di mostrare tutto il suo amo-re. Pochi passi, subito dopo il pozzo, c’è la casa e il labo-ratorio di Giuseppe; i suoi attrezzi, il legno, una sedia per riposare. Cose semplici, come semplice è Giuseppe. È davvero speciale quest’uomo di poche parole, così come è speciale il suo modo di diventare padre. Deve cambiare la sua vita, i suoi desideri, le sue scelte e adeguarli all’evento improvviso di un Dio che decide di farsi uomo. E lo fa con amore. Vado un poco avanti e mi trovo in piazza, c’è il panettiere, la locanda, il mercato, c’è spazio per tanta gen-te. Qui tutti possono incontrarsi e festeggiare insieme. La gioia degli sposi ha origine dalla Parola di Dio. Ecco per-

ché è capace di essere contagiosa; sono il figlio maggiore non prende parte alla festa, il suo cuore è troppo chiuso dal risentimento. Si sale un poco sulla collina, quanto splendo-re!!! Sono alla corte di Erode: il perfido Erode! Certo che, ci fa paura. Erode non ha saputo riconoscere la voce di Dio, la sua è tanto forte che lo confonde e lo rende spieta-to. Quanto è vero che anche noi spesso siamo confusi in mezzo a tante voci, ma l’unica da ascoltare è la voce dell’amore, una voce molto tenue e gentile: è la voce del Padre che molto ha sofferto ma che, con amore, accoglie sempre. Ma ecco nel posto più coreografico, sono davanti al cielo stellato, il più faticoso da allestire, ma che bello! “è la not-te del mister nel lontano oriente … ecco appare su nel ciel una stella…”.Con le parole della canzone e la voce della cometa ci facciamo guidare verso questo mistero che sta prendendo vita. Prima controllo il riparo dei pastori: c’è il posto per i più piccoli, qui si divertono tanto; c’è il profumo del formaggio, c’è il fuoco che que-st’anno sarà donato agli sposi che cer-cano riparo nella notte. C’è il fieno per le pecore, quelle stanno arrivando! Ecco ora devo contare i passi, la scena finale è quella più importante, dobbiamo prendere i tempi perché ognuno parta al momento giusto. La casa del Padre rimane così come l’abbiamo lasciata. È la stalla che diven-ta la casa di Gesù Bambino. E alla fine ancora L’AB-BRACCIO: è l’abbraccio misericordioso del padre che accoglie il figlio che è tornato, è l’abbraccio del fratello maggiore che accoglie con gioia il ritorno del fratello. È il segno di Dio Padre che abbraccia l’umanità intera facendosi bambino. Caspita! È tardissimo… bi-sogna riposare questa notte, domani dovrò essere sveglia e attenta. Domenica 18 dicembre Ora lascio la parola a te caro lettore e spettatore per con-dividere le emozioni, le ri-flessioni, le critiche che hai vissuto… Valeria

PRESEPE VIVENTE 2016 L’ABBRACCIO “tutto l’amore che ho”