ROMA SETTE

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Giubileo, lettura della Bolla a San Giovanni DI LORENA LEONARDI eduto davanti alla Porta Santa, il cardinale vicario Agostino Vallini, circondato da una grande folla radunata nel nartece della basilica di San Giovanni in Laterano, introduce la lettura della Bolla d’indizione del Giubileo straordinario della Misericordia. Consegnato e presentato sabato 11 aprile da papa Francesco durante la celebrazione dei primi vespri della seconda domenica di Pasqua, domenica il documento è stato letto nelle altre tre basiliche papali in celebrazioni presiedute dai cardinali arcipreti: a San Paolo fuori le Mura con Harvey, a Santa Maria Maggiore con Santos Abril y Castelló, e a San Giovanni, appunto, durante la celebrazione solenne dei secondi vespri della domenica della Divina Misericordia. A dare lettura di alcuni estratti della Bolla, alla presenza del Capitolo lateranense e tra i fedeli in ascolto anche sui gradini all’esterno della basilica, monsignor Giuseppe Tonello, cancelliere della diocesi. Occasione per «sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza», dice il cancelliere rinnovando gli appuntamenti elencati da Francesco nella Bolla, sarà per chiunque l’apertura della Porta Santa di San Pietro, che avrà luogo il prossimo 8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata Concezione e nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio ecumenico Vaticano II. Ad aprirsi la domenica successiva, cioè la terza di Avvento, sarà la Porta Santa di San Giovanni in Laterano: poi, sarà la volta delle altre basiliche papali. Mentre pronuncia queste parole, lo sguardo dei presenti si volge alla Porta Santa sotto la quale siedono i membri del Capitolo. Sulla sommità, quattro lastre di marmo ricordano le precedenti aperture, per opera di Pio XII, Paolo VI, e Giovanni Paolo II, l’ultima volta, 15 anni fa. «Nella stessa domenica - prosegue il cancelliere dando voce alle parole di Francesco - stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella cattedrale che è la Chiesa madre per tutti i fedeli, oppure nella concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia». In questo modo, ogni Chiesa locale sarà direttamente coinvolta nel Giubileo. Ancora, risuona, nel pomeriggio assolato, il pensiero per «quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali», insieme all’appello alla conversione rivolto «agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale», sollecitati dal Papa a «cambiare vita», così come le «persone fautrici o complici di corruzione», «piaga putrefatta della società». I vespri sono animati dal Coro della diocesi diretto da monsignor Marco Frisina. Al termine della celebrazione, il cardinale vicario, accompagnato dal Capitolo, rende omaggio all’immagine di Maria venerata nella basilica e collocata a destra guardando l’abside, mentre viene intonato il Regina coeli, la tradizionale antifona mariana del tempo di Pasqua. S La cerimonia davanti alla Porta santa della cattedrale di Roma in occasione della celebrazione dei vespri presieduti dal cardinale Vallini ROMA SETTE Anno XLII • Numero 16 • Domenica 19 aprile 2015 On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette mati da Dio e santi per chiamata» è il tema - tratto dalla lettera di Paolo ai Romani - dell’incontro diocesano per le vocazioni in programma venerdì 24 aprile alle 20.45 nella basilica di San Giovanni in Laterano. A darne l’annuncio è don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni. La veglia si terrà alla vigilia della celebrazione che Papa Francesco presiederà domenica prossima - Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni - alle 9.30 nella basilica di San Pietro per conferire l’ordinazione sacerdotale a diciannove diaconi, tredici dei quali provenienti da tre Seminari della diocesi di Roma. Nove si sono formati nel Collegio Redemptoris Mater, e proprio oggi concludono il ritiro che precede l’ordinazione; tre al Pontificio Seminario Romano Maggiore, e da domani a venerdì saranno impegnati nella settimana di esesercizi spirituali predicari dal cardinale vicario Vallini; uno si è formato al Seminario della Madonna del Divino Amore. Nell’incontro di venerdì, che vedrà alcune testimonianze, è prevista una catechesi di don Fabio Rosini. L’appuntamento «è una occasione preziosa - afferma il sacerdote, invitando le comunità parrocchiali alla partecipazione - per i giovani, e per tutti, per parlare, meditare e pregare sulle vocazioni». (Nella foto, un momento della Messa dello scorso anno presie- duta dal Papa in San Pietro per le ordinazioni sacerdotali) A « Domenica il Santo Padre ordina 19 sacerdoti Venerdì 24 la veglia diocesana per le vocazioni Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 E DITORIALE FRANCESCO CHIEDE DI ESSERE SEGNI DI MISERICORDIA DI PAOLO LOJUDICE * na cosa è certa: il Papa ha le idee chiare su quali devono essere le priorità della Chiesa in questo nostro tempo. La misericordia è una di queste. Con la lettera «Misericordiae vultus», Bolla di indizione del Giubileo straordinario, ha voluto darci la sintesi delle sue intenzioni: non tanto dottrinali ma "esistenziali". Il Giubileo chiede proprio questo ad ogni cristiano: essere segno di misericordia in quello che quotidianamente fa. Questo, secondo il Papa, ha una chiara origine: il Vangelo, certo, ma anche il Concilio Vaticano II, di cui proprio il giorno di inizio di questo Giubileo, il prossimo 8 dicembre, si ricorderà il 50° della conclusione. "Misericordia" è una parola latina composta di due altre parole: "misereor", "mi impietosisco", e "corde", "nel cuore". L’idea è quella di una persona che, di fronte allo sbaglio e perfino all’offesa dell’altro, non reagisce immediatamente con un giudizio di condanna e la volontà di annientare il nemico, ma si sforza di mettersi nei suoi panni, di valutare le sue ragioni. E il desiderio del Papa è, come in modo estremamente originale ci fa comprendere, che «dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia». Il Papa rifiuta l’idea della Chiesa come "cittadella privilegiata", chiusa nella difesa dei suoi diritti, ma chiede che spalanchi le sue porte così come saranno spalancate le Porte sante delle cattedrali. La misericordia non è un surrogato della verità e della giustizia, ma una condizione per mettersi in grado di trovarle. Non è un indice di debolezza, ma di forza. Una parola e una provocazione particolare questo Giubileo la offre a noi preti specialmente nel nostro ministero di confessori. Noi siamo uomini scelti da Dio in mezzo agli altri uomini per essere strumenti della sua misericordia verso di loro. Il ministero della confessione assumerà nel Giubileo una forza particolare anche attraverso i "Missionari della Misericordia", sacerdoti che potranno perdonare anche peccati particolari riservati alla Sede Apostolica, segni ulteriori della «…sollecitudine materna della Chiesa per il popolo di Dio…», e attraverso le "missioni al popolo", tradizionale occasione per rinvigorire la fede e accogliere la misericordia, magari decidendo una volta per tutte di cambiare vita. Invito, questo, rivolto a tutti i gruppi criminali: utopia umana ma cristiana speranza. Tutto è possibile alla grazia se trova uno spazio, se pur piccolissimo, in cui entrare nel cuore dell’uomo. Lungo un itinerario che durerà tutta la vita, se viviamo alimentando costantemente la vita interiore, ogni sacerdote poco a poco accoglierà in sé le dimensioni stesse del cuore di Cristo, i suoi pensieri, la sua sete missionaria e per questo potrà scegliere di non avere più un tempo proprio da utilizzare a suo piacimento, beni da usare come vuole, affetti da cui essere interamente determinato. La carità sacerdotale assumerà il dovere delle opere di misericordia, corporali e spirituali, sulle quali Papa Francesco ci chiede di riflettere in questo Giubileo per «risvegliare la nostra coscienza assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina…». Opere corporali e spirituali: due aspetti di una stessa realtà, perché oggi sono coinvolto in una vicenda che ha bisogno di misericordia spirituale, domani in un bisogno di carattere materiale. Io non devo scegliere, sono al servizio, sono ministro della misericordia di Dio. Non sono io che decido quando uno è malato, non decido quando uno finisce in galera, ho solo la responsabilità e il dovere di visitarli. «Non ti dimenticare dei poveri!»: fu questo l’invito che un amico fraterno, il cardinale francescano Claudio Hummes, fece a Jorge Mario Bergoglio al momento dell’elezione a vescovo di Roma e successore di Pietro. Papa Francesco non ha dimenticato quell’invito, ne ha fatto anzi una delle priorità del magistero della parola e della vita, che offre con fedeltà quotidiana alla Chiesa. Non lasciamoci sfuggire questo richiamo, tutt’altro che scontato, di questo grande Papa «venuto dalla fine del mondo». * Vescovo ausiliare eletto U Convegno diocesano: protagonisti i genitori La novità di quest’anno: l’apertura in piazza San Pietro con il Papa enitori protagonisti del Convegno diocesano 2015: è quanto emerge dalla lettera di convocazione che il cardinale vicario Agostino Vallini ha indi- rizzato ai parroci della diocesi in vista dell’annuale appuntamento che conclude l’anno pastorale e apre gli orizzonti del successivo. «”Vi trasmettiamo quello che abbiamo ricevuto” (cfr. 1 Cor 15,3) - Noi genitori testimoni della bellezza della vita» è infatti il titolo dell’assise estiva che avrà una cornice insolita per l’apertura: piazza San Pietro. Sarà infatti il colonnato del Ber- nini ad abbracciare le migliaia di persone che converranno attorno al Papa per ascol- tare la sua parola, secondo quanto ha an- nunciato il cardinale: l’appuntamento è fis- sato per domenica 14 giugno alle ore 18. Una scelta - quella di anticipare la consueta apertura del Convegno fissata al lunedì - motivata dagli impegni lavorativi dei geni- tori. Confermata invece anche per que- st’anno la doppia sessione del Convegno diocesano: a giugno, con l’apertura e i la- boratori, e a settembre, con la relazione conclusiva del cardinale vicario, in due mo- menti dedicati al clero e ai catechisti. Nella lettera, firmata nella domenica della Divi- na Misericordia, il cardinale Vallini, dopo aver sottolineato che «Cristo risorto ci in- via, come i primi discepoli, ad annunciare con rinnovata forza e passione il suo Van- gelo», scrive che «dopo approfondita rifles- sione e verifica dell’attuazione del progetto pastorale, il Consiglio dei Prefetti ha rite- nuto opportuno sostare ancora un anno sull’iniziazione cristiana, nelle tappe che ri- guardano l’ammissione alla mensa eucari- stica e alla Confermazione». «Il bel Conve- gno dell’anno passato - continua - ha mes- so in campo parecchi suggerimenti e inno- vazioni, che hanno bisogno di tempo per essere assimilati e tradotti in prassi pastora- le consolidata. Ci è parso che il punto più bisognoso di attenzione sia il coinvolgi- mento dei genitori dei fanciulli e dei ragaz- zi, spesso poco partecipi ai cammini di fe- de dei loro figli». Da qui la scelta delle no- vità annunciate all’inizio. rancesco ha ap- provato la proposta di aprire il Convegno di quest’anno incontrando personalmente i genitori dei bambini che si preparano alla prima Comunione e dei ragazzi che si pre- parano a ricevere il sacramento della Con- fermazione «per dialogare con loro, insie- me ai sacerdoti e catechisti. È una cosa bel- la ed importante per tracciare strade nuove G di impegno dei genitori verso i loro figli. Senza la cooperazione della famiglia anche gli sforzi più generosi dei sacerdoti e dei ca- techisti sono spesso poco fruttuosi». Sarà quindi una piazza piena di genitori, oltre alle presenze di sacerdoti, religiose, catechi- sti, membri dei Consigli pastorali. Ma sarà un appuntamento preparato con cura: così raccomanda il cardinale ai parroci, invitan- doli a programmare in parrocchia uno o più incontri con i catechisti dei loro figli per aprire una riflessione sul tema del Con- vegno. Le modalità di partecipazione al Convegno saranno rese note più avanti. «Il nostro progetto pastorale di questi anni - scrive il cardinale Vallini - troverà nel Giu- bileo un sostegno ed un impulso: si tratta infatti di intensificare una pastorale che faccia crescere la fede attraverso cammini spirituali, che altro non sono che esperien- ze della misericordia del Padre verso di noi». Tornando al programma, dopo l’aper- tura del 14 giugno in piazza San Pietro con il Papa, l’appuntamento è per il pomerig- gio successivo alle ore 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano con le relazioni di Elisa Manna, responsabile del settore cultura del Censis, e di monsignor Andrea Lonardo, Direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano. Martedì 16, alle 19, alla Pontifi- cia Università Lateranense, i partecipanti al Convegno saranno impegnati nei laborato- ri di studio, guidati da esperti, per formula- re orientamenti e proposte in vista dell’an- no pastorale 2015-2016. A settembre, sem- pre nella cattedrale di Roma, il cardinale vi- cario illustrerà gli orientamenti pastorali maturati nel Convegno per l’anno pastora- le 2015-2016. (A. Z.) Il programma di giugno omenica 14 giugno l’inizio della giornata di apertura del Convegno diocesano, in piazza San Pietro, è fissato per le 18: i dettagli sullo svolgimento saranno comunicati successivamente. Lunedì 15, alle ore 19, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la seconda tappa con la presentazione del rap- porto Censis su "I genitori e la trasmis- sione della fede ai figli a Roma" con E- lisa Manna, e la relazione di monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio Catechistico. Martedì 16 i laboratori di studio alla Lateranense. D la scheda Sopra e in basso due immagini del Convegno diocesano 2014

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Giubileo, letturadellaBollaaSanGiovanniDI LORENA LEONARDI

eduto davanti alla Porta Santa, ilcardinale vicario Agostino Vallini,circondato da una grande folla radunata

nel nartece della basilica di San Giovanni inLaterano, introduce la lettura della Bollad’indizione del Giubileo straordinario dellaMisericordia. Consegnato e presentato sabato11 aprile da papa Francesco durante lacelebrazione dei primi vespri della secondadomenica di Pasqua, domenica il documentoè stato letto nelle altre tre basiliche papali incelebrazioni presiedute dai cardinali arcipreti:a San Paolo fuori le Mura con Harvey, a SantaMaria Maggiore con Santos Abril y Castelló, ea San Giovanni, appunto, durante lacelebrazione solenne dei secondi vespri delladomenica della Divina Misericordia.A dare lettura di alcuni estratti della Bolla,alla presenza del Capitolo lateranense e tra ifedeli in ascolto anche sui gradini all’esternodella basilica, monsignor Giuseppe Tonello,cancelliere della diocesi. Occasione per

«sperimentare l’amore di Dio che consola,che perdona e dona speranza», dice ilcancelliere rinnovando gli appuntamentielencati da Francesco nella Bolla, sarà perchiunque l’apertura della Porta Santa di SanPietro, che avrà luogo il prossimo 8 dicembre,nella solennità dell’Immacolata Concezione enella ricorrenza del cinquantesimoanniversario della chiusura del Concilioecumenico Vaticano II. Ad aprirsi ladomenica successiva, cioè la terza di Avvento,sarà la Porta Santa di San Giovanni inLaterano: poi, sarà la volta delle altrebasiliche papali. Mentre pronuncia questeparole, lo sguardo dei presenti si volge allaPorta Santa sotto la quale siedono i membridel Capitolo. Sulla sommità, quattro lastre dimarmo ricordano le precedenti aperture, peropera di Pio XII, Paolo VI, e Giovanni PaoloII, l’ultima volta, 15 anni fa.«Nella stessa domenica - prosegue ilcancelliere dando voce alle parole diFrancesco - stabilisco che in ogni Chiesaparticolare, nella cattedrale che è la Chiesa

madre per tutti i fedeli, oppure nellaconcattedrale o in una chiesa di specialesignificato, si apra per tutto l’Anno Santo unauguale Porta della Misericordia». In questomodo, ogni Chiesa locale sarà direttamentecoinvolta nel Giubileo. Ancora, risuona, nelpomeriggio assolato, il pensiero per «quantivivono nelle più disparate periferieesistenziali», insieme all’appello allaconversione rivolto «agli uomini e alle donneche appartengono a un gruppo criminale»,sollecitati dal Papa a «cambiare vita», cosìcome le «persone fautrici o complici dicorruzione», «piaga putrefatta della società». Ivespri sono animati dal Coro della diocesidiretto da monsignor Marco Frisina. Altermine della celebrazione, il cardinalevicario, accompagnato dal Capitolo, rendeomaggio all’immagine di Maria veneratanella basilica e collocata a destra guardandol’abside, mentre viene intonato il Regina coeli,la tradizionale antifona mariana del tempo diPasqua.

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La cerimonia davanti alla Portasanta della cattedrale di Romain occasione della celebrazione deivespri presieduti dal cardinale Vallini

ROMASETTEAnno XLII • Numero 16 • Domenica 19 aprile 2015

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mati da Dio e santi per chiamata» è il tema -tratto dalla lettera di Paolo ai Romani -dell’incontro diocesano per le vocazioni in

programma venerdì 24 aprile alle 20.45 nella basilica diSan Giovanni in Laterano. Adarne l’annuncio è donFabio Rosini, direttore delServizio diocesano per levocazioni.La veglia si terrà alla vigiliadella celebrazione che PapaFrancesco presiederàdomenica prossima -Giornata mondiale dipreghiera per le vocazioni -alle 9.30 nella basilica diSan Pietro per conferirel’ordinazione sacerdotale adiciannove diaconi, tredicidei quali provenienti da treSeminari della diocesi diRoma. Nove si sono formatinel Collegio RedemptorisMater, e proprio oggiconcludono il ritiro che

precede l’ordinazione; tre al Pontificio Seminario RomanoMaggiore, e da domani a venerdì saranno impegnati nellasettimana di esesercizi spirituali predicari dal cardinalevicario Vallini; uno si è formato al Seminario della

Madonna del DivinoAmore.Nell’incontro di venerdì,che vedrà alcunetestimonianze, è previstauna catechesi di don FabioRosini. L’appuntamento «èuna occasione preziosa -afferma il sacerdote,invitando le comunitàparrocchiali allapartecipazione - per igiovani, e per tutti, perparlare, meditare e pregaresulle vocazioni».

(Nella foto, un momento dellaMessa dello scorso anno presie-duta dal Papa in San Pietroper le ordinazioni sacerdotali)

DomenicailSantoPadreordina19sacerdotiVenerdì24lavegliadiocesanaperlevocazioni

Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiSede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a00184 Roma; [email protected]. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491

Abbonamento annuo euro 58.00C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei SpaDirezione vendite - Piazza Indipendenza 11/B00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871

ED I TO R I A L E

FRANCESCO CHIEDEDI ESSERE SEGNIDI MISERICORDIA

DI PAOLO LOJUDICE *

na cosa è certa: il Papa ha le ideechiare su quali devono essere lepriorità della Chiesa in questo

nostro tempo. La misericordia è una diqueste. Con la lettera «Misericordiaevultus», Bolla di indizione del Giubileostraordinario, ha voluto darci la sintesi dellesue intenzioni: non tanto dottrinali ma"esistenziali". Il Giubileo chiede proprioquesto ad ogni cristiano: essere segno dimisericordia in quello che quotidianamentefa. Questo, secondo il Papa, ha una chiaraorigine: il Vangelo, certo, ma anche ilConcilio Vaticano II, di cui proprio il giornodi inizio di questo Giubileo, il prossimo 8dicembre, si ricorderà il 50° dellaconclusione. "Misericordia" è una parolalatina composta di due altre parole:"misereor", "mi impietosisco", e "corde","nel cuore". L’idea è quella di una personache, di fronte allo sbaglio e perfino all’offesadell’altro, non reagisce immediatamente conun giudizio di condanna e la volontà diannientare il nemico, ma si sforza dimettersi nei suoi panni, di valutare le sueragioni. E il desiderio del Papa è, come inmodo estremamente originale ci facomprendere, che «dovunque vi sono deicristiani, chiunque deve poter trovareun’oasi di misericordia». Il Papa rifiutal’idea della Chiesa come "cittadellaprivilegiata", chiusa nella difesa dei suoidiritti, ma chiede che spalanchi le sue portecosì come saranno spalancate le Porte santedelle cattedrali. La misericordia non è unsurrogato della verità e della giustizia, mauna condizione per mettersi in grado ditrovarle. Non è un indice di debolezza, madi forza. Una parola e una provocazioneparticolare questo Giubileo la offre a noipreti specialmente nel nostro ministero diconfessori. Noi siamo uomini scelti da Dioin mezzo agli altri uomini per esserestrumenti della sua misericordia verso diloro. Il ministero della confessione assumerànel Giubileo una forza particolare ancheattraverso i "Missionari della Misericordia",sacerdoti che potranno perdonare anchepeccati particolari riservati alla SedeApostolica, segni ulteriori della«…sollecitudine materna della Chiesa per ilpopolo di Dio…», e attraverso le "missionial popolo", tradizionale occasione perrinvigorire la fede e accogliere lamisericordia, magari decidendo una voltaper tutte di cambiare vita. Invito, questo,rivolto a tutti i gruppi criminali: utopiaumana ma cristiana speranza. Tutto èpossibile alla grazia se trova uno spazio, sepur piccolissimo, in cui entrare nel cuoredell’uomo. Lungo un itinerario che dureràtutta la vita, se viviamo alimentandocostantemente la vita interiore, ognisacerdote poco a poco accoglierà in sé ledimensioni stesse del cuore di Cristo, i suoipensieri, la sua sete missionaria e per questopotrà scegliere di non avere più un tempoproprio da utilizzare a suo piacimento, benida usare come vuole, affetti da cui essereinteramente determinato. La caritàsacerdotale assumerà il dovere delle opere dimisericordia, corporali e spirituali, sullequali Papa Francesco ci chiede di rifletterein questo Giubileo per «risvegliare la nostracoscienza assopita davanti al dramma dellapovertà e per entrare sempre di più nel cuoredel Vangelo dove i poveri sono i privilegiatidella misericordia divina…». Operecorporali e spirituali: due aspetti di unastessa realtà, perché oggi sono coinvolto inuna vicenda che ha bisogno di misericordiaspirituale, domani in un bisogno di caratteremateriale. Io non devo scegliere, sono alservizio, sono ministro della misericordia diDio. Non sono io che decido quando uno èmalato, non decido quando uno finisce ingalera, ho solo la responsabilità e il doveredi visitarli. «Non ti dimenticare deipoveri!»: fu questo l’invito che un amicofraterno, il cardinale francescano ClaudioHummes, fece a Jorge Mario Bergoglio almomento dell’elezione a vescovo di Roma esuccessore di Pietro. Papa Francesco non hadimenticato quell’invito, ne ha fatto anziuna delle priorità del magistero della parolae della vita, che offre con fedeltà quotidianaalla Chiesa. Non lasciamoci sfuggire questorichiamo, tutt’altro che scontato, di questogrande Papa «venuto dalla fine del mondo».

* Vescovo ausiliare eletto

UConvegnodiocesano:protagonisti i genitori

Lanovitàdiquest’anno:l’aperturainpiazzaSanPietroconilPapa

enitori protagonisti del Convegnodiocesano 2015: è quanto emergedalla lettera di convocazione che il

cardinale vicario Agostino Vallini ha indi-rizzato ai parroci della diocesi in vistadell’annuale appuntamento che concludel’anno pastorale e apre gli orizzonti delsuccessivo. «”Vi trasmettiamo quello cheabbiamo ricevuto” (cfr. 1 Cor 15,3) - Noigenitori testimoni della bellezza della vita»è infatti il titolo dell’assise estiva che avràuna cornice insolita per l’apertura: piazzaSan Pietro. Sarà infatti il colonnato del Ber-nini ad abbracciare le migliaia di personeche converranno attorno al Papa per ascol-tare la sua parola, secondo quanto ha an-nunciato il cardinale: l’appuntamento è fis-sato per domenica 14 giugno alle ore 18.Una scelta - quella di anticipare la consuetaapertura del Convegno fissata al lunedì -motivata dagli impegni lavorativi dei geni-tori. Confermata invece anche per que-st’anno la doppia sessione del Convegnodiocesano: a giugno, con l’apertura e i la-boratori, e a settembre, con la relazioneconclusiva del cardinale vicario, in due mo-menti dedicati al clero e ai catechisti. Nellalettera, firmata nella domenica della Divi-na Misericordia, il cardinale Vallini, dopoaver sottolineato che «Cristo risorto ci in-via, come i primi discepoli, ad annunciarecon rinnovata forza e passione il suo Van-gelo», scrive che «dopo approfondita rifles-sione e verifica dell’attuazione del progettopastorale, il Consiglio dei Prefetti ha rite-nuto opportuno sostare ancora un annosull’iniziazione cristiana, nelle tappe che ri-guardano l’ammissione alla mensa eucari-stica e alla Confermazione». «Il bel Conve-gno dell’anno passato - continua - ha mes-so in campo parecchi suggerimenti e inno-vazioni, che hanno bisogno di tempo peressere assimilati e tradotti in prassi pastora-le consolidata. Ci è parso che il punto piùbisognoso di attenzione sia il coinvolgi-mento dei genitori dei fanciulli e dei ragaz-zi, spesso poco partecipi ai cammini di fe-de dei loro figli». Da qui la scelta delle no-vità annunciate all’inizio. rancesco ha ap-provato la proposta di aprire il Convegnodi quest’anno incontrando personalmentei genitori dei bambini che si preparano allaprima Comunione e dei ragazzi che si pre-parano a ricevere il sacramento della Con-fermazione «per dialogare con loro, insie-me ai sacerdoti e catechisti. È una cosa bel-la ed importante per tracciare strade nuove

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di impegno dei genitori verso i loro figli.Senza la cooperazione della famiglia anchegli sforzi più generosi dei sacerdoti e dei ca-techisti sono spesso poco fruttuosi». Saràquindi una piazza piena di genitori, oltrealle presenze di sacerdoti, religiose, catechi-sti, membri dei Consigli pastorali. Ma saràun appuntamento preparato con cura: cosìraccomanda il cardinale ai parroci, invitan-doli a programmare in parrocchia uno opiù incontri con i catechisti dei loro figliper aprire una riflessione sul tema del Con-vegno. Le modalità di partecipazione alConvegno saranno rese note più avanti. «Il

nostro progetto pastorale di questi anni -scrive il cardinale Vallini - troverà nel Giu-bileo un sostegno ed un impulso: si trattainfatti di intensificare una pastorale chefaccia crescere la fede attraverso camminispirituali, che altro non sono che esperien-ze della misericordia del Padre verso dinoi». Tornando al programma, dopo l’aper-tura del 14 giugno in piazza San Pietro conil Papa, l’appuntamento è per il pomerig-gio successivo alle ore 19 nella basilica diSan Giovanni in Laterano con le relazionidi Elisa Manna, responsabile del settorecultura del Censis, e di monsignor AndreaLonardo, Direttore dell’Ufficio Catechisticodiocesano. Martedì 16, alle 19, alla Pontifi-cia Università Lateranense, i partecipanti alConvegno saranno impegnati nei laborato-ri di studio, guidati da esperti, per formula-re orientamenti e proposte in vista dell’an-no pastorale 2015-2016. A settembre, sem-pre nella cattedrale di Roma, il cardinale vi-cario illustrerà gli orientamenti pastoralimaturati nel Convegno per l’anno pastora-le 2015-2016. (A. Z.)

Il programma di giugnoomenica 14 giugno l’inizio dellagiornatadi aperturadel Convegno

diocesano, inpiazza SanPietro, è fissatoper le 18: i dettagli sullo svolgimentosaranno comunicati successivamente.Lunedì 15, alle ore 19, nella basilica diSan Giovanni in Laterano, la secondatappa con la presentazione del rap-porto Censis su "I genitori e la trasmis-sione della fede ai figli a Roma" con E-lisaManna, e la relazionedimonsignorAndrea Lonardo, direttore dell’UfficioCatechistico. Martedì 16 i laboratori distudio alla Lateranense.

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la scheda

Sopra e in basso due immagini del Convegno diocesano 2014

DI LORENA LEONARDI

a ricordato la Messacelebrata domenica 12aprile con Papa Francesco

per il genocidio del popoloarmeno, il patriarca di Antiochiadei Siri Ignace Youssef III Younan,iniziando la sua omelia,mercoledì 15 aprile, nella chiesaparrocchiale di Santa Maria aiMonti in occasione della veglia dipreghiera per la pace in Ucraina,in Siria e in tutti i Paesi tormentatida persecuzioni e guerra.«Malgrado tutto – ha garantito –continueremo a rinnovare lanostra speranza in Gesù. Nonsappiamo quando la via crucis deicristiani in Medio Oriente e inUcraina avrà fine, ma sappiamoche in Siria da più di quattro annii nostri fratelli agonizzano. E chein Iraq lo scorso giugno in più di140mila hanno dovuto lasciare leloro case, le loro terre, e stannocome rifugiati nel nord del Paese,ma anche in Libano e Turchia.Quello che accade ad Aleppo nondovrebbe accadere: noi cristianisiamo in Medio Oriente dasempre. E siamo stati fedeli allanostra fede a Gesù, per questoveniamo perseguitati». Se, da unaparte, «ci sono quelli cheperseguitano», dall’altra, haevidenziato il patriarca, «ci sonopure i potenti: la strage nonsarebbe potuta continuare senza lacompiacenza dei potentidell’Occidente. Dobbiamo - hainvitato - alzare la voce contro iprepotenti e coloro che ci hannodetto bugie. Basta inviare armi aicosiddetti rivoluzionari: essi sonol’Isis». Sulla sensazione di«abbandono» si è soffermato, nelcorso della liturgia marianaorganizzata dalle comunitàromane ucraine di rito bizantino esiro-antiochene, Boutros Marayati,vescovo di Aleppo, «città martiredove la gente vive sotto le bombeche cadono dal cielo proprio sulquartiere cristiano. Tutti siamoscappati, cento anni fa, per

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essuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per ipropri amici». Parte da queste parole di Gesù, riportate daGiovanni, l’ incontro dedicato alla Sindone "L’amore più

grande", che si svolgerà il prossimo 22 aprile alle 20 nella basilica diSanta Croce in Gerusalemme. La serata, promossa dall’Ufficiodiocesano per la pastorale universitaria e dall’Opera romanapellegrinaggi, in collaborazione con l’Ateneo Pontificio ReginaApostolorum, il Centro internazionale di Sindonologia di Torino e ilCentro diocesano di Sindonologia "Giulio Ricci", è realizzata inpreparazione al pellegrinaggio che oltre 200 universitari romanifaranno a Torino per l’Ostensione della Sindone il 25 e 26 aprile.Relatori dell’incontro il cardinale Angelo Comastri, vicario di SuaSantità per la Città del Vaticano, e Nello Balossino, professore diElaborazione di immagini e visione artificiale dell’Università degliStudi di Torino, considerato uno dei massimi esperti internazionali delSudario custodito nel Duomo di Torino. «Questo pellegrinaggio è unevento molto importante per i giovani che vi prenderanno parte -spiega Antonio Cassanelli, segretario del Centro diocesano diSindonologia e tra gli organizzatori del viaggio - perché è un’occasioneunica di avvicinarsi ad uno strumento privilegiato della nostra fede.Infatti la Sindone ci racconta fino nei dettagli Cristo, l’uomo dei dolorie tutta la sua atroce passione. E i ragazzi vengono messi di fronte aquello che è stato l’amore più grande: la scelta della croce per la nostrasalvezza». E importante diventa anche l’incontro in preparazione aquesto pellegrinaggio: «La decisione di organizzarlo nella basilica diSanta Croce in Gerusalemme - sottolinea Cassanelli - non è statacasuale, infatti questa chiesa richiama fortemente alla Passione,conservando delle reliquie molto preziose». La serata sarà arricchitadalla musica della Cappella musicale della chiesa nazionale spagnoladi Santiago e Montserrat di Roma. I ragazzi partiranno sabato mattinaprestissimo dalla stazione Termini per raggiungere la stazione diTorino Porta Nuova e da lì si recheranno subito al Duomo; con loroanche una delegazione di cappellani e docenti universitari. «Questopellegrinaggio - spiega il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, direttoredell’Ufficio per la pastorale universitaria - è un’occasione per i giovanidi incontrare il vero volto di Cristo. Il Signore ha deciso di condividerefino in fondo l’esperienza umana passando anche attraverso lasofferenza e la morte. Io credo che cercare il volto di Dio sia per questiuniversitari la prima via privilegiata per comprendere il vero sensodella vita». I ragazzi visiteranno anche il santuario di Valdocco, doveSan Giovanni Bosco iniziò la sua opera, e quello della Consolata, dovec’è l’immagine della Madonna patrona della città.

Marina Tomarro

arrivare qui e ora la storia si ripete:dobbiamo lasciare Aleppo. Cisentiamo abbandonati, comeGesù nel giardino del Getsmani. Ecome Cristo sulla croce abbiamosete della pace, siamo stanchi». Lasituazione, ha riferito il vescovo,«sta peggiorando, e se comecristiani di Aleppo abbiamo persola fiducia negli uomini che hannopotere e responsabilità, nonabbiamo perso la speranza in Dio.Poiché Cristo ha detto “Vi lascio lapace, vi do la mia pace”, noiandiamo avanti. Cristo ci aiuterà apassare dalla morte alla vita, dalletenebre alla luce». Nel corso dellaliturgia, animata da canti, è statoimplorato il dono della pace inSiria, Iraq, Terra Santa, Libia,Yemen, Nigeria, Sud-Sudan,Kenya, Congo, Ucraina e in tutti iPaesi martoriati da conflitti eviolenza. Un pensiero è statodedicato affinché vengano liberatiil vescovo siro-ortodosso JohannaIbrahim e quello greco-ortodossoBulos Yazjil, il sacerdote armenocattolico padre Michel Kaial, ilgreco ortodosso Isaac Mahfouz e ilgesuita romano padre PaoloDall’Oglio. In modo particolare èstato Matteo Zuppi, vescovoincaricato del Centro per lacooperazione missionaria tra leChiese e ausiliare per il settoreCentro della diocesi, aricordare «le personesequestrate, i pastori, imartiri e gli artefici dipace», insieme all’impegno«a disarmare i cuori, perchéla pace non viene così, masi costruisce». In alternativa,rimaniamo «tutti schiavi delpensiero di Caino, dalmomento che ogni guerra èfratricida. La pace richiedefretta, perché la sofferenza èsempre inaccettabile. Senzal’ossigeno della pace l’uomonon può vivere, diventacome Caino, che fugge da sestesso. Il Signore sia con voi- ha concluso - per guardarecon speranza al futuro».

Arslan: «Non dimenticare il genocidio armeno»DI MARTA ROVAGNA

entro di noi c’è il massimo delbene e il massimo del male.Non è detto che per seguire

pulsioni al genocidio bisogna esserecrudeli, si può essere anche solo avidi. Se èl’autorità dello Stato che ti dice che il tuovicino è un essere inferiore, a un certopunto inizi a guardare la sua casa e suamoglie, che sono più belle delle tue, e tene appropri. Ideato a tavolino da ungruppo di persone il genocidio diventapoi responsabilità di tutti per viadell’avidità». Lo ha affermato con forzalunedì Antonia Arslan (nella foto), docentedi letteratura italiana all’Università diPadova e saggista di origine armena, nelcorso dell’incontro “Gli armeni dalgenocidio alla speranza”. L’evento,organizzato dall’Ufficio catechistico delladiocesi, si è tenuto al Seminario Maggiore.La saggista padovana, il cui libro più

D«famoso è La Masseria delle allodole (alla30esima ristampa, oggetto dell’omonimofilm dei fratelli Taviani), ha tenuto la suarelazione in occasione del centenario delgenocidio armeno. Il Metz Yeghérn, ilGrande Male, come lo definiscono gliarmeni, «inizia il 24 aprile 1915, quando iGiovani Turchi rapiscono e deportanol’élite politica ed intellettuale armena pereliminarla. Il viaggio - ha spiegato Arslan -è la dimensione dello sterminio degliarmeni: il viaggio è il genocidio, unviaggio verso il nulla. Su due milioni circadi armeni ne sono stati uccisi circa i trequarti, un milione e mezzo. Altrettantoavvenne con la minoranza siriaca(assira)». Una specificità del primogenocidio della storia del XX secolo,«come lo ha giustamente ecoraggiosamente definito Papa Francesco -ha spiegato la scrittrice - è il destinodiverso degli uomini e delle donne: iprimi erano destinati a un’uccisione di

massa (dove non venivano neanchesprecate pallottole, gli uomini eranogettati in fosse comune vivi, uccisi inmodo orribile). Le donne invece eranoavviate a un diverso destino: rapite dallecarovane di disperati che camminavano,venivano inserite nelle famiglie turche,sposate a forza o come serve, eranoobbligate a dimenticare la propriafamiglia, la propria lingua e cultura econvertite a forza. Per la cultura ottomanala donna è inferiore e non ha un’anima e,non avendola, si può usare e piegare aproprio piacimento». Oggi, nella modernaTurchia le minoranze etniche sono circa il3% della popolazione, ha ricordato ildirettore dell’Ufficio catechisticomonsignor Andrea Lonardo, «contro il27% degli inizi del secolo scorso. Diventaquindi importante capire la dimensionedel male, il mistero dell’iniquità edell’odio. In mezzo al quale sono fioritidei giusti che hanno soccorso e aiutato il

popolo armeno». Per Arslan i giusti sonocoloro che «non guardano altrove ecapiscono che quello che vedono èorrendo». Sono ufficiali tedeschi (uno diloro fornirà materiale preziosissimo per leprove dell’avvenuto genocidiofotografando i campi profughi armenilungo la marcia dello sterminio), ebrei,missionari ma anche contadini turchi, chedanno sepoltura ai morti sulle strade oaccoglieranno in casa bambini rimastiorfani. È grazie a loro che gli armeni sonoancora un popolo, di cui solo una piccolaparte vive nell’attuale Armenia, unaporzione molto ristretta di Stato rispettoal cuore della cultura e della fede cristianaanatolica, ora su territorio turco. Haancora senso parlare dello sterminio degliarmeni, perché «passo dopo passo - haspiegato la scrittrice - tutti possonoarrivare a commettere un genocidio e poi,come è accaduto in Turchia, adimenticarlo per colpa del negazionismo».

«Aleppo città martireDisarmare i cuori»

Il Papa sarà a Ostia il 3 maggioLe celebrazioni fino a giugno

arà Santa Maria Regina Pacis a Ostia la prossimaparrocchia romana ad accogliere il Papa: ne dà

notizia l’Ufficio delle celebrazioni liturigichepontificie, annunciando il calendario dellecelebrazioni presiedute dal Santo Padre dal 26aprile fino alla conclusione del mese di giugno.Francesco sarà in visita a Ostia domenica 3 maggio,come di consueto alle 16. Domenica prossimapresiederà la Messa per le ordinazioni presbiterali.Da segnalare poi la Messa di Pentecoste in SanPietro domenica 24 maggio e quella per il CorpusDomini giovedì 4 giugno sul piazzale di SanGiovanni in Laterano.

S«Gaudium et spes»:convegno per il 50°

pprofondire il grande con-tributo che la Gaudium et

spes, a cinquant’anni dalla suapromulgazione, ancora dona alsapere teologico e alla vita dellaChiesa. Questo è l’obiettivo delconvegno "Chiesa mondo. Cin-quant’anni della Gaudium etspes" che si aprirà domani alle 9nell’ Aula Paolo VI della Pontifi-cia Università Lateranense. L’in-contro si inserisce all’interno del-le celebrazioni per l’anniversariodella pubblicazione della costi-

tuzione del Concilio Vaticano II.I lavori saranno introdotti dal ret-tore, il vescovo Enrico Dal Covo-lo. Seguirà l’intervento di Gilfre-do Marengo, del Centro studi e ri-cerche sul Concilio Vaticano II, su"Riconoscere i segni dei tempi: Ilcammino verso Gaudium et Spes"e la relazione di don Paolo Aso-lan, dell’Istituto Redemptor Ho-minis, su "Gaudium et Spes e lateologia pastorale". Nel pome-riggio la riflessione di DanielBourgeois, del Seminario di Aixen Provence e Nizza, sul tema:"Chiesa e mondo: dall’ottimismo

al disincanto". Martedì si parleràdi "Matrimonio e famiglia allaluce della Gaudium et Spes" conNicola Reali del "RedemptorisHominis", mentre il vescovo diBayonne, Marc Aillet, affronteràil tema "Dignità della persona ericerca del bene comune. L’ap-porto di Gaudium et Spes allaDottrina sociale della Chiesa".Nel pomeriggio presiederà il ve-scovo Domenico Sigalini, presi-dente del Centro orientamentopastorale; relazioni di GiovanniTangora e Antonio Mastantuono(Teologia, Lateranense).

A

Pellegrinaggio alla Sindonedella pastorale universitaria

Nella foto la basilica diSanta Croce inGerusalemme dove ilprossimo 22 aprile sisvolgerà l’incontro«L’amore più grande» inpreparazione alpellegrinaggio di Torino

Famiglia e tv, un manifesto delle associazioniiù che un documento, un manifesto, con laferma volontà di riaffermare la bellezza dellafamiglia naturale grazie a una nuova

responsabilità sociale che passi attraverso la tv diStato. Parole messe nero su bianco da un gruppo diassociazioni tra cui il Moige, il Forum cultura pace evita, Fism e Forum delle associazioni familiari.Parole racchiuse in un documento presentatoufficialmente lunedì in un convegno alla casa BonusPastor. «La domanda a cui rispondiamo è: qualicontenuti un servizio pubblico televisivo deveutilizzare per legittimare il suo ruolo? Il documentoche abbiamo preparato - spiega Elisa Manna (nellafoto), responsabile cultura del Censis e membro delConsiglio pastorale diocesano - sottolinea diversiaspetti, tra cui la condivisione, il rispettodell’opinione dell’altro, il dialogo senzaesasperazione. Come il servizio pubblico ha unito ilPaese nel dopoguerra - dice - così oggi serve unanuova alfabetizzazione, una sorta di Manzi 2.0, perricostruire una condivisione e una coesione socialeche è andata disgregandosi». «La famiglia

P tradizionale è raccontata sempre meno - affermaGianfranco Noferi, del Forum cultura, pace e vita -;molte famiglie non si riconoscono nello stereotipodel “politicamente corretto” e vorrebbero chiedere almondo della comunicazione più attenzione eaderenza a quella che è la loro realtà. Inoltre oggi citroviamo di fronte ad una grande emergenzaeducativa; la grande sfida a cui ci affacciamo è unireil mondo dei media, l’associazionismo familiare e laformazione destinata ai più giovani». Sotto accusaquindi la qualità del servizio pubblico e le suericadute sociali. «È sbagliato affermare che in Rai nonci siano programmi di qualità - afferma ElisabettaScala, vice presidente del Moige -: lo spazio per lafamiglia c’è ma spesso non viene presentata nelmodo giusto. Un esempio recente, è la fiction “Unagrande famiglia” in onda in questi giorni, dove c’è ungrande mix di emozioni ma non c’è l’amore, pernoportante della famiglia. Se questa parola deve esserevista come una scatola vuota, dove inserire di tutto edi più, allora la famiglia naturale non si senterappresentata. Vogliamo esserci - conclude - perché i

media influenzano anche i nostri figli; per dare vitaad una collaborazione costruttiva». La presentazionedel manifesto cade nel momento della riforma delsistema radiotelevisivo pubblico. «Una coincidenza -ammette Sergio Bernardini, coordinatore del Forumcultura, pace e vita -. Tutto è nato da un incontrosulla comunicazione avvenuto al Teatro Argentina, loscorso anno. Da lì, ci siamo resi conto che le famiglieerano state abbandonate dal servizio pubblicoperché rappresentate poco e male e, soprattutto, nonerano coinvolte nella stesura dei palinsesti o nellaqualità dei servizi erogati». Per il vescovo LorenzoLeuzzi, che ha introdotto i lavori, «è necessaria unagrande opera di sensibilizzazione perché le famigliepossano trovare nella tv pubblica un alleato in gradodi affrontare le difficoltà che incontranoquotidianamente, in particolare nell’educazione enella formazione dei figli». Da questa presentazionenasce un tavolo di lavoro e confronto non solo sulruolo del servizio pubblico ma, più in generale, sulrapporto tra media e famiglia.

Paola Proietti

Il patriarca di Antiochia dei Siri Ignace Youssef III Younan

L’appello lanciato alla vegliaper la pace promossa da Centromissionario e Ufficio migrantesIl patriarca di Antiochia dei Siri:

«Veniamo perseguitati perché fedelia Gesù». Il vescovo Marayati:«Abbiamo perso la fiducia negliuomini, ma non la speranza in Dio»

2 Domenica19 aprile 2015

l’appuntamentoin agenda

Un documento chiede maggiorequalità nel servizio pubblicoElisa Manna (Censis): «Serveuna nuova alfabetizzazioneper ricostruire la coesione sociale»

L’incontro al Maggiore con lasaggista nel centenario dellosterminio: furono ucciseun milione e mezzo di persone

"Sentiero lavoro": al Torrinoprogetto per la disoccupazione

on solo un incontro tra domanda e offerta di la-voro ma un sostegno, anche morale e psicolo-

gico, per affrontare la perdita dell’occupazione. Na-sce con questi obiettivi «Sentiero Lavoro», il progettoideato nella parrocchia San Giovanni Battista de LaSalle (nella foto), al Torrino. «Volevamo creare un luo-go fisico e virtuale per mettere in contatto le perso-ne, per incontrarsi e formarsi», spiega il parroco, donMassimiliano Nazio. Il progetto, infatti, ha dato vitaal sito internet www.sentierolavoro.it, dove chiunquepuò inserire la sua domanda o la sua offerta di lavo-ro. Poi, all’interno dei locali parrocchiali, è nato unufficio, dotato di scrivanie e pc, dove chi vuole puòseguire corsi di formazione on line, cercare lavoro, of-frire il suo contributo.Ad organizzare il tutto, un gruppo di volontari chesettimanalmente s’incontrano e seguono le personeche a loro si rivolgono: «Abbiamo fatto i primi passicercando di capire se, effettivamente, un tema comequesto poteva creare aggregazione e interesse all’in-terno di una parrocchia - spiega Ernesta, una delle vo-lontarie -. Gli ambiti nei quali vogliamo muoverci so-no tanti e questo richiede un impegno importante.Abbiamo già ricevuto diverse domande, tramite il si-to ma anche con il passaparola, e stiamo valutandole opportunità che possono emergere». Il sito, al momento, accoglie solo domanda e offertama l’intenzione è quella di farlo diventare un porta-le sul mondo del lavoro, creando una rete anche conaltri soggetti. L’obiettivo però non è solo aiutare chiè in cerca di occupazione: «Chi perde il lavoro rischiadi cadere in depressione, perché si sente improvvisa-mente inutile - afferma don Massimiliano -. Per que-sto è importante curare anche l’aspetto psicologico,far capire alle persone che non sono sole. Abbiamo

avuto il caso di un 53enne rima-sto improvvisamente senza oc-cupazione. Venendo in parroc-chia, ha iniziato prima a fare vo-lontariato, poi il catechismo.Quindi ha trovato quattro picco-li lavoretti che lo hanno tenutooccupato. A un anno e mezzo dalsuo licenziamento ha trovato la-voro a tempo indeterminatopresso un’azienda. Tenersi attivol’ha aiutato a fare nuove espe-rienze e, soprattutto, a non per-dersi, facendosi trovare prontoper la nuova occupazione». Al-

l’interno della parrocchia sono già operativi uno spor-tello psicologico e uno legale. Realtà consolidate cheoffriranno il loro contributo al progetto.«Le persone che finora ci hanno contattato - spiegaErnesta - sono in una fascia medio-alta di esperienzain diversi campi. Hanno lavorato anche per grandi a-ziende, hanno diversi anni di lavoro alle spalle e orasi ritrovano senza alcun punto di riferimento. Non èsolo il problema del lavoro ma ritrovare un ruolo nel-la società. Chi raccoglie le domande si accorge di que-sto. Io ho attraversato un’esperienza di questo tipo.Non è stato facile ma l’ho affrontata e metabolizza-ta. Il nostro obiettivo è porre l’attenzione sul valoredella persona in quanto tale, perché essa è il fulcro.Il lavoro è solo un tassello. Non è più un noi e voi, ilnostro progetto vuole essere un unico, grande "noi"».

Paola Proietti

N«Ricreare terra "umana"nel mare della tecnica»

Da sinistra: Giovanni Lo Storto, il cardinale Agostino Vallini e Mauro Magatti

DI ANTONELLA PILIA

elle nostre societàcontemporanee, in mezzo atanta bellezza vi sono molti

luoghi e situazioni che possiamoassimilare all’idea dell’inferno: leperiferie degradate, la solitudine deglianziani, le famiglie spezzate, i senzafissa dimora, i carcerati o i migrantiesclusi». È partito da qui il sociologoMauro Magatti, preside della facoltà diSociologia dell’Università Cattolica delSacro Cuore, per approfondire dal suoparticolare punto di vista il tema “Noi-tutti. Costruire insieme la città”. Lo hafatto martedì nella basilica di SanGiovanni in Laterano, ospite dellaserata conclusiva dei "Dialoghi incattedrale". «Viviamo in un tempo incui la città è il luogo dellacontraddizione della società umana: cisono eccellenze straordinarie insiemea miserie inenarrabili», ha proseguitoMagatti, sottolineando che questo èl’esito del ventennio 1989-2008, cheva dalla caduta del muro di Berlinoalla crisi finanziaria, quando«abbiamo pensato che tutto potesseespandersi a dismisura e tutto si èslegato: le famiglie, le città, i valori».La crisi del 2008, ha spiegato ilsociologo, altro non è che «la crisispirituale di un io che si è immaginatodi poter vivere separatamente daglialtri». Ma questo non è possibileperché l’uomo «è un essere direlazione - ha ricordato il cardinalevicario Agostino Vallini moderandol’incontro - che deve essere liberatodalla solitudine, un male del nostrotempo da cui dobbiamo guardarci».Ecco perché oggi, secondo Magatti,viviamo una importante stagione ditransizione. «Abbiamo il problema diricreare terra "umana" nel mare dellatecnica: dobbiamo cioè “rilegarci” estringere nuove alleanze» creandovalore economico ma anche sociale,prendendoci cura dell’umano evalorizzando le diversità. Seguirel’invito di Papa Francesco a«riconoscere le diversità che si creanoin città o da essa sono generate» è unapriorità anche per Giovanni Lo Storto,direttore generale dell’Università Luiss

“Guido Carli”. «Il compito di unauniversità - ha spiegato - deve esserequello di trasmettere competenze altree larghe, fatte di esperienza econdivisione, che sappiano portarecrescita e ricchezza anche al territorio eal contesto sociale». È proprio negliatteggiamenti di responsabilità eservizio alla comunità che, secondo LoStorto, si manifesta la presenza di Dionella città. Un «servire e prendersicura» che deve interrogare anchel’università. In un contesto in cui «lasua tradizionale missione bipartita(istruzione e ricerca) è messa a duraprova dal ruolo sempre maggiore dellaricerca scientifica - ha osservato -l’università deve avere profondamente

a cuore il tema della costruzione diresponsabilità» dotando i ragazzi deglistrumenti necessari per mettere afrutto le proprie ricchezze e facendolientrare in contatto con le diversità.Alla Luiss non mancano le iniziativein questo senso «come il progettoVolontariaMente - ha evidenziato LoStorto -, che permette ai nostristudenti di trascorrere del tempoestivo lavorando al fianco diassociazioni come Libera e Save theChildren, svolgendo percorsi convalore etico e curriculare». Unatestimonianza alla quale si sonoaggiunte quelle di due ragazzi dellaparrocchia romana di Santa MariaAssunta e San Giuseppe a Primavalle,

3 Domenica19 aprile 2015

L’appello nell’ultima serata del ciclo"Dialoghi in cattedrale", dedicata al"costruire la città". Lo Storto (Luiss):

portare crescita e ricchezza ancheal territorio e alla società. Magatti(Cattolica): stringere nuove alleanze

società

periferia ovest della Capitale, dove ildisagio giovanile è segnato dalladroga, dall’alcol e dal gioco d’azzardo.In questo contesto, una comunità digiovani studenti si incontra ognigiorno per vivere la concretezza dellafede all’insegna dell’accoglienza e delsostegno. «Non è semplice - hasottolineato Francesco, uno dei ragazzi- annunciare la gioia del Vangelo a chivive la tossicodipendenza, i problemidel carcere e della depressione e aigiovani che sembra abbiano smarritoil senso della vita. Non è semplice maè possibile e noi vogliamo essere unpropulsore per la vita parrocchiale, cherischia di chiudersi troppo in se stessae non generare più figli».

DI MARIA ELENA ROSATI

l seme gettato sta portandofrutto»: don DaniloSpagnoletti racconta così la

realtà della parrocchia del SacroCuore di Gesù Agonizzante a Vitinia(nella foto), di cui è viceparroco e cheha ricevuto ieri la visita del cardinaleVallini. Nata negli anni ’50, ecresciuta di pari passo con ilquartiere di Vitinia, lungo la via delMare, la parrocchia sta vivendo oggiuna fase di rinnovato slancio chevede un maggiore coinvolgimento

dei parrocchiani. Come spiega ilparroco, monsignor Isidoro Taschin,«abbiamo cercato di portare avantiquanto già c’era, con l’obiettivo diriavvicinare le persone e servire lagente di Vitinia». Così, negli ultimianni, è ripartito l’oratorio, grazieall’impegno dei laici animatori; alcatechismo della Comunione e dellaCresima sono arrivati catechistigiovani, ed è ripresa la catechesi perla preparazione al matrimonio (8 o10 coppie l’anno per 10 incontri),quella per la Cresima degli adulti, ela benedizione della case, che vieneora portata avanti dal tempo diNatale fino a Pentecoste. Da quattroanni, una volta al mese don Isidorotiene i contatti con i genitori chehanno celebrato il battesimo deifigli, attraverso il "foglio", un

biglietto informativo, firmato erecapitato a mano, casa per casa, eper questo molto apprezzato dallefamiglie: «È un modo semplice espontaneo per restare in contatto conloro, per dire "sono il vostro parroco,non mi sono dimenticato di voi, visono vicino nei vostri problemi". Ilfatto che non sia una pagina scritta alcomputer ma redatta a mano econsegnata con cura fa effetto nellepersone», racconta. Più a suo agiocon computer e nuove tecnologie èdon Danilo, che oltre a seguire ilgruppo di lettura e spiegazione delVangelo, e il gruppo delle famiglie,cura il giornalino parrocchiale"Eccoci" «che - spiega - dà voce atutto il quartiere per creare dialogo eunione» . La sinergia tra il quartiere ela comunità parrocchiale guida

anche le attività caritative:attivissimo il centro Caritas, che sioccupa di circa 40 famiglie bisognosesul territorio, mentre ogni 15 giornivolontari e parrocchiani preparano ipasti da distribuire ai senzatetto allaStazione Termini, o prestano servizioalla mensa Caritas di Ostia. Laparrocchia e tutto il quartiere hannopoi "adottato" Angelo, parrocchianosolo e con disturbi psichici, che vieneseguito, curato e assistito daisacerdoti e dagli abitanti della zona.Dopo la visita del cardinale laparrocchia festeggia oggi i bambinidella Prima Comunione, mentre èprevista per giugno la festa chechiude l’anno pastorale, quella per lacui riuscita - conclude don Danilo -«tutti collaborano, con grandesensibilità».

Sacro Cuore a Vitinia, al servizio della genteAttivissimo il gruppo CaritasUn giornalino dà voce a tuttoil quartiere per creare dialogo

DI SIMONE ROSSI

na basilica visitata ogni giorno dacentinaia di turisti, che custodisceopere senza tempo del

Caravaggio. Stiamo parlando di SantaMaria del Popolo, che tra arte espiritualità rappresenta, sicuramente, unpunto di riferimento per stranieri eromani. Le porte d’ingresso si aprono esi chiudono in continuazione peraccogliere credenti e non credentiprovenienti da ogni parte del mondo,attratti principalmente dai due deicapolavori più importanti diMichelangelo Merisi: La Conversione diSan Paolo e La Crocifissione di San Pietro.

La parrocchia di piazza del Popolo (nellafoto), che oggi riceverà la visita delcardinale vicario Agostino Vallini, offreproprio per le sue opere dal profondosignificato religioso un’opportunità diriflessione e spiritualità che moltospesso ha lasciato il segno a chi èentrato. «Caravaggio - ci racconta ilparroco padre Amedeo Eramo,agostiniano - rappresentaparadossalmente il più grande apostoloperché con i suoi dipinti sa essere moltoconvincente e persuasivo, ispirando allafede in Cristo e nella Chiesa. Per questouna parte importante delle nostreattività è rivolta ad aiutare i visitatori ariscoprire il significato autentico delCaravaggio e a vivere il mistero dellafede in Pietro, in Paolo e nella Chiesacattolica. Un percorso che non lasciaindifferenti neanche i turisti che civengono a trovare con un atteggiamentopiù agnostico. Anche in loro, infatti,molto spesso alla fine della visita emerge

il lato più spirituale». Ma la parrocchiadi Santa Maria del Popolo non è solouna meta per turisti e amanti dell’arte.Con la sua attività quotidianarappresenta infatti un punto d’incontroper giovani e anziani del centro storico.«La nostra parrocchia - dice Lorella, unadelle animatrici - è molto particolare.Nonostante infatti si trovi nel cuore diRoma, con un continuo viavai di genteproveniente da ogni parte del mondo,riesce a portare avanti una serie diiniziative rivolte agli abitanti di questazona con semplicità e accoglienza. Ilgrande carisma del parroco, padreAmedeo, riesce inoltre ad invogliare iragazzi a frequentare la parrocchia congioia. Abbiamo a disposizione unasplendida terrazza e un’ampia sala con ilpianoforte dove organizzare gli incontricon i bambini per fare catechismo eproporre attività ludiche, musica emerenda. Attraverso il gioco riusciamo aporgere ai più piccoli l’importanza della

Parola di Gesù». Trattandosi però di unaparrocchia del centro storico, SantaMaria del Popolo, così come molte altrecomunità limitrofe, ha vissuto, diriflesso, l’esodo di giovani che negliultimi anni ha investito queste zone diRoma. A frequentarla infatti, sono per lopiù persone adulte e anziane cheabitano da sempre il quartiere. «Ognimartedì da trent’anni - sottolinea padreEramo - abbiamo l’immancabileappuntamento con il Centrodell’amicizia per gli anziani.Un’occasione per ritrovarsi, pregare efare festa insieme». Infine, tra leiniziative più importanti rivolte alterritorio, spicca quella destinata aipoveri. «Grazie anche alla Caritas eall’associazione San Giuseppe diNazareth - conclude il parroco - ognilunedì diamo una piccola mano allepersone più emarginate offrendo lorodei pasti e una parola di conforto ecoraggio».

U

Santa Maria del Popolo, alla scoperta di CaravaggioI suoi due capolavori nella chiesaattraggono tanti romani e turistiMa la parrocchia è anche puntod’incontro per giovani e anziani

4 Domenica19 aprile 2015

Giovedì, onomastico del Papa, chiusi uffici del Vicariato - San Ponziano: incontro sul Sinodo - Suor Potente a Casa BetaniaUnitalsi a Lourdes con i bambini del Gemelli - Dibattito su comunicazione e famiglia - La diocesi su Radio Vaticana Italia

vicariatoGIOVEDÌ CHIUSI GLI UFFICI DEL VICARIATO.Giovedì 23 aprile, festa onomastica diPapa Francesco, gli uffici del Vicariato diRoma resteranno chiusi.

celebrazioniA SAN MARCELLO ULTIMA MESSA DOMENICALEALLE ORE 22. Fissato alle 22 l’orariodell’ultima Messa domenicale nella chiesarettoria di San Marcello al Corso, a duepassi da piazza Venezia. «Una decisione -spiega il rettore padre Enrico M. Casini, deiServi di Maria - che può essere utile pertante persone che hanno bisogno ditrascorrere fuori la giornata».

incontriIL TEMA DEL SINODO A SAN PONZIANO. Oggialle 17 presso la parrocchia di SanPonziano (via Nicola Festa , 50) è inprogramma l’incontro «Camminareinsieme per la famiglia. Riflessione sulSinodo dei vescovi: le sfide pastorali dellafamiglia nel contesto dell’evangelizzazione». Intervengonomonsignor Fabio Fabene, sottosegretariodel Sinodo dei vescovi, che rifletterà su «IlVangelo della Famiglia: le sfide della vitaaffettiva, della fedeltà e della generatività»,e Giorgio Bartolomei, responsabile delServizio di psicoterapia familiare delconsultorio familiare Al Quadraro, sultema: «La Chiesa come ospedale dacampo: curare le famiglie ferite».

IL BIBLISTA PENNA ALLA LIBRERIA PAOLINE.Domani alle 18.30, nella Libreria Paoline(via del Mascherino), nell’ ambito del ciclodi 5 incontri di riflessione biblica su "Unanuova identità in Cristo e nella Chiesasecondo la Lettera agli Efesini", quartoappuntamento con il biblista don RomanoPenna.

SUOR ANTONIETTA POTENTE A CASA BETANIA.Domani alle 20.30 ultimo appuntamentodel ciclo di incontri delle Famiglie in rete aCasa Betania (via delle Calasanziane, 12).Tema della serata: «Educarci ad un’eticadella prossimità per vivere meglio». Neparlerà suor Antonietta Potente, teologadomenicana, che ha vissuto per oltre 10anni in Bolivia con famiglie indigene e hainsegnato all’Università di Cochabamba eLa Paz.

EUCARISTIA E MATRIMONIO: SE NE PARLA ALGIOVANNI PAOLO II. «Eucaristia eMatrimonio: due sacramenti, un’ alleanza:il colloquio di teologia sacramentaria» È iltema del convegno, che si svolgeràmercoledì 22, promosso dal PontificioIstituto Giovanni Paolo II nell’auditoriumdell’Istituto (piazza San Giovanni inLaterano, 4). La prima sessione si apriràalle 9 e sarà incentrata sul tema «Eucaristiae Matrimonio, al centro della confessionedi fede». Introdurrà monsignor LivioMelina, preside dell’Istituto. Seguiranno lerelazioni di Joseph Atkinson, delPontifical John Paul II Institute; JoséGranados, del Pontificio Istituto GiovanniPaolo II; Noëlle Hausman, della Facoltà diteologia della Compagnia di Gesù diBruxelles. Nel pomeriggio la secondasessione, su «Eucaristia e Matrimonio nelcammino della Chiesa», moderata dalcardinale Marc Oullet, prefetto dellaCongregazione per i Vescovi.

LUNEDÌ 20Dal pomeriggio predica gli esercizispirituali agli ordinandi presbiteri.

VENERDÌ 24Alle 20.30 presiede la veglia per levocazioni nella basilica di SanGiovanni in Laterano.

SABATO 25Alle 16.30 incontra gli operatoripastorali e celebra la Messa nellaparrocchia di San Gerardo Maiella.

DOMENICA 26Alle 9.30 nella basilica di San Pietroconcelebra la Messa nella quale PapaFrancesco conferisce l’ordinazionepresbiterale ai diaconi della diocesidi Roma.

SANT’IPPOLITO: RIFLESSIONE SU "EVANGELIIGAUDIUM" E TESTIMONIANZA SU CHIARACORBELLA. Due incontri a Sant’Ippolito neiprossimi giorni. Mercoledì 22 alle 20.30nella parrocchia di Sant’Ippolito (viaomonima), nell’ ambito del percorso diriflessione e approfondimentosull’esortazione apostolica «Evangeliigaudium», incontro con OlivieroBettinelli, responsabile Area pace emondialità della Caritas di Roma, e padreCamillo Ripamonti, presidente del CentroAstalli. Domenica 26 aprile alle 16 latestimonianza di Enrico Petrillo, marito diChiara Corbella, morta nel 2012.

LECTIO DIVINA A SANTA MARIA INTRASPONTINA. Proseguono gli incontri diLectio divina nella chiesa di Santa Maria inTraspontina (via della Conciliazione14/C). Venerdì 24 dalle 18.30, padreBruno Secondin, teologo, rifletterà sultema « Guardare e toccare il Risorto (Lc24,35-52)».

UNITALSI A LOURDES CON I BAMBINI DELGEMELLI. Partirà domenica 26 dallastazione di Roma Ostiense, e si concluderàsabato 2 maggio, il primo pellegrinaggiodel 2015 a Lourdes della sezione romana-laziale dell’Unitalsi a cui parteciperannoanche i bambini dell’Oncologico delGemelli. Vi prenderanno parte ancheammalati, volontari e pellegriniprovenienti da tutto il Lazio. Info:www.unitalsiromanalaziale.it.

PELLEGRINAGGI: DIVINO AMORE E BEATOPAOLI. Sono ripresi dopo la Pasqua ipellegrinaggi al santuario della Madonnadel Divino Amore, ogni settimana nellanotte tra il sabato e la domenica: sosta alleFosse Ardeatine per commemorare levittime della violenza e del terrorismo.Sabato 25, si svolgerà invece un nuovopellegrinaggio sulle memorie romane delBeato Angelo Paoli, sacerdote carmelitanoricordato come il "padre dei poveri", di cuiricorre proprio in quella giornata il 5°anniversario della beatificazione:appuntamento alle 9 davanti alla chiesa diSan Martino ai Monti (viale del MonteOppio, 28).

comunicazioneLA DIOCESI SU RADIO VATICANA ITALIA. Oggialle 12.30 sui 105 FM di Radio VaticanaItalia andrà in onda «Crocevia di bellezza».Mercoledì alle ore 18.30 «Ecclesia in urbe».Entrambi anche su www.romasette.it.

culturaRADIOPIÙ: DIBATTITO SU COMUNICAZIONE EFAMIGLIA. «Comunicare la fede in famiglia»è il titolo del convegno che si terrà oggialle 16.30 nell’auditorium delleFrancescane missionarie del CuoreImmacolato di Maria (via Caterina Troiani90). Organizzato da Radiopiù incollaborazione con il Centro culturale SanPaolo, in vista della 49esima GiornataMondiale delle comunicazioni sociali,vedrà gli interventi di Aldo Maria Valli,vaticanista Rai, con la moglie, SerenaCammelli, che daranno la propriatestimonianza di genitori cristiani;monsignor Andrea Lonardo, direttoredell’Ufficio catechistico diocesano, sulruolo della parrocchia nell’educazione allafede; Tonino Cantelmi, psichiatra,evidenzierà l’influenza dei media inquest’ambito. Modera la giornalistaFrancesca Baldini.

PRESENTAZIONE LIBRI: «BENEDETTO XVISERVO DI DIO E DEGLI UOMINI». Domani alle18.30 presso il Campo Santo Teutonicodella Città del Vaticano, la Libreria EditriceVaticana presenta il volume: «BenedettoXVI. Servo di Dio e degli uomini», inoccasione del X anniversario della suaelezione a pontefice. Presentazione delprogetto "Biblioteca Romana JosephRatzinger-Benedetto XVI" da parte dimonsignor Stefan Heid, direttoredell’Istituto Romano di Görres-Gesellschaft. Saluti di don Giuseppe Costa,direttore della Libreria Editrice Vaticana, edi Albrecht Weiland, direttore della casaeditrice Schnell und Steiner di Ratisbonache ha pubblicato il volume in tedesco.

CONVEGNO SUL TURISMO ALL’UNIVERSITÀEUROPEA. «Verso il Giubileo: storia,turismo e innovazione. Opportunità estrategie per guide e professionisti delcultural heritage» è il titolo della tavolarotonda che si terrà martedì 21 dalle ore9.15 all’Università Europea di Roma (viadegli Aldobrandeschi 190).

A SANTA MARIA SOPRA MINERVAPOMERIGGIO DI FIABE. Domenica 26, alle16.30, terzo appuntamento dei «Pomeriggicon le fiabe musicali», rassegna di teatro emusica per bambini e famiglie, nelchiostro di Santa Maria sopra Minerva(piazza della Minerva). In scena«Catarinella » con Lucia Ciardo, ElisaMascia, Pierfrancesco Ambrogio, e i «FestaRustica Ensemble », ensemble barocco.

ento anni fa i preti del Sacro Cuore di Gesùdi Bétharram, cittadina francese vicina a

Lourdes, arrivarono a Roma, e a loro fu affidatauna delle due chiese gemelle di piazza del Po-polo, Santa Maria dei Miracoli, dove c’era biso-gno di confessori. E da venerdì 24 questa ricor-renza sarà ricordata con tre giorni di eventi checulmineranno domenica con la partecipazionedi tutta la comunità all’Angelus con il Papa.Le tre giornate si apriranno il pomeriggio del ve-nerdì alle 18 con la processione dell’ immaginedella Madonna dei Miracoli dalla chiesa di sanGiacomo al Corso fino alla chiesa di piazza delPopolo, dove il vescovo ausiliare Matteo Zuppicelebrerà una Messa solenne. «L’effigie della Ma-donna - spiega padre Natale Re, rettore di San-ta Maria dei Miracoli - proviene da una cappel-lina collocata lungo il Tevere ed è molto vene-rata dai romani perché ricorda un miracolo av-venuto nel 1515, in cui un bimbo caduto nel fiu-me riuscì a salvarsi».La mattina di sabato 25, nella sala convegni invia del Corso 528, si svolgerà un incontro di stu-dio e di testimonianza su "I preti del Sacro Cuo-re e la pastorale dei santuari nel mondo". Sa-ranno presenti, tra gli altri, padre Gaspar Fer-nandez, superiore generale, e il vicario d’Italia,padre Aldo Nespoli. La sera, dalle 20.30, con-certo di inni mariani. Domenica 26 la Messa al-le 9 e la partecipazione all’ Angelus. (Ma. To.)

C

Un secolo dei betarramitia Santa Maria dei Miracoli

l’anniversario

le saledellacomunità

DELLE PROVINCIE Da mer. 22 a dom. 26V. Delle Provincie, 41 Noi e la Giuliatel. 06.44236021 Ore 15.45-18-20.15-

22.30Diego, Fausto e Claudio, tre quarantenniinsoddisfatti in fuga dalla città, da perfettisconosciuti si ritrovano uniti nell’ aprire unagriturismo. A loro si uniranno Sergio, uncinquantenne invasato, ed Elisa, una giovanedonna incinta decisamente fuori di testa. Aostacolare il loro sogno arriverà, però, un curiosocamorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida diuna vecchia Giulia 1300.

DON BOSCO Giov. 23 e ven. 24V. Publio Valerio, 63 Birdmantel. 06.71587612 Ore 18-21Birdman racconta di Riggan Thomson (MichaelKeaton), attore in declino che dopo un folgorantepassato nei panni di un glorioso supereroe, spera dirilanciare la sua carriera dirigendo un nuovo,ambizioso spettacolo a Broadway per dimostrare atutti che non è solo una ex star di Hollywood. Neigiorni che precedono la sera della prima, Riggandeve fare i conti con un ego irriducibile e gli sforziper salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso.

Sab. 25e dom. 26, ore 16Spongebobfuori dall’acqua

cine

ma

Natale di Roma ai Foriilluminati da Storaro

i accendono leluci sulla storia

di Roma e sui Foridi Nerva, Augusto edi Traiano. Ai ForiImperiali per fe-steggiare il 21 apri-le, Natale di Roma,si inaugura la nuo-va illuminazioneartistica dell’areaarcheologica dellaCapitale (dalle20.30) firmata dalpremio Oscar Vitto-rio Storaro.

S

in sala da giovedìscorso il filmitaliano più atteso

di questa primavera: Miamadre, il nuovo titolo diNanni Moretti. Ildodicesimo di unacarriera cominciata nel1976. Siamo a Roma,oggi. Margherita, diprofessione regista di

cinema, è al lavoro sul suo nuovo copione,storia di un americano che ha appenacomprato una società vicina al fallimento edei forti contrasti messi in campo dagli operaiche temono per il posto di lavoro. Ai nonpochi problemi sul set si aggiungono quelliderivanti dalla situazione dell’anzianamamma, ricoverata in ospedale per unaggravarsi dello stato di salute. Margherita sitiene in contatto con il fratello Giovanni,entrambi si alternano a confortare la degenzadella mamma Ada. Dopo alcuni imprevisti,

tutti si ritrovano riuniti nella casa dellaanziana signora. C’è un’attesa carica di senso che accompagnala vicenda verso la conclusione. In Io sono unautarchico (la sua opera prima, 1976), alcunistudenti preparavano esami universitari eintanto cercavano di capire quale potevaessere il ruolo nella società. A raccontarequella realtà c’era appunto Nanni Moretti.Oggi, 2015, qualcosa da raccontare c’è ancora,ma i dieci film girati nel frattempo lo hannoreso più incerto, indeciso, titubante. Altramonto delle ideologie, l’unica vicendapossibile da raccontare è quella delle perditeprovocate dalla crisi: il lavoro, la dignità,l’identità. C’è stato un tempo in cui Nanni erauno «splendido quarantenne». Gli anni sonopassati, e lui è arrivato ai sessanta. Forse conqualche timore in più, di sicuro sempresplendido per lo sguardo umbratile,malinconico, dolente che getta suicambiamenti della realtà: dalla qualevorrebbe uscire per fare una cosa sola, vivere,

come è giusto che faccia ancora la madre.Mestiere difficile tuttavia il vivere, nonrisolvibile chiedendo all’attore di stare fuori eaccanto al personaggio. Dentro La Stanza del figlio (2001) si chiudevaun capitolo senza ritorno, un macignopiombato su qualunque alternativa. Il ricordodella mamma è invece ora affidato al"domani", a ciò che parla di lei, la sua casa,quell’appartamento borghese così armonioso,pulito, con i libri in ordine, la scrivaniagenerosa di testimonianze, il latino comescrigno di tesori sbiaditi ma preziosi. Dentrouna scrittura linguistica di forte luciditàespressiva e di marcato pudore visivo, il filmdiventa un inno al superamento della perditae al cinema, che ne è l’esempio fondamentale:sempre finito e sempre morto, sempre capacedi riemergere. Un film intenso e stratificato,un gioco sul doppio e sulle "voci di dentro"dopo il quale il silenzio non sarà più perMoretti una scusa plausibile.

Massimo Giraldi

È«Mia madre»: Moretti, il dolore e la perditacinema in città

DI MARIAELENA FINESSI

osa hanno in comune i testibiblici e la letteratura fantasy? Ladomanda sembrerebbe irriverente

se non fosse che a chiederselo sono statiteologi e matematici nel corso di undibattito pubblico («La teologia trascienza e fantascienza. Da GuerreStellari a Harry Potter») tenutosi il 15aprile alla Pontificia UniversitàLateranense che, in collaborazione conil Servizio nazionale Cei per il Progettoculturale, se n’è fatta promotriceattraverso l’area di ricercainterdisciplinare Sefir (Scienza e fede,sull’interpretazione del reale) diretta daGiandomenico Boffi. «La teologia non è fantascienza marigorosa disciplina scientifica - spiegaBoffi, che è anche ordinario di Algebrae direttore del Laboratorio di Scienzematematiche all’Università degli StudiInternazionali di Roma -. Eppure, comeogni scienza, ha bisogno di fantasianon essendo sufficiente la sola logica.

Nel caso della matematica, ad esempio,l’enunciato del teorema va primaimmaginato e solo successivamente vadimostrato». La teologia, in fondo, «è intelligenzadella fede - chiarisce Giuseppe Lorizio,ordinario di Teologia fondamentale - enell’intelligenza entra anchel’immaginazione. A ciò si aggiunga cheil tema del simbolico e della narrazionerivolta al futuro è già presente nellabiblica Apocalisse». E come nellafantascienza, anche nel raccontoapocalittico «si fa strada in unmomento preciso: dinanzi, cioè, allesperanze di salvezza disattese e alleprofezie mancate». A chi si chiede seallora c’è una rivalutazione della magiada parte del cristianesimo, Loriziorisponde con un esempio: «Il magicoviene condannato solo perché diventamercato. Simon Mago non è additatoperché è mago ma perché vende lamagia. Al contrario, nella favola diCenerentola viene detto che "il coraggioe la gentilezza possono operare

magie"». Dunque valori monetaricontro valori morali. Il gesuita MichaelFuss, che all’Università Gregoriana tienecorsi su buddismo e culti new age, offreuna carrellata di "religioni" presentioggi nella fantascienza il cui successo,spiega, si deve al suo essere «orientata alromanticismo, sapendo offrire unimmaginario caldo nel momento in cuil’uomo si trova nel freddodell’inospitalità dello spazio».Nella discussione non poteva non finireanche il geniale maghetto creato da J. K.Rowling, Harry Potter, protagonista diuna serie editoriale in sette volumi chein soli 10 anni, dal 1997 al 2007, havenduto circa 450 milioni di copie. «Lavicenda di Harry Potter è unadeclinazione semplice del mistero dellaRedenzione», spiega Antonio Sabetta,ordinario di Teologia fondamentale epreside dell’Istituto superiore di Scienzereligiose Ecclesia Mater. «Nei libri, aparte due citazioni bibliche poste nelsettimo, non ci sono riferimentiespliciti al cristianesimo. Eppure è

molto interessante leggere in chiavecristiana le tematiche che attraversanola saga, prime fra tutte quella della lottatra bene e male». Chiarisce: «C’è unadimensione buona e cattiva in ogniuomo che è chiamato ogni giorno ascegliere tra ciò che è giusto e ciò che èfacile». Compito arduo ma Rowling samostrare la grandezza dell’amore, «cheè abbracciare liberamente la possibilitàdella morte». Harry accetta infatti diandare incontro al suo destino ("Devomorire perché tutto finisca") «ed è qui iltratto più "cristiano" della serie, cioèl’idea che la vittoria sul male richieda ilcoraggio di una vita che prende su di séil peso e le conseguenze di ognidecisione». In questo sacrificio accettatoavviene un cambiamento che è poil’inizio d’ogni nuova storia. «Hegel -conclude Sabetta - nelle sue "Lezionisulla filosofia della religione" definiscela morte di Cristo la "morte dellamorte", la negazione della negazione»,e dunque l’affermazione della vita.

C

Harry Potter e il mistero della Redenzione

La lettura in chiave cristiana della sagadi successo tra gli interventi dell’incontroalla Lateranense con Boffi, Fuss, Lorizioe Sabetta. Il merito della fantascienza?«Saper offrire un immaginario caldo»