Rivista Senso&Gusto Gennaio/Febbraio 2014

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Gennaio•Febbraio 2014 ANNO 3 - N°1 MENSILE GRATUITO DI INFORMAZIONE E CULTURA ENOGASTRONOMICA LA SCELTA DEL VINO CARTE APPROSSIMATIVE LA CLASSICA BOTTIGLIA DIVENTA UN REBUS SAN VALENTINO ADDIO PEYNET ORA L AMORE CORRE SULLA RETE SALDI AL RISTORANTE CONTRO LA CRISI SI MANGIA A PREZZI STRACCIATI LE REGOLE DEL FREEZER INDICAZIONI E CONSIGLI PER CONSERVARE I SURGELATI FATTI IN CASA E NON SOLO

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Rivista Food & Beverage

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Gennaio•Febbraio 2014ANNO 3 - N°1

MENSILE GRATUITO DI INFORMAZIONE E CULTURA ENOGASTRONOMICA

LA SCELTA DEL VINOCARTE APPROSSIMATIVELA CLASSICA BOTTIGLIADIVENTA UN REBUS

SAN VALENTINOADDIO PEYNETORA L’AMORECORRE SULLA RETE

SALDI AL RISTORANTECONTRO LA CRISISI MANGIAA PREZZI STRACCIATI

LE REGOLE DEL FREEZERINDICAZIONI E CONSIGLIPER CONSERVARE I SURGELATIFATTI IN CASA E NON SOLO

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GennaioFebbraio

RISTORANTE CON VISTA

SAN VALENTINO

FESTA DELL’AMORE

COME SORPRENDERLA...

FIORI DA REGALARE

LE RICETTE DI GABRIELE ZANINI

IL “CANARINO” DELLA NONNA

AMERICANI

DIVORATORI DI PIZZA

LE CURIOSITÀ

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Senso & GustoMensile di informazione gratuitoAnno III - Numero 1Gennaio - Febbraio 20147www.sensoegusto.com

EDITOREAC Management di Cristiano BuccieroVia dei Ciliegi, 1 00040 Pavona (RM)Tel. 3923884281 c. [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEPaolo [email protected]

COLLABORATORIAntonino Addis, Valeria Caroselli, Gio-vanna Cipriani, Claudia Formisano, Si-mone Francini, Fabrizio Gulini,Antonella Lamboglia, Lucia Lambo-glia, Antonella Lorini, Marco Mariani,Gabriele Zanini

REDAZIONE E SEGRETERIAVia Latina, 2300041 Albano Laziale (RM)Tel. 3923884281 - [email protected]

PROGETTO GRAFICOGreenstudios srl - Tel. 069303513www.greenstudios.it

STAMPAQuadrifoglio srlVia Latina, 2300041 Albano Laziale (RM)

Concessionaria Esclusiva per la Pubbli-cità: Greenstudios srl - Tel. [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Velletri n. 08/12 del19/04/2012

Senso&Gusto è una rivista mensile gratuita. È vie-tata la riproduzione anche parziale di testi, grafica,immagini e spazi pubblicitari. La direzione non re-stituirà gli articoli e le foto inviati alla redazione.

Numero chiuso in redazione il 25/01/2014

2014Gennaio•Febbraio 2014ANNO 3 - N°1

MENSILE GRATUITO DI INFORMAZIONE E CULTURA ENOGASTRONOMICA

LA SCELTA DEL VINOCARTE APPROSSIMATIVELA CLASSICA BOTTIGLIADEVENTA UN REBUS

SAN VALENTINOADDIO PEYNETORA L’AMORECORRE SULLA RETE

SALDI AL RISTORANTECONTRO LA CRISISI MANGIAA PREZZI STRACCIATI

LE REGOLE DEL FREEZERINDICAZIONI E CONSUGLIPER CONSERVARE I SURGELATIFATTI IN CASA E NON SOLO

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EditorialePRANZO A PREZZI DI SALDOdi Paolo Caprio

POTATURA COME ORNAMENTO

SURGELATI CONSIGLI PER L’USO

FRIGO NON RIPOSTIGLIO...

COME SCEGLIERE IL VINO

SUA MAESTÀ IL CIOCCOLATO

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renza agguerrita, numerosae di scarsa qualità, anchesleale affermano i diretti in-teressati, che ha inferto unduro colpo ai ristoranti. E se èaccaduto ciò, anche loro hanno la loro fetta di responsabilità.In tempi non sospetti, quando la negatività del momento an-cora non s'avvertiva nell'aria, hanno agito con eccessiva in-gordigia. Hanno fatto lievitare i prezzi dei loro menu,sfruttando l'onda dell'euro, finendo per allontanare la clien-tela. E questo discorso ha riguardato sopratutto quei locali,dove i costi non erano giustificati dalla qualità dell'offerta, nonsoltanto alimentare, ma anche quella riguardante il servizio.Una politica che con il tempo ha avuto l'effetto di un boome-rang e che da tempo li ha costretti a correre ai ripari, attraversonuove idee e nuove strategie commerciali, per evitare di finirenel baratro.Quella del pranzo a prezzi da panino e birra, non è l'unica tro-vata per combattere la crisi. Ora accettano anche i “buonipasto”, mentre sta prendendo piede anche la moda del takeaway, cioè preparare pranzi da asporto, come accade già conla pizza. Una moda molto in voga nei paesi anglo-sassoni,dove il servizio spesso è anche a domicilio, che sta piacendoagli italiani, specialmente quando la tavolata è numerosa enon si ha il tempo ed anche la capacità di preparare un pranzood una cena all'altezza della situazione. Si risparmia rispettoal ristorante, si spende qualcosina in più rispetto al “fai da te”.I locali cinesi sono stati i precursori di questa filosofia commer-ciale, i nostri hanno preso a praticarla, quando sono statispinti dalla necessità. Del resto, l'arte dell'arrangiarsi è statasempre una prerogativa degli italiani nei momenti di difficoltàe queste nuove iniziative, ad alcuni, permette loro di galleg-

giare in attesa di tempi migliori. Rimane, comunque,una regola, che deve essere sempre rispettata

per coloro che lavorano nel mondo dellaristorazione: il cliente non è un gallo

da spennare, ma un amico da fareaffezionare. Con una buona e

sana cucina. Per sempre. Enon soltanto nei momenti di

difficoltà.

PRANZO A PREZZI DA SALDOUN FENOMENO PER NON AFFOGARENEL MARE DELLA CRISIUn primo, un secondo con contorno, acqua e caffè a8,50 euro. A volte, anche a 7,50 oppure a 10. A volte,agli stessi prezzi, un primo e contorno o un secondoe contorno e via dicendo. Ai quali aggiungeremo lepizze no-stop, le bistecche a volontà, la pasta senzalimiti a prezzi da saldo. Il mondo della ristorazionecerca nuovi sbocchi per difendersi dall'emorragia dicoperti. E' una ulteriore strategia per conquistareclienti a pranzo ed anche a cena. Quando i primi pio-nieri di questa nuova strada ristoratrice partirono al-cuni anni fa, furono accolti con diffidenza. Ora si èdiffusa a macchia d'olio, perché tanti ristoratori, conl'avanzare della crisi, si sono ritrovati i locali, sopra-tutto a mezzogiorno, desolatamente vuoti e i contiche non tornavano più.Qualcuno obietterà che a prezzi così bassi non è pos-sibile offrire un pasto degno di questo nome e nellostesso tempo guadagnarci sopra. Ma non è quest'ul-tima cosa che cercano i ristoratori. La politica delpranzo a basso costo serve soltanto per coprire lespese e mantenere vivo il locale, che con l'aperturaesclusivamente serale potrebbe correre il rischio diessere dimenticato dalla clientela, specie quellameno consolidata.E' evidente che non si può pretendere a certi prezzi ilmassimo della scelta (della pulizia si), sempre circo-scritta ad un tris di primi e ad un paio di secondi,anche perché l'offerta è rivolta ad avventori che de-vono consumare il pasto nella pausa pranzo, quindipiù portati a “sfamarsi” che a gustare. Ma sopratutto,il pasto a basso costo tende a combattere l'invasionedi campo e i prezzi praticati dai bar, che dal tramez-zino e al toast sono passati alle insalatone, alle ver-dure grigliate ed anche ai primi piatti(quasi sempre precotti e surgelati),d'inverno caldi, d'estate freddi. Al-cuni, a mezzogiorno, sono di-ventati dei mini ristorantidel mangiare in piedi. Pernon parlare delle pizzeriea taglio, delle tavolecalde e dei fast food,spuntati come funghi.Insomma, una concor-

© Riproduzione riservata

L’EDITORIALEdi Paolo Caprio

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Nei giardini d'invernotrasformiamo le potaturein fantasiosi ornamenti Normalmente, nel nostro immaginario, vediamo il giardinocome spazio dedicato a fiori e piante e la prima cosa chetendiamo tutti a fare, quando ci occupiamo di giardinag-gio, è coltivare. In realtà, ci sono tante attività e tecnichedi manutenzione del giardino, di cui ci si deve occupare aprescindere dalla piantumazione, soprattutto in questoperiodo invernale, dove molte piante sono a riposo. No-nostante non sia un periodo propizio per dedicarsi al giar-dinaggio, però ci sono alcuni lavori che si possono fare, edè un piacevole passatempo in una giornata di sole inver-nale, come capita nel nostro clima, tutto sommato mite.Quello che si prepara a gennaio/ febbraio ci farà avere ungiardino più bello a primavera. Dopo tanta pioggia e gior-nate ventose ecco che arriva qual-che giornata propizia. Suggeriscodi osservare con attenzione il vo-stro giardino per decidere cosa to-gliere e recuperare. La prima cosada fare consiste nella raccolta deirami che le intemperie hannorotto. Armati di cesoie, rastrelli eguanti rimuoviamo la vegetazionemorta e ormai inutile, per lasciarespazio ai nuovi germogli, ma la-sciamo le foglie, almeno peradesso, a copertura di rose e altrepiante basse.Di tutto quello che può produrreun giardino: le aromatiche, gli or-taggi, la frutta, fiori da taglio, l’ele-mento che spesso vienedimenticato ai fini del giardino èproprio il legno. Oltre che per il fo-colare, è molto utile per creare ele-menti di supporto per le piante.Ecco che anche rami di piccolodiametro si possono recuperare,come nel caso del salice che si puòusare abbinandolo a pali di casta-

gno (vedi foto nella pagina a lato). Mentre rami flessibili ancora verdi si possono pren-dere alla base dell’alloro (Laurus nobilis), dal noc-ciolo, dal sambuco e altri tipi simili. Questi ramidevono essere possibilmente diritti, per creare degliintrecci per bordare le aiuole o formare delle seduteoriginali, come nella foto qui sotto che ho scattatodi recente.

Il Salix triandra, utilizzato tradizionalmente per farele ceste, è ideale per formare strutture ad arco esupporti per rampicanti, oppure “ tripods”, una sorta

NATURA

Marco MarianiS&G

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di piccolo cono con tre paletti per l’ancoraggio a terra, que-sto oltre ad essere molto decorativo è adatto per piccoli ram-picanti. Alcuni rami di potatura sono utili per sostenere lacrescita di piante a cespuglio nell' aiuola, ovviamente perquelle più fragili che tendono a cadere a terra con la pioggia.Belli e colorati sono le potature di alberi da frutta, come meli,peri, ciliegi e pruni. Alcune persone si domanderanno se bru-ciare gli scarti del giardino sia ecologico. Certamente nonbrucerei mai le foglie, assolutamente preziose e utili per ilgiardino, sicuramente da destinare al compostaggio o allapacciamatura, è un grande “conditioner”, arricchimento peril terreno. La cenere proveniente dal camino o da una caldaiaa legna (alto in potassio) può essere utile, se messa intornoalla base di cespugli e rose, o sparso sulla buca del compost.Febbraio è il mese delle potature, soprattutto per quanto ri-guarda le rose, le siepi e alcune specie a fioritura primaverileed estiva; ricordiamo che non è bene potare in modo ca-suale: ad esempio quelle che fioriscono a fine inverno (comela forstizia), producono i fiori sui rami dell’anno precedente,se quindi le potiamo ora, quasi certamente rimuoveremoanche tutte o gran parte delle gemme da fiore, rendendo lafioritura insignificante e scarsa; quindi aspettiamo che ab-biano fiorito e potiamole dopo. Riguardo alle rose, l’opera-zione di potatura da fare a febbraio, può variare in base avari fattori: la specie, le varietà orticole, il clima ecc. In lineagenerale, possiamo dire che è necessaria per togliere i ramisecchi o danneggiati e per contenere lo sviluppo dellapianta. Si esegue nel momento in cui la rosa non è in fasevegetativa, facendo un taglio obliquo a circa sei centimetridalla gemma, è bene rispettare questa distanza, tagli troppovicini o troppo lontani potrebbero creare danni alla pianta.Nel caso in cui la nostra rosa fosse un po’ debole, procede-remo con un taglio massiccio per stimolare la pianta a pro-durre rami più robusti; se invece avessimo una rosa giàvigorosa e forte, effettueremo un taglio leggero. La cimaturaè una sorta di aggiustamento che viene effettuato alla piantaper dargli una forma e renderla armoniosa e regolare, ma èmolto utile anche per incentivare lo sviluppo delle nuovegemme laterali. Il periodo invernale è ideale per stilare unelenco di ciò che vogliamo fare nel nostro giardino, ci aiutacertamente a classificare gli elementi e a disporli in manieracorretta nello spazio, essenziale quindi fornirsi di un pro-getto. In un giardino è senz’altro fondamentale creare dellezone d’ombra naturali cioè realizzate per mezzo di alberi adalto fusto. Nella fase di progettazione è importante pensareanche al sistema d’irrigazione, anche questo è meglio farloprima che sboccia la primavera, da evitare di farlo in estatequando le piante sono in piena vegetazione. Non bisognamai sottovalutare la progettazione, perché la realizzazionesarà molto più semplice e rapida se si segue uno schema benpreciso.

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Marmellata alle OrchideeIngredienti500 gr di orchidee500 gr di zucchero3 arance

PreparazionePrendete le orchidee, sciacquatele con moltacura, facendo attenzione a non rompere i fiorie poneteli in una bacinella. Con l'aiuto di unospremiagrumi ricavate il succo delle arance,versatelo nella bacinella con i fiori d'orchideae con 30 ml di acqua. Mescolate il tutto con uncucchiaio e lasciate macerare per 3 ore circa. Inun tegame mettete lo zucchero con 500 ml diacqua per lo sciroppo; unite poi, il composto difiori con il succo d'arancia e fate cuocere iltutto per 30 minuti, continuando a mescolare.Quando avrete ottenuto una consistenza paria quella delle marmellate, mettete il compostonei vasetti con chiusura ermetica, precedente-mente sterilizzati. Poneteli in frigorifero, dovepotranno conservarsi per un anno.

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I surgelati sono da considerarsi tra gli alimenti più sicuri,purché chi li produce, li conserva, li trasporta e li cucinarispetti alcune regole di buona pratica.Perché gli alimenti surgelati (e anche i congelati) sonosicuri? Perché si trovano nelle condizioni in cui i processinaturali di alterazione sono talmente rallentati, che ilprodotto può mantenersi in buono stato per mesi e, incerti casi, anche più di un anno.Quali sono le regole per avere surgelati sicuri? Sono con-tenute in tre parole: fresco, freddo, fretta,a cui aggiungeremo poi la parolaforma. Le regole sono:

A) Per chi produce e per chivende i surgelati:1) Scegliere materie prime fre-sche e in buono stato: ortaggiappena colti, pesci appenapescati, carni appena macel-late; piatti pronti appena cu-cinati: il tutto ripulito,porzionato e preparato intempi brevissimi e subitoinserito nell’impianto di conge-lamento.2) Congelare rapidamente il pro-dotto, fino alla temperatura di -18°C opiù bassa.3) Conservare il prodotto in celle, sempre a -18°C. Que-sta temperatura deve essere controllata, possibilmentein continuo.4) Trasportare il prodotto ai punti vendita in mezzi re-frigerati, sempre a -18°C, e scaricarli rapidamente, inmodo da limitare gli inevitabili aumenti di temperatura;5) Conservare o esporre il prodotto nei punti vendita incelle o scomparti, a -18°C.B) Per noi che acquistiamo i surgelati:1) Portare subito a casa i prodotti in contenitori termoi-solanti e conservarli immediatamente in freezer.2) Scongelare i prodotti e cucinarli subito (alcuni pro-dotti in piccola pezzatura, come i piselli o i gamberetti,

possono essere cucinati ancora congelati).L’insieme di queste regole è chiamato “Catena del Freddo”.Se si interrompe la catena del freddo in qualche punto (ades. trasporto a temperature superiori ad uno scarto con-sentito dalla legge per le operazioni di carico/scarico, si ri-schia, nella migliore delle ipotesi, di avere prodotticomunque commestibili ma di minor pregio, riconoscibiliad esempio da modifiche nella forma o da presenza irre-golare di ghiaccio in superficie.

Se la catena del freddo è rispettata,anche e soprattutto in casa,avremo prodotti con caratteri-stiche molto vicine a quelle deiprodotti freschi (o appena cuci-

nati, come nel caso dei cibipronti surgelati).

Quale è la differenza tra pro-dotti congelati e surgelati?

Apparentemente nessuna, inquanto entrambi si trovano a -

18°C. I primi, però, si ottengonoper raffreddamento graduale inun congelatore statico, come può

essere il nostro freezer domestico,con tempi di congelamento che

vanno da 5 ore in su, secondo le dimen-sioni. I surgelati si ottengono invece per raf-

freddamento rapido in impianti speciali (icosiddetti abbattitori di temperatura) che dispongono diun sistema ventilato a temperature di -60°C o addiritturapiù basse: in questo modo il prodotto congela assai velo-cemente, con tempi che possono variare da pochi minutia 4 ore, sempre secondo le dimensioni.Senza entrare in dettagli tecnici, possiamo affermare cheil congelamento rapido (surgelazione) permette al pro-dotto di mantenere meglio la struttura e la durata, e di ri-manere più compatto dopo lo scongelamento, limitandola perdita di acqua e di elementi nutritivi.Perciò, quando congeliamo i nostri prodotti in casa, do-vremmo in qualche modo avvicinarci alle condizioni dellasurgelazione. Dovremmo cioè tenere presenti le tre parole:

SURGELATI, CONSIGLI PER L’USO.

L’ESPERTO

Antonino AddisS&G

E PER IL “FAI DA TE” CI SONOQUATTRO “COMANDAMENTI” DA OSSERVARE

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fresco, freddo, fretta, non dimenticando poi la parolaforma. In altri termini:a) I prodotti che andiamo a congelare devono essere inbuono stato (fresco).

b) Il congelatore deve essere ben funzionante (freddo).c) I prodotti, sia freschi che preparati (es. ravioli o pietanzecotte e fatte raffreddare nel più breve tempo possibile in re-cipiente chiuso) devono essere messi in freezer immediata-mente (fretta).d) Per ultimo, ma non meno importante: attenzione alla di-mensione, e soprattutto alla forma! Più grande è il prodotto,o più è tondo, più il freddo ritarda a raggiungerne le particentrali. Invece, più il prodotto è piatto o sottile, più congelain fretta. Evitiamo quindi, per quanto è possibile, di mettere in freezergrandi blocchi di carne, o bistecche, o calamari, ammassatiin sacchetti a cui molti di noi danno per abitudine una formasferica. E’ meglio cercare di porzionarli e distribuirli in confezioni piùpiccole, il più possibile sottili, col vantaggio aggiuntivo di po-terli poi scongelare prima.

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ALCUNI SUGGER IMENT I

A) Quando acquistiamo prodotti surgelati, è benecontrollare sempre l’aspetto e l’integrità della confe-zione e, naturalmente, la data di scadenza. Alcuni pro-dotti sono distribuiti in imballaggi trasparenti; questone facilità l’ispezione visiva, per cui potremo osservarel’eventuale presenza di ghiaccio: se quest’ultimo è in-colore ed è distribuito in modo uniforme, può signifi-care che il prodotto sia sotto la cosiddetta glassatura,cioè uno strato superficiale di ghiaccio, impiegato so-prattutto sui pesci per proteggerli da urti e da conta-minazioni accidentali durante il trasporto. Se il ghiaccio è invece distribuito in modo non uni-forme e presenta parti colorate da sangue o da altriliquidi biologici, è assai probabile che non sia stata

correttamente rispettata la catena del freddo. Avremoquindi modo di regolarci di conseguenza.

B) Quando congeliamo i prodotti in casa, è bene os-servare un minimo di rintracciabilità domestica: trac-ciare, cioè, le nostre confezioni scrivendo su ciascunache cos’è e quando l’abbiamo congelata. E’ un accorgimento semplice, che ci permette di rico-noscere più rapidamente che cosa preleviamo fru-gando tra le brine del pozzetto. Per sorprenderci,qualche volta, quando stiamo per scongelare un paiodi bistecche vecchie di sette mesi, dimenticate sottole confezioni più recenti. Ma se tutto è andato comedoveva, le gusteremo come nuove.

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dini domestiche, permettendo non soltanto una miglioreconservazione dei prodotti, ma ha dato anche la possibi-lità di gestire e programmare a lungo termine l'acquistodelle provviste alimentari. Prima del frigorifero, robe dapreistoria, c'erano le ghiacciaie, raffreddate da colonninedi ghiaccio. Ma la loro capacità di gestire il freddo era limi-tata. Lo scioglimento lento del ghiaccio camminava di paripasso con l'innalzamento della temperatura. Andava beneper le conservazioni giornaliere, oltre, si andava incontroad un accelerato deterioramento del cibo. Con il frigo ilproblema si è dissolto, anche se occorre rispettare alcuneregole e calcolare bene i tempi, perché, ricordiamoci sem-pre, che i cibi non hanno vita eterna ed anche i modelli piùsofisticati e garantiti, ti permettono di gestire la tua spesasempre e soltanto entro certi limiti. Quindi, massima at-tenzione e controllo, se volete mangiare pietanze sane. Infatti, noi di “Senso&Gusto”, che ci battiamo per una cor-retta alimentazione, riteniamo che la cosa più importantesia quella di rispettare una corretta conservazione dei cibifreschi in frigo, perché solo seguendo alcuni preziosi accor-gimenti i cibi non si guastano velocemente e sopratutto,non perdono le loro caratteristiche nutritive. Per evitaretutto ciò, bastano pochi ma importanti accorgimenti.Innanzitutto è opportuno non mettere i cibi cotti accantoa quelli crudi, evitando con cura che i primi non sgocciolinosui secondi sporcandoli. Ecco perché è bene usare appositicontenitori di plastica o vetro, la carta di alluminio per i cibipiù grassi e quella di plastica trasparente per quelli nonumidi. In questo modo si conservano al meglio le caratte-ristiche originali dei cibi come la freschezza, il profumo, ilcolore e il sapore.

Importante è la sistemazione degli alimenti nei vari ripianidel frigo. Molto spesso, a causa della fretta, li mettiamo unpo' a caso e invece ci sono delle posizioni più corrette dallequali sarebbe bene non derogare. Nella parte superiore,che è la meno fredda, si devono mettere i formaggi, le uova

Il frigorifero è stato sicuramente uno degli elettrodo-mestici più importanti dell'era moderna. Oltre al ser-vizio, che le sue funzioni ti offrono, ti dà un senso diappagamento. Accade a tutti noi, tornare a casa,aprire quasi automaticamente, anche senza motivo,il suo portellone, vedere i ripiani occupati da cose cheti piacciono, per avere un'iniezione di buon umore,anche se la giornata non è stata delle migliori. Di-temi, se non c'è cosa più triste di un frigo vuoto o conqualche avanzo rinsecchito.

La sua invenzione ha mutato totalmente le abitu-

E non trasformate il frigo nel ripostiglio della vostra spesa

Valeria CaroselliS&G

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e le conserve, che una volta aperte, richiedono unaconservazione a basse temperature. I formaggi sta-gionati, se ben protetti, si possono conservare anchemolto a lungo. Nella parte centrale, più temperata,si mettono le carni cotte, il ragù, che si conserva almassimo per 8 giorni, gli altri sughi, le minestre e gliaffettati. Se questi ultimi sono aperti, ricordate chemantengono le loro caratteristiche solo per due o tregiorni, poi cominciano a cambiare sapore e gli odoridiventano più forti e meno gradevoli. Nei ripiani inbasso, più freddi, si mettono le carni crude e il pesce,ben sigillato, da consumare in un paio di giorni. In-fine le verdure crude vanno nei cassetti in basso, den-tro a sacchetti bucherellati. In ogni caso, è beneleggere le istruzioni del proprio frigorifero, in cui cisono tutte le indicazioni per un uso ottimale dell'elet-trodomestico.Ricordate anche di fare attenzione alla preparazionedei cibi quando li tirate fuori dal frigo: lavatevi accu-ratamente le mani specie dopo il contatto con carnifresche, mantenete sempre puliti i piani di lavoro elavate con cura gli utensili prima di utilizzarli per cibidiversi.

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Stiamo cercando una donna dai 25 ai 45 anni per unruolo di presentatrice tv da affiancare allo Chef Ga-briele Zanini nel format televisivo di cucina chestiamo realizzando. I colloqui e le selezioni verrannosvolti nel mese di Febbraio; la persona scelta avrà uncontratto per 1 anno (stagione 2014/2015). Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il20 febbraio 2014, e devono essere compilate nel formmesso a disposizione su www.sensoegusto.com.

presenta

SELEZIONE VOLTO TELEVISIVO FEMMINILE

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Una serata tutta per noi, un’occasione da festeg-giare, una cena di lavoro. Arriviamo al ristorante,ci accompagnano al tavolo, la bella “mise en place”ci fa presagire un servizio accurato e già pregu-stiamo i deliziosi piatti che andremo ad assaggiare,poi arriva il dubbio amletico… che vino sce-gliamo?

C’è da dire, che i ristoranti dei Castelli, ma nonsolo loro, non sono molto preparati per supportareil cliente nella scelta dei vini. A volte, l’offerta èpiuttosto limitata ed ancora più spesso non hannouna carta dei vini da proporre al cliente e quandoce l’hanno, il più delle volte è impresentabile percontenuti o forma.

COME LEGGERELA CARTA DEI VINI

Nella Sommelerie, la Carta dei Vini è considerato il bigliettoda visita del ristorante e rispecchia la professionalità delSommelier che la gestisce. Quindi, è piuttosto scontato ilmotivo per cui nella zona dei Castelli Romani, dove conti-nuano a fare la parte del leone fraschette ed osterie, non sitrovino carte dei vini adeguate alla richiesta sempre più at-tenta del consumatore, fatte salve alcune rarissime eccezioni. Comunque, immaginiamo di essere seduti in un bel risto-rante e di avere tra le mani una bella carta dei vini da sfo-gliare. Non lasciamoci intimidire da questo libello, che, in

alcuni casi, raggiunge dimensioni ditomi d’abbazia. Ogni carta dei viniha la sua chiave di lettura, ovveroun ordine con il quale vengonoelencati i vini e se il sommelier co-nosce il suo mestiere, la chiave dilettura può essere decifrata leggendole prime due pagine. Un esempio di chiave di lettura puòessere: per tipologia con gli spu-manti presentati per primi, seguitidai bianchi, rosati, rossi e per finirevini da dessert ed in alcuni casi di-stillati. Un’altra chiave molto fre-quente è dividerli per Regione. Ingenere da nord a sud, a seguire l’Eu-ropa con in coda il resto del mondo.Qualche Sommelier usa mettere lapropria Regione in prima pagina,quale omaggio al territorio. Moltospesso queste due chiavi sono usatecontemporaneamente, ovvero divi-sione per Regione ed in ciascuna

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LA SCELTA DEL VINOUN'IMPORTANTE LITURGIAPER UNA CENA DA RICORDARE

SAPORE DI VINO

Fabrizio GuliniS&G

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Regione suddivisione per tipologia, o viceversa.Un’altra chiave di lettura, che è la più utile per il cliente,ma è anche la più rara da trovare, perché richiede unagrande preparazione del Sommelier, è la divisione per ti-pologia e struttura. Qualche esempio? Bianchi leggeri,bianchi di medio corpo, bianchi di grande struttura ecosì via.

LA SCELTA NON DEVE ESSEREUNA SCOMMESSA

Bene, ora che abbiamo capito come leggere la carta deivini, non resta che scegliere la nostra bottiglia. Comefare la scelta giusta? La risposta non è immediata ed in ogni caso deve partireda qualche presupposto. Il primo è che un minimo occorre conoscere il vino. Perchi è totalmente digiuno in materia, al fianco di unabella carta di vini, dovrebbe sempre esserci il sommelierche l’ha redatta, che è a disposizione degli ospiti per aiu-tarli nella scelta giusta. Un sommelier che sappia fare il proprio mestiere,ascolta, comprende le necessità, il carattere, i gusti e so-prattutto le preferenze del cliente. Deve guidarlo nellasua scelta senza mai imporre la sua figura o ostentare unapresunta superiorità. Un buon sommelier è modesto,umile, mai appagato della propria cultura e sempre allaricerca di nuove esperienze gustative, che possano arric-chire ancora di più la sua cultura e la sua professionalitàper offrire un servizio sempre vicino alle esigenze delcliente. Nella nostra zona, non sono molti i locali che vantanosommelier con queste caratteristiche, ma se ne trovateuno così, allora vedrete che se vi farete consigliare dalui… il ristorante avrà un nuovo cliente affezionato. Per-ché un piatto con un giusto vino in abbinamento esaltale caratteristiche del cibo e del vino, facendovi provareemozioni uniche.

VINO IN CALICEMEGLIO DELLA BOTTIGLIA

Per questo motivo, andate assolutamente tranquilli, inquei locali in cui trovate un menù degustazione, cheabbia anche vini al calice in abbinamento ai piatti.

E’ la scelta migliore, perché in una cena è impossibile trovareun’unica bottiglia che possa andare bene per tutte le portatee parliamoci chiaro, a meno che non siate almeno sette o ottocommensali, non è possibile prendere una bottiglia per cia-scun piatto.Questo è l’altro grande problema. In un ristorante che nonoffre una buona scelta di vini al calice, come facciamo a sce-gliere la bottiglia giusta se siamo solo in due?Prima cosa dobbiamo aver scelto il menù. Per questo motivo,diffidate da tutti quei posti che vi chiedono appena seduti, segradite bianco o rosso. Evidentemente questa domanda faparte della natura del cameriere, perché appena vi sedete devechiedervi per forza qualcosa, è più forte di lui… ed allora daqualche tempo - per fortuna - per appagare quest’istinto pri-mordiale, neanche avete messo le gambe sotto il tavolo, vichiedono: “Acqua liscia o gassata?” Vabbè… concediamo-glielo.

Sull’abbinamento cibo-vino si svolge tutto il terzo livello delCorso di formazione Professionale per Sommelier, quindi rias-sumere in quest’articolo i principi che regolano quest’artedella Sommelerie è impossibile, tuttavia cercherò di darequalche piccolo suggerimento da spendere al ristorante.

Spesso il menù andrebbe scelto, seguendo una linea comunetra i commensali, in modo da scegliere un vino che possa an-dare bene a tutti. Evitare soprattutto pietanze contrastantiche facciano tendere a tipologie di vino differenti. Tipo carnee pesce.

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Chemalo Distribuzione è da oltre trent’anni il partner di molte attività di ristorazione con la fornituradi bevande, acque, vini e distillati di ogni marca su Roma e i Castelli romani.La nostra filosofia è sempre stata quella di offrire al Cliente il miglior servizio e la garanzia di una se-lezione di prodotti di qualitàDai migliori vini di ogni regione d’Italia alle birre artigianali più esclusive, dagli champagne ai distillati,dall’assortimento di acque minerali ad ogni tipo di bevanda analcolica, offriamo sempre una grandescelta che consente ai nostri clienti di essere sempre competitivi nella loro offerta.

A P E RT I A L P U B B L I CO ORARI: LUNEDì - VENERDì 7:30 • 13.00 / 14:00 • 19.30

SABATO 7:30 • 14.00

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L’abbinamento segue tante regole, una ed anche la più sem-plice da spiegare in poche parole, è quella dell’abbinamentoper concordanza di sensazioni. Ad esempio un piatto con una grande struttura, come unostufato oppure una lasagna bianca ai funghi richiedono deivini con grande struttura. Per questo potrebbe tornare utilela carta dei vini con suddivisione organizzata per strutturadel vino. Spesso l’abbinamento corretto segue anche l’abbinamentocromatico, nell’esempio precedente uno stufato o un brasatorichiedono un grande rosso e spesso si abbina allo stesso vinousato per fare la riduzione (Risotto all’Amarone, Brasato alBarolo, Filetto al Sagrantino). Una lasagna bianca ai funghi,chiede un vino bianco che abbia avuto una marcata evolu-zione in barrique, per far si che i suoi profumi evoluti e ma-turi, possano ricordare i profumi tipici dei funghi. Una zuppa di pesce, che racchiude la delicatezza del pescato,rinforzata dal brodetto di pomodorini, trova il suo matrimo-nio di sapori con un rosato servito a circa 10°C. La delicatezza del rosato, ad esempio, si abbina anche ad unafresca e colorata pasta estiva con le verdure, dove l’abbina-mento oltre ad essere cromatico, segue anche i profumi delpiatto. Le bollicine di uno spumante sono l’ideale per accompagnareuno sfizioso antipasto fatto di piccole verdure fritte, oppuresfiziose canapè al salmone guarnite con scorse di agrumi.

PUNTATE SUI VINI REGIONALI

Per concludere due righe sul prezzo della bottiglia. Purtroppo al ristorante il ricarico può oscillare dal 50% al300% ed in genere è inversamente proporzionale al prezzodella bottiglia. Meno costa, più ricarico c’è. Quindi quandotrovate una bottiglia in carta sui 18/20 euro, considerate chevi state bevendo una bottiglia da 6/7 euro, non di più. Per questo io consiglio, quando siete in vacanza, di sceglierevini della Regione o meglio ancora della zona che state vi-sitando. In genere, per sponsorizzare il territorio, questi vinihanno ricarichi minimi e potreste fare dei veri e propri affari. Altre occasioni da non perdere sono le aziende vitivinicoleche hanno un ristorante annesso, molto frequenti in To-scana, dove le cucine sono anche di buon livello e vi per-mettono di abbinare pietanze della zona a vini dell’aziendaserviti a prezzi di favore.

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La leggenda narra che il cioccolato fosse il cibo degli dei. Una definizioneche si avvicina di molto alla realtà, visto che nel tempo è diventato ancheil cibo preferito dei comuni mortali. E' difficile trovare qualcuno che sappiaresistere di fronte ad una tavoletta di cioccolato, fondente o al latte, aseconda dei gusti, ai cioccolatini, ai barattoli di crema spalmabile,ad una tazza di cioccolata calda quando il freddo si fa sentire.E' un cibo universale, dalle mille caratteristiche. Si dice che mettaallegria, che stimoli l'eros ed ora dall'Inghilterra arriva una noti-zia sorprendente: la cioccolata potrebbe ridurre il rischio diammalarsi di diabete di tipo 2, quello alimentare, perchéricca di flavonoidi. Lo sostengono i ricercatori della Univer-sity of East Anglia Medical School, insieme a quelli del Kin-g's College di Londra, che hanno controllato le abitudinialimentari e monitorato l'insulino-resistenza e i livelli di glucosionel sangue di oltre duemila donne. Lo studio è pubblicato sul Journal of Nutrition. Il cioccolato non è il solo ciboincluso nella ricerca. Anche grandi quantità di frutti di bosco, tè, uva rossa, prezzemolo, timo e sedano, tutti ricchidi flavonoidi svolgono un'azione protettiva. Secondo i primi risultati degli esami clinici, coloro i quali hanno con-sumato grandi quantità di cibi contenenti flavonoidi e antocianine, hanno mostrato di avere livelli di insulino-resi-stenza molto più bassi rispetto a chi, invece, non li ha assunti. E' stato anche scoperto che chi ha mangiato cibiricchi di antocianine è stato anche meno esposto all'infiammazione cronica, stato che si associa a malattie cro-niche molto frequenti come diabete, obesità, patologie cardiovascolari e cancro. Ma sopratutto va rilevata l'im-portanza dei flavonoidi (o bioflavonoidi), che sono composti chimici naturali, diffusi nelle piante superiori eparticolarmente conosciuti ed apprezzati per le loro proprietà salutistiche. Potenti antiossidanti, sono utili per ga-rantire l'ottimale funzionamento di fegato, sistema immunitario e capillari; l'importante ruolo dei flavonoidi in ambitomedico è noto: questi composti antiossidanti, infatti, finora hanno dimostrato di essere in grado di proteggere

ogni individuo da diverse patologie, come ad esempio l'ipertensione,ma anche problemi di natura cardiaca, alcuni tipi di tumori ela demenza senile. Tra le altre patologie sulle quali pos-sono agire, proteggendo l'organismo umano, anche il

diabete di tipo 2. E in questo con-testo, ecco venir fuori l'im-

portanza che può avereil cioccolato nella nostraalimentazione, essendo,come abbiamo spiegato

prima, un cibo ricco di flavo-noidi, così come anche i fruttidi bosco, le mele e le pere. Inogni caso, va sottolineato che,quanto riguarda il cioccolato,sarebbe consigliabile limitarnecomunque le dosi, poiché,come hanno tenuto a specifi-care gli studiosi, gli effetti be-nefici potrebbero essereridotti dall'eccesso di caloriecontenute.

Lussuria per il palato toccasana per la salute

S U A M A E S T à I L C I O C C O L A T O S U A M A E S T à I L C I O C C O L A T O

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RSG

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Tutto i cibi che amiamo fanno bene,perché, quando qualcosa ci piace par-ticolarmente, mentalmente ci convin-ciamo che non fa male alla nostrasalute, anche se ci sono controindica-zioni. Vero o non vero? Potrebbe esseredavvero così e la scienza, in questocaso, viene incontro alla nostra golosità.Secondo uno studio apparso sulla rivi-sta “Neurology”, il cioccolato rientre-rebbe nell'elenco dei cibi salutari:farebbe bene anche al cervello. Così af-ferma lo studio, portato avanti da ungruppo di ricercatori guidati da M.Far-zaneh Sorond , neurologo del Brighamand Women Hospital.Secondo i risultati da loro ottenuti,hanno appurato che favorisce la circo-lazione cerebrale. Del suo effetto bene-fico sullo stress e contro l'ansia, già sisa. Come del potere antiossidante e, in

alcuni casi, della sua influenza positiva sul colesterolo, ma ora è stato scoperto che il cioccolato influirebbe sull'intelligenza, omeglio sulla circolazione cerebrale. La ricerca è stata condotta su 60 pazienti anziani con disturbi della circolazione sanguignacerebrale e ha mostrato che due tazze di cioccolata calda al giorno per 30 giorni hanno portato a un picco di memoria e ad unaumento della capacità di pensiero e concentrazione del 30%. "Le aree del cervello che lavorano maggiormente hanno anche bi-sogno di più carburante -ha spiegato il ricercatore in un'intervista a ABC News- le persone, che hanno un flusso ematico cerebralecompromesso possono davvero avere benefici dal cioccolato, specialmente fondente e quindi con una maggiore percentuale dicacao e meno presenza di burro di cacao, perché fornisce loro l'energia di cui hanno bisogno". Attenzione, ovviamente, a non abu-sarne. Esistono anche altre soluzioni zuccherine che contengono meno grassi e contribuiscono aumentare il flusso di sangue alcervello. Una dieta sana e la giusta attività sportiva aiutano, ovviamente, in questo senso...Ma di certo non soddisfa come unmorso a una buona barretta di cioccolata.

Una polvere miracolosa che ci rende ancora più intelligenti

I Maya lo hanno scoperto e coltivato per primi. Secondo una leggenda azteca, la pianta (Theobroma cacao) fudonata dal dio Quetzalcoatl per alleviare gli esseri umani dalla fatica. Gli europei scoprirono i semi del cacao,quando Cristoforo Colombo li ricevette in dono, durante il suo quarto viaggio, presso l'isola di Guanaja. Tra gli at-zechi era considerato un bene di lusso e i semi venivano importati per il fatto che la pianta non cresceva sulterritorio. Il suo consumo era una prerogativa dei ceti alti e rappresentava uno dei cardini della cucina azteca,oltre ad avere effetti benefici sulla salute.Ha il potere di combattere i grassi cattivi. Lo studio dei ricercatori britannici, pubblicato sul British Journal ofNutrition, lo indica come fonte di polifenoli, con effetti positivi su glicemia, colesterolemia e pressione arteriosain 40 persone in sovrappeso o obese. Il consumo di cioccolato, contenente 500 mg di polifenoli, ha prodotto unariduzione significativa sia della glicemia a digiuno che della pressione arteriosa. Lo studio ha confermato i beneficidi un consumo regolare, ma moderato, sul metabolismo del glucosio, prevenendo diabete e sovrappeso. Il mondodei golosi è in festa: secondo la ricerca inglese, un principio attivo contenuto nel cacao è anche un vero e propriorimedio efficace contro la tosse comune. I test dei ricercatori parlano chiaro: somministrando agli influenzatiquesto "dolce" rimedio, diminuiscono i sintomi della tosse sia in forma acuta che cronica. Ai test degli scienziatihanno partecipato circa 300 persone colpite da tosse persistente. A loro, il gruppo di ricercatori ha somministrato della teobromina, alcaloide naturale presentenelle piante di cacao e nei suoi derivati, due volte al giorno per due settimane sotto forma di capsula. Dati alla mano, i ricercatori hanno potuto appurare cheil 60% dei pazienti ha avvertito, seppur lieve, una sensazione di sollievo. Secondo i ricercatori, una barretta al giorno di cioccolato fondente può contenere ab-bastanza principio attivo per avere un effetto sulla tosse cronica. C'è da ammettere che, per quanto i sintomi risultino alleviati, quella del cioccolato non è dicerto una cura definitiva; i ricercatori, infatti, hanno notato che, terminato il trattamento al cacao, il disturbo si nuovamente ripresentato nei soggetti studiati.

S U A M A E S T à I L C I O C C O L A T O S U A M A E S T à I L C I O C C O L A T O

Fu scoperto dai Maya in Europa lo portò Cristoforo Colombo

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W W W . V I L L A A U G U S T A E V E N T I . I T

E' proprio vero che nel nostro Paese anche il più piccoloborgo ti può regalare piacevoli sorprese, quando arriva ilmomento di sedersi a tavola. E' accaduto al sottoscritto,in occasione di una gita al Serrone, paese ad una passoda Fiuggi e dal casello autostradale di Colleferro. Una gitagastronomica insieme ad amici. Luogo del “delitto” il risto-rante-albergo “Bel Sito”. Nome appropriato, perchéquando entri nella sala ampia e luminosa, due cose ti ra-piscono: il panorama mozzafiato sulla Valle del Sacco el'accoglienza gioviale e sincera di Gabriele e Marco, leanime inesauribili di questo gradevole ristorante con an-nesso piccolo albergo (10 doppie e 4 singole). Il “Bel Sito” ha mosso i suoi primi passi verso la fine degli annisessanta, quando il boom economico ci rendeva tutti piùfelici. L'”idea” è stata di Giuseppe e Luisa, i genitori di Gabrielee Marco. Avevano soltanto un dubbio: che tipo di ristora-zione fare. La scelta non è tardata a venire. Niente maniedi grandezza, ma un locale accogliente e semplice,adatto a chi poteva, ma anche a chi poteva meno. Unlocale, dove tutti potevano permettersi un “happeninggourmet” di livello, senza rischiare di essere spennati comepolli. La filosofia era di mettere in campo una cucina doc,genuina, che rispettasse il territorio, a metà strada tra la

Capitale e la Ciociaria. Che vuol dire sapori intensi, decisi,con la qualità della materia prima (alta) per fare la diffe-renza. Una linea, che si è rivelata subito vincente e che si è tra-mandata nel tempo, anche quando è scesa in campo laforza giovane, con Gabriele, che si occupa dell'acco-glienza e Marco, che gira per i tavoli pronto ad offrirti con-sigli su cosa mangiare e su cosa bere, anche se ilCesanese del Piglio o di Olevano Romano, paesi limitrofi,la fanno da padroni nei calici. In cucina comanda Anto-nietta, la moglie di Gabriele, che ha rilevato la mamma di

lui, Luisa e con lei tutti i segreti della buona cucina. Infatti, ilpassaggio di consegne, non ha mutato di una virgola le ca-ratteristiche del locale.L' unica cosa che è mutata in tutti questi anni, è il locale, cheè stato oggetto di una sostanziale ristrutturazione. Da trattoriadi paese è diventato un bel ristorante, con tanto di salone perospitare banchetti. Non sono mutate le caratteristiche del lo-cale. Stessi sapori, stesse tradizioni, stesse ricette, che sonostate sempre il motore del successo, cosa che gli ha permessodi sbarcare su prestigiose guide specializzate come le “Osteried'Italia” edito da Slow Food, quella Touring club e su “I ristorantidi Roma” de “la Repubblica”. Ma andiamo al sodo. Quando ci si siede a tavola, si capiscesubito che il punto di forza sono le paste all'uovo o acqua efarina. Ogni giorno Antonietta tira la sfoglia per fare le “patac-che”, tipica pasta locale, fettuccine, tagliolini, pappardelle,lasagne e ravioli di ogni tipo. Il tutto condito da sughi pieni disapore. Accanto a loro, le carni paesane, dal sapore di unavolta. Possiamo dire che anche loro sono “fatti in casa”. Infatti,gli agnelli, il castrato sono forniti dai pastori del luogo, mentrele carni di maiale e i maialini (abbiamo gustato un'arista alforno da dieci e lode) sono allevati direttamente nell'aziendadi famiglia, così come le verdure, che sono coltivate nell'ortodi casa. Sempre nel rispetto della tradizione, anche i dolci sono fatti incasa, come, fatto insolito per un ristorante, i gelati. Una men-zione al tartufo nero equello al pistacchiodel Bronte. Il tutto, aprezzi onesti, cosamolto importante diquesti tempi. Ma al“Bel Sito” è stato sem-pre così.

I sapori forti e genuini nel ristorante con vista

SCELTI PER VOIS&G

Paolo Caprio

Il Ristorante del mese

Ristorante-albergo “Bel Sito”

Via delle Rimembranze 17/29Serrone (Fr)

Tel. 0775 523106

Riposo: mercoledì

Carte di credito: tutte

[email protected]

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San Valentino, la festa più amatadagli innamorati di tutti i tempi

W W W . V I L L A A U G U S T A E V E N T I . I T

SCELTI PER VOI

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Le nuove generazioni, ma non solo (mi riferisco a noi dimezza età e oltre), poco sanno, per non dire nulla, perchéSan Valentino è la festa degli innamorati. Spesso vieneidentificata con il “bacio”, quello splendido bonbon di cioc-colato ripieno di crema al gianduia. Ma quello è l'aspettocommerciale della ricorrenza, così come tanti altri regalini,che per l'occasione, indossano “l'abito” della festa. La storiadi San Valentino ha una storia antica. La leggenda ci con-duce addirittura al periodo avanti Cristo. Allora si santifi-cata una dio pagano. Comunque, gli innamorati avevanoanche in quei tempi la loro occasione per una festa speciale.

La StoriaAll'origine di questa festa degli innamorati c’é la Chiesacattolica, che s'impegnò a fondo per porre termine ad unpopolare rito pagano per la fertilità.Infatti, fin dal quarto secolo a. c. i romani pagani rende-vano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lu-percus. I nomi delle donne e degli uomini, che adoravanoquesto Dio venivano messi in un'urna e opportunamentemescolati. Quindi, un bambino sceglieva a caso alcunecoppie, che per un intero anno avrebbero vissuto in in-timità, affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamentecon altre coppie. Determinati a metter fine a questa primordiale vecchiapratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato unsanto "degli innamorati” per sostituire il deleterio Luper-cus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, unvescovo che era stato martirizzato circa duecento anniprima.

La leggendaA Roma, nel270 d. c., il ve-scovo Valentinodi Interamna,(oggi è la cittàdi Terni), amicodei giovaniamanti, fu invi-tato dall'impe-ratore ClaudioII e quest'ul-timo tentò dipersuaderlo adinter romperequesta stranainiziativa e dic o n v e r t i r s inuovamente alp a g a n e s imo.San Valentino,con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua fede e, impru-dentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristiane-simo. Il 24 febbraio 270, San Valentino fu lapidato e poidecapitato.La leggenda, inoltre, sostiene che, mentre Valentino erain prigione in attesa dell'esecuzione, sia "caduto" nel-l'amore con la figlia cieca del guardiano del carcere, Aste-rius, e che, con la sua fede, avesse ridato miracolosamentela vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato ilseguente messaggio d'addio: "dal vostro Valentino," unafrase che visse lungamente anche dopo la morte del suoautore e che ci riporta ai giorni nostri. Infatti, nonostante il mutamento deitempi e di alcuni valori, non c'ècoppia che non “santifichi” il 14febbraio, anche con piccole at-tenzioni verso il partner. Un fiore, un cioccolatino, unatorta fatta in casa, addiritturauna semplice bigliettino perfar sentire alla sua lei o al suolui, che l'amore,anche trasmesso inmaniera diversa, c'èsempre.

S.G.

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tela per bene e consegnatela alla vostra fidan-zata. Quello che verrà dopo lo lascio all'imma-ginario collettivo.

PER I PIU' ROMANTICIComprate una scatoletta di legno intarsiato.Trovate una vecchia chiave, di stileantico, e mettetela nella scatola.Fatevi preparare da un orafo oda un creatore di bigiotteriauna placchetta dorata e fatelaincidere con le parole "La chiaveper aprire il mio cuore". Fissate laplacchetta all'interno della scatola, sul lato superiore, cosìche possa essere letta quando la scatola verrà aperta.

UN COFANO DI PALLONCINIRiempite il cofano della vostra macchina con palloncini riem-piti di elio (in modo che si levino in aria). Fatela accomodaree andate fuori dalla città, in qualche luogo con prati e chiarevisioni della campagna circostante per fare una passeggiata.Quando sarete arrivati, uscite dalla macchina e preparateviper la camminata. Fate in modo che chi è con voi sia vicinoall'auto, fate finta di allacciarvi le scarpe, ma nello stessotempo lanciate le chiavi e chiedete a chi è con voi se può pren-dervi la giacca che avete lasciato nel cofano. Quando lo aprirà,i palloncini verranno liberati e inizieranno a librarsi nel cielo.Potete anche aggiungere un messaggio all'interno del cofanoche dica "Ti amo" e che verrà rivelato quando tutti i pallon-cini saranno usciti.

BACI PERSONALIZZATI Tanti baci. La Perugina, produttrice dei Baci, ha deciso di farpersonalizzare i messaggi inseriti all'interno dei cioccolatini.A un mese esatto da San Valentino, sarà infatti possibile in-serire le frasi contenute nei celebri cioccolatini, «per far capireil valore vero delle proprie emozioni». L'operazionesi chiama «I miei baci per te»e varrà anche per altre occasioni.Si creerà così un'esclusivadedica, per raccontare ipropri sentimenti e la pro-pria scatola verrà confezio-nata a mano con cura ededizione presso la fabbrica delcioccolato Perugina e arriverà di-rettamente a destinazione. Per in-formazione, potete collegarvi alsito www. Shop.baciperu-gina.it .

Non solo fiori, bonbon e profumi, ma dichiarazioni amo-rose attraverso la rete. Per chi ha dimestichezza con mousee tastiera, ha la possibilità di esprimere il suo amore in ma-niera originale. Ma per aiutare chi è meno abile, vi diamoalcuni consigli per sorprendere il partner non soltanto viainternet, ma anche personalizzando il vostro pensierinocon qualche piccolo geniale trucchetto. Ma partiamo dallarete.

UNA RETED'AMOREComprate il do-minio internet con il nomedella vostra compagna o compagno (se disponibile), peresempio www.luciarossi.com. Create una pagina web checontiene una poesia romantica, il luogo del primo appun-tamento, un immagine floreale, una foto di voi, un mes-saggio e tutto quello che vi viene in mente. Quando lavostra compagna/o navigherà su internet, casualmente,chiedetele se ha mai controllato se il dominio con il suo nomeè già stato usato. Lasciatela cercare e scoprirà la pagina chele avete preparato

FIORI COL “TRUCCHETTO” Comperate un mazzo di rose rosse e una rosa rossa artifi-ciale. Mettete la rosa finta al centro del bouquet e attacca-teci un messaggio che dice: "Ti amerò finchè l'ultima rosasarà appassita"Fate consegnare dei fiori nel luogo di lavoro della vostrafidanzata. Non soltanto sarà felice di averli ricevuti, maanche dei commenti e attenzioni dalle colleghe e ciò au-menterà il suo piacere nell'aver ricevuto fiori.

SOLO PER LE DONNE Mentre le altre idee possono anche essere utilizzate per imaschietti, questa è dedicata esclusivamente alle donne.Comperate per la vostra fidanzata un braccialetto con al-meno 14 ciondoli o fatevelo preparare dal vostro gioiel-liere.Rimuovete i ciondoli dal braccialetto e lasciate che lavostra fidanzata "trovi" un ciondolo ogni giorno, per iprimi 14 giorni di febbraio. Il giorno di San Valentino da-tele il braccialetto e i ciondoli rimanenti.

“SCASSINATORI” DI CIOCCOLATINI Acquistate una scatola di cioccolatini, quindi, facendomolta attenzione, aprite un lato dell'involucro di plasticae togliete la scatola. Apritela e inseriteci un messaggioscritto da voi. Rimettete la scatola nella plastica, richiude-

Qualche piccola idea per sorprendere la vostra Lei...

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San Valentino s'avvicina e i fiori, in occasione di questa ricorrenza, hanno sempre avuto un significatoparticolare. Attraverso la loro comunicatività si possono esprimere emozioni, stati d'animo e manifestare

affetto per qualcuno. Per aiutarvi, vi indichiamo alcuni fiori da regalare alla vostra lei, con i quali potrete esprimere i vostri sentimenti.

Il linguaggio dei fiori

Acacia: indica l'amore, un amore casto,

un'amicizia vera e pura

Ambrosia: per indicareun amore corrisposto

Camelia Rosa: mi manchi

Camelia Rossa: simbolo di amore ardente

Corbezzo: “amo solo te”

Dente di leone: simbolodi fedeltà e felicità

Gardenia: amore segreto

Garofano bianco: sim-bolo di innocenza, verginità e purezza

Camelia Rosa: mi manchi

Geranio rosa: indica l'affetto appena nato

Giacinto porpora: per dire perdonami

Giglio bianco: l’amore puro

Glossinia: rappresental'amore a prima vista

Ibiscus: un primo segnaledi corteggiamento

Lillà viola: rappresenta leprime emozioni amorose

Margherita: rappresenta l'innocenza

e l'amore fedele

Non ti scordar di me:rappresenta l'amore vero, i

ricordi e le memorie

Orchidea: vuol direamore, la bellezza e la

raffinatezza

Peonia: “consacra” il matrimonio felice

Pervinca: indica un dolce ricordo

Primula: un modo perdire “non posso vivere

senza di te”

Rosa: simboleggianol'amore

Rosa rossa: amore ardente e passionale

Rosa bianca: simbolo dipurezza e candore

Rosa rosa: simbolo di felicità perfetta

Rosa senza spine: amorea prima vista

Tulipano: messaggiod'amore

Violetta: simbolo di fe-deltà

Zinnia: vuol dire “mimanchi”

Fresia: vuol dire amoreplatonico

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Page 24: Rivista Senso&Gusto Gennaio/Febbraio 2014

Carciofo ripieno di caviale di melanzane su crema di pecorino e menta

Tempo di preparazione: 35 minuti ca.

Ingredienti (per 4 persone)4 carciofi, 1 melanzana, 1 uovo, 2 fette di pane raffermo, ½ bicchiere dilatte, 50 gr pecorino grattugiato, 1 rametto di timo, 30 gr pangrattato

ProcedimentoIniziate preparando il caviale di melanzane: avvolgete nella carta

stagnola la melanzana intera e poniamola sul gas senza usare al-

cuna padella ma direttamente a contatto con la fiamma. Tenetela

su fiamma per circa 3-4 minuti per lato finché non risulti morbida.

Aprite il cartoccio, spaccate a metà la melanzana e con un cuc-

chiaio estraete la polpa e mettetela in un contenitore. Salate, ag-

giungete il pane ammollato nel latte e ben strizzato, l’uovo, il

pangrattato e le foglie di timo. Impastate il tutto e mettete da

parte. Pulite i carciofi, togliete le foglie esterne più dure, scavate

nel centro, ricavando dei piccoli contenitori. Riempiteli con il com-

posto, metteteli sul fuoco in un tegame con un filo d’olio. Fate sof-

friggere per 4 minuti circa e bagnate con ½ bicchiere di acqua,

coprite il tegame e proseguite la cottura per altri 10 minuti. Dopo-

diché trasferite in forno con grill acceso a 200° per 8-10 minuti. Pre-

parate la salsa, mettendo in un pentolino la panna ,la menta tritata

ed il pecorino. Mescolare con una frusta finché non si raggiunge il

bollore. Impiattate con abbondante salsa sul piatto ed adagiatevi

sopra i carciofi con una foglia di menta.

IN CUCINA CON LO CHEF

Gabriele ZaniniS&G

Gabriele Zanini

Questo mese il nostro Chef GabrieleZanini, propone due ricette semplicinell’esecuzione ma al tempo stesso ri-cercate e dal gusto delicato, sempreutilizzando le materie prime di sta-gione.Buon Appetito!

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Sformatino al cioccolato e arancia

Tempo di preparazione: 40 minuti ca.

Ingredienti (per 4 persone)

90 gr. farina, 20 gr. cacao amaro, 2 gr. lievito per dolci, 80 gr. zucchero, 2

uova, 90 gr. burro fuso, 75 ml. di latte, 50 gr. di cioccolato, 2 arance intere,

succo di 2 arance , 50 gr. zucchero(per le arance), 20 gr. di burro, 6 stampini

in silicone per muffin.

ProcedimentoCominciate preparando un culis di arance, cioé pelando a vivo

le arance e tenendo da parte la scorza. Prendete due pentolini:

nel primo mettete la polpa con il succo di 1 arancia e 25 gr. di

zucchero e. 20 gr. di burro per preparare il culis. Nell’altro le

scorze tagliate sottili con il restante succo e 25 gr. di zucchero

per le zeste caramellate. Ponete entrambe sul fuoco per circa cin-

que minuti, caramellando i composti. Terminata la cottura, frul-

late con un mixer ad immersione il culis, ottenendo una sorta di

marmellata.

Sbattete le uova con gli 80 gr. di zucchero, aggiungendo il burro

fuso ed il latte. A questo punto, aggiungete in un colpo solo la

farina, il cacao ed il lievito, tutto precedentemente setacciato. Im-

pastate bene ed infine aggiungete il cioccolato sminuzzato.

Riempire gli stampini per tre quarti della loro capienza e cuocete

a 180 °per 18/20 minuti circa. Prendete dei piattini da dolce, fate

con la salsa d’arancia dei disegni sui quali adagerete gli sforma-

tini al cioccolato e decorate con le zeste caramellate.

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La pianta del limone è un gioioso omaggio all’energia dellaluce e alla solarità. Si tratta di una pianta dotata di grandefecondità, infatti le fioriture si susseguono e i frutti matu-rano nel corso di tutto l’anno.Sullo stesso albero sono presenti fiori, frutti in formazionee frutti maturi; la pianta, però, sa amministrare il suo pro-cesso di fruttificazione senza esaurirsi ed ha in sé ben equi-librate forze di espansione e forze di conservazione econtenimento. Queste caratteristiche sono evidenti anchenell’aspetto dell’albero, solido e ben radicato e allo stessotempo leggero. Dai frutti, piccoli sodi, dal cuore succoso,sono ben protetti da una buccia spessa e coriacea.Analogamente, da un punto di vista energetico, l’olio es-senziale di limone aumenta la tonicità e le capacità di resi-stenza dell’organismo, senza esercitare un’azioneeccessivamente stimolante, rinforza l’energia vitale ed ilsenso d’identità, risvegliando la coscienza e disperdendo laconfusione. Non a caso Apollo, il dio del Sole, che “go-verna” questa pianta, rappresenta la coscienza illuminatache si cala nella materia per darle vita ed intelligenza.

L’olio essenziale di limone può essere irritante per pelli sen-sibili; non esporsi al sole dopo l’applicazione sulla pelle, per-ché può indurre dermatiti per una reazione difotosensibilizzazione. Nota: come gli altri olii essenziali ri-cavati da agrumi, tende ad ossidarsi con facilità e deve es-sere protetto dalla luce, dall’aria e conservato al fresco.

L’energia che riceviamo dal cibo deriva dagli atomie dalle molecole che lo compongono. Il limone ed il suo succo contengono ioni negativiche permettono di donare all’organismo maggioreenergia durante la digestione. Vi consiglio di ag-giungere 2 – 3 gocce di olio essenziale di limone neidiffusori dei vostri caloriferi: è molto gradevole perl’ambiente, purifica l’aria, ha un effetto stimolantee rinfrescante e contribuisce, nella stagione inver-nale, ad aumentare le difese dell’organismo. Viva-cizza e tonifica, ma aiuta anche a rilassarsi, quindipuò essere adatto sia per il risveglio mattutino(doccia aromatica, inalazione del profumo) che peril riposo notturno (bagno aromatico, massaggio.)Usatelo per la pulizia della casa, per detergere eprofumare in modo naturale le superfici della cu-cina e del bagno

La naturopata

Acqua e limoneIl “canarino della nonna”antico toccasanaper la nostra saluteClaudia Formisano

Aspetti simbolici del limone

Avvertenze

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Dopo le “grandi abbuffate” di questi giorni di festa, è neces-sario purificare e drenare il nostro corpo. Sarebbe opportunoseguire un regime tendenzialmente vegetariano-crudista abase di tantissima frutta e verdura cruda, distribuite in tuttii cinque pasti del giorno, bevendo molta acqua calda con li-mone in tutto l’arco della giornata. Importante sarebbe, perquesto periodo, escludere il consumo di proteine e carboi-drati.Capisco che questa proposta può essere difficile da compren-dere e da mettere in pratica. Quindi vi consiglio quanto menodi assumere acqua calda e limone almeno nei tre pasti princi-pali, prima di colazione e dopo il pranzo e la cena. Vediamonello specifico le tante proprietà di questa bevanda, sopran-nominata il “canarino della nonna”…

E’ buona cosa bere acqua tiepida con il limone al mattino e adigiuno. E’ un modo per disintossicarsi e rimineralizzarsi, inquanto la bevanda stimola la produzione della bile da partedel fegato. Il limone, infatti, è ricco di vitamine e sali mineraliche aiutano ad espellere le tossine accumulatesi nel tratto di-gerente.

La bevanda stimola la diuresi; le tossine vengono espulse piùrapidamente, garantendo la salute dell’apparato urinario.L’acido citrico presente nel limone contribuisce a massimiz-zare la funzione degli enzimi, che stimolano il fegato e aiu-tano il corpo a disintossicarsi, migliorando anche l’efficienzadel sistema linfatico.Stimolante del sistema immunitario. Il frutto è ricco di vitamina C e potassio, che aiuta a ridurre lapressione sanguigna. Inoltre migliora l’assorbimento del ferroda parte dell’organismo: il ferro è molto importante ai fini diun corretto funzionamento del sistema immunitario. Inoltreil limone riduce la quantità di muco prodotta nel nostrocorpo.

Il limone è tra gli alimenti più alcalinizzanti. L’acido citricoin esso contenuto non crea acidità, a differenza di altri ali-menti quali carne, pesce, uova, latte, formaggio, una voltametabolizzati. Bere acqua e limone con regolarità, aiuta adevitare una situazione di acidosi, pericoloso accumulo di tos-sine formatosi con l’ingestione dei cibi acidificanti a conte-nuto proteico (sopra elencati), nonché altre sostanze concui veniamo in contatto (bibite, caffè, farmaci, droghe,fumo.) Esempio: la presenza di acido urico, legato al con-sumo eccessivo di carne, è una delle cause principali delleinfiammazioni articolari.

Il limone è ricco di pectina, una fibra che aiuta a contrastarela fame improvvisa.

© Riproduzione riservata

Suggerimenti

Disintossicante

Depurativa e diuretica

Regolatore del PH

Controllo del peso

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Italia, uguale pizza, pasta e fantasia. Così, fuori dai nostri confini,ironicamente ci definiscono. Un modo di giudicare molto superficiale,considerando che il nostro Paese, nonostante tutto, resta il “Bel-paese”, che tutti ci invidiano. Eppoi, ogni nazione ha il suo punto ga-stronomico di riferimento. Se diciamo Germania pensiamo alla birra,Spagna alle tapas, Francia alla zuppa di cipolle, Inghilterra al pud-ding.Quindi, non è affatto un disonore essere considerati dei mangiatori dipasta e pizza, anche perché sono due piatti tipici di grande bontà. Nonostante questa etichetta che ci portiamo appresso, dovete sapereche, proprio noi italiani, che abbiamo inventato la pizza e che diciamo,quando usciamo la sera, “ci andiamo a fare una pizza”, non siamo iprimi consumatori al mondo di questa gioia del palato. Ne mangiamo tanta: tonda, alla pala, a taglio. Ma non siamo i divo-ratori per eccellenza di questo cibo. A batterci e di tanto sono gli ame-ricani. Forse, questo super consumo è dovuto al fatto che, essendodei grandi consumatori di cibo bello e pronto da asporto e da consegnaa domicilio, la trovano ideale per soddisfare le loro esigenze alimentari. Con una media di 13 chili per persona, loro sono i veri divoratori dipizza, condita in mille maniere, a volte discutibili e di tutte le forme.Sono i detentori del record mondiale con una quantità, che è quasi ildoppio di quella degli italiani, che si collocano al secondo posto conuna media di 7,6 chili a testa. E' quanto è emerso da una analisi dellaColdiretti in occasione del ''forkgate'' ideato dal neo sindaco di NewYork Bill De Blasio, che ha mangiato la pizza con coltello e forchettae non con le mani, come avviene regolarmente negli Usa.La pizza è nata in Italia con le prime attestazioni scritte che risalgonoal 997 e con l'arrivo degli immigrati italiani, nel diciannovesimo secolo

fece la sua prima apparizione negliUsa, dove si è rapidamenteaffermata. Anche con curiosiadattamenti locali nella pre-parazione, negli ingredienti,nelle occasioni e modalità diconsumo, che hanno purtroppofatto dimenticare a molti lareale origine.Se in Italia, si stima che la

pizza generi un fatturato di10 miliardi di euro con oltre

250mila addetti e 50mila piz-zerie, il business negli StatiUniti è attorno ai 40 miliardi

di dollari, con il novantatré percento degli americani, che la

mangiano almeno una volta al mese, con una media di 350 slice(le tradizionali fettine) al secondo. "Purtroppo di questo mercato - rileva la Coldiretti - quasi nientearriva all'economia italiana, anche perché si usano quasi sempreingredienti realizzati negli Stati Uniti, dalla mozzarella, se così vo-gliamo chiamarla, prodotta soprattutto nel Wisconsin, in Califor-nia nello stato di New York, alla conserva di pomodoro ottenutain California, dove si stanno diffondendo anche le coltivazioni diulivi, senza dimenticare il diffuso utilizzo di ingredienti molto lon-tani dal “made in Italy” come l'ananas, il cetriolo, le marmellate.La perdita del legame della pizza con l'identità tricolore è un rischioche corrono moltissimi prodotti italiani, per l'esponenziale diffu-sione sui mercati statunitense e mondiale di alimenti ''taroccati'',che richiamano nel nome e nell'immagine all'italianità, senzaavere alcun legame con la realtà produttiva nazionale, dal parme-san al provolone, dal salame Milano alla soppressata calabrese,dall' olioextravergine di oliva al pomodoro san Marzano, per finirecon la Nutella, che, come la loro Coca Cola, nessuno non sol-tanto non riesce ad imitarla, ma neanche riesce ad avvicinarsi.L'agro pirateria internazionale, che utilizza impropriamente pa-role, colori, località, immagini, denominazioni e ricette, che si ri-chiamano all'Italia, per prodotti taroccati che non hanno nulla ache fare con la realtà nazionale "vale 60 miliardi - tiene a sottoli-neare la Coldiretti – e all'estero sono falsi due prodotti alimentaridi tipo italiano su tre”. Sul piano internazionale, questo fenomenova fortemente combattuto, cercando un accordo sul commerciointernazionale, ma è anche necessario fare chiarezza a livello na-zionale ed europeo, dove occorre estendere a tutti i prodotti l'ob-bligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari. Edanche per la pizza è giunto il momento, vista la sua internaziona-lità, di darle il suo marchio di qualità, cioè di “made in Italy”.

L. Ant.© Riproduzione riservata

Americani pazzi di pizzaIl business della “Margherita”

frutta 40 miliardi di dollari

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I N F O @ A S S O I C A R O . I T

CuriositàS&G

FRANCESCO SFORZA..NON GIRAVA LA FRITTATA“Frictata - Battirai l'ova molto bene, et inseme un poco de acqua, et un pocodi lacte per farla un poco più morbida, item un poco di bon caso grattato, etcocirala in bon botiro perché sia più grassa. Et nota che per farla bona non voleesser voltata né molto cotta.” Questa è la ricetta della frittata nel “Libro de artecoquinaria”, con le ricette di Martino de Bubeis, cuoco nelle cucine del CastelloSforzesco di Milano. Francesco Sforza, insomma, non girava la frittata.

POMODORO E MOZZARELLALa caprese provoca ritenzione e rallenta il metabolismo. E’ un piatto tipico dell’isoladi Capri, destinato a chi lavorava sotto il sole, per trattenere liquidi e fornire energia.

I sali del pomodoro, infatti, in associazione aquelli del formaggio, non riescono ad es-

sere eliminati dal rene; la mozza-rella, con i suoi grassi, rallental’attività del fegato e della ti-roide. E’ utile in caso di sudo-razione profusa o negli atletidopo un’attività intensa. 12 PORTATE IN UNA LATTINA

Il designer Chris Godfrey ha ideato una lattina che con-tiene un intero pasto di 12 portate: antipasti, primi,secondi e dolci, si distinguono dal colore dello strato.L'idea, battezzata “All in One”, è nata per consentire dimangiare in modo “divino”, senza doversi poi preoccu-pare di lavare i piatti. È da vedere se questo vantaggio,compensi il fatto di mangiare da una lattina, che nonci sembra esattamente la stessa cosa. Probabilmentel’idea finirà con il rimanere tale, e non arriverà neipiatti, anche se potrebbe dare spunto per una nuovagenerazione di lattine “multigusto”

UN TÈ TUTTO DA...INALARELa Camellia's Tea House di Londra, un locale specializzato in tè ed affini,è riuscito a lanciare una curiosa innovazione per questa bevanda cosìtradizionale. Per soddisfare i palatidei più raffinati intenditori di tè, èstata creata una sala dove i tè sonoserviti vaporizzati all’interno di bic-chieri. In questo modo, gli avventoripossono gustare appieno il profumoe l’aroma dei diversi tipi di tè, senzaneppure doverli bere.

COLLA DI...MAIALELa colla di pesce, nonostante ilnome, è prodotta a partire dalla co-tenne di maiale e da ossa e cartila-gini (anche di originebovina). Viene chiamata colladi pesce, perché, in origine, venivaprodotta a partire dalla vescicanatatoria dello storione (o pesci si-mili) e dalla cartilagine di pesce.

LE PATATINE FRITTE NATE PER VENDETTALe patatine tonde, sottili e croccanti furono inventate per “vendetta”.L’inventore fu lo chef americano George Crum. Un giorno, un clienteesigente, rifiutò tre volte il contorno. Il cuoco decise allora di tagliarele patate sottilissime e di farle friggere in abbondante olio, in modoche risultassero croccanti e difficili da tagliare con forchetta e coltello.Al cliente, però, piacquero molto. Immaginate lo stupore del cuoco! Lepatatine fritte, infatti, nel giro di pochi anni conquistarono tutto ilmondo e oggi sono un piatto tipico di quasi ogni cucina.

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Page 31: Rivista Senso&Gusto Gennaio/Febbraio 2014

la RIeVOLUZIONE delle IDEE

P R E S E N T A N O

DESIGNNUOVE IDEE

NUOVI ORIZZONTI

NUOVE POSSIBILITÀ

PER L’ARTIGIANATO

L’ASSOCIAZIONE ASSOICARO, PRO-MOSSA DA CONFARTIGIANATO IMPRESEROMA, VUOLE PRESENTARSI AL TERRITO-RIO DEI CASTELLI ROMANI ATTRAVERSOUNA FORMULA CULTURALE CHE ABBIA

COME PUNTO DI PARTENZA LA CREATI-VITÀ DELL’UOMO, PER POI INDAGARE TE-MATICHE DI INTERESSE LAVORATIVO,ANALIZZANDO L’ATTUALE SITUAZIONEE LE POSSIBILITÀ DI INVERTIRE LA

“ROTTA”, ATTRAVERSO L’INNOVAZIONE.

23 Febbraio • 2 Marzo 2014VILLA AUGUSTA - ARICCIA (RM)

Associazione Imprese e Imprenditori Castelli RomaniC A S T E L L I RO M A N I

GREENSTUDIOS

Inaugurazione: Domenica 23 Febbraio 2014 ore 17,00

Apertura spazi espositivi: feriali:16.30-20.00, sabato e domenica:10.00 -13.00 e 16.30-20.00INCONTRI DI APPROFONDIMENTO E COMUNICAZIONI AGLI ASSOCIATI SULLE TEMATICHE DI:

LAVORO, CREDITO, SVILUPPO, FORMAZIONE E ALTRO.Dal lunedì al venerdì alle ore 18.00 e il sabato alle ore 11.00

MO S T R E

Auto d’epoca restaurate, materiali innovativi per il design.E S P O S I TO R I

4 designers del territorio dei Castelli RomaniL A B O R ATO R I O D I M O S A I C O

Dal lunedì al venerdì dalle 16.30 in poi, creazione e composizione di un mosaico collettivo.E V E N T I – P E R F O R M A N C E - 1 E 2 M A R Z O

Moda e teatro di figuraCU R AT E L A : Fabrizia Ranelletti

I N F O @ A S S O I C A R O . I T

Via dei Villini, 2 (Via Appia Nuova)

INGRESSO LIBERO

ASSOCIAZIONE AL SERVIZIO DI IMPRESE E PERSONE

Vil la Augu s t a Eve n t i

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Page 32: Rivista Senso&Gusto Gennaio/Febbraio 2014

IL CLIENTE È NEL SUO REGNO

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Samsung CTN464KB Piano cottura in vetroceramica a induzioneelettromagnetica solo con la pentola, rego-lazione consumi non salta più il contatore,l'acqua bolle in pochi secondi, ed un se-gnale acustico avvisa quando l'acqua va inebollizione

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