Rossoblu 2009 News

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Il notiziario del Rione Madonna delle Stuoie di Lugo (RA)

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Periodico di palio, attualità,storia e cultura edito a curadell’Associazione ricreativo-culturaleRione Madonnadelle Stuoie

Anno XIX – Distribuzione gratuitaNumero Unico - Aut. Trib. di Ravennan° 1208 del 05/06/2003Pubbl. inf. al 70%

Sede legale, amministrazionee segreteria:Piazzale Gubbio, 3148022 Lugo (Ra)Tel /fax 0545.31442C.f. 91005310395 – P.i.01305550392e-mail:[email protected]

Presidente:Renzo Marzari

Direttore responsabile:Annalisa Andruccioli

Capo Redazione:Annalisa Andruccioli

Coordinamento Editoriale:Adriano Bezzi

Pubblicità:Stefano Staffa

IN COPERTINA:Luca Pavani assiste, trepidante eincurante della pioggia, all’ultimadecisiva tirata per la X vittoria del Paliodella Caveja da parte dei Tiratori diStuoie (18 maggio 2008);

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ROSSOBLU2009

RETRO DI COPERTINA:Estate 2008 – i piccoli mercanti diPorta Nuova si divertono all’uscitapresso il Castello di Formigine(MO)

Grafica copertina: Andrea Staffa

In redazione: AnnalisaAndruccioli, Claudio Babini, KatiaBarlotti, Adriano Bezzi, DanielaBosi, Ilaria Capra, MassimilianoCosta, Renzo Marzari, MassimoMontuschi, Amaranta Pedretti,Fabio Savioli, Stefano Staffa, GianLuca Trioschi

Collaboratori esterni:Sandro Carradori del Rione Montidi Bracciano (RM); Benedetta Dossi

(RM)

Articoli citati: di Paolo Facchini,Presidente della Contesa Estense2009, dall’inserto di SABATOSERA del 14/03/2009

Foto:Archivio Storico (cartaceo einformatico) del Rione Madonnadelle Stuoie.

Grafica e stampa :Tipografia Romagna – Faenza (Ra).

Ringraziamo gli sponsor che, con illoro prezioso contributo, rendonopossibile ogni anno questapubblicazione.Si assicura che tutti i dati e gliindirizzi custoditi negli archivi delRione Madonna delle Stuoiesaranno trattati con la massimariservatezza, come da legge n. 675/96.

Rione Madonna delle Stuoie

Ogni anno ci ripromettiamo di non celebrare nessuno, macome si fa quando i festeggiati sono comunque personeche hanno militato nel nostro Rione e che, in un certosenso, hanno lasciato un “marchio” nella nostra storia rio-nale?Uno è l’ideatore, insieme a Cristian Melandri, dell’ippo-crasso, la bevanda speziata con cui l’osteria del Mercato diPorta Nuova delizia le gole di tutta Italia. L’altro è il miticoMaestro, sotto la cui egida i tamburini di Stuoie vinsero ilPalio Musici nel 1994 e nel 1996.Come si fa a non fare loro un augurio stampato su cartarossoblu?Omar Malpezzi ha sposato Amanda il 14 settembre scor-so e, a inizio marzo, è nato il loro piccolo Andrea.L’ottimo pianista Denis Zardi è convolato a nozze con la“compagna d’arte” Silvia il 21 luglio 2008.Ad entrambe le neo-famiglie giungano le più sincere felici-tazioni da parte di questa redazione e, ne siamo certi, an-che da molti dei nostri soci e collaboratori. Che la vostrasia una vita serena e piena d’amore e che Madonna delleStuoie possa sempre essere il VOSTRO Rione del cuore!

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SONO “MAGGIORENNE”

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Il 26 febbraio dell’anno incorso è nata ANITA, la ni-potina del nostro carissimoPresidente. Il Rione si con-gratula con tutta la famigliaMarzari e dà un calorosobenvenuto alla piccola!

Mentre la Contesa compie40 anni, io mi trovo a festeg-giare la maggiore età in qua-lità di Presidente del RioneStuoie. 18 anni sono tanti ealcuni penseranno, come sidice in gergo politico, che misia attaccato alla poltrona.Tuttavia, non è la poltrona atenermi tutt’oggi impegnatoin ambiente rossoblu, bensìl’orgoglio che il nostro Rionemi regala, la sua storia, i suoiprogressi, anche i suoi difet-ti. Ho sempre superato ogniostacolo soprattutto grazie atutto lo staff che compone ilRione, in armonia e sinceri-tà. Insieme abbiamo lavora-to per incrementare e raffor-zare l’immagine di Madonnadelle Stuoie sia nel quartiereche nella città, per non par-lare a livello nazionale. Rin-grazio pertanto tutti.Nel prossimo mese di giugnoscade il mio mandato in que-

sto consiglio direttivo. Bi-sognerà eleggere nuovicandidati. Chi si ritiene di-sponibile a qualunque ruo-lo ce lo comunichi.Non è mia abitudine de-cantare ed elogiare quelloche si è fatto, in particola-re in questo ultimo perio-do. Indubbiamente, però,il rione, grazie a tutti i col-laboratori e gli atleti, si èimpegnato anno dopoanno ad incrementare lapropria attività sia sul ver-sante “manifestazioni” chesu quello “agonistico”.Nell’ambito di questa cre-scita è da sottolineare an-che la collaborazione congli abitanti del quartiere edi tutti i soci.Gli obiettivi si sono rag-giunti nell’aver messo in-sieme più idee: inventiva ecooperazione rappresen-tano la forza dei risultati.

Quando si riesce a portare atermine un obiettivo o vin-cere una competizione, sap-piamo benissimo il sacrificioche questo traguardo hacomportato ma la gioia, la fie-rezza e l’entusiasmo ti offro-no la forza di superare il sen-so di fatica e di dolore e lafelicità più piena arriva dallacondivisione dei propri suc-cessi con le persone che tisono accanto. Non semprequesto accade, ma quandocapita la gioia e l’orgogliotrionfano. Ne approfitto perringraziare i nostri tiratoriche, ancora una volta, hannocondiviso la loro portentosavittoria con tutti noi rionali:il 2008 ha infatti suggella-to la loro DECIMA vitto-ria consecutiva nel Paliodella Caveja e la 26ma (su40) nella storia della Con-tesa Estense. Mitici ragaz-zi, siete il nostro orgoglio e ilnostro vanto e non smette-remo mai di ringraziarvi per imomenti di gloria che vivia-mo insieme a voi!Il rione può e deve continua-mente crescere per creareun sistema di riferimento peril futuro di certe tradizioni.Deve offrire ai giovani oppor-

tunità ed esperienze, in quan-to loro rappresentano il do-mani di ogni attività. Ci sonomomenti di crisi, parola oggitristemente attuale, ma noine usciremo bene se tutti in-sieme saremo capaci di riaf-fermare il significato e il va-lore dell’amico, l’impegnodegli atleti, degli operatori edei giovani che sono l’ener-gia del futuro.

Editoriale

di Renzo Marzari(CapoRione)

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Rione Madonna delle Stuoie

Dopo il primo tentativo del 2007 e qualche passo indie-tro nel 2008, si ritorna a percorrere per la ContesaEstense 2009 la strada della ricerca storica e della rie-vocazione filologica.Due competizioni sperimentate ormai da molti anni eda sempre eseguite in tono minore troveranno, final-mente, pieno compimento grazie all’inserimento all’in-terno delle gare che compongono a tutti gli effetti laContesa Estense.

La prima è la Soave Creatura, che da oltre un decen-nio viene organizzata nella serata del 15 maggio, dedi-cata alla Festa del Patrono, Sant’Ilaro. La Soave Creatu-ra è un “concorso di grazia e leggiadria” tra le giovanilughesi, che rievoca la reale tradizione rinascimentale

dei Frati Carmelitani di attribuire una dote per la ragaz-za più meritevole, tra le meno abbienti in età da marito.Per celebrare questo fatto storico, che ben si ricollegaall’epoca della Contesa Estense, è stato ideato questoconcorso, che mira a valutare, tra le giovani lughesi, lapiù aggraziata e artisticamente dotata, in altre parole,grazie al felice accostamento di termini, la “creatura piùsoave”.Importante novità è che ciascun Rione presenta diretta-mente al concorso due ragazze tra i 16 e i 25 anni, resi-denti nel Comune di Lugo, che lo rappresentano e chepossono essere istruite e preparate per la competizio-ne, le cui prove saranno rese note in anticipo proprioper migliorarne l’esecuzione.Altra grande novità è che i risultati sommati delle dueragazze di ciascun Rione porteranno al Rione stesso unpunteggio valido per l’assegnazione del drappo dellaContesa Estense.Il regolamento di valutazione, per rendere più spetta-colare l’evento, prevede la valutazione delle ragazze inbase alle seguenti prove:a) Passeggiata di accesso alla piazza;b) Lettura di un brano della Divina Commedia;c) Scrittura di una parola in gotico;d) Corsa delle Uova (dal 2010 sostituita con il piùstorico Gioco della Lepre).La giuria sarà composta da 4 persone, di cui un compo-nente di commissioni storiche di altre rievocazioni sto-riche, un professore di lettere, il Maestro di Campo eun esperto di calligrafia.Il palio per questa competizione è composto da unospeciale copricapo, fedelmente realizzato sulla base del-l’iconografia estense, che verrà consegnato alla ragazzavincitrice.

La seconda è la valutazione dei Cortei Storici pergli Onori a Borso d’Este, rievocazione del passaggioe della sosta a Lugo del Duca, nel 1471.La rievocazione è organizzata da ormai più di quindicianni, ma l’impegno dei rioni nella predisposizione deicortei e dei costumi e nell’addestramento dei figuranti

Finalmente 2009: Cont

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Il nostro Palio... oggi

di Massimiliano Costa

non è mai stato all’altezza. Attraverso la valutazione deicortei dei Rioni che omaggiano il signor estense si inten-de innanzitutto valorizzare il pregevole lavoro degli ad-detti ai costumi e alle armi e dei maestri di sfilata.Inoltre, anche in questo caso, la vera, importante novitàè che il Corteo Storico vincitore porterà al proprio Rio-ne un punteggio valido per l’assegnazione del drappodella Contesa Estense.Finalità della valutazione è quella di spronare i quattroRioni a rappresentare con la massima fedeltà ed il mas-simo rigore storico possibili la realtà lughese della finedel XV secolo, periodo di massimo splendore della do-minazione estense in città, aumentando nei Rioni l’inte-resse per la qualità e la storicità dei costumi e dei corteie determinando una considerevole elevazione culturalee qualitativa della manifestazione ed una maggiore spet-tacolarità della serata, che si preannuncia assai suggesti-va.Ciascun Rione dovrà presentare: un banditore; un alfie-re recante lo stendardo del Rione; due alabardieri; duetamburini; il consigliere anziano; il saltuario del Borgo;un notaio (notaio delle Frodi per Madonna delle Stuo-ie); due figure liberamente scelte (noi presenteremo duebalestrieri della guardia civica). I cortei saranno guidatidal Maestro di Sfilata e da un aiutante.Ciascun Rione dispone per il proprio ingresso di un tem-po compreso tra 6 e 15 minuti, durante il quale è liberodi organizzare il proprio corteo.I criteri di valutazione sono:- la storicità dei costumi;- il realismo e la cura degli abiti;- il portamento e l’organizzazione del corteo;- la spettacolarità dell’ingresso.La giuria deve essere composta da quattro persone dicui: un esperto di storia medioevale; un componente dicommissioni storiche di altre rievocazioni storiche; uncomponente della commissione storica dell’AERS; unrappresentante del gruppo di studio della Romandiola.Il Palio per questa competizione è composto da un tor-sello di stoffa bianca di 3 metri circa, avvolto su di unpalo a base ottagonale, con relativa impugnatura, e sor-

montato da uno scudo recante lo stemma della casad’Este, fermato con un nastro di seta rossa.Per aumentare ulteriormente la spettacolarità, ciascunrione dovrà, al termine del proprio ingresso, omaggiareil duca con un dono speciale, che sia uno sfarzoso spet-tacolo o un oggetto particolarmente prezioso.

Il maggiore impegno che ci si attende i Rioni garantiran-no in queste due prove, in virtù del loro “peso” per lavittoria finale, permetterà, una volta per tutte, di ele-varne la qualità e di avere altre due serate ben organiz-zate e con spettacoli ottimamente riusciti.Non mancate per nessun motivo alle due serate del 15maggio, con la Soave Creatura, e del 16 maggio, con lavalutazione dei Cortei Storici. Venite a godervi questidue spettacoli organizzati in una nuova veste e venite asostenere il vostro Rione!!!

ontesa su tutti i fronti

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Una squadra, due realta’

SAIANI M. & VASTARELLA D.

Rione Madonna delle Stuoie

Cari lettori, mi presento: mi chiamo Ilaria,ho 23 anni e suono il tamburo per il gruppoMusici del Rione Madonna delle Stuoie.Quello che sta per cominciare sarà il quar-to Palio a cui partecipo, infatti sono tornataa suonare dopo due interminabili anni di si-lenzio ed i cambiamenti che ho riscontratonel rione sono tali da dover essere elogiati.Delle 15 persone con cui suonavo due annifa ne sono rimaste soltanto tre. Molti si sonoritirati, alcuni hanno addirittura cambiatorione ma, nonostante ciò, sono rimasta sba-lordita nel constatare quanto l’attuale grup-po tamburini sia unito e coeso .Fino all’anno scorso, soprattutto a causa diantichi dissapori, vigeva un clima di assolu-ta tensione. Tutto ciò, ovviamente, andavaad incidere sulla preparazione degli atleti alpalio ed inclinava sempre di più i rapportiche c’erano fra il consiglio direttivo del rio-ne ed il gruppo musici stesso. Alla base diquesti dissapori c’era, a mio parere, la to-tale mancanza di rispetto, coerenza e sta-bilità e, anno dopo anno, la situazione nonfaceva altro che peggiorare.Siamo noi con la nostra passione che man-teniamo viva la tradizione del Palio. Inveceper me partecipare agli allenamenti e allegare era diventato un impegno, quasi un sa-crificio, tanto che decisi di abbandonare, sepur a malincuore, il rione. Quest’anno,però, qualcosa è cambiato. Innanzitutto ilgruppo tamburini si è quasi completamen-

di Ilaria Capra

te rinnovato ed i suoi attuali componentisono tutti giovanissimi (basti pensare chesono io l’anziana del gruppo!) e con il lorotalento, ma soprattutto con il loro impegno,mi emozionano sempre più ad ogni allena-mento. Converrete che, dopotutto, ciò chefa grande il NOSTRO rione è la FEDE che cia-scuno mette in quello che fa (tanto o pocoche sia). Il gruppo dei tamburini ha finalmen-te ritrovato la grinta grazie ad una ragazza:Daniela Bosi. Vorrei presentarvela comel’ho conosciuta io.Ricordo bene la prima sera che l’ho incon-

trata. Rimasi stupita (lo am-metto) perché, nonostanteabitasse nel portone accan-to a quello della sede riona-le, non sapeva nulla riguar-do la Contesa Estense, amalapena conosceva ilnome degli altri tre rioni, maera una ragazza umile, volenterosa e, soprat-tutto, un’eccellente musicista. In breve tem-po scoprì che anche dentro di lei ardeva unfuoco rossoblu che l’avrebbe spinta a lotta-re per quel mondo che aveva capito subitodi amare. Ovviamente non sono stata la solaad accorgermi di queste sue doti, tanto cheil consiglio direttivo del nostro rione ha de-ciso di affidare proprio a lei (una ragazza gio-vanissima, di soli 17 anni) il difficile compitodi risollevare le sorti del gruppo dei tambu-rini di Stuoie. Così è stato. Con fermezza edecisione ha sacrificato tutto il proprio tem-po libero ed è riuscita nell’intento. Que-st’anno, quindi, non solo ci presentiamo inpiazza come un gruppo competitivo e moti-vato ma, grazie a lei, non siamo solo 15 ra-gazzi che suonano assieme, bensì tanti amiciche condividono un’unica passione.Se non ci credete venite a vederci e a soste-nerci Sabato 9 Maggio tra le logge del Pava-glione: ci troverete pronti a lottare per lavittoria del nostro amato Rione Madonnadelle Stuoie!

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Sede: Piazza Baracca, 24 - LUGO (Ravenna)Tel. 0545 39950 - Fax 0545 39821

Il nostro Palio... oggi

SALVE, RIONALI E NO-STRI TIFOSISSIMI!Sono Daniela, la nuova capo-tamburina del Rione Madonna

delle Stuoie. Milito nel rione da 3 anni enon ho mai avuto il piacere di suonare ognianno con gli stessi compagni di squadra.Abbiamo avuto molti problemi, ma nonmolliamo perché il rione per noi è più diun hobby, è una passione! Il rione è un grup-po, una squadra solida e volenterosa. Il rio-ne è pizza, coca e torta al cioccolato. Il rio-ne è amicizie, divertimento e complicità. Ilrione è allegria, nervosismo e gioia. Il rionepuò fare provare sensazioni incomprensi-bili per chi non ne fa parte. Il rione è impe-gno, l’impegno che tutti noi ci mettiamoad ogni allenamento e ad ogni incontro.Quest’anno siamo in tanti e praticamentetutti nuovi. Vorrei partire con i ringrazia-menti da Rolando, Rollo per gli amici, col-labora con me per l’organizzazione deitamburi e grazie a lui abbiamo tutti i tam-buri accordati e sistemati per il palio. Ilnostro maestro, Nicola, ci ha salvato dauno stato di s.o.s., insegnandoci un branolibero importante e articolato per noi, edè l’unico che riesce ad azzittire i due An-drea! Lo ringrazio per la sua presenza e lasua scelta di volere suonare con noi anchese è pieno di impegni. Francesca e Mari-lena sono le “vecchie” del gruppo, da pre-miare per la loro presenza, sempre atten-te e pronte ad apprendere le nuove partidel brano libero. Sara è sempre disponi-

I RAGAZZI DEL GRUPPO MUSICI:L’ENERGIA DEL RIONE MADONNADELLE STUOIE

bile per le uscite ed è la prima ad “imbrac-ciare” il tamburo nei nostri allenamenti! Igemellini, Marco e Matteo, sono moltobravi, hanno tanta voglia di fare e sono pienidi entusiasmo. Andrea Zenico è bravo edentusiasta ma ha un po’ di problemi nellostare zitto! Lui e i gemellini sono in ballot-tagio per diventare i nuovi rullanti del rio-ne. Enrico, Enry per noi, è da 1 anno nelrione e per la sua bravura è diventato su-bito rullante. Andrea Petralia, sopranno-minato dall’intero gruppo “LA PESTE”, èl’animo casinista e burlone della squadra,ma che alla fine riesce sempre nell’impre-sa! La nostra piccola Silvietta è la bimbadell’intero gruppo ed è da premiare la vo-glia di fare che dimostra, nonostante il tam-buro sia più pesante di lei. Samantha èuna della ultime new entry dei tamburini,sempre presente e con l’animo ribelle, haimparato a suonare in pochissimo tempoed è molto brava. Ho tenuto per ultima la”vecchietta” del gruppo tornata dopo unpaio d’anni di pausa, Ilaria l’esperta e ladisponibile: grazie a lei possiamo suonare ivecchi ritmi senza problemi.Ogni ragazzo del gruppo è importantissi-mo per la buona riuscita dell’esibizione inpiazza del brano libero che, lo sento dalpiù profondo, sarà un successone!!! Per-sonalmente ringrazio tutte le persone checi sostengono, ne abbiamo bisogno inmodo che il nostro entusiasmo non possafinire mai. Ringrazio il presidente del rio-ne, Renzo Marzari, disponibile per ogni

evenienza. Giusi e Angela, la mitica Gigina,Elda, Adriano, Fabietto, Max e, ovviamen-te, le nostre chiarine Alice, Mirko e Ste-fania che non mollano mai e senza cui nonpotremmo mai stare! Spero che il gruppoche abbiamo formato quest’anno duri ne-gli anni e che si faccia valere nel confrontocon gli altri rioni. La nostra squadra è apertaad ogni persona che sia interessata ad unirsia noi e a divertirsi facendo parte del fanta-stico Rione Madonna delle Stuoie! E ricor-date tutti: ROSSO-BLU PER SEMPRE NELCUORE!!!Grazie mille per ogni meraviglioso momen-to che mi regalate.La vostra fedelissima Daniela Bosi.

Domenica 10 maggio 2009ore 11.00

BENEDIZIONE DEGLI ATLETIpresso la

Chiesa di Madonna delle Stuoie.

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LO CHEF DEGLI EST

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Rione Madonna delle Stuoie

Esistono molti volumi sulla vita quotidiana nel Basso Medioe-vo e nel primo Rinascimento, che ne disegnano i tratti perl’Europa in generale, per l’Italia o per alcune delle capitali diquelle epoche; da essi è possibile trarre generiche notizie sullagastronomia comitale o popolare dell’epoca.Più precise e interessanti informazioni sulla cucina della Ro-mandiola possono essere tratte dal volume “Banchetti, com-posizioni di vivande e apparecchio generale” di CristoforoMessisbugo, cuoco degli Estensi agli inizi del ‘500. Molte del-le ricette che egli descrive nel suo volume sono facilmentericonducibili a piatti ancor oggi tipici della nostra cucina; alcu-ne sono addirittura esplicitamente indicate come appartenentialla tradizione romagnola dall’autore stesso.La cucina romagnola è da noi tutti conosciuta e apprezzata,ma non molti pensano al fatto che la nostra gastronomia at-tuale, pur discendendo da radici antiche e profonde, ha subi-to drastiche modifiche negli ultimi secoli, sia per la maggiorediffusione del benessere, sia per l’arrivo dei prodotti prove-nienti dalle Americhe.Si pensi ad una cucina senza pomodori, peperoni, zucchine,patate, fagioli (borlotti, cannellini, bianchi sono tutti di origi-ne americana e appartengono al genere Phaseolus), zucche(solo quelle del genere Legenaria sono di origine euroasiati-ca, ma oggi non si usano quasi più), granoturco, cioccolata!Cosa ci rimane…?Eppure, anche in assenza di questi ingredienti che, al giornod’oggi, rientrano praticamente in tutte le preparazioni, fiori-va allora una ricchissima gastronomia presso le corti bassomedioevali e rinascimentali. Certo, assai diverso era il descodel popolo!Ancora nella seconda metà del XV secolo, prima e immedia-tamente dopo la scoperta dell’America, le verdure comune-mente utilizzate erano tutte le varietà di insalata, cicoria eradicchio, bieta, cipolle, aglio, carote, cavoli di vario tipo,melanzane (di origine asiatica e già introdotte), fave, fagiolinidall’occhio (appartenenti al genere europeo Vigna), ceci, pi-selli e, in grande quantità, rape.I frutti prevalentemente coltivati erano mele, pere, ciliegie,prugne, fichi, uva; le pesche e le albicocche, pur di origineasiatica e già, in parte, in uso, non erano coltivate diffusamen-te come oggi.Tra gli animali da cortile mancavano (anch’essi sono america-ni) il tacchino e l’anatra muta, ma erano diffuse specie oggiormai scarsamente (o per nulla) utilizzate, come l’oca e ilpavone.Il volume di Cristoforo Messisbugo racconta di molte ricetteda cui è evidente lo sviluppo di alcune celebri preparazioniculinarie attuali romagnole.I tortelli ripieni, di formaggio o di carne, fritti o bolliti e condi-ti con burro e formaggio grattugiato (ma anche con zuccheroe cannella) sono chiaramente gli antenati delle tante pasteripiene padane, tra cui i “nostri” cappelletti e tortelloni.

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ESTENSI INSEGNA

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Il nostro Palio... oggi

di Massimiliano Costa

Il modo di cucinare i volatili arrosto ha molte similitudini conpreparazioni storiche ed attuali della Romagna, come il cap-pone ripieno alla Manfreda, il pollo alla cacciatora (per la cuipreparazione, che chiama fricassea, Messisbugo utilizza learance al posto dei pomodori ancora sconosciuti) o l’anatraarrosto all’uso di Romagna.Gli spinagi in sapore sono quasi uguali agli spinaci all’uso diRomagna di un altro grande della cucina nostrana, il celebrePellegrino Artusi.Le lasagnole sono le antenate delle lasagne al forno, le frittel-le grasse sono assai simili al fegato con la rete, le verze dimagro che noi oggi abbiamo “ingrassato” con la salsiccia, ilbrodetto di pesce è preparato come l’attuale brodetto del-l’Adriatico, i ceci infranti con codeghe sono precursori dellazuppa di fagioli, i pani di latte e zucchero sono gli antenatidella nostra ciambella romagnola (e di molti altri dolci similidel nord Italia).

Infine, una ricetta porta il nome di torta d’erbe alla roma-gnuola, ed è una sorta di torta salata ripiena di formaggiomorbido e bieta, ma è stata completamente dimenticata dal-le nostre consuetudini gastronomiche, anche se potrebbeessere avvicinata ai crescioni alle verdure.Quella descritta da Messisbugo era la cucina dei più ricchi.L’opulenza dei piatti si misurava in base alla quantità di speziee zucchero di cui erano ricoperti.Cannella, pepe e zucchero erano sparsi ovunque, anche suipiatti che oggi consideriamo tradizionalmente salati.La rarità ed il costo elevato di spezie e zucchero ne avevanofatto prodotti esclusivi e da questo deriva l’abitudine dellefamiglie più ricche di arricchire le pietanze con questi ingre-dienti, soprattutto durante i banchetti in onore di ospiti, inmodo da ostentare le proprie possibilità economiche.Inoltre, era chiaro segno di ricchezza la disponibilità di carnesulla propria mensa.Durante l’inverno si macellavano un gran numero di bestie esi salavano. Pochi potevano permettersi la carne consumatasotto sale; per lo più era carne di maiale, di agnello o di pollo.I ricchi potevano contare anche sulle riserve di caccia.La cucina delle classi più povere era tutt’altra cosa.Oltre allo zucchero, anche il sale era un lusso, tanto che vierano “banchi del sale” in cui il prezioso prodotto, così im-portante in un’epoca senza frigoriferi anche per conservare icibi, era venduto e scambiato come fosse oro.I poveri mangiavano prevalentemente cereali, talvolta grano,più spesso segale e orzo che consumavano sotto forma dipane, zuppe o minestre, di farinata, che era una specie dipolenta.C’erano poi ortaggi e legumi (lattughe ,rape, cipolle, zucche,cavoli) e uova.Soltanto in rarissime occasioni, poche volte all’anno, si pote-vano concedere un po’ di carne, di pollo, anatra o oca.

HOSTERIA DEI MERCANTI

AntipastiBruschetta aglio e olio

Bruschetta con prosciuttoCipolla ripiena di salsiccia e funghi

Torta romagnola(torta di pasta sfoglia ripiena di ricotta ed erbe)*

Primi piattiRisotto di farro con speck e scamorzaTortelloni di ricotta con burro e salvia*

Minestra di ceci infranti con le codeghe*

Secondi piattiCostolette di maiale con pancetta

Porchetta di Zanino BarbieriFricassea di pollo agli agrumi

(spezzatino di pollo con salsa di limone e arancia)*

ContorniRadicchio e bruciatiniCarabazada di Cipolle

(cipolline saltate con mandorle e aceto)*

DolciBrazzadella con la Mostarda

Biscottini al profumo di Menta con un bicchierino diIppocrasso

Riso alla Turchesca(riso cotto nel latte con zucchero e uvetta)*

Frittelle di Mele, Uvetta e Pignuoli*

Per la merenda...Bruschetta aglio e olio

Bruschetta con prosciuttoPiadina

Piadina con prosciutto crudoPiadina con salame

Piadina con formaggioPatatine fritte

Il Rione Madonna delle Stuoie, durante le gior-nate dal 13 al 17 maggio della Contesa Estense2009, sarà lieta di proporre, all’interno dell’anti-ca Hosteria dei Mercanti, alcune specialità “con-sigliate” dallo Chef degli Estensi. Qui di seguitolo sfizioso menù che proporremo. Le ricettemutuate da Cristoforo da Messisbugo sono quellesegnalate con l’asterisco*.Buon appetito a tutti.

Ritrattodi Cristoforo

da Messisbugo

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Rione Madonna delle Stuoie

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di Annalisa Andruccioli

I FANTASISTI DELLA CAVEJA

L’edizione Rossoblu di quest’anno è un po’ particolare perchévuole celebrare i 40 anni di Contesa Estense affidandosi ai ri-cordi personali, alla memoria collettiva, alle tradizioni popolarie ai testi storici.Tuttavia, lo fa nella maniera allegra e spensierata con cui da sem-pre, siamo convinti, si è caratterizzata, senza però perdere divista le cose importanti, come l’umore dei nostri atleti a ridossodel Palio 2009, o attuali, come l’avvento di Facebook.Il Rione vive la propria gloria senza mai chiudersi in se stesso.Osserva il passato, il presente e il futuro con occhio vigile eattento. Si guarda avanti e intorno con concentrazione e sensi-bilità, imparando dai propri errori, reinventandosi e mai arren-dendosi e, laddove trova un terreno fertile e amichevole, mettein mostra le sue doti migliori.

L’edizione Rossoblu2009 è particolare anche perché indissolu-bilmente associata al numero 10.

10 sono le edizioni (compresa questa) di cui chi scrive ha per-sonalmente curato la redazione. Era infatti il 2000 quando quel-lo che fino ad allora veniva semplicemente chiamato “giornali-no” è diventato una rivista vera e propria, arricchendosi di pagi-ne, contenuti, foto, grafica a colori. È stato ed è tuttora per meun onore occuparmi di queste pagine, ma ringrazio ovviamentetutti gli amici e collaboratori senza i quali nulla di tutto ciò cheabbiamo ottenuto si sarebbe mai realizzato.

10 sono le barbe che Fabietto si è lasciato scaramanticamentecrescere per un mese, prima di ogni Palio, dal 1999 ad oggi, e10 sono le magliette che ha preparato, indossato e svelato agliavversari per ogni Palio della Caveja assegnato a Stuoie.

10, infine, sono appunto le Caveje conquistate dai nostri miticitiratori nell’ultimo decennio di Contesa Estense. Una serie con-secutiva di vittorie degna del migliore dei goleador. In fondo, il10 è il numero che, nel calcio, viene assegnato al regista delgioco, a colui che conduce la palla fino in porta, a colui cherealizza più gol ma che non dimentica mai il gioco di squadra.Il team di Stuoie, capeggiato dal zarladòr Gigi Barlotti, è l’incon-trastato unico splendido fantasista del Palio della Caveja!

Grazie, Ragazzi!Il “lancio” della nostra copertina e lo sguardo di Luca che, incu-rante della pioggia, assiste all’ultima tirata prima di esplodere digioia per la vostra ennesima vittoria sono dedicati esclusivamentea voi, PER IL SOGNO INFINITO CHE CI PERMETTETE DI VIVERE!

Non ci stupisce che gli occhi del nostro sbandieratore sianodiretti verso l’alto… Edward Young diceva che Fabbrica trop-po in basso chi fabbrica al di sotto delle stelle!

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Figli d’Arte

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La zeczent l’è sempar la zeczentdi Smiccino Premesso che scrivere non è la mia passio-

ne, sembra proprio che quest’anno tocchi ame (non certo su mia richiesta…).Comunque “Smiccia”, mio babbo, ha inizia-to a tirare la fune nel 1970 e per undici annilo ha fatto senza di me. Dal 1981 in poi, in-vece, credo di essere mancato a ben pochiallenamenti (a meno che non fossi in puni-zione): trascorrevo tutte le sere con i ragaz-zi del tiro alla fune nel mio capanno, tra lapolvere e i mezzi agricoli, correndo e gio-cando su quei pioli che spesso mi facevanocadere e, ovviamente, sgridare (quando miandava bene) da mio padre. Però… era piùforte di me: non resistevo lontano da queiragazzi, dovevo vedere, tastare con mano,mentre SOGNAVO DI POTER STARE IN CORDA CON

LORO MA, SOPRATTUTTO, CON LUI.Quello che all’inizio era un gioco ha assuntodimensioni più serie e impegnate da quan-do, a 13 anni, ho iniziato i primi veri allena-menti con il gruppo tiratori. A 16 anni ecco-mi in quell’arena, che fa salire il cuore in gola,

dove la tensione ti distrugge, a lottare con quella squadra che per tanti anni ho solo potuto ammirare e incitare. Poter tirare in corda con miobabbo è stata un’emozione unica. Adesso, con dispiacere, l’ho mandato in pensione, ma secondo me ne ha ancora della “banana”!Anche quest’anno abbiamo svolto intense giornate di allenamento, con l’impegno e la forza che da sempre ci contraddistinguono, nonostan-te la fatica sia inevitabile. Voglio perciò ringraziare tutti i miei compagni di avventura, che con tanta grinta e passione non sono mai mancatiagli allenamenti, nonostante ciascuno abbia numerosi impegni al di là del tiro alla fune. I nomi restano top-secret, ma un plauso particolareva al nostro fondamentale e insostituibile staff tecnico, che è meglio del Milan-lab: Gigi (zarlador), Smiccia (preparatore atletico), Zenico(nostra mascotte, sempre presente e pronto ad alzare lo spirito della squadra). Il 17 Maggio è oramai alle porte e noi tenteremo di “rubare”(visto che i malevoli sostengono che lo rubiamo…) l’XI Palio consecutivo della Caveja.Grazie a tutti!P.S.: chiunque abbia voglia di cimentarsi nel tiro alla fune, la corda è sempre la stessa: non scotta, non morde, non si rompe. È solo unaquestione di impegno, passione, fatica, sudore e tanto cuore.

di Katia Barlotti24 Aprile 1978. Questa data è entrata nel cuore della mia famiglia perché, mentre mia mamma era all’ospedale a dare alla luce il miofratellino, mio babbo era in piazza a Lugo a disputare la sua prima Caveja. Ricordo poco di quel periodo, ma vi posso assicurare che i colorirossoblu sono entrati nella nostra vita proprio quel giorno!Mio babbo è stato sempre un uomo di poche parole, preferisce FARE piuttosto che dialogare e, quando mi è stato chiesto di fargli un’inter-vista, non immaginate la sua risposta iniziale...Tutti conoscono l’amore e la stima che prova verso i “suoi ragazzi” (tiratori nuovi o vecchi che siano) e la passione che mette nel fare lozarladòr. UNO ZARLADOR VINCENTE, tra l’altro, non certo come gli altri.Ma forse non tutti sanno che un tempo anche Gigi (questo il nome di mio babbo) era un tiratore e stava in corda con estrema grinta.Adesso, Gigi, raccontaci un po’ di come vivevi il Palio e di come invece lo vivi oggi: “Ho preso sempre molto seriamente il ruolo di tiratore prima e zarladòr dopo. Quando ho iniziato col mio Rione eravamo tutti amici egiovani, lo spirito era giocoso ma c’era tanta grinta e tanta voglia di vincere. Eppure non eravamo mai litigiosi e offensivi verso gli altri rioni,eravamo gruppi di amici e a fine gara si festeggiava tutti assieme. Ora sono uno zarladòr che vuole andare in pensione perché troppe cosenon sono più come un tempo. Non esiste più il lato spensierato, sportivo e di tolleranza che piace a me. Adesso si litiga troppo e in generalec’è poco rispetto per la gara della Caveja”.

24 Aprile 1978

Ciò nonostante, se nel Palio della Caveja ilRione Madonna delle Stuoie continua, comecita il titolo di copertina, a stare “in vetta alsogno da un decennio”, di certo una buo-na parte di merito va al nostro zarladòr, miopadre.Ringrazio chi mi ha dato la possibilità di scri-vere su questo fantastico giornalino qualcheparola su mio babbo. L’UOMO PIÙ IMPORTAN-TE DELLA MIA VITA. Attraverso queste righevoglio ricordargli che gli voglio un bene infi-nito e che sono immensamente orgogliosadi lui.Grazie, GIGI, per tutte le emozioni che hairegalato al nostro Rione.Grazie, BABBO, perché sei e sarai sem-pre il mio campione…rossoblu!

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Rione Madonna delle Stuoie

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Nel Quindicesimo secolo Lugo era costituita da tre Borghiche si dipartivano dal Castello: il Borgo de’ Brozzi verso occi-dente, il Borgo Codalunga verso oriente, il Borgo del Limiteverso meridione. Un quarto Borgo, la Strada di Cento, taglia-va perpendicolarmente il Borgo del Limite nel suo tratto ter-minale.Un ultimo Borgo, detto Poligaro, si sviluppava attorno al Con-vento dei Frati Francescani, nel terreno dell’omonimo fondo,fra i Borghi del Limite e Codalunga, di cui amministrativa-mente faceva parte.La zona fra i Borghi de’ Brozzi e Cento era invece occupata

Ispirandosialla Lugodel XV secolodi Massimiliano Costa

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Contesa Estense 2009

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dagli orti, interni alle fosse circondariali e alle ripe, che pro-prio alla fine del ‘400 furono in gran parte acquisiti dai FratiDomenicani.La Città non era protetta da vere mura, ma da un sistema difosse e terrapieni, solo in parte integrati da manufatti in mu-ratura. C’erano, comunque, quattro Porte con relativo pon-te, che permettevano il passaggio attraverso le ripe e sopra ifossati. Era severamente proibito entrare in Lugo senza ser-virsi di una delle Porte, pena l’amputazione di un piede.La Porta di Brozzi sorgeva al termine dell’omonimo Borgo, laPorta della Madonnina in fondo a via Codalunga, Porta SanCarlo chiudeva il lato orientale della strada di Cento, infinePorta Nuova si ergeva sul lato est della rocca ed era apertaverso settentrione.Ai piedi della Porta Nuova si estendeva la grande Piazza dellaFiera, che arrivava sin davanti alla Rocca. In questa piazza siteneva settimanalmente, nel giorno di Mercoledì, giorno inti-tolato a Mercurio e quindi sacro ai mercanti, il fiorente e fa-moso mercato di Lugo. Il Castello di Lugo, la Rocca, era statorecentemente ristrutturato ad opera di Lionello d’Este e con-stava di quattro torri rinforzate, fra cui in modo particolare ilMastio di Uguccione della Faggiola a nordovest, collegate daspesse mura, in cui erano ricavati gli alloggi, che delimitavanoun vasto cortile interno.Davanti al Castello c’ era una grande piazza, detta Prato dellaRocca, anch’essa protetta da mura, con quattro aperture versoi tre Borghi principali e verso l’esterno, a settentrione, nellacosiddetta Porta del Soccorso.Le mura del castello erano rinforzate da tredici fra torri ebastioni. All’interno delle mura si affacciavano sul Prato dellaRocca gli edifici della Cittadella, in parte ricostruiti dopo la

distruzione avvenuta ad opera dei faentini nel 1218. La Citta-della era un piccolo borgo fortificato che sorgeva attorno allagrande piazza detta Prato della Rocca, nel sito dove attual-mente si trovano piazza dei Martiri, parte del Pavaglione, lar-go della Repubblica, parte di piazza Baracca. Il vasto spazio alcentro della Cittadella non era una piazza paragonabile a quel-le attuali, ma un vasto spazio, ricoperto d’erba e solcato daun reticolo di canali che ne scolavano le acque, che venivautilizzato per varie finalità, tra cui probabilmente tornei, fe-ste di piazza, mercati e fiere, esecuzioni di pene, anche que-ste ultime considerate, nel Medioevo e nel Rinascimento, allastregua di spettacoli popolari. La Cittadella fu demolita nel1570 dal duca Alfonso II d’Este e, già nel 1584, venne realiz-zata la prima loggia di quello che sarebbe poi divenuto il Pa-vaglione.Nel territorio di Lugo vi erano numerosi conventi ed oratori,esterni alle fosse, come l’Oratorio di San Giorgio, la Chiesadi Sant’Ilaro con annesso il Convento dei Carmelitani in fon-do stiliano, l’Oratorio di Croce Coperta, ed interni alla Città,come il Convento delle suore di Santa Caterina lungo il Bor-go Codalunga e il Convento dei frati Francescani in fondoPoligaro. Inoltre c’erano due Chiese parrocchiali, liberate dallagiurisdizione della Chiesa di Barbiano nel 1455 da Borsod’Este, per placare le diatribe fra la Città di Lugo e l’ormaidistrutto Castello di Barbiano. Le due parrocchiali erano laChiesa di San Giacomo, nel Borgo de’ Brozzi, e la Chiesa diSanta Maria del Limite nel Borgo omonimo.La Contesa Estense si propone di raccontare, negli ultimi annipiù che mai, proprio le atmosfere di quel periodo, allestendomanifestazioni e spettacoli medievali nel Prato della Rocca eonorando il patrono di Lugo, Sant’Ilaro (N.d.R.)

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Gli esordi del Palio

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PALIO DEGLI SBANDIERATORI1978 – Rione Madonna delle Stuoie1979 – Rione de’ Brozzi1980 – Contrada del Ghetto1981 – Rione Cento1982 – Rione Cento1983 – Rione Cento1984 – Rione Cento1985 – Rione de’ Brozzi1986 – Rione Cento1987 – Rione Cento1988 – Rione Cento1989 – Rione Cento1990 – Rione Cento1991 – Rione Cento1992 – Contrada del Ghetto1993 – Rione de’ Brozzi1994 – Rione Cento1995 – Rione Cento1996 – Contrada del Ghetto1997 – Rione Cento1998 – Contrada del Ghetto1999 – Contrada del Ghetto2000 – Rione Cento2001 – Contrada del Ghetto2002 – Contrada del Ghetto2003 – Rione de’ Brozzi2004 – Rione de’ Brozzi2005 – Rione de’ Brozzi2006 – Rione de’ Brozzi2007 – Rione Cento2008 – Rione Cento

PALIO DEI MUSICI1980 – Contrada del Ghetto1981 – Contrada del Ghetto1982 – Rione Cento1983 – Rione Madonna delle Stuoie1984 – Rione Cento1985 – Rione de’ Brozzi1986 – Rione de’ Brozzi1987 – Rione Cento1988 – Rione de’ Brozzi1989 – Contrada del Ghetto1990 – Contrada del Ghetto1991 – Rione Cento1992 – Rione Cento1993 – Rione Cento1994 – Rione Madonna delle Stuoie1995 – Rione de’ Brozzi1996 – Rione Madonna delle Stuoie1997 – Rione Cento1998 – Rione Cento1999 – Rione Cento2000 – Rione Cento2001 – Rione Cento2002 – Rione de’ Brozzi2003 – Rione de’ Brozzi2004 – Rione de’ Brozzi2005 - Rione de’ Brozzi2006 - Rione de’ Brozzi2007 – Rione Cento2008 – Rione Cento

PALIO DELLA CAVEJA1969 – Contrada del Ghetto1970 – Rione Madonna delle Stuoie1971 – Rione Cento1972 – Rione de’ Brozzi1973 – Rione Madonna delle Stuoie1974 – Rione Cento1975 – Rione Madonna delle Stuoie1976 – Rione Cento1977 – Contrada del Ghetto1978 – Rione Madonna delle Stuoie1979 – Contrada del Ghetto1980 – Rione Madonna delle Stuoie1981 – Rione Madonna delle Stuoie1982 – Rione Madonna delle Stuoie1983 – non assegnato1984 – Rione Madonna delle Stuoie1985 – Rione Madonna delle Stuoie1986 – Rione de’ Brozzi1987 – Rione Madonna delle Stuoie1988 – Rione Madonna delle Stuoie1989 – Rione Madonna delle Stuoie1990 – Rione Madonna delle Stuoie1991 – Contrada del Ghetto1992 – Rione Madonna delle Stuoie1993 - Contrada del Ghetto1994 – Rione Madonna delle Stuoie1995 – Contrada del Ghetto1996 – Contrada del Ghetto1997 – Rione Madonna delle Stuoie1998 – Contrada del Ghetto1999 – Rione Madonna delle Stuoie2000 – Rione Madonna delle Stuoie2001 – Rione Madonna delle Stuoie2002 – Rione Madonna delle Stuoie2003 – Rione Madonna delle Stuoie2004 – Rione Madonna delle Stuoie2005 – Rione Madonna delle Stuoie2006 – Rione Madonna delle Stuoie2007 – Rione Madonna delle Stuoie2008 – Rione Madonna delle Stuoie

PALIO DI S. FRANCESCO,ora CONTESA ESTENSE1996 – Contrada del Ghetto1997 – Rione Cento1998 – Contrada del Ghetto1999 – Rione Cento2000 – Rione Cento2001 – Contrada del Ghetto2002 – Rione de’ Brozzi2003 – Rione de’ Brozzi2004 – Rione de’ Brozzi2005 - Rione de’ Brozzi2006 - Rione de’ Brozzi2007 - Rione Cento2008 - Rione Cento

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Gli Esordi del Palio

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IL CANTASTORIE

Continua anche quest’anno l’angolo del cantastorie, dedicato ai racconti e agli aned-doti raccolti dalla tradizione popolare romagnola. Le storielle di quest’anno, indialetto e molto ironiche, sono dedicate alle sarte del nostro Rione, grazie allequali possiamo sfilare in piazza con un corteo storico di pregiate fattezze, e a tuttii soci rionali, amanti della buona cucina e della convivialità a tavola. Buoni sorrisi atutti voi J

Lo scherzo della stoffa bagnata(In Alto Savio)Un pavlett porta due metri di stoffa in sartoria, per un abito estivo. Il sarto dice cheglielo farà presto, ma che prima dovrà bagnare la stoffa.Passa una settimana e il campagnolo, impaziente, torna a vedere se il vestito èpronto per la prova.”Oh, propie vuj!- gli dice il sarto appena lo vede -El sapit? Lavostra stoffa la v’s’è ‘rtirata!”.“Tutta?”.“Tutta”.“Mo propie tutta, tutta?”.“Tutta, tutta. E l’eva missa giù int la catinella e dopo a’m po’…e vagh a vdè…uggn’erapiù gnent: l’acqua e basta”.E adess? Con chi em l’ho da pià? Dicitmele vuj”.“Piatvela col bottegai ch’u v’l’ha venduta!”.L’interessato se ne va allora dal negoziante e gli domanda a bruciapelo:“Ma la stoffa ch’è m’it vendut la s’artira ecsì tant?”.“Eh, la s’artira, la s’artira!”.“Per daj un scandarie, quant u s’n’artirarà?”.“Donca …tra quella ch’e ho qui e quella ch’e ho vendut, a bagnalla tutta, us’ n’arti-rareb duj metre bon” (la stoffa, bagnata, di un torsello potrebbe accorciarsi di duemetri abbondanti).“Ch’ u te vniss un colp!- impreca costernato quel povero pavlett - Alora u m’ètocat propie el pess ch’u s’eva d’artirà”.

Al dò brasulSintì ste fat par quand ch’a n’savi c’sa dì.U l’cuntèva spësi vôlt mi zëi Tugnen,l’à d’la filosofëja, a v’n’adarì,fòrsi ‘d piò ch’n’è savè ‘d lètar e ‘d laten.

A Lugh du bon amigh, ch’ j èra pu partì,Cun la su bröza, da torn a Lungastren,vers mezdè i s’butè dentr int ‘n’ustarìcun ‘na sghèsa da ‘vdè fena i lumen.

I urdnè do braþul e on u s’aviè.I n’purtè öna, pôch piò d’na pavaranzaE un’êtra ch’l’èra come’ cul d’na stagnê.

L’amigh e’ turnè:”Veh…ach brota faza!”.E cl’êtar:”...Te indò arèsat ciapê?”“...Int la znina lo!”, “...Beh ...At l’ò pu lasa!”.

TRADUZIONE: Le due braciole. Sentite questa per quando non sapete cosadire./ La raccontava spesso mio zio Antonio, /ha molta filosofia, ve ne accorgere-te,/ più di quanto se ne sappia studiando lettere e latino./ A Lugo due buoni amici,che se n’erano partiti,/ col barroccio, dai paraggi di Longastrino,/ s’infilarono final-mente in un’osteria/ con una fame da veder le stelle a mezzogiorno./ Ordinaronodue braciole poi uno si assentò./ Né portarono una che era poco più di una vongo-letta/ e un’altra grande come il fondo d’ un paiolo./ L’amico tornò e disse: “Veh!…chebrutta faccia!”/ E l’altro:”…Tu quale avresti preso?”/ ”…La piccola certo!”. “…Beh…Te l’ho pur lasciata!”.

A cura di Amaranta Pedrettidi Stefano Staffa

Sembraieri1969-2009: quarant’anni di vita e distoria. Questa l’esistenza del Paliolughese e del Rione Madonna delleStuoie. E sembra ieri!Sembra ieri che il Rag. Antonio Ta-glioni (Nino, per gli amici) insieme aMario Minardi, presidente della Pro-Loco, al Rag. Paolo Maccolini, all’Ing.Carnevali e al prof. Roccati pensa-rono di creare un palio tutto lughe-se, in supporto alla Sagra di San Fran-ceschino, per vivacizzare la piazza.La gara fu definita Palio della Cavejae consisteva in un tiro alla fune in-crociato, fra quattro squadre: dove-va rispolverare una antica competi-zione, in voga in epoca estense, ba-sata sulla forza muscolare degli atle-ti.Sopra un tavolo posto al centro del-la piazza si decise di porre una pe-sante ruota di carro agricolo (il plau-strum degli antichi romani), adagia-ta orizzontalmente sul mozzo. Alsuo centro venne poi fissato un ca-vicchio di ferro (lo statoio o “caveja”,usato dai contadini per assicurare iltraino del carro al giogo, retto daibuoi; spesso la caveja recava dei fregio stemmi del proprietario e avevainoltre degli anelli che, nell’incede-re dei buoi, sbattevano fra di loro,emettendo un caratteristico suono).Dalla ruota adagiata sul tavolo si fe-cero partire poi quattro robusti ca-napi di uguale lunghezza, in direzio-ni diverse, ai quali si attaccavano (o,meglio, vi si attanagliavano!) sei ro-busti giovani per ogni rappresentan-za rionale. C’erano Brozzi, Cento,Ghetto e … Eh già! E il quarto? Sic-come a Lugo non esisteva un vero e

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Il nostro Palio... ieri

lato” che, un po’ per le origini campa-gnole, un po’ per la giovane età, gli era-no stati ingiustamente attributi.Nel 1990 il Massaro o Presidente, An-tonio Taglioni, si ritira, e al suo postosubentra Renzo Marzari che, con unnuovo gruppo dirigente votato ciclica-mente ogni 3 anni, si colloca nella sederionale affittata a Piazzale Gubbio, inquelle che erano le stanze dell’ex PCI.Viene allestito una segreteria, in apposi-te rastrelliere vengono sistemati tutti icostumi d’epoca e, in una parete di le-gno allestita all’uopo, vengono posizio-nate le armi antiche.Anche le altre specialità del Palio, se purcon meno fortuna dei tiratori, nasconoe si sviluppano nel tempo.Nel 1978 venne ufficialmente indettoanche il Palio degli Sbandieratori. Il no-stro gruppo, sorto ai tempi di Taglioni esapientemente diretto da Farina, si ag-giudicò la I edizione. Dopo allora, pur-troppo, ci posizionammo sempre secon-di o terzi e, negli ultimi anni, spesso an-che quarti. A parer mio, ahime, a Stuoieil calcio affascina molto più che le ban-diere!Nel 1980 viene ideato infine il Palio deiMusici: ai tamburi, usati inizialmente perdare ritmo alle sfilate in costume e ne-cessari poi per accompagnare gli sban-dieratori durante le gare, si affiancanole chiarine (trombe allungate dal suonodolce e caratteristico).Il Rione Madonna delle Stuoie si aggiu-dicherà i Palii Musici nel 1983, 1994 e1996. Negli ultimi anni gli avversari piùtemibili sono sempre Cento e Brozzi,ma i nostri ragazzi continuano a impe-gnarsi nelle varie esecuzioni musicali:prima o poi la loro preparazione conti-nua e scrupolosa li premierà sicuramen-te con il successo meritato.Al di là del Palio, ma di certo imprescin-dibile dall’identità del nostro Rione, èl’esistenza del Mercato Medievale di“Porta Nuova”.Formato da una cinquantina di soci delRione, il Mercatino viene convocato dal-le organizzazioni di varie città d’Italia perrappresentare la vita commerciale nelMedioevo, attraverso bancarelle e co-stumi d’epoca e la messa in scena di pro-dotti e mestieri ormai scomparsi. Il Mer-cato di Porta Nuova miete ovunque pa-role di ammirazione e successo e, se ilPalio della Caveja comincia ad essere co-nosciuto dalla Lombardia alla Calabria,è anche merito dei nostri mercanti che,attraverso i vivaci racconti romagnoli,narrano le gesta degli atleti rossoblu sullepiazze di tutta Italia.

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proprio quarto rione, la Pro-Loco lughe-se, con Minardi, Taglioni e altri, pensa-rono di elevare a tale rango il quartiereneonato di Madonna delle Stuoie. Gio-vane, è vero, ma non senza storia: ave-va una Chiesina oratorio eretta nel 1737,ossia 250 anni prima.Nel breve giro di 20 anni, da verde an-golo di campagna il quartiere si era tra-sformato in grosso agglomerato di case,popolato ormai da oltre 1500 abitanti.Fu così che Madonna delle Stuoie diven-ne a tutti gli effetti il quarto Rione diLugo!Venne ideata una bandiera tutta nostra,i cui colori saranno il rosso e il blu. Piùtardi avremmo avuto lo stendardo, ca-ricato dalla figura, in campo azzurro, diuna Madonnina che regge il Bambinel-lo, come protettrice del Rione e, in cam-po bianco, di un gallo crestato, simbolodella vigilanza e della prodezza.Lentamente, ma con caparbietà e de-terminazione, si allargarono le file delRione. Il rag. Taglioni e la signora Vera,sua consorte, si prodigarono per arruo-lare volenterosi per il tiro alla fune e perla sfilata in costume nel giorno del Palio.Fabbricarono bandiere, lance, gagliar-detti, armi antiche; comprarono stoffee velluti per confezionare costumi. Aparte l’aiuto di qualche sponsor, fu Ninodi tasca propria a provvedere a tuttequeste cose e a custodirle a casa pro-pria.Il simbolo del galletto di Madonna delleStuoie, intanto, cresce e si fa “ardito”,mettendo pure gli speroni: nel tiro allafune si dimostra ben presto il più deter-minato e il Palio della Caveja è appan-naggio dei nostri atleti nel 1970, 1973,1975, 1978; poi ancora, per tre anniconsecutivi, dal 1980 al 1982; nel 1983non ci fu vincitore, per avvenuti dissen-si fra i rioni; dall’85 al ‘90 (fatta eccezio-ne per la vittoria di Brozzi nel 1986).Dal 1991 al 1998 tra i rivali emergel’acerrima Contrada del Ghetto, chevuole strappare a Stuoie lo straordina-rio primato. Tuttavia, la corazzata ros-soblu guidata dal “zarlador” storico GigiBarlotti resiste abbastanza bene agli at-tacchi e solo a fasi alterne cede il passoal nemico. La caveja resta a Stuoie an-che nel 1992, 1994 e 1997. Ma dal 1999ad oggi non ce n’è più per nessuno: 10vittorie consecutive per i nostri tiratori,26 in totale da quando il Palio è nato!Nel frattempo, il Rione Madonna delleStuoie allarga i propri orizzonti, crescee cambia e si dota di una propria speci-fica identità, allontanando per sempreda sé i tratti di “rione emarginato e iso-

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Rione Madonna delle Stuoie

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Avevo nove anni quando una mattina, tornando dalla spesaalla bottega della Minghina, dove andava prima che io mi sve-gliassi per fare colazione, mia mamma mi chiese se volevo“vestirmi” per il Palio della Caveja.Non accettai subito, perché “vestirsi” mi sembrava una cosacosì strana. Come l’avrebbero presa gli altri bambini del quar-tiere? Avrei dovuto indossare quel bizzarro abito con il gon-nellino e le calzamaglie bianche…Dopo qualche giorno di pensieri, sapendo che anche Pio, ilmio vicino di casa ed eterno compagno di giochi, si sarebbe“vestito”, accettai.Il primo sabato pomeriggio, dopo la dottrina, giocando nelcampetto con i coetanei, ostentando un certo orgoglio rac-contai a Beppe e Angelo (che adesso ci guarda dal cielo) chemi sarei “vestito” da paggio per il palio.Rimasi allibito quando mi risposero che loro erano minisban-dieratori e mi chiesero se, dopo il palio, avessi voluto impara-re anch’io a sbandierare.Fu fatta. Un destino segnato. Era il 1977.Passato il palio, che allora cadeva ad aprile, tutti i sabati po-meriggio cominciai a passarli al campetto per imparare la dif-

AVEVO 9 ANNI quando... di Massimiliano Costa

ficile arte della bandiera. Mi insegnavano Beppe e Angelo, cheavevano imparato da poco anche loro, perché i “grandi” nonvenivano quasi mai; soltanto Massimo si faceva vedere ognitanto, stupendoci con gli esercizi mirabolanti che sapeva fare.Lui aveva portato a Lugo l’arte della bandiera, da Faenza dovel’aveva imparata. Massimo è stato il pioniere delle bandiere aLugo, colui che ha introdotto questa disciplina sportiva in città.Sbandierare era un modo fantastico di divertirsi e stare assie-me, come giocare a pallone, ma più intimo e coinvolgente, inun’epoca in cui ancora non c’erano i videogiochi e in cui ildivertimento era semplicemente fare delle cose insieme.Ognuno aveva la propria bandiera, fatta di un’asta di bambùcon una colata di piombo all’interno, per il bilanciamento, eduna tela di fodera coi colori preferiti. Io la feci assieme a miobabbo, naturalmente nerazzurra, essendo interista. Credo diaverla ancora, da qualche parte, a casa dei miei genitori, sot-to trent’anni di polvere.L’anno successivo ci esibimmo come minisbandieratori primadel Palio della Caveja, la domenica pomeriggio. Eravamo ad-dirittura sei, tutti attorno ai 10 anni di età, si erano, infattiaggiunti Umberto, Alfredo e Fabrizio. Che emozione, davan-ti a tutte quelle migliaia di persone! Una sensazione indimen-ticabile. E che anno fantastico per gli sbandieratori di Stuoie.Il 1978 fu il primo in cui si disputò un vero Palio delle bandie-re e i “grandi” lo vinsero, conquistando tutte e tre le specia-lità (allora si svolgevano piccola squadra, coppia e singolo).Ancora un anno di rodaggio, poi dal 1980 cominciammo an-che noi nati nel 1967 l’avventura del palio, quello vero, quellodelle gare, partecipando alla piccola squadra assieme ai vete-rani. Da lì a pochi anni saremmo diventati (e lo saremmo ri-masti per molto tempo) l’ossatura del gruppo di Madonnadelle Stuoie. Massimo, infatti, dovette smettere l’attività permotivi familiari e per un mal di schiena che lo tormentava datempo, mentre alcuni ragazzi passarono al rione Cento, acausa di disaccordo con la linea rionale.Erano gli anni in cui si doveva decidere se dare maggiore di-gnità al palio delle bandiere e al palio dei musici (nato nel1980), creando una sorta di combinata che premiasse il mi-glior piazzamento tra le tre competizioni di cui era ormaicomposto il palio.Il nostro rione, fortissimo nel tiro alla fune, voleva che rima-nesse l’unica vera gara del palio, quella che dava la vittoriasulla piazza di Lugo, e il rione Cento era quello che maggior-mente si opponeva, proponendo profonde innovazioni.Così, il gruppo dei più grandi si disgregò e rimanemmo sol-tanto noi giovani, ancora per un anno aiutati da Massimo.Lavorammo da dentro e riuscimmo a convincere il nostroRione ad accettare le proposte di Cento, a cui si erano, or-mai, aggiunti anche gli altri Rioni.Nel 1985 sfiorammo nuovamente la vittoria del palio, in una

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Il nostro Palio... ieri

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strana domenica pomeriggio in cui le gare si svolsero al Ton-do, poiché il Pavaglione era inagibile.Nel 1986 anche il gruppo dei ragazzi che aveva cominciato inquell’ormai lontano 1977 si sciolse; avevamo tra i 18 e i 19anni. Il militare, gli studi, le ragazze…nuovi pensieri e nuoveattrazioni…Paola e, poco dopo, suo fratello Gian Luca (il mitico Trix cheancora resiste) tennero in piedi l’onore delle bandiere riona-li, trovando anche alcuni nuovi giovani, tra cui Alessandro,che sarebbe presto diventato un’altra colonna del Rione.Io e Beppe riprendemmo nel 1990, un anno prima che lastorica gestione del Rione cedesse il passo alla nuova associa-zione. Fu un altro segno del destino.Ci trovammo, dopo tre anni di inattività, a dover reggere lesorti del Rione come “anziani”, poiché tra i pochi soprav-vissuti della vecchia gestione all’interno della nuova associazione.Cominciammo a ricoprire ruoli importanti nel direttivo rio-nale, che ancora mi vede attivamente impegnato.Il gruppo degli sbandieratori crebbe meravigliosamente, so-prattutto grazie ai ragazzi di Ascensione, ed è doveroso ri-cordare con orgoglio che siamo stati i primi a presentare aLugo, nel 1994, la grande squadra a 12 elementi!Al gruppo originale, composto da Gian Luca, Alessandro e iredivivi Max, Beppe e Angelo, si unirono prima Fausto, poisuo fratello Andrea (anche lui ancora sull’onda), Angelo, Alex,Gabriele, Marco, Matteo, Luca, Enrico.Che anni meravigliosi! Spero che tutti i ragazzi che leggonoritrovino, con me, lo spirito di quel periodo, l’atmosfera degliallenamenti prima alla CIALS, poi all’ESSECI, la vibrante ten-sione del palio, la solida e sincera amicizia.Io ho continuato a sbandierare fino al 2007: a 40 anni e dopo30 di attività mi sono guadagnato la pensione!Adesso il gruppo è un po’ in crisi, ma Gian Luca, Andrea eLuca resistono ancora; ad essi si è aggiunto Lucchino che siesibisce per il secondo anno nel singolo; la coppia sarà ese-guita da Luca e Trix e, tutti assieme, presenteranno la piccolasquadra a quattro. Era il massimo che potessero fare.Grazie e…ad majora!!!

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Rione Madonna delle Stuoie

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Il 7 e 8 giugno 2008 Campagnano, delizioso borgo nellacampagna fuori Roma, ha ospitato la manifestazione “Allacorte degli Annibaldi”. Il Rione Madonna delle Stuoie hapartecipato all’evento allestendo il tradizionale Merca-to di Porta Nuova e riscuotendo il consueto successo.Proprio a Campagnano è nata l’idea della seconda nuo-va bancarella, grazie alla presenza, tra gli organizzatori,dello scultore Giacomo Magliocchetti che, oltre a ren-derci disponibile il suo studio-laboratorio per la custo-dia del materiale rionale, ha accettato la nostra richiestadi costruzione di una MACINA per la frantumazionemanuale del grano. L’opera ha fatto bella mostra di sépraticamente un mese dopo, nella vicina Bracciano: unagrossa pietra rotonda viene girata su una base, dello stes-

Artisti, pellegrini ed ecuadorianso materiale, in cui è incastonata. Tra le due parti si poneil grano che, nell’attrito, viene frantumato e producefarina grezza che, tramite una scanalatura inclinata, vie-ne espulsa e raccolta in un cesto all’esterno.Oltre all’ideazione di questo nuovo banco, l’uscita aCampagnano è rimasta nella memoria per alcuni parti-colarissimi incontri durante la distribuzione di vino e frit-telle. Il primo è stato il gigante biondo Mathias Schan-ze, un ragazzone tedesco che si era imbattuto nella ma-nifestazione mentre percorreva, a piedi, l’antica Via Fran-cigena che, dalla Germania, conduce a Roma. Cosa c’èdi più medievale di un vero pellegrino, in fondo? Ma-thias ha gustato le nostre specialità culinarie, mentreDavide, l’autista del nostro pullman improvvisatosi oste,

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Diario di Viaggio

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doriani alla corte degli Annibaldidi Annalisa Andruccioli

lo intratteneva con i racconti delle nostre uscite.Poi è passata Benedetta Dossi, una giovane ragazzaromana che, armata di matita e blocco, ha interpretatol’evento attraverso l’arte del disegno. Ci sembra giustoe doveroso riportare anche tra le nostre pagine un paiodei suoi schizzi, che tanto bene hanno tratteggiato l’at-mosfera del Mercato di Porta Nuova. Divertitevi a rico-noscere alcune delle protagoniste del nostro mercato esappiate che Ben, intanto, continua a percorrere l’Italiain lungo e in largo senza smettere mai di captare detta-gli di luoghi e persone attraverso la sua matita. Accom-pagnatela anche voi, idealmente, attraverso il suo blogCARNET DE VOYAGE:www.365onroad.blogspot.com.

Infine, è avvenuto l’incontro con una famiglia provenientedall’Ecuador. Il padre aveva partecipato ad una corsapodistica durante la manifestazione “Alla corte degliAnnibaldi” e, insieme alla moglie Carmen e alle 3 figlie,si è fermato a rifocillarsi presso la nostra osteria. La cor-dialità e la generosità del Rione Madonna delle Stuoienon hanno mancato di farsi notare neanche in questaoccasione, tanto che, alla fine, una delle nostre collabo-ratrici ha deciso di riaccompagnare i 5 viandanti alla loroabitazione a Roma.Il lato straordinario delle uscite è che ognuna rappre-senta un’esperienza a sé stante, da ricordare per le ra-gioni più disparate ma, soprattutto, per l’arricchimentoculturale ed umano che ogni nuovo incontro produce.

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Rione Madonna delle Stuoie

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Il mestiere antico del ti

Il torchio da stampa

L’anno scorso, proprio in questo periodo, Andrea Staffa pre-se in considerazione l’idea di ampliare i mestieri del nostromercatino di Porta Nuova attraverso l’inserimento di un paiodi nuove bancarelle, una delle quali era quella della stampa.Messo al corrente delle sue intenzioni, mi sono tornati inmente gli anni trascorsi apprendendo l’arte tipografica pres-so un esercente di Lugo: momenti belli ed importanti chericordo sempre con piacere e per i quali continuo a provarericonoscenza verso la famiglia che ha alimentato quella pic-cola e suggestiva tipografia, trasmettendomi la passione perl’antico e affascinante mestiere del tipografo.Cosi ho aiutato Andrea affinché la storia dell’arte tipograficanell’epoca medievale potesse essere conosciuta anche du-rante le esibizioni del Mercato di Porta Nuova.Forse non tutti sanno che l’invenzione dei caratteri mobiliavvenne intorno al 1450 per mano di Johann Gutenberg mache, fino ad allora, la stampa avveniva tramite incisione sutavole di legno di una matrice che, cosparsa d’inchiostro, erapoi trasferita su un foglio attraverso una semplice pressione.Il Rione Madonna delle Stuoie ha voluto, con il suo nuovobanco, riportare tutti noi indietro nel tempo e far riviverequesta antica arte nel modo più veritiero possibile, pur dan-do un’impronta personale al procedimento di stampa di quel

Ogni volta che a Bracciano si parla di Feste storiche è imman-cabile e imprescindibile la presenza sotto i bastioni dell’impe-rioso Castello, voluto da Napoleone Orsini nel 1470, delMercato Medioevale del Rione Madonna delle Stuoie di Lugodi Romagna. E nella nuova versione della Festa Medioevale(anche se sarebbe meglio definirla rinascimentale) del 2008,voluta dal Consigliere Comunale Rinaldo Borzetti, abbiamorivisto e abbracciato con immenso piacere l’allegra brigatadegli Stuoini. Come al solito, sono arrivati a Bracciano e cihanno portato, oltre al bellissimo e suggestivo Mercato diPorta Nuova, i loro sorrisi e la loro allegria. E queste sono lecose belle e importanti della vita. La sensazione di conoscereda sempre persone che vedi da qualche tempo una volta al-l’anno appena ti fa veramente credere nel valore dell’Amici-zia con la A maiuscola. In questa edizione della Festa, il miticoAndrea ha fatto uscire per la prima volta il Torchio da Stam-pa, presentando ai numerosi intervenuti un’incisione del 1550dei fratelli Zuccari, raffigurante il Castello e i Monti, quartierestorico di Bracciano. Forse ad Andrea “je fischiavano l’orec-chie” (aveva qualche sentore), in quanto nella nostra cittadi-na, nel periodo Orsiniano, era operativa la rinomata Stampe-ria Ducale Fei, e nel XVIII secolo, sotto la Signoria degli Ode-scalchi, era in attività una importante Cartiera che fu la primain Italia ad importare la cosiddetta macchina “Olandese” peril macero degli stracci e a fabbricare per la prima volta (circa

di Massimo Montuschi

dieci anni prima di Fabriano) la carta da tessuto o carta velina.La maggior parte delle incisioni di Giovanbattista Piranesi fu-rono stampate su carta fabbricata a Bracciano. Quale mi-gliore occasione, quindi, per presentare il Torchio da stampa?Una ulteriore dimostrazione della inesauribile inventiva e pro-positività del Rione Stuoie.Nel momento in cui scrivo è in piena attività la preparazionedella XXXIV edizione della nostra manifestazione più impor-tante, “La Passione di Cristo”, e siamo quindi tutti un po’ infibrillazione ma coscienti di voler raggiungere, come sempre,un grande risultato.Speriamo comunque di vederci al più presto. Da me e datutto il Rione Monti un abbraccio caloroso a tutti voi, con lasperanza di consolidare e far crescere sempre l’Amicizia trale nostre Associazioni.P.S. Un bacio grande ad Annalisa.

RIONE MONTI Bracciano Il Presidente

Sandro Carradori

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Diario di Viaggio

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del tipografo

Venerdì 10 aprile 2009 ha avuto luogo a Bracciano la XXXIV EDIZIONE dellaPassione di Cristo, magistralmente organizzata dal Rione Monti, con la partecipa-zione di almeno 150 tra personaggi principali e figuranti e con una squadra tecnicadi altre 50 persone.Non era la prima volta che mi trovavo ad assistere a tale spettacolo, ma quest’annoho potuto seguire tutta l’esibizione, insieme all’amico Andrea, da una posizioneprivilegiata (grazie alla gentile intercessione di Salvatore Pierini, presidente dellaPro-Loco).La parte teatrale si è svolta all’interno della Caserma “Enrico Cosenz”, dove sisono avvicendate le scene che vanno dalla Predicazione di Giovanni Battista finoalla cattura di Gesù ed alla sua flagellazione davanti a Ponzio Pilato. Terminato ilprocesso, il corteo – composto da 60 soldati romani a piedi ed a cavallo, più circa60 popolani, i sacerdoti del Sinedrio, i soldati di Erode e i personaggi principali - siè snodato attraverso la via principale di Bracciano, illuminata da fiaccole romane, arappresentare la Salita di Gesù al Monte Calvario.La Crocefissione ha infine avuto luogo sul bastione del Castello Odescalchi, a 15metri di altezza, mentre una proiezione dell’immagine del Cristo alta come la fac-ciata del castello ha riproposto la Resurrezione di Gesù, suggestionando tutte lepersone che, come noi, erano arrivate da ogni dove per ammirare lo spettacolomesso in scena dagli amici della Pro-Loco e del Rione Monti.Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti della consueta calorosa accoglienza e, inparticolare, per inviare un abbraccio al caro Sandro Carradori: chissà che, dopo lanostra improvvisata nella sua città, non decida di ricambiare la carrambata e assiste-re finalmente di persona al Palio della Caveja. Sandro, Stefano, amici braccianesi…noi vi aspettiamo a braccia aperte!!

periodo. Renzo Marzari in primis ha permesso di avviare larealizzazione del banco del tipografo mettendoci a disposi-zione un vecchio torchio di ghisa per fotocopie da lettera.Dopo di che Davide, il marito della Vera, ha apportato unaserie di accorgimenti affinché il torchio potesse essere tra-sportato agevolmente ed utilizzato per la stampa. Infine, Clau-dio Ferretti ci ha offerto preziosi consigli per come rendereal meglio la qualità della stampa, quale incisione fosse più giu-sta sul cliché da utilizzare poi nel torchio e quale cartoncinorendesse al meglio l’effetto desiderato.La cooperazione nella realizzazione del banco della stampaha subito offerto i suoi frutti. Il nuovo mestiere è debuttato aBracciano, con grande successo di pubblico, e ha trovato fa-vorevoli consensi anche nelle uscite successive: tutti, ma inparticolare i bambini, hanno mostrato una grande curiosità eattenzione verso questa professione sempre più ai marginidel nostro presente ma, di certo, di non poco conto, se siconsidera che, da lì, si sono poi sviluppate macchine da stam-pa all’avanguardia e stampanti sempre più sofisticate.Da parte di chi scrive, un saluto personale a tutti i ragazzi eRAGAZZOTTI del Rione Madonna delle Stuoie e un ringra-ziamento a coloro che hanno permesso di realizzare una ban-carella che è per noi motivo di orgoglio e vanto.

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Rione Madonna delle Stuoie

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Sabato 28 febbraio 2009 ho avuto il piacere, in qualità di rappresentante FISB (Federazione ItalianaSbandieratori) dei rioni lughesi, di partecipare ad una cena di ringraziamento ad Ascoli Piceno. I ragazzi del Sestiere di Porta Solestà (uno dei sei sestieri cittadini che compete nella famosa Giostradella Quintana di Ascoli Piceno), presso la cui splendida sede si è svolto l’evento, hanno organizzatotutto in maniera impeccabile. Avendo invitato gente da tutta Italia si sono occupati persino dellasistemazione alberghiera, ottenendo un rapporto qualità-prezzo a dir poco favorevole.La cena è nata come ringraziamento da parte della attivissima Sig.ra Antonella Palumbo che, es-sendosi di recente presentata alle elezioni della presidenza FISB, ha voluto incontrare i gruppi disbandieratori e musici nel clima festaiolo di un’allegra serata tra amici, “lontano dai campi di garee dalle sale riunioni”. Il menù era delizioso, comprendeva dall’antipasto al dolce e contemplava,ovviamente, anche le mitiche e gustosissime olive all’ascolana. I ragazzi del Sestiere sisono fatti in quattro per farmi sentire a casa, facendomi sedere tra gli atleti, gli sbandie-ratori e i musici. A quel punto parlare di passioni comuni è stato inevitabile e si è finitoper discorrere di dove si comprano le aste e le tele o di quali problemi si devonoaffrontare durante gli allenamenti: ovviamente, i numeri in ballo non erano inostri ma è stupefacente accorgersi che gli ostacoli e le difficoltà che ci si trovaad affrontare sono esattamente gli stessi.L’esperienza è stata davvero piacevole, oltretutto Ascoli è splendida. Contoquindi di tornarci presto: a visitare la città, a salutare gli amici marchigiani e,chiaramente, a snocciolare qualche altra sfiziosa oliva!

Bandiere... all’Ascolana di Gian Luca Trioschi

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Spazio Contesa

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“Ricominciamo da Lugo” potrebbe essere il titolo di un’av-ventura nata nell’estate del 2008 quando, con l’amico DavideSolaroli, ci siamo messi a ragionare su come Contesa Estensee Progetto Miele (Multidisciplinarietà Interattiva e LaboratoriEducativi) avrebbero potuto sviluppare il loro rapporto di col-laborazione. Solaroli, che da anni organizza laboratori per lescuole con esperti qualificati, si è messo immediatamente allavoro e ha predisposto una prima proposta di quello che,nell’arco di pochi mesi, sarebbe di-ventato il progetto “C’era una vol-ta… a spasso per Lugo tra Medioe-vo e Rinascimento”. Una propostaavvincente (e molto impegnativa) cheha subito suscitato entusiasmo nelpiccolo gruppo di lavoro della Con-tesa costituito per realizzare iniziati-ve verso la scuola. Ha così preso for-ma un progetto con valenza plurien-nale, con l’obiettivo di promuoverela memoria storica e il senso di ap-partenenza fondato sulla percezionedelle nostre radici. La strada scelta èquella di far rivivere agli alunni dellescuole primarie scene di vita quoti-diana nella città di Lugo nel XV – XVIsecolo, attraverso laboratori in ora-rio scolastico, gratuiti e condotti daesperti qualificati e da nostri volon-tari. Con questa iniziativa la ContesaEstense intende proporsi alla cittàfacendo conoscere ai lughesi cosa staalla base delle manifestazioni del Pa-lio: una realtà che opera tutto l’annoe costituisce una risorsa per la città.Le ragioni si basano sugli aspetti fon-danti e trascinanti dei Rioni: la cultu-ra, tramite un’apposita commissione, si compie costantementericerca documentale sulla storia, gli usi, i costumi, le tradizio-ni della nostra comunità. Lo sport: i nostri atleti si preparanotutto l’anno, non solo per il Palio di Lugo, ma anche in funzio-ne dell’accesso ai campionati nazionali per musici e sbandie-ratori. La promozione: i gruppi rionali realizzano uscite cheportano l’immagine di Lugo in altre città in Italia e all’estero.L’aggregazione: i ragazzi che lavorano e si allenano insiemerealizzano anche momenti aggregativi e ludici, facendo sì chela realtà rionale diventi un’importante occasione di amicizia.Dalla consapevolezza che la Contesa e i Rioni sono un’impor-tante risorsa per i giovani di Lugo è nata l’idea dei “giovaniper i giovani”: andare nelle scuole a portare un vissuto,un’esperienza, un progetto culturale innovativo. Durante la

fase progettuale il nostro cammino si è provvidenzialmenteincrociato con altre realtà del volontariato: le associazioni Avis,Aido, Admo, Amici del Tondo, Amici di Lugo Estense. Tuttequeste associazioni hanno creduto nell’importanza culturalee nella potenzialità di “costruire insieme”, di fare “sistema”per la città. Nelle prossime settimane, con altri articoli, illu-streremo più in dettaglio il progetto: oggi mi preme ringra-ziare pubblicamente tutti coloro che hanno creduto e lavo-

rato per un “sogno” che, giorno dopogiorno, sta rivelandosi una bella real-tà e una grande sfida. In particolareun grazie va al presidente dell’Asso-ciazione Miele, Davide Solaroli, cheda quasi un anno sta compiendo ungrandissimo lavoro di ricerca, proget-tazione e coordinamento tecnico.Grazie ad Enrico Flis, presidente dellasezione lughese dell’Avis, per il gran-de apporto di lavoro, il coinvolgimen-to e la costruzione di relazioni contante associazioni ed Enti. Con rico-noscenza ricordo l’ottimo lavoro diricerca documentale di MassimilianoCosta, coordinatore della Commis-sione Storica della Contesa; parimen-ti importante è stata la realizzazioneprofessionale del materiale audiovi-sivo ad opera dello studio Pro Artedi Lugo. Un importante ringrazia-mento va al Centro di Servizio per ilvolontariato di Ravenna, alla sua Pre-sidente Graziella Cortesi e al diret-tore Paolo Danesi: l’apporto fornitoè stato basilare per la realizzazionepratica del progetto. Esprimo grati-tudine agli sponsor del progetto ed

in particolare alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.Determinante è stato il sostegno del Comune di Lugo, deidirigenti scolastici e degli insegnanti che hanno aderito e col-laborato affinché si realizzasse una proficua sinergia con lascuola. Ed infine, con una piccola punta di orgoglio, un graziedi cuore ai volontari delle nostre associazioni e dei Rioni, quasitutti giovani e giovanissimi per l’entusiasmo con cui stannovivendo questa esperienza e per l’ottimo lavoro che stannofacendo nelle classi. Da questi giovani ci viene un insegna-mento: se ci sono gli stimoli giusti, se incontrano progetti peri quali valga la pena spendersi, allora sanno mettersi in giocodimostrandoci le loro grandi potenzialità.

C’era una volta..., un tuffo nel passato a Lugo**di Paolo Facchini - Presidente Contesa Estense Città di Lugo

(**tratto dall’inserto di SABATO SERA del 14/03/2009)

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Rione Madonna delle Stuoie

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L’appuntamento con la tradizionale FESTA DEL RIONEè fissato per

SABATO 20 GIUGNO 2009dalle 19,30 presso la sede CIALS (sita in Via Croce Coperta)

ATTENZIONE! ATTENZIONE!Oltre a brindare, come di consueto, ai successi passati e futuri del nostro Rione e,soprattutto, a stare insieme in allegria ed amicizia, la festa sarà occasione per le

ELEZIONI DEL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO.Il Consiglio Direttivo uscente e in carica da 3 anni è attualmente così formato:

• Presidente: Renzo Marzari• Vicepresidente: Massimiliano Costa

• Cassiere: Stefano Staffa• Consiglieri:

Roberto Graziani, Fabio Savioli, Maria Ammirata, Ivo MelandriAttendiamo le vostre candidature, per crescere insieme e formare un Rione sempre più vitale e competitivo all’internodel tessuto cittadino, ma anche nazionale e internazionale. Teniamo alti il nostro nome e la nostra identità rossoblu.

VI ASPETTIAMO TUTTI ALLA NOSTRA FESTA!

Il 1 Maggio 2009 presso il Teatro Rossini l’Associazione Con-tesa Estense, con il patrocinio del Comune di Lugo, ha offer-to alla città il concerto operistico e operettistico del “Grup-po Mandolinistico Codigorese”. Attualmente diretta dal Ma-estro Pierangelo Boccaccini, l’orchestra a plettro si è forma-ta nel 1973 sotto la direzione del Maestro Dario Avanzi epropone un vasto ed articolato repertorio, che spazia dalgenere classico alla tradizione napoletana e originale permandolino. Durante l’intervallo dello spettacolo, sono statiufficialmente ringraziati i dirigenti, gli insegnanti, gli anima-tori e i volontari che hanno collaborato alla realizzazione delProgetto “C’era una volta… a spasso per Lugo tra Medioevoe Rinascimento”. Presente anche la tv Nuova Rete 7Gold.

Tra le manifestazioni a carattere medievale, segna-liamo il VII RADUNO INTERNAZIONALE DEI CORTEI STORICIMEDIEVALI che si svolgerà a Gravina di Puglia (BA) il18-19-20 settembre 2009. Citiamo testualmentedal gradito invito ricevuto dalla Contesa Estense epoi girato a tutti e 4 i Rioni lughesi: “Ormai l’even-to di portata internazionale è diventato un puntodi riferimento, nonché una vetrina importante peri gruppi che da varie parti confluiscono per porta-re il loro prezioso contributo e per vivere tre gior-ni all’insegna della rievocazione, dello scambio cul-turale e, non per ultimo, anche per creare nuoveamicizie e collaborazioni”. Non sappiamo ancorachi di noi parteciperà o meno, ma siamo certi chel’occasione è ghiotta e sicuramente sarebbe forie-ra di nuove stimolanti sinergie.

Tutti i rioni cittadini hanno aperto un grupposu Facebook anche la Contesa Estense da al-cune settimane ha il suo spazio dedicato, man-chiamo solo noi.Il compito di realizzare qualcosa di simile peril Rione Madonna delle Stuoie toccherebbe ame, in quanto già mi occupo di amministraresia il sito internet che il forum del rione, maper ora ho preferito astenermi.Ho informato il rione o, almeno, i volenterosiche si fanno in quattro tutto l’anno, di questamia personale decisione. Il motivo non è lamancanza di tempo oppure di stimoli, infattiservono poche ore per aprire e mantenereattivo un gruppo con i nostri colori.Tuttavia, resta il problema, comune a molteorganizzazioni di volontari, dei pochi che la-vorano come muli sperando, per anni, che pri-ma o poi qualcuno venga a dargli una mano,invano: in realtà, sono pochi quelli che real-mente svolgono il lavoro che serve venga ese-guito e sono pochi quelli che notano l’esigenzacontinua e costante di manodopera appassio-nata.Ho voluto perciò lasciare un buco, per fare inmodo che un giorno un ragazzo noti che man-ca qualcosa e si occupi di riempire questa la-cuna e, magari, si diverta a farlo e, nel tempo,si sostituisca anche a me perché le sue ideesaranno più in linea coi tempi che corrono.La mia non è una assenza, è un’esca.

admin

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Rossoblu 2009

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Programma dellaContesa Estense

Palio 2009Lugo di Romagna

Venerdì 08 maggio 2009Ore 18.00 Sala delle Pescherie“Rocca Estense” -Inaugurazione mostraretrospettiva del pittorelughese LIGIO TANI (1919–1982).

Sabato 09 maggio 2009Ore 20.30 Piazza delPavaglionePalio dei Musici ed Esecuzionedelle Grandi SquadreSbandieratoriASSEGNAZIONE DEL PALIO MUSICI equalificazioni per i CampionatiNazionali Sbandieratori F.I.Sb.

Domenica 10 maggio 2009Ore 11.00 Chiesa di Madonnadelle StuoieBENEDIZIONE DEGLI ATLETI DEL

RIONE MADONNA DELLE STUOIE

Ore 20.30 Piazza delPavaglionePalio degli SbandieratoriASSEGNAZIONE DEL PALIO

SBANDIERATORI e qualificazioniper i Campionati NazionaliSbandieratori F.I.Sb.

Lunedì 11 maggio 2009Happy MIELE 2009Ore 19.30 Piazza delPavaglioneMielemaratona: Corsa podisticasotto il Loggiato del Pavaglionedi Lugo riservata a bambini dai5 ai 10 anni di età. Le iscrizionialle ore 19.00 davanti allaPasticceria Santina.Ore 19.45 Piazza delPavaglioneNel regno di Alice. Tantissimidisegni da colorare edesposizione dei lavori realizzatidagli alunni iscritti ai Laboratoriespressivi-manipolativi delProgetto M.I.E.L.E., condottidall’esperta Alice Iaquinta.Mielespettacolo

Ore 21.00 Aula Magna LiceoClassico “Trisi Graziani”Conferenza storica “La fruttache si mangia, si ammira, citenta. Divagazioni su unalimento che, da secoli, ècuriosità, cultura, salute”.Relatore Prof. Luca CorelliGrappadelli, DipartimentoColture Arboree - Università diBologna. In collaborazione conUniversità per Adulti – Lugo.

Martedì 12 maggio 2009Ore 20.30 Piazza delPavaglioneSerata del Volontariato -commedia dialettale.AVIS - AIDO - ADMO - AMICIDEL TONDO - AMICI DILUGO ESTENSE. Seratadedicata alle Associazioni diVolontariato che partecipano alProgetto per la scuola “C’erauna volta... a spasso per Lugotra Medioevo e Rinascimento”.

Mercoledì 13 maggio 2009Ore 20.30 Piazza delPavaglioneII trofeo Sbandieratori under15 - Contesa Estense Città diLugo - Trofeo giovanilesbandieratori: partecipanoatleti di vari gruppi dell’EmiliaRomagna.

Giovedì 14 maggio 2009Ore 18.00 Piazza delPavaglioneMercato dei Bambini”: Serataconclusiva del Progetto “C’erauna volta ... a spasso per Lugotra Medioevo e Rinascimento”:mercato realizzato dagli alunnidelle scuole primarie di Lugo.

Venerdì 15 maggio 2009Festa di Sant’IlaroOre 18.00 Chiesa del CarmineMessa solenne conpartecipazione delle Autorità

Militari e Civili, Rioni eContrade. Dopo il rito siprocede con la Processione perle vie di Lugo.

Ore 20.30 Piazzale Chiesa delCarmineELEZIONE SOAVE CREATURA:recuperando una tradizionerinascimentale lughese, ilconcorso della Soave Creaturaelegge tra giovani lughesi la piùaggraziata e artisticamentedotata.

Ore 23,00 Area della RoccaSpettacolo pirotecnico-musicale a tema allestito nellaRocca.

Sabato 16 maggio 2009Ore 20.30 Area della RoccaONORI AL DUCA BORSO D’ESTE:rievocazione del passaggio edella sosta a Lugo, il 13 marzo1471, del Corteo di Borsod’Este, in viaggio per Roma,dove andava a riceverel’imprimatur a Duca di Ferrara.VALUTAZIONE DEI CORTEI STORICI.Ore 22.30 Area della RoccaConcerto dei Diabula Rasa:musiche Gothic/Metal/Folkrock- “Hard ‘n’ MedioHeavy”

Domenica 17 maggio 2009Dalle ore 15.00 Piazza delPavaglioneCortei storici dei Rioni di LugoGara di tiro alla fune incrociatotra i 4 Rioni di LugoASSEGNAZIONE DEL PALIO DELLA

CAVEJA

Al termine: ASSEGNAZIONE DEL

PALIO DELLA CONTESA ESTENSE

2009

Da mercoledì 13 a domenica 17 ilRione accoglierà visitatori e viandantiall’interno del Pavaglione pressol’antica “Hostaria dei Mercanti”.

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