Rosario Di Mauro (ePub) Ugo Santamaria · parte di Storia di Roma / Teodoro Mommsen ; ......

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: Storia di Roma. Vol. 5: La rivoluzione.Parte prima: Fino alla prima restaurazione di SillaAUTORE: Mommsen, TheodorTRADUTTORE: Quattrini, Antonio GaribaldoCURATORE: Quattrini, Antonio GaribaldoNOTE:

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788828100362

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/

    COPERTINA: [elaborazione da] "Caius Marius Amid theRuins of Carthage " di John Vanderlyn (17751852). -Fine Arts Museums of San Francisco, USA. -https://commons.wikimedia.org/wiki/File:John_Vander-lyn_-_Caius_Marius_Amid_the_Ruins_of_Carthage_-_Goo-gle_Art_Project.jpg. - Pubblico Dominio.

    TRATTO DA: 5: \ La rivoluzione. Parte prima: Finoalla prima restaurazione di Silla / Teodoro Mommsen- Roma: Aequa, stampa 1938. - 318 p. ; 20 cm. Faparte di Storia di Roma / Teodoro Mommsen ; curata e

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    CODICE ISBN E-BOOK: 9788828100362

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    TRATTO DA: 5: \ La rivoluzione. Parte prima: Finoalla prima restaurazione di Silla / Teodoro Mommsen- Roma: Aequa, stampa 1938. - 318 p. ; 20 cm. Faparte di Storia di Roma / Teodoro Mommsen ; curata e

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  • annotata da Antonio G. Quattrini.

    CODICE ISBN FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 11 novembre 20102a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 21 marzo 2017

    INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilit bassa 1: affidabilit standard 2: affidabilit buona 3: affidabilit ottima

    SOGGETTO:HIS002020 STORIA / Antica / Roma

    DIGITALIZZAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

    REVISIONE:Catia Righi, [email protected] Di Mauro (ePub)Ugo Santamaria

    IMPAGINAZIONE:Paolo Alberti, [email protected] SantamariaCarlo F. Traverso (ePub)

    PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected] Santamaria

    Informazioni sul "progetto Manuzio"Il "progetto Manuzio" una iniziativa dell'associa-zione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque vo-glia collaborare, si pone come scopo la pubblicazio-ne e la diffusione gratuita di opere letterarie informato elettronico. Ulteriori informazioni sono di-sponibili sul sito Internet:http://www.liberliber.it/

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    CODICE ISBN FONTE: n. d.

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  • Indice generale

    QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE Prima ParteFINO ALLA PRIMA RESTAURAZIONE DI SILLA........11

    PRIMO CAPITOLOLE PROVINCE VASSALLE SINO ALL'EPOCA DEI GRAC-CHI..........................................................................................12

    1. I vassalli.................................................................................. 122. La Spagna................................................................................ 133. La guerra celtiberica................................................................ 164. Viriate...................................................................................... 225. Numanzia................................................................................ 296. Scipione Emiliano................................................................... 337. Nuovo ordinamento della Spagna........................................... 378. Gli stati clienti......................................................................... 399. Cartagine e la Numidia........................................................... 4310. Distruzione di Cartagine decisa a Roma............................... 4511. Dichiarazione di guerra......................................................... 4912. Resistenza dei Cartaginesi.................................................... 5213. Scipione Emiliano................................................................. 6414. Espugnazione di Cartagine.................................................... 6815. Distruzione di Cartagine....................................................... 7116. La Macedonia e il falso Filippo............................................ 7417. La provincia della Macedonia............................................... 7618. La Grecia............................................................................... 7919. Guerra achea......................................................................... 8120. Distruzione di Corinto........................................................... 8921. Asia....................................................................................... 9322. Guerra contro Aristonico...................................................... 9723. La Cappadocia..................................................................... 10024. Il Ponto................................................................................ 10125. La Siria l'Egitto................................................................... 102

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    Indice generale

    QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE Prima ParteFINO ALLA PRIMA RESTAURAZIONE DI SILLA........11

    PRIMO CAPITOLOLE PROVINCE VASSALLE SINO ALL'EPOCA DEI GRAC-CHI..........................................................................................12

    1. I vassalli.................................................................................. 122. La Spagna................................................................................ 133. La guerra celtiberica................................................................ 164. Viriate...................................................................................... 225. Numanzia................................................................................ 296. Scipione Emiliano................................................................... 337. Nuovo ordinamento della Spagna........................................... 378. Gli stati clienti......................................................................... 399. Cartagine e la Numidia........................................................... 4310. Distruzione di Cartagine decisa a Roma............................... 4511. Dichiarazione di guerra......................................................... 4912. Resistenza dei Cartaginesi.................................................... 5213. Scipione Emiliano................................................................. 6414. Espugnazione di Cartagine.................................................... 6815. Distruzione di Cartagine....................................................... 7116. La Macedonia e il falso Filippo............................................ 7417. La provincia della Macedonia............................................... 7618. La Grecia............................................................................... 7919. Guerra achea......................................................................... 8120. Distruzione di Corinto........................................................... 8921. Asia....................................................................................... 9322. Guerra contro Aristonico...................................................... 9723. La Cappadocia..................................................................... 10024. Il Ponto................................................................................ 10125. La Siria l'Egitto................................................................... 102

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  • 26. Gli Ebrei.............................................................................. 10627. Regno dei Parti.................................................................... 10828. Reazione dell'oriente contro l'occidente.............................. 11129. Condizioni marittime........................................................... 11230. Risultato generale................................................................ 116

    SECONDO CAPITOLOI MOVIMENTI DI RIFORMA E TIBERIO GRACCO.......122

    1. Il governo prima dei Gracchi................................................ 1222. Tentativi di riforma............................................................... 1253. Elezioni comunali................................................................. 1284. Ottimati e popolani................................................................ 1305. La crisi sociale...................................................................... 1316. La schiavit e sue conseguenze............................................ 1337. Insurrezione degli schiavi..................................................... 1388. I contadini italici................................................................... 1429. Scipione Emiliano................................................................. 14610. Tiberio Gracco..................................................................... 15011. Legge agraria....................................................................... 15412. L'uccisione di Gracco.......................................................... 15913. La questione demaniale....................................................... 16314. L'opera di Gracco................................................................ 166

    TERZO CAPITOLOLARIVOLUZIONE E CAIO GRACCO....................................173

    1. La divisione delle terre demaniali ......................................... 1732. Scipione Emiliano sospende la commissione....................... 1763. Uccisione di Emiliano........................................................... 1784. Agitazione democratica......................................................... 1815. Distruzione di Fregelle.......................................................... 1826. Caio Gracco........................................................................... 1847. Leggi agrarie......................................................................... 1888. Colonizzazione d'oltremare................................................... 1899. Temperamenti nel diritto penale............................................ 19110. Elevazione dei cavalieri...................................................... 19311. Contrassegni dei cavalieri................................................... 19612. Giudizi dei giurati............................................................... 19813. Governo monarchico in regime senatorio........................... 20014. La costituzione di C. Gracco............................................... 204

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    26. Gli Ebrei.............................................................................. 10627. Regno dei Parti.................................................................... 10828. Reazione dell'oriente contro l'occidente.............................. 11129. Condizioni marittime........................................................... 11230. Risultato generale................................................................ 116

    SECONDO CAPITOLOI MOVIMENTI DI RIFORMA E TIBERIO GRACCO.......122

    1. Il governo prima dei Gracchi................................................ 1222. Tentativi di riforma............................................................... 1253. Elezioni comunali................................................................. 1284. Ottimati e popolani................................................................ 1305. La crisi sociale...................................................................... 1316. La schiavit e sue conseguenze............................................ 1337. Insurrezione degli schiavi..................................................... 1388. I contadini italici................................................................... 1429. Scipione Emiliano................................................................. 14610. Tiberio Gracco..................................................................... 15011. Legge agraria....................................................................... 15412. L'uccisione di Gracco.......................................................... 15913. La questione demaniale....................................................... 16314. L'opera di Gracco................................................................ 166

    TERZO CAPITOLOLARIVOLUZIONE E CAIO GRACCO....................................173

    1. La divisione delle terre demaniali ......................................... 1732. Scipione Emiliano sospende la commissione....................... 1763. Uccisione di Emiliano........................................................... 1784. Agitazione democratica......................................................... 1815. Distruzione di Fregelle.......................................................... 1826. Caio Gracco........................................................................... 1847. Leggi agrarie......................................................................... 1888. Colonizzazione d'oltremare................................................... 1899. Temperamenti nel diritto penale............................................ 19110. Elevazione dei cavalieri...................................................... 19311. Contrassegni dei cavalieri................................................... 19612. Giudizi dei giurati............................................................... 19813. Governo monarchico in regime senatorio........................... 20014. La costituzione di C. Gracco............................................... 204

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  • 15. I confederati........................................................................ 21016. Caduta di Gracco................................................................. 21217. La catastrofe di Gracco....................................................... 215

    QUARTO CAPITOLOIL GOVERNO DELLA RESTAURAZIONE.......................222

    1. Vacanza nel potere................................................................ 2222. Persecuzione dei democratici................................................ 2233. Le terre demaniali sotto la restaurazione.............................. 2254. Proletariato e cavalieri sotto la restaurazione ........................ 2295. Gli uomini della restaurazione.............................................. 2316. Condizioni sociali d'Italia...................................................... 2347. Le province........................................................................... 2358. Seconda guerra degli schiavi................................................. 2389. Atenione................................................................................ 24110. Gli stati clienti..................................................................... 24411. Guerra di successione in Numidia....................................... 24712. Intervento dei Romani......................................................... 25113. Trattato tra Roma e Giugurta.............................................. 25314. La ripresa della guerra......................................................... 25415. Spirito della capitale............................................................ 25616. L'annullamento del trattato.................................................. 25717. La battaglia sul Mutulo....................................................... 25918. L'occupazione della Numidia.............................................. 26319. Complicazioni..................................................................... 26620. Combattimenti infruttuosi................................................... 26821. Consegna e supplizio di Giugurta....................................... 27222. Le conseguenze della guerra giugurtina.............................. 275

    QUINTO CAPITOLOI POPOLI DEL SETTENTRIONE.......................................279

    1. I rapporti col settentrione...................................................... 2792. Allobrogi e Alverniati........................................................... 2823. Provincia narbonese.............................................................. 2854. Conseguenze della restaurazione.......................................... 2875. Provincie illiriche.................................................................. 2886. Sottomissione dei Dalmati.................................................... 2907. Gli Elvezi.............................................................................. 2918. Reti - Euganei - Veneti.......................................................... 292

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    15. I confederati........................................................................ 21016. Caduta di Gracco................................................................. 21217. La catastrofe di Gracco....................................................... 215

    QUARTO CAPITOLOIL GOVERNO DELLA RESTAURAZIONE.......................222

    1. Vacanza nel potere................................................................ 2222. Persecuzione dei democratici................................................ 2233. Le terre demaniali sotto la restaurazione.............................. 2254. Proletariato e cavalieri sotto la restaurazione ........................ 2295. Gli uomini della restaurazione.............................................. 2316. Condizioni sociali d'Italia...................................................... 2347. Le province........................................................................... 2358. Seconda guerra degli schiavi................................................. 2389. Atenione................................................................................ 24110. Gli stati clienti..................................................................... 24411. Guerra di successione in Numidia....................................... 24712. Intervento dei Romani......................................................... 25113. Trattato tra Roma e Giugurta.............................................. 25314. La ripresa della guerra......................................................... 25415. Spirito della capitale............................................................ 25616. L'annullamento del trattato.................................................. 25717. La battaglia sul Mutulo....................................................... 25918. L'occupazione della Numidia.............................................. 26319. Complicazioni..................................................................... 26620. Combattimenti infruttuosi................................................... 26821. Consegna e supplizio di Giugurta....................................... 27222. Le conseguenze della guerra giugurtina.............................. 275

    QUINTO CAPITOLOI POPOLI DEL SETTENTRIONE.......................................279

    1. I rapporti col settentrione...................................................... 2792. Allobrogi e Alverniati........................................................... 2823. Provincia narbonese.............................................................. 2854. Conseguenze della restaurazione.......................................... 2875. Provincie illiriche.................................................................. 2886. Sottomissione dei Dalmati.................................................... 2907. Gli Elvezi.............................................................................. 2918. Reti - Euganei - Veneti.......................................................... 292

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  • 9. Popoli illirici......................................................................... 29410. Combattimenti ai confini.................................................... 29511. Oltre le Alpi e il Danubio.................................................... 29712. I Cimbri............................................................................... 30013. Invasioni e lotte coi Cimbri................................................. 30514. Discesa degli Elvezi............................................................ 30615. Sconfitta presso Arausio..................................................... 30816. L'opposizione romana......................................................... 31117. Mario supremo duce............................................................ 31518. Difensiva dei Romani.......................................................... 31819. Calata in Italia..................................................................... 32020. Battaglia di Aqu Sexti.................................................... 32121. I Cimbri in Italia.................................................................. 32322. La vittoria ed i partiti.......................................................... 326

    SESTO CAPITOLOTENTATIVO DI RIVOLUZIONE DI MARIO E TENTATIVODI RIFORMA DI DRUSO....................................................329

    1. Mario..................................................................................... 3292. Posizione politica di Mario................................................... 3323. Nuovo ordinamento dell'esercito.......................................... 3354. Importanza politica della riforma.......................................... 3405. Piani politici di Mario........................................................... 3426. Il partito del popolo............................................................... 3457. Glaucia e Saturnino............................................................... 3478. Leggi appuleie....................................................................... 3509. Prepotenze nella votazione.................................................... 35410. Opposizione dell'aristocrazia.............................................. 35611. Contrasti fra Mario e i demagoghi...................................... 35712. Saturnino isolato e battuto................................................... 35913. Sconfitta politica di Mario.................................................. 36114. Il partito dei cavalieri.......................................................... 36315. La lotta per le province....................................................... 36716. Livio Druso......................................................................... 37017. Tentativo di riforma dei moderati....................................... 37218. Dibattito sulle leggi di Livio............................................... 37519. L'assassinio di Druso........................................................... 377

    SETTIMO CAPITOLO

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    9. Popoli illirici......................................................................... 29410. Combattimenti ai confini.................................................... 29511. Oltre le Alpi e il Danubio.................................................... 29712. I Cimbri............................................................................... 30013. Invasioni e lotte coi Cimbri................................................. 30514. Discesa degli Elvezi............................................................ 30615. Sconfitta presso Arausio..................................................... 30816. L'opposizione romana......................................................... 31117. Mario supremo duce............................................................ 31518. Difensiva dei Romani.......................................................... 31819. Calata in Italia..................................................................... 32020. Battaglia di Aqu Sexti.................................................... 32121. I Cimbri in Italia.................................................................. 32322. La vittoria ed i partiti.......................................................... 326

    SESTO CAPITOLOTENTATIVO DI RIVOLUZIONE DI MARIO E TENTATIVODI RIFORMA DI DRUSO....................................................329

    1. Mario..................................................................................... 3292. Posizione politica di Mario................................................... 3323. Nuovo ordinamento dell'esercito.......................................... 3354. Importanza politica della riforma.......................................... 3405. Piani politici di Mario........................................................... 3426. Il partito del popolo............................................................... 3457. Glaucia e Saturnino............................................................... 3478. Leggi appuleie....................................................................... 3509. Prepotenze nella votazione.................................................... 35410. Opposizione dell'aristocrazia.............................................. 35611. Contrasti fra Mario e i demagoghi...................................... 35712. Saturnino isolato e battuto................................................... 35913. Sconfitta politica di Mario.................................................. 36114. Il partito dei cavalieri.......................................................... 36315. La lotta per le province....................................................... 36716. Livio Druso......................................................................... 37017. Tentativo di riforma dei moderati....................................... 37218. Dibattito sulle leggi di Livio............................................... 37519. L'assassinio di Druso........................................................... 377

    SETTIMO CAPITOLO

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  • LA RIBELLIONE DEI SUDDITI ITALICI E LA RIVOLU-ZIONE SULPICIA................................................................380

    1. Romani e Italici..................................................................... 3802. Trascuratezza e cattivo trattamento dei sudditi .....................3813. La disunione.......................................................................... 3854. I partiti italici e i Romani...................................................... 3875. Gli Italici e Druso.................................................................. 3896. Prodromi di rivolta................................................................ 3917. Lo scoppio dell'insurrezione................................................. 3948. Ripercussione a Roma........................................................... 3979. Organizzazione politica della rivolta.................................... 39910. Armamenti.......................................................................... 40211. Inizio della guerra................................................................ 40512. La perdita della Campania.................................................. 40713. Sconfitta e morte di Lupo.................................................... 40914. Dopo il primo anno di guerra.............................................. 41215. Estensione del diritto di cittadinanza.................................. 41416. Diritto latino ai Celti........................................................... 41717. Secondo anno di guerra....................................................... 42018. Sottomissione della Campania............................................ 42319. L'insurrezione domata......................................................... 42520. Perseveranza dei Sanniti..................................................... 42621. La sconfitta degli Italici...................................................... 42822. Fermento in Roma............................................................... 42923. Decadenza della disciplina militare.................................... 43324. Le leggi sulpicie.................................................................. 43525. Tendenza di queste leggi..................................................... 43826. Opposizione del governo.................................................... 44127. Richiamo di Silla................................................................. 44328. Della marcia su Roma......................................................... 44529. Prima restaurazione di Silla................................................ 44730. Le leggi di Silla................................................................... 44931. Nuovi ostacoli..................................................................... 454

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    LA RIBELLIONE DEI SUDDITI ITALICI E LA RIVOLU-ZIONE SULPICIA................................................................380

    1. Romani e Italici..................................................................... 3802. Trascuratezza e cattivo trattamento dei sudditi .....................3813. La disunione.......................................................................... 3854. I partiti italici e i Romani...................................................... 3875. Gli Italici e Druso.................................................................. 3896. Prodromi di rivolta................................................................ 3917. Lo scoppio dell'insurrezione................................................. 3948. Ripercussione a Roma........................................................... 3979. Organizzazione politica della rivolta.................................... 39910. Armamenti.......................................................................... 40211. Inizio della guerra................................................................ 40512. La perdita della Campania.................................................. 40713. Sconfitta e morte di Lupo.................................................... 40914. Dopo il primo anno di guerra.............................................. 41215. Estensione del diritto di cittadinanza.................................. 41416. Diritto latino ai Celti........................................................... 41717. Secondo anno di guerra....................................................... 42018. Sottomissione della Campania............................................ 42319. L'insurrezione domata......................................................... 42520. Perseveranza dei Sanniti..................................................... 42621. La sconfitta degli Italici...................................................... 42822. Fermento in Roma............................................................... 42923. Decadenza della disciplina militare.................................... 43324. Le leggi sulpicie.................................................................. 43525. Tendenza di queste leggi..................................................... 43826. Opposizione del governo.................................................... 44127. Richiamo di Silla................................................................. 44328. Della marcia su Roma......................................................... 44529. Prima restaurazione di Silla................................................ 44730. Le leggi di Silla................................................................... 44931. Nuovi ostacoli..................................................................... 454

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  • TEODORO MOMMSEN

    STORIA DI ROMACURATA E ANNOTATA DA ANTONIO G. QUATTRINI

    QUINTO VOLUME

    TEODORO MOMMSEN

    STORIA DI ROMACURATA E ANNOTATA DA ANTONIO G. QUATTRINI

    QUINTO VOLUME

  • QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE

    PRIMA PARTEFINO ALLA PRIMA RESTAURAZIONE DI

    SILLA

    Ma essi sono pazzi furiosiIo temo che si spezziIddio non paga il sabato.

    GOETHE.

    QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE

    PRIMA PARTEFINO ALLA PRIMA RESTAURAZIONE DI

    SILLA

    Ma essi sono pazzi furiosiIo temo che si spezziIddio non paga il sabato.

    GOETHE.

  • PRIMO CAPITOLOLE PROVINCE VASSALLE

    SINO ALL'EPOCA DEI GRACCHI

    1. I vassalli.Con la distruzione del regno macedone il supremo do-minio di Roma, divenuto un fatto compiuto, non solo siconsolid dalle colonne d'Ercole alle foci del Nilo edell'Oronte, ma, quasi ultima parola del fato, gravitava,con tutto il peso dell'inevitabilit, sui popoli, e sembravalasciar loro soltanto la scelta tra una disperata resistenzae un disperato martirio.Se la storia non avesse il diritto di reclamare dal lettoreserio di esser seguta nei suoi giorni felici come nei tri-sti, attraverso le rose e le spine, lo storiografo si senti-rebbe tentato di sottrarsi al doloroso compito di seguirenei suoi molteplici ma monotoni svolgimenti, questa lot-ta di una assoluta superiorit di forze colla miserevoleimpotenza, tanto nelle province spagnole, gi incorpora-te nello stato romano, quanto nei paesi africani, ellenicie asiatici dominati ancora secondo il diritto di clientela.Per quanto insignificanti e subordinate possano apparirequeste singole lotte, pure al loro complesso si unisceun'importanza storica profonda; mentre la conoscenzadelle condizioni italiche di questo periodo, spiega e giu-stifica il contraccolpo che dalle province venne a ferire

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    PRIMO CAPITOLOLE PROVINCE VASSALLE

    SINO ALL'EPOCA DEI GRACCHI

    1. I vassalli.Con la distruzione del regno macedone il supremo do-minio di Roma, divenuto un fatto compiuto, non solo siconsolid dalle colonne d'Ercole alle foci del Nilo edell'Oronte, ma, quasi ultima parola del fato, gravitava,con tutto il peso dell'inevitabilit, sui popoli, e sembravalasciar loro soltanto la scelta tra una disperata resistenzae un disperato martirio.Se la storia non avesse il diritto di reclamare dal lettoreserio di esser seguta nei suoi giorni felici come nei tri-sti, attraverso le rose e le spine, lo storiografo si senti-rebbe tentato di sottrarsi al doloroso compito di seguirenei suoi molteplici ma monotoni svolgimenti, questa lot-ta di una assoluta superiorit di forze colla miserevoleimpotenza, tanto nelle province spagnole, gi incorpora-te nello stato romano, quanto nei paesi africani, ellenicie asiatici dominati ancora secondo il diritto di clientela.Per quanto insignificanti e subordinate possano apparirequeste singole lotte, pure al loro complesso si unisceun'importanza storica profonda; mentre la conoscenzadelle condizioni italiche di questo periodo, spiega e giu-stifica il contraccolpo che dalle province venne a ferire

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  • la capitale.

    2. La Spagna.Oltre ai territori considerati secondo l'ordine naturalecome paesi collaterali d'Italia, dove dopo tutto nemmenogli indigeni erano stati completamente sottomessi, edove Liguri, Sardi e Corsi offrivano continue occasioniper trionfi da villaggio, ci che non ridondava ad ono-re di Roma, al principio di quest'epoca un formale domi-nio di Roma esisteva solo nelle due province spagnoleche comprendevano la maggior parte orientale e meri-dionale della penisola iberica.Si gi tentato di descrivere le condizioni della peniso-la: vi si trovavano mescolati Iberi, Celti, Fenici, Elleni,Romani, in diversi stadi di civilizzazione e in un'amal-gama di civilt diverse: la coltura iberica antica accantoad una completa barbarie, la civilt delle citt mercantilifenicie e greche accanto all'incipiente latinizzazionepromossa particolarmente dai moltissimi Italici occupatinelle miniere d'argento e dal forte presidio permanente.Meritano di essere accennate, sotto questo rapporto, Ita-lica, comune romano (presso Siviglia) e la colonia latinadi Carteia (nella baia di Gibilterra), che fu il primo co-mune urbano oltremarino di lingua latina e di costituzio-ne italica.Italica fu fondata da Scipione il maggiore per i suoi ve-terani che desideravano rimanere nella penisola, ancor

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    la capitale.

    2. La Spagna.Oltre ai territori considerati secondo l'ordine naturalecome paesi collaterali d'Italia, dove dopo tutto nemmenogli indigeni erano stati completamente sottomessi, edove Liguri, Sardi e Corsi offrivano continue occasioniper trionfi da villaggio, ci che non ridondava ad ono-re di Roma, al principio di quest'epoca un formale domi-nio di Roma esisteva solo nelle due province spagnoleche comprendevano la maggior parte orientale e meri-dionale della penisola iberica.Si gi tentato di descrivere le condizioni della peniso-la: vi si trovavano mescolati Iberi, Celti, Fenici, Elleni,Romani, in diversi stadi di civilizzazione e in un'amal-gama di civilt diverse: la coltura iberica antica accantoad una completa barbarie, la civilt delle citt mercantilifenicie e greche accanto all'incipiente latinizzazionepromossa particolarmente dai moltissimi Italici occupatinelle miniere d'argento e dal forte presidio permanente.Meritano di essere accennate, sotto questo rapporto, Ita-lica, comune romano (presso Siviglia) e la colonia latinadi Carteia (nella baia di Gibilterra), che fu il primo co-mune urbano oltremarino di lingua latina e di costituzio-ne italica.Italica fu fondata da Scipione il maggiore per i suoi ve-terani che desideravano rimanere nella penisola, ancor

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  • prima di lasciare la Spagna (548 = 206), ma verosimil-mente come una borgata1 e non come un comune citta-dino.La fondazione di Carteia avvenne nel 583 = 171 e ne fuoccasione il ragguardevole numero di figli nati al campoda soldati romani e da schiave spagnole, i quali cresce-vano per diritto schiavi ma in fatto Italici liberi, e tali inquest'epoca furono ufficialmente dichiarati e costituiti inuna colonia latina unitamente agli antichi abitanti diCarteia. Le province spagnole godevano i vantaggi diuna pace quasi imperturbata da circa trent'anni dopol'ordinamento della provincia dell'Ebro per cura di Tibe-rio Sempronio Gracco (575,576 = 179,178) quantunquedue volte si faccia menzione di spedizioni contro Celti-beri e contro Lusitani. Ma nell'anno 600 = 154 si verifi-carono avvenimenti pi seri.I Lusitani, capitanati da un certo Punico, irruppero nelterritorio romano, batterono i due governatori romani,che loro si opponevano uniti, e fecero non piccola stragedelle loro genti. Tali avvenimenti incoraggiarono i Vet-toni (tra il Tago e l'alto Duero) a fare causa comune coiLusitani; cos questi, rinforzati, non solo estesero le loroscorrerie sino al Mediterraneo, ma taglieggiarono persi-no le terre dei Bastulofenici, nelle vicinanze della capi-1 Italica sar divenuta per opera di Scipione ci che in Italia si chiamava fo-

    rum et conciliabulum civium romanorum; cos era sorta pi tardi AquaeSextiae nella Gallia. I comuni cittadini oltremarini ebbero la loro originepi tardi con Cartagena e con Narbona; per singolare che in certo sensosia stato Scipione a dare origine anche a queste.

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    prima di lasciare la Spagna (548 = 206), ma verosimil-mente come una borgata1 e non come un comune citta-dino.La fondazione di Carteia avvenne nel 583 = 171 e ne fuoccasione il ragguardevole numero di figli nati al campoda soldati romani e da schiave spagnole, i quali cresce-vano per diritto schiavi ma in fatto Italici liberi, e tali inquest'epoca furono ufficialmente dichiarati e costituiti inuna colonia latina unitamente agli antichi abitanti diCarteia. Le province spagnole godevano i vantaggi diuna pace quasi imperturbata da circa trent'anni dopol'ordinamento della provincia dell'Ebro per cura di Tibe-rio Sempronio Gracco (575,576 = 179,178) quantunquedue volte si faccia menzione di spedizioni contro Celti-beri e contro Lusitani. Ma nell'anno 600 = 154 si verifi-carono avvenimenti pi seri.I Lusitani, capitanati da un certo Punico, irruppero nelterritorio romano, batterono i due governatori romani,che loro si opponevano uniti, e fecero non piccola stragedelle loro genti. Tali avvenimenti incoraggiarono i Vet-toni (tra il Tago e l'alto Duero) a fare causa comune coiLusitani; cos questi, rinforzati, non solo estesero le loroscorrerie sino al Mediterraneo, ma taglieggiarono persi-no le terre dei Bastulofenici, nelle vicinanze della capi-1 Italica sar divenuta per opera di Scipione ci che in Italia si chiamava fo-

    rum et conciliabulum civium romanorum; cos era sorta pi tardi AquaeSextiae nella Gallia. I comuni cittadini oltremarini ebbero la loro originepi tardi con Cartagena e con Narbona; per singolare che in certo sensosia stato Scipione a dare origine anche a queste.

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  • tale romana Cartagine nuova (Cartagena).A Roma l'avvenimento parve grave abbastanza per de-terminare l'invio d'un console in Spagna, ci che non eraavvenuto dal 559 = 195 in poi; e per accelerare l'arrivodei rinforzi, si dispose che i nuovi consoli entrassero incarica due mesi e mezzo prima del tempo legale. Fuquesta la cagione, per cui fu spostata l'entrata in caricadei consoli dal quindici marzo al primo gennaio, e conessa fu stabilito il principio dell'anno, quel medesimo dicui ci serviamo ancora oggi. Ma ancor prima che arri-vasse il console Quinto Fulvio Nobiliore col suo eserci-to, si venne ad una sanguinosa battaglia sulla sponda de-stra del Tago (601 = 153) tra il governatore della Spagnaulteriore, pretore Lucio Mummio ed i Lusitani, capita-nati allora, dopo la morte di Punico, dal suo successoreCesare. Sulle prime la fortuna fu favorevole ai Romani;sbaragliato l'esercito lusitano, fu preso il campo. Ma siache fossero affaticati dalla marcia, sia che si disordinas-sero inseguendo il nemico, certo che i Romani furonoalla fine completamente battuti dai loro gi vinti avver-sari e oltre il campo nemico perdettero il proprio e 9000combattenti.Ora l'incendio di guerra si andava rapidamente esten-dendo. I Lusitani dalla sinistra del Tago, capitanati daCaucheno, si gettarono sui Celti soggetti ai Romani (inAlenteio) e presero la loro citt, Conistorgi. Spedironoquindi ai Celtiberi le insegne tolte a Mummio per infor-marli della riportata vittoria e perch ci servisse loro di

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    tale romana Cartagine nuova (Cartagena).A Roma l'avvenimento parve grave abbastanza per de-terminare l'invio d'un console in Spagna, ci che non eraavvenuto dal 559 = 195 in poi; e per accelerare l'arrivodei rinforzi, si dispose che i nuovi consoli entrassero incarica due mesi e mezzo prima del tempo legale. Fuquesta la cagione, per cui fu spostata l'entrata in caricadei consoli dal quindici marzo al primo gennaio, e conessa fu stabilito il principio dell'anno, quel medesimo dicui ci serviamo ancora oggi. Ma ancor prima che arri-vasse il console Quinto Fulvio Nobiliore col suo eserci-to, si venne ad una sanguinosa battaglia sulla sponda de-stra del Tago (601 = 153) tra il governatore della Spagnaulteriore, pretore Lucio Mummio ed i Lusitani, capita-nati allora, dopo la morte di Punico, dal suo successoreCesare. Sulle prime la fortuna fu favorevole ai Romani;sbaragliato l'esercito lusitano, fu preso il campo. Ma siache fossero affaticati dalla marcia, sia che si disordinas-sero inseguendo il nemico, certo che i Romani furonoalla fine completamente battuti dai loro gi vinti avver-sari e oltre il campo nemico perdettero il proprio e 9000combattenti.Ora l'incendio di guerra si andava rapidamente esten-dendo. I Lusitani dalla sinistra del Tago, capitanati daCaucheno, si gettarono sui Celti soggetti ai Romani (inAlenteio) e presero la loro citt, Conistorgi. Spedironoquindi ai Celtiberi le insegne tolte a Mummio per infor-marli della riportata vittoria e perch ci servisse loro di

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  • ammonimento, ch anche tra costoro non mancava ma-teria perch l'incendio divampasse.

    3. La guerra celtiberica.Due piccole popolazioni della Celtiberia, i Belli e i Titti,vicini ai possenti Arevachi (alle sorgenti del Duero e delTago) avevano deciso di formare insieme una colonia efondare una citt. Mentre stavano costruendone le mura,ebbero dai Romani l'ordine di abbandonare quell'impre-sa, giacch le ordinanze di Sempronio vietavano a tuttele comunit soggette ogni arbitraria fondazione di citt,e fu anche imposto loro di soddisfare al pattuito debitodi denaro e di uomini, che gi da lungo tempo non siesigeva.Gli Spagnoli rifiutarono di ubbidire ad entrambe le in-giunzioni, dicendo, che non si trattava gi di fondazionema solo d'ingrandimento d'una citt, e che le prestazioninon erano state sospese, ma dai Romani condonate. Inconseguenza di che Nobiliore comparve nella Spagnaanteriore con 30.000 uomini, tra i quali si trovavanopure cavalieri numidi e dieci elefanti.Le mura della nuova citt non erano ancora compiute; lamaggior parte degli abitanti si sottomise. Ma gli uominipi risoluti fuggirono colle loro famiglie presso i potentiArevachi, eccitandoli a fare con essi causa comune con-tro i Romani.Incoraggiati dalla vittoria riportata dai Lusitani su

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    ammonimento, ch anche tra costoro non mancava ma-teria perch l'incendio divampasse.

    3. La guerra celtiberica.Due piccole popolazioni della Celtiberia, i Belli e i Titti,vicini ai possenti Arevachi (alle sorgenti del Duero e delTago) avevano deciso di formare insieme una colonia efondare una citt. Mentre stavano costruendone le mura,ebbero dai Romani l'ordine di abbandonare quell'impre-sa, giacch le ordinanze di Sempronio vietavano a tuttele comunit soggette ogni arbitraria fondazione di citt,e fu anche imposto loro di soddisfare al pattuito debitodi denaro e di uomini, che gi da lungo tempo non siesigeva.Gli Spagnoli rifiutarono di ubbidire ad entrambe le in-giunzioni, dicendo, che non si trattava gi di fondazionema solo d'ingrandimento d'una citt, e che le prestazioninon erano state sospese, ma dai Romani condonate. Inconseguenza di che Nobiliore comparve nella Spagnaanteriore con 30.000 uomini, tra i quali si trovavanopure cavalieri numidi e dieci elefanti.Le mura della nuova citt non erano ancora compiute; lamaggior parte degli abitanti si sottomise. Ma gli uominipi risoluti fuggirono colle loro famiglie presso i potentiArevachi, eccitandoli a fare con essi causa comune con-tro i Romani.Incoraggiati dalla vittoria riportata dai Lusitani su

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  • Mummio, gli Arevachi vi acconsentirono, ed elesseroCaro, fuggiasco Segedano, comandante. Il terzo giornodopo la sua elezione il valoroso capitano era morto, mal'esercito romano era stato battuto con la perdita di 6000cittadini romani. Il 23 agosto, giorno in cui si celebrava-no le Vulcanali, fu d'allora in poi per i Romani un gior-no nefasto. Tuttavia la morte del loro comandante indus-se gli Arevachi a ritirarsi nella loro pi forte citt di Nu-manzia (Garray ad una lega di distanza verso nord daSoria sul Duero) dove Nobiliore li insegu. Sotto lemura della citt si venne ad una seconda battaglia, nellaquale sulle prime i Romani respinsero coi loro elefantigli Spagnoli entro la citt, ma poscia uno di questi ani-mali ferito mise la confusione nell'esercito, e i nemici neapprofittarono, fecero un'altra sortita e misero in fugaper la seconda volta i Romani.Questa ed altre sventure, fra cui la distruzione di un cor-po di cavalleria romana spedito coll'intento di sollecitaresoccorsi, ridussero le cose dei Romani nella provinciaciteriore a tale estremo che la fortezza di Ochili, nellaquale si trovavano la cassa e le provvigioni dei Romani,pass al nemico, e gli Arevachi si disponevano, quan-tunque inutilmente, a dettare le condizioni della pace aiRomani.Frattanto questi danni venivano in parte mitigati dai suc-cessi riportati da Mummio nella provincia meridionale.Quantunque il suo esercito fosse diradato per la toccatasconfitta, gli riusc non solo di sconfiggere sulla destra

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    Mummio, gli Arevachi vi acconsentirono, ed elesseroCaro, fuggiasco Segedano, comandante. Il terzo giornodopo la sua elezione il valoroso capitano era morto, mal'esercito romano era stato battuto con la perdita di 6000cittadini romani. Il 23 agosto, giorno in cui si celebrava-no le Vulcanali, fu d'allora in poi per i Romani un gior-no nefasto. Tuttavia la morte del loro comandante indus-se gli Arevachi a ritirarsi nella loro pi forte citt di Nu-manzia (Garray ad una lega di distanza verso nord daSoria sul Duero) dove Nobiliore li insegu. Sotto lemura della citt si venne ad una seconda battaglia, nellaquale sulle prime i Romani respinsero coi loro elefantigli Spagnoli entro la citt, ma poscia uno di questi ani-mali ferito mise la confusione nell'esercito, e i nemici neapprofittarono, fecero un'altra sortita e misero in fugaper la seconda volta i Romani.Questa ed altre sventure, fra cui la distruzione di un cor-po di cavalleria romana spedito coll'intento di sollecitaresoccorsi, ridussero le cose dei Romani nella provinciaciteriore a tale estremo che la fortezza di Ochili, nellaquale si trovavano la cassa e le provvigioni dei Romani,pass al nemico, e gli Arevachi si disponevano, quan-tunque inutilmente, a dettare le condizioni della pace aiRomani.Frattanto questi danni venivano in parte mitigati dai suc-cessi riportati da Mummio nella provincia meridionale.Quantunque il suo esercito fosse diradato per la toccatasconfitta, gli riusc non solo di sconfiggere sulla destra

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  • del Tago i Lusitani, che imprudentemente vi si eranosparsi, ma, passando sulla riva sinistra, dove i Lusitaniavevano scorso tutto il territorio romano e fatto dellescorrerie sino in Africa, di sgombrare i nemici da tuttala provincia meridionale.Nella settentrionale il senato sped l'anno seguente (602= 152) oltre a ragguardevoli rinforzi, un altro supremocondottiero in luogo dell'inetto Nobiliore, cio il conso-le Marco Claudio Marcello, il quale come pretore nel586 si era gi segnalato in Spagna e aveva poi in dueconsolati date prove del suo talento come generale.L'accorta sua direzione, e pi ancora la sua indulgenzafu la causa che ben presto si cambiasse lo stato dellecose; Ochili gli si sottomise immediatamente, e gli stes-si Arevachi, assicurati da Marcello che con una modicaammenda sarebbe loro stata accordata la pace, conchiu-sero un armistizio e mandarono a Roma gli ambasciato-ri.Marcello pot allora rivolgersi alla provincia meridiona-le, nella quale i Vettoni e i Lusitani, si erano mostratisottomessi al pretore Marco Attillo fintanto ch'egli si eratrattenuto sul loro territorio, ma dopo la sua partenza sierano subito sollevati e andavano molestando gli alleatidei Romani.L'arrivo del console ricondusse la tranquillit e mentreegli svernava a Corduba si ristette dalle armi in tutta lapenisola. Frattanto in Roma si trattava della pace con gliArevachi. A designare le condizioni interne della Spa-

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    del Tago i Lusitani, che imprudentemente vi si eranosparsi, ma, passando sulla riva sinistra, dove i Lusitaniavevano scorso tutto il territorio romano e fatto dellescorrerie sino in Africa, di sgombrare i nemici da tuttala provincia meridionale.Nella settentrionale il senato sped l'anno seguente (602= 152) oltre a ragguardevoli rinforzi, un altro supremocondottiero in luogo dell'inetto Nobiliore, cio il conso-le Marco Claudio Marcello, il quale come pretore nel586 si era gi segnalato in Spagna e aveva poi in dueconsolati date prove del suo talento come generale.L'accorta sua direzione, e pi ancora la sua indulgenzafu la causa che ben presto si cambiasse lo stato dellecose; Ochili gli si sottomise immediatamente, e gli stes-si Arevachi, assicurati da Marcello che con una modicaammenda sarebbe loro stata accordata la pace, conchiu-sero un armistizio e mandarono a Roma gli ambasciato-ri.Marcello pot allora rivolgersi alla provincia meridiona-le, nella quale i Vettoni e i Lusitani, si erano mostratisottomessi al pretore Marco Attillo fintanto ch'egli si eratrattenuto sul loro territorio, ma dopo la sua partenza sierano subito sollevati e andavano molestando gli alleatidei Romani.L'arrivo del console ricondusse la tranquillit e mentreegli svernava a Corduba si ristette dalle armi in tutta lapenisola. Frattanto in Roma si trattava della pace con gliArevachi. A designare le condizioni interne della Spa-

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  • gna valga ci, che gli Averachi stessi del partito favore-vole ai Romani inviati a Roma, furono cagione del riget-to delle proposte di pace, mettendo essi sott'occhio, che,se non si voleva abbandonare gli Spagnoli partigiani diRoma, non vi era altra scelta che di inviare ogni anno unconsole alla testa d'un sufficiente esercito nella penisola,o di dare senza indugio un efficace esempio. Perci gliambasciatori degli Arevachi furono congedati senza unarisposta definitiva e si decise di continuare con energiala guerra. Marcello si vide cos obbligato a riprenderenella seguente primavera (603 = 151) le ostilit controgli Arevachi.Sia, come si pretende, ch'egli non volesse lasciare lagloria di aver posto fine alla guerra al suo successoreche fra non molto lo doveva sostituire, sia, come sembrapi verosimile, che egli, al pari di Gracco, ponesse nelmite trattamento degli Spagnoli la prima condizione diuna pace durevole, dopo un segreto convegno del duceromano cogli uomini pi influenti degli Arevachi, fuconcluso un trattato sotto le mura di Numanzia, in forzadel quale gli Arevachi si abbandonavano alla merc deiRomani, ma riacquistavano quei diritti che secondo ipatti avevano fino allora esercitato, solo obbligandosi alpagamento d'una somma di denaro e alla consegna diparecchi ostaggi.Quando il nuovo duce supremo, il console Lucio Lucul-lo, venne a mettersi alla testa dell'esercito, trov la guer-ra, che egli doveva condurre, terminata con un formale

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    gna valga ci, che gli Averachi stessi del partito favore-vole ai Romani inviati a Roma, furono cagione del riget-to delle proposte di pace, mettendo essi sott'occhio, che,se non si voleva abbandonare gli Spagnoli partigiani diRoma, non vi era altra scelta che di inviare ogni anno unconsole alla testa d'un sufficiente esercito nella penisola,o di dare senza indugio un efficace esempio. Perci gliambasciatori degli Arevachi furono congedati senza unarisposta definitiva e si decise di continuare con energiala guerra. Marcello si vide cos obbligato a riprenderenella seguente primavera (603 = 151) le ostilit controgli Arevachi.Sia, come si pretende, ch'egli non volesse lasciare lagloria di aver posto fine alla guerra al suo successoreche fra non molto lo doveva sostituire, sia, come sembrapi verosimile, che egli, al pari di Gracco, ponesse nelmite trattamento degli Spagnoli la prima condizione diuna pace durevole, dopo un segreto convegno del duceromano cogli uomini pi influenti degli Arevachi, fuconcluso un trattato sotto le mura di Numanzia, in forzadel quale gli Arevachi si abbandonavano alla merc deiRomani, ma riacquistavano quei diritti che secondo ipatti avevano fino allora esercitato, solo obbligandosi alpagamento d'una somma di denaro e alla consegna diparecchi ostaggi.Quando il nuovo duce supremo, il console Lucio Lucul-lo, venne a mettersi alla testa dell'esercito, trov la guer-ra, che egli doveva condurre, terminata con un formale

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  • trattato di pace, e le sue speranze di raccogliere in Spa-gna allori, e soprattutto danari, sembravano deluse.Ma a ci Lucullo seppe trovar rimedio. Di propria ini-ziativa assal i Vaccei, nazione celtiberica confinante aoccidente cogli Arevachi, ancora indipendente, e che sitrovava nel miglior accordo coi Romani. Alla richiestadegli Spagnoli, in che essi avessero mancato, fu rispostocoll'assalto della citt di Cauca (Coca a otto leghe da Se-govia verso occidente), e quando la terrorizzata cittcredeva d'aver comperata la capitolazione con gravissi-mi sacrifici pecuniari, vi entrarono truppe romane, che,senza alcun pretesto, ne trassero in servit o trucidaronogli abitanti.N dopo questo eroico fatto, che si pretende abbia costa-to la vita a circa 20.000 persone, il flagello cess. Perlungo tratto all'intorno i villaggi e i borghi erano desertio chiudevano le porte all'avvicinarsi dell'esercito nemi-co; cos fece la fortezza di Intercazia e la capitale deiVaccei, Pallanzia (Palencia). La avidit era caduta neipropri lacci; non si trovava un solo comune che osassedi conchiudere una capitolazione col generale spergiuro,e la fuga totale degli abitanti non solo rendeva scarso ilbottino, ma quasi impossibile una pi lunga dimora inqueste inospitali regioni.Dinanzi alle mura d'Intercazia riusc ad un rispettabiletribuno di guerra, figlio naturale del vincitore di Pidna enipote adottivo del vincitore di Zama, Scipione Emilia-no, mediante la sua parola d'onore poich quella del

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    trattato di pace, e le sue speranze di raccogliere in Spa-gna allori, e soprattutto danari, sembravano deluse.Ma a ci Lucullo seppe trovar rimedio. Di propria ini-ziativa assal i Vaccei, nazione celtiberica confinante aoccidente cogli Arevachi, ancora indipendente, e che sitrovava nel miglior accordo coi Romani. Alla richiestadegli Spagnoli, in che essi avessero mancato, fu rispostocoll'assalto della citt di Cauca (Coca a otto leghe da Se-govia verso occidente), e quando la terrorizzata cittcredeva d'aver comperata la capitolazione con gravissi-mi sacrifici pecuniari, vi entrarono truppe romane, che,senza alcun pretesto, ne trassero in servit o trucidaronogli abitanti.N dopo questo eroico fatto, che si pretende abbia costa-to la vita a circa 20.000 persone, il flagello cess. Perlungo tratto all'intorno i villaggi e i borghi erano desertio chiudevano le porte all'avvicinarsi dell'esercito nemi-co; cos fece la fortezza di Intercazia e la capitale deiVaccei, Pallanzia (Palencia). La avidit era caduta neipropri lacci; non si trovava un solo comune che osassedi conchiudere una capitolazione col generale spergiuro,e la fuga totale degli abitanti non solo rendeva scarso ilbottino, ma quasi impossibile una pi lunga dimora inqueste inospitali regioni.Dinanzi alle mura d'Intercazia riusc ad un rispettabiletribuno di guerra, figlio naturale del vincitore di Pidna enipote adottivo del vincitore di Zama, Scipione Emilia-no, mediante la sua parola d'onore poich quella del

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  • duce pi nulla valeva a decidere gli abitanti alla con-clusione di un altro trattato, in forza del quale l'esercitoromano si ritir dopo essere stato fornito di bestiame edi viveri. Ma l'assedio di Pallanzia dovette essere toltoper mancanza di viveri, e l'esercito romano fu inseguitonella sua ritirata da quello dei Vaccei fino al Duero.Dopo questi avvenimenti Lucullo si port nella provin-cia meridionale, ove il pretore Servio Sulpicio Galba,nello stesso anno, si era lasciato battere dai Lusitani.Svernarono l'uno non lungi dall'altro, Lucullo sul terri-torio turdetano, Galba presso Conistorgi, e l'anno se-guente (604 = 150) assalirono insieme i Lusitani.Allo stretto di Cadice, Lucullo riport su di essi qualchevantaggio. Galba ne ottenne dei maggiori concludendoun trattato con tre stirpi lusitane residenti sulla destradel Tago, promettendo loro di trasferirle in luoghi mi-gliori; dopo di che i barbari, che nella speranza di pifertili campi, si trovavano presso di lui in numero di7000, furono divisi in tre corpi, disarmati e condotti inschiavit, o trucidati.Non vi forse esempio nella storia d'una guerra combat-tuta con tanta malafede, con tanta crudelt e con tantaavidit come quella diretta da questi due generali, i qualiper col mezzo dei tesori da essi scelleratamente acqui-stati, seppero sottrarsi l'uno alla condanna, l'altroall'accusa.Il vecchio Catone, sebbene nell'et di ottantacinqueanni, pochi mesi prima di morire fece il tentativo di tra-

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    duce pi nulla valeva a decidere gli abitanti alla con-clusione di un altro trattato, in forza del quale l'esercitoromano si ritir dopo essere stato fornito di bestiame edi viveri. Ma l'assedio di Pallanzia dovette essere toltoper mancanza di viveri, e l'esercito romano fu inseguitonella sua ritirata da quello dei Vaccei fino al Duero.Dopo questi avvenimenti Lucullo si port nella provin-cia meridionale, ove il pretore Servio Sulpicio Galba,nello stesso anno, si era lasciato battere dai Lusitani.Svernarono l'uno non lungi dall'altro, Lucullo sul terri-torio turdetano, Galba presso Conistorgi, e l'anno se-guente (604 = 150) assalirono insieme i Lusitani.Allo stretto di Cadice, Lucullo riport su di essi qualchevantaggio. Galba ne ottenne dei maggiori concludendoun trattato con tre stirpi lusitane residenti sulla destradel Tago, promettendo loro di trasferirle in luoghi mi-gliori; dopo di che i barbari, che nella speranza di pifertili campi, si trovavano presso di lui in numero di7000, furono divisi in tre corpi, disarmati e condotti inschiavit, o trucidati.Non vi forse esempio nella storia d'una guerra combat-tuta con tanta malafede, con tanta crudelt e con tantaavidit come quella diretta da questi due generali, i qualiper col mezzo dei tesori da essi scelleratamente acqui-stati, seppero sottrarsi l'uno alla condanna, l'altroall'accusa.Il vecchio Catone, sebbene nell'et di ottantacinqueanni, pochi mesi prima di morire fece il tentativo di tra-

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  • durre Galba dinanzi all'assemblea popolare perch sipurgasse dell'accusa, ma i figli piangenti e l'oro del ge-nerale provarono al popolo la sua innocenza.

    4. Viriate.Non tanto i poco onesti successi ottenuti in Spagna daLucullo e da Galba, quanto lo scoppio della quarta guer-ra macedone e della terza guerra punica l'anno 605 =149, indussero il senato a commettere di nuovo gli affaridella Spagna nelle mani dei soliti governatori.Cos i Lusitani, pi irritati che avviliti dalla fellonia diGalba, invasero un'altra volta il ricco territorio dei tur-detani. Contro di essi marci il governatore romanoGaio Vitellio (607-8 = 147-6)2 e non solo li vinse, macostrinse tutta intera quella turba sopra una collina, ovesembrava perduta irreparabilmente.Gi la capitolazione poteva dirsi conchiusa allorch Vi-riate uomo di nascita oscura, gi uso da ragazzo a di-fendere con coraggio il suo gregge dalle bestie feroci edagli assassini, divenuto abile capo di guerriglia, e unodei pochi Spagnoli che si erano sottratti per caso all'infi-da sorpresa di Galba ammon i suoi compatrioti di non

    2 La cronologia della guerra di Viriate poco attendibile. Non vi dubbioche la comparsa di Viriate dati dalla pugna con Vitellio (APPIAN., Hisp., 61;LIV., 52; OROS, 5, 4) e ch'egli sia morto nel 615 = 139 (DIOD., Vat., pag. 10e segg.); la durata del suo governo stata di 8 anni secondo APPIAN., Hisp.,63; di 10, secondo IUSTIN., 44, 2; di 11, secondo DIOD., p. 597 e di 15 se-condo LIV., 54; EUTROP., 4, 16; FLOR., 1, 33; e di 20 anni secondo VELLEL., 2,90.

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    durre Galba dinanzi all'assemblea popolare perch sipurgasse dell'accusa, ma i figli piangenti e l'oro del ge-nerale provarono al popolo la sua innocenza.

    4. Viriate.Non tanto i poco onesti successi ottenuti in Spagna daLucullo e da Galba, quanto lo scoppio della quarta guer-ra macedone e della terza guerra punica l'anno 605 =149, indussero il senato a commettere di nuovo gli affaridella Spagna nelle mani dei soliti governatori.Cos i Lusitani, pi irritati che avviliti dalla fellonia diGalba, invasero un'altra volta il ricco territorio dei tur-detani. Contro di essi marci il governatore romanoGaio Vitellio (607-8 = 147-6)2 e non solo li vinse, macostrinse tutta intera quella turba sopra una collina, ovesembrava perduta irreparabilmente.Gi la capitolazione poteva dirsi conchiusa allorch Vi-riate uomo di nascita oscura, gi uso da ragazzo a di-fendere con coraggio il suo gregge dalle bestie feroci edagli assassini, divenuto abile capo di guerriglia, e unodei pochi Spagnoli che si erano sottratti per caso all'infi-da sorpresa di Galba ammon i suoi compatrioti di non

    2 La cronologia della guerra di Viriate poco attendibile. Non vi dubbioche la comparsa di Viriate dati dalla pugna con Vitellio (APPIAN., Hisp., 61;LIV., 52; OROS, 5, 4) e ch'egli sia morto nel 615 = 139 (DIOD., Vat., pag. 10e segg.); la durata del suo governo stata di 8 anni secondo APPIAN., Hisp.,63; di 10, secondo IUSTIN., 44, 2; di 11, secondo DIOD., p. 597 e di 15 se-condo LIV., 54; EUTROP., 4, 16; FLOR., 1, 33; e di 20 anni secondo VELLEL., 2,90.

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  • prestar fede alla parola di onore dei Romani e promiseloro di trarli a salvamento se volevano seguirlo.La sua parola e il suo esempio furono seguiti; l'esercitogli confer il supremo comando. Viriate diede alla suagente l'ordine di recarsi in piccoli drappelli per differentistrade al luogo del convegno; egli stesso radun unaschiera di mille cavalieri scegliendoli tra i meglio armatie i pi fidi, con la quale copr la ritirata delle sue truppe.I Romani, difettando di cavalleria leggera, non osaronodividersi per inseguire il nemico sotto gli occhi della suacavalleria. Dopo che Viriate ebbe colla sua cavalleriaper due giorni interi, tenuto in scacco tutto l'esercito ro-mano, scomparve egli pure d'un tratto di notte e in frettasi rec al luogo del convegno. Il generale romano lo in-segu ma cadde in un'imboscata astutamente disposta,nella quale perdette met del suo esercito, egli stesso fufatto prigioniero ed ucciso; il resto delle truppe si salva stento nello stretto al di l della colonia di Carteia.A rinforzo degli sconfitti furono immediatamente spediti5000 uomini della leva in massa spagnola; ma Viriate,sconfitto questo corpo di truppe mentre ancora si trova-va in marcia, divenne padrone cos assoluto di tutto ilpaese interno dei Carpetani, che ai Romani non bastl'animo d'inoltrarvisi.Riconosciuto signore e re di tutti i Lusitani, Viriate ebbel'accortezza di conciliare la grave importanza della prin-cipesca sua posizione col semplice carattere del pastore.Nessun segno lo distingueva dal soldato comune. Nel

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    prestar fede alla parola di onore dei Romani e promiseloro di trarli a salvamento se volevano seguirlo.La sua parola e il suo esempio furono seguiti; l'esercitogli confer il supremo comando. Viriate diede alla suagente l'ordine di recarsi in piccoli drappelli per differentistrade al luogo del convegno; egli stesso radun unaschiera di mille cavalieri scegliendoli tra i meglio armatie i pi fidi, con la quale copr la ritirata delle sue truppe.I Romani, difettando di cavalleria leggera, non osaronodividersi per inseguire il nemico sotto gli occhi della suacavalleria. Dopo che Viriate ebbe colla sua cavalleriaper due giorni interi, tenuto in scacco tutto l'esercito ro-mano, scomparve egli pure d'un tratto di notte e in frettasi rec al luogo del convegno. Il generale romano lo in-segu ma cadde in un'imboscata astutamente disposta,nella quale perdette met del suo esercito, egli stesso fufatto prigioniero ed ucciso; il resto delle truppe si salva stento nello stretto al di l della colonia di Carteia.A rinforzo degli sconfitti furono immediatamente spediti5000 uomini della leva in massa spagnola; ma Viriate,sconfitto questo corpo di truppe mentre ancora si trova-va in marcia, divenne padrone cos assoluto di tutto ilpaese interno dei Carpetani, che ai Romani non bastl'animo d'inoltrarvisi.Riconosciuto signore e re di tutti i Lusitani, Viriate ebbel'accortezza di conciliare la grave importanza della prin-cipesca sua posizione col semplice carattere del pastore.Nessun segno lo distingueva dal soldato comune. Nel

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  • giorno delle sue nozze con la figlia del principe Astolpaegli s'alz dalla ricca mensa nuziale di suo suocero, sen-za aver toccato il vasellame d'oro e le squisite vivande,sollev sulla sella la sua sposa e fece con essa ritornofra i suoi monti. Giammai egli riteneva per s del botti-no pi di quello che toccava a ciascuno dei suoi compa-gni d'arme. Solo all'imponente figura, all'arguzia dellaparola il soldato riconosceva il suo generale, e soprattut-to da ci, che ad ognuno egli era di esempio nella so-briet e nei disagi; non riposava che armato di tutto pun-to e nella mischia si trovava sempre alla testa dei suoi.Sembrava uno degli eroi d'Omero ritornato sulla terra inquesti prosaici tempi. Il nome di Viriate risuonava sullelabbra di ogni Spagnolo, e la valorosa nazione credevafinalmente di aver trovato l'uomo destinato a spezzare iceppi della dominazione straniera.Immensi successi ottenuti tanto a settentrione che amezzogiorno della Spagna contrassegnano i primi annidel suo comando (606-608). Gaio Lelio tenne il campocontro di lui, ma Viriate, distrutta l'avanguardia del pre-tore Gaio Plauzio, seppe attirarlo con tanta maestria sul-la riva destra del Tago e lo batt in modo tale che il ge-nerale romano nel cuore dell'estate fu costretto ad entra-re nei quartieri d'inverno. Pi tardi fu sollevata contro ilgenerale l'accusa di aver disonorato la repubblica roma-na e fu costretto a partire per l'esiglio.Allo stesso modo fu distrutto l'esercito del governatoreClaudio Unimano, fu vinto quello di Gaio Negidio e ta-

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    giorno delle sue nozze con la figlia del principe Astolpaegli s'alz dalla ricca mensa nuziale di suo suocero, sen-za aver toccato il vasellame d'oro e le squisite vivande,sollev sulla sella la sua sposa e fece con essa ritornofra i suoi monti. Giammai egli riteneva per s del botti-no pi di quello che toccava a ciascuno dei suoi compa-gni d'arme. Solo all'imponente figura, all'arguzia dellaparola il soldato riconosceva il suo generale, e soprattut-to da ci, che ad ognuno egli era di esempio nella so-briet e nei disagi; non riposava che armato di tutto pun-to e nella mischia si trovava sempre alla testa dei suoi.Sembrava uno degli eroi d'Omero ritornato sulla terra inquesti prosaici tempi. Il nome di Viriate risuonava sullelabbra di ogni Spagnolo, e la valorosa nazione credevafinalmente di aver trovato l'uomo destinato a spezzare iceppi della dominazione straniera.Immensi successi ottenuti tanto a settentrione che amezzogiorno della Spagna contrassegnano i primi annidel suo comando (606-608). Gaio Lelio tenne il campocontro di lui, ma Viriate, distrutta l'avanguardia del pre-tore Gaio Plauzio, seppe attirarlo con tanta maestria sul-la riva destra del Tago e lo batt in modo tale che il ge-nerale romano nel cuore dell'estate fu costretto ad entra-re nei quartieri d'inverno. Pi tardi fu sollevata contro ilgenerale l'accusa di aver disonorato la repubblica roma-na e fu costretto a partire per l'esiglio.Allo stesso modo fu distrutto l'esercito del governatoreClaudio Unimano, fu vinto quello di Gaio Negidio e ta-

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  • glieggiato il paese su lungo tratto della pianura. Monu-menti delle riportate vittorie, adorni delle insegne deigovernatori romani e delle armi delle legioni, s'elevaro-no sulle montagne di Spagna. La costernazione e la ver-gogna invasero Roma all'annuncio di queste vittorie delre dei barbari. Allora prese la direzione della guerra diSpagna un capitano fidato, Quinto Fabio Massimo Emi-liano, secondogenito del vincitore di Pidna (609 = 145).Ma Roma non si azzardava a mandare all'odiosa guerradi Spagna i veterani che erano appunto allora ritornatidalla Macedonia e dall'Africa; le due legioni condotte daMassimo si componevano di reclute e non meritavanomolta maggior fiducia che l'antico indisciplinato eserci-to spagnolo.Essendo i primi scontri riusciti nuovamente favorevoliai Lusitani, l'avveduto generale tenne le sue truppe rac-colte nel campo presso Urso (Osuna, a sud est di Sivi-glia) evitando la battaglia campale che gli veniva offer-ta, e ricomparve in campo aperto soltanto l'anno seguen-te (610 = 144) dopo che le sue truppe si erano agguerritenelle scaramucce, ed egli si sentiva in grado di assalire;e dopo parecchi fatti d'arme felicemente riusciti, pose isuoi quartieri d'inverno a Corduba.Ma allorch in luogo di Massimo assunse il comando ilvile e inetto pretore Quinzio, i Romani dovettero nuova-mente soffrire una sconfitta dopo l'altra e il loro genera-le nel cuore dell'estate si rinchiuse in Corduba, mentre leschiere di Viriate invadevano la provincia meridionale

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    glieggiato il paese su lungo tratto della pianura. Monu-menti delle riportate vittorie, adorni delle insegne deigovernatori romani e delle armi delle legioni, s'elevaro-no sulle montagne di Spagna. La costernazione e la ver-gogna invasero Roma all'annuncio di queste vittorie delre dei barbari. Allora prese la direzione della guerra diSpagna un capitano fidato, Quinto Fabio Massimo Emi-liano, secondogenito del vincitore di Pidna (609 = 145).Ma Roma non si azzardava a mandare all'odiosa guerradi Spagna i veterani che erano appunto allora ritornatidalla Macedonia e dall'Africa; le due legioni condotte daMassimo si componevano di reclute e non meritavanomolta maggior fiducia che l'antico indisciplinato eserci-to spagnolo.Essendo i primi scontri riusciti nuovamente favorevoliai Lusitani, l'avveduto generale tenne le sue truppe rac-colte nel campo presso Urso (Osuna, a sud est di Sivi-glia) evitando la battaglia campale che gli veniva offer-ta, e ricomparve in campo aperto soltanto l'anno seguen-te (610 = 144) dopo che le sue truppe si erano agguerritenelle scaramucce, ed egli si sentiva in grado di assalire;e dopo parecchi fatti d'arme felicemente riusciti, pose isuoi quartieri d'inverno a Corduba.Ma allorch in luogo di Massimo assunse il comando ilvile e inetto pretore Quinzio, i Romani dovettero nuova-mente soffrire una sconfitta dopo l'altra e il loro genera-le nel cuore dell'estate si rinchiuse in Corduba, mentre leschiere di Viriate invadevano la provincia meridionale

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  • (611 = 143). Il suo successore, Quinto Fabio MassimoServiliano, fratello adottivo di Massimo Emiliano, condue nuove legioni e con dieci elefanti, tent d'introdursinel territorio lusitano, ma dopo una serie di combatti-menti inconcludenti e dopo avere a stento respinto unassalto al suo campo, si vide costretto a ritirarsi sul suo-lo romano.L'insegu Viriate nella provincia, ma essendosi le suetruppe, secondo il costume degli eserciti compostid'insorti spagnoli, d'un tratto disperse, dovette egli purefar ritorno nella Lusitania (612 = 142).Nell'anno seguente (613 = 141) Serviliano ripresel'offensiva, percorse i paesi sul Beti e sull'Anas3 ed en-trato in Lusitania vi occup parecchi luoghi. Un grannumero d'insorti venne in suo potere; i capi e ve neerano 500 furono condannati a morte, a coloro che dalterritorio romano erano passati nelle file dei nemici fu-rono mozzate le mani, il resto della moltitudine fu ven-duto in schiavit.Ma anche in questa occasione la guerra di Spagna mo-str la sua maligna incertezza. Dopo tutti questi successil'esercito romano all'assedio di Erisana fu attaccato daViriate, battuto e spinto contro un monte, ove si trovinteramente in potere del nemico. Ma Viriate si accon-tent, come una volta il generale de' Sanniti alle ForcheCaudine, di firmare con Serviliano una pace, per la qua-3 Il fiume Beti fu dagli Arabi detto Quad-al-Kebir, oggid Guadalquivir,

    l'Anas l'attuale Guadiana.26

    (611 = 143). Il suo successore, Quinto Fabio MassimoServiliano, fratello adottivo di Massimo Emiliano, condue nuove legioni e con dieci elefanti, tent d'introdursinel territorio lusitano, ma dopo una serie di combatti-menti inconcludenti e dopo avere a stento respinto unassalto al suo campo, si vide costretto a ritirarsi sul suo-lo romano.L'insegu Viriate nella provincia, ma essendosi le suetruppe, secondo il costume degli eserciti compostid'insorti spagnoli, d'un tratto disperse, dovette egli purefar ritorno nella Lusitania (612 = 142).Nell'anno seguente (613 = 141) Serviliano ripresel'offensiva, percorse i paesi sul Beti e sull'Anas3 ed en-trato in Lusitania vi occup parecchi luoghi. Un grannumero d'insorti venne in suo potere; i capi e ve neerano 500 furono condannati a morte, a coloro che dalterritorio romano erano passati nelle file dei nemici fu-rono mozzate le mani, il resto della moltitudine fu ven-duto in schiavit.Ma anche in questa occasione la guerra di Spagna mo-str la sua maligna incertezza. Dopo tutti questi successil'esercito romano all'assedio di Erisana fu attaccato daViriate, battuto e spinto contro un monte, ove si trovinteramente in potere del nemico. Ma Viriate si accon-tent, come una volta il generale de' Sanniti alle ForcheCaudine, di firmare con Serviliano una pace, per la qua-3 Il fiume Beti fu dagli Arabi detto Quad-al-Kebir, oggid Guadalquivir,

    l'Anas l'attuale Guadiana.26

  • le la comunit dei Lusitani era riconosciuta indipenden-te, e Viriate re della medesima.Tanto era cresciuta la potenza dei Romani altrettanto eradiminuito il sentimento dell'onor nazionale; nella capita-le si fu contenti di vedersi liberati dalla molestia di quel-la guerra, e senato e popolo ratificarono il trattato.Ma Quinto Servilio Cepione, fratello germano e succes-sore di Serviliano, era poco soddisfatto di questa condi-scendenza, e il debole senato autorizz dapprima il con-sole ad ordire segrete macchinazioni contro Viriate e loassolse subito dopo dell'aperta e sfacciata infrazionedella fede data.Cepione penetr nella Lusitania e percorse il paese sinoal territorio dei Vettoni e dei Galiziani. Viriate evit ilcombattimento contro forze superiori alle sue, e con abi-li mosse si sottrasse all'avversario (614 = 140). Maquando l'anno dopo (615 = 139) non solo Cepione rin-nov l'attacco, ma comparve nella Lusitania l'esercitocomandato da Marco Popilio, resosi in quel frattempodisponibile nella provincia settentrionale, Viriate chiesela pace a qualunque condizione. Gli fu imposto di con-segnare ai Romani tutti coloro che dal territorio romanoerano passati a lui, e fra questi si trovava il suo stessosuocero; ci fu fatto, e i Romani li condannarono nelcapo o ad avere mozze le mani. Ma questo non bastava,poich non era costume dei Romani di annunziare aivinti d'un tratto la sorte che loro era stata serbata. Veni-va ai Lusitani comunicato un ordine dopo l'altro, il se-

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    le la comunit dei Lusitani era riconosciuta indipenden-te, e Viriate re della medesima.Tanto era cresciuta la potenza dei Romani altrettanto eradiminuito il sentimento dell'onor nazionale; nella capita-le si fu contenti di vedersi liberati dalla molestia di quel-la guerra, e senato e popolo ratificarono il trattato.Ma Quinto Servilio Cepione, fratello germano e succes-sore di Serviliano, era poco soddisfatto di questa condi-scendenza, e il debole senato autorizz dapprima il con-sole ad ordire segrete macchinazioni contro Viriate e loassolse subito dopo dell'aperta e sfacciata infrazionedella fede data.Cepione penetr nella Lusitania e percorse il paese sinoal territorio dei Vettoni e dei Galiziani. Viriate evit ilcombattimento contro forze superiori alle sue, e con abi-li mosse si sottrasse all'avversario (614 = 140). Maquando l'anno dopo (615 = 139) non solo Cepione rin-nov l'attacco, ma comparve nella Lusitania l'esercitocomandato da Marco Popilio, resosi in quel frattempodisponibile nella provincia settentrionale, Viriate chiesela pace a qualunque condizione. Gli fu imposto di con-segnare ai Romani tutti coloro che dal territorio romanoerano passati a lui, e fra questi si trovava il suo stessosuocero; ci fu fatto, e i Romani li condannarono nelcapo o ad avere mozze le mani. Ma questo non bastava,poich non era costume dei Romani di annunziare aivinti d'un tratto la sorte che loro era stata serbata. Veni-va ai Lusitani comunicato un ordine dopo l'altro, il se-

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  • guente sempre pi insopportabile dei precedenti, e allafine fu loro imposta la consegna delle armi. Allora Vi-riate si risovvenne della sorte dei suoi compatrioti disar-mati da Galba, e di nuovo ricorse alle armi; ma troppotardi. La sua esitazione aveva seminato in quelli che pida vicino lo circondavano, i germi del tradimento; tredei suoi confidenti, Auda, Ditalco, e Minucio da Urso,ritenendo oramai impossibile la vittoria, ottennero dal reil permesso di riannodare con Cepione trattative di pace,e se ne servirono per vendere agli stranieri la vitadell'eroe lusitano contro la promessa della loro persona-le amnistia e di altri compensi.Ritornati al campo assicurarono il re del felice esito del-le loro trattative, e la notte seguente mentre dormivanella sua tenda lo pugnalarono. I Lusitani resero al gran-de eroe onori regali; duecento coppie di gladiatori com-batterono nei ludi funebri, e pi l'onorarono essi noncessando la lotta ed eleggendo Tautamo a loro supremoduce in luogo dell'estinto.Il piano da questi vagheggiato di togliere Sagunto ai Ro-mani era abbastanza audace, ma il nuovo generale nonpossedeva n la sapiente moderazione n il talento mili-tare del suo predecessore. La spedizione and male e alsuo ritorno l'esercito fu attaccato al passaggio del Beti(Guadalquivir) e costretto ad arrendersi a discrezione.Cos la Lusitania fu soggiogata pi col tradimento e congli assassin, a cui posero mano stranieri e indigeni, chenon con una guerra combattuta lealmente.

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    guente sempre pi insopportabile dei precedenti, e allafine fu loro imposta la consegna delle armi. Allora Vi-riate si risovvenne della sorte dei suoi compatrioti disar-mati da Galba, e di nuovo ricorse alle armi; ma troppotardi. La sua esitazione aveva seminato in quelli che pida vicino lo circondavano, i germi del tradimento; tredei suoi confidenti, Auda, Ditalco, e Minucio da Urso,ritenendo oramai impossibile la vittoria, ottennero dal reil permesso di riannodare con Cepione trattative di pace,e se ne servirono per vendere agli stranieri la vitadell'eroe lusitano contro la promessa della loro persona-le amnistia e di altri compensi.Ritornati al campo assicurarono il re del felice esito del-le loro trattative, e la notte seguente mentre dormivanella sua tenda lo pugnalarono. I Lusitani resero al gran-de eroe onori regali; duecento coppie di gladiatori com-batterono nei ludi funebri, e pi l'onorarono essi noncessando la lotta ed eleggendo Tautamo a loro supremoduce in luogo dell'estinto.Il piano da questi vagheggiato di togliere Sagunto ai Ro-mani era abbastanza audace, ma il nuovo generale nonpossedeva n la sapiente moderazione n il talento mili-tare del suo predecessore. La spedizione and male e alsuo ritorno l'esercito fu attaccato al passaggio del Beti(Guadalquivir) e costretto ad arrendersi a discrezione.Cos la Lusitania fu soggiogata pi col tradimento e congli assassin, a cui posero mano stranieri e indigeni, chenon con una guerra combattuta lealmente.

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  • 5. Numanzia.Mentre la provincia meridionale era tribolata da Viriatee dai Lusitani, nella provincia settentrionale era scoppia-ta una seconda guerra, non meno seria, fra le nazioniceltibere.I brillanti successi di Viriate indussero nel 610 = 144 gliArevachi ad insorgere essi pure contro i Romani, e que-sta fu la cagione, per cui il console Quinto Cecilio Me-tello, inviato in Spagna quale successore di MassimoEmiliano, invece di recarsi nella provincia meridionale,si rivolse contro i Celtiberi. E anche contro questi, e se-gnatamente durante l'assedio della citt di Contrebia, ri-tenuta inespugnabile, Metello diede prove di quella va-lentia che aveva gi mostrata colla vittoria sul macedo-nico pseudo Filippo; difatti, dopo una biennale ammini-strazione (611-612 = 143-142), la provincia settentrio-nale fu ridotta all'ubbidienza.Le sole citt di Termanzia e di Numanzia non avevanoancora aperte le porte ai Romani, ma anche con questesi poteva dire conchiusa la capitolazione, e gi dagliSpagnoli si eseguiva la maggior parte delle condizioni.Ma quando si venne alla consegna delle armi, esse pure,come Viriate, furono prese da quel sentimento di fierez-za veramente spagnola pel possesso della loro infallibilespada e fu deciso di continuare la guerra sotto gli ordinidell'audace Megaravico.Parve questa una stoltezza; l'esercito consolare affidato

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    5. Numanzia.Mentre la provincia meridionale era tribolata da Viriatee dai Lusitani, nella provincia settentrionale era scoppia-ta una seconda guerra, non meno seria, fra le nazioniceltibere.I brillanti successi di Viriate indussero nel 610 = 144 gliArevachi ad insorgere essi pure contro i Romani, e que-sta fu la cagione, per cui il console Quinto Cecilio Me-tello, inviato in Spagna quale successore di MassimoEmiliano, invece di recarsi nella provincia meridionale,si rivolse contro i Celtiberi. E anche contro questi, e se-gnatamente durante l'assedio della citt di Contrebia, ri-tenuta inespugnabile, Metello diede prove di quella va-lentia che aveva gi mostrata colla vittoria sul macedo-nico pseudo Filippo; difatti, dopo una biennale ammini-strazione (611-612 = 143-142), la provincia settentrio-nale fu ridotta all'ubbidienza.Le sole citt di Termanzia e di Numanzia non avevanoancora aperte le porte ai Romani, ma anche con questesi poteva dire conchiusa la capitolazione, e gi dagliSpagnoli si eseguiva la maggior parte delle condizioni.Ma quando si venne alla consegna delle armi, esse pure,come Viriate, furono prese da quel sentimento di fierez-za veramente spagnola pel possesso della loro infallibilespada e fu deciso di continuare la guerra sotto gli ordinidell'audace Megaravico.Parve questa una stoltezza; l'esercito consolare affidato

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  • nel 613 = 141 al console Quinto Pompeo, era tre voltesuperiore di forze a tutta la popolazione di Numanziaatta alle armi. Ma il generale, affatto inetto nelle cose diguerra, tocc sotto le mura d'ambedue le citt tali scon-fitte (613-614 = 141-140) che alla fine prefer di ottene-re la pace col mezzo di un trattato, giacch col valoredelle armi non la poteva ottenere.Con Termanzia si venne sicuramente ad un definitivoaccordo; anche ai Numantini rimand il generale roma-no i loro prigionieri, e, con la segreta promessa di un fa-vorevole trattamento, invit il comune ad arrendersi allasua discrezione. Stanchi della guerra i Numantini si ar-resero e il generale restrinse di fatti quanto era possibilele sue pretese. Erano stati consegnati i prigionieri, i di-sertori, gli ostaggi e si era per la maggior parte pagata laconvenuta somma, allorch l'anno 615 = 139 arriv alcampo il nuovo generale Marco Popilio Lena. AppenaPompeo vide sopra altre spalle il peso del supremo co-mando, per sottrarsi alla responsabilit che lo attendevaa Roma per la pace vergognosa, prese l'espediente ditradire non solo la data fede, ma di rinnegarla, e quandoi Numantini vennero per fare l'ultimo pagamento, pro-clam alla presenza dei loro e dei suoi ufficiali, addirit-tura falsa la conclusione del trattato. La cosa fu deferitaper la legale decisione al senato in Roma; mentre inRoma si trattava e tacevano le armi dinanzi a Numanzia,Lena si affrett ad una spedizione nella Lusitania, chegiov ad affrettare la catastrofe di Viriate e ad una scor-

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    nel 613 = 141 al console Quinto Pompeo, era tre voltesuperiore di forze a tutta la popolazione di Numanziaatta alle armi. Ma il generale, affatto inetto nelle cose diguerra,