Romagnoli brescia
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I Consultori Familiari PUBBLICI a Brescia
!!Vanda Romagnoli Assistente Sociale
!!
Brescia 9 maggio 2015
Distretto di Brescia e Collebeato !
200.258 abitanti 3 consultori familiari pubblici
!
A sud e a ovest della città
Area sanitaria !
6 ostetriche a tempo pieno 3 ostetriche a part-time 2 assistenti sanitarie a tempo pieno 1 ginecologo a tempo pieno 2 ginecologi convenzionati
!
Area psicosociale !
3 psicologhe/i che coprono anche il servizio adozioni e di mediazione familiare
1 psicologa/o part-time 2 assistenti sociali che coprono anche il
servizio di mediazione familiare e sono presenti nelle commissioni invalidi
0 Mediatrice/tore Linguistico culturale
Consultorio Adolescenti !
3 psicologi dipendenti per un numero variabile di ore perchè si occupano anche di tutela o penale minorile ( USSM )
1 una psicologa convenzionata 1 un'assistente sociale part time, presente anche nelle
commissione invalidi. Operatori sanitari sono assegnati per un numero
variabile di ore
I precedenti 9 consultori pubblici avevano un preciso riferimento territoriale che facilitava il lavoro di rete e in
rete con: !
• Centro sociale del Comune • Comitato di quartiere • Scuole di ogni ordine e grado • Organizzazione politiche e partitiche • Parrocchie • Associazioni • Volontariato organizzato e non
Oggi non c’è nessuna appartenenza territoriale
!Le sedi non sono adeguate al lavoro consultoriale
Nessuna cura per una accoglienza adeguata !
Gestione verticale
!
I luoghi in cui veniamo ascoltati con disponibilità hanno per noi una grande importanza: possiamo rintracciarvi la
nostra forza e il nostro valore in modi che sarebbero impossibile in altri luoghi
di semplice transito”
Competenza nell’intervento individuale
e di gruppo La maggior degli operatori ha una
un’esperienza trentennale
!
Questa conoscenza si traduce in interventi individuali e di gruppo
mirati e non standardizzati Ma tutto questo ci riconduce alla
competenza/volontà dei singoli operatori non a scelte politiche e organizzative
Cosa non offre più !
Gratuità Lavoro di comunità
Prevenzione Informazione
Sensibilizzazione Lavoro di e in rete
lavoro in équipe in tutti questi anni è stato un antidoto alle
tentazioni di resa e di rinuncia Solo non vedendosi da soli di fronte alla
gravosità delle situazioni, ma costruendo alleanze di senso e di lavoro con i colleghi/e è stato possibile reggere alle frustrazioni e continuare generare
opportunità per le persone
Tanto più oggi, in una fase in cui chi lavora nei servizi di cura è
sottoposto a pressioni, tensioni, stress, è importante riscoprire come il gruppo sia il lievito
della progettualità il luogo dove le idee si confrontano e il senso e le
motivazioni si rigenerano. Per questo diventa cruciale
costruire,ri-costruire e curare “gruppi pensanti”.
!
La mancata integrazione tra sociale e sanitario acuisce oggi le diseguaglianze nella salute perché lascia alle persone e alle loro diseguali possibilità e capacità il compito di integrare percorsi di cura
Il cittadino è diventato cliente. !
La figura del cliente riduce il servizio a transazione privata tra un consumatore e un fornitore, facendo smarrire l’idea di
responsablità collettiva che ci sta dietro
Alcuni esempi
ecco le scelte illuminate della regione Lombardia rispetto
al sostegno alla maternità alla famiglia, ecc
FONDO NASKO !
Aiuto economico legato al pentimento ruolo dell’operatore
controllo Ruolo che preclude la possibilità di una alleanza di
lavoro per costruire un progetto con la donna/famiglia
!
FONDO CRESCO valore dell’allattamento monetizzato
Allatti poco 75 euro Allatti tanto 150 euro
Il lavoro di sostegno individuale in questo momento delicato e il lavoro in gruppo per condividere saperi passa in secondo piano
prima il controllo poi se si può il sostegno
FONDO SOSTENGO !Norme a tutela dei coniugi separati o divorziati, in
condizione di disagio, in particolare con figli minori !!residenza in Regione Lombardia da almeno cinque anni
continuativi dalla data di presentazione della richiesta di accesso al contributo
!
La sola risposta economica (e pure insufficiente)
alla povertà vecchia e nuova riporta
i servizi indietro di decenni
!la crisi
sta impedendo non favorendo
la nascita di pensieri e azioni sia sul piano clinico che politico
capaci di ridare slancio vitale a individui (utenti e operatori)
!
Chi è privo di fattori di protezioni civile Basso reddito
Contesto familiare e sociale poveri di risorse economiche e culturali
Ha reti di relazione sfilacciate
!
Si trova più esposto a situazioni di perdita di salute
Più si è in condizione di fragilità sociale solitudine, povertà più si è a rischio di
malattia
!
I bisogni che portano le persone sono il sintomo di fenomeni più generali che
occorre illuminare, denunciare, portare all’attenzione pubblica
!
Il lavoro consultoriale ha messo al centro i contesti di vita delle persone.
!
Questi contesti ora sono trascurati
Culture professionali che negli anni si sono via via rese autonome une dalle altre
!
Gerarchie dei saperi Ordini professionali reciprocamente
rivendicativi Appiattimento delle professione su dimensioni
burocratico-formali
!
il rischio in questi anni è stato quello di rifugiarsi “in un professionalismo asettico e
distaccato” accontentandosi “di aver finalmente raggiunto
uno status professionale e di ruolo (laurea, laurea magistrale, funzione dirigenziale)
!
!
Chiusi nei nostri consultori siamo entrati in una logica diagnostica e
fuoriusciti da una dimensione sociale.
Ci siamo allontanati troppo dalla realtà viva
finendo per essere ingabbiati dentro un ciclo solo istituzionale che, con il
tempo, ha fatto perdere di vista il raccordo con la comunità locale
Gli operatori dei consultori di Brescia non possono “parlare con la comunità “
!
Sono i Capi, che da anni lavorano dietro una scrivania e parlano solo con le circolari, a parlare del lavoro consultoriale nei convegni, tavoli di lavoro con altri enti,
ecc.
Si assiste quindi alla triste arringa a sostegno alle politiche socio
sanitarie regionali lombarde Senza pensiero critico
né valorizzazione delle eccellenze presenti nei consultori pubblici o perché non le approvano
o non le conoscono
Curare l’interazione con i cittadini che non sono già in contatto con i servizi
!Tema dell’impoverimento
!Intercettare le domande emergenti dei cittadini
e provare ad immaginare con loro le risposte
Oggi la realtà dei servizi è fatta prevalentemente di invisibilità, si diventa visibili quando succede qualcosa morte
di un bambino, violenza domestica. Quando ne parlano i media
Quanta gente farebbe battaglia se domani chiudessero i nostri servizi?
31 maggio 2010 chiusura del Consultorio di Iseo (sostituito immediatamente da un consultorio privato)
…di fronte alla mobilitazione delle cittadine e cittadini l’assemblea dei sindaci invia una
lettera di protesta all’ASL….. questo è stato l’atto rivoluzionario dei politici
della zona
Ottobre 2012 chiusura consultorio di via Baracca
!il sindacato raccoglie più di mille firme, informa e parla
con la gente del quartiere.. che protesta sottovoce e afferma”… che possiamo fare hanno già deciso”
!Interrogazione della minoranza alla commissione servizi
alla persona del comune di Brescia…risposte della maggioranza inconsistenti
l’ASL presente all’incontro nella figura del Direttore Sociale continua ad affermare che il Consultorio familiare non è stato
chiuso ma trasferito La perla di questa riunione …. un consigliere
della maggioranza “… se la donna non può andare al consultorio per problemi di
trasporto può sempre mandare un parente”
Maggio 2015 !
Voci di corridoio annunciano l’imminente chiusura del
consultorio di Borgosatollo Interpellati i capi
!Silenzio assordante
Ordine Assistenti Sociale regione Puglia !
Alimentare la capacità di aspirare per aprire strade locali di Welfare
!
23 ottobre 2014,
Ritornare ad aspirare al cambiamento ci svincola da un
destino che si ripete, da un presente che opprime rendendoci
incapaci di vedere altro .
.
possibile strade ➢ riconoscere le sofferenze individuali come “sofferenze
urbane”; ➢ uscire dai blocchi istituzionali per “dare aria” ai
pensieri; ➢ vedere risorse dove abbiamo sempre pensato che ci
fossero problemi; ➢ socializzare le conoscenze sui problemi; ➢ mobilitare gruppi pensanti; ➢ costruire reti di prossimità.
!
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già
qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
!
!
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare
l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.