Rosario Di Mauro (ePub) - Liber Liber · 2018. 2. 27. · Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se...

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: Storia di Roma. Vol. 6: La rivoluzione. Par-te seconda. Fino alla morte di SillaAUTORE: Mommsen, TheodorTRADUTTORE: Quattrini, Antonio GaribaldoCURATORE: Quattrini, Antonio GaribaldoNOTE:

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788828100393

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/

    COPERTINA: [elaborazione da] "The Triumph of Pompey"di Gabriel de Saint-Aubin (1724–1780) - MetropolitanMuseum of Art, New York City, USA - https://com-mons.wikimedia.org/wiki/File:The_Triumph_of_Pompey_-_Gabriel_de_Saint-Aubin.jpg. - Pubblico Dominio.

    TRATTO DA: 5.2: Fino alla morte di Silla / TeodoroMommsen. - [Sul front.: volume sesto, all'internodel v. quinto libro, seconda parte] - Roma: Aequa,stampa 1939. - 302 p. ; 19 cm. – Fa parte di Storiadi Roma / Teodoro Mommsen ; curata e annotata da An-

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    TITOLO: Storia di Roma. Vol. 6: La rivoluzione. Par-te seconda. Fino alla morte di SillaAUTORE: Mommsen, TheodorTRADUTTORE: Quattrini, Antonio GaribaldoCURATORE: Quattrini, Antonio GaribaldoNOTE:

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788828100393

    DIRITTI D'AUTORE: no

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    COPERTINA: [elaborazione da] "The Triumph of Pompey"di Gabriel de Saint-Aubin (1724–1780) - MetropolitanMuseum of Art, New York City, USA - https://com-mons.wikimedia.org/wiki/File:The_Triumph_of_Pompey_-_Gabriel_de_Saint-Aubin.jpg. - Pubblico Dominio.

    TRATTO DA: 5.2: Fino alla morte di Silla / TeodoroMommsen. - [Sul front.: volume sesto, all'internodel v. quinto libro, seconda parte] - Roma: Aequa,stampa 1939. - 302 p. ; 19 cm. – Fa parte di Storiadi Roma / Teodoro Mommsen ; curata e annotata da An-

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  • tonio G. Quattrini.

    CODICE ISBN: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 24 novembre 20102a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 23 marzo 2017

    INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità standard 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

    SOGGETTO:HIS002020 STORIA / Antica / Roma

    DIGITALIZZAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

    REVISIONE:Catia Righi, [email protected] Di Mauro (ePub)Ugo Santamaria

    IMPAGINAZIONE:Paolo Alberti, [email protected] F. Traverso (ePub)

    PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected] Santamaria

    Informazioni sul "progetto Manuzio"Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associa-zione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque vo-glia collaborare, si pone come scopo la pubblicazio-ne e la diffusione gratuita di opere letterarie informato elettronico. Ulteriori informazioni sono di-sponibili sul sito Internet:http://www.liberliber.it/

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    tonio G. Quattrini.

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    INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità standard 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

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  • Indice generale

    QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE Seconda ParteFINO ALLA MORTE DI SILLA........................................ 11

    OTTAVO CAPITOLOL'ORIENTE E RE MITRIDATE............................................12

    1. Condizioni dell'oriente............................................................ 122. Mitridate Eupatore.................................................................. 163. Le nazionalità dell'Asia minore............................................... 214. Il Ponto.................................................................................... 235. Acquisti territoriali di Mitridate. ............................................. 246. L'ellenismo nelle regioni pontiche.......................................... 277. Mitridate padrone del Bosforo................................................ 308. Lega con Tigrane..................................................................... 329. Regno di Mitridate.................................................................. 3410. I Romani e Mitridate............................................................. 3511. Silla in Cappadocia................................................................ 3812. Aquilio in Asia...................................................................... 4013. La guerra voluta da Aquilio.................................................. 4314. Armamenti di Mitridate........................................................ 4415. Fiacche misure dei Romani................................................... 4716. L'eccidio di Efeso.................................................................. 4917. L'ordinamento della conquista.............................................. 5118. Invasione pontica dell'Europa............................................... 5319. Sbarco di Silla in Grecia....................................................... 5620. Assedio e caduta di Atene..................................................... 5821. Grave situazione di Silla....................................................... 6122. La battaglia di Cheronea....................................................... 6323. Silla e Flacco......................................................................... 6524. La battaglia di Orcomeno...................................................... 6725. Reazione asiatica contro Mitridate........................................ 6926. La flotta di Lucullo in Asia................................................... 71

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    Indice generale

    QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE Seconda ParteFINO ALLA MORTE DI SILLA........................................ 11

    OTTAVO CAPITOLOL'ORIENTE E RE MITRIDATE............................................12

    1. Condizioni dell'oriente............................................................ 122. Mitridate Eupatore.................................................................. 163. Le nazionalità dell'Asia minore............................................... 214. Il Ponto.................................................................................... 235. Acquisti territoriali di Mitridate. ............................................. 246. L'ellenismo nelle regioni pontiche.......................................... 277. Mitridate padrone del Bosforo................................................ 308. Lega con Tigrane..................................................................... 329. Regno di Mitridate.................................................................. 3410. I Romani e Mitridate............................................................. 3511. Silla in Cappadocia................................................................ 3812. Aquilio in Asia...................................................................... 4013. La guerra voluta da Aquilio.................................................. 4314. Armamenti di Mitridate........................................................ 4415. Fiacche misure dei Romani................................................... 4716. L'eccidio di Efeso.................................................................. 4917. L'ordinamento della conquista.............................................. 5118. Invasione pontica dell'Europa............................................... 5319. Sbarco di Silla in Grecia....................................................... 5620. Assedio e caduta di Atene..................................................... 5821. Grave situazione di Silla....................................................... 6122. La battaglia di Cheronea....................................................... 6323. Silla e Flacco......................................................................... 6524. La battaglia di Orcomeno...................................................... 6725. Reazione asiatica contro Mitridate........................................ 6926. La flotta di Lucullo in Asia................................................... 71

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  • 27. Vittoria di Fimbria................................................................. 7228. Trattato di pace...................................................................... 7329. Silla in Asia........................................................................... 7630. Silla contro Fimbria.............................................................. 7931. Silla verso l'Italia................................................................... 81

    NONO CAPITOLOCINNA E SILLA....................................................................84

    1. Il fermento in Italia................................................................. 842. Cinna - Carbone - Sertorio...................................................... 853. Rivoluzione e fuga dei seguaci di Cinna................................. 874. I seguaci di Cinna.................................................................... 895. Contegno ambiguo di Strabone............................................... 916. Trattative con gli Italici........................................................... 937. Capitolazione di Roma............................................................ 958. Terrorismo di Mario................................................................ 979. La fine di Mario.................................................................... 10010. Governo di Cinna................................................................ 10211. Misure contro Silla.............................................................. 10612. Morte di Cinna.................................................................... 10813. Difficile posizione di Silla.................................................. 10914. Moderazione di Silla........................................................... 11115. Silla approda in Italia.......................................................... 11216. Pompeo................................................................................ 11417. Scipione abbandonato dalle truppe..................................... 11718. Preparativi di guerra............................................................ 11819. Silla contro Mario figlio...................................................... 12020. Stragi democratiche in Roma.............................................. 12121. Occupazione di Roma......................................................... 12322. Accerchiamento di Carbone................................................ 12423. Tentativi per liberare Mario................................................ 12524. Silla padrone dell'Etruria..................................................... 12725. Sanniti e democratici battuti............................................... 12926. La resa di Preneste.............................................................. 13127. La distruzione del Sannio.................................................... 13328. Le province......................................................................... 13429. Il trionfo di Pompeo............................................................ 13630. Risveglio di Mitridate......................................................... 137

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    27. Vittoria di Fimbria................................................................. 7228. Trattato di pace...................................................................... 7329. Silla in Asia........................................................................... 7630. Silla contro Fimbria.............................................................. 7931. Silla verso l'Italia................................................................... 81

    NONO CAPITOLOCINNA E SILLA....................................................................84

    1. Il fermento in Italia................................................................. 842. Cinna - Carbone - Sertorio...................................................... 853. Rivoluzione e fuga dei seguaci di Cinna................................. 874. I seguaci di Cinna.................................................................... 895. Contegno ambiguo di Strabone............................................... 916. Trattative con gli Italici........................................................... 937. Capitolazione di Roma............................................................ 958. Terrorismo di Mario................................................................ 979. La fine di Mario.................................................................... 10010. Governo di Cinna................................................................ 10211. Misure contro Silla.............................................................. 10612. Morte di Cinna.................................................................... 10813. Difficile posizione di Silla.................................................. 10914. Moderazione di Silla........................................................... 11115. Silla approda in Italia.......................................................... 11216. Pompeo................................................................................ 11417. Scipione abbandonato dalle truppe..................................... 11718. Preparativi di guerra............................................................ 11819. Silla contro Mario figlio...................................................... 12020. Stragi democratiche in Roma.............................................. 12121. Occupazione di Roma......................................................... 12322. Accerchiamento di Carbone................................................ 12423. Tentativi per liberare Mario................................................ 12524. Silla padrone dell'Etruria..................................................... 12725. Sanniti e democratici battuti............................................... 12926. La resa di Preneste.............................................................. 13127. La distruzione del Sannio.................................................... 13328. Le province......................................................................... 13429. Il trionfo di Pompeo............................................................ 13630. Risveglio di Mitridate......................................................... 137

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  • DECIMO CAPITOLOLA COSTITUZIONE DI SILLA..........................................140

    1. La restaurazione.................................................................... 1402. Silla reggente di Roma.......................................................... 1423. Esecuzioni............................................................................. 1454. Liste di proscrizione.............................................................. 1475. Confische.............................................................................. 1516. Mantenimento dei diritti cittadini. ........................................ 1537. Contro i singoli comuni......................................................... 1548. Assegnazioni ai soldati.......................................................... 1569. Soppressione delle istituzioni di Gracco............................... 15810. Riorganizzazione del senato................................................ 16111. Disposizioni relative alla borghesia.................................... 16412. Indebolimento del tribunato popolare................................. 16713. Restrizione dei poteri della suprema magistratura. .............16914. Competenza e separazione dei poteri.................................. 17315. Migliore ordinamento degli affari....................................... 17616. Rilassamento della censura................................................. 17917. Ordinamento delle finanze.................................................. 18018. Riorganizzazione giudiziaria............................................... 18119. Istituzioni giudiziarie di Silla.............................................. 18320. Il municipio romano............................................................ 18621. Il municipio e lo stato.......................................................... 18922. Origine del municipio......................................................... 19023. Opposizione degli ufficiali.................................................. 19224. Ritorno alla costituzione..................................................... 19525. Carattere di Silla.................................................................. 19726. Carriera politica di Silla...................................................... 20127. Silla e il suo operato............................................................ 20528. Pregi della sua costituzione................................................. 20829. Difetti della sua costituzione............................................... 21030. Ritiro e morte di Silla.......................................................... 213

    UNDECIMO CAPITOLOLA REPUBBLICA E LA SUA ECONOMIA.......................217

    1. Fallimento dello stato romano............................................... 2172. L'economia politica............................................................... 2213. Rendite provinciali................................................................ 222

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    DECIMO CAPITOLOLA COSTITUZIONE DI SILLA..........................................140

    1. La restaurazione.................................................................... 1402. Silla reggente di Roma.......................................................... 1423. Esecuzioni............................................................................. 1454. Liste di proscrizione.............................................................. 1475. Confische.............................................................................. 1516. Mantenimento dei diritti cittadini. ........................................ 1537. Contro i singoli comuni......................................................... 1548. Assegnazioni ai soldati.......................................................... 1569. Soppressione delle istituzioni di Gracco............................... 15810. Riorganizzazione del senato................................................ 16111. Disposizioni relative alla borghesia.................................... 16412. Indebolimento del tribunato popolare................................. 16713. Restrizione dei poteri della suprema magistratura. .............16914. Competenza e separazione dei poteri.................................. 17315. Migliore ordinamento degli affari....................................... 17616. Rilassamento della censura................................................. 17917. Ordinamento delle finanze.................................................. 18018. Riorganizzazione giudiziaria............................................... 18119. Istituzioni giudiziarie di Silla.............................................. 18320. Il municipio romano............................................................ 18621. Il municipio e lo stato.......................................................... 18922. Origine del municipio......................................................... 19023. Opposizione degli ufficiali.................................................. 19224. Ritorno alla costituzione..................................................... 19525. Carattere di Silla.................................................................. 19726. Carriera politica di Silla...................................................... 20127. Silla e il suo operato............................................................ 20528. Pregi della sua costituzione................................................. 20829. Difetti della sua costituzione............................................... 21030. Ritiro e morte di Silla.......................................................... 213

    UNDECIMO CAPITOLOLA REPUBBLICA E LA SUA ECONOMIA.......................217

    1. Fallimento dello stato romano............................................... 2172. L'economia politica............................................................... 2213. Rendite provinciali................................................................ 222

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  • 4. Imposte e gabelle.................................................................. 2255. Riscossioni e requisizioni...................................................... 2276. Oneri comunali...................................................................... 2307. Estorsioni.............................................................................. 2318. Risultato finanziario.............................................................. 2329. Finanze e lavori pubblici....................................................... 23510. Le finanze durante la rivoluzione........................................ 23911. Economia privata e rurale................................................... 24212. Industria.............................................................................. 24413. Importazione-esportazione.................................................. 24614. Oligarchia capitalistica........................................................ 24815. Italici all'estero.................................................................... 24916. Stranieri in Italia.................................................................. 25117. Monete................................................................................ 25218. Moneta convenzionale........................................................ 25519. Monete provinciali.............................................................. 25620. Monetazione d'oriente......................................................... 25821. Costumi............................................................................... 25922. Edifici e abbigliamenti........................................................ 26123. Vasellame d'argento............................................................. 26324. Ellenismo e suoi risultati..................................................... 265

    DUODECIMO CAPITOLONAZIONALITÀ – RELIGIONE –EDUCAZIONE.............268

    1. Dominio assoluto del latinismo e dell'ellenismo. ..................2682. Mescolanza di popoli............................................................ 2743. Religione............................................................................... 2774. Filosofia greca....................................................................... 2785. Stoa romana........................................................................... 2856. Religione dello stato.............................................................. 2897. Religioni orientali in Italia.................................................... 2958. Istruzione............................................................................... 2999. Istruzione greca..................................................................... 30010. Istruzione latina................................................................... 30311. Esercizi rettorici.................................................................. 30512. Corso di letteratura e oratoria.............................................. 306

    TREDICESIMO CAPITOLOLETTERATURA ED ARTE.................................................310

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    4. Imposte e gabelle.................................................................. 2255. Riscossioni e requisizioni...................................................... 2276. Oneri comunali...................................................................... 2307. Estorsioni.............................................................................. 2318. Risultato finanziario.............................................................. 2329. Finanze e lavori pubblici....................................................... 23510. Le finanze durante la rivoluzione........................................ 23911. Economia privata e rurale................................................... 24212. Industria.............................................................................. 24413. Importazione-esportazione.................................................. 24614. Oligarchia capitalistica........................................................ 24815. Italici all'estero.................................................................... 24916. Stranieri in Italia.................................................................. 25117. Monete................................................................................ 25218. Moneta convenzionale........................................................ 25519. Monete provinciali.............................................................. 25620. Monetazione d'oriente......................................................... 25821. Costumi............................................................................... 25922. Edifici e abbigliamenti........................................................ 26123. Vasellame d'argento............................................................. 26324. Ellenismo e suoi risultati..................................................... 265

    DUODECIMO CAPITOLONAZIONALITÀ – RELIGIONE –EDUCAZIONE.............268

    1. Dominio assoluto del latinismo e dell'ellenismo. ..................2682. Mescolanza di popoli............................................................ 2743. Religione............................................................................... 2774. Filosofia greca....................................................................... 2785. Stoa romana........................................................................... 2856. Religione dello stato.............................................................. 2897. Religioni orientali in Italia.................................................... 2958. Istruzione............................................................................... 2999. Istruzione greca..................................................................... 30010. Istruzione latina................................................................... 30311. Esercizi rettorici.................................................................. 30512. Corso di letteratura e oratoria.............................................. 306

    TREDICESIMO CAPITOLOLETTERATURA ED ARTE.................................................310

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  • 1. Reazione letteraria................................................................. 3102. Circolo di Scipione................................................................ 3113. Tragedia................................................................................. 3154. Commedia greca................................................................... 3175. Commedia nazionale............................................................. 3256. Atellane................................................................................. 3277. Palcoscenico.......................................................................... 3338. Epopea - Satura..................................................................... 3369. Caio Lucilio........................................................................... 33710. Storiografia – Polibio.......................................................... 34511. Cronisti romani.................................................................... 35212. Memorie e discorsi.............................................................. 35513. Scienze................................................................................ 35714. Stilone................................................................................. 35915. Retorica............................................................................... 36016. Arte...................................................................................... 364

    QUATTORDICESIMO CAPITOLOMARCO LEPIDO E QUINTO SERTORIO.........................370

    1. L'opposizione........................................................................ 3702. Potere dell'opposizione......................................................... 3733. Difetto di dirigenti................................................................. 3764. Filippo – Metello – Catulo – Lucullo.................................... 3785. Pompeo.................................................................................. 3826. Marco Crasso........................................................................ 3877. Cesare.................................................................................... 3918. Lepido................................................................................... 3959. Quinto Sertorio...................................................................... 39610. La rivoluzione spagnola...................................................... 39811. Organizzazione di Sertorio.................................................. 40012. Conseguenze della morte di Silla........................................ 40413. Insurrezione di Lepido........................................................ 40614. Morte di Lepido.................................................................. 40915. Pompeo vuole la Spagna per forza...................................... 41116. Pompeo battuto................................................................... 41417. Vittorie di Metello............................................................... 41618. Guerra senza prospettive..................................................... 41919. Dissensi nel campo sertoriano............................................. 422

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    1. Reazione letteraria................................................................. 3102. Circolo di Scipione................................................................ 3113. Tragedia................................................................................. 3154. Commedia greca................................................................... 3175. Commedia nazionale............................................................. 3256. Atellane................................................................................. 3277. Palcoscenico.......................................................................... 3338. Epopea - Satura..................................................................... 3369. Caio Lucilio........................................................................... 33710. Storiografia – Polibio.......................................................... 34511. Cronisti romani.................................................................... 35212. Memorie e discorsi.............................................................. 35513. Scienze................................................................................ 35714. Stilone................................................................................. 35915. Retorica............................................................................... 36016. Arte...................................................................................... 364

    QUATTORDICESIMO CAPITOLOMARCO LEPIDO E QUINTO SERTORIO.........................370

    1. L'opposizione........................................................................ 3702. Potere dell'opposizione......................................................... 3733. Difetto di dirigenti................................................................. 3764. Filippo – Metello – Catulo – Lucullo.................................... 3785. Pompeo.................................................................................. 3826. Marco Crasso........................................................................ 3877. Cesare.................................................................................... 3918. Lepido................................................................................... 3959. Quinto Sertorio...................................................................... 39610. La rivoluzione spagnola...................................................... 39811. Organizzazione di Sertorio.................................................. 40012. Conseguenze della morte di Silla........................................ 40413. Insurrezione di Lepido........................................................ 40614. Morte di Lepido.................................................................. 40915. Pompeo vuole la Spagna per forza...................................... 41116. Pompeo battuto................................................................... 41417. Vittorie di Metello............................................................... 41618. Guerra senza prospettive..................................................... 41919. Dissensi nel campo sertoriano............................................. 422

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  • 20. L'assassinio di Sertorio........................................................ 42421. Pompeo mette fine all'insurrezione..................................... 427

    10

    20. L'assassinio di Sertorio........................................................ 42421. Pompeo mette fine all'insurrezione..................................... 427

    10

  • TEODORO MOMMSEN

    STORIA DI ROMACURATA E ANNOTATA DA ANTONIO G. QUATTRINI

    SESTO VOLUME

    TEODORO MOMMSEN

    STORIA DI ROMACURATA E ANNOTATA DA ANTONIO G. QUATTRINI

    SESTO VOLUME

  • QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE

    SECONDA PARTEFINO ALLA MORTE DI SILLA

    QUINTO LIBROLA RIVOLUZIONE

    SECONDA PARTEFINO ALLA MORTE DI SILLA

  • OTTAVO CAPITOLOL'ORIENTE E RE MITRIDATE

    1. Condizioni dell'oriente.La grande incertezza in cui la rivoluzione, coi suoi con-tinui allarmi, teneva il governo romano, faceva perderedi vista le condizioni delle province in generale, e spe-cialmente di quelle dell'oriente asiatico, le cui lontaneed imbelli popolazioni non richiamavano la sua atten-zione quanto l'Africa, la Spagna e i vicini d'oltre Alpi.Dalla soppressione del regno attalico, Roma per un'inte-ra generazione non si era occupata seriamente degli af-fari d'oriente, eccettuato l'ordinamento della provinciadella Cilicia, a cui nel 652 = 102 si vide obbligata dallasfrenata impudenza dei Cilici, ordinamento che, in so-stanza, si ridusse alla istituzione di una stazione perma-nente per una piccola guarnigione ed una piccola squa-dra nel mare orientale.Solo dopo la catastrofe di Mario nel 654 = 100 il gover-no della restaurazione, un po' consolidato, cominciò adarsi qualche pensiero degli avvenimenti d'oriente.Le condizioni dell'Egitto sotto molti aspetti erano anco-ra quelle di trent'anni prima.Il regno egizio con le due province di Cirene e di Ciprosi scompose alla morte di Evergete II (637 = 117), inparte di diritto, in parte di fatto. Cirene, toccata a Tolo-

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    OTTAVO CAPITOLOL'ORIENTE E RE MITRIDATE

    1. Condizioni dell'oriente.La grande incertezza in cui la rivoluzione, coi suoi con-tinui allarmi, teneva il governo romano, faceva perderedi vista le condizioni delle province in generale, e spe-cialmente di quelle dell'oriente asiatico, le cui lontaneed imbelli popolazioni non richiamavano la sua atten-zione quanto l'Africa, la Spagna e i vicini d'oltre Alpi.Dalla soppressione del regno attalico, Roma per un'inte-ra generazione non si era occupata seriamente degli af-fari d'oriente, eccettuato l'ordinamento della provinciadella Cilicia, a cui nel 652 = 102 si vide obbligata dallasfrenata impudenza dei Cilici, ordinamento che, in so-stanza, si ridusse alla istituzione di una stazione perma-nente per una piccola guarnigione ed una piccola squa-dra nel mare orientale.Solo dopo la catastrofe di Mario nel 654 = 100 il gover-no della restaurazione, un po' consolidato, cominciò adarsi qualche pensiero degli avvenimenti d'oriente.Le condizioni dell'Egitto sotto molti aspetti erano anco-ra quelle di trent'anni prima.Il regno egizio con le due province di Cirene e di Ciprosi scompose alla morte di Evergete II (637 = 117), inparte di diritto, in parte di fatto. Cirene, toccata a Tolo-

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  • meo Apione, figlio naturale del re defunto, fu per sem-pre staccata dall'Egitto.Si contendevano il regno dell'Egitto Cleopatra (†665 =89), vedova dell'ultimo re, e i due suoi figli Sotero il La-tiro (†673 = 81) e Alessandro I (†666 = 88), il che fu ca-gione che Cipro restasse lungo tempo staccata dall'Egit-to.I Romani non s'immischiarono in questa confusione;anzi, quando nel 658 = 96 il regno cirenaico per testa-mento di re Apione, morto senza prole, venne in loropotere, essi non rifiutarono in modo reciso questo acqui-sto, ma abbandonarono a sè stesso il paese dichiarandolibere le città greche del regno, Cirene, Tolemaide, Be-renice, e lasciando loro persino l'usufrutto dei dominîregi.La sopraintendenza del governatore d'Africa su questoterritorio, a cagione della distanza, era ancora più nomi-nale che quella del governatore della Macedonia sullecittà libere greche.Le conseguenze di questa misura, non dovuta certo al fi-lellenismo, ma alla sola debolezza e noncuranza del go-verno romano, in sostanza non differivano affatto daquelle che in eguali circostanze si erano verificatenell'Ellade: guerre cittadine e usurpazioni straziarono ilpaese in modo tale che, quando nel 668 = 86 vi compar-ve per caso un ufficiale romano, gli abitanti lo pregaro-no caldamente di regolare i loro affari e di introdurre traloro un governo stabile.

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    meo Apione, figlio naturale del re defunto, fu per sem-pre staccata dall'Egitto.Si contendevano il regno dell'Egitto Cleopatra (†665 =89), vedova dell'ultimo re, e i due suoi figli Sotero il La-tiro (†673 = 81) e Alessandro I (†666 = 88), il che fu ca-gione che Cipro restasse lungo tempo staccata dall'Egit-to.I Romani non s'immischiarono in questa confusione;anzi, quando nel 658 = 96 il regno cirenaico per testa-mento di re Apione, morto senza prole, venne in loropotere, essi non rifiutarono in modo reciso questo acqui-sto, ma abbandonarono a sè stesso il paese dichiarandolibere le città greche del regno, Cirene, Tolemaide, Be-renice, e lasciando loro persino l'usufrutto dei dominîregi.La sopraintendenza del governatore d'Africa su questoterritorio, a cagione della distanza, era ancora più nomi-nale che quella del governatore della Macedonia sullecittà libere greche.Le conseguenze di questa misura, non dovuta certo al fi-lellenismo, ma alla sola debolezza e noncuranza del go-verno romano, in sostanza non differivano affatto daquelle che in eguali circostanze si erano verificatenell'Ellade: guerre cittadine e usurpazioni straziarono ilpaese in modo tale che, quando nel 668 = 86 vi compar-ve per caso un ufficiale romano, gli abitanti lo pregaro-no caldamente di regolare i loro affari e di introdurre traloro un governo stabile.

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  • Anche in Siria le cose non procedevano molto diversa-mente, anzi peggioravano. Durante la guerra di succes-sione, fra i due fratellastri Antioco Gripo (658 = 96) eAntioco di Cizico (659 = 95) – che durò vent'anni – eche dopo la loro morte passò in eredità ai figli, il regnoper il quale si contendeva non era più oramai che unnome vano, nel quale i capi corsari cilici, gli sceicchiarabi del deserto siriaco, i principi dei Giudei e i magi-strati delle città maggiori, erano più potenti che i princi-pi incoronati.Intanto i Romani si stabilirono nella Cilicia occidentale,e l'importante Mesopotamia passò definitivamente aiParti.La monarchia degli Arsacidi, specialmente a causa delleinvasioni di tribù del Turan, doveva superare una diffici-le crisi all'epoca dei Gracchi. Il nono arsacide, MitridateII o il Grande (630?-667? = 124-87), aveva veramenterestituito allo stato il suo predominio nell'Asia, sconfittigli Sciti e allargati i confini del regno verso la Siria el'Armenia. Ma negli ultimi suoi tempi nuove inquietudi-ni vennero a paralizzare il suo governo, ed essendosi igrandi del regno, e persino il proprio fratello Orode, sol-levati contro il re, il quale fu infine detronizzato ed ucci-so dal fratello, sorse il regno d'Armenia, stato sino allorainsignificante.Questo paese, che da quando aveva ottenuto la sua indi-pendenza era stato diviso nella parte nord ovest o veraArmenia, nel regno degli Artassiadi e nella parte sud

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    Anche in Siria le cose non procedevano molto diversa-mente, anzi peggioravano. Durante la guerra di succes-sione, fra i due fratellastri Antioco Gripo (658 = 96) eAntioco di Cizico (659 = 95) – che durò vent'anni – eche dopo la loro morte passò in eredità ai figli, il regnoper il quale si contendeva non era più oramai che unnome vano, nel quale i capi corsari cilici, gli sceicchiarabi del deserto siriaco, i principi dei Giudei e i magi-strati delle città maggiori, erano più potenti che i princi-pi incoronati.Intanto i Romani si stabilirono nella Cilicia occidentale,e l'importante Mesopotamia passò definitivamente aiParti.La monarchia degli Arsacidi, specialmente a causa delleinvasioni di tribù del Turan, doveva superare una diffici-le crisi all'epoca dei Gracchi. Il nono arsacide, MitridateII o il Grande (630?-667? = 124-87), aveva veramenterestituito allo stato il suo predominio nell'Asia, sconfittigli Sciti e allargati i confini del regno verso la Siria el'Armenia. Ma negli ultimi suoi tempi nuove inquietudi-ni vennero a paralizzare il suo governo, ed essendosi igrandi del regno, e persino il proprio fratello Orode, sol-levati contro il re, il quale fu infine detronizzato ed ucci-so dal fratello, sorse il regno d'Armenia, stato sino allorainsignificante.Questo paese, che da quando aveva ottenuto la sua indi-pendenza era stato diviso nella parte nord ovest o veraArmenia, nel regno degli Artassiadi e nella parte sud

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  • ovest o Sofene, nel regno dei Zariadridi, fu per la primavolta unito in un solo regno dall'artassiade Tigrane(regn. dal 660 = 94) e, sia per questo aumento di forze,sia per la debolezza del dominio parto, al nuovo re riu-scì non solo di sottrarsi alla clientela dei Parti e di ricon-quistare i paesi già loro ceduti, ma di procurareall'Armenia persino l'egemonia sull'Asia, già passata da-gli Achemenidi ai Seleucidi e da questi agli Arsacidi.Nell'Asia minore infine durava inalterata la divisioneterritoriale, stabilita sotto l'influenza romana dopo il dis-solvimento del regno attalico.Nella condizione degli stati vassalli, dei regni di Bitinia,di Cappadocia, del Ponto, dei principati della Paflago-nia, delle moltissime leghe cittadine e delle città libere,non appariva esteriormente alcun cambiamento. Invecenell'interno si era dappertutto essenzialmente trasforma-to il carattere della signoria romana.Il dominio romano, già per sè difficile a sopportarsi, pe-sava ogni giorno di più sull'Asia, com'è naturale di ogniregime tirannico, e a renderlo più grave si aggiungeval'influenza della rivoluzione romana – ricordiamo qui laconfisca della proprietà del suolo nella provincia d'Asiaordinata da Caio Gracco, ricordiamo le decime, i dazi ela caccia che i gabellieri davano agli uomini – in modotale che in questo paese la corona reale, come la capan-na del contadino non erano più sicure dalla confisca.Ogni spiga pareva crescere pel doganiere romano, eogni figlio di genitori liberi pareva nascere per i romani

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    ovest o Sofene, nel regno dei Zariadridi, fu per la primavolta unito in un solo regno dall'artassiade Tigrane(regn. dal 660 = 94) e, sia per questo aumento di forze,sia per la debolezza del dominio parto, al nuovo re riu-scì non solo di sottrarsi alla clientela dei Parti e di ricon-quistare i paesi già loro ceduti, ma di procurareall'Armenia persino l'egemonia sull'Asia, già passata da-gli Achemenidi ai Seleucidi e da questi agli Arsacidi.Nell'Asia minore infine durava inalterata la divisioneterritoriale, stabilita sotto l'influenza romana dopo il dis-solvimento del regno attalico.Nella condizione degli stati vassalli, dei regni di Bitinia,di Cappadocia, del Ponto, dei principati della Paflago-nia, delle moltissime leghe cittadine e delle città libere,non appariva esteriormente alcun cambiamento. Invecenell'interno si era dappertutto essenzialmente trasforma-to il carattere della signoria romana.Il dominio romano, già per sè difficile a sopportarsi, pe-sava ogni giorno di più sull'Asia, com'è naturale di ogniregime tirannico, e a renderlo più grave si aggiungeval'influenza della rivoluzione romana – ricordiamo qui laconfisca della proprietà del suolo nella provincia d'Asiaordinata da Caio Gracco, ricordiamo le decime, i dazi ela caccia che i gabellieri davano agli uomini – in modotale che in questo paese la corona reale, come la capan-na del contadino non erano più sicure dalla confisca.Ogni spiga pareva crescere pel doganiere romano, eogni figlio di genitori liberi pareva nascere per i romani

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  • incettatori di schiavi.Gli Asiatici, nella loro inesauribile inerzia, sopportava-no, veramente, anche tale governo; ma non era la pa-zienza, non la riflessione che loro persuadesse di tolle-rarlo in pace, sibbene la mancanza di iniziativa, che èuna caratteristica degli orientali, e in quelle pacificheprovince, fra quelle nazioni effeminate, cose maravi-gliose e terribili avrebbero potuto accadere il giorno chetra loro fosse sorto un uomo capace di darne il segnale.

    2. Mitridate Eupatore.

    Sul trono del Ponto regnava allora Mitridate VI, sopran-nominato Eupatore (nato circa il 624, †691 = 130, 63)che dal lato paterno faceva risalire la sua stirpe nel sedi-cesimo grado al re Dario figlio di Istaspe, nell'ottavo aMitridate I, fondatore del regno del Ponto, e i cui di-scendenti materni erano gli Alessandridi e i Seleucidi.Morto in giovane età suo padre Mitridate Evergete, col-pito a Sinope da mano omicida, egli era stato verso il634 = 120 proclamato re all'età di undici anni; ma la co-rona non gli portò che travagli e pericoli.I tutori, e pare anche la sua stessa madre, conreggente inforza del testamento di suo padre, tesero insidie alla vitadel re giovinetto. Si racconta che egli per sottrarsi ai pu-gnali di coloro che la legge gli dava a protettori, esulas-se spontaneamente per sette anni, cambiando ogni notterifugio; fuggitivo nel proprio regno, vi conduceva una

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    incettatori di schiavi.Gli Asiatici, nella loro inesauribile inerzia, sopportava-no, veramente, anche tale governo; ma non era la pa-zienza, non la riflessione che loro persuadesse di tolle-rarlo in pace, sibbene la mancanza di iniziativa, che èuna caratteristica degli orientali, e in quelle pacificheprovince, fra quelle nazioni effeminate, cose maravi-gliose e terribili avrebbero potuto accadere il giorno chetra loro fosse sorto un uomo capace di darne il segnale.

    2. Mitridate Eupatore.

    Sul trono del Ponto regnava allora Mitridate VI, sopran-nominato Eupatore (nato circa il 624, †691 = 130, 63)che dal lato paterno faceva risalire la sua stirpe nel sedi-cesimo grado al re Dario figlio di Istaspe, nell'ottavo aMitridate I, fondatore del regno del Ponto, e i cui di-scendenti materni erano gli Alessandridi e i Seleucidi.Morto in giovane età suo padre Mitridate Evergete, col-pito a Sinope da mano omicida, egli era stato verso il634 = 120 proclamato re all'età di undici anni; ma la co-rona non gli portò che travagli e pericoli.I tutori, e pare anche la sua stessa madre, conreggente inforza del testamento di suo padre, tesero insidie alla vitadel re giovinetto. Si racconta che egli per sottrarsi ai pu-gnali di coloro che la legge gli dava a protettori, esulas-se spontaneamente per sette anni, cambiando ogni notterifugio; fuggitivo nel proprio regno, vi conduceva una

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  • vita da cacciatore nomade.Così questo giovine divenne un uomo vigoroso. Benchèle notizie che di lui abbiamo siano in sostanza desuntedalle memorie che ci lasciarono scritte i suoi contempo-ranei, tuttavia la leggenda, che in oriente si forma in unbaleno, non mancò di attribuire ben presto a quel poten-te parecchie gesta dei suoi Simson e dei suoi Rustem.Ma anche a lui queste si confanno come la corona di nu-vole alle più alte vette dei monti; i contorni del quadroin entrambi i casi non si presentano nè torbidi, nè essen-zialmente alterati, ma solo più vivaci e più fantastici. Learmature, che si addicevano alla gigantesca persona delre Mitridate, eccitavano lo stupore degli Asiatici e piùancora quello degli Italici.Alla corsa vinceva la belva più veloce; come cavalieredomava il cavallo più selvaggio e, mutando cavalcatura,era in grado di percorrere in un giorno venticinque le-ghe; come auriga guidava sedici cavalli e riportò piùd'un premio nelle corse; – s'intende che non era senzapericolo superare il re in tale gioco. A caccia, correndo abriglia sciolta, colpiva senza fallire colpo la selvaggina;ma anche a mensa nessuno gli somigliava; faceva appre-stare banchetti in cui si mangiava a gara, ed egli stessoguadagnava i premi destinati a chi più mangiasse e be-vesse; e non era meno gagliardo nelle gioie dell'harem,come ne fan fede i licenziosissimi biglietti delle sueconcubine greche, rinvenuti fra i suoi papiri.Soddisfaceva i suoi bisogni spirituali mediante i più ver-

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    vita da cacciatore nomade.Così questo giovine divenne un uomo vigoroso. Benchèle notizie che di lui abbiamo siano in sostanza desuntedalle memorie che ci lasciarono scritte i suoi contempo-ranei, tuttavia la leggenda, che in oriente si forma in unbaleno, non mancò di attribuire ben presto a quel poten-te parecchie gesta dei suoi Simson e dei suoi Rustem.Ma anche a lui queste si confanno come la corona di nu-vole alle più alte vette dei monti; i contorni del quadroin entrambi i casi non si presentano nè torbidi, nè essen-zialmente alterati, ma solo più vivaci e più fantastici. Learmature, che si addicevano alla gigantesca persona delre Mitridate, eccitavano lo stupore degli Asiatici e piùancora quello degli Italici.Alla corsa vinceva la belva più veloce; come cavalieredomava il cavallo più selvaggio e, mutando cavalcatura,era in grado di percorrere in un giorno venticinque le-ghe; come auriga guidava sedici cavalli e riportò piùd'un premio nelle corse; – s'intende che non era senzapericolo superare il re in tale gioco. A caccia, correndo abriglia sciolta, colpiva senza fallire colpo la selvaggina;ma anche a mensa nessuno gli somigliava; faceva appre-stare banchetti in cui si mangiava a gara, ed egli stessoguadagnava i premi destinati a chi più mangiasse e be-vesse; e non era meno gagliardo nelle gioie dell'harem,come ne fan fede i licenziosissimi biglietti delle sueconcubine greche, rinvenuti fra i suoi papiri.Soddisfaceva i suoi bisogni spirituali mediante i più ver-

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  • gognosi pregiudizi; consacrava all'interpretazione deisogni e dei misteri greci gran parte del suo tempo, e me-diante una rozza imitazione della civiltà ellenica. Ama-va l'arte e la musica greca, cioè faceva raccolta di ogget-ti preziosi, di ricco vasellame, di antichi capolavori per-siani e greci – famoso era il suo gabinetto d'anelli –,aveva sempre intorno storiografi, filosofi, poeti greci, enelle feste, oltre ai premi per i mangiatori e per i bevito-ri, ne stabiliva altri pel più faceto e per il migliore can-tante.Questo era l'uomo; il sultano gli corrispondeva.In oriente, dove la condizione del dominante e dei domi-nati tiene più del carattere della legge di natura che diquello della legge morale, il suddito è bestialmente fe-dele e bestialmente falso, il principe crudele e diffiden-te.Nessuno forse superò Mitridate in questi due vizi. Persuo volere, per vero o supposto tradimento, morirono olanguirono in eterna prigionia sua madre, suo fratello,sua sorella, sua moglie, tre dei suoi figli e altrettante fi-glie. E cosa ancor più orrenda, tra le sue carte si trovaro-no sentenze pronte contro parecchi del suoi più fedeliservitori.Da vero sultano, e solo per togliere ai suoi nemici i tro-fei della vittoria, fece uccidere le sue due mogli greche,le sue sorelle e tutto il suo harem, lasciando alle donnesolo la scelta del genere di morte.Egli faceva uno studio sperimentale dei veleni e contro-

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    gognosi pregiudizi; consacrava all'interpretazione deisogni e dei misteri greci gran parte del suo tempo, e me-diante una rozza imitazione della civiltà ellenica. Ama-va l'arte e la musica greca, cioè faceva raccolta di ogget-ti preziosi, di ricco vasellame, di antichi capolavori per-siani e greci – famoso era il suo gabinetto d'anelli –,aveva sempre intorno storiografi, filosofi, poeti greci, enelle feste, oltre ai premi per i mangiatori e per i bevito-ri, ne stabiliva altri pel più faceto e per il migliore can-tante.Questo era l'uomo; il sultano gli corrispondeva.In oriente, dove la condizione del dominante e dei domi-nati tiene più del carattere della legge di natura che diquello della legge morale, il suddito è bestialmente fe-dele e bestialmente falso, il principe crudele e diffiden-te.Nessuno forse superò Mitridate in questi due vizi. Persuo volere, per vero o supposto tradimento, morirono olanguirono in eterna prigionia sua madre, suo fratello,sua sorella, sua moglie, tre dei suoi figli e altrettante fi-glie. E cosa ancor più orrenda, tra le sue carte si trovaro-no sentenze pronte contro parecchi del suoi più fedeliservitori.Da vero sultano, e solo per togliere ai suoi nemici i tro-fei della vittoria, fece uccidere le sue due mogli greche,le sue sorelle e tutto il suo harem, lasciando alle donnesolo la scelta del genere di morte.Egli faceva uno studio sperimentale dei veleni e contro-

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  • veleni considerandolo come un importante ramo negliaffari dello stato, e tentava di abituare il corpo a diversespecie di essi.Sin dalla prima gioventù aveva imparato ad attendersitradimenti e morte da tutti, e specialmente dai congiunti,e a porli in pratica contro tutti e particolarmente contro iparenti; da ciò derivava, naturalmente, come ne fa fedel'intera sua storia, la cattiva riuscita di tutte le sue impre-se, dovuta all'infedeltà dei suoi confidenti.In lui si trovavano anche sentimenti di magnanimità e digiustizia; come condannava i traditori, così usava perdo-nare a coloro che solo a cagione di personali rapporti colprincipale delinquente, avevano partecipato al delitto;ma simili accessi fanatici di giustizia sono in ogni rozzotiranno.Ciò che distingue Mitridate fra il gregge dei sultani suoipari, è una straordinaria alacrità in tutto. Un bel mattinoegli scomparve dalla sua residenza e per alcuni mesinon si ebbe di lui alcuna notizia, tanto che lo si credevaperduto; quando ritornò si seppe che aveva percorso apiedi, senza farsi conoscere, tutta l'Asia minore, e dap-pertutto aveva imparato a conoscere militarmente il pae-se e la natura degli abitanti.Desta poi sorpresa che egli non solo fosse in generale unbuon parlatore, ma che fosse anche in grado di conver-sare in ciascuna delle lingue parlate dalle ventidue na-zioni sulle quali imperava, senza bisogno d'interpreti;qualità caratteristica per quell'attivo sovrano del multi-

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    veleni considerandolo come un importante ramo negliaffari dello stato, e tentava di abituare il corpo a diversespecie di essi.Sin dalla prima gioventù aveva imparato ad attendersitradimenti e morte da tutti, e specialmente dai congiunti,e a porli in pratica contro tutti e particolarmente contro iparenti; da ciò derivava, naturalmente, come ne fa fedel'intera sua storia, la cattiva riuscita di tutte le sue impre-se, dovuta all'infedeltà dei suoi confidenti.In lui si trovavano anche sentimenti di magnanimità e digiustizia; come condannava i traditori, così usava perdo-nare a coloro che solo a cagione di personali rapporti colprincipale delinquente, avevano partecipato al delitto;ma simili accessi fanatici di giustizia sono in ogni rozzotiranno.Ciò che distingue Mitridate fra il gregge dei sultani suoipari, è una straordinaria alacrità in tutto. Un bel mattinoegli scomparve dalla sua residenza e per alcuni mesinon si ebbe di lui alcuna notizia, tanto che lo si credevaperduto; quando ritornò si seppe che aveva percorso apiedi, senza farsi conoscere, tutta l'Asia minore, e dap-pertutto aveva imparato a conoscere militarmente il pae-se e la natura degli abitanti.Desta poi sorpresa che egli non solo fosse in generale unbuon parlatore, ma che fosse anche in grado di conver-sare in ciascuna delle lingue parlate dalle ventidue na-zioni sulle quali imperava, senza bisogno d'interpreti;qualità caratteristica per quell'attivo sovrano del multi-

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  • lingue oriente.Lo stesso carattere informa la sua attività governativa.Questa – poichè la nostra tradizione purtroppo non fa al-cun cenno della amministrazione interna – si riduce,come quella di qualsiasi altro sultano, ad ammassare te-sori, raccogliere eserciti, che, almeno nei suoi anni gio-vanili, non il re, ma qualche condottiero greco conduce-va d'ordinario contro il nemico, e negli sforzi di aggiun-gere nuove satrapie.Invano si cercherebbero in Mitridate elementi sublimi,incremento della civiltà, una più seria direzione dellospirito di opposizione nazionale, un genio speciale infi-ne, e noi non sapremmo metterlo accanto ai grandi reg-genti degli Osmani, come Maometto II e Solimano.Con tutta la civiltà ellenica, che a lui non s'addiceva me-glio che l'armatura romana ai suoi Cappadoci, egli è as-solutamente un orientale, di indole volgare, rozzo, pienodi concupiscenza, di pregiudizi, crudele, senza fede, unuomo a cui nulla è sacro, ma dotato di tanta robustezza egagliardia di corpo, che il suo arrogante contegno el'instancabile sua resistenza si confondono spesso col ta-lento e talvolta persino col genio.Quand'anche si consideri come durante l'agonia della re-pubblica la resistenza contro Roma fosse più agevoleche ai tempi di Scipione e di Traiano, e come solol'intrecciarsi dei casi asiatici colle interne commozionid'Italia ponesse Mitridate in grado di resistere ai Romaniper un tempo doppio di Giugurta, non è tuttavia men

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    lingue oriente.Lo stesso carattere informa la sua attività governativa.Questa – poichè la nostra tradizione purtroppo non fa al-cun cenno della amministrazione interna – si riduce,come quella di qualsiasi altro sultano, ad ammassare te-sori, raccogliere eserciti, che, almeno nei suoi anni gio-vanili, non il re, ma qualche condottiero greco conduce-va d'ordinario contro il nemico, e negli sforzi di aggiun-gere nuove satrapie.Invano si cercherebbero in Mitridate elementi sublimi,incremento della civiltà, una più seria direzione dellospirito di opposizione nazionale, un genio speciale infi-ne, e noi non sapremmo metterlo accanto ai grandi reg-genti degli Osmani, come Maometto II e Solimano.Con tutta la civiltà ellenica, che a lui non s'addiceva me-glio che l'armatura romana ai suoi Cappadoci, egli è as-solutamente un orientale, di indole volgare, rozzo, pienodi concupiscenza, di pregiudizi, crudele, senza fede, unuomo a cui nulla è sacro, ma dotato di tanta robustezza egagliardia di corpo, che il suo arrogante contegno el'instancabile sua resistenza si confondono spesso col ta-lento e talvolta persino col genio.Quand'anche si consideri come durante l'agonia della re-pubblica la resistenza contro Roma fosse più agevoleche ai tempi di Scipione e di Traiano, e come solol'intrecciarsi dei casi asiatici colle interne commozionid'Italia ponesse Mitridate in grado di resistere ai Romaniper un tempo doppio di Giugurta, non è tuttavia men

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  • vero che sino alla guerra contro i Parti, egli sia statol'unico nemico che in oriente abbia dato seriamente dafare ai Romani, e che si sia contro di essi difeso come illeone del deserto contro il cacciatore.

    3. Le nazionalità dell'Asia minore.

    Ma da quanto ci consta noi non possiamo riconoscere inlui altro che questa resistenza naturale.Del resto, comunque si voglia giudicare l'individualitàdel re, la sua posizione storica rimane in sommo gradoimportante.

    Le ultime guerre di Mitridate sono nello stesso tempol'ultima commozione dell'opposizione politica dell'Ella-de contro Roma e il principio di una rivolta, nata da nu-merose e personali antitesi contro la supremazia roma-na, e dalla reazione nazionale degli Asiatici contro glioccidentali.Come Mitridate stesso, anche il suo regno era un regnoorientale; a corte e in generale presso i signori era in usola poligamia e l'harem; nella religione degli abitanti,come nella religione ufficiale di corte, prevaleva l'anticoculto nazionale; qui l'ellenismo differenziava pocodall'ellenismo dei Tigranidi nell'Armenia e degli Arsaci-di nel paese dei Parti.I Greci dell'Asia minore avranno per un momento cre-duto di aver trovato in questo re un sostegno ai loro so-gni politici; difatti le sue battaglie si combattevano per

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    vero che sino alla guerra contro i Parti, egli sia statol'unico nemico che in oriente abbia dato seriamente dafare ai Romani, e che si sia contro di essi difeso come illeone del deserto contro il cacciatore.

    3. Le nazionalità dell'Asia minore.

    Ma da quanto ci consta noi non possiamo riconoscere inlui altro che questa resistenza naturale.Del resto, comunque si voglia giudicare l'individualitàdel re, la sua posizione storica rimane in sommo gradoimportante.

    Le ultime guerre di Mitridate sono nello stesso tempol'ultima commozione dell'opposizione politica dell'Ella-de contro Roma e il principio di una rivolta, nata da nu-merose e personali antitesi contro la supremazia roma-na, e dalla reazione nazionale degli Asiatici contro glioccidentali.Come Mitridate stesso, anche il suo regno era un regnoorientale; a corte e in generale presso i signori era in usola poligamia e l'harem; nella religione degli abitanti,come nella religione ufficiale di corte, prevaleva l'anticoculto nazionale; qui l'ellenismo differenziava pocodall'ellenismo dei Tigranidi nell'Armenia e degli Arsaci-di nel paese dei Parti.I Greci dell'Asia minore avranno per un momento cre-duto di aver trovato in questo re un sostegno ai loro so-gni politici; difatti le sue battaglie si combattevano per

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  • scopi ben diversi da quelli che si volevano decidere neicampi di Magnesia e di Pidna. Dopo una lunga sosta ilgrandioso duello dell'occidente con l'oriente, che dallagiornata di Maratona passò in eredità sino alla presentegenerazione e la cui durata avvenire conterà forse comeil suo passato migliaia di anni, aveva iniziata una nuovavita.Del resto quanto in tutte le azioni del re della Cappado-cia è manifesto il carattere eterogeneo e antiellenico, al-trettanto è difficile indicare con sicurezza l'elemento na-zionale prevalente, e forse si riuscirà appena a stabilireun'idea precisa, a questo riguardo, solo uscendo dallegeneralità.In tutto il ciclo dell'antica civiltà non vi fu paese in cuisi trovassero sino dai primi tempi, come nell'Asia mino-re, mescolate insieme e confuse tante e così diverse stir-pi, e dove i caratteri della nazionalità fossero meno di-stinti.La popolazione semitica muove senza interruzione dallaSiria a Cipro ed alla Cilicia e della stessa origine sembrala popolazione sulla riva orientale della Caria e della Li-dia, mentre l'estremità nord-est è occupata dai Bitinii,affini coi Traci europei.Invece il paese interno e la costa settentrionale sono perla maggior parte abitati da popolazioni indo-germanichepiù affini agli Iranici.È ormai provato che le lingue armena e frigia1 sono as-1 Le parole Βαγαῖος = Giove e l'antico nome di re Μάνις, citate come frigie

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    scopi ben diversi da quelli che si volevano decidere neicampi di Magnesia e di Pidna. Dopo una lunga sosta ilgrandioso duello dell'occidente con l'oriente, che dallagiornata di Maratona passò in eredità sino alla presentegenerazione e la cui durata avvenire conterà forse comeil suo passato migliaia di anni, aveva iniziata una nuovavita.Del resto quanto in tutte le azioni del re della Cappado-cia è manifesto il carattere eterogeneo e antiellenico, al-trettanto è difficile indicare con sicurezza l'elemento na-zionale prevalente, e forse si riuscirà appena a stabilireun'idea precisa, a questo riguardo, solo uscendo dallegeneralità.In tutto il ciclo dell'antica civiltà non vi fu paese in cuisi trovassero sino dai primi tempi, come nell'Asia mino-re, mescolate insieme e confuse tante e così diverse stir-pi, e dove i caratteri della nazionalità fossero meno di-stinti.La popolazione semitica muove senza interruzione dallaSiria a Cipro ed alla Cilicia e della stessa origine sembrala popolazione sulla riva orientale della Caria e della Li-dia, mentre l'estremità nord-est è occupata dai Bitinii,affini coi Traci europei.Invece il paese interno e la costa settentrionale sono perla maggior parte abitati da popolazioni indo-germanichepiù affini agli Iranici.È ormai provato che le lingue armena e frigia1 sono as-1 Le parole Βαγαῖος = Giove e l'antico nome di re Μάνις, citate come frigie

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  • sai affini allo zend2 e assai probabilmente lo è la linguacappadoce; e se dai Misii si adduce che presso di loro siparlavano le lingue lidia e frigia, ciò prova appunto l'esi-stenza d'una popolazione mista semitico-iranica, parago-nabile forse all'assira.Per quanto riguarda le province che si estendono tra laCilicia e la Caria, e specialmente la Licia, nonostante leabbondanti reliquie di lingua e di scrittura indigena, cheappunto qui esistono in gran copia, ci mancano ancorarisultati sicuri, ed è solo probabile che queste stirpi ap-partengono agli indo-germanici più che ai semiti.Abbiamo già detto in succinto come in mezzo a questamescolanza di popoli si sia prima formata una rete dicittà commerciali greche, e come poi l'ellenismo, sortoper la preponderanza delle armi e della coltura della na-zione greca, si sia qui introdotto.

    4. Il Ponto.

    È in questo mosaico di paesi che signoreggiava il re Mi-tridate, e specialmente nella Cappadocia sul Mar Nero onella così detta provincia pontica, ove nella parte piùsettentrionale dell'Asia minore, verso l'Armenia, con laquale era in continuo contatto, la nazionalità iranica si

    furono certo giustamente fatte risalire a bagha (che in zend significa Dio)e alla tedesca Mannus indiano Manus. LASSEN, Annali della società orien-tale tedesca, vol. 10°, pag. 329 e seg.

    2 Antica lingua dei Persiani.24

    sai affini allo zend2 e assai probabilmente lo è la linguacappadoce; e se dai Misii si adduce che presso di loro siparlavano le lingue lidia e frigia, ciò prova appunto l'esi-stenza d'una popolazione mista semitico-iranica, parago-nabile forse all'assira.Per quanto riguarda le province che si estendono tra laCilicia e la Caria, e specialmente la Licia, nonostante leabbondanti reliquie di lingua e di scrittura indigena, cheappunto qui esistono in gran copia, ci mancano ancorarisultati sicuri, ed è solo probabile che queste stirpi ap-partengono agli indo-germanici più che ai semiti.Abbiamo già detto in succinto come in mezzo a questamescolanza di popoli si sia prima formata una rete dicittà commerciali greche, e come poi l'ellenismo, sortoper la preponderanza delle armi e della coltura della na-zione greca, si sia qui introdotto.

    4. Il Ponto.

    È in questo mosaico di paesi che signoreggiava il re Mi-tridate, e specialmente nella Cappadocia sul Mar Nero onella così detta provincia pontica, ove nella parte piùsettentrionale dell'Asia minore, verso l'Armenia, con laquale era in continuo contatto, la nazionalità iranica si

    furono certo giustamente fatte risalire a bagha (che in zend significa Dio)e alla tedesca Mannus indiano Manus. LASSEN, Annali della società orien-tale tedesca, vol. 10°, pag. 329 e seg.

    2 Antica lingua dei Persiani.24

  • era probabilmente mantenuta più pura che in ogni altropaese dell'Asia minore.L'ellenismo non vi aveva potuto penetrare molto. Ad ec-cezione del litorale, ove esistevano originariamente del-le colonie greche, come lo furono le più rinomate piazzecommerciali, Trebisonda, Amiso e specialmente la piùfiorente città del regno, culla e residenza di Mitridate,Sinope, il paese intero era allora in uno stato di colturaprimitiva.Non era già deserto: poichè il paese pontico era, comeoggi, uno dei più ridenti del mondo, dove i terreni semi-nati a granaglie si avvicendavano con piante da fruttoselvatiche, e anche ai tempi di Mitridate era senza dub-bio ben coltivato e relativamente popolato; ma vi scar-seggiavano le città propriamente dette. Vi erano solo ca-stelli che servivano ai paesani per rifugio e altri per cu-stodirvi le imposte riscosse. Nella sola Armenia minoresi contavano settantacinque di questi castelli regi.Non pare che Mitridate si sia dato gran pensiero per farprosperare i municipi del suo regno; e ciò si spiega conla reazione che egli esercitava di fatto, quantunque forsesenza avvedersene, contro l'ellenismo.

    5. Acquisti territoriali di Mitridate.

    Tanto più egli si mostra attivo, e sempre in modo tuttoorientale, nell'allargare da ogni parte i confini del suoregno già ragguardevole, sebbene con qualche esagera-

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    era probabilmente mantenuta più pura che in ogni altropaese dell'Asia minore.L'ellenismo non vi aveva potuto penetrare molto. Ad ec-cezione del litorale, ove esistevano originariamente del-le colonie greche, come lo furono le più rinomate piazzecommerciali, Trebisonda, Amiso e specialmente la piùfiorente città del regno, culla e residenza di Mitridate,Sinope, il paese intero era allora in uno stato di colturaprimitiva.Non era già deserto: poichè il paese pontico era, comeoggi, uno dei più ridenti del mondo, dove i terreni semi-nati a granaglie si avvicendavano con piante da fruttoselvatiche, e anche ai tempi di Mitridate era senza dub-bio ben coltivato e relativamente popolato; ma vi scar-seggiavano le città propriamente dette. Vi erano solo ca-stelli che servivano ai paesani per rifugio e altri per cu-stodirvi le imposte riscosse. Nella sola Armenia minoresi contavano settantacinque di questi castelli regi.Non pare che Mitridate si sia dato gran pensiero per farprosperare i municipi del suo regno; e ciò si spiega conla reazione che egli esercitava di fatto, quantunque forsesenza avvedersene, contro l'ellenismo.

    5. Acquisti territoriali di Mitridate.

    Tanto più egli si mostra attivo, e sempre in modo tuttoorientale, nell'allargare da ogni parte i confini del suoregno già ragguardevole, sebbene con qualche esagera-

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  • zione si facesse ascendere la sua estensione a 500 leghe,tanto più si trovano affacendati i suoi eserciti, le suenavi e i suoi ambasciatori nel Mar Nero, contro l'Arme-nia e l'Asia minore.Ma in nessun luogo gli si offrì un campo più libero e piùvasto che sui lidi orientali e settentrionali del Mar Nero,sulle cui condizioni in quei tempi noi crediamo necessa-rio gettare uno sguardo, per quanto difficile o piuttostoimpossibile possa riuscire di tracciarne un quadro preci-so.Sulla costa orientale del Mar Nero, rimasta fino alloraquasi ignota e resa più nota solo da Mitridate, fu tolta aiprincipi indigeni, colla importante città mercantile Dio-scuria, la provincia colchidica sul fiume Fasi (Mingreliaed Imereti) e convertita in una satrapia pontica.Sempre più feconde furono le sue imprese nelle provin-ce nordiche3. Le interminabili steppe senza colline esenza boschi, che dal Caucaso e dal mar Caspio si sten-dono verso settentrione, sono di loro natura, e special-mente per la differenza di clima, che oscilla tra quello diStoccolma e quello di Madera, e per l'assoluta mancanza3 Noi le abbiamo qui raccolte in succinto, benchè esse siano in parte avve-

    nute solo tra la prima e la seconda guerra con Roma, in parte già antece-dentemente alla prima (MEMN., 30; GIUSTINO, 38, 7, APP., Mithr, 13; EUTROP.,5, 5) ed essendo qui assolutamente impossibile tracciare una relazione inordine cronologico. Anche il decreto di Chersoneso, trovato da poco, nonha dato nessuna nuova luce in proposito. Secondo questo, Diofante fumandato due volte contro gli Sciti Taurici, ma non appare dal documento enon è nemmeno probabile che la seconda levata di scudi di questi sia in re-lazione con la decisione del senato romano in favore dei principi sciti.

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    zione si facesse ascendere la sua estensione a 500 leghe,tanto più si trovano affacendati i suoi eserciti, le suenavi e i suoi ambasciatori nel Mar Nero, contro l'Arme-nia e l'Asia minore.Ma in nessun luogo gli si offrì un campo più libero e piùvasto che sui lidi orientali e settentrionali del Mar Nero,sulle cui condizioni in quei tempi noi crediamo necessa-rio gettare uno sguardo, per quanto difficile o piuttostoimpossibile possa riuscire di tracciarne un quadro preci-so.Sulla costa orientale del Mar Nero, rimasta fino alloraquasi ignota e resa più nota solo da Mitridate, fu tolta aiprincipi indigeni, colla importante città mercantile Dio-scuria, la provincia colchidica sul fiume Fasi (Mingreliaed Imereti) e convertita in una satrapia pontica.Sempre più feconde furono le sue imprese nelle provin-ce nordiche3. Le interminabili steppe senza colline esenza boschi, che dal Caucaso e dal mar Caspio si sten-dono verso settentrione, sono di loro natura, e special-mente per la differenza di clima, che oscilla tra quello diStoccolma e quello di Madera, e per l'assoluta mancanza3 Noi le abbiamo qui raccolte in succinto, benchè esse siano in parte avve-

    nute solo tra la prima e la seconda guerra con Roma, in parte già antece-dentemente alla prima (MEMN., 30; GIUSTINO, 38, 7, APP., Mithr, 13; EUTROP.,5, 5) ed essendo qui assolutamente impossibile tracciare una relazione inordine cronologico. Anche il decreto di Chersoneso, trovato da poco, nonha dato nessuna nuova luce in proposito. Secondo questo, Diofante fumandato due volte contro gli Sciti Taurici, ma non appare dal documento enon è nemmeno probabile che la seconda levata di scudi di questi sia in re-lazione con la decisione del senato romano in favore dei principi sciti.

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  • di pioggia e di neve, persistente non di rado per venti-due mesi e più, poco adatte all'agricoltura e in generalead una colonizzazione duratura, come d'altronde lo furo-no sempre, sebbene duemila anni fa il clima vi fosse al-quanto meno rigido di oggidì4.Le diverse stirpi, spinte in queste regioni dal desideriodi emigrare, non potendo sottrarsi a questa legge natura-le, vi conducevano allora, come in parte ancora oggi,una vita nomade da pastori, mutando colle loro mandriedi buoi e più spesso di cavalli, abitazione e pascolo,conducendo seco sopra case mobili le loro suppellettili.Alla natura del paese si armonizzava anche l'armamentoe il modo di combattere: gli abitanti di queste steppecombattevano per lo più a cavallo, con elmo e corazzadi cuoio e sempre sparpagliati; coperto di cuoio era loscudo e le armi erano il brando, la lancia e l'arco; eranoinsomma i predecessori dei cosacchi odierni.Gli Sciti, di razza mongolica e originariamente qui stan-ziati, che per costumi e per costituzione fisica sembrache siano stati affini degli attuali abitanti della Siberia,procedendo dall'oriente verso occidente, si erano trasci-nati dietro altre popolazioni armate, i Sauromati, i Ros-solani, gli Iazigi, che si ritengono comunemente di ori-gine slava, quantunque i nomi propri che loro si possono4 È molto probabile che l'immensa siccità, la quale specialmente ora riesce

    tanto nociva all'agricoltura in Crimea e in quelle regioni in generale, siaaumentata molto pel taglio delle foreste della Russia centrale e meridiona-le che una volta difendevano sino a un certo punto il litorale dal vento dis-seccante di nord-est.

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    di pioggia e di neve, persistente non di rado per venti-due mesi e più, poco adatte all'agricoltura e in generalead una colonizzazione duratura, come d'altronde lo furo-no sempre, sebbene duemila anni fa il clima vi fosse al-quanto meno rigido di oggidì4.Le diverse stirpi, spinte in queste regioni dal desideriodi emigrare, non potendo sottrarsi a questa legge natura-le, vi conducevano allora, come in parte ancora oggi,una vita nomade da pastori, mutando colle loro mandriedi buoi e più spesso di cavalli, abitazione e pascolo,conducendo seco sopra case mobili le loro suppellettili.Alla natura del paese si armonizzava anche l'armamentoe il modo di combattere: gli abitanti di queste steppecombattevano per lo più a cavallo, con elmo e corazzadi cuoio e sempre sparpagliati; coperto di cuoio era loscudo e le armi erano il brando, la lancia e l'arco; eranoinsomma i predecessori dei cosacchi odierni.Gli Sciti, di razza mongolica e originariamente qui stan-ziati, che per costumi e per costituzione fisica sembrache siano stati affini degli attuali abitanti della Siberia,procedendo dall'oriente verso occidente, si erano trasci-nati dietro altre popolazioni armate, i Sauromati, i Ros-solani, gli Iazigi, che si ritengono comunemente di ori-gine slava, quantunque i nomi propri che loro si possono4 È molto probabile che l'immensa siccità, la quale specialmente ora riesce

    tanto nociva all'agricoltura in Crimea e in quelle regioni in generale, siaaumentata molto pel taglio delle foreste della Russia centrale e meridiona-le che una volta difendevano sino a un certo punto il litorale dal vento dis-seccante di nord-est.

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  • attribuire li indicano più affini dei Medi e dei Persiani, eforse quei popoli appartenevano alla grande famiglia de-gli Zend.In direzione opposta mossero a sciame i Traci, e special-mente i Geti, pervenuti sino alle sponde del Dnieper;con questi si affollavano, probabilmente come disertoridella grande emigrazione germanica, la cui massa prin-cipale sembra non abbia toccato il Mar Nero, sulle rivedel Dnieper, i cosiddetti Celti prima, poi i Bastarni, ealla foce del Danubio i Peucini.Non si formò alcun vero stato, poichè ogni tribù vivevaautonoma sotto i suoi principi e i suoi anziani.

    6. L'ellenismo nelle regioni pontiche.

    In aperto contrasto con tutti questi barbari sorgevano lecolonie greche al tempo della maggiore floridezza delcommercio greco, dovuta specialmente a Mileto, fonda-ta su questa costa, parte come emporio, parte come sta-zione per le importanti pesche, e persino per promuo-vervi l'agricoltura, che ai tempi antichi, come abbiamonotato, si trovava sul litorale nord-ovest del Mar Nero incondizioni meno sfavorevoli che ai giorni nostri.Qui gli Elleni, come nella Libia i Fenici, pagavano aipadroni indigeni un censo per l'usufrutto del suolo.Le più importanti di queste colonie erano la città liberadi Chersoneso (vicino a Sebastopoli) sul territorio degliSciti nella penisola Taurica (Crimea) la quale, sebbene

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    attribuire li indicano più affini dei Medi e dei Persiani, eforse quei popoli appartenevano alla grande famiglia de-gli Zend.In direzione opposta mossero a sciame i Traci, e special-mente i Geti, pervenuti sino alle sponde del Dnieper;con questi si affollavano, probabilmente come disertoridella grande emigrazione germanica, la cui massa prin-cipale sembra non abbia toccato il Mar Nero, sulle rivedel Dnieper, i cosiddetti Celti prima, poi i Bastarni, ealla foce del Danubio i Peucini.Non si formò alcun vero stato, poichè ogni tribù vivevaautonoma sotto i suoi principi e i suoi anziani.

    6. L'ellenismo nelle regioni pontiche.

    In aperto contrasto con tutti questi barbari sorgevano lecolonie greche al tempo della maggiore floridezza delcommercio greco, dovuta specialmente a Mileto, fonda-ta su questa costa, parte come emporio, parte come sta-zione per le importanti pesche, e persino per promuo-vervi l'agricoltura, che ai tempi antichi, come abbiamonotato, si trovava sul litorale nord-ovest del Mar Nero incondizioni meno sfavorevoli che ai giorni nostri.Qui gli Elleni, come nella Libia i Fenici, pagavano aipadroni indigeni un censo per l'usufrutto del suolo.Le più importanti di queste colonie erano la città liberadi Chersoneso (vicino a Sebastopoli) sul territorio degliSciti nella penisola Taurica (Crimea) la quale, sebbene

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  • in poco favorevoli condizioni, prosperava abbastanzaper la sua buona costituzione e lo spirito di patriottismodei suoi cittadini; nella parte opposta della penisola, sul-la strada che dal Mar Nero conduce al mare d'Azof,Panticapea (Kertsch), retta sin dal 457 = 297 da borgo-mastri ereditari, poi chiamati re bosforiani, dagli Ar-cheanattidi, dagli Spartochidi e dai Perisadi.La coltivazione del frumento e la pesca nel mare d'Azofavevano ben presto resa florida questa città. Il suo terri-torio ai tempi di Mitridate comprendeva pure la parteorientale più piccola della Crimea, compresa la città diTeodosia, e sul continente asiatico, che era di fronte, lacittà di Fanagoria col territorio dei Sindi.In tempi migliori i signori di Panticapea sul continenteavevano dominato sui popoli stanziati sulla costa orien-tale del mar d'Azof e sulla valle bagnata dal Kuban collaloro flotta sul Mar Nero; ma Panticapea non era piùquella.In nessun luogo la decadenza della nazione ellenica sisentiva di più che in questo lontano paese di confine.Atene, nei suoi bei tempi, fu il solo stato greco che quiadempisse i doveri di potenza dirigente, doveri che delresto tornarono certamente a vantaggio degli stessi Ate-niesi, per il bisogno che essi avevano dei cereali prove-nienti dal Ponto.Distrutta le potenza marittima dell'Attica, queste provin-ce rimasero in generale abbandonate al loro destino. Glistati continentali greci non poterono mai porvi stabil-

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    in poco favorevoli condizioni, prosperava abbastanzaper la sua buona costituzione e lo spirito di patriottismodei suoi cittadini; nella parte opposta della penisola, sul-la strada che dal Mar Nero conduce al mare d'Azof,Panticapea (Kertsch), retta sin dal 457 = 297 da borgo-mastri ereditari, poi chiamati re bosforiani, dagli Ar-cheanattidi, dagli Spartochidi e dai Perisadi.La coltivazione del frumento e la pesca nel mare d'Azofavevano ben presto resa florida questa città. Il suo terri-torio ai tempi di Mitridate comprendeva pure la parteorientale più piccola della Crimea, compresa la città diTeodosia, e sul continente asiatico, che era di fronte, lacittà di Fanagoria col territorio dei Sindi.In tempi migliori i signori di Panticapea sul continenteavevano dominato sui popoli stanziati sulla costa orien-tale del mar d'Azof e sulla valle bagnata dal Kuban collaloro flotta sul Mar Nero; ma Panticapea non era piùquella.In nessun luogo la decadenza della nazione ellenica sisentiva di più che in questo lontano paese di confine.Atene, nei suoi bei tempi, fu il solo stato greco che quiadempisse i doveri di potenza dirigente, doveri che delresto tornarono certamente a vantaggio degli stessi Ate-niesi, per il bisogno che essi avevano dei cereali prove-nienti dal Ponto.Distrutta le potenza marittima dell'Attica, queste provin-ce rimasero in generale abbandonate al loro destino. Glistati continentali greci non poterono mai porvi stabil-

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  • mente piede, quantunque Filippo, padre di Alessandro, eLisimaco ne facessero spesso il tentativo; e anche i Ro-mani, ai quali, colla conquista dell'Asia minore e dellaMacedonia, era passato l'obbligo politico di proteggerecol loro valido appoggio in queste province la civiltàgreca che ne aveva bisogno, trascurarono del tuttol'obbligo loro imposto dall'interesse e dall'onore.La caduta di Sinope e la decadenza di Rodi compironol'isolamento degli Ellenici sulla costa settentrionale delMar Nero. Una chiara idea della loro posizione di fronteai barbari nomadi ce la fornisce una iscrizione trovata inOlbia (presso la foce del Dnieper vicino a Oczakow),che data presso a poco dai tempi di Mitridate.La cittadinanza non solo è obbligata a inviare al re deibarbari nella sua residenza un tributo annuo, ma quandoegli si accampa entro le mura della città, o soltanto vipassa, deve anche presentargli un dono; nello stessomodo si devono trattare i duci di rango inferiore e forsetutta la moltitudine dei barbari; e mal per essa se il donofosse considerato di poco conto. L'erario della città vamale e bisogna impegnare i sacri arredi.Intanto dinanzi alle porte si affollano i barbari: mettonosossopra il paese, i contadini fuggono in massa, e ciòche è peggio, gli Sciti, i più deboli dei barbari vicini, perporsi in salvo dalla violenza dei Celti, più barbari anco-ra, tentano di impadronirsi della città murata, così chemolti cittadini ne escono e si pensa d'abbandonarla deltutto.

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    mente piede, quantunque Filippo, padre di Alessandro, eLisimaco ne facessero spesso il tentativo; e anche i Ro-mani, ai quali, colla conquista dell'Asia minore e dellaMacedonia, era passato l'obbligo politico di proteggerecol loro valido appoggio in queste province la civiltàgreca che ne aveva bisogno, trascurarono del tuttol'obbligo loro imposto dall'interesse e dall'onore.La caduta di Sinope e la decadenza di Rodi compironol'isolamento degli Ellenici sulla costa settentrionale delMar Nero. Una chiara idea della loro posizione di fronteai barbari nomadi ce la fornisce una iscrizione trovata inOlbia (presso la foce del Dnieper vicino a Oczakow),che data presso a poco dai tempi di Mitridate.La cittadinanza non solo è obbligata a inviare al re deibarbari nella sua residenza un tributo annuo, ma quandoegli si accampa entro le mura della città, o soltanto vipassa, deve anche presentargli un dono; nello stessomodo si devono trattare i duci di rango inferiore e forsetutta la moltitudine dei barbari; e mal per essa se il donofosse considerato di poco conto. L'erario della città vamale e bisogna impegnare i sacri arredi.Intanto dinanzi alle porte si affollano i barbari: mettonosossopra il paese, i contadini fuggono in massa, e ciòche è peggio, gli Sciti, i più deboli dei barbari vicini, perporsi in salvo dalla violenza dei Celti, più barbari anco-ra, tentano di impadronirsi della città murata, così chemolti cittadini ne escono e si pensa d'abbandonarla deltutto.

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  • 7. Mitridate padrone del Bosforo.

    Così stavano le cose quando Mitridate, superate le vettedel Caucaso, discese nelle valli del Kuban e del Terek,mentre la sua flotta avanzava nelle acque di Crimea.Non desta meraviglia che anche in questo paese, comegià prima si era verificato in Dioscuria, gli elle