Rivista La Gregoriana - Numero 24 · 2017-10-08 · La contemplazione del mistero...

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In questo numero: Inaugurazione Anno Accademico 2005-2006 Nostra Aetate Oggi Inaugurazione Centro Convegni Matteo Ricci Giornata mondiale della gioventù 24 24 Anno X - numero ventiquattro - Dicembre 2005 Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/C , legge 662/96 - Filiale di Roma - Taxe perçue

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In questo numero:

› Inaugurazione Anno Accademico 2005-2006› Nostra Aetate Oggi

› Inaugurazione Centro Convegni Matteo Ricci› Giornata mondiale della gioventù

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Anno X - numero ventiquattro - Dicembre 2005Spedizione in abbonamento postale

art. 2 comma 20/C , legge 662/96 - Filiale di Roma - Taxe perçue

Sant’Ignazio all’iniziodella sua conversioneandò in Terra Santa perchévoleva vedere e toccare iluoghi visti e toccati daGesù, quasi per realizzareuna sua presenza fisica alSignore amato, perchéquesti diventasse in luiuna presenza spirituale“sensibile”. Questo “reali-smo” lo ritroviamo negliEsercizi Spirituali diSant’Ignazio, nelle contemplazioni dei misteri dellavita di Gesù; “realismo” che è reso attraverso l’im-maginazione, che aiuta a renderci presenti almistero e a rendere presente il mistero in noi. La prima è la contemplazione della Trinità, chevedendo la rovina verso cui il peccato attrae l’uomo,decide l’incarnazione e quindi l’Arcangelo Gabrieleporta l’annuncio a Maria e il Verbo si fa carne nelsuo seno. Seguono le contemplazioni della nascita,dell’adorazione dei pastori, della presentazione altempio, dell’adorazione dei Magi, ecc.

In ognuna delle contemplazioni l’immaginazioneattiva i sensi interni, per cui si vede ciò che i perso-naggi fanno, si ode ciò che dicono, si toccano i luo-ghi da loro toccati, ma tutto ruota intorno all’unicopersonaggio importante, il Verbo fatto carne, cheviene adorato nel suo essere salvatore, accolto eamato. La contemplazione del mistero dell’Incarnazione èla base per la contemplazione di tutti gli altrimisteri della vita di Gesù, fino alla sua passione,morte e risurrezione. La frequentazione della persona di Gesù, attraversola contemplazione dei misteri della sua vita, fa sìche Gesù diventi l’amico che attrae l’anima peressere trasformata in Lui.

Nel 2006 celebreremo 450 anni dalla morte diSant’Ignazio di Loyola (1491-1556) e i 500 annidella nascita di San Francesco Saverio (1506-1552)e del Beato Pietro Fabro (1506-1546). L’esperienza trasformante di questo rapporto per-sonale con Gesù di Nazareth, Signore e Creatore ditutte le cose, fattosi uomo per la nostra salvezza,Sant’Ignazio l’ha proiettata negli Esercizi Spiri-tuali per aiutare altri a fare la loro esperienza per-

Carissimi amici,

stiamo vivendo il periodo di Avvento, cosìintenso e importante, per ogni cristiano, periodo incui ci si prepara a vivere il Natale del Signore ormaimolto vicino. La nostra vita universitaria in questo nuovo AnnoAccademico, fatta di studi e di ricerca, è già iniziata datempo e accompagna la nostra quotidiana fatica nella“costruzione” di una conoscenza che esige il nostrolavoro e deve diventare sapienza alla luce dello Spiritodi Dio. L’Emmanuele, il Dio-con noi, ci insegna unasapienza semplice, fatta di umiltà e di accoglienza, deigrandi doni, quei doni immensi che nessun uomo puòdarsi da sé.

Abbiamo vissuto, momenti impastati di quotidianità eanche della straordinarietà di eventi ecclesiali digrande rilevanza, come la conclusione del Sinodo deiVescovi e la chiusura dell’Anno dell’Eucaristia. Il Santo Padre Benedetto XVI, nella Messa conclusivadi tali avvenimenti ci ha ricordato che: «la contempla-zione dell’Eucaristia deve spingere tutti i membri dellaChiesa, in primo luogo i sacerdoti, ministri dell’Euca-ristia, a ravvivare il loro impegno di fedeltà. Sulmistero eucaristico, celebrato e adorato, si fonda ilcelibato che i presbiteri hanno ricevuto quale donoprezioso e segno dell’amore indiviso verso Dio e ilprossimo. Anche per i laici la spiritualità eucaristicadeve essere l’interiore motore di ogni attività e nessunadicotomia è ammissibile tra la fede e la vita nella loromissione di animazione cristiana del mondo». Questo invito deve essere al centro di ogni nostra atti-vità e di ogni nostro agire.

Il Natale ci deve aiutare a guardare all’Eucaristia conmaggiore attenzione, ma soprattutto con quell’amorecon cui si deve accogliere un dono immenso. Il Verbosi è fatto carne e in quel bambino che contempleremola notte di Natale, si è reso presente il Dio con noi;quello stesso Dio che tramite il dono assoluto e totaledi sé, continua ad essere presente nella Chiesa e nelmondo sotto quelle specie così umili del pane e delvino. Per tale motivo abbiamo voluto dedicare in que-sto numero della rivista un reportage sulla Terra santae sul pellegrinaggio nei luoghi che testimoniano il pas-saggio terreno di Gesù. Unendoci a quella Terra in unpellegrinaggio spirituale, ognuno di noi si unisce almistero dell’Incarnazione, attraverso la via per eccel-lenza che porta al Padre: Cristo Gesù.

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Direttore responsabileP. Michele Simone, S.J.

Direttore editorialeMarco Cardinali

Progetto graficoGianfranco Caldarelli

StampaPostel Spa

Finito di stampareil 30 novembre 2005

Quadrimestralea carattere informativo

Registrazione pressoil Tribunale di Roma n. 134del 29 marzo 1996

Direzione e amministrazioneLa GregorianaInformazioni PUG

Piazza della Pilotta, 400187 Roma

Tel. 06.6701.5110Fax 06.6701.5428

e-mail: [email protected]

Sommario32 Terra Santa: Quinto Vangelo…

sulle orme di GesùMarco Cardinali

34 Un santo studioso Juan Ochagavia Larrain, S.J.

44 Focus

49 Nominea cura della Segreteria Generale

50 Tesi di Dottoratoa cura della Segreteria Generale

Natale 2005

Annunciazione icona russa sec. XIX

3 EditorialeP. Gianfranco Ghirlanda, S.J.

5 Inaugurazione Anno Accademico

12 Nostra Aetate OggiFernanda Di Monte

16 Inaugurazione Centro ConvegniMatteo Ricci

26 XX Giornata mondiale della gioventùMarco Cardinali

30 Fondata la Facoltà della Storia e dei Beni Culturali della ChiesaP. Marek Inglot S.J. - P. Jos Janssens S.J.

vaste parti del mondo, anche quelle di tradizione cri-stiana, lo spirito nichilista invade la società, per cui ivalori fondamentali che debbono presiedere ad unavita degna dell’uomo sono deprezzati, la finalità del-l’esistenza sfugge e ai vari “perché” che agitano ilcuore dell’uomo non c’è alcuna risposta.

Qui si annida un ateismo più pericoloso, come disso-luzione dei fondamenti etici della vita e delle sueradici nel sacro. Spesso, dove per reazione risorge un desiderio di spi-ritualità, si cade in forme di religiosità emotiva edirrazionale, in cui il senso del Dio personale è forte-mente indebolita o addirittura scompare, e si ha difatto una specie di ritorno agli “dei” o ad una sorta dipercezione fluida del divino concepito come “ener-gia”, portando così ad una fatale morte della veraimmagine di Dio, come viene dalla rivelazione giu-deo-cristiana. Specialmente nelle società opulente, la globalizza-zione produce l’espansione di una visione secolariz-zata della realtà, senza trascendenza, caratterizzata dalsincretismo, dall’atteggiamento agnostico e funziona-lista, che porta, così, ad un mondo senz’anima. Tuttoquesto nel contesto di un neoliberismo esportato dauna globalizzazione non solidale, che, al servizio dipoteri forti e di interessi particolari, rinsalda antichepovertà e ne crea di nuove, in quanto emargina le cul-ture, i popoli e i gruppi che non servono agli interessidi tali poteri.

Tutto questo, però, non deve far sorgere un sensoparalizzante di sgomento, né di frustrazione, come se

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diventare “compagni di Gesù”. Avventura cheportò il primo agli estremi confini della terra inOriente e il secondo in varie parti d’Europa.Il P. Alberto Hurtado Cruchaga, sacerdotegesuita cileno canonizzato il 23 ottobre scorso,un santo del nostro tempo (1901-1952), allascuola degli Esercizi Spirituali, che spesso dava,ci insegna come la contemplazione del misterodel Verbo che si fa carne, si deve fare carne nell’a-more per i poveri, i diseredati, gli abbandonati,

coloro che non hanno voce, come concretizza-zione di un suo motto: “Servire tutti come

fossero Gesù”.

A tutti voi, cari professori, studenti, col-laboratori nell’amministrazione, bene-fattori, amici, alle vostre famiglie, allevostre comunità, l’augurio di unNatale vissuto nella contemplazionedel mistero dell’Incarnazione, comeinizio di un percorso spirituale checonduca ad un rapporto semprepiù personale e trasformante conGesù, perché la scoperta dell’a-more del Padre attraverso GesùCristo, ci porti ad un’amore sem-pre più concreto e fattivo per inostri fratelli più deboli.

P. Gianfranco Ghirlanda, S.J.Rettore Magnifico

sonale di Gesù. San Francesco Saverio e il Beato Pietro Fabro,vissero quest’esperienza trasformante sotto la

guida di Sant’Ignazio, che diede loro gliEsercizi Spirituali a Parigi, e

con lui vollero con-dividere l’av-

venturad i

Inaugurazione Anno Accademico Un momento della

Solenne Celebrazione

Scultura di Sant’Ignazio(foto: Mark Teglasy)

Sabato 8 ottobre alle ore 16.00 si è tenuta nellaChiesa di S. Ignazio a Roma, la solenne Concelebra-zione Eucaristica per l’apertura del nuovo anno acca-demico 2005/2006. La Messa è stata quella votiva allo Spirito Santo invo-cato da tutta l’assemblea, composta dai professori, stu-denti, dipendenti e amici della nostra università. Frai rappresentanti del mondo ecclesiale, è stata di grandeonore la presenza di S.E. Mons. William JosephLevada, Pro-prefetto della Congregazione per la Dot-trina della Fede, di S.E. Mons. Luigi Dossena, in rap-presentanza della Segreteria di Stato, S.E. Mons.Justo Mullor Garcia, Presidente della Pontifica Acca-demia Ecclesiastica. Ha partecipato anche gran parte del Corpo Diploma-tico accreditato presso la Santa Sede, insieme adalcune autorità del mondo civile, fra cui l’On.Gianni Letta. Ad ogni partecipante è stata consegnatala Relazione annuale del Rettore, con tutti i dati sta-tistici e l’intensa attività svolta lo scorso anno accade-mico dalle varie unità accademiche e servizi dell’U-niversità, dalla quale si evince l’internazionalitàdella Gregoriana, con i suoi circa 300 professori e3000 studenti provenienti da tutto il mondo. Al termine della celebrazione tutti gli ospiti sono statiaccolti per un rinfresco nel Collegio di S. Roberto Bel-larmino. Qui di seguito vi proponiamo la relazione el’omelia del Magnifico Rettore, P. Gianfranco Ghir-landa, S.J., che, in qualità di Rettore Magnifico, perantica tradizione presiede la Celebrazione.

Vorrei iniziare questa Relazione sull’attività dell’U-niversità durante l’anno accademico 2004-2005,riprendendo le parole pronunciate da Papa Bene-detto XVI il 24 aprile del 2005, giorno d’inizio delsuo ministero petrino: “… vi sono tante forme dideserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto dellafame e della sete, vi è il deserto dell’abbandono,della solitudine, dell’amore distrutto. Vi è il desertodell’oscurità di Dio, dello svuotamento delle animesenza più coscienza della dignità e del camminodell’uomo. I deserti esteriori si moltiplicano nelmondo, perché i deserti interiori sono diventaticosì ampi. Perciò i tesori della terra non sono più alservizio dell’edificazione del giardino di Dio, nelquale tutti possano vivere, ma sono asserviti allepotenze dello sfruttamento e della distruzione”.Non è difficile, infatti, essere consapevoli che in

al mese) sotto la presidenza del Rettore. Perquesto nell’anno accademico trascorso è statopossibile portare avanti una mole di lavoro e dicambiamenti istituzionali non indifferenti.Altra riforma istituzionale è stata una piùchiara e accurata delineazione della figura edelle competenze dei Decani/Presidi e dellaprocedura della loro nomina. Tutte e tre queste riforme istituzionali sonostate approvate dalla Congregazione per l’Edu-cazione Cattolica nel corso dell’anno 2005.

La Consulta del Rettore, formata dai tre ViceRettori, che si è regolarmente riunita ogni setti-mana, e una volta al mese in forma estesa ancheai Capi degli uffici amministrativi, si è rivelatauno strumento molto prezioso di governo,come tempo di informazione reciproca sugliaffari in via o in prospettiva di trattazione enello stesso tempo di consultazione del Rettorenegli affari di maggiore importanza. Sono,inoltre, state meglio definite le facoltà dei treVice Rettori, in una nuova stesura del Regola-mento, approvata il 15 ottobre 2004.

Il Consiglio Direttivo ha potuto approvare intempi abbastanza brevi norme che poi entre-ranno a far parte degli Statuta Universitatis edelle Ordinationes generales; norme riguardantila configurazione e il funzionamento deiDipartimenti e dei Programmi; dei CentriInterdisciplinari; della Consulta delDecano/Preside. Dopo un laborioso processo,volto all’integrazione del Corso Superiore per iBeni Culturali della Chiesa con la Facoltà diStoria Ecclesiastica, si è istituita una nuovaFacoltà intitolata “Facoltà di Storia e dei BeniCulturali della Chiesa”, approvata dalla SantaSede il 28 aprile 2005.

Sulla base delle norme definite nell’Anno Acca-demico 2004-2005, nell’Anno Accademico chesi apre, l’Università sarà impegnata nella piùchiara definizione della struttura istituzionale edei programmi dei Centri Interdisciplinari giàesistenti.

L’Istituto di Scienze Religiose non ha accettatonuovi iscritti, in quanto la sua attività è in viadi sospensione, anche conseguentemente alladecisione della Conferenza Episcopale Italianadi una riforma accademica dei tutti gli Istitutidi Scienze Religiose. 7

che offre al singolo “un accompagnamento finalizzatoallo sviluppo della propria personalità, libera e respon-sabile”. Questi intenti ci mettono in piena consonanza conquanto il Papa Benedetto XVI, il 19 agosto 2005, inoccasione della Giornata Mondiale della Gioventù,diceva rivolgendosi ai seminaristi, che, cioè, le tredimensioni della formazione, umana, spirituale e cul-turale, debbono convergere nell’unità della persona,nel “suo scopo più profondo di far conoscere intima-mente quel Dio che in Gesù Cristo ci ha mostrato ilsuo volto”. Evidentemente questo vale non solo per iseminaristi, ma per qualsiasi studente che frequenta laGregoriana per prepararsi a prestare il suo servizio qua-lificato nella Chiesa e nella società.

Attività degli organi istituzionali di governodell’UniversitàPer poter meglio tendere alla realizzazione dei fini del-l’Università delineati in tale Dichiarazione d’intenti, equindi rispondere alle sfide attuali, durante l’annoaccademico 2004-2005 l’intenso lavoro dei compe-tenti organi si è concentrato principalmente sul rinno-vamento delle strutture di governo, delineate dalla Pia-nificazione iniziata tre anni fa. Questo perché senza alcune riforme istituzionali non sivedeva possibile portare efficacemente avanti qualsiasitipo di approfondimento circa la natura e la finalità deivari centri accademici nei quali si articola l’Università ecirca i relativi programmi di studio. Tale approfondimento sarà oggetto del lavoro da intra-prendere nell’Anno Accademico che si apre.

La riforma istituzionale più sostanziale è stata quellariguardante il Consiglio dell’Università che ha assuntoil nome di Consiglio Direttivo e quella del SenatoAccademico che ha assunto il nome di Senato dell’U-niversità. Sostanzialmente la riforma è consistita nel passaggio alConsiglio Direttivo delle competenze deliberative dicui godeva il Senato Accademico, mentre l’attualeSenato dell’Università, di cui entrano a far parte comemembri di diritto anche i responsabili dei più impor-tanti uffici amministrativi e servizi, rimane organo diconsultazione per le questioni di maggiore importanzae luogo di proposte e di scambio. Il Consiglio Direttivo, in quanto gruppo più ristretto,diventa un organo permanente di governo più agile edefficace, per la frequenza con cui si riunisce (una volta

la visione ottimistica del Concilio Vaticano IIriguardo al mondo e all’uomo che lo abita fossestata un’illusione. Tale visione, infatti, era animatadalla fede e dalla speranza teologali, che cioè lo Spi-rito del Cristo risorto è operante in tutta la realtàcreata. Allora, di fronte al “deserto” in cui l’uomo si poneper il suo egoismo e la sua follia, ci si deve sentiranimati, come diceva il Papa, dalla “santa inquietu-dine di Cristo”, per il quale “non è indifferente chetante persone vivano nel deserto”. Per questo la“Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, comeCristo devono mettersi in cammino, per condurregli uomini fuori dal deserto, verso il luogo dellavita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, versoColui che ci dona la vita, la vita in pienezza”.

È questa una missione di cui tutte le componentidell’Università, i professori, col loro insegnamentoe ricerca, e gli studenti, con la loro applicazione allostudio, si debbono sentire investiti. I programmiaccademici e le strutture amministrative dell’Uni-versità sono volte a quest’unico scopo, che è laragione stessa per cui essa ha coscienza di esistere.

La Dichiarazione d’intenti, infatti, che esprime lanatura e la missione della Gregoriana, ricorda cheessa “cerca l’eccellenza nell’insegnamento, nellariflessione personale e nella ricerca, offrendo ai suoistudenti una sintesi armonica tra il sapere umano ela luce della fede, secondo il metodo proprio diogni disciplina”, per cui in ogni disciplina inse-gnata vuole “approfondire sempre di più il Misterodi Dio che rivela se stesso e il suo disegno di sal-vezza, realizzato in Cristo, nella realtà dell’uomo,della storia e della Chiesa”; inoltre, “animata dallospirito ignaziano”, cerca di applicare una pedagogia6

Il RettoreMagnificoP. GianfrancoGhirlanda S.J.con S.E. Mons.William JosephLevada, Prefettodella Congrega-zione per la Dottrinadella Fede

meglio le esigenze degli studenti.E’ stata decisa l’attivazione, già dal mese di giugno2005, di corsi di insegnamento a distanza della linguaitaliana, fruibili on-line dagli studenti e al momentoaperti in via sperimentale a un gruppo scelto di candi-dati, prossimi ad avviare il percorso accademico nell’U-niversità. Un valido sostegno per gli studenti che nonappartengono a paesi dell’Unione Europea è stato l’Uf-ficio Studenti Stranieri. E’ stata istituita una ConsultaFinanziaria del Rettore, composta da eminenti espertinel campo dell’economia e della finanza, che diventeràoperante in questo anno accademico 2005-2006.

Notevoli sforzi sono stati condotti per incrementare ilFondo delle Borse di studio destinate agli studenti,promuovendo una campagna di sensibilizzazioneorientata particolarmente agli ex-alunni, attualmentepresenti in diverse realtà internazionali. Il nostroanimo grato si rivolge ai benefattori. Notevoli sforzi sono stati condotti per l’integrazione diprofessori gesuiti nell’organico dei docenti, dei qualil’Università avverte l’esigenza per assicurare la sua spe-cificità gesuitica. La Gregoriana è una delle prioritàapostoliche della Compagnia di Gesù. Nello stessotempo uno dei compiti da assolvere durante l'annoaccademico 2005-2006 sarà quello della definizionedei contratti con i professori non gesuiti, che assicuri laloro inestimabile collaborazione con l’Università.Il 1°giugno 2005 è stato firmato dal Rettore e dalleOrganizzazioni Sindacali Confederate un contrattocollettivo nazionale di lavoro per i dipendenti nondocenti della Gregoriana. È auspicio di tutti che la sti-pula del contratto a cui si è arrivati dopo lungo tempopossa significare una nuova era di serena collaborazioneper il raggiungimento dei fini per cui la Gregoriana èstata fondata ed esiste. Nel novembre 2004 è stata offerta una seconda edi-zione del Corso per operatori front line, volto all’ac-quisizione di una sempre migliore qualificazione neiservizi che quotidianamente vengono resi a professori estudenti. Soddisfacente è stata la partecipazione.

L’Università Gregoriana è un’istituzione di servizi, ser-vizi resi agli studenti. Tutti coloro che operano in essa,in diverse modalità, partecipano alla comune responsa-bilità di rispondere alla richiesta formativa che ci vienefatta dalla Chiesa e in modo concreto dagli studentiche da tutte le parti del mondo vengono a compiere iloro studi presso l’Università. È importante che da tutti sia condivisa la dichiarazionedi intenti che descrive l’identità della Gregoriana e la suamissione e che da tutti può essere trovata alla fine dellaRelazione scritta, distribuita al termine della cerimonia.

Ciò non significa che l’Università non vuole piùavere una particolare attenzione e cura per i laici.Infatti, si sta configurando un Centro Interdiscipli-nare sull’Esistenza Cristiana e l’Etica Pubblica, svi-luppo dell’attuale programma LAIKOS, volto aduna specifica formazione dei laici alla realizzazionedella loro vocazione propria di impegno nel seco-lare, in modo da essere segno della Chiesa nelmondo e segno del mondo nella Chiesa.

Sono state anche meglio definite le linee generali acui tutte le Facoltà/Istituti si dovranno attenere,per procedere alla promozione dei docenti a profes-sori straordinari e ordinari. Una revisione delleNorme di Etica Universitaria ha portato alla previ-sione di infrazioni e di sanzioni non solo per glistudenti, ma anche per i docenti.

L’Università, in esecuzione dell’adesione dellaSanta Sede al Processo di Bologna riguardante l’in-tegrazione dei cicli e dei programmi delle Univer-sità Europee, sta compiendo significativi passi nellostudio del modo di adeguamento a tale Processo. Sitratta di uno sforzo certamente stimolante per l’U-niversità riguardo alla ricerca di una sempre mag-giore qualità accademica e alla revisione dei pro-grammi di studio delle diverse Facoltà.

Sono state istituite Commissioni per la QualitàAccademica, per le Pubblicazioni nelle EdizioniPUG e per il sito Web; ha continuato ad operare laCommissione per l’Immagine.Come attuazione della Pianificazione, nel secondosemestre è stato distribuito agli studenti un que-stionario sul grado di soddisfazione circa l’insegna-mento nell’Università e circa i servizi amministra-tivi di essa. Il livello di soddisfazione è in generalealto e riguardo ad alcune Facoltà/Istituti moltoalto; comunque sono stati rilevati elementi utili perpoter continuare lo sforzo di soddisfare sempre8

LavoriNon si è avuta solo una ristrutturazione degli organi digoverno e delle unità accademiche, ma pure un rinnovamentorazionale degli edifici.L’antica sede della Tipografia Poliglotta della Pontificia Uni-versità Gregoriana nel seminterrato dell’edificio centrale èstata ristrutturata e trasformata in un moderno complesso disale ed aule multifunzionali, il Centro Convegni MatteoRicci. Il complesso, realizzato con la collaborazione dell’ arch.Alessandro Baruffi e dell’arch. Bruno Agates, sarà uno stru-mento per potenziare una presenza della Gregoriana nelmondo culturale romano.

È stata portato a termine il restauro della facciata dellapalazzo centrale, ad opera della Impresa DROMOS Restauris.r.l., diretta dall’Ing. Cosima Arcieri. Sono iniziati anche ilavori di restauro di due cortili interni, sempre della palazzocentrale ad opera della stessa Impresa, grazie ad una sovven-zione della Presidenza del Consiglio, per il personale interes-samento dell’On. Gianni Letta. Anche per il personale inte-ressamento dell’On. Gianni Letta e l’intervento del Ministroper le Infrastrutture e i Trasporti, l’On. Pietro Lunardi saràpossibile pure il restauro del PalazzoFrascara e del PalazzoLucchesi, ad opera, anch’esso, dell’impresa DROMOSRestauri s.r.l.. A loro va tutta la nostra gratitudine.

Così sono in via di conclusione i lavori di riassetto di Piazzadella Pilotta, restituita, almeno in buona parte, all’armoniadella sua composizione architettonica, con l’eliminazione,anche se parziale, del parcheggio. Un particolare ringrazia-mento va al Sindaco, l’On. Walter Veltroni, all’assessoreall’urbanistica, l’On. Roberto Morassut, e all’arch. GennaroFarina. La piazza costituirà un luogo di incontro per gli stu-denti dell’Università e per i partecipanti agli eventi che si svol-geranno nel Centro Convegni Matteo Ricci.

ConclusioneIn conclusione è da apprezzare grandemente l’intensa attivitàdidattica e di ricerca delle Facoltà, degli Istituti e degli altriCentri. E’ questa la fatica quotidiana che occupa la maggiorparte delle energie dei docenti e degli studenti. Non mi soffermo su di essa, in quanto viene ampiamenteesposta nell’integra Relazione scritta. A tale attività ordinaria, oltre l’Atto Accademico annuale,sono da aggiungere Congressi, Convegni, Colloqui, Giornatedi Studio, Conferenze, presentazioni di libri, organizzati dadiverse unità accademiche.I mutamenti istituzionali su cui mi sono soffermato sonovolti a sostenere sempre più efficacemente tale intensa attività

e a renderla, possibilmente, sempre più qualificata.

Riagganciandomi alle considerazioni che hanno aperto que-sta mia Relazione, vorrei ricordare le parole pronunciate dalPapa Benedetto XVI il 18 aprile 2004, allora come Decanodel Collegio Cardinalizio: “Dobbiamo essere animati da unasanta inquietudine: l’inquietudine di portare a tutti il donodella fede, dell’amicizia con Cristo. In verità, l’amore, l’amici-zia di Dio ci è stata data perché arrivi anche agli altri.Abbiamo ricevuto la fede per donarla agli altri”. Allora,seguendo il pensiero del Papa, di fronte alle varie correntiideologiche e alle molte mode di pensiero, che, assunte senzaspirito critico portano “alla dittatura del relativismo che nonriconosce nulla come definitivo e che lascia come ultimamisura solo il proprio io e le sue voglie”, come si pone lanostra Università con la sua missione, richiamata all’inizio diquesta Relazione?

Non può non accogliere il richiamo che il Papa, nella stessacircostanza, sollevava, che cioè la nostra misura delle cose, ilparametro primo, per poter essere costruttori di una civiltà diverità, d’amore e di pace, non può che essere “il Figlio di Dio,il vero uomo”, unica “misura del vero umanesimo”, perché èl’amicizia con Cristo che “ci apre a tutto ciò che è buono e cidona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno everità”. È questa l’unica via indicata come fede adulta. Ma, comeavvertiva il Papa stesso il 20 agosto 2005 alla veglia con i gio-vani a Colonia, corriamo il rischio di costruirci “un Gesù pri-vato”, a nostro uso e consumo, per cui, come ribadiva ilgiorno successivo, dobbiamo noi stessi conoscere il Gesù chele Sacre Scritture ci rivelano e che la fede della Chiesa, guidatadallo Spirito, tramanda, “per poter in modo convincente gui-dare anche gli altri verso di Lui”.

Conseguenza del riferimento a Cristo, allora, altro parametroè la Chiesa. Il P. Hans-Peter Kolvenbach, Generale dellaCompagnia di Gesù e Vice Gran Cancelliere dell’Università,affermava che sentire in Ecclesia “non esprime soltanto un sen-timento favorevole alla Chiesa, ma anche il pensare ed esserecompletamente in comunione con la Chiesa con la testa e colcuore” (Discorso alla 69a Congregazione dei Procuratori del2003). Allora, il sentire in Ecclesia degli Esercizi Spirituali di Sant’I-gnazio esige il carattere ecclesiale di tutta l’attività d’insegna-mento e di ricerca dell’Università, specialmente quella deidocenti di teologia e delle discipline con essa collegate.

La ricerca in tali scienze arricchisce la Chiesa solo se è fatta inconsonanza col battito del cuore della Chiesa, perché solocosì produrrà la crescita del Regno e il lavoro svolto da ognimembro della comunità universitaria risponderà alla sfidaculturale indicata dal Santo Padre. 9

Alcuni membridel Corpo Diplomaticoaccreditato pressola Santa Sede

sun’altra proposta umana, anche reli-giosa. Gesù fa quest’affermazione in un con-testo di drammatica polemica, circa lasua origine e la sua identità, con i giu-dei, che stanno cercando di ucciderlo. Le discussioni della folla sorgono dal-l’attesa del Messia e quindi da un desi-derio, una sete, di salvezza. Desiderio e sete che vengono contra-stati dai sacerdoti e dai farisei, che por-tano confusione e smarrimento nelpopolo. In questo contesto Gesù si pro-pone come colui che può estinguere talesete, se si crede in lui come il Cristo. È la stessa proposta che Gesù avevafatto alla Samaritana presso il pozzo diGiacobbe: “Chi beve dell’acqua che iogli darò diventerà in lui sorgente diacqua che zampilla per la vita eterna”.Per la fede in Gesù Cristo riceviamo loSpirito, che viene in aiuto alla nostradebolezza e ci fa scorgere l’azione diDio in noi e nel mondo che ci cir-conda, nonostante le contraddizioni ele oscurità. La luce che sorge da tale visione di fededelle cose è quella di una speranza apo-stolica, in quanto come fiume di acquaviva viene comunicata agli altri.

Iniziamo un nuovo anno accademicosituandoci nel momento storico chestiamo vivendo. Gli studi che intra-prenderemo, di qualsiasi disciplina,sono tutti volti allo stesso fine: cono-scere più profondamente Cristo edessere illuminati dal suo insegnamento,per poter dare gloria a Dio nel serviziodei fratelli. Invochiamo lo Spirito Santo perchévenga in aiuto alla nostra debolezza. 11

fede crediamo che avverrà e nellasperanza attendiamo.

Tutta la storia umana, dal suo ini-zio fino alla sua conclusione, trovala sua interpretazione solo e unica-mente in Gesù Cristo, per mezzodel quale tutte le cose sono statecreate, nel quale tutto sussiste, edal quale tutto è stato redento. Certamente il quadro della storiaumana in alcuni momenti puòpresentarsi in modo che le soffe-renze, le ingiustizie, le contraddi-zioni, gli orrori dell’egoismo e delfanatismo, assumano una tale rile-vanza che non appaiano più comedoglie di un parto. Forse è il quadro di fronte al qualela situazione attuale ci mette. Se lo sguardo non è ben fisso inGesù Cristo, rischiamo di perderela fede in un disegno superiore diDio riguardo alla storia umana equindi la speranza di un compi-mento di essa. Questo genera smarrimento nelnostro cuore, che non riesce più avedere uno sbocco positivo aldramma che vive. Non possiamo, però, vivere in talesmarrimento che porta al nichili-smo e alla disperazione. È solo la fede in Gesù Cristo chepermette allo Spirito di venire inaiuto alla nostra debolezza eaprirci alla speranza di una conti-nua presenza misteriosa di Dionella storia, speranza che portauna luce in quelle tenebre chel’uomo stesso produce.

Gesù, nel Vangelo di Giovanniche abbiamo letto, dice: “Chi hasete venga a me e beva chi crede inme; come dice la Scrittura: fiumidi acqua viva sgorgheranno dalsuo seno”. L’unico che può soddisfare lanostra sete, la sete di ogni uomo,sete del compimento di se stessi,sete di speranza, è Cristo, nes-

Omelia del Rettore(Rm 8,22-27; Sl 103; Gv 7,37-39)

S.Paolo, alla luce della fede in Gesù Cristo, ci offreuna lettura sintetica del senso nascosto della storiaumana e della finalità di tutta la creazione. “Tutta la creazione – dice l’Apostolo – geme e sof-fre fino ad oggi nelle doglie del parto”; tuttavia nonsolo la creazione, “ma anche noi, che possediamo leprimizie dello Spirito, gemiamo interiormenteaspettando l’adozione a figli, la redenzione delnostro corpo”.

Tutta la creazione è stata assoggettata alla schiavitùdella corruzione da quando l’uomo nella sua stoltapresunzione ha creduto di potersi realizzare indi-pendentemente da Dio, anzi ponendosi in concor-renza e in opposizione a Dio. Il peccato dell’uomotrascina con sé tutta la creazione, la quale, invece,da Dio era stata affidata alla cura dell’uomo. La redenzione operata da Gesù Cristo, Dio fattouomo, unico salvatore del genere umano, liberandol’uomo dalla schiavitù del peccato, lo apre, e con luitutta la creazione, alla prospettiva di “entrare nellalibertà della gloria dei figli di Dio”. S.Paolo viene a sfatare l’illusione di una piena realiz-zazione dell’uomo nell’infrastorico e proietta versouna speranza che si compirà solo nell’escatologia. Però è un qualcosa che va realizzandosi già adessonella storia. Lo Spirito, che “viene in aiuto alla nostra debo-lezza”, ci fa scorgere la sua presenza misteriosa nellastoria umana, per cui le sofferenze, le contraddi-zioni, le oscurità, sono doglie di un parto che nella

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P. GianfrancoGhirlanda S.J.tiene l’Omelia

Il Rettore Magnifico P. Gianfranco Ghirlanda S.J. insieme ai Vice Rettori

tanza di comprendereil ruolo della Chiesanel mondo di oggicaratterizzato da unpluralismo religioso.“Ciò”, ha affermato, “potrà portarci a capirela Chiesa stessa nellasua identità, attraversola scoperta delle simili-tudini e delle diversità.Bisogna notare chequando la NostraAetate fu votata, fupresentata come unadichiarazione sullarelazione della Chiesacon le religioni noncristiane. Il cambiamento conun termine più esteso “dialogo interreligioso” è l’indicazionedella grande sensibilità basata sul capire che una caratteristicadella relazione è il rispetto per l’identità di tutti coloro chesono coinvolti nel dialogo”. E’ importante, ha ricordato mons. Fitzgerald, che “non puòesserci assoluta omologazione della ricerca umana per la pie-nezza e la felicità. Anche negli sforzi ecumenici, nella ricerca dell’unità dei cri-stiani, la ricchezza delle diverse tradizioni deve essere rispet-tata, non rigettata.

Ancor più fra le diverse religioni, le differenze fondamentalidel credo non possono essere eliminate per una super reli-gione. Invero quei movimenti che hanno affermato di riuniredifferenti religioni hanno finito per costituirne una nuova”.

Le tre giornate del convegno sono state dedicate al dialogotra: Ebrei e Cristiani, Cristiani e Membri di alcune religionidell’Asia, Musulmani e Cristiani.Lo scopo del Convegno, secondo padre Daniel Madigan e ilprof. Joseph Sievers, responsabili rispettivamente dell’Isti-tuto di Studio su Religioni e Culture e del Centro “Cardi-

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studiosi di varie religioni (cristiani, ebrei, musulmani,induisti, buddisti) che hanno intrattenuto l’assembleacon relazioni e tavole rotonde, in un dialogo costantecon i partecipanti e hanno individuato, condividen-dole, le problematiche ancora aperte e i percorsi futuridei rapporti interreligiosi.

Al convegno hanno partecipato persone provenienti datutto il mondo (Argentina, Austria, Belgium, Came-roon, Canada, Egypt, Finland, France, Ghana, Ger-many, Great Britain, Hungary, India, Ireland, Israel,Italy, Japan, Lebanon, Malaysia, Netherlands, NewZealand, Nigeria, Poland, Spain, Sri Lanka, Sweden,Switzerland, Turkey, the United States, Uruguay, Vene-zuela). Più di 300 persone hanno riflettuto insiemesecondo lo spirito costruttivo espresso da Daniel A.Madigan, S.J., Direttore dell’Istituto di Studi su Reli-gioni e Culture: “Riflettiamo sul cammino percorsoinsieme, e ce ne rallegriamo. Allo stesso tempo guardiamo verso il futuro e trac-ciamo i percorsi difficili che dovremo ancora affrontarese vogliamo che il dialogo tra credenti non rimangasemplicemente qualcosa di ufficiale, praticato da pochiaddetti, ma diventi un elemento chiave della culturacontemporanea”.

Al di là di una semplice commemorazione o di unmomento per fare il punto sui rapporti interreligiosi,come qualcuno potrebbe pensare, i convegnisti hannocondiviso riflessioni, dubbi, difficoltà, attese, partendodall’identità di ciascuna fede. “Non sono solo dottrine astratte a dividerci”, ha affer-mato in una recente intervista il cardinale WalterKasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unitàdei Cristiani, “è una maniera di vivere la fede. Dobbiamo conoscerci meglio l’un l’altro”. Questa èstata la finalità degli organizzatori del Convegno suldocumento Nostra Aetate promulgato da Papa Paolo VIil 28 ottobre 1965 e che tanto ha inciso nella vita e neirapporti interreligiosi. Lo stesso papa Benedetto XVIqualche giorno fa ha parlato di questo testo come “unapietra miliare” del cammino e che oggi “dobbiamocontinuare a cercare strade per adempiere alla respon-sabilità della riconciliazione”.

Nella relazione di apertura del Convegno, mons.Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio Consiglioper il Dialogo Interreligioso, ha sottolineato l’impor-

Si è appena concluso il Convegno Internazionale“Nostra Aetate Oggi”, svoltosi dal 25 al 28 settem-bre presso la Pontificia Università Gregoriana eorganizzato dall’Istituto di Studi su Religioni eCulture con il Centro “Cardinal Bea” per gli StudiGiudaici, in collaborazione con la GeorgetownUniversity, Washington, DC; The Cardinal Ber-nardin Center at Catholic Theological Union, Chi-cago; The Center for Christian-Jewish Learning atBoston College; The Sacred Heart University, Fair-field, Connecticut.

Il Convegno Internazionale “Nostra Aetate Oggi”ha richiesto una lunga preparazione, basti pensareche si sono alternati, nelle tre giornate, ben 120

FernandaDi Monte

Foto:Luciano Saltarelli

Nostra Aetate Oggi“pietra miliare” delle relazioni tra le Religioni

La relazione della Professoressa Jane DammenMcAuliffe della Georgetown University

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S.Em. Card.Achille Silvestrini, Prefetto emeritodella Congrega-zione per le ChieseOrientali, il Rev.P. Francisco J.Egaña, S.J., ViceRettore della Pontificia Università Gregoriana ed ilProf. Joseph Sievers, Direttoredel Centro “Cardinal Bea”per gli Studi Giudaici

S.E. Mons. Michael L. Fitzgerald, M.Afr., Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Mr. Sewa SinghMandla e Bhai Sahib Bhai Mohinder Singh Ji della Comunità Sikh G.N.N.S.J. di Birmingham, UK, il Rabbino Dr.

Alon Goshen-Gottstein, Direttore dell’ Elijah Interfaith Institute di Gerusalemme

Sr. Fernanda Di Monte della Libreria Paoline diPalermo, Sr. Lucy Thorson del Centro “Cardinal Bea”per gli Studi Giudaici e Sr. Tobie Tondi del Rosemont

College di Filadelfia

Un momento della relazione della professoressa Mona Siddiqui dell’Università di Glasgow durante la sessione plenaria dedicata al dialogo tra musulmani e cristiani

Credo che anche in varie parti del mondo ci sia una convi-venza, anche se difficile, con i musulmani, ma ci sono dei pro-gressi.

D. – E con le religioni asiatiche?

R. – Non dobbiamo considerare queste religioni asiatichecome presenti solo in Asia, perché c’è una loro diffusione intutto il mondo, così come avviene per l’Islam. Quindi incon-triamo buddisti in Europa, in America e in Australia. Poi c’è anche una certa tendenza da parte di alcune personeche provengono dal Cristianesimo a sentirsi attratte dal bud-dismo. Per l’induismo un po’ meno, ma ci sono delle comu-nità indù sparse nel mondo. Anche con i buddisti, specialmente quelli del Giappone,abbiamo notato una grande apertura, un desiderio di dialo-gare e di conoscere meglio il Cristianesimo. Molti gruppi chevengono a Roma e che partecipano all’udienza generale sonomolto contenti di incontrare il Santo Padre. Ci sono, però, anche delle difficoltà, talvolta causate da unapredicazione del Vangelo da parte non tanto dei cattolici madi altri cristiani, che non rispetta la cultura e la religione deglialtri e questo provoca una reazione a volte violenta contro icristiani.

D. – Dialogo con le altre religioni, da una parte, ma anchenecessità di annunciare il Vangelo. Come conciliare le duecose?

R. – Si può dire che c’è una certa tensione tra l’annuncio diGesù Cristo e il dialogo, ma se guardiamo bene il dialogocomporta un certo annuncio del Vangelo perché il cristianodeve – come abbiamo detto – dialogare con la sua identità.Dunque non deve avere paura di dare testimonianza della suafede e dall’altra parte l’annuncio di Cristo deve essere fattoattraverso il dialogo, deve tenere in conto il contenuto e latradizione religiosa della persona a cui si rivolge il messaggio.Non c’è quindi una completa separazione tra questi duemomenti, ma c’è un discernimento con la grazia dello SpiritoSanto e su cosa dobbiamo fare in questo momento: annun-ciare Gesù e invitare questa persona ad entrare nella comunitàcristiana o è il momento di dialogare, cioè di essere rispettosodella sua scelta, della sua coscienza? La Nostra Aetate, sull’atteggiamento della Chiesa verso le altrereligioni, va collegata alla dichiarazione Dignitatis humanaesulla libertà religiosa, perché la Chiesa ha detto che ognunodeve cercare la verità, ma ognuno deve seguire la suacoscienza. La Nostra Aetate è un modo di rispettare la coscienza deglialtri che appartengono alle altre religioni.

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Intervista con l’arcivescovoMons. Michael Fitzgerald Sugli elementi di novità e attualità Giovanni Peduto dellaRadio Vaticana ha intervistato l’Arcivescovo Mons. MichaelFitzgerald, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogointerreligioso:

D. – Quale il significato di questo documento?

R. – Forse la parola chiave di questo breve documento èrispetto, cioè si devono rispettare le persone delle altre reli-gioni e perché? Perché ci sono dei valori con delle verità, cisono delle cose buone in queste tradizioni religiose. La Nostra Aetate afferma che la Chiesa guarda con stima que-ste persone e apprezza questi raggi di verità che sono conte-nuti nelle diverse tradizioni?

D. – Che cosa è cambiato in 40 anni?

R.- In 40 anni c’è stata un’applicazione di questo atteggia-mento di rispetto, specialmente nelle attività dei Papi: PaoloVI, Giovanni Paolo II e possiamo dire anche Benedetto XVI,con la sua accoglienza delle delegazione dopo l’inaugurazionedel suo pontificato, la visita alla Sinagoga a Colonia, l’incon-tro con i capi musulmani della Germania. C’è sempre questadimostrazione di un’accoglienza dell’altro ed una volontà dicollaborare nel mondo di oggi.

D. – Dialogo con le altre religioni significa ancheapprofondimento della propria identità?

R. – Certo. Non vuol dire sacrificare la nostra identità cri-stiana, cattolica, per avere rapporti più facili con gli altri. Difatto le differenze tra le religioni ci fanno scoprire di più ciòche è preziosissimo nella nostra fede e soprattutto l’incarna-zione, che Dio si è fatto uomo per salvarci e che questa è la viadella salvezza. Il dialogo con le altre religioni non distruggequesta verità della nostra fede, ma la mette in risalto.

D. – Uno sguardo sommario alle relazioni con i musul-mani?

R. – Credo che i rapporti con i musulmani si siano sviluppatiin questi 40 anni. C’è un maggiore interesse da parte deimusulmani. Ci sono state da parte loro delle iniziative. C’èuna certa strutturazione del dialogo. Il nostro Consiglio ha creato due Comitati permanenti con imusulmani; abbiamo rapporti con altri gruppi di musulmani,rapporti regolari per discutere dei problemi del mondo dioggi, non soltanto problemi teologici.

nal Bea” per gli Studi Giudaici, era proprioquello di sollecitare la riflessione sul lavoro svoltoin questi quaranta anni. Inutile nascondersi che “lastrada che si apre davanti a noi nel promuovererelazioni proficue tra credenti delle grandi tradi-zioni religiose del mondo a volte sembra troppolunga e difficile”. Allo stesso tempo, bisogna rico-noscere che “questi anni hanno visto una trasfor-mazione radicale nella nostra comprensione nonsoltanto gli uni degli altri, ma anche di noi stessi inrelazione ad altri credenti”. Con la Nostra Aetate, la Chiesa cattolica ha iniziatoun discorso nuovo nel quale si rivolge al soggettoreligioso o “altro” con rispetto e stima, consideran-dolo partner in dialogo e azione.

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In questo convegno molti i discorsi fatti, gli interroga-tivi suscitati, le sfide presenti: una su tutte, è quella del-l’educazione, della formazione dei giovani al dialogo,del come insegnare la religione dell’altro. Come far si che il dialogo si diffonda tra la gente e nonsia solo un fatto accademico. Quale strada seguire per-ché non ci sia scollamento tra la ricerca accademica e larealtà quotidiana. Impegnarsi tutti insieme, fedeli di ogni religione, per lapace, la libertà e la giustizia sociale. Costruire un impe-gno permanente e continuare, con fiducia reciproca ilcammino intrapreso quarant’anni fa…con “la pietramiliare” che è la “Nostra Aetate” ancora OGGI.

Il Sig. Hubert Brenninkmeijer e consorte, la Sig.ra Aldegonde conversano con Mustafa Cenap Aydin studente dell’Istituto di Studi su Religioni e Culture della Gregoriana

Il Rabbino GaryM. Bretton-Gra-natoor, Direttoredell’Anti Defamation League di NewYork e Sr. MaryC. Boys, S.N.J.M.,Union TheologicalSeminary, New York

La professoressa Maria De Giorgi delloShinmeizan Center for Interreligious Dialogue del Giappone durante la sua relazione tenuta nella giornata dedicata al dialogo tra buddisti e cristiani

Una partecipante al convegno utilizza l’Info Box nella Registration Hall del

Centro Convegni Matteo Ricci

Discorso Inaugurale di S. Em. il Cardinale Angelo SodanoSegretario di Stato Vaticano

Sono molto lieto di inaugurare il nuovo Centro Convegniintitolato al P. Matteo Ricci, che ha portato fino in Cina ilsapere che aveva appreso come alunno del Collegio Romano,di cui è erede quest’Università. La mia gioia è accresciuta dalfatto che anch’io sono stato alunno di quest’Università, neglianni 1951-1954, nella Facoltà di Teologia. Furono anni molto belli di studio e di ricerca, che terminaipoi con una tesi per il Dottorato su un grande Padre dellaChiesa orientale, S. Giovanni Crisostomo. Conservo sempreuna profonda riconoscenza al P. Maurizio Flick, S.J., che mifu di guida in tale lavoro.

1. IL COLLEGIO ROMANOIn questo momento, il pensiero va al Collegio Romano, fon-dato dallo stesso Sant’Ignazio di Loyola nel 1551. Sappiamo, però, che solo nel 1873, dopo la confisca da partedello Stato Italiano dell’edificio in cui il Collegio si trovavaproprio a Piazza del Collegio Romano, esso assunse il nomedi Università Gregoriana, in onore di Papa Gregorio XIII, ilPapa Ugo Boncompagni, che fece costruire l’antica sede etanto aveva contribuito allo sviluppo del Collegio Romanostesso. Sappiamo, quindi, che l’Università Gregoriana è l’erede dellatradizione culturale di quel Collegio Romano, che per più ditre secoli aveva influito non solo sulla cultura europea; maanche sulla cultura latino americana e dell’estremo oriente,attraverso i missionari che avevano attinto il loro sapere intale Collegio Romano.

Tutti conoscono poi il grande influsso che ha avuto la Ratiostudiorum, che ha assunto la sua forma definitiva qui a Romaper volere del Generale della Compagnia di Gesù, il P. Acqua-viva, col sostegno di Gregorio XIII. Un insieme di discipline, che andavano dalla filosofia alla teo-logia, dalla grammatica alle lettere umanistiche, dalla retoricaalla matematica, dalla geografia alla dialettica, insegnatesecondo un metodo pedagogico ispirato alla spiritualità igna-ziana e al modo di insegnare nell’Università di Parigi, doveSant’Ignazio e i suoi primi compagni avevano studiato. La Ratio fu applicata nei collegi della Compagnia che alloraandavano sorgendo in tutta l’Europa e ben presto anche nelNuovo Mondo, specialmente in America Latina. Di qui l’influsso del Collegio Romano in tutto il mondo occi-dentale.

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Garavaglia, e del Prefetto di Roma, il Dr. GiovanniTodini. I ringraziamenti sono andati anche ai numerosi amba-sciatori e rappresentanti diplomatici presso la SantaSede e alle altre autorità ecclesiastiche e militari, ai Ret-tori Magnifici di altre Università e Atenei ecclesiastici estatali di Roma, ai professori e studenti della Grego-riana e al gruppo della Gregorian Foundation di NewYork, indispensabile sostegno per l’Università, checome ogni anno sono giunti in visita alla nostra Uni-versità. Al termine dei discorsi inaugurali i circa 500 invitatisono scesi dal Quariportico del palazzo centrale dell’U-

niversità al Centro Convegni, dove il Cardinale AngeloSodano ha svolto il rito di benedizione e la visita delCentro stesso, e dove tutti i presenti hanno potuto par-tecipare ad un rinfresco.Qui di seguito vi presentiamo i discorsi di inagurazioneper poter meglio entrare nello spirito e negli scopi delCentro Convegni Matteo Ricci.

Il 25 ottobre scorso alle ore 19.00 si è inauguratoalla Pontificia Università Gregoriana il modernoCentro Convegni Matteo Ricci. Il Centro Convegni prende il nome dall’illustregesuita Padre Matteo Ricci, grande missionarionella Cina degli imperatori e si estende per tuttal’area sottostante il Palazzo centrale della Grego-riana. Il primo a prendere la parola è stato il Ret-tore Magnifico, il P. Gianfranco Ghirlanda, S.J.,che a nome di tutta l’Università e della Comunitàdei Padri Gesuiti, a cui l’Università è affidata, havoluto esprimere un sentito e particolare ringrazia-mento a S. Em. Rev.ma il Cardinale Angelo

Sodano, Segretario di Stato Vaticano per aver datoa tutta la comunità accademica “la gioia di pro-nunciare il discorso inaugurale e la benedizione delCentro. Il Rettore ha inoltre ringraziato le altre numeroseautorità presenti, tra le quali il Sottosegretario allaPresidenza del Consiglio l’On. Gianni Letta, ilVice Sindaco della Città di Roma, l’On. Maria Pia

Inaugurazione del Centro Convegni Matteo Riccipresso la Pontificia Università Gregoriana

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La Sala Loyoladel CentroConvegni Matteo Ricci

Foto:Luciano Saltarelli

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Continuò grande e determinante il contributo del Col-legio Romano al progresso dell’astronomia, della mate-matica e della scienza sperimentale e della tecnica, spe-cialmente con il P. Kircher. Le sue macchine raccolte inun Museo, conosciuto come il “Museo del Mondo”,purtroppo fu distrutto quando, nel 1870, dopo lapresa di Roma, tale insieme di macchine ritenute“strane”, di scheletri umani e di animali, di strumentiportati dai missionari gesuiti da terre lontane, furonoconsiderati per crassa ignoranza come cose inutili equasi magiche.

Sempre dello stesso secolo “aureo” fu il P. Grassi mate-matico e architetto, che disegnò la Chiesa di Sant’Igna-zio, la quale fu affrescata poi dal confratello gesuitaAndrea Pozzo.

Le controversie, come quella “de auxiliis”, che avevavisto impegnati i Padri del Collegio Romano nel secoloXVII e poi le controversie provocate dal giansenismonel secolo XVIII portarono ad una certa stasi nellariflessione filosofica e teologica, che si ripiegò, in que-st’ultimo secolo, in una polemica difensiva. Tuttavia, lavita del Collegio Romano non si fermò. Nell’epoca del Barocco si coltivò grandemente lamusica e il teatro. I Padri del Collegio Germanicofecero sì che lo stile gesuitico barocco della musica siestendesse in Austria e in Germania. Esso varcò poi l’oceano e giunse in America Latina, adopera del musicista gesuita Zippoli.

È di questo tempo il genio scientifico e filosofico del P.Boscovich, matematico, teorico delle leggi naturali epioniere di nuove teorie cosmologiche, incaricato del-l’osservatorio astronomico del Collegio.

Tutti conoscono la lotta che l’illuminismo e la masso-neria, che avevano guadagnato le monarchie di Porto-gallo, Francia, Spagna, Napoli, Parma, ingaggiaronocontro la Compagnia di Gesù, fino ad ottenerne la sop-pressione da parte di Clemente XIV nel 1773. Nel termine di pochi anni, i Gesuiti venivano spazzativia dall’Europa e da varie Colonie europee, dopo duesecoli di fioritura culturale che essi avevano prodottocon i loro collegi. Lo stesso Collegio Romano seguì talesorte, passando al clero secolare di Roma.

2. LA SUA RESTAURAZIONEDopo la restaurazione seguita alle guerre napoleoniche,fu ristabilita anche la Compagnia di Gesù, per opera diPio VII, il Papa Barnaba Chiaramonti da Cesena. IlCollegio Romano fu poi di nuovo affidato ai Gesuiti

Fin dall’inizio la Facoltà di Teologia fu consideratala Facoltà più importante, con un numero di pro-fessori superiore a quello delle altre discipline inse-gnate. Nel 1556 si conferivano i primi due titoli didottorato in Teologia. Rilievo particolare ebbe l’insegnamento della teo-logia morale, con la cattedra dei “casi”, che fece deiprofessori del Collegio Romano dei pionieri in talemateria. Assunsero grande importanza figure comeil P. Pallavicino filosofo, biblista e teologo e i “con-troversisti”, in dialettica con la Riforma prote-stante, come i PP. Lugo, Bellarmino, Suárez, Váz-quez.

Non possiamo dimenticare, poi, che la fama dellalevatura scientifica del Collegio Romano si espanseper tutta l’Europa e quindi in tutto il mondo alloraconosciuto, grazie a un grande matematico, il P.Clavio, che meritò il titolo di “nuovo Euclide”. Fu lui a realizzare nel 1582 la riforma del calenda-rio voluta da Gregorio XIII: il Calendario Grego-riano che abbiamo tuttora in uso prende tale nomeproprio da questo Papa. È con il Clavio e il Bellarmino che Galileo avevaavuto rapporti sul piano scientifico e della fede.18

da Papa Leone XII nel 1824, perché educassero i giovanisoprattutto nelle discipline filosofiche e teologiche. Non fu trascurata tuttavia la ricerca scientifica. Fu così che ilP. Dumouchel, direttore dell’osservatorio astronomico delCollegio Romano, scoprì di nuovo nel 1835 la cometa diHalley nella sua fase di ritorno e il suo successore, il P. DeVico, ne calcolò esattamente l’orbita. Nel 1848 l’insegnamento fu troncato dalla RepubblicaRomana, che aveva costretto Pio IX a fuggire a Gaeta.

Riattivato il Collegio nel 1849, emerse uno dei più grandimatematici, fisici e astronomi italiani, il P. Secchi, un pionierenella spettrografia, che si applicò agli studi di ben 4.000 stelleda lui catalogate.

In questo stesso periodo spiccano due nomi nel campo esege-tico e teologico, quello del P. Patrizi e del P. Perrone. Quest’ultimo diffuse in tutto il mondo la “teologia romana”per mezzo dei suoi manuali. Il P. Perrone contribuì alla definizione nel 1854 del dogmadell’Immacolata Concezione. Nello stesso periodo, vediamodei canonisti, come il P. Sanguinetti, e teologi, come i PP.Franzelin, Kleutgen, Querelle, Ballerini e Schrader. Questiebbero poi una grande parte nel Concilio Vaticano I.

3. L’EPOCA MODERNAEretta la Facoltà di Diritto Canonico nel 1876, dopo la lai-cizzazione dell’Università La Sapienza di Roma, emerse poi lafigura del P.Wernz, che ebbe un ruolo determinante nellaredazione del Codice di Diritto Canonico del 1917. A lui seguì la scuola esegetica romana del Diritto Canonico,con nomi famosi come quelli di Vermeersh, Vidal, Creusen eCappello, scuola che si è evoluta attraverso il rinnovamentovoluto dal Concilio Vaticano II. Grande è stato il contributo di canonisti della Gregoriana,come i PP: Bidagor, Beyer, Bertrams e Navarrete, alla revi-sione del Codice di Diritto Canonico promulgato da Gio-vanni Paolo II nel 1983.

Nel Concilio Vaticano II avevano preso parte come esperti iPP. Bertrams, Bidagor, Muñoz Vega e Tromp e un lavoroimmenso fu quello intrapreso da tutti i professori della Gre-goriana dopo il Vaticano II, in una pianificazione volta ad unaggiornamento, che ha portato poi ad una riforma radicaledegli studi. In tale lavoro hanno avuto un posto rilevante deinomi a voi ben noti, come quelli dei PP. Alfaro, Dezza, Flick,Henrici, Latourelle.

Ho voluto richiamare a grandi linee questi trascorsi storici delCollegio Romano e della Gregoriana, perché oggi noi cisituiamo in questa gloriosa tradizione di servizio culturale allaChiesa e al mondo. Su tale tradizione la Gregoriana vive il suopresente e si proietta nel futuro.

Sono al corrente della ponderosa attività educativa che ognigiorno viene svolta dal corpo professorale stabile, costituito inmaggior parte dai Padri della Compagnia di Gesù, a cui laSanta Sede ha affidato quest’opera. Attività volta al servizio della Chiesa, che si concretizza nelservizio ai circa 3.000 studenti provenienti da ogni parte delmondo, per cui è meritato l’appellativo di “universitas natio-num”; servizio realizzato secondo una pedagogia propria-mente ignaziana, volta ad unire “virtù e lettere”, in una for-mazione integrale della persona, dottrinale e spirituale allostesso tempo, fondata sulla relazione personale e professionaletra docente e studente. Frutto di tale unione tra dottrinale e spirituale si può consi-derare il fatto che tra gli ex-alunni dell’Università Gregorianasi annoverano 21 Santi e 46 Beati, tra i quali Luigi Gonzaga,Giovanni Berchmans, Camillo de Lellis, Vincenzo Pallotti,Massimiliano Kolbe, Roberto Bellarmino che fu alunno, pro-fessore, rettore e oggi patrono dell’Università.

Sono al corrente anche dello sforzo di rinnovamento in atto,sulla base di una pianificazione, che con tanta applicazione èstata delineata e con grande senso di responsabilità è nella fasedi attuazione. Rinnovamento esigito dai mutamenti rapidiche si sono avuti all’interno della Chiesa e della società civilenegli ultimi decenni.

Evento inaugurale

P. Gianfranco Ghirlanda S.J.,

Rettore Magnificodella Pontificia

Università Gregoriana;

S. Em. il CardAngelo Sodano,

Segretario di StatoVaticano

Da sinistra: On. Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sen. Giuseppe Vedovato, On. Maria Pia Garavaglia Vice Sindaco della Città di Roma.

Un momento del discorso di S. Em. il Card. Angelo Sodano nel Quadriportico dell’Università

significato del Signore del Cielo. Il P. Ricci era convinto dellanecessità di adattare le pratiche della religione cristiana alleabitudini cinesi, mantenendo intatta però la sostanza dellafede cattolica. Alla sua morte nel 1610, il P. Ricci ed i suoipochi confratelli poterono vedere che avevano abbracciato ilCristianesimo circa 25.000 cinesi.

In conclusione, Matteo Ricci è per noi uno stimolo al dialogonecessario fra le culture e le religioni, senza mai cadere in unfacile sincretismo religioso. La pedagogia ignaziana adoperatanel Collegio Romano aveva prodotto i suoi frutti anche inCina, grazie all’opera del P. Matteo Ricci.

Intitolare a lui questo Centro Convegni della Gregoriana nonvuole allora solo ricordare che egli è stato un alunno tra i piùinsigni del Collegio Romano, ma vuole essere uno stimolo adun dialogo rinnovato fra chi crede nei valori cristiani e chi siè formato un altre culture. Nel solco tracciato del P. Ricci,l’Università Gregoriana può continuare ad essere la casa deldialogo con tutti gli uomini di buona volontà.

Discorso del Padre FrancoImoda, S.J.Presidente del Comitato Direttivodel Centro Matteo Ricci

C’è qualcosa di prodigioso che è comune alla città di Roma ealla Chiesa Cattolica: è la capacità di mantenere una grandestabilità e nello stesso tempo potersi adattare alle nuove circo-stanze. Una fedeltà a se stesse e un continuo cambiamento;un rimanere radicati nella tradizione e aprirsi all’innovazione.L’Università Gregoriana con profonde radici in entrambe lerealtà, Chiesa e Roma, sembra riuscire ad ereditare in qualchemodo questa caratteristica.Nell’inaugurare il Centro Convegni Matteo Ricci celebriamol’inizio di qualcosa che trasforma, sia pur profondamente,qualcosa che esisteva per un tempo assai lungo e offre qual-cosa di nuovo.

Lo spazio che ospita oggi il Centro Convegni Matteo Ricci eche inauguriamo, era la Tipografia poliglotta dell’EditriceGregoriana.Una tipografia altamente qualificata che, come lo indica laparola “poliglotta” realizzava già in qualche modo l’ambizione– ma anche una lunga tradizione – che vuol creare un conte-sto in cui possono incontrarsi linguaggi diversi per diverseculture. Operai e artigiani molto capaci componevano testi non soloin latino, ma anche ebraico, greco, aramaico, accadico, sume-rico ecc., insieme alle lingue moderne come il polacco, ilrusso, lingue o linguaggi che si possono intendere non solocome idiomi, ma come espressioni culturali che cercano ildialogo il confronto il mutuo arricchimentoMa non è il compito, la missione di una università, di un cen-tro culturale quello di stabilire contatti e relazioni tra diversimondi e culture?I linguaggi, infatti, non sono solo quelli rappresentati dalle

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esse connesse. Per questo la maggioranza degli studenti della Grego-riana sarà sempre composta da coloro che si formano alministero sacro o sono già in tale ministero, non esclu-dendo però religiosi, religiose e laici o laiche, che si pre-parano per un servizio ecclesiale. In questo la Grego-riana è sulla scia dell’intuizione di Sant’Ignazio:formare dei moltiplicatori. Avere un clero e un laicato ben formati sparsi per tuttoil mondo è moltiplicare i frutti per il Regno di Dio avantaggio non solo della Chiesa, ma anche dellasocietà.

L’intitolare al P. Matteo Ricci il Centro Convegni chequesta sera inauguriamo mi sembra che esprima un’in-tuizione che vuole esprimere sinteticamente, in unafigura originale di gesuita, quello che il CollegioRomano è stato e che continua ad essere nell’Univer-sità Gregoriana.

5. IL NUOVO CENTRO Matteo Ricci, fondatore della missione gesuita in Cina,nato a Macerata nel 1552 e morto a Pechino nel 1610,aveva studiato la Matematica e la Geografia nel CollegioRomano sotto la guida del P. Clavio. Inviato dai Superiori alle Missioni, fu ordinato sacer-dote e predicò il Vangelo prima a Goa (India), poi inCina.

Là gli stranieri non erano ben visti, per cui il P. Rug-gieri, compagno del P. Ricci nella nuova missionecinese, con grande difficoltà ebbe il permesso di abitarenella città di Zhaoquin nell’anno 1583. I due gesuitiriuscirono a farsi accogliere, vestendo come monacibuddisti. Tuttavia, dato che i letterati cinesi e i manda-rini disprezzavano i bonzi buddisti, P. Ricci si tolse l’a-bito dei bonzi e prese a vestire e vivere come un man-darino, cercando di assimilarsi alla cultura e allamentalità cinese, per quanto glielo consentiva il suoessere sacerdote gesuita. In questo modo, molti cinesidelle classi più colte diventarono suoi amici. Opere dicartografia, matematica, filosofia morale, teologia eapologetica affascinarono i cinesi più dotti e così il P.Ricci fu introdotto alla corte dell’Imperatore dove riu-scì a diffondere il Vangelo tra i membri della famigliaimperiale.

Il P. Ricci tanto era arrivato a dominare il cinese man-darino che tradusse i quattro libri di Confucio allatino, e trovò il modo di trascrivere in caratteri latinila lingua cinese; per questo è ritenuto il «padre dellasinologia occidentale». Tra le altre opere, egli ha pub-blicato un suo Catechismo in cinese, intitolato Il vero

Esso porterà ad un rapido adeguamento dell’Uni-versità allo standard delle Università europee, comeesigito dalla Processo di Bologna a cui la Santa Sedeha aderito.

4. VERSO IL FUTUROCertamente, come per ogni Università ecclesia-stica, per la Gregoriana vi sono delle Facoltà cen-trali che ne sono considerate come il cuore. Sono lecosiddette Facoltà ecclesiastiche: Teologia, DirittoCanonico, Filosofia, Storia della Chiesa e dei BeniCulturali della Chiesa. Le altre Facoltà delle scienze umane, come psicolo-gia o scienze sociali, assumono un senso nellamisura in cui anch’esse sono in qualche modo ad20

Benedizione del Centro Convegni da

parte di S. Em. ilCard. Angelo Sodano

Visita alla SalaLoyola dove è stato

proiettato il video conl’intervista al Prof.

Filippo Mignini, Presidente dell’Istituto

Matteo Ricci per gliStudi Orientali di

Macerata sulla vita ele opere di

Matteo Ricci

Esibizione dell’Ensemble Musicale del Pontificio Collegio Germanico-Ungarico

Da sinistra: S. E. Mons. Marcelo Sanchez Sorondo, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze; S. E. Mons. Paul Prabhu in rappresentanza di S. E. Mons. Leonardo Sandri, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato Vaticano; S. E. Mons. Antonio Maria Vegliò, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali

Visita del Centro Convegni. In primo piano, da sinistra:Dott. Marco Cardinali, Responsabile dell’Ufficio Stampadell’Università; S. Em. il Card. Angelo Sodano; P. Gianfranco Ghirlanda S.J. Rettore Magnifico; On. Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Un momento del discorso di P. Franco Imoda S.J., Presidente del Comitato Direttivo del Centro Convegni

Pechino Ricci aveva passato 24 anni di rispettoso e discretocontatto con la lingua la cultura del popolo cinese. Ricci con-tribuì ad un progresso scientifico che riuscì ad integrare con lasua visione religiosa della persona e del mondo. Che egli continui ad essere una figura sotto molto punti divista profondamente attuale ci viene ricordato da GiovanniPaolo II nella visita che fece a questa università il 25 ottobre1982 in occasione di un Convegno di studi su Ricci. Il Papacitava un testo del Vaticano II come testimonianza di attualitàdi Matteo Ricci: "Ma perché essi (i cristiani) possano dare util-mente questa testimonianza, debbono stringere rapporti di stimae di amore con questi uomini, riconoscersi come membra di quelgruppo umano in mezzo a cui vivono, e prender parte, attraversoil complesso delle relazioni e degli affari dell'umana esistenza,alla vita culturale e sociale. Così debbono conoscere bene le tra-dizioni nazionali e religiose degli altri, lieti di scoprire e pronti arispettare quei germi del Verbo che vi si trovano nascosti; deb-bono seguire attentamente la trasformazione profonda che siverifica in mezzo ai popoli, e sforzarsi perché gli uomini di oggi,troppo presi da interessi scientifici e tecnologici, non perdano ilcontatto con le realtà divine, ma anzi si aprano ed intensamenteanelino a quella verità e carità rivelata da Dio" (Ad Gentesn.11). Quando lo stesso Giovanni Paolo II ricevette la nostra Uni-versità nell’aprile del 2001 in occasione della celebrazione del450° anniversario del Collegio Romano disse tra l'altro: "Inquesto sforzo (di ascolto dello Spirito che viene come un dono,anche attraverso la Chiesa, e al tempo stesso suscita una ricercanei cuori degli uomini e donne del nostro tempo) continuate afar riferimento alla luminosa figura del grande missionarioPadre Matteo Ricci, che trasfuse la sua testimonianza religiosanel cuore stesso della società cinese. Egli nel parlare del Vangelo,seppe in ogni circostanza trovare l'approccio culturale appro-priato a chi l'ascoltava".Abbiamo voluto rifarci a questa tradizione Ignaziana anchenel nominare le varie sale del Centro Convegni, evocando lamemoria di santi significativi per la storia e l’azione apostolicae missionaria della Compagnia di Gesù nei secoli:

LOYOLA, Sant Ignazio una grande guida BORGIA San Francesco

PIGNATELLI S. Giuseppe che fu il rifondatore della Com-pagnia dopo la soppressione del 1773CANISIO teologo e dottore della Chiesa SAVERIO S. Francesco grande missionario che dovette fer-marsi sfinito alle soglie della Cina dopo aver lavorato in Indiae in GiapponeGONZAGA San Luigi grande speranza della Compagniastroncato a 23 anni mentre studiava qui al collegio Romanoda un male contratto nel curare le vittime di una epidemiaMIKI San Paolo martire in GiapponePRO P. Niguel martire della fede in Messico nel secolo scorsoma ancora tanto vicino a noi.

Ne mancano molti come Bellarmino, Edmund Campion e imartiri inglesi, Giovanni De Britto che ha operato in India, ilBeato Berthieu, missionario in Madagascar, ma i molti altrifino al P. Alberto Hurtado, canonizzato domenica 23 ottobre2005 da Papa Benedetto XVI.La sala Vedovato infine raccoglie, insieme ad alcune testimo-nianze di una vita spesa a servizio del bene comune, diverse epregevoli opere d‘arte, è un pegno di riconoscenza al SenatoreVedovato fondatore della Cattedra di Etica delle relazioniinternazionali alla Gregoriana e benefattore della Biblioteca.

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STORIA DEL PROGETTOUn primo progetto di Centro Congressi era apparsotroppo invadente o meno confacente con il caratteredell’Università e alcuni progetti iniziali avevano susci-tato in alcuni di noi esitazioni e dubbi. Le dimensioniipotizzate erano apparse sproporzionate alle capacitàdell’università o forse noi attori di questo progettodovevamo abituarci all’idea. Si passò allora all’ipotesiautorimessa presto abbandonata dopo che le primebozze di progetto non sembravano offrire aspetti suffi-cientemente positivi. Il progetto Centro di Conferenzeriprendeva allora quota. Uno spazio al Centro di Romaaperto sulla Città e connesso con l’Università dove l’U-niversità stessa potesse avere un forum, ma dove altrerealtà del mondo culturale e sociale potessero trovareun luogo dove svolgere attività di informazione, di for-mazione, anche di confronto e dialogo. A mano amano che il progetto di ristrutturazione prendevaforma si poneva il problema del battesimo, del nome.Una prima proposta che lo battezzava Centro convegniMatteo Ricci veniva allora assunta quasi come natu-rale. Perché Matteo Ricci? Coraggio missionario che siè coniugato con un rispetto incredibile per la culturacinese. Matteo Ricci aveva studiato al Collegio Romano, incui questa Università Gregoriana riconosce i propriinizi, dal 1572 al 1577, dai 20 ai 25 anni, letteraturalatina e greca, filosofia scolastica, matematica e l'in-flusso intellettuale fu certamente importante quanto lofu il legame umano affettivo. In una lettera di Ricci al Rettore del Collegio Romanoil Padre Ludovico Maselli (29 nov 1580) scrive: "Nonmi causa tanta tristezza, …..il star lontano di mieiparenti secundum carnem, (sebbene io sia molto carnale),quanto il starlo di V.R che amo più che mio padre. Di quipotrà giudicare quanto grata mi fu la sua lettera. Non soche immaginatione mi viene alle volte e non so come micausa una certa sorte di melanconia che mi par che èbuona, (e havrei scrupolo di no haverla), pensando che imiei padri e fratelli, ch'io tanto amai e amo, di cotestocollegio dove io nacqui e mi allevai, si scordino di me,tenendo io tutti tanto freschi in memoria;…"Tra i molti professori che Ricci aveva conosciuto alCollegio Romano, e che ricorderà per tutta la vita, ci fuun grande umanista e scienziato, il Padre Clavius (Chi-stoph Schlusse). Con lui mantenne uno stretto e affet-tuoso rapporto epistolare per tutta la vita. Introducendo gli elementi della geometria euclidea nelmondo cinese Ricci parlava di lui come dell'eredeintellettuale di Euclide. Non c'è dubbio che Ricci riu-scì a stabilire un vero ponte tra le culture, che costituì ecostituisce ancora, un esempio di pazienza e discre-zione nel dialogo interculturale. Prima di arrivare a

nazioni o gruppi etnici, maanche quelli dei vari saperiche si confrontano siano essila scienza, o le scienze, natu-rali sociali filosofiche teologi-che ecc. espressioni di unavarietà di universi culturalisecolari, moderni postmoderni o classici, ma anchereligiosi, che si confrontano erischiano di non compren-dersi, trasformazione quindiche significa cambio e conti-nuità.

Negli incontri e dibattiti – oggi sempre più fre-quenti - sull’Università (nazionale o internazionale,cattolica o non confessionale) nei suoi vari aspettiriemerge continuamente la triade che la caratte-rizza: ricerca, docenza/apprendimento, serviziodella comunità/società.Ma come concepire ciascuna di queste senza lealtre? Che cosa sarebbe una ricerca che non sicomunica agli studenti, e non riesce a servire ilmondo e la società migliorandola e trasforman-dola? Che cosa sarebbe un servizio pragmatico o

pragmatista forse solo tecnico al mondo che non silasciasse interpellare dalle domande più profondedella ricerca di un sapere anche disinteressato? Ecosa sarebbe un insegnamento un apprendimentoripetitivo o utilitaristico che non si confronti con ilsapere sulle verità anche ultime? E che ricercasarebbe una che non sa far attenzione alle grandidomande che salgono da una umanità segnata dallasofferenza, dall’ingiustizia e la violenza?Un luogo dove il sapere o i saperi, le esperienze e gliinteressi umani si incontrino nella diversità che daun lato pone l’urgenza del momento e dall’altrooffre la possibile saggezza del passato e della storia.

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Da sinistra: Gen. Daniele Caprinoin rappresentanza delComandante Generaledella Guardia diFinanza, Gen. ElioToscano Capo di StatoMaggiore dell’Armadei Carabinieri, S. Em. il Card. AngeloSodano, il PresidenteEmilio Colombo

Da sinistra: S. E. Mons. Antonio

Maria Vegliò, Segretario della

Congregazione per leChiese Orientali,

Dott. Ettore BernabeiPresidente Lux Vide

Da sinistra: Sen. Ombretta Fumagalli Carulli; P. Franco Imoda S.J., Presidente del

Comitato Direttivo del Centro Convegni

Visita del Centro Convegni da parte degli intervenuti. In primo pianosulla destra, la Prof.ssa Maria Rita Saulle, di recente nominata Giudice della Corte Costituzionale dal Presidente della Repubblica, e la Sig.ra Maria Luisa Vedovato, consorte del Sen. Vedovato

S. Em. il Card. Angelo Sodano in un momento della visita alla Sala Giuseppe Vedovato accompagnato dal Senatore stesso

- Insieme ai benefattori, vorrei ricordare in modo col-legiale la Gregorian University Foundation di NY pre-sente qui stasera con un ampio gruppo, il suo Chair-man Mr Mullin, il Presidente P. Bob O’Toole, P. GorgeSullivan , Tom Trott, senza dimenticare una figura a cuidobbiamo una buona parte del sostegno al progetto ilP. Eugene O’Brien.Stiamo attendendo la conferma di alcuni possibilidonatori. Per questo la lapide che ricorderà in uno deimateriali più resistenti, il marmo la riconoscenzanostra e delle generazioni che seguiranno ha dovutoprendere forma provvisoria di una pergamena postanello spazio di accoglienza.

Sono molti i protagonisti di un progetto come quelloche vediamo stasera compiuto. Prima ancora dei pro-gettisti : vorrei ricordare una figura che in qualchemodo aleggia e continuerà ad aleggiare il P. GerardoArango, S.J. allora Vice Rettore Amministrativo. Senzail suo dinamico entusiasmo e sostegno sarebbe statoimpossibile o per lo meno – dal mio punto di vista –imprudente - intraprendere il percorso. Speravamoaverlo qui tra noi stasera, ma il suo incarico di Rettoredel Collegio in Colombia non glielo ha permesso.

Progettisti e costruttori - L’Impresa SICRA con il titolare l’architetto Alessan-dro Maruffi e l’architetto Bruno Agates responsabiledella progettazione per conto dell’impresa. A lui dob-biamo alcune felici soluzioni che riescono ad unire pra-ticità ed estetica.- Governatorato dello Stato Città del Vaticano, nellapersona dell’Ing Enrico Sebastiani dell’Ufficio Edificidel Governatorato che ci ha dimostrato attenzione egrande fiducia.- Consulenti Ing. Mazzocchi, Ing. Imoda che hannoprestato generosamente la loro ampia competenza inambito sia tecnico che gestionale.- Maestranze:, il Responsabile degli impianti Sig. Ago-stino Rossi e il Sig. Fabio Campisano responsabiledegli impianti elettrici. E in modo particolare vorreiricordare il Geometra Giuseppe Sutera e il Sig AntonioMori: insieme ai moltissimi che si sono susseguiti nellepiù diverse mansioni sono stati come la continuità delprogetto. Vorrei chiedere a loro che sono qui stasera ciportare il nostro saluto e gratitudine a tutti i loro colle-ghi di lavoro.- I Padri e gli studenti che hanno sopportato conpazienza i disagi- gli Amici che ci hanno da un lato incoraggiato maanche sfidato con obiezioni e qualche scetticismo per-chè anche questo ha permesso di riorientare, correg-gere e speriamo migliorare il progetto nel suo insieme

RINGRAZIAMENTI Il primo ringraziamento va ai Benefattori: -The Ryan Memorial Fund; (sono qui presenti Mrans Mrs Edward Shaw, Irene Shaw is member ofthe Ryan Family- the Thomas and Dorothy Leavy Foundation(Cathleen McCarthy), - the E.L. Wiegand Foundation, - the Archidiocese of Milwaukee Support Fund, inparticolare al Presidente Ms Erica John- Banca d’Italia

Senza di loro, è evidente che noi non saremmo quistasera a celebrare. Grazie!

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Esposizione dei pannelli con la vita

e le opere di Matteo Ricci S.J.

Gli artefici dellacostruzione del CentroConvegni, da sinistra:

Arch. Bruno Agates,Arch. Alessandro

Maruffi Resp. SICRA s.r.l.,

Ing.re Giorgio Mazzocchi Supervisore

per la Pontificia Università Gregoriana

La Dott.ssa Monica Fucci, Responsabile delle Relazioni Esterne dell’Università eMembro del Comitato Direttivo del Centro Convegni, illustra le caratteristiche del Centro Convegni ai Responsabili di alcune agenzie di congressi

Un momento del rinfresco

- L’ensemble musicale del Pontificio CollegioGermanico Ungarico che ci allieterà stasera conun intermezzo musicale- Infine i Membri del Comitato Direttivo, P.Francisco Egana, P. Vitale Savio e la Dott.ssaMonica Fucci anche per la parte organizzativa,non piccolo impegno.

GUARDANDO AVANTIIl Centro Convegni Matteo Ricci è pronto e ha già dato provasoddisfacente di sè in un importante Conferenza internazio-nale sui 40 Anni del Documento Nostra Aetate del ConcilioVaticano II sul dialogo interreligioso.Siamo grati al Comune di Roma che ha risposto ad un desi-derio dell’Università di ristrutturare Piazza della Pilotta. LaPiazza, Agorà, o Forum, che si presenta ora come uno spaziomeglio comunicante con la realtà Universitaria che insiemeall’Istituto la circonda, fa pensare realmente e simbolicamentead un’apertura attraverso cui i diversi Areopaghi possonocomunicare. Se è vero che Roma non fu fatta in un giorno,qualcosa di nuovo è iniziato, su antiche basi, qui dove untempo sorgeva uno splendido tempio dedicato a Serapide.La finestra è aperta, o meglio una porta, attraverso cui attuarescambi con Roma, e quello che Roma può rappresentare esimbolizzare, come Città come la realtà della Chiesa che è aRoma, la società che la circonda, L’Europa, il mondo che ognigiorno nella persona dei nostri studenti provenienti da più di130 nazioni varcano la soglia di questo edificio, ma anche lemigliaia di visitatori turisti e pellegrini che più o meno attentipassano. Matteo Ricci, detto Xitai (il saggio) ci ricorda che tutto iniziada un incontro di persone, al Collegio Romano cui era rima-sto legato, ma poi in Cina dove il suo trattato sull’amicizia lorende presente quanto la sua tomba venerata e rispettata. Neltempo del parto, c’è il dolore, ma quando è venuto alla luce ilbambino, non si ricorda più l'afflizione per la gioia che èvenuto al mondo una nuova creatura. E un nuovo bambino èsempre portatore di speranza. E’ l’augurio che insieme ci fac-ciamo per il futuro di questa iniziativa.

Esposizione di libri antichi su e di Matteo Ricci S.J. conservati nell’Archivio dell’Università

Centro Convegni Matteo RicciPiazza della Pilotta, 4 §§

00187 RomaTel. +39 06 6701 5138Fax +39 06 6701 5404E-mail: [email protected]: www.centroconvegnimatteoricci.it

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Omaggio agli intervenuti di una riproduzione del dipinto “Paesaggiodella periferia di Pechino” degli inizi del XVII secolo, attribuito aMatteo Ricci S.J. e conservato nel Museo Provinciale di Shenyang

IL EST BEAU QU’AUJOURD’HUI, DANS DE NOM-BREUSES CULTURES, …

“È bello che oggi, in molte culture, la domenica sia ungiorno libero o, insieme col sabato, costituisca addiritturail cosiddetto “fine-settimana” libero. Questo tempo libero, tuttavia, rimane vuoto se in essonon c’è Dio. Cari amici! Qualche volta, in un primo momento, puòrisultare piuttosto scomodo dover programmare nelladomenica anche la Messa. Ma se vi ponete impegno, con-staterete poi che è proprio questo che dà il giusto centroal tempo libero. Non lasciatevi dissuadere dal partecipare all’Eucaristiadomenicale ed aiutate anche gli altri a scoprirla. Certo, perché da essa si sprigioni la gioia di cui abbiamobisogno, dobbiamo imparare a comprenderla sempre dipiù nelle sue profondità, dobbiamo imparare ad amarla”.

Quindi, il riferimento all’evangelizzazione che ogni cri-stiano compie nel suo cammino. “Chi ha scoperto Cristodeve portare altri verso di Lui”, ha aggiunto il Papa. Unagrande gioia non si può tenere per sé. Bisogna trasmet-terla. "Libertà non vuol dire godersi la vita, ritenersi asso-lutamente autonomi. Libertà - ha detto il Papa - vuol direorientarsi secondo la misura della vita e del bene", ed haaggiunto:

“Non di rado la religione diventa quasi un prodotto diconsumo. Si sceglie quello che piace, e certuni sanno anchetrarne un profitto. Ma la religione cercata alla manieradel ‘fai da te’ alla fin fine non ci aiuta. È comoda, ma nel-l’ora della crisi ci abbandona a noi stessi. Aiutate gliuomini a scoprire la vera stella che ci indica la strada:Gesù Cristo! Cerchiamo noi stessi di conoscerlo sempremeglio per poter in modo convincente guidare anche glialtri verso di Lui. Per questo è così importante l’amore perla Sacra Scrittura e, di conseguenza, importante conoscerela fede della Chiesa che ci dischiude il senso della Scrit-tura. È lo Spirito Santo che guida la Chiesa nella sua fedecrescente e l’ha fatta e la fa penetrare sempre di più nelleprofondità della verità”.

“Negli ultimi decenni, ha detto il Papa, sono nati movi-menti e comunità in cui la forza del Vangelo si fa sentirecon vivacità”. Precisando che “la spontaneità delle nuovecomunità è importante, ha anche evidenziato l’impor-tanza di conservare la comunione col Papa e con i Vescovi.Poichè sono essi a garantire che non si sta cercando deisentieri privati, ma invece si sta vivendo in quella grandefamiglia di Dio che il Signore ha fondato con i dodiciApostoli.

Quindi, il richiamo all’aiuto per il prossimo. “Non dob-biamo, ad esempio, abbandonare gli anziani alla loro soli-tudine - ha detto - non dobbiamo passare oltre di fronte aisofferenti. “Io so - ha concluso - che voi come giovaniaspirate alle cose grandi, che volete impegnarvi per unmondo migliore. Dimostratelo agli uomini, dimostrateloal mondo, che aspetta proprio questa testimonianza daidiscepoli di Gesù Cristo”.

Prima dell’Angelus il Papa, tra gli applausi festanti dellafolla, riferendosi alle GMG ha detto: “Sento risuonareforte una parola: ‘grazie’! Sono sicuro che essa trova ecocorale in ciascuno di voi”. Poi, l’annuncio della prossimaGMG che si terrà a Sydney, in Australia, nel 2008. Quindiil ringraziamento in più lingue ai giovani presenti:

“Cari amici di lingua italiana! Volge ormai al termine laventesima Giornata Mondiale della Gioventù, ma questacelebrazione eucaristica continua nella vita: portate a tuttila gioia di Cristo, che qui avete incontrato”.

E il Papa, sorridente, ha benedetto le migliaia di ragazziin festa e si è avviato alla ‘papa-mobile’ ed i suoi giovani,ricevuto il mandato missionario, adesso già guardano aSydney 2008.

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Marco Cardinali

XX Giornata mondiale della gioventù“Chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di lui”: Il mandato di Benedetto XVI al milione di giovani fra i quali tanti studenti della Gregoriana

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verso di Lui. Una grande gioia non si puo’ tenereper sé”.

Le note dei cori, l’affetto dei giovani, gli applausi, lebandiere di tutto il mondo hanno accolto Bene-detto XVI sulla spianata del Marienfeld per laMessa conclusiva della XX Giornata Mondiale dellaGioventù. Circa un milione i pellegrini presentivenuti sulle orme dei Magi per incontrare Cristo,per pregare con il Papa: la stragrande maggioranzaha dormito qui, dopo la Veglia e l’adorazione euca-ristica. Quasi 800 i vescovi e diecimila i sacerdoti chehanno preso parte alla celebrazione in un climarigido, nebbioso, ma scaldato dal cuore vivo dellafede. L’altare posto sulla collina artificiale della spianataè stato letteralmente avvolto dall’amore del Papaper i giovani, che a lui si sono affidati nel sentierodell’adorazione di Cristo. “Nell’Eucaristia l’adora-zione deve diventare unione” ha detto il Papa nel-l’omelia, e meditando sulla donazione totale di Cri-sto alla volontà del Padre ha rimarcato: “Facendodel pane il suo Corpo” e del vino il suo Sangue, Eglianticipa la sua morte, l’accetta nel suo intimo e latrasforma in un’azione di amore. Quello che dall’e-sterno è violenza brutale, dall’interno diventa unatto di un amore che si dona totalmente. “La violenza si trasforma in amore e quindi lamorte in vita” e “soltanto questa intima esplosionedel bene che vince il male - ha continuato - puòsuscitare poi la catena di trasformazioni che poco apoco cambieranno il mondo”.

Il Corpo e il Sangue di Cristo - ha aggiunto - sonodati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati anostra volta. Da qui la sottomissione a Cristo comeatto del riconoscimento dell’amore assoluto. Una“sottomissione” che diventa “unione”, però, perchéColui al quale ci sottomettiamo è Amore e rivela lapiù intima verità del nostro essere.

L’Eucaristia, ha sottolineato Benedetto XVI, devediventare il centro della nostra vita:

“Siamo venuti per ado-rarlo”: con la Santa Messadi domenica 21 agosto aMarienfeld, si è conclusa aColonia la XX Giornatamondiale della gioventù.Tanti i messaggi di Bene-detto XVI ai giovani ditutto il mondo e tanti glispunti di riflessione neidiscorsi del Papa agli ebrei,ai musulmani, ai cristianidi altre confessioni, ed

anche agli uomini lontani dalla Chiesa o noncredenti.

Nel suo primo viaggio internazionale nella suaterra natale, il Santo Padre ha saputo parlarealla mente e al cuore dei fedeli e non solo, congrande semplicità espressiva e profondità diinsegnamenti. Durante la Veglia l’invito ai giovani ad intra-prendere sull’esempio dei Magi quel camminointeriore che cambia la vita, imparando – comeinsegnano i santi - a perdere se stessi per trovarese stessi; oggi l’invito a mettere l’Eucaristia alcentro della vita, dove quell’ “ora” di Gesùdiventa la nostra ora, per rinnovare veramenteil mondo, per trasformare la violenza e la mortein atto d’amore. Poi un mandato preciso: “chi ha scoperto Cristo– ha detto Benedetto XVI – deve portare altri

nostra vita ha fame. Non ci accodiamo ai rinunciataridella cultura, ai teorici dell’impossibile, cui si precludeogni vera novità e ogni inaudita scoperta. Non ci lasciamo scandalizzare neppure dall’apparentepiccolezza attraverso cui Dio ci parla e ci viene incon-tro: qual bambino a Betlemme...come oggi la Sua pre-senza nell’Eucaristia, nella Chiesa e in quei personalis-simi modi con cui ogni giorno Lui si ponemisteriosamente sul nostro cammino.Non siamo ingenui creduloni, evanescenti sentimen-tali, non siamo patologici visionari. Sappiamo che lenostre domande possono prendere false scorciatoie;che perfino il senso religioso può deviare. Ce lo ha ricordato anche Giovanni Paolo II: «Siate ado-ratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primoposto nella vostra esistenza! L’idolatria è tentazionecostante dell’uomo. Purtroppo c’è gente che cerca la soluzione dei pro-blemi in pratiche religiose incompatibili con la fedecristiana. É forte la spinta a credere ai facili miti delsuccesso e del potere; è pericoloso aderire a concezionievanescenti del sacro che presentano Dio sotto formadi energia cosmica, o in altre maniere non consone alladottrina cattolica» (Messaggio per la XX GMG, 5).

GLI OFFRIAMO NON “ORO, INCENSO EMIRRA”, MA LA NOSTRA INTELLIGENZA, LANOSTRA LIBERTA’, IL NOSTRO AMORECome Giovanni Paolo II ci ha ricordato nell’EnciclicaFides et Ratio (1998), non dobbiamo abdicare allanostra intelligenza per seguire la Verità che è Cristo;ma anzi proprio nell’incontro con lui la nostra ragionesi muove nel suo vero habitat, si apre al nuovo infinitoorizzonte, cosicché mentre scopriamo la verità, nonfiniamo mai di scoprirla, senza poterla peraltro in nes-sun caso esaurire.

A noi è chiesto dunque più che mai di porre continua-mente in atto questa sintesi di ragione e fede: non fac-ciamo dire alla ragione più di ciò che può dire, né aDio più di quello che ha voluto dirci; ma non lasciamoneppure che appaiano come tra loro contrapposte.Dio ha predisposto a favore dell’uomo l’intero creato.Ci ha dato la ragione e la fede. Ci ha offerto il Suo amore. Tutto è di nuovo offerto edavvero ritrovato. Vogliamo accogliere il suo Pensieronel nostro pensiero, la luce del Logos nelle nostrediverse «-logie», nei nostri rami del sapere. Solo cosìnon ci spezzettiamo più nelle nostre innumerevoli spe-cializzazioni, ma ogni verità diventa complementare, sitiene e si innalza verso la Verità. Così diventiamo ancora capaci di fare davvero univer-sitas. Vogliamo accogliere la sua libertà nella nostra

libertà, la sua Volontà nella nostra volontà. Solo cosìsarà resa finalmente forte, non diventerà più capriccio,maschera di sempre nuove schiavitù. Vogliamo accogliere il suo Amore nel nostro bisogno diamore e nella nostra povera capacità di amare. Allora sarà vero amore, non più vinto dalle prime delu-sioni; non più sottile velo per coprire i nostri egoismi.Ogni studio degli essere, ogni nostro studio, può esserecosì già una contemplazione dell’Essere e ci spinge aLui.Ogni verità cercata e scoperta, ogni vera ricerca intel-lettuale, diventa allora già via alla Verità, al Logos, aCristo. Ogni amore si purifica e si innalza, come unraggio dell’Amore, di quell’Amore che tutto sostiene,«che muove il sole e l’altre stelle» (Dante Alighieri).

LA CARITA’ INTELLETTUALE ANIMA DELLASTOIA DEL TERZO MILLENNIOEssere universitari oggi a Roma, come in Europa e nelmondo, diventa così una vocazione e un servizio. É ilservizio alla crescita e alla promozione di ogni uomo edi ogni donna che vengono all’esistenza.Roma, l’Europa, il mondo hanno bisogno di operatoridella carità intellettuale, capaci di contribuire attiva-mente a un futuro di pace, di sviluppo e di rispetto deidiritti umani.Cari amici universitari del mondo, confidandovi que-ste riflessioni vogliamo proporvi di condividere connoi quanto abbiamo maturato nel nostro camminoverso Colonia; e da Colonia vorremmo pio ripartireassumendoci la responsabilità di comunicare ai fratelliciò che abbiamo visto e sperimentato.Vi chiediamo di avviare un cammino comune di pre-ghiera e di testimonianza nelle Università, perchél’uomo – ogni uomo – sia amato per ciò che è. L’uomoè, infatti, «l’unica creatura che Dio ama per se stessa»(cfr GS n.24).

Arrivederci a Colonia.Gli Universitari di Roma

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zione autentica, come in una grande Babele.Gioiamo nel vedere la stella; come i Magi, laseguiamo. Noi amiamo la vita, per questo ci met-tiamo sempre di nuovo in cammino, con la fidu-cia di chi cerca e sa di poter trovare (o spera diessere trovato!). Sappiamo che la strada che porta alla verità èardua e complessa. Non vogliamo lasciarci rin-chiudere dentro una visione ripiegata e pragma-tica del nostro cammino, senza passione per gliideali alti e degni, quando si studia solo per daregli esami, per conseguire un titolo, per avere unposto di lavoro qualsiasi, o intraprendere un’am-bita carriera. Tutto questo è umano, forse neces-sario. Ma non basta: «Non di solo pane vivràl’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca diDio» (Mt 4,4).

Camminare verso Colonia significa alimentareuna passione per la cultura che non sia solo eru-dizione o professione, ma amore per la sapienza,passione nella ricerca della verità, gusto(«sàpere») della ricerca e della scoperta nel sensovero dell’esistenza, del «saper» vivere. È la ricerca di chi ha compreso che il servizio aifratelli è il vero obiettivo di ogni sforzo intellet-tivo, dove la sapienza si fa «carità», la carità intel-lettuale, quella che trasforma il mondo e lo fadegno dell’uomo. Un giorno Giovani Paolo II disse all’UNESCO(Parigi, 02.06.1980): «L’uomo vive di una vitaveramente umana grazie alla cultura... La culturaè ciò per cui l’uomo in quanto uomo diventa piùuomo, è di più, accede di più all’essere. É qui chesi fonda la distinzione capitale fra ciò che l’uomoè e ciò che egli ha, fra l’essere e l’avere» (nn. 6-7).Noi vogliamo stare accanto ai nostri fratelli come«operai della carità intellettuale».

“SIAMO VENUTI PER ADORARLO”I «maestri del sospetto» hanno ucciso il gustodella verità. La domanda di verità, allora, siripiega su se stessa, il cammino si ferma, l’inter-rogazione che ravviva l’intelligenza zittisce. L’ul-timo ideale sembra infatti essere quello di nonaverne alcuno. Il Nulla, il nichilismo. Noi non vogliamo cammi-nare per non andare da nessuna parte, ma pertrovare Lui. «Siamo venuti per adorarlo» (Mt2,2). Il Logos, la pienezza della divinità, dellaverità, il senso ultimo di tutte le cose, «si è fattocarne» (Gv 1,14). É Lui, Cristo Signore, il «pane» vero di cui la

Lettera agli Universitari di RomaCari amici universitari di Europa e delmondo, il nostro pensiero va al Papa Bene-detto XVI, nostro Vescovo e Pastore dellaChiesa universale. Insieme a Lui abbiamoripreso il nostro cammino e vogliamo condi-videre con voi le nostre riflessioni.

IN CAMMINO COMEI MAGIEssere “vivi” significaessere in cammino.Essere giovani vuol direandare avanti, cammi-nare verso la vita adulta.Vivere è camminareverso la meta, verso lavita piena. C’è dunque davvero unacerta analogia tra il cam-

mino dei Magi ed il cammino della vita diogni uomo, specialmente con questa stagionedella nostra vita, e proprio col nostro essereuniversitari: «In verità, la luce di Cristorischiarava già l’intelligenza e il cuore deiMagi», ci ha detto Giovanni Paolo II all’iniziodel Suo Messaggio per questa XX GMG (n.1)

Camminare vuol dire essere liberi; ma significaanche sapere dove andare. Una libertà senzaverità non porta da nessuna parte; è un girare avuoto. Essere universitari significa allora anzi-tutto essere affamati di verità. Ancora nel suoMessaggio, Giovanni Paolo II poneva davanti anoi dei modelli concreti di santità in questocompito: «Sant’Alberto, Santa Teresa Bene-detta della Croce (Edith Stein), con lo stessoatteggiamento interiore dei Magi, hannoappassionatamente cercato la verità. Essi non hanno esitato a mettere le loro capa-cità intellettuali al servizio della fede, testimo-niando così che fede e ragione sono legate e sichiamano a vicenda» (n. 7).Molti invece ci dicono che quando tutto èridotto ad opinione, quando niente è vero,oggettivo e universale, allora c’è più libertà perciascuno e più tolleranza per tutti. In realtà sidiventa sempre più vuoti e sempre più soli.Sembra di diventare sempre più aperti, inrealtà si è sempre più incapaci di comunica-28

Gli Universitaridi Roma

(a cura dell’Ufficio perla PastoraleUniversitariadel Vicariato di Roma)

La natura della Facoltà

La Facoltà della Storia e dei Beni Culturali della Chiesa è stataistituita, sia per indagare e rilevare nel suo processo storico ilcammino e la vita della Chiesa, sia per studiare e tutelare ilPatrimonio storico ed artistico della Tradizione cristiana.La Facoltà mira a formare docenti e studiosi della Storia e deiBeni Culturali della Chiesa.

I docenti e gli studenti della Facoltà, consapevoli della realtàprofonda del Mistero della Chiesa, dovranno essere capaci discoprire – attingendo direttamente a tutte le tipologie di fonti– e di esporre la genuina Storia della Chiesa, valorizzando inmodo completo l’eredità spirituale e culturale del suo interoPatrimonio storico-artistico.

La Facoltà studia la Storia e il Patrimonio della Chiesa Uni-versale. Essa, avendo sede in Roma ed accogliendo le oppor-tunità offerte dai Monumenti e degli Archivi ivi presenti, pre-dilige in maniera particolare le ricerche sulla Storia e sull’Artefiorita nell’Urbe e sull’annuncio del Vangelo nelle diverse cul-ture.

La Facoltà, situata nella diocesi del Successore di S. Pietroovvero nel cuore dell’Orbis Christianus, consacra – nello spi-rito della Compagnia di Gesù – un’attenzione privilegiataall’Apostolo S. Pietro e ad ognuno dei Suoi Successori. LaFacoltà segue inoltre tutte le attività della Santa Sede, in par-ticolare i rapporti con le Chiese Sorelle e l’Ecumenismo.

La Storia della Chiesa e la Conservazione dei Beni Culturalidella Chiesa hanno molti elementi in comune, ma allo stessotempo ciascuna di queste attività accademiche hanno ancheun loro carattere specifico. Lo studio della Storia della Chiesasi svolge secondo tutte le norme della scienza storica, muo-vendosi su un permanente orizzonte di Fede.

Lo studio della Conservazione e della Valorizzazione dei BeniCulturali della Chiesa, espressioni della presenza dei cristianinelle varie società e nel mondo intero, si realizza secondotutte le esigenze d’un rigoroso approccio scientifico e si svolgeugualmente nella prospettiva della Fede.

Basilare nell’impostazione della Facoltà è la Fede nella pre-senza salvifica di Dio nella Storia, che si rivela in modo emi-nente nella Persona di Gesù Cristo, “vero Dio e vero uomo”.

La struttura della Facoltà

La Facoltà della Storia e dei Beni Culturali della Chiesa èstrutturata in tre Cicli, più in un Master post Lauream(Master post Lauream specialistica o Licenza). Si distinguonoun I Ciclo di tre anni di Baccalaureato (Laurea triennale oLaurea breve), un II ciclo di due anni di Licenza (Laurea spe-cialistica) e un III Ciclo di Dottorato (Dottorato di ricerca).Il Master post Lauream è della durata di due semestri (corri-spondenti ad un anno accademico).

Il Primo Ciclo si divide in due Programmi. Il primo, deno-minato Comune, della durata di tre anni, è obbligatorio pertutti gli studenti ordinari. Il secondo, denominato Integra-tivo, della durata minima di due semestri, s’indirizza agli stu-denti già muniti di un titolo universitario, pari al livello diBaccalaureato (o equivalente). Il I Ciclo termina con ununico titolo accademico: Baccalaureato in Storia e Beni Cul-turali della Chiesa.

Il Secondo Ciclo si articola in due Sezioni. La prima Sezioneriguarda la Storia della Chiesa mentre la seconda i Beni Cul-turali della Chiesa. Ad ogni Sezione corrisponde un proprio titolo accademico,rispettivamente Licenza in Storia della Chiesa e Licenza inBeni Culturali della Chiesa.

Il Terzo Ciclo consta ugualmente di due Sezioni, ciascuna conun proprio titolo accademico ossia Dottorato in Storia dellaChiesa e Dottorato in Beni Culturali della Chiesa.

Il Master post Lauream riguarda unicamente i Beni Culturalidella Chiesa e ha come titolo accademico Master in Beni Cul-turali della Chiesa. Si tratta di un programma di un solo annoaccademico, d’indole cristiano-umanistica e storico-tecnica,che mira al tempo stesso ad obiettivi operativi.

Il programma è riservato a studenti, già in possesso di untitolo accademico specialistico, che desiderano acquistare unapreparazione accademica specifica per svolgere compiti pra-tici di conservazione e di valorizzazione dei Beni Culturalidella Chiesa.

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Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici presso laConferenza Episcopale Italiana fu istituito, a partiredall’anno accademico 1991-1992, presso la PontificiaUniversità Gregoriana un Corso Superiore per i BeniCulturali della Chiesa.

Questo corso, di livello superiore, aveva la durata di unsolo anno e mirava alla formazione pratica e tecnica disacerdoti, religiosi e laici, destinati ad assumere, nellerispettive diocesi o ordini religiosi, l’organizzazionedella conservazione e della tutela dei Beni Culturalidelle diocesi o degli ordini di appartenenza (bibliote-che, archivi, musei). Gli studenti, dopo aver seguito l’intero programma,ricevevano un Diploma specifico.

Dopo qualche anno la Pontificia Commissione per iBeni Culturali auspicava un ampliamento del Corsostesso, ed in particolare chiedeva di dare al Corso Supe-riore uno statuto che garantisse agli studenti la possibi-lità di accedere ad altri gradi accademici. Ci sono stati poi vari tentativi di ampliamento delCorso Superiore, costituendo, accanto all’Anno di for-mazione di base un secondo Anno di approfondi-mento. Dopo dodici anni di studio e di riflessione si è giuntifelicemente all’unione della Facoltà di Storia Ecclesia-stica e del Corso Superiore per i Beni Culturali dellaChiesa in una nuova Facoltà.

Il sostegno effettivo delle Autorità Accademiche, inprimo luogo nella persona del Rettore MagnificoGianfranco Ghirlanda S.J., poi del Senato Accademicoe del Consiglio Direttivo dell’Università è stato fonda-mentale per la creazione della nuova Facoltà. Un appoggio ugualmente reale è venuto dalla Congre-gazione per l’Educazione Cattolica, dalla PontificiaCommissione per i Beni Culturali della Chiesa e dal-l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiasticipresso la Conferenza Episcopale Italiana.

Gli Statuti della Facoltà (Statuta Facultatis Historiae etBonorum Culturalium Ecclesiae) sono stati approvatidalla Congregazione per l’Educazione Cattolica in datadi 28 aprile 2005. Gli Ordinamenti della Facoltà sonostati approvati dal Consiglio Direttivo dell’Universitànella seduta del 27 maggio 2005 (art. 1-6) e in quelladel 17 giugno 2005 (art. 7-13).

La Facoltà di Storia Ecclesiastica è stata fondata nel1932 presso la Pontificia Università Gregoriana edè stata la prima in assoluto nel mondo accademico.Per 73 anni la Facoltà ha formato un numeroimpressionante di storici della Chiesa, attivi intutte le Chiese locali.

La Facoltà, inoltre, hapromosso una note-vole ricerca storica. La Storia Ecclesiastica,che trae origine dallaTeologia, si basavaappunto sul baccalau-reato in Teologia. Ciòspiega perché laFacoltà di StoriaEcclesiastica è rima-sta, fino all’annoaccademico 2005-2006, priva di unproprio PrimoCiclo ossia di unabase autonoma.

Attraverso diversitipi di studio e diincontri è matu-rata, nel seno dellaFacoltà, l’idea diportare a termineil lungo processostorico della pro-gressiva autono-mia della Facoltàdi Storia Eccle-siastica, asse-gnandole unapropria baseossia anche unPrimo Ciclo diBaccalaureato.

Al tempo stesso la Facoltàdi Storia Ecclesiastica ha esaminato a lungo l’ipo-tesi di un inserimento dello studio e della tutela delPatrimonio culturale-artistico della Chiesa accantoal collaudato studio della Storia della Chiesa. La creazione della nuova Facoltà è in gran parte ilfrutto dell’impegno accademico della Facoltà diStoria Ecclesiastica.

In stretta collaborazione con la Pontificia Commis-sione per i Beni Culturali della Chiesa e l’Ufficio

P. Marek Inglot S.J.

P. JosJanssens S.J.

Fondata la Facoltà della Storia e dei Beni Culturali della Chiesa

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l’Ordine, ossia il mantenimento delle opere del PatriarcatoLatino di Gerusalemme, pur conservando il compito più pro-priamente spirituale di propagazione della Fede. Pio XII nel 1949 stabilì che il Gran Maestro dell’Ordine fosseun Cardinale di Santa Romana Chiesa, l’attuale è S. Em. IlCard. Carlo Furno, assegnando al Patriarca di Gerusalemmela prerogativa di Gran Priore. Giovanni XXIII nel 1962 e poiPaolo VI nel 1967 diedero un ulteriore impulso inserendonello statuto norme più precise al fine di consentire unaazione più coordinata ed efficiente.

Nel Febbraio del 1996 il Sommo Pontefice Giovanni Paolo IIha elevato la dignità dell’Ordine. Oggi esso è infatti un’Asso-ciazione Pubblica di fedeli, eretta dalla Sede Apostolica e godedi personalità giuridica canonica e civile.

Ma al di là dei riferimenti storici e delle vicissitudini che nehanno contraddistinto la vita, ciò che oggi ha valore ed inte-resse, è il ruolo affidato all’Ordine e che esso svolge tramite lasua struttura operativa nell’ambito della Chiesa Cattolica edelle Comunità ove è presente. Lavoro di sensibilizzazione e di solidarietà specie con opere inTerra Santa: costruzione di asili, scuole, chiese e anche nelladiffusione della conoscenza e della cultura del pellegrinaggionella terra di Gesù.

Proprio a tale proposito abbiamo intervistato S.E. il Dr.Alberto Consoli Palermo Navarra, Luogotenente dell’OrdineEquestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme per l’Italia Cen-trale e Sardegna:

“Direi che è un dovere di tutti i cristiani compiere un pelle-grinaggio nella terra di Gesù, non solo per noi cavalieri del

Santo Sepolcro, che siamo legatia quella terra in modo così parti-colare e profondo da secoli.Dopo anni di forzata interru-zione abbiamo ripreso dal 2004 ipellegrinaggi in Terra santa perdare un messaggio di concretavicinanza e solidarietà cristiana atutti quei fratelli che vivono inquella terra.

Il pellegrinaggio, però, è solo l’inizio, perché ciò che gustiamoe viviamo nei luoghi santi deve continuare nelle nostre casenel nostro ambiente di lavoro e tra i nostri amici. Anzi il nostro compito deve essere svolto ancor più nel nostroambiente e noi dobbiamo essere i propagatori del pellegrinag-gio in terra santa perché i nostri fratelli non si sentano soli oaddirittura abbandonati, una sensazione che purtroppotroppe volte i cristiani della Terra Santa provano.”

Proseguiamo il nostro viaggio ideale e spirituale nella Terra diGesù con le parole di Sua Beatitudine Michel Sabbah,Patriarca Latino di Gerusalemme, con il quale abbiamo par-lato della situazione attuale:

“Dal punto di vista politico è una situazione di pausa. Cisono da tutte le parti ancora problemi ma si cerca di vivere lascelta della non violenza con molta pazienza; una pazienzache duri senza stancarsi. Bisogna continuare a camminare perquella via. Se ci sono volontà serie per la pace si arriverà aqualcosa di importante.”

Beatitudine, qualche statistica dei cristiani in TerraSanta?

A Gerusalemme siamo 13 chiese 6 cattoliche di differenti riti,latini, melchiti, maroniti, siriani, caldei, armeni; 5 chieseortodosse: greci armeni siriani copti etipici e 2 chiese prote-stanti luterani e anglicani. Tutti noi siamo più o meno 400.000 in tre paesi in cui siestende la nostra giurisdizione, Israele, Palestina, Giordania;400.000 su una popolazione di 15 milioni, dunque moltopochi. I nostri rapporti sono buoni, ci incontriamo almenouna volta al mese, e in periodi forti come l’Avvento e la Qua-resima.

Ci sono giovani che rispondono alla chiamata al sacerdozio?

“Fino ad oggi grazie a Dio abbiamo delle vocazioni sacerdotali,ogni anno abbiamo fino a tre nuovi candidati che provengonodalla Palestina e dalla Giordania e talvolta da Israele. Abbiamo60 parrocchie e siamo 85 presbiteri del clero diocesano, unadecina di religiosi che sono impegnati nelle parrocchie.”

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lavoro di scambio e di conoscenza reciproca con tantiprofessori e studenti che provengono da quella terra aRoma, per studio e per tenere conferenze e lezioni allaGregoriana. La prima testimonianza è del Luogotenente per l’Italiacentrale e Sardegna dell’Ordine Equestre del SantoSepolcro di Gerusalemme che tanto compie in favoredi quella terra benedetta.

Le Origini dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro,risalgono ai tempi della liberazione di Gerusalemme daparte di Goffredo di Buglione, capo delle milizie dellaprima crociata, che nell’ambito dell’ordinamento datoalle Istituzioni religiose militari e civili del territorioappena liberato dalla dominazione musulmana, costi-tuì l’Ordine dei canonici del Santo Sepolcro. Secondo quanto riportato dai cronisti delle Crociate,nel 1103, fu Balduino I, primo Re di Gerusalemmeche si pose a capo dell’Ordine dei Canonici del SantoSepolcro con la prerogativa, per se e per i suoi succes-sori, di creare Cavalieri. Questa facoltà era concessa in subordine al Patriarca di

Gerusalemme, in caso di assenza o impedimento delSovrano. In epoca moderna Papa Pio IX conferì unassetto moderno all’Ordine con la promulgazione diun nuovo statuto. Esso venne posto direttamente sottola protezione della S. Sede e la reggenza affidata alPatriarca Latino. Si venne inoltre a definire il ruolo fondamentale del-

Dedichiamo questo reportage alla Terra Santa, illuogo delle radici della nostra fede, specie in questoperiodo natalizio in cui il nostro sguardo interioree la nostra preghiera dovrebbero essere rivolti pro-prio, in quella Terra, a Nazareth luogo del sì diMaria e di Giuseppe. E a Betlemme, luogo dellaIncarnazione del Signore Gesù e a Gerusalemmecittà Santa in cui tutto si è compiuto.

Vogliamo offrire alcuni spunti di riflessione con

alcune interviste che abbiamo raccolto proprio inTerra Santa, ad alcuni autorevoli personaggi chelavorano in favore dei cristiani, per la preservazionedella fede e dei luoghi santi. Questo nell’ottica di una fede comune e di unlavoro che la Gregoriana compie in favore del dia-logo fra le varie religioni ma soprattutto per il

Marco Cardinali

Foto: MarcoCardinali

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Terra Santa: Quinto Vangelo… sulle orme di GesùIl Patriarca Latino di Gerusalemme

Sua Beatitudine Michel Sabbah

Veduta diGerusalemme

L'Erodion

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testimoniano che si può fare in tutta serenità. I problemi qui ci sono, ma non sono sul cam-mino dei pellegrini e possono rendere testimo-nianza di questa esperienza spirituale magnificasulle orme di Gesù. Sostenere la speranza con la preghiera, la solida-rietà ma anche con la presenza qui. Un professore mi ha detto: quando io vedo que-sti pellegrini passare per le nostre vie pregando,senza odio negli occhi, pronti a dare un sorriso adestra e sinistra, voleva dire a Israeliani e Palesti-nesi, loro rarefanno la tensione. Dunque il pelle-

grino è un grande contributo alla pace e alladistensione in questa regione.

Il pellegrinaggio non è solo un doverema anche un diritto, che si afferma

con la presenza dei pellegrini.

Tramite la cultura si può sperare di fare molto, ed è que-sto il lavoro che opera la Gregoriana proprio in questosenso. Ma vi è un’altra Università che proprio aBetlemme, luogo della nascita di Gesù, cerca di fare altret-tanto. Abbiamo intervistato Fr. Vincent Malham, il Rettoremagnifico dell’Università di Betlemme, fondata nel 1972:

Questa è l’unica Università cattolica in Terra Santa, ed èimportante per offrire un’educazione diretta ai cristianida parte di altri fratelli cristiani. In questo modo si inse-gna ai giovani affinché possano ricevere un’educazione,ma soprattutto per trovare un lavoro nel mondo didomani.

percepito e vissuto come una grazia grande.Giovanni Battista indica Gesù come l’agnellodi Dio e due dei suoi discepoli andarono dietroGesù e gli chiesero: «Gesù dove abiti». Egli rispondendo non ha detto il nome del vil-laggio, ma ha semplicemente detto loro «venitee vedrete e questi rimasero il resto del giornocon lui».La grazie del pellegrinaggio è questo invito diGesù a venire e vedere e a restare con lui.

Molti ancora pensano che sia pericoloso fareun viaggio in Terra Santa Quelli che rassicurano sono i pellegriniche compiono il pellegrinaggiosenza problemi particolari,sono loro che al ritorno

Cosa vuole dire agli amici, ex alunni della Grego-riana, e a tutti i cristiani?

L’invito a tutti i cristiani riguardo alla Terra Santaè che bisogna considerare questa terra come lavostra terra, che è la terra delle radici. Tutto ciòche accade in questa terra vi interessa, le diffi-coltà che ci sono devono essere anche vostre, dun-que tocca a tutti fare di tutto per aiutare unariconciliazione

Il Nunzio Apostolico in Terra Santa l’ArcivescovoMons. Pietro Sambi, approfondisce ancora ilsenso del pellegrinaggio:

Ricevo tanti gruppi di pellegrini e da loroapprendo come il pellegrinaggio in Terra Santa sia

Nazareth, Basilica dell’Annunciazione

La Terra Santa è un luogo avvincente, che sfida continua-mente e la sfida più grande di fronte a cui ci troviamo ora èquella di non limitarsi a subire le difficili situazioni in cuiviviamo, ma riuscire a inserirsi in esse con un atteggiamentoattivo e critico.

Cosa possono fare il mondo e i cristiani per la Terra Santa?Fare nel proprio mondo quello che noi facciamo in TerraSanta: lavorare per la pace, per la comprensione reciproca,vincendo la paura, che è l’ombra della morte. Nelle macro relazioni occorre sottolineare le stesse cose:occorre non fermarsi ai problemi attuali, ai conflitti. Non permettere che siano i conflitti a scrivere la nostra storia.Per fare questo occorre speranza e anche certezza.

Io sono cristiano e credo nel Cristo morto e risorto: questa è la mia certezza e il fondamento della mia fede.

tura verso il mondo esterno e lealtre culture per poter dialogare inmodo intelligente e soprattutto perpromuovere la pace.

Speriamo anche che la maggiorparte di coloro che si trovano inquesto Paese possano costruire quile loro conoscenze, rimanendonella loro terra. Tuttavia con la cul-tura e la conoscenza saranno anchein grado di trasferirsi in altri paesi.

A conclusione di questo viaggionella Terra di Gesù ecco l’intervistaal Custode di Terra Santa, il P. Pier-battista Pizzaballa, dell’Ordine deiFrati Minori, che ci spiega prima ditutto cos’è la Custodia di TerraSanta.

La Custodia è una presenza radi-cata in Medio Oriente, quella chenoi cristiani chiamiamo TerraSanta. È una presenza ponte, un incontro(a volte scontro) tra due culture,

quella orientale e quella occidentale. Credo, inoltre,che non vi sia un luogo al mondo come Gerusalemmedove tutte le confessioni religiose cristiane sono pre-senti. Al di là delle evidenti difficoltà di relazione, la TerraSanta ha un fascino che è unico nel suo genere, a talpunto che lo stesso Paolo VI l'ha definita "Il quintoVangelo".

Qui noi francescani siamo una presenza storica e lungoi secoli abbiamo imparato molto anche a dialogare congli altri cristiani. A livello interreligioso siamo una piccola realtà rispettoalle due grandi presenze: ebraica e islamica, ma è bellovedere come pur non facendo parte di queste culture,assumiamo alcuni aspetti delle loro tradizioni e riu-sciamo a comunicare qualche cosa della nostra. In que-sto senso qui ci troviamo nel cuore della vita dellaChiesa e del mondo.

Nonostante i limiti dovuti alla scarsità di personale,alla difficoltà delle lingue parlate ecc., riusciamo sem-pre ad offrire accoglienza, a incontrare pellegrini efedeli di ogni parte del mondo e a discutere con chinon la pensa come noi.

La nostra università è stata fondata per permetterea tutti i palestinesi di studiare in modo speciale peri cattolici cristiani, tuttavia anche per gli altri. Qui non ci sono discriminazioni, ed è meravigliosoche l’università sia promossa dal Vaticano e dai fra-telli cristiani. Una ragazza che si è laureata da poco ha detto chel’educazione è l’unica strada per lo sviluppo e lapace e noi crediamo assolutamente questo. Cioèformare dei giovani che siano ambasciatori di pace. Ma per fare questo bisogna essere educati, preparatinelle varie discipline specifiche per avere un’aper-

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Il Dr. Marco Cardinali, responsabile dell’Ufficio Stampa e Direttore della nostra rivista, consegna a nome del Rettore Magnifico P. Gianfranco Ghirlanda S.J.la Medaglia di S. Roberto Bellarmino a S. E. Mons. Pietro Sambi, Nunzio Apostolico in Israele.

Al centro S.E. il Dr. Alberto Consoli Palermo Navarra, Luogotente per l’Italia Centrale e Sardegna, dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Il Dr. Marco Cardinali intervista S. Em. il Cardinale

Carlo Maria Martiniin uno dei locali della

Chiesa del Cenacolo

Betlemme, Basilica della Natività, luogo della nascita di Gesù Cristo

La Messa di Natale a mezzanotteFoto: dal sito della Custodia di Terra Santa

L'ingresso allaBasilica della

Natività

La figura di Alberto Hurtado è associata da pochi allafigura di uno studioso, disciplinato ed assetato di sapere,di enorme capacità intellettuale e dagli orizzonti moltolarghi e profondi. La consueta e predominante imma-gine si cristallizza attorno quella del padre buono coibambini, dell’amante dei poveri, dell’oratore roventeche commuove le folle.

Alberto Hurtado fu senza dubbio un grande amico deipiccoli e dei poveri. Misconoscere però il suo profilointellettuale di studioso costituirebbe una svistaenorme e grossolana, rispetto ad un aspetto centraledella sua personalità. Sarebbe, inoltre, tralasciare addirittura un elementocostitutivo della sua stessa santità, tanto più se lo faces-simo in questa Università Gregoriana, ove la tradizionepedagogica ignaziana di abbinare virtù e scienza,incalza e sprona nell’impegno di formare propulsoridel cambiamento sociale, capaci di far fruttificare leazioni, al servizio della chiesa universale e del mondo,secondo il magis del vangelo e degli esercizi spirituali.

In questa prima presentazione del nuovo santo vorreisoffermarmi non tanto sulla vicenda particolareggiatadel suo iter accademico, quanto piuttosto sulle suerisultanze, ovvero sulla configurazione del suo modoapostolico di procedere, alieno completamente da unpragmatismo ristretto o mosso da un immediatismoemozionale e privo di prospettive. La sua personalità apostolica, ove la solerte caritàsociale si riversò appassionatamente sui più deboli, siintrecciò nel contempo ad una ferma ed illuminatavolontà di capire meglio la realtà, con lo scopo di inci-dere più efficacemente nella sua trasformazione.

Facciamo solo un breve cenno a questo lungo cam-mino di formazione in quanto esso fu la culla di quellaunione - tra un sì grande cuore ed una mente non dimeno illuminata - che desta stupore. Alberto entrò nella Compagnia di Gesù a 22 anni, etàrelativamente matura per l’epoca, non certo a causa diqualche indugio vocazionale. Essa fu piuttosto moti-vata dalla necessità di prendersi cura di una famigliaorfana di padre. 10 anni dopo fu ordinato sacerdote. Compì gli studiliceali nel Collegio di Sant’Ignazio che la Compagniagestiva a Santiago, e poi ottenne la licenza in giurispru-denza e scienze politiche presso l’Università Cattolica. Già entrato nella Compagnia - oltre alle tre tappe nor-mative di formazione intellettuale: cioè lo studio deiclassici, della filosofia e della teologia, arrivando allalicenza in queste ultime - Alberto conseguì la laurea inPedagogia con menzione in Psicologia, nell’università

Venerdì 21 ottobre in Aula Magna si è presentata lafigura del Santo Gesuita P. Alberto Hurtado, canoniz-zato dal Santo Padre Benedetto XVI domenica 23 otto-bre. Qui di seguito mettiamo il discorso tenuto dal P.Juan Ochagavia Larrain, S.J., già provinciale dellaProvincia del Cile e Assistente del P. Generale, è nipotedi San Alberto Hurtado. La possente figura umana ereligiosa del Padre Hurtado contrassegnò il suo cam-mino vocazionale, prima de ragazzo nel Collegio diSant’Ignazio, e poi da giovane gesuita. Fece col suosanto zio gli Esercizi Spirituali ove maturò la sua deci-sione di diventare gesuita.

Juan Ochagavia Larrain, S.J.

Un Santo studiosodi Lovanio, a seguito di una ricerca sul sistema pedagogico diJohn Dewey, connessa con l’esigenze in proposito della dot-trina cattolica.

Iniziò gli studi di teologia a Barcellona, ma il dramma socialeche covava in Spagna all’inizio degli anni trenta motivò ilsuo trasferimento a Lovanio dove concluse gli studi teolo-gici che egli coronò con la laurea sul Dewey. Questa tappa in Belgio fu determinante nella confi-gurazione della sua maturità religiosa e intellettuale.I suoi appunti, che risalgono a quel periodo, hannosoprattutto un carattere spirituale. In quelli corrispondenti agli studi teologici simanifestano una grande chiarezza e precisione neiconcetti, una spiccata capacità di attingere ad unavisione sistematica di un insieme ampio e com-plesso, e la sua forte dedizione agli studi. Non sono appunti banali, pedissequi, limitati alriassunto delle lezioni. Sono piuttosto il frutto deitre passi della ratio studiorum caratteristica dellaCompagnia: capire, riproporre e memorizzare. Par-tendo dalle note prese a scuola e dalle letture,Alberto Hurtado non lesina una rielaborazione per-sonale impegnata ed intelligente. Vi ritroviamo, inoltre, abbondanti note di lettura diautori come Maurice de la Taille sull’Eucaristia, diHenri Bremond sulla storia del sentimento religioso,e di Jules Lebreton sulla vita e la dottrina di GesùCristo.

Sembra che il pressante impegno negli studio cheHurtado si assunse non intaccò minimamente né la suaunione con Dio, né la sua pace interiore, né il suo rap-porto fraterno e cordiale coi suoi compagni di comunità. Sin dall’inizio egli aveva internamente colto che al gesuitaspetta uno strenuo lavoro per unire le anime con Dio.

La scelta di occuparsi, per la tesi di laurea, di John Dewey, ilfilosofo e pedagogo di Burlington, ovvero l’esponente piùardito della nuova pedagogia, è alquanto significativa. In essa Hurtado coglie le correnti intellettuali del suo tempo:la concretezza dell’empirismo inglese, le condizioni dellaesperienza umana che risalgono a Kant, e il carattere sistema-tico dell’idealismo hegeliano, applicati ad un modello peda-gogico incentrato sull’esperienza propria e la capacità dell’in-dividuo di trasformare le strutture sociali.

Nel suo impegno scolastico e intellettuale emerge pure latempra del futuro pedagogo, del futuro leader sociale ed apo-stolico che metterà in gioco tutte le proprie risorse, che non siaccontenterà del riscatto del singolo dalla sua oppressione, mapunterà - altresì e nel contempo - alla trasformazione deldisordine sociale che la provoca.38

Foto tratte da“B. Alberto Hurtado S.J.”Enrico Padoan S.J.Edizioni Hogar de Cristo

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L’approccio intellettuale di Alberto Hurtado riluce esi erge per la sua onestà. In questo senso anticipaquello che sarebbe stato lo spirito del Vaticano II,ovvero lo spirito di una Chiesa che si rende vicina,che cerca di capire, che ascolta con rispetto, chemette in risalto gli elementi positivi, e che non taceneppure sulle sviste e gli errori, ma non teme di met-tere in guardia sulle proposte indubbiamente sedu-centi per certi versi, ma potenzialmente deleterie.

Pur non condividendo alcuni fondamenti dellapedagogia di Dewey che si discostano del pensierodella Chiesa, il nostro santo se ne serve per fare unasintesi pedagogica veramente moderna e progressi-sta, che combacia d’altronde perfettamente con lascuola pedagogica che ha conformato maggior-mente la sua personalità credente ed apostolica: gliEsercizi Spirituali di Sant’Ignazio improntati su unprofondo realismo esperienziale, sgorgante nonsolo da un ordine idealistico, ma soprattutto da unordine volitivo e dalla posizione matura della pro-pria libertà.

In seguito, nel suo lavoro come professore, Hur-tado si mostrò profondamente interessato ai movi-menti del rinnovamento pedagogico e nel con-tempo molto libero di criticarli. “Non è tutto oropuro” diceva. Contagiò amore e rispetto per il bambino, l’adole-scente, il giovane. Invitò i padri di famiglia e gli educatori a guada-gnarsi la fiducia dei bambini, e indicò loro come,per godere della loro fiducia, si debba conservareperpetuamente l’adolescenza del cuore. Spronò i professori a farsi percepire come amicidagli alunni, perché – secondo Alberto Hurtado -non basta istruire, ma bisogna educare, dalmomento che “quello che avvalora la vita non è l’i-struzione ma l’educazione”. Anche perché, tutto sommato, l’istruzione dà qual-cosa all’uomo, ma non lo fa migliorare, e quelloche veramente importa nella vita non è avere qual-cosa, ma essere qualcuno. Per educare quindi dobbiamo ispirare ed infondereentusiasmo, promuovere le virtù umane assiemealla pietà, perché “nell’ordine attuale non c’è virtùche sia esclusivamente umana per il cristiano”.

Tuttavia è nel pensiero teologico, dove logicamenteil principio unificante della sua forma mentis e laprospettiva illuminata della sua possente formacordis, si incontrano. Egli indica una forma di studio integrale che coglie40

mai una bara, quanto piuttosto un involucro protettore dalquale sempre sprizzi la vita.”

Nel bel mezzo della sua vita apostolica Hurtado, soprattuttotramite la sua più grande opera: “El Hogar de Cristo” , svi-luppò uno sforzo immane per venire incontro alla disavven-tura umana più lacerante: quella dei ragazzi senza famiglia,senza pane e senza educazione. Facendo così portò con sé la croce che in Cristo condividonocoloro che amano autenticamente gli altri e vivono pura-mente e semplicemente per recare loro del bene. Una sortedove s’intrecciano l’amore per i diseredati, la gelosia di taluni,e l’opposizione efferata di alcuni altolocati. Nel contesto di una società travagliata non solo da forti biso-gni, ma anche da impervi conflitti per venire incontro alleloro soluzioni, una tappa del risveglio sociale ed economico,dove – ancora oggi – alcune conquiste sociali e lavorativesono ancora lontane dall’essere moneta corrente, Alberto

Hurtado, nel suo impegno apostolico così spiccatamentesociale, non si accontentò di offrire un rattoppo assistenzialeai profondi bisogni che imperversavano dovunque. Al contrario: si impegnò strenuamente nella formazione ditutti i cristiani in modo tale che il servizio della fede avesse unvincolo inestricabile con la promozione della giustizia. Facendo così anticipò in modo lungimirante alcuni atteggia-menti che sia la dottrina sociale della chiesa ebbe da ribadire,in seguito e con forza, sia il modo di capire la loro missionedei suoi confratelli gesuiti nelle congregazioni generali deldopo concilio.Aldilà degli strumenti che adoperò in tale prospettiva, ci tengoora a mettere in risalto questa forma mentis che andò lenta-mente maturando in unione con la sua forma cordis così infuo-cata e generosa.

È caratteristico della struttura mentale del P. Hurtado farapprodare il pensiero all’azione. Come disse a Rebeca

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con tutto l’essere la “Buona Notizia” che scoppia den-tro di noi e brama di essere trasmessa come un messag-gio trasformante che realizza ciò che annuncia.

Hurtado da giovane divorò molti libri, e non precisa-mente romanzetti da quattro soldi. Nutriva interesse per le opere sode, e poi invitava il suoamico del cuore Manuel Larraín (poi diventatovescovo) a leggerle. Dal noviziato in poi coltivò, con enorme passione, unaletteratura teologica ed spirituale, di volta in volta piùassimilata, e fatta propria soprattutto dal quadriennioteologico a Lovanio. Era convinto che la teologia è il “grande studio sacer-dotale”, il che “implica molto di più che fare degliesami su materie teologiche”. Assunto con serietà non c’era per lui uno studio piùappassionante. Secondo Hurtado, se per alcuni lo stu-dio si rende noioso, la causa ha anche a che fare conl’atteggiamento di alcuni professori che, secondo lui,sono “tanto prudenti come pigri”, che mettono indisparte troppo facilmente le difficoltà che si presen-tano loro. Facendo così evitano facilmente domande scomode, eallontanano da sé a quelli che fanno troppe domande,ma anche ai teologi futuri…” .

“La teologia deve essere innanzitutto un rapportoprofondo e personale con la parola di Dio; un berequella nella Scrittura e nella Tradizione”… “Deve coin-volgere la vita tutta alla luce della rivelazione”… “È lascienza di Dio e l’apice del sapere umano…”

“Come studiare la Sacra Scrittura? Lo Spirito di essa siapre soltanto allo studio riflessivo, costante e pieno d’a-more. Deve prendere tutto l’uomo: sensi e cuore; intel-ligenza e volontà… Così porterà lume all’intelletto,tepore al cuore, vita alla volontà, solerzia al lavoro.Deve essere nel contempo studio e preghiera, rifles-sione e ricerca, afferrando a poco a poco il contenutodel cristianesimo.

Una teologia pervasa dal Logos esige un ordine univer-sale totale, una concezione che racchiuda tutto ilmondo, in cui abbia il suo valore e rango tutto ilcreato. Un teologo che si limita a dare degli esami, nonavrà mai una visione personale del mondo in cui diven-terà testimone, non conoscerà l’uomo, che poi diven-terà il suo interlocutore, né i suoi problemi!”

“Ogni Dogma deve essere forza di vita, ma per quellobisogna che il teologo si sforzi per decomprimerla dallasua forma compattata. Questa forma non deve essere

Con geniale perspicacia percorse le espressioni moderne diquella antica controversia, che negli anni ‘40 si esprimevanoin atteggiamenti fortemente contrastanti: contemplazioneversus azione, cattolicesimo sociale versus pietà liturgica,libertà versus obbedienza, sottomissione alla Chiesa versusfiducia nella assistenza dello Spirito della verità, etc…

Per il P. Hurtado “niente che sia unilaterale è cristiano”. Egli sipone in modo profondo il problema teologico-filosofico del-l’azione di Dio in mezzo e all’interno dell’azione dell’uomo.Non rimase soddisfatto con una risposta puramente teoretica,come si è soliti fare in filosofia o in teologia, ma cercò un cri-terio di discernimento e di azione cristiani. Lo trovò in quello che costituisce il fondo più profondo diDio Padre: il Suo amore che vuole darsi in modo traboccante,smisurato.

Non c’è niente che possa porre limite al divino desiderio diunirci alla sua opera redentrice in Cristo Gesù, tranne lanostra meschinità e la nostra propria sfiducia. Il Padre ci vuole come figli molto attivi, intraprendenti, colla-boratori in Cristo per istaurare il suo regno in tutto il creato. Nella misura in cui ci avviciniamo a Lui con filiale ardimento,con fiducia di figli, Egli non smetterà mai di darci le forze perrealizzare cose sempre più grandi. Così va superata la falsacontrapposizione tra mezzi umani e mezzi divini.

Alberto Hurtado ripeteva sempre che una volontà forte si svi-luppa alla presenza di un ideale. Per lui questo ideale fu Cri-sto, che lo chiamò al sacerdozio nella Compagnia di Gesù.Aiutato dalla preghiera, dai sacramenti e dall’accompagna-mento spirituale crebbe in unione e dedizione a Cristo e neldesiderio di servirLo. Sono persuaso che l’amore e la bramosia di servire Cristo, ilCristo intero, è stato il fattore più configurante dello sviluppointellettuale del P. Hurtado, in tutta la sua ricchezza e contutte le sue sfaccettature. Egli ha vissuto e studiato, radicato in questo rapporto conCristo: per Cristo, con Cristo ed in Cristo. Sia in questa dimensione, come pure nelle altre, il profondo,appassionato direi, senso cristocentrico della sua persona, chedel suo operato costituisce la chiave di volta e di compren-sione.

La sua intelligenza fu realistica, in cerca sempre di conosceree di sottomettersi ai dati oggettivi. Non si dimenò nelle fan-tasie. Fu dotato di una grande capacità organizzativa. Non si accontentò del “pensare”, ma andò sempre incontro al“fare”. Sentì che le idee sono una guida per l’azione, per essererealizzate nella concrezione storica (come il dabar biblico!). Èuna caratteristica della sua personalità. Il bisogno del “fare” lo spronò a cercare collaboratori ed a

creare delle reti di azione apostolica: dall’Azione Cattolica alleCongregazioni Mariane, dal Focolare di Cristo alla ASICH,etc. Non sentiva di aver fatto a sufficienza finché non si fatutto l’umanamente possibile. E quando arrivava al termineinvalicabile del suo operato, quando veramente non nepoteva più, allora confidava tutto se stesso a Dio affinché Egliportasse a termine quella che era ed è la sua volontà.

Non fu un uomo dalla ristretta visione delle cose, ma dagliorizzonti allargati, lungimiranti, di ampio respiro, nel suotentativo sempre presente si approdare alla soluzione dei pro-blemi in una prospettiva evolutiva e d’insieme, cogliendone ilvicendevole riscontro di tutte le sue dimensioni.

Alberto Hurtado fu amante delle virtù solide, e di un modoconsistente di avvalorare le cose e di impostare l’azione, alienoal fascino ingannevole delle novità senza contenuto, ma nelcontempo solerte e attento ai movimenti della cultura e dellasocietà, ove si fa strada il senso di una modernità pregnante eambigua.

L’incrocio, lo scambio di idee, non è un flusso idealistico a séstante, ma un modo di dialogo, di relazione tra persone. È ladimensione significante del rapporto tra le persone. Nella linea della intelligenza emozionale, lo stile intellettualedi Alberto Hurtado fu arricchito, e non in misura minore,della dimensione più amabile della sua personalità: dalla suasconfinata capacità di empatia, dalla sua generosa prontezzaad uscire di sé, compiendo il viaggio del vero amore, verso lasituazione dell’altro, sentendo vivamente il suo universo inte-riore, la sua logica propria, i suoi drammi e le sue speranze.

Perciò Alberto Hurtado fu rispettoso del pensiero altrui, edumile nel dono delle sue profonde convinzioni, tanto piùappassionatamente aderite e palesate quanto più le sentivainsite delle vera ricerca del bene degli altri.

Una nota del suo Rettore a Lovanio, in cui si asseriva:“Alberto Hurtado è da tutti beneamato”, fa riecheggiare laattraente personalità di Francesco Saverio, che da Parigi scri-veva con schiettezza a suo fratello Martín: “Non so come misuccede che qui all’università tutti diventano miei amici.”Infatti, Alberto Hurtado ci ripropone in modo particolar-mente seducente, ed estremamente solido, collocato nei cro-cevia della Chiesa e della società del secondo novecento, l’ere-dità possente dei primi compagni di Gesù, attraversatadall’equilibrio di quella discreta caritas, e spronata da quelmagis d’amore che contrassegna la scuola ignaziana. Scintilla dell’amore di Dio che in Gesù si svuota e passafacendo del bene. Lume tenero di una verità trasformante, e passione ben ordi-nata e veritiera di un amore realizzato.

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pensiero e gli lasciò il promemoria che aveva appron-tato; venuto a sapere del nuovo modo di evangelizzaredei sacerdoti operai in Francia, e sapendo che in Cilec’erano situazioni simili, si diede da fare affinché i Fra-telli e le Sorelle di Foucauld andassero in Cile; si preparòcon molti studi preparatori e mise in opera l’Azione Sin-dacale Cile per rinforzare la formazione dei laboratori edspalleggiarli nelle loro giuste vertenze; sentì il bisogno diuna pubblicazione di orientamento cristiano e fondò larivista “Mensaje”; per curare la vita del “Hogar de Cri-sto”, organizzò la “Fraternidad del Hogar”, una associa-zione di persone volontarie dedite completamente alloro servizio.

E per l’educazione e l’accompagnamento dei bimbiinvitò la Congregazione di Don Guanella a farsi pre-sente in Cile.Così fu il Padre Hurtado: quello che imparava era perla realizzazione. Un pensiero che divenne azione.

Parlare del Padre Hurtado sotto il profilo dello stu-dioso è come addentrasi nella fitta boscaglia della Pata-gonia. Uno scopre sempre nuovi sentieri, ed intravedeorizzonti molto estesi. Tra tutti i suoi scritti non posso fare a meno di citarequello che ritengo emblematico per scongiurare la falsacritica che alcuni mossero sul suo presunto attivismoapostolico. Si tratta della sua opera: “Medios divinos ymedios humanos”. Ritengo che essa sia un capolavoro d’intelligenza, buonsenso ed umiltà. Buon conoscitore e appassionato della storia dellachiesa, egli si rifece al Vº secolo per illuminare un tematramite il pensiero di Agostino di fronte agli attacchidell’ostinato monaco Pelagio.

Francke: “uno impara, non per ammirare, ma perrealizzare”.

Per questo: preso dal dolore per la situazione dellaChiesa in Cile, e dal fatto che il popolo progressiva-mente subiva una perdita della sua fede cattolica,dopo aver redatto un rapporto ampio e ben docu-mentato, andò a Roma, ottenne un’udienza conPapa Pacelli, a cui espose schiettamente il proprio

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Convenzione tra laGregoriana e Roma Tre Il 16 Maggio 2005, il P. Rettore ha accolto all’UniversitàGregoriana il Rettore Magnifico dell’Università degli StudiRoma Tre, Prof. Guido Fabiani, per la sottoscrizione di unaconvenzione quadro tra le due Università.

Accompagnavano il Rettore di Roma Tre il Presidedella Facoltà di Lettere e Filosofia, Prof. VitoMichele Abrusci, e i Proff. Sofia Boesch (Studi Sto-rici Geografici Antropologici), Elena Cavalcanti(Studi sul Mondo Antico), Roberto Rusconi (StudiStorici Geografici Antropologici), Francesca Brezzi(Filosofia), Maria Lupi (Studi Storici GeograficiAntropologici), e Alberto D’Anna (Studi sulMondo Antico).

La delegazione della Pontificia Università Grego-riana era composta dai PP. Francisco J. Egaña (Vice-Rettore Universitario), Sergio Bastianel (Vice-Ret-tore Accademico), Kevin Flannery (decano diFilosofia), Marek Inglot (decano di Storia e BeniCulturali della Chiesa), e Josip Jelenic (decano di ScienzeSociali), Sandro Barlone (preside dell’Istituto di Scienze Reli-giose), e Mario Farrugia (delegato del Rettore per le relazioniaccademiche internazionali). In rappresentanza del decano diDiritto Canonico c’era P. Ottavio de Bertolis e AmbrogioBongiovanni sostituiva il propreside dell’Istituto di Studi perReligioni e Culture.

L’incontro è iniziato con lo scambio di saluti dei due RettoriMagnifici e la presentazione delle rispettive delegazioni. È seguita una breve descrizione delle singole realtà accade-miche (Facoltà e Istituti) che presenziavano alla cerimonia;con alcune indicazioni circa i percorsi di studi e gli obiettividi ciascuna. L’intento era quello di individuare possibili pisteper l’eventuale applicazione della convenzione quadro.

Pur avendo chiara la diversità storica dei due Atenei e ledistinte finalità che perseguono, si è convenuti sulla necessitàdi sviluppare nuove vie di collaborazione nell’insegnamento ela ricerca. La convenzione si configura all’interno del processodi Bologna, per mezzo del quale si può procedere al ricono-scimento e all’arricchimento reciproco.

La cerimonia, tenutasi nell’Aula del Senato, si è conclusa conla lettura e la firma della convenzione quadro. Tale accordo,siglato con una Università statale romana, è il primo nel suogenere dalla rifondazione del Collegio Romano (1551-1873)

come Pontificia Università Gregoriana avvenuta nel 1873 conil rescritto di Pio IX.

In seguito, le due istituzioni dovrebbero siglare gli strumentiapplicativi e i protocolli necessari, perché la convenzionepossa raggiungere il suo pieno regime. I Rettori Magnificihanno convenuto di voler continuare i contatti e di incammi-narsi verso queste mete ulteriori partendo dall’esperienza che,man mano, si ottiene tramite l’attuazione dell’accordo.

Le due Università continuano perseguendo tale intento condegli incontri tenutisi prima e dopo l’interruzione estiva.L’anno accademico in corso (2005-2006) dovrebbe servire afare conoscere la convenzione al corpo dei docenti e degli stu-denti dei due Atenei, e ad avviare quanto prima una fattivacollaborazione.

A breve, si dovrebbe precisare la modalità d’accesso alle reci-proche biblioteche e ad altre risorse. Si vuole anche appron-tare un ciclo limitato di alcune attività congiunte, perché sidia una visibilità più ampia a tale collaborazione.

Mario Farrugia S.J.

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RUBRICA

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Lo scorso febbraio 2005, dal 19 al 21, un gruppodi Rettori delle Università cattoliche hanno com-piuto una visita al Cairo, su invito del Segretariogenerale della Lega delle Università Islamiche ilProf. Jaafar Abdelsalam. A nome della Pontificia Università Gregoriana hapartecipato P. Franco Imoda S.J., Presidente della“Fondazione la Gregoriana”.L’iniziativa è nata nel 2000, quando la Gregorianatenne una conferenza Europa – Islam, in collabora-zione con l’Università di Firenze.

Lo scopo formale della visitanon è stato quello di dibatteresu tematiche interreligiosequanto l’occasione di unincontro personale in vista dipossibili scambi a livello uni-versitario e culturale, nella con-vinzione che un incontro a que-sto livello, possa esserefondamentale nello stabilirerapporti che possano poi dareesiti più formali e istituzionali.

Il clima generale è stato moto cordiale e hanno parteci-pato diverse personalità, fra le quali il Gran Mufti, ilMinistro Al Awqaf, il Grande Imam di Al-Azhar. Suigrandi principi, quali l’unità di Dio, l’importanza dellareligione, il rispetto, la tolleranza, la giustizia, la pace,si è avuto un grande interesse, evinto soprattutto daldiscorso del Prof. Sheikh Fawzy Al Zifzaz, Presidentedel Comitato permanente per il dialogo con le religionimonoteistiche, con l’appello a condannare i comporta-menti contrari alla religione che deve avere come scopoprimario la pace. Da parte di tutti si è sottolineato che le Università pos-sono lavorare alla diminuzione del pregiudizio e a favo-rire il dialogo e la reciproca conoscenza culturale, seb-bene parte del lavoro debba essere fatto anche daimedia, ad un livello più allargato. Ognuna delle Università ha potuto illustrare le inizia-tive in favore di questa conoscenza, e hanno sottoli-neato l’importanza dello scambio di Professori. Il lavoro da fare è ancora molto. Infatti se a livello diélite è più facile dialogare questo diventa più difficile alivello allargato. È risultato chiaro il ruolo fondamentale che può esseresvolto dalle Università a livello di ricerca, d’insegna-mento e di servizio alla comunità.

Visita al Cairo di Rettori di alcune Università Cattoliche nel mondo

Prof. Renè Chamussy, P. Franco Imoda S.J., Prof. Mahmud El Sheikh, Prof. Joseph Maïla

S. Santità PopeSnouda III

Patriarca dei Copti,P. Franco

Imoda S.J.,Prof. Mahmoud

El Sheikh (Pro-Rettore

Università diFirenze),

Dott. Jan Peters S.J.(Università di

Nijmegen, Presidente FIUC),

Prof. Renè Chamussy

(Università Saint-Joseph

di Beirut,Prof. John De Gioia

(Università diGeorgetown),

Prof. Joseph Maïla(Institut Catholique

di Parigi), Prof. Paolo Blasi

(Rettore Universitàdi Firenze)

Firma della Convenzione da parte dei Magnifici Rettori P. Gianfranco Ghirlanda S.J. e Prof. Guido Fabiani

Musica alla Gregoriana Il 21 giugno scorso, nel Quadriportico dell'Università si ètenuto un concerto per pianoforte in occasione della Festa diS. Luigi Gonzaga (ex-alunno del Collegio Romano e Protet-tore dei giovani studenti), un concerto inserito nel contestopiù ampio della Festa Europea della Musica, una manifesta-zione internazionale che a Roma segna l'inizio della rassegnadegli eventi organizzati per l’ Estate Romana.

Il Comune di Roma-Assessorato alle politiche culturali, haassunto la direzione artistica e promosso l'iniziativa in varimodi: distribuendo il programma in tutti i Pit (copie350.000) e affiggendo locandine e manifesti. Grazie ad unaccordo con il Corriere della Sera sono state distribuite65.000 copie del programma, inoltre il quotidiano ha dedi-cato per 4 giorni una pagina pubblicitaria sulla festa. Il programma è stato presente on-line sul sito della FestaEuropea della Musica e diffuso anche con numerosi passaggipubblicitari su radio nazionali ed internazionali, tra cui RadioVaticana.

Con l’autorizzazione del Rettore Magnifico, la Dott.ssaMonica Fucci, Responsabile Relazioni Esterne dell’Universitàha organizzato la serata musicale in Gregoriana con la colla-borazione del Dott. Nicola Vallo dell’Associazione Festa dellaMusica che cura la direzione ed organizzazione artistica del-l’evento per conto del Comune di Roma.

Il Maestro Fabrizio Romano, napoletano di origine edapprezzato artista internazionale, che affianca all’attività con-certistica di pianoforte e di Direttore d’orchestra anche quelladi compositore, soprattutto di musiche di spettacoli teatrali,ha eseguito un programma di musica classica che è statomolto applaudito dal pubblico intervenuto.

Nella pagina seguente pubblichiamo una scheda per cono-scere meglio il Santo Gesuita.

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organismi europei, ma soprattutto per i numerosi stu-denti che hanno a loro disposizione i 30.000 volumiche arricchiscono gli scaffali. In Gregoriana esiste un “Fondo Vedovato della Biblio-teca” e una nuova sala completamente arredata grazieal Senatore Vedovato e alla sua consorte la SignoraMaria Luisa.

Sempre alla Grgoriana si trova la “Sala Giuseppe Vedo-vato” situata nel nuovo Centro Convegni MatteoRicci, e ospita oggetti, libri significativi del senatoreVedovato, che alla Gregoriana è anche il fondatoredella cattedra di Etica delle Relazioni Internazionali.

L’Europa passa... tramite la cultura Il 3 maggio 2005 il Presidente dell’Assemblea Par-lamentare del Consiglio d’Europa, ha compiutouna visita alla Pontificia Università Gregoriana e siè intrattenuto per una colazione di lavoro.

A riceverlo il Rettore Magnifico P. GianfrancoGhirlanda e ad accompagnarlo il Presidente Giu-seppe Vedovato, che ha contribuitoin maniera inestimabile allo studiodel Consiglio d’Europa, delle istitu-zioni europee e della nostra societàeuropea. Tale studio e lavoro ha avutoapprodo con la Biblioteca Vedovatonel palazzo d’Europa di Strasburgo.

Questa Biblioteca annovera tra lesue caratteristiche più qualificantil’unicità e l’autonomia e rappre-senta un punto di riferimento nonsolo per i cultori di discipline cheabbracciano sia le relazioni interna-zionali sia il funzionamento degli

46Da sinistra: il Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa René van der Linden,

il Sen. Giuseppe Vedovato, il Rettore Magnifico P. Gianfranco Ghirlanda S.J.

Il Maestro Fabrizio Romano al pianoforte.In prima fila, da destra, si riconoscono:

P. Gianfranco Ghirlanda S.J., Rettore Magnifico; i coniugi Cortina Barena in visita dal Messico,

amici e benefattori dell'Università, P. Francisco Egaña S.J., Vice Rettore Universitario;

P. Vitale Savio S.J., Vice Rettore Amministrativo; P. Michael Hilbert S.J., Decano della Facoltà di Diritto Canonico;

Dott.ssa Monica Fucci, Responsabile Relazioni Esterne(foto: Mark Teglasy)

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A cura dellaSegreteria Generale

RUBRICA

Ex alunni nomimati Vescovi 1 Maggio - 31 Agosto 2005

Nomine ProfessoriIl magnifico Rettore P. Gianfranco Ghirlanda, S.J., ha nomi-nato:

P. Michael Gallagher, S.J., Decano della Facoltà di Teologia

P. Théoneste Nkeramihigo, S.J., Decano della Facoltà diFilosofia

P. Christopher Shelke, S.J., Direttore della Rivista StudiaMissionaria.

P. Milan Zust, S.J., Consultore della medesima rivista

P. Fernando de Lasala, S.J., membro del Consiglio dell’Ar-chivio.

P. Jaime Emilio Gonzalez Magaña, S.J., Direttore del cen-tro Interdisciplinare per la Formazione nei Seminari

P. Marek Inglot, S.J., Direttore della Collana MiscellaneaHistoriae Pontificiae.

E quali Consultori della medesima rivista:

P. Fernando de Lasala, S.J.P. Jos Janssens, S.J.P. Luigi Mezzadri, C.M.

Il Vice Gran Cancelliere dell’Università Gregoriana e Prepo-sito Generale della Compagnia di Gesù ha nominato i seguentiProfessori straordinari:

P. Giulio Cipolline, O.SS.T.P. Mark Henninger, S.J.P. Jaime Emilio Gonzalez Magaña, S.J.P. Jacques Servais, S.J.

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato:

S.E.R. Mons.Eduardo Benes de Sales Rodrigues, Arci-vescovo Metropolita Di Sorocaba (Brasile).Ha studiato Teologia dal 1981 al 1983. Ex alunno Del Pontificio Collegio Pio Brasiliano.

Rev.do Padre Eusebio L. Elizondo, M.Sp.S.Vescovoausiliare dell’Arcidiocesi di Seattle (U.S.A.). Ha studiato Teologia dal1979 al 1982 e Diritto Cano-nico dal 1982 al 1984 .

S.E.R. Mons.William Joseh Levada, Prefetto dellaCongregazione per La Dottrina della Fede. Ha Studiato Teologia dal 1958 al 1968.Professore assistente in Teologia dal 1976 al 1981.

Rev.do Mons.Francesco Alfano, Arcivescovo diSant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia(Italia).Ha studiato Filosofiadal 1976 al 1977, Teologia dal1977 al 1982 e dal 1987 al 1989.Ex alunno dell’Almo Collegio Caprinica.

Rev.do Mons.Michele Castoro, Vescovo di Oria (Italia).Ha studiato Teologia dal 1974 al 1978. Ex alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore.

Rev.do Manuel Sánchez Monge, Vescovo di Mon-doñedo-Ferrol (Spagna).Ha studiato Teologia dal 1972 al 1974.Ex alunno del Pontificio Collegio Spagnolo .

S.E.R.Mons.José Luis Amezcua Mélgoza, Vescovo diColima (Messico).Ha studiato all’ Istituto di Spiritualità dal 1981 al1983. Ex alunno Pontificio Collegio Messicano.

Rev.do Raymond Centène, Vescovo di Vannes (Fran-cia).Ha studiato Teologia dal 1989 al 1994.Ex alunno del Pontificio Seminario Francese

Rev.do Mons.Alfonso Cortés Contreras, VescovoAusiliare dell’Arcidiocesi di Monterrey (Messico).Ha studiato Teologia dal 1977 al 1979.Ex alunno del Pontificio Collegio Messicano.

Rev.do Mons. Bernardo Álvarez Alfonso, Vescovo diSan Cristóbal de La Laguna, Tenerife (Spagna). Ha studiato Teologia dal 1992 al 1994. Ex alunno del Pontificio Collegio Spagnolo.

Rev.do Riccardo Ernesto Centellas Guzmán, VescovoAusiliare di Potosi (Bolivia). Ha studiato all’ Istituto di Spiritualità dal 1991 al1993.Ex alunno del Pontificio Collegio Pio Brasiliano.

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giosa. Col coraggio delle sue convinzioni, vinse l’op-posizione del padre, rinunciò alla primogenitura, e a16 anni entrò nella Compagnia di Gesù, avendo amaestro spirituale san Roberto Bellarmino. Lui, che riusciva bene negli affari, si dedicò assai piùallo studio, alla preghiera, alla carità; mirò alle mis-sioni e al martirio. Gliene venne l’occasione, madiversa da quelle sognate: scoppiò la peste e Luigi siprodigò talmente che la contrasse e ne morì. Cate-chista con i ragazzi, premuroso con i poveri e imalati, modello e protettore dei giovani chevogliono vivere la propria fede in Cristo.

Luigi fu soprattutto un giovane «generoso»: è questagenerosità che il Concilio chiede oggi nel suo «Mes-saggio ai giovani». Nel giugno 1991, in occasionedella celebrazione del IV centenario della morte diS. Luigi, nella Sua visita a Castiglione, Papa Gio-vanni Paolo II lo ricordò con queste parole: "Unafigura che provoca l'universo giovanile del nostrotempo, diviso tra l'intima tensione a dare un signifi-cato pieno alla vita e le mode superficiali".Le ceneri del Santo, poste in un vaso di lapislazzuli,si venerano nella cappella a lui dedicata in S. Igna-zio di Loyola a Campo Marzio. Morto nel 1591 aventitre anni, fu beatificato nel 1605 e canonizzatonel 1726. Precedentemente era sepolto nella Chiesa dell’An-nunziata del Collegio Romano, dove ebbe variesepolture fino al definitivo trasferimento avvenuto il5 agosto del 1649.

21 giugnoFesta di San Luigi Gonzaga

“A Roma San Luigi Gonzaga, Chierico dellaCompagnia di Gesù e Confessore, chiarissimopel disprezzo del principato e per l'innocenzadella vita, il quale dal Sommo Pontefice Bene-detto decimoterzo fu ascritto nel numero deiSanti e assegnato come Protettore speciale ai gio-vani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solen-nemente confermato e di nuovo dichiaratoPatrono celeste di tutta la gioventù cristiana.”(Tratto dall'opera HYPERLINK "http://www.enrosadira.it/santi/reliquie.htm"«Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» diGiovanni Sicari)

Luigi, primogenito del marchese di Mantova,nacque a Castiglione delle Stiviere. Era unragazzo vivace, impaziente, amava il gioco e sidivertiva. La madre, Marta Tana di Chieri, gli insegnò dapiccolo a orientare decisamente la sua vita a Dio.E con la sua tenacia vi riuscì. Ricevuta la primavolta l’Eucaristia da san Carlo Borromeo, coltivòuna forte unione con Gesù. La grazia fece di luiun santo di grande dominio di sé, interamentevotato alla carità. Il suo segreto di eroismo fu la preghiera; già a 12anni decise di dedicare 5 ore al giorno alla medi-tazione. Per gradi si sentì attratto alla vita reli-

VIII Rassegna di canto popolare

Sempre alla Gregoriana si è tenuta l’VIII rassegna di canto popolare "Tantoper cantare" il 25 e 26 giugno scorso. Una manifestazione nata su inizia-tiva del Coro del Lunedì, con lo scopo di mantenere viva e diffondere lacultura della tradizione corale delle diverse regioni italiana. Entrambe lemanifestazioni hanno avuto un grande afflusso di persone che hannogoduto nell’Estate romana di momenti di autentica bellezza musicale.

Un momento dell’esibizione delCoro del Lunedì

diretto dal MaestroCesare Pocci

FAIRBANKS Gregory James The History of the Development of the 1986 United States Bishops'Pastoral Letter on the Economy: Economic Justice for All. St. Eccl. GONZALEZ FERNANDEZ Fidel, mcci

MIRAND Nirmal "Vobis enim sum Episcopus, Vobiscum sum Christianus" A Theologicaland Historical reflection on the Episcopal Ministry of St. Augustine ofHippo, in the light of selected "Sermones ad Populum" Teologia PASTOR Felix, sj

COLAUTTI Guillermo Bruno Las figuras eclesiológicas en San Hilario de Poitiers. Teologia LADARIA Luis F., sj

JUA Lukas The Oracle Concerning Babylon: a Literary and Theological Investiga-tion of Jeremiah 50:1-51:64. Teologia CONROY Charles, msc

MICZYNSKI Jan Krzysztof La cristologia esistenziale nell'esperienza nella dottrina di Elisabettadella TrinitàSpiritualità SECONDIN Bruno, ocarm

KIM Yi Kyun Consciousness according to Ludwig Wittgenstein with Special Referenceto William James. Filosofia CARUANA Louis, sj

BONNEFOY MUNOZ Josiane Maria Claudia La maternidad adolescente en Chile. Sc.Sociali MASINI Eleonora

DALLAGNOL Wilson O Povo de Deus como sujeito na vida da Igreja. O Sensus fidelium comochave de leitura em Eclesiologia.

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RUBRICA

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LISTA DELLE TESI DIFESE DAL 30 APRILE AL 21 SETTEMBRE 2005

LUBER Markus Devis Geschichte - ein empirisch-qualitatives Forschungsprojektzum Hinduismus. Missiologia SHELKE Christopher, sj

MATHIAS Leslie Oliver The Mysticism of Mira Bai - A Study of Mira Bai's MysticalExperience in the Light of Christian Mysticism. Spiritualità ALPHONSO Herbert, sj

MUNTEANU Stefan Les traductions interconfessionnelles de la Bible. Étude critiqueet comparative d'un phénomène moderne. Teologia HENN William, ofmcap

COSTIN Teodor Il perdono di Dio nel Vangelo di Matteo. Uno studio esegetico-teologico. Teologia STOCK Klemens, sj

KAITHAKOTTIL Ice Joice The Conversion of the Church and the Conversion of theWorld. A Biblical Theological Study of "metanoéo" in the Bookof Revelation. Teologia VANNI Ugo, sj

LOPES Steven Joseph From the Trinity to the Eucharist: Towards a Trinitarian Theo-logy of Sacrifice of Christ and Its Representation in the Eucharistof the Church. Teologia O'DONNELL John, sj

POGGEMEYER Joseph Thomas The Dialectic of Knowing God in the Cross and the Creation.An Exegetico-Theological Study of 1 Corinthians 1,18-25 andRomans 1,18-23. Teologia BRODEUR Scott, sj

DE OLIVEIRA Mario Rui O direito a viver do Evangelho. (Estudo jurídico- teológico sobrea Sustentaçao do Clero) Dir. Can. DE PAOLIS Velasio, S.E.Rev.ma Mons.

INSERO Walter La Chiesa é "Missionaria per sua natura" (Ag 2). Origine e con-tenuto dell'affermazione conciliare e la sua recezione in alcuniinsegnamenti del magistero, nella riflessione teologico-ecclesio-logica e nel vissuto ecclesiale del dopo-concilio. Teologia ANTON Angel, sj

NICOLOSO Alfio Domenico Libertà e verità nel pensiero di Henri de Lubac. Teologia LADARIA Luis F., sj

BONFRATE Giuseppe Sequela Futuri: l'Omelia XXVII sul Libro dei Numeri di Ori-gene e la Parola di Dio nella vita cristiana. Teologia GARGANO Guido Innocenzo, osbcam

REBOLO GONZALEZ Luis Joaquin "De la Teología político-prática a una nueva praxis teológica". Elpensamiento de Johann Baptist Metz y su recepción en Espana(1970-1980). Teologia SALMANN Elmar, osb

POTTAKKAL Joshy Poulose The Incarnation According to Karl Rahner (1904-1984). Teologia O'DONNELL John, sj

SULTANA Mark Self-deception and Akrasia: A Comparative Conceptual Analysis.Filosofia CARUANA Louis, sj

MBILIZI LWESO EtienneD'Israël aux nations. Le chemin de crête de la rencontre avecle Sauveur dans l'oeuvre de Luc. Teologia BEUTLER Johannes, sj

CHIME Michael Chukwuma Coercive Power in the Church. (It's Nature, Principles andFinality).Dir.Can. DE PAOLIS Velasio, S.E.Rev.ma Mons.

PARNOFIELLO Giulio Teologia morale e agire comunicativo. Un confronto con lateoria di Jürgen Habermas. Teologia BASTIANEL Sergio, sj

ANAYA LUENGO Pedro Raul El hombre, destinatario de los dones de Dios en Qohélet. Teologia CALDUCH BENAGES Nuria, msfn

REGOLI RobertoErcole Consalvi. Le scelte per la Chiesa. St. Eccl. CHAPPIN Marcel, sj

BACIYUNJUZE Nkunzi La naissance de l'Eglise au Bushi: l'ère des pionniers (1906-1908).St. Eccl. GONZALEZ FERNANDEZ Fidel, mcci

UCCELLA Fulvio Etica cristiana e trattamento penitenziario del detenuto stra-niero.Teologia BASTIANEL Sergio, sj

VERDEZOTO Walter El tema del pecado en el Cuarto Evangelio. Estudio exegé-tico-teológico de los términos "hamartía", "hamartáno" y"hamartolós" en el Cuarto Evangelio. Teologia N Jos‚ sj

JOY Philip A Hymn of the Enduring Love of God: A Synchronic andDiachronic Analysis of Hosea 11,1-11. Teologia CONROY Charles, msc

ROJAS LOPEZ Luis Antonio Los Redentoristas en Colombia y sus misiones populares(1884-1928). St. Eccl. GUTIERREZ Alberto, sj

MRIO Vincent Peter Current African Approches to the More Effective Incultura-tion of the Sacrament of Reconciliation. Teologia O'DONNELL John, sj

PILAT ZbigniewRilevanza giuridica delle interpellazioni e delle cauzioninello scioglimento del matrimonio. Dir.Can. KOWAL Janusz Piotr , sj

MUHOSHA Thomas TheSocio-Economic Rationale for Small-Scale CooperativeFarming in Malawi: Investments, Technical Change andOrganisation. Sc. Soc. CARBONELL DE MASY Rafael, sj

VETTIKUZHIYIL George "PEMPO" and "APOSTELLO" as Designations of the Mis-sion of the Disciples in the Gospel of John. Teologia CABA Jos‚ sj

MUSIMBI Muganza Deogratias Description systémique du pouvoir du droit positif en Afri-que Sub-saharienne. Sc. Soc. EHRAT Johannes, sj

A cura dellaSegreteria Generale

Nous souhaitons que ce bulletin vous aura fait plaisir.Nous vous serions reconnaissants de bien vouloircollaborer à sa diffusion en nous fournissant lesadresses d’autres anciens étudiants de la PUG à quinous pourrions l’expédier. Toute contributionbénévole aux frais d’édition, dont nous vousremercions à l’avance, serait à envoyer à:

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We hope that you enjoy our bulletin. Pleasesend us the addresses of other alumni of theGregorian, and in this way cooperate in itsdistribution. If you wish to make a contribution tothe publication of this review, you may do so bysending your donation to:

Esperamos que este boletín sea de su agrado. Leagradeceríamos profundamente si pudiera colaborarcon la divulgación del mismo, facilitándonos lasdirecciones postales de otros ex-alumnos de laGregoriana a quienes se lo podríamos hacer llegar.Quienes deseen hacer una contribución con lapublicación de la revista podrán hacerla enviando unaoferta a:

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Teologia VITALI Dario, Rev.

CHAMBERS Donald Dean The Faces of Jesus Christ in the Literary Works of Caribbean Preachersand Theologians: Towards a Constructive Christology of the Caribbean. Teologia O'DONNELL John, sj

FERREIRA Ricardo Jorge Alves Impedimento matrimonial de ordem sacra. Estudo historico-jurídico doc. 1087. Dir.Canon. KOWAL Janusz Piotr , sj

SANTORO Armando Il cammino spirituale del P. Pio Bruno Lanteri (1759-1830). Spiritualità RUIZ JURADO Manuel, sj

ANYADIKE Tobechi Ihezie Science, Religion and Mass Media. A Study and Discussion of ReligiousElements in Science Communication in the Media and Its Relevance forContemporary Missionary Communication.Missiologia FUSS Michael, Rev.

HORGAN Sèamus Patrick CCC.705-707 Religious raised to the episcopal state. A canonical-eccle-siological study of the bishop religious.Dir.Canon. SUGAWARA Yuji, sj

SKRLEC Hrvoje Il concetto di legge in San Tommaso d'Aquino. Un'interpretazione allaluce dell'insegnamento di Giovanni Paolo II. Dir.Canon. DE PAOLIS Velasio, S.E.Rev.ma Mons.

DELLAGIOVANNA Giancarlo La Partecipazione della Congregazione per la Dottrina della Fede almagistero ordinario del Papa. Dir.Canon. ASTIGUETA Damian, sj

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