Rosario Tomarchio - Storia dei Sintetizzatori

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 STORIA DEI SINTETIZZATORI a cura di ROSARIO TOMARCHIO  Tesina di Storia ed estetica della musica elettroacustica ed informatica Biennio Tecnologico 2014/15 Data

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Breve saggio per la materia di storia ed estetica della musica elettroacustica ed informatica sui sintetizzatori.

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  • STORIA DEI SINTETIZZATORI

    a cura di

    ROSARIO TOMARCHIO

    Tesina di

    Storia ed estetica della musica elettroacustica ed

    informatica

    Biennio Tecnologico

    2014/15

    Data

  • I

    SOMMARIO

    Sommario ........................................................................................................ I

    Introduzione .................................................................................................. II

    Capitolo I: ORIGINI .................................................................................... 1

    Premessa .................................................................................................... "

    Origini e precursori ................................................................................. "

    Capitolo II: I SINTETIZZATORI ............................................................ 4

    Sintetizzatori modulari e normalizzati ................................................. 4

    Sintetizzatori polifonici ........................................................................... 9

    Sintetizzatori digitali .............................................................................. 11

    Sintetizzatori virtuali .............................................................................. 15

  • ii

    I N T R O D U Z I O N E

    I SINTETIZZATORI

    Descrizione generale

    Il sintetizzatore (abbreviato anche in synth dal termine in inglese) uno

    strumento musicale che appartiene alla famiglia degli elettrofoni. un apparato

    in grado di generare autonomamente segnali audio, sotto il controllo di

    un musicista o di un sequencer. Si tratta infatti di uno strumento che pu

    generare imitazioni di strumenti musicali reali o creare suoni ed effetti non

    esistenti in natura. Attualmente troviamo anche sintetizzatori virtuali (VST), che

    assolvono a questo compito interamente a livello software e che si appoggiano

    su schede sonore interne o esterne collegate ad un Personal Computer.

    Il sintetizzatore generalmente comandato per mezzo di una tastiera simile a

    quella del pianoforte, ma non mancano realizzazioni destinate ad essere gestite

    mediante il fiato, la pressione, le corde di una chitarra o altri tipi di controller

    come sensori a raggi infrarossi.1

    I sintetizzatori utilizzano vari metodi per generare il segnale. Tra le pi famose

    tecniche di sintesi di forme d'onda abbiamo: sintesi sottrattiva, sintesi additiva,

    sintesi wavetable, sintesi per modulazione di frequenza, la sintesi per distorsione

    di fase, sintesi per modelli fisici e la sintesi basata su campioni. Altri tipi di sintesi

    meno comuni comprendono sintesi per subarmonici, una forma di sintesi

    additiva via subarmoniche (usato nel Mixtur-Trautonium), e la sintesi

    granulare..2

    1 http://it.wikipedia.org/wiki/Sintetizzatore

    2 Trad. http://en.wikipedia.org/wiki/Synthesizer 2 Trad. http://en.wikipedia.org/wiki/Synthesizer

  • iii

  • 1

    C a p i t o l o 1

    EVOLUZIONE STORICA

    "Il sintetizzatore una macchina che genera

    e modifica suoni elettronicamente" Howe, 1980

    PREMESSA

    L'argomento riguardante i sintetizzatori, per quanto ad un grande pubblico oggi

    possa risultare ancora lontano, stato gi ampiamente trattato da diversi punti di

    vista e a diversi livelli di approfondimento, cercare di esaurire in questo contesto

    tutto lo scibile in materia cosa inattuabile. Per questo motivo si proceder a

    riassumere soltanto per grandi linee quelle che sono state le premesse dell'avvento

    dei sintetizzatori.

    ORIGINI E PRECURSORI

    Per quanto difficili da tracciare le origini del sintetizzatore vengono spesso

    assimilate da pi fonti in un percorso condiviso in maniera omogenea,

    ciononostante mi permetto di indicare un percorso alternativo che piuttosto che

    partire dall'origine elettrica, potrebbe prendere spunto dall'origine concettuale, se

    cos fosse si potrebbe andare alla ricerca di tutti i percorsi che ha avuto il concetto

    di sintesi nell'uomo musicale dalle origini, si potrebbe addirittura concepire l'idea

    della costruzione di strumenti come il rombo o i primi strumenti a fiato come

    tentativo di "sintetizzare" il suono degli insetti o degli uccelli. Ma senza andare a

    scavare troppo in profondit si potrebbe anche partire dal III secolo a.C. con

    l'invenzione dell'organo, che si ritiene fosse gi dotato di registri, anche se

    probabilmente a livello concettuale sarebbe pi corretto scorrere in avanti nel

    tempo l'evoluzione dell'organo fino a giungere all'imitazione attraverso

  • 2

    combinazioni di pi registri di suoni di altri strumenti. Da qui all'avvento dei veri

    precursori del sintetizzatore lungo la strada della storia si trovano singoli eventi

    che vanno dagli automi come la Speaking Machine di von Kempelen3 (1769)

    allo strumento di Koenig basato sugli studi di Helmholtz4 (1865) o il Musical

    Telegraph di Elisha Grey considerato forzatamente padre dei sintetizzatori

    (1876). Detto ci si pu tornare a percorrere la linea evolutiva tradizionale dei

    sintetizzatori che spesso viene fatta partire, con una piccola forzatura, dagli

    intonarumori futuristi di Luigi Russolo, ma universalmente riconosciuto come

    primo sintetizzatore il Telharmonium5 (o Dynamophono) di Thaddeus

    Cahill costruito nel 1897, che non a caso si pu considerare un organo elettrico

    (in quanto anch'esso sintetizzava suoni di altri strumenti), e del quale ci limitiamo

    a riferire che non ebbe fortuna e che fall nel 1914 principalmente per le grandi

    dimensioni, il peso e il consumo spropositati oltre alla interferenze che provocava

    sulla rete telefonica. Il secondo passo storico a parere di moltissimi il Theremin

    di Lev Termen (1920) che ebbe un enorme successo anche a livello di prassi

    musicale, soprattuto se confrontato con gli strumenti elettronici del periodo, e

    instrad e inspir Robert Moog ad intraprendere il lavoro di cui parleremo pi

    avanti.

    Ci limitiamo a citare alcuni degli altri precursori, come le Ondes Martenot

    (1928), il Trautonium (1929), il Novachord (1938), l'Electronic Sackbut

    (1948) fino ad arrivare al RCA Mark II Sound Synthesizer I e II(1955/1957) di

    Olson e Belar ..una macchina musicale in cui l'utilizzatore programmava la

    composizione tramite una tastiera simile a quella di una telescrivente che

    3 http://en.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_von_Kempelen%27s_Speaking_Machine

    4 http://www.hps.cam.ac.uk/whipple/explore/acoustics/hermanvonhelmholtz/helmholtzssynthesizer/

    5 Nel 1997, il regista statunitense Reynold Weidenaar ha realizzato il documentario Magic Music From Telharmonium sulla storia ed il funzionamento dello strumento, rimettendo in funzione l'unico esemplare fortunosamente conservatosi.

  • 3

    perforava un nastro di carta costituente il sistema di controllo dell'intera

    apparecchiatura. [...] Il suono generato da dodici oscillatori sinusoidali [...] la

    forma d'onda veniva trasformata in dente di sega, e successivamente elaborata

    con filtri attivi e passivi. L' RCA Synthesizer possedeva anche un generatore

    d'inviluppo a quattro sub eventi (ADSR), un generatore di rumore bianco, il

    portamento (per ottenere glissati) e un oscillatore in subadio (LFO) per avere

    modulazioni (vibrato,tremolo) fino a 7 hertz [...] l'importanza dello

    strumento della RCA deriva dal fatto che esso fu il primo sistema completo

    di produzione di suono elettronico che automatizzava gli oscillatori e i

    moduli ad esso collegati, ma si dovr aspettare il 1964 per avere un

    sintetizzatore che risponda alle necessit dei musicisti6.

    Speaking Machine di von Kempelen (1769) Rudolph Koenig's sound synth (1865)

    Thelarmonium - Cahill (1897) Theremin - Lev Teremen (1918)

    6 http://www.suonoelettronico.com/cap_iiii_2_1_dal50.htm

  • 4

    C a p i t o l o 2

    EVOLUZIONE TECNOLOGICA

    Si deve all'avvento del transistor di William Schockley,

    la possibilit di rendere gli strumenti elettronici

    pi piccoli e portabili.

    SINTETIZZATORI MODULARI E NORMALIZZATI

    Uno dei primi ingegneri a rendersi conto della importanza della rivoluzione

    tecnologica nella sintesi elettronica del suono fu Harald Bode, inventore del

    Melochord (1947). Nel 1961 pubblic un articolo riguardo le periferiche basate

    sull'utilizzo del transistor, sottolineando con particolare attenzione i vantaggi del

    design modulare7 quasi contemporaneamente, le sue idee vennero adottate da

    Donald Buchla e Robert Moog negli USA e da Paul Ketoff in Italia, fra questi

    Moog riconosciuto come il primo (n.d.s. e pi famoso) costruttore a rendere

    popolare la tecnica del voltage control negli strumenti musicali elettronici analogici8.

    Ma andiamo a vedere perch questi synth vennero definiti modulari, il

    sintetizzatore infatti composto da moduli divisibili per finalit in 3

    categorie: generatori, filtri, modulatori.

    7 Trad. Manning, Peter. Electronic and Computer music - Fourth edition. OXFORD, p.101

    8 Trad. http://en.wikipedia.org/wiki/Synthesizer

  • 5

    Gli oscillatori9 sono la base dell'architettura progettuale di un sintetizzatore,

    sono i generatori principali del suono che verr poi filtrato e processato, il

    loro compito quello di generare una variazione di tensione ciclica ripetuta nel

    tempo definita forma d'onda, l'oscillatore viene dunque comunemente definito

    VCO (voltage controlled oscillator), al quale viene integrato uno o pi controlli

    sull'intonazione (octave, transpose e frequency) a questo si pu aggregare

    l'interruttore che trasforma un VCO in LFO (Low Frequencies Oscillator),

    quest'ultimo fondamentale e presente in tutti i sintetizzatori ed ha la funzione

    di modulare altri segnali utilizzando frequenze da 1 a 30-40 hertz con controlli

    per cambiare le varie forme d'onda e scegliere il momento in cui intervenire

    sulla modulazione con un controllo Delay. Le forme d'onda pi utilizzate sono

    quella sinusoidale, la triangolare, la dente di sega, la quadra, a impulso e il

    generatore di rumore.

    I principali filtri10 o anche VCF (Voltage Controlled Filter) che si occupano di

    far passare soltanto determinate frequenze dal segnale proveniente dagli

    oscillatori, sono il passa-basso, il passa-alto, il passa-banda, i notch (taglia

    banda) e i risonanti. I controlli principali dei filtri sono il Cutoff e la Resonance

    (Peak) vale a dire come interagire sulla frequenza e il volume del fattore di

    risonanza, ultimo fattore importante dei filtri l'ordine, vale a dire l'efficienza

    del filtro espresso solitamente in dB.

    L'amplificatore o anche VCA (Voltage Controlled Amplifier) serve

    principalmente per amplificare il segnale ma ha anche la funzione di agire

    sull'inviluppo della forma d'onda (ADSR Attack, Decay, Sustain, Release), i

    9 L'invenzione dell'oscillatore applicato alla musica si deve a William Duddell nel 1899

    http://en.wikipedia.org/wiki/William_Duddell

    10 L'invenzione dei filtri deriva dalle formulazioni dei grandi matematici C.P. Gauss, F. Bessel, P. Chebyshev, S. Butterworth e W. Cauer

  • 6

    controlli di solito agiscono sul livello iniziale di gain e i vari livelli delle fasi

    dell'inviluppo. L'inviluppo visto pocanzi in realt una delle caratteristiche

    principali dei sintetizzatori ed ha delle applicazioni molteplici, applicato alla

    frequenza di un oscillatore potr creare glissati pi o meno complessi, usato per

    pilotare il cutoff del filtro simuler il decadimento di armoniche tipico di tanti

    strumenti acustici11. Quasi esclusivamente nei synth modulari era anche

    presente un mixer o un merger che permetteva di miscelare i diversi suoni a

    volumi separati. Spesso presente anche un modulo dedicato al Portamento

    che serve proprio ad interagire sulla possibilit di glissare fra una frequenza ed

    un altra. Altro componente fondamentale dei modulari era il Sequencer un

    circuito che automatizza il sintetizzatore in modo da registrare e riprodurre delle

    sequenze di eventi (Step), in modo ciclico e ripetitivo. Simile al sequencer

    l'Arpeggiatore in cui per gli eventi sono direttamente connessi ai tasti premuti

    sulla tastiera. Un ultimo argomento importante per i sintetizzatori modulari e

    non solo riguarda gli effetti, che aprono ad orizzonti talmente vasti da non

    poter essere indagati in questa sede, ci limiteremo dunque ad indicare i pi

    utilizzati: il Ring Modulator un circuito che combina due fonti audio facendo

    uscire un segnale contenente la somma e la differenza delle frequenze in

    ingresso ottenendo risultati solitamente percussivi, il Chorus basato sulla

    somma di linee di ritardo con un effetto simile ad un coro appunto, il Flanger

    simile al chorus ma con linee di ritardo pi brevi e crea dunque dei suoni in

    controfase o in battimento, il Phaser basato sull'utilizzo di filtri che agiscono

    sulla fase solo di alcune frequenze per finire con l'Equalizzatore che pemette di

    enfatizzare o abbassare solo alcune frequenze ed il Rivebero, l'Echo ed il

    Delay che come quasi tutti sanno agiscono sulla ripetizione del suono in entrata

    in tempo differito.

    11 http://www.sintetizzatore.com/index.php/inviluppi

  • 7

    I sintetizzatori hanno la possibilit di essere comandati da diversi controller

    (interni ed esterni) che citiamo in maniera veloce, il Ribbon (nastro) con

    funzioni simili alla tastiera ma con la possibilit di passare da una nota all'altra in

    maniera continua, il Touch-Pad di recente implementazione svolge le stesse

    funzioni del ribbon ma con la possibilit di visualizzare su cosa si va ad agire e

    l'utilizzo dei due assi X e Y anzich uno, il Joystick [particolarmente efficace

    per i synth vettoriali come il Prophet VS (1986) o il Korg Wavestation

    (1994)12] spesso usato al posto di altri controlli importanti quali le Wheels

    (Rotelle) poste usualmente alla sinistra della tastiera, servivano abitualmente per

    regolare intonazione o agire come controller su diversi parametri. E siamo

    giunti dunque alla Tastiera il mezzo pi usato per controllare i sintetizzatori, in

    seguito ampliata nelle modalit espressive e dinamiche con l'aggiunta

    dell'aftertouch e della velocity.

    Fra i tre costruttori dei primi synth modulari, esistevano delle piccole ma

    significative divergenze di vedute, se Buchla con la Buchla Box (1963) infatti

    tendeva a tenersi slegato dall'integrare una tastiera tradizionale ..non c'era

    bisogno di adatttare una tastiera che era stata ideata per colpire corde con dei

    martelletti.. 13, Ketoff nel suo Synket (1965) prefer invece utilizzare tre

    differenti tastiere tradizionali per il controllo di voci in maniera separata, mentre

    Moog utilizz inizialmente una semplice tastiera ma fu molto pi sensibile e

    flessibile alle richieste che venivano man mano poste dai musicisti, realizzando

    modelli su misura, cosa che accadde fin dall'inizio grazie alle richieste di Herb

    Deutsch (Moog: Herb disse che voleva dei suoni che facessero wooo wooo

    woooo)14 e senza le quali probabilmente non avremmo mai avuto il

    sintetizzatore Moog Modular (1964) strumento principe della musica popular a

    cavallo fra gli anni '60 e '70 reso celebre dall'album SWITCHED ON BACH di

    12 vd. http://www.sintetizzatore.com/index.php/sintesi-vettoriale

    13 Trad. Chadabe, Joel. Electric sound - The past and the promise of Electronic Music. PRENTICE HALL, p.147

    14 Trad. Ibidem, p.141

  • 8

    Walter Carlos e fra gli altri da Keith Emerson degli Emerson, Lake and Palmer in

    LUCKY MAN, ma tutt'oggi in uso sia nelle riedizioni analogiche che nei

    riadattamenti in formato VST. Per quanto riguarda invece i sintetizzatori

    normalizzati hanno i vari moduli gi interconnessi, sono spesso pi semplici

    da usare e richiedono una conoscenza della sintesi del suono meno

    approfondita, sono facilmente trasportabili e hanno la tastiera gi connessa al

    generatore di suoni15. Bisogn attendere il MiniMoog (1970) al quale si

    oppose per tutti gli anni settanta la ARP (che prendeva il nome dal fondatore

    Alan Robert Pearlman), soprattutto nel modello Odyssey (1972) che pur

    avendo un oscillatore in meno rispetto al minimoog fu uno dei primi a

    permettere la duofonia (la possilibit di produrre due suoni simultaneamente), un

    altra famosa casa di produzione di sintetizzatori delle origini fu la EMS

    (Electronic Music Studios) di Peter Zinovieff, che si lanci sul mercato con

    un synth portatile in concorrenza con il MiniMoog il VCS3 (1969) e divenne

    molto famosa con i vari modelli del SYNTHI (1972) reso celebre dalla traccia

    ON THE RUN dei Pink Floyd. Tra questi due tipi esiste un terza forma di

    sintetizzatore il semi-normalizzato, uno strumento che ha gi un numero

    definito di moduli, le interconnessioni sono gi preimpostate ma possibile

    reimpostarle ed facilmente interfacciabile con altri sistemi modulari. Il pi

    famoso di questi sintetizzatori sicuramente l' ARP 2600 (1971).16

    Moog - Modular (1964) ARP - 2600 (1971) EMS - VCS3 (1969)

    15 http://www.sintetizzatore.com/index.php/modulari-e-normalizzati

  • 9

    SINTETIZZATORI POLIFONICI

    Fino a questo momento abbiamo parlato di sintetizzatori che erano grado di

    sviluppare soltanto una o al massimo due voci simultaneamente, ma nei primi

    anni '70 l'esigenza di avere synth polifonici crebbe in maniera esponenziale,

    Tom Oberheim (fondatore di un altra famosa casa produttrice di synth che

    prese il suo nome) fu uno dei primi ad intercettare questa necessit e produsse il

    primo synth polifonico, l'Oberheim 2-4-8 voice (1975-1979) tre diversi modelli

    a seconda del numero di moduli, il sistema era basato su moduli SEM

    (Synthetizer Expansion Module). La vera spinta all'avvio dei sintetizzatori

    polifonici fu data dall'introduzione delle tecnologie digitali nella produzione di

    strumenti musicali, che resero possibile la costruzione di sintetizzatori

    programmabili e dotati di memoria (all'inizio rom, in seguito eprom)17. La

    possibilit di memorizzare i "Programmi" o semplicemente i suoni, era stato

    fino a quel momento un altro punto debole dei synth, le soluzioni fino a quel

    momento erano tutte poco ortodosse, dalle fotografie dei pannelli, i pannelli

    forati, le schede perforate fino all'utilizzo di preset realizzati su modelli come

    l'Arp Prosoloist (1972) e il Polymoog (1975) o il Moog Satellite (1973) per

    finire con la soluzione, che attu l'importante casa costruttrice Yamaha, con il

    modello CS80 (1976), vale a dire quattro pannelli di controllo richiamabili. Ma

    la vera rivoluzione sia nel campo della polifonia ,che per quanto riguarda la

    possibilit di memorizzare, si ebbe con l'uscita del primo prodotto di un'altra

    casa fondamentale nella storia dell'innovazione tecnologica dei synth, la

    Sequential Circuits18 con il modello Prophet 5 (1978) fu tra i primi

    sintetizzatori a integrare un sistema di memorie basato sul microprocessore

    16 Ibidem

    17 http://www.suonoelettronico.com/cap_iiii_2_3_prodinst.htm

    18 Venduta alla Yamaha Corporation nel 1987 e proseguito la produzione sotto il nome del fondatore Dave Smith Instruments, fino al 2015 momento in cui ha riacquisito i diritti del marchio Sequential Circuits Inc. (SCI)

  • 10

    Zilog Z80 utilizzato poi in vari altri strumenti come il Memorymoog (1981) e

    il Roland Jupiter 8 (1981); con l'uso di questo integrato era possibile

    finalmente registrare un programma fatto dall'utente e richiamarlo in qualsiasi

    momento. Gi da tempo sia Buchla che Zinovieff avevano iniziato a lavorare e

    a pensare in digitale, non di meno il primo sistema ibrido (analogico a controllo

    digitale) usc addirittura nel 1971 e si trattava del Buchla 500 Series ma siamo

    alla fine degli anni settanta e la digital era sta per avere inizio.

    Oberheim - 4 voice

    S.C. - Prophet 5

    Buchla - 500 Series

  • 11

    SINTETIZZATORI DIGITALI

    I synth, gi in circolazione nel 1978, generavano suoni in molti modi differenti.

    Potevano generarli in sintesi fm, waveshaping, sintesi additiva e sintesi per forme

    d'onda fissa. Ed erano multitimbrici19. Alcuni modelli che esemplificano questo

    momento storico di passaggio sono il primo sintetizatore a produzione sonora

    interamente digitale prodotto della NED (New England Digital) il

    Synclavier (I e II) (1977/78) e l'australiano Fairlight CMI (1979) considerati

    le "Rolls Royce" del mondo dei synth vintage. Il primo, basato sulla sintesi in

    FM, permetteva 64 voci di polifonia, un sampler a 16 bit 100khz a frequenza di

    campionamento variabile, possibilit di registrare fino a 16 tracce a 50 khz, 76

    tasti pesati con velocity e aftertouch, una memoria di 32mb di ram (espandibile fino

    a 768!), il secondo aveva caratteristiche simili ma nasceva come campionatore

    digitale dotato di sequencer, basato pi quindi su processi di risintesi. Altri due

    modelli fondamentali sono il primo, basato su sintesi per campioni o wabetable,

    della casa tedesca PPG (Palm Products GmbH)20 prodotto in serie composta

    da diversi modelli chiamato Wave (1981); l'altro della compagnia americana

    E-Mu Systems prodotto anch'esso in serie di vari modelli chiamato Emulator

    (1982) basato sul campionamento e sull'utilizzo dei floppy disk come supporto

    di memorizzazione. Siamo giunti ad un punto fondamentale dell'evoluzione

    tecnologica non solo dei sintetizzatori ma degli strumenti elettronici in genere,

    l'anno 1983 infatti segn con l'uscita del protocollo MIDI, presentato nella

    tastiera PROPHET 600 della Sequential Circuits, l'inizio dell'era digitale e di

    un modo nuovo di intendere l'utilizzo dei sintetizzatori che in gran parte

    giunto fino ad oggi. L'idea part dalla casa giapponese Roland e incontr subito

    i favori di Tom Oberheim e Dave Smith (Sequential Circuits), successivamente

    tutte le grandi case produttrici trovarono un accordo per quella che fu forse la

    19 Vedi 12. Pg.172

  • 12

    pi importante invenzione nel campo musicale del ventesimo secolo, il Musical

    Instrument Digital Interface21. Ma quell'anno divenne ancora pi importante

    per l'uscita e il boom di vendite che realizz il pi famoso dei sintetizzatori

    digitali lo Yamaha DX7 (1983), le motivazioni che stanno alla base

    dell'incredibile riuscita di questo prodotto furono essenzialmente legate alla

    compresenza delle novit date dal protocollo MIDI e dalla sintesi per FM

    (sviluppata da John Chowning molti anni prima ma registrata proprio grazie

    alla Yamaha nel 1974) unite ad un costo accessibile a tutti. A dire il vero il DX7

    nonostante l'enorme successo e l'incredibile quantit di produzioni musicali in

    cui venne utilizzato, non era esente da difetti, la programmazione infatti era resa

    quasi impossibile da un monitor microscopico e molti utilizzatori finirono per

    utilizzare solamente i suoni presenti come preset, un aspetto questo che

    storicamente diventer sempre pi caratterizzante il tipo di approccio da parte

    della maggioranza degli utilizzatori di tecnologie musicali.22 L'avvento del DX7

    comport indirettamente anche un altro effetto che per un lungo periodo

    influenzo il mercato e la produzione discografica, vale a dire il progressivo (ma

    rapido) declino dei sintetizzatori analogici, da l a poco l'uscita di altri

    famosissimi prodotti come il D-50 (1987) della Roland e l'M1 (1988) della

    Korg segn definitivamente il predominio dell'era digitale. Successivamente e

    per un lungo arco di tempo la produzione dei sintetizzatore inizi a slegarsi

    dall'integrare la tastiera, in quanto il protocollo MIDI consentiva di controllare

    pi generatori di suono con una singola tastiera, chiamata usualmente Master

    Keyboard, e cos dunque iniziarono ad essere prodotti spesso simultaneamente

    ai sintetizzatori tradizionali dei moduli chiamati expander o sintetizzatori rack.

    20 Dal 2003 Waldorf Music

    21 Una definizione interessante fu data proprio da Tom Oberheim "La teoria che sta dietro la realizzazione del MIDI che si pu collegare qualsiasi cosa con qualsiasi cosa". Trad. vd. 12. Pg. 195

    22 Circa duemila dollari.

  • 13

    Siamo giunti agli anni '90, caratterizzati dalla nascita di una nuova tecnica di

    sintesi, la sintesi per modelli fisici, una sintesi che usa equazioni ed algoritmi per

    simulare il naturale processo fisico che genera i suoni, tra i primi modelli

    matematici applicati sicuramente quello di Karplus e Strong del 1983, che

    definisce il comportamento di una corda pizzicata o percossa [...]. Nel 1994 la

    Yamaha costruisce il VL1 (1994) il primo sintetizzatore commerciale a modelli

    fisici23, un altro prodotto simile fu il Korg Prophecy (1995) e successivamente

    un altro prodotto molto apprezzato il Nord Modular (1998) della casa svedese

    Clavia. Per esaurire l'argomento legato all'evoluzione dei sintetizzatori bisogna

    rivolgere ancora una volta lo sguardo all'evoluzione delle tecniche di sintesi, il

    caso della sintesi a reti neurali, una sintesi basata sui concetti matematici delle

    reti neurali, il cuore di questa sintesi sono i generatori detti Resynator che sono

    divisi in regioni chiamate Scape e Sphere. Gli Scape non sono altro che modelli

    fisici virtuali complessi ottenuti da campionamenti che si adattano alle richieste

    fatte dal programmatore, attraverso le opzioni presenti nelle Sphere e

    all'interazione con gli inviluppi e altri modulatori24, il Neuron Hartmann

    (2002), di questo sintetizzatore (come di molti altri) esiste anche la versione

    virtuale il Neuron VS (virtual synth) approfittiamo di essere giunti a questo

    punto, per entrare nel prossimo capitolo dove parleremo dei sintetizzatori

    virtuali. Non prima per di accennare allo status attuale dei sintetizzatori reali,

    che tende verso il ritorno all'utilizzo dell'analogico e alla realizzazione di synth

    molto piccoli e versatili, pregevoli i risultati ottenuti dalla casa svedese Teenage

    Engineering con l'incredibile OP-1 (2011) e da un infinit di prodotti della

    casa Korg fra cui citiamo il Kaossillator (2007) e la serie Volca (2014).

    23 http://www.sintetizzatore.com/index.php/definizione-di-sintesi-per-modelli-fisici-

    24 http://www.sintetizzatore.com/index.php/sintesi-a-reti-neurali

  • 14

    CMI - Fairlight

    PPG - Wave

    Yamaha - DX7

    Yamaha - VL1 (expander)

    Hartmann - Neuron

  • 15

    SINTETIZZATORI VIRTUALI

    A partire dalla seconda met degli anni 90, con la diffusione di massa

    dellinformatica e di sistemi operativi user friendly, nel campo della sintesi

    digitale si assistito a un proliferare di software, commerciali e non, che

    coprono qualsiasi esigenza e aprono le porte a infinite possibilit di generazione

    sonora. [...] Tutti questi software basano comunque il loro funzionamento sulle

    ricerche condotte da Max Mathews e dagli altri pionieri della digital music25.

    Esistono per sintetizzatori pi evoluti in grado non solo di emulare in generale

    il funzionamento dei sintetizzatori o alcuni sintetizzatori in particolare (i pi

    famosi sono gli emulatori dei prodotti Moog della Arturia e ARP della M-

    Audio), ma in grado anche di generare o lavorare su processi o forme d'onda

    inusitati. Questi possono essere considerati synth virtuali puri, e fra questi nella

    sottocategoria dei MODULARI individuiamo Max-Msp, l'AAS (Applied

    Acoustics) Tassman4 e il Reaktor della NI (Native Instruments), fra i

    SEMIMODULARI e LINEARI domina ancora la casa NI con i prodotti

    Absynth e il Massive, famosi anche per il synth virtuale a modulazione di

    frequenza FM8. La casa svedese domina anche nel settore dei

    CAMPIONATORI con il software Kontakt che ha come concorrente

    l'Halion della casa tedesca Steinberg. Incredibile sviluppo e successo hanno

    avuto le librerie sonore di campionamenti, di cui ci limitiamo a citare le

    principali case produttrici East West, Vienna, Garritan, IK-Multimedia e

    8dio. Un'ultima considerazione riguarda l'esistenza di sintetizzatori utilizzabili

    direttamente sul web in modalit On-Line e di App per Smartphone e Tablet,

    che fra l'altro ormai sono sempre pi interfacciabili con i synth hardware di

    ultima generazione. Tutta la tecnologia dei synth virtuali stata resa possibile

    dall'idea di plugin26 e si sviluppata a partire dal 1997 grazie al Virtual Studio

    25 http://www.suonopuro.it/sintesi/sintesi.html

    26 http://it.wikipedia.org/wiki/Plugin_%28informatica%29

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    Technology comunemente e frequentemente abbreviato come VST, si tratta di

    uno standard di plugin musicali ideato da Steinberg, che ha permesso ai vari

    synth virtuali di essere controllati simultaneamente dallo stesso software

    definito usualmente DAW - Digital Audio Workstation, i pi comuni sono il

    Cubase della stessa Steinberg, l'Ableton Live, il Logic Apple e l'Avid della

    Pro Tools.